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VENEZIA 13 DICEMBRE 2009 PALAZZO GIOVANELLI IMPORTANTI DIPINTI ANTICHI MOBILI E OGGETTI D’ARTE RARE PORCELLANE ITALIANE, TAPPETI, PIZZI PROVENIENTI DA RACCOLTE PRIVATE VENETE

IMPORTANTI DIPINTI ANTICHI, MOBILI E OGGETTI D'ARTE, RARE PORCELLANE ITALIANE, TAPPETI, PIZZI

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Una splendida selezione di dipinti antichi, porcellane italiane (con alcuni pezzi veramente significativi, come la rarissima teiera Vezzi), mobili e oggetti d'arte, una collezione di 14 tappeti antichi di straordinaria qualità, oltre ad una ricercata selezione di importanti pizzi

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VENEZIA 13 DICEMBRE 2009PALAZZO GIOVANELLI

IMPORTANTI DIPINTI ANTICHIMOBILI E OGGETTI D’ARTERARE PORCELLANE ITALIANE, TAPPETI, PIZZIPROVENIENTI DA RACCOLTE PRIVATE VENETE

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IMPORTANTI DIPINTI ANTICHIMOBILI E OGGETTI D’ARTERARE PORCELLANE ITALIANE, TAPPETI, PIZZIPROVENIENTI DA RACCOLTE PRIVATE VENETE

SEDUTA UNICADOMENICA 13 DICEMBRE 2009, ORE 15.30DAL LOTTO 1 AL LOTTO 214

ESPOSIZIONEDA SABATO 5 A SABATO 12 DICEMBRE 2009ORARIO 10.00 - 19.00DOMENICA 13 DICEMBRE 2009ORARIO 10.00 - 13.00

P A L A Z Z OGIOVANELLI

Santa Croce 1681/A

30135 VENEZIA

tel +39 041 2777981

fax +39 041 2770664

[email protected]

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MOBILI, OGGETTI D’ARTESCULTUREMarco SemenzatoGiorgio PaganottoBruno BotticelliGermano PaganottoMonica Baldessari

Viviana [email protected]

DIPINTI ANTICHIGiada [email protected]

ARTE MODERNA E [email protected]

FOTOGRAFIEMario [email protected]

LIBRI, STAMPE E MANOSCRITTIGiampaolo [email protected]

TESSUTI E PIZZI ANTICHILuisa [email protected]

SAN MARCO CASA D’ASTE SPA

Santa Croce 1681/A30135 VENEZIA

tel 041 2777981fax 041 2770664

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p.iva 03652080270capitale sociale € 2.000.000 i.v.

PRESIDENTE Anna Maria Zinato

AMMINISTRATORE Marco SemenzatoDELEGATO

Andreas Loizou, Giuseppe Maccarone,CONSIGLIERI Giorgio Paganotto, Giovanni Zanchetton

CONDITION REPORTSViviana [email protected]

CATALOGHI E [email protected]

COORDINAMENTO CATALOGHIFabio [email protected]

RITIRI E SPEDIZIONILeonardo De [email protected]

UFFICIO AMMINISTRATIVOAlessandro [email protected]

Stefano [email protected]

SERVIZI

DIPARTIMENTI

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SEDUTA UNICADOMENICA 13 DICEMBRE 2009

ORE 15.30

DAL LOTTO 1 AL LOTTO 214

Tutti i lotti presentati in questa vendita sono sottoposti alle condizioni e commissioni d’asta pubblicate alla fine del catalogo. La partecipazione all’astapresuppone l’integrale accettazione delle stesse.

San Marco Casa d’Aste dà l’opportunità a tutti i clienti stranieri di pagare e ritirare i beni presentati in asta, a condizione che questi ottengano il permessodi esportazione. Nel caso lo Stato italiano ponga il veto all’esportazione, la vendita sarà ritenuta nulla.

San Marco Auction House gives the opportunity to all its foreign customers to pay for and collect the goods presented during the auction, provided thatthe said objects obtain the export permission. If Italy should put a veto on the exportation, the sale will be considered void.

All the lots presented in this sale are subjected to the auction conditions and commissions published at the end of the catalogue. The participation in theauction implies their full acceptance.

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1 GENNARO FAVAIVenezia 1879 – 1958

PUNTA DELLA DOGANAtempera su masonite, cm 70x92,5firma in basso a destra: G. Favaisul retro antica iscrizione: Dalla finestra di Palazzo Ducalein Venezia / Chiesa Salute Dogana ecc

€ 3.500-5.500

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DA UNA RACCOLTA RODIGINALOTTI 2 - 40

2 PITTORE DELLA CERCHIA DI GAETANO VETTURALILucca, fine del XVIII secolo

PAESAGGIO CON ARCHITETTURA CLASSICAolio su tela, cm 46x63

€ 1.500-2.000

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3 PITTORE DELLA CERCHIADI PAOLO PAOLETTIVeneto o Friuli, XVIII secolo

FIORI IN UN CATINOolio su tela, cm 46x60

€ 3.000-4.000

4 PITTORE DELLA CERCHIADI GIUSEPPE BONITONapoli, XVII secolo

RITRATTO DI GENTILUOMOCON MAZZO DI ROSELLINEolio su tela, cm 77x62

€ 4.000-6.0004

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5 PITTORE DELLA CERCHIA DI ANTONIO DIZIANIVenezia, seconda metà del XVIII secolo

PAESAGGIO LACUSTRE CON COSTRUZIONE TURRITAolio su tela, cm 42x57

PAESAGGIO CON PONTE SUL TORRENTEolio su tela, cm 42x57

Entrambi entro cornici modanatein legno dorato dell’epoca.

Provenienza:Villa Zilleri dal Verme

€ 5.000-7.000

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6 PITTORE DELLA CERCHIA DI ANTONIO DIZIANIVenezia, seconda metà del XVIII secolo

PAESAGGIO CON CAVALIERE E ARCO IN ROVINAolio su tela, cm 42x57

PAESAGGIO CON ARMENTI SUL PONTEolio su tela, cm 42x57

Entrambi entro cornici modanatee in legno dorato dell’epoca.

Provenienza:Villa Zilleri dal Verme

€ 5.000-7.000

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7 PITTORE VENETO DEL XVII SECOLO

L’IMPERATORE AUGUSTOolio su tela applicata su tavola, cm 43x32iscrizioni: D. OCT. AUGUSTUS

L’IMPERATORE TIBERIOolio su tela applicata su tavola, cm 43x32iscrizioni: TIBERIUS GAL.

€ 4.000-6.000

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8 PITTORE VENETO DEL XVII SECOLO

LA PARTENZA DEL FIGLIOL PRODIGOolio su tela, cm 45x60

€ 3.000-4.000

9 PITTORE DELLA CERCHIA DI PAOLO ANESIRoma, metà del XVIII secolo

PAESAGGIO CON ARCO IN ROVINAolio su tela, cm 28x41Entro cornice in legno intagliato e dorato dell’epoca.

€ 4.000-6.000

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10 PITTORE VENETO-CRETESEDEL XVI SECOLO

ADORAZIONE DEI MAGIolio su tavola, cm 41x40Entro cornice sansovinesca in legnointagliato dell’epoca.

€ 3.000-4.000

11 PITTORE FIAMMINGODEL XVII SECOLO

VIANDANTE CON CANE E DUE CIUCHIolio su tavola, cm 21x25,5Entro cornice a guilloché in legno intagliatoed ebanizzato dell’epoca.

€ 5.000-7.000

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12 PITTORE VENETODEL XVIII SECOLO

RITRATTO DI GIOVINETTO DI CASAGIOVANNELLI CON GIUBBA NERAolio su tela, cm 50x39

RITRATTO DI GIOVINETTO DI CASAGIOVANNELLI CON GIUBBA VERDEolio su tela, cm 50x39

€ 10.000-12.000

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13 ANTONIO ZANCHIEste 1631 – Venezia 1722

MADONNA IN GLORIAolio su tela, cm 70x51Entro cornice modanata in legno parzialmente dorato dell’epoca.

€ 3.000-4.000

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14 PITTORE DEL XVIII SECOLO

MADONNA ADORANTE IL BAMBINOolio su tela, cm 86x67

€ 1.500-2.000

15 PITTORE DEL XVII SECOLO

ANNUNCIAZIONEolio su tela, cm 91x70

€ 1.800-2.500

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16 GIORGIO ANSELMIVerona 1723 – Lendinara 1797

MADONNA COL BAMBINOolio su tela, cm 72x61

€ 5.000-6.000

Giorgio Anselmi fu allievo del Balestra attivo prevalentemente inVeneto, in Lombardia, in Emilia e nel Trentino, il cui percorsoartistico può essere ricostruito grazie ad un elenco autograforedatto nel 1773 che censisce tutti i suoi quadri ed affreschi. AMantova dipinse la cupola della chiesa di Sant'Andrea e alcune saledel Palazzo Ducale e del Palazzo Te, mentre a Lendinara iniziò adipingere la cupola del duomo dove due anni dopo morì cadendo dauna impalcatura. Nonostante fosse anche un attivo decoratore - aVerona dipinse sale e soffitti nei palazzi Canossa, Erbisti e Paletta -egli è essenzialmente ricordato per la sua produzione di opere acarattere religioso, tra cui spiccano le cinque tele con Storie delVecchio Testamento nella chiesa di Santa Maria Maddalena aDesenzano del Garda e la Gloria di san Zeno custodita nellaParrocchiale di Rivarolo del Re ed Uniti. A tale produzione anche lanostra teletta devozionale può agevolmente essere ricondotta.

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17 GIOVANNI ANTONIO DE PIERIdetto LO ZOPPOVicenza 1671 – 1751

VERGINE MARIAolio su tela, cm 79x63

€ 6.000-8.000

Detto lo Zoppo per una menomazione fisica,Giovanni Antonio De Pieri operò esclusivamentenel territorio della repubblica veneta e fu allievodi Francesco Maffei.Nell’opera che qui si presenta, raffigurante laVergine in atteggiamento di sorpresa, forse coltanel momento dell’Annunciazione, si evincel’influenza che sul pittore veronese ebbe lagrande tradizione dei maestri veneti e ilcolorismo del Cinquecento, desunti certamentedal maestro che a sua volta aveva risentito delrinnovamento operato a Venezia dal Liss, dal Fettie dallo Strozzi.

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18 BOTTEGA DEI MAGANZAAttiva a Vicenza fra XVI e XVII secolo

GESÙ SPOGLIATOolio su tela, cm 110x90

€ 6.000-8.000

La tela proposta può agevolmente essere ricondotta allabottega dei Maganza, senza dubbio il più prolifico atelierpittorico vicentino, le cui opere, realizzate in perfetta sintoniacon le istanze controriformiste, sono presenti in numerosiedifici religiosi della città.Il capostipite, Giambattista Maganza il Vecchio (detto ilMagagnò), si era formato nella cerchia di Alvise Cornaro e,membro dell'Accademia Olimpica, aveva ideato i costumi perl'Edipo Re, la prima opera rappresentata al Teatro Olimpico. Lasua vasta produzione a fresco, volta a decorare molte ville delVicentino, risente palesemente della lezione di Veronese,Tintoretto e dei Bassano. Alla cultura figurativa venezianaguarderà con attenzione anche il figlio Alessandro, cresciutonella bottega paterna ma recatosi per alcuni anni a Venezia,ove sembra apprezzare soprattutto l'opera di Palma il Giovane.Come segno di piena adesione allo spirito della Controriforma,rinnega la lezione veronesiana e sceglie tonalità cupe espente, come si evince dai cinque episodi della Passione diCristo nel Duomo di Vicenza e nel ciclo per la Cappella delRosario in Santa Corona, sempre a Vicenza. Sulla sua scia sipongono quattro dei suoi figli: il primogenito Giambattista ilGiovane, Marcantonio, Girolamo e Vincenzo; di questi soloGiambattista si distingue per una certa autonomia dal padre,recuperando una tavolozza più ricca e vivace unita al gusto peri dettagli decorativi. Assieme al padre Alessandro realizzaparte degli affreschi che decorano la Rotonda, in particolarealcuni riquadri dei soffitti e le Allegorie nella cupola.

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19 GAETANO GREZLERVerona 1765 – Venezia, post 1839

MADONNA COL BAMBINOCON SAN GIOVANNINO, SAN GIUSEPPEE SAN BERNARDINO DA SIENAolio su tela, cm 91x62firma e data nella losanga del basamento del trono:G. / Grezler Veronensis / F. / 1801

€ 8.000-10.000

Nel panorama dei pittori attivi in Veneto fra Sette e Ottocentospicca Gaetano Grezler, autore oggetto di un succinto profiloda parte di Diego Zannandreis e che solo di recente è statorivalutato dalla critica. Singolare figura di collezionista direliquie, egli era originario di Verona e aveva frequentato labottega del fratellastro di Giambettino Cignaroli, padre Felice,forse fino al 1786, anno in cui il maestro lascia la cittàscaligera per assumere la carica di vicario del monastero diIsola della Scala. Negli anni successivi Grezler, prima di unasorta di ‘esilio artistico’ a Dignano D’Istria documentato dal1818, frequenterà attivamente il panorama artistico veneziano,protetto dal patriarca Federico Maria Giovanelli.La nostra paletta, come sottolinea Pavanello, è la sua operapiù alta: “la Madonna è un omaggio a Della Rosa, ma sanBernardino ha già i tratti emaciati degli estenuati mistici delprimo Ottocento, mentre il trono, con quei gradonineoquattrocenteschi da trattato prospettico, anticipa il climapurista nello spirito di un Giovanni Chiari, a questa datapossibile forse solo a Venezia”.

Bibliografia:G. Pavanello, La pittura nel Veneto. L’Ottocento, II, Milano2002, p. 315, fig. 369

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20 SCUOLA DI SIMONE CANTARINIXVII secolo

ADORAZIONE DEI MAGIolio su tela, cm 62x48Entro bella cornice sansovinesca in legno scolpito e dorato dell’epoca

€ 8.000-10.000

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21 PITTORE DELLA CERCHIA DI BARTOLOMEO MONTAGNAVeneto, XVI secolo

SACRA FAMIGLIAolio su tavola, cm 43x55Entro cornice a tabernacolo dell’epoca in legno finemente intagliato.

€ 8.000-10.000

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22 PITTORE DELLA CERCHIADI FRANCESCO RIZZO DA SANTACROCEVeneto, prima metà del XVI secolo

MADONNA DEL ROSARIO COL BAMBINO,SAN ROCCO E UN ALTRO SANTOolio su tela, cm 63x83

€ 4.000-6.000

23 PITTORE VERONESE DEL XVIII SECOLO

VENERE E ADONEolio su tela, cm 61x79

VENERE CERCA DI TRATTENERE ADONEolio su tela, cm 61x79

€ 8.000-10.000

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24 CHARLES-LOUIS CLERISSEAUParigi 1721 – 1820

VEDUTA CON ROVINE CLASSICHE E FIGUREolio su tela, cm 74x48

€ 8.000-10.000

Viaggiatore, architetto e pittore francese noto per l’efficacia el’attendibilità delle sue vedute archeologiche, Clerisseau fuallievo di Jacques-François Blondel e, vinto nel 1746 il prix deRome in architettura, si recò nella città dei papi comepensionante dell’Accademia di Francia, entrando così incontatto con i viaggiatori inglesi. Dopo la parentesi di unviaggio che lo portò in Dalmazia, insieme a Robert Adam perrilevare il Palazzo di Diocleziano, e a Venezia, tornò a Romanel 1762 e dipinse, soprattutto per i turisti stranieri, una seriedi quadri e guazzi di soggetto architettonico, caratterizzati dascenari in cui inserisce rappresentazioni di fantasie all'antica.Ottenuto grande successo in questo genere di vedute, nel1764, su raccomandazione del Winckelmann, il cardinaleAlessandro Albani gli affidò la decorazione di una sala dellasua villa e nel 1766 si guadagnò la committenza da parte dipadre Le Seur della decorazione della Stanza del pappagallonel convento di Trinità dei Monti.Sulla scia di questa produzione (che si protrasse anche dopo ilsuccessivo rientro a Parigi) e della raccolta di incisioni sulleAntichità della Francia edite nel 1778 si pone la nostra tela cheben esemplifica le due diverse sfaccettature che caratterizzanol’opera dell’artista, diviso tra un approccio scrupoloso efilologicamente fedele di stampo illuministico e un tratto piùlibero e immaginifico che anticipa oramai la correnteneoclassica.Racchiude il dipinto una cornice coeva in legno intagliato edorato.

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25 FRANCESCO LONDONIOMilano 1723 – 1783

CONTADINI CON ARMENTIE CAPRETTEolio su tela, cm 45x60

€ 2.800-3.500

Il soggetto e i caratteri stilistici di questa tela suggeriscono diassegnarla a Francesco Londonio, pittore e incisore attivo aMilano nella seconda metà del XVIII secolo, uno dei piùsignificativi esponenti della pittura di genere nel Settecentolombardo sulla scia dei maestri fiamminghi. Essa confluiscenella sua vasta produzione incentrata su paesaggi bucolici,pastori, contadini e animali delle campagne lombarde, di cuiperaltro il pittore, anche in ossequio alla committenza, spessotende ad offrire un’immagine arcadica, con toni cromatici diraffinata delicatezza, piuttosto che una realistica presa direttadal vero.

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26 MARGHERITA CAFFIMilano (?) c.a 1650 – 1710

NATURA MORTA DI FIORIolio su tela, cm 59x75

€ 10.000-15.000

Nota soprattutto per le sue composizioni di frutta e fiori,Margerita Caffi annovera fra i suoi committenti illustri gliarciduchi del Tirolo (molti suoi dipinti sono infatti ancora oggiin Austria), i re di Spagna e i granduchi di Toscana.Anticipatrice di analoghe briose fantasie floreali riferibiliall’ambito del veneziano Francesco Guardi, la Caffi mostraestrema libertà della stesura pittorica; le sue esuberanticomposizioni rocaille a ‘maglia larga’ e, come anche in questocaso in cui raffigura un bouquet che appare quasi sospesosullo sfondo neutro, solitamente caratterizzate da unacomposizione ‘arruffata’ e volutamente disordinata, riscosserogrande fortuna a Milano, città dove la pittrice trascorse gliultimi anni della sua esistenza e dove diede vita ad unafiorente scuola locale di naturamortisti.

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27 NICOLA MARIA RECCOAttivo a Napoli nella seconda metà del secolo XVII

NATURA MORTA CON BECCACCEolio su tela, cm 38x49Firma in basso a destra: Nicola Recco

€ 6.000-10.000

Si tratta di un’opera autografa di uno dei figli di GiuseppeRecco, Nicola Maria, che attinse a piene mani dal patrimonioiconografico familiare. De Logu aveva una certa considerazioneper i suoi dipinti, “notevoli specialmente per i primi piani,meno gli sfondi che sono un po’ sommari”. Le opere di NicolaMaria, interni di cucine ma essenzialmente nature morte dipesci, sono attente nei dettagli e accentuate negli effettiluministici, come nel caso delle nostre tre beccacce adagiate aterra e colpite violentemente dalla luce che piove dall’alto.

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28 ANGELO MARIA CRIVELLIdetto IL CRIVELLONE?, XVII secolo - Parma 1760

NATURA MORTA DI CACCIAGIONEolio su tela, cm 63x70

€ 2.500-3.500

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29 PITTORE DELLA CERCHIA DI SEBASTIANO BOMBELLIVeneto, prima metà del XVIII secolo

RITRATTO DI GENTILUOMOolio su tela, cm 78x73

€ 5.000-7.000

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30 SEBASTIANO BOMBELLIUdine 1635 - Venezia 1719

RITRATTO DI DAMAolio su tela, cm 83x64

€ 6.000-8.000

La bella tela in esame si colloca nell’ambito di quella produzione aulica che, sia pure conesiti formali diversi, costituisce un aspetto assai significativo della ritrattistica veneziananel corso del Sei e Settecento, trasmettendo l’immagine postuma o reale – come sembrain questo caso – di coloro che ricoprirono una posizione di prestigio sociale nell’ambitodella Repubblica. Si tratta di un genere in cui si distinse Sebastiano Bombelli, pittorefriulano che a partire dal settimo decennio del Seicento si stabilì in Laguna, dove ottennegrandissimo successo ritraendo soprattutto nobiluomini, condottieri e prelati.A lui si può ben assegnare questo incisivo Ritratto di dama, che reca un’iscrizione nonpiù chiaramente leggibile, sulla destra, dalla quale si evince però la data 1683. Subitocolpisce la luminosissima qualità del colore e l’attenta resa dei dettagli; si noti, adesempio, l’elegante veste rossa della giovane donna rifinita da ricchi inserti in pizzo efrange dorate ad ornare il giro manica, nonché l’elaborata acconciatura e i gioielli diperle.La nobildonna è racchiusa entro un ovale dipinto e il suo volto è indagato con l’acutezzafisionomica e l’espressività psicologica che caratterizza i migliori ritratti di Sebastiano,maestro nell’afferrare l’intimità fisica e spirituale dei suoi personaggi.Racchiude il dipinto la bella cornice coeva in legno intagliato e dorato.

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31 NICOLA GRASSI (attr.)Formaseo in Carnia 1682 - Venezia 1748

ANNUNCIAZIONEolio su tela, cm 42x34Entro cornice in legno intagliato e dorato dell’epoca

€ 10.000-15.000

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32 NICOLA GRASSI (attr.)Formaseo in Carnia 1682 - Venezia 1748

RIPOSO DALLA FUGA IN EGITTOolio su tela, cm 42x34Entro cornice in legno intagliato e dorato dell’epoca

€ 10.000-15.000

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33 CARLO GRUBACSPerasto 1801 – 1870

IL DOGE SUL BUCINTORO SI DIRIGE VERSOSAN NICOLÒ DI LIDOolio su tela, cm 40x60

€ 40.000-60.000

La tela proposta, che reca sul retro un’etichetta con autenticadella Pinacoteca Franellich (inv. n. 945), è opera di CarloGrubacs, vedutista ottocentesco originario della Dalmazia eallievo di un anziano Guardi a Venezia, città dove approdagiovanissimo nel 1818.Canaletto, sebbene morto ormai dal 1768, è il suo punto diriferimento e lo vediamo nei soggetti dei suoi quadri cheritraggono scorci ed episodi della Venezia più rappresentativa,nonché dalla tavolozza che privilegia le stesse tonalità azzurrocielo e rosate per le architetture.Epigono, dunque, della grande tradizione settecentesca diCanaletto e di Francesco Guardi, dai quali egli recupera scorcie inquadrature, Grubacs aggiorna i suoi modelli attualizzando icostumi delle numerose e vivacissime macchiette chepopolano piazze e fondamente. Lo si evince anche dalla nostraveduta che mostra – con il tipico innaturale allargamentodell’immagine che deriva probabilmente al pittore dall’uso diun supporto ottico – la cerimonia dello Sposalizio del maredalla riva di Sant’Elena prospiciente il bacino di San Marco,con la solenne processione di imbarcazioni guidate dalla navedel doge, il Bucintoro. Anche in questo caso, il puntualemodello del pittore è la nota tela di analogo soggetto diFrancesco Guardi conservata al Louvre (olio su tela, cm66x100), probabilmente tratta, a sua volta, direttamente da undipinto di Canaletto.

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34 LORENZO TIEPOLOVenezia 1736 – Madrid 1776

TESTA DI VECCHIOolio su tela, cm 58x45

€ 4.000-6.000

L’assegnazione del dipinto a Lorenzo Tiepolo nasce dalconfronto con opere simili che a lui vengono concordementeassegnate dalla critica, quali, ad esempio, la coppia di Teste divecchi conservate a Ca’ Rezzonico a Venezia o quelle delMartin von Wagner Museum di Wurzburg. Similissima è,infatti, la trattazione del volto anziano incorniciato da barba ecapelli canuti e dal floscio copricapo, trattato secondol’usanza, di derivazione nordica e molto in voga nella Veneziadel Settecento, di ritrarre teste di carattere.Racchiude la tela una cornice in legno intagliato e doratodell’epoca.

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35 GIOVANNI ANTONIO PELLEGRINIVenezia 1675 -1741

SACRIFICIO DI IFIGENIAolio su tela, cm 134x108,5

€ 80.000-120.000

Ifigenia era figlia di Agamemnone, re di Micene e capo dellaspedizione contro Troia. Egli aveva irritato Diana uccidendouna cerva sacra e per vendetta la dea fece calare la bonacciasul mare che la flotta dei Greci stava solcando in navigazioneverso Troia. Agamennone seppe dal veggente Calcante cheIfigenia doveva essere sacrificata per placare l'ira di Diana,quindi il re fece portare la figlia in Aulide con la scusa di darlain sposa ad Achille. Saputa la verità, la fanciulla accettò ilproprio destino per il bene della patria ma, per sua fortuna,quando il sacrificio iniziò, Diana avvolse Ifigenia con una nubee la rapì trasportandola in Tauride (l'attuale Crimea) sul MarNero, sostituendola sull’altare con una cerva.L’autore del dipinto, incentrato sullo svenimento di Ifigenia,può essere agevolmente individuato in Giovanni AntonioPellegrini, pittore veneziano ispirato dai modelli di SebastianoRicci e Luca Giordano, attivo a lungo a Londra, in Germania,nei Paesi Bassi e a Parigi e, negli ultimi due decenni di vita,ancora a Venezia.Il formato e il taglio compositivo che porta le figure in primopiano e in piena luminosità sono quelli prediletti dal Pellegrini.La qualità inventiva e della stesura pittorica che apparelievissima, pur in una certa resa volumetrica delle figure,consente di collocare il dipinto in una fase tarda, dopo il rientroa Venezia nei primi anni Venti del pittore; i richiami aiprecedenti ricceschi, infatti, di natura ormai superficialmentetipologica, servono piuttosto a far emergere l’autonomia dellapersonalità stilistica di Antonio Pellegrini il quale riesce,

attraverso la sua fantasia cromatica, a fare rivivere ladrammatica scena in una visione fuggevole e irreale. La felicitàdi stile che l’opera esprime in una sorta di levità rococò,nell’alleggerimento descrittivo delle notazioni ambientali, nellasicurezza di scelte e nell’accostamento delle gammecromatiche chiare e ‘pastello’ in presenza di una luce diffusa,consentono di individuare in essi gli emblemi di una certamodernità, di un aggiornamento ad un gusto internazionale, dicui il pittore poteva farsi promotore nella sua Venezia.Il patetismo che traspare dalla tela in oggetto si rintraccia inopere certe del pittore sempre incentrate su eventi drammaticicome il Sacrificio di Polissena di collezione privata a Venezia(cfr. E. Martini, La pittura veneziana del Settecento, Venezia1964, tav. 36), Sofonisba riceve da Massinissa la coppa delveleno a Pommerfelden, presso il castello di Schönborn(Baviera), e, soprattutto, il Martirio di santa Caterina delMuseo Antoniano di Padova, opera che evoca suggestionirubesiane. Destinata alla basilica di San’Antonio, quest’ultimaera già conclusa nel 1735 e, per la stessa pennellata intrisa diluce, oltre che per la somigliantissima protagonista in deliquio,sembra condividere con il nostro dipinto una cronologia aiprimi anni del quarto decennio del secolo, quando il Pellegriniè maggiormente impegnato a Padova alla decorazione dellavolta del presbiterio di San Tommaso e alla cupola delpresbiterio della basilica del Santo, opere purtroppo andateperdute.

