Upload
dangliem
View
223
Download
0
Embed Size (px)
Citation preview
Dottorato di ricerca in Scienze Medico-Veterinarie
Ciclo XXIX Settore Scientifico Disciplinare VET08-Clinica Medica Veterinaria
IMPIEGO DELL’ELETTROENCEFALOGRAFIA (EEG) NELLO STUDIO DELLE FASI INTERITTALI
DELL’EPILESSIA CANINA
USE OF ELECTROENCEPHALOGRAPHY (EEG) TO STUDY INTERCRITICAL PERIOD OF CANINE EPILEPSY
Coordinatore:
Chiar.mo Prof. Attilio Corradi
Tutor: Chiar.mo Prof. Maurizio Dondi
Dottorando: Fabio Biaggi
INDICE ABSTRACT……………………………………………………………………………………….01INTRODUZIONE……………………………………………………………………………….02
1. EPILESSIA1.1 Definizione………………………………………………………………………………041.2 Cennistoricisull’epilessia………………………………………………………..051.3 Fisiopatologiaepatogenesidell’epilessia………………………………..121.4 Classificazionedellecrisiepilettiche………………………………………..17
2. ELETTROENCEFALOGRAFIA(EEG)
2.1 Evoluzionestoricadell’EEG………………………………………………………232.2 CennidianatomiaefisiologiadelSistemaNervosoCentrale……292.3 Neurofisiologiadell’attivitàelettricacerebrale………………………..362.4 Originedelleondecerebrali…………………………………………………….442.5 Posizionamentodeglielettrodi:SI10-20………………………………….452.6 Derivazioniemontaggi…………………………………………………………….502.7 SemeiologiaEEGdibase………………………………………………………….542.8 Artefatti…………………………………………………………………………………..592.9 Classificazioneelettro-clinicadellecrisiepilettiche…………………..66
3. RISONANZAMAGNETICA(RM)
3.1 Introduzioneeprincipi……………………………………………………..713.2 Sequenze………………………………………………………………………….723.3 Sequenzeconvenzionali……………………………………………………723.4 Sequenzerapide……………………………………………………………….763.5 Sequenzeultrarapide……………………………………………………….78
4. MATERIALIEMETODI4.1 Tipodistudio……………………………………………………………………794.2 Obiettivodellostudio……………………………………………………….794.3 Disegnodellostudio…………………………………………………………794.4 Criteridiinclusioneedesclusione……………………………………..794.5 Animali…………………………………………………………………………….804.6 Metodideitest…………………………………………………………………814.7 Risultati……………………………………………………………………………854.8 Stimadiaccuratezzadiagnostica………………………………………864.9 Discussione………………………………………………………………………88
BIBLIOGRAFIA………………………………………………………………………………….89
1
ABSTRACT
Electroencephalography (EEG) is a functional test that studies the spontaneous
electromagnetic potential field of brain as a wave pattern. Currently, EEG in the
diagnosticprotocolfortheCanineIdiopathicEpilepsyisconsideredasadditionalor
add-ontest.Thismeansthatasathirdleveltestmustbeperformedaftermagnetic
resonanceimaging(MRI)andcerebrospinalfluid(CSF)examinations,asindicatedin
"International Veterinary Task Force Consensus Proposal: diagnostic approach for
epilepsyindogs"(DeRisio,2015).
TheaimofthisworkistoevaluatethediagnosticaccuracyoftheEEGtestcarriedout
intheinterictalperiodofcanineidiopathicepilepsy.Forthisobjectiveweanalyzed
EEG,MRIandLCRdatacollectedonasampleof152dogswithepilepsy.Basedonthe
resultswecalculated:predictivepositive index (IPP)andpredictivenegative index
(IPN),sensitivity(SB)andspecificity(SP)ofEEG.
Thevaluesoftheseindicesfortheidiopathicepilepsyindogswere:IPP=0,84;IPN=
0,95;SB=0,88;SP=0,94.TheseresultsunderlineaveryhighsensitivityofEEGto
correctly diagnose 88% of real idiopathic epilepsy dog. Furthermore, the very
significantvalueofthepredictivenegativeindexindicatesthat91%ofanimalswith
anegativeEEGtestaretruehealthyforthisdisease.Inconclusion,iftheresultofthis
studywillbeconfirmedinthefuturebyadditionalstudies,thiscouldleadtousing
theEEGastierIIconfidenceleveltestorscreeningtest,alsobeforeuseofMRIand
LCRtests,inthediagnosisofcanineidiopathicepilepsy.
2
INTRODUZIONE
L’elettroencefalografia(EEG)èunesameelettrodiagnosticoimpiegatonellostudiodi
diversemalattieneurologichedioriginecentraledell’uomoedeglianimali.Perlasua
natura non fornisce informazioni eziologiche, ma esclusivamente funzionali delle
strutture nervose cerebrali e, in rari casi, sull’origine neuro-anatomica delle
anomalie.Questatecnicastudial’espressionedell’attivitàelettricaspontaneadella
cortecciacerebralesottoformadipatternondulatorideipotenzialielettrici.L’EEG
permette di analizzare l’attività elettrica cerebrale in diverse condizioni come la
veglia, il sonno, o in alcune condizioni patologiche d’attivazione corticale.
Inizialmente fu impiegata per lo studio delle diverse forme di epilessia e
successivamentefuestesaatuttiicasidilesionecerebrale,datalabassainvasivitàe
lafacilitàdiapproccioconilmalato.L'elettroencefalografiaèquindil'unicatecnica
chepermetteunmonitoraggioneltempodellafunzionecerebraleepuòevidenziare
anomaliefunzionaliancheinassenzadilesionistrutturalidocumentabili.
