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II. 2010 22 Edizione italiana

Incontroluce 22 - IT - iGuzzini magazine

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Oggi la luce è da considerare un materiale in grado di creare l’architettura, come i mattoni, il cemento, il vetro, l’acciaio. In passato questo ruolo era limitato all’uso della luce naturale, dal Crystal Palace, palazzo in vetro e acciaio, di Paxton del 1851, alla cappella di Ronchamp di Le Courbusier. Tanto per citare degli esempi noti a tutti. Oggi le tecnologie della luce artificiale, le nuove lampade a scarica, i LED, gli OLED, i LASER controllati da sistemi computerizzati sempre più sofisticati hanno portato nella realtà tangibile effetti e situazioni che fino a qualche anno fa erano limitati al cinema. Tutto questo dovrebbe comunque essere sostenuto da una strategia precisa che abbiamo esplicitato da alcuni anni nella nostra campagna pubblicitaria “Better light for a better life”.

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II. 201022 Edizione italiana

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Cari lettori,

Le EXPO stanno diventando sempre di più una palestra in cui i migliori architettipropongono nuovi concetti per lo spazio architettonico e nuove tecnologie per realizzarli. La luce in questi anni ha assunto il ruolo di vero e proprio“materiale” in grado di creare gli spazi e le architetture, superando il sempliceruolo funzionale a cui era destinata in passato. L’EXPO di Shanghai ne è ladimostrazione evidente.Oggi la luce è da considerare un materiale in grado di creare l’architettura,come i mattoni, il cemento, il vetro, l’acciaio. In passato questo ruolo era limitato all’uso della luce naturale, dal Crystal Palace, palazzo in vetro e acciaio,di Paxton del 1851, alla cappella di Ronchamp di Le Courbusier. Tanto percitare degli esempi noti a tutti. Oggi le tecnologie della luce artificiale, le nuovelampade a scarica, i LED, gli OLED, i LASER controllati da sistemi computerizzatisempre più sofisticati hanno portato nella realtà tangibile effetti e situazioniche fino a qualche anno fa erano limitati al cinema. Tutto questo dovrebbecomunque essere sostenuto da una strategia precisa che abbiamo esplicitatoda alcuni anni nella nostra campagna pubblicitaria “Better light for a better life”.Una frase che richiama il motto dell’EXPO 2010: “Better City, Better Life”.

Adolfo Guzzini

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22 Incontroluce

Sommario

II. 2010

Editoriale

ProgettazioneIntervista con Georges Berne/Lao Bei

ProgettiUn’opera di musica e luce. Il Nessun dorma di Chen Yifei

Expo Shanghai 2010 “Better City, Better Life” Palazzo Italia

Expo Shanghai 2010 “Better City, Better Life” Padiglione francese

Expo Shanghai 2010 “Better City, Better Life”UBPA - Padiglioni B2 e C1

Expo Shanghai 2010 “Better City, Better Life”UBPA - Padiglione B3-2

New Acropolis Museum

Ristrutturazione della Corte dei Conti (Cour des Comptes)

Caravaggio

Darwin Exhibition

Aeroporto Internazionale di Carrasco. Nuovo terminal passeggeri

Il nuovo Teatro Condominio

Il negozio Herren Globus dell’aeroporto di Zurigo

Il Lyon Housemuseum

Una nuova illuminazione per il negozio Manufactum

Il Parco ed il ponte Kurilpa

Wesley Church

Il parco del Tibidabo

Plaza Cervantes

1001 alberi per Copenaghen

Cultura dell’aziendaiGuzzini illuminazione a New York

La sede iGuzzini di Shanghai meta della delegazione Marche

Nuovo catalogo on line

Young Creative Poland

La iGuzzini contribuisce al progetto LOW3

La famiglia come valore imprenditorialeLuigi Moretti architetto. Dal razionalismo all’informale

Georges Berne ospite della iGuzzini illuminazioneIV Foro di dialogo Italo-RussoGuildford Design Awards

Il Tesoro della SindonePremio Abu Dhabi

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Intervista con Georges Berne/Lao BeiProgettazione

Com’è nata la collaborazione con Adam Yu, il committente dell’opera? Yu ha indetto una gara d’appalto o la conosceva già?

La storia delle origini della nostra collaborazione è interessante. Adam Yu avevanaturalmente interpellato diverse persone prima di incontrare me: alcuni progettistiilluminotecnici, forse, anche se più probabilmente produttori di materiale per illumi-nazione. A priori, nessuna delle soluzioni che gli interpellati gli proponevano per l’illuminazione della “Laque” (la lacca è la tecnica utilizzata per l’opera “Nessundorma”) lo soddisfaceva. È stata una giovane francese di nome Lina che segue le iniziative culturali per AdamYu a rintracciarmi attraverso un amico che le aveva fornito il mio nominativo.Facendo una ricerca “online”, sono arrivati all’articolo di una giornalista, CarineLenfant, che qualche anno fa aveva tracciato, illustrandolo, il mio percorso profes-sionale. Le mie referenze l’hanno conquistato, soprattutto l’illuminazione di MonnaLisa (la Gioconda) nel 1993 e il confronto con opere monumentali come la FéeElectricité presso il Musée d'Art Moderne di Parigi. Per concludere la mia risposta a questa domanda, posso dire che mi sono stati favorevoli in questa circostanza una serie di fattori: per esempio il fatto di esserefrancese, di lavorare a Parigi e di essere legato a numerose iniziative culturali.

Com’è nato il progetto di illuminazione? Il cliente aveva espresso un’idea personale? Ha spiegato quale tipo di luce desiderava? Ha posto limiti di spesa o di altro genere?Oppure ha richiesto che gli fossero proposte idee e soluzioni tra cui scegliere?

Io ho chiesto di incontrarlo prima di iniziare il lavoro, per vedere “Nessun dorma”,per vedere l’ambiente, per comprendere bene la sua richiesta. Penso che il mio profiloatipico l’abbia sorpreso.Gli ho illustrato immediatamente la mia idea, una soluzione tecnica che nessun altrogli aveva proposto: illuminare “la Laque” evitando qualunque riflesso. Gliene ho datouna dimostrazione estemporanea con il materiale d’illuminazione scenica che avevoa disposizione, un proiettore di ultima generazione Vari Lite, un prodotto enormementeapprezzato in Europa, figuriamoci in Cina: il “top” delle illuminazioni sceniche moto-rizzate. Una volta terminata con successo la dimostrazione, gli ho suggerito l’idea che nonfosse necessario sovraccaricare l’ambiente di luce, ma che bastasse in realtà poca luceper svelare “la Laque”, per stimolarne la percezione: servivano 200-300 lux e nonmigliaia come si sarebbe potuto pensare.Tutto qui: pochi minuti, un pasto consumato insieme a base di pietanze cinesi benspeziate, come piace a me… Nient’altro... Ciò nonostante, penso di avere impiegatocirca due anni per comprendere a fondo cosa desiderava Adam Yu per quest’opera:voleva senz’altro evitare qualunque riflesso, ma oltre a ciò Yu cercava di rivivere,attraverso l’illuminazione artificiale, un’emozione vissuta in precedenza… Non abbiamo parlato di nient’altro, né di tecnologia né di denaro. Ho visto chi eraAdam Yu, ho visto “Nessun dorma”. Lui mi ha accettato. Io ho accettato di lavorare per lui. La sola condizione era di rac-cogliere una sfida: progettare e realizzare l’opera in 6 mesi per essere pronti all’inaugu-razione della Laque il 28 aprile 2008.

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Foto: Lv Hengzhong

1. L’opera “Nessun dorma” illuminata

2.3.4. Diverse fasi di accensione del prodotto speciale

Qual è l’idea generale della regia luci che avete creato?

Prima di parlare di regia luci, occorre parlare del progetto. L’opera Nessun dorma, per via della sua posizione nell’Atrium dell’immobile e delle strutture che l’attorniano,per essere ben apprezzata ed evitare qualunque riflesso richiede un’illuminazione moltolocalizzata, direi intensa e quindi suddivisa in ragione delle sue grandi dimensioni(40 m di lunghezza e 14 m di larghezza). Le parole non bastavano per spiegare lasituazione e illustrare la nostra idea: sono stati i nostri disegni ad illustrare metodolo-gicamente lo spirito, le esigenze, la soluzione…o meglio le soluzioni, poiché nonc’era una soluzione unica.Lo spirito era arrivare a realizzare un impianto che lasciasse sempre e solo la parolaall’opera. Per questo, l’unico mezzo risultava essere l’integrazione.Per le esigenze di parte si proponeva l’installazione di un numero da 300 a 500proiettori in funzione della potenza voluta…ed è stato precisamente stabilito unnumero di 300 + 5 proiettori. Le soluzioni prevedevano l’organizzazione spaziale su diverse installazioni del mate-riale d’illuminazione. Abbiamo proceduto per gradi…Adam Yu mi ha raccontato più e più volte la leggenda della principessa Turandot. Me l’ha raccontata come la rac-conta molto spesso, quasi quotidianamente, ad amici e conoscenti… Mi ha cantatol’Opera di Puccini… Adora cantarla. Mi ha accompagnato tra le « nuvole » che sim-boleggiano le scene successive che fanno da trama alla leggenda. Con il dito dise-gnava da 30 m di distanza. È da questo suo disegnare che è nata alquanto semplice-mente l’idea che la luce potesse affiancarlo, se articolata scenograficamente, peraccompagnare il suo discorso.

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Intervista con Georges Berne/Lao BeiProgettazione

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Nel frattempo sono trascorsi due anni. L’apparecchio d’illuminazione, l’oggetto-luce,si è in un certo senso affermato involontariamente. E ho avvertito che Yu desiderava qualche cosa di unico, ha visto crescere la mia passione giorno dopo giorno, impercettibilmente…mi ha in definitiva chiesto un’interpretazione in luce dell’opera di Puccini. La Laque, luce-oggetto, è apparsa in un relativo splendore sotto la luce artificiale. C’è sempre stato un tormento, un timore che il riflesso non fosse controllato del tutto, fino in fondo. Ho letto molto sulla Laque, sul suo utilizzo, la sua fragilità, la sua brillantezza…Ho capito quasi alla fine che non dovevo contrastare, ma assecondare il riflesso. La brillantezza estrema della Laque ha le sue ragioni come quella di forzare lo sguardoad andare oltre. “Nessun dorma” presenta d’altronde un doppio controllo del riflesso: la sua astrazione per poter scorgere Turandot e la sua materializzazione perchéTurandot possa vedere noi, poiché i suoi occhi si animano solo se ravvivati dallafiamma del riflesso. Tutto ciò è rimasto, molto semplicemente.

In che modo il concetto è stato trasformato in effetti di illuminazione reali, in unavera e propria regia di luci?

Potrebbero esserci più risposte e sceglierei forse quella che non vi attendete. La domanda di Adam Yu era diretta: illuminare bene “Nessun dorma”… nel rispetto,vale a dire nella qualità di un luogo. La scenografia-luce è stata proposta pratica-mente sin dall’inizio, dal nostro secondo incontro. Era per noi una logica evidenza. Non lo era per Adam Yu che tuttavia, fiducioso erispettoso della nostra arte, non l’ha mai scartata. Si è convinto in seguito ed ina-spettatamente, quando è stato dato l’ultimo tocco al progetto di illuminazione, con la programmazione della luce a grandezza naturale. Ha allora visto la luce artificialetramutarsi in una sorta di fluido che percorre simbolo dopo simbolo “Nessun dorma”:300 proiettori che si animano simultaneamente o in successione con intensità diffe-renziate per raccontare una storia. Vincent Valère, l’uomo-luce dell’istituto francese «Caisse des Monuments et des Sites», ha visto il nostro progetto in corso di studio ed ha coniato la definizione «dragone di luce» perché immaginava i proiettori comeun dragone a 300 teste, ognuna delle quali sputa la sua fiamma...

5. Disegno tratto dal concept illuminotecnico

6. Particolare delle staffe d’aggancio del prodotto

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Intervista con Georges Berne/Lao BeiProgettazione

Quali difficoltà tecniche avete incontrato?