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36 PIETRO LONGHIVenezia 1702 – 1785

L’AMBASCIATA DEL MOROolio su tela, cm 61x50

€ 80.000-100.000

La bellissima tela presentata fu ascritta già nel 1946 al pittoreveneziano Pietro Longhi da Suida (comunicazione scritta), chesottolinea “the fine pictorial qualities of the present example”.L’attribuzione dell’opera al maestro veneziano è stataconfermata in questa occasione da Egidio Martini per“l’altissima qualità pittorica”. Nota lo studioso che “sia losplendido colore, sia il sicuro e finissimo tocco di pennellata,l’avvicinano ai migliori esiti del pittore, come ad esempio, alMondo novo della Qerini Stampalia (inv. 440) e al Cavadentidella Pinacoteca di Brera di Milano, opere queste da porrecome esecuzione intorno al 1750, cioè in un momento tra i piùfelici della produzione del pittore”.Come attestano i cronisti a lui contemporanei, solo dopo il1734 il Longhi si dedica alla pittura di genere, abbandonando,anche se non definitivamente come la storiografia sostiene, ilgenere storico-mitologico su grande scala per cui godevabuona fama e dedicandosi principalmente a narrare episodidella vita quotidiana dei nobili e dei popolani veneziani in teledi piccolo formato. Furono il viaggio a Bologna el’accostamento alle opere di Giuseppe Maria Crespi a favoriretale conversione dell’artista che, secondo la testimonianza delfiglio Alessandro, “mutò pensiero, ed avendo uno spiritobrillante e bizzarro, posesi a dipingere … civili trattenimenti,cioè conversazioni, con ischerzi d’amore, di gelosie, i qualitratti esattamente dal naturale, fecero colpo”. Da motivi digenere, di carattere rustico e contadinesco, ispirati sovente adesempi fiamminghi ed olandesi, Longhi passò poi alle sue

famose scene di vita veneziana, colte sempre con acutissimospirito di osservazione e con ironia sottile e garbata, neipalazzi patrizi come nelle abitazioni borghesi e nei campiellidella città lagunare.Questo tipo di produzione, in cui appunto metteva in scena“conversazioni, giochi, ridotti, maschere, parlatorj, con talecolorito ed evidenza, che a prima vista riconosconsi le personee i luoghi rappresentati” (P. Guarienti, in P. A. Orlandi,Abbecedario pittorico …, Venezia 1753), si contano esempimirabili come il Concerto e la Lezione di ballo delle Galleriedell’Accademia, la Presentazione al Louvre, lo Svenimento e laMoscacieca della National Gallery di Washington, il Concertinodella Pinacoteca di Brera, la Venditrice di ciambelle di Ca’Rezzonico. A questi si associa la nostra mirabile telettaraffigurante l’Ambasciata del moro in cui una giovane donnariceve una missiva per mano di un giovane saraceno. Essa sirifà alla medesima rappresentazione, sempre autografa delpittore veneziano, conservata al Museo del SettecentoVeneziano di Ca’ Rezzonico a Venezia (inv. 13011), pressochédelle stesse dimensioni (olio su tela, cm 62x50) e praticamentesovrapponibile alla nostra. I due dipinti condividono unaattentissima definizione di tutti i particolari, dalla delicatafattura della veste della dama ricamata a tralci vegetali sulfondo all’audace ed armonioso rosso cinabro dell’abito delmoro fino al vasetto con le rose posto sopra il cassettone e aldipinto con un paesaggio e viandanti appeso alla parete.

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37 FEDERICO CERVELLILombardia, XVII secolo

CLEOPATRAolio su tela, cm 75x60

€ 15.000-18.000

Dopo aver ricevuto la sua formazione in ambito lombardo,Federico Cervelli è giunto a Venezia poco più che trentenne,città dove il pittore ebbe modo di interessarsi soprattutto allerealizzazioni degli artisti in quel momento particolarmente inauge, Pietro Liberi e Sebastiano Mazzoni, non senza rivolgereanche qualche attenzione al mondo di Luca Giordano,anch’egli transitato in laguna. Da queste diverse influenzeCervelli ricava il suo stile estremamente accattivante, assaidinamico e sensuale, connotato da un naturalismoestremamente intenso, come si evince anche dalla tela che quisi presenta dove dominano quella scioltezza espressiva equella luminosità cromatica che caratterizzano le sue provemigliori. Occupa il primo piano l’immagine di una bellissimaCleopatra ingioiellata, ripresa in una scena del noto fastosobanchetto con Antonio. Ella è ritratta in abiti discinti mentre sisfila un orecchino con una perla di inestimabile valore che, di lìa poco, verrà disciolta nel vino che poi la regina bevve,ostentando con quel gesto la sua indifferenza alla ricchezza.

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38 POMPEO BATONILucca 1708 – Roma 1787

RITRATTO DI GENTILUOMO ALLO SCRITTOIOolio su tela, cm 93,5x71,5firma e data in basso a destra: Anno 1755 d. 13 Aprile /F. P. Batoni / delineavit L. C. […]ætatis mea XLII Anno

€ 130.000-160.000

Nato a Lucca ma scappato prestissimo a Roma quando nonaveva ancora vent’anni per sottrarsi al padre tiranno che lovoleva orafo come lui, Batoni nel suo atelier al centro di Romariceveva aristocratici e sovrani europei in paziente attesa perfarsi ritrarre da lui. Famoso e richiestissimo fino in punto dimorte, celebrato dai suoi contemporanei come “il Raffaello deinostri tempi”, appena sepolto Batoni fu dimenticato persino inl‘Inghilterra, che ne aveva fatto lo specchio della grandearistocrazia e del bel mondo come della piccola nobiltàterriera. Mutava il gusto e il rigore formale e moralistico delneoclassicismo prendeva il sopravvento oscurando la fama delpittore lucchese, ultimo campione della grande tradizioneitaliana.Pur trattando i generi più diversi e ricevendo, a partire dal1735, numerose commissioni per pale d’altare, dipinti disoggetto mitologico e di storia, Batoni fu infatti soprattuttostraordinariamente popolare come ritrattista; per oltretrent’anni, tra il tramonto di Tiepolo e l’affermarsi di Canova,egli fu considerato il maggiore pittore del suo tempo. Papi esovrani delle più prestigiose corti del continente si conteserole sue opere, che fossero gli immensi quadri storici emitologici dove sovrani come Giuseppe II, Federico II oCaterina di Russia proiettavano le proprie aspirazioniriformatrici, o quei bellissimi ritratti, inventati per collegare i

personaggi al loro ambiente. I suoi clienti lo avevanoapprezzato, infatti, per la lucida precisione e l’aria dimodernità presenti nei suoi ritratti, di cui é significativoesempio questo splendido Ritratto di gentiluomo allo scrittoio,colto in un momento di distrazione dalla scrittura mentre,alzato lo sguardo dalle carte, rimane come in attesa, con ladestra sollevata a sorreggere la penna appena intinta nelcalamaio. Colpisce immediatamente la sottile e arguta resapsicologica del volto dell’effigiato, colto in una posavolutamente informale e ruotato di tre quarti verso sinistra.Immortalato, come recita l’iscrizione sulle carte, aquarantadue anni, non è escluso che si tratti probabilmente diuno dei tanti gentiluomini - si narra che solo gli inglesi sianostati più di centocinquanta - che, soggiornando a Romadurante il Grand Tour, posarono per il pittore.Condotta con il disegno elegante e la tecnica raffinata checostituiscono il carattere distintivo della ritrattistica del Batoni,la tela é impostata su un raffinato gioco di accordi cromatici:contro un fondale uniformemente scuro, il velluto rosso dellagiacca dell’effigiato si accende nei sapienti riflessi della luceche sottolineano le pieghe e nel candore dei bianchi dei pizzidella camicia, esaltati a loro volta dal contrasto cromatico con ibruni della pelliccia che profila lo scollo e le maniche dellagiubba.

38 part.

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39 BENEDETTO GENNARICento 1633 – Bologna 1715

RITRATTO DI CARLO IIolio su tela, cm 124x101,5

€ 40.000-50.000

Si tratta di una replica autografa dal dipinto di analogosoggetto eseguito da Benedetto Gennari e conservato pressola Government Art Collection di Londra (1678), descritto dallostesso pittore come “una mezza figura ritratto del Re che fupoi mandato fuor d’Inghilterra (copiato da uno dei miliori ecangiato alcune cose per farlo riuscir melio)”.Il Gennari, infatti, mostrando il debito nei confronti delmaestro Guercino nella morbidezza delle forme e nellaelegante compostezza del protagonista ritratto in posaufficiale, copiò il ritratto dall’originale riferito ad un pittoredella scuola di Peter Lely e conservato presso la collezione SirGyles Isham (n. 19, Lamport Hall, Northampton) attenendosi almodello, salvo per l’aggiunta della corona reale che si vedesulla sinistra del quadro (entrambe le opere sono riprodotte in:P. Bagni, Benedetto Gennari e la bottega del Guercino,Bologna 1986, cat. 45, 46). Il prototipo della Government ArtCollection era stato dipinto in pendant con una telaraffigurante la regina Caterina di Braganza (“vestita però a miafantasia”), anch’essa conservata nella stessa raccoltalondinese; a parte la regina, che si fece ritrarre dal Gennari inaltre due occasioni (è documentato un dipinto disperso e unooggi a Goodwood House, presso Chirchester, quasisicuramente tratto da un quadro di Jacob Huyusmans ora aWindsor), raramente i regnanti posarono per il Gennari: lagran parte delle effigi reali da lui eseguite risulta infattiderivata da quelle dei ritrattisti di corte.A Londra Benedetto Gennari era arrivato nel 1674 con il conte

bolognese Antonio Giuseppe Zambeccari e con Francesco Riva,anch'egli pittore maturato nella bottega del Guercino. Qui lafunzione ufficiale di Benedetto, noto per il suo legamefamiliare e professionale con il cattolico Guercino, era infattipreminentemente quella di pittore scaro, ed in tal senso fuampiamente utilizzato dai regnanti Stuart e poi dagli York,principalmente dalle regine Caterina e Maria Beatrice e dal reJames II, ma non dal precedente Charles II, l’effigiato dellatela qui presentata, che, pur essendo segretamente cattolico,per i suoi appartamenti privati commissionò al Gennariesclusivamente opere di soggetto profano.La fama del Gennari in Inghilterra era nota anche aicontemporanei; il Malvasia infatti scriveva del pittore: "oggiche ciò sto scrivendo, dichiarato pittore della Maestà del Red'Inghilterra, presso il quale si trova con grande onore egrossa provvisione". Benedetto godette, quindi, di ottima stimada parte dei regnanti che gli garantirono successo e denaro, adispetto dei tiepidi consensi dimostratigli precedentementedalla corte parigina. La casa reale lo aveva accoltofavorevolmente promettendogli, onde convincerlo a restare,una pensione annua di cinquecento sterline, di cui, tuttaviasecondo i documenti dell'epoca, non vide mai un soldo. Lacommessa più importante per il Gennari arriva nel 1686quando esegue nove quadri per la cappella di Giacomo II nelpalazzo di Whitehall, poi passati in collezioni private in seguitoallo smantellamento della cappella negli anni dellarivoluzione.

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40 BARTOLOMEO SCHEDONIFormigine 1578 – Parma 1615

SACRA FAMIGLIAolio su tavola, cm 53,5x47,5iscrizioni sul retro: N°17; Schedoni pinxit (o pintor)

€ 120.000-150.000

Si tratta di una replica autografa del quadro firmato e datato1613 da Bartolomeo Schedoni che compare citato negliinventari farnesiani del 1693 e 1708 (“una Madonna in atto diparlare con S. Giuseppe. Il Bambino in grembo con croce inmano, e di dietro, S. Gio. Batt.a con iscrizione in fondo: 1613Bartolomeo Schedoni”), opera coeva ad una incisione nota intre stati, probabilmente fatta stampare dallo stesso pittore aRoma da Giovanni Giacomo Rossi durante un viaggio dellamaturità nella città dei papi (fig. 1). Tale viaggio sembrerebbeconfermato dalla mancanza di documentazione relativa alloSchedoni nel 1613. E’ probabile che dal medesimo disegnoriprodotto in F. Dallasta e C. Cecchinelli, Bartolomeo Schedonipittore emiliano (Modena 1578 – Parma 1615), Parma 1999, fig.D27, lo Schedoni abbia ricavato sia il materiale per l’incisionesia per il dipinto farnesiano, in entrambi i casi aggiungendoaltri personaggi: nell’incisione san Giuseppe e nel dipintoanche san Giovanni Battista. I due genitori conversano,precisamente come esposto negli inventari sopracitati, forsesulla missione del Figlio, il quale, pur essendo bambino, vienepresentato nella sua missione di Salvator Mundi. Laconsapevolezza del Bambino è esplicata dal suo sguardorivolto altrove, metafora dell’accettazione del proprio destino.Considerazioni formali e stilistiche rimandano alla produzionematura del maestro: la mano destra del san Giuseppe èconfrontabile con la mano sinistra della Vergine nella SacraFamiglia con tavolo da lavoro (Napoli, Palazzo Reale) o con ladestra dell’angelo in dialogo con Giuseppe nella medesimapala napoletana. La mano destra della Vergine, inoltre, affondamorbidamente le dita nel panneggio come quella dellaMadonna col Bambino di San Pietroburgo, che condivide con lanostra anche il taglio prospettico della croce. Significativorisulta poi il paragone con l’incisione tratta da Badalocchio da

un disegno di Schedoni conservato al Gabinetto di disegni estampe degli Uffizi a Firenze, ove identica è la mano destradella Vergine, simili risultano i panneggi, le pieghe, iparticolari iconografici (dal turbante di Maria al gomito diCristo) e l’intonazione complessiva dei soggetti, consonanti conquelli degli ultimi anni di vita dell’artista. Un altro utileparagone va instaurato, inoltre, con la Sacra Famiglia dellacollezione Mahon, risalente con tutta probabilità alla fine del1613 o all’anno successivo, essendo stato un dono di nozze delpittore alla sposa Barbara Saliti. Qui, ove per la figura dellaVergine Maria è ipotizzabile l’uso della stessa modella, la forteaccentuazione chiaroscurale rimanda alla fase finale delpittore, quando il caravaggismo schedoniano era statoassorbito e si esprimeva nelle grandi pale degli ultimi anni diattività. Questa estrema produzione parmense del pittore sievidenzia immediatamente per la prevalenza di dipinti asoggetto religioso rispetto alla precedente fase modenese (finoal 1607), questo probabilmente per volere del mecenateRanuccio I Farnese che aveva trovato nello Schedoni il pittorepiù consono all’espressione della propria devozione, tanto daarrogarsi una sorta di ‘esclusiva’ su di lui, artista aggiornatosui nuovi orientamenti stilistici e iconografici che giungevanoda Roma e Milano, capitali della fede cattolica post-conciliare.Da segnalare, sul retro del dipinto qui offerto, due sigilli ovaliin ceralacca rossa con gigli e tre stelle a sei punte incorniciatida una ghirlanda vegetale (fig. 2).

Bibliografia:F. Dallasta e C. Cecchinelli, Bartolomeo Schedoni a Parma(1607-1615). Pittura e Controriforma alla corte di RanuccioI Franese, s.l. 2002, p. 76 n. 59, tav. A

fig. 1 fig. 2

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DA UN COMPENDIO VENEZIANOLOTTI 41 - 57

41 PITTORE DEL XVII SECOLO

NATURA MORTA DI FRUTTAolio su rame, cm 30x39

€ 4.000-5.000

42 CARLO DOLCI (?)Firenze 1616 - 1686

ORAZIONE NELL’ORTOolio su tela, cm 36x25,5

€ 4.000-5.000

41

42

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43 BERNARDO ZILOTTIBorso del Grappa 1716 – Bassano del Grappa 1783

PAESAGGIO MONTANOolio su tela, cm 70x86

€ 8.000-9.000

Quella presentata, come ebbe a sottolineare Egidio Martini(comunicazione scritta), è opera di uno dei migliori incisoriveneti del Settecento, Bernado Zilotti, anche pittore ecollezionista spesse volte confuso, nella raffigurazione deipaesaggi, con Marco Ricci.Lo stesso nostro paesaggio con popolani e pecore ha moltielementi ricceschi: in esso sia gli alberi a sinistra sia il montea destra e i vari avvallamenti rocciosi del terreno, nonché lefigure, sono del tutto simili e corrispondono a quelli delle suevarie incisioni (cfr. F. Bartoluzzi, Bernardo Zilotti 1716-1783.Incisore veneto del '700, Borso del Grappa 1994, fig. 19) e deisuoi disegni (ibidem, fig. 25).Come sottolinea lo studioso, si tratta di “un’operafilologicamente importante, cioè come un primo tentativo diattribuzione finché non si troveranno di questo maestro deipaesaggi maggiormente documentati”.

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44 JAN FRANS VAN BLOEMENdetto L’ORIZZONTEAnversa 1662 – Roma 1774

PAESAGGIO CON UNA CONTADINELLAolio su tela, cm 64x77

€ 8.000-9.000

Come riconosciuto da Egidio Martini (comunicazione scritta), si tratta di untipico esempio della produzione matura dell’Orizzonte, verso i primi decenni delSettecento quando, dopo essere giunto a Roma nel 1688, ottenne fin da subitouno straordinario successo per le sue immagini di amplissimi paesaggi nei qualiegli propone una natura accogliente, assai serena, per lo più illuminata da tagliradenti di luce che rendono perfettamente leggibili tutti i particolariarchitettonici e naturali inseriti nelle scene, minuziosamente descritti.Tanto l’apertura paesistica quanto i due alberi a fare da quinte sceniche siritrovano nella Scena arcadica della campagna romana di collezione privata aRoma e nel Paesaggio laziale della Galleria Doria Panphili; anche la figura dellacontadinella vestita di bianco con la camicetta azzurra torna in altre opere delpittore come la Veduta del Tevere a Ponte Milvio, all’Accademia di San Luca.

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45 ERNESTO DARETBruxelles, seconda metà del XVII secolo – Padova, dopo il 1694

PAESAGGIO MONTANO CON ARMENTIE UNA CENAolio su tela, cm 70x92

€ 10.000-14.000

Si tratta di una tela di Ernesto Daret, come riconosciuto da Egidio Martini(comunicazione scritta). Forse di passaggio a Roma prima di arrivare in Veneto,egli fu pittore piacevolissimo di cui poco sappiamo ma di cui conosciamo varidipinti quasi tutti databili all’ultimo decennio del Seicento, alcuni dei quali, comequelli del Museo Civico di Bassano, firmati. Molte sue opere ricordano ipaesaggi di alcuni pittori “italianizzanti” come Johann Melchior Roos,specialmente per quello che riguarda il modo di trattare gli animali. Sono, lesue, solitamente scene raffiguranti contadini, pastori, animali e casolari,ambientate sullo sfondo di paesaggi con bellissimi cieli e monti azzurri, comenella tela in esame. Qui evidente è l’influenza di Matteo de’ Pitocchi,dell’Eismann e di altri paesisti attivi a Roma; oltre all’invenzione paesaggisticapopolata da contadini attorno ad una mensa improvvisata e animali, notiamo ilsuo peculiare brio, una freschezza di pennellata e una particolare gammacoloristica basata sugli azzurri, i gialli paglierini, i rossi cinabro che, purconservando in parte un sapore fiammingo, sono da considerare di sostanzaveneta, tanto da sembrare precorrere, per il loro carattere agreste, il farepittorico di Antonio Diziani.

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46 PAOLO ANESIRoma 1697 – 1773

PAESAGGIO CON LAGO E FIGUREolio su tela, cm 36x54

PAESAGGIO MONTANO CON FIGUREE ANIMALIolio su tela, cm 36x54

€ 16.000-20.000

Le due tele, evidentemente dipinte in pendant per l’identica cifra stilistica,l’omogeneità dei soggetti rappresentati e le identiche dimensioni, sono stateascritte da Egidio Martini (comunicazione scritta) alla maturità di Paolo Anesi,pittore romano allievo del fiorentino Giuseppe Chiari per le figure e per ipaesaggi del romano Bernardino Fregioni. Molto apprezzato sia dai committentiitaliani che dai viaggiatori stranieri, soprattutto inglesi, in visita in Italia per il“Grand Tour”, nelle sue pitture, generalmente di formato da cavalletto,prevalgono le raffigurazioni di paesaggi fantasiosi o parzialmente ispirati a cosereali, frequentemente attraversati da fiumi o connotati da specchi d’acqua(come in uno dei nostri quadri) che trasmettono una visione calma, resa ancorpiù serena da una luminosità calda, velata d’accenti tenuemente malinconici.Assai evidenti sono gli influssi sulla sua pittura della cultura figurativa veneta,con palesi richiami ai modi e alle strutture paesistiche di Alessio de Marchis e

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Zais. Giova ricordare che l’Anesi fu compagno di studi del paesaggista AndreaLocatelli e amico di Paolo Monaldi, mentre attraverso il limpido magisterovedutistico di Gaspar van Wittel riuscì a raggiungere una considerevolechiarezza compositiva, frutto di una grande maturità artistica, che gli consentìdi eseguire i suoi paesaggi in collaborazione anche di Gian Paolo Panini ePompeo Batoni, autore delle figure.A sostegno del’attribuzione, si vedano i calzanti confronti fra la tela conpaesaggio montano, un viandante con cane e due cavalli e il Paesaggio lacustrecon il Colosseo di collezione privata e il Paesaggio fantasioso della raccoltaBises di Roma (cfr. A. Busiri Vici, Roma, trittico paesistico romano delSettecento. Paolo Anesi, Paolo Monaldi, Alessio De Marchis, Roma 1976, figg.21, 23).

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47 ANTONIO CALZAVerona 1653 – 1725

BATTAGLIAolio su tela, cm 58x84

€ 8.000-9.000

Allievo del Borgognone, l'insigne pittore di battaglie, Calza fuun buon seguace del maestro in questo genere d'arte. Operò inLombardia e in Toscana e fu poi a Bologna, ove insegnò allalocale Accademia. Tornò infine a Verona, dove sono ricordatevarie opere di carattere storico-religioso ed alcuni suoi lavoridecorativi in case private, ambito quest’ultimo in cui benrientra la nostra tela. Questa, realizzata con notevole forzaespressiva, richiama la concitazione della mischia dei dueScontri di cavalieri tra cristiani e turchi del Museo diCastelvecchio di Verona. Come notato da Martini, che neconferma l’attribuzione (comunicazione scritta), “in essiritroviamo lo stesso modo di concepire la composizione e lostesso tocco di pennellata del maestro: nel quale però esso sidifferenzia per una maggiore vivacità coloristica che lo rendepiù piacevole e bello”.

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48 AUGUST QUERFURTWolfenbuttel 1696 – Vienna 1761

SCENA DI CACCIAolio su tela, cm 35x45

SCENA DI CACCIAolio su tela, cm 35x45

€ 10.000-12.000

Queste due dinamiche scene di caccia,eseguite in pendant ed entrambeinquadrate dinanzi ad ampi paesaggi esotto le nuvole del cielo, possono esserericondotte ad August Querfurt, allievo adAugusta di Rugendas e influenzato dalcaposcuola Wouwermann, dai Parrocel eda Jan van Huchtenburg. Pittore diformazione nordica, completò la propriaeducazione artistica in Italia, ove rimase alungo lavorando assiduamente, subendoin particolar modo la suggestione deipittori veneti, come Zais e Casanova, efavorendo così l’eclettismo della sua fasematura.In questo caso il Querfurt esplica unlibero piglio esecutivo e una scioltaimpronta pittorica, basata su velocistesure, con vivide macchie cromatiche eluministiche, quali si possono appuntovedere sul dorso e sul ventre dei cavallibianchi e bruni nell’uno e nell’altro dipintoe sulle giubbe colorate delle figurine dicacciatori. Si tratta di una pitturaefficacemente incisiva nel rendere lescene concitate che ricorda, perl’appunto, i modi di un Bergognone, le cuiopere il Querfurt ebbe certamente mododi conoscere durante il suo soggiornoromano.

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49 DOMENICO BRANDINapoli 1683 – 1730

SCENA PASTORALEolio su tela, cm 69x95

€ 10.000-12.000

L’autore della teletta in esame va riconosciuto in DomenicoBrandi (Egidio Martini, comunicazione scritta), pittorenapoletano che in quest’opera, come in molte altre del suocatalogo, si ispira a Rosa da Tivoli, però distinguendosene nelporre i gruppi di animali, pecore, capre, mucche e pastoriquasi sempre entro un ampio paesaggio. Lo si evince, oltre cheda altre opere certe del pittore come nei Pastori con bestiamedella Graf Harrach’sche Gemäldegalerie di Vienna e ilPaesaggio con pastori e animali firmato e datato 1730, giàpresso Finarte a Roma (asta del 28 aprile 1992), anche dallanostra tela, “dipinto gioioso e piacevole, d’una qualità pittoricaeccellente, e tra i migliori del pittore in questo genere”(Martini).

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50 PIETER VAN LAERdetto IL BAMBOCCIOHaarlem 1599 – 1642

SOSTA DI UN CAVALIERE ALL’OSTERIAolio su tela, cm 36,5x47

€ 5.000-6.000

Come riconosciuto da Egidio Martini (comunicazione scritta), sitratta di un’opera di Pieter Van Laer detto Il Bamboccio, pittoreappartenete alla schiera di paesaggisti e dei pittori di genere,quasi tutti olandesi e detti ‘bamboccianti’, operanti a Roma nelpieno Seicento accanto ad alcuni pittori romani come ilCerquozzi e il Monaldi. Van Laer si distingue dagli altri per unamodellazione delle forme più sentita e, nelle scene di genere,per le aperture paesistiche che alleggeriscono laraffigurazione.Come sottolinea Martini, “quest’opera delicata e finissima” silega bene come soggetto e come cifra stilistica alla Sosta inosteria della Galleria Spada di Roma (inv. 316), nella qualecompare lo stesso cavallo bianco e figure molto somiglianti, ealla Sosta del cacciatore dell’Ermitage di San Pietroburgo, chereca una similissima costruzione del fondo paesaggistico.

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51 GIOVAN BATTISTA PITTONI (?)Venezia 1687 -1767

LOTH E LE FIGLIEolio su tela, cm 39x64

€ 9.000-11.000

52 ANTONIO BALESTRA (?)Verona 1666 – 1740

VISIONE DI SANT’ANTONIODELLA VERGINE COL BAMBINOolio su tela, cm 44x30

€ 4.000-6.000

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53 PITTORE SENESEDELLA SECONDA META’ DEL XVI SECOLO

MADONNA COL BAMBINOolio su tela, cm 60x43

€ 9.000-11.000

Il dipinto raffigura, sullo sfondo di un ampio paesaggio chetrascolora sui toni dell’azzurro-verde, la Madonna a manigiunte in adorazione del Bambino, che sorregge sulleginocchia.Ascrivibile, con ogni probabilità, ad un pittore attivo nel Senesenel secondo Cinquecento ed influenzato dai manieristi diseconda generazione, la tela sembra volere esprimere,attraverso un’intima atmosfera, modi narrativi semplici eimmediati che la collocano nell’ambito della pittura didevozione privata.

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54 SIMONE BRENTANAVenezia 1656 – Verona 1741

GIUSEPPE INTERPRETA I SOGNIAI PRIGIONIERIolio su tela, cm 66x45,5

€ 8.000-10.000

Il dipinto è incentrato sulla narrazione della vicenda biblicache vede Giuseppe, figlio di Giacobbe, imprigionato a causadella falsa accusa della moglie di Putifarre. Nella cella egliinterpreta i sogni del capocoppiere e del capopanettiere delfaraone, predicendo al primo la liberazione e la reintegrazionein carica, al secondo l’impiccagione a un palo da lì a tre giorni.L’opera può essere agevolmente ricondotta al catalogo diSimone Brentana, pittore veneziano ma anche poeta emusicista. Stabilitosi a Verona all'età di vent’anni, ricevettecospicue commissioni dal Granduca di Toscana e dai Reali diPolonia e Danimarca, lavorando al contempo per le principalichiese della città scaligera. Partito da una maniera tenebrosa,giunse a una pennellata soffice e a un colorito chiaro, come inquesta tela in cui domina il rosa cipria della veste di Giuseppe,il giallo del suo manto e l’azzurro, magistralmente esaltati daun sapiente uso del chiaroscuro e dal contrasto cromaticocontro lo sfondo nei toni bruno.

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55 MICHELE ROCCAParma 1666 – Venezia 1751

DUE NAIADI E ILAolio su tela, cm 80x62

€ 9.000-10.000

L’opera è riferita da Egidio Martini (comunicazione scritta) allapiena maturità di Michele Rocca, pittore parmense che svolsela sua attività artistica a Roma, dove è documentato dal 1691al 1730 e dove, assieme a Francesco Trevisani e SebastianoConca, fece parte dell’entourage culturale del Cardinale PietroOttoboni, mecenate e appassionato d’arte. A parte pocheprove, il Rocca si dedicò quasi esclusivamente a dipinti dacavalletto e da quadreria, solitamente a soggetto mitologico,commissionatigli da colti collezionisti privati sensibili a quelgusto classicista che andava permeando le ultime espressionidel barocco romano, sulla scia di Carlo Maratta. L’origineparmense del pittore - e quindi con la sua formazioneculturale basata sullo studio dei grandi maestri delManierismo emiliano, soprattutto Correggio e Parmigianinoche favorirono il suo avvicinamento al gusto rococò francese -si evince dall’opera in esame, accostabile ad altre del catalogocome il Trionfo di Galatea già presso Christie’s a Londra e ilRatto di Europa in collezione privata a Salsomaggiore (cfr. G.Sestieri, Michele Rocca e la pittura rococò a Roma, Roma2004, tavv. 16, 18), opere basate su una similissima ideacompositiva.

