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Poste Italiane Spa – Sped. Abb. Postale – D.L. 353/2003 (conv. In 27/02/2004 n° 46), comma 2, DCB Milano – e 1,20 - ANNO XXVI – n. 1/gennaio 2013 www.azionecattolicamilano.it/indialogo pubblicazione informativa no profit Omologato 1/2013 in dialogo unitario Mensile dell’Azione Cattolica ambrosiana Dalla Presidenza dell'Ac ambrosiana un appello alla partecipazione responsabile Partecipazione alle elezioni: esercizio di responsabilità ALL’INTERNO pp. 2/3 Lo sguardo cristiano sul mondo delle carceri p. 6/7 Gli appuntamenti estivi p. 8/9 La locandina sulla Camminata del Sì, da staccare e appendere nelle parrocchie Benedetta primavera L ’arrivo della primavera è ogni anno un richiamo a svegliarci e ad uscire di casa, lasciando che il torpore inverna- le si sciolga al nuovo sole. Così anche l’Azione cattolica vivrà fra poco la sua primavera. A dare la sveglia, se ce ne fosse bisogno, sono diverse occa- sioni uniche e davvero da non perdere: la giornata parrocchiale dell’Ac (28 aprile), la “camminata del Sì” a Mesero (19 maggio), fino ad arrivare all’avvio dell’estate con tut- te le sue proposte formative (dal 16 giugno in poi). Occasioni per segnare il desiderio rinnovato di camminare insieme come una vera famiglia. Quest’anno poi non possiamo dimenticare la presenza dell’Ar- civescovo a Mesero: le sue recenti parole sottolineano la ricchezza che l’Ac rappre- senta per tutte le parrocchie e ci chiedono di essere una realtà feconda di formazione alla vita e alla fede per ogni laico… Quale tempo migliore dunque per riaccendere la primavera dell’AC nelle parrocchie e in tut- ta la diocesi? Per questo la commissione promozio- ne diocesana invita tutti i soci a vivere sin da ora la primavera come una occasione per “allargare il giro”, invitando potenziali nuovi amici dell’AC proprio alle occasioni che il calendario associativo ci propone: la giornata parrocchiale, la camminata di Mesero e le settimane formative estive. Sullo sfondo, questa primavera sarà an- che l’occasione per ascoltare ciò che l’Ar- civescovo dice dell’Ac, luogo proficuo di formazione da ravvivare e da moltiplicare. E, siccome la formazione che viviamo pas- sa dalla condivisione, è in arrivo il nuovo concorso fotografico di primavera: basta organizzarci e scattare una foto con tema “il gruppo di Ac”, inviarla con un titolo a [email protected] entro fine aprile e aspettare la camminata di Mesero: i vincitori saranno premiati lì con una macchina fotografica. Non mancheranno strumenti concreti per capire meglio a cosa siamo invitati in questa primavera e come farci portatori di “passa parola”: basterà chiedere il mate- riale specifico sulle iniziative ai presidenti parrocchiali o ai responsabili o visitando il sito alla pagina www.azionecattolicamila- no.it/primavera. La commissione promozione diocesana A breve tutti i cittadini maggiorenni saranno chiamati alle urne per eleggere il Parlamento nazionale e il Consiglio regionale. A causa del morso della crisi che ci impoverisce materialmen- te e deprime moralmente e di diversi misfatti recentemente emersi dalla politica, questa scadenza elettorale chiede di essere vissuta con rinnova- to impegno per il futuro del paese. Scegliere con responsabilità si- gnifica assumere il “noi” relazio- nale, ecclesiale e politico come contesto della scelta e come rife- rimento per il discernimento del bene. L’alternativa rischia di essere una deriva individualistica che si chiude nel “non pensiero” fino al “non voto”. Responsabilità signifi- ca riconoscere che il bene è bene comune e che va ricercato in ma- niera condivisa, perchè a fonda- mento della democrazia partecipa- tiva c’è la persona umana. Rimandiamo al nostro sito www.azionecattolicamilano.it per un approfondimento di alcuni contenuti oggi particolarmente urgenti (lavoro, politiche giova- nili, famiglia…), già sottolineati dall’associazione. Nell’odierno contesto caratterizzato da una grande complessità ci pare sottoli- neare una novità e alcune note di stile che sostengono l’”esercizio di responsabilità” del voto. La novità: dopo circa 19 anni dalla fine della DC e 18 anni dal convegno di Palermo della Chie- sa Italiana dove si disse con forza che la Chiesa non doveva entrare nel merito di indicazioni eletto- rali, oggi si ascolta dai Vescovi un invito molto forte a custodire il bene comune e i valori fondativi della convivenza democratica e umana, si leggono su “Avvenire” i nomi dei candidati cattolici dei diversi schieramenti, senza che il tutto si traduca in un appello a un voto per uno schieramento speci- fico. Silenzio di indifferenza? Si- curamente no. La Chiesa tace su ciò che è lasciato alla scelta perso- nale, ma non rinuncia a sollevare le questioni etiche fondamentali, questioni che i cattolici di tutti gli schieramenti insieme agli uomini di buona volontà non possono non porsi. Dunque la Gerarchia non benedice nessuno schieramento, ma sollecita con forza e autorevo- lezza tutti a curarsi del bene comu- ne e non del proprio interesse. Nell’offerta politica però i can- didati credibili sono distribuiti in diverse liste, e i programmi sem- brano solo parzialmente adeguati al raggiungimento del bene co- mune. Ma come scegliere per chi votare? La realtà complessa chiede espressamente di mettersi in gioco per compiere questo esercizio di responsabilità contro ogni rasse- gnazione e disillusione. Come si caratterizza dunque un esercizio di cittadinanza cristiana- mente ispirato per il laico di Azio- ne Cattolica? Nasce da uno sguardo rivolto al futuro e mira a un orizzonte alto: per questo è vigilante di fronte a fatti, parole e promes- se. Allo stesso tempo ha buona memoria: senza confusione ri- corda chi è stato onesto e coe- rente e chi non lo è stato. CONTINUA A PAG.3

InDialogo feb2013

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Il numero di febbraio del mensile dell'Azione Cattolica Ambrosiana

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Page 1: InDialogo feb2013

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pubblicazioneinformativa

no profitOmologato

1/2013

in dialogounitario

Mensile dell’ Azione Cattolica ambrosiana

Dalla Presidenza dell'Ac ambrosiana un appello alla partecipazione responsabile

Partecipazione alle elezioni: esercizio di responsabilità

ALL’INTERNOpp. 2/3Lo sguardo cristiano sul mondo delle carceri

p. 6/7Gli appuntamenti estivi

p. 8/9La locandina sulla Camminata del Sì, da staccare e appendere nelle parrocchie

Benedetta primaveraL’arrivo della primavera è ogni anno

un richiamo a svegliarci e ad uscire di casa, lasciando che il torpore inverna-

le si sciolga al nuovo sole.Così anche l’Azione cattolica vivrà fra

poco la sua primavera. A dare la sveglia, se ce ne fosse bisogno, sono diverse occa-sioni uniche e davvero da non perdere: la giornata parrocchiale dell’Ac (28 aprile), la “camminata del Sì” a Mesero (19 maggio), fino ad arrivare all’avvio dell’estate con tut-te le sue proposte formative (dal 16 giugno in poi). Occasioni per segnare il desiderio rinnovato di camminare insieme come una vera famiglia. Quest’anno poi non possiamo dimenticare la presenza dell’Ar-civescovo a Mesero: le sue recenti parole sottolineano la ricchezza che l’Ac rappre-

senta per tutte le parrocchie e ci chiedono di essere una realtà feconda di formazione alla vita e alla fede per ogni laico… Quale tempo migliore dunque per riaccendere la primavera dell’AC nelle parrocchie e in tut-ta la diocesi?

Per questo la commissione promozio-ne diocesana invita tutti i soci a vivere sin da ora la primavera come una occasione per “allargare il giro”, invitando potenziali nuovi amici dell’AC proprio alle occasioni che il calendario associativo ci propone: la giornata parrocchiale, la camminata di Mesero e le settimane formative estive. Sullo sfondo, questa primavera sarà an-che l’occasione per ascoltare ciò che l’Ar-civescovo dice dell’Ac, luogo proficuo di formazione da ravvivare e da moltiplicare.

E, siccome la formazione che viviamo pas-sa dalla condivisione, è in arrivo il nuovo concorso fotografico di primavera: basta organizzarci e scattare una foto con tema “il gruppo di Ac”, inviarla con un titolo a [email protected] entro fine aprile e aspettare la camminata di Mesero: i vincitori saranno premiati lì con una macchina fotografica.

Non mancheranno strumenti concreti per capire meglio a cosa siamo invitati in questa primavera e come farci portatori di “passa parola”: basterà chiedere il mate-riale specifico sulle iniziative ai presidenti parrocchiali o ai responsabili o visitando il sito alla pagina www.azionecattolicamila-no.it/primavera.

La commissione promozione diocesana

A breve tutti i cittadini maggiorenni saranno chiamati alle urne per eleggere il Parlamento nazionale e il Consiglio

regionale. A causa del morso della crisi che ci impoverisce materialmen-te e deprime moralmente e di diversi misfatti recentemente emersi dalla politica, questa scadenza elettorale chiede di essere vissuta con rinnova-to impegno per il futuro del paese.

Scegliere con responsabilità si-gnifica assumere il “noi” relazio-nale, ecclesiale e politico come contesto della scelta e come rife-rimento per il discernimento del bene. L’alternativa rischia di essere una deriva individualistica che si chiude nel “non pensiero” fino al “non voto”. Responsabilità signifi-ca riconoscere che il bene è bene comune e che va ricercato in ma-niera condivisa, perchè a fonda-mento della democrazia partecipa-tiva c’è la persona umana.

Rimandiamo al nostro sito www.azionecattolicamilano.it per un approfondimento di alcuni contenuti oggi particolarmente urgenti (lavoro, politiche giova-nili, famiglia…), già sottolineati

dall’associazione. Nell’odierno contesto caratterizzato da una grande complessità ci pare sottoli-neare una novità e alcune note di stile che sostengono l’”esercizio di responsabilità” del voto.

La novità: dopo circa 19 anni dalla fine della DC e 18 anni dal convegno di Palermo della Chie-sa Italiana dove si disse con forza che la Chiesa non doveva entrare nel merito di indicazioni eletto-rali, oggi si ascolta dai Vescovi un

invito molto forte a custodire il bene comune e i valori fondativi della convivenza democratica e umana, si leggono su “Avvenire” i nomi dei candidati cattolici dei diversi schieramenti, senza che il tutto si traduca in un appello a un voto per uno schieramento speci-fico. Silenzio di indifferenza? Si-curamente no. La Chiesa tace su ciò che è lasciato alla scelta perso-nale, ma non rinuncia a sollevare le questioni etiche fondamentali,

questioni che i cattolici di tutti gli schieramenti insieme agli uomini di buona volontà non possono non porsi. Dunque la Gerarchia non benedice nessuno schieramento, ma sollecita con forza e autorevo-lezza tutti a curarsi del bene comu-ne e non del proprio interesse.

Nell’offerta politica però i can-didati credibili sono distribuiti in diverse liste, e i programmi sem-brano solo parzialmente adeguati al raggiungimento del bene co-mune. Ma come scegliere per chi votare? La realtà complessa chiede espressamente di mettersi in gioco per compiere questo esercizio di responsabilità contro ogni rasse-gnazione e disillusione.

Come si caratterizza dunque un esercizio di cittadinanza cristiana-mente ispirato per il laico di Azio-ne Cattolica?• Nasce da uno sguardo rivolto

al futuro e mira a un orizzonte alto: per questo è vigilante di fronte a fatti, parole e promes-se. Allo stesso tempo ha buona memoria: senza confusione ri-corda chi è stato onesto e coe-rente e chi non lo è stato.