A questo punto possiamo parlare del materiale d’illuminazione. La prima difficoltà è stata di convincere il fornitore degli apparecchi, in questo caso iGuzzini che occorrevaandare oltre un semplice impianto di illuminazione da catalogo. Ci serviva materialealtamente «professionale», nel senso che l’accesso alle lampade nell’ambito del“relamping” doveva avvenire senza modificare il puntamento dei proiettori, il checonduce al bloccaggio degli apparecchi ed estremamente «preciso»: ognuna delle 60 strutture che portano complessivamente i 300 proiettori doveva poter essereregolata a circa 1°... cioè regolate una accanto all’altra come le pieghe di un tessutoplissettato Fortuny. Tutti i proiettori poi sono gestiti con il protocollo DALI cioè un protocollo che non ènato per usi teatrali. Prima e ultima difficoltà in poche parole: regolazioni, program-mazione, gestione e durata nel tempo.

8’18’’ *

È un nuovo studio fondato nel 2007 da FrançoisMigeon presidente di “Grandeur Nature” e da Georges Berne de L’Observatoire. L’associazione delle competenze di un ingegnere e di un designer della luce promuove, attraversodue firme diverse, l’alleanza fra il rigore tecnico e l’emozione artistica.8’18’’ è un tocco francese in prospettiva mondiale.

*Otto minuti 18 secondi è il tempo impiegato da un fotone per percorrere la distanza Sole-Terra

Georges Berne

Nato a Marsiglia nel 1956, unisce ad una preparazione tecnico-scientifica una di stampoartistico. Fra il 1980 ed il 1985 lavora per l’azienda Philips.Fra 1986 ed 1991 si dedica all’attività professionale di Lighting Designer.Nel 1992 fonda “L’Observatoire 1” seguito nel1993 da “L'observatoire International”.Nel biennio 1994/95 è vicepresidente dell’ELDA(European Lighting Designer Association).Nel 2007 è cofondatore di 8’18’’. Nel 2009 è stato nominato “Chevalier in the Arts and Humanities Order”. I lavori più recenti a cui sta collaborando sono la sede del Louvre ad Abu Dabi con Jean Nouvel e il nuovo ArteCenter Pompidou a Metz con Shigeru Ban.

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7. L’apparecchio completoContatti

Rue Smétana 292000 Nanterre - FranceTel. + 33 6 08 92 68 10Mail [email protected]@orange.fr

Considerazioni e ringraziamenti

Ringrazio Adam Yu. Ringrazio 8’18’’, Claire-Lise Bague progettista illuminotecnica e il suo assistente Anthony Perrot che mi hanno più che assistito. Ringrazio la nutrita équipe Winland che ha affiancato Adam Yu in questo progetto.Ringrazio Lina che mi ha individuato, interprete dall’inizio alla fine, più che interme-diaria. Ringrazio le 3 unità iGuzzini Francia, Italia e Pechino che hanno avuto ciascuna un proprio ruolo: iGuzzini Francia per il loro supporto tecnico e relazionale,iGuzzini Italia per lo sviluppo e la messa a punto degli apparecchi di illuminazione e di comando; iGuzzini Pechino per la realizzazione... E la loro meraviglia di frontealla realizzazione. Avrete capito che… cosa sarei stato io senza loro??? Avrete capitoche… non è mai stato il lavoro di un solo individuo. Mi hanno chiamato Lao Bei dal momento in cui abbiamo iniziato a lavorare insieme. Per loro, laggiù sarò persempre Lao Bei: Bei come Berne, Lao come “l’anziano, il saggio”.

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Progetti Un’opera di musica e luce. Il Nessun dorma di Chen Yifei

Pechino, Cina

ClienteAdam Yu

Progettista illuminotecnico8’18” - Georges Berne

Il miliardario cinese Adam Yu è un appassionatodi lirica ed in modo particolare adora GiacomoPuccini. Nel 2008 ha voluto celebrare il 150°anniversario della nascita del Maestro toscanocon un’opera d’arte grandiosa. Ha incaricato l’ar-tista Chen Yifei, di realizzare un’immensa operaispirata alla Turandot, l’opera incompiuta diGiacomo Puccini di cui l’aria “Nessun dorma” è stata interpretata dai più famosi tenori. L’opera è un dipinto realizzato secondo la tecnicatradizionale della lacca cinese.

Delle tessere molto grandi formano un’opera alta40 metri e larga 15 posta su tutta l’altezza di unlato dell’atrio centrale del Winland InternationalFinance Center, edificio polifunzionale di pro-prietà di Adam Yu. Questo dipinto raccoglie 12momenti significativi della Turandot.L’illuminazione è stata pensata sia per enfatizzarealcuni momenti, che per illuminare tutta l’operanella sua totalità o svelarla pian piano. Vista lacomplessità dell’intervento si è resa necessaria lacreazione di un prodotto speciale, sviluppato dalla

iGuzzini, che fosse in grado di mettere insieme sorgenti luminose ed ottiche in grado di integrarsi e sommarsi per arrivare ad avere l’illuminazionetotale dell’opera. È stato creato quindi un apparecchio che utilizzasorgenti luminose dicroiche 50 W a basso voltaggio con coni di apertura di 4° e 8° e tem-peratura colore di 3000 K e tutte dimmerabili.L’apparecchio costruito appositamente è costituitoda un insieme di strutture rettangolari, strette e lunghe che ospitano le sorgenti luminose.

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Foto: Lv Hengzhong

1.2.3.4. Diverse situazioni luminose create attraverso l’uso dell’apparecchio illuminante e del suo sistema di controllo

Ogni singola struttura rettangolare è installata su un braccio che ha la possibilità di inclinarsiverticalmente fino a 30° di un grado per volta. Il risultato è un’onda luminosa in cui però i punta-menti necessari per ottenere gli effetti finali sonogarantiti anche in caso di manutenzione e puliziadell’apparecchio da blocchi meccanici. Il tutto è gestito grazie ad un sistema di controllo.La definizione dell’apparecchio è stata fatta in stretta collaborazione fra la proprietà, GeorgesBerne, che è stato incaricato di progettare il concept illuminotecnico per questa opera, e laiGuzzini. Adam Yu, per il suo ruolo di mecenate,è stato insignito dalla Fondazione FestivalPucciniano, in collaborazione con il Governo italiano, del premio Gran Pucciniano, riconosci-mento che la Fondazione ha istituito per premiare i melomani di tutto il mondo appassionati dellamusica di Puccini.

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Expo Shanghai 2010“Better City, Better Life”Palazzo Italia

Shanghai, Cina

Progetti DesignStudio Iodice & Associati

Chief architectGiampaolo Imbrighi

L’architetto Giampaolo Imbrighi ha progettato un edificio in grado di accogliere gli aspetti più innovativi dell’immenso patrimonio culturale italiano. L’edificio, un parallelepipedo frantumato ericomposto, si estende per oltre 3600 mq., conun’altezza di 18 metri e si trova nell’area Cdell’esposizione, circondato da acqua su tre lati. In perfetta adesione al tema dell’Expo ilpadiglione è stato studiato per comportarsi come una “creatura bioclimatica”, in cui esposi-zione, schermature ed accumuli termici sonobasati sull’osservazione della natura più che

sulle tecnologie per riscaldare, rinfrescare edilluminare. L’illuminazione artificiale è gestita da sistemi di Lighting Management che otti-mizzano il consumo energetico. Proprio perché la luce è così importante ne è stato affidato il progetto ed il controllo ad unoscenografo come Giancarlo Basili che per l’illu-minazione artificiale si è affidato alla iGuzzini. Il cuore del padiglione è la grande piazza, cherappresenta tutte le piazze italiane, visto che ilprogetto per l’interno del padiglione è ispiratoalla struttura urbanistica delle città italiane.

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Foto: Lv Hengzhong

1.2. Esterno. Nella foto notturna si osserva l’effetto creato dal cemento trasparente

Nel foyer gli effetti luminosi sono dovuti a Cestelloapplique posti in maniera perimetrale sullasommità dei profili in acciaio che sorreggono levetrate e che utilizzano sorgenti alogene PAR 30. Per la corte, cuore del progetto, è stato realizzatoun vero e proprio cielo stellato realizzato condelle lampade PAR 30 mentre dei Cestello conlampade alogene QR 111 illuminano in manieramirata le pareti su cui sono sistemate una sim-bolica orchestra e la rappresentazione della moda,con abiti e manichini allestite per la “Joy of living”con un gioco di coni di luce diversi. Al centro della corte si trova la riproduzione fedeledella cupola del Brunelleschi all’interno dellaquale sale la scala mobile che porta al pianosuperiore. Al piano terra si trova poi la mostrapermanente attraverso la quale l’Italia si raccon-ta, curata da La Triennale di Milano che occupa5 spazi espositivi ognuno con una propria tematica. Fra questi lo spazio “The making of” è la sala che racconta l’evoluzione industrialedall’artigianato alla produzione in serie. È la stanza del design in cui all’interno di techesono esposti gli strumenti per realizzare deglioggetti che hanno fatto la storia del design, natida quegli strumenti e che sono esposti inveceall’esterno.

ContractingLVS Exhibition Service Co., Ltd.Shanghai Greenland ConstructionGroup

Project ManagementBureau Veritas Greater China

Scenografia luciGiancarlo Basili

Partners AssistanceiGuzzini illuminazioneiGuzzini China

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Expo Shanghai 2010 “Better City, Better Life”Palazzo Italia

Progetti

La luce arriva in modo uniforme sulle teche,mentre sugli oggetti esposti all’esterno, su deitotem o a terra, arriva in modo zenitale, creandodelle isole di luce circoscritte e creando quindiun ritmo luce/ombra. Tutto ciò è ottenuto graziea proiettori Tecnica su binario e controllati dasistema DALI. Nella sala “I-Tech” sono esposti oggetti a rappresentare la tecnologia italiana: la Vespa, la 500, gli attrezzi Tecnogym. La luce è data da reglette con lampade fluore-scenti T16 dimmerabili e gestibili con sistemaDALI. La stanza “A bite of Italy” è dedicata a ciò chenell’immaginario collettivo identifica l’Italia ecioè il buon cibo: dal soffitto scendono miriadidi spighe di grano e papaveri rossi illuminati in maniera indiretta da Reglette T16 postesopra le teche e da proiettori i24, mentre alcuni Le Perroquet con luce d’accento sottolineano il movimento delle spighe mosse da ventilatori.Dal pavimento di legno emerge invece un mae-stoso ulivo le cui nodosità sono sottolineate daLe Perroquet. Tutta la sala è illuminata da lucefluorescente calda a 2700 K proveniente dallaretroilluminazione delle teche in cui sono espostipasta e vino.

3. Hall con la riproduzione del Teatro di Vicenza

4. La parete della musica

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Le aree servizi del primo piano sono state illu-minate a seconda dei loro scopi: per la zonaeventi sono stati utilizzati proiettori Tecnica subinario e con tecnologia DALI per poter ottenerela necessaria flessibilità. Il Caffè ed il Ristorantesono illuminati dalle sospensioni Le Perroquet. Per tutte le zone di passaggio sono stati creati dei tagli di luce con il prodotto iN100 (regolabilenell’emissione grazie a sensori di luce naturale)che ripropongono negli interni l’aspetto esternodel padiglione. Al secondo piano si trovano prevalentementeuffici che sono stati illuminati con apparecchii88, mentre le zone di passaggio sono state illu-minate da incassi Reflex e iN100. Per l’Auditorium si sono scelti incassi Reflexcon lampada QR 111 per assicurare il massimoconfort visivo e Ledplus inseriti come segnapasso sui gradini. L’illuminazione è gestita dalLighting Management System Master Pro.