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56 GIROLAMO GALIZZI DA SANTACROCESantacroce 1500 c.a – 1556

SACRA FAMIGLIAolio su tavola, cm 43,5X73,5

€ 8.000-9.000

Sullo sfondo della capanna che ospitò la natività del piccoloGesù a Betlemme, la Madonna sorregge sulle ginocchial’irrequieto Bambino che, ignudo e coperto di un solo drappocandido, la abbraccia con fare affettuoso. Poco distante sanGiuseppe distoglie lo sguardo dal gruppo scaro come distrattoda un evento esterno al quadro.L’opera può essere ricondotta al pittore veneto GirolamoGalizzi da Santacroce che si formò presso la bottega diGiovanni Bellini e nel corso della sua lunga attività “parafrasò”- come ebbe a dire il Berenson - la maniera dei maggioripittori del tempo, da Bonifacio de’ Pitati a Vincenzo Catena, daTiziano a Paris Bordon.E’ chiaro il riferimento a questi maestri, per lo più specializzatinel tema della sacra conversazione, spesso affollata dipersonaggi, i cui protagonisti sono inseriti in ampi paesaggi, e

in dipinti devozionali che presentano un numero piùselezionato di figure, come avviene nell’opera che qui sipresenta. Girolamo sembra voler attualizzare in questo dipintouno schema compositivo e iconografico arcaizzante che puòancora ricordare le ideazioni quattrocentesche di stampobelliniano, tenute ancora in voga nel Cinquecento, proprio neidecenni che vedono attivo Bonifacio Veronese e gli esponentidei diversi rami della bottega Santacroce. Da notare il gustoassai raffinato nelle scelte coloristiche vivaci e cangianti (sinoti l’accostamento del rosa acceso della veste della Madonnacon l’azzurro del manto e il giallo oro del mantello di sanGiuseppe con la tunica argentea), anche questa caratteristicache dimostra un contatto costante con le correnti della pitturaveneziana di tradizione arcaica.

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57 POLIDORO DE RENZIdetto POLIDORO DA LANCIANOLanciano 1515 – Venezia 1565

SPOSALIZIO MISTICO DI SANTA CATERINACOI SANTI GIUSEPPE, GIOVANNI BATTISTAE ANTONIO ABATEolio su tela, cm 81x116,5

€ 35.000-45.000

L’opera reca la giusta attribuzione a Polidoro da Lanciano,pittore del quale non si hanno notizie sugli anni dellagiovinezza e della formazione ma che sappiamo dovettestabilirsi nella contrada San Pantaleone di Venezia, doveesisteva una comunità di immigrati abruzzesi, verso la metàdegli anni Venti del Cinquecento.Numerosi sono i dipinti di Polidoro incentrati sul tema dellaSacra conversazione, qui arricchita dall’episodio dellosposalizio mistico di santa Caterina. Tale soggetto fu trattatoaltre volte dal pittore, come nella splendida tela in collezioneprivata a Bergamo (riprodotta in: E. Martini, Pittura veneta ealtra italiana dal XV al XIX secolo, Rimini 1992, fig. 62), con la

quale la nostra condivide anche la particolare nobiltà formaledi evidente discendenza tizianesca e bonifacesca, nonchél’elegantissima finezza esecutiva.A supporto dell’attribuzione, il calzante confronto con laMadonna col Bambino e san Giovannino in collezione privata aVenezia (cfr. E. Martini, op. cit., fig. 601), ove, seppure incontroparte, compare un similissimo Bambino ignudo inbraccio alla Madre, proteso nell’accarezzare l’agnello di sanGiovannino e, contemporaneamente, nel benedire con ladestra il cugino, in un gesto analogo a quello compiuto dalnostro piccolo Gesù che si slunga per infilare il simbolicoanello al dito di santa Caterina.

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PROVENIENZE DIVERSELOTTI 58 - 64

58 SCUOLA DEI BASSANOVeneto, XVII secolo

SCENA DI GENERE CONCONTADINI E ARMENTIolio su tela, cm 71x100

€ 6.000-8.000

58A PITTORE MARCHIGIANODEL XV SECOLO

ANNUNCIAZIONEolio su tavola, cm 43,5x56

€ 9.000-12.000

58

58A

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59 PITTORE TOSCANO DEGLI INIZI DEL XVI SECOLO

MADONNA COL BAMBINO E SANT’ANNAolio su tavola, entro cornice a tabernacolo in legno scolpito e dorato cm 134x119

€ 25.000-28.000

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60 GIOVAN ANTONIO BOLTRAFFIOMilano 1466/67 – 1516

MADONNA DEL LATTEolio su tela, cm 80x65

€ 30.000-40.000

Già prima del 1491 il Boltraffio lavorava nello studio diLeonardo a Milano, ove eseguì capolavori come la bellissimaMadonna del fiore, passata al Museo Poldi Pezzoli dallacollezione Litta, cui apparteneva anche un’altra nota opera dimano di Leonardo eseguita negli stessi anni nella medesimabottega, la Madonna del latte acquistata nel 1865 dallo zarAlessandro II per l’Ermitage. Una variante di questacomposizione, forse di Bernardino de’ Conti, è al Poldi Pezzoli,dove in origine portava addirittura l’attribuzione al maestro.Da tali modelli leonardeschi, a ulteriore conferma dellafortuna goduta da tale iconografia nella cerchia dei pittorilombardi che gravitavano attorno al maestro da Vinci, puòessere considerata anche la nostra Madonna che allatta ilFiglio. Seppure quest’ultima si distacchi considerevolmentedalla tela dell’Ermitage per alcune significative variantiiconografiche, si accosta più significativamente ad un dipinto dianalogo soggetto conservato alla Pinacoteca Ambrosiana diMilano e ricondotto alla bottega del Luini, di cui si segnalaun’altra copia in collezione Agazzi a Palazzago, presso Milano.

Similissima è la struttura compositiva della scena ambientatain un interno connotato da una finestra, sullo sfondo a sinistra,che apre su un ampio paesaggio; identiche anche le pose dellefigure, di grande sodezza di impianto, nonché la densa gammacromatica giocata sui toni del bruno ed esaltata dagli incarnatiporcellanati e dalla veste rossa della Vergine, del tutto simile aquella della Madonna luiniana anche nei dettagli dellepassamanerie dorate e delle impalpabili bordure bianche aprofilare le maniche e l’ampio scollo. Pur riprendendone,tuttavia, la caratteristica tipologia figurativa, la traducesecondo una diversa e più asciutta definizione delle forme esecondo soluzioni figurative estremamente misurate, come sievince soprattutto dal meno florido Bambino dal fisico piùasciutto. La figura della Madonna, in particolare, viene rilevatacon grande finezza di stesura e con una vena narrativa sottile esuadente, secondo un’espressività contenuta e smorzata,ricondotta a più intima contemplazione secondo gli eleganti edimpeccabili modelli leonardeschi.

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61 ELISABETTA MARCHIONIAttiva a Rovigo nella seconda metà del XVII secolo

DUE VASI, UN VASSOIO E UN CESTO DI FIORIolio su tela, cm 144x190

DUE VASI, UN VASSOIO E UN CESTO DI FIORIolio su tela, cm 144x190

€ 80.000-120.000

Questa coppia di nature morte è nota in letteratura per esserestata pubblicata da John T. Spike come opera della rodiginaElisabetta Marchioni.Come riferisce lo studioso, si tratta di “un encomiabileesempio dell’approccio spontaneo, quasi improvvisato,dell’artista”, abile e prolifica pittrice di fiori mirabili per la loroesuberanza protorococò. Sembra che l’artista dipingesseprevalentemente quadri di fiori per le famiglie più illustri diRovigo e l’unica eccezione a questo filone è costituita da unpaliotto floreale che donò alla chiesa dei cappuccini, oraconservato all’Accademia dei Concordi di Rovigo. Esso hapermesso agli studiosi di differenziare la sua produzione daquella di Margherita Caffi, con lei a lungo confusa e come leianticipatrice delle fantasie di fiori eseguiti in ambito venezianosulla falsariga di Francesco Guardi.Come nella maggior parte delle sue composizioni, vasi, vassoie cesti sono collocati su due diversi livelli per creare cascate di

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fiori dall’alto verso il basso e riempire così l’intera superficiedipinta. I bouquets sono un fantasioso assortimento di rose,garofani, tuberose e tulipani screziati resi con la libertà e lavivacità abituale della Marchioni, “i cui fiori danno semprel’impressione di essere stati inventati sul momento, piuttostoche copiati dal vero. La pittrice doveva andare orgogliosa dellapropria capacità di eseguire variazioni infinite sul suo temapreferito senza mai ripetersi alla lettera. Non esistono duerose che, per quanto simili, siano esattamente uguali.Analogamente, dipinse vasi simili in quasi tutte le sue opere,ma sempre con lievi varianti nell’ornamentazione a sbalzo”(Spike).

Bibliografia:J. T. Spike, Il senso del piacere. Una collezione di naturemorte, Firenze 2002, nn. 34-35, p. 88

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62 SCUOLA DI GIULIO CARPIONIVeneto, fine del XVII secolo

MOSÈ FA SCATURIRE LE ACQUEolio su tela, cm 79x96,5

€ 10.000-14.000

Si tratta di un’opera che si pone sulla scia della maniera di GiulioCarpioni, pittore veneziano a lungo attivo a Vicenza e campione delclassicismo di stampo romano in Veneto. Lo richiama una certa ricercaformale elaborata, accompagnata da un colore estremamente prezioso,su toni variati, spesso acri e freddi, di una tavolozza giocataprevalentemente sui blu, gli azzurri e i rossi spenti. Nella tela in esame,infatti, il pittore lascia da parte, come lo stesso Carpioni era solito fare, leintonazioni chiaroscurali per puntare su una luminosità mediante la qualepossa essere valorizzato lo smalto dei colori. Tale espediente si ritrova inopere certe del maestro veneziano, ugualmente ambientate in ampipaesaggi e affollate di figure, come L’offerta a Venere in collezione Miazzoa Genova o il Trionfo di Sileno dello Stadelsches Kunstinstitute diFrancoforte, ove, similmente, ritorna sulla sinistra il possente torsomaschile di schiena piegato avanti, nel nostro caso intento, come gli altriebrei nel deserto qui raffigurati, a raccogliere nei recipienti l’acqua fattasgorgare da Mosè da una roccia per dissetare loro e le proprie greggi.

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63 GIOVAN BATTISTA CROSATOVenezia 1685 c.a – 1758

PRESENTAZIONE DI GESÙ AL TEMPIOolio su tela, cm 60x62

€ 18.000-25.000

La tela offerta raffigura la presentazione del Bambin Gesù al tempio diGerusalemme da parte di Maria e Giuseppe, atto con il quale i genitoriintendevano consacrare il primogenito al Signore. Riceve il piccolo ilvecchio Simeone, il sommo sacerdote al quale era stato rivelato che nonsarebbe morto prima di aver visto il Messia; egli lo prese tra le braccia edisse: “Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace…”. Nello stessotempo predisse a Maria che a causa di suo figlio avrebbe avuto l’animatrafitta da una spada.L’opera è riferibile al veneziano Giovan Battista Crosato, pittore escenografo di formazione veneziana che svolse gran parte della suaattività in Piemonte, al servizio della corte sabauda. Le sue eleganti eluminose decorazioni si avvalgono di efficaci scenografie da lui stessodisegnate, e si distinguono dalle contemporanee manifestazioni delrococò internazionale per il brio delle invenzioni e la vivacità dei colori,come si desume anche dalla tela qui presentata animata da una levitàprettamente settecentesca.

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64 ANTONIO MARINIVenezia 1668 – 1725

CAVALIERI IN UN PAESAGGIOolio su tela, cm 150x218

€ 18.000-25.000

Nella grande tela presentata la tecnica evidenzia lecaratteristiche tipiche della maniera di Antonio Marini, pittoreveneziano allievo di Boschini che tradusse in ‘dialetto’ venetogli schemi paesistici alla Salvator Rosa. Tipica è la manierarapida e la pennellata franta con cui sono trattati i particolarie, in particolar modo, le figurine di cavalieri con turbanti inriposo, mentre la profondità della resa prospettica è affidataalla successione graduata dei piani, risolta sullo sfondo diampio respiro in una visione morbida e vaporosa a tintetrascoloranti. Il paesaggio presenterebbe analogie stilistichecon alcune tele certe del catalogo del Marini come i trePaesaggi con cavalieri della Pinacoteca Civica di Padova, ilPaesaggio con arco naturale dell’Accademia Carrara diBergamo e i Paesaggi della Temple Newsam House di Leeds,con i quali la nostra tela condivide non solo la felicità creativa,ma anche il raggiungimento di quegli esiti suggestivi cherientravano nel filone protoromantico e che proprio in queltorno di anni incontravano favore di pubblico e diffusione.

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65 SALVATOR ROSANapoli 1615 – Roma 1673

LA SCALA DI GIACOBBEolio su tela, cm 81x103sigla in basso a sinistra: SR

€ 70.000-80.000

La tela raffigura Giacobbe che, sistemati dei sassi e dei legnicome giaciglio, si era steso a dormire durante una sostanotturna nel suo viaggio verso Harran (Genesi, 28, 10-22). Insogno vide una scala che portava in cielo, percorsa nei duesensi da schiere di angeli; dalla cima della scala Dio gli parlò egli promise che la terra sulla quale giaceva sarebbe un giornoappartenuta ai suoi discendenti, il popolo di Israele. Quando sisvegliò, Giacobbe eresse una stele e vi versò sopra dell’olio;chiamò quel luogo Betel, “casa di Dio”.Si tratta di una replica autografa del dipinto di analogosoggetto di Salvator Rosa conservato presso la DevonshireCollection a Chatsworth. La nostra tela, per la quale giàRoberto Longhi si era espresso in favore dell’attribuzione alpittore napoletano (comunicazione scritta), seppure moltofedele al modello, se ne differenzia per alcune lievi variantinella trattazione dello sfondo caratterizzato da nubi piatte eallungate, meno spumose rispetto a quelle del dipinto ingleseche, inoltre, lasciano libera una significativa porzione di cielo,al centro, qui offuscata dalla presenza dei nembi.La tela, come la compagna in collezione Devonshire, puòessere datata intorno al 1650 per una visione pittoresca deldato reale a cui Salvator Rosa, dopo il soggiorno fiorentino(1639-40) e già a partire dalla metà del quinto decennio delsecolo, era stato indotto da una presa di distanza dalclassicismo e dalla pittura nordica. Dopo essersi formatoinfatti a Napoli accanto a Jusepe de Ribera e Aniello Falcone,che lo iniziò alla pittura di battaglia e di paesaggio, SalvatorRosa si era stabilito nel 1635 a Roma, al servizio del cardinaleBrancaccio, e qui era venuto a contatto con la pittura deibamboccianti e dei classicisti come Claude Lorrain. A questoperiodo appartengono anche quadri di magia e stregoneria,esemplati, come i numerosi paesaggi, su questa manieradefinita più volte ‘preromantica’ e che influenzerà a sua voltaTesta, Dughet, Mola e il Grechetto. Nel nostro caso, il soggettorappresentato si riconduce ai severi temi mitologici e bibliciusati dal pittore con intento moralizzante che contribuiscono acreare nelle sue opere atmosfere cupe e misteriose, dove lavisione di una natura deserta e selvaggia esalta la solitudineumana e, in particolare, quella dei soggetti raffigurati,trasponendo in pittura lo stoicismo e il quietismo, ossia letendenze mistico-filosofiche cui si rivolgeva la sua sensibilitàinquieta.

DA UNA RACCOLTA VERONESELOTTO 65

65 part.

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66 DOMENICO MAGGIOTTOVenezia 1712 – 1793

BUSTO DI VECCHIO BARBATO CON RAMIDI QUERCIA E VISCHIOolio su tela, cm 59,5x45,3

€ 50.000-60.000

Ricondotto da Ugo Ruggeri al veneziano Domenico Maggiotto(comunicazione scritta), il dipinto ritrae un vecchio con barba ecapelli canuti che, calzato un cappello sul capo, rivolge losguardo allo spettatore e sorregge con la sinistra un ramettodi vischio e uno di quercia. Questi ultimi sembrano indicarloquale Allegoria del solstizio d’inverno, in obbedienza ad unaiconografia di origine celtico-druidica divulgata nel Settecentoanche nella massoneria quale simbolo di rinnovamento eresurrezione.Ruggeri riscontra vivissime analogie stilistiche ediconografiche con dipinti del Maggiotto come la Lezione didisegno del Musée d’Art et d’Historie di Ginevra e con laversione dello stesso tema del Museo Civico di Treviso (cfr. R.Pallucchini, La pittura nel Veneto, il Settecento, II, Venezia1996, figg. 250-253), “delle quali condivide la manovra pittoricadi delibata sottigliezza nell’interazione del fondo grigioazzurrino con la stesura più robusta del volto, tipicamenteaccentuata nell’accensione rossastra della gota e del naso”.

DA UNA RACCOLTA VENETALOTTI 66 - 74

Pallucchini aveva proposto una datazione alta per le dueLezioni di disegno citate a confronto, in un momento in cui ilpittore aderisce ancora in pieno allo stile piazzettesco.Entrato giovanissimo nella bottega di Piazzetta, Maggiotto èforse il maggiore interprete delle tematiche trattate dalmaestro, nonché della sua tecnica pittorica, smorzandonetuttavia il violento luminismo e conferendo ai soggetti trattatiuna tipica intonazione malinconica.Sulla scia della produzione piazzettesca di ‘teste di carattere’di derivazione rembrandtiana, genere pittorico molto in voganella Venezia del Settecento che trovò terreno fertile graziealla diffusione delle incisioni del maestro olandeseintegralmente acquistate dal grande collezionista econoscitore Anton Maria Zanetti il Vecchio durante il suoviaggio nei Paesi Bassi, si colloca dunque la nostra tela,perfettamente in linea con il resto della vasta produzione discene di genere e di busti di adolescenti per cui DomenicoMaggiotto è prevalentemente noto.

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67 GIOVAN BATTISTA PIAZZETTAVenezia 1692 – 1754

ALESSANDRO DAVANTI AL CADAVEREDI DARIOolio su tela, cm 42,5x79,2

€ 80.000-100.000

L’importante tela in oggetto raffigura Alessandro Magno difronte al corpo del re persiano Dario, ucciso nel 333 nellapiana di Isso, in Cilicia, dai suoi stessi uomini (Plutarco, 33,43). Alessandro lo trovò disteso e sul punto di morire; il re potésussurrare un ringraziamento al vincitore per essere statobenevolo con sua moglie e le sue figlie. Secondo la tradizionaleiconografia Alessandro è qui raffigurato stante con una manoall’orecchio mentre ascolta le parole di Dario.Come affermato da George Knox e poi confermato da UgoRuggeri (comunicazioni scritte), si tratta di un’opera autografadi Giovan Battista Piazzetta. Entrambi gli studiosi concordanonel collegare l’opera in esame alla grande tela di analogosoggetto commissionata al maestro dalla famiglia PisaniMoretta e conservata al Museo del Settecento Veneziano di Ca’Rezzonico a Venezia e, di conseguenza, al suo modellopreparatorio del Fitzwilliam Museum di Cambridge.Come notato da Ruggeri, da quest’ultimo bozzetto la nostratela differisce non tanto per alcune varianti figurali quantopiuttosto per l’aspetto generale dell’attuazione pittorica che“sembra connotata da una immediatezza e irruenza di stesurasuperiore a quella della tela inglese, che (…) si distingue perun’accuratezza di esecuzione (…) caratteristica di uno stadioulteriore di gestazione dell’immagine”. Più precisamente,Ruggeri riferisce come la nostra tela sia da considerare ilbozzetto dal quale dipende il modello di Cambridge, essendoentrambi preparatori per l’opera di Ca’ Rezzonico, come ancheKnox sostiene.Il biennio 1745-46 nell’arco del quale Piazzetta portò a terminel’enorme tela di Ca’ Rezzonico può essere dunque consideratoil termine ante quem per il bozzetto che qui si presenta. Siamoin un momento immediatamente precedente alla fondazionenel 1750 della scuola di pittura voluta da Giovan Battista e dacui poi nacque l’Accademia, in un periodo in cui egli, stabilitosia Venezia nel 1711, lavorava a capo di una attivissima bottegacui presero parte assistenti di notevole personalità comeMaggiotto, Cappella e Angeli. Alla luce di quanto appreso inoccasione del fondamentale soggiorno bolognese e sulla sciadi Sebastiano Ricci, ora le composizioni si avvalgono degliartifici prospettici della scuola emiliana e i colori sialleggeriscono di una tramatura luminosa conscia deglisviluppi della coeva pittura veneziana. Lo si evince a partire daopere come l’Assunta del Louvre e la pala dei Santi Vincenzo,Giacinto e Lorenzo Bertrando in Santa Maria del Rosario, dettadei Gesuati, a Venezia, fino alla successiva produzione di operea carattere religioso, accanto alle quali sempre più spessotrovavano posto ‘mezze figure’ o figure isolate, rappresentatecome motivi di genere, e quindi scene profane o biblicheinterpretate come scene pastorali.

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68 GASPARE DIZIANIBelluno 1689 – Venezia 1767

ALFEO E ARETUSAolio su pergamena, cm 27x33,5

€ 20.000-25.000

Quello trasposto in immagine nella pergamena qui offerta è ilmito ovidiano secondo il quale il dio fluviale Alfeo fu preso daamore per la ninfa Aretusa mentre questa si bagnavainnocentemente nelle sue acque (Metamorfosi, V, 572-641).Aretusa fuggì per monti e valli inseguita da Alfeo e, quando lemancarono le forze, Diana venne in suo soccorso avvolgendolain una nube e mutandola poi in un ruscello sotterraneo. Laninfa è qui raffigurata mentre si protende verso la dea che,allo stesso tempo, allontana il sopraggiunto bruto Alfeo.Come nota Ugo Ruggeri (comunicazione scritta), si tratta di“un esempio assai brillante dell’attività matura di GaspareDiziani”, databile tra il sesto e il settimo decennio delSettecento per l’estrema vicinanza con numerose tele diquesto periodo e, nello specifico, con un’opera in collezione

privata raffigurante Apollo e Dafne (cfr. D. Dotti, in Lemeraviglie di Venezia. Dipinti del ‘700 in collezioni private,catalogo della mostra a cura di D. Succi e A. Delneri, Gorizia2008, n. 13), di cui può essere considerata una versione moltovariata e autonoma; con questa, infatti, sostanzialmentedifferisce per il contenuto figurale, condividendone però lastruttura compositiva, le scelte tipologiche e i modi dellastesura pittorica.Da notare l’adozione di un supporto pittorico inconsueto comela pergamena (l’unico esempio noto nella produzione diDiaziani), peraltro molto diffuso in Veneto e adottato di soventeda Marco Ricci nei suoi paesaggi a tempera su pelli dicapretto.

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69 GASPARE DIZIANIBelluno 1689 – Venezia 1767

TRANSITO DI SAN GIUSEPPEolio su tela, cm 44x37

€ 25.000-30.000

Il dipinto raffigura la morte di san Giuseppe che, secondo unabiografia apocrifa, morì all’età di centoundici anni. Sonopresenti Gesù, Maria e gli angeli, alcuni librati in volo, altri sulprimo piano accanto agli strumenti da falegname e con laverga fiorita.Restituita da Ugo Ruggeri (comunicazione scritta) a GaspareDiziani, la tela è infatti “di qualità molto elevata, tipicadell’artista bellunese” che si esprimeva con uno stile pittoricoestremamente elegante e raffinato, di splendida venacoloristica.Si tratta di un bozzetto per una pala di maggiori dimensioni, inevidente relazione con il dipinto di analogo soggetto dellachiesa di San Gregorio a Treviso (riprodotto in A. P. ZugniTauro, Gaspare Diziani, Venezia s.d., fig. 42) e con i relativimodelletti e bozzetti già nella collezione Agosti di Belluno e

nella collezione Heinemann di Beverly Hills (A. P. Zugni Tauro,op. cit., figg. 40, 41), dai quali differisce per significativevarianti compositive, avvicinandosi peraltro al bozzetto dellacollezione Agosti e agli altri della stessa raccolta (A. P. ZugniTauro, op. cit., figg. 44-46) per la “sapida freschezza pittorica”.Come nota Ruggeri, la datazione al quarto decennio delSettecento proposta dalla Zugni Tauro per i bozzetti sopracitatisi addice perfettamente anche a questo inedito dizianesco, lacui precedente attribuzione al suo maestro e conterraneoSebastiano Ricci, del quale il pittore qui ha certamentepresente opere come l’Assunta della chiesa di San Carlo aVienna (1733), fornisce indicazioni circa l’orientamentoculturale dell’artista in questo momento del suo percorsoartistico.

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70 STEFANO MARIA LEGNANIdetto IL LEGNANINOMilano 1661 – 1713

SAN PIETRO IN CARCERELIBERATO DALL’ANGELOolio su tela, cm 107x84

€ 35.000-45.000

L’opera proposta raffigura la liberazione di san Pietro dalcarcere per mano di un angelo, così come narrato negli Attidegli Apostoli (12, 1-11). Al tempo della persecuzione degliapostoli scatenata da Erode, Pietro era stato imprigionato ementre dormiva, custodito da due soldati, gli apparve in cellaun angelo che, invitatolo ad alzarsi, lo condusse fuori dallaprigione, oltre le mura della città, senza che alcuno potessevederlo. In questo caso, Pietro in ceppi è risvegliato dal toccodell’angelo che, investito da un raggio luminoso, gli indical’uscita.La tela è stata attribuita a Stefano Maria Legnani da UgoRuggeri (comunicazione scritta) sulla base di calzanti confronticon opere certe del pittore milanese. Fra questi lavori dellapiena maturità dell’artista ricordiamo il San Michele Arcangeloe le anime purganti della chiesa di San Francesco di Paola a

Torino, databile intorno al 1700 (cfr. M. Dell’Olmo, StefanoMaria Legnani, “Il Legnanino”, Bologna 1998, n. 64, fig. 84) e ilSogno di san Giuseppe del Museo Civico di Novara, del 1708(cfr. M. Dell’Olmo, op. cit., n. 81, fig. 101), che condividono conl’opera in oggetto quella convivenza di classicismo eneocorreggismo derivati al Legnanino dalla sua formazione aBologna, presso Carlo Cignani, e a Roma, accanto a CarloMaratta, suggerendo una collocazione cronologica del dipintonel primo decennio del Settecento. Ad un momento maturo delpercorso artistico del pittore conduce anche la ricchezza dellinguaggio espressivo, infarcito delle molteplici componentiche avevano favorito la svolta in direzione di un barocchettotutto settecentesco: dalla conoscenza dell’opera di GiovanBattista Gaulli, il Baciccio, alla contemporanea pitturagenovese dei Piola.

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71 ANTONIO ZANCHIEste 1631 – Venezia 1722

SAN ROCCO E GLI APPESTATIolio su tela, cm 92x73

€ 40.000-50.000

Il dipinto è stato ricondotto da Ugo Ruggeri (comunicazionescritta) ad Antonio Zanchi, pittore trasferitosi molto giovane aVenezia, dove aderì pienamente alla maniera di JacopoTintoretto.Si tratta di una versione autonoma del tema affrontato dalpittore nel grande telero raffigurante La peste a Venezia,dipinto per lo scalone della Scuola Grande di San Rocco aVenezia, firmato e datato 1666 (cfr. P. Zampetti, Antonio Zanchi,in I pittori bergamaschi dal XIII al XIX secolo. Il Seicento. IV,Bergamo 1987, 571/140).Nello specifico, la nostra tela corrisponde alla parte destra ditale composizione ove sul primo piano compaiono le figure deipoveri e dei malati che attendono il soccorso del santoantipestifero per eccellenza, Rocco, originario di Montpellier,che viaggiò per tutta l’Europa dedicandosi alla cura degliappestati. Tuttavia, essa ne differisce per la presenza di

importanti varianti, precisabili nelle dimensioni della figura disan Rocco - molto più piccola ed allontanata nello spaziorispetto al dipinto veneziano – che sopraggiunge su una nube,nell’assenza di uno dei due angeli che nel telero sorreggono ilsanto, nella presenza, infine, della colonna sulla destra, che èassente nel dipinto principale.Come nota Ruggeri, “l’esistenza e l’importanza di questevarianti sono evidente segno di autenticità, così comel’esecuzione pittorica, di franca speditezza, che bene si confàallo stile dello Zanchi nel momento della sua prima maturità,che nel capolavoro di San Rocco ed in questa inedita versionedi esso esprime appieno la poetica ‘tenebrosa’ dell’artista, tra ipiù insigni del Seicento veneziano, nella quale si coniugano iportati del naturalismo riberesco con i ricordi della grandetradizione veneta del Cinquecento, soprattutto in direzionetintorettesca”.

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72 PIETRO LIBERIPadova 1614 - Venezia 1687

MADDALENA PENITENTEolio su tela, cm 59x72,5

€ 35.000-45.000

L’opera reca l’attribuzione al pittore veneto Pietro Liberi che,dopo lunghi viaggi in Turchia, Tunisia, Portogallo, Francia,Spagna e un soggiorno a Roma (1638-41) si stabilì a Venezia(1643), dove, grazie agli studi compiuti su Raffaello,Michelangelo, Annibale Carracci e Tiziano, si conquistò fama eautorevoli commissioni rivolte soprattutto, più che alle grandicomposizioni storiche, al genere erotico-mitologico nel quale ilpittore era sicuramente più versato.Si tratta, in questo caso, di una nuova redazione di un temacaro all’artista, quello della Maddalena penitente ritrattaignuda a sorreggere il teschio, memento mori e allusione allacaducità della vita terrena. La tipologia del volto della figura eil trattamento elegante in piccole ciocche ricciute dellacapigliatura, ravvivate da bagliori dorati che ne esaltano labiondezza, fanno supporre che si tratti di un’opera dellamaturità da collocarsi accanto all’Allegoria del PodestàZaccaria Vendramin della Rotonda di Rovigo, datato 1663,

anche per la forma disegnativa distesa e pacata, i toni tenui,preziosi e freddi, distribuiti in campiture distinte, inun’atmosfera fosca di fondo che ne esalta la chiarezza. Ilsoggetto religioso è qui trattato nella stessa chiavesensualistica e con la medesima grazia presettecentesca concui il pittore era solito approcciare alle sue opere a soggettoprofano: “facea con piacere gl’ignudi – osservava lo Zanetti(1771) – e spezialmente le femmine, che sono i suoi capid’opera”, tanto da meritarsi la fama di pittore libertino. Talisoggetti, per la spregiudicata modernità, dovevano piacere nonsolo ai committenti italiani ma anche a quelli tedeschi: il chespiega il largo successo ottenuto dall’artista dal sestodecennio in poi.