Continua a pag.3

Page 2: InDialogo feb2013

2febbraio

2013

SPECIALE CARCERI

Che Carlo Maria Martini abbia avuto, nel cor-so degli anni e quasi come costante, una speciale attenzione

per il pianeta carcerario è già stato ampiamente divulgato attraverso le tante pagine di giornale e le lun-ghe trasmissioni televisive a lui de-dicate in occasione della sua morte alla fine d’agosto dello scorso anno. Molti hanno ricordato le tante visi-te svolte nelle occasioni delle feste e delle ricorrenze canoniche, ma forse non tutti sanno di quelle presenze, improvvise e lontane dalle ritualità ufficiali, nelle quali il cardinale Mar-tini voleva avere un rapporto più diretto, più confidenziale e, perché no, più libero so-prattutto per le perso-ne incontrate.

Il giorno di Fer-ragosto del 2004 avvenne qualcosa d’inaspettato an-che per lui: fuori dal programma previsto, le suore del carcere di San Vittore gli consegna-rono un libretto redatto dalle detenute del repar-to femminile: l’inizio di questo scritto è Martini stesso a ricordarlo in uno dei suoi tanti libri. «Ci sono giorni, ricorrenze e feste che viverli dentro le mura, lontano dagli affetti e dai figli, diventano giorni più tristi del solito ma anche più profondi di riflessioni, più carichi di emozioni e di volontà, per trovare un dialogo con la comunità esterna, affinché

nelle mura si possano costruire sem-pre più porte umane, che ci portino alla società, alla famiglia, ai figli, alla speranza».

E la visita di Martini era capace di suscitare stupore ed ammirazione: nello stesso libretto delle detenute si diceva anche: «Così la sua visita in questo giorno per i più noto come Ferragosto, momento di ferie, di vacanza, di spensieratezza, ci com-muove. Ci commuove perché com-prendiamo quanto per lei sia impor-tante il dedicare tempo, attenzione e voce a questo luogo di frontiera, forse tra i più drammatici della no-stra società».

Si potrebbe dire che Martini avesse quindi un rapporto

privilegiato con le de-tenute di San Vittore.

Noto è l’episodio del battesimo dei figli gemelli di una irriducibile di Prima Linea, Giulia Borel-li: un episodio

che diede scan-dalo, ma cambiò

la storia, come ha ricordato la stessa ex

terrorista. I militanti di PL, colpiti dall’apertura di

Martini, decisero di consegnare le loro armi proprio all’arcivescovado di Milano e quel battesimo si tra-sformò nell’inizio della riconcilia-zione. «Non venne lì – ricorda Giu-lia Borelli - con la tiara in testa e i paramenti, ma in maniera semplice, senza tanti orpelli. Ricordo la sua gentilezza, ha voluto salutare i non-

ni, dire loro qualche parola, e loro erano tutti contenti, molto emozio-nati. Era una persona sorridente, cre-do che l’attenzione per gli ultimi ce l’avesse connaturata nella coscienza, nel dna».

Episodio certamente unico nel suo genere ma che era solo la punta di un iceberg, come oggi ben sap-piamo da altre testimonianze. «Gli dobbiamo molto, per la sua presen-za nelle carceri e per il suo pensiero sulla pena, il perdono e la riconci-liazione». Così Luigi Pagano, che dal 1989 al 2004 fu direttore del carcere di San Vittore, il più antico e affol-lato di Milano, dove Martini fece la sua prima visita pastorale nel 1981:

Il sovraffollamento delle carceri: un annoso problemaL’8 gennaio 2013 la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha condannato l’Italia per il trattamento inu-

mano di sette persone detenute nelle carceri di Busto Arsizio e Piacenza. La Corte di Strasburgo ha infatti deciso che, nel caso sollevato da sette detenuti, vi è stata la violazione dell’articolo 3 della Con-venzione Europea dei Diritti dell’Uomo, che afferma che “nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o degradanti”. I sette detenuti hanno infatti denunciato la ristrettezza degli spazi a disposizione – 3 mq a testa, mentre gli standard europei fissano a 4 mq lo spazio vitale minimo da garantire.

La condanna della Corte di Strasburgo riconduce all’annoso problema del sovraffollamento delle carceri. Il ministro della giustizia Severino, in una nota di commento alla sentenza, si è dichiarata “avvi-lita, ma non stupita”. Il ministro ha poi posto l’accento sui primi segnali positivi derivanti dall’entrata in vigore del “decreto salva carceri” nel febbraio 2012, grazie al quale il numero dei detenuti è sceso dai 68.047 del novembre 2011 ai 65.725 attuali. La Corte di Strasburgo, del resto, ha definito “strutturale” il problema delle carceri italiane: una prima sentenza di condanna contro lo stato italiano era arrivata nel luglio 2009, e riguardava un uomo detenuto nel carcere di Rebibbia a Roma. Allora, l’Italia si era impegnata nel varo di un “piano carceri” che prevedeva la costruzione di nuovi penitenziari e il ricorso a pene alternative alla detenzione. Nel frattempo però, altri 550 ricorsi sono pervenuti alla Corte Europea, dimostrando l’inefficacia delle misure prese dallo stato italiano per contrastare l’emergenza.

L’XI rapporto di Antigone - l’associazione per i diritti e le garanzie del sistema penale - del novem-bre 2012, denuncia in primo luogo il sovraffollamento delle carceri: su una capienza regolamentare di 45.742 posti per 206 carceri, i detenuti effettivi sono oltre 65.000. Di questi, il 40%, ovvero 26.804, non sconta una condanna definitiva ma è in custodia cautelare. Le ore d’aria sono 4 al giorno, mentre nelle restanti 20 il detenuto rimane chiuso in uno spazio vitale che, come riconosciuto dalla sentenza dell’8 gennaio, spesso si dimostra inferiore al minimo consentito.

«Visitò le celle e i cortili per quat-tro giorni, parlò con i detenuti, gli agenti della polizia penitenziaria e conobbe anche i terroristi rinchiusi nella sezione di massima sicurezza. Volle incontrarli, nel cortile dell’ora d’aria, parlò a lungo con loro: un gesto rivoluzionario allora che cul-minò con la famosa consegna delle armi di qualche tempo dopo».

Martini ogni Natale era solito ce-lebrare la Messa a San Vittore. Espri-meva così la sua vicinanza ai dete-nuti e ai loro parenti e a tutti coloro che lavorano nel carcere. Ripeteva che San Vittore è il cuore di Milano. Nelle sue riflessioni sulla pena, più volte aveva sottolineato che il carce-re doveva essere l’extrema ratio, che qualsiasi reato un detenuto avesse commesso doveva avere la possibi-lità di compiere un percorso di ria-bilitazione e di reinserimento nella società.

Ci fu poi qualcosa di singolare durante la visita del 9 luglio 2000, in occasione del Giubileo delle car-ceri. «Il Giubileo – disse Martini - si-gnifica per ciascuno di voi anche la presa di coscienza della propria di-gnità, così da poter dire: io sono im-portante, sono figlio di Dio, figlia di Dio, ho diritto al rispetto, all’amore, all’aiuto, alla solidarietà come tutti gli altri uomini e donne della terra». C’era un silenzio quasi assoluto per-ché tutti ascoltavano con attenzio-ne il cardinale. Ma quando da una finestra aperta videro entrare una colomba bianca, spontaneamente si levò un fragoroso applauso..

Maurizio Guarnaschelli

"Trovare un dialogo con la

comunità esterna, affinché nelle mura si

possano costruire sempre più porte

umane"

La pena, il perdono e la giustizia secondo il cardinale C. M. Martini

Quando Martini andò a San Vittore

Page 3: InDialogo feb2013

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Ancora oggi commuove molto rivedere le imma-gini di Giovanni XXIII che il giorno di Santo Stefano del 1958 visitò i

carcerati nella prigione romana di Re-gina Coeli, dicendo loro: «Non potete venire da me, così io vengo da voi... Dunque eccomi qua, sono venuto, mi avete visto; io ho fissato i miei oc-chi nei vostri, ho messo il cuor mio vicino al vostro cuore». Da quella visita così inaspettata fino ad oggi, il legame fra i pontefici e i detenuti è sempre stato molto intenso e ricerca-to da entrambe le parti.

Anche Benedetto XVI in questi anni di pontificato ha sem-pre avuto a cuore e desiderato in-contrare i carce-rati, rivolgendo loro parole di incoraggiamen-to e sostegno affettuoso. Per la Quaresima del 2007, per esempio, Benedetto ha visita-to i ragazzi di Casal del Marmo, il carcere minorile di Roma dove sono reclusi ragazzi per lo più stranieri ed emarginati. Egli ha volu-to ascoltarli, pregare per loro, essere soprattutto testimone dell’amore di Dio. In quell’occasione il papa ha af-fermato che «Dio è Padre misericor-dioso e fedele, nonostante gli errori dei figli. Vi è sempre un’opportunità per decidere di “alzarsi e partire”, ab-bandonare cioè il peccato e scegliere di tornare a Dio. Facciamo insieme questo cammino di liberazione inte-riore». L’anno successivo, nel 2008, furono i detenuti di Lanciano ad es-sere ricevuti al termine di un’udienza in Piazza San Pietro. Benedetto XVI, incontrandoli, parlò della condizione dei detenuti e delle sofferenze causa-te dall'ingiustizia presente in tanta parte della giustizia umana. «Ogni detenu-to – disse – per qua-lunque motivo sia finito in carcere, intuisce quanto sia pesante questa particolare con-dizione umana». Il papa aveva ri-cordato preceden-temente la figura di San Severino Boezio, autore del De consola-tione philosophiae, composto proprio in carcere per dare un senso alla sua ingiusta detenzione. «L’av-versa fortuna – continuava Benedetto XVI, riferendosi ancora alla condizio-ne di chi si trova carcerato – permette di discernere i falsi amici dai veri e fa capire che nulla è più prezioso per l’uomo di un’amicizia vera. Le diffi-

coltà della vita non soltanto rivelano quanto l’avversa fortuna sia effimera e di breve durata, ma si dimostrano perfino utili per individuare e mante-nere gli autentici rapporti tra gli uo-mini». Nel 2010 un altro momento di incontro, a Sulmona: «Sono felice di essere con voi. Vi sono sempre vicino e prego affinché il Signore vi aiuti in questo cammino non facile: vi porte-rò nel mio cuore e di cuore vi augu-ro che possiate trovare la via per dare un contributo alla società, secondo le vostre capacità e i doni che Dio vi ha dato. Nella mia preghiera siete sem-

pre presenti». Con queste parole pronunciate a braccio, lon-

tano da microfoni e tele-camere, Benedetto XVI

salutò una delegazio-ne della casa circon-dariale.

Infine, signifi-cativa la visita al carcere di Rebibbia alla fine del 2011,

accolto dal Ministro della Giustizia Paola

Severino. In quell’oc-casione Benedetto XVI si

soffermò sui problemi delle prigioni in Italia e sulla loro funzione rieducativa. Il «sovraffollamento e il degrado possono rendere ancora più amara la detenzione», pronunciò il pontefice davanti a 300 detenuti. Af-finchè i detenuti non debbano sconta-re «una doppia pena», le «istituzioni» hanno il compito e il dovere di veri-ficare «strutture, mezzi, personale» in relazione alle «esigenze della persona umana», con anche ricorso a «pene non detentive». Il sistema di deten-zione, concluse quel giorno il Santo Padre, «ruota intorno a due capisaldi, entrambi importanti: da un lato tute-lare la società da eventuali minacce, dall'altro reintegrare chi ha sbagliato senza calpestarne la dignità ed esclu-derlo dalla vita sociale. Entrambi

questi aspetti hanno la loro rilevanza e sono protesi a

non creare quell'abis-so tra la realtà carce-

raria reale e quella pensata dalla leg-ge, che prevede come elemento fondamentale la funzione rieduca-tiva della pena e il

rispetto dei diritti e della dignità delle

persone». Benedetto XVI aggiunse di essere

«venuto per mostrarvi una vi-cinanza personale e intima». Proprio come quella, aggiungo io, per il Si-gnore Gesù, che il giorno del giudizio universale potrà così accogliere i suoi “veri” discepoli dicendo: «Ero carce-rato e siete venuti a trovarmi».