Expo Shanghai 2010“Better City, Better Life”Palazzo Italia

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Progetti

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5. La parete della moda

6. L’area I-Tech

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Expo Shanghai 2010“Better City, Better Life”Padiglione francese

Shanghai, Cina

Progetti CommittenzaCofres SAS

Impresa generaleCCEED

Direzione lavori e scenografiaJacques Ferrier Architectures

Jacques Ferrier ha scelto di trattare attraverso l’evocazione della "città sensoriale/sensuale”,intesa come il “riprendere contatto con il piaceree il desiderio di vivere in città”, il tema dell’Expodi Shanghai, “Better City, Better Life”. Secondol’architetto, la tecnica ha dominato l’esistenza dell’umanità nel secolo scorso, ma oggi la sfida è ricollocare l’uomo al centro del nucleo urbanoattraverso i suoi cinque sensi, ai quali i Cinesiaggiungono l’equilibrio e il movimento." Il padiglione è un ampio cubo sovrastante unospecchio d’acqua ed è rivestito da una rete d’ac-ciaio a sua volta ricoperta di calcestruzzo rinforza-to con fibra di vetro color pietra come richiamo alcastello di Chambord, ma anche alle realizzazionidell’ingegnere Eugène Freyssinet l’inventore delcemento precompresso.

L’interno è privo di partizioni e la rete d’acciaioesterna contribuisce allo scarico delle forze oriz-zontali grazie a delle bielle metalliche. La scenografia ha come nucleo centrale unarampa discendente di 250 metri di lunghezzache si sviluppa attorno al giardino alla francese. Un esteso “affresco video” formato da una trenti-na di schermi, oltre ad un certo numero di capo-lavori impressionisti presi in prestito dal museod'Orsay, servono ad illustrare l’equilibrio tra tecnicae sensualità, creazione e permanenza, città e territorio. La iGuzzini ha sviluppato per questoprogetto un prodotto speciale per l’illuminazionedella facciata. Lo Studio Sexton ha ipotizzato insieme all’archi-tetto Ferrier un concept molto semplice che con-siste nel posizionare delle “candele” in ogni vano

della maglia reticolare che ricopre il padiglione. Il prodotto doveva essere semplice, economico e doveva svolgere due funzioni principali: se visto dall’esterno il prodotto doveva brillare comeuna candela, verso l’interno invece doveva illu-minare la struttura principale dell’edificio, inmodo da rendere visibile la struttura reticolare percontrasto. Per questo il team formato da architettoe lighiting designer ha ipotizzato una semplicelampada fluorescente con attacco a vite, facile da sostituire, economica, inserita all’interno diuno schermo diffondente (per 180° verso l’esterno)di lamiera forata. In alcuni casi la lamiera forata ricopre invece il prodotto per 360° per evitare abbagliamentonelle zone dove l’edificio principale ha finestre o aperture.

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Foto: Lv Hengzhong

1.2. Visione notturna

Progettazione illuminotecnicaGeorges Sexton Associates

Direttore di progettoPauline Marchetti

Partners AssistanceiGuzzini China

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Expo Shanghai 2010 “Better City, Better Life”UBPA - Padiglioni B2 e C1

Shanghai, Cina

Progetti ClienteShanghai World Expo Land Holding

Progetto ArchitettonicomOa - marioOcchiuto architetture

Per l’Expo di Shanghai è stato indetto un con-corso per premiare il progetto migliore per ilrecupero di alcuni padiglioni industriali all’internodell’area riservata all’Expo. Quest’area è stata definita UBPA - Urban BestPractise Area ed i nuovi padiglioni realizzati, B2 e B3-2, ospitano una mostra dei progettidelle migliori pratiche urbane di varie città del mondo. Il vincitore del concorso è risultato lo studiomOa - marioOcchiuto architetture.Mario Occhiuto, che da anni si occupa di sosteni-bilità architettonica ed è già presente in Cinacon importanti progetti, ha elaborato, per il con-

corso, un intervento in chiave tecnologica edeco-compatibile esportando know-how italiano.L’elemento principale del progetto è infatti la parete ventilata composta da grandi lastretraforate di cotto che riveste come una secondapelle i vecchi padiglioni industriali. Questo rivestimento ha una duplice funzione:scherma i padiglioni e ne migliora le prestazionitermiche, inoltre è un elemento decorativo checaratterizza l’edificio. Le lastre sono composteda un cotto speciale che in realtà è il risultato di cotto frantumato ed impastato e legato conresine e quarzi naturali. I decori sono ispiratialle ceramiche vietresi. Il progetto illuminotecnico per l’edificio B2 è stato affidato a Francesca Storaro e alla consu-lenza e ai prodotti iGuzzini. L’idea alla base del progetto è incentrata sulrisparmio energetico ed utilizza le tecnologie di illuminazione a LED ad alto rendimento dell’apparecchio ad incasso Linealuce RGB e del sistema di controllo Colour Equalizer. La variazione di colore è ispirata al valore simbolico che i colori hanno all’interno delleopere d’arte italiane, soprattutto del Cinquecento. Agli edifici da recuperare, si affianca un edificio progettato ex-novo (C1 Building) che fornisce i servizi di accoglienza per tutta l’aereadella UBPA.

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Foto: Lv Hengzhong

1. Facciata del padiglione B2

2. Effetti creati dalla luce attraverso il cotto

Capo-progettoMassimo BaragliAlessandro Izzo

Progetto strutturale ed impiantiFavero & Milan Ingegneria

IngegnerizzazioneTonji University

Progetto illuminotecnico per edificio B2Francesca Storaro

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Expo Shanghai 2010“Better City, Better Life”UBPA - Padiglioni B2 e C1

Progetti

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3. Lato dell’edificio B2 con il collegamento al C1

4. Piazza interna del padiglione C1

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Expo Shanghai 2010“Better City, Better Life”UBPA - Padiglione B3-2

Shanghai, Cina

Progetti Committente World Expo Shanghai 2010 Holding Company

Progetto ArchitettonicoArchea Associati

Archea Associati ha progettato su richiesta dellacommittenza, un semplice contenitore rettango-lare di 78 per 28 metri, completamente libero al suo interno in modo da realizzare uno spazioneutro in grado di accogliere gli allestimentidelle città che partecipano all’evento Urban Best Practise Area. Poiché l'opera rientra nel programma di coopera-zione tra l’Expo e il Ministero dell’ambiente ita-liano, il progetto ha trasformato l’ipotesi dell’in-volucro di derivazione industriale in un meccani-smo di diffusione della luce naturale; lo spazio ècosì illuminato e irradiato, durante il giorno,senza necessità di consumo di energia. La copertura è concepita come una struttura a shed, solcata da travi con struttura in acciaiorivestite in modo da costituire una sequenza di

superfici riflettenti che diffondono zenitalmentela luce. Durante la notte l’illuminazione artificiale mira a ricreare l’effetto diurno. Per questo sono statiinstallati dei proiettori Platea a scarica con otticastradale, molto allungata, all’interno degli shed.Sulla superficie visibile degli shed sono inveceposizionati degli incassi Frame con due lampadea scarica ed una alogena per garantire l’illumi-nazione d’emergenza.Le pareti esterne sono in struttura metallica,rivestite da pannelli in tessuto siliconico chetrasformano la scatola edilizia in una superficiemorbida e vibratile. L’illuminazione variabile e colorata enfatizza l’irregolarità della superficiecreando delle macchie di colore grazie ad incassiLight Up RGB.

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Foto: Lv Hengzhong

1. Esterno con luce colorata e variabile

2. Le gole luminose del soffitto

Strutture ed impiantiFavero & Milan ingegneria

Impresa costruttriceShanghai Construction Company

Partners AssistantiGuzzini illuminazioneiGuzzini China

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New Acropolis Museum

Atene, Grecia

Progetti CommittenteOrganization for the Construction ofthe New Acropolis Museum (OANMA)

Progetto architettonicoBernard Tschumi Architects

Il Museo dell’Acropoli è stato costruito peresporre i più importanti e significativi repertiprovenienti dall’Acropoli e dalle sue pendici. Progettato dall’architetto Bernard Tschumi conMichael Photiadis è stato inaugurato nell’estate2009.Il Museo dell’Acropoli copre una superficie totale di 25.000 mq. con uno spazio espositi-vo che supera i 14.000 mq. La forma architet-tonica del Museo è stata dettata da tre princi-pali esigenze: era infatti necessario mantenereil contatto visivo con i monumenti dell’Acropoli,esporre le sculture del Partenone nella lorointerezza e adattare l’edificio agli scavi archeo-logici che si estendono tra le fondamenta.Il collegamento visivo tra le sculture delPartenone esposte nel Museo e il monumentoda cui esse hanno avuto origine è stato ottenu-to attraverso le pareti esterne in vetro dellaGalleria del Partenone. Da questa Galleria, il visitatore gode di una vista mozzafiato sull’Acropoli, sulle colline stori-che circostanti e sulla città moderna di Atene.All’interno della Galleria del Partenone, ilnucleo è costituito da uno spazio rettangolarein calcestruzzo delle stesse dimensioni e orien-tamento del Partenone, appositamente proget-tato per accogliere ed esibire l’intero fregio deltempio.Alla sua base, il Museo sembra “galleggiare”sugli oltre 100 pilastri in calcestruzzo chefanno da straordinaria dimora agli scaviarcheologici del sito.Il Museo ospita le sue collezioni su tre livelli,oltreché negli scavi archeologi che giacciononelle sue fondamenta.

Situata al piano terra, la ‘Galleria delle pendicidell’Acropoli’ accoglie i reperti provenienti dai santuari ritrovati sulle pendici dell’Acropoli,oltre ad oggetti utilizzati nella vita quotidianadagli Ateniesi nei diversi periodi storici. Al primo piano del Museo, i visitatori possonoseguire le tracce dell’evoluzione dell’Acropoli.Le sezioni est e sud del primo piano ospitano la ‘Galleria Arcaica’, alta nove metri e illuminatanaturalmente, in cui si ammirano le magnifichesculture che decoravano i primi templisull’Acropoli. Nella galleria sono esposte anche le offerte votive dei devoti, tra cui splendide Korai arcaiche(raffigurazioni di giovani donne), Hippeis (cavalieri), statue della Dea Athena, sculture di figure maschili, rilievi su marmo e doni voti-vi in bronzo e argilla più piccoli. L’esposizionedel Museo culmina al terzo piano nel volumevetrato che ospita la ‘Galleria del Partenone’. Le sculture in rilievo del fregio del Partenoneche raffigurano la processione Panatenaicasono esposte in sequenza continua lungo ilperimetro esterno dello spazio rettangolare cheospita la Galleria. Le metopi, lastre di marmocon rappresentazioni in rilievo della mitologiaGreca, sono esposte tra le colonne in acciaiodel Partenone. Le figure colossali dei due fron-toni (elementi triangolari che coronano le fac-ciate) sono state posizionate su piedistalli ai lati est e ovest della Galleria, nelle stesse posi-zioni che avrebbero occupato nel Partenone. Il frontone est raffigura la nascita della DeaAtena dalla testa del padre Giove, mentre ilfrontone ovest raffigura la battaglia tra Atena e Poseidone sulla terra di Attica.

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Foto: Nikos Daniilidis per gentile concessione dell’ Acropolis Museum e Nikos Pilos

1. Visione notturna dell’edificio

Personale chiaveJoel Rutten, Adam Dayem, Jane Kim,Aristotelis Dimitrakopoulos, Eva Sopeoglou, Kim Starr, Anne Save deBeaurecueil, Joel Aviles, Valentin Bontjesvan Beek, Jonathan Chace, Allis Chee, Thomas Goodwill, Robert Holton,Liz Kim, Daniel Holguin, Michaela Metcalfe,Justin Moore, Georgia Papadavid, Kriti

Siderakis, Véronique Descharrères,Cristina DeVizzi, Kate Linker.

Architetto associatoMichael Photiadis, ARSY

Ingegneria Stutturale e meccanicaArup

Progetto illuminotecnicoArup Lighting - Florence Lam

Partners AssistanceDiathlasis S.A.