Bibliografia:U. Ruggeri, Pietro e Marco Liberi, pittori nella Venezia delSeicento, Rimini 1996, cat. p111, p. 163

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73 GREGORIO LAZZARINIVenezia 1655 – Villabona di Rovigo 1730

FAVOLA DI GIOVE, GIUNONE ED IOolio su tela, cm 150x240

€ 120.000-150.000

La tela fu oggetto di studio da parte di Fabrizio Magani(comunicazione scritta) che ne ha escluso la paternità diAntonio Bellucci nel corso delle ricerche confluite nellastesura del volume monografico sul pittore, in occasione delquale continuava ad accettare una collocazione in area veneta,con una cronologia che non deve superare il primo decenniodel XVIII secolo.Nel frattempo George Knox (comunicazione scritta) proponeval’idea che si potesse trattare di un’opera di Gregorio Lazzarini,un artista della stessa generazione di Bellucci e con lui spessoconfuso per via di una certa apparente omogeneità stilistica.Tale proposta fu poi accettata dallo stesso Magani(comunicazione scritta) che ipotizzava come il soggetto trattatopotesse essere quello descritto da Vincenzo da Canal presso la“bottega dello Speziale a San Trovaso” (Vita di GregorioLazzarini scritta da Vincenzo da Canal P.V. pubblicata per laprima volta nelle nozze Da Mula – Lavagnoli, Venezia 1809, p.LI) e realizzato nel 1675. La biografia menziona infatti unaserie di opere disgraziatamente non più rintracciabili e fraqueste “la favola di Giove e d’Io trasformata in vacca”, la primaopera a carattere profano eseguita dal ventenne GregorioLazzarini.Date le dimensioni ragguardevoli del dipinto è più cheprobabile la sua destinazione nel contesto di un arredopittorico dal contenuto allegorico-mitologico, così comefacevano intendere i soggetti delle altre sei tele nominateassieme alla nostra dal da Canal. E’ anche verosimile che ilgiovane artista all’inizio della sua carriera si rivolgesse a unaclientela borghese, ma che tuttavia, nel caso dello ‘Speziale’,allora si doveva ritenere di tutto riguardo. E’ noto, infatti, comefossero ricchi e stimati coloro che esercitavano questaprofessione nella città lagunare ed è probabile che alcuni diloro avessero abbellito le pareti delle loro botteghe con i dipintidegli artisti reputati insieme abili ed economici (ricordiamo

come nel celebre dipinto di Pietro Longhi intitolato Ilfarmacista alle Gallerie dell’Accademia sopra l’armadio dellabottega è riconoscibile una Natività del veronese AntonioBalestra). A sostegno dell’identificazione del nostro dipinto conquello citato nella biografia suddetta, il fatto che il Lazzarinifrequentasse un’Accademia privata in San Trovaso, il quartierein cui si trovava anche lo ‘Speziale’ che, dunque, avrebbepotuto ben conoscerlo ed ingaggiarlo.Nel 1675 Gregorio Lazzarini era infatti considerato un maestroin via di affermazione, come si evince dal dipinto in esame incui, “nonostante qualche acerbità di ordine compositivo, paregià tutta formata quell’aspirazione al ‘fare grande’, nel solcopiù rigoroso tracciato dall’esperienza del pieno Seicento, dellaquale il giovane maestro veste i panni con grande slancio, nelrievocare, ad esempio, i modi di Antonio Zanchi enell’avvicinarsi alla più sperimentale pittura di SebastianoRicci: uno slancio che sembra avviare l’artista verso una piùsolida e riconoscibile maniera dopo i primi insegnamentipresso “Francesco Rosa Genovese, che aveva del gagliardo,risaltante e risoluto” e “Girolamo Forabosco, pittore finito,diligente e vago, e quindi caro all’universale (Vita di GregorioLazzarini cit., p. XX). Due punti fermi nella formazione diGregorio Lazzarini che riscontriamo puntualmente nel dipintoqui esaminato, ove Giunone cerca di riconquistare Gioveinnamoratosi di Io, cui allude la testa di mucca che sbuca dasinistra.

Provenienza:Madrid, EscolrialParigi, collezione Hausmann

Bibliografia:F. Magani, Antonio Bellucci. Catalogo ragionato, Rimini 1995,p. 208

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74 ANDREA MELDOLLAdetto LO SCHIAVONEZara 1510/15 – Venezia 1563

LA SAMARITANA AL POZZOolio su tela, cm 55x111

€ 150.000-190.000

La tela raffigura il noto episodio narrato dal Vangelo diGiovanni (4, 1-30) secondo il quale Gesù, recandosi dallaGiudea alla Galilea, sostò per riposare presso il ‘pozzo diGiacobbe’, fuori della città di Sicàr, in Samaria. Una donna delposto, un’adultera, venne a prendere acqua e fu moltosorpresa nel sentirsi chiedere da bere, non soltanto perchéera contro le consuetudini che un ebreo si rivolgesse a unostraniero, ma a causa dell’antico odio dei giudei per isamaritani che comportava addirittura il rifiuto di bere daglistessi recipienti. I discepoli di Gesù, sulla destra dellacomposizione, alle spalle della giovane, tornando dalla città, sistupirono vedendo Gesù che parlava con la donna. Il Messiaaveva infatti colto l’opportunità per impartirle uninsegnamento in forma di metafora: “chiunque beve diquest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell’acqua che iogli darò non avrà mai più sete”.L’autore del dipinto è stato giustamente individuato da LionelloPuppi (comunicazione al proprietario) in Andrea Meldolla,anche noto come lo Schiavone, pittore che ebbe un ruolofondamentale nella diffusione del manierismo di stampoemiliano fra le lagune. In contrasto con le notizie fornite dalRidolfi nel Seicento che lo descriveva come un artista misero erandagio, “nato di bassi parenti schiavoni”, alla ricerca dicommissioni di poco conto e alla dipendenza di “dipintori dabanche”, le fonti documentarie, in accordo con l’Aretino eVasari, identificano il pittore nel figlio di un uomo d’arme alservizio della Repubblica veneziana che godette di notevolereputazione presso gli artisti suoi contemporanei sia pressouna cerchia di colti committenti e professionisti. Formatosi inambiente tizianesco, dopo un iniziale avvicinamento ai modi diBonifacio de’ Pitati, fu tra i primi ad accogliere e rielaborarecon grande originalità le novità della cultura figurativa tosco-romana introdotta dal Salviati e dalle stampe di Parmigianino;tuttavia, l’ostilità di alcuni settori della cultura figurativalagunare, e in particolare le aspre critiche di Paolo Pino, loindussero probabilmente a ripiegare verso modi piùtradizionali.

L’influsso di tali motivi si coglie nell’opera che qui si presenta,in cui il raggruppamento serrato delle figure in dueschieramenti distinti e relegati all’estrema destra e all’estremasinistra del quadro rimandano ad altre complessecomposizioni come l’Incontro di Giacobbe ed Esaù delleCollezioni Reali inglesi. Tipica dello Schiavone è la tendenza acontrarre i piani in profondità con effetti di delicata dissolvenzaatmosferica, come si nota dallo scorcio cittadino giocato suitoni azzurrati, memore di analoghe soluzioni adottate daTiziano e da Lambert Sustris. Anche la pennellata sciolta el’esecuzione corsiva delle figure e dei panneggi sottilissimi einconsistenti rimanda ai modi del pittore neerlandese, assiemeal quale lo Schiavone, attorno alla metà degli anni Quaranta,aveva lavorato alla decorazione della Villa Pellegrini traChioggia e Monselice, probabilmente distrutta. La tavolozzacromatica, giocata sui toni prevalentemente bruno-grigi eazzurro-polvere dell’ambientazione spaziale è ravvivata dallemacchie giallo oro, rosso ciliegia, azzurro e rosa accesi dellevesti delle figure principali, secondo un espediente volto adesaltare i protagonisti della scena e a lasciare quasi‘mimetizzare’ gi astanti con le mura della città. Il modoliberissimo di raccontare l’evento, con una pennellata fresca,di gran tocco, e con viva espressività comune sia alle incisioniche ai dipinti dello Schiavone, pongono la nostra telaperfettamente in linea con altre opere certe di soggettoreligioso del pittore quali la Pietà della Pinacoteca di Dresda,la Conversione di Saulo della Pinacoteca Querini Stampalia diVenezia, l’Adorazione dei Magi della Pinacoteca Ambrosiana diMilano, le tele della Cantoria di Santa Maria del Carmine aVenezia e le due ante d’organo dipinte per la chiesa di SanPietro a Belluno. La tela in oggetto sarà oggetto di studio da parte del prof.Lionello Puppi.

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75 GIOVANNI DEL BIONDOFirenze, documentato dal 1356 – 1398

MADONNA DEL LATTE E CROCIFISSIONE tempera e oro su tavola, cm 96,5x58,5

€ 120.000-150.000

L’importante tavola fu venduta nel 1934 a Torino come opera discuola senese del Trecento. Fu poi ricondotta da MiklosBoskovits al catalogo di Giovanni del Biondo, pittore formatosiintorno alla metà del Trecento nella bottega degli Orcagna,dove recepì gli influssi di Nardo di Cione collaborandovi versoil 1357 alla decorazione della cappella Strozzi in Santa MariaNovella. La ricostruzione di questa personalità artistica si devea Suida, che riunì molte opere sotto il nome convenzionale di‘Maestro della Cappella Rinuccini’, e al Gamba che identificòquell’anonimo artefice con Giovanni del Biondo. La tavola è collocabile verso la prima metà dell’ottavodecennio del secolo per una certa consonanza stilistica conopere di questi anni come il polittico della Cappella Tosinghi inSanta Croce (1372), due tavole con l’Incoronazione dellaVergine, una a Richmond (1372) e l’altra nella cattedrale diFiesole (1373), le parti di un trittico conservate nella chiesaparrocchiale di San Donato in Poggio (1375) e la predella delpolittico della Cappella Rinuccini in Santa Croce (1379). Lamarcata caratterizzazione dei personaggi è tipica, infatti, dellamaturità del pittore, da quando Giovanni si allontanò dal mododi dipingere degli Orcagna nel corso del settimo decennio delsecolo per poi riavvicinarvisi solo intorno agli anni Ottanta.Comune all’opera di Giovanni in questo torno di anni in cui,come ebbe a dire Zeri, cercò di “rinverdire le ariditàdell’accademia orcagnesca” e di tradurle in una “parlatarusticheggiante e saporita”, è il particolarissimo modo dicaricare i tratti fisionomici e la tipica morbidezza cerea degliincarnati, come anche l’intenso chiaroscuro che rende le formebruscamente tondeggianti, secondo un intento diriadattamento di prototipi giotteschi. Il pittore, allo stesso

tempo, semplifica e schematizza le forme, contenendole nelritmo dinamico del contorno che le stacca nitide, quasiritagliate, sul lucente fondo oro. I particolari dei ricami dellaveste del Bambino e dei cerchi delle aureole, elaborati conminuzia, rivelano quanto egli sia attratto dalla policromia edalla ricchezza narrativa della miniatura tardogotica. A sostegno dell’attribuzione, si confronti, inoltre, la nostraVergine con quella della tavola conservata a Figline Valdarnodella chiesa di San Francesco e la crocifissione della parteapicale con quella, già centro di trittico, della Memorial ArtGallery di Rochester (New York).

Provenienza:collezione Gualino, Torinocollezione Buscaini, Milanocollezione Grassi, Roma

Bibliografia:G. Castagnoli (a cura di), Dagli ori antichi agli anni Venti. Lecollezioni di Riccardo Gualino, catalogo della mostra, Torino1982, p. 48, n. 7M. Boskovits, in “Art Bulletin”, 1972, 207, n. 33M. Boskovits, La pittura fiorentina alla vigilia delRinascimento, Firenze 1975, fig. 75W. Angelelli, A. de Marchi, Pittura dal Duecento al primoCinquecento nelle fotografie di Girolamo Bombelli, Milano1991, p. 163, n. 307R.Offner & K.Steinweg, A critical and Historical Corpus ofFlorentine Painting, New York 1969

PROPRIETA’ DI UN COLLEZIONISTA LOMBARDOLOTTI 75 - 76

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76 APOLLONIO DI GIOVANNIFirenze 1415/17 - 1456

MADONNA COL BAMBINO TRASAN GIOVANNI BATTISTA E SAN DOMENICOtempera e oro su tavola, cm 69x42

A RICHIESTA

Come confermato da Andrea de Marchi (comunicazionescritta), l’autore di questo dipinto va riconosciuto in Apolloniodi Giovanni, pittore fiorentino prevalentemente noto comedecoratore di cassoni nunziali con soggetti classici emitologici. Questa notevole produzione, cui si colleganostrettamente le miniature del Virgilio della BibliotecaRiccardiana (ms. 492), costituiva il corpus del cosiddettoMaestro dei cassoni Jarves o Vergil Master, prima diriconoscervi l’opera di Apollonio di Giovanni grazieall’identificazione dei cassoni nunziali per il matrimonio diPietro di Francesco di Paolo Vettori e Caterina di GiovanniRucellai (1463/65) con due pannelli, uno distrutto e l’altro oggiall’Oberlin Art Museum.Come rilevato da Ellen Callmann nella sua monografia del1974 su Apollonio, la produzione a carattere religioso delpittore consiste per lo più in anconette di piccole dimensioni,se si fa eccezione per le quattro tavole raffiguranti la Madonnacol Bambino e angeli in collezione Berenson, del Fogg ArtMuseum, della Berea College Study Collection e già dellacollezione Toscanelli di Pontedera, di una Madonna incollezione Dreyfuss e Thompson a Parigi, delle Annunciazionidel Museo della Collegiata di Castigliane Olona e di SanMartino a Mensola e del Thronum Gratiae con i santi Cosma,Damiano, Sebastiano, Giuliano e Francesco delle galleriefiorentine, già depositato ai Musei civici di Pistoia. Si tratta diopere in cui è chiaro il rapporto con Giovanni di ser Giovannidetto Lo Scheggia, fratello minore di Masaccio, e conFrancesco Pesellino, artista attivo già negli anni Quaranta, deiquali vengono riproposte le fisionomie dai volti carnosi e dainasi e dalle palpebre un po’ squadrati; il trattamento deipanneggi e dei boccoli delle capigliature, invece, rimanda adanaloghe soluzioni angelichiane probabilmente note adApollonio tramite Zanobi Strozzi.Proprio nel momento del percorso artistico del pittore che piùrisente della maniera del Pesellino e di Domenico di Michelinopuò essere collocata cronologicamente la nostra tavola, per laquale può essere istituito un calzante confronto con

l’Annunciazione della Yale University Gallery di New Haven(che replica con varianti quella di San Martino a Mensolasopracitata), molto vicina a Pesellino per l’intaglio netto eminuto delle pieghe dei panneggi. Come nota de Marchi, ilvolto carnoso dell’arcangelo Gabriele può essere avvicinato aquello della nostra Vergine per le stesse palpebre rigonfie e lelabbra sottili; simile è l’andamento calligrafico dell’orloinferiore delle vesti e dei riccioli delle capigliature. Larotondità dei volti, invece, richiama i tipi di Domenico diMichelino.Rielaborando il tipico schematismo delle sua anconettedevozionali, il pittore fa sedere la Madonna su un tronocompletamente nascosto dalle vesti, affidando lamonumentalità della figura alla sola costruzione plastica inrisalto sul fondo oro; la affiancano in posizione avanzata, asinistra, il Battista che addita Gesù e, a destra, san Domenicocon i gigli e l’abito del suo ordine. La scena è introdotta da unapedana sagomata ad esedra, sul primo piano, appositamenteper ospitare un cantaro biansato e baccellato in lamina d’oro, acontenere gigli e rose bianche recisi, allusivi alla purezza dellaVergine. Il Bambino, che solitamente Apollonio raffigurairrequieto e vivace, secondo i modelli lippeschi e donatelliani, èqui piuttosto composto ed educato, già un po’ cresciuto, ed èintento a srotolare un cartiglio dal testo non più leggibile,aiutato dalla Madre. A sostegno di una datazione anteriore alsesto decennio, quando l’arte di Apollonio evolse versostilizzazioni più aspre alla Neri di Bicci, il capo scoperto dellanostra Madonna, appena protetto da un velo trasparente con labordura puntinata di bianco, secondo una soluzione cheanticipa la ripetizione delle sofisticate acconciature alla FilippoLippi e l’abitudine di porre i nimbi dorati in scorcio prospettico,come fossero piattelli. Come sottolinea ancora de Marchi, ladecorazione razzata dei nimbi bidimensionali rimandapiuttosto al mondo angelichiano di Zanobi Strozzi econtribuisce a confermare l’esecuzione dell’opera negli anniQuaranta del Quattrocento.

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PORCELLANE ITALIANELOTTI 77 - 103

«Se le cose stavano veramente così, se per l’immaginazione del Settecento laporcellana non era solo un materiale esotico come un altro ma una sostanza magicae talismanica – la sostanza della longevità, della potenza, dell’invulnerabilità – alloraera più facile capire perché il re avesse riempito di quarantamila pezzi un interopalazzo»

B. Chatwin, Utz, 1989

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78 SCULTURA

€ 1.200-1.500

in porcellana bianca modellata a rappresentare una figurafemminile della Commedia dell’Arte. Abbigliata con unasemplice camiciola e un ampia gonna svolazzante, la donna,stante, è ritratta con il volto all’insù in un’espressione di beataspensieratezza, il corpo assume una posizione complicata,poco elegante, una gamba in avanti, un braccio sul fianco. Laplasticità dell’opera è caratterizzata dalla materia vibrantericca di passaggi chiaroscurali che ne enfatizzano la dinamicitàe l’espressività. L’opera, scevra di policromia, si data al periodotardo Barocco, inserendosi tra le maschere della Commediadell’Arte direttamente ispirate alle sculturine di Vienna.Manifattura Ginori, Doccia, XVIII secoloh. cm. 10,5

77 SCULTURA

€ 1.200-1.500

in porcellana bianca modellata a rappresentare una figuramaschile della Commedia dell’Arte. L’uomo con il voltofortemente caratterizzato nei tratti fisionomici, simili a quellidi una maschera, e nell’espressione sorniona, è coltoprobabilmente nell’atto di vendere ciò che porta nella borsa atracolla; gli abiti umili lo identificano come un popolano. Ilmodellato e l’assenza di policromia datano l’opera al periodotardo Barocco, inserendosi tra le maschere della Commediadell’Arte direttamente ispirate alle sculturine di Vienna.Manifattura Ginori, Doccia, XVIII secoloh. cm. 11

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79 GRUPPO

€ 2.000-2.500

in porcellana bianca modellata a rappresentare una donna di origini popolari comesi evince dalla cuffia che raccoglie i cappelli, l’abito semplice con lo scolloarrotondato e il grembiule, le maniche rimboccate lasciano scoperte le robustebraccia, con le quali regge un vaso; accanto un bimbetto richiama la sua attenzione.Il modellato pur non soffermandosi sui dettagli si caratterizza per la particolareattenzione ai passaggi chiaroscurali che esaltano la dinamicità e la resa deicaratteri fisionomici del gruppo. L’opera proprio per la semplicità e naturalezzaplastica si data nel periodo tardo Barocco. Tali figurine, insieme ai noti gruppi dellemaschere della Commedia, le Stagioni o i caramogi, si ispirano a modelli europei.Manifattura Ginori, Doccia, XVIII secoloh. cm. 13,5

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80 GRUPPO

€ 2.200-3.000

in porcellana bianca modellata a rappresentareVenere appare ad Enea e Acate, episodio tratto dalpoema di Virgilio. Stanti su nuvole a riccio ecartouches rocaille Venere, nelle vesti dicacciatrice, si presenta ad Enea e al suo amicoAcate, dopo il naufragio a Cartagine, perindirizzare l’amato figlio verso il palazzo di Didone.Alle spalle della dea della bellezza si trova Cupidointento a giocare con una colomba. Lastraordinaria qualità del manufatto rispecchial’operato congiunto del francese Jean PierreVarion e dell’estense Girolamo Franchini, comeconfermano i più recenti studi di Giuliana Ericani.Le figure hanno caratteristiche peculiari checompaiono in altre opere di questo periodo comeVenere e Amore o Venere appare a Vulcano:«forme tornite, gambe tozze, gesti leziosi, visi conmento e naso a punta, occhi a mandorla, bocchepiccole e femminee anche nelle figure maschili».Lo spettatore rimane affascinato dai raffinatiparticolari minuziosamente descritti come i fioriche adornano le chiome di Venere, le piume suicopricapi maschili o l’albero. Il gruppo mitologico,qui presentato, si rifà con precisione ad una fonteiconografica, individuata dagli studiosi Lane eBaroni: il cenotafio per i reali di Francia, disegnatoda Schenau per l’incisore Littrer. Esistono altreversioni di questo esemplare conservate ai MuseiCivici di Torino e al Victoria and Albert Museum diLondra.Este, 1778-1785h. cm. 16

Bibliografia di confronto:G. Ericani, Le manifatture atestine del Settecentoe dell’Ottocento: Brunello e Franchini, in Laceramica nel Veneto. La Terraferma dal XIII alXVIII secolo, Verona, 1990, p. 394A. Mottola Molfino, L’arte della porcellana in Italia,vol. I, Busto Arsizio, 1976, p. 56, fig. 333

80 retro

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81 GRUPPO

€ 2.800-3.500

in porcellana bianca modellata a rappresentare IlConcerto. Nella scultura, modellata a tutto tondo,la scena si sviluppa attorno ad un rigogliosoalberello: un suonatore di mandola, assiso su unaroccia, e due cantanti, un giovine vestito con frac ecappello e una dama. La ricercatezza delle pose siunisce ad un modellato che si arricchisce deiparticolari: le complicati acconciature, anchemaschili, i nastri e le rifiniture che ornano gli abiti,i sottili racemi fioriti. Base ad imitare una roccia. Iltema del Concerto è in assoluto uno dei piùreplicati nel Settecento da tutte le manifattureeuropee.Manifattura Antonibon, Nove, XVIII secoloh. cm. 32

Bibliografia di confronto:G. Ericani, P. Marini, N. Stringa, La ceramica degliAntonibon, Milano, 1990La ceramica nel Veneto. La Terraferma dal XIII alXVIII secolo, a cura di G. Ericani e P. Marini,Verona, 1990

81 retro

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82 SCULTURA

€ 1.500-2.000

in porcellana bianca modellata a tutto tondo a rappresentareuna giovinetta con mandola. Gustoso ritratto che mantiene unmodellato semplice che non assorbe i leziosi dettagli tipicidella scultura Rococò, imprimendo una particolare naturalezzaalla figura. La caratterizzano le rigide pieghe della veste con loscollo arrotondato e ingentilito da un colletto dall’orlo lobato, ilvolto florido, la postura complicata e precaria, i goffi piediscalzi.Manifattura Cozzi, Venezia, 1770-1790h. cm. 14,5

Bibliografia:F. Stazzi, Le porcellane veneziane di Geminiano e VincenzoCozzi, Venezia, s.d., pp. 240-241, fig. 72

Bibliografia di confronto:A. Mottola Molfino, L’arte della porcellana in Italia, vol. I,Busto Arsizio, 1976

83 GRUPPO

€ 2.000-2.500

in porcellana bianca modellata a tutto tondo a rappresentaredue musici. Entrambi assisi su dei tronchi d’albero, un giovanetiene in mano un corno mentre si rivolge ad una dama con unaghironda, che ricambia il suo sguardo. La ricercatacomposizione piramidale della scena, che si rifà allemanifatture europee, in particolare a quella di Meissen, sicombina con il semplice modellato che caratterizza questeporcellane. Base circolare a rocchetto, modanata e percorsada animali fantastici dalle cui fauci escono ghirlande fogliacee.Manifattura Cozzi, Venezia, 1770-1790h. cm. 16,5

Bibliografia:F. Stazzi, Le porcellane veneziane di Geminiano e VincenzoCozzi, Venezia, s.d., pp. 244-245, fig. 84

Bibliografia di confronto:A. Mottola Molfino, L’arte della porcellana in Italia, vol. I,Busto Arsizio, 1976

82

83

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84 GRUPPO

€ 2.500-3.500

in porcellana bianca modellata a rappresentaregentiluomini e contadini che riposano seduti aipiedi di un albero. La scena si svolge intornoall’alto tronco, le figure dialogano amabilmente traloro a due a due. Nell’esemplare, qui proposto, siapprezza particolarmente la ricercata naturalezzadata alle sculture e più in generale all’atmosfera,pur mantenedo un modellato semplice. Lamanifattura Cozzi ha prodotto numerosi gruppi estatue la cui iconografia ha una valenza simbolica.Manifattura Cozzi, Venezia, 1770-1790h. cm. 31

Bibliografia:F. Stazzi, Le porcellane veneziane di Geminiano eVincenzo Cozzi, Venezia, s.d., pp. 244-245, fig. 86

Bibliografia di confronto:A. Mottola Molfino, L’arte della porcellana in Italia,vol. I, Busto Arsizio, 1976

84 retro

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85 GRUPPO

€ 3.000-4.000

in porcellana bianca modellata a rappresentare tregiocosi putti. All’ombra di un arco di arbusti unfanciullo ebbro, come si deduce dalla fiaschettaaperta a tracolla, riposa dopo aver raccolto lemessi, un fascio di grano si trova ai suoi piedi. Unafanciulla si erge per sottrarre la falce nella manodel dormiente, e contemporaneamente con unamano tappa la bocca dell’amico perché non facciala “spia”. La ricercata composizione piramidaledella divertente scena, che si rifà alle manifattureeuropee, si combina con il semplice modellato checaratterizza queste porcellane. La manifatturaCozzi ha prodotto numerosi gruppi e statue la cuiiconografia ha una valenza simbolica.Si conoscono altri due esemplari simili. Base arocchetto modanata.Manifattura Cozzi, Venezia, 1770-1790h. cm. 22,5

Bibliografia:F. Stazzi, Le porcellane veneziane di Geminiano eVincenzo Cozzi, Venezia, s.d., pp. 240-241, fig. 73

Bibliografia di confronto:A. Mottola Molfino, L’arte della porcellana in Italia,vol. I, Busto Arsizio, 1976S. Levy, G. Morazzoni, Le porcellane italiane, vol. I,Milano, 1960, tav .83

85 retro

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86 FIGURA

€ 1.500-2.000

in porcellana bianca squisitamente dipinta in policromia inprevalenza nei toni dell’azzurro, verde, bruno e rosso. Ladeliziosa scultura ritrae un giovinetto stante, abbigliato conuna marsina bianca decorata a righe verdi e tralci di fioristilizzati, il risvolto dei polsini in azzurro, brache rigate inrosso su calze bianche e scarpe a punta azzurre. La leziosapostura con un braccio appoggiato ad un fianco e una manoche avvicina un delicato fiore al volto esprimono pienamente ilgusto Rococò dell’epoca.Manifattura Antonibon, Nove, XVIII secoloh. cm. 10,5

Bibliografia di confronto:G. Ericani, P. Marini, N. Stringa, La ceramica degli Antonibon,Milano, 1990La ceramica nel Veneto. La Terraferma dal XIII al XVIII secolo,a cura di G. Ericani e P. Marini, Verona, 1990A. Mottola Molfino, L’arte della porcellana in Italia, vol. I,Busto Arsizio, 1976

87 FIGURA

€ 1.500-2.000

in porcellana bianca squisitamente dipinta in vivace policromiain prevalenza nei toni del verde, rosso e rosa acceso. Ladeliziosa scultura ritrae un giovinetto stante, abbigliato con uncappello a tesa larga rigato, una lunga marsina bianca a righerosse con dei risvolti sul collo in verde chiaro, brache a fascerosa accesso e verde. Le leziosa e complicata postura con unpiede sollevato quasi a compiere un passo di danza e una rosacarminio in mano esprimono pienamente il gusto Rococòdell’epoca.Manifattura Antonibon, Nove, XVIII secoloh. cm. 11

Bibliografia di confronto:G. Ericani, P. Marini, N. Stringa, La ceramica degli Antonibon,Milano, 1990La ceramica nel Veneto. La Terraferma dal XIII al XVIII secolo,a cura di G. Ericani e P. Marini, Verona, 1990A. Mottola Molfino, L’arte della porcellana in Italia, vol. I,Busto Arsizio, 1976

