131
Indice Prefazione 1. La performance: aspetti generali 1. Imprese di servizi e controllo di gestione 2. La performance aziendale 3. Obiettivi e categorie di misure 4. I tradizionali sistemi di misurazione: problematiche 4.1 Il valore e la misura 4.2 Le problematiche specifiche nelle imprese di servizi 5. La performance e l’organizzazione aziendale 2. Misure di performance “tradizionalmente” utilizzate in azienda Premessa 1. Le misure economiche 2. Le misurazioni economiche di sintesi 2.1 Le misurazioni economiche globali di analisi 2.2 Le misure economiche parziali 2.3 Le misure economiche parziali articolate in base alla complessità strategico/organizzativa 3. Critica al modello contabile 3. Creazione di valore: tecniche di valutazione della performance globale Premessa 1. L’azienda valuta se stessa 2. Il reddito normalizzato I

Indice - Tesionline

  • Upload
    others

  • View
    2

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: Indice - Tesionline

Indice

Prefazione

1. La performance: aspetti generali

1. Imprese di servizi e controllo di gestione

2. La performance aziendale

3. Obiettivi e categorie di misure

4. I tradizionali sistemi di misurazione: problematiche

4.1 Il valore e la misura

4.2 Le problematiche specifiche nelle imprese di servizi

5. La performance e l’organizzazione aziendale

2. Misure di performance “tradizionalmente” utilizzate in azienda

Premessa

1. Le misure economiche

2. Le misurazioni economiche di sintesi

2.1 Le misurazioni economiche globali di analisi

2.2 Le misure economiche parziali

2.3 Le misure economiche parziali articolate in base alla

complessità strategico/organizzativa

3. Critica al modello contabile

3. Creazione di valore: tecniche di valutazione della performance

globale

Premessa

1. L’azienda valuta se stessa

2. Il reddito normalizzato

I

Page 2: Indice - Tesionline

3. Il reddito residuale

4. Il Risultato Economico Integrato (Rei) e il Risultato Integrato

Residuale (Reir)

5. Economic Value Added (Eva)

5.1 .Il calcolo dell’EVA

5.2 I limiti dell’EVA

4. Le componenti della performance: misurazioni e strutturazioni

Premessa

1. La competitività

2. I risultati economico-finanziari

3. La qualità

3.1 .Le misure

4. La flessibilità

4.1 Le misure

5. L’utilizzo di risorse

6. L’innovazione

6.1 Le misure

6.2 I problemi nell’innovazione dei servizi

7. Sviluppo di un sistema integrato di misurazione della

performance

8. Balanced Scorecard (BSC)

Bibliografia

NOTA REDAZIONALE

La presente tesi si compone di 131 pagine

II

Page 3: Indice - Tesionline

Prefazione

Il settore dei servizi costituisce nell’economia dei paesi avanzati un

aspetto importante ed in continua crescita, che opera in un ambiente

sempre più competitivo.

Per capirne l’importanza, basta ricordare che tali imprese hanno avuto, a

partire dagli anni ’70, un tasso di crescita pari a due volte quello della

restante parte dell’economia e che gran parte dei servizi connessi al

turismo sostengono sempre più la bilancia dei pagamenti dei vari paesi.

In questo quadro, le aziende si trovano ad affrontare una forte pressione

competitiva che non è più basata sui prezzi ma su altri fattori come:

la qualità

l’innovazione

la flessibilità

il grado di soddisfazione del cliente.

Tale cambiamento ha fatto nascere l’esigenza, per i responsabili

aziendali, di sviluppare delle strategie necessarie per operare in ambienti

dinamici. Queste strategie scaturiscono da una serie di strumenti messi a

disposizione del management, ovvero i tradizionali sistemi di

pianificazione e controllo (bilancio budget….), trattati nel secondo

capitolo con riferimento alle aziende turistiche e, più in particolare, i

sistemi di misurazione della performance, oggetto di tale trattazione, i

III

Page 4: Indice - Tesionline

quali rappresentano un fattore per un’efficace realizzazione della

strategia aziendale.

Bisogna tener presente, in ogni caso, che alla base di tali strumenti deve

esserci un adeguato sistema informativo manageriale (management

information system) in grado di supportare i dirigenti nel prendere le

decisioni all’interno delle loro organizzazioni.

Nel primo capitolo del presente lavoro si è cercato di definire il concetto

di performance, determinando il ruolo assunto all’interno

dell’organizzazione e nel controllo di gestione, delineando il legame tra

gli obiettivi e le rispettive misure e, infine, trattando le problematiche

specifiche delle imprese di servizio.

Lo sviluppo di un efficace sistema di misura permette non solo di

valutare la strategia e controllarne l’implementazione, ma anche di

raggiungere:

un vantaggio competitivo sostenibile

una gestione fondata su criteri di economicità

una vita economica duratura

la creazione di valore.

Tradizionalmente, il controllo e la misurazione della performance sono

stati analizzati con riferimento più al settore manifatturiero che a quello

dei servizi, a causa forse di una più rapida crescita sia in termini di

dimensione degli impianti che di complessità, nonché dell’esistenza di

avanzati sistemi informativi.

Resta il fatto che attualmente non è possibile trasferire i principi di

misurazione da un settore all’altro, per una serie di motivi che possono

IV

Page 5: Indice - Tesionline

essere sintetizzati e ricondotti a quattro aspetti tipici delle imprese di

servizi: intangibilità, eterogeneità, contestualità e deperibilità.

Tali specificità finiscono, quindi, per condizionare il processo di

misurazione della performance, non solo per quanto riguarda cosa deve

essere misurato, ma anche per come la misurazione stessa deve essere

fatta.

La diffusione, inoltre, delle logiche di gestione fondate sull’obiettivo

della “creazione del valore”, intesa come accrescimento del valore del

capitale economico dell’impresa, ha contribuito ad evidenziare

l’inadeguatezza dei sistemi di reporting tradizionali.

A riguardo, nel terzo capitolo, sono stati introdotti dei nuovi indicatori

espressivi di tale valore, ma bisognosi ancora di affinamenti e verifiche

per dimostrarsi pienamente affidabili.

Numerose sono state le critiche verso i sistemi tradizionali: per quanto

riguarda la focalizzazione dei risultati a consuntivo, essi non permettono

la necessaria tempestività nei processi informativi e decisionali; la

misurazione dei risultati viene fatta più in termini economico-finanziari

che operativi; vi è un’eccessiva attenzione data agli aspetti tangibili del

servizio dimenticando quelli intangibili.

In particolare, è stata messa in discussione l’importanza delle misure di

performance globali di tipo tradizionale, basate su indicatori di tipo

contabile o su indicatori di redditività.

Questi ultimi sono, infatti, manovrabili, influenzati da politiche di

bilancio, orientati al passato e essendo espressi in termini economico-

finanziari, sono monodimensionali e non permettono quindi di

diagnosticare i cash flow futuri; inoltre, essi favoriscono uno

V

Page 6: Indice - Tesionline

scostamento tra il momento della formulazione delle strategie/piani e

quello della loro implementazione.

Tenendo presenti tali problematiche, le logiche emergenti in tema di

reporting considerano importante integrare le misure tradizionali di tipo

contabile con altre misure globali, progettate in ottica finanziaria, e con

indicatori di tipo fisico-tecnico in grado di responsabilizzare i manager

sulle singole determinanti del valore da essi controllabili.

Queste teorie considerano importante impiegare sia misure di tipo

strategico, finalizzate al controllo del piano, sia misure di tipo operativo

più attente ai risultati di breve periodo.

Le misure operative consentono di tenere sotto controllo non solo gli

aspetti tangibili della gestione, ma anche quelli intangibili (soddisfazione

del cliente e del personale, qualità dei prodotti/servizi, immagine

aziendale, competenze e know-how); devono, inoltre, essere rilevanti,

integrate fra loro e tempestive in modo da poter essere progettate in

un’ottica storica e comparabile.

Numerose sono state le novità proposte dagli studiosi sul tema della

revisione dei sistemi di misurazione della performance e di reporting: il

cd. “Balanced Scorecard”, proposto da Kaplan e Norton1, o il sistema

avanzato da Fitzgerald e altri2, comprendente un insieme integrato di

indicatori, progettato per le imprese di servizi, prendono in

considerazione sia risultati di tipo finanziario e competitivo sia le

principali determinanti delle performance.

1 R. Kaplan, D. Norton “The Balance Scorecard” Harvard business School Press, Boston, 1996 2 L. Fitzgerald, R. Jonson, S. Brignall, R. Silvestro, C.Voss “Misurare la performance nelle imprese di servizi” EGEA, Milano 1998

VI

Page 7: Indice - Tesionline

Queste “novità” sono trattate nel quarto capitolo, con particolare

riferimento al modello proposto da Fitzgerald.

Il compito di tale trattazione è proprio quello di fare il punto della

situazione, cercare di capire e spiegare quali sono attualmente gli

strumenti più idonei e innovativi messi a disposizione delle aziende, in

particolar modo quelle turistiche, per affrontare la crescente

problematica della misurazione delle performance e più in generale del

controllo di gestione.

VII

Page 8: Indice - Tesionline

CAPITOLO 1

La performance: aspetti generali

1. Imprese di servizi e controllo di gestione

Il settore dei servizi turistici ha assunto un ruolo determinante all’interno

delle economie dei paesi avanzati; anche per quelli in via di sviluppo,

esso rappresenta una possibilità di crescita e di ripresa.

Il livello d’importanza che questi servizi hanno raggiunto, e la forte

competizione che le imprese devono affrontare, non ha fatto altro che

aumentare la complessità e, di conseguenza, le problematiche connesse

al controllo.

Pensare di poter gestire queste realtà per i manager può diventare cosa

molto ardua senza un adeguato sistema.

Il controllo di gestione è generalmente considerato, per citare una

definizione, “l’attività di guida svolta dai manager, applicando il

meccanismo di retroazione e fondandosi sulla contabilità direzionale, per

assicurarsi l’acquisizione e l’impiego delle risorse in modo efficace ed

efficiente al fine di conseguire gli obiettivi prestabiliti”3.

In sostanza, esso permette all’azienda di gestire in modo razionale le

risorse da impiegare per il raggiungimento degli obiettivi di breve

periodo stabiliti in sede di programmazione, indispensabili poi per il

3 G. Brunetti “Il Controllo di gestione in condizioni ambientali perturbate” Franco Angeli, Milano, 1999 pag. 11

1

Page 9: Indice - Tesionline

conseguimento degli obiettivi di lungo periodo definiti attraverso il

processo di pianificazione strategica.

Nella definizione si fa riferimento al meccanismo di retroazione: esso

rappresenta un dispositivo che permette al sistema di autoregolarsi,

ovvero di capire gli errori che sta compiendo e di correggerli attraverso il

confronto ex-post (feedback) tra i risultati conseguiti e quelli attesi.

Strutturare un buon sistema di controllo non è cosa facile; il punto di

partenza è la definizione di indicatori e parametri giusti nonché la

misurazione di fenomeni rilevanti dal punto di vista aziendale

Nel testo di Fitzgerald4 e altri ci viene proposta una “teoria delle

contingenze” secondo la quale il sistema informativo gestionale -che

include anche quello contabile- dovrebbe adeguarsi ad una vasta gamma

di variabili, nell’ambito delle quali la strategia prescelta avrebbe un peso

importante.

Come evidenziato dal grafico le informazioni oggetto di tale sistema, di

natura finanziaria e non, includerebbero sia quelle necessarie al controllo

di tipo ex-ante (feedforward), realizzato attraverso i piani aziendali, i

budget, la definizione di standard e di obiettivi; sia quelle connesse ad un

controllo a retroazione (feedback), ovvero l’analisi degli scostamenti, il

quale utilizza una vasta gamma di indicatori di performance sia di natura

competitiva sia focalizzati sul cliente.

4 L. Fitzgerald, R. Jonson, S. Brignall, R. Silvestro, C.Voss “Misurare la performance nelle imprese di servizi” EGEA, Milano 1998 pag.39

2

Page 10: Indice - Tesionline

Controllo feedforward

Strategia

Obiettivi

Piani Aziendali

Budget, standard target

Le informazioni fornite dovrebbero, inoltre,

manageriale cui sono destinate e nel p

intervengono.

Esiste una sostanziale differenza tra inf

diagnosi e informazioni destinate al contro

performance.

Trattasi di informazioni diverse per scopi div

Nel controllo, infatti, il fine principale è

obiettivi stabiliti dall’azienda siano esegui

operativi; mentre, nel sistema di misurazion

si cerca di poter decidere e agire coer

attenzione all’azienda nel suo complesso e

per questo scopo tutto il personale dirigenzia

3

Controllo feedback

Misure

variare in relazione al livello

rocesso decisionale in cui

ormazioni per l’attività di

llo e alla misurazione della

ersi.

quello di verificare che gli

ti coerentemente in termini

e e valutazione dei risultati,

entemente, dando maggior

alle strategie, coinvolgendo

le e operativo.

Page 11: Indice - Tesionline

2. La performance aziendale

La misurazione e la valutazione della performance sono aspetti

fondamentali per l’azione di controllo e consistono sostanzialmente nel

cercare una risposta a tre quesiti di base:

- Cosa è accaduto?

- Perché si è verificato?

- Cosa si ha intenzione di fare?

Quindi, nell’analisi e progettazione di un sistema di misurazione, hanno

importanza due fattori fondamentali: il primo riguarda la scelta delle

variabili strategiche su cui focalizzare la misurazione e il controllo

aziendale in modo tale da conseguire un determinato livello di

performance; il secondo si riferisce, invece, alla definizione di parametri

adeguati per rappresentare e gestire la performance aziendale.

Il sistema di misurazione va considerato come unico e specifico così da

riflettere la specifica realtà aziendale, gli obiettivi perseguiti, le esigenze

e le caratteristiche degli utilizzatori.

Il management che si trovi ad affrontare misure e parametri differenti, in

relazione alle specificità aziendali, dovrà quindi avere uno strumento

flessibile e adattabile alle proprie esigenze che supporti l’analisi, la

gestione e il controllo.

Inizialmente, i manager dovranno conoscere e comprendere i caratteri

della performance aziendale e, successivamente, disporre di uno schema

interpretativo del funzionamento dell’azienda e delle modalità

organizzative e strategiche per il raggiungimento non solo di un

determinato livello di performance, ma anche per un’efficace

realizzazione della strategia d’impresa.

4

Page 12: Indice - Tesionline

Il sistema di misurazione delle performance aziendali è uno strumento di

gestione complesso e articolato; per comprenderlo è importante,

innanzitutto, cercare di definirne il concetto.

In generale, possiamo affermare che essa è costituita dalla misura del

grado di raggiungimento degli obiettivi economici prestabiliti sia in

termini di efficacia sia di efficienza.

Silvi5 la interpreta come “il risultato sistemico dell’interazione di una

pluralità di prestazioni e rendimenti intermedi e spesso frammentati,

interdipendenti nel tempo e nello spazio, conseguenti all’attuazione delle

decisioni aziendali”.

Quindi esiste una relazione causa – effetto tra le prestazioni economiche

complessive (effetto) e prestazioni parziali, di carattere intermedio,

realizzate in momenti e luoghi differenti (causa).

Per capire la natura complessa, differenziata e variabile della

performance facciamo riferimento alla “Metafora dell’albero” di Lebas6

5 R. Silvi “La progettazione del sistema di misurazione della performance aziendale”, Giappichelli, Torino 1995, pag. 25 6 R. Silvi “La misurazione delle performance" in “Economia&Management”, n.4, 1996, pag.16

5

Page 13: Indice - Tesionline

Processi

Politica degli investimenti

Qualità delle risorse umane

soddisfazione della clientela innovatività

costi qualità

flessibilità attributi del servizio

Sviluppo delle risorse umane

Flussi

informativi Conoscenza del mercato

Relazioni sociali

Competenze tecnologiche

Relazioni con i clienti

Manutenzione

Se il reddito (effetto) è dato dalla differenza tra ricavi e costi (cause), gli

stessi ricavi saranno conseguenti a diversi fattori quali la soddisfazione

della clientela, la qualità del prodotto-servizio, dalla tempestività e

puntualità, dall’innovatività e dalla flessibilità.

I costi, a loro volta, sono il risultato di processi che originano queste e

altre variabili riconducibili, ad esempio, alla qualità delle risorse umane,

alla conoscenza del mercato o alla politica formativa attuata.

6

Page 14: Indice - Tesionline

Da quanto detto, la misurazione della performance deve essere condotta

su quelle variabili che la determinano anche se non sono sempre

pienamente rappresentabili tramite parametri contabili. 3. Obiettivi e categorie di misure

L’obiettivo di questo paragrafo è quello di fornire un quadro di

riferimento sul tema delle misure della performance, partendo dalla

constatazione per cui “principi e teorie, nel campo dell’impresa, hanno

scarsa o nulla utilità pratica se non si prestano a misurazioni attendibili”7.

Le misure sono indispensabili per:

1. Fissare gli obiettivi del processo di miglioramento, ad esempio

riduzione dei costi del processo di una certa percentuale,

miglioramento di standard di qualità, aumento di valore creato;

2. Misurare, durante l’attuazione del processo o al termine di esso, il

concreto raggiungimento degli obiettivi prefissati.

Le misure possono essere classificate in vario modo. Una prima

distinzione suddivide le misure in base alla grandezza economica oggetto

della misurazione, da questo punto di vista occorre osservare che le

performance sono sempre numerose e differenziate.

Alcune di esse possono essere di carattere generale e sono dunque

riscontrabili in tutti i processi: rientrano in questa categoria le prestazioni

in termini di costo, di tempo, di qualità e di valore.

7 D. Pierantozzi “La valutazione dei processi operativi aziendali” in “La Valutazione delle aziende” n. 11, 1997, FV, Milano, pag. 28

7

Page 15: Indice - Tesionline

Altre sono invece tipiche di processi specifici ad esempio le prestazioni

di produttività, di elasticità, e flessibilità nell’ambito di processi

produttivi.

Un’altra classificazione ricorrente è quella tra misure di carattere

economico-finanziario e misure di carattere operativo. Al primo gruppo

appartengono le misure di costo e di valore ed al secondo le misure di

tempo e di qualità.

Altri autori propongono infine di distinguere le misure hard da quelle

soft: sono definite hard le misure che hanno un’oggettiva e tangibile

evidenza, in quanto rappresentano dei fatti univocamente e direttamente

rilevabili.

Le misure soft sono invece collegate a elementi che non si prestano a una

misurazione oggettiva.

Volendo fare degli esempi nell’ambito delle misure di qualità coesistono

misure hard (es. numero di reclami pervenuti) con misure soft

(rilevazione della customer satisfaction tramite interviste).

8

Page 16: Indice - Tesionline

4. I tradizionali sistemi di misurazione: problematiche

Le prestazioni che determinano la performance economica non possono

essere sempre rappresentabili o rilevabili tramite valori monetari; in altre

parole, per la loro misurazione potrebbero essere utilizzati parametri

quantitativi o qualitativi che esprimono la dimensione e la criticità del

fenomeno; tanto più significativa sarà la misura di questo fenomeno,

tanto maggiore saranno le opportunità di gestione e miglioramento della

performance.

I dati contabili, non avendo il requisito della tempestività, non

consentono la ricostruzione dei fenomeni e quindi rilevano solo in parte

e in ritardo la dimensione strategica aziendale.

Il manager che utilizza tradizionali misure di performance non riesce a

capire quali sono gli ambiti su cui puntare maggiormente per diventare

più competitivi.

Uno studio compiuto da Lynch e Cross8, su svariate imprese, ha

riassunto diversi problemi e critiche collegate ai tradizionali metodi:

Le misure non si rivolgono specificamente al piano d’azione e

possono fornire informazioni irrilevanti o fuorvianti o, ancor

peggio, mettere a rischio il raggiungimento degli obiettivi

strategici.

I metodi tradizionali non tengono conto delle esigenze e punti di

vista dei clienti (interni ed esterni).

Le misure di bottom-line (quali la redditività) vengono definite

troppo tardi per effettuare correzioni e intraprendere nuove

azioni.

8 R. Lynch, K. Cross “Migliorare la performance aziendale” Franco Angeli, Milano, 1992, pag. 32

9

Page 17: Indice - Tesionline

La maggior parte dei metodi tradizionali trascura gli indicatori

chiave della performance non economica.