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New Acropolis MuseumProgetti

Il programma espositivo del Museo è arricchitoanche da un gran numero di reperti provenien-ti dalla città Ateniese antica e rinvenuti durantegli scavi archeologici che hanno avuto luogoprima della costruzione del Museo. Gli scavi sono visibili da diversi punti a pianoterra e ai piani superiori del Museo attraversouna serie di ampie aperture a vetri oculata-mente posizionate. Il progetto illuminotecnico realizzato da Arup

Lighting è stato premiato (Excellence andSustainability) nella 27a edizione degliInternational Association of Lighting Designers(IALD) Awards. La motivazione recita: “L’approccio olistico alla progettazione del New Acropolis Museum crea una coreografiadei giochi di luce ed ombre sia per la lucenaturale che per la luce architetturale”.Il brief progettuale per il museo è stato quellodi usare la luce naturale come un tema per

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2. Fregio del Partenone

3. Metopi e grandi figure ospitate nella Galleria del Partenone

aggiungere una quarta dimensione sia alla collezione che all’architettura. La luce d’accento,fornita da proiettori Tecnica, sottolinea il carat-tere dei rilievi marmorei ed aiuta a distinguere i pezzi originali dai pezzi ricreati ed integrati ed è bilanciata con la luce naturale diffusa che arriva sia dall’alto che dalle vetrate laterali. Il progetto ricrea il senso delle condizioni esternenelle quali le sculture si potevano originaria-mente vedere.

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Ristrutturazione della Corte dei Conti(Cour des Comptes)

Parigi, Francia

Progetti

Nel 1898 l’architetto Constant Moyaux vieneincaricato della progettazione e dell’edificazionedei locali per l’archivio della Corte dei Conti ed impiegherà dieci anni per terminarli.L’edificio dell’archivio è un omaggio alla Scuoladi Chicago per la modanatura in mattoni dellesue facciate sul cortile e il suo funzionale prag-matismo strutturale: destinato al deposito dei fascicoli di documenti dei conti di gestione, l’edificio era concepito come un colossale scaffalein muratura. Perpendicolari alle circolazioni periferiche, i corridoi che servivano gli scaffali godevanodella luce naturale, grazie alle finestre realizzatesulla facciata del cortile che separa l’archivio dal Palais Cambon che ospita invece le sale delleudienze, la biblioteca e altri luoghi importanti per i magistrati.Attorno allo zoccolo pietroso, coperto da unavetrata si sviluppavano gli otto piani in un elegan-te intarsio di terracotta ritmato dall’acciaio dei cabochon e da croci con testate di tiranti edal calcare delle chiavi di volta e dei cornicioni,piatti o merlati. Tra il 1976 e il 1978, un silocentrale, strutturalmente indipendente, venne ad occultare l’atrio su cinque piani per offrire un indispensabile complemento del magazzino.Nel 2000, dovendo potenziare il suo personaleper occuparsi anche della certificazione delbilancio dello Stato, l'istituzione ha deciso diesternalizzare il suo archivio, liberando così l’edifi-cio che lo ospitava per sistemarvi invece i nuoviarrivati e raggruppare le diverse sedi distaccatesparse fino ad allora nel quartiere. La ristrutturazione è stata particolarmente com-plessa, a causa di vincoli molteplici, fra cui l’iscrizione nell’Inventaire Supplémentaire desMonuments Historiques delle facciate e dellacopertura del cortile. Dopo un audit tecnico si è proceduto alla deco-struzione totale del silo centrale e alla ristruttura-zione del resto dell’edificio allo scopo di trasfor-mare ogni piano in una zona uffici.Questo mutamento di destinazione è stata unavera e propria sfida, poiché l’indispensabile ripresastrutturale non doveva diminuire l’altezza sotto ilsoffitto che era già molto ridotta.

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incontroluce 22

Foto: Didier Boy de la Tour

1. Vano centrale posto sopra il cortile

2. Cortile con la panca che copre gli apparati tecnici

3. Vista da un corridoio sugli uffici

Direzione dei lavoriMinistero dell’Economia, delle Finanze e dell’Industria

Progetto architettonicoGoudchaux Architecte et AssociésDaufresnes, Le Carrée & Associés

EconomistaJ.P.Tohier & Associés

Studio d’impatto acusticoAVEL Acoustique

BET StructureSCYNA 4

BET FluidesBETHAC

Partners AssistanceiGuzzini illuminazione France S.A.

Nel cortile, spazio strategico che serve gli ufficipresenti al pianoterra, su un tappeto centrale di parquet che copre in parte l’originale zoccolo roccioso, si allunga un grande podio di legno che serve da seduta gigante, ma nasconde anchecon eleganza il sistema di riscaldamento centraleed i sistemi di ventilazione e di climatizzazione.In questa grande sala sono stati utilizzati delleapplique iRoll 65 con emissione Up-down checreano degli effetti di luce per sottolineare lascansione delle pareti murarie con le grandi finestrature.Le tre facciate che si innalzano dalla coperturadel cortile sono state accuratamente ricreate inmuratura come erano originariamente, così comesono stati restaurati i serramenti metallici originali.

La texture creata dal mattoncino è sottolineatagrazie alla luce radente dei Linealuce LED dispostiattorno al soffitto vetrato dell’atrio. All’interno, pareti in quattro tinte e porte in ottocolori distinguono i piani, le circolazioni e gli uffi-ci, dove le postazioni di lavoro sono protette edisolate da pannelli di diversa altezza o da tra-mezze dal doppio vetro acustico oscurate da unaveneziana bianca. Gli uffici sono stati illuminati con il sistemaAction utilizzando i moduli con schermo Darklight nelle zone deputate al lavoro ai videotermi-nali, mentre nelle zone di passaggio sono statiutilizzati moduli con luce d’accento. Lungo i corridoi interni sono stati utilizzati invecePlafoni 44, in quelli esterni gli incassi Sistema 44.

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Caravaggio

Roma, Scuderie del Quirinale,20 Febbraio - 13 Giugno 2010

Progetti

La mostra ideata da Claudio Strinati e curatada Rossella Vodret e Francesco Buranelli, èincentrata su una scelta filologica ben precisa:sono esposte solo opere storicamente ed indi-scutibilmente riconosciute come opere diMichelangelo Merisi da Caravaggio. Per questo in mostra ci sono solo 24 tele a cui si aggiungono altri 15 capolavori dispersifra le chiese e le case principesche della capi-tale. Per la prima volta, si potrà visitare ilGabinetto scientifico del Cardinale Del Monte,unico affresco del Merisi, all'interno dell'attualeresidenza dei principi Boncompagni Ludovisi.Lo spazio delle Scuderie ospita le tele con unallestimento progettato dallo studio di MicheleDe Lucchi e illuminato da apparecchi iGuzzini,sponsor tecnico della mostra.

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incontroluce 22

Foto: Alfredo Cacciani

1.2. Due sale dell’allestimento

Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica

PromotoriComune di Roma - Assessorato alle politiche Culturali e della ComunicazioneAzienda Speciale PalaExpoFondazione Roma

AllestimentoaMDL - Michele De Lucchi

Sponsor tecnicoiGuzzini illuminazione

Michele De Lucchi ha scelto come colore prevalente dell’allestimento il rosso, in alcunicasi un azzurro-grigio molto scuro. La luce per tutta la mostra è puntuale, d’accentoed è realizzata con dicroiche da 35 e 50 W,con fasci da 24° e 38°. I proiettori Tecnica dimmerabili sono installatisu binario. In alcuni casi sono neri e nascostiall’interno di gole sul soffitto ed illuminano le opere ed i pannelli didascalici; in altri casisono invece bianchi ed applicati su appositestrutture a vista.

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Darwin Exhibition

Londra, Inghilterra

Progetti ClienteNatural History Museum

Progetto dell’allestimento e progettista illuminotecnicoSutton Vane Associates

Partners AssistanceiGuzzini illuminazione UK

Nella primavera del 2009, il Natural HistoryMuseum di Londra ha dedicato una mostra a Charles Darwin e al suo viaggio sul brigantinoBeagle verso le isole Galapagos, viaggio da cuisarebbero derivate le teorie evoluzionistiche alla base del trattato “Sull’origine della specie”. Il Museo è un centro mondiale d’eccellenza per lo studio del mondo naturale e contiene un gran numero di esposizioni con reperti chevanno da fossili di dinosauri al modello in scala

naturale della Balena Blu, lo straordinario mammifero che tutti gli alunni britannici prima o poi “incontrano” nello studio delle scienze odella biologia. Lo studio londinese Sutton VaneAssociates ha progettato l’allestimento e l’illumi-nazione per la nuova e prestigiosa DarwinExhibition presso il Natural History Museum.L’illuminazione necessaria per l’esposizione dovevamettere in luce e valorizzare gli elementi esposti,risultando nel contempo funzionale e discreta.

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Foto: Sutton Vane Associates

1.2. Diverse zone dell’allestimento

La scelta del Tecnica, nella versione nera, conlampada QR CBC 51 ha permesso una illumina-zione estremamente flessibile. Sono stati utilizzati oltre 120 proiettori Tecnica subinari speciali neri. Sono stati inoltre forniti più di50 apparecchi Pixel Plus con lampade a bassovoltaggio e lampade ad alogenuri metallici.Il design illuminotecnico dell’esposizione è statoinserito nella categoria Public Building Lighting al concorso Lighting Design Awards di Londra.

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Aeroporto Internazionale di Carrasco.Nuovo terminal passeggeri

Montevideo, Uruguay

Progetti ClientePuerta del Sur SA

Progetto ArchitettonicoRafael Viñoly Architects

Progetto illuminotecnicoStudio Ricardo HofstadterRicardo HofstadterJoel Fregosi

Le principali linee di progetto per l’illuminazione sono state: valorizzare i maggiori elementi architettonici, soddisfare i requisiti del Capitolatodella Concessione e garantire un’alta efficienzaenergetica (seppure non esistano standard locali al riguardo). Il principale elemento architettonico da valoriz-zare era il tetto di 350 metri di lunghezza (150metri dei quali sono interni) e quasi 80 metri dilarghezza nella parte centrale. Sotto il suddettotetto si trovano la Hall Partenze e la Terrazza

dell’aeroporto, dalla quale gli accompagnatoripossono osservare le partenze degli aerei. In termini di requisiti, il capitolato stabilivalivelli di illuminamento molto più alti rispettoagli standard internazionali, aspetto che haobbligato a cercare sorgenti luminose molto efficienti, prevalentemente fluorescenti e lampadea scarica con una resa cromatica molto buonaoltre ai ballast elettronici e riuscire a nonaumentare i consumi energetici.Le tipologie di illuminazione sono state indivi-duate in base alle funzioni svolte nelle diversearee dell’aeroporto: hall partenze, check in e terrazza oltre all’illuminazione del tetto; tutte le aree destinate a imbarco e preimbarco: controllo immigrazione, sala di imbarco, ritiro bagagli, dogana, livello arrivi; aree commerciali.L’illuminazione della Hall Partenze e dellaTerrazza, ubicate entrambe sotto il grande tettodell’edificio, è stata realizzata indirettamenteper riflesso sullo stesso tetto. Il capitolato richiedeva per queste aree un livello di illumina-mento pari a 300 lux e si sono utilizzati pertantocirca 280 proiettori asimmetrici, non iGuzzini

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Foto: Francisco Nocito e Archivio iGuzzini

1. La linea curva che caratterizza il progetto di Viñoly

2.3. L’aeroporto ed il contesto naturalistico in cui si trova

4. Aspetto notturno

Partners AssistanceProyecto Illuminacion

con lampade ad alogenuri metallici da 400 W,montati sulla struttura che sostiene il tetto. Se si considera che l’area interna dell’edificioilluminata con questi proiettori misura circa10.000 mq. e che la potenza utilizzata per essoè di 136 kW (comprese le perdite nei ballast),abbiamo una densità di 14 W/mq. che, sebbe-ne si tratti di un’illuminazione totalmente indi-retta, rientra in valori accettabili di efficienzaenergetica.

Il resto del tetto (zone esterne dell’edificio) èstato illuminato con lo stesso tipo di proiettori,sebbene in numero inferiore, arrivando a untotale di 370 lampade per l’illuminazione ditutto il tetto.Una parte di queste aree esterne è costituitadagli accessi al livello Partenze che vengonoilluminati solo per riflesso del tetto e per lequali si è progettato e ottenuto un livello medio di 80 lux.