Alberto Ratti

febbraio2013

SPECIALE CARCERI

Partecipazione alle elezioni: un esercizio di responsabilità. Continua dalla prima

• Valuta criticamente la visione di società e di uomo di cui le diverse liste sono portatrici alla luce del Vangelo e dell’insegnamento del magistero.

• Ricerca il bene comune facendo emergere la scomoda domanda: cosa sono disposto a sacrificare io per il bene di tutti? Scelgo chi tutela i miei soli interessi o chi mi indirizza a scelte costruttive per tutti?

• Si fa lotta ascetica rispetto a due tentazioni: attuare una fuga spiri-tualistica nel regno dei principi disincarnati e puri oppure accettare senza resistenza una separazione rassegnata o machiavellica tra fini e mezzi, valori e azioni.

• Si esercita nel vivere, prima che nel “far vivere”, uno stile evange-lico che cerchi la più alta mediazione possibile tra la complessità quotidiana e gli ideali evangelici. Il credente guarda a un mediatore insuperabile Gesù Cristo e nella Sua umanità divina trova la via per edificare una storia che è sempre parziale, ma è il nostro unico luo-go di scelta del bene possibile.

• Ancorato nella ricerca del bene, e illuminato dai valori etici fonda-mentali non si fa fuorviare dalla sete diabolica di potere, che mira a divenire il vero principio madre di ogni negoziazione.

• Infine sceglie di votare, o anche di candidarsi, sapendo che mai una scelta politica può esaurire il Bene, che invece chiede attenzione critica e vigilanza continua sui processi di attuazione.

L’auspicio è che questo cammino, da prospettive diverse, accomuni candi-dati ed elettori, insieme responsabili per il futuro di questo Paese.Questo stile responsabile è un modo attuale per dire oggi la scelta religiosa, la scelta del primato del Vangelo: in un panorama politico che non presenta uno “schieramento cattolico” il contributo dei cattolici potrebbe tragicamen-te sparire senza lasciare traccia oppure qualificarsi ovunque come fermento e lievito evangelici. Anche all’Azione Cattolica il compito di tenere alto que-sto stile di primato del Vangelo che proprio nell’orizzonte ecclesiale odierno manifesta l’attualità della sua forza spirituale, antidoto a ricerche spregiu-dicate di potere e aiuto a edificare uno Stato né laicista, né confessiona-le. Questa scelta di stile ha un suo metodo, un suo prezzo, un suo rischio politico, ma anche una storia che ha dato frutti e ancora ne potrà dare se sarà ulteriormente condivisa anche da chi ha preferito nel passato il diretto rapporto tra appartenenza ecclesiale e appartenenza partitica.A chi dalle fila dell’AC parte per candidarsi (Paolo Cova, Fulvio Martinoia Agnese Mascellani, Daniela Mazzuconi, Franco Monaco, Ernesto Preziosi, per le politiche, Letizia Antonello, Paolo Pilotto, Fabio Pizzul per le liste regio-nali.. e forse molti altri nomi non ancora pervenuti in redazione) l’AC esprime stima, sollecita competenza, rigore e senso del servizio. Allo stesso tempo resta una casa sempre aperta per continuare ad alimentare la lampada della fede e il dialogo fraterno, appassionato ed esigente per la nostra storia.

La Presidenza Diocesana

"Tutelare la società da

eventuali minacce ma anche reintegrare

chi ha sbagliato senza calpestarne

la dignità"

Benedetto XVI e le carceri: una sollecitudine di tutto il pontificato

«Ero carcerato e siete venuti a trovarmi»

Page 4: InDialogo feb2013

4dicembre

2012

BILANCIO ASSOCIATIVO 2011-20124febbraio

2013

Il Consiglio Diocesano dell'Azio-ne Cattolica Ambrosiana, nella sua ultima seduta del 21 gennaio 2012, ha approvato all'unanimità il Bilancio della nostra Associa-

zione chiuso al 30 settembre. In par-ticolare è stata approvata la proposta della copertura della perdita mediante il ricorso all'utilizzo del residuo Fondo Copertura Perdite per € 2.283, mentre per la differenza di € 40.387 si attinge al Fondo Attività di Gestione, che si ri-duce quindi ad € 35.573.

Il Bilancio Consuntivo dell'esercizio 2011-2012 evidenzia un risultato eco-nomico negativo di € 42.670, rispetto a quello, sempre negativo, riportato nell'anno precedente di € 16.136.

Le ragioni principali che lo hanno determinato si possono così evidenzia-re:

L'ammontare complessivo delle Adesioni è diminuito ad € 240.821 da € 253.366.

Le Oblazioni Associative e da Enti sono diminuite ad € 85.810 da € 110.252: il Contributo Diocesano è sta-to confermato in € 45.000 mentre le Oblazioni da Soci e Simpatizzanti sono diminuite da € 15.560 ad € 9.809. Le Giornate AC hanno fruttato € 15.014 ri-spetto ad € 18.688 dell'anno preceden-te. Le Oblazioni da Privati sono dimi-

nuite da € 29.000 ad € 13.200, tenendo conto che Fondazione Cariplo ha ridot-to di € 12.000 il contributo di € 40.000 rispetto a minori costi rendicontati da parte nostra.

Fondazione Cariplo ha peraltro rinnovato il suo sostegno per l'anno in corso confermandoci un contributo di € 30.000 con il nostro impegno a ben do-cumentare le spese tali da poter bene-ficiare interamente dello stesso.

Ad incrementare la componente positiva delle entrate, da segnalare la destinazione di un lascito di € 10.000, espressione delle volontà testamentarie di una benefattrice par-ticolarmente legata all'Associazione. Da evidenziare che l'importo del la-scito dovrebbe attestarsi intorno ad € 20.000, ammontare che sarà conferma-to non appena completata l'esecuzione del testamento. In questo bilancio, per motivi prudenziali, si è al momento in-dicato l'importo di € 10.000

Si è inoltre provveduto a modificare l'Area dei Conti Patrimoniali determi-nando una visione di maggior sostegno

all'intera attività dell'Associazione. Di fatto, i Fondi di Accantonamento sono entrati a far parte del Patrimonio, quin-di utilizzabili a sostegno anche della

copertura delle eventuali perdite con l'auspicio di pronta in-

versione di tendenza già dall'anno in corso.

Ma tutto ciò non è sufficiente a ga-rantire un ritorno ad una sosteni-bilità economica che solo in questi ultimi due anni

ha mostrato evi-denti segni di fragi-

lità e che in assenza di decise azioni di soste-

gno porterebbe rapidamen-te nei prossimi anni ad un ulteriore

serio abbattimento delle nostre risorse.Possiamo distinguere queste azioni

in due aree ben definite:Gestione Ordinaria: definizione dei rapporti con FAAP

ed INDIALOGO, sia rispetto alle fun-zioni che ai ruoli delle persone con conseguente modifica degli assetti ope-rativi;

attivazione di un'attenta ed accurata revisione dei costi di gestione, in par-ticolare delle spese generali e di uten-

ze, questo però da realizzare in stretta sinergia con FAAP che è intestataria di tutti i contratti e che opera in riadde-bito di quota spesa per competenza di spazio o di utilizzo.

Interventi per lo Sviluppo:La Commissione Promozione ha

allo studio la revisione delle Quote di Adesione che però potranno trovare ap-plicazione solo a partire dall'esercizio 2013-2014.

Da sottolineare come questo sia un corretto processo di adeguamento pur significativo per migliorare le entrate ma non certo sufficiente a garantire la totale sostenibilità della vita associativa.

Attivazione di una strategia di rac-colta fondi attraverso la partecipazione a bandi o richieste ad Enti Erogatori. Identificazione di nostri Soci, potenzia-li Benefattori, da sensibilizzare oppor-tunamente.

Deciso investimento nell'Area Co-municazione e nell'Area Formazione in funzione del recupero di risorse de-dicate.

Realizzazione di percorsi di crescita professionale e di motivazione per tutte le Persone, Dipendenti, Collaboratori e Volontari

Alfio RegisAmministratore

Non solo numeri ma anche motivazioni nella relazione di bilancio consuntivo 2011-2012

è tempo di bilancio per l'associazione

ATTIVITà Anno 2011 Anno 2012 PASSIVITà Anno 2011 Anno 2012

Immobilizzazioni nette 2.040 7.377

Patrimonio netto inizialeDisavanzo esercizioUtilizzo fondo copertura perditaFondi accantonamento Patrimonio netto finale

1.967-16.13616.136

188.999

190.966

1.967-16.13616.136

1.967

Partecipazioni: Fondazione Lazzati

1 1 Debiti: fornitori 129.035 123.405

Crediti 10.279 6.512 Debiti: creditori diversi 99.969 112.952

Disponibilità finanziarie 52.581 59.555 Fondo T.F.R. dipendenti 81.596 89.737

Gestione amministrata titoli 330.770 306.610 Ratei e Risconti passivi 8.605 9.029

Ratei e Risconti attivi 114.500 94.324

Totale delle attività 510.171 474.379Totale delle passività e patrimonio

510.171 474.379

ENTRATE Anno 2011 Anno 2012 USCITE Anno 2011 Anno 2012Quote associative 253.366 240.821 Costi del settore adulti 36.712 31.696