I metodi vengono spesso utilizzati per dare punizioni più che per

promuovere l’apprendimento.

La maggior parte dei sistemi sono rigidi e limitati in ciò che

possono fare.

Queste carenze hanno portato a tre conclusioni circa il compito che tali

metodi devono svolgere:

1. Le misure devono collegare le attività agli obiettivi strategici. I

vari reparti devono sapere in che modo stanno contribuendo,

singolarmente o insieme, a soddisfare la propria mansione

strategica.

2. Il sistema deve integrare le informazioni di natura contabile e

non in modo che sia utilizzabile dai manager operativi. Inoltre, il

management e i dipendenti hanno bisogno delle informazioni

giuste al momento giusto per supportare le decisioni.

3. Il vero valore di un sistema di misurazione risiede proprio nella

sua capacità d’incentrare tutte le attività dell’impresa sulle

esigenze del cliente.

4.1 Il valore e la misura

Le imprese esistono per creare valore: la creazione del valore è il fattore

che spinge a far nascere una nuova azienda e ne garantisce l’esistenza e

la continuità; è l’eventuale incapacità di crearlo che ne determina la

morte.

L’azienda, dunque, è al centro di un insieme di giudizi di valore: i clienti

giudicano se i prodotti e servizi valgono il prezzo da pagare, i dipendenti

10

Page 18: Indice - Tesionline

giudicano se le ricompense valgono il loro lavoro, i finanziatori

giudicano se il ritorno atteso vale il rischio del loro investimento nel

capitale. Quindi, l’impresa deve soddisfare le aspettative di ognuno dei

suoi interlocutori (stakeholders), ove non fosse in grado di farlo,

verrebbe abbandonata a favore di altre imprese giudicate capaci di creare

valore.

Questa premessa va fatta per dire che negli ultimi anni si è diffusa in

modo preponderante la cosiddetta “teoria di creazione del valore” o

“Creating Shareholder Value” con la quale si indica l’accrescimento del

capitale economico dell’impresa.

In sintesi, secondo tale teoria il termine valore va considerato in

riferimento al “valore per l’azionista”; se questo è vero la sua

applicazione può essere assai problematica: basti pensare ad aziende che

non hanno un azionariato diffuso o alle organizzazioni no profit.

La diffusione della teoria ha contribuito a sviluppare metodologie di

valutazione e controllo del valore, focalizzate, da un lato, sulle

problematiche di misurazione del valore globalmente generato da

un’impresa, dall’altro sui fattori generatori di valore, i cosiddetti “value

driver”.

I filoni di studio che si sono sviluppati, a conseguenza di ciò, sono

essenzialmente due.

Il primo è focalizzato sui limiti, sui vantaggi e sugli aspetti critici dei vari

metodi utilizzabili per misurare il valore dell’impresa: metodi reddituali,

patrimoniali, misti e finanziari.

Il secondo filone, invece, ha portato ad individuare nuovi approcci nella

progettazione dei sistemi di misurazione della performance, in grado di

11

Page 19: Indice - Tesionline

monitorare i fattori critici dai quali dipende la capacità dell’impresa di

generare valore economico nel tempo.

Nonostante l’attualità del tema, gli studiosi che si sono occupati di tali

problematiche, si sono per lo più focalizzati o sulle problematiche di

misurazione in senso generale, senza fare quindi particolare riferimento a

specifiche tipologie di imprese, oppure su alcune organizzazioni

complesse, quali, ad esempio, le imprese multidivisionali o

multinazionali.

Poca attenzione è stata rivolta, purtroppo, alla misurazione delle

prestazioni nelle imprese di servizi.

4.2 Le problematiche specifiche nelle imprese di servizio

La misurazione delle performance è un elemento essenziale in qualsiasi

sistema di controllo a retroazione; purtroppo le caratteristiche tipiche

delle imprese di servizi rendono problematico e particolare tale

approccio.

Tali specificità sono in sintesi:

1. INTANGIBILITÀ caratterizza la maggior parte dei servizi e

rende difficile l’identificazione degli aspetti ai quali il cliente

attribuisce maggior valore, in fase di erogazione;

2. ETEROGENEITÀ dei risultati delle attività che poco si prestano

ad essere standardizzate; ciò porta a variazioni significative nei

livelli di performance, principalmente nei servizi ad alto

contenuto di lavoro (ex. Due turni al ricevimento);

3. CONTESTUALITÀ delle fasi di produzione e consumo del

servizio che non consente di misurare, controllare e valutare in

12

Page 20: Indice - Tesionline

anticipo, rispetto alla vendita, la prestazione del processo di

erogazione,

4. DEPERIBILITÀ per la quale i servizi non possono essere

immagazzinati; questo provoca delle ripercussioni sulla

programmazione delle attività e sul controllo qualitativo,

tenendo conto del fatto che il cliente è presente durante tutto il

processo di erogazione.

Queste particolarità finiscono, quindi, per condizionare il processo di

misurazione della performance, non solo per quanto riguarda cosa deve

essere misurato, ma anche per come la misurazione stessa deve essere

fatta.

Nella strutturazione di un efficace sistema di misure, fondamentale resta

la scelta degli indicatori che deve essere fatta secondo gli obiettivi

strategici prescelti, tenendo presente l’ambiente competitivo in cui si

opera e il tipo di servizio erogato.

Nella selezione è, tuttavia, necessario trovare un equilibrio, in modo da

impedire un’eccessiva focalizzazione su un aspetto della performance

che porti poi a sottovalutarne qualche altro.

Decidere di promuovere, ad esempio, la qualità può avere, nel breve

periodo, un effetto negativo sulla redditività, a causa dei maggiori costi

che di solito comporta, ma a lungo termine questa può portare ad un

aumento della fedeltà della clientela oltre alla crescita del market share e

dei profitti e, in definitiva, alla copertura definitiva del costo iniziale.

Un’enfasi eccessiva sul grado di redditività a breve termine potrebbe

eliminare questi benefici nella strategia.

13

Page 21: Indice - Tesionline

Anche Kaplan9 a tale proposito afferma:

“L’effetto maggiormente negativo prodotto da una eccessiva

focalizzazione sui profitti di breve periodo è l’incentivo a ridurre le spese

in beni intangibili. Quando diventa difficile raggiungere gli obiettivi di

profitto, i responsabili aziendali tentano di ridurre al minimo la spesa per

lo sviluppo di nuovi beni e/o servizi, per la promozione, per la

distribuzione, per il miglioramento della qualità e delle risorse

umane…..”.

Per le imprese turistiche, gli aspetti intangibili del servizio, difficilmente

rilevabili contabilmente, rappresentano importanti fonti di vantaggio

competitivo.

Come affermato precedentemente, la misurazione dei risultati aziendali

spesso si focalizza su aspetti facilmente quantificabili, quali il costo e la

produttività, trascurando altre dimensioni necessarie per il

raggiungimento del successo competitivo.

Le aziende di servizi attualmente competono sulla base di fattori non

legati al prezzo, quali la qualità e l’innovazione il che rende necessario

un cambiamento nel modo di vedere il risultato, ovvero un passaggio da

indicatori interni di performance, ad esempio l’efficienza, a indicatori

esterni basati sul rapporto con il mercato, come la soddisfazione dei

clienti rispetto alla qualità.

La performance, come affermato nel testo di Fitzgerald10, potrà quindi

essere analizzata sotto sei diverse dimensioni:

Risultato competitivo

9 R. S. Kaplan “The evolution of management accounting “ in “The Accounting Review” n.3 1984b 10 L. Fitzgerald, R. Jonson, S. Brignall, R. Silvestro, C.Voss “Misurare la performance nelle imprese di servizi” EGEA, Milano 1998 pag. 42

14

Page 22: Indice - Tesionline

Risultato finanziario

Qualità del servizio

Flessibilità

Grado di utilizzo delle risorse

Innovazione

I primi due indicatori riflettono l’esattezza della strategia scelta, mentre

gli altri determinano il successo competitivo.

La tabella successiva mostra alcune tipologie di indicatori per ciascuna

delle dimensioni suddette

DIMENSIONI DI PERFORMANCE

TIPOLOGIA DI INDICATORI

R I SULTAT I

Competitività

Risultati Finanziari

- Quota di mercato relativa e

conseguente posizione - Grado di crescita delle vendite - Indicatori relativi alla clientela - Redditività - Grado di liquidità - Struttura del capitale - Indicatori di mercato

finanziario

15

Page 23: Indice - Tesionline

FATTOR I

DETERMINANT I

Qualità del servizio

Flessibilità

Utilizzo delle risorse

Innovazione

- Affidabilità - Capacità di risposta - Estetica/Immagine - Cordialità - Comunicazione - Cortesia - Competenza - Sicurezza - Flessibilità di volume - Flessibilità nella velocità di

distribuzione - Flessibilità nella realizzazione

delle specifiche - Produttività - Efficienza - Risultati conseguiti nelle

innovazioni di processo - Risultati conseguiti nelle

innovazioni specifiche

16

Page 24: Indice - Tesionline

5. La performance e l’organizzazione aziendale

Nello sviluppo e nella gestione del sistema di misurazione, così per ogni

progetto organizzativo rilevante per l’azienda, deve esistere un marcato

interesse della direzione, la quale deve trasmettere interesse a tutte le

figure organizzative coinvolte in modo da orientare e motivare i

comportamenti aziendali.

Ai fini dell’analisi, della misurazione e del miglioramento della

performance globale, diventa importante comprendere i risultati e i

contributi di tali comportamenti posti in essere dalle varie unità

organizzative.

Bisogna quindi avere a disposizione uno strumento informativo capace

di individuare e rappresentare:

gli enti aziendali coinvolti nel raggiungimento di determinati

livelli di performance,

le relazioni esistenti tra i vari enti aziendali e tra questi e

l’ambiente esterno.

Tutto questo può essere sufficientemente evidenziato con un modello che

interpreta l’azienda come “una rete di scambi” ovvero un sistema dove si

incrociano relazioni interne ed esterne finalizzate alla creazione di utilità

per il mercato o per il cliente (soddisfare i bisogni) in modo economico.

17

Page 25: Indice - Tesionline

Il seguente grafico illustra tale concetto:

AMBIENTE

ORGANIZZAZIONE

ISTITUZIONI

FINANZA & CONTROLLO

PERSONALE

R&S

MKT & VENDITE PRODUZIONE

CLIENTI FINALI

FORNITORI

CONCORRENTI

VALORI CULTURALI

Per meglio comprendere le modalità di funzionamento aziendale, occorre

rivolgere l’attenzione alle relazioni esistenti tra le unità organizzative.

Queste non sono sempre semplici o lineari ma, come afferma Segne11,

complesse e circolari cioè che si influenzano a vicenda e dove quindi

diventa difficile distinguere cause ed effetti.

Tale quadro dimostra che tanto più le relazioni saranno efficaci ed

efficienti – in termini di servizi attesi o ricevuti per effettuare una

prestazione – tanto maggiore sarà la capacità dell’azienda di ottenere

adeguati livelli di performance economica.

11 R. Silvi “La misurazione delle performance" in “Economia&Management”, n.4, 1996, pag.18

18

Page 26: Indice - Tesionline

Di conseguenza, l’aumento della capacità delle unità organizzative di

fornire o scambiare servizi adeguati ed utili comporterà per l’azienda una

maggiore produzione di valore per il mercato e quindi creazione di

valore economico.

Dal punto di vista organizzativo, oltre a definire gli obiettivi strategici,

occorrerà individuare le unità o enti rlevanti, le relazioni tra loro esistenti

e le attività da questi svolte.

Le unità organizzative sono centri elementari di responsabilità limitata,

significative però ai fini della performance.

Tali enti devono essere rilevanti, per cui la scelta tra le diverse unità deve

essere fatta, inizialmente, in relazione agli obiettivi strategici, poi ai

fattori critici di successo e ai connessi sistemi operativi.

ESEMPIO OBIETTIVO PROCESSO UNITÀ STRATEGICO CRITICO ORGANIZZATIVA Soddisfazione Servizio in camera Approvigionamento del cliente Gestione del personale

Una volta individuati gli enti rilevanti dell’organizzazione, occorre

definire le relazioni tra loro esistenti in termini di scambi di servizi e

attributi.

Il servizio rappresenta l’oggetto dello scambio, la relazione che lega le

unità direttamente o indirettamente alle altre.

Affinchè questi producano valore, devono essere il più possibile

conformi alle esigenze del destinatario o “cliente” del servizio; occorre

indicare la loro livello di criticità (importanza attribuita dal cliente al

servizio in oggetto ai fini della realizzazione del proprio scopo) e qualità

19

Page 27: Indice - Tesionline

(conformità del servizio ricevuto rispetto alle aspettative dei clienti) in

termini di puntualità, economicità, tempestività…..

RELAZIONE

CRITICITÀ

UNITÀ “CLIENTE”

UNITÀ “FORNITORE”

QUALITÀ (Attributi)

Le unità organizzative svolgono, al loro interno, determinate attività le

quali possono essere definite come “l’esercizio di una funzione aziendale

che si realizza con la conbinazione di risorse (persone, tecnologie,

materie prime, procedure, metodologie) finalizzate alla produzione di

beni e/o servizi”12.

L’attività, quindi, descrive il lavoro svolto dall’unità, il modo in cui

utilizza il tempo e le risorse assegnate.

Ai fini dell’analisi, bisogna comprendere quali sono i compiti specifici

dell’attività, il risultato atteso e come questo può essere raggiunto e

migliorato.

Ogni parte di tale sistema organizzativo fornisce quindi informazioni

distinte; l’integrazione di tali parametri non farà altro che evidenziare un

quadro completo circa il livello di performance globale.

12 J. A. Brimson “Contabilità per attività” Franco Angeli, Milano, 1992, pag.45

20

Page 28: Indice - Tesionline

CAPITOLO 2

Misure di performance “tradizionalmente” utilizzate

in azienda

Premessa

Nel primo capitolo ci si è occupati dell’analisi del concetto di

performance e si è accennato alle problematiche connesse alla misura

di quest’ultima, menzionando più volte i cosiddetti metodi tradizionali

di rilevazione e misurazione.

Compito, invece, di questo capitolo sarà di approfondire gli strumenti

e i documenti comunemente utilizzati per far fronte a tale scopo,

evidenziando i limiti che maggiormente si riscontrano.

21

Page 29: Indice - Tesionline

1. Le misure economiche

L’attività di governo di un’impresa richiede l’impiego di processi di

misurazione economica riferiti, innanzitutto, alla generale

combinazione produttiva (misurazioni economiche globali) ed

eventualmente – in funzione del grado di complessità

strategico/organizzativa – l’adozione di misurazioni di carattere

analitico ed esplicativo, articolate per aspetti distinti della gestione,

per centri di responsabilità organizzativa e per aree (ovvero aree

relative a componenti elementari) di risultato significative

(misurazioni economiche parziali).

Aspetti distinti della gestione

Aree di responsa-bilità

Aree dirisultato

CO. GE. e BILANCIO

BUDGETS MISURE GLOBALI

CO. AN.

SISTEMA DELLE VARIAZIONI

STANDARDS

La necessaria misurazione economica degli obiettivi e delle

prestazioni, su cui si fonda l’efficace adozione di processi di controllo,

è orientata all’analisi dei differenti elementi gestionali ritenuti idonei

22

Page 30: Indice - Tesionline

ad esprimere l’economicità gestionale secondo un’articolazione

coerente con le finalità di governo.

Salvioni13 afferma che: “La contabilità direzionale rappresenta il

sistema di strumenti mediante i quali si perviene alle misurazioni, cioè

l’insieme coordinato di norme e procedure per mezzo delle quali si

raccolgono, si modificano e si elaborano i valori d’azienda,

nell’intento di pervenire a significative misurazioni economiche per il

corretto svolgimento dei processi di governo”.

La contabilità direzionale tende pertanto a riflettere - nei suoi elementi

strutturali e di funzionamento - la dinamica ambientale, i fattori

settoriali tipici e la complessità d’impresa, idonei a definire la

tipologia e la tempificazione delle informazioni strumentali, al fine di

assicurare l’efficace ed efficiente ottenimento ed impiego delle risorse

per il raggiungimento delle finalità aziendali.

In sintesi, questa fornisce informazioni che aiutano i manager a

svolgere i propri compiti.

Le informazioni sono contenute, infatti, in qualunque dato, fatto o

percezione che possa agevolare o influenzare le decisioni.

L’agevolazione agisce su decisioni specifiche; un’informazione

potrebbe, per esempio, agevolare le decisioni per stabilire prezzi di

vendita più adeguati, per ridurre i costi in maniera conveniente o per

giungere ad una migliore allocazione delle risorse. Le informazioni

che influenzano le decisioni, invece, agiscono sul comportamento dei

membri dell’organizzazione. Per esempio potrebbero motivare i

13 D. M. Salvioni “Le imprese alberghiere complessità strutturale e meccanismi di controllo” Giuffrè, Milano, 1988, pag. 118

23

Page 31: Indice - Tesionline

dirigenti a selezionare, tra le possibili alternative, quelle più

convenienti per l’impresa.

“Il numero 1000 in quanto tale non costituisce un’informazione ma se

affermo che 1000 imprese utilizzano la stessa tecnologia, questo

potrebbe costituire un’informazione se facilitasse o influenzasse il

processo decisionale”14.

In un’ottica strettamente di controllo, le misurazioni economiche

possono distinguersi in:

1. Misurazioni economiche globali di sintesi, in altre parole

correlabili all’osservazione del grado di raggiungimento delle

finalità dell’impresa considerata nel suo complesso;

2. Misurazioni globali di analisi, riconducibili a rielaborazioni

mirate delle misure di sintesi con riguardo al livello di

soddisfacimento delle attese dei portatori degli interessi

istituzionali ovvero di chi investe nell’impresa;

3. Misurazioni economiche parziali orientate al governo delle

differenti unità organizzative elementari (centri di

responsabilità)

4. Misurazioni economiche parziali finalizzate al controllo delle

diverse aree di risultato e delle relative componenti elementari.

14 R. Antony, D. Hawkins, D. Macrì, K. Merchant “Sistemi di controllo, analisi economiche per le decisioni aziendali” McGraw-Hill, Milano, 2001, pag. 10

24

Page 32: Indice - Tesionline

2. Le misurazioni economiche di sintesi

“La gestione alberghiera si attua mediante lo svolgimento di un

numero più o meno ampio di processi produttivi, finalizzati

principalmente alla fornitura del servizio di ospitalità ed aventi

manifestazione esterna grazie ad una serie di scambi, che pongono in

relazione l’azienda con l’ambiente presiedendo alla formazione delle

quantità economiche”15.

I valori reddituali, patrimoniali e finanziari trovano, quindi, origine

con il perfezionarsi degli scambi (di tipo volontario o coercitivo),

destinati a produrre differenti fenomeni, di significato tendenzialmente

opposto ma che evidenziano la stessa misurazione (prezzo/costo –

prezzo/ricavo), aventi ripercussioni sull’economicità dell’azienda.

A livello di strumentazione tecnico-contabile e di rappresentazione,

assumono rilevanza:

A. La contabilità generale, o sistema globale di rilevazione dei

valori d’azienda;

B. Il bilancio d’esercizio o di periodo infrannuale;

C. I prospetti di sintesi delle variazioni e dei flussi di capitale

circolante netto e di cassa;

D. I budget per le previsioni globali di gestione.

15 D. M. Salvioni “Le imprese alberghiere”, op. cit. pag. 124

25

Page 33: Indice - Tesionline

A. LA CONTABILITÀ GENERALE

Dato il capitale di funzionamento esistente all’inizio del periodo di

osservazione, la contabilità generale considera le modificazioni

prodotte nei valori d’azienda da tutti gli scambi monetari con terze

economie per giungere, mediante opportune elaborazioni, a

misurazioni economiche di bilancio (conto economico e stato

patrimoniale) e complementari dello stesso (prospetti delle variazioni

e dei flussi di capitale circolante netto e monetari).