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88 GRUPPO

€ 3.500-4.500

in porcellana bianca dipinta parzialmente dipintain policromia in prrevalenza nei toni del verde,malva. La scultura raffigurante L’omaggio delcontadino presenta due fanciulle, una stesa conveste bianca decorata a righe verdi e fiori stilizzatirossi, mentre si intrattengono con un giovanepastore, con branche e marsina verdi su calzebianche, accompagnato dal fedele cagnolino, cheporge una colombella. L’altra fanciulla, in vestecarminio chinè, incoraggia l’amica ad accettare ildono. Alle spalle un amorino assiste alla scena.Base ad imitare la roccia. La graziosarappresentazione si ispira al tema dell’Arcadia,tanto di moda in quel periodo e che ha visto unavasta diffusione, grazie alle stampe di Remondini,delle incisioni francesi di Daman che presentavopastorelli sempre raffigurati nei loro abiti festivi, efanciulle, con fiocchi e scarpette a punta, mentreconversano amabilmente. L’opera sicontraddistingue per un modellato costruito apiani larghi che indugia sulla descrizione deiparticolari in cui, come scrive Giuliana Ericani,«pur nella ricercata graziosità degli insiemi, spira[…] una gravitas da statuaria classica».Manifattura Antonibon, Nove, 1775-1790

Esposizioni:La ceramica degli Antonibon, Palazzo Agostinelli,Bassano del Grappa, 1990

Bibliografia:G. Ericani, P. Marini, N. Stringa, La ceramica degliAntonibon, Milano, 1990, p. 173, fig. 259La ceramica nel Veneto. La Terraferma dal XIII alXVIII secolo, a cura di G. Ericani e P. Marini,Verona, 1990, p. 322

88 retro

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89 FIGURA

€ 1.500-2.000

in porcellana bianca magistralmente dipinta in policromia inprevalenza dei toni dell’azzurro, giallo, rosso e violetto. Ladeliziosa scultura ritrae una giovane fanciulla in abiti orientali:una sopraveste bianca decorata a righine violetto ingentilita dacolletto lobato e cinta gialli su una lunga tunica con fiori rossistilizzati. Il morbido modellato si coniuga con la delicatacromia creando un’opera di estrema raffinatezza.Manifattura Cozzi, Venezia, 1770-1790h. cm. 11,5

Bibliografia:F. Stazzi, Le porcellane veneziane di Geminiano e VincenzoCozzi, Venezia, s.d., p. 216, tav. LIII

90 FIGURA

€ 1.500-2.000

in porcellana bianca magistralmente dipinta in policromia inprevalenza dei toni del verde, rosso e violetto. La deliziosascultura ritrae un bimbo in abiti cinesi: un chimono carminiochinè aperto lascia vedere la lunga tunica bianca decorata arighine rosse e fiori stilizzati stretta in vita da una cinta, unbuffo cappellino verde sul capo. Il morbido modellato siconiuga con la delicata cromia creando un’opera di estremaraffinatezza.Manifattura Cozzi, Venezia, 1770-1790h. cm. 12

Bibliografia:F. Stazzi, Le porcellane veneziane di Geminiano e VincenzoCozzi, Venezia, s.d., p. 216, tav. LIII

89

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91 FIGURA

€ 1.800-2.500

in porcellana bianca parzialmente dipinta in policromia. Lascultura tratta dal repertorio della Commedia dell’Arte ritraeuna damina abbigliata con una veste gialla e bianca dallaprofonda scollatura arrotondata che mette in evidenza il seno.Una mascherina nera le nasconde gli occhi. Il modellatosemplice esalta la naturalezza e il carattere maliziosodell’opera. Base sagomata a vaso rovesciato con fasciabaccellata e mascheroni grotteschi.Manifattura Cozzi, Venezia, 1770-1790h. cm. 14,5

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92 GRUPPO

€ 3.000-4.000

in porcellana bianca parzialmente dipinta in tenue policromia. Scultura raffigurante una scena cortese, Ilcorteggiamento, nella quale un giovane, con giacca rosa acceso lasciata aperta, gilet bianco ricamato afiori stilizzati, brache bianche e scarpe a punta, offre ad un dama un mazzetto di fiori. La giovane donna,una pastorella come si evince dall’agnellino accucciato a suoi piedi e dai vestiti semplici, è ritratta assisasu una roccia; il corpetto azzurro sulla veste bianca con le maniche rimboccate, che lasciano intravederele robuste braccia, la gonna alzata sul davanti a scoprire la sottoveste ricamata a fiori, i piedi nudi. Basesagomata a finte rocce. La modellazione risulta semplificata; la piacevolezza della scenetta riprende ilgusto dei tempi per la rievocazione moraleggiante dell’Arcadia in cui il mondo agreste dei contadini vieneidealizzato.Manifattura Ginori, Doccia, XVIII secoloh. cm. 25

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93 COPPIA DI CANDELIERI

€ 10.000-14.000

in porcellana bianca parzialmente dipinta in vivace policromia. Sculture modellate in foggia di turchi.Accuratamente descritti gli abiti con i gilet rosso e verde profilati in pelliccia, la fascia rigata allacciata invita e fittamente panneggiata, le brache larghe gialle e rosse su calze bianche e babbucce verdi e giallerispettivamente. Le due figure, stanti in una posa complicata costruita per contrapposti, reggono con unbraccio la bobéche a guisa di cornucopia nervata, tesa eversa con orlo a cespo fogliaceo. Base ovaledecorata a cartouche rocaille.Manifattura Ginori, Doccia, XVIII secoloh. cm. 23,5 ciascuno

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94 GRUPPO

€ 3.000-3.500

in porcellana bianca dipinta in vivace policromia. Su una zolla erbosa tre frondosi alberi fannno da quintascenica a un gentiluomo, con marsina carmine chinè aperta sulla camicia bianca, pantaloni giallo chiaro sucalze bianche e scarpe a punta nere, che offre un mazzo di fiori ad una fanciulla in abiti semplici con lasopraveste alzata sul davanti. La giovane è stata sorpresa dal galante gentiluomo mentre raccoglieva dei fiori,come si evince dal cesto ricolmo di delicatissime roselline appoggiato a terra. La scena ripropone il temaidealizzato dell’Arcadia, uno dei più amati nel Settecento.Manifattura tedesca, XVIII secoloh. cm. 22,5

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95 FIGURA

€ 25.000-30.000

in porcellana bianca parzialmente dipinta in policromia. Lascultura raffigura probabilmente un personaggio dalla serievoci di Napoli. Il modellato presenta le consuetecaratteristiche del primo periodo della manifattura diCapodimonte: la sobrietà delle note di colore (ridotte quasial solo profilo degli abiti) esaltano la bellezza e il candoredella materia, l’assenza di minuzie e dettagli, l’attenzionealla espressività dei volti e al senso di movimentoattraverso gli effetti luministici. Come ricorda la studiosaMottola Molfino «con le figurine Capodimonte realizzòopere d’arte di tale intensità e ricchezza di espressioni esignificati da porle tra i più alti risultati figurativi dell’età delRococò. I commedianti ironici e dispettosi, i venditoriprotervi e allegri, gli innamorati eleganti o plebei […]». Levoci di Napoli costituiscono infatti, insieme ai “generi” dei“gruppi galanti”, alle scenette tratte dalla Commediadell’Arte e dalla vita domestica, il variopinto repertorio direaltà quotidiane a cui attinge Giuseppe Gricci. L’artista, acui possiamo attribuire senza esitazioni l’opera quiproposta, infonde alla sua produzione plastica lafreschezza e la giocosa malizia tipicamente partenopee, chesi fonde alla cultura europea contemporanea diffusaattraverso le stampe delle opere di Watteau, Boucher eLancret, già assorbite da Meissen.Manifattura Capodimonte, Napoli, periodo Carlo IIIh. cm. 16Restauri

Bibliografia di confronto:Mottola Molfino, L’arte della porcellana in Italia, vol. II,Busto Arsizio, 1977

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96 COPPIA DI TAZZINE

€ 800-1.000

in porcellana bianca parzialmente dipinta in policromia acreare piccole vedute paesaggistiche con architetture rurali;profilo superiore a doppia filettatura rossa e blu.Treviso, XVIII secolo

97 TAZZINA

€ 1.500-2.000

completa di piattino in porcellana bianca parzialmente dipintain bicromia verde e rosso mattone a motivi di foglie di tabaccotra steli fioriti e pagode stilizzate.Manifattura Antonibon, Nove, XVIII secolo

96

97

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98 COPPIA DI TAZZINE

€ 4.000-5.000

complete di piattino in porcellana bianca parzialmente dipinta a piccolo fuoco nei toni delle porpore, azzurro, verde,giallo e nero, a creare elegante decoro di gusto neoclassico con nastro che con movimento sinuoso, che rivela gliechi dello stile Rococò, compone medaglioni e nastri d’amore che legano bouquets di fiori con piccole rose e altrifiorellini, quest’ultimi sottilmente profilati in nero. Piatto circolare con tesa lievemente eversa; tazzina alta conmanico ad orecchio, piede ad anello.Marca di fabbrica con N incisaManifattura G.B. Antonibon - F. Parolin, Nove, 1790-1800 c.a

Esposizioni:La ceramica degli Antonibon, Palazzo Agostinelli, Bassano del Grappa, 1990

Bibliografia:G. Ericani, P. Marini, N. Stringa, La ceramica degli Antonibon, Milano, 1990, pp. 136-137, scheda e fig. 202La ceramica nel Veneto. La Terraferma dal XIII al XVIII secolo, a cura di G. Ericani e P. Marini, Verona, 1990, p. 329

Bibliografia di confronto:S. Levy, Tazzine italiane da collezione, Milano, 1968, tav. 45

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99 part.

99 DUE TAZZINE

€ 6.000-7.000

complete di piattino in porcellana bianca caratterizzata dai profili dorati e parzialmente dipinta a piccolofuoco in vivace policromia, nei toni del viola, porpora, giallo, rosso ferro, azzurro e verde, a creare decoro acineserie con personaggi, impegnati in svariate attività, stanti o assisi su un terreno erboso e circondati dadiversi paesaggi con rigogliosi arbusti e costruzioni di gusto orientale. Piatti circolari dalla tessalievemente eversa; tazzine a coppetta, piede ad anello. Per la creazione delle fantasiose immagini i pittorinovesi si sono ispirati alle incisioni del Livre des chinois disegnate da Jean Baptiste Pillement e incise daCarnot, edite a Londra nel 1758. Le due tazzine, qui presentate, sono parte di un servizio che comprendevasette pezzi, esposti nella mostra dedicata alla manifattura Antonibon nel 1990. I due suppellettili risultanodi particolare pregio e intersesse poiché se ne conoscono le fonti iconografiche: in una la figura di unorientale, seduto su di un masso di spalle, con un bizzarro copricapo a due punte, risulta l’unica figura diquesto tipo di decoro ad essere fedelmente ripresa dalla suddetta serie, mentre nell’altra l’omino ritrattoassiso di profilo mentre suona il corno, deriva da una stampa conservata presso la Civica Raccolta AchilleBertarelli di Milano, probabilmente risalente al catalogo Remondini di Bassano del Grappa. Anche i singolielementi che si inseriscono nei paesaggi, come i frondosi alberi, gli splendidi insetti e le architetture, sonodesunti dalle incisioni di Carnot ma di difficile individuazione grazie alle originali composizioni.Marca di fabbrica con asterisco in rossoManifattura Antonibon, Nove, XVIII secolo

Esposizioni:La ceramica degli Antonibon, Palazzo Agostinelli, Bassano del Grappa, 1990

Bibliografia:G. Ericani, P. Marini, N. Stringa, La ceramica degli Antonibon, Milano, 1990, pp. 129-130, scheda e fig. 179

Bibliografia di confronto:S. Levy, Tazzine italiane da collezione, Milano, 1968

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100 TAZZINA

€ 5.000-6.000

completa di piattino in porcellana bianca caratterizzata dai profilidorati e parzialmente dipinta in vivace policromia a creare decororaffigurante l’Ascensione della mongolfiera fra rigogliosi paesaggicon frondosi alberi, dame e gentiluomini che assistono al mirabileevento. Si tratta con tutta probabilità della rappresentazione delglobo aerostatico che prese il volo a Venezia il 15 aprile 1784raggiungendo l’altezza di 2155 piedi. Questo ornato si trova in altriesemplari della manifattura Cozzi. Piattino circolare con tesalievemente rialzata; tazzina a coppetta senza manici.Marca di fabbrica con ancora in rossoManifattura Cozzi, Venezia, XVIII secolo

Esposizioni:Le porcellane di Venezia nel Settecento. Vezzi, Hewelcke, Cozzi, CàRezzonico, Venezia, 1998

Bibliografia:Le porcellane di Venezia nel Settecento. Vezzi, Hewelcke, Cozzi, acura di F. Pedrocco, Venezia, 1998, pp. 72-73, figg. 97-98F. Stazzi, Le porcellane veneziane di Geminiano e Vincenzo Cozzi,Venezia, s.d., p. 215, tav. XLIXS. Levy, Tazzine italiane da collezione, Milano, 1968G. Morazzoni, Porcellane italiane, vol. I, Milano, 1960, tav. 47B

101 TAZZINA

€ 5.000-6.000

completa di piattino in porcellana bianca caratterizzata dai profilidorati e parzialmente dipinta in vivace policromia a creare decororaffigurante l’Ascensione della mongolfiera fra rigogliosi paesaggicon frondosi alberi, dame e gentiluomini che assistono al mirabileevento. Si tratta con tutta probabilità della rappresentazione delglobo aerostatico che prese il volo a Venezia il 15 aprile 1784raggiungendo l’altezza di 2155 piedi. Questo ornato si trova in altriesemplari della manifattura Cozzi. Piattino circolare con tesalievemente rialzata; tazzina a coppetta senza manici.Marca di fabbrica con ancora in rossoManifattura Cozzi, Venezia, XVIII secolo

Esposizioni:Le porcellane di Venezia nel Settecento. Vezzi, Hewelcke, Cozzi, CàRezzonico, Venezia, 1998

Bibliografia:Le porcellane di Venezia nel Settecento. Vezzi, Hewelcke, Cozzi, acura di F. Pedrocco, Venezia, 1998, pp.72-73, figg. 97-98F. Stazzi, Le porcellane venezianedi Geminiano e Vincenzo Cozzi,Venezia, s.d., p. 215, tav. XLIXS. Levy, Tazzine italiane dacollezione, Milano, 1968G. Morazzoni, Porcellaneitaliane, vol. I, Milano, 1960,tav. 47B

part.

100

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102 SERVIZIO DA CAFFÈ

€ 25.000-30.000

composto da sei tazzine complete di piattino in porcellana bianca parzialmente doratae dipinta in monocromo rosso a creare decoro di gusto orientaleggiante con pagode,frondosi alberi, ponticelli e motivi vegetali stilizzati. Piattino circolare con tesalievemente rialzata; tazzina alta con manico ad orecchio, piede ad anello. Dotate dicustodia originale rivestita in cuoio pressato ingentilito da dorati fiori recisi sparsi.Marca di fabbrica con ancora in rossoManifattura Cozzi, Venezia, 1770-1775bauletto cm. 16,5x31x26

Esposizioni:Arte al caffè, Bolzano, 2002Le porcellane di Venezia nel Settecento. Vezzi, Hewelcke, Cozzi, Cà Rezzonico,Venezia, 1998

Bibliografia:Arte al caffè, Bolzano, 2002, p. 81, fig. 62Le porcellane di Venezia nel Settecento. Vezzi, Hewelcke, Cozzi, a cura di F.Pedrocco, Venezia, 1998, p. 56, scheda e fig. 66F. Stazzi, Le porcellane veneziane di Geminiano e Vincenzo Cozzi, Venezia, s.d.,pp.226-227, fig. 33

Bibliografia di confronto:N. Barbantini, Le porcellane di Venezia e delle Nove, Venezia, 1936

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103 TEIERA

€ 70.000-100.000

in porcellana bianca parzialmente dipinta in policromia nei toni del verdee rosso a creare motivi vegetali; corpo esagonale caratterizzato daelegante decoro in rilievo a raffigurare racemi di pruno fioriti compresinelle riserve lineari; nella spalla medaglioni con volativi anch’essi inrilievo. Breve collo a fascia percorso da fitte nervature verticali; coperchioa cupola costituito da riserve disposte a raggiera e ingentilito da finissimitralci di vite intrecciati, presa apicale in foggia di figura accovacciata suuna tartaruga; versatoio nervato di linea sinuosa nervato con attaccomodellato a mascherone dal pronunciato naso aquilino e l’espressionesorniona. Manico sagomato a guisa di sculturina orientale assisa, ispirataai lavori del cosiddetto Duramano che riflettono decori a chinoiseria eturcheria, infatti l’intero manufatto deriva da modelli orientali eseguiti daBöttger in terra rossa.Lo studioso Francesco Stazzi riconosce nel raffinato ornato di questoesemplare l’unica «espressione di scultura finora conosciuta nellaproduzione Vezzi». Esiste un esemplare simile, sebbene in porcellanabianca, con delle mancanze rispetto a quello qui presentato, nelle raccoltedi Cà Rezzonico a Venezia.Giovanni Vezzi, giovane rampollo di ricchissima famiglia, ebbe il merito diimportare a Venezia la formula chimica per creare la porcellana, scopertada Johann Friedrich Böttger, un alchimistica al servizio della corte diDresda. La sua manifattura fu fondata nel 1720 e, in ordine di tempo, fu laterza a nascere in Europa, dopo quella di Meissen (1710) e quella di DuPaquier di Vienna (1718). Chiuse i battenti nel 1727; nel breve volgere diquesti anni Giovanni Vezzi produsse diversi oggetti, in particolare servizida tè, e, in numero più limitato, vasi, piatti e caffettiere.Marca di fabbrica in rosso «Ven.a»Manifattura Vezzi, Venezia, 1723-1727h. cm. 15,5

Esposizioni:Le porcellane di Venezia nel Settecento. Vezzi, Hewelcke, Cozzi, CàRezzonico, Venezia, 1998

Bibliografia:Le porcellane di Venezia nel Settecento. Vezzi, Hewelcke, Cozzi, a cura diF. Pedrocco, Venezia, 1998, p. 32, scheda e fig. 17L. Melegati, Giovanni Vezzi e le sue porcellane, Milano, 1998, p. 80, schedae fig. 16F. Stazzi, Le porcellane veneziane di Geminiano e Vincenzo Cozzi, Venezia,s.d., tav. I

Bibliografia di confronto:A. Mottola Molfino, L’arte della porcellana in Italia, vol. I, Busto Arsizio,1976F. Stazzi, Le porcellane veneziane di Geminiano e Vincenzo Cozzi, Venezia,s.d.S. Levy, G. Morazzoni, Le porcellane italiane, Milano, 1960N. Barbantini, Le porcellane di Venezia e delle Nove, Venezia, 1936

103 part.

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MOBILI E OGGETTI D’ARTELOTTI 104 - 149

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104 COPPIA DI FORMELLE

€ 1.500-2.000

in legno riccamente scolpito, laccato, dorato e dipinto inpolicromia; corpo dal profilo sagomato culminante nella valvadi conchiglia apicale; sulla fronte, entro riserva a cartigliopolilobato, sant'Agata con i seni recisi su un piatto e unmonaco benedettino dalla lunga barba bianca con un pastoralein mano; sul retro rispettivamente uno scheletro con falce,personificazione della Morte, e Cristo crocifisso con il teschio aterra, memento mori.Una reca la data dipinta1663cm. 47,5x53,5 ciascuna

105 SERVIZIO DI PIATTI

€ 1.500-2.000

in porcellana bianca caratterizzata da profili dorati eparzialmente dipinta in policromia a creare elegante decoro acontrasto cromatico con fasce in monocromo rosa acceso ecornici, che percorrono gli orli, a spighe di grano e fiorelliniblu. Lo distinguono le forme bombate, i manici a voluta, icoperchi a cupola con prese apicali in foggia di boccioli.Lo compongono 127 pezzi: 10 tazzine da caffè con piattini, 1lattiera, 1 caffettiera, 12 portauovo,2 saliere con coperchio epiattino da portata, 4 alzatine di due misure, 2 fruttiere dallatesa traforata, 3 zuppiere circolari, di cui una di dimensionimaggiori, 2 piatti circolari da portata, 4 vassoietti in forma dilosanga, 24 piattini da dessert, 12 piatti fondi, 46 piatti piani, 4piattini ovali da portata.Manifattura Ginori, Doccia, prima metà del XX secolo

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106 COPPIA DI APPLIQUES

€ 1.500-2.000

a otto lumi in ferro laccato e in legno intagliato e argentato amecca; cartella costituita dall’elegante intreccio di volute,ingentilite da lunghe foglie lanceolate accartocciate, desinentinella bobéche a piattello. Dotate di impianto elettrico.Piemonte, XVIII secolocm. 82x101 ciascuna

107 GRANDE PORTAVIVANDE

€ 1.000-1.500

in Sheffield sbalzato e cesellato a creare cornici a motivifitomorfi stilizzati entro losanghe; brevi gambe a voluta; corpoovale dal profondo cavetto e l’ampia tesa eversa; coperchio acupola ingentilito da sculturina a guisa di fagiano,minuziosamente descritto nel piumaggio; manici arcuati.Inghilterra, XX secolocm. 46x96,5x62,5

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108 COPPIA DI COLONNE

€ 3.000-4.000

portabusto in noce; base e piano a sezione ottagonaleaggettanti; fusto troncoconico scanalato e ingentilito da fasciaa motivi fitomorfi stilizzati e profili a più modanature; capitelloispirato allo stile corinzio scolpito a lunghe foglie d’acantoaccartocciate con fruttini.XIX secoloh. cm. 101 ciascuna

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109 COPPIA DI MENSOLINE

€ 4.000-5.000

in noce intagliato; piano demi-lune in aggetto modanato efortemente sagomato, a seguire le mosse e contromosse dellafascia sottopiano; sostegno di linea sinuosa.Veneto, XVIII secolocm. 39,5x49x24,5 ciascuna

110 SCRITTOIO DA VIAGGIO

€ 400-600

a struttura rettangolare in legno; fronte a ribalta a celare pianodi scrittura, vani a giorno di diverse proporzioni, portapenne, eriserva per l’inchiostro. Sui fianchi manici a cartiglio.cm. 35x35x21

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111 COPPIA DI MOBILETTI

€ 2.500-3.500

in legno laccato bigio e dipinto in policromia a creare anfore eanimali fantastici che emergono dal fondo scuro. Baseottagonale dipinta a imitare una superficie marmorea; corpocilindrico dotato sulla fronte di una tablette estraibile sottesada un’anta.Napoli, periodo Neoclassicoh. cm. 93 ciascuno

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112 SEI SPECCHIERINE

€ 3.000-4.000

in legno intagliato, laccato bigio e caratterizzato da profilidorati; struttura rettangolare; cimasa centinata, profilo esternoa volute contrapposte a comprendere valva di conchiglia; alvertice inferiore palmetta.Marche, XVIII secolocm. 60x42,5 ciascuna

113 COPPIA DI TAVOLINI

€ 1.800-2.500

in legno intagliato, laccato avorio e caratterizzate da profilidorati, piano in marmo rosso di Verona dal profilo serpentino aseguire le mosse e contromosse della fascia sottopiano; fronteingentilita da valva di conchiglia; gambe en cabriole percorseda ornati fitomorfi stilizzati.XIX secolocm. 70x105x58 ciascuno

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114 COPPIA DI SPECCHIERE

€ 8.000-10.000

a struttura rettangolare in legno intagliato, laccato eparzialmente dorato; profilo interno frangiato, quello esternocon decoro a giorno costituito da susseguirsi di volutefogliacee accartocciate e steli fioriti di gusto rocaille, al verticesuperiore palmetta in aggetto sormontata da racemo fiorito.Napoli, XVIII secolocm. 91,5x49 ciascunaMancanze

115 TAVOLINO

€ 700-800

in legno dorato e dipinto; piano ovale caratterizzato da diversidecori fitomorfi, cornice a teoria di palmette; sostegni in foggiadi aquile reali con ali spiegate; traversa centrale a giraliraccordati al centro da elemento a coppa rovesciata; piedi ariccio.Roma, prima metà del XIX secolocm. 63x76x47

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116 VETRINA

€ 8.000-12.000

a doppio corpo interamente lastronata in bois de rosecon venature disposte a farfalla e caratterizzata elegantida profili dorati in rilievo; sezione superiore sagomata,ingentilita da cimasa a palmetta traforata di gustorocaille, dotata di antina vetrata dal profilo di lineaserpentina e sottesa da vano a giorno. Piano sinuoso emodanato a seguire le mosse e contromosse dei fianchie della fronte; fascia sottopiano ingentilita da riserve acartouche; eleganti gambe en cabriole raccordate dafiammella; piedi con scarpetta bronzea a volutafogliacea.Reca firma: A. HUGNET/PARISPeriodo Napoleone IIIcm. 194x85x43

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117 RITRATTO DI DAMA

€ 3.000-4.000

scolpito in marmo bianco. La scultura ritrae una giovanedama: l’aggraziato volto ovale dall’espressione serena èincorniciato da vaporose chiome ondulate parzialmenteraccolte, alcune ciocche ricadono sul petto lasciato scopertodall’ampia scollatura della veste, fittamente panneggiata.Francia, fine del XVIII secoloh. cm. 60

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118 PORTA

€ 14.000-18.000

a due battenti in legno laccato, dorato edipinto in policromia a imitare il marmoe la boiserie, impreziosita da profili eapplicazioni di gusto rocaille a crearevolute fogliacee accartocciate conpalmette e corolle frangiate. Strutturarettangolare caratterizzata da riservecon cornici a più modanature in rilievo acomprendere specchiature mistilinee. Lasezione superiore ospita una specchieracentinata. Il verso è anch’essointeramente laccato e dipinto inpolicromia. Presenta un decoro bipartito:nella parte superiore entro duespecchiature, a simulare una strutturaarchitettonica ad arco, due Re Magi,sontuosamente abbigliati con vesti inpreziosi tessuti, che deposte le corone,simbolo del loro potere, s’inchinanoadoranti, sul fondo un paesaggio confrondosi alberi; nella parte inferioresobrio decoro a cartouche e pendonifogliacei.Roma, XVIII secolocm. 260x142

118 retro

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119 LIBRERIA

€ 8.000-12.000

a struttura rettangolare in palissandro; mobile a doppio corpo; cappello di lineaspezzata gradinato e in aggetto; sezione superiore tripartita dotata di cinque grandiante vetrate di diverse proporzioni con mensole regolabili, i due laterali di maggioridimensioni e sporgenti; piano anch’esso di linea spezzata a seguire la fronte; fasciasottopiano dotata di quattro cassetti allineati, sottesi da cinque sportelli, con riservescorniciate, celanti vani a giorno, i due laterali ingentiliti da lesene a guisa di colonnescanalate con terminale a voluta e attacco a foglia stilizzata; fianchi lineari; basediritta.Inghilterra, inizi del XIX secolocm. 288x273x52

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120 SCRIVANIA DA CENTRO

€ 28.000-35.000

in legno intagliato e laccato avorio, impreziosita da cornici edecori dorati; piano, modanato e lievemente aggettante,fortemente sagomato a seguire le mosse e contromossedell’ampia fascia sottopiano; quest’ultima caratterizzata dalprofilo serpentino e da ricco decoro in stile neorococò con riservemistilinee entro cui emergono rose e racemi fioriti in rilievo, alcentro, sulla fronte, stemma a cartiglio percorso da volutefogliacee accartocciate con l’iscrizione LIBERTAS; sul verso lascrivania è dotata di cinque cassetti di diverse proporzionidisposti a galleria; gambe en cabriole ingentilite da ampia volutanervata e decori fitomorfi di gusto rocaille; piedi a guisa dizoccolo fesso.Una celebre foto (fig.1) ritrae l’onorevole Arpinati seduto allascrivania qui presentata nello studio in Campidoglio.Stato Pontifico, 1920 circacm. 85x175x94

fig. 1

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121 COPPIA DI PANCHE DA ANDRONE

€ 8.000-12.000

in legno intagliato, laccato e dipinto in policromia a crearedecoro di gusto rocaille con volute, lunghe foglie accartocciatee frangiate, valve di conchiglia e riserve a cartouche cheenfatizzano le forme sinuose; dorsale fortemente sagomato dilinea serpentina; sedile lineare modanato ad angoliarrotondati, sollevabile; grembiale anch’esso mosso.Veneto, periodo Luigi XIVcm. 127x192x 39 ciascuna

122 CASSONE

€ 3.000-5.000

a struttura rettangolare in noce intagliato, caratterizzato dacornici a più modanature; coperchio incernierato; frontecaratterizzata da specchiature decorate a bassorilievo conintrecci a motivi vegetali che comprendono stemma araldicocon un leone rampante con una stella e una gru; leseneanch’esse percorse da motivi fitomorfi; fianchi scorniciati;grembiale baccellato; piedi posteriori a mensola, quellianteriori a zampa ferina.Veneto, XVII secolocm. 58,5x160x52