Inmedicinaumanailsuoimpiegonellostudiodell’epilessiaèancoraoggidiprimaria
importanza e, fino all’avvento delle moderne tecniche di neuroimaging, è stato
considerato il migliore strumento non invasivo per la localizzazione delle lesioni
cerebralifocalielacaratterizzazionedelleencefalopatiediffuse.Anchesenegliultimi
decenniquestatecnicadiagnosticaèstatasostituita inmolticampidallemoderne
tecnichedineuroimaging, il suo impiegononèdiminuito,anzistaaumentando in
altre situazioni cliniche e con altre finalità. Infatti, per la sua elevata risoluzione
temporale, lascarsa invasivitàed ilbassocostodiesecuzione, l’EEGèsemprepiù
utilizzatonelmonitoraggiodell’attivitàcerebraleinsalaoperatoria,nelleunitàdicura
intensiva e nei centri di medicina d’urgenza, oltre che nel classico studio e
monitoraggiodell’epilessiaidiopatica(Wilner,2013).
InMedicinaVeterinaria,anchesel’EEGèimpiegatodamoltotempo,lepubblicazioni
scientifiche sull’argomento sono scarse, e difficilmente confrontabili a causa
3
dell’assenza di protocolli standardizzati d’esecuzione (Fox 1967; Klemm, 1968;
Klemm,1972;Pellegrino,2004).Tuttaviainquestiultimiannil’usodell’EEGnelcane
hasuscitatoestasuscitandosemprepiùinteresseclinico.Giànel1970alcunistudiosi
si interessaronoall’applicazionedella tecnicaelettroencefalograficanel cane (Fox,
1967).Successivamente,conlosviluppodeglielettroencefalografidigitalieconloro
particolari software dedicati, sono stati pubblicati studi approfonditi su
classificazione elettro clinica, sviluppo e uso dell’EEG nel controllo della terapia
dell’epilessia canina (Lan, 1990; Berendt 1999; Bergamasco 2003; Kis, 2014;
Brinkmann,2015;).
Il presente lavoro ha lo scopo di calcolare specificità e sensibilità del test EEG
analizzandoidatiraccoltisuuncampionedi152caniconepilessia.Latecnicausata
eirisultatiottenutisarannodiseguitodescrittiediscussidopoun’accuratareview
sullo statoattualedelle conoscenze sull’epilessia canina eunadescrizione teorica
dell’elettroencefalografiaedellesueapplicazioniinmedicinaumanaeveterinaria.
4
1.EPILESSIA
1.1Definizione
L’epilessianell’uomoèconosciutasindaitempipiùantichie,nellediverseculture,
l’uomo ha cercato di spiegarla facendo riferimento a fenomeni sovrannaturali. Il
termine “epilessia” deriva dal greco “epilambànein”, che significa essere colti di
sorprese,rapiti,possedutidaunasindromeouninsiemedisintomicausatidauna
grandevarietàdimalattieneurologiche.Questoterminenonindicaunaspecificaed
univocapatologia,mabensìun insiemedipatologiecerebrali complesse,conuna
vasta gamma di cause e manifestazioni cliniche. Quindi la condizione necessaria
affinchésipossaparlarediepilessiaèlapresenzaelaricorrenzaneltempodicrisi
epiletticheoconvulsive(Berg,2010a).
La prima doverosa distinzione concettuale e terminologica si deve fare fra “crisi
epilettica” ed “epilessia”. Secondo la definizione adottata dalla ILAE, il termine
inglese “epileptic seizure”, tradotto in italiano letteralmente con “crisi epilettica”,
definisce la transitoria manifestazione di segni clinici che riflettono un’abnorme,
eccessiva e ipersincrona, attività neuronale a livello cerebrale. In questa nuova
definizione viene introdotto il concetto che le crisi epilettiche possano originare
anchedastrutturesottocorticalienonsolodallacortecciacerebralecomesiriteneva
finoaqualchetempofa.
Iltermineepilessiainvecedefinisceunamalattiacronicadell’encefalo,caratterizzata
dal ricorrere di crisi convulsive nel tempo (Fisher, 2005; Blume, 2001). L’epilessia
quindi, piuttosto che una specifica malattia, è un “termine ombrello” usato per
indicareuncomplessoeterogeneodipatologie.Sarebbeforsedunquepiùcorretto,
comeaccadeinmedicinaumana,parlaredi“epilessie”,alplurale,piuttostochedi
epilessiafacendopensareadunaspecificaedunivocapatologia.Inoltrevadettoche
5
il termine “convulsione” è considerato non scientifico,ma proprio del linguaggio
parlato,pur indicandoconcettualmenteunacrisiepilettica.Quindi ledizioni “crisi
epilettica”, “crisi convulsiva” possono grossolanamente essere considerati
concettualmente come sinonimi, tuttavia dal punto di vista terminologico è più
correttoparlaredi“crisiepilettica”.
Ladrammaticitàdiunacrisiconvulsivaèpercepitadalproprietariocomeunevento
catastrofico, rispetto al quale si sente sgomento e impotente, con un impatto
emotivoavoltedevastante.
In medicina umana, la dimostrazione di un’avvenuta crisi epilettica si fonda sul
riconoscimento della sintomatologia clinica, associato alla documentazione di
un’abnormeattivitàelettricacerebrale,tramitel’elettroencefalografia(VediCap.II).