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Aeroporto Internazionale di Carrasco.Nuovo terminal passeggeri

Progetti

Le zone controllo immigrazione, sale di imbar-co, ritiro bagagli, dogana e i livelli di accessosono stati illuminati utilizzando linee continuedi tubi fluorescenti Lineup e Sistema Hub. Sono stati impiegati tubi T8 da 36 e 58 W con ballast elettronici. Nell’area del check in i Lineup sono stati utilizzati per illuminare laparete e l’area che circonda il nastro trasportatoredei bagagli. I livelli di illuminamento medi richiestinel capitolato per queste zone erano molto alti(600 e 300 lux) e si sono ottenuti in modo molto efficiente con soli 15 W/mq. e 7.5 W/mq. Le aree commerciali sono state allestite con una combinazione di downlight più due

proiettori incassati nel soffitto con lampade ad alogenuri metallici da 35, 70 e 150 W (in base all’altezza). In queste aree si sono utilizzati The Reflex e Frame. Le aree verdi sono state evidenziate grazie aWoody con lampada alogena. Le aree esterneper accedere al livello delle partenze e la terrazzadel livello superiore sono illuminate in modo indiretto con MaxiWoody da 150 W e otticasuperspot e lenti per la distribuzione ellittica.L’area d’accesso alle salette Vip è illuminata da apparecchi Balisage a LED. La zona per lasosta Presidenziale è illuminata con proiettoriLingotto, diretti ed indiretti e Platea da 250 W.

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5. Hall con le linee luminose sul soffitto

6. Una delle aree per l'attesa nella zona degli imbarchi

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Progetti Il nuovo Teatro Condominio

Gallarate, Italia

Progettazione architettonicaStudio Amati - Alfredo Amati Federica Finanzieri (progettazione)Romina Sambucci (direzione lavori)Maria Luisa Gioffredi

RenderingChristopher Stack

Nel contesto più generale di rinnovamento cultu-rale della città, l’Amministrazione comunale diGallarate ha acquisito lo storico “TeatroCondominio”, stabile di rilevante importanzaarchitettonica, progettato nel 1862 e oggetto nelsecondo dopoguerra di radicali modifiche interne.Il progetto di recupero del corpo ottocentesco el’adeguamento alle moderne funzionalità è statoaffidato allo studio Amati di Roma. Conservata in parte l’originaria interrelazione degli spaziinterni, l’elemento di principale caratterizzazionedel progetto è il recupero del rapporto di strettacorrelazione tra la sala ed il foyer, ovvero il rap-porto tra il momento dello spettacolo con quellodella socialità. L’obbiettivo di restituire al foyer le sue funzioni originarie è stato centrato confor-mando la platea su un piano inclinato e spostandopiù in alto la Galleria. Il progetto prevede inoltrela presenza di due sale: quella principale capacedi ospitare 647 spettatori ed una sala di dimensioniminori con 132 posti a sedere. Le caratteristiche tecniche degli ambienti ne consentono una fruizione in contemporanea.

La sala minore è anche attrezzata per trasmetterein differita un evento che si svolge nella sala princi-pale, conferendo a quest’ultima una ulteriorecapienza. Un altro elemento di caratterizzazionedel progetto risiede nella scelta dei materiali per i prospetti esterni. L’ingresso principale è stato sottolineato con l’inserimento di una pensilina con struttura leggerain acciaio e vetro. L’elemento di congiunzione tra il corpo antico e quello rinnovato è costituito da una fascia verticale in vetro all’interno dellaquale si snodano i percorsi verticali di distribu-zione alle sale. Lungo la Via Verdi un volumeleggermente sporgente, dalla caratteristicaforma curva, denuncia con la sua geometria lafunzione a sala di spettacolo dello spazio interno.Il volume della torre scenica è trattato con unanuova pelle metallica iridescente così da costituire,con la sua emergenza architettonica, una torre-segnale. Particolarmente accurato lo studio del-l’acustica della sala affidato alla MateriAcustica s.r.l.compagnia di Spin off della Facoltà di Ingegneriadi Ferrara, Dipartimento di ingegneria.

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Foto: Luigi Filetici

1.2. Esterno. Visione diurna e notturna

3. Platea

Il materiale prevalentemente utilizzato è il legnosia per il pavimento che per il rivestimento; un buon rendimento è stato ottenuto alternandopannelli in multistrato lisci e pannelli forati e con la scelta di una geometria articolata dei pannelli di parete (curvi, lisci, a cassettoni).L’impianto di illuminazione interno del teatro è stato studiato in relazione al fabbisogno delleattività svolte, con la scelta di apparecchi che si armonizzano e nello stesso tempo esaltano le caratteristiche architettoniche degli ambienti.Nella sala convegni sono stati utilizzati incassiThe Reflex, con lampada alogena dicroica, in corrispondenza della platea, dotati di ottica professionale a bassa luminanza, per avere unailluminazione diffusa; l’incassi fissi Quasar sono

Coordinamento generale: Studio Amati s.r.l.

StruttureSergio Tremi ProiettiAlfredo MorganteDomenico di Berardino

ImpiantiPaolo Torelli

AcusticaMateriAcustica s.r.l.Roberto Pompoli Nicola ProdiGiampietro Ricci

CollaboratoriGiulio BaioccoAlessandro BalassoAnnabella BucciAlessandra ZengaGianluca Abbati

disposti in corrispondenza delle postazioni deglioratori per consentire di illuminare il piano dilavoro. Nella sala teatro è stata realizzata, sempregrazie a The Reflex, un’illuminazione diffusa. Per l’atrio al piano terra sono stati posizionati sualcune paraste dei proiettori Kriss, che generanolame di luci verticali esaltando le volte.Un’ulteriore fonte di illuminazione è data da tubi fluorescenti posti sui capitelli delle colonne e dietro al rivestimento della parete esterna dellasala che, per la sua finitura traslucida, funge da diffusore. Negli spazi comuni, per consentireun buon livello di illuminazione sono stati inseritinel controsoffitto incassi fluorescenti Easy conschermo decorativo. In esterni sono stati utilizzatiincassi Light Up Walk Professional.

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Il negozio Herren Globus dell’aeroporto di Zurigo

Zurigo, Svizzera

Progetti CommittenteHerren Globus

Progetto architettonicoBauabteilung Magazine zum Globus AGMichele D'AmbrosioRico Schmid

Il noto marchio svizzero Herren Globus, chevanta una lunga tradizione nel settore dell‘abbi-gliamento maschile, è presente con 23 puntivendita in tutte le regioni della ConfederazioneElvetica. L’assortimento si rivolge a uomini ditutte le età, accomunati da un occhio attentoalla moda e allo stile, dal business al casual.iGuzzini si è occupata della consulenza percreare la regia luminosa per il punto venditapresso l’aeroporto di Zurigo. L’utilizzo di vividi contrasti chiaro-scuro creaun’atmosfera teatrale per dare il giusto risaltoagli articoli esposti. L’architettura degli interni e la progettazioneilluminotecnica sottolineano la suddivisione dell’assortimento nei settori “business“ e “moda giovane“, grazie all’impiego di colori emateriali diversi. Il reparto “business“ è sobrio e luminoso, e ciò si rispecchia nel colore biancodelle pareti e dei rivestimenti a soffitto, mentreil reparto per la moda giovane è realizzato innero e antracite. Per Herren Globus iGuzzini ha utilizzato il proiettore su binario e l’incassodownlight della serie Express. La stessa regialuminosa è già stata realizzata in altri puntivendita. Attualmente è in fase di costruzioneun’altra sede, mentre altre due sono in via di progettazione, e tutte saranno realizzate in base al nuovo concetto illuminotecnico.

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Foto: Günther Laznia

1.2. Diverse zone del negozio

Progettazione impianti elettriciHefti. Hess. Martignoni.Zürich AGChristoph Köchli

Gestione dei lavori ediliSulzer + Buzzi Baumanagement AG Urs Bleuer

Partners AssistanceiGuzzini illuminazione Schweiz AG

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Il Lyon Housemuseum

Melbourne, Australia

Progetti Committente e progettista architettonicoCorbett Lyon

Partners AssistanceE.C.C. Lighting

Il Lyon Housemuseum è un progetto culturale a finanziamento privato promosso dalla famigliaLyon per sostenere e divulgare l’arte, l’architettu-ra e la musica contemporanea. Nel 2002 i Lyon hanno avuto l’idea di progetta-re un nuovo edificio che fungesse sia da abita-zione che da museo, per ospitare un’importan-tissima collezione di arte contemporaneaaustraliana. L’intento era quello di consentirealla collezione di essere visitata pubblicamente,con il supporto di una serie di programmi edu-cativi ed eventi culturali pubblici. L’obiettivo non era quello di creare un’abitazio-

ne di grandi dimensioni né un museo pubblico,bensì un nuovo tipo ibrido che avrebbe unitoarte e abitare, ossia ‘casa’ e ‘museo’, miscelan-do concetti pubblici e privati in un unico edifi-cio nuovo che avrebbe assunto il nome di ‘hou-semuseum’, ossia ‘casa museo’. Ubicato nelsobborgo di Melbourne denominato Kew, ildesign dell’Housemuseum tiene conto dell’in-trecciarsi delle esigenze domestiche famigliari e delle esigenze funzionali ed operative di unmuseo pubblico. In particolare, l’edificio si ispira a musei privati e collezioni d’arte privateesposte in ambientazioni domestiche, i cui

albori risalgono al rinascimento, che comprende la ‘wunderkammer’ del XVIII secolo e i museidomestici del XIX e XX secolo realizzati da Frick, Guggenheim, Soane e molti altri. L’edificio è strutturato intorno a due grandispazi ‘museo’: un cubo bianco a doppia altezzanella parte anteriore dell’edificio e una ‘scatolanera’ a doppia altezza sul retro. Questi elementiancorano le due estremità dell’edificio e sonousati per esporre video arte e importanti operescultoree, dipinti e installazioni. Gli spazi privatidella famiglia sono articolati in una serie diforme a scatola rivestite di legno distribuite sui

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Foto: Dianna Snape per gentile concessione del Lyon Housemuseum e della famiglia Lyon

1.2. Articolazione di diversi spazi della Lyon Housemuseum

due livelli dell’edificio che contengono gli spaziprivati della famiglia: camere da letto, stanze dabagno, armadi, studi e soggiorni. Quando que-ste ‘scatole’ sono chiuse, le zone private dell’e-dificio sfuggono alla vista del pubblico di visita-tori. Gli spazi sono intenzionalmente ambiguinella loro lettura tipologica: la cucina fungeanche da caffè del museo, la scatola nera chemostra video arte sul retro dell’edificio fungeanche da home cinema e spazio di pernotta-mento per i membri della famiglia e lo studiosvolge anche la funzione di biblioteca di ricercae archivio per gli studenti e gli accademici in visita.

Al centro dell’edificio si trova una sala dellamusica a doppia altezza, caratterizzata da unmurale di grandi dimensioni dipinto dall’artistaBrook Andrew. Questa sala viene utilizzata perconcerti e dibattiti in tema di arte e architetturae include anche un organo a canne dal designpersonalizzato che viene suonato dai membridella famiglia e nell’ambito di concerti pubblici.A pianterreno, gli spazi dell’Housemuseum flui-scono all’esterno in giardini utilizzati dalla fami-glia e come spazi esterni per l’esposizione disculture del museo. Calcestruzzo bianco, pietrablu e zone erbose distribuite nelle aree paesag-

gistiche esterne realizzano le iniziali della casamuseo, LHM, caratterizzando la nuova visualedel mondo offerta da Google Earth -l’Housemuseum visto dallo spazio - e cercandodi collegare questo nuovo piccolo museo austra-liano alla rete mondiale di musei d’arte e istitu-zioni culturali. Per rispondere alle molteplicifunzioni che la luce deve svolgere in un ambitocomplesso ed articolato come questo sono statiscelti prevalentemente proiettori a basso voltag-gio su binari: per cui sono stati usati TrimmerParallel, Laser oltre ad incassi come Pixel Plus e Quasar.