121

122

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123 CASSONE

€ 3.000-5.000

a struttura rettangolare in noce intagliato caratterizzato dacornici modanate; coperchio incernierato e in aggetto, conelemento rialzato al centro; fronte dotata di riserva scorniciataa comprendere due specchiature in rilievo ed elementiornamentali torniti, riproposti nei fianchi; grembiale gradinato;piedi a zampa ferina.Emilia, XVII secolocm. 59,5x180x63

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124 CASSONE

€ 3.000-5.000

a struttura rettangolare in noce; coperchio incernieratomodanato e in aggetto; fronte con riserva scorniciataingentilita da bassorilievo a raffigurare susseguirsi di volte acuspide entro cui si stagliano gigli fiorentini e altri motivifitomorfi, all’intorno arbusti stilizzati; sui fianchi medaglionicon ritratti virili; grembiale gradinato; piedi posteriori amensola sagomata, quelli anteriori in foggia di leoncini.Lombardia, XVII secolocm. 56x162x67

125 TAVOLO FRATINO

€ 4.000-5.000

in noce intagliato; piano lineare aggettante; traversa, sproni egambe fortemente sagomati a volute contrapposte econcatenate.Lombardia, XVII secolocm. 74x126,5x63,5

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125

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126 CASSONE

€ 3.000-5.000

a struttura rettangolare in noce; coperchio incernierato sottesoda cornice a dentelli; fronte caratterizzato da intaglio a motivifloreali e, al centro, volute fogliacee con steli fioriti aracchiudere uno stemma aniconico; lesene con telamoni inaggetto; fianchi scorniciati; grembiale gradinato e baccellato;piedi posteriori a mensola sagomata; quelli anteriori a zampaferina.Lombardia, XVII secolocm. 51x154x53,5

127 TAVOLO

€ 5.000-6.000

a struttura rettangolare in noce intagliato; piano aggettante;traverse ad “H” e gambe tornite a balaustro con attacco adado, ingentilite da elementi a fusello ed elementi a vasetto;piedi a boccia schiacciata.Emilia, XVII secolocm. 77x128,5x59,5

126

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128 COPPIA DI ANGELI

€ 15.000-20.000

montati a lampada scolpiti in legno dorato. Di splendida fattura i due angeli alati, qui proposti,sono inginocchiati su vaporose nubi; abbigliati con una veste all’antica allacciata su una spallae ricadente in un ricco e copioso panneggio costruito con vibranti linee spezzate che, percontrasto, esaltano le morbide ed esili membra. I dolci ovali dei volti sono incorniciati daondulate chiome definite ciocca per ciocca. Originariamente le due sculture appartenevano adun complesso scultoreo, probabilmente una Natività. Dotate di impianto elettrico e paralumein tessuto.Toscana, XVI secoloangeli h. cm. 80 c.a ciascuno, lampada h. cm. 155 ciascuna

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129 CONSOLE

€ 10.000-12.000

in legno riccamente scolpito e dorato a creare esuberante decorodi gusto rocaille. Piano modanato in marmo rosso di Veronafortemente sagomato a seguire le mosse e contromosse dellafascia sottopiano traforata; quest’ultima costituita da susseguirsidi volute fogliacee contrapposte e concatenate a comprendere, alcentro, testa alata; traverse a farfalla mosse e ingentilite dalunghe foglie lanceolate accartocciate e raccordate da splendidomascherone grottesco sormontato da palmetta; alte gambecostruite da girali nervati, impreziositi da festoni fogliacei confiori; piedi a riccio.Roma, periodo Luigi XVcm. 102x166x85Ridoratura di epoca successiva

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130 COPPIA DI LAMPIONI

€ 3.000-4.000

in rame dorato, sbalzato, cesellato e parzialmente dipinto inmonocromo rosso a creare decoro a contrasto cromatico; fustonervato e ingentilito da nodi; lanterna a guisa di coppa confascia baccellata e pareti con decori fogliacei entro riserve;tesa in aggetto ornata a giorno da motivi fitomorfi; basequadrangolare traforata in ghisa.Piemonte, periodo Luigi XVIh. cm. 222 c.a ciascuno

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131 VETRINA

€ 5.000-6.000

in legno intagliato e dorato caratterizzata da diverse cornici modanate e finemente intagliate:palmette, ovoli, baccellature, maschere grottesche e volute fogliacee a comprendere valve diconchiglia. Cappello di linea spezzata in aggetto; fronte caratterizzata da anta in vetro compresafra paraste a colonnina percorse da eleganti motivi vegetali; sezione inferiore costituita da duesportelli tra due elementi scolpiti a motivi fitomorfi stilizzati; fianchi lineari anch’essi vetrati;base diritta.Roma, inizi del XIX secolocm. 213x135x46

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132 COPPIA DI SPECCHIERINE

€ 4.000-6.000

in legno intagliato, laccato avorio, caratterizzate da profilidorati e parzialmente dipinte in tenue policromia a creareelegante decoro di gusto rocaille. Struttura rettangolare adangoli smussati; profilo esterno in rilievo percorso da lunghefoglie lanceolate accartocciate e steli fioriti, al verticesuperiore palmetta.Genova, XVIII secolocm. 78,5x52 ciascuna

133 COPPIA DI PANCHETTI

€ 4.000-5.000

in legno riccamente scolpito e dorato; schienale a giornocostituito da sostegni sinuosi desinenti a riccio; sediletrapezoidale sagomato imbottito e rivestito in arazzettoricamato con fili policromi a ramages fioriti; grembiale mossoingentilito da palmetta; traverse a farfalla nervate di lineaserpentina; brevi gambe en cabriole con attacco a lunga fogliad’acanto; piedi a guisa di zoccolo fesso.Periodo Luigi XVcm. 68x68x47 ciascuno

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134 COPPIA DI CONSOLES

€ 15.000-22.000

in legno intagliato, laccato avorio e impreziosito da profili dorati; piano lineare in scagliola acreare elegante decoro geometrico a contrasto cromatico; fascia sottopiano a imitare unasuperficie marmorea ingentilita da ghirlande di foglie d’alloro fra cornici a fuselli e perline;gambe troncoconiche percorse da scanalature con attacco a cespo fogliaceo; piedi apilastrino.Piemonte, XVIII secolocm. 95,5x101x56 ciascuna

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135 COPPIA DI SPECCHIERE

€ 18.000-25.000

in legno intagliato, laccato avorio e parzialmente dipinto; corpopolilobato caratterizzato da fascia interna rilevata dal profilo dilinea serpentina; quella esterna a giorno percorsa da volutefogliacee accartocciate e frangiate di gusto rocaille; al verticesuperiore cimasa in aggetto con palmette.Genova, XVIII secolocm. 90x61 ciascuna

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136 SPECCHIERA

€ 15.000-20.000

in legno intagliato, laccato avorio, impreziosito da profili dorati eparzialmente dipinto in tenue policromia a creare elegante decoro afiori recisi sparsi e, nella cimasa, scena cortese raffigurante unafanciulla corteggiata da un gentiluomo. Struttura rettangolare; profilointerno di linea sinuosa, quello esterno fortemente sagomatocostituito da susseguirsi di volute fogliacee accartocciate e frangiatedi gusto rocaille, ingentilito da tralci di vite a creare ornato a giorno;vertice superiore centinato con palmetta apicale centrata damedaglione con profilo virile. Piedini a riccio.Venezia, XVIII secolocm. 83x45

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137 CASSETTONE

€ 20.000-30.000

in noce caratterizzato da riserve in radica di noce e ingentilito da intarsio in legni didiverse essenze a creare filettature e ricco decoro a motivi geometrici; piano dal profilomodanato e sagomato a seguire le mosse e contromosse della fronte e dei fianchi.Fronte costituita da tre cassetti con maniglie a pomolo tornito; lesene angolari percorseda decoro a nastro ritorto; grembiale mosso con brevi scanalature di gusto neoclassicoe ingentilito da medaglione con ritratto di profilo; brevi gambe troncoconiche scanalate.Verona, periodo Luigi XVIcm. 94x134x66

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138 BUREAU

€ 25.000-35.000

in noce impreziosito da ricercato decoro intarsiato in legni di varieessenze a marquetteries geometriche e cornici in rilievo; piano lineare;sezione superiore dotata di ribalta, celante sei tiretti disposti su dueordini, sottesa da cassettino; fianchi dotati di ampia fascia verticale dilinea sinuosa; sezione inferiore caratterizzata da fronte lievemente mossaa tre ordini di cassetti; maniglie e serrature coeve di gusto rocaille;grembiale gradinato; piedi a mensola sagomata.Verona, XVIII secolocm. 104x122x57

138 part.

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139 COPPIA DI MOBILETTI

€ 40.000-60.000

in noce e legno ebanizzato, impreziositi da intarsio in legni di pregiate essenze acreare decoro a contrasto cromatico con esuberanti composizioni di steli fioriti fralunghe foglie lanceolate e accartocciate su fondo scuro. Piano lievemente in aggettodal profilo modanato e fortemente sagomato a seguire le mosse e contromosse deifianchi e della fronte; fascia sottopiano dotata di tiretto sotteso da antina; leseneangolari piatte percorse da pendoni fogliacei e uccelletti di splendito intaglio; brevigambe mosse desinenti a riccio.Valorizzati dall’essere ancora en pendant i mobiletti, qui proposti, presentano undettaglio molto interessante e curioso: le dimensioni differiscono leggermente,questo perché solitamente il mobile destinato alla donna era lievemente più grande ebombato, mentre quello per l’uomo caratterizzato per un’impostazione più severa.Brescia, XVIII secolocm. 78x52x36 c.a ciascuno

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140 BUREAU TRUMEAU

€ 30.000-40.000

interamente lastronato in noce,impreziosito da diverse specchiature neitoni caldi della radica di noce e dafilettature mistilinee rilevate in legnoebanizzato che esaltano le marezzaturedella radica. Struttura rettangolare diimpronta architettonica; elegante centinaa timpano spezzato con profilo a volutanervata secondo i modi del barocchetto;sezione superiore costituita da anta conampia riserva a specchio percorsa dacornicetta a teoria di palmette dorate;corpo inferiore fortemente sagomato,dotato sulla fronte di ribalta, celantesegreto e sei tiretti, di cui tre nesimulano il loro doppio; la sottendono trecassetti dal profilo di linea serpentina;grembiale modanato; piedi a mensolasagomata.Lombardia, XVIII secolocm. 236x120x55

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141 CREDENZA

€ 14.500-16.500

in ciliegio intagliato; struttura rettangolare; piano lineare adangoli arrotondati e dal profilo modanato; fronte e spalle dotatedi quattro ante caratterizzate da specchiature lineari scorniciate;grembiale a giorno scolpito a motivi geometrici chealleggeriscono il mobile; brevi piedi troncopiramidali con attaccoa dado centrato da rosetta.Periodo Luigi XVIcm. 98x210x55

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142 COPPIA DI POLTRONE

€ 8.000-12.000

in noce intagliato, caratterizzate da finissime cornici a dentelli;schienale sagomato a cartiglio ingentilito al vertice superioreda motivo fitomorfo a rocaille; cartella imbottita e rivestita,come l’ampio sedile, in tessuto rigato; montanti e bracciolisinuosi e nervati; gambe mosse; piedi abbozzati a guisa dizoccolo.Lombardia, XVIII secolo

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143 BUREAU

€ 18.000-20.000

lastronato in noce caratterizzato da calde filettature in noce biondo a crearedecoro a contrasto cromatico con motivi fitomorfi; piano lineare modanato sottesoda ribalta celante cinque tiretti allineati di diverse proporzioni dal profilo mosso,due cassettini a scomparsa, vani a giorno e segreto; fronte di linea serpentina conampia fascia verticale concava; fianchi lineari con riserva lineare; grembialesinuoso gradinato; piedi a mensola sagomata.Veneto, XVIII secolocm. 106x115xx58

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144 COPPIA DI POLTRONE

€ 18.000-24.000

in noce ingentilito da profili dorati; schienale a cartiglio con profilo dalle sinuosità accentuatee percorso da nervature; cartella imbottita e rivestita, come l’ampio sedile, in tessuto;montanti e braccioli a volute desinenti a riccio; grembiale mosso centrato da palmetta; gambeanch’esse mosse.Venezia, XVIII secolo

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145 BUREAU

€ 25.000-30.000

interamente lastronato in noce, impreziosito da riserve nei tonicaldi della radica di noce, filettature e cornici rilevate; sezionesuperiore dotata di ribalta dal profilo di linea serpentina acelare uno sportellino, due vani a giorno sottesi da tiretti e unsegreto; un alternarsi di mosse e contromosse contraddistinguei fianchi e la fronte della sezione inferiore; quest’ultimacostituita da tre ordini di cassetti; grembiale anch’esso mosso enervato; brevi sostegni flessi. Serrature e maniglie coeve,modellate con putti e figure fantastiche di gusto rocaille.Ferrara, periodo Luigi XVcm. 104,5x119x53

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146 COPPIA DI MOBILETTI

€ 24.000-26.000

a struttura rettangolare interamente lastronati in noce e impreziositi da riserve nei toni caldi dellaradica di noce e da filettature a creare elegante decoro. Piano modanato lievemente in aggetto dalprofilo di linea spezzata a seguire le sinuosità della fronte; quest’ultima costituita da due ordini dicassetti; fianchi lineari; grembiale gradinato; traverse ad “H” mosse e finemente percorse danervature; brevi gambe en cabriole.Ferrara, periodo Luigi XVcm. 85x83x46,5 ciascuno

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147 COPPIA DI POLTRONE

€ 24.000-28.000

in noce intagliato impreziosito da profili lumeggiati in oro, caratterizzate da cornici a più modanature.Schienale a giorno dal profilo esterno a cartiglio ingentilito al centro sinuoso motivo a treccia, ripreso connodo più stretto sulle centine. Montanti a congiungersi con i braccioli di linea serpentina nervati. Sedileimbottito e rivestito in tessuto; gambe en cabriole percorse da profonde nervature; elegante intaglio deipiedi en escargot, ossia arricciati su se stessi. Gli esemplari, qui presentati, si qualificano nella storia delmobile veneziano come due manufatti di eccellente qualità caratterizzati dal difficile connubio dioriginalità ed eleganza.Venezia, 1770 c.a

Bibliografia:C. Santini, Mille mobili veneti. L’arredo domestico in Veneto dal secolo XV al secolo XIX, vol. III, Modena,s.d., p. 219, scheda e fig. 360S. Levy, Il mobile veneziano del Settecento. Testo con note di G. Morazzoni, vol. I, Novara, 1996, tav. 36S. Colombo, L’arte del legno e del mobile in Italia; Busto Arsizio, 1981, scheda e fig. 355€ 24.000-28.000G. Morazzoni, Il mobile veneziano del ‘700, vol. I, Milano, 1958, tav. CXXXVa

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148 PORTANTINA

€ 90.000-140.000

Splendido esemplare in legno riccamente scolpito, laccato nero erosso, caratterizzato da profili dorati e parzialmente dipinto acreare ricco decoro fitomorfo rilevato di gusto rocaille, steli fioritie scene mitologiche. La finissima decorazione pittorica, arricchitadi diversi significati allegorici, si dispiega sul fianco con putto contridente che cavalca un delfino, sull’altro la fenice, il miticouccello, mentre brucia se stesso per risorgere successivamentesulle proprie ceneri; sulla fronte una figura femminile, con vestebianca all’antica, assisa su vaporose nubi, regge in mano uncompasso, strumento che potrebbe alludere alla personificazionedell’Astronomia o della Giustizia, oppure rimandare alle qualitàdel mittente dell’opera; sul retro la rappresentazione di Cibele. Ladea identificata con la Madre-Terra viene raffigurata secondol’antica iconografia: assisa su un carro trainato da leoni, indossauna veste bianca e un manto rosso trattenuto sul capo dallacorona turrita, suo tradizionale attributo, mostra una chiave.Elegante struttura rettangolare con tettuccio in cuoio a guisa dicupola orientale ingentilito da pinnacoli in foggia di lanterne epalmette in aggetto, riserve con cornici rilevate; due sportellilaterali; finestre sui fianchi e sulla fronte, caratterizzate da profilopercorso da modulanti volute concatenate che si raccordano, suisoli fianchi, con i braccioli torniti a riccio; piedi a guisa di testazoomorfa.Lo straordinario esemplare conserva l’interno completamenterivestito in tessuto rosso porpora damascato e arricchito da drappirifiniti con passamaneria bordata in oro e argento e finita a ricamodell’epoca. Dotata di stanghe laterali coeve per i portatori,anch’esse intagliate a imitare le spire e la testa di un serpente.Roma, periodo Luigi XIVcm. 190x345x65

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149 DIVANO DA ANDRONE

€ 35.000-45.000

in noce intagliato caratterizzato da elegante decoro di gustorocaille. Spalliera a giorno costituita da cartelle di lineaserpentina, quella superiore percorsa da nervature e palmettefrangiate che enfatizzano la sinuosità delle forme, raccordateal centro da motivo a treccia; montanti e braccioli desinenti ariccio mossi e nervati; sedile in paglia; grembiale percorso damodulanti volute ingentilite anch’esse da motivi a barocchette;brevi gambe en cabriole. Dotato di cuscini imbottiti e rivestitiin tessuto.Venezia, XVIII secolol. cm. 242

Bibliografia di confronto:S. Colombo, L’arte del legno e del mobile in Italia, BustoArsizio, 1981, schede e figg. 356, 360

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MAIOLICHE VENETE DEL XIX SECOLOLOTTI 150 - 169

166 part.

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150 PIATTO DA PORTATA

€ 800-950

in maiolica bianca parzialmente dipinta in prevalenza nei toni del blu,verde e ocra a creare decoro di gusto orientale che riprende il tipicoornato “a ponticello”, presenta l’arcuata radice cinese su cui sorgonopagode e graticci; tesa eversa percorsa da nervature, profilosagomato ingentilito da cornicetta a motivi vegetali.Manifattura Antonibon, Nove, XVIII secolocm. 2x24x19

151 PIATTINO

€ 150-200

ovale in terraglia bianca parzialmente dipinta in policromia inprevalenza nei toni dell’azzurro, rosa, verde e ocra a creare sull’interasuperficie decoro a fiori “gettati”; tesa eversa percorsa dacostolature; profilo sagomato.Marca di fabbrica con asterisco in bluManifattura Antonibon, Nove, XIX secolocm. 2x19x16

Bibliografia di confronto:La ceramica dell’Ottocento nel Veneto e in Emilia Romagna, a cura diR. Ausenda, G. C. Bojani, Modena, 1998La ceramica popolare veneta dell’Ottocento, a cura di A. Cecchetto,L. Magagnato, N. Stringa, Milano, 1978

151A PIATTINO

€ 150-200

ovale in terraglia bianca parzialmente dipinta in policromia inprevalenza nei toni freddi dell’azzurro verde e rosa a creare sull’interasuperficie decoro a fiori “gettati”; tesa eversa percorsa dacostolature; profilo mosso.Marca di fabbrica con asterisco in bluManifattura Antonibon, Nove, XIX secolocm. 2x19x16

Bibliografia di confronto:La ceramica dell’Ottocento nel Veneto e in Emilia Romagna, a cura diR. Ausenda, G. C. Bojani, Modena, 1998La ceramica popolare veneta dell’Ottocento, a cura di A. Cecchetto,L. Magagnato, N. Stringa, Milano, 1978

152 TAZZA DA PUERPERA

€ 800-1.200

in maiolica bianca parzialmente dipinta in policromia a creare diversimazzetti di fiori compresi entro un esuberante gioco di riserve inrilievo di gusto rocaille a cartiglio accartocciato con profili fogliati efrangiati nei toni dell’azzurro. Piatto circolare, tesa eversa dal bordomistilineo nervato e percorso da una cornice puntinata in magenta;coppa con base ad anello; manici in foggia di cartiglio; coperchio acupola con presa apicale traforata a cespo fogliaceo.Marca di fabbrica con asterisco giallo ocra e Nove in bluManifattura Antonibon, Nove, XIX secolod. cm. 22,5, h. cm. 18 compl.

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154 PIATTO

€ 300-400

circolare in terraglia bianca parzialmente dipinto in vivace policromia,in prevalenza nei toni del rosa, violetto, giallo, verde e blu a crearesull’intera superficie elegante decoro a fiori “gettati”. Tesa eversanervata, profilo mosso e costolato.Marca di fabbrica con asterisco e Nove in azzurroManifattura Antonibon, Nove, XIX secolod. cm. 23,5

Bibliografia di confronto:La ceramica dell’Ottocento nel Veneto e in Emilia Romagna, a cura diR. Ausenda, G. C. Bojani, Modena, 1998La ceramica popolare veneta dell’Ottocento, a cura di A. Cecchetto,L. Magagnato, N. Stringa, Milano, 1978

153 PIATTO

€ 350-450

circolare in terraglia bianca parzialmente dipinto in tenue policromiain prevalenza nei toni del rosa, giallo e verde a creare sull’interasuperficie elegante decoro a fiori “gettati”con una rosa e campanule.Tesa eversa nervata, profilo mosso e costolato.Marca di fabbrica con asterisco in bluManifattura Antonibon, Nove, XIX secolod. cm. 24

Bibliografia di confronto:La ceramica dell’Ottocento nel Veneto e in Emilia Romagna, a cura diR. Ausenda, G. C. Bojani, Modena, 1998La ceramica popolare veneta dell’Ottocento, a cura di A. Cecchetto,L. Magagnato, N. Stringa, Milano, 1978

155 PIATTO

€ 350-450

circolare in terraglia bianca parzialmente dipinta in policromia acreare sull’intera superficie decoro a fiori “gettati” tra cui siriconoscono crisantemi rosa e un tulipano giallo fra lunghe foglielanceolate. Tesa eversa nervata, profilo mosso e costolato.Marca di fabbrica con asterisco azzurroManifattura Antonibon, Nove, XIX secolod. cm. 24,5

Bibliografia di confronto:La ceramica dell’Ottocento nel Veneto e in Emilia Romagna, a cura diR. Ausenda, G. C. Bojani, Modena, 1998La ceramica popolare veneta dell’Ottocento, a cura di A. Cecchetto,L. Magagnato, N. Stringa, Milano, 1978

156 PIATTO

€ 350-450

circolare in terraglia bianca parzialmente dipinto in vivace policromia,in prevalenza nei toni del rosa, violetto, giallo e verde a crearesull’intera superficie elegante decoro a fiori “gettati” tra cuicampanule, crisantemi e un tulipano. Alta tesa eversa nervata, profilomosso e costolato.Marca di fabbrica con asterisco in azzurroManifattura Antonibon, Nove, XIX secolod. cm. 24,5

Bibliografia di confronto:La ceramica dell’Ottocento nel Veneto e in Emilia Romagna, a cura diR. Ausenda, G. C. Bojani, Modena, 1998La ceramica popolare veneta dell’Ottocento, a cura di A. Cecchetto,L. Magagnato, N. Stringa, Milano, 1978

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157 RINFRESCATOIO

€ 500-600

in maiolica bianca parzialmente dipinta in tenuepolicromia a creare elegante decoro a racemi fioritie bouquets di variopinti fiori; piede ovale polilobato;alta coppa percorsa da baccellature; profilofortemente sagomato a corolla. Internamentescanalato per trattenere i calici da vino.Marca di fabbrica con asterisco azzurroManifattura Antonibon, Nove, XIX secolocm.15,5x24,5x18,5

Bibliografia di confronto:La ceramica dell’Ottocento nel Veneto e in EmiliaRomagna, a cura di R. Ausenda, G. C. Bojani,Modena, 1998La ceramica popolare veneta dell’Ottocento, a curadi A. Cecchetto, L. Magagnato, N. Stringa, Milano,1978

158 RINFRESCATOIO

€ 1.000-1.200

in maiolica bianca parzialmente dipinta in vivacepolicromia a creare esuberante decoro a mazzetti difiori sparsi. Piede ovale polilobato; alta coppapercorsa da baccellature; profilo fortementesagomato a corolla. Internamente scanalato pertrattenere i calici da vino.Marca di fabbrica con asterisco in ocraManifattura Antonibon, Nove, XIX secolocm. 17x28,5x22

Bibliografia di confronto:La ceramica dell’Ottocento nel Veneto e in EmiliaRomagna, a cura di R. Ausenda, G. C. Bojani,Modena, 1998La ceramica popolare veneta dell’Ottocento, a curadi A. Cecchetto, L. Magagnato, N. Stringa, Milano,1978

157

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160 PIATTO

€ 250-300

circolare in terraglia bianca parzialmente dipinta in vivace policromiaa creare decoro floreale. Tesa lievemente eversa.Restauri

Bibliografia di confronto:La ceramica dell’Ottocento nel Veneto e in Emilia Romagna, a cura diR. Ausenda, G. C. Bojani, Modena, 1998La ceramica popolare veneta dell’Ottocento, a cura di A. Cecchetto,L. Magagnato, N. Stringa, Milano, 1978

159 PIATTO

€ 600-800

circolare in terraglia bianca parzialmente dipinta in policromia araffigurare il profeta Giacobbe assiso su una panca con un libro inmano sul cavetto; motivi vegetali stilizzati sulla tesa eversa.Marca di fabbrica Nove in bluManifattura Antonibon, Nove, XIX secolod. cm. 23,5

Bibliografia di confronto:La ceramica dell’Ottocento nel Veneto e in Emilia Romagna, a cura diR. Ausenda, G. C. Bojani, Modena, 1998La ceramica popolare veneta dell’Ottocento, a cura di A. Cecchetto,L. Magagnato, N. Stringa, Milano, 1978

161 PIATTO

€ 500-600

circolare in terraglia bianca parzialmente dipinta in bruno a crearediversi decori, sul cavetto un paesaggio con la veduta di una chiesa,sulla tesa eversa profilo percorso da decoro a decalcomania a imitarela trama di un tessuto in pizzo.Manifattura veneta, XIX secolod. cm. 31Sbreccatue

Bibliografia di confronto:La ceramica dell’Ottocento nel Veneto e in Emilia Romagna, a cura diR. Ausenda, G. C. Bojani, Modena, 1998La ceramica popolare veneta dell’Ottocento, a cura di A. Cecchetto,L. Magagnato, N. Stringa, Milano, 1978

162 PIATTO

€ 500-600

circolare in terraglia bianca parzialmente dipinta in policromia acreare diversi decori: un vivace uccellino sul profondo cavetto, amotivi vegetali stilizzati “a spugnetta” sulla tesa eversa.Manifattura veneta, seconda metà del XIX secolod. cm. 26

Bibliografia di confronto:La ceramica dell’Ottocento nel Veneto e in Emilia Romagna, a cura diR. Ausenda, G. C. Bojani, Modena, 1998La ceramica popolare veneta dell’Ottocento, a cura di A. Cecchetto,L. Magagnato, N. Stringa, Milano, 1978

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163 PIATTO

€ 600-700

circolare in maiolica dipinta in policromia inprevalenza nei toni del blu, rosso, giallo e verde acreare decoro floreale di gusto orientaleggiante efilettature nei toni dell’azzurro; ampia tesa eversa.Faenza, XVIII secolod. cm. 35

164 PIATTO

€ 600-700

circolare in terraglia bianca parzialmente dipinta invivace policromia a creare un amorino alato cheregge un enorme bocciolo di rosa e altri fiori; ampiatesa eversa.Manifattura veneta, XIX secolod. cm. 35

Bibliografia di confronto:La ceramica dell’Ottocento nel Veneto e in EmiliaRomagna, a cura di R. Ausenda, G. C. Bojani,Modena, 1998La ceramica popolare veneta dell’Ottocento, a curadi A. Cecchetto, L. Magagnato, N. Stringa, Milano,1978

165 SERVIZIO DA THE

€ 400-500

composto da quattro tazzine complete di piattino inmaiolica bianca parzialmente dipinta in policromia acreare decoro con diversi fiori recisi sparsi e motivivegetali stilizzati in rilievo, ad impreziosire ilmanufatto roselline a tutto tondo si inserisconoentro riserve lineari giallo ocra. Piattino circolaredal bordo rialzato; tazzina a coppa con manico avoluta, piede ad anello.Marca di fabbrica con asterisco e Nove in bluManifattura Antonibon, Nove, XIX secolo

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166 CALAMAIO

€ 2.500-3.500

in maiolica bianca parzialmente dipinta in tenuepolicromia a creare decoro a mazzetti di fiori eriserve dipinte in monocromo bruno a raffigurarepaesaggi lacustri. Piedi a guisa di zampa ferina conattacco a maschera zoomorfa; corpo fortementesagomato dal profilo a volute accartocciate di gustorocaille, a celare vasetto con coperchio a cupola perl’inchiostro. L’opera si arricchisce della scultura diun giovinetto, caratterizzata dai lineamenti dolci edalla cura per la descrizione degli abiti principeschi,ritratto steso nell’atto di scrivere su uno stemma acartiglio Venezia.Manifattura Antonibon, Nove, XIX secolocm. 26x40x33

Bibliografia di confronto:La ceramica dell’Ottocento nel Veneto e in EmiliaRomagna, a cura di R. Ausenda, G. C. Bojani,Modena, 1998La ceramica popolare veneta dell’Ottocento, a curadi A. Cecchetto, L. Magagnato, N. Stringa, Milano,1978

167 GIARDINIERA

€ 900-1.000

in maiolica bianca dipinta in tenue policromia acreare elegante decoro con diverse composizionifloreali, racemi fioriti e fiori recisi sparsi entroriserve a cartouche. Modellata a guisa di carrozzadal profilo mosso e ingentilito da decori di gustorocaille che impreziosiscono il manufatto; ornati atutto tondo in foggia di aquila reale e teste zoomorfefantastiche.Marca di fabbrica con asterisco azzurroManifattura Antonibon, Nove, XIX secolocm. 34,5x49x27

Bibliografia di confronto:La ceramica dell’Ottocento nel Veneto e in EmiliaRomagna, a cura di R. Ausenda, G. C. Bojani,Modena, 1998La ceramica popolare veneta dell’Ottocento, a curadi A. Cecchetto, L. Magagnato, N. Stringa, Milano,1978

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168 VASO

€ 600-750

biansato in maiolica bianca parzialmente dipinta inpolicromia a creare diversi decori tra i qualibouquets di variopinti fiori; tripode sagomato condecoro a traforo costituito da animali fantastici dallefauci spalancate; corpo ovoidale bombato sullaspalla percorso da esuberante decoro in rilievo instile neorococò con ampie baccellature, riserve acartouche e, sulla fronte, il ritratto di una giovanedonna assisa su una seggiola, sullo sfondoun’architettura; breve collo a strozzatura; tesaeversa dal profilo frastagliato; manici a voluta.Reca firma: R. PassarinManifattura Raffaele Passarin, Bassano del Grappa,XIX secoloh. cm. 50

Bibliografia di confronto:La ceramica dell’Ottocento nel Veneto e in EmiliaRomagna, a cura di R. Ausenda, G. C. Bojani,Modena, 1998La ceramica popolare veneta dell’Ottocento, a curadi A. Cecchetto, L. Magagnato, N. Stringa, Milano,1978

169 DUE VASI

€ 1.600-1.800

in maiolica bianca parzialmente dipinta in vivacepolicromia a creare diversi decori a motivi fitomorfistilizzati, a fiori recisi sparsi e, sulle fronti, bouquetsdi variopinti fiori. Piede circolare modanato; corpoovoidale bombato sulla spalla e ingentilitodall’applicazione di un cartiglio che riporta unospartito musicale e le iniziali V.P.; alto collocilindrico; tesa eversa a guisa di beccuccio dalprofilo fogliato; manico a simulare due arbustiintrecciati e percorsi da tralci di vite con attacco amascherone zoomorfo.Marca di fabbrica con asterisco azzurroManifattura Antonibon, Nove, XIX secoloh. cm. 57,5 ciascuno

Bibliografia di confronto:La ceramica dell’Ottocento nel Veneto e in EmiliaRomagna, a cura di R. Ausenda, G. C. Bojani,Modena, 1998La ceramica popolare veneta dell’Ottocento, a curadi A. Cecchetto, L. Magagnato, N. Stringa, Milano,1978

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IMPORTANTI TAPPETI ANTICHILOTTI 170 - 183

183 part.