Diversamentedaquantoaccadenell’uomo,nellaquotidianapratica veterinaria le
crisi epilettiche si riescono a documentare principalmente sulla base della
fenomenologiaclinica.Perquestomotivo,lalorodocumentazionenonpuòarrivare
alla precisionedellamedicina umana, tantopiù che anchenegli animali, esistono
manifestazioniparossisticheche, inassenzadiunriscontroelettroencefalografico,
fannodiscuterecircalaloropresuntaorigineneurologica.
1.2Cennistoricisull’epilessia
Nell’antica Grecia l’intera tradizione culturale da Omero ad Erodoto, la religione
popolare,ladottrinamedicastessa,comesierasviluppataadoperadeisacerdoti-
medicineitemplidiAsclepio,concepivanocomenormaleundirettointerventodella
divinitàsullosviluppodellemalattie,comeappuntol’epilessia.Quindilacomparsadi
un fattore divino, o in ogni modo trascendente, come diretto protagonista dei
fenomeninaturali,annullavadifattolapossibilitàdapartedell’uomodicomprendere
laveracausadelfenomenoe,perottenerelaguarigionedaquestamalattia,eracosì
6
invocato l’aiuto della divinità (Iannaccone, 2000a). Tra i più antichi rituali di
guarigioneutilizzatiinGreciaperguarirel’essereumanodall’epilessia,varicordatala
“praticadell’incubazione”,checonsistevanelfardormiresopraunalastradipietra
l’individuo affetto da epilessia nel tempio d’Esculapio, il Dio dell’arte medica,
attendendonelaguarigione(Magliano,1994).
Nonostante le interessanti e innovative descrizioni cliniche dell’epilessia di molti
autori del passato, le cure di questa patologia continuarono permolto tempo ad
avere forti connotazioni magiche. Per esempio era unanimemente considerata
fondamentalel’influenzadellalunapienasullaricorrenzadegliattacchiepilettici.Per
curarequestamalattiasiutilizzavanofrequentementeisemieleradicidellapeonia,
sifacevagrandeusodellapolveredelleossadicranioedisangueumano.Aquesto
proposito,vieraanchel’usanzanelpassato,com’ètestimoniatodaPlinioilVecchio,
dicospargeredisangueumanolaboccadiunepiletticoodifarglisucchiareilsangue
che usciva dalla bocca di un gladiatore morente per trarne risultati terapeutici
(Iannaccone,2000b).
Il primo grande autore del passato a rifiutare il carattere sovrannaturale delle
malattiementali fu ilmedicogreco IppocratediCos, il quale tra l’altro scrisseun
trattatosull’epilessia“Demorbosacro”nelVseca.C.(Armocida,1993). Ippocrate,
opponendosiallatradizioneculturalealuiprecedente,indicòunnuovoapproccioalla
malattia,unapproccioscientificochenonescludevaladivinitàdallavitadell’uomo
macherifiutavalapresenzadirettaepersonaledeldivinonellanatura.
Gliscrittiippocratici,databiliintornoalVealIVsecoloa.C.enontuttiattribuibilial
grandemedicogreco,sonoricchid’innovatriciteoriesullapatologiagenerale,edin
particolare sulle patologie del cervello. Nel Corpus Ippocratico vi sono molti
riferimenti all’epilessia e alle convulsioni,ma in questo caso è il libro sul “Morbo
Sacro” che riveste il maggior interesse. Il Trattato sull’epilessia o Morbo Sacro,
com’eraappuntodefinital’epilessiaaitempidiIppocrate,risultanonsoloesserela
7
prima descrizione non fantastica della crisi epilettica, ma rileva anche sottili
differenzetralediversemanifestazioniclinichediquestamalattia.Nellaprimaparte
diquestotestoèevidenteiltentativod’Ippocratedifarcapirechequestamalattia
nonavevanulladidivino,nédidemoniaco,macheerasimileatantealtremalattiee
quindi provocata da una causa naturale. Secondo Ippocrate l’affermazione che
l’epilessiafosseunmorbosacroconsentivaagliantichimedicidicrearsiunalibiper
l’insuccessodellaterapia,cheinrealtàeradovutoall’ignoranzacircaleverecause
dell’epilessia. Di conseguenza i medici greci consigliavano una gran varietà di
trattamentitracuilepurificazioni,gliincantesimiel’astinenzadacerticibiebagni.
Per l’inefficacia di questi trattamenti erano incolpati gli Dei, e ilmedico quindi si
sottraevadaogniresponsabilità.
L’altrosignificativocontributoallaconoscenzadell’epilessiafornitodaquest’opera
ippocraticaèrappresentatodall’affermazionecircalebasifisiologichedeldisturbo.