Costi del settore giovani 21.599 19.208

Quote abbonmenti 646 588 Costi dell’ A.C.R. 6.927 9.102

Personale dipendente 117.603 115.420

Oblazioni e contributi associativi

36.252 27.610 Assistenti e collaboratori 23.552 20.548

Per iniziative unitarie e dei settori

21.166 27.812 Costi iniziative associative/pastorali

51.738 80.073

Contributi da Enti pastorali 45.000 45.000 Spese generali 23.014 19.946

Spese gestione stabile 29.895 31.339

Contributi da privati 29.000 23.200 Quote ammortamento 1.909 1.367

Imposte d’esercizio 3.319 3.313

Interessi attivi 7.271 9.947 Contributo Azione Cattolica Nazionale

92.569 85.636

Totale delle EntrateUtilizzo fondo copertura perdita

392.70116.136

374.97842.670

Totale delle Uscite Avanzo di gestione

408.837 417.648

Totale a pareggio 408.837 417.648 Totale a pareggio 408.837 417.648

BILANCIO ESERCIZIO AL 30 SETTEMBRE 2012

CONTO ECONOMICO

Page 5: InDialogo feb2013

5novembre

2012

LAVORO E CRISI ECONOMICA 5febbraio

2013

Durante la prima fase

del FFL sono stati raccolti 13.800.000

euro, che hanno aiutato 6900

famiglie

Nell’ambito pastorale C. M. Martini ha pensato a cose nuo-ve che non esistevano mentre oggi, in ambito ambrosiano e nazionale, sono scontate. Prima di lui nessuno aveva speri-mentato la scuola della Parola. «Quando l’ha fatta – dice don Walter Magnoni responsabile dell’Ufficio Pastorale Sociale del lavoro-, convinto della proposta, diceva che avrebbe trovato poche persone invece il Duomo era pieno. Martini ha inoltre inventato la Cattedra dei non credenti. Per un certo cattoli-cesimo intransigente quasi una bestemmia, un’eresia. Come è possibile mettere in cattedra dei non credenti a parlare di questioni di Dio? Invece in quel modo Martini ha mostrato vie nuove». Tra le vie nuove introdotte da C. M. Martini, ci sono due gior-nate che ancora oggi permangono nel calendario pastorale ambrosiano: la Giornata della Solidarietà (GdS) e la Veglia dei Lavoratori (VdL), che si celebra alla vigilia della Festa del 1° Maggio, non in alternativa alla manifestazione dei lavoratori, ma propositiva per tutti i lavoratori. Di fatto le due nuove gior-nate pastorali hanno anticipato il Fondo Famiglia Lavoro, volu-to profeticamente dal cardinale Dionigi Tettamanzi nel Natale 2008, con lo scopo di affrontare le conseguenze drammatiche della crisi economica e occupazionale. Nella GdS i soldi rac-colti servivano a sostenere attività di lavoro, persone in difficol-tà, chi era in Cassa integrazione o chi non poteva usufruirne. Era un primo fondo di solidarietà nato da quella esperienza. Il bisogno di riflettere sul mondo del lavoro è stato un passag-gio significativo che ha valorizzato una strategia pastorale sino alla creazione del Fondo Famiglia Lavoro dei nostri giorni. Sin dagli inizi delle due nuove giornate C. M. Martini ha introdotto nella riflessione un trinomio inscindibile: lavoro, famiglia e so-lidarietà. Tutti i problemi affrontati nelle Giornate della Solida-rietà non erano collocati nel passato, ma erano pensati con lo scopo di aiutare i fedeli a conoscere e approfondire i problemi del futuro, un ritornare a parlare della Dottrina sociale della Chiesa vista in prospettiva, non in retro prospettiva. Attraverso le due nuove giornate il tema del lavoro viene sollecitato ad entrare negli aspetti ordinari, non straordinari, della catechesi e della pastorale quotidiana delle parrocchie. Negli itinerari educativi di C. M. Martini la relazione con i giova-ni lavoratori fu molto intensa. L’Ufficio di Pastorale Sociale del lavoro realizzò, in collaborazione con la Gioc (Giovani lavora-tori cattolici) e i sindacati, alcune schede per gli oratori. L’Uffi-cio pubblicò un libro e il relativo video “Una storia importante” con C.M. Martini al convegno del 1° Maggio organizzato dai giovani lavoratori della Gioc. La prossima Giornata della Solidarietà verrà celebrata il 10 febbraio 2013 con a tema un titolo provocatorio: “Il lavoro un dono per tutti”. «La domanda di fondo – chiarisce don Wal-ter Magnoni – su cui provare a confrontarsi potrebbe essere “Cosa possiamo fare come Chiesa in questo tempo di crisi e travaglio?” La proposta è quella di provare a trovare un mo-mento per guardare la situazione lavorativa del proprio territo-rio, cercando di cogliere le problematiche emergenti (aziende che chiudono, persone che perdono il posto di lavoro, giovani che non trovano occupazione..) e i luoghi di speranza: situa-zioni virtuose, persone che s’inventano un lavoro, iniziative a sostegno dell’occupazione». Come di tradizione la GdS sarà preparata da un Convegno che si svolgerà sabato 9 febbraio a Milano organizzato in collaborazione con la Pastorale dei Mi-granti (Corso Venezia 47) con il seguente titolo “Che razza di crisi! Italiani e migranti uniti nel lavoro”. Silvio Mengotto

L’attenzione per i lavoratoridel card. MartiniDi fronte ad una crisi

economica che con-tinua a manifestare effetti drammatici sul tessuto sociale, alla

fine del 2011 il cardinale Angelo Scola ha rilanciato l’esperienza del Fondo Famiglia Lavoro (FFL), vo-luto profeticamente dal cardina-le Dionigi Tettamanzi nel Natale 2008, con lo scopo di affrontare le conseguenze drammatiche della crisi economica e occupazionale che persiste ancora oggi. Nel “Di-scorso alla città” del 6 dicembre 2011 il cardinale dice: «…la Chiesa milanese sta ela-borando delle nuove linee per dare con-tinuità e sviluppo a l l ’ i m p o r t a n t e progetto del Fon-do Famiglia La-voro, tenacemen-te perseguito dal cardinale Dionigi Tettamanzi». Al punto 13 della lette-ra pastorale per l’anno 2012-13 “Alla scoperta del Dio vicino”, l’Arcivesco-vo chiede alla Diocesi l’attuazione della seconda fase del FFL come uno degli adempimenti da realiz-zare nel corso dell’anno pastorale. Durante la prima fase del FFL, ter-minata il 31 dicembre 2011, per il suo finanziamento si è raccolta la cifra di 13.800.000 euro. L’attività del Fondo ha coinvolto più di 600 volontari, che all’interno delle Ca-ritas parrocchiali e dei circoli Acli hanno dato vita a 104 distretti nei 74 decanati della Diocesi. A fine di-cembre 2011 risultavano pervenute 9720 domande, il 72% delle quali ha ricevuto una risposta positiva: 6.900 sono le famiglie complessi-vamente aiutate, con un’erogazione media per famiglia di 1900 euro. Il 42% delle persone aiutate ha citta-dinanza italiana, mentre il 58% è straniero.

Nel corso del 2012 non si è fer-mata da parte delle parrocchie l’atti-vità di ascolto e accompagnamento delle famiglie attraverso iniziative locali. A differenza della prima fase del FFL, che ha visto un sostanzia-le aiuto di carattere economico, la seconda fase dovrà affrontare con strumenti più mirati la questione centrale per le famiglie colpite dalla crisi: un’azione di accompagnamen-to nei confronti di chi non riesce a ricollocarsi autonomamente nel mondo del lavoro. Il nuovo corso, già operativo nella Diocesi, prevede quattro nuovi strumenti: erogazio-ne a fondo perduto alle famiglie (già sperimentata nella prima fase); formazione mirata alla riqualifica-zione professionale; micro-credito

per l’avvio di piccole attività econo-miche e “Fare impresa insieme” per l’avvio di nuove imprese.

Uomini, per lo più stranieri, ope-rai, anche specializzati, provenienti dai settori metalmeccanico, dell’e-dilizia e della logistica, sono l’iden-tikit che emerge dalle prime 100 richieste di aiuto arrivate alla segre-teria del Fondo Famiglia Lavoro dai distretti a un mese dal lancio della Fase 2 “Ripartire si può”, inaugura-ta dall’arcivescovo lo scorso 29 no-vembre. Gli interventi di formazio-ne mirata verranno coordinati dalla Fondazione S. Carlo della Diocesi.

La formazione sarà fina-lizzata all’acquisizione

di competenze utili al reinserimento occupazionale. La durata del per-corso sarà in-d i ca t i vamente di sei mesi. Nel frattempo le per-

sone riceveranno un’indennità eco-

nomica, collegata al rispetto del progetto

personalizzato sottoscrit-to. Il micro-credito si propone

di sostenere le famiglie nell’impos-sibilità di ottenere un prestito dal sistema bancario per mancanza di lavoro.

A tale scopo viene istituito un fondo di garanzia per prestiti fina-lizzati all’avvio o al sostegno di pic-cole attività economiche.

L’importo massimo del finan-ziamento è di euro 10.000 da rim-borsare in 6 anni e inizio del pa-gamento delle rate decorsi 6 mesi. E’ il caso concreto di un gruppo di lavoratori di Paderno che potreb-bero ricevere questo sostegno. I la-voratori licenziati hanno fondato la cooperativa “Lares 2012” (www.blog.libero.i/Laresblog) nei locali di una parrocchia e stanno cercan-do di reinventare un lavoro. «Non vogliono diventare ricchi – dice don Walter Magnoni dell’Ufficio di Pastorale Sociale del lavoro - ma vi-vere in maniera dignitosa.

Credo che questa nuova espe-rienza assomigli a quella che si vor-rebbe fare anche nella seconda fase del Fondo Famiglia Lavoro, cioè ri-uscire ad aiutare le persone a trova-re delle forme di lavoro che permet-tano di essere autonomi, o almeno di non dipendere continuamente dai sussidi»

Silvio Mengotto

E' partita la seconda fase del Fondo Famiglia e Lavoro: un accompagnamento per riuscire a ricollocarsi

Fondo famiglia: ripartire si può!

Page 6: InDialogo feb2013

6 LE PROPOSTE ESTIVEfebbraio

2013

Abbiamo da poco finito di mangiare panettoni, cotechini e lenticchie… qualcuno sicuramente ha in programma dei

bei week end sugli sci e se guar-diamo temometro e previsioni del tempo non possiamo che sentirci ancora in pieno inverno eppure… è tempo di parlare di estate e di va-canze!

Sì, perché come ogni anno il set-tore giovani è in fermento ormai già da un po’ di tempo per elaborare proposte sempre più ricche e coin-volgenti per ogni fascia d’età e a se-conda degli interessi.

Cominciando dai più giovani (14-17 anni) troviamo l’imperdi-bile appuntamento delle settimane estive di Santa Caterina con i con-sueti tre turni: 29 giugno/6 luglio, 6/13 luglio, 13/20 luglio. Una set-timana davvero intensa, fatta di condivisione, confronto, riflessione, divertimento... per crescere insie-me spiritualmente, umanamente e nell’amicizia. Quest’anno in par-ticolare si affrontera’ il tema della Chiesa per cercare di capire meglio che ruolo possiamo avere noi den-tro questa grande famiglia anche quando ci sta “un po’ stretta” e per

provare ad esprime sogni e desideri per una Chiesa viva dal volto giova-ne.

Dal 20 al 27 luglio, sempre a Santa Caterina, appuntamento per i più grandi, i 18/19enni che du-rante la “loro” settimana si vedran-no alle prese con l’arduo compito della scrittura della regola di vita, quest’anno in particolare si riflette-ra’ insieme su come essere presenze significative nel mondo che ci cir-conda, su come anche a quest’età può essere possibile impegnarsi per la costruzione del bene comune e per la Politica con la “P” maiuscola.

Dedicate a tutti gli studenti del-le scuole superiori (14/18 anni) le proposte dell’ACS (Azione Cattolica Studenti): la settimana di Viaggio ai confini in Friuli Venezia Giulia (14/20 giugno) per tutti coloro che amano l’avventura e sognano una vacanza “zaino in spalla” tra mezzi di trasporto più o meno improvvi-sati, itinerari a piedi, campeggi... E poi per coloro che invece vogliono sporcarsi le mani e mettersi in gioco per aiutare gli altri, per coloro che non si spaventano di fronte alla vita un po’ spartana e al duro lavoro ci sono i campi di volontariato a Lec-co (19/24 agosto) e a Monza (24/30

agosto), dove oltre al lavoro ovvia-mente non mancherà il tempo per confrontarsi e divertirsi insieme! Il ricavato del lavoro svolto durante le settimane verrà devoluto a sostegno di progetti di solidarietà sul territo-rio.

Passando ai giovani dai 20 ai 30 anni, anche per loro c’è in ca-lendario una settimana di servizio, condivsione, incontro e preghiera attraverso l’esperienza della For-mAzione, in versione “extra large” per il tempo esitivo. La settimana si svolgerà a fine luglio a Lecco, le date precise sono ancora in via di defini-zione.

Sempre nell’ambito delle vacan-ze solidali quest’anno lanciamo per la prima volta un’esperienza estiva in Sicilia dal 28 luglio al 10 agosto, organizzata in collaborazione con Cartias Ambrosiana e Caritas Pa-lermo. Si alterneranno giornate di volontariato presso alcune strutture della Caritas locale, con momenti di incontro con testimoni e itinerari più turistici per provare a conoscere questa terra con occhi nuovi, appro-fondendo in particolare il tema del-la legalita’.