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170 ANTICO TAPPETO KAZAK

€ 6.000-8.000

con decori a stelle stilizzate su fondo blu; molteplici corniciconcentriche.Caucaso, metà del XIX secolocm. 141x116

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171 ANTICO TAPPETO SHIRWAN

€ 12.000-15.000

con decoro a riserve verticali percorse da motivi geometrici stilizzati;bordura a larga fascia su fondo chiaro.Caucaso, metà del XIX secolocm. 210x136

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172 ANTICO TAPPETO SHIRWAN

€ 6.000-10.000

con campo a fondo blu con fitti motivi vegetali stilizzati; bordure a piùordini.Caucaso, metà del XIX secolocm. 167x120

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173 ANTICO TAPPETO SHIRWAN

€ 10.000-14.000

con campo a fondo beige decorato a fitti motivi vegetali stilizzati;bordure a cornici cencentriche.Caucaso, metà del XIX secolocm. 175x97

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174 ANTICO TAPPETO KAZAK KARACHOP

€ 12.000-15.000

a fondo verde con sfumature azzurre, al centro un doppio medaglioneottagonale uncinato; doppia bordura a punta di freccia reciproca a voltesostituita da un profilo a dente di sega.Caucaso, prima metà del XIX secolocm. 225x158

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175 ANTICO TAPPETO GHIORDES A PREGHIERA

€ 6.000-8.000

con nicchia centrale a fondo blu decorata da vaso stilizzato; cornici a piùordini decorate con minute inflorescenze di giacinto.Anatolia occidentale, XVIII secolocm. 172x125

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176 TAPPETO TABRIZ

€ 18.000-25.000

decorato a fitti motivi floreali e vegetali su fondo rosa scuro; cornice afondo blu.Persia, XX secolocm. 350x220

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177 TAPPETO KIRMAN DI MANIFATTURA IMPERIALE

€ 25.000-30.000

decorato a racemi fioriti su fondo verde tenue e beige; cornice a più ordini.Persia, metà del XX secolocm. 375x260

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178 ANTICO TAPPETO ISFAHAN

€ 12.000-18.000

con decoro a fondo rosso a motivi floreali concentrici e medaglionecentrale romboidale; profilo a più ordini caratterizzato da diversi motivifitomorfi.Persia, seconda metà del XIX secolocm. 214x140

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179 ANTICO TAPPETO ISFAHAN

€ 15.000-25.000

con decoro a fondo rosso a motivi floreali concentrici e medaglionecentrale polilobato; profilo a più ordini caratterizzato da fiori stilizzaticontrapposti.Persia, prima metà del XIX secolocm. 210x138

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180 RARO TAPPETO TABRIZ

€ 25.000-35.000

con decoro a motivi stilizzati in blu e rosso su fondo beige, cornici adecoro geometrico.Persia, prima metà del XIX secolocm. 250x150

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181 ANTICO TAPPETO TABRIZ

€ 22.000-30.000

su campo a fondo rosso ingentilito da decoro a losanga color cammello;cornici a più ordini decorate en suite.Pesia, XVIII secolocm. 420x286

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182 ANTICO TAPPETO KIRMAN YADZ

€ 25.000-40.000

entro riserva sagomata al vertice superiore raffinato decoro ramagesfioriti su campo a fondo blu decorato; molteplici cornici a fondo rosso.Persia, XVIII secolocm. 333x240

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183 ANTICO TAPPETO SENNEH

€ 40.000-60.000

con raffinato decoro raffigurante l'Albero della Vita ed uccelletti,magistralmente descritti su campo a fondo blu scuro.Persia occidentale, XVIII secolocm. 400x225

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PIZZILOTTI 184 - 214

184 LOTTO

€ 250-350

composto da grande centro in lino e filè e un copricuscinoricamato ad ago.

185 LOTTO

€ 300-400

composto da un centro ovale, un centro circolare e seicentri medi anch’essi circolari in lino e pizzo di Cantù.

186 LOTTO

€ 400-500

composto da grande centro circolare e dodici centri diminori dimensioni in pizzo di Idrija.d. cm. 60 e d. cm 14

187 LOTTO

€ 500-600

composto da cinque centri circolari e diciasette centri diminori dimensioni in pizzo di Idrija.d. cm. 20, d. cm. 16

188 SERVIZIO ALL’AMERICANA

€ 1.200-1.400

composto da dodici tovagliette complete di tovaglioli in linobianco con pizzo di Cantù ad ago.

189 SERVIZIO ALL’AMERICANA

€ 1.500-1.800

composto da una striscia rettangolare, dodici tovagliettecomplete di tovaglioli in lino ecru con pizzi a puntorinascimento e tombolo.

188 189

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192 SERVIZIO ALL’AMERICANA

€ 3.500-4.000

composto da striscia ovale e dodici tovagliette ovaliinteramente eseguite ad ago a punto Milano e a puntoVenezia.

193 TOVAGLIA

€ 4.500-5.500

rettangolare completa di dodici tovaglioli in lino con ricamoa mano, finitura e bordo riquadrato in pizzo diBurano ad ago.cm. 300x180

190 LOTTO

€ 500-600

composto da dieci sottopiatti circolari grandi e ottosottopiatti di dimensioni minori in pizzo di Idrija.d. cm. 24, d. cm. 14

191 LOTTO

€ 400-600

composto da centro ovale e un centro circolare inpizzo di Idrija.l. cm. 105, d. cm. 72

192 193

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194 TOVAGLIA

€ 2.000-2.300

quadrangolare in lino ricamata a mano, al centro un pizzodi Burano eseguito ad ago.cm. 180x180

196 LENZUOLO MATRIMONIALE

€ 1.000-1.200

in lino con due federe ricamato a mano con inserti in pizzodi Burano.

195 LENZUOLO MATRIMONIALE

€ 1.000-1.200

in misto lino con due federe ricamati a mano, inserti inpizzo di Burano ad ago.

194

196195

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197 TOVAGLIA

€ 4.500-5.000

rettangolare in lino interamente ricamato a punto intagliocon motivi floreali e volute, medaglioni e riquadro centralea punto ago e filè.cm. 380x180

198 GRANDE TOVAGLIA

€ 6.000-8.000

in lino interamente ricamato a punto pieno, punto intaglio,ricchi inserti e finiture in filè, grandi medaglioni a putti eangeli in pizzo di Buranocm. 400x210

197

198

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199 TOVAGLIA

€ 4.000-4.500

rettangolare completa di dodici tovaglioli in finissimo lino ricamata a tutto campo a piccoli fiorellini,riquadrata a punto giorno. Al centro bell’inserto rettangolare in pizzo di Burano a motivi floreali ecolombe della pace.cm. 350x180

Provenienza: già collezione Olga Asta

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202 DODICI SOTTOPIATTI

€ 1.200-1.500

circolari in finissimo pizzo di Burano ad ago.d. cm. 15

200 LOTTO

€ 700-900

composto da quattro centrini ovali di diverse misure in pizzodi Burano ad ago.

201 STRISCIA

€ 2.000-2.500

in pizzo di Burano eseguita ad ago.Scuola Quintavallecm. 106x31

200 201 202

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203 TOVAGLIA

€ 14.000-18.000

in bisso di lino ricamata a mano con tralci di fiori e foglie, alta finitura e tramezzo in pizzo di Idrija adago. La completano dodici tovaglioli con ricamo ed angoli in pizzo.cm. 300x180

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204 IMPORTANTE TOVAGLIA

€ 15.000-18.000

in finissimo lino ricamata a mano a motivi di volute ad intaglio e foglioline a punto pieno. Al centro riccointramezzo rettangolare e intrecciato. Sul fondo alta finitura in pizzo di Burano ad ago. La completanododici tovaglioli con ricamo ed angoli in pizzo.cm. 320x180

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205 IMPORTANTE E BELLA TOVAGLIA

€ 20.000-24.000

rettangolare in pizzo di Burano interamente eseguita a punto ago, ampie volute a racchiudere fiori,medaglioni e coroncine floreali. La completano dodici tovaglioli con angoli in pizzo.cm. 300x180

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206 GRANDE CENTRO

€ 2.500-2.800

ovale eseguito ad ago, scuola Quintavilla Burano.l. cm. 106

207 LOTTO

€ 1.500-1.800

composto da grande centro circolare, sei centri piccoli, uncentro medio in finissimo pizzo di Idrija.d. cm. 80, d. cm. 17, d. cm. 12

206

207

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208 SERVIZIO ALL’AMERICANA

€ 800-1.000

composto da un centro ovale e otto sottopiatti ovali in bisso dilino color ecru, bordati in pizzo San Sepolcro. Otto angoli inpizzo predisposti per i tovaglioli.

209 LOTTO

€ 500-600

composto da un centro ovale e un centro circolare in pizzo diIdrija.l. cm. 105, d. cm. 72

208

209

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210 211

210 LOTTO

€ 500-600

composto da cinque antiche bordure di diverse misure efatture eseguite ad ago.

211 LOTTO

€ 1.000-1.200

composto da tre bordure, un colletto e una grande striscia inpizzo antico rettangolare eseguita ad ago a punto Venezia.

212 LOTTO

€ 250-350

composto da sei sottopiatti in lino e pizzo Rosalin perlèVenezia.d. cm. 15 ciascuno

213 LOTTO

€ 100-200

composto da due tovagliette, sei salviettine, due centriniquadrati, nove centrini quadrati in lino e bordura in pizzo.

214 LOTTO

€ 400-500

composto da tre scialli in tulle nero ricamato.

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A

ANESI PAOLO 46ANSELMI GIORGIO 16APOLLONIO DI GIOVANNI 76

B

BALESTRA ANTONIO (?) 52BATONI POMPEO 38BOLTRAFFIO GIOVAN ANTONIO 60BOMBELLI SEBASTIANO 30BOTTEGA DEI MAGANZA 18BRANDI DOMENICO 49BRENTANA SIMONE 54

C

CAFFI MARGHERITA 26CALZA ANTONIO 47CERVELLI FEDERICO 37CLERISSEAU CHARLES-LOUIS 24CRIVELLI ANGELO MARIA detto IL CRIVELLONE 28CROSATO GIOVAN BATTISTA 63

D

DARET ERNESTO 45DE PIERI GIOVANNI ANTONIO detto LO ZOPPO 17DIZIANI GASPARE 68, 69DOLCI CARLO (?) 42

F

FAVAI GENNARO 1

G

GENNARI BENEDETTO 39GIOVANNI DEL BIONDO 75GIROLAMO GALIZZI DA SANTACROCE 56GRASSI NICOLA (attr.) 31, 32GREZLER GAETANO 19GRUBACS CARLO 33

L

LAZZARINI GREGORIO 73LEGNANI STEFANO MARIA detto IL LEGNANINO 70LIBERI PIETRO 72LONDONIO FRANCESCO 25LONGHI PIETRO 36

M

MAGGIOTTO DOMENICO 66MARCHIONI ELISABETTA 61MARINI ANTONIO 64MELDOLLA ANDREA detto LO SCHIAVONE 74

P

PELLEGRINI GIOVANNI ANTONIO 35PIAZZETTA GIOVAN BATTISTA 67PITTONI GIOVAN BATTISTA (?) 51PITTORE DEL XVII SECOLO 15, 41PITTORE DEL XVIII SECOLO 14PITTORE DELLA CERCHIA DI ANTONIO DIZIANI 5, 6PITTORE DELLA CERCHIA DI BARTOLOMEO MONTAGNA 21PITTORE DELLA CERCHIA DI FRANCESCO RIZZODA SANTACROCE 22PITTORE DELLA CERCHIA DI GAETANO VETTURALI 2PITTORE DELLA CERCHIA DI GIUSEPPE BONITO 4PITTORE DELLA CERCHIA DI PAOLO ANESI 9PITTORE DELLA CERCHIA DI PAOLO PAOLETTI 3PITTORE DELLA CERCHIA DI SEBASTIANO BOMBELLI 29PITTORE FIAMMINGO DEL XVII SECOLO 11PITTORE MARCHIGIANO DEL XV SECOLO 58APITTORE SENESE DELLA SECONDA META' DEL XVI SECOLO 53PITTORE TOSCANO DEGLI INIZI DEL XVI SECOLO 59PITTORE VENETO DEL XVII SECOLO 7, 8PITTORE VENETO DEL XVIII SECOLO 12PITTORE VENETO-CRETESE DEL XVI SECOLO 10PITTORE VERONESE DEL XVIII SECOLO 23POLIDORO DE RENZI detto POLIDORO DA LANCIANO 57

Q

QUERFURT AUGUST 48

R

RECCO NICOLA MARIA 27ROCCA MICHELE 55ROSA SALVATOR 65

S

SCHEDONI BARTOLOMEO 40SCUOLA DEI BASSANO 58SCUOLA DI GIULIO CARPIONO 62SCUOLA DI SIMONE CANTARINI 20

T

TIEPOLO LORENZO 34

V

VAN BLOEMEN JAN FRANS detto L'ORIZZONTE 44VAN LAER PIETER detto IL BAMBOCCIO 50

Z

ZANCHI ANTONIO 13, 71ZELOTTI BERNARDO 43

INDICE ARTISTI

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CONDIZIONI GENERALI DI VENDITA

1. In una fase precedente l’asta, la San Marco Casa d’Aste SpA provvederà all’esposizione delle opere, durante laquale il direttore della vendita, o banditore, ed i suoi incaricati saranno a disposizione per ogni chiarimento;l’esposizione ha lo scopo di far bene esaminare lo stato di conservazione e la qualità degli oggetti e chiarireeventuali errori ed inesattezze in cui si fosse incorsi nella compilazione del catalogo, la cui contestazione dovràessere formulata, a pena di decadenza, nei confronti di San Marco Casa d’Aste SpA prima dell’aggiudicazione.

2. I lotti sono venduti nelle “condizioni in cui si trovano” ivi compresi difetti ed imperfezioni presenti al momentodell’aggiudicazione.

3. La preventiva registrazione è condizione necessaria per la partecipazione alla procedura di vendita mediante asta(vedi “informazioni generali per i potenziali acquirenti”).

4. La vendita dei lotti si conclude in favore del soggetto che presenterà l’offerta più alta accettata dal Direttore divendita, o banditore.Il colpo di martello del direttore di vendita o banditore determina l’accettazione dell’offerta.

5. Il Direttore della vendita o banditore può accettare commissioni d’acquisto, a prezzi stabiliti, su preciso mandato.L’offerta effettuata in sala e durante l’asta prevale sempre sulla commissione d’acquisto. Durante l’asta, ilDirettore della vendita, o banditore, ha la facoltà di variare l’ordine di vendita ivi compresa la possibilità diabbinare, separare, ritirare un lotto dall’asta.Il Direttore della vendita o banditore può adottare qualsiasi provvedimento che ritenga adatto alle circostanze,può accettare commissioni telefoniche e autorizzare connessioni in audio e videoconferenza finalizzate allapartecipazione all’asta.

6. Gli oggetti saranno aggiudicati esclusivamente dal Direttore della vendita, o banditore, e l’acquirente è tenuto adeffettuarne il pagamento secondo le modalità prescritte dall’art. 7. Si precisa che le vendite si intendonoimmediatamente regolate per cassa.

77.. LL’’aaccqquuiirreennttee èè tteennuuttoo aa ppaaggaarree iinn ooggnnii ccaassoo,, oollttrree aall pprreezzzzoo ddii aaggggiiuuddiiccaazziioonnee,, llaa ccoommmmiissssiioonnee dd’’aaccqquuiissttoo ppaarrii aall2255%% ffiinnoo aa € 225500..000000,, ee aall 1188,,55%% ssuull pprreezzzzoo ddii aaggggiiuuddiiccaazziioonnee eecccceeddeennttee ttaallee iimmppoorrttoo,, ccoommpprreennssiivvoo ddeellll’’iivvaa pprreevviissttaa ddaallllaa nnoorrmmaattiivvaa vviiggeennttee.. IInn ccoonnffoorrmmiittàà aa qquuaannttoo pprreevviissttoo ddaall dd..ll.. 2255//0066//22000088,, nn.. 111122,, aarrtt.. 3322,, llaa SSaann MMaarrccooCCaassaa dd’’AAssttee SSppAA nnoonn aacccceettttaa iill ppaaggaammeennttoo iinn ccoonnttaannttii ppeerr iimmppoorrttii ssuuppeerriioorrii aadd € 1122..550000.. LLaa SSaann MMaarrccoo CCaassaadd’’AAssttee SSppAA èè tteennuuttaa,, aallttrreessìì,, aa rriicchhiieeddeerree aaii pprroopprrii cclliieennttii ll’’eessiibbiizziioonnee ddii uunn ddooccuummeennttoo ddii iiddeennttiittàà ee llaa ccoonnffeerrmmaaddeell ddoommiicciilliioo..

8. I lotti venduti devono essere tempestivamente ritirati dall’acquirente a sua cura e rischio previo pagamento daeffettuarsi secondo le predette modalità. Scaduto il termine previsto, la San Marco Casa d’Aste SpA addebiterà tutti i diritti di custodia e il rimborso dellespese di assicurazione maturati fino al momento del ritiro.

9. La San Marco Casa d’Aste SpA agisce in qualità di mandataria con rappresentanza dei proprietari delle opere postein vendita; pertanto, non acquista diritti né assume obblighi in proprio ad eccezione dei casi in cui è proprietariadi un lotto. Ogni responsabilità ex artt. 1476 ss. cod. civ. continua a gravare in capo ai proprietari delle opere.

10. Le opere presenti nel catalogo hanno schede dettagliate che ne descrivono l’autenticità e l’attribuzione. Si precisache ogni singola scheda costituisce esclusivamente espressione di un’opinione critica. Le opere infatti possono essere sempre esaminate dal pubblico durante l’esposizione che precede l’asta. Per i dipinti antichi e del XIXsecolo, si certifica l’epoca in cui l’autore attribuitoè vissuto e la scuola cui esso appartiene. I dipinti presentati neicataloghi di arte moderna e contemporanea sono, solitamente, accompagnati da certificati di autenticità, indicatinelle relative schede. Nessun altro diverso certificato, perizia o opinione, richiesti o presentati a vendita avvenuta,potrà essere fatto valere quale motivo di contestazione alla San Marco Casa d’Aste SpA dell’autenticità di taliopere.

11. Gli eventuali reclami potranno essere presi in considerazione solo se comunicati in forma scritta e mezzoraccomandata a/r alla San Marco Casa d’Aste SpA entro e non oltre 15 (quindici) giorni dalla data del ritiro delbene acquistato. La fondatezza di un reclamo, tempestivamente proposto, sarà valutata in contraddittorio fra un studioso oesperto indipendente nominato dalla casa d’aste e uno studioso o esperto indipendente e di pari qualificaindicato dall’acquirente.

12. Un reclamo riconosciuto fondato comporta il semplice rimborso della somma effettivamente pagata, a frontedella restituzione dell’opera e sempre che l’acquirente sia in grado di riconsegnare alla San Marco Casa d’AsteSpA il lotto libero da rivendicazioni o da ogni pretesa da parte di terzi e il lotto sia nelle stesse condizioni in cui sitrovava alla data della vendita.

13. La San Marco Casa d’Aste SpA provvede ad indicare nel catalogo le opere dichiarate di importante interessestorico ed artistico ai sensi dell’art. 6 d.l. 29/10/99 n. 490. Su queste opere lo Stato può esercitare il diritto diprelazione; la vendita, pertanto, avrà efficacia solo dopo che sia trascorso il termine di legge per l’esercizio deldiritto di prelazione. Nel caso in cui lo Stato eserciti il diritto di prelazione, l’aggiudicatario avrà diritto alrimborso delle somme eventualmente già pagate.

14. Tutte le opere databili ad oltre cinquanta anni sono soggette alle relative norme di tutela. In particolare, nonpossono essere trasportate fuori dal territorio italiano senza avere ottenuto il certificato di libera circolazione daparte della competente autorità. Si precisa che il costo del rilascio degli attestati di libera circolazione e/o licenza di esportazione è a caricodell’acquirente. Il ritardo nel rilascio di una qualsiasi licenza non costituisce una causa di risoluzione, diannullamento e nullità della vendita, né giustifica il ritardato pagamento da parte dell’acquirente. La San Marco Casa d’Aste SpA dà l’opportunità a tutti i clienti stranieri di pagare e ritirare i beni presentati nelcatalogo a condizione che questi ottengano il permesso di esportazione. Nel caso lo Stato italiano ponga il vetoall’esportazione la vendita sarà ritenuta nulla.

15. DIRITTO DI SEGUITOIl 9 aprile 2006 è entrato in vigore il Decreto Legislativo 13 febbraio 2006 n. 118 che, in attuazione della Direttiva2001/84/CE, ha introdotto nell’ordinamento giuridico italiano il diritto degli autori di opere d’arte e di manoscritti,ed ai loro aventi causa, ad un compenso sul prezzo di ogni vendita dell’originale successiva alla prima (c.d. “diritto di seguito”).

Il diritto di seguito è dovuto solo se il prezzo della vendita non è inferiore a 3.000,00 Euro. Esso è cosìdeterminato:

a) 4% per la parte del prezzo di vendita compresa tra € 3.000,00 e € 50.000,00b) 3% per la parte del prezzo di vendita compresa tra € 50.000,01 e € 200.000,00c) 1% per la parte del prezzo di vendita compresa tra € 200.000,01 e € 350.000,00d) 0,5% per la parte del prezzo di vendita compresa tra € 350.000,01 e € 500.000,00e) 0,25% per la parte di vendita superiore a € 500.000,00

L’acquirente si impegna a pagare oltre al prezzo di aggiudicazione e alle commissioni d’acquisto il diritto diseguito nella percentuale sopra indicata. L’importo totale per il diritto di seguito non può essere comunquesuperiore a € 12.500,00.San Marco Casa d’Aste Spa, in quanto casa d’aste, è tenuta a versare il diritto di seguito alla Società Italiana degliAutori ed Editori (SIAE).

16. Tutte le presenti condizioni generali di vendita vengono accettate tacitamente da tutti i soggetti partecipanti allaprocedura di vendita all’asta.

17. Si precisa che le presenti condizioni di vendita ed il contratto sono disciplinati dalla legge italiana. Per tutte lecontroversie che dovessero sorgere per l’esecuzione e l’interpretazione relative alle presenti condizioni generalidi vendita e al contratto è stabilita la competenza esclusiva del foro di Venezia.

18. Il soggetto acquirente dichiara di prestare il proprio espresso consenso ai sensi dell’art. 23 d.lgs. 30.06.2003 n.196 alla trasmissione dei propri dati personali e dichiara, altresì, di aver ricevuto l’informativa di cui all’art. 13d.lgs. 30.06.2003 n. 196.

INFORMAZIONI GENERALI PER I POTENZIALI ACQUIRENTIE PER I MANDANTI-VENDITORI

OPERAZIONE DI REGISTRAZIONE ED USO DELLE PALETTE PER LE OFFERTECompilando e sottoscrivendo il modulo di registrazione e di attribuzione di una paletta numerata, l’acquirente accetta le“condizioni generali di vendita” stampate in questo catalogo.Tutti i potenziali acquirenti devono munirsi di una paletta per le offerte prima che inizi la procedura di vendita. Èpossibile pre-registrarsi durante l’esposizione.Nel caso l’acquirente agisca come rappresentante di una terza persona, si richiede una autorizzazione scritta. Tutti i potenziali acquirenti devono portare con sé un valido documento d’identità ai fini di consentire la registrazione.Le palette numerate possono essere utilizzate per indicare le offerte al Direttore di vendita o banditore durante l’asta.Tutti i lotti venduti saranno fatturati al nome e all’indirizzo comunicato al momento dell’assegnazione delle paletted’offerta numerate. Al termine dell’asta l’acquirente è tenuto a restituire la paletta al banco registrazioni. Ogni cliente è responsabiledell’uso del numero di paletta a lui attribuito. La paletta non è cedibile e va restituita alla fine dell’asta. In caso di smarrimento è necessario informare immediatamente l’assistente del Direttore di vendita o banditore.Questo sistema non vale per chi partecipa all’asta tramite proposta scritta.

SIGNIFICATO DELLE ESPRESSIONI PREZZI DI STIMA, PREZZI BASE D’ASTA, PREZZI DI RISERVA E PREZZI DIAGGIUDICAZIONE PUBBLICATENEL CATALOGONel catalogo vengono usate le seguenti espressioni:- Il “PREZZO DI STIMA”: in tutti cataloghi della San Marco Casa d’Aste Spa, in calce alle schede dell’opera

presentata, è riportato in euro, è cioè la valutazione che gli esperti assegnano ad ogni lotto. - “A RICHIESTA”: in alcuni lotti di particolare pregio ed importanza appare l’espressione “a richiesta”. In questo

caso, gli eventuali acquirenti potranno contattare i nostri esperti per ottenere informazioni specifiche sull’oggetto ed indicazioni di stima.

- “OFFERTA LIBERA” o “M.O.”: queste espressioni indicano che la base d’asta è libera.

- “PREZZO BASE D’ASTA”: si intende la cifra di partenza della gara, che coincide generalmente con la metà delprezzo massimo di stima.

- “PREZZO DI RISERVA”: è un dato confidenziale ed è riferibile al prezzo minimo concordato dalla casa d’aste con ilDirettore di vendita o banditore di sotto del quale il lotto non potrà essere venduto.È facoltà del Direttore di vendita o banditore variare la base d’asta, correggendo in questo modo l’eventualeimprecisione nella stesura delle valutazioni.

- “PREZZO DI AGGIUDICAZIONE”: è il prezzo al quale il lotto viene aggiudicato e sul quale saranno applicate lecommissioni d’acquisto.

INFORMAZIONI PER AGEVOLARE LA LETTURA DEL CATALOGOLe misure, qualora non venga specificato altrimenti, vanno considerate in quest’ordine: altezza, larghezza e profondità.Per i beni mobili, le dimensioni indicano l’ingombro massimo dell’oggetto.Nei dipinti la data che viene indicata tra parentesi è solo indicativa dell’epoca di esecuzione, quella senza parentesirisulta invece dal recto o dal verso del dipinto o da una dichiarazione scritta, comunque di mano dell’autore, comespecificato nella scheda descrittiva dell’opera.Sotto la voce “provenienza” sono elencati i timbri e le etichette delle gallerie e delle collezioni applicati sul retro, nelcaso dei dipinti, oppure le appartenenze in collezioni nel caso di arredi.L’abbreviazione “(s.c.)” indica le opere sprovviste di cornice.Si precisa che per quanto riguarda i gioielli, la caratura delle pietre indicata in catalogo, essendo stata eseguita laperizia su pietre montate, è suscettibile di piccole variazioni.

MODALITÀ DI OFFERTA PER I SOGGETTI CHE NON POSSONO ESSERE PRESENTI ALLA VENDITA. PARTECIPAZIONEMEDIANTE TELEFONOSe l’acquirente non può partecipare all’asta di persona, può comunque partecipare telefonicamente.La San Marco Casa d’Aste Spa potrà effettuare collegamenti telefonici, nei limiti della disponibilità di linee, per lotti convalore di stima superiore ad euro € 500. Al fine di assicurare il collegamento telefonico, si invita a prendere accordi conil personale della San Marco Casa d’Aste Spa almeno 8 ore prima dell’asta e a compilare il modulo predisposto per gli acquisti

su commissione da inviare per fax con i documenti richiesti in allegato (vedere “acquisti su commissione”). Il servizio ègratuito.L’acquirente può anche indicare il “limite massimo” di offerta, in modo tale che qualora sia impossibile raggiungerlotelefonicamente possa comunque partecipare all’asta.La sopradescritta modalità di partecipazione resta comunque a rischio dell’offerente, anche in ordine alle possibiliproblematiche tecniche ad essa connesse.

COMMISSIONI D’ACQUISTOSan Marco Casa d’Aste Spa può accettare “commissioni di acquisto” delle opere in vendita a prezzi determinati supreciso mandato. I lotti saranno sempre acquistati al prezzo più conveniente consentito da altre offerte sugli stessi lottie dalle riserve degli stessi. In caso di offerte identiche, sarà data la precedenza a quella ricevuta per prima. Si invita gliacquirenti ad indicare sempre il limite massimo in quanto non si accettano ordini di acquisto con offerta illimitata. Gliordini dettati telefonicamente sono accettati solo a rischio del mittente e devono essere confermati per lettera, fax otelegramma prima dell’asta. Le offerte devono pervenire almeno 10 ore prima dell’inizio dell’asta. Non si riterrannovalide comunicazioni esclusivamente verbali, incomplete o tardive.

IL PAGAMENTOIl pagamento dei lotti dovrà essere effettuato immediatamente dopo l’asta e comunque entro e non oltre sette giornilavorativi dalla data stessa, rispettando le modalità previste nelle condizioni generali di vendita riportate nel catalogo.Le seguenti forme di pagamento potranno facilitare l’immediato ritiro di quanto acquistato:1. contanti fino a € 12.500,00;2. assegno circolare;3. assegno bancario di conto corrente.Si precisa che il pagamento a mezzo bonifico bancario ed assegno circolare o bancario deve essere specificatamenteconcordato prima dell’asta con la direzione amministrativa. Ad ogni modo, in caso di pagamento a mezzo assegnocircolare e bancario, San Marco Casa d’Aste Spa si riserva la possibilità di consegnare il lotto solo dopo aver verificatopresso l’istituto di emissione la disponibilità dei fondi.Le condizioni generali di vendita impongono agli acquirenti il pagamento immediato dei beni acquistati. San Marco Casad’Aste Spa può consentire a sua discrezione pagamenti dilazionati, ove richiesti e concordati preventivamente almeno 7giorni prima dell’inizio della vendita.

INFORMAZIONI PER I MANDANTI-VENDITORIChiunque desideri far valutare o includere nelle vendite oggetti d’antiquariato e da collezione, può mettersi in contattocon il nostro ufficio di Venezia corrente in Santa Croce 1681/A, tel. 041/2777981 fax 041/2770664.I critici ed esperti di cui si avvale la nostra società sono a disposizione per studiare, valutare e valorizzare opere d’artee ogni bene avente valore collezionistico o storico.In caso di vendita è attribuita a San Marco Casa d’Aste Spa una commissione normalmente pari al 15% più iva,calcolata sul prezzo di aggiudicazione dei lotti venduti.Qualora sia concordato un prezzo di riserva sul bene e definite le modalità d’asta, sarà richiesta la compilazione di unmandato a vendere alla San Marco Casa d’Aste Spa.Le spese di trasporto, assicurazione e fotografie, dovranno comunque essere pagate dal mandante-venditore,qualunque sia l’esito dell’asta.Il pagamento di quanto aggiudicato all’asta, al netto dei diritti e delle spese, sarà inviato al mandante-venditore dopo 35(trentacinque) giorni lavorativi dalla data della vendita, a condizione che l’acquirente abbia onorato l’obbligazioneassunta al momento dell’aggiudicazione, e che non vi siano stati reclami o contestazioni inerenti i beni aggiudicati.San Marco Casa d’Aste Spa metterà a disposizione del mandante-venditore le opere non vendute nei 40 giornisuccessivi all’asta, il quale provvederà al ritiro delle stesse a propria cura e spese, salvo che non si concordi unariduzione dei prezzi di riserva concedendo il tempo necessario all’effettuazione di ulteriori tentativi di vendita daespletarsi anche per trattativa privata.

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GENERAL CONDITIONS OF SALE

1. Before the beginning of the auction, a pre-viewing of the items will be arranged by San Marco Casa d’Aste S.p.A.During this time, the Director of the sale, or Auctioneer, and his representatives will be available for any clarifications; the purpose of the pre-auction viewing is to allow for a close examination of the conditions andquality of the items, as well as to rectify any error and inaccuracy that may have occurred during the compilationof the catalogue. Objections made to such regards are not admitted after the sale. To avoid exclusion, any objection to such regard must be raised against San Marco Casa d’Aste S.p.A. before the knocking down of theitem of interest.

2. Items are sold in their “existing conditions”. Such conditions include all defects and imperfections already existing at the time the single item is knocked down.

3. Registration is necessary in order to participate to the sale procedure through auction (see “Information for prospective buyers”).

4. Sale is carried out to the highest bidder, whose bid has been accepted by the Director of the sale or Auctioneer.The hammer-stroke of the Director of the sale, or Auctioneer, determines the acceptance of the bid.

5. The Director of the sale or Auctioneer is entitled to accept bids on behalf of clients on commission at determinedprices and upon a precise mandate. A bid made in the salesroom during the auction will always prevail over a commissioned bid. During the auction,the Director of the sale or Auctioneer is entitled to change the sale order, join or separate the lots, take back anylot and to adopt any measure that is he believes to be suitable to the circumstances, to accept telephone commissions and authorize audio and video connections to partecipate to the sale.

6. Lots will be exclusively knocked down by the Director of the sale, or Auctioneer, and the buyer is required tomake payment according to the conditions stated in art. 7. It must be pointed out that sales require immediatecash payments.

77.. TThhee BBuuyyeerr iiss rreeqquuiirreedd ttoo ppaayy aatt aannyy eevveenntt,, iinn aaddddiittiioonn ttoo tthhee pprriiccee ooff hhiiss aacccceepptteedd bbiidd,, aa pprreemmiiuumm ooff 2255%% uupp ttoo€ 225500..000000,,0000,, aanndd ooff 1188,,55%% ffoorr tthhee aammoouunntt ooff pprriiccee eexxeeeeddiinngg ssuucchh ssuumm.. TThhiiss pprreemmiiuumm iinncclluuddeess tthhee VVAATT dduuee iinnaaccccoorrddaannccee wwiitthh tthhee eexxiissttiinngg ttaaxx lleeggiissllaattiioonn.. AAccccoorrddiinngg ttoo tthhee IIttaalliiaann LLaaww DDeeccrreeee 2255//0066//22000088,, nn.. 111122,, aarrtt.. 3322,, SSaann MMaarrccoo CCaassaa dd’’AAssttee SS..pp..AA.. ccaannnnoott aacccceepptt ccaasshh ppaayymmeennttss eexxcceeeeddiinngg € 1122..550000.. SSaann MMaarrccoo CCaassaa dd’’AAssttee SS..pp..AA..iiss ffuurrtthheerrmmoorree oobblliiggeedd ttoo aasskk hhiiss cclliieennttss ffoorr aa vvaalliidd IIDD aanndd aa ccoonnffoorrmmaattiioonn ooff tthheeiirr ddoommiicciillee..

8. Purchased lots are to be collected at the buyer’s own risk and care upon payment made as outlined above. Upon expiration of the deadline, San Marco Casa d’Aste S.p.A. will charge the buyer for storage and insurancecosts incurred up to the moment of collection.

9. San Marco Casa d’Aste S.p.A. acts as an agent for the owners of the items for sale. Therefore San Marco Casad’Aste S.p.A. does not acquire any rights, not directly takes on any obligations, exept when San Marco Casa d’AsteS.p.A. is the owner of the item. All the responsibilities pursuant to articles 1476 ff. of the Italian Civil Code continue to rest on the shoulders ofthose who own the items.

10. The items presented in the catalogue have individual descriptions of authenticity and attribution. It must beunderlined that each single description constitutes the expression of a critical opinion. Any item can always beexamined by the public during the pre-auction viewing. For Old Master and 19th century paintings, the period andschool in which the attributed artist lived and worked is guaranteed. The paintings presented in the catalogue of Modern and Contemporary Art are usually accompanied bycertificates of authenticity which are indicated in the appropriate catalogue entries. No other certificate, appraisal or opinion requested or presented after the sale will be considered valid groundsfor objections made to San Marco Casa d’Aste S.p.A. regarding the authenticity of any works.

11. Any complaint will be taken into consideration only if presented in writings and by registered post (that is by“raccomandata a/r”) to San Marco Casa d’Aste S.p.A. within 15 (fifteen) days after the date of collection of thepurchased work. The legitimacy of a complaint that is duly communicated will be evaluated on the basis of across-examination between a researcher or independent expert appointed by San Marco Casa d’Aste S.p.A. andan equally qualified expert nominated by the buyer.

12. A complaint that is deemed legitimate will lead simply to a refund of the amount paid, only upon the return of theitem and only if the buyer is able to return such item to San Marco Casa d’Aste S.p.A. free from third party rightsand provided that the item is in the same conditions it was at the time it was sold.

13. The items that have already been declared of significant interest as per art. 6 of the Legislative Decree n. 490 of29/10/1999 are indicated as such in the catalogue by San Marco Casa d’Aste S.p.A. For such items, theGovernment may exercise the right of pre-emption at the hammer price; in these instances, the sale will beeffective only after the legal period for exercising the right of pre-emption has elapsed. If the right of pre-emption is indeed exercised, the highest bidder will be entitled to a refund of any amounts paid.

14. Any item datable to over fifty years ago is subject to the corresponding protective regulations and, in particular,cannot be transported outside the Italian territory without a certificate of free circulation issued by the competentAuthority. It must be underlined that all charges for export licences or certificates as well as for any otherrequired documentation shall be borne by the buyer. The delay in obtaining licenses or the denial of licenses shall in no way justify the rescission or the cancellationof any sale, nor shall it justify the delay in making full payment by the purchaser for the related lot.San Marco Casa d’Aste S.p.A. grants to all his foreign customers the opportunity of paying and collecting theitems shown in the catalogue under the condition that an export permission is given. Should the Italian authorities be contrary to the export of the item, the sale of such item will be considered as void.

15. ARTIST’S RESALE RIGHTOn 9 April 2006, the Decreto Legislativo dated 13 February 2006, n. 118 came into force implementing theDirective 2001/84/CE, thereby introducing into the Italian legal system the right for authors of works of art andmanuscripts and their beneficiaries to receive a royalty from the proceeds of each subsequent sale of the workfollowing the original sale.

Artist’s Resale Right is payable only if the sale price exceeds € 3.000,00 and is calculated as follows:a) 4% royalty rate for hammer price from € 3.000,00 to € 50.000,00b) 3% royalty rate for hammer price from € 50.000,01 to € 200.000,00c) 1% royalty rate for hammer price from € 200.000,01 to € 350.000,00d) 0,5% royalty rate for hammer price from € 350.000,01 to € 500.000,00e) 0,25% royalty rate for hammer price exceeding € 500.000,00

The buyer undertakes to pay the Artist’s Resale Right in addition to the sale price and buyer’s premium.San Marco Casa d’Aste Spa is responsible for forwarding any Artist’s Resale Rights to the Italian Society ofAuthors and Editors (SIAE).

16. The present terms of sale and the contract are regulated by Italian law. All complaints regarding the present terms of sale and the contract are under the exclusive jurisdiction of theVenice Civil Court.

17. The purchaser hereby confirms his consent to the processing, disclosure and transfer of sensitive information forthe provision of auction and other related services, in accordance with article 23 of Italian Legislative Decree30/06/2003, n. 196; the purchaser hereby confirms also having received the information provided for by art. 13 ofItalian Legislative Decree 30/06/2003, n.196.

18. The present general sale regulations are considered to be tacitly accepted by all participants to the auction.

GENERAL INFORMATIONS FOR PROSPECTIVE BUYERS AND FOR SELLERS

REGISTRATION AND BIDDING PADDLESBy filling out and signing the registration form and after a numbered paddle has been assigned, the buyer accepts the“Conditions of Sale” printed in this catalogue.All potential buyers are requested to get a paddle for bidding before the sale procedure begins. It is possible topre-register during the pre-auction viewing. If the buyer is acting as an agent of a third person, a written authorisation is required. All potential buyers are requested to bring identification with them to allow for registration. The assigned numberedpaddles can be used to indicate bids to the Director of Sale or Auctioneer during the auction. All lots sold will be invoiced to the name and address provided upon registration when receiving the numbered biddingpaddle. At the end of the auction, buyers are requested to return their paddles to the registration counter. Each client isliable for the use of the paddle number assigned to him/her; paddles are not transferable and must be returned upontermination of the auction. The representatives of the Director of sale or Auctioneer must be informed promptly in casethe paddle is lost.The aforementioned system does not apply whenever the prospective buyers is participating to the auction by means ofa written bid.

ESTIMATES, STARTING PRICES, RESERVE PRICES AND HAMMER PRICES- Estimated price (“PREZZO DI STIMA”) in all our catalogues, namely the value assigned by our experts to each lot,

are indicated in each catalogue entry. This amount is expressed in Euros.

- The specification “A RICHIESTA” (upon request) appears next to certain lots that are particularly precious andimportant. If such is the case, prospective buyers may contact our experts for specific information regardingthose specific lots and for an indication of the related estimates.

- If the specification “OFFERTA LIBERA” (free bid) or “M.O.” appears, the starting price in the auction is open.- The starting price (“PREZZO BASE D’ASTA”) is the price at which bidding starts; this is generally equal to half of

the lower estimated price. - The reserve price (“PREZZO DI RISERVA”) is a confidential amount and refers to the minimum price agreed upon

between the Auction House and the Director of Sale or Auctioneer below which the lot cannot be sold. The Auctioneer may vary the starting price, thereby correcting any inaccuracies in the assigned estimates.

- The hammer price is the price at which any lot is sold and on which premiums are applied.

USEFUL READING INFORMATIONSUnless otherwise specified, measurements are provided in this order: height, width and depth. For furniture, the measurements indicate the maximum space occupied by the object.Dates in parentheses are merely indicative of the period of the paintings; those without parentheses are taken insteadfrom the back or front of the painting or from a written statement by the artist, as specified in the catalogue entry ofthe work.The heading “Provenienza” (provenance) is followed by a listing of the stamps and labels of the galleries and collectionsthat are indicated on the back of the paintings, or of the related collections in case of furnishings.The abbreviation “(s.c.)” stands for unframed works.As for jewels, the weight in carats of all stones as shown in the catalogue may present minor variations, as appraisalsare carried out on mounted stones.

ABSENTEE BIDSSan Marco Casa d’Aste S.p.A. may accept “absentee bids” for the items to be auctioned at determined prices and upona specific mandate. All lots will always be purchased at the lowest price allowed for by other bids on the same lots andby the reserve prices. If identical bids are received, the first bid received by San Marco Casa d’Aste S.p.A. shall take precedence. A maximum limit must be indicated, as absentee bids with unlimited bidding will not be accepted. Bidding over thetelephone is at the caller risk and must be confirmed by letter, fax or telegram prior to the auction. Bidding offers mustbe sent at least 10 hours before the auction. Oral, incomplete or late communications will not be considered valid.

PARTICIPATING IN THE AUCTION BY TELEPHONEBuyers unable to participate in the auction in person may participate by telephone. San Marco Casa d’Aste S.p.A. offersthe possibility to place bids by telephone, as warranted by line availability, for lots with an estimate greater than € 500. In order to ensure the telephone connection, we ask that you make arrangements with the staff of San Marco Casad’Aste S.p.A. at least 8 hours prior to the auction, and that you fill out the appropriate form for absentee bidding, to besent by fax along with copies of the required documents attached (see “absentee bidding”). The service is totally free.Buyers may also give a “maximum bid limit”, in order to ensure participation in the sale, should they not be reachableby telephone.The abovementioned method of participation remains at the bidder’s risk, given the possible technical problems relatedto it.

METHODS OF PAYMENTPayment for purchased lots must be made immediately after the auction and no later than seven working days after thedate of the sale, in accordance with the methods outlined in the sale conditions indicated in the catalogue.The following forms of payment may facilitate the immediate collection of the item(s) purchased:1. Cash up to € 12,500.00.2. Bank draft, subject to prior verification with the issuing institution.3. Personal cheque.Please note that Money transfers, bank drafts and personal cheques must be specifically agreed upon with the administrative direction before the auction takes place.Whenever the payments are made with a bank draft or a personal cheque, San Marco Casa d’Aste S.p.A. reserves theright to verify the existence of the necessary funds in the buyer’s bank account before delivering the lot. According tothe general conditions of sale, buyers are required to make immediate payments for purchased items. San Marco Casad’Aste S.p.A. may occasionally allow, at its own discretion, deferred payment when requested and agreed upon at least10 days prior to the start of the sale.

USEFUL INFORMATION FOR SELLING THROUGH SAN MARCO CASA D’ASTE S.p.A.Should you wish to have your antiques or collectibles evaluated or included in our auctions, you may contact our Veniceoffice. The office is located in Santa Croce 1681/A, phone +39 041/2777981, fax +39 041/2770664. The team of critics and experts of the Auction House is available for the appraisal and evaluation of works of art andother objects of collectible or historical value.In the case of a successful sale, San Marco Casa d’Aste S.p.A. will receive a commission; said commission is normallyequal to 15% plus VAT of the hammer price of sold items. Once a reserve price is agreed upon for an item and the auction procedures have been defined, a sale mandate for SanMarco Casa d’Aste S.p.A. will have to be drawn. The seller, regardless of the outcome of the sale, will be liable to payfor transportation, insurance and marketing costs.The payment of the hammer price with the deducted sale commission and expenses of sold lots will be sent to the seller 35 working days after the date of the sale, provided that the buyer has honoured the due payment and that therehas not been any subsequent complaints or protests with respect to the sold items.San Marco Casa d’Aste S.p.A. will return any unsold items to the seller during the 40-day period following the auction. The seller will duly collect unsold items at his own expenses and care, unless a reduced reserve price and an extendedperiod of time are agreed upon with the aim of making further sale attempts, even through private negotiations.

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INFORMATIVA E CONSENSO AI SENSI DELL’ART. 13 DEL DECRETO LEGISLATIVO 196/03CODICE IN MATERIA DI PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI

TTiittoollaarree ddeell ttrraattttaammeennttoo ddaattiiLa titolarità del trattamento spetta a: San Marco Casa d’Aste SpA con sede a Santa Croce 1681/A in Venezia, tel. 041 2777981, fax 041 2770664, e-mail: [email protected]

FFoonnttee ddeeii ddaattii ppeerrssoonnaallii I dati personali in possesso della società sono raccolti direttamente presso la clientela in occasione dell’instaurazione di rapporti commerciali.

FFiinnaalliittàà ddeell ttrraattttaammeennttoo aa ccuuii ssoonnoo ddeessttiinnaattii ii ddaattii Con riferimento a tali dati Vi informiamo che saranno trattati nell’ambito della normale attività dell’azienda secondo le seguenti finalità:a) finalità strettamente connesse e strumentali alla gestione dei rapporti con la clientela (es: acquisizione di informazioni preliminari alla conclusione di un contratto, esecuzione di operazioni sulla base degli obblighi derivanti da contratti conclusi con la clientela, ecc.)b) finalità derivanti da obblighi di legge, da regolamenti, da normativa comunitaria, da disposizioni impartite da autorità a ciò legittimate dalla legge o da organi di vigilanza e controllo;c) finalità promozionali o di vendita diretta di propri prodotti o servizi;

MMooddaalliittàà ddii ttrraattttaammeennttoo ddeeii ddaattii In relazione alle indicate finalità, il trattamento dei dati personali avviene mediante strumenti manuali, informatici e telematici con logiche di trattamento correlate alle finalitàstesse e, comunque, in modo da garantire la sicurezza e la riservatezza dei dati stessi, così come previsto e disciplinato dagli articoli da 31 a 36 del Codice in Materia diProtezione dei Dati Personali (D. Lgs. 30/06/2003, n. 196 – di seguito Codice) e sempre nel rispetto dell’art. 11 del codice.Il suo consenso non è necessario per il trattamento e la comunicazione relativamente alla finalità sub a), in quanto richiesti per l’esecuzione di obblighi contrattuali e pre-contrattuali, e sub b) in quanto obbligatori per legge. Pertanto l’eventuale rifiuto a fornirli o al successivo trattamento potrà determinare l’impossibilità della scrivente a darcorso ai rapporti contrattuali medesimi.Anche per la finalità sub c) il suo consenso non è necessario per il trattamento (art. 130 D. Lgs. 196/03), Lei ha comunque il diritto di opporsi in ogni momento al trattamento inmodo gratuito.

CCaatteeggoorriiee ddii ssooggggeettttii aaii qquuaallii ii ddaattii ppoossssoonnoo eesssseerree ccoommuunniiccaattiiAll’interno dell’azienda possono venire a conoscenza dei Suoi dati personali soltanto i dipendenti da noi incaricati del loro trattamento, nonché i soggetti incaricati all’installazione e manutenzione degli impianti telefonici.I dati saranno oggetto di comunicazione o diffusione a terzi in Italia e all’estero per i necessari adempimenti contrattuali o per obblighi di legge.Inoltre, qualora fosse necessario, i dati potranno essere comunicati ad agenti, Istituti di Credito per la gestione di incassi e pagamenti; a studi legali per recupero credito.I dati verranno trattati per tutta la durata dei rapporti contrattuali instaurati e anche successivamente per l’espletamento di tutti gli adempimenti di legge nonché per futurefinalità commerciali.

DDiirriittttii ddeellll’’iinntteerreessssaattoo pprreevviissttii ddaallll’’aarrtt.. 77 ddeell DD..LLggss.. 119966//22000033Informiamo, infine, che l’art. 7 del D. Lgs. in argomento conferisce agli interessati la possibilità di esercitare specifici diritti.

Responsabile del trattamento è il Legale Rappresentante protempore, domiciliato per i presenti fini presso San Marco Casa d’Aste SpA, con sede in Santa Croce 1681/A, in Venezia, tel. 041 2777981, fax 041 2770664, e-mail: [email protected] esso la S.V. si potrà rivolgere per tutto quanto concerne il trattamento dei Suoi dati, in particolar modo per l’esercizio di cui all’art. 7 del D. Lgs. 196/03.

DDeeccrreettoo LLeeggiissllaattiivvoo 3300 ggiiuuggnnoo 22000033 nn.. 119966 AArrtt,, 77 ((DDiirriittttoo ddii aacccceessssoo aaii ddaattii ppeerrssoonnaallii eedd aallttrrii ddiirriittttii))

1. L’interessato ha diritto di ottenere la conferma dell’esistenza o meno di dati personali che lo riguardano, anche se non ancora registrati, e la loro comunicazione in formaintelligibile.

2. L’interessato ha diritto di ottenere l’indicazione: a) dell’origine dei dati personali; b) delle finalità e modalità del trattamento; c) della logica applicata in caso di trattamentoeffettuato con l’ausilio di strumenti elettronici; d) degli estremi identificativi del titolare, dei responsabili e del rappresentante designato ai sensi dell’art. 5 comma 2;

e) dei soggetti o delle categorie di soggetti ai quali i dati personali possono essere comunicati o che possono venire a conoscenza in qualità di rappresentante designato nelterritorio dello Stato, di responsabili o incaricati.

3. L’interessato ha diritto di ottenere: a) l’aggiornamento, la rettificazione ovvero, quando vi ha interesse, l’integrazione dei dati; b) la cancellazione, la trasformazione in formaanonima o il blocco dei dati trattati in violazione di legge, compresi quelli cui non è necessaria la conservazione in relazione agli scopi per i quali i dati sono stati raccolti osuccessivamente trattati; c) l’attestazione che le operazioni di cui alle lettere a) e b) sono state portate a conoscenza, anche per quanto riguarda il loro contenuto, di coloro ai quali i dati sono stati comunicati o diffusi, eccettuato il caso in cui tale adempimento si rivela impossibile o comporta un impiego di mezzi manifestamente sproporzionatorispetto al diritto tutelato.

4. L’interessato ha diritto di opporsi, in tutto o in parte: a) per motivi legittimi al trattamento dei dati personali che lo riguardano, ancorché pertinenti allo scopo della raccolta;b) al trattamento dei dati personali che lo riguardano ai fini di invio materiale pubblicitario o di vendita diretta o per il compimento di ricerche di mercato o di comunicazionecommerciale.

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IL SOTTOSCRITTO NAME

RESIDENTE IN ADDRESS

C.A.P. ZIP CODE

STATO COUNTRY

VIA STREET

TELEFONO PHONE

FAX E.MAIL

DOCUMENTO DI IDENTITÀ N. IDENTITY DOCUMENT N.(ALLEGARE FOTOCOPIA) (ATTACH COPY)

LUOGO E DATA DI RILASCIO ISSUED DATE

CODICE FISCALE TAX PAYER’S CODE (IF RESIDENT IN ITALY)

PARTITA I.V.A. VAT NUMBER

Dichiaro di aver ricevuto, di aver letto ed approvato l’informativa ex art. 13 del D.Lgs. 196/03 e presto, ai sensi degli artt. 23 e 43 del D.Lgs. 196/03 sulla protezione dei dati personali, il mio consenso al trattamento ed alla comunicazione, anche all’estero, dei miei dati, secondo i termini e le modalità di cui alla menzionata informativa.

I hareby confirm to have received, read and approved the information of article 13 of tha ItalianLegislative Decree 196/03 on Data Protection, I hereby also consent to the use and disclosure of mypersonal data, for the purposes of articles 23 and 43 of the Italian Legislative Decree 196/2003, by San Marco Casa d’Aste S.p.a. including abroad, on the terms set out in the above-mentionedinformation.

Data / Date Firma / Signature

Approvo specificatamente ai sensi dell’art. 1341, II comma le seguenti clausole delle Condizionigenerali di vendita pubblicate sul catalogo della San Marco Casa d’Aste SpA relative a questa determinata asta: 2, 4, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16.Approvo inoltre specificatamente ai sensi dell’art. 1341, II comma, i termini e le condizioni previstedall’Informativa generale per i potenziali acquirenti e per i mandanti.

I hereby expressly approve for the purposes af article 1341, II comma of the Italian Civil Code, thefollowing clauses of the General conditions of sale: 2, 4, 6, 7, 8, 9,10, 11, 12, 13, 14, 15, 16.I hereby also expressly approve, for the purposes of the above mentioned article 1341, II comma ofthe Italian Civil Code, the terms and conditions of the General informations for prospective buyersand for sellers.

Data / Date Firma / Signature

SCHEDA DI OFFERTA BID FORM

N. LOTTO LOT NUMBER OFFERTA MASSIMA (IN CIFRE) HIGHEST BID

DESCRIZIONE DESCRIPTION

PARTECIPAZIONE TELEFONICA AUCTION AT PHONE (n. tel.)

N. LOTTO LOT NUMBER OFFERTA MASSIMA (IN CIFRE) HIGHEST BID

DESCRIZIONE DESCRIPTION

PARTECIPAZIONE TELEFONICA AUCTION AT PHONE (n. tel.)

N. LOTTO LOT NUMBER OFFERTA MASSIMA (IN CIFRE) HIGHEST BID

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+39 041 2770664SAN MARCO CASA D’ASTE SPA - SANTA CROCE 1681/A, VENEZIA

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