Scambi Monetari con

Terze Economie

Capitale di funzionamento iniziale del periodo successivo

CONTO ECONOMICO

Rilevazioni di fine periodo

Informazioni sullo stato di avanzamento dell’attività

Prospetto dei Flussi e delle

Variazioni Monetarie

Prospetto dei Flussi e delle Variazioni di

CCN

STATO PATRIMONIALE

BILANCIO

Contabilità generale manifestazione

numeraria

26

Page 34: Indice - Tesionline

Alla formazione delle misure economiche globali di controllo

connesse al bilancio concorrono:

- Valori di periodo, condizioni patrimoniali-produttive che

hanno esaurito la loro utilità nel periodo di acquisizione o che,

comunque, sono riconducibili a scambi intervenuti in tale

intervallo temporale;

- Valori comuni a due periodi consecutivi; riguardanti cicli

reddituali iniziati in un periodo e che si concludono in quello

successivo (ratei e risconti attivi e passivi; rimanenze iniziali e

finali,…..);

- Valori comuni a più periodi, che partecipano alla

combinazione economico produttiva per più intervalli

temporali (immobilizzazioni, fondi di accantonamento per

rischi e spese future,….).

B. IL BILANCIO

Dato quanto affermato in precedenza, risulta logico configurare il

bilancio come un insieme ordinato di valori aventi differente natura,

formalmente composto dai seguenti prospetti contabili:

Il conto economico, destinato ad accogliere i valori dei

componenti positivi e negativi di reddito fra loro correlati

con riferimento all’unità temporale; il conto determina il

risultato economico globale di periodo;

Lo stato patrimoniale che esprime la struttura del capitale

di funzionamento (beni, diritti, impegni derivanti dalla

27

Page 35: Indice - Tesionline

gestione passata e destinati a condizionare quella futura) al

momento della redazione del bilancio;

La nota integrativa che integra per l’appunto le

informazioni contenuti nei prospetti precedenti.

STATO PETRIMONIALECONTO ECONOMICO

Componenti Negativi di Reddito

RISULTATO di PERIODO

Componenti Positivi di Reddito

PASSIVO - Corrente - Consolidato Mezzi Propri

ATTIVO - Corrente - Fisso

Amigoni16 afferma a tale proposito che:

“Reddito di esercizio e patrimonio di funzionamento sono il perno del

processo di misurazione economica nei processi di controllo, perché

sono le grandezze sintomatiche prese a riferimento dai portatori di

interessi istituzionali e interessi esterni per apprezzare il grado di

soddisfacimento delle attese dei conferenti capitale proprio, e in

connessione a ciò, del rischio connesso alla cessione di capitale di

credito.”

I prospetti di sintesi presentano, pertanto, valenze sia interne che

esterne, assumendo funzioni di misurazione delle ripercussioni

economiche dei fatti aziendali rispetto a vaste categorie di utenti

operanti nell’ambito aziendale, ovvero interagenti con l’albergo

mediante rapporti di scambio.

A livello di analisi, è utile sottolineare che nei piani dei conti e nei

prospetti di sintesi delle imprese alberghiere sono normalmente

presenti alcuni conti settoriali tipici.

16 F. Amigoni “Misurazioni d’azienda. Programmazione e controllo” vol. 1, Unicopli, Milano, 1987, pag.72

28

Page 36: Indice - Tesionline

Tra questi sono annoverabili:

- i debiti e i crediti verso le agenzie di viaggio (nel caso in cui

l’impresa faccia ricorso ad aziende di intermediazione);

- le rimanenze (la cui incidenza relativa è normalmente

contenuta e la cui composizione prevede di solito alimenti non

deperibili, vini, liquori….);

- i ricavi di vendita del servizio alloggio, del servizio ristorante

(ove esistente), del servizio bar e di eventuali servizi

proporzionali alla complessità strategica dell’impresa e del

livello qualitativo dell’offerta (parcheggio custodito,

lavanderia…).

Per quanto riguarda, invece, i fenomeni e gli andamenti caratteristici

occorre sottolineare che:

- la struttura degli investimenti evidenzia un’elevata incidenza

delle attività fisse, mentre l’attivo corrente è generalmente

contenuto (es. scorte molto ridotte);

- alcuni costi (combustibili, energia elettrica….), tendono a

riflettere, nella loro incidenza relativa, il periodo di attività

dell’impresa alberghiera;

- nella formazione dei componenti negativi di reddito assumono

rilevanza i costi del personale, i consumi di materiale, nonché

gli ammortamenti, ovvero gli affitti passivi (nel caso in cui

l’immobile sia in locazione);

- la rigidità strutturale trova, inoltre, concreti riscontri

nell’elevata incidenza dei costi fissi rispetto ai costi totali

d’impresa.

29

Page 37: Indice - Tesionline

Circa l’ultimo punto, Campanini17sostiene che:

“La capacità ricettiva determina un’offerta rigida di fronte ad una

domanda più o meno elastica secondo i casi (ad esempio nei beauty

farm o negli alberghi delle città d’arte). Questo comporta una

preponderanza di costi fissi, cioè dei costi che devono essere sostenuti

ugualmente anche nei periodi di scarsa affluenza dei clienti. Fra tali

costi fissi vanno menzionati, per la maggior parte, anche quelli del

personale, oltre ai costi relativi all’uso degli impianti e delle

attrezzature, alle assicurazioni, alla pubblicità, ai finanziamenti, alle

imposte e tasse non sul reddito e in genere quelli relativi

all’amministrazione generale.”

17 C. Campanini “Economia e tecnica dell’impresa alberghiera”, Clueb, Bologna, 1982, pag. 38/39

30

Page 38: Indice - Tesionline

C. PROSPETTI DI SINTESI

PROSPETTO DEI FLUSSI E DELLE VARIAZIONI DI CCN 200X 200X + 1

FONTI DI FINANZIAMENTO: Gestione corrente

Risultato di periodo + rettifiche in aumento relative a

componenti negativi di reddito che non comportano variazioni nel CCN o che comportano variazioni non collegate alla gestione corrente

…….. ……...

- rettifiche in diminuzione per componenti positivi di reddito che non comportano variazioni non collegate alla gestione corrente

…….. ……..

Totale flusso della gestione corrente …….. …….. Disinvestimenti

Accensioni di debiti a medio/lungo termine

Aumento di mezzi propri

…….. …….. ……..

…….. …….. ……..

TOTALE FONTI DI FINANZIAMENTO (a) …….. …….. FABBISOGNI FINANZIARI Investimenti in immobilizzi

Rimborso dei debiti a medio/lungo termine

Diminuzione dei mezzi propri

…….. …….. ……..

…….. …….. ……..

TOTALE FABBISOGNI FINANZIARI (b) …….. …….. VARIAZIONI DI CCN (a-b) …….. ……..

Incrementi di attività correnti …….. …….. Diminuzioni di passività correnti …….. ……..

TOTALE VARIAZIONI POSITIVE …….. …….. Diminuzioni di attività correnti …….. …….. Incrementi di passività correnti …….. ……..

TOTALE VARIAZIONI NEGATIVE …….. ……..

31

Page 39: Indice - Tesionline

Tale schema riassume i principali fattori determinanti le

movimentazioni positive e negative intervenute nell’attivo e nel

passivo corrente e le relative variazioni, ponendo l’attenzione su:

- la gestione corrente;

- le operazioni di investimento e disinvestimento in

immobilizzazioni;

- le accensioni e i rimborsi dei debiti a medio e a lungo termine;

- le variazioni (estranee alla gestione corrente) intervenute nei

mezzi propri.

In sede di analisi della situazione finanziaria d’impresa pare, infatti,

opportuno considerare la dinamica delle diverse componenti del

circolante relativamente alle scelte di gestione, in modo da

comprendere meglio la capacità di sopravvivenza e di espansione di

ogni particolare realtà alberghiera.

Lo schema di rendiconto finanziario soddisfa specifiche esigenze

informative in quanto evidenzia:

- il contributo offerto dalla gestione corrente alla formazione del

circolante e quindi l’autofinanziamento globale di periodo;

- gli investimenti in immobilizzi e le relative fonti di

finanziamento;

- alcuni significativi collegamenti tra gestione reddituale,

patrimoniale e monetario/finanziaria;

- i diversi fattori di vincolo caratterizzanti la dinamica

finanziaria di breve periodo.

Lo schema assume proprie valenze informative, di completamento

degli altri prospetti, evidenziando le relazioni esistenti tra struttura

32

Page 40: Indice - Tesionline

finanziaria e gestione di periodo, caratterizzanti le decisioni reddituali,

patrimoniali, monetarie e finanziarie.

PROSPETTO DEI FLUSSI E DELLE VARIAZIONI MONETARIE 200X 200X + 1

ENTRATE MONEARIE: Gestione corrente

Flusso di CCN della gestione corrente + Diminuzioni intervenute nel periodo

nell’attivo corrente da gestione corrente Aumenti intervenuti nel periodo nel passivo corrente da gestione corrente

…….. ……...

- Aumenti intervenuti nel periodo nell’attivo corrente da gestione corrente Diminuzioni intervenute nel periodo nel passivo corrente da gestione corrente

…….. ……..

ENTRATE MONETARIE DELLA GESTIONE CORRENTE …….. ……..

Disinvestimenti in immobilizzi

Accensioni di debiti di finanziamento

Aumento di mezzi propri

…….. …….. ……..

…….. …….. ……..

TOTALE ENTRATE MONETARIE (a) …….. …….. USCITE MONETARIE Investimenti in immobilizzi

Rimborso dei debiti di finanziamento

Diminuzione dei mezzi propri

…….. …….. ……..

…….. …….. ……..

TOTALE USCITE MONETARIE (b) …….. …….. VARIAZIONE MONETARIA (a-b) …….. ……..

RISERVE DI FIDO INUTILIZZATE …….. ……..

Questo prospetto focalizza l’attenzione sulla gestione della liquidità di

periodo, sottolineando i principali fattori determinanti le

movimentazioni intervenute nelle disponibilità liquide.

33

Page 41: Indice - Tesionline

In particolare fornisce informazioni circa:

- l’assolvimento degli impegni sorti nel periodo precedente a

quello di osservazione e, attualmente, non ancora

monetariamente conclusi;

- l’ottenimento di mezzi di pagamento necessari e sufficienti al

sostenimento degli investimenti di periodo, in linea con lo

sviluppo strategico d’impresa;

- il mantenimento di adeguati livelli di attività tali da consentire

un’idonea elasticità della gestione complessiva.

L’adozione di misurazioni economiche globali di programmazione e

di controllo con quattro prospetti di sintesi (stato patrimoniale, conto

economico, prospetto dei flussi e delle variazioni di CCN, prospetto

dei flussi e delle variazioni monetarie) tende pertanto a rappresentare

un insieme di informazioni per la determinazione e l’osservazione del

grado di raggiungimento degli obiettivi d’impresa.

Le misurazioni in oggetto rappresentano, comunque, un riferimento

completo ed esauriente solo per le imprese alberghiere a struttura

relativamente semplice con unità decisionali fortemente accentrate.

2.1 Le misurazioni economiche globali di analisi Questo tipo di misurazioni si fonda prevalentemente su informazioni

di sintesi e costituiscono un’elaborazione dei rapporti elementari tra

valori, con riguardo alle finalità di governo ed ai fenomeni tipici di

gestione.

L’integrazione delle informazioni riportate nei vari prospetti di sintesi,

mediante l’evidenziazione di particolari indicatori – definiti dai

34

Page 42: Indice - Tesionline

rapporti tra valori – consente, infatti, di attribuire al bilancio un più

completo valore informativo nell’ambito dei processi di controllo.

La numerosità dei quozienti che possono costituire oggetto di

misurazione può dipendere da un pluralità di condizioni, anche se il

loro numero tende a ridursi quando si fa riferimento a misure globali

finalizzate all’osservazione del grado di raggiungimento degli

obiettivi d’impresa.

In considerazione del contenuto, della trasparenza dei prospetti di

sintesi e dell’orientamento delle informazioni di analisi, assumono

significato alcuni indicatori che rispecchiano gli obiettivi sociali ed

economici dell’impresa quali:

- Redditività del capitale proprio (rp) o ROE;

- Saggio di dividendo (sd);

- Saggio di autofinanziamento (sa);

- Redditività del capitale investito (rc) o ROI;

- Redditività delle vendite o ROS.

Le prime tre misure – come mostra la figura – si presentano

strettamente interconnesse, nel senso che la prima è la risultante della

somma algebrica delle altre due, le quali, sono direttamente

ricollegabili al grado di soddisfacimento di coloro che conferiscono

capitale di risparmio.

35

Page 43: Indice - Tesionline

D = dividendo distribuito

rp = CNRN

sd = CND sa =

CND-RN+

RN = reddito netto

CN = capitale netto

La redditività del capitale proprio (ROE), espressa dal rapporto

percentuale tra reddito netto e mezzi propri, agevola l’interpretazione

della dinamica d’impresa con riferimento a:

a. l’efficacia con cui la direzione ha coerentemente coordinato

l’attività di periodo verso il raggiungimento degli obiettivi, date

le caratteristiche d’ambiente, di mercato, di settore, la struttura

produttiva d’impresa e le differenti dimensioni qualificanti la

stessa (localizzazione, concorrenza…), nonché la composizione

delle fonti di finanziamento;

b. il grado di soddisfacimento potenziale delle attese di chi

conferisce capitale di rischio costituendo, quindi, una misura

importante per un preliminare apprezzamento dell’investimento

effettuato.

Il saggio di dividendo offre invece una misura della remunerazione

effettiva percepita dai conferenti capitali di rischio, opportunamente

36

Page 44: Indice - Tesionline

confrontabile anche con remunerazioni connesse ad investimenti

alternativi.

Tale saggio assume pertanto specifico interesse interpretativo per i

conferenti capitale “esterni”, il cui processo decisionale di

investimento è collegato alla redditività dello stesso ed al relativo

saggio di crescita.

Nella realtà alberghiera italiana, dove proprietà e gestione spesso si

confondono questo tipo di indicatore non trova, a mio avviso, una

concreta applicazione.

Comunque, esso assume specifica rilevanza (quale parametro di

successo imprenditoriale) quando sussiste una netta separazione tra

gestione e proprietà dell’impresa alberghiera essendo, tale saggio,

espressivo della capacità di attrazione di capitale con vincolo di

“pieno rischio”.

Il saggio di autofinanziamento si correla direttamente alle politiche di

finanziamento dell’impresa.

Questo indice esprime le politiche di equilibrio monetario/finanziario

perseguite rispetto alle esigenze di manutenzione, ammodernamento o

espansione della capacità produttiva durevole.

Il tasso di redditività del capitale investito (ROI), rappresenta un

indicatore globale di equilibrio economico di primaria importanza.

“Esprime la misurazione dell’efficienza aziendale ottenuta mediante il

controllo di quelle attività principali impiegate dall’impresa per

produrre un reddito almeno normale.” 20

18 G. Cavazzoni “Il controllo di gestione”, Giappichelli, Torino, 1992, pag, 266

37

Page 45: Indice - Tesionline

E’ determinato dal rapporto percentuale tra il reddito operativo (al

lordo degli oneri finanziari espliciti, degli oneri fiscali, e dei

componenti reddituali straordinari) ed il capitale globalmente investito

nella gestione.

Questo tasso assume significato del tutto particolare per

l’osservazione dell’economicità dell’impresa alberghiera, potendosi

ricondurre al cosiddetto “effetto di leva operativo”, cioè alla

variazione prodotta nel reddito operativo da una modificazione nel

volume dei servizi ceduti per effetto della struttura dei costi della

gestione tipica.

In effetti, all’aumentare dei costi fissi di periodo aumenta l’effetto

indotto sul risultato economico da una variazione dei volumi di

attività; i costi fissi assumono quindi la funzione di moltiplicatore o

“leva operativa”.

Le imprese alberghiere sostengono costi che in misura significativa

prescindono dal volume di servizi erogati, con una netta

preponderanza dei costi fissi rispetto a quelli variabili (60 – 80% del

costo totale).

D’altra parte, le vendite del settore tendono a registrare frequenti ed

intense oscillazioni (si pensi a quello che è successo dopo l’11

settembre 2001) spesso dipendenti da eventi difficilmente governabili.

Tutto ciò enfatizza da una parte le difficoltà di predeterminazione del

livello di reddito conseguibile, e dall’altra l’utilità di avere indicatori

idonei ad evidenziare l’effetto di leva operativo.

Il ROI è dato da due componenti primarie le quali riflettono:

1. le relazioni esistenti tra prezzi di vendita dei servizi, costi di

predisposizione degli stessi e volumi di attività, ovvero la

38

Page 46: Indice - Tesionline

redditività delle vendite (ROS) espressa dal rapporto tra reddito

operativo e fatturato;

2. il grado di sfruttamento della capacità ricettiva, riconducibile al

tasso di rotazione del capitale investito, cioè dal rapporto tra

fatturato netto e capitale impiegato nella gestione dell’impresa

Redditività delle vendite (ROS)

netto Fatturatooperativo Reddito

Tasso di rotazione del capitale investito

investito Capitalenetto Fatturato

x

rc = investito Capitaleoperativo Reddito

È interessante osservare che “il turnover degli investimenti netti”

esprime la relazione tra una “dimensione operativa” dell’azienda

(espressa dal fatturato netto) e una “dimensione strutturale” (capitale

investito).

La redditività delle vendite, invece, è un indicatore che misura il grado

in cui l’attività svolta è remunerata.

Confronto fra ROE e ROI

Il confronto è diretto a consentire l’individuazione dell’eventuale

“effetto di leva finanziaria” collegato alla scelta delle fonti di

39

Page 47: Indice - Tesionline

finanziamento necessarie per l’attuazione degli investimenti, come

evidenziato dalla seguente figura.

rp = rc TD = 0 oppure rc = i TD ≠ 0

TD = 1

TD = 2

TD = 1

0

-5 -10 10 155 20 25

rp%

rc%

TD = 3

TD = 2

0 i = 20

TD = 3

i = 1

25

20

15

10

5

-5

-10

40

Page 48: Indice - Tesionline

La relazione che lega tra loro questi indicatori sintetici di redditività è

data dalla funzione:

rp = Td (rc - i) + rc

Td = tasso di indebitamento, dato dal rapporto fra finanziamenti a

titolo di credito e finanziamenti a titolo di capitale;

i = costo del capitale di credito.

La differenza principale tra i due tassi dipende, principalmente, dalle

fonti di finanziamento selezionate rispetto alle esigenze di

investimento e all’incidenza degli oneri finanziari prodotti dalla

formazione del reddito.

Come evidenziato dal grafico, all’aumentare di i, per ottenere un

effetto positivo sulla redditività del capitale proprio, l’impresa deve

poter contare su un aumento più che proporzionale del saggio di

redditività del capitale investito (nel breve periodo realizzabile

prevalentemente con incrementi di fatturato).

Quindi:

se rc = i

se rc > i

se rc < i

allora rc = rp

allora rc < rp

allora rc > rp

La retta (rc = rp) indica i “punti d’indifferenza” o “punti critici di

separazione” per i quali non c’è disuguaglianza tra i due indicatori.

41

Page 49: Indice - Tesionline

Al di sotto di tale retta, per ciascun livello di redditività di capitale

investito, si ha un effetto negativo su rp, la cui entità dipende dal tasso

di indebitamento; al di sopra, invece, tale effetto è positivo.

Le variabili che condizionano la gestione alberghiera tendono ad

evidenziare come sia facile spostarsi da una zona ad effetto positivo a

una ad effetto negativo e viceversa, in particolar modo nelle imprese

non strutturate sotto forma di catena.

Tutto questo porta elevata instabilità del livello potenziale di

soddisfacimento delle attese dei conferenti capitale, per cui è sempre

preferibile contenere il ricorso all’indebitamento.

Le misurazioni economiche globali di analisi trovano poi concreto

sviluppo in una serie di indicatori parziali che esplicano specifici

fenomeni di gestione, di carattere economico e non economico, idonei

ad agevolare l’osservazione di aspetti critici dell’attività alberghiera.

2.2 Le misure economiche parziali

Tra le misure economiche parziali di facile determinazione fanno

parte le rielaborazioni delle sintesi reddituali.

Le configurazioni effettivamente determinabili sono molteplici in

funzione delle diverse aggregazioni di valori adottabili.

Attribuendo classificazioni e sequenze specifiche ai componenti

positivi e negativi di reddito del conto economico, è possibile porre la

necessaria enfasi su misurazioni significative e segnaletiche per una

migliore interpretazione delle condizioni di sviluppo dell’attività

alberghiera, con riferimento a determinati sotto – insiemi o aree

42

Page 50: Indice - Tesionline

gestionali interdipendenti che caratterizzano differenti funzioni o

aspetti distinti della gestione.

In questo modo, si distinguono la gestione caratteristica, l’eventuale

gestione complementare ed accessoria, gli aspetti reddituali connessi

alle operazioni passive di gestione finanziaria, i valori delle possibili

gestioni straordinarie e quelle attinenti il prelievo tributario.

Tale strutturazione produce una serie di indicatori parziali di risultato:

Il reddito operativo della gestione caratteristica,

Esso esprime direttamente la capacità dei servizi alberghieri di

coprire adeguatamente i costi della gestione caratteristica,

considerati i fattori di rigidità strutturale e di irregolare

andamento della domanda.

È dipendente pertanto:

- dal volume di presenze riscontrate nel periodo oggetto di

osservazione;

- dai prezzi operati in periodi omogenei per la fornitura di servizi;

- dalle caratteristiche qualitative delle condizioni produttive

impiegate;

- dai costi di acquisizione delle condizioni produttive;

- dai criteri adottati per la ripartizione dei costi attinenti le

condizioni produttive a lento ciclo di utilizzo (ammortamento);

- dalle condizioni di efficienza realizzate nella combinazione dei

diversi fattori produttivi per la fornitura dei servizi;

- dai costi di commercializzazione e da quelli amministrativi.

Il reddito operativo complessivo

43

Page 51: Indice - Tesionline

Esso comprendente anche i valori della gestione complementare e

accessoria, necessaria per la salvaguardia nel tempo della capacità di

adattamento dell’impresa alle condizioni ambientali e per il

mantenimento di determinati livelli quali – quantitativi.

La frequente discontinuità negli investimenti in adeguamento o

espansione della capacità produttiva tendono a implicare l’adozione di

adeguate politiche di autofinanziamento correlabili alla pianificazione

degli investimenti.

La differenza sostanziale tra reddito operativo complessivo e reddito

operativo della gestione caratteristica è da ricercarsi nella capacità

dell’albergo di mantenere le condizioni di conveniente equilibrio

monetario/finanziario, garantendo inoltre un’adeguata remunerazione

dei mezzi di pagamento, momentaneamente disponibili.

Il reddito lordo

È il risultato della differenza tra il reddito operativo e gli oneri

finanziari prodotti da operazioni passive di gestione finanziaria.

Il valore in oggetto, tende ad evidenziare l’onerosità dei finanziamenti

ottenuti e deve essere interpretato alla luce delle misurazioni di tipo

finanziario e delle analisi di redditività.

Il reddito ante imposte

Comprende anche gli oneri e i proventi propri della gestione

straordinaria, ovvero minusvalenze, plusvalenze, sopravvenienze e

insussistenze attive e passive.

44

Page 52: Indice - Tesionline

Questi valori sono componenti di reddito operativo che non sono

attribuibili ad uno specifico periodo ma competono a più esercizi

successivi.

Il reddito netto

Questo indicatore aiuta ad evidenziare gli effetti prodotti dagli oneri

tributari sul reddito, ovvero separa i valori derivanti dalle scelte di

gestione (utile) da quelli aventi determinazione coercitiva (imposte).

Le misurazioni parziali, per essere pienamente efficaci, richiedono il

riferimento a più periodi consecutivi e l’integrazione con le misure

economiche globali, di cui rappresentano una significativa

rielaborazione (per le misure di sintesi) e una fonte informativa di

base (per le misure di analisi).

2.3 Le misurazioni economiche parziali articolate in base alla complessità strategico/organizzativa

I processi di controllo, per unità alberghiere che hanno raggiunto

livelli medio alti di complessità, hanno bisogno di elaborazioni

(previsionali e consuntive) volte a orientare i comportamenti dei

differenti organi e le diverse combinazioni parziali, verso l’ordinato

raggiungimento degli obiettivi complessivi, oltre a verificare

coerentemente le modalità di effettiva realizzazione degli stessi.

Si rendono, quindi, indispensabili determinazioni parziali dei costi e

dei risultati focalizzate sui processi produttivi, sui servizi e sui centri

di responsabilità.

45

Page 53: Indice - Tesionline

Le misurazioni in oggetto assumono importanza in quanto:

- tendono a rappresentare l’essenza dei processi di

intermediazione, di coordinamento e di supporto decisionale;

- richiedono ampi riferimenti alle caratteristiche specifiche di

settore e ai fattori di differenziazione che contraddistinguono le

diverse unità operanti nello stesso settore.

D. Il BUDGET

Tra i meccanismi di rilevazione e controllo gestiti dalla funzione

amministrativa e volti a supportare il processo di direzione

dell’impresa, un ruolo primario è assegnato al budget, considerato uno

dei fondamentali strumenti tramite il quale si esplica l’attività di

governo della gestione aziendale.

Attraverso il sistema di budget, gli organi aziendali formalizzano un

accordo “sull’impiego e l’allocazione delle risorse disponibili,

definiscono gli obiettivi che ciascuno di essi deve perseguire ed

analizzano le differenze tra obiettivi e risultati, al fine sia di valutare le

prestazioni di ogni organo sia di migliorare il processo decisionale”19.

Tale strumento assume, quindi, un ruolo importante nell’orientare i

comportamenti all’interno dell’organizzazione e agevolare la

risoluzione dei conflitti esistenti.

19 F. Amigoni, “Misurazioni d’azienda programmazione e controllo”, Giuffrè, Milano, 1995, pag. 477

46

Page 54: Indice - Tesionline

Si può, inoltre, attribuirgli funzioni di:

- coordinamento tra organi,

- motivazione,

- segnalazione di aree critiche,

- valutazione delle prestazioni

- formazione.

Schema logico del sistema di budget in un’impresa alberghiera

OBIETTIVI DI BREVE PERIODO

OBIETTIVI DI MEDIO E LUNGO PERIODO

FATTORI AMBIENTALI INFLUENTI SULLE CONDIZIONI EVOLUTIVE DELLA GESTIONE

Condizioni operative

programmabili

Complessità d’impresa

Fattori sociali e motivazionali

GRADO DI ARTICOLAZIONE SPAZIO/TEMPORALE DEL SISTEMA

DI BUDGETING

BUDGET FUNZIONALI BUDGET SETTORIALI

BUDGET COMPLESSIVI • Reddituali • Patrimoniali • Finanziari

CARATTERISTICHE D’IMPRESA E FATTORI CRITICI DI SUCCESSO

47

Page 55: Indice - Tesionline

I budget settoriali e funzionali rappresentano delle misure economiche

di carattere programmatico, dirette ad esprimere (in termini fisici e

monetari) gli standard di riferimento per lo svolgimento dell’attività

delle diverse aree.

Le misure di budget – fondate sulla pianificazione a medio e lungo

termine, su informazioni di mercato e sull’elaborazione di valori

stimati e di standard – rappresentano un sostegno quantitativo

monetario, per le decisioni e per l’attribuzione di responsabilità ai

diversi centri.

L’efficace elaborazione di budget settoriali e funzionali, richiede

un’articolazione coerente con le caratteristiche dell’attività e con il

suo interagire con l’ambiente, in modo da realizzare le necessarie

condizioni di congruenza tra misure previsionali e consuntive.

Date le caratteristiche della gestione alberghiera, la realizzazione di un

efficace sistema di budgeting implica la costruzione di previsioni

flessibili e preferibilmente tempificate per periodi molto brevi e

significativi rispetto alle necessità dell’impresa.

E. Il REPORTING

Una componente importante nel sistema del controllo è costituita dal

reporting o, per utilizzare la terminologia francese, “tableaux de

bord”.

48

Page 56: Indice - Tesionline

Questo tipo di documento rappresenta lo strumento con cui il

management può guidare l’azienda nella giusta direzione,

interpretando i fenomeni di gestione rispetto agli obiettivi, economici

e non, consentendo di intervenire per correggere i comportamenti

futuri e/o gli obiettivi.

Il reporting non è uno dei tanti prospetti per controllare il management

ma per essere effettivamente utile deve essere usato per dirigere le

operazioni e, in particolare, deve essere:

- Orientamento al futuro;

- Destinato ai responsabili operativi, basato su indicatori e parametri

contabili e fisici specifici per ogni livello di controllo;

- Uno strumento che spinga al cambiamento attraverso

l’autocontrollo.

Aspetto molto importante del “tableaux de bord”, oltre alle misure in

esso contenute, è la forma con cui questi dati vengono rappresentati.

A tale proposito, si possono individuare quattro forme tipiche:

1. Consuntivi. Si tratta di rappresentazioni di risultati economici

in cui l’attenzione è rivolta, almeno esplicitamente, soltanto a

quanto è avvenuto. Qui vengono rappresentati i risultati che

derivano dalle azioni realizzate e dal loro impatto

sull’ambiente;

2. Preconsuntivi. Sono consuntivi stimati, ovvero, risultati di

periodi redatti durante lo stesso, e quindi prima che si sia

concluso. Questa forma di rappresentazione è utilizzata

soprattutto nel caso in cui ci sia un periodo “principale”, come

l’anno, e degli “infraperiodi” come i mesi o i trimestri. In

49

Page 57: Indice - Tesionline

questi casi, di solito al termine dell’anno, si accompagnano i

consuntivi di infraperiodo con un preconsuntivo a finire;

3. Reporting di ipotesi alternative di eventi o azioni future.

Questa forma di rappresentazione non viene proposta con

regolarità. Si basa su tecniche di simulazione idonee a

descrivere la situazione gestionale dopo il verificarsi

alternativo di potenziali eventi o azioni;

4. Reporting per varianti. I consuntivi e preconsuntivi possono

essere arricchiti con misure che scaturiscono dal confronto tra

risultati contenuti nei report e altri valori di riferimento, quali

consuntivi di anni precedenti, obiettivi di budget…..

Tali confronti sono opportunamente elaborati, così da

evidenziare le cause degli scostamenti o varianti.

Le forme di reporting indicate non sono esclusive; anzi, quando

nell’impresa c’è carenza informativa, si possono utilizzare

combinazioni di reports.

Questa unione avviene comunque con gradualità, ovvero con

l’accrescere della complessità gestionale in modo da migliorare il

processo di osservazione dei risultati e, di conseguenza, il

“linguaggio” aziendale.

Nelle imprese alberghiere, la criticità delle risorse umane e le

caratteristiche degli obiettivi tipici specifici di alcune aree enfatizzano

l’importanza dello sviluppo di rapporti di gestione focalizzati non solo

su misure economiche.

50

Page 58: Indice - Tesionline

Infatti, nei reporting alberghieri si dà molta importanza ad

informazioni che non derivano direttamente dalla contabilità

direzionale, ma esprimono indicatori di economicità prospettica.

Tra questi ricordiamo:

- Gli indicatori intermedi di produttività, come l’indice di

saturazione della capacità ricettiva, i rapporti di produttività

del personale, il valore aggiunto per addetto, la durata media

dei soggiorni;

- Gli indicatori di qualità, ad esempio il numero di clienti che ha

rinnovato la prenotazione o che hanno lasciato l’albergo prima

del previsto, il grado di corrispondenza tra i bisogni espressi e

soddisfatti.

Infine, è opportuno considerare come i fattori di rigidità e

discontinuità dell’attività alberghiera possano rendere utile

l’integrazione dell’analisi di governo con elaborazioni riguardanti più

periodi consecutivi (analisi di trend), volte a fornire indicazioni utili

per l’osservazione dei collegamenti tra fenomeni esterni e risultati

d’impresa.

51

Page 59: Indice - Tesionline

3. Critica al modello contabile

Molti studiosi hanno messo “sotto accusa” tali sistemi di contabilità e

forti argomentazioni sono a loro favore.

Parlando di bilancio, ad esempio, o meglio del suo potere informativo,

soprattutto all’esterno, questo ha perso molto terreno.

L’indagine condotta da alcuni studiosi20 circa l’utilità percepita da

investitori e analisti riguardo a tale prospetto, ha evidenziato quanto

segue:

INVESTITORI

(N. 50) %

ANALISTI

(N. 30) %

Molto utili 28* 30

Abbastanza utili 34 30

Non particolarmente utili 32 33

Del tutto inutili 6 7

Nessuna opinione 0 0

Solo circa un terzo dei membri di entrambi i gruppi considera i bilanci

molto utili e un numero equivalente li trova non particolarmente utili o

per niente utili.

Su tutti i paesi su cui è stata condotta l’indagine, gli analisti e gli

investitori italiani, così come quelli svizzeri, hanno espresso pareri

negativi riguardo il valore che ricavano dalle informazioni contenute

nei bilanci forniti dalle società.

20 R. Eccles, L. Lupone, “Alla ricerca del valore: il divario informativo tra società e mercato” in “La Valutazione delle Aziende” Dicembre 1998, n. 11, FV, Milano, pag. 24

52

Page 60: Indice - Tesionline

Al contrario negli USA nessun analista e solo l’8% degli investitori

ritiene i bilanci non particolarmente utili o inutili.

Appare dunque chiaro che è necessario iniziare un processo di

miglioramento dei bilanci, a fronte delle carenze informative in esso

contenute.

Il modello contabile tradizionale, infatti, equipara la produttività della

manodopera e la piena utilizzazione degli impianti al livello ottimale

di performance.

Secondo tali studiosi le misure impiegate per la valutazione delle

scorte e il reporting contabile esterno (il bilancio), sono contro

produttivi quando sono utilizzati anche per guidare e misurare la

performance dell’impresa.

Questo sistema non considera la prestazione al di fuori della semplice

erogazione di servizi e limita l’attenzione solo a poche misure quali:

- Vendite aggregate

- Spese amministrative

- Scostamento rispetto al budget

In sintesi, essi sostengono che i metodi tradizionali di misurazione non

riescono ad isolare i costi che non danno valore aggiunto e non

quantificano in modo adeguato gli indicatori non economici, quali

l’output, la qualità e la flessibilità.

53

Page 61: Indice - Tesionline

ESEMPIO Problemi rilevati in alcune misure nel ristorante X

MISURE AZIONE RISULTATO

Prezzo

D’acquisto

L’economo

aumenta gli

ordinativi per

ottenere prezzi

più bassi,

ignorando la

qualità e i tempi

di consegna

Eccessive

scorte; aumento

costi di

mantenimento

Reporting Per

Centro Di Costo

L’attenzione del

management è

sui centri di

costo e non sulle

attività

Quando attività

comuni

vengono

trascurate non

si evidenziano

le occasioni per

ridurre i costi

Riassumendo, quindi, per migliorare i reporting della performance, i

manager dovrebbero seguire determinate regole:

1. Elaborare un sistema di misurazione gerarchico che colleghi la

performance dell’impresa alle altre business unit, in modo da

non frammentare le informazioni e conseguentemente

perderle;

2. Individuare e quantificare i fattori guida del costo/rendimento

dell’impresa;

3. Individuare le attività che non forniscono valore aggiunto e

provvedere alla loro eliminazione o minimizzazione;

4. Eliminare le misure che costituiscono un ostacolo.

54

Page 62: Indice - Tesionline

E’ certo che il modello contabile attualmente vigente non è più valido,

deve essere aggiornato in modo da rispecchiare le attività dell’impresa

nonché la strategia perseguita.

55

Page 63: Indice - Tesionline

CAPITOLO 3

Creazione di valore: tecniche di valutazione della

performance globale

Premessa

Da diversi anni è cresciuto notevolmente il tema della creazione di

valore.

Nel nostro paese e nella letteratura dell’Europa Continentale, si è diffuso

inizialmente quale principio guida nella valutazione delle alternative

strategiche, per poi assumere un ruolo crescente nelle decisioni di

management.

Per avere un’idea di tale concetto si può citare Donna21 “Ma cosa

significa creare valore? Significa realizzare qualcosa che valga la pena,

cioè che meriti gli sforzi, le energie, le risorse impiegate per ottenerla.

Appare subito che un’azienda si trova al centro di una complessa catena

di giudizi di valore: i suoi clienti potenziali giudicheranno se i prodotti

che essa offre valgono il prezzo da pagare; i suoi dipendenti, se l’insieme

delle ricompense (monetarie e non) che ricevono valgono l’impegno e i

sacrifici loro richiesti; i finanziatori, se il ritorno atteso dal loro impegno

di capitale vale il rischio connesso all’incertezza dei risultati reddituali”.

21 G. Donna “La creazione di valore nella gestione dell’impresa” Carocci, Roma, 1999, pag.25

56

Page 64: Indice - Tesionline

Secondo questa impostazione, la creazione di valore costituisce un

obiettivo la cui realizzazione assicura lo sviluppo e la sopravvivenza nel

lungo termine dell’impresa.

Le imprese che non creano valore sono destinate a decadere, rallentando

e diminuendo la produzione di ricchezza e di beni per l’intera collettività.

Tale impostazione privilegia l’ottica degli azionisti, in considerazione di

quanto affermato dagli americani, secondo cui “creare valore per

l’azionista significa creare valore per tutti”22.

Altri sostengono che la creazione di nuovo valore non deve esaurirsi

nella prospettiva dei soli azionisti, ma deve tenere in considerazione

l’ottica degli altri stakeholder, e in particolare del personale, cosicché si

giunge a riqualificare la creazione di nuovo valore nell’accrescimento

del benessere dell’impresa.

In questa prospettiva, e fermo restando che il fine ultimo dell’impresa è

il soddisfacimento, in via indiretta, degli interessi istituzionali delle

persone membri del soggetto economico, la creazione di valore può

essere vista come fine “strumentale” (o inferiore) rispetto al

raggiungimento del fine ultimo (o superiore) dell’impresa.

L’ampia diffusione di questa impostazione pone il problema di

qualificare effettivamente il concetto di “valore”: la nozione più

appropriata sembra essere quella del “capitale economico o valore

economico”, una definizione che esprime anche la produzione di valori

non direttamente monetari ma che sono attribuiti nell’apprezzamento

globale che l’ambiente esprime sull’impresa.23

22 L. Guatri “Trattato sulla valutazione delle aziende”, Milano, Egea, 1998, pag. 54 23 C. Demattè “Teoria del valore: serve davvero per guidare meglio le imprese” in “Economia & Management”, n. 2, 1997, pag.11

57

Page 65: Indice - Tesionline

Il contesto anglosassone è caratterizzato da una consolidata efficienza

dei mercati di capitali delle imprese espressa da coefficienti prossimi

all’unità, il concetto di valore economico è, quindi sostituito da quello di

valore di mercato del capitale.

L’attenzione del management è focalizzata sulla massimizzazione del

valore, poiché questo costituisce l’interesse primario degli azionisti e la

condizione principale di stabilità del management stesso.

Il dibattito circa l’importanza della massimizzazione del valore del

capitale dell’impresa ha determinato un significativo cambiamento nel

concetto di performance d’impresa; in tal modo, occorre trovare

indicatori sintomatici dei processi di creazione/distruzione di valore in

atto.

Gli indicatori di seguito illustrati costituiscono proposte atte a migliorare

il significato dei tradizionali strumenti di misurazione.

58

Page 66: Indice - Tesionline

1. L’azienda valuta se stessa

L’idea che l’azienda debba valutare periodicamente se stessa nasce

dall’opinione che solo la dinamica del valore rappresenti un’efficace

misura della performance.

Per esprimere questo è necessario svolgere un percorso che si sviluppa in

più fasi, trasformando così i puri dati contabili in più efficaci e moderne

misure.

Tale percorso, come mostra lo schema, procede ad una normalizzazione-

integrazione-depurazione e si realizza in tre fasi:

I. Lo stadio della normalizzazione, con il quale si eliminano gli

effetti distorsivi delle politiche di bilancio, di alcuni vincoli

giuridico-formali che ostacolano un’efficace misura dei risultati

effettivi, la redistribuzione nel tempo o l’esclusione di componenti

straordinari o “estranei alla gestione”.

II. Lo stadio dell’integrazione, consistente nella ricerca di

strumenti idonei per esprimere quantitativamente, in aggiunta ai

valori contabili normalizzati, la variazione di stock di beni

immateriali (∆BI) e le variazioni delle plus-minusvalenze

inespresse nei conti (∆P). Questo conduce ad esprimere il

Risultato Economico Integrato (REI).

Il problema centrale di questa analisi è l’individuazione di criteri

condivisi e possibilmente standardizzati per stimare la dinamica

del valore dei beni immateriali.

III. Lo stadio della depurazione del risultato di periodo al costo di

tutti i capitali investiti.

59

Page 67: Indice - Tesionline

Questa depurazione può avvenire con vari strumenti e modalità a

partire dal risultato contabile, previo un processo di

normalizzazione e integrazione di tipo economico finanziario,

oppure dal risultato economico integrato (REI).

I risultati ottenuti con questo metodo sono, anche se con diverse misure e

significati, indicatori di creazione/distruzione di valore.

Salvo il reddito residuale (RR), le altre e più recenti formulazioni si

collegano alla teoria di creazione di valore. In ogni caso il principio

ispiratore è l’attribuzione di un costo figurativo anche ai mezzi propri

(capitali, riserve, …).

Correttivi ed integrazioni delle performance contabili Performance contabile (R)

Normalizzazione Eliminazione degli effetti distorsivi delle

politiche di bilancio Redistribuzione di componenti straordinari; Eliminazione di componenti estranei

Integrazioni economiche ∆ Plusvalenze e minusvalenze ∆ Beni immateriali Depurazione del costo dei capitali Del costo del capitale proprio Del costo del capitale proprio, previe

integrazioni Del costo del capitale proprio, previe

integrazioni economiche

Reddito normalizzato (RN)

I. Performance contabile normalizzata

Risultato economico integrato

(REI) II. Performance economica Reddito Residuale (RR) Economic Value Added (EVA) Risultato economico integrato

residuale (REIR) III. Indicatori periodici di creazione/distruzione di valore

60

Page 68: Indice - Tesionline

2. Il reddito normalizzato

Il reddito normalizzato rappresenta uno strumento di misurazione della

performance strettamente collegato con le accennate questioni di stima

del capitale economico d’impresa.

Tale parametro, indicato anche con la dicitura di reddito medio-normale

atteso, costituisce la principale variabile presa in considerazione dai

cosiddetti metodi reddituali di stima del capitale economico aziendale; in

altre parole, esprime la capacità dell’azienda di generare reddito in

prospettiva futura.

La grandezza in esame manifesta il risultato reddituale riferibile ad un

dato periodo amministrativo, e viene “corretto” per renderlo significativo

della capacità prospettica dell’impresa di generare reddito.

Per giungere a tale scopo, si utilizza il processo di normalizzazione che

procede a rettificare i risultati storici al fine di neutralizzare quei

componenti di reddito che:

a. sono estranei rispetto allo svolgimento della gestione tipica

d’impresa;

b. sono straordinari, nel senso che si presume non si manifestino

con una regolare scadenza temporale;

c. sono il riflesso di comportamenti che, ancorché legittimi, sono

ispirati a tecniche di convenienza fiscale;

e ad integrare i medesimi risultati storici al fine di:

d. riflettere il costo effettivo dei fattori produttivi consumati nello

svolgimento della gestione;

61

Page 69: Indice - Tesionline

e. allineare a condizioni di mercato i riferimenti di eventuali

investimenti che, pro tempore, appaiono penalizzati;

f. ridistribuire nel tempo gli effetti di alcune operazioni di

carattere straordinario e/o esprimere i riflessi prospettici.

Per meglio comprendere come si realizza il processo di normalizzazione,

di seguito si faranno alcuni esempi con riferimento a ciascun punto.

Le rettifiche del sub a riguardano i componenti di reddito legati ad asset

estranei al normale svolgimento dell’attività aziendale, per un’impresa

alberghiera, può essere un bene mobile o immobile ad elevato contenuto

artistico.

Nel sub b, si ricordano le perdite su crediti di entità eccezionale e le

sopravvenienze o insussistenze che dipendono da furti, incendi, ecc.

Si tratta di componenti, quindi, non significativi per la stima della

redditività prospettica dell’impresa.

Nella categoria sub c rientrano le rettifiche di neutralizzazione di

accantonamenti al Fondo Svalutazioni Crediti; questo permette di

riconoscere un’utilità futura a costi quali quelli di ricerca e sviluppo o

quelli di pubblicità.

Le rettifiche sub d più tipiche sono costituite dalla riformulazione degli

ammortamenti, non più calcolati in base al costo storico ma parametrati

ai rispettivi valori correnti.

Parlando, invece, di integrazioni nel sub e rientrano i rendimenti di

investimenti che appaiono sacrificati e che possono essere la

riespressione, secondo criteri di mercato, degli affitti attivi generati da

immobili civili non strumentali.

62

Page 70: Indice - Tesionline

Nella categoria sub f si può citare la ripartizione di un onere straordinario

sostenuto in un anno per spese di pubblicità, sul numero di esercizi che

normalmente sono interessati da investimenti di quella specie.

Il reddito normalizzato che si ricava, è configurato in modo tale da

rappresentare le attese di risultato (reddituale) ricavabili

dall’investimento nel capitale aziendale.

Questo indicatore di performance, per alcuni aspetti supera i limiti

tradizionali; per altri, invece, esso rappresenta un indicatore ancora

incompleto, anche per la misurazione del valore creato in un dato

esercizio.

Tra i limiti superati dal reddito normalizzato rispetto al reddito di

esercizio vi è la cosiddetta “miopia” che impedisce di riflettere

l’attitudine dell’impresa a produrre reddito in prospettiva futura.

Ciò è dovuto alla presenza, nel reddito di esercizio, dei cosiddetti

componenti straordinari, e al fatto che l’assenza di investimenti per il

futuro, paradossalmente, libera oggi risultati positivi mentre

contemporaneamente decreta il declino prospettico dell’impresa.

Il reddito normalizzato, invece, procedendo alla rettifica e

all’integrazione dei redditi di esercizio, tramite il processo di

normalizzazione, “destoricizza” tali risultati e li esprime in chiave

prospettica, sottolineando ciò che essi esprimono in termini di capacità

dell’impresa di produrre in futuro risultati reddituali e limando, invece,

quei componenti che appartengono ormai solamente alla storia.

La principale differenza riscontrabile tra i due valori è l’opposto

orientamento temporale. Mentre, infatti, il reddito di esercizio assume il

significato di misura del risultato riferibile a un dato periodo,

storicamente concluso, il reddito normalizzato rielabora un dato risultato

63

Page 71: Indice - Tesionline

passato per enfatizzare la performance prospettica; in altre parole, per

ricavare la più probabile e più ragionevole previsione della performance

reddituale attesa.

Il reddito normalizzato è, quindi, la rilettura, in chiave evolutiva, di ciò

che è stato.

Si tratta, però, sempre di una performance reddituale la quale presenta

ancora tutti i limiti tipici del reddito.

Esso, infatti, riflette non solo quantità economiche, ma anche stime e

congetture, in alcuni casi ancora maggiori rispetto al reddito d’esercizio,

e ciò è proprio per il suo significato prospettico.

Questo evidenzia che l’indicatore in esame non può essere uno strumento

oggettivo di misurazione della performance d’impresa.

Altri aspetti comuni al reddito d’esercizio sono l’assenza della

considerazione della congrua remunerazione del capitale proprio

investito per la produzione di quel reddito e poi del profilo di rischio

associato allo stesso flusso di risultato (almeno finché non si procede

all’attualizzazione/capitalizzazione, in questo caso si entra nel campo

delle valutazioni del capitale economico e non della misurazione della

performance).

Il reddito normalizzato non costituisce una grandezza finanziariamente

prelevabile e, dunque, fruibile da parte degli azionisti; se però si

prescinde da vincoli monetari, nel senso che se si assume la possibilità

finanziaria di procedere alla distribuzione del reddito, allora si può

osservare come il reddito normalizzato rappresenti una grandezza in

linea di principio distribuibile.

Infatti, il prelievo dall’impresa della misura di reddito normalizzato

rappresenta la capacità attuale dell’azienda di produrre redditi.

64

Page 72: Indice - Tesionline

Questo perché il processo di normalizzazione, da un lato, tiene conto

degli investimenti necessari per mantenere in prospettiva l’attuale assetto

produttivo in senso ampio, dall’altro elimina i profitti effimeri, generati

cioè da condizioni valide solo pro tempore, e i componenti di reddito che

non si ripeteranno in prospettiva.

Da questo punto di vista, dunque, il reddito normalizzato rappresenta una

grandezza più significativa, rispetto al reddito contabile, al fine di

impostare una consapevole politica di dividendi.

65

Page 73: Indice - Tesionline

3. Il reddito residuale

Uno dei limiti più diffusi delle misure di performance consiste nel non

evidenziare esplicitamente, ma spesso neanche implicitamente, la

necessaria remunerazione del capitale proprio investito nell’iniziativa

imprenditoriale.

Questo limite ha portato allo sviluppo, da parte di alcuni studiosi come

Anthony, del concetto di reddito residuale.

Tale concezione discende da una rilettura dello stato patrimoniale

secondo la prospettiva che lo stesso Anthony24 così sintetizza: “La mia

tesi è che il lato destro dello stato patrimoniale della società a fini di

lucro dovrebbe essere modificato in quanto il patrimonio netto dovrebbe

essere suddiviso in due componenti: patrimonio netto degli azionisti e

patrimonio netto dell’entità”.

Quindi, secondo questa impostazione, l’impresa ha tre e non due fonti di

finanziamento. Alcuni finanziamenti sono forniti dai creditori, altri dagli

azionisti e altri ancora sono generati mediante gli sforzi dell’impresa

stessa. I primi due sono le passività e il patrimonio netto degli azionisti;

mentre il terzo tipo può essere chiamato patrimonio netto dell’entità.

Il patrimonio netto degli azionisti costituisce una fonte di finanziamento

esterna; occorre, quindi, assicurarle una congrua remunerazione che è

rappresentata dall’interesse sul patrimonio netto.

L’interesse è il costo che l’entità sostiene per l’utilizzo dei fondi.

L’interesse sul patrimonio netto è il costo per l’uso dei fondi derivanti

dal patrimonio netto degli azionisti.

24 R. N. Anthony “Contabilità e bilancio” Franco Angeli, Milano, 1986, pag. 160

66

Page 74: Indice - Tesionline

Essendo un elemento di costo, esso dovrebbe essere computato nel

calcolo del reddito di esercizio.

Il reddito di esercizio, a questo punto, assume la configurazione del

reddito residuale, in quanto esprime ciò che residua dopo aver

remunerato tutte le condizioni di produzione impiegate nella

combinazione economica d’impresa, compresa la risorsa capitale

apportata dagli azionisti.

La formula che esprime tale concetto è la seguente:

Rr = Rn – i × Pna

dove:

Rr = Reddito Residuale

Rn = Reddito netto di Bilancio

i = Costo del capitale proprio

Pna = Patrimonio netto «degli azionisti» all’inizio del periodo

Da quanto osservato, deriva che il patrimonio netto dell’entità è uguale

alla sommatoria di tutti i risultati residuali generati dall’impresa.

Rimane, in questa impostazione, ancora piuttosto indeterminato il tema

della misurazione del costo del capitale degli azionisti, ossia il saggio di

interesse da considerare nei calcoli.

Secondo Anthony questo dovrebbe essere scelto prendendo come

riferimento i tassi sui prestiti finanziari ottenuti dalla società, ovvero può

67

Page 75: Indice - Tesionline

essere desunto da pubblicazioni finanziarie specializzate in tema di costo

medio di finanziamenti.

Tra i principali meriti che possono essere attribuiti al reddito residuale

c’è, sicuramente, quello di rappresentare una risposta all’esigenza di

misurare le performance aziendali prescindendo dagli effetti indotti dal

grado di leva finanziaria.

Il reddito residuale produce gli stessi effetti del reddito operativo, nel

senso che neutralizza gli effetti delle differenti composizioni di struttura

finanziaria (in termini di rapporto tra capitale proprio e di terzi),

eliminando la distorsione contabile che porta a determinazioni

quantitative (di reddito, appunto) che non riflettono il fatto che il capitale

proprio è una fonte di finanziamento onerosa.

Il reddito residuale presenta tutti i caratteri propri del reddito di esercizio

ma anche i limiti; ovviamente, resta il fatto che il reddito residuale

introduce nelle misurazioni periodali di performance il discorso della

congrua remunerazione del capitale di proprietà impiegato, fatto non

considerato nel reddito di esercizio.

Infine, occorre rilevare come il reddito residuale presenti un significativo

limite quale strumento di misurazione della performance d’impresa, esso

non riflette nelle misurazioni uniperiodali la crescita di valore che

interessa alcuni asset particolarmente rilevanti quali i beni immateriali.

L’incapacità di registrare la dinamica di valori che maturano sul piano

del capitale economico, ma non sul piano del reddito di esercizio,

determina inevitabilmente una performance aziendale parziale.

68

Page 76: Indice - Tesionline

4. Il Risultato Economico Integrato (Rei) e il Risultato

Integrato Residuale (Reir)

Il tema dell’integrazione dei risultati è molto complesso; l’argomento

parte dell’osservazione che la dinamica di alcuni valori, riferiti sia a beni

materiali che soprattutto a beni immateriali, non è adeguatamente

rilevata dalla contabilità e questa carenza, talvolta, può far perdere

significatività ai puri risultati contabili.

In generale, si può partire dall’osservazione che su alcune categorie di

beni si costituiscono plusvalenze (o minusvalenze), che solo in parte

vengono via via realizzate, mentre per un’altra parte il realizzo si protrae

nel tempo.

PR

PG

Plusvalenze

n0t

∆P

Gradualmente si forma così una differenza, talvolta con oscillazioni nel

tempo, fra le plusvalenze generate e quelle realizzate, come mostrato dal

grafico nel punto “n”.

∑∑ ∑ −=∆n

1i

n

1

n

1ii PRPGP

69

Page 77: Indice - Tesionline

in cui:

PG = plusvalenze generate;

PR = plusvalenze realizzate;

P = plusvalenze accumulate.

Detto questo, mentre le tecniche di normalizzazione si occupano della

razionale distribuzione nel tempo delle plusvalenze realizzate (perciò

contabilizzate), il grafico evidenzia, invece, le plusvalenze inespresse

che nel tempo potrebbero riflettersi in misura determinante sui redditi

futuri.

Riassumendo, la sommatoria delle plusvalenze accumulate ( ) in un

periodo t

PΣ∆

0 - tn esistente al momento tn, ha un doppio significato:

1. esprime valori patrimoniali “latenti”,

2. esprime, di conseguenza, possibili correzioni/integrazioni da

portare ai redditi annuali compresi nel periodo, attribuendo ai

singoli anni (tn) la quota di ∆Pi maturata.

Lo scopo per cui è stato formulato il Rei è quello di superare un altro

limite del reddito di esercizio, ovvero il fatto che quest’ultimo, nella

misurazione uniperiodale, riflette soltanto gli utili realizzati e non anche

quelli in corso di formazione.

Il Rei si propone di abbandonare il principio di prudenza per poter tenere

conto, nelle misurazioni di esercizio, anche di questi utili.

La formula per l’applicazione del Rei è la seguente:

Rei = R ± ∆P ± ∆l

70

Page 78: Indice - Tesionline

dove:

Rei = Risultato Economico Integrato

R = Reddito normalizzato

∆P = Variazione, nel periodo considerato, delle plus/minusvalenze

latenti rispetto ai valori contabili su alcune categorie di asset

∆l = Variazione, nel periodo considerato, del valore di beni immateriali,

per la parte non rappresentata nel reddito normalizzato (per effetto della

capitalizzazione dei costi).

Si facciano ora alcune considerazioni operative: innanzitutto, il punto di

partenza per la determinazione del Rei non è il reddito di esercizio ma

quello normalizzato. Questo significa che alcuni limiti già in partenza

sono superati, in particolare la cosiddetta “miopia” trova, da subito, un

correttivo.

Per capire e quanto possa essere rilevante tale indicatore, si considerino

due esempi: il primo non tiene conto dei beni immateriali, il secondo

invece li esamina, valutandoli con il metodo dei costi storici previa

deduzione degli ammortamenti.

Esempio 1

L’albergo XXX ha un utile di bilancio che oscilla tra 80.000-95.000 €,

nel corso degli anni ha accumulato un Fondo Svalutazione Crediti che

eccede di 100.000 € di cui 50.000 € formatisi negli ultimi 3 anni.

Procedendo ad un’integrazione stimata nella misura di 16.700 € per

anno, il livello del reddito potrebbe passare da 80.000-95.000 a 96.700-

111.700.

71

Page 79: Indice - Tesionline

Esempio 2

L’albergo XXX in 10 anni ha investito 100.000 € in intangibles quali

pubblicità, promozione e sponsorizzazione; negli ultimi tre anni,

l’azienda ha speso complessivamente 50.000 €.

Sulla base dei costi storici rivalutati è possibile ricostruire la dinamica

dello stock di beni immateriali dell’albergo, calcolando anno per anno il

«∆ valore beni immateriali».

Si considera un ammortamento dei costi storici pari al 4%,

corrispondente ad una vita utile degli investimenti pari a 25 anni.

Gli investimenti nel triennio sono stati così effettuati: 23% nel primo,

35% nel secondo, 42% nel terzo anno.

Lo stock di capitale dell’anno i è = lo stock dell’anno precedente

+ gli investimenti dell’anno i

– gli ammortamenti dell’anno i

(aliquota del 4%)

ANNI

(a)

Risultato di

bilancio

(b)

Stock di beni

immateriali

(c)

∆ Valore beni

immateriali

(d)

REI

(a + c) c/d

1999 55.000 2000 168.000 66.040 11.040 179.040 0,062 2001 197.000 82.840 16.800 213.800 0,079 2002 186.000 103.000 20.160 206.160 0,098

Come evidenziato nell’ultima colonna, il «∆ valore beni immateriali»,

nel triennio, ha un’incidenza del 6%-9% sul reddito globale.

72

Page 80: Indice - Tesionline

L’esigenza di integrare, in questo modo, il reddito nasce dalla crescente

importanza attribuita ai beni immateriali nelle economie delle imprese,

soprattutto negli ultimi anni.

Tutto questo ha portato gli studiosi a chiedersi se è possibile adeguare i

tradizionali strumenti di misurazione della performance d’impresa anche

alla dinamica dei beni immateriali.

Il Rei ha come obiettivo quello di riflettere, nelle determinazioni

quantitative di esercizio, anche le variazioni delle altre plusvalenze.

In particolare, i dati di reddito dovrebbero essere integrati in funzione

della dinamica delle plusvalenze, rispettando alcune condizioni:

le plusvalenze devono essere attendibilmente misurabili sia

complessivamente, sia nella loro maturazione nel tempo;

si deve trattare di plusvalenze realizzabili;

l’esplicitazione delle plusvalenze latenti in quote di risultati

economici annuali accumulate, non deve determinare, nell’ambito

delle stime di capitale, fenomeni di duplicazione di valori.

Le integrazioni più rilevanti e più complesse, che interessano il reddito

normalizzato, sono costituite dalle plusvalenze relative a beni

immateriali.

La complessità dipende da due ragioni principali: la prima è che le stime

del valore economico dei beni immateriali sono scarsamente attendibili,

infatti, nonostante la dottrina abbia da tempo migliorato la

strumentazione disponibile, esistono elevati margini di incertezza.

Il secondo problema si ricollega all’utilizzo che si intende fare del

Risultato Economico Integrato.

Se, infatti, esso viene impiegato per la stima del capitale economico

d’impresa, sostituendo il reddito normalizzato, si rischia di imbattersi in

73

Page 81: Indice - Tesionline

processi duplicativi. Se le integrazioni del reddito normalizzato, che

esprimono la dinamica delle plusvalenze di beni immateriali, sono basate

su valutazioni dei flussi attesi da loro stessi generati; si verifica che tali

flussi partecipino al processo valutativo due volte: prima nella

determinazione delle plusvalenze dei citati beni e poi nel calcolo del

valore del capitale economico dell’impresa.

La soluzione al problema di duplicazione potrebbe essere quella fornita

dallo stesso Pozza25, ovvero fondare la stima dei beni immateriali non su

criteri valutativi orientati all’attualizzazione dei flussi futuri, quanto

piuttosto su metodologie basate sui costi, storici o di ricostruzione.

La questione assume un altro significato nel caso in cui il Rei venga

impiegato soltanto quale strumento di misurazione della performance e

non per la stima del capitale economico.

In questo caso non si presentano rischi di duplicazioni di valori.

Tali beni, perciò, possono essere valutati con le metodologie fondate sui

flussi di risultato attesi le quali, sul piano contabile, appaiono

decisamente migliori rispetto a quelle basate sui costi.

Il Risultato Economico Integrato costituisce, quindi, un miglioramento

del reddito normalizzato poiché abbandona la cosiddetta prudenzialità.

Il riconoscimento delle plusvalenze in corso di formazione consente,

infatti, di trasferire nel risultato di esercizio anche gli incrementi che

tradizionalmente maturano soltanto “in conto capitale”.

Rimangono, tuttavia, alcuni limiti, tra questi vi è il fatto che il risultato

economico integrato non considera la congrua remunerazione del

capitale proprio investito per la produzione di quel risultato.

25 L. Pozza “La misurazione della performance d’impresa, strumenti e schemi” EGEA, Milano, 2000, pag. 56

74

Page 82: Indice - Tesionline

Una variante del Rei che consente di superare il già citato limite è

costituto dal Risultato Economico Integrato Residuale (Reir)26

Tale indicatore può essere espresso dalla seguente formula:

Reir = Rei – i × K

dove:

Reir = Risultato Economico Integrato Residuale

Rei = Risultato Economico Integrato

i = Costo del capitale proprio, stimato con il criterio del costo

opportunità

K = Patrimonio netto rettificato, espresso cioè a valori correnti, al netto

della fiscalità differita.

Il patrimonio netto rettificato (K) è definito, escludendo valutazioni di

beni immateriali, dalla somma del capitale netto contabile (C) e delle

plusvalenze/minusvalenze accertate:

K = C + (P1 + P2 +...) – (M1 + M2 +…)

Quando il REI comprende invece variazioni periodiche dello stock di

beni immateriali (∆BI), si ammette una differente versione del REIR,

comprensiva di tale integrazione ovvero:

REIR = REI – iK'

26 L. Guatri “Trattato sulla valutazione delle aziende”, Milano, Egea, 1998, pag. 463 - 467

75

Page 83: Indice - Tesionline

Il concetto espresso dal Reir può essere visto come un’evoluzione del

reddito residuale; tale indicatore, infatti, neutralizza l’effetto

“indebitamento” nel senso che, attribuendo un onere figurativo al

capitale proprio, considera nel calcolo anche il costo di quest’ultima

fonte di finanziamento.

In pratica, il Reir è il risultato della sottrazione dal Rei del costo del

capitale proprio espresso a valori correnti, dopo cioè aver esplicitato tutte

le plusvalenze latenti che lo riguardano, sia di natura materiale che

immateriale, ovviamente al netto dei connessi effetti fiscali differiti.

Il Reir costituisce, così, un indicatore di performance sintonizzato sulla

creazione/distruzione di valore economico; scaturendo dalla differenza

tra il risultato maturato nel periodo e il costo del capitale, espresso in

termini reali, costituisce una misurazione rappresentativa del valore

creato o distrutto in un definito periodo amministrativo.

Esempio 3

Si prenda in considerazione l’albergo XXX il quale, nell’anno 200x, ha

registrato un capitale netto pari a 800.000 €, plusvalenze realizzate

20.000 € e minusvalenze pari a 10.000 €; il costo del capitale proprio,

calcolato con il metodo del costo opportunità, è del 5% e il REI è di

215.000 €. Il REIR risulterà pari a:

[215.000 – (0.05 × 810.000)] = 174.500 €

Naturalmente, anche per il Reir valgono le stesse incertezze riguardo al

problema della stima dei beni immateriali.

76

Page 84: Indice - Tesionline

5. Economic Value Added (Eva)

L’Economic Value Added è uno strumento di misurazione della

performance d’impresa nato agli inizi degli anni Novanta grazie al

contributo di alcuni studiosi quali Stewart27.

Il metodo Eva si basa sulla determinazione del valore generato (o

distrutto) ogni anno dall’azienda, dedotto un carico figurativo espressivo

della remunerazione media del capitale investito necessario per produrre

tale valore.

In termini puramente contabili, l’Eva è una metodologia assolutamente

equivalente allo sconto dei flussi di cassa (Discounted Cash Flow, DCF)

in termini di risultato finale.

Infatti, come osserva Poli28 “benché la nozione di valore generato ogni

esercizio sia concettualmente diversa (valore reddituale nel caso

dell’Eva, flusso di cassa nel caso del DCF), il valore complessivo

dell’azienda (espresso come sommatoria del valore attuale dei flussi

periodici e di un valore terminale rappresentativo della capacità

dell’azienda di produrre valore in perpetuo, cioè al di là dell’orizzonte di

proiezione analitica) deve per forza coincidere”.

Prima di analizzare le varie componenti dell’Eva, si esamineranno quali

sono le caratteristiche che distinguono questa innovativa metodologia nel

campo della gestione delle aziende e delle risorse umane, nonché la sua

potenziale superiorità rispetto alle altre misure di performance e di

valore.

27 G. B. Stewart “The Quest For Value” HarperCollins, New York, 1991 28 A.Poli “L’Eva e la determinazione degli incentivi al management: gli argomenti a favore” in “La Valutazione delle aziende” n 12, 1997, FV, Milano, pag. 53

77

Page 85: Indice - Tesionline

Tali caratteristiche possono essere così riassunte:

obbliga il management a valutare ogni progetto di investimento

non solo in funzione della sua redditività assoluta, ma anche del

costo necessario per finanziare sia i nuovi investimenti necessari

che lo stock di capitale esistente;

correla le politiche di allocazione delle risorse aziendali (capital

budgeting) alla creazione di valore e di ricchezza per gli azionisti

(forzando il management a tutti i livelli a pensare in termini di

creazione di valore);

consente di fissare obiettivi chiari, facilmente comprensibili e

condivisibili, e di controllare ex post il grado di raggiungimento

degli stessi;

permette di correlare la remunerazione del management ad una

misura unica, quantitativa ed esaustiva che sintetizzi il livello di

successo individuale nel raggiungimento degli obiettivi posti;

consente di individuare le leve chiave per ogni tipo di azione

manageriale e di collegare le responsabilità organizzative al

conseguimento dei risultati attesi.

Molte aziende, soprattutto di origine anglosassone, stanno cominciando a

guardare con sempre maggior interesse all’utilizzo dell’Eva come

strumento unitario di direzione ed orientamento strategico.

L’Eva presenta, infatti, la caratteristica (diversamente da tutte le altre

misure di performance e di valore) di poter essere utilizzato, con

modifiche marginali, per il conseguimento di una serie di obiettivi

diversi: dal supporto alla pianificazione strategica, alla valutazione di

78

Page 86: Indice - Tesionline

strategie alternative, alla determinazione dei valori per operazioni di

finanza straordinaria, alla misurazione della performance di singole

divisioni/unità di business e del management responsabile, alla

correlazione tra le compensazioni globali del management e la creazione

di ricchezza per gli azionisti.

Per utilizzare l’Eva come driver per la creazione di valore, è necessario

seguire un processo composto di cinque fasi fondamentali:

1. accettazione e condivisione della metodologia da parte del senior

management;

2. ri-formulazione di processi di management finanziario (reporting,

budgeting) e di pianificazione (strategica ed operativa), al fine di

incorporare le grandezze base nel calcolo dell’Eva all’interno del

sistema di comunicazione interno;

3. sviluppo, condivisione ed accettazione di piani di compensazione

che colleghino la remunerazione del management alla creazione di

Economic Value Added;

4. diffusione della metodologia a tutto il management e training

all’utilizzo delle leve per la creazione di valore in ogni

funzione/divisione/unità di business;

5. comunicazione, comprensione ed accettazione della nuova

metodologia da parte degli investitori (azionisti, finanziatori) e

coinvolgimento delle controparti dell’azienda (clienti, fornitori,

ecc;).

Il collegamento tra massimizzazione di Eva annuale e,

conseguentemente, massimizzazione della ricchezza degli azionisti, è

79

Page 87: Indice - Tesionline

oggi empiricamente dimostrato, almeno sui mercati finanziari, dato il

legame fra creazione di valore e prezzo dell’azione.

Poli29, al riguardo, sostiene che “Secondo ricerche condotte su campioni

molto vasti di imprese americane quotate al NYSE e al Nasdaq, le

variazioni nell’Eva spiegano ogni anno circa il 50% delle variazioni del

corso dell’azione; in confronto, le misure tradizionali di performance

(utile, cash flow, dividendo per azione, crescita del fatturato, ROE)

spiegano appena il 20-25% di tale variazione, giustificando l’assunzione

che l’Eva non sia migliore solo come misura concettuale di valore, ma

anche come veicolo di trasmissione delle informazioni alla business

comunity”.

5.1 Il calcolo dell’Eva

Il risultato annualmente preso in considerazione per esprimere il valore

prodotto o meno dall’azienda, è costituito dal cosiddetto Nopat, ossia Net

Operating Profit After Taxes.

Si tratta di un reddito operativo che precede il computo degli oneri

finanziari, calcolato al netto dell’onere fiscale a esso relativo.

Le formule per il calcolo dell’Eva sono le seguenti:

Eva = Nopat – (Cmpc × Ci)

29 A.Poli “L’Eva e la determinazione degli incentivi al management: gli argomenti a favore” in “La Valutazione delle aziende” n 12, 1997, FV, Milano, pag. 50

80

Page 88: Indice - Tesionline

oppure:

Eva = (r – Cmpc) × Ci

dove:

Eva = Economic Value Added

Nopat = Net Operating Profit After Taxes

Cmpc = Costo Medio Ponderato del Capitale

Ci = Capitale Investito Operativo (quantificato all’inizio del periodo

considerato)

r = Ci

Nopat

Il Nopat, non è una grandezza contabile direttamente determinabile sulla

base del conto economico ma deve essere determinato apportando alcuni

correttivi ai valori reddituali sintetizzati nel conto economico.

Il modello applicativo di Eva identifica 164 rettifiche, detti anche

«Increase in Equity Equivalents» se riguardano il reddito contabile e

«Equity Equivalents» se interessano il capitale investito.

Tali rettifiche devono:

produrre un impatto significativo sull’Eva;

neutralizzare scelte discrezionali del management;

essere facilmente comprensibili;

81

Page 89: Indice - Tesionline

essere determinabili sulla base di informazioni facilmente

reperibili

Le principali rettifiche sono:

la capitalizzazione di alcuni costi finalizzati allo sviluppo di

intangibles, quali i costi di ricerca e sviluppo e quelli legati al

marketing, e conseguentemente ammortamento sulla base di

criteri spesso definiti in via convenzionale (cinque anni);

la rideterminazione di alcuni componenti di reddito sulla base del

criterio di cassa in luogo di quello di competenza. Questo per

esempio per il Fondo Imposte, per il Fondo Svalutazioni Crediti,

per gli accantonamenti ai fondi in generale;

la ri-espressione della cosiddetta riserva Lifo: nell’Eva il reddito e

il capitale vengono misurati come se le giacenze fossero vendute

ai prezzi di fine esercizio e immediatamente riacquistate.

l’eliminazione dal risultato di periodo dell’ammortamento

dell’avviamento e la riespressione di quest’ultimo quale

componente del capitale investito, come se esso, una volta

acquistato, non fosse mai stato ammortizzato. Il valore di

acquisizione dal quale discende quello di avviamento è parte,

82

Page 90: Indice - Tesionline

infatti, nella prospettiva dell’Eva, del capitale investito

nell’impresa.

Per facilitare la determinazione delle grandezze Ci e Nopat, impiegate per il calcolo dell’Eva, si può utilizzare il seguente schema:

Capitale investito contabile Reddito Operativo Contabile

+ fondo imposte differite + avviamento ammortizzato in passato + fondi rischi e oneri +cosiddetta riserva Lifo + costi relativi a intangibles, spesati in passato, al netto dei costi di mantenimento dagli intangibles stessi ± effetto cumulato dei componenti straordinari di reddito passati = Capitale investito operativo (Ci)

- imposte determinate secondo il criterio della cassa, al netto dello scudo fiscale collegato alla deducibilità fiscale degli oneri fiscali + accantonamento fondo imposte differite + ammortamento dell’avviamento + accantonamento a fondi rischi e oneri (quali fondo obsolescenza magazzino) ± variazione della cosiddetta riserva Lifo nell’esercizio + costi relativi a intangibles, spesati nell’esercizio al netto della quota espressiva del mantenimento dagli intangibles stessi ± componenti straordinari di reddito = Net Operating Profit after Taxes (Nopat)

Esempio 4

L’albergo XXX nel 2002 ha prodotto un utile pari a 200.000 €.

Il costo medio ponderato, applicato dall’albergo, è del 11%.

83

Page 91: Indice - Tesionline

Inizialmente si procede al calcolo del Nopat e di Ci seguendo lo schema

seguente.

Capitale investito contabile (Capitale netto + Debiti finanziari)

1.000.000 Risultato Contabile 200.000

+ riserva Lifo + avviamento ammortizzato in passato + fondo imposte differite +Valore attuale dei beni in leasing = Capitale investito operativo (Ci)

15.600

6.000

26.000

42.000

1.062.400

+ accantonamento fondo imposte differite + variazione della cosiddetta riserva Lifo nell’esercizio + ammortamento dell’avviamento = RISULTATO RETTIFICATO + Interessi passivi + Interessi passivi su operazioni di leasing - Benefici fiscali sugli interessi = Net Operating Profit after Taxes (NOPAT)

9.200

2.690

1.500

213.390

45.00033.000

10.000

299.390

Ora si calcolerà il rendimento dell’investimento (r):

r = 400.062.1

309.299 ·100 = 28,17%

da qui:

EVA = (0,2817-0,11) · 1.062.400 = 182414 €

Nel caso specifico, quindi, l’albergo ha “creato” valore per gli

stakeholder nella misura di 182.414 €.

84

Page 92: Indice - Tesionline

È da notare il fatto che se l’utile risulta positivo, il valore di EVA può

essere negativo; con riferimento al precedente esempio, si supponga che

l’utile netto sia di 30.000 €; conseguentemente il coefficiente r sarebbe

del 10,48% così che:

EVA = (0,1048-0,11) · 1.062.400 = -5.524 €

L’albergo in questo caso, pur conseguendo un utile positivo, ha

“distrutto” valore nella misura di 5.524 €.

L’Eva si differenzia rispetto ai tradizionali strumenti di misurazione

della performance d’impresa per tre principali ragioni:

1. rappresenta il risultato che residua dopo aver detratto il costo di

tutti i capitali impiegati per ottenere quel risultato;

2. riflette, nel calcolo del costo del capitale impiegato, la

remunerazione che spetta agli investitori in funzione del rischio

specifico dell’impresa, calcolato secondo i principi del Capital

Asset Pricing Model;

3. corregge le tipiche distorsioni contabili che inquinano la

rappresentazione della vera performance economica;

La misurazione proposta dall’Eva si apprezza per il fatto di essere una

quantificazione assoluta, e non relativa, che riflette la considerazione

dell’intero costo del capitale investito nell’impresa.

La formula, infatti, detrae dal risultato di periodo (Nopat) il costo del

capitale investito determinato sulla base di come questo viene finanziato,

ovvero capitale proprio e di terzi.

85

Page 93: Indice - Tesionline

Inoltre, la quantificazione del costo del capitale proprio, implica la

valutazione e la quantificazione, in termini di remunerazione

soddisfacente del capitale proprio, del profilo di rischio dell’impresa

finanziata con tale capitale.

Un ulteriore aspetto positivo è costituito dal fatto che l’Eva è costruita

intorno al Nopat, ovvero sul risultato operativo che prescinde dai

componenti straordinari di reddito, i quali potrebbero portare, come

accade negli indicatori tradizionali, a rappresentazioni distorte e

soprattutto caratterizzate da una certa “miopia”.

Altro aspetto importante da considerare è che l’Eva viene determinato in

modo meno soggettivo; infatti, esso sostituisce nel Nopat molte

valutazioni fondate sul criterio di competenza (per esempio gli

accantonamenti) con componenti di reddito determinati con il criterio di

cassa (per esempio le perdite su crediti), quindi certi e oggettivi.

In questo modo, Eva riflette un minor contenuto di stime e congetture, e

dunque una minore soggettività.

5.2 I limiti dell’EVA

Fin qui si è parlato dei pregi che caratterizzano questo innovativo

strumento di misurazione; ora si osserveranno i limiti, teorici e pratici,

che vi sono stati riscontrati.

Il primo limite riscontrabile risiede nel rapporto tra Nopat e Ci; infatti, va

osservato che le imprese caratterizzate da un elevato tasso di crescita, da

cospicui investimenti e quindi da aumenti di capitale investito,

86

Page 94: Indice - Tesionline

probabilmente presentano Eva non rappresentativi dell’effettiva

dinamica del valore creato.

Questo perché esistono dei naturali scostamenti temporali tra gli

investimenti e i rispettivi ritorni che si riflettono nel citato rapporto

rendendolo poco attendibile; infatti, mentre il Ci esprime da subito

l’effetto degli investimenti, il Nopat richiede tempo per tradurre in flussi

di risultato gli investimenti effettuato.

Tale limite potrebbe portare, paradossalmente, a ridurre gli investimenti

per poter massimizzare gli Eva di breve periodo, a discapito però del

successo dell’impresa nel medio lungo termine.

Un altro limite che caratterizza Eva come strumento di misurazione della

performance d’impresa riguarda la configurazione del capitale investito

operativo (Ci).

Esso, infatti, è di matrice contabile, vale a dire, a prescindere dai

correttivi presenti, si fonda sempre su determinazioni quantitative di

natura contabile, legate alla nozione di costo storico e non di valore

corrente.

In altri termini, il Ci che partecipa al calcolo dell’Eva recupera, con i

correttivi, la dimensione del capitale investito nell’impresa al costo

sostenuto al momento dell’investimento.

Questo significa che anche l’Eva presenta alcune rilevanti distorsioni

contabili tipiche dei tradizionali strumenti di misurazione, in particolare

il Return on Investment (Roi).

Infatti, quanto maggiore è la presenza, nel capitale d’impresa, di attività

soggette al processo di ammortamento, tanto più il Roi tende a

sovrastimare la performance d’impresa; lo stesso si verifica con l’Eva

87

Page 95: Indice - Tesionline

che confronta un risultato «corrente» e il costo del capitale investito

misurato su grandezze contabili e dunque «storiche».

La letteratura ha già fatto significativi sforzi per trovare gli appropriati

correttivi, giungendo a proporre il Refined Economic Value Added

(Reva), dove il capitale investito è espresso al valore corrente (di

mercato o di sostituzione) e non al costo storico di formazione.

D’altra parte c’è chi sostiene la superiorità, nel modello Eva,

dell’impiego del valore contabile nel capitale investito rispetto al valore

corrente, questo perché l’aggiornamento periodico dei valori correnti del

capitale renderebbe molto incerto, soggettivo e volatile il calcolo

dell’Eva.

Infine, va osservato che tale strumento non risolve il problema della

misurazione della performance ma si limita a proporne un modello

interpretativo; infatti, i processi di creazione/distruzione di valore si

formano e quantificano sulla base di principi e criteri generalmente

convenzionali.

Ad esempio, il principio di procedere alla capitalizzazione dei costi di

ricerca e sviluppo e al loro successivo ammortamento in cinque anni è

del tutto usuale, non è dimostrato che sia il criterio migliore.

Questo esprime come il giudizio positivo o negativo che si forma intorno

alla performance d’impresa, determinata con il modello dell’Eva,

dipenda da una serie di assunti ancora tutti da dimostrare nella

prospettiva della “corretta rappresentazione” della performance stessa.

88

Page 96: Indice - Tesionline

CAPITOLO 4

Le componenti della performance:

Misurazioni e Strutturazioni

Premessa

Nel primo capitolo sono state introdotte sei diverse dimensioni di

performance articolate in due gruppi: il primo esprime i risultati del

successo competitivo e l’altro, invece, è composto dalle quattro

dimensioni che determinano tale successo.

In questo capitolo, si analizzeranno le modalità di misurazione dei

risultati conseguiti e le loro determinanti in modo da ottenere un insieme

integrato di indicatori.

Nella parte finale sarà introdotto un sistema di orientamento dei

comportamenti manageriali e di valutazione delle prestazioni che ha

recentemente ottenuto ampia diffusione, anche nella prassi, denominato

“Balanced Scorecard”

89

Page 97: Indice - Tesionline

1. La Competitività

La competitività e i risultati finanziari sono le determinanti del successo

competitivo, il quale può essere realizzato e mantenuto, secondo alcuni

autori, seguendo due diverse strade: focalizzando l’attenzione sulle

esigenze dei clienti, o confrontandosi con aziende concorrenti di una

certa significatività.

Una delle ragioni che giustificano l’utilizzo di indicatori di competitività,

quali la crescita delle vendite e la quota di mercato, è proprio la loro

capacità di fornire informazioni in grado di integrare le indicazioni date

dai risultati economico-finanziari.

I ricavi contabilizzati, infatti, possono essere considerati un punto di

partenza per stimare i ricavi futuri, che verranno calcolati tenendo conto

anche delle aspettative di evoluzione nei volumi di vendita futuri, nei

costi da sostenere e nei prezzi di vendita.

In questo senso, gli indicatori di competitività sono utili, perché

forniscono informazioni veloci con riferimento a queste aspettative, che

si rifletteranno sui ricavi solo dopo un certo periodo di tempo.

Qui di seguito sono riportati alcuni esempi di indicatori con i relativi

meccanismi di gestione; ciascuno di essi comprende sia misure legate al

confronto con i concorrenti, che misure orientate ai clienti.

MISURE Albergo XXX

Focus sul cliente Prenotazioni ripetute Focus sui concorrenti Quota di mercato relativa rispetto

ai clienti MECCANISMI Focus sul cliente Indagini sui clienti Focus sui concorrenti Confronto tra i tassi di

occupazione delle camere

90

Page 98: Indice - Tesionline

2. I risultati economico-finanziari

Le analisi finanziarie tradizionali portano a definire quattro diverse

tipologie di indicatori:

- Di redditività

- Di liquidità

- Di struttura finanziaria

- Di mercato

Tali indicatori sono stati ampiamente descritti nei precedenti capitoli;

con riferimento all’attività alberghiera però si possono calcolare degli

indici particolari, come ad esempio30:

Indice di composizione dell’attività alberghiera =

ricaviTotaleAlloggio servizio Ricavi

che esprime, in percentuale sui ricavi totali, l’incidenza dei ricavi del

servizio alloggio; per analogia si possono avere altri rapporti di

composizione;

Indice di composizione della clientela =

ClientiNumeroTotaleecc.) Italiani, (o Tedeschi Clienti Numero

che esprime, sempre in percentuale sul totale clienti, l’incidenza di un

particolare gruppo;

Indice di elasticità dei costi =

LavorodelCostoRicavi

30 M. Lupidi “Elementi di economia aziendale e contabilità per le imprese turistiche”, Franco Angeli, Milano, 1996, pag. 176

91

Page 99: Indice - Tesionline

Esprime quanto i ricavi sono correlati e condizionati dal costo del

personale dipendente.

3. La qualità

Si analizzeranno ora quali sono le determinanti del successo competitivo,

partendo dalla qualità del servizio.

Prima di tutto si cercherà di definire che cosa si intende per qualità e

secondo poi si identificheranno le caratteristiche che un servizio deve

avere per soddisfare i bisogni e le aspettative della clientela.

Questa dimensione, sviluppatasi molto negli ultimi venti anni, è

un’importante arma competitiva, specialmente in campo turistico; essa

non si ottiene semplicemente avendo il giusto prodotto e le giuste

attrezzature ma dipende anche dalle capacità di far passare al cliente un

buon soggiorno.

Molte aziende tendono ad avere una visione della qualità abbastanza

semplicistica, qualificabile nella sindrome del “buongiorno!” che,

conseguentemente, ne sminuisce il concetto stesso.

La qualità può essere intesa come la capacità di assicurare l’erogazione

di un buon servizio, con riferimento a tutti gli elementi che lo

compongono; essa si concreta nelle caratteristiche del servizio offerto

che condizionano la capacità di soddisfare una certa richiesta del cliente.

Le aziende sono in grado di controllare e misurare la qualità

internamente; il problema si manifesta all’esterno, quando si crea un

divario tra ciò che è stato erogato e quello che il cliente si aspetta.

92

Page 100: Indice - Tesionline

La qualità del servizio si configura come un fenomeno caratterizzato da

una molteplicità di sfaccettature; quindi, coloro che hanno la

responsabilità di gestire un servizio devono monitorare e controllare tutte

queste diverse dimensioni, considerando che clienti diversi possono

avere aspettative diverse (cosiddetta eterogeneità).

Se un manager, ad esempio, domanda un servizio alberghiero, la

tranquillità, il comfort nonché la presenza di un collegamento internet

possono essere elementi di fondamentale importanza per il suo

soggiorno.

Diversamente, se ad alloggiare è un giovane in vacanza gli aspetti

rilevanti del suo soggiorno saranno il divertimento, la possibilità di

comunicazione e così via.

Non si dimentichi, inoltre, che il servizio è intangibile e questo fattore

incide sulla gestione della qualità.

In un ristorante, ad esempio, particolarmente costoso i clienti non

acquistano solo il cibo ma anche altri elementi intangibili quali la

presentazione dei piatti, l’atteggiamento dei camerieri e l’atmosfera del

ristorante.

È evidente che, in questo contesto, formulare delle specifiche di qualità

può diventare difficile e conseguentemente anche misurare la qualità e

stabilire degli obiettivi rispetto ai quali confrontare il servizio

effettivamente erogato, diviene difficile.

Una ricerca31 condotta negli Stati Uniti, ha evidenziato 10 fattori che

possono qualificare la qualità, poi passati a 12, riferiti sia ad aspetti

tangibili che intangibili del servizio oltre che all’ambiente esterno nel

quale il servizio è erogato.

31 A. Parasuraman, V. A. Zeithaml, L. L. Berry, “A Conceptual Model of service quality and its applications for future research” in “Journal of Marketing”, Vol. 49, n. 4, 1985, pag. 41-50

93

Page 101: Indice - Tesionline

Se si prende in considerazione il ristorante X, si possono sviluppare alcuni esempi riferiti a ciascun fattore.

Fattori di qualità

Esempi rispetto al prodotto

Esempi rispetto al servizio

Esempi rispetto all’ambiente

Accesso Comodità della localizzazione Facilità di

raggiungimento e chiarezza del percorso

Estetica/Immagine Immagine delle portate Gusto del cibo

Modo di apparire del personale

Estetica delle strutture Tipologia di

allestimento Disponibilità Disponibilità

del prodotto Gamma di

prodotto Varietà di

prodotto

Disponibilità del personale Reperibilità

del personale Accessibilità

della struttura

Pulizia/ordine Delle portate Del personale

Delle attrezzature

Comfort Ambiente Atmosfera Ambientazione Affollamento

Comunicazione Chiarezza delle informazioni

Chiarezza nei contatti personale-clienti

Chiarezza nella segnaletica

Competenza Personale specializzato, esperto, capace, preciso

Cortesia Educazione, rispetto e decoro del personale rispetto ai clienti

94

Page 102: Indice - Tesionline

Spirito di servizio Capacità di essere di aiuto Sollecitudine

Affidabilità Affidabilità del prodotto

Puntualità Affidabilità

del servizio e del personale

Affidabilità dell’ambiente

Capacità di risposta

Velocità di erogazione Tempi di

risposta

Sicurezza Sicurezza fisica Sicurezza del

prodotto

Riservatezza Sicurezza delle persone

3.1 Le misure

Dopo aver identificato i fattori di qualità rilevanti per un’impresa, si

possono misurare i risultati conseguiti con riferimento a tutti i fattori o

solo a quelli “chiave”; la scelta è normalmente legata non solo alle

esigenze dei clienti, ma anche agli obiettivi strategici e al

posizionamento competitivo dell’impresa.

I fattori chiave, ad esempio, per un albergo possono essere:

pulizia: camere, luoghi comuni;

disponibilità (cordialità) del personale soprattutto nei confronti dei

clienti;

comfort delle strutture;

estetica: modo di apparire del personale.

95

Page 103: Indice - Tesionline

Realizzando un quadro generale, includendo tutti i fattori, le misure tipo

da prendere in considerazione e i relativi meccanismi di rilevazione sono

quelle di seguito elencate:

MISURE MECCANISMI

Accesso - Distanze da percorrere a piedi;

- Facilità di orientamento

- Indagini presso i clienti;- Dati di mercato;

Immagine - Aspetto dei dipendenti; - Estetica dell’albergo e/o

ristorante; - Modo di sistemare le

camere o di predisporre il cibo;

- Indagini presso i clienti;- Controlli interni;

Disponibilità - Attrezzature; - Personale;

- Indagini presso i clienti;- Controlli interni;

Pulizia - Delle camere; - Della cucina; - Delle sale comuni;

- Indagini presso i clienti;- Controlli interni;

Comfort - Dei letti; - Grado di rumorosità;

- Indagini presso i clienti;- Controlli interni;

Comunicazione - Chiarezza delle informazioni e dei prezzi;

- Indagini presso i clienti;- Controlli interni;

Competenza - Efficienza del personale - Controlli interni;

Cortesia - Del personale; - Indagini presso i clienti;- Controlli interni;

Cordialità - Capacità di venire in aiuto alla clientela;

- Indagini presso i clienti;- Controlli interni;

Affidabilità - Numero di errori fatti dal servizio di prenotazione;

- Numero reclami;

- Sistemi di monitoraggio degli errori;

Capacità di Risposta - Del personale; - Indagini presso i clienti;

Sicurezza - Efficienza dei controlli di sicurezza;

- Numero reclami;

- Indagini presso i clienti;- Dati interni.

I meccanismi utilizzati per rilevare tali misure possono essere i sistemi di

controllo interno (ad es. monitoraggio degli errori del personale) oppure

96

Page 104: Indice - Tesionline

meccanismi orientati alla clientela che fanno uso di valutazioni, raccolte

attraverso indagini o questionari.

La qualità del servizio (interno o esterno) può essere misurata con

riferimento a ciascuna delle fasi del processo di erogazione: INPUT –

PROCESSO – OUTPUT.

Nel caso si voglia misurare la soddisfazione del cliente esterno si partirà

dalla fase iniziale, dove il cliente può essere coinvolto nella definizione

delle caratteristiche del servizio, seguirà il processo, e la fase finale,

quando il cliente potrà valutare la qualità del servizio ricevuto.

Nel caso di misure interne, per le aziende è di fondamentale importanza

monitorare gli input del processo di erogazione; si pensi, ad esempio,

alla qualità degli alimenti in un ristorante o alla pulizia delle lenzuola in

un albergo.

Durante il processo, invece, molte aziende impiegano i loro dipendenti

per controllare locali, beni e servizi forniti facendo uso di una lista di

controllo che può comprendere il corretto pricing degli articoli,

l’adeguata sistemazione dei locali e l’atteggiamento dei dipendenti con i

clienti.

La qualità del servizio può essere, infine, misurata nella fase di output,

prendendo sempre come esempio l’albergo, registrando il numero di

ritorni al fine di verificare il grado di fedeltà.

Molte imprese di servizi non fanno affidamento esclusivamente su

misure interne o esterne della qualità, ma combinano queste due

tipologie di indicatori in modo da facilitare la scelta degli obiettivi di

qualità, per rendere più agevole le valutazioni circa la sensibilità dei costi

al variare dei livelli qualitativi e infine creare un legame tra le

retribuzioni dei dirigenti e la performance qualitativa realmente ottenuta.

97

Page 105: Indice - Tesionline

Per capite meglio il concetto, si ponga il caso di un ristorante che voglia

aumentare la propria customer satisfaction con riferimento alla velocità

del servizio prestato. Se attualmente l’indice di soddisfazione è pari al

80%, in considerazione del numero di camerieri, l’impresa può decidere

di fissare come obiettivo di qualità l’aumento di tale indice fino all’83%.

Per raggiungere tale scopo, il management può acquistare nuove

attrezzature o assumere più personale.

Per ciascuna alternativa, sarà possibile misurare l’impatto in termini di

soddisfazione dei clienti, che si rifletterà poi sui costi da sostenere. In

questo modo, diventa possibile calcolare le risorse necessarie per

raggiungere un certo obiettivo.

È possibile, inoltre, legare il sistema delle retribuzioni al raggiungimento

degli scopi di customer satisfaction; ad esempio, l’erogazione di un

bonus del 20% che sarà detratto dallo stipendio in caso di mancato

raggiungimento dell’obiettivo stabilito.

98

Page 106: Indice - Tesionline

4. La flessibilità

Il concetto di flessibilità ha trovato negli ultimi anni una crescente

popolarità, sia in campo manifatturiero che dei servizi (basta pensare allo

sviluppo di tecniche quali il just in time).

Questa crescita si è avuta grazie all’importanza attribuita alla capacità di

adattarsi velocemente ai cambiamenti delle esigenze e delle aspettative

dei clienti.

Si può affermare, a tale proposito, che la flessibilità può diventare un

importante fonte di differenziazione competitiva.

Sono state riscontrate tre tipologie di flessibilità:

1. di volume

2. nei tempi di erogazione

3. nella definizione delle specifiche del servizio.

Il primo tipo esprime la capacità di far fronte a livelli di domanda

variabili nel tempo. Il volume in un albergo potrà essere definito dal

numero di stanze occupate.

Il secondo tipo di flessibilità si riferisce: alla capacità di soddisfare le

esigenze del cliente in termini di appropriati tempi di risposta, di

erogazione di un servizio o di consegna di un bene, e al processo di

consumo.

Per il servizio in camera, ad esempio, il cliente cerca tempi di risposta

relativamente veloci.

Il terzo tipo di flessibilità, infine, consiste nella capacità di soddisfare le

peculiari esigenze del cliente (personalizzazione del servizio). Nel caso

99

Page 107: Indice - Tesionline

in cui ci sia un elevato livello di personalizzazione e diverse esigenze del

cliente, può diventare importante, nella definizione delle specifiche del

servizio, riuscire a garantire una integrazione fra le aspettative

dell’utente e le capacità del personale.

In un ristorante di alto standard qualitativo c’è un basso livello di

standardizzazione, rispetto ad un fast food e un alto livello di

personalizzazione.

Le flessibilità di tempo e di volume, nelle imprese di servizio, non sono

sempre ottenibili, poiché produzione e consumo sono spesso contestuali,

con la conseguenza che l’incapacità di rispondere a cambiamenti di

volume della domanda si riflette sui tempi di erogazione.

4.1 Le misure

La flessibilità può essere misurata utilizzando dati quantitativi (misure

hard), qualitativi (soft) particolarmente utili per misurare tale

caratteristica nelle specifiche del servizio, interne ed esterne.

La seguente tabella fornisce degli esempi di indicatori.

100

Page 108: Indice - Tesionline

TIPI DI FLESSIBILITÀ MISURE

Di volume - Numero di clienti/ordini persi a causa dell’incapacità di soddisfare la domanda;

- Composizione del personale a disposizione (% di dipendenti part-time, di collaboratori occasionali, ecc.);

Nei tempi di erogazione - Velocità di risposta; - Tempi di consumo, di richiesta e di

erogazione; - Percentuale di ritardata consegna; - Soddisfazione del cliente con

riferimento alla capacità di risposta e ai tempi di erogazione;

Nella definizione delle specifiche del servizio

- Numero di differenti servizi offerti; - Numero di giorni riservati alla

formazione del personale; - Composizione del personale in termini

di competenze; - Soddisfazione del cliente con

riferimento alla gamma di prodotti e servizi offerti.

Molti di questi indicatori sono misure indirette di flessibilità perché si

riferiscono o ai risultati o alle determinanti.

Per quanto riguarda i meccanismi utilizzati per garantire la flessibilità,

un albergo può utilizzare sistemi di prenotazione on-line, formazione

comune dei dipendenti, utilizzo di personale part-time, estensione

dell’orario della 1° colazione, nonché l’utilizzo di tecniche di yield

management per ridurre la variabilità della domanda.

101

Page 109: Indice - Tesionline

5. L’Utilizzo di Risorse

Il grado di utilizzo delle risorse è una dimensione di performance che

permette di valutare l’efficienza nell’impiego delle risorse durante il

processo di erogazione ovvero quanti servizi sono forniti dato un certo

livello di capitale e di risorse in genere.

Se l’azienda riesce a fornire un certo livello di servizi, facendo uso di

una quantità di input inferiori rispetto ai suoi concorrenti, essa riuscirà a

produrre degli effetti positivi in termini di aumento di margini di profitto

o di riduzione dei prezzi di vendita, con una conseguente crescita della

quota di mercato.

Uno strumento che viene in aiuto dei dirigenti, per ottimizzare la

gestione delle risorse umane, fisiche e finanziare, è il budget.

Esso si riferisce ad un certo arco temporale ed è predisposto prima che lo

stesso abbia inizio; per questo è parte integrante del controllo di tipo

feedforward descritto nel 1° capitolo.

Uno degli scopi del budget è quello di fornire degli obiettivi rispetto ai

quali possono essere misurati i risultati effettivamente conseguiti.

Gli scostamenti tra valori di budget e valori effettivi sono dovuti a

cambiamenti nel livello di attività (quantità di servizi erogati) o nei

costi/quantità utilizzate.

Generalmente, nelle imprese manifatturiere, tale dimensione di

performance è misurata in termini di produttività rapportando l’output

con l’input.

Produttività: Input

Output

102

Page 110: Indice - Tesionline

Anche nelle imprese di servizi può essere utilizzato questo parametro

tenendo presente però che la loro attività non sempre consiste in una

trasformazione, in senso stretto, di input in output e, inoltre, il cliente è

presente attivamente nel processo di servizio.

Le misure che possono essere utilizzate da un’impresa di servizi per gli

input e gli output possono essere di due tipi, come evidenziati nella

figura seguente:

INPUT PROCESSO OUTPUT

Costo delle risorse umane

Costo delle altre risorse

Unità di risorse umane

Numero di clienti

Costo totale

Profitto Valore Aggiunto

Ricavi

Unità di risorse umane

consumate

Unità di altre

risorse consumate

Numero di clienti

Numero di

prodotti/servizi venduti

Unità di altre risorse

1. Le misure indicate nella parte alta della figura sono

espresse in termini monetari;

2. Le misure indicate nella parte bassa, sono valutate in

termini di unità.

103

Page 111: Indice - Tesionline

Con riferimento all’output, questo può essere misurato solo ricorrendo a

indicatori alternativi quali il numero dei clienti serviti o il numero dei

servizi forniti; dal momento che esso non si identifica effettivamente con

i prodotti realizzati, la sua quantificazione può risultare difficile.

Un albergo, ad esempio, può utilizzare come indicatore di output il

numero di camere occupate.

In termini monetari, invece, si possono avere i ricavi, il profitto e il

valore aggiunto definito, quest’ultimo, come valore dei ricavi al netto dei

costi di materiali e servizi acquistati da organizzazioni esterne,

contrapposti a quelli prodotti internamente.

Esistono, comunque, dei problemi riferiti alle caratteristiche tipiche dei

servizi, uno su tutti è l’intangibilità: il cibo e le bevande sono prodotti

tangibili di un ristorante, ma essi rappresentano solo una parte del

prodotto complessivo pagato dal cliente che comprende le modalità di

presentazione dei piatti e un certo tipo di ambiente, aspetti questi

intangibili e quindi di difficile quantificazione.

Per quanto riguarda l’input, è interessante notare nella precedente figura,

che è presente, tra gli altri (lavoro, materiali, attrezzature, impianti),

anche il cliente essendo parte integrante del processo.

I responsabili di aziende di servizi devono individuare gli input

maggiormente rilevanti per capire come strutturare il proprio sistema di

misurazione.

In un albergo, le risorse umane rappresenteranno una parte integrante

delle risorse globalmente utilizzate e quindi sarà lo stesso lavoro a

rappresentare una misura di input, valutabile in termine di costo o di

unità fisiche, quali il numero di giorni o di ore uomo.

104

Page 112: Indice - Tesionline

La misurazione delle altre risorse può essere svolta considerando le unità

di tempo o le quantità impiegate; alternativamente è possibile ricorrere

ad indicatori monetari sia per le persone sia per le altre risorse.

Anche per l’input si trovano dei problemi di quantificazione, ma il fatto

che non sia facile misurare il grado di utilizzo delle risorse non deve

sottovalutare l’importanza di tale dimensione di performance.

Le imprese di servizi, per sviluppare il loro sistema, devono scegliere

uno o più rapporti input/output a completamento delle altre misure di

performance utilizzate; ciascuno degli indicatori presenti nella seguente

figura è relazionato ad una misura di output, tenendo conto della struttura

di costo aziendale e della natura degli input/output legati al processo.

Schematizzando si possono fare degli esempi considerando un albergo

che rapporta il lavoro utilizzato con il lavoro complessivamente

disponibile, per misurare il grado di utilizzo della risorsa umana:

Unità di risorse umane

e

INPUT OUN° Camerieri Tempo ded

105

Unità di risorse umane

consumat

TPUT icato alle camere

Page 113: Indice - Tesionline

Oppure misurare il grado di utilizzo delle altre risorse:

a

IN° Cam

Se viene utilizzata

IN°

Infine si può calco

C

I

Co

Unità dialtre

risorse

NPUT OUere disponibili N° Cam

, come misura di output, il num

Nd

NPUT OUPersonale N°

lare il costo per cliente:

osto totaleNd

NPUT OUsto totale N°

106

Unità di ltre risorse consumate

TPUT ere occupate

ero di clienti si avrà:

umero i clienti

Unità dirisorse umane

TPUT Presenze

umero i clienti

TPUT Clienti

Page 114: Indice - Tesionline

e il ricavo:

Numero di clienti

Ricavi

INPUT OUTPUT N° Clienti Ricavi

Tutte queste misure vengono riportate nei sistemi di budget e, grazie a

questi, si procede confrontando sistematicamente i risultati effettivi e i

valori previsti.

In alcune imprese, vengono fatti anche confronti tra unità di business

diverse e i risultati che se ne ricavano sono rappresentati nei reports.

107

Page 115: Indice - Tesionline

6. L’Innovazione L’intensa competizione, oggi esistente, rende necessaria la nascita

costante di nuovi servizi che determinino il successo delle imprese; tutto

questo attraverso un processo di innovazione.

In riferimento a questa misura si stanno compiendo solo ora i primi passi

nella ricerca di adeguate definizioni e di idonee misure.

L’innovazione è l’utilizzo di idee e di conoscenze per soddisfare bisogni

di mercato già esistenti o futuri, più precisamente nel settore dei servizi,

può essere legata al prodotto, al servizio o al processo stesso di

erogazione.

Questa può essere di due tipi:

Front-Office: idonea per sviluppare nuovi servizi;

Back-Office: riguarda lo sviluppo di nuove tecnologie capaci di

migliorare la produttività.

“Nel settore dei servizi si possono riscontrare, soprattutto, piccole

innovazioni incrementali, piuttosto che cambiamenti radicali; queste

sono in grado, nel loro insieme, di dare un impatto considerevole sui

prodotti, i servizi e i sistemi di erogazione esistenti”32

Un’idea innovativa non è di per sé sufficiente a garantire il successo:

l’idea deve essere trasformata in prodotto/servizio, che sarà poi

sviluppato, messo a punto, testato e infine lanciato sul mercato.

32 J. B. Quinn, C. E. Gagnon, “Will services follow manufacturing into Decline?” in “Harvard Business Review”, Vol. 64, N°6, Novembre-Dicembre 1986, pag. 95-103

108

Page 116: Indice - Tesionline

SVILUPPO IDEA E ANALISI

REALIZZAZIONE DEL PROTOTIPO DEL SERVIZIO

TEST DEL SERVIZIO

LANCIO DEL NUOVO SERVIZIO

MIGLIORAMENTO DEL SERVIZIO

La realizzazione di un nuovo servizio è il risultato di un processo, quindi,

a prove ed errori. I progettisti, normalmente, traducono la descrizione

soggettiva di un bisogno in un concetto operativo che spesso ha solo una

vaga somiglianza con l’idea originale. Nessuno monitora

sistematicamente il processo o gli sforzi fatti per garantire che il servizio

sia completo, fondato e in grado di soddisfare il bisogno originario.

6.1 Le misure

L’innovazione può essere misurata in due modi:

1. con riferimento ai risultati della sua realizzazione;

2. con riferimento alle determinanti di successo e insuccesso del

processo di innovazione.

109

Page 117: Indice - Tesionline

Considerando il primo metodo, sicuramente l’indice più diretto per la

misura del successo dell’innovazione è il profitto; ma questo da solo non

fornisce informazioni dettagliate che permettano di valutare il livello di

successo o insuccesso raggiunto.

Un’idea potrebbe essere quella di valutare i risultati del processo facendo

riferimento alle altre cinque dimensioni di performance: economico-

finanziaria, competitività, qualità, flessibilità e utilizzo della capacità

produttiva.

In questo modo, l’impresa potrebbe misurare il successo di

un’innovazione semplicemente rispondendo a delle domande, come di

seguito indicato.

Dimensione finanziaria L’innovazione ha migliorato i risultati economico-finanziari?

Competitività L’innovazione ha migliorato la competitività dell’azienda?

Qualità L’innovazione ha migliorato la qualità?

Flessibilità La capacità di essere flessibili è migliorata?

Utilizzo di risorse Il grado di utilizzo di risorse è aumentato?

Ogni dimensione è allacciata ad una serie di misure di risultato, volendo

fare degli esempi si avranno:

Indicatori economico-finanziari = riduzione sostanziale dei costi

aziendali, raggiungimento di un elevato livello di redditività

presente e/o futura;

Indicatori di competitività = raggiungimento degli obiettivi di

quota di mercato e/o di crescita nelle vendite/consumi, capacità di

ottenere impatti positivi sull’immagine dell’azienda;

110

Page 118: Indice - Tesionline

Indicatori di qualità = miglioramento dell’affidabilità, della

capacità di erogare benefici unici percepiti come superiori rispetto

a quelli della concorrenza;

Indicatori di flessibilità = diminuzione del numero di clienti persi

a causa dell’incapacità di soddisfare la domanda o le specifiche

esigenze, aumento della velocità di risposta;

Indicatori dell’utilizzo di risorse = diminuzione del costo per

cliente, aumento di produttività, aumento del ricavo per cliente.

Per quanto riguarda il secondo metodo che misura la performance del

processo di innovazione, occorre considerare innanzitutto le determinanti

del successo, ovvero quelle caratteristiche che, associate a tali processi,

aiutano il raggiungimento di tale successo.

Le determinanti sono:

- L’attenzione al mercato (capacità di soddisfare i bisogni e le attese

dei clienti chiaramente definiti, l’espansione del mercato di

riferimento);

- Lo sviluppo di un adeguato processo (tempi brevi, disponibilità

delle risorse, coinvolgimento dei dipendenti);

- L’orientamento strategico (strategia di innovazione piuttosto che

di risposta alle azioni degli altri, strategia aperta al rischio,

compatibilità con le risorse finanziare).

Un volta definite le determinanti, il processo di innovazione può essere

misurato con riferimento a tre dimensioni: il costo (quanto è costato

realizzare il nuovo servizio?); l’efficacia (quanto è efficiente il

111

Page 119: Indice - Tesionline

processo?); la velocità (quanto tempo è necessario per realizzare un

nuovo servizio?).

La seguente tabella fornisce degli esempi circa le misure maggiormente

utilizzate da ciascuna dimensione:

DIMENSIONE ESEMPI

Costo - Costo di sviluppo medio per servizio;

- Percentuale di costo sul fatturato sostenuto per la realizzazione di nuovi servizi;

Efficienza - Numero di nuovi servizi realizzati;

- Percentuali di nuovi servizi di successo;

Velocità - Tempo intercorrente tra la fase di ideazione e quella di lancio;

- Tempo necessario per realizzare nuove idee provenienti dall’ambiente esterno.

6.2 I problemi nell’innovazione dei servizi

Gestire l’innovazione non è semplice e costringe le imprese di servizi ad

affrontare molteplici problemi.

L’utilizzo di indicatori di performance inadeguati può avere un impatto

negativo sull’innovazione; in particolare, l’impiego di misure volte a

verificare la conformità del servizio rispetto ad un processo standard di

112

Page 120: Indice - Tesionline

erogazione può, da un lato, portare ad un miglioramento nei livelli

qualitativi, e, dall’altro, scoraggiare i responsabili aziendali a ripensare al

processo, migliorandolo facendo leva sull’innovazione.

Nel caso in cui l’innovazione sia una priorità aziendale, gli indicatori di

qualità dovranno essere dinamici, in grado di adeguarsi ai cambiamenti

di mercato e capaci di identificare le nuove esigenze della clientela.

113

Page 121: Indice - Tesionline

7. Sviluppo di un sistema integrato di misurazione della

performance

Nel corso del capitolo, si è affermato che la performance può essere

misurata lungo sei differenti dimensioni; in molte imprese di servizi

turistici esistono le informazioni relative a ciascuna di esse, ma spesso

queste non sono integrate in un sistema capace di supportare l’attività di

controllo e di sviluppo della strategia aziendale.

Questa mancanza di integrazione porta ad una forte focalizzazione sui

risultati di competitività e su quelli economico-finanziari, che finisce per

trascurare le cause di successo, ovvero le determinanti qualità,

flessibilità, utilizzo di risorse e innovazione.

Un sistema integrato di misurazione dovrebbe essere reso disponibile a

tutto il corpo dirigenziale, in modo tale da incoraggiare un confronto con

riferimento a tutte le dimensioni di performance, sottolineandone

l’interfunzionalità.

Questi principi possono essere rinforzati, ad esempio, chiedendo al

responsabile del marketing di presentare i risultati economico-finanziari

al consiglio d’amministrazione e al responsabile amministrativo di

presentare i risultati commerciali.

Nonostante l’esigenza di un tale sistema, rimane il problema di stabilire

chi debba farsi promotore del suo sviluppo.

È opportuno ricordare, in questo senso, che i responsabili della

contabilità direzionale hanno per molto tempo avuto il ruolo di

conduttori e di distributori delle informazioni contabili; la tipologia di

dati a sopporto delle attività di gestione è, tuttavia, molto più ampia dei

dati normalmente contenuti nei tradizionali report di natura contabile,

114

Page 122: Indice - Tesionline

poiché finiscono per comprendere dati di natura finanziaria e non,

qualitativi e quantitativi.

Da ciò deriva che molte delle informazioni necessarie sono estranee ai

meccanismi e ai sistemi di raccolta dei dati utilizzati dai controller; ad

esempio, molte misure di competitività, quali la quota di mercato o il

tasso di crescita, possono essere raccolte, controllate e adeguatamente

interpretate solo dalla funzione marketing; così come è vero che alcune

misure relative all’utilizzo delle risorse possono essere fornite dai

contabili, è altrettanto vero che altre misure di questo tipo sono

normalmente a disposizione dei dirigenti di linea o della funzione

personale.

Per questa ragione è possibile affermare che se i controller possono

rimanere i principali distributori di informazioni, molte di queste

potrebbero essere acquisite, controllate e valutate da quelli che ne sono i

principali utilizzatori.

Affinché l’introduzione di un nuovo sistema informativo abbia successo

è, quindi, necessario che tutti i responsabili aziendali ne siano coinvolti; i

controller saranno i principali custodi, ma non devono avere diritti

esclusivi di accesso o di proprietà.

In questo senso, essi hanno l’opportunità di giocare un ruolo sempre più

importante nell’integrazione e nel coordinamento di informazioni,

finanziarie e non; è un’opportunità che non può essere ignorata.

115

Page 123: Indice - Tesionline

8. Balanced Scorecard (BSC)

Concludendo, si esaminerà brevemente anche un altro sistema di

valutazione della performance avanzato nel 1990 dal Nolan Norton

Institute33 attraverso uno studio realizzato in collaborazione con diverse

società americane di primaria importanza.

Il risultato principale è stato uno schema, semplice ed efficace, che può

essere utilizzato per fissare le riflessioni riguardo alle misure dei risultati

più adatte per un’azienda.

Lo schema è stato chiamato Balanced Scorecard e la seguente figura lo

rappresenta:

Visione

Processi aziendali

“Quali procedure aziendali sono le determinanti di

valore aggiunto?”

Apprendimento dell’organizzazione

“Si è capaci di sostenere innovazione, cambiamento

e miglioramento?”

Prospettive contabili

“Come ci si pone nei confronti degli azionisti?”

Prospettiva dei clienti

“Come ci si pone nei confronti dei clienti?”

Le BSC combinano misurazioni monetarie e non monetarie imponendo

ai manager di considerare le prestazioni dell’impresa e quelle delle

singole divisioni che la costituiscono, secondo quattro prospettive, come 33 M. Morrow “Gestire per attività-Come valutare i risultati aziendali e controllare i costi con le tecniche dell’Activity Based Management”, Il sole 24 ore Edizioni, 1996, pag. 173-175

116

Page 124: Indice - Tesionline

evidenziato nello schema, che rendono per l’appunto “bilanciata” la

valutazione:

1. la prospettiva economico-finanziaria (Come ci vedono i nostri

azionisti? Che risultati di bilancio dobbiamo conseguire affinché

gli azionisti continuino ad investire nel capitale di rischio

dell’impresa?);

2. la prospettiva del cliente (Come ci vedono i nostri clienti? Quali

sono le prestazioni che più apprezzano?);

3. la prospettiva di processi interni (Quali processi producono valore

per l’impresa migliorando la performance nei confronti dei

clienti?);

4. la prospettiva dell’apprendimento e dello sviluppo organizzativo

(Siamo in grado di sostenere l’innovazione e i processi di

cambiamento?).

Affinché tale metodologia abbia successo è necessario che i manager

comprendano come ciascuna delle variabili misurate contribuisce agli

obiettivi complessivi dell’organizzazione.

In particolare, la BSC si prefigge di rendere esplicita la strategia in

termini di relazioni di causa-effetto che legano tra loro le singole

variabili.

Ogni variabile esplicitata deve, quindi, appartenere ad una specifica

“catena” di azioni orientate al perseguimento di un determinato obiettivo.

All’interno di queste catene sono presenti sia misure di risultato

conseguite, sia, come detto, misure di fattori che determineranno in

futuro le prestazioni auspicate (performance drivers).

117

Page 125: Indice - Tesionline

Un assunto centrale della BSC è che le tradizionali misure economiche

di risultato (come la rilevazione dell’utile di esercizio) non sono in grado

di fornire, qualora non integrate da corrispondenti performance drivers,

indicazioni su quali azioni porre in atto per migliorare la prestazione

economica.

Analogamente, le misurazioni delle sole performance drivers (come i

tempi di risposta, il tasso di errori ecc.) non sono in grado, se non

integrate da misure di risultato economico, di spiegare le variazioni di

performance, di ricondurla cioè alle cause sottostanti.

Nel settore dei servizi una tipica catena circolare virtuosa è:

maggiore soddisfazione dei dipendenti

soddisfazione dei clienti

fedeltà e anzianità dei clienti

quota di mercato

minori costi di gestione del singolo cliente

migliore performance economica

soddisfazione dei dipendenti

118

Page 126: Indice - Tesionline

Il modo migliore per costruire una BSC è quello di partire da obiettivi

generali (la destinazione) e mappare i mezzi e i legami di causa-effetto

(le vie) che si ritiene possano condurre a quegli obiettivi.

Esempio 1

L’albergo XXX potrebbe ritenere che la determinante principale del ROI

(la misura giudicata dall’impresa come centrale della prestazione

economica-finanziaria) sia un aumento delle vendite da conseguire

soprattutto attraverso una maggiore fedeltà dei clienti. Il management

potrebbe altresì ritenere che la principale determinante della fedeltà sia

una maggiore capacità di risposta del personale alle esigenze del cliente.

Quindi, le due variabili, capacità di risposta e fedeltà dei clienti (causa la

prima, effetto la seconda), misurerebbero il modo in cui il cliente “vede”

l’impresa.

Per migliorare la capacità di risposta il management potrebbe ritenere

necessario riformulare il processo di gestione delle prenotazioni

(prospettiva dei processi interni) e, conseguentemente, avviare delle

specifiche attività di formazione per aumentare la professionalità degli

addetti (prospettiva dell’apprendimento).

Rilevando nel tempo i risultati ottenuti rispetto a ciascuna dimensione e

variabile, risulta possibile misurare il processo di miglioramento

delineato e rilevare prestazioni manageriali non riconducibili alla sola

dimensione monetaria.

È, dunque, implicita una catena di causa effetto del tutto generale:

l’apprendimento organizzativo è la causa dello sviluppo di processi

adeguati attraverso i quali si soddisfano i bisogni dei clienti.

119

Page 127: Indice - Tesionline

Quanto precedentemente esposto può essere così schematizzato:

ROI

Fedeltà del cliente

Capacità di risposta

Processo di gestione della prenotazione

Competenze

Prospettiva dei processi interni

Prospettiva del cliente

Prospettiva economico-finanziaria

Prospettiva dell’apprendimento

Una seconda condizione affinché le BSC abbiano successo è che tale

sistema, come nel caso del modello precedentemente analizzato, sia

fortemente condiviso dal top management.

Tutti i sistemi di rilevazione della performance, per concludere, devono

essere parte integrante del sistema di controllo direzionale complessivo e

non, invece, sistemi indipendenti.

120

Page 128: Indice - Tesionline

Bibliografia

L. Fitzgerald, R. Jonson, S. Brignall, R. Silvestro, C.Voss

“Misurare la performance nelle imprese di servizi” EGEA, Milano,

1998

G. Brunetti “Il Controllo di gestione in condizioni ambientali

perturbate” Franco Angeli, Milano, 1999

R. Silvi “La progettazione del sistema di misurazione della

performance aziendale”, Giappichelli, Torino, 1995

R. Lynch, K. Cross “Migliorare la performance aziendale” Franco

Angeli, Milano 1992

R. Kaplan, D. Norton “The Balance Scorecard” Harvard business

School Press, Boston, 1996

J. A. Brimson “Contabilità per attività” Franco Angeli, Milano, 1992

D. M. Salvioni “Le imprese alberghiere complessità strutturale e

meccanismi di controllo” Giuffrè, Milano, 1988

R. Antony, D. Hawkins, D. Macrì, K. Merchant “Sistemi di

controllo, analisi economiche per le decisioni aziendali” McGraw-

Hill, Milano, 2001

121

Page 129: Indice - Tesionline

F. Amigoni “Misurazioni d’azienda. Programmazione e controllo”

vol. 1, Unicopli, Milano, 1987

C. Campanini “Economia e tecnica dell’impresa alberghiera”, Clueb,

Bologna, 1982

G. Cavazzoni “Il controllo di gestione”, Giappichelli, Torino, 1992

F. Amigoni “Misurazioni d’azienda programmazione e controllo”,

Giuffrè, Milano, 1995

G. Donna “La creazione di valore nella gestione dell’impresa”

Carocci, Roma, 1999

L. Guatri “Trattato sulla valutazione delle aziende”, Milano, Egea,

1998

R. N. Anthony “Contabilità e bilancio” Franco Angeli, Milano, 1986

L. Pozza “La misurazione della performance d’impresa, strumenti e

schemi” EGEA, Milano, 2000

G. B. Stewart “The Quest For Value” HarperCollins, New York,

1991

M. Morrow “Gestire per attività- Come valutare i risultati aziendali e

controllare i costi con le tecniche dell’Activity Based Management”, Il

sole 24 ore Edizioni, 1996

122

Page 130: Indice - Tesionline

M. Lupidi “Elementi di economia aziendale e contabilità per le

imprese turistiche”, Franco Angeli, Milano, 1996

Riviste

R. Silvi “La misurazione delle performance" in

“Economia&Management”, n.4, 1996

J. B. Quinn, C. E. Gagnon “Will services follow manufacturing into

Decline?” in “Harvard Business Review”, Vol. 64, N°6, Novembre-

Dicembre 1986

A. Parasuraman, V. A. Zeithaml, L. L. Berry “A Conceptual Model

of service quality and its applications for future research” in “Journal

of Marketing”, Vol. 49, N°4, 1985

A. Poli “L’Eva e la determinazione degli incentivi al management: gli

argomenti a favore” in “La Valutazione delle aziende” n 12, 1997, FV,

Milano

C. Demattè “Teoria del valore: serve davvero per guidare meglio le

imprese” in “Economia & Management”, n. 2, 1997

R. Eccles, L. Lupone, “Alla ricerca del valore: il divario informativo

tra società e mercato” in “La Valutazione delle Aziende” Dicembre, n.

11, 1998, FV, Milano

123

Page 131: Indice - Tesionline

R. S. Kaplan “The evolution of management accounting” in “The

Accounting Review”, n.3, 1984b

D. Pierantozzi “La valutazione dei processi operativi aziendali” in

“La Valutazione delle aziende” n. 11, 1997, FV, Milano

124