InfattinellasecondapartedeltrattatoIppocrateaffermacheilcervelloèlasededi
tale malattia e di tutte le malattie mentali, con la possibilità di analizzarne i
meccanismi e di curarla senza alcun ricorso a superstizioni e magia. Il cervello,
presentato da Ippocrate nella triplice dimensione psicologica-fisiologica-
patogenetica,èpostocomealternativaoffertadalsaperescientificoallecredenze
tradizionalieallasuperstizione.InparticolareinquestotestoIppocrate,perspiegare
l’originediquestamalattia,utilizzalasuafamosa“teoriaumorale”secondolaquale
lostatonormaledell’essereumanoconsisteva inunequilibriodi“umori”: flegma,
bilenera,bilegiallaesangue.Secondo Ippocrate l’equilibriomentalediunessere
umano si realizzava nelmomento in cui tali umori rimanevano legati ai composti
organicicuiavevanodatoorigine,equestiultiminonvenivanolesioalterati.Nelle
pagineippocratichetroviamoiltentativodispiegarel’epilessiacomeuneccessodi
“flegma”,provocatodaraffreddamenticheportanoadunasecrezioneeccessivadi
mucodapartedel cervello. Inoltrenelladeterminazioneedescrizionedello stato
8
patologico, accanto alla teoria umorale, Ippocrate dava importanza ad una serie
d’altrifattoritraiquali:fattorianatomici,dietetici,geograficiepsicologici(Rosselli,
1996).AdIppocratesidevetral’altrol’averposto,attraversolasuaattivitàdiricerca,
lebasidellaneurologiascientifica,senzapoterinrealtàapprofondireisuoistudie
giungere a risultati concreti permancanzadi strumenti e per ilmancato sviluppo
d’altrediscipline,nonriuscendoadottenerecosìsulpianopraticolatantodesiderata
vittoriasullasuperstizione.
Gli studie leosservazionisull’epilessiasubironoun lungoperiododi stasidurante
tuttoilMedioevo,epocanellaqualelaspiegazionerazionaledeifenomenimorbosi
fuabbandonataafavorediunaconcezionedemonologicachesembravafarritornare
lamedicinainepocapre-ippocratica.Inquestoperiodogliepiletticieranoconsiderati
“posseduti dal demonio” e contagiosi per i propri simili e questo fece sì che si
diffondesseroovunquepratiched’esorcismomoltoviolente,chespessoprovocavano
lamortedell’ammalato,echeilfanatismoreligiosocondizionassecompletamenteil
trattamento di questi particolari pazienti. Non era infrequente inoltre che donne
epiletticherimasteincintevenisserosepolteviveconlapropriaprole,echegliuomini
fossero brutalmente castrati. Le pratiche tradizionali e magiche continuarono ad
essereutilizzateancorapersecoliearappresentareleunichesperanzediguarigione
pergliepiletticid’ognidove.
Quindiconnessunsuccessoterapeuticoeconquestidiscutibilisistemisiarrivòalla
prima metà del diciannovesimo secolo, che deve essere considerata l’epoca
fondamentaleperladiagnosielaterapiadell’epilessia.Dopoiprimistudiscientifici
delsecoloeffettuatidalfranceseBravaisnel1827,fuJacksonchenel1861affermò,
con la sola osservazione clinica, che la crisi epilettica dipende da “una scarica
occasionale, improvvisa, eccessiva e rapida, localizzata nelle cellule nervose della
materia grigia” (Jackson, 1931). Gli studi di Jackson permisero di porre le basi
neurofisiologicheper lacomprensionedellascaricaepiletticaeper lanascitadella
9
chimicadi sintesi, quindi per la terapia dell’epilessia.Difatti nel 1912Hauptmann
introdusseinterapiailfenobarbitale,uncompostoconun’attivitàanticonvulsivante
intensaepocotossico(Hauptmann,1912).
NeiprimidecennidelNovecentoigrandiprogressidell’anatomiaavevanoportatoa
comprendere i principi organizzativi della struttura generale e microscopica del
sistemanervosocosìcomeleindaginidiagnostichecompironouneccezionalepasso
inavanti.LedimostrazionidiGalvaniepoidiAldinisull'elettricitàanimaleeranostate
definitivamenteconfermateentrolaprimametàdell'OttocentodaMatteuccieDu
BoisReymond,epiùtardidaHermann,supreparatisperimentalidinervoemuscolo.
Solonel1875RichardCaton(1842-1926)presentòallariunionedellaBritishMedical
Associationl'evidenzadivariazionidipotenzialeelettricoevocatenellacortecciadel
coniglioedellascimmiadavaritipidistimolazionesensoriale,poipubblicatanello
stesso anno (Caton, 1875). L'evidenziazione delle piccole variazioni di potenziale
evocatedaglistimolifuresapossibiledall'impiegodiungalvanometroaspecchioil
cuiraggioriflessovenivaproiettatoadistanzasullaparete.Grazieaquestosistema
diamplificazioneottica,Catonfuingradodiosservarepiccolefluttuazionispontanee
del potenziale che egli analizzò modificando la disposizione degli elettrodi di
registrazione, confermandone la costante presenza abolita solo dalla morte
dell’animale. Si trattava della prima dimostrazione dell'attività spontanea della
corteccia cerebrale, che è alla base dell'elettroencefalogramma (EEG). La limitata
risonanza che ebbero questi dati nell' ambiente dei fisiologi fece sì che l'attività
spontanea corticale fosse successivamente «riscoperta» da altri ricercatori ignari
dellaprecedentepubblicazionediCaton.TuttaviasidevealtedescoBergerlaprima
registrazionenel1921dell’attivitàelettricacelebralenell’uomo.Berger,psichiatra
pressol'UniversitàdiJena,iniziòglistudicheloportaronoallamessaapuntodella
registrazionedell'EEGdell'uomoall'etàdi52anni,nel1925,epubblicòilprimolavoro