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Una nuova illuminazione per il negozio Manufactum

Francoforte, Germania

Progetti ClienteManufactum GmbH

Allestimento - FrancoforteLandau + Kindelbacher

Progettazione illuminotecnicaTropp Lighting Design

Nel novembre 2009 presso l’edificio delPodium della nuova Opernturm di Francoforte,di fronte alla Alte Oper, ha avuto luogo l’inaugu-razione dell’ottava sede dei Grandi MagazziniManufactum e di un negozio di generi alimentaridella consociata brot&butter. L’unicità dell’azienda,che vanta una storia ultra-ventennale, consisteda sempre nel suo assortimento: all’insegna del motto “Esistono ancora le cosebuone” (ted. “Es gibt sie noch, die gutenDinge”), Manufactum propone articoli di altaqualità, tra cui oggetti usati, abbigliamento egeneri alimentari. L’assortimento incredibilmente vasto è esposto aFrancoforte su una superficie di oltre 1100 mq.con un sistema di espositori modulari sviluppatoappositamente per Manufactum.

Disposto in modo lineare a tutta altezza, ilsistema flessibile produce un effetto omogeneoe un ordine ben preciso, che intende conferirealla gamma di prodotti uno sfondo e un orienta-mento adeguati. Particolarmente affascinante èla scelta dei materiali del sistema di presenta-zione: con i mobili in legno di quercia, il nego-zio ricorda più una variante contemporanea deltradizionale ufficio commerciale che un grandemagazzino. La proposta di progettazione dell’al-lestimento e dell’arredo degli interni della sededi Francoforte è stata redatta dallo studio diarchitettura di Monaco Landau + Kindelbacher,con il quale Manufactum ha già realizzato consuccesso le sedi di Monaco e Colonia.Responsabile della progettazione illuminotecnicadella filiale di Francoforte è Tropp Lighting Design.

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Partners AssistanceiGuzzini illuminazione Deutschland GmbH

Foto: Per gentile concessione di Manufactum

1.2. Alcuni scorci dell’allestimento del negozio di Francoforte.

Poiché il tema centrale del concetto di illumina-zione è la presentazione della merce, due carat-teristiche hanno assunto importanza fondamen-tale nel corso della realizzazione del concettoilluminotecnico: discrezione e massima funzio-nalità. L’illuminazione quindi deve essere dis-creta, ma al contempo deve conferire il giustorisalto alla merce esposta. Queste esigenzehanno portato alla scelta degli incassi HighPerformance Pixel Plus. Disposti a coppie e conla possibilità di scomparire a soffitto, questiapparecchi realizzano un’immagine discreta eunitaria, integrandosi con le lampade circolariappositamente progettate per Manufactum dapfarré lighting design ormai perfettamente rico-noscibili da parte dei clienti. Grazie ad un ren-dimento elevato, i proiettori Pixel Plus illuminanola merce esposta, limitando il calore emesso e ilconsumo energetico. Grazie alle buona resa del colore e all’elevatabrillanza, i prodotti esposti vengono valorizzatial massimo, e l’impiego di spill-ring evita ilfenomeno dell’abbagliamento. Inoltre, gli architetti per interni Landau eKindelbacher hanno attribuito notevole impor-tanza alla flessibilità dell’illuminazione che èstata realizzata grazie alla possibilità di regola-zione dei proiettori. Il concetto di illuminazioneha dovuto tener conto ovviamente anche dellaposizione centrale dei Grandi MagazziniManufactum nel contesto dell’Opernturm: per sottolineare l’effetto verso l‘esterno, è statacreata un’elevata luminosità grazie a illumina-menti verticali di grande altezza.

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Il Parco ed il ponte Kurilpa

Brisbane, Australia

Progetti CommittenteQueensland Department of Public Works

Progetto architettonicoCox Rayner

Design strutturaleArup

Il paesaggio urbano di Brisbane si è impreziositodi una nuova icona grazie alla realizzazione del ponte Kurilpa, collegamento ciclabile epedonale della lunghezza di 470 m. tra TankStreet e il parco Kurilpa.Il design è il risultato di una collaborazionecreativa tra Arup, Cox Rayner e BaulderstoneHornibrook, ispiratasi al concetto di “tense-grity”, un sistema in cui architettura ed inge-

gneria creano un sistema in cui la solidità strutturale è una sinergia tra componenti bilanciate di tensione e compressione. Il risultato è estremamente leggero ed incredibil-mente robusto. Questo risultato è sottolineato dauna illuminazione avveniristica. L’illuminazione del ponte Kurilpa è stata proget-tata da un team di specialisti di Arup ed in par-ticolare da Paul Guger, che nel corso della pro-

gettazione ha giocato sul collegamento tangibiletra il ponte pedonale e la Galleria di ArteModerna, illuminando il ponte come si trattassedi un’opera d’arte permanente ed esprimendoognuno degli elementi strutturali con uno splen-dore complementare. Dal punto di vista deldesign dell’illuminazione, l’obiettivo da realizzareper quanto riguardava il paesaggio notturno era duplice: il primo consisteva nello svelare

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Foto: Michael Pickerill

1.2. Il ponte da angolazioni diverse

Lighting DesignArup

CostruzioneBaulderstone Hornibrook

Partners AssistanceE.C.C. Lighting

la struttura in modo da mettere in evidenza lecaratteristiche di assoluta unicità e robustezzadi supporti verticali che si ergono verso la voltaceleste, insieme a curiosi elementi sospesi ispirati al concetto di ‘tensegrity’. Il secondo obiettivo, altrettanto importante, consisteva nel trasformare l’attraversamento delponte in un’esperienza divertente che invogliassead esplorarne le peculiarità progettuali.

Kurilpa è anche uno dei primi ponti pedonali sugrande scala al mondo ad essere alimentato adenergia solare, con 84 pannelli fotovoltaici cheforniscono il 75-100% dell’energia necessariaper l’illuminazione realizzata con gli incassiLinealuce da 28 W, con Bollard, Bliz e Light Up Walk Professional da 26 W con vetro anti-scivolo.

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Progetti Wesley Church

Perth, Australia Occidentale

ClienteChiesa Unitaria Australiana

SponsorHeritage PerthCittà di Perth

Progettazione illuminotecnicaWood & Grieve Engineers

però una scenografia luminosa alla Perth notturna,rianimando il centro cittadino e invitando un maggior numero di persone a viverlo anchenelle ore serali. La chiesa di Wesley Church è probabilmente uno degli edifici ecclesiastici di maggiore rilievodel centro di Perth. Costruita nel 1870 per lasempre più numerosa congregazione metodistapresente in città, la chiesa è stata progettata da Richard Roach Jewell, Sovraintendente aiLavori Pubblici dell’Australia Occidentale, nellostile gotico accademico vittoriano.

Per la finezza della sua architettura gotica e perla sua posizione su un importante crocevia stra-dale, Wesley Church è stato il primo edificiodella città ad essere illuminato nel corso dellacampagna ‘Light up the City’ di Heritage Perth e la proposta è stata accolta con entusiasmo dalle autorità ecclesiastiche che hanno lavorato in collaborazione con l’associazione. Le disposizioni fornite da Heritage Perth attribui-vano alla sostenibilità la caratteristica di requisitodeterminante per il progetto e prevedevano che il consumo correlato all’illuminazione non avrebbedovuto superare 0,05 kWh per metro quadrato di facciata illuminata. Pertanto, abbracciando ilconcetto di efficienza energetica, lo schema illu-minotecnico di Wesley Church è stato progettatocon una varietà di apparecchi di illuminazioneiGuzzini a LED, fluorescenti e ad alogenurimetallici delle serie Woody, Linealuce e Light Up in armonia con gli apparecchi di illuminazioneiGuzzini utilizzati in tutti i viali pedonali di Perth.È stata prestata attenzione alla progettazione inmodo tale che la facciata non fosse eccessiva-mente illuminata, scegliendo tutti i livelli di illu-minazione in base all’illuminazione d’ambienteproveniente da strade ed edifici circostanti. Sono stati realizzati complessi modelli 3D, con accessori campione e test applicativi condotti in loco da Wood & Grieve Engineers con la consulenza illuminotecnica di Mondoluce.Per raggiungere i consumi previsti, l’intera illuminazione è controllata “a livelli” per tutta lanotte. Nelle prime ore della serata è necessariol’intervento di tutte le sorgenti illuminanti perottenere il massimo effetto, tenendo conto deilivelli di illuminazione ambientale provenientedagli edifici circostanti.

Heritage Perth sta gestendo il progetto intitolato‘Light Up the City’ per la creazione di una illumi-nazione sostenibile per la facciata di alcuni edificiimportanti della città di Perth. Utilizzando apparecchiature che hanno un conte-nuto consumo di energia, realizzerà un’illumina-zione notturna spettacolare per gli edifici più rile-vanti, confermando ulteriormente l’appellativo diPerth di ‘City of Light’. Il progetto si basa sull’invi-to, rivolto ai proprietari degli immobili a spegnerele luci interne, offrendo l’opportunità di ridurre iconsumi elettrici da mega-watt a kilo-watt creando

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Foto: Ron Tan

1.2. Wesley Church ed il contesto urbanistico in cui si trova

Consulente HeritageRonald Bodycoat Architects

Imprese appaltatriciMirvac (costruttore)Elder Electric (impresa elettrica)

Partners AssistanceMondoluce

Nella seconda parte della serata, si abbassa illivello di illuminazione degli apparecchi per favo-rire il risparmio energetico, garantendo la longe-vità delle lampade ad alogenuri metallici. Gli apparecchi a LED e gli apparecchi fluorescentia basso consumo energetico restano accesi pertutta la notte con un leggero effetto di riduzionelegato ai livelli inferiori di illuminazione dell’am-biente circostante.La gamma di accessori ottici disponibili, compresifiltri a fascio ellittico e sagomatori, è stata utiliz-zata con discrezione per evitare che la lucepotesse invadere edifici circostanti e infastidire

i passanti nei dintorni della Chiesa.La durata e la resistenza ad atti vandalici com-provata dei prodotti iGuzzini hanno costituito ilsecondo criterio di scelta. Anche se il progetto è stato finanziato grazie alla sponsorizzazionedella Città di Perth e di Heritage Perth, la manu-tenzione dell’impianto resta di responsabilitàdella Chiesa Unitaria. Per questo motivo, tenendo conto del budgetdestinato alla manutenzione, la frequenza disostituzione delle lampade e la resistenza a possibili atti vandalici hanno costituito criteriimportanti nella scelta dei prodotti iGuzzini.

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Il parco del Tibidabo

Barcellona, Spagna

Progetti ClienteParc d’Atraccions del Tibidabo SA -BSM - Barcelona Serveis Municipals

AmministrazioneRosa Ortiz

Ingegneria e manutenzioneJosep Mª Gaudés

Il Parco del Tibidabo sorge su una collina dicirca 500 metri da cui si gode una vista di tuttala città fino al mare.Alla fine dell'Ottocento Salvador Andreu i Grau,dottore e farmacista, inventore delle pastiglieper la tosse Pastilles del Doctor Andreu, comprail parco che si trovava su questa collina e cheera proprietà della famiglia Parés Cayrol e cominciaa costruirvi. Sulla collina sorgono la Chiesa delSacro Cuore, la Torre delle telecomunicazioni diCollserola, l’Osservatorio Fabra, l'Hotel Florida e l’odierno Luna Park del Tibidabo ed il parco è collegato alla città dalla tramvia che sale dalquartiere di Sant Gervasi con un tram azzurro

(la Tramvia Blau). Il parco passa di proprietàattraverso diverse famiglie e diverse società digestione e solo alla fine del 1999 il Comune di Barcellona ne diventa proprietario.Inizia così una serie di interventi di riqualifica-zione: la ristrutturazione dell'edificio che ospita il “Marionetarium” ad opera dell’architetto JosepMiàs, la nascita della nuova “Plaça dels som-nis”, la Piazza /belvedere dei sogni, il recupero e l’ampliamento dei sentieri che attraversano il parco e per i quali lo studio Varis Arquitectesfirma un nuovo progetto di illuminazione utiliz-zando solo apparecchi a LED: Woody, MaxiWoody,Light Up light.