Infine non puo’ mancare la setti-mana itinerante piu’ “tradizionale”,

quest’anno viaggeremo alla scoperta della Polonia, sulle orme di Giovan-ni Paolo II e di altri personaggi che hanno saputo vivere la fede anche nei momenti di forte difficoltà e sofferenza. Una settimana che, con il consueto stile dell’AC, unirà l’a-spetto più turistico e vacanziero ad un cammino di crescita e approfon-dimento umano e spitiruale, come sempre con la possibilità di condi-videre l’esperienza insieme a tanti altri giovani.

Dopo questa carrellata di propo-ste non ci rimane altro da aggiun-gere se non… spargi la voce, coin-volgi i tuoi amici e vieni con noi! E la tua estate potrà essere molto più di una semplice vacanza... avrà più sapore, ti darà più energia e carica per il nuovo anno e ovviamente... ti darà la possibilità di conoscere nuo-vi amici! Non perdere l’occasione!

Tutte le informazioni saranno a breve disponibili sul sito www.azionecattolicamilano.it, per qua-lunque altra domanda o se vuoi un aiuto per promuovere le proposte nella tua parrocchia non esitare a contattarci!i.

Miriam Ambrosiani

Abbiamo da poco finito di mangiare panettoni, cote-chini e lenticL'estate 2013

targata ACR porta con sé una gran-de novità: Santa Caterina anche per gli educatori ACR! Dal 27 al 31 luglio, l’ACR diocesana ha or-ganizzato uno spazio per ritrovar-si e per formarsi specificatamente come educatori. Con questo cam-po l'AC vuole dunque sottolineare ancora una volta la sua passione e vocazione educativa: al fianco dei ragazzi e dei bambini di oggi ci vogliono educatori-catechisti sempre più formati e grintosi, che sappiano testimoniare ai più pic-coli la bellezza dell'incontro con Gesù!Così, spinti dalle sollecitazioni di alcuni educatori stessi, rilanciamo questa iniziativa che, anni fa, aveva già incoraggiato molti educatori ad assumere in profondità la propria vocazione educativa: crediamo che anche oggi un Campo Educatori possa essere un’intensa palestra

di comunione, di formazione e di vivacità associativa, a servizio di tutta la Diocesi!In particolare in questo campo ragioneremo sul ruolo dell'ACR in parrocchia. In questo tempo di trasformazioni sentiamo infatti il bisogno di rimettere a tema un punto così decisivo per il cammino dell’ACR: come integrarsi sempre meglio nei progetti dell’oratorio? Come, spinti anche dalle sollecitazioni del nostro Arcivescovo, promuovere nelle nostre comunità cammini differenziati di Iniziazione Cristiana, che valorizzino la ricchezza associativa ed educativa propria dell’ACR? Questi cinque giorni saranno un tempo prezioso per stare un poco “in disparte” con Gesù e per imparare da lui lo stile per affrontare queste belle sfide che ci attendono. Ma l'estate riporta anche al cuore e alla mente le gite, le serate, i lavori di gruppo… ovvero i Campi

Estivi per i ragazzi! Come ormai è tradizione questa esperienza potrà essere vissuta sia dai più piccoli (6-8 anni, dal 16 al 29 giugno) sia dai più grandi (9-11anni dal 20 al 24 giugno; 12-13anni da 24 al 29 giugno). Ogni cosa sarà a loro misura e li metterà in gioco in prima persona per crescere nella sequela di Gesù, nella fraternità e nel servizio: anche a 6 anni si può vivere la Regola di Vita, è garantito!Lo slogan che ci accompagnerà sarà: "Con tutto il cuore. Davide, piccolo grande re". Sarà proprio la figura di Davide a coinvolgerci e ad aiutarci a far maturare il rapporto personale con il Signore, soprattutto grazie alle preghiere dei Salmi. I bambini e i ragazzi potranno imparare da Davide l'importanza di vivere da protagonisti la propria storia, senza paura di sbagliare o di essere inadatti. Il coraggio di Davide è il frutto della confidenza con Dio

Le proposte per i giovani: oltre alla classica Santa Caterina, il Friuli Venezia Giulia, e campi Caritas

Cosa pensi di fare quest’estate?

Anche per i più piccoli una proposta che punta in alto: Con tutto il cuore. Davide piccolo grande re"

L'estate dei ragazzi a Santa Caterinae di un legame speciale che si nutre nella preghiera: ecco il suo segreto!Ma se l'estate sembra lontana, e tutti siamo ancora alle prese con compiti e scuola… ecco l'invito che fa per te! Come richiesto dall'Assemblea dei Ragazzi del 2011, vivremo uno speciale Gemellaggio con la Diocesi di Massa Carrara, dalla sera del 3 al 5 maggio. Sarà un week-end molto particolare, che quest’anno si sostituirà al Meeting degli Incontri… per incontrare nuovi amici, scoprire nuovi posti e diventare capaci di “abbattere la quarta parete” andando incontro agli altri. Ci accompagnerà anche la figura di S. Paolo e tante belle storie di santità, per diventare anche noi apostoli di gioia. Le iscrizioni sono già aperte, affrettatevi!

Ilaria Fumagalli

Page 7: InDialogo feb2013

7febbraio

2013

LE PROPOSTE ESTIVE

Tre parole chiave per capire il presente e pensare il futuro delle nostre città.Paolo Del Debbio, Fabio Pizzul, Aldo Maria Valli. Tre voci autorevoli che affrontano questi temi a partire dalla propria sensibilità e formazione, regalando ai lettori provocazioni e punti di vista differenti ma capaci di aprire scenari inediti sul nostro tempo.

Agape + è una collana giovane ed efficace che offre ai lettori una riflessione su parole che provocano e consentono di avviare un dialogo fecondo tra persone con storie e culture diverse, per promuovere un confronto sulla società di domani.

NOvITà DALL'EDITRICE IN DIALOgO: LIBERTà, LAvORO, SOBRIETà

Paolo Del Debbio Libertà

Pagine: 64 - Prezzo: € 6,00

Del Debbio affronta la parola «libertà» a partire dall’icona biblica dell’Eucaristia. Una riflessione accurata che affonda le sue radici nel dibattito teologico e antropologico, fino a interrogarsi

sul dramma e sulle sfide della libertà in ambito personale e politico.

Fabio Pizzul Lavoro

Pagine: 64 - Prezzo: € 6,00

Pizzul, noto giornalista milanese, riflette sulla parola «lavoro» a partire dall’icona evangelica della croce. Un percorso intenso, alla scoperta del significato dell’opera umana, in relazione al vivere comune e nell’orizzonte di una città

solidale.

Aldo Maria Valli Sobrietà

Pagine: 64 - Prezzo: € 6,00Il noto giornalista del TG1 riflette sulla parola «sobrietà»,

a partire dall’icona biblica delroveto ardente, narrata nell’Esodo. Attraverso considerazioni attinte dal vissuto

personale e dall’esperienza della propria famiglia, insieme a un’attenta analisi del nostro tempo, Valli ci consegna un percorso che rappresenta un contributo prezioso al

dibattito sul futuro che ci attende.

Non è mai semplice scrivere un articolo per proporre date e iniziative. Si cercano le pa-role più convincenti, gli ar-gomenti più validi per moti-

vare, sostenere, convincere, nella speranza che tutto ciò abbia un buon esito e che il molto lavoro organizzativo e preparatorio vada a buon fine producendo molto “ frut-to”.

Personalmente penso che le difficol-tà aumentino quando si deve scrivere di iniziative estive! Il lettore è immerso nel-lo svolgimento dell’anno pastorale, gli appuntamenti si susseguono, a volte con ritmi serrati, e si sommano alle molte ri-chieste sul lavoro, in famiglia, nell’ambito civile ed ecclesiale. Le agende si riempio-no e l’attenzione al periodo estivo è labile e, qualora ci fosse, è spesso compromessa dalla tentazione di immaginarlo come un tempo libero da ogni impegno e preoccu-pazione, libero da ogni pensiero… insom-ma un tempo vuoto che tale deve rimanere.

Eppure eccomi qui, a scrivere delle no-stre vacanze associative con la convinzio-ne che un tempo di riposo può diventare,

senza troppa fatica, un tempo ricco di idee, relazioni, rapporti. Un tempo creativo con “cose belle” da fare e da vivere intensamen-te. Un tempo per fermarsi, per sostare, per verificarsi, per riprendere in mano la pro-pria vita. Tempo per sé, tempo per gli altri, tempo per le amicizie, tempo per l’essen-ziale, tempo per lo spirito, tempo per Dio.

Ed infine, tempo anche per l’Associa-zione per riscoprire la gioia di essere cre-denti che scelgono di vivere la propria fede insieme in modo accogliente, empatico, profondo.

Per questo, come ogni anno, l’Ac or-ganizza diverse attività nella speranza che possano trovare spazio nella vostra pro-grammazione estiva. Hanno caratteristiche molto differenti tra loro proprio perché ognuno possa individuare l’iniziativa più adatta per sé nella quale ritrovarsi meglio.

Prima di tutto mi sembra importante segnalare due fine settimana “ formativi”. Sono stati chiamati Scuole di formazione di base: si terranno dal 28 al 30 giugno 2013, in un luogo ancora da definire, e dal 31 luglio al 4 agosto 2013 a Santa Caterina. Questi moduli formativi vogliono essere l’occasione per formare nuovi responsabili

ma anche per avvicinare coloro che voglio-no conoscere da vicino l’Associazione, vi-verne la fraternità e la vivacità da parte per poi proporla nella propria Comunità.

Interessante per allargare la conoscen-za dell’Associazione a livello nazionale è la proposta del campo estivo a Canazei dal 27 al 31 luglio.

Per chi volesse invece dedicare qualche giorno condividendo le fatiche e i bisogni di chi vive in una parte di mondo molto diversa dalla nostra, c’è la proposta, con-giunta con il settore giovani, di volonta-riato a Betlemme. Alcuni giorni presso la comunità francescana per aiutare con la-vori di tipo manuale (imbiancature, giar-dinaggio, aiuto a famiglie bisognose…) o di animazione nello stile dei nostri oratori accompagnati dall’ascolto e dall’approfon-dimento della Parola. I posti sono limitati il periodo interessato comprende le ultime due settimane di luglio.

Per le famiglie sarà organizzata una settimana, dal 3 al 10 agosto, in semiauto-gestione per contenere i costi, presso una struttura al Passo del Tonale. Come ogni anno la settimana prevede un tema con-duttore che coinvolgerà tutta la famiglia,

bambini compresi, che saranno guidati dalla presenza di animatori.

Nella settimana a cavallo di ferragosto è prevista una settimana per tutti gli adul-ti. Vorremmo mettere a tema il “cammino “ da intendere non solo come un viaggio fisico verso un luogo speciale, ma anche come un viaggio spirituale interiore. Stia-mo valutando due proposte: la prima ci porterebbe a percorrere parte del cammino di Santiago, la seconda a percorrere brevi tratti della via franchigena in Toscana. Spe-riamo di giungere al più presto alla propo-sta definitiva.

Ultima, ma non certo per importanza, è la proposta degli esercizi spirituali che quest’anno si terranno dal 22 al 25 agosto presso Villa Cagnola a Gazzada e saranno predicati da Don Eros Monti.

Ogni iniziativa sarà meglio declinata con tutte le informazioni necessarie per la partecipazione nell’apposito volantino che sarà preparato e sul sito nello spazio dedi-cato alle proposte estive.

Non resta che prendere nota e farsi ten-tare… perché, ne sono certa, qualcosa che vale la pena di sperimentare c’è senz’altro.

Paola Cova

Dalla settimana per le famiglie, agli esercizi, ad un campo di volontariato in Terra Santa

Molte proposte in più anche per gli adulti

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10febbraio

2013

PROPOSTE ASSOCIATIVE

Il tempo di Quaresima è tutto orientato alla festa di Pasqua, la più grande delle solennità del popolo cristiano. Per questo motivo si caratterizza come un

“tempo forte” per il cristiano, da vive-re con maggiore impegno e intensità.

Ognuno di noi, infatti, è chiamato a rinnovarsi, abbandonando il pec-cato, in modo da diventare testimone di una "vita nuova", rinnovata nella risurrezione di Cristo Signore!

In questo lento cammino di pre-parazione alla “Gioia” della Pasqua, ci viene in aiuto la stessa Parola di Dio, che in questo tempo viene pro-clamata con più abbondanza, e la preghiera vissuta come un incontro e un dialogo sincero con Dio.

Entrambe ci accompagnano in questo tempo di conversione e di misericordia, invitandoci a cambia-re rotta, suggerendoci un cambio di mentalità e orientandoci verso una sobrietà di vita a volte dimenticata.

Questo cambiamento è legato alla fede, come scelta di vita e come rispo-sta ad un Amore che non manca mai di interpellarci:

"E proprio questo amore, mani-festatosi pienamente in Gesù Cristo, interpella la nostra esistenza, chiede una risposta su ciò che ciascuno vuo-

le fare della propria vita, su quanto è disposto a mettere in gioco per rea-lizzarla pienamente. L'amore di Dio segue a volte percorsi impensabili, ma raggiunge sempre coloro che si lasciano trovare. La speranza si nutre, dunque, di questa certezza". ( Bene-detto XVI)

Per tutto questo, il tempo liturgico della Quaresima è un tempo “forte”, ma anche un tempo “bello” perché ci apre alla Vita e ci rinnova nell’Amore.

Ti invitiamo, allora, ad intrapren-

dere il cammino verso la Pasqua ri-cordandoti alcuni appuntamenti che potrebbero esserti utili per ritagliarti un tempo di silenzio e riflessione.

Innanzitutto le consuete giornate di spiritualità:

1. Domenica 17 febbraio dalle ore 9.00 alle ore 16.00 presso la casa dei Padri Oblati di Rho

2. Mercoledì 27 febbraio e Do-menica 3 marzo dalle ore 9.00 alle ore 16.00 presso Villa Sacro Cuore a Triuggio

Il filo conduttore di queste gior-

nate sarà la riflessione sul brano di Lc 14,15-24. (E'necessario iscriversi presso la Segreteria in centro D i o -cesano almeno 5 giorni prima dell'in-contro.)

Per gli adulti più giovani è prevista la tradizionale due giorni 2 e 3 marzo a Capiago ( Co) presso i padri deho-niani (iscrizioni entro il 22 febbraio). Sarà una preziosa occasione per riflet-tere sulla comunicazione della fede nella concretezza dell’oggi.

Segnaliamo, infine, anche le date dei fine settimana organizzati dal per-corso Betlehem:

1. 16/17 febbraio presso l’Eremo San Salvatore ( Erba)

2. 16/17 marzo presso l’Oasi ( Erba)

Verranno proposte alcune figure della fede che con la loro storia dise-gnano un accesso a Dio disponibile anche per noi.

Per ogni iniziativa è possibile trovare sul sito il relativo volantino comprensivo di tutte le indicazioni necessarie per l’iscrizione e la parte-cipazione.

Le motivazioni le abbiamo dette, gli strumenti non mancano … ora tocca a te! Buona Quaresima

Paola Cova

La mattina andava alla s. Messa presso la chiesa di Magenta e poi, magari dopo aver visitato

a casa qualche paziente che la ave-va chiamata, si recava a Mesero per svolgere il suo compito di medico presso l’ambulatorio.

Anche la nostra Associazione, alla quale santa Gianna ha dedicato tanto tempo e molte energie per la formazione delle giovani, percorre-rà la strada tra queste due località perché ogni socio possa conferma-re il proprio SI, la propria adesione alla chiamata che Dio rivolge a ogni uomo-donna.

L’incontro che il prossimo 19 maggio ci vedrà partire dalla piaz-za del santuario della Famiglia a Mesero e, passando per Marcallo, giungere nella chiesa di s. Martino a Magenta avrà un invitato d’ono-re: il cardinale arcivescovo Angelo Scola che vuole in questa occasione

incontrare tutta l’Associazione: i ra-gazzi e i loro educatori, gli adulti e i giovani.

Avremo l’opportunità di pregare e confrontarci direttamente con lui su cosa pensa dell’Azione cattolica, cosa si aspetta che la nostra Asso-ciazione dica o faccia per la Chiesa diocesana, per la formazione dei laici, per testimoniare la novità del Vangelo nel mondo contempora-neo.

La speranza è che questo sia un vero momento UNITARIO per l’AC nel quale tutti i soci (e anche i tanti amici e amiche che ci seguono con “simpatia”) possano incontrarsi e vivere un pomeriggio ricco di ami-cizia, gioia e condivisione. La cam-minata vuole essere opportunità per conoscere un’AC “in movimen-to”, agile, capace di coinvolgere al-tri nella splendida avventura di es-sere cristiani oggi.

Lo scorso anno la Camminata ci ha introdotti al Convegno mondia-le delle Famiglie, quest’anno ci ac-compagna ad “attraversare la porta della Fede” come ci invita a fare il santo Padre Benedetto XVI.

L’invito a partecipare è rivolto a tutti i soci con la certezza che saran-no capaci di coinvolgere tanti altri a “camminare con noi”, vuole essere l’occasione per avvicinare molti alla nostra idea di essere laici protago-nisti nella Chiesa perché coscienti che di questo protagonismo il mon-do di oggi ha estremo bisogno.

Sarà anche un momento di festa durante il quale i piccoli saranno protagonisti con i loro educatori e gli adulti avranno l’occasione di chiacchierare e ritrovare tanti amici che magari condividono con loro sin dalla gioventù l’adesione all’As-sociazione.

Gigi Pizzi

Le iniziative del settore adulti per vivere pienamente il tempo di Quaresima

Contempliamo insieme il mistero della Pasqua

Anche quest’anno siamo chiamati a dire il nostro sì, sulle orme di S.Gianna Beretta Molla

19 maggio: camminiamo insieme da Mesero a MagentapRogRaMMa

dalle 14.30 Ritrovo dei partecipanti a Mesero, raduno nella piazza del Santuario, accoglienza e registrazione partecipanti

ore 15.15 preghiera introduttiva e avvio della camminata

ore 16.30 ingresso in chiesa S.Martino a Magenta - Incontro con il Cardinale dalle 19 alle 22 festa insieme presso l'oratorio di S.Martino

importante: iscriversi sul sito www.Azionecattolicamilano.it entro il 15 maggio

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IL PERSONAGGIO

Quest'anno, nella tradizionale 4gg di Natale, i ragazzi dell'ACS sono stati in toscana sulle orme del sacerdote di Barbiana

Don Lorenzo Milani, l’uomo e il prete

Prete scomodo”, “prete non obbediente”, “prete un po’ matto”. A don Mi-lani sono state attribuite negli anni tante etichette

che poco gli rendono il rispetto che merita. Chi è stato don Milani, allora? Certamente una figura controversa, una voce fuori dal coro ma soprattut-to un appassionato dell’uomo. Sì, mi piace definirlo così: uomo sempre in vivace e appassionata ricerca. Uomo che non si accontentava, che voleva dare a tutti la possibilità di conoscere.

Lorenzo proveniva da una fami-glia non religiosa; la sua conversione avvenne a vent’anni, grazie all’incon-tro con don Raffaele Bensi, sacerdote fiorentino, consigliere di David Maria Turoldo. Nel novembre del ’43 Loren-zo entra in seminario; nel 1947 viene ordinato sacerdote e mandato come coadiutore a San Donato di Calenza-

no, paesino vicino a Firenze, per occu-parsi di una scuola popolare di operai. Negli anni a Calenzano don Lorenzo scrive Esperienze Pastorali, che ebbe una forte eco per i suoi contenuti ete-rodossi. Allora quel testo fece tanto discutere, ma oggi può essere visto come coraggioso richiamo alla radi-calità del Vangelo: “Con la parola alla gente non si fa nulla. Sul piano divino ci vuole la grazia e sul piano umano ci vuole l'esempio”.

Nel dicembre del  1954, a cau-sa di screzi con la Curia di Firenze, don Milani venne mandato a Barbia-na, sperduto paesino di montagna nel comune di  Vicchio, dove iniziò il primo tentativo di  scuola a tempo pieno, rivolto alle classi popolari. In poco tempo a Barbiana nacque una scuola diversa, lontana dai canoni ma non per questo priva di regole e disciplina. Scuola non organizzata in programmi, ma aperta alla curiosità e agli avvenimenti. Insomma, un vero e proprio collettivo dove si lavorava tutti insieme come un'unica famiglia, in cui chi sapeva di più doveva aiutare chi sapeva di meno, 365 giorni all’an-no. Ma soprattutto a Barbiana nacque Lettera a una professoressa  (maggio ‘67), in cui i ragazzi denunciavano il sistema scolastico e il metodo didatti-co che favoriva l'istruzione delle classi più ricche (i cosiddetti "Pierini"), la-

sciando la piaga dell'analfabetismo in gran parte del paese. Ma, soprattutto, don Milani era uno che sognava, che desiderava. Suo il noto motto "I care", letteralmente “mi importa”, “mi inte-ressa” (in contrapposizione al "Me ne frego" fascista). 

Don Milani morì verso la fine di giugno del 1967 a causa di un linfo-granuloma; negli ultimi mesi della malattia volle stare vicino ai suoi ra-gazzi affinchè imparassero “che cosa è la morte”. Morto a casa della madre a Firenze, fu poi tumulato nel piccolo

cimitero situato a pochi minuti dalla chiesa e dalla scuola di Barbiana. Volle essere seppellito da sacerdote, in abito talare. E da uomo, con gli scarponi da montagna ai piedi. Sono proprio que-sti scarponi a dirci davvero chi era don Milani. Un uomo appassionato della vita, desideroso di percorrerla nei sen-tieri più difficili. Un prete che voleva incrociare la vita anche quando i cam-mini erano faticosi e si rischiava di cadere nei dirupi della rassegnazione.

Luca Costamagna

Presentato lo scorso gennaio il nuovo testo dell'Acr con il contributo di don Tonino Lasconi e Mirko Campoli

Educare i piccoli alla fedemino di fede. L’esperienza associati-va pone un’attenzione all’integralità della persona. Anche oggi vogliamo spenderci gettando semi nuovi, ri-cordando alle comunità cristiane di mettere al centro il ragazzo, avendo il coraggio di osare e fare proposte alte ai ragazzi; ci vogliamo infatti porre al servizio del rinnovato cammino di Iniziazione Cristiana.

Educare i piccoli alla fede: la sfida, 50 anni fa come oggi, rimane aperta e avvincente; necessita di tante risorse, energie e creatività per ascoltare i se-gni dei tempi e la Parola in modo più approfondito, per coltivare una Chie-sa che sia popolo di Dio, educante e testimoniante, perché anche il mon-do dei ragazzi possa essere scandito dal ritmo della liturgia. Consegniamo allora questi testi con l’augurio di aiu-tare a ridire la fede oggi. Buon Cam-mino!

Ilaria Fumagalli, Chiara Zambon

I CARE: mi sta a cuore!Entusiasmo, spirito di adattamento e collabora-zione : ecco tre ingredien-ti della proposta “Quat-tro giorni” organizzata dall'AC Ambrosiana dal 2 al 5 gennaio per i ragazzi delle scuole superiori. In un centinaio siamo giunti a Firenze, dove abbiamo approfondito il motto di Don Milani “I Care” ovvero “mi sta a cuore, mi inte-ressa”, un po' il contrario dell'attuale “me ne frego!”.Dopo un pomeriggio alla scuola di Barbiana abbia-mo raggiunto Firenze. Il tempo è breve e si vive al massimo: la sveglia suona presto e la giornata è in-tensa tra preghiera, pasti e attività. Lo scopo è di-ventare, attraverso la let-tura di giornali e di altri te-sti, “gente pensante” con spirito critico. In quattro giorni abbiamo arricchito occhi e cuore, abbiamo conosciuto nuo-vi amici coi quali condivi-diamo lo stesso cammino di fede e le problematiche quotidiane. Non era la pri-ma volta che vedevo Fi-renze ma “il vero viaggio non è scoprire nuove terre ma avere occhi nuovi”.

Noemi Gottardi

In quest’anno della fede, dei 50 anni del Concilio e dei 20 anni dei Catechismi CEI, l’Acr diocesana

vuole sottolineare la vitale importan-za dell’avventura educativa. Guardan-do a questo ricco passato, come far fiorire questi doni nel nostro contesto storico, culturale, ecclesiale? Come educare alla “vita buona del Vange-lo”?

In occasione dell’incontro con la Presidenza nazionale a fine gennaio, l’Acr di Milano ha presentato il suo nuovo testo “Educare i piccoli alla fede”: vogliamo riflettere su come l’A-cr possa essere sempre di più un cam-mino bello, coinvolgente, che sappia appassionare al Vangelo e a Gesù. L’A-cr è stata uno dei frutti più belli del Concilio, e ci piacerebbe porre qual-che riflessione per dare forma nuova a quelle intuizioni. Il testo raccoglie dunque i contributi di due “big” del panorama associativo italiano: don

Tonino Lasconi e Mirko Campoli.Don Tonino Lasconi ci offre una

testimonianza della sua esperienza. L’immagine di Chiesa rielaborata dal Concilio ha portato l’Acr ad interpel-larsi su come mettere al centro il ra-gazzo come persona, come soggetto attivo protagonista della vita della comunità. Occorre aggiornare il lin-guaggio per poter parlare alle nuove generazioni. Come ha sottolineato il nostro Presidente nazionale, porsi al servizio dei più piccoli non è “tempo perso”, non è un’esperienza minore rispetto all’impegno sociale e poli-tico: è invece una grande vocazione quella di essere adulti e giovani che accompagnano i ragazzi a diventare protagonisti della loro vita, fermento vivace nella Chiesa, apostoli in tutti gli ambienti di vita.

L’intervento di Mirko Campoli, già responsabile nazionale Acr, mette a fuoco come questa sia un valido cam-

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L’emozionante testimonianza di Frate Rubén Tierrablanca, superiore francescano a Istanbul

Tra i francescani di Istanbul per imparare il dialogo tra civiltà

Istiklâl Caddesi, via principale della parte europea di Istan-bul. Attraversa la città da piazza Taksim fino al ponte di Galata. Bazar e boutiques, venditori

ambulanti, caffè e locali. Più di un milione di persone ci passa ogni giorno. È affollata a ogni ora. Anche una piovosa domenica sera d'inizio dicembre. Un austero edificio set-tecentesco contrasta con le luci dei negozi. Ospita la comunità di Frati Minori che sono venuto a visitare: il convento di Santa Maria Draperis, dal nome dei mercanti genovesi che

possedette la chiesa prima di donar-la ai Francescani. Che a Istanbul ci sono fin dal 1235: una storia passata attraverso i crociati, il ritorno dei Bi-zantini, l'Impero ottomano, la rivo-luzione guidata nel 1920 da Mustafa Kemal Atatürk.

Da un portoncino mi accoglie fra-te Rubén Tierrablanca, messicano, il superiore. «La nostra fraternità è nata 9 anni fa – mi spiega - da un progetto per la promozione del dialogo ecu-menico e interreligioso». Già, ma che fanno 6 francescani in pieno centro a Istanbul? «La domanda è che cosa

vuole fare la Chiesa qui - sorride fra Rubén –. Le missioni del passato, il proselitismo? è chiaro: non funzio-na». Istanbul ha 13 milioni di abitan-ti; i cristiani cattolici sono 15mila. La Turchia è laica per Costituzione, ma a stragrande maggioranza islamica e il partito AKP del premier Recep Tayyip Erdoğan, al potere dal 2002, sembra portare avanti una politica di re-islamizzazione della società. «Al nostro arrivo ci hanno riempito di raccomandazioni. Prudenza, rispet-to, certo. Ma cerchiamo di andare oltre: riconoscere, apprezzare il buo-no che c'è nella cultura turca, nella religione islamica, nelle diversità». Ma non hanno un po' paura, dopo l'uccisione di don Andrea Santoro nel 2006 a Trabzon e di mons. Lui-gi Padovese a Iskenderun nel 2010? «Siamo rimasti davvero scossi. Mi sembra però si sia trattato di episo-di isolati. Qualcuno li ha accomu-nati, per gridare alla persecuzione. Ma non onoriamo la memoria dei due missionari se alimentiamo i pre-giudizi. Qui stiamo bene: la città è abituata alla convivenza da millen-ni. Non dimentichiamo che siamo stranieri: bisogna trovare un modo di svolgere il ministero senza troppe vetrine». Penso alla facciata del con-vento, alla piccola statua della Ma-donna: un segno, discreto.

Dall'esterno i minareti diffon-dono la nenia dei muezzin che si mischia alle voci dei passanti. Fra Rubén mi racconta come i Francesca-ni hanno cercato di costruire il “dia-logo della vita”. «All'inizio andando al mercato a comprare le patate. Co-nosci qualcuno, pian piano qualche invito a cena. Siamo convinti che il dialogo non nasce a tavolino, ma dall'incontro, l'amicizia, il coltiva-re la fiducia». La preghiera mensi-le di Taizé insieme ai Domenicani, cui partecipano molti protestanti, qualche difficoltà con gli ortodossi. I corsi per i confratelli, il sostegno ai Francescani dei paesi arabi. E il rapporto con amici e gruppi musul-mani, con il Symposium che ogni 27 ottobre ricorda l'anniversario dell'in-contro di Assisi del 1986 e culmina nella preghiera comune: le danze dei mistici dervisci, le “Laudi di Dio Al-tissimo” di Francesco che richiama-no i nomi di Allah, l'invocazione a Maria che anche i musulmani vene-rano e la preghiera per la pace. «Non ci lamentiamo di quello che non c'è, partiamo da quello che c'è - dice fra Rubén -. Restiamo aperti a questa città». Che è unica al mondo, a ca-vallo tra due continenti, da sempre crocevia di uomini: un ponte. Un po' come questi Francescani.

Paolo Bovio

vICINI AI NOSTRI SOCI

Il Gruppo A.C. di Novate Milanese ricorda con grande affetto e riconoscenza la carissima Sandra Bareggi Lovati, scomparsa nella settimana prima di Natale dopo una lunga malattia.Non possiamo dimenticare il suo sorriso che sapeva nascondere il suo dolore e dare a chi l'avvicinava un senso di profonda serenità.Sandra ha trasmesso per anni attraverso il suo impegno di catechista dei ra-gazzi quella fede forte che l'accompagnava ogni giorno e che nasceva da un vero e profondo rapporto di amore ed amicizia verso il Signore, fatto di pre-ghiera e di sapersi spendere per gli altri.Ora tra le braccia del suo Signore nella Comunione dei Santi intercede per tutti noi.Il nostro cordoglio va al caro Luigi, suo tenero marito, e ai figli Carlo e Maria Antonietta, ai quali garantiamo la nostra amicizia.I soci di  Azione Cattolica del Gruppo di  Novate Milanese abbracciano con affetto la carissima socia e Responsabile Adulti Violetta Piacentini, colpita dal lutto per la morte del suo caro papà Valentino, avvenuta nella notte di merco-ledì 23 gennaio.Porgono a Violetta e al marito Aldo Carcano, già RUD Decanato di Bollate, e ai loro famigliari le condoglianze più sentite e affidano mediante la preghiera il caro Valentino alla Misericordia del Signore.

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Nell'incontro con le altre religioni, risalta il compito di ogni fede

“Attraversare la città” per avvicinare l'uomo a Dio

Se l'esperienza del credere è, o può essere, universa-le, perché non confron-tarsi, proprio su questa esperienza, anche con chi

vive una fede diversa dalla nostra? È stato questo il filo condutto-

re del terzo anno di "Attraversare la città", itinerario che, seguendo l'in-dicazione data dal Cardinal Martini al termine del sinodo dei giovani del 2000, è nato con l'obiettivo di cono-scere chi, in diversi ambiti, vive espe-rienze che si possono incrociare con la nostra di credenti "nel mondo": dal lavoro all'immigrazione, dal volonta-riato all'impegno civile e politico.

Nell'Anno della Fede, l'idea è sta-ta incontrare i rappresentanti di di-verse religioni presenti a Milano e nella nostra diocesi. «Un modo per allargare lo sguardo, per rimettersi in cammino non dando per scontato il

proprio credo e riscoprirne attraverso il confronto, invece, le fondamenta più profonde» - spiega Giovanni Ca-stiglioni, 'ideatore' del percorso. «Un modo anche per non essere troppo autoreferenziali» - aggiunge, rischio che evidentemente si può correre an-che parlando di fede. Anche il luogo degli incontri era simbolico: nell’Au-ditorium della chiesa di San Giorgio a Palazzo, a Milano, proprio dove - nel 313 d.C. - venne proclamato l'Editto di Costantino sulla libertà religiosa.

La consapevolezza di radici comu-ni ha fatto da sfondo alla chiacchiera-ta con Vittorio Robiati Bendaud, as-sistente dell’ex rabbino di Milano rav. Giuseppe Laras: confrontandoci tra cristiani ed ebrei non possiamo non partire dalle pagine della Scrittura, si è detto. E la centralità della Parola era del resto il tema caro anche al cardi-nal Martini, grazie a cui il dialogo tra ebrei e cristiani ha fatto molti passi a Milano. Un cammino limitato a que-gli anni? Usando un simbolo caro agli ebrei, si potrebbe invece osservare che il dialogo è piuttosto una foresta che cresce, ovviamente con tempi che spesso non coincidono con i nostri.

Il confronto con Mahmoud Asfa, presidente della Casa della Cultura Islamica di via Padova, ha aperto il dibattito a diverse domande da molto tempo all'ordine del giorno nella no-

stra città. La richiesta di spazi adegua-ti per il culto da parte delle comunità musulmane non propone solamente una questione di diritto, ma mette in evidenza come ogni comunità reli-giosa non sia qualcosa di astratto, ma abbia bisogno sempre di uno spazio fisico per poter vivere, e per far vivere, la città. Anche perché, in una società sempre più secolarizzata, «a tutti noi persone di fede spetta il compito di avvicinare sempre di più l'uomo a Dio» ha sottolineato proprio Asfa.

Il ciclo si è chiuso incontrando

Theofilaktos Vitsos, presidente del Consiglio delle Chiese Cristiane di Milano, insieme ad alcuni giovani della Chiesa Valdese. Confrontandosi sui rispettivi percorsi di fede, è emersa tutta la ricchezza di un dialogo che, il più delle volte, parte dal basso, dalla condivisione di momenti comuni.

«In tutti gli incontri abbiamo sot-tolineato le esperienze che ci unisco-no - conclude Giovanni - partendo dal grande desiderio di vita che acco-muna tutti gli uomini».

Claudio Urbano

Convegno nazionale educatori

"Collaboratori della vo-stra gioia. La passione di educare insieme": è que-sto il titolo del convegno che ha radunato 900 edu-catori di Ac dei ragazzi e dei giovanissimi, il 15-16 dicembre 2012 a Roma. Io, insieme a Davide e Eli-sabetta siamo stati gli im-pavidi rappresentanti della nostra Diocesi in questo grande evento.

In questa 2giorni testi-moni significativi ci hanno aiutato a riflettere sul tema delle EMOZIONI, nostre e dei ragazzi.

Si torna a casa, su un intercity notturno Roma-Milano, stanchi ma col volto raggiante: essere educatori di Ac è un'av-ventura del tutto unica, che slancia verso l'alto ad essere giovani veri, vivi e appassionati ogni giorno. E ora si prosegue l'anno con la consapevolezza di essere collaboratori del-la gioia di Gesù che è già tra noi: a noi il compito di moltiplicarla e condivider-la. Al prossimo appunta-mento nazionale!

Avvisi e calendarionuovo look del Centro Diocesano

Chi entra in Centro diocesano nota subito un tocco di novità: mobilio rinnovato in diversi uffici, nella segreteria e nella famosa Olgiati. Dobbiamo esprimere un sincero grazie a chi ha donato tutto ciò all’AC, che ha ricevuto una liberalità dedicata a questo scopo.

Formazione dei formatori? Sì grazie!

Nel calendario della prossima estate compaiono due iniziative dedicate a chi intende prepararsi per curare/animare gruppi di AC. L’invito dell’Arcivescovo a diffondere la proposta di AC ci vede pronti a formare nuovi formatori. I luoghi e le date permettono anche di godere dei luoghi. Il primo modulo sarà il 28-30 giugno all’Eremo di San Salvatore (Erba), il secondo modulo nella sede storica della nostra formazione: La Benedicta a Santa Caterina , dal giovedì 31 luglio sera a sabato 3 agosto.

gruppo Catechiste: prossimi incontri

12 Febbraio La narrazione nella catechesi

(laboratorio con un membro della Cooperativa Aquila e Priscilla). Via S.Antonio 5, ore 9,30.

12 Marzo Mattinata di spiritualità in Quaresima presso il Monastero benedettino di Via Bellotti 10 Milano, ore 9,30 . “Date loro voi stessi da mangiare – dall’Eucarestia alla testimonianza e al servizio.”

9 Aprile Tempo  dello Spirito. Riflessione e verifica sui nuovi itinerari e a un anno da “Family 2012”; proposte per l’estate. Relatore don Luca Ciotti. Via S.Antonio 5, ore 9,30.

Eventi dal 17 febbraio al 31 marzo17 Febbraio 5° qUARESIMA Bethlem (Oasi) Eremo giovani18 Febbraio Consiglio Diocesano22 Febbraio Esercizi 18enni23Febbraio Eremo giovani Esercizi 18enni24 Febbraio 2° Quaresima Eremo giovani Spiritualità familiare Esercizi 18enni

2 Marzo2gg adulti giovani Esercizi ADO 3 Marzo 3° Quaresima 2gg adulti giovani Esercizi ADO Formazione zona 6 9 Marzo Tabor - Esercizi ADO10 Marzo4° Quaresima Ritiro Adulti Triuggio Tabor Esercizi ADO12 Marzo Formazione catechiste13 M 14 G 15 Marzo Eremo giovani16 Marzo Bethlem (Oasi) Eremo giovani17 Marzo 5° Quaresima Bethlem (Oasi) Eremo giovani18 Marzo Consiglio Diocesano23 Marzo no panic - maturità e lavoro Incontro ADO24 Marzo 6° Quaresima - Palme Incontro ADO27 Marzo notte Ulivi

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AC E CONCILIO

Direttore responsabile: Gianni BorsaDirettore editoriale: Annalisa Perteghella

Hanno collaborato a questo numero:Paolo Rappellino, Donata Sala, Claudio Urbano, Alberto Ratti, Maria Citterio, Sara Nannini, Valentina Soncini, Paolo Bovio, Maria Teresa Antognazza, Vittorio Castol-

di, Martino Incarbone, Paolo Danuvola, Alessandro Zunino, Antonio Contursi

Direzione, Redazione: 20122 Milano, Via S. Antonio, 5Tel. 02/58391309. Amministrazione e pubblicità: Tel. 02/58391341

Editore: Coop. Culturale IN DIALOGO s.r.l.Milano Tel. 02/58391341 - Fax 02/58391345

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Col patrocinio della Fondazione Ambrosiana Attività Pastorali

Composizione: Coop. Culturale IN DIALOGO, via S. Antonio, 5 Milano

Progetto grafico: Annalisa PorcelliStampa: A.G. Bellavite Srl, Via I° Maggio 41, Missaglia (LC)

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Milano, 1 febbraio 2013, anno XXVI - n. 6Associato all’USPI – Unione Stampa Periodica Italiana

Questo numero è stato chiuso in redazione e consegnatoalla tipografia il giorno 1 febbraio 2013

Dai giovani di Ac del decanato di Seregno una serie di incontri sul Concilio Vaticano II

Concilio: cosa è stato? Giovani alla scoperta del Vaticano II

La Chiesa nuova del Con-cilio. Vaticano II bussola del terzo millennio. La Chiesa bella del Concilio. Una novità “sorprenden-

te” per la Chiesa.Sono tutte espressioni che sicu-

ramente abbiamo sentito più volte nel corso di questi mesi e che, come giovani, ci interpellano: che senso ha per noi ricordare il cinquantesimo dall'apertura dei lavori? Siamo co-scienti della portata di questo grande

evento sulla Chiesa? Si sente anche molto parlare della necessità di un Concilio Vaticano III ma, onesta-mente, quanto conosciamo il secon-do?

Queste domande hanno mos-so in noi il desiderio di saperne di più, di approfondire (come giovani di Ac del decanato di Seregno) que-sto tema. Abbiamo quindi deciso di improntare il nostro itinerario alla scoperta di questo grande evento, molto citato ma forse troppo poco

conosciuto, aprendo i nostri incontri a tutti i giovani che desiderano saper-ne di più per arrivare a capire meglio cosa è stato il Concilio per la storia della Chiesa e per noi laici.

Durante il primo incontro, con Valentina Soncini abbiamo inqua-drato il periodo storico e le motiva-zioni della convocazione del Conci-lio II, nonché come esso si sia svolto e come sia stato guardato con grande interesse dal mondo.

L'incontro si è aperto con una domanda precisa: “Cosa sapete del Concilio?”.

Se all'inizio dell'incontro le rispo-ste non sono state molto esaurien-ti, a fine serata la sensazione è stata quella di tornare a casa con qualche conoscenza in più e tanta voglia di proseguire il cammino: sentendo della nuova importanza data ai laici, di apertura al mondo, di riconosci-mento della libertà di coscienza del singolo e di liturgia partecipata, non è possibile rimanere indifferenti! Il concilio non è “roba di cinquant'an-ni fa”! Il concilio parla ancora alle nostre vite!

Guardando alle nostre comunità si vede quanto il ruolo dei laici si stia ampliando: come facciamo,come giovani di Ac a inserirci in tutto que-sto? Che senso ha appartenere oggi

all'Azione Cattolica? Come ci ponia-mo nei confronti del mondo in cui viviamo? Sappiamo essere testimoni, avere lo sguardo aperto su quello che ci circonda? Come ci relazioniamo con chi non crede o ha una religione diversa dalla nostra? Siamo disposti a ricevere l'eredità del concilio e ad ampliarla?

Queste alcune delle domande che sono sorte in noi al termine dell'in-contro, insieme a riflessioni sui punti in cui la Chiesa in questo momen-to dovrebbe porre attenzione per rinnovarsi: l'ambiente, l'economia e l'uso del denaro, il lavoro, i diritti e il ruolo della famiglia. Argomenti che sentiamo vicini ma che forse ne-cessiterebbero di un nuovo concilio per essere affrontati. Nell'attesa di questo nuovo grande evento siamo pronti ad approfondire il Concilio Vaticano II con i prossimi quattro in-contri che, a partire dal mese di feb-braio, saranno dedicati alle quattro costituzioni (Lumen gentium, Dei verbum, Gaudium et spes, Sacrosan-ctum concilium): leggeremo alcuni passaggi per conoscere come questi documenti siano più attuali di quan-to non immaginiamo e capire quali passi sono stati fatti per la loro attua-zione e quali invece sono ancora da fare.

Paola Molteni

L'11 ottobre 1962 Papa Giovan-ni XXIII dava inizio al Concilio Vaticano II: un momento che

per la Chiesa ha significato metter-si in gioco e riproporsi alla gente del ventesimo secolo. Un rinnovamento non tanto dei contenuti - non è stato un Concilio dogmatico - quanto nella forma e nella comunicazione: la svol-ta più importante è stata la riconsegna del vangelo nelle mani dei laici, chia-mati anche a una partecipazione attiva nella liturgia e nella comunità. Cin-quant’anni dopo, l'11 ottobre 2012, come giovani di Azione Cattolica ab-biamo deciso di metterci in cammino “sulle orme del Concilio” per conosce-re meglio cosa è effettivamente stato il Vaticano II, di cui abbiamo sentito raccontare molto, ma che conosciamo davvero poco. Il pellegrinaggio da Sot-to il Monte a Concesio non è stato che il primo passo di questo cammino che si è poi articolato sul territorio della diocesi intersecandosi con diversi iti-

nerari e percorsi. Significativo il convegno di zona:

“Churching: Chiesa in movimento”. Realizzato a Desio (zona di Monza) il 3 novembre e a Cerro Maggiore (zona di Rho) il 26 gennaio, l'iniziativa ha visto più di cento giovani confrontar-si sulla loro visione di Chiesa e, par-tendo dall'ultima intervista del Card. Martini, lasciarsi interrogare dall'ulti-ma risposta: “Che cosa puoi fare tu per la Chiesa?”.

Intrecciandosi sempre di più nel territorio il tema è stato poi affidato ai diversi gruppi di giovani che l'hanno sviluppato a propria misura secondo le necessità di ciascuno.

Nasce così il percorso dei giovani del decanato di Gallarate, che hanno incrociato le quattro parole dell'iti-nerario di Ac con le domande di fede che si portano dentro e con gli scritti di Martini. Nei 6 incontri in program-ma, alcuni “tutor” aiutano il gruppo a leggere lo sguardo di Martini e a im-

postare l'incontro come laboratorio esperienziale di condivisione.

Il gruppo di Milano che si occu-pa del percorso “attraversare la città” ha pensato invece di prendere alcuni passi del Concilio per rileggere il dia-logo interreligioso, che dal Concilio in avanti comincia a portare buoni frutti.

Il gruppo di Seregno ha invece im-postato il proprio itinerario alla sco-perta delle quattro costituzioni del Concilio. Dopo un incontro introdut-tivo sul contesto in cui viene convo-cato il Concilio, i giovani dedicheran-no quattro incontri alla lettura delle quattro costituzioni per capire quale sia effettivamente il contributo di rin-novamento che il Concilio ha portato con sé.

Queste sono solo alcune delle ini-ziative che i giovani stanno portando avanti e il coinvolgimento sembra es-sere molto, come a dire che parlare di Chiesa non solo è possibile, ma è un tema attuale che a noi giovani sta a

Tutte le iniziative del settore giovani di Ac per conoscere e approfondire il significato del Concilio Vaticano II

Il Concilio nelle mani dei giovanicuore. Tutte le iniziative con i luoghi e le date d'incontro si trovano sul sito nella pagina del settore giovani.

Giovanni Battista Silva