nel1929(Berger,1929).Inquestapubblicazioneeinquelledegliannisuccessivisi
10
dimostravachel’attivitàdominante,ilritmodaluidefinito“ritmoalfa”,difrequenza
intornoai9-10Hz,registrabileconelettrodipostisullasuperficiedelcuoiocapelluto
incondizionidi riposoadocchichiusi,eraeffettivamentegeneratodallacorteccia
cerebrale e mostrava una specifica reattività alla apertura degli occhi, che la
sopprimeva. Questa risposta del ritmo alfa, come presto Berger dimostro, non è
specificamentelegataallastimolazionevisivageneratadallaaperturadegliocchiné
adalcunaltrospecificotipodistimolazione,maallacondizionediallerta.Inizialmente
irisultatidellericerchediBergernonvenneroaccolticongrandeentusiasmodalla
comunità scientifica. Il merito del superamento della diffidenza che circondava
l’opera di Berger è dovuto ad un grande scienziato inglese, Lord Edgar D. Adrian
(1889-1977), che nel 1933 ripeté gli esperimenti di Berger confermando
inoppugnabilmente le sue osservazioni (Adrian, 1934a). Negli anni successivi, la
tecnica di registrazione dell'EEG fu messa a punto in vari laboratori europei,
statunitensi e canadesi, e nel dopoguerra, ormai riconosciuta come tecnica
diagnostica irrinunciabile, essa raggiunse rapidamente diffusione ubiquitaria nei
servizi di neurologia. A tutt'oggi l'EEG rappresenta un presidio diagnostico
fondamentaleperladiagnosielostudiodell’epilessia,grazieall'estremasensibilità
nella rilevazionedelle scarichedurante le crisi e di alterazioni significative in fase
inter-critica o inter-ittale (Vedi CAP II). Su queste basi fu finalmente possibile
interpretare la cospicua mole di informazioni empiriche sulla fenomenologia
epilettica, acquisita nel corso dei secoli, secondo una visione biologica coerente
basatasucorrelazionitradisfunzionediunadeterminataregionedelsistemanervoso
centraleelospecificosintomoepiletticochenederiva.
In medicina veterinaria lo sviluppo delle conoscenze sull’epilessia ha seguito un
percorso analogo. In passato gli animali sono stati usati comemodello di studio
dell’epilessia nell’uomo, provocando in laboratorio traumi o lesioni intracraniche,
osservandoestudiandol’istaurarsidellacrisiepilettica.Ancheinstudirecentiilcane
11
vieneutilizzatocomemodellodistudioperl’epilessiaumana(Potschka,2013).Già
verso la fine dell’800 si parlava di epilessia negli animali domestici con diversi
esperimenti descritti. Per esempio Brown-Séquard si accorse che alcune lesioni
provocate a livello dimidollo spinale e nel peduncolo cerebrale potevano essere
sufficientiaprovocareepilessianeglianimali.SeguìlateoriaanemicadiKiissmaule
Tenner,iqualiscoprironocheformedianemiaalivellocerebraleeranostrettamente
correlateacrisiepiletticheneglianimali.Ziehendimostròchel’irritazionedellaparte
posterioredeicorpiquadrigeminierasufficienteacausareepilessia,infineHorsely
scoprìchel’irritazionedellacortecciacerebraleeralacausadellacomparsadicrisi
epilettiche generalizzate tonico-cloniche (Easton, 1892). Nel 1923 un gruppo di
medici sotto la guida del Dr. Frederick Tilney sviluppò uno studio critico della
letteratura sull’epilessia negli animali, mettendo in luce tutte le teorie e le
contraddizioni presenti su questo argomento, cercando di chiarire eziologia e
meccanismobiochimicosottostantelacrisiepilettica.Tilneydimostròcheanchenegli
animali l’epilessia è causata da una iperattività della corteccia cerebrale (Elsberg,
1923). SuccessivamentePike e Elsbergosservarono l’instaurarsi di crisi convulsive
toniche-cloniche ingiovani gattiprividi cortecciamotoria,questopermise lorodi
supporrecausesottocorticaliedextracranichecomepossibilifattoriresponsabilidi
epilessia(Pike,1925).
Attraversoquestolunghissimo,spessotragicoedolorosoviaggio,chehadivoltain
voltaattraversatoiconfinidell’indecifrabile,dellapresenzadivina,dellamagiaedel
diabolico, l’epilessia è divenuta oggi una malattia socialmente accettabile,
diagnosticabileecurabile.
12
1.3Fisiopatologiaepatogenesidell’epilessia
Nelmeccanismodisviluppodiunacrisiepiletticarivesteunruolodifondamentale
importanza losquilibrio tra imeccanismidieccitazioneedi inibizionea livellodei
neuroni cerebrali. Lacaratteristica salientedi tutte lecrisiepiletticheè l’aumento
persistentedell’eccitabilitàneuronale(Platt,2014).
Nel XX secolo le conoscenze sulla morfologia e sulla funzione dell’elemento
fondamentaledel tessutonervoso, ilneurone,si sonoarricchitenotevolmente.La
microelettrofisiologia, per mezzo di registrazioni microelettriche (intra- ed
extracellulari) dell’attività elettrica dei singoli neuroni, ha dato importanti
informazionisullagenesidell’impulsonervoso.Ilneuronevienedefinitocomeuna
cellulaattiva, inequilibriodinamico,cheimpiegaunanotevolequantitàdienergia
permantenereilpotenzialedimembranadi-70mVolt,grazieallavorodiparticolari
proteine transmembrana (pompe ioniche cellulari) che mantengono contro
gradiente di concentrazione cariche elettriche, costituite da ioni (Na+, K+ e Cl-),
all’internooall’esternodellacellula.Inparticolarelepompecellularimantengonoun
eccesso di cariche positive extracellulari, mentre l’interno della cellula viene
mantenutonegativoformandounequilibriodinamicodi-70mvolt.