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Foto: Josè Hevia

1. Alcuni dei sentieri del parco con l’illuminazione puntuale

2. Alcune attrazioni

Per il Camì del Cel ed aree circostanti,la Nuova Piazza - Belvedere e l’illuminazione generale del Parco

ArchitetturaVaris Arquitectes SLP

IngegneriaTecnivallés

Per la ristrutturazione del “Marionetarium”

Progetto architettonicoMiàs arquitectes

IngegneriaProisotec (Projectes i Solucions Tècniques)

Lighting DesignerPablo Martínez

Partners AssistanceiGuzzini illuminazione España

I proiettori MaxiWoody con LED monocromaticocon temperatura colore di 3100 K e ottica spotindividuano le aree di transito, collegano glispazi, e non interferiscono con l’illuminazionedelle singole attrazioni, né con l'ambiente natu-rale. I proiettori Woody da 12x1W, sempre contemperatura colore di 3100 K, con ottica flood,sono posizionati nelle zone boscose adiacenti i sentieri. Gli alberi più imponenti situati nellezone pedonali vengono messi in risalto dagliincassi a terra Light Up a LED, 12x1W, con ottica orientabile. Il risultato finale è un progettodi illuminazione di grande efficacia dal punto di vista energetico: dei 172 punti luce esistentisi passa infatti a circa 600 senza aumentare il livello di potenza assorbita. L’inquinamentoluminoso è nullo ed i costi di manutenzione drasticamente diminuiti.

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Plaza Cervantes

Lleida, Spagna

Progetti

Nella città di Lleida, al di là dell’asse commer-ciale (Eix Comercial), è l’insieme di vie costitui-to dall’Avinguda de Catalunya, la Ramla d’Aragò,l’Avinguda de Balmes e Alcade Rovira Roure ad ospitare le principali attività commerciali,culturali e politiche.Istituzioni quali il Museo di Lleida, la Biblioteca, il Vescovado, l’Università e servizi come la sta-zione degli autobus, la sede del Fisco, diverseorganizzazioni sanitarie e professionali compon-gono un tessuto sociale che insieme a quello

commerciale danno vita al primo quartiere rappresentativo della città.Nel 2009 queste strade furono oggetto diun’importante opera di rinnovamento dei siste-mi di illuminazione. Nella loro struttura origina-ria questi erano rivolti principalmente all’illumi-nazione del manto stradale ed impiegavanoobsoleti lampioni dotati di lampade ai vapori di sodio HST 400 W che rischiaravano essen-zialmente la strada e trascuravano quasi com-pletamente l’illuminazione delle zone pedonali.

Il rinnovamento ha preso vita attraverso il siste-ma di illuminazione Lavinia, dotato di lampadeai vapori di sodio HST da 250 W che, grazie adun’elevata performance nell’illuminazione viaria,ha permesso di migliorare le precedenti condi-zioni di illuminazione integrandosi con lampioniLavinia e Delo, dotati di un’ottica di distribuzionedella luce che utilizza la tecnologia a LED (da 39 W e 59 W a seconda dei casi). In questo modo non si è solo conseguita unamigliore illuminazione in tutto l’asse conferendo

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ClienteAjuntament de Lleida - Tomàs Ferré

ArchitettoFrancesc Oró

IngegnereRamón Cortés

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Foto: Josè Hevia

1.2. Plaza Cervantes da angolazioni diverse

a marciapiedi e zone pedonali il valore chemeritano, ma si è anche riusciti a ridurre lapotenza impiegata tra il 25% ed il 30% con conseguente risparmio energetico.Nel cuore di questo nuovo asse cittadino sitrova la Plaza Cervantes, una piccola piazzache, da semplice piedistallo per un monumentoe mezzo per la distribuzione del traffico, si ètrasformata in un salotto cittadino. Per questaragione è stata inglobata nella trama urbanisti-ca contigua, è stata dotata di aree verdi ed è

stata corredata di un sistema di illuminazioneidoneo al suo carattere e alla sua funzione globale. Il fattore definitivo del rinnovamento èstato dunque l’impiego della tecnologia a LED:mentre sul perimetro della piazza sono impiegaticon continuità sia Lavinia LED che Argo, al centrosi è optato per una soluzione personalizzata e differenziata che combina l’illuminazione a proiezione MaxiWoody LED con il comfort e l’atmosfera offerti dalla luce indiretta caratteristicainvece di Nuvola.

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Partners AssistanceiGuzzini illuminazione España

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1001 alberi per Copenaghen

Copenaghen, Danimarca

Progetti ClienteMunicipalità di Copenaghen

Il progetto di SLA è caratterizzato da quattrosemplici elementi: alberi, sentieri, luci e colli-nette di forma conica. 63 specie diverse di alberi conferiscono tonalità di colore diverse alparco durante tutto l’anno. Tra le specie esotiche sono presenti il ciliegiogiapponese, l’abete coreano e il cedro rossoamericano dell’est, mentre le specie più tradi-zionali delle latitudini danesi comprendono ilsorbo svedese, il biancospino e il pino silvestre. La presenza di pali della luce che svettano tra gli alberi rende sicuro il soggiornare nelparco anche nelle ore buie. Un dedalo di sen-tieri asfaltati attraversa tutto il parco, creando continuità tra le diverse sottosezioni da PiazzaHulegårds all’estremità settentrionale fino a Ørnevej al sud. Le tre collinette alte circa 15 metri contraddi-stinguono le tre sezioni del parco e rafforzanol’armonia totale del parco, offrendo al visitatorela sensazione di profondità e sono diventateanche dei punti di riferimento locali. L’illuminazione scenografica e colorata è statacreata grazie a 246 Multiwoody con diversi filtricolorati installati su pali anch’essi multicolore.

L’amministrazione comunale di Copenaghen haindetto nel 2006 un concorso per la riqualifica-zione dell’area Nord-Ovest della città vinto dallostudio SLA. Il progetto “1001 alberi” permettela riqualificazione di questa area che presentaun'ampia diversità culturale, essendo un’areamulti-etnica, e che ospita residenti di tutte lefasce di età. Il distretto è in fase di sviluppo e ilparco viene considerato un simbolo, ma anchelo strumento di un cambiamento in direzionepositiva. Il concept del progetto è nato da unaserie di riunioni per raccogliere le opinioni degli abitanti e le loro idee circa l’utilizzo di que-sto spazio così il parco è risultato talmente vastoe offre talmente tante opportunità che ognunopotrà trovare lo spazio per svolgere la propriaattività preferita. Ci sono attrezzature sportiveutilizzabili sia dagli alunni della ScuolaFrederikssundsvej sia dai residenti del vicinato,oltre alla possibilità di svolgere attività all’apertoche non sono presenti nel resto del distretto: griglie, scacchi e teatro sul prato. Le possibilità sono infinite e riflettono la vastitàe la diversità culturale che caratterizzano ilnord-ovest.

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Foto: Per gentile concessione di SLA

1. Planimetria tratta dal progetto presentato

2. Luce colorata in diversi punti del parco

Progetto architettonicoSLA - Stig L. Andersson, Rasmus Astrup, Friedemann Rüter,Thomas Kock, Salka Kudsk, Signe Høyer Frederiksen, Michelle Nielsen-Dharmaratne, Cecilie Milsted Lind, Simone Maxl and Martin Søberg

CollaboratoriJan SonnergaardLemming & Eriksson2+1

Partners AssistanceiGuzzini illuminazione Danmark

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Cultura dell’azienda

iGuzzini illuminazione a New York

Con l’inaugurazione del 25 maggio 2010anche a New York c’è un iGuzzini partner assistance. A Manhattan, uno spazio di circa 500 mq.posizionato al secondo piano di un elegantepalazzo del Midtown è il luogo in cui sarannoaccolti quanti interessati alle tematiche illumi-notecniche, siano essi architetti, designer, lighting designer. Come per tutti gli show room iGuzzini di ultimagenerazione, anche quello di NY si caratterizzaper il suo “laboratorio della luce”: uno spazioall’interno del quale sono state riprodotteambientazioni tipo: un museo, un negozio, una facciata in mattoni sulle quali sperimentare e valutare concretamente gli effetti di sorgenti e apparecchi diversi e comprendere così quantola luce giochi un ruolo determinante nella percezione di forme e colori. Lo spazio è inoltre destinato ad ospitare eventied iniziative volti a sensibilizzare ad un utilizzoconsapevole della luce. Una luce buona, che è davvero parte attiva dell’intero processo diprogettazione di qualità.

iGuzzini Lighting NA, Ltd60 Madison Avenue, 2nd floorNew York, NY 10010 USAtel. +1 212 481 8188www.iguzzini-na.com

Da sinistra a destra:George M. Beylerian (presidente Material ConneXion),Adolfo Guzzini, Massimo Vignelli (architetto), Francesco Maria Talò (console generale). Foto: Peter Dressel

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incontroluce 22

Cultura dell’azienda

La sede iGuzzini di Shanghai meta della delegazione Marche

4 giugno 2010. La sede della iGuzzini illumi-nazione è inaugurata ufficialmente. L’occasioneè la missione istituzionale ed economica disistema che, organizzata dalla Regione Marcheper la prima settimana di giugno, ha riunitopersonalità politiche ed imprenditoriali marchi-giane all’interno di Palazzo Italia per l’inaugura-zione di “Casa Marche”. In questo contesto il Presidente della Regione Gian Mario Spacca è stato inviato ad inaugurare ufficialmente la sedeche dal 2006 vede attiva sul territorio cinese laiGuzzini illuminazione. La cerimonia ha visto iltaglio del nastro e la tradizionale danza deileoni e si è svolta alla presenza della delegazio-ne marchigiana e di una serie di autorità cinesi:il Dr Tang Hailong Vice Sindaco del distretto delFengxian, il Dr Li Zhen General Manager delFengpu Industrial Park, il Dr Peter Jin DeputyGeneral Manager del Fengpu Industrial Park, la Dr Sophie Ji Fenghua, Direttrice del FengpuIndustrial park Customer Services, e il Dr Wang JianHead of Bank of Communication Fengxian Branch.

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Cultura dell’azienda

Nuovo catalogo on line

Da ottobre 2010 all’interno del sito www.iguzzini.com è attivo il nuovo catalogo online della iGuzzini.Il catalogo è stato migliorato arricchendo la quantità e la qualità dei dati presenti e rendendomolto intuitiva la navigazione. Inoltre è statafacilitata la gestione e la ricerca dei dati. La possibilità di ricerca degli apparecchi è agevolata secondo varie modalità: dalla ricercasecondo le caratteristiche prestazionali e tipologi-che degli apparecchi, oppure attraverso le areeapplicative. È stato facilitato il download dei dati fotometricisecondo i formati più diffusi ed utilizzati.Il nuovo catalogo sarà disponibile nelle 5 linguedel sito iGuzzini.

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Cultura dell’azienda

Curator e exhibition designMiska Miller-Lovegrove

Co-curator e producerAnna Pietrzyk-Simone e Monika Unger

Graphic designStudio Fernando Gutierrez

Sponsor tecnico per l’illuminazione iGuzzini illuminazione

Young Creative Poland

Milano, La Triennale di Milano14 - 19 Aprile 2010

Un gruppo di giovani designer emergenti, Young Creative Poland ha esposto alla Triennaledi Milano, in occasione del Salone del Mobile, progetti altamente innovativi in diversi settori:furniture design, industrial design, graphicdesign, fashion animation, architettura e engineering. Dopo il largo consenso ottenuto aLondra durante il London Design Festival, YoungCreative Poland si propone sul palcoscenico mila-nese presentando, tra gli altri, i progetti di OskarZieta, Tomek Rygalik, Beton, Kompott, Puff-Buff, Jaroslaw Kozakiewicz, Moomoo Architects e Maria Jeglinska. Si aggiungono i lavori di graphic design e ani-mation di Monika Zawadzki, Tomasz Baginski,Fontarte, KIS, Truth, m-city. La Polonia è oggi in Europa una delle piùvibranti scene del design emergente, naturaleeredità del movimento impostosi tra gli anni ‘30e ‘60 a cui è dedicata la mostra che ha affian-cato sempre in Triennale Young CreativePoland.

www.youngcreativepoland.com

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Cultura dell’azienda

La iGuzzini contribuisce al progetto LOW3 della Universitat Politecnica de Catalunya premiato al Concorso Solar Decathlon Europe

Con la casa solare LOW3 la UniversitatPolitècnica de Catalunya (UPC) ha ottenuto ilmassimo punteggio nell’ambito della prova diarchitettura del concorso internazionale SolarDecathlon Europe e si è così aggiudicata que-sto primo premio, insieme ad altre due univer-sità: la Aalto University Finland (Finlandia) edil Virginia Polytechnic Institute & StateUniversity (Stati Uniti). Il premio di Architetturacostituisce la prima delle due prove del SolarDecathlon Europe, concorso internazionaleorganizzato dal Ministero spagnolo per l’urbani-stica con la collaborazione della UniversidadPolitècnica de Madrid e il Dipartimentodell’Energia degli Stati Uniti. La giuria per l’assegnazione di questo premioha valutato la qualità del design architettonicodelle case, la loro coerenza, la flessibilità deglispazi, l’applicazione di strategie bioclimatiche el’integrazione dei sistemi tecnologici. La casasolare LOW3 (Low energy+Low impact+Lowcost) della UPC, uno dei cinque progetti spa-gnoli che partecipa al concorso e l’unico adaver vinto questa prima prova, è stata apposi-tamente concepita per essere molto più diun’abitazione energeticamente autosufficientenelle sue funzioni. E’ stata progettata a partireda un’esaustiva analisi del ciclo di vita dei suoimateriali e componenti, un’ottimizzazione delprocesso di costruzione ed un progetto versati-le, che si adatta ai mutamenti d’uso (amplia-mento, rinnovamento tecnologico, riutilizzo ericiclo). La casa integra tecnologia fotovoltaica

e sistemi solari termici, che garantiscono all’edificio l’autosufficienza dal punto di vista energetico. Il prototipo è inoltre realizzato conmateriali sostenibili di basso costo, di originelocale e rinnovabili, semplici ed efficienti. In questo modo, oltre a conferire all’abitazioneun’alta efficienza energetica, si raggiunge l’obiettivo di chiudere al massimo il ciclo deimateriali e dell’acqua. La squadra della LOW3è costituita da 40 studenti della Escola TècnicaSuperior d’Arquitectura del Vallès (ETSAV) della UPC, seguiti da professori dello stessoateneo e diretti dal professor Torsten Masseck. Il progetto è supportato dal Dipartimento Macchinee Motori Termici e il Gruppo Archittettura eSostenibilità (iPAUS) della UPC, dall’IstitutoCatalano dell’Energia (ICAEN), dal Dipartimentoper l’Ambiente della Generalità di Catalogna e dall’Adigsa. Il progetto è inoltre patrocinato da numerose imprese: Schneider Electric,Schott Solar, Rehau, iGuzzini, Aislux, Ininsa,Black&Decker, Finnforest, Fupicsa, Solarlux,Gutex, Homatherm, Stanley, Grundfos, Biohouse,ProClima e Junkers Gruppo Bosch. Altre aziendeche hanno collaborato al progetto sono Biolan,Grupo JG, Zicla, Bioclim, Klein Iberica, Polysun,Unex, ABC, Armacell, Humiambiente, SI Capital,TFM, Espacio Solar, Viru, Bec, Siemens,Espais Domòtics, Espacio Solar, Fustilan, BEC, ElectroDH, Novallini, Giró, Schutz, Galindoe La Salle della Universitat Ramon Llull. Il 26 giugno la Virginia Polytechnic Institute & State University è stata proclamata vincitrice.

Concorso Solar Decathlon Europehttp://www.sdeurope.org

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incontroluce 22

Cultura dell’azienda

Luigi Moretti architetto. Dal razionalismo all’informale

Roma, MAXXI,30 maggio - 28 novembre 2010

La mostra propone una lettura esaustiva dell’o-pera di Luigi Moretti, tra i maggiori protagonistidella cultura architettonica del Novecento.L’esposizione indaga l’attività sia progettuale cheteorica di Moretti attraverso disegni, modelli,fotografie d’epoca. La iGuzzini illuminazione èsponsor tecnico della mostra che è stata allestitain occasione della inaugurazione del MAXXI.L’illuminazione delle foto, d’epoca e scattaterecentemente da Gabriele Basilico, dei modelli e delle tempere di Moretti, sono illuminate daproiettori Tecnica, programmati e gestiti attraversoil sistema di controllo Master Pro.

A cura diBruno ReichlinMaristella Casciato

Promossa da MAXXI- Museo Nazionale delle Arti del XXI secoloArchivio del ModernoUniversità della Svizzera italianaArchivio Centrale dello Stato

FotoSimone Cecchetti

La famiglia come valore imprenditoriale

Nel 2009 la Fimag, finanziaria che controlla laiGuzzini illuminazione, in occasione della ricor-renza dei 50 anni di vita dell’azienda, ha pro-mosso la pubblicazione di un volume dal titolo“La famiglia come valore imprenditoriale”. Il libro è prevalentemente un volume fotograficoper raccontare attraverso le immagini la storiadella iGuzzini e di tutti i personaggi che hannocontribuito alla costruzione del successo delleaziende della famiglia Guzzini. Il libro contiene alcune testimonianze preziose e sorprendenti come per esempio l’intervento di Carlo Azeglio Ciampi, ex Presidente dellaRepubblica Italiana, che ricorda come da giovanefunzionario della Banca d’Italia, filiale di Macerata,potè conoscere lo spirito impenditoriale delleaziende allora agli albori. Altri interventi sonoquelli del Cardinale Ersilio Tonini, EmmaMarcegaglia, presidente di Confindustria, e l’attore marchigiano Neri Marcorè.

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Cultura dell’azienda

Georges Berne ospite della iGuzzini illuminazione

Il 23 luglio 2010 Georges Berne ha tenuto una lezione sulla sua esperienza di LightingDesinger presso la nostra azienda. Questo incontro è una conseguenza della collaborazione nata per il progetto “Nessundorma“ e si inserisce perfettamente nell’ambitodella filosofia iGuzzini Partners for Better light:solo la collaborazione di tutti i professionisticoinvolti nel progetto può far ottenere risultatodi qualità nel rapporto fra luce ed architettura.

IV Foro di dialogo Italo-Russo

Roma, 2 dicembre 2009

Il 2 dicembre si è tenuto a Roma, presso la sededel Ministero dello Sviluppo Economico il IV Forodi dialogo italo-russo, promosso dai governi deidue Paesi in occasione del Vertice bilaterale tra il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il Presidente della Federazione Russa DmitriMedvedev. I lavori - aperti dal Ministro degli Affari EsteriFranco Frattini e chiusi dall’allora Ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola e dalMinistro russo dell'Industria e del Commercio,Victor Khristenko - si sono focalizzati sui rapportibilaterali sia in ambito politico e culturale cheeconomico. Hanno partecipato il Ministrodell’Istruzione, Università e Ricerca, MariastellaGelmini e il Ministro dei Beni e delle AttivitàCulturali, Sandro Bondi. Al dibattito hanno presoparte come sempre alti rappresentanti del mondopolitico, economico e delle istituzioni di Italia e Russia, tra cui Emma Marcegaglia, PresidenteConfindustria e Anatoly V. Torkunov, Rettoredell'Università di Mosca.

Da sinistra a destra:Luisa Todini, Co-presidente del Foro di Dialogo Italo-Russo,Adolfo Guzzini, l’ex Ministro Claudio Scajola, VictorKhristenko, Ministro russo dell’Industria e del Commercio.

Guildford Design Awards

Guildford, Regno Unito

Il 21 ottobre 2009 si è tenuta la cerimonia di consegna dei Guildford Design Award. Il premio, che è coordinato ed organizzato dalGuildford Council fin dal 1987, vuole contribuire ad innalzare gli standard di qualità e l’attenzionealla tutela dell’ambiente all’interno del territoriocomunale. La iGuzzini è stata premiata per la cate-goria “nuova costruzione”, nel settore commercialeper la nuova sede a Peasmarsh. La serata è statacondotta da Wayne Hemingway, il fondatore dellalinea d’abbigliamento “Red or Dead” ora presidentedi Building for Life, a Commission for Architectureand the Built Environment (CABE), associazioneche promuove l’eccellenza nella progettazione dinuove costruzioni.

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Il Tesoro della Sindone

Torino, Palazzo Reale, 17 aprile - 23 maggio 2010

In occasione dell’Ostensione della SS. Sindone,la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Torino, Asti,Cuneo, Biella e Vercelli ha presentato un ineditopercorso di visita per Palazzo Reale di Torinoche ha visto esposto per la prima volta il Tesorodella Sindone e ha permesso di conoscere lapreziosa Collezione Sindonica della FondazioneUmberto II e Maria Josè di Savoia, con di più di trenta incisioni raffiguranti le principaliostensioni svoltesi dal 1563 al 1931. Alla conferenza stampa ha partecipato MariaGabriella di Savoia. La iGuzzini è stata sponsortecnico della mostra “Dal Tesoro della Sindonealla Collezione Sindonica di Umberto II diSavoia” fornendo apparecchi Linealuce a LEDper l’illuminazione.

Premio Abu Dhabi

Il sistema di illuminazione stradale a LED,Archilede, è stato premiato con il CityBuild Abu Dhabi Excellence in Construction Awards2010. Il premio costituisce un riconoscimentoprestigioso alle aziende che hanno contribuitosignificativamente al progresso in reparti chiavedel settore edile in Medio Oriente.Archilede ha vinto nella categoria “Best Product -Building and Construction” con la seguentemotivazione:“Archilede dimostra innovazione nel design epermette un risparmio energetico fino al 40%”.

Cultura dell’azienda

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IncontroluceRivista internazionale, semestraledi cultura della luce

anno XII, 22

RedazioneCentro Studi e Ricerca iGuzziniFr.ne Sambucheto, 44/a62019 Recanati MC+39.071.7588250 tel.+39.071.7588295 [email protected]

iGuzzini illuminazione spa62019 Recanati, Italyvia Mariano Guzzini, 37+39.071.75881 tel.+39.071.7588295 [email protected] video

Progetto graficoStudio Cerri & Associati

EditoreiGuzzini illuminazione spa

Hanno collaborato a questo numeroiGuzzini illuminazione China Ltd.iGuzzini illuminazione DanmarkiGuzzini illuminazione Deutschland GmbHiGuzzini illuminazione España S.A.iGuzzini illuminazione France S.A.iGuzzini illuminazione Schweiz AGiGuzzini illuminazione UKDiathlasis S.A., GreciaE.C.C. Lighting LTD, Australia (tranne W.A.)Mondoluce, West Australia (W.A.)Proyecto Illuminaciòn, Argentina

Foto di copertinaLv Hengzhong

Finito di stampare: Ottobre 2010Tecnostampa, Recanati

II. 201022 Incontroluce

Errata CorrigeIncontroluce n. 21

Pag. 21 Il progetto illuminotecnico è attribuito a “Studio Methis - Marinella Patetta. Il nome corretto dello Studio è: “Methis Lighting”.Pag. 31 Foto per Gentile concessione della“Fondazione Barbara Capocchin”Pagg 34, 35, 47 le foto sono di Paolo Carlini

La Redazione non è responsabile di inesattezze e mancanze nell’elenco dei credits relativi ai progetti e forniti dai collaboratori.Le integrazioni o correzioni verranno riportate nel numero successivo.

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9.2

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Georges Berne / 8’18” / Studio Iodice e Associati / Giampaolo Imbrighi Jacques Ferrier Architectures / mOa - marioOcchiuto architetture Archea Associati / Bernard Tschumi Architects / Goudchaux Architecte etAssocies / Daufresnes, Le Carrée & Associés / aMDL - Michele De LucchiSutton Vane Associates / Rafael Viñoly Architects / Studio Amati Bauabteilung Magazine zum Globus / Corbett Lyon / Landau +Kindelbacher / Cox Rayner / Varis Arquitectes SLP / Francesc Oró / SLA