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Speciale The Innovation Cloud|aper.it
RINNOVABILI:
PRINCIPALI NOVITÀ DELL’ULTIMO ANNO
DECRETI FER
Il 5 e 6 luglio 2012 sono stati approvati i c.d. Decreti
FER mediante i quali si è ridisegnato il futuro cammino
delle energie rinnovabili in Italia. I due decreti, emanati
in ritardo di quasi un anno rispetto alle tempistiche di
cui al D.Lgs. n. 28/2011, prevedono una serie di
decurtazioni alle precedenti tariffe incentivanti,
l’introduzione di contingenti di potenza incentivabile,
nonché meccanismi quali le aste ed i registri. Per il
fotovoltaico, in particolare, il passaggio dal precedente
IV conto energia all’attuale V conto si è avuto il 27
agosto 2012, a valle del superamento dei 6 mld di euro
totali incentivati dal IV conto.
Tale settore - che ad ogni modo potrà vantare risorse
per 6,7 mld di euro annui - ha subito delle riduzioni
incentivanti che variano dal 50% al 75% circa. A questi
tagli, inoltre, si aggiunge anche l’ulteriore riduzione
della soglia di potenza per accedere agli incentivi senza
obbligo di iscrizione al nuovo registro, fissata a 12 kW o
50 kW in base al tipo di intervento effettuato. Il Decreto
per le fonti rinnovabili diverse dal fotovoltaico prevede,
invece, un tetto di 5,8 mld di euro complessivi e
l’introduzione dei meccanismi di aste e registri
differenziati per fonte e per potenza.
STRATEGIA ENERGETICA NAZIONALE
La Strategia Energetica Nazionale (SEN) è un
documento approvato dal precedente Governo nel
mese di marzo. Rappresenta la direzione strategica che
il nostro Paese si impegna ad adottare fino al 2020.
Il documento è diviso in sette parti. I punti principali
sono: a) riduzione dei costi energetici; b) superamento
degli obiettivi 20-20-20; c) migliorare la sicurezza di
approvvigionamento; d) sviluppare la green e la white
economy.
In base agli impegni assunti dal Governo con la SEN, la
quota di energia elettrica rinnovabile dovrebbe
aumentare fino al 36-38% entro il 2020. Fattori di
particolare interesse sono quelli volti ad accelerare gli
aspetti burocratici legati ai processi di autorizzazione
unica ed i correttivi auspicati per una migliore e più
efficace integrazione delle rinnovabili nel sistema
elettrico. Il funzionamento del mercato elettrico, infine,
riveste un’importanza fondamentale al fine di ridurre il
gap di costo dell’energia tra l’Italia e gli altri Paesi.
BURDEN SHARING
Con il termine di Burden Sharing (BS) si intende la
ripartizione regionale della quota minima di incremento
dell’energia prodotta con fonti rinnovabili, al fine di
raggiungere gli obiettivi europei prefissati al 2020. Tale
decreto è stato definito sulla base degli obiettivi
contenuti nel Piano di Azione Nazionale (PAN) per le
energie rinnovabili. E’ stato emanato con oltre 1.100
giorni di ritardo rispetto ai tempi stabiliti dalla Legge
Finanziaria del 2008. Le regioni e le province
autonome, in forza di tale decreto, devono recepire i
target contenuti nello stesso BS adottando adeguate
politiche di sostegno alle FER. La tardiva approvazione
del BS appare, tuttavia, anacronistica rispetto agli
attuali scenari di mercato, mutati in maniera
considerevole nel giro di pochi anni.
Indice
Rinnovabili: principali novità dell’ultimo anno 1
Eolico 2
Fotovoltaico 4
Bioenergie 7
Idroelettrico 10
Attività APER 12
APER | aper.it
Eolico
Speciale The Innovation Cloud|aper.it
2
EOLICO: STATO DELL’ARTE
Nel 2012 il settore eolico, in termini di nuova potenza
installata, è cresciuto di circa 1,1 GW confermandosi
come terza fonte rinnovabile (dopo l’idroelettrico ed il
fotovoltaico) per produzione di energia e per potenza
installata. Il 2012 si è dimostrato un anno
particolarmente positivo, con un trend di crescita in
linea con l’installato degli anni precedenti. Il dato del
2012 risulta, tuttavia, fuorviante rispetto agli attuali
scenari di mercato. Una crescita di oltre 1 GW l’anno
non sarà, infatti, più replicabile in ragione
dell’approvazione del decreto del 6 luglio 2012, al cui
interno, come scritto nelle premesse, si stabiliscono
dei contingenti di potenza incentivati predefiniti. Per la
fonte eolica nel triennio 2013 - 2015 sono ammessi
ad incentivazione 1.680 MW tra aste e registri. Se è
pur vero che il limite di potenza riguarda la mera
incentivazione degli impianti e dunque non inibisce
l’installazione di nuove eoliche, è altrettanto vero che
le attuali condizioni di mercato (alti costi
amministrativi, oneri di sbilanciamento, difficoltà a
reperire nuovi siti con ventosità interessanti, forte
diminuzione del prezzo dell’energia) non consentono
di teorizzare numeri particolarmente interessanti.
Tanto premesso, è bene, tuttavia, ricordare che
l’attenzione del Paese Italia in termini di promozione e
diffusione delle fonti rinnovabili deve necessariamente
rimanere alta al fine di raggiungere l'ambizioso
obiettivo di 20 TWh di produzione eolica al 2020,
come indicato nel Piano d'Azione Nazionale del
giugno 2010, in attuazione della Direttiva UE
2009/28/CE.
Sarebbe utile, a tal fine, una revisione degli attuali
meccanismi di funzionamento del mercato, con una
migliore integrazione dell'energia eolica nel sistema
elettrico nazionale.
ASTE On Shore Off Shore
Contingente (MW) 500 650
Numero Istanze 18 1
Potenza richiesta (MW) 442 30
Contingente (%) 88 4,6
PRINCIPALI NOVITÀ E PROSPETTIVE FUTURE
Il trend di crescita della fonte eolica, come anticipato,
è ragionevolmente in diminuzione rispetto agli anni
precedenti in forza della variazione del meccanismo
di incentivazione e delle conseguenti difficoltà ed
incertezze createsi tra gli operatori del vento. Il
settore eolico è destinato a cambiare ed evolversi nei
prossimi anni, in ragione delle criticità di sviluppo, dei
sovraoneri presenti e delle modalità di accesso agli
incentivi, fattori che influenzeranno le dinamiche di
sviluppo tradizionali. In questa sede possiamo, in
assenza di più accurate analisi, unicamente
commentare i primi risultati della nuova disciplina
incentivante. La prima asta eolica potrebbe aver
sofferto del fattore novità, considerando una
assegnazione di 442 MW su 500 MW disponibili e
considerando, inoltre, che alcuni di quei MW
0
500
1.000
1.500
1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015
Potenza [MW]
Installato
Previsto
Eolico
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3
entreranno in esercizio con il precedente sistema
incentivante e verranno, dunque, sottratti dal tetto di
potenza disponibile. Il diverso modo di biddare degli
operatori testimonia d’altronde una reale complessità
nel confrontarsi con nuove logiche di mercato e con
un sistema di accesso particolarmente oneroso.
Potrebbe cosi spiegarsi, ad esempio, il 10% circa di
differenza tra le prime due offerte e la terza offerta in
graduatoria. L’eolico off shore italiano, al contrario,
continua a dimostrarsi poco interessante per gli
operatori del settore che, a fronte di un contingente di
650 MW, hanno presentato un’unica istanza per 30
MW complessivi.
In considerazione degli alti costi di queste installazioni
e delle oggettive difficoltà di carattere tecnico,
normativo ed ambientale ad esso legate, c’è curiosità
e forsanche diffidenza (giacché storicamente tali
impianti hanno dimensioni ben superiori a 30 MW) nel
capire se anche in Italia si realizzerà il primo impianto
off shore. La mera descrizione numerica del risultato
delle aste è davvero poco confortante, considerando
anche che non vi sono stati impianti esclusi o non
ammessi alle graduatorie. Più semplicemente, questo
sistema stride con le attuali dinamiche di mercato.
Il minieolico potrebbe essere una soluzione
interessante, una nuova tendenza di sviluppo, ma,
naturalmente, con i piccoli impianti eolici, sarà molto
difficile ottenere gli stessi valori riportati in passato. I
registri hanno premiato i piccoli impianti nella misura
in cui, a fronte di 60 MW, disponibili sono arrivate
richieste per più del triplo della potenza disponibile.
Le conclusioni da trarre risultano allora piuttosto
semplici. Pur cercando di non banalizzare un sistema
economico complesso come quello incentivante, non
si può non scrivere di un successo dei registri, di forti
criticità per le procedure d’asta e di una complessiva
mal gestione del tetto di spesa di 5,8 mld di euro
annui, come costo indicativo cumulato per tutte le
tipologie di impianti, ad eccezione del fotovoltaico.
Aste pressoché deserte e registri pluriaffollati
dovrebbero allora essere da stimolo per i regolatori
pubblici nell’introdurre dei correttivi al sistema. Anche
a saldi economici invariati ci sarebbe, infatti, la
possibilità di apportare dei miglioramenti al sistema.
La potenza dei contingenti non assegnata potrebbe,
ad esempio, riversarsi sulle tecnologie su cui vi è più
richiesta.
Tema particolarmente sensibile nel 2012, i cui effetti
hanno iniziato a decorrere dal 1 gennaio del 2013, è
quello degli sbilanciamenti, di cui alla Deliberazione
AEEG n. 281/2012. La nuova deliberazione introduce
un onere economico per i produttori di energia da
fonti rinnovabili non programmabili - in particolare
eolico e fotovoltaico - proporzionato allo squilibrio tra
l'energia programmata e l'energia effettivamente
immessa in rete. L’intera disciplina appare piuttosto
complessa e difficilmente sintetizzabile in poche
righe. In maniera molto semplificata si può ad ogni
modo descriverla nei seguenti termini: lo
sbilanciamento fisico di energia causato dai produttori
per via di inesatti forecasting fa sì che sui produttori -
in forza del comportamento della zona di mercato -
possano essere trasferiti degli oneri economici, la cui
quantificazione appare difficoltosa, ma su cui è
possibile reperire dei primi dati dal sito del GSE.
L’attribuzione di tali oneri non è, tuttavia,
particolarmente correlata all’entità previsionale
dell’errore, come sarebbe lecito attendersi, ma grava
sui produttori in modo sufficientemente arbitrario. La
presenza di una franchigia del 20% nel primo
semestre e del 10% nel secondo semestre 2013 non
sembrano sortire particolari effetti positivi per i
produttori. Ragioni quest’ultime, che hanno indotto
APER a presentare riscorso contro questa
deliberazione. L’udienza di merito del TAR Milano è
prevista nei prossimi giorni, mentre si auspica che
l’emanazione della sentenza possa avvenire in tempi
ragionevoli.
Fotovoltaico
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4
FOTOVOLTAICO: STATO DELL’ARTE
Il fotovoltaico in Italia gode da diversi anni di un
proprio sistema incentivante denominato conto
energia. Dal 2005 ad oggi si sono susseguiti ben 5
differenti conti energia. Nonostante agli inizi non siano
stati raggiunti risultati soddisfacenti, nel corso del
biennio 2010-2011, complici la riduzione dei costi di
realizzazione e livelli di incentivazione elevati, il
fotovoltaico ha registrato un vero e proprio boom di
installazioni. Il 2011 è stato infatti l’anno in cui il
nostro Paese con i circa 9,6 GW, su un valore
complessivo di 12,7 GW, ha ottenuto il primato
mondiale in termini di nuova potenza installata.
Diversamente, nel 2012 non si è registrato un risultato
di pari entità ma, nonostante i repentini cambiamenti
normativi e regolatori, i circa 3,3 GW di nuovo
installato hanno comunque consentito all’Italia di
rappresentare il secondo mercato a livello mondiale
subito dopo la Germania.
Con molta probabilità il sistema incentivante
attualmente in vigore, il DM 5 luglio 2012 (cd V conto
energia), è l’ultimo modello di supporto economico
allo sviluppo di un settore che ormai non è più un
mercato di nicchia, ma è il mercato che in pochi anni
è riuscito a coprire una percentuale sempre crescente
della domanda di energia elettrica nazionale. Nel
2012 i 18.800 GWh prodotti dai 16,4 GW di potenza
installata hanno rappresentato oltre il 6% della
richiesta energetica del territorio italiano.
Puntando l’attenzione sulle singole regioni, si può
osservare che nel 2012 Puglia, Lombardia, Emilia
Romagna, Veneto, Piemonte, Sicilia, Lazio e Marche
hanno rappresentato il 73% della potenza
complessivamente installata a livello nazionale. La
Puglia si conferma la prima regione in termini di
installato, mentre alla Lombardia spetta il primato per
numero di impianti realizzati seguita dal Veneto e
dall’Emilia Romagna. Questo significativo risultato
mette in evidenza come nel corso di questi ultimi anni
ci sia stato uno spostamento dal mercato delle
installazioni di grande taglia (soprattutto nelle regioni
meridionali della Penisola favorite da condizione di
irraggiamento migliori) a quelle di dimensioni medio -
residenziale (realizzate soprattutto su coperture
industriali ed edifici delle regioni settentrionali).
39 193 676,5 1.905,70
10.796
18.800
87 431 1.144
3.470
12.773
16.350
0
2.000
4.000
6.000
8.000
10.000
12.000
14.000
16.000
18.000
20.000
0
2.000
4.000
6.000
8.000
10.000
12.000
14.000
16.000
18.000
2007 2008 2009 2010 2011 2012
Pro
du
zio
ne
[G
Wh
]
Po
ten
za [
MW
]
Energia prodotta Potenza
Evoluzione della Potenza e della Produzione fotovoltaica dal 2007 al 2012
Elaborazione APER su dati GSE e Terna
Fotovoltaico
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5
(dati aggiornati al
31/12/2012)
N.
impianti
Potenza
[MW]
Puglia 33.702 2.446
Lombardia 68.803 1.818
Emilia Romagna 45.232 1.608
Veneto 65.335 1.482
Piemonte 34.236 1.368
Sicilia 32.083 1.114
Lazio 26.889 1.064
Marche 17.268 977
Toscana 24.911 642
Abruzzo 12.009 608
Sardegna 22.417 558
Campania 16.507 542
Umbria 11.479 415
Friuli Venezia Giulia 22.503 404
Calabria 14.513 378
Trentino Alto Adige 18.387 369
Basilicata 5.583 328
Molise 2.596 158
Liguria 4.379 73
Valle D’Aosta 1.534 18
TOTALE 480.366 16.372
PRINCIPALI NOVITÀ E PROSPETTIVE FUTURE
Il 2012 è stato un anno di profondo cambiamento per
il settore del fotovoltaico.
Nonostante il IV conto energia emanato nel 2011
avesse stabilito le condizioni per l’incentivazione degli
impianti fotovoltaici fino al 2016, il legislatore ha
nuovamente modificato le regole con l’emanazione
del DM 5 luglio 2012 che ha stabilito la nuova
modalità di incentivazione per il fotovoltaico fino al
raggiungimento di 6,7 mld di euro come costo
cumulato annuo. Tra le novità principali ricordiamo il
passaggio da feed-in premium a feed-in tariff (con
scambio sul posto e ritiro dedicato alternativi al conto
energia). Inoltre l’accesso all’incentivo per impianti al
di sopra dei 12 kW (50 kW su edifici, in caso di
sostituzione di eternit), è subordinato all’iscrizione ad
un registro per il quale il decreto ha stabilito dei limiti
massimi di spesa sostenibili. A valle della chiusura del
primo registro, dei 140 mln di euro previsti, ne sono
stati assegnati solo 90 mln. Questo è stato
sicuramente l’effetto di un abbandono anticipato da
parte di alcuni operatori che, non avendo la certezza
di poter accedere all’incentivo, hanno deciso
preventivamente di non partecipare alla complessa
procedura del registro. Ad oggi1, su quasi 1 GW di
potenza di impianti iscritti al primo registro, poco
meno della metà (433 MW) sono entrati in esercizio; i
restanti 505 MW, corrispondenti a circa 48 mln di euro
di costo annuo, hanno tempo fino al 28 settembre
2013 per entrare in esercizio (un anno dalla
pubblicazione della prima graduatoria). I circa 50 mln
eccedenti dal primo esito avrebbero dovuto sommarsi
al budget di 120 mln previsto per il 2° registro.
Tuttavia, a causa della proroga di accesso al IV conto
energia per impianti realizzati su edifici e aree della
PPAA (cd. Salva Alcoa 2) e degli impianti che hanno
avuto accesso diretto all’incentivo (entrambi incidenti
sul budget del registro successivo), il limite di costo
disponibile per il 2° registro è stato di soli 70,5 mln di
euro.
Un’ulteriore novità è stata introdotta dalla
Deliberazione n. 281/2012/R/efr che ha modificato il
servizio di dispacciamento dell’energia elettrica per le
unità di produzione di energia elettrica da fonti
rinnovabili non programmabili (FRNP). Nello specifico
ha esteso, a partire dal 1° gennaio 2013, anche agli
impianti esistenti, previsti per le unità non abilitate,
l’applicazione dei corrispettivi di sbilanciamento
alle fonti rinnovabili non programmabili, al netto di una
1 I dati relativi al risultato del primo registro riportati in tabella
sono aggiornati al 6 maggio 2013 (fonte GSE)
1° REGISTRO In Esercizio Non in esercizio
N impianti 1.808 1.753
Potenza (MW) 433 505
Costo annuo
(mln €) 38,8 47,9
Fotovoltaico
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6
franchigia che sarà pari al 20% del programma
vincolante modificato e corretto di immissione nei
primi 6 mesi, e al 10% a partire dal 1° luglio.
Infine, con la Delibera 570/2012/R/eel, l’Autorità ha
introdotto le nuove disposizioni che regolano il
meccanismo dello scambio sul posto a partire dal
1° gennaio 2013. La nuova disciplina ha abrogato e
sostituito la Delibera ARG/elt 74/08 e ha introdotto
una semplificazione procedurale relativamente al
calcolo del contributo in conto scambio per il quale è
prevista la restituzione delle sole componenti tariffarie
variabili “rimborsabili”.
Ma quali saranno le prospettive del fotovoltaico nel
post V conto energia?
Sicuramente per garantire uno sviluppo sostenibile
del settore nell’era del post-incentivo è necessario
che l’Autorità disciplini una volta per tutte i cosiddetti
Sistemi Efficienti d’Utenza. Il Sistema Efficiente
d’Utenza è definito dal D.Lgs. 115/2008 come un
sistema in cui un impianto di produzione di energia
elettrica, con potenza nominale non superiore a 20
MWe e complessivamente installata sullo stesso sito,
alimentato da fonti rinnovabili ovvero in assetto
cogenerativo, anche nella titolarità di un soggetto
diverso dal cliente finale, è direttamente connesso,
per il tramite di un collegamento privato senza obbligo
di connessione di terzi, all’impianto per il consumo di
un solo cliente finale ed è realizzato all'interno
dell'area di proprietà o nella piena disponibilità del
medesimo cliente. Da oltre quattro anni infatti il
settore attende l’intervento regolatorio dell’Autorità sui
Sistema Efficienti d’Utenza.
Alternativamente ai SEU al momento, per impianti di
piccola taglia, è possibile godere delle agevolazioni
fiscali previste dal DL 22 giugno 2012 convertito in
Legge n.134/2012, il quale ha modificato la
percentuale di detrazione per le ristrutturazioni edilizie
dal 36% al 50% e l’importo massimo di spesa per
ogni unità abitativa da 48.000 € a 96.000 € (fino al 30
giugno 2013). L’Agenzia delle Entrate con
Risoluzione n.22/E del 2 aprile 2013, ha infatti
confermato la possibilità di usufruire della detrazione
per le spese di acquisto e installazione di un impianto
fotovoltaico diretto alla produzione di energia elettrica.
È tuttavia necessario, per poter beneficiare della
detrazione, che la produzione di energia elettrica
avvenga per far fronte ai bisogni energetici
dell’abitazione (usi domestici, illuminazione,
alimentazione delle apparecchiature elettriche) e
pertanto l’impianto deve essere posto direttamente a
servizio dell’abitazione dell’utente. Non è quindi
possibile fruire della detrazione quando la cessione
dell’energia prodotta in eccesso configuri esercizio di
attività commerciale (es. impianto con potenza
superiore a 20 kW o pure avendo potenza inferiore a
20 kW non sia posto a servizio dell’abitazione).
Bioenergie
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7
BIOENERGIE: STATO DELL’ARTE
Negli ultimi dieci anni, lo sviluppo delle bioenergie è
stato piuttosto costante: tra il 2000 e il 2011
l’elettricità generata dalle biomasse è cresciuta
mediamente del 32% l’anno, passando da 1.505 a
10.832 GWh. Nell’anno 2012, dalle prime stime del
GSE, si registra una crescita della potenza installata
pari a 3.800 MW con una produzione di 12.250 GWh.
Fra i tre comparti (biomasse solide, biogas e
bioliquidi) il biogas agricolo si è dimostrato
particolarmente dinamico, facendo registrare
nell’ultimo anno una potenza installata che va oltre i
250 MW; seppur in misura minore crescono anche le
installazioni di impianti a biomasse solide, benché di
taglie ridotte. Il comparto dei bioliquidi sta vivendo,
invece, una condizione diversa: tra il 2008 e il 2010
ha avuto una crescita repentina, con l’installazione nel
Paese di quasi 800 MW, per subire poi una battuta
d’arresto nel 2011.
Le motivazioni sono da ricercare nelle numerose
criticità che sta vivendo questa fonte, in primis
l’aumentato costo della materia prima utilizzata, a cui
si aggiunge l’adempimento alle complesse
disposizioni della sostenibilità, ormai entrate a regime.
Nonostante le problematiche che il settore sta
affrontando, si registra comunque una potenza
installata sul territorio che si aggira intorno ai 150 MW
per il 2012.
La crescita complessivamente non trascurabile
registrata dalle bioenergie nell’ultimo anno (3.800 MW
nel 2012 secondo le stime provvisorie GSE) potrebbe
non essere rappresentativa del trend futuro. Non si
può infatti trascurare da un lato che, nonostante le
criticità e le molteplici variazioni normative che hanno
caratterizzato l’ultimo anno, si è registrato un
significativo aumento delle installazioni giustificato dal
tentativo di molti operatori di rientrare nel sistema di
incentivazione precedente al DM 6 luglio 2012, e
dall’altro che il raggiungimento degli obiettivi al 2020
previsti dal Piano d’Azione Nazionale è ormai
prossimo. Per quanto infatti le potenzialità di sviluppo
di questa fonte siano idealmente elevatissime, il
modesto traguardo prefissato dal PAN (3.820 MW) è
ormai vicino.
PRINCIPALI NOVITÀ E PROSPETTIVE FUTURE
Il nuovo sistema di incentivazione ricopre senza
dubbio una delle principali novità per il settore delle
bioenergie: oltre ad aver subito un notevole taglio, le
tariffe incentivanti vengono conferite a seguito
dell’identificazione della materia prima, utilizzata
nell’impianto, in specifiche tipologie. Il GSE identifica
la tipologia della biomassa attenendosi a quanto
riportato nell’autorizzazione. Laddove l’autorizzazione
non espliciti in maniera chiara la biomassa utilizzata,
secondo alcune condizioni il GSE provvederà ad
aggiudicare la tariffa più bassa prevista. Le tariffe
vengono assegnate sulla base della classificazione
delle biomasse in prodotti di origine biologica,
sottoprodotti, rifiuti la cui frazione biodegradabile è
determinata forfettariamente e rifiuti indifferenziati. Il
nuovo decreto, la cui tendenza è la valorizzazione di
impianti di piccola taglia e/o che utilizzano
sottoprodotti, riconosce dei premi aggiuntivi agli
impianti più “virtuosi” che operano in assetto
cogenerativo ad alto rendimento, che prevedono una
CRESCITA
BIOENERGIE 2011 2012
Potenza installata (MW)
2.825 3.800
Produzione (GWh) 10.832 12.250 Obiettivi 2020 MW GWh
Biomasse 1.640 7.900
Bioliquidi 980 4.860
Biogas 1.200 6.020
Totale 3.820 18.780
Bioenergie
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8
riduzione delle emissioni, che dispongono di una rete
di teleriscaldamento e, per gli impianti a biogas, che
sono dotati di sistemi in grado di recuperare l’azoto
prodotto.
Dalla pubblicazione della Direttiva 2009/28/CE, che
ha introdotto i criteri di sostenibilità per bioliquidi e
biocarburanti, si è susseguito un percorso normativo
piuttosto lungo e complesso.
Il recepimento delle disposizioni comunitarie è
avvenuto con il D.Lgs. n. 28/2011, il quale prevede
che dal 1° gennaio 2012 solo l’energia prodotta da
bioliquidi sostenibili potrà essere incentivata e
contribuire agli obiettivi previsti per il 2020 in materia
di FER. Per dimostrare la sostenibilità dei bioliquidi, la
direttiva comunitaria prevede la possibilità di ricorrere
a sistemi di certificazione nazionali o sistemi volontari
approvati dalla Comunità Europea. Il sistema italiano,
introdotto con il Decreto Interministeriale 23 gennaio
2012, viene pubblicato in netto ritardo rispetto alla
scadenza prevista dalla normativa ovvero circa un
mese dopo la data imposta dal D.Lgs. n.28/2011. Il
provvedimento stabilisce le modalità di funzionamento
del sistema nazionale di certificazione, le procedure di
adesione e di verifica degli obblighi.
La difficoltà da parte degli operatori nell’attuare tale
sistema nasce principalmente dall’effettivo ritardo con
cui è stato emanato il provvedimento. Così, oltre
all’imposizione di misure onerose e non prive di
difficoltà nella loro attuazione, gli operatori si sono
visti ridurre il tempo a disposizione per dotarsi delle
procedure adeguate richieste dalla norma e hanno
dovuto confrontarsi con un periodo transitorio
inizialmente di soli sei mesi per adempiere al sistema.
A fronte dell’inadeguatezza del periodo transitorio, del
ritardo nell’adozione del DM e delle misure retroattive
introdotte dalla disciplina, il Decreto 23 gennaio è
stato impugnato da alcuni associati (con APER ad
adiuvandum) ottenendo esito positivo da parte della
Camera di Consiglio che ha accolto l’istanza di
sospensione del provvedimento.
Tuttavia, a valle delle modifiche apportate dal
Ministero dell’Ambiente che ha esteso l’applicabilità
del periodo transitorio sino al 31/12/2012 per tutte le
partite di bioliquidi, non risulta ancora chiaro come
debbano comportarsi gli operatori nel caso in cui
aderiscano a un sistema volontario che copra tutti i
requisiti previsti dalla Direttiva 2009/28/CE ma che
non sia completamente rispondente al sistema di
certificazione nazionale. Pertanto, dal momento che il
decreto “correttivo” non disciplina tutti gli aspetti
oggetto del ricorso, il ricorso è ancora pendente. Nel
frattempo, al fine di tutelare gli investimenti già
disposti entro la fine del 2012, la Legge di Stabilità
introduce una misura di salvaguardia per gli impianti a
bioliquidi che accedono al sistema dei certificati verdi
o alla tariffa omnicomprensiva.
Un tema caldo che interessa il comparto delle
bioenergie negli ultimi mesi riguarda, inoltre, la
certificazione della filiera corta. Definito dal Decreto
3 marzo 2010 del Ministero delle Politiche Agricole, il
meccanismo della filiera corta mira a valorizzare le
biomasse e i biogas derivanti da prodotti agricoli, di
allevamenti e forestali provenienti da un’area
compresa in un raggio di 70 km dagli impianti di
potenza superiori al MW che utilizzano queste
materie. L’adempimento a tale meccanismo comporta
l’applicazione del coefficiente k= 1.8 per i certificati
verdi. Il sistema, in realtà, funziona già da alcuni anni
ma, attualmente, si presenta la criticità derivante dai
mancati sopralluoghi da parte di AGEA (incaricata dal
Ministero a svolgere l’attività di controllo), necessari al
rilascio degli incentivi per la produzione di energia.
APER è pertanto intervenuta attraverso ripetute
segnalazioni indirizzate al Ministero delle Politiche
Agricole ed al GSE affinché, nelle more delle misure
correttive che predisporrà il Ministero, vengano
rilasciati comunque gli incentivi spettanti.
Bioenergie
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Per le bioenergie l’ultimo anno è stato importante
anche per le numerose attività ministeriali di cui il
settore è stato protagonista. Il “Tavolo di filiera per
le bioenergie” in primis. Coordinato da MIPAAF con il
supporto di MATTM e MiSE, è stato istituito con lo
scopo di favorire l’integrazione della filiera e la
valorizzazione dei prodotti agricoli ed è composto dai
rappresentanti degli organismi maggiormente
rappresentativi a livello nazionale dei settori della
produzione, della trasformazione, del commercio e
della distribuzione dei prodotti agricoli e
agroalimentari.
L’obiettivo del tavolo è raccogliere il maggior numero
di informazioni e suggerimenti sul quadro di
riferimento del settore e le sue criticità, utili a
sviluppare il potenziale del settore agroenergetico e
perfezionare il quadro normativo. Il prodotto finale del
tavolo è l’elaborazione di due report con l’intento di
sottoporli al nuovo governo.
APER ha inoltre partecipato al “Tavolo di lavoro
Sottoprodotti”, che coinvolge tutte le associazioni di
categoria del settore agricolo e delle fonti rinnovabili,
coordinato dal Ministero dell’Ambiente. Il tavolo è
stato istituito con la finalità di porre chiarezza sulla
disciplina relativa alla natura dei residui utilizzabili per
scopi energetici, da sempre soggetta a incertezze
normative. L’obiettivo del “decreto sottoprodotti” è
quello di dare parametri certi agli operatori su cosa
deve essere considerato sottoprodotto e cosa deve
essere considerato rifiuto. Esso deve partire dalle
condizioni individuate dall’art. 184-bis del D.Lgs.
152/2006 ed applicarle alla lista del Decreto FER
elettriche.
Il prodotto finale comporterà anche la modifica
dell’Allegato X della Parte V del D.Lgs. 152/2006,
relativo alla disciplina dei combustibili. Attualmente i
lavori sono in corso di finalizzazione.
È opportuno infine ricordare un ultimo tema di grande
interesse per il settore: lo sviluppo della filiera del
biometano. Introdotto dalla direttiva rinnovabili e dal
D.Lgs. n. 28/2011 (art. 20 - 21), attende ora la
definizione - con grande ritardo rispetto ai termini di
legge previsti - delle condizioni tecniche per
l’immissione del biometano nella rete gas e del
sistema incentivante per il suo sviluppo. In particolare,
il decreto che ha il compito di definire l’incentivazione
del biometano dovrebbe essere prossimo alla
pubblicazione.
Idroelettrico
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IDROELETTRICO: STATO DELL’ARTE
I primi dati provvisori pubblicati dal GSE relativi al 2012
presentano ancora una volta la forte crescita del
comparto delle rinnovabili che balza a quota 92.460
GWh, facendo registrare un +9.500 GWh rispetto
all’anno precedente.
Se per il settore nel suo insieme si conferma il trend
positivo, per l’idroelettrico si registra invece una
contrazione della produzione a 41.940 GWh nel 2012,
pari al 45% di tutta l’energia rinnovabile prodotta nel
nostro Paese.
Il dato però non deve stupire: alla base delle sensibili
oscillazioni di producibilità che si rilevano tra un anno e
l’altro c’è la forte dipendenza di questa fonte dalle
condizioni di idraulicità.
Il 2012 in questo senso non è stato un’annata
particolarmente favorevole se comparata alle
straordinarie annate precedenti.
Se si dà un’occhiata alla potenza installata e alla
numerosità degli impianti si può vedere che il numero
delle installazioni è aumentato secondo un tasso medio
annuo pari al 4%, mentre per la potenza si è registrato
un aumento medio annuo più contenuto pari all’1%,
questo in ragione del fatto che la crescita del settore
nell’ultimo decennio è stata legata soprattutto a nuovi
impianti di piccole dimensioni. La taglia media dei
nuovi impianti installati negli ultimi anni è di poco
superiore al MW - fatto salvo il dato relativo il 2010 che
risulta essere non significativo perché contiene una serie
di impianti di piccole dimensioni, per lo più sotto i 220
kW, mai censiti prima.
PRINCIPALI NOVITÀ E PROSPETTIVE FUTURE
Il 2012 è stato certamente un anno di grandi novità per il
settore delle rinnovabili. Le decise modifiche all’assetto
incentivante, stabilite nel Decreto 6 luglio 2012, stanno
disegnando lo sviluppo futuro del settore, guidando di
fatto le nuove installazioni: per l’idroelettrico ciò si
tradurrà in nuove installazioni di mini impianti
idroelettrici, di taglia inferiore rispetto a quanto
realizzato negli ultimi anni, e si tratterà soprattutto di
impianti su canali esistenti, come quelli di reti
acquedottistiche e di consorzi irrigui, oltre che sul DMV.
Incentivi più alti e vita burocratica più semplice per gli
impianti di piccole e piccolissime dimensioni sono gli
elementi chiave che guidano questo cambio di rotta.
Poco spazio invece viene lasciato ad iniziative di taglia
relativa superiore.
2008 2009 2010 2011 2012
Prod. [GWh] 41.623 49.138 51.117 45.823 41.940
16.820 16.969
17.055
17.325 17.411 17.459 17.624 17.722
17.876
18.092 18.200
1.974 1.998 2.021 2.055 2.093 2.128 2.184 2.249
2.729 2.902
-
500
1.000
1.500
2.000
2.500
3.000
2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012*
16.000
16.500
17.000
17.500
18.000
18.500
Nu
me
ro im
pia
nti
Po
ten
za [
MW
]
Evoluzione numerosità e potenza impianti idro dal 2002 al 2012
Elaborazione APER su dati Terna, GSE *dato provvisorio 2012
Idroelettrico
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È quanto viene confermato dai risultati di registri ed
aste. L’asta idroelettrica è andata completamente
deserta, mentre sui registri dedicati ai nuovi impianti si è
assistito ad un numero di richieste che hanno di gran
lunga superato il contingente assegnato e ciò di fatto ha
lasciato fuori dalle graduatorie quasi 100 progetti - tutti
rigorosamente già autorizzati - per una richiesta pari al
233% rispetto ai 70 MW previsti. Anche i registri dedicati
ai rifacimenti, con il contingente impegnato per poco più
del 24%, scontano lo scotto di un incentivo che per
questo tipo di interventi è stato drasticamente diminuito
rispetto al vecchio meccanismo incentivante.
Alla luce di questi risultati parrebbe opportuna una
rettifica dei sistemi, con una revisione dei contingenti
assegnati alle diverse tipologie di intervento, per
permettere la realizzazione di quelle a maggiore
richiesta.
Ulteriore cambiamento particolarmente sentito dagli
operatori è stata la revisione del sistema degli
sbilanciamenti, che ha profondamente modificato la
precedente normativa assegnando un onere di
sbilanciamento anche ad impianti FER non
programmabili, tra cui gli impianti idroelettrici ad acqua
fluente. L’onere verrà valutato per i primi 6 mesi
dell’anno tenendo conto di una franchigia pari al 20%
mentre a partire dal 1° luglio la franchigia verrà ridotta al
10%. Tale modifica normativa è stata oggetto di
impugnazione da parte dell’Associazione.
Altra novità strettamente legata al settore idroelettrico è
stata poi l’estensione dell’applicazione dei sovracanoni
Bacini Imbriferi Montani (BIM) introdotta con la Legge
n.228 del 24 dicembre 2012, che ha definito, con
decorrenza dal 1° gennaio 2013, che i sovracanoni BIM
siano dovuti per tutti gli impianti idroelettrici di potenza
nominale media superiore a 220 kW le cui opere di
presa, seppure non rientrando nel perimetro dei BIM,
ricadano all’interno di comuni il cui territorio ricada
almeno in parte nei medesimi bacini. L’Associazione è
impegnata ad oggi nella valutazione della legittimità di
tale estensione dell’onere relativo ai sovracanoni BIM e
delle possibili azioni legali da intraprendere.
Il 2012 è stato anche l’anno che ha visto, dopo un lungo
e travagliato iter, la definizione di nuove norme per lo
svolgimento delle gare per l’aggiudicazione delle grandi
derivazioni idroelettriche. La Legge n.134 del 7 agosto
2012, ha introdotto una nuova disciplina sul rinnovo per
le grandi concessioni a scopo idroelettrico, da tempo al
centro di una serie di diatribe legali, ma ha inserito la
previsione di una gara anche per l’assegnazione di
nuove concessioni per grandi derivazioni. La legge,
pur stabilendo importanti principi dal forte carattere
innovativo, demanda ad un successivo regolamento la
sua concreta attuazione. In attesa che il nuovo
regolamento venga emanato si assiste oggi al
sostanziale congelamento dell’esame di nuove proposte
e rinnovo delle vecchie concessioni, alcune delle quali
già scadute da qualche anno.
.
IDRO Aste Registri Registri
Rifacimenti
Contingente (MW)
50 70 300
Numero Istanze
- 248 23
Potenza richiesta
(MW) - 163 71
Contingente
(%) - 233 24
Attività APER
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ATTIVITÀ APER
Accanto alle intense attività istituzionali legate ai
numerosi provvedimenti di carattere nazionale
adottati negli scorsi mesi, è proseguita l’attività di
monitoraggio delle norme regionali e provinciali che
ha visto l’Associazione partecipare in maniera
propositiva a gruppi di lavoro, tavoli tecnici e
consultazioni in fase di elaborazione delle
disposizioni: è il caso della revisione del Regolamento
Regionale 10/R/2003 di Regione Piemonte. Non sono
mancate neppure segnalazioni di provvedimenti che
l’Associazione riteneva lesivi per il settore. Solo a
titolo di esempio: a Regione Marche ad oggetto: “LR
30/2011 disposizioni in materia di risorse idriche e
servizio idrico integrato – Indennizzi”, a Regione
Lombardia ad oggetto “Concessione di derivazione di
acqua superficiale per uso idroelettrico – AIPO”, a
Regione Liguria ad oggetto “Dgr. n.1122/2012
rubricata DM 10/09/2010. LR 38/98 art. 16.
Approvazione linee guida impianti produzione energia
da fonti rinnovabili”.
Numerosi sono poi stati gli interventi
dell’Associazione accanto ai propri associati in ricorsi
di vario genere (box a fianco).
Ricordiamo inoltre la firma del protocollo tra APER e
GSE che nello scorso anno si è tradotto in una serie
di attività dedicate specialmente ai nostri associati,
quali incontri formativi sui nuovi decreti, attivazione
di un canale telematico privilegiato “GSE per APER”
che offre a ciascun iscritto ad APER la possibilità di
confronto diretto con GSE e, non ultima, l’attivazione
di un tavolo di lavoro, con incontri trimestrali, dove di
volta in volta si sono discussi i temi più rilevanti per il
settore, per elaborare analisi congiunte e soluzioni
condivise.
Per quanto riguarda l’attività di comunicazione,
segnaliamo che nel 2012 APER ha attivato nuovi
strumenti: twitter e facebook, che ci hanno dato la
possibilità di raggiungere un più vasto pubblico per
commentare l’attualità in tempo reale e condividere
tempestivamente informazioni di interesse.
RICORSI APER
Intervento ad adiuvandum nel ricorso
contro la Provincia VCO sulla durata di
concessione ad uso idroelettrico,
commisurata alla partecipazione pubblica
nelle società.
Intervento ad opponendum nel ricorso
promosso dalla Regola Generale di San
Vito di Cadore.
Intervento ad adiuvandum nel ricorso
contro l’aumento dei canoni concessori
idroelettrici in Piemonte.
Ricorso avanti al TAR Lombardia - Milano
contro l’annullamento della componente
CTRp.
Ricorso avanti al TAR Lombardia - Milano
contro la revisione dei coefficienti di perdita
di rete.
Ricorso avanti al TAR Lombardia - Milano
contro l’imposizione degli oneri di
sbilanciamento.
Ricorso avanti al TAR Lazio - Roma contro
l’applicazione retroattiva
dell’aggiornamento del CEC.
Ricorso avanti al TAR Lazio - Roma contro
il IV conto energia per il fotovoltaico.
Intervento ad adiuvandum nel ricorso
contro il decreto 23 gennaio 2012 sul
Sistema nazionale di certificazione della
sostenibilità dei bioliquidi e biocarburanti.
Attività APER
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Ad inizio 2013 è inoltre stata lanciata la II edizione
della campagna di comunicazione "Energie Senza
Bugie", un progetto teso a far luce su costi e benefici
dell’energia verde in Italia, e arricchito dall’originale
creatività di Emilio Giannelli, celebre vignettista del
Corriere della Sera, che con la sua penna irriverente
ha raccontato la nostra analisi dei costi in bolletta. La
nuova serie di vignette è stata pubblicata altresì dalla
testata Wired.
In vista delle elezioni politiche di febbraio 2013 infine,
l’Associazione ha concentrato la sua attività di lobby
per sensibilizzare il nuovo Governo sulle questioni
legate allo sviluppo delle rinnovabili nel nostro Paese.
APER ha quindi elaborato ed inviato alla principali
forze politiche un documento, articolato in 10 schede,
che presentava in maniera chiara e concreta le 26
azioni che dovrebbero essere intraprese, nei primi 12
mesi, dal nuovo Esecutivo, chiedendo espressamente
la condivisione delle posizioni espresse. Obiettivo:
creare e consolidare le condizioni perché il settore
elettrico della Green Economy possa continuare a
svilupparsi, creare occupazione e raggiungere gli
obiettivi stabiliti nel recente documento di Strategia
Energetica Nazionale. Numerose sono stati infine gli
appuntamenti con i corsi di formazione e seminari
organizzati da APER nel corso del 2012 e nei primi
mesi del 2013, dedicati ai decreti DM FER e V Conto
Energia, alla fiscalità delle rinnovabili e alla nuova
disciplina degli sbilanciamenti.
Calendario eventi formativi APER 2013
CORSI DI FORMAZIONE
SBILANCIAMENTI 13 Febbraio 2013
FISCALITÀ DELLE FONTI RINNOVABILI 17-24 Aprile 2013
SBILANCIAMENTI (2a edizione presso sede APER Roma) 15 Maggio 2013
I RIFACIMENTI - FOCUS SULL’IDROELETTRICO Settembre 2013
FISCALITÀ DELLE RINNOVABILI (2a edizione - focus ordine commercialisti) Ottobre 2013
SBILANCIAMENTI E POTENZIALITÀ DEI SISTEMI DI ACCUMULO Novembre 2013
SEMINARI SULL’INTERNAZIONALIZZAZIONE
IL MAROCCO Giugno 2013
LA TURCHIA Luglio 2013
LA ROMANIA Ottobre 2013
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Fondata nel 1987, APER (Associazione Produttori Energia Rinnovabile)
riunisce e rappresenta i produttori di energia elettrica da fonti rinnovabili per
tutelarne i diritti e promuoverne gli interessi a livello nazionale ed
internazionale. È la prima associazione italiana in quanto a rappresentatività
e una delle maggiori a livello europeo per numero di associati e potenza
installata. Attualmente conta oltre 400 iscritti, più di 1.200 impianti per un
totale di oltre di 9.000 MW di potenza elettrica installata che utilizza il soffio
del vento, la forza dell’acqua, i raggi del sole e la vitalità della natura per
produrre circa 28 miliardi di kWh all’anno a cui corrisponde una riduzione di
emissioni di Co2 di oltre 20 milioni di tonnellate annue.