Lo stato di equilibrio dinamico di una cellula nervosa può venire modificato
dall’azionedialtrecelluleattraversoglieffettiprodottidaneurotrasmettitoriliberati
nelle sinapsi dendritiche. La liberazione di un neurotrasmettitore eccitatorio o
inibitorio nello spazio inter-sinaptico produce una modificazione limitata del
potenziale di membrana, causando, rispettivamente, una depolarizzazione o una
iperpolarizzazione locale. Il più importante neurotrasmettitore con funzione
eccitatoriaèilglutammato(Lipton,1994).
Affinchéquestieventilocalipossanoavereun’influenzadecisivasulneuroneesullo
sviluppodiunpotenzialed’azione,deveverificarsiunasommazionespaziale(molte
13
sinapsi che scaricano contemporaneamente) o temporale (sinapsi che scaricano
ripetutamente nel tempo) degli eventi depolarizzanti o iperpolarizzanti (Lipton,
1994).Nelcervellonormaleesistonomeccanismidifineregolazionecheservonoa
prevenireladepolarizzazionesincronaedeccessivadineuronicontigui.L’eccitazione
dialcunineuroni,dinorma,attivaautomaticamenteanchecircuitidineuroniinibitori
che hanno lo scopo di creare un gruppo di cellule limitrofe iperpolarizzate che
impedisconoladiffusioneesageratadistimoliche,senonfermati,potrebberoinvece
portareaquella“deriva”diipereccitazioneparossisticaeipersincronacheèallabase
dellamanifestazioneepilettica(Podell1994;DeDeyn,2013;Hulsmeyer,2010).
Ilcervellodiunsoggettoepiletticoè,persvariateragioni,impossibilitatoabloccare
efficacementeun’eccessivaeccitazioneneuronale.All’internodell’encefaloesistono
aree di neuroni più suscettibili all’ipereccitazione (c.d. cellule “pacemaker”) e,
pertanto, più predisposte a diventare foci epilettogeni, cioè aggregati neuronali
dotatidiintrinsecafacilitàalladepolarizzazione.
Inassenzadiun’efficacefunzioneinibitoria,lecellulepacemakerpossonoreclutare
altrecellulenelleareecircostantiedareinizioadunincrementodiattivitàeccitatoria
che,attivandounveroepropriocircolovizioso,esita inunaumentoesponenziale
dell’eccitazione.Siverificadapprimalaformazionediunfocusepilettogeno(ovvero
di un aggregato di neuroni in preda ad una deriva eccitatoria parossistica) e,
successivamente, il reclutamento di altri neuroni e lo sviluppo di un’attività
epilettogenachepuòdiffondere,attraversoconnessioniintra-edinter-emisferiche,
adaltreareedelcervello.Sevienereclutatounnumerocriticodineuronisisviluppa
lacrisiconvulsivaclinicamentemanifesta(Podell,2013).
Nonostante i numerosissimi studi effettuati per comprendere l’epilettogenesi, gli
innegabiliprogressicompiutihannocontribuitosoloparzialmenteallacomprensione
dei meccanismi che stanno alla base del fenomeno. Diversi sono gli attori di un
processochepresentacomplicatirisvoltieche,purnonavendomodalitàunivoche
14
di azione, esita in una eccitazione parossistica e ipersincrona dei neuroni.
Attualmente, sono relativamente chiari i nessi causali tra un’abnorme scarica
neuronaleetraumi,tumori,infezioni,ipossieespecifichealterazionimetaboliche(De
risio,2014a).
Permoltissimicasinonèinvecepossibiletrovarefattoricausali,elacomprensione
del fenomeno epilettogeno è ancora parziale. In una visione semplificata, la crisi
epilettica è ancor oggi considerata come il risultato di un’incapacità dei sistemi
inibitoriGABA-ergiciasvolgerelalorofunzionedimodulazionesull’attivitàcerebrale,
percuiifattoripatogeneticidell'epilessiapossonoessereschematicamentesuddivisi
in tre gruppi: la predisposizione alle crisi (convulsività), il focolaio epilettico e lo
stimoloepilettogeno.
La convulsività è condizionatadauno statodellamembrananeuronale facilitante
l'attivitàritmicaautomaticaedaunafacilitazioneversol'attivitàsincronaeritmicadi
estesepopolazionineuronali.Dalpuntodivista funzionaleognialtracomponente
cerebralepuòinfluenzarelaconvulsività:peresempio,l'esistenzadiviepreformate
o predisposte che sono sfruttate dall'attività epilettica del focolaio primario per
propagare in altre strutture, talora verso regioni distanti ed estese dell'encefalo,
oppurel'attivitàdelsistemaaspecificochepuòinfluenzarelapredisposizioneverso
crisigeneralizzate.
Ilfocolaioepiletticoèilpuntorealeopotenzialediorigineedipropagazionedella
crisi.Puòesserelocalizzatonellacortecciaoinaltrestrutturecerebralisottocorticali.
Nell'areachelodelimitalapredisposizioneallecrisièaumentata.Ditantointantoi
potenziali elettrici dei neuroni in essa compresi vanno incontro a una
sincronizzazione il cui corrispettivo elettrofisiologico è rappresentato dall'attività
epilettica focale che può essere registrata con l’impiego dell’elettroencefalografia
(spikeselettroencefalograficifocali,VediCapII).
15
A livello cellulare essa corrisponde a un'improvvisa e transitoria depolarizzazione
dellamembranaaccompagnatadaunascaricadiimpulsi(spikescellulari),cheviene
generalmente interrotta da una ripolarizzazione (o iperpolarizzazione) della
membrana neuronale indotta principalmente dal feedback inibitorio (De risio,
2014a). Fra le cause scatenanti di un focolaio epilettico le più frequenti sono
rappresentateda traumi cerebrali, lesioni infiammatorieo circolatoriedel tessuto
nervoso.Perchiarireimeccanismichesonoallabasedell’epilettogenesiaseguitodi
lesionetessutali, inpassato,sonostatieseguitiesperimentisuanimaliprovocando
unfocolaioepilettogenoartificialeinoculandoalcunesostanzetossichenelcervello
(penicillina, idrossidodialluminio,cobalto,ecc.).Recenti ricerchemorfologichesu
questi focolai sperimentali, eseguitealmicroscopioelettronico,hannodimostrato
chenell'areaattivadiunfocolaioepiletticoèpossibilespessoosservareneuroniprivi
di sinapsi esclusivamente o prevalentemente nel soma, cioè nella zona dove
probabilmenteèsituatalamaggioranzadellesinapsiinibitorie(Fisher,1969).Sipuò
quindi supporreche in talineuroni siadisturbato il feedback inibitorio. Tuttaviaè
statodescrittocheessisianoancheprivatidelcontattoconcelluledialtrotipo,come
ad esempio le cellule della nevroglia (astrociti), che rappresentano un'altra
importantecomponentedeltessutonervoso.Gliastrocitipartecipanoattivamenteal
metabolismo neuronale, in particolare contribuendo al mantenimento del valore
normaledelpotenzialedimembranaa riposo.Nelle cicatrici cerebrali gli astrociti
sonorimpiazzatidaundiversotipodicellulegliali(gliafibrosa)allequalicontutta
probabilitàmancano leproprietàmetabolichesoprariferite.Daquestoèpossibile
dedurrecheincasodilesionialtessutonervoso,lafibrosiconseguentecontribuisce
aunnotevolecalodellapolarizzazionedellemembraneneuronali,chegiungecosìa
valori assai prossimi al livello soglia responsabile di attività auto ritmica
(Trachtenberg,1970;Wetherington,2008).
16
Ilterzofattorepatogeneticoèlapresenzadiunostimoloepilettogenodivarianatura:
fisico,chimico,maancheemotivoedendogeno.Inesperimentisuuomoeanimaliè
stato dimostrato che è possibile scatenare la scarica di un focolaio epilettico per
mezzo di stimoli epilettogeni adeguati, stimolando adeguatamente un recettore
sensoriale o effettuando la stimolazione elettrica di una via afferente (Amantea,
1920;Clementi, 1929).Questemetodiche facilitanti la crisi epilettica clinicamente
manifestavengonochiamatetecnichediattivazione.
Quandosi creaun focolaioepilettico inunadeterminataareadelcervello, lacrisi
epilettica può rimanere limitata in quella zona o diffondere fino a coinvolgere
entrambi gli emisferi cerebrali equestodipendedall’attivazionedelle vienervose
intra-edinteremisferiche,ancheseinmolticasilascaricaepiletticarimanelimitata
alla zona del focolaio epilettico, in certe condizioni l'attività epilettica si propaga
interessando vasti distretti cerebrali e inmodoparticolaredel diencefalo.Questo
fenomenoè stato ampiamente studiato con ricerche sperimentali ed è stato così
dimostratochelescaricheelacrisisipropaganoinmodopreferenzialeattraverso
alcune vie preformate dell'encefalo, quelle connessioni interemisferiche, il corpo
calloso ed altre commissure, e che la propensione alla convulsività delle diverse
regioni cerebrali non è uguale, infatti oltre alla corteccia cerebrale anche alcune
regionisottocorticalihannounafortetendenzaaconvulsivare.Vieimportantiperla
propagazionedellescarichesonoleconnessioniinteremisferiche,ilcorpocallosoed
altrecommissure(Musgrave,1980;Gloor,1988;Badaway,2012).
Fra le regioni encefaliche che sembrano avere una maggiore importanza nella
propagazioneegeneralizzazionedellecrisineidueemisferisonoriportatidistretti
diencefalici,comeadesempioiltalamo.Leconnessionitralacortecciacerebraleeil
talamo (circuiti talamo-corticali) giocano senza dubbio un ruolo importante nella
genesi delle oscillazioni ritmiche dei potenziali elettrici registrati
dall'elettroencefalografia,peresempionellasincronizzazionedell'attivitàelettricadi
17
estese popolazioni di neuroni. infatti tali strutture partecipano anche alla
sincronizzazionedell'attivitàelettricadeidueemisferi.Un'altraimportantestruttura
cheè in gradodi influenzare l’attività elettricadi una vasta areadi corteccia è la
regione del setto, che sembra avere un'influenza importante sull'attività
ippocampalenellaregionedeilobitemporali(Petsche,1962).
1.4Classificazionedellecrisiepilettiche
Leclassificazionidellecrisiepiletticheedell’epilessianelcaneseguonoingranparte
le linee guida stabilite dalla ILAE (International League Against Epilepsy) per la
medicinaumana(Berendt,2015;DeRisio,2014b;Mariani,2013;Berg,2010b;Fisher,
2005).
Per l’epilessia si utilizza una classificazione di tipo eziologico e una classificazione
clinica, basata sulla tipologia delle crisi epilettiche. In medicina veterinaria la
suddivisione su base eziologica comprendeva tre categorie: l’epilessia idiopatica
(primaria o genetica), l’epilessia secondaria (o sintomatica) e l’epilessia
criptogenetica.Quest’ultimacategoria,oggidaalcuniautorisostituitaconiltermine
“epilessiadioriginesconosciuta”,definisceunaformaconsiderata“borderline”tra
l’idiopaticaelasecondaria,inquantosipresumevachepotesserisultaredalesioni
strutturali non documentabili nell’animale vivo con la diagnostica collaterale
attualmenteconosciuta(Mariani,2013).
InmedicinaumanalapiùrecenteclassificazioneILAEhamodificatolanomenclatura
esistenteridefinendoquestetrecategoriein:epilessiagenetica(idiopatica);epilessia
strutturale/metabolica;epilessiadioriginesconosciuta.Questanuovaclassificazione
nonprevedepiùladefinizionedi“epilessiaidiopatica”,anchesequestotermineè
benradicatonellinguaggiocomunee,verosimilmentenellamaggiorpartedeicasi,
si riferisce ad una epilessia genetica senza danni strutturali all’encefalo, in cui il
18
difettogeneticoèilcandidatoresponsabilepiùprobabilechecausalecrisiepilettiche
(Berg,2010b).
In medicina veterinaria, invece, vengono incluse nella categoria di “epilessia
idiopatica” le forme genetiche o sospette genetiche, cioè nei casi in cui la
predisposizionedirazzaproducaunaprevalenza>2%,eleformediepilessiaincuila
causa non è conosciuta e le indagini cliniche strumentali (MRI, EEG) non danno
indicazioniriconducibiliaformediepilessiastrutturale.L’epilessiaidiopaticaèinoltre
caratterizzatadaunadeterminataetàd’insorgenza,attualmentecompresatraisei
mesieiseiannid’età(Mariani,2013).
L’epilessia strutturale (secondariao sintomatica)ècaratterizzatadallapresenzadi
crisi epilettiche causate da alterazioni strutturali del cervello. Queste alterazioni
possonoesseredinaturavascolare,infiammatoria/infettiva,traumatica,displasica,
neoplasticaodegenerativa.Ladiagnosivieneconfermatadagliesamididiagnostica
perimmagine,dairisultatidell’analisidelliquidocefalo-rachidiano,datestsuDNAo
dairepertipatologicipostmortem(DeRisio,2015).
Lecrisicheoriginanodapatologieextracranichesonoancoroggiinmolticasidefinite
“crisireattive”enonsonoincluseinunaspecificaformadiepilessia,inquanto,come
definitodalleindicazionidell’ILAE,ladefinizionediepilessiaimplicalapresenzadiun
anomalia epilettica persistente all’interno del tessuto nervoso (Berg, 2010b).
Pertanto, crisi anche ripetute nel tempo dovute a transitorie perturbazioni
extracraniche(metabolicheotossiche)nonvengonochiamateepilessia(Bjork,1970;
Engel2006).Nelcanesonorelativamentefrequentiformedi“crisireattive”elecause
sono da ricondurre a diversi agenti quali ipoglicemia, disturbi elettrolitici,
encefalopatiaepatica, ipotiroidismo,encefalopatiauremica, ipossiae iperglicemia.
Le cause più comuni di convulsioni reattive nel cane sono le intossicazioni e
l’ipoglicemia(Brauer,2011).
19
La classificazionedi tipo clinicodelle crisi epilettichecomprende tradizionalmente
una prima suddivisione in crisi ad esordio focale (crisi focali o parziali) e crisi ad
esordiogeneralizzato(crisigeneralizzate).Sebbenenonesistaunaccordosull’usodei
termini focaleeparziale,unvolumedirecentepubblicazionepreferisce il termine
focale,inaccordoconleultimelineeguidaILAE(DeRisio,2014b).
Secondo la più moderna definizione, una crisi focale è “una crisi che origina
all’interno di circuiti neuronali limitati ad un emisfero” (Berg, 2010b). Tali circuiti
possonocomprenderestrutturecorticaliesottocorticali.
Le crisi focali vengono a loro volta suddivise in crisi focali semplici e crisi focali
complesse.Leprimesonocaratterizzatedafenomeniepiletticilocalizzati,comead
esempioitic,cioètuttiqueimovimentiincontrollati,rapidieripetitivichel’animale
esegue inconsciamente.Un esempio è l’ammiccamento ripetuto e stereotipato, il
lambimento del naso, la contrattura del labbro o della palpebra. Le crisi focali
complessesonocaratterizzatedafenomenimotori,sensorialievegetativiassociati
adalterazionidellostatomentale(Berendt,2004,Berendt2009).
Alcuniesempidi crisi focali complesse sono rappresentatidaanimali chedurante
l’episodio critico diventano aggressivi, mutano carattere, appaiono ansiosi o con
“allucinazioni”,comportamentiquestipiùomenoassociatiadalterazionimotorie.In
passato le crisi motorie con alterazione dello stato mentale venivano definite
“psicomotorie”propriopersottolineareilcontemporaneointeressamentodidiversi
distretti encefalici. Fra questo gruppo alcuni autori fanno rientrare la “fly biting
syndromeojawsnappingsyndrome”chepuòcolpiresvariaterazzecaninedipiccola
taglia,iqualitendonoamordereconunmovimentoascattol’ariacircostanteoun
oggettoimmaginarionelvuoto(Wrzosek,2015).La“flybitingsindrome”èstataben
descrittaneiCavalierKingCharlesSpaniel,conunaprobabilepredisposizionesubase
genetica (Rusbridge, 2005). Infine è considerata una crisi focale complessa il “tail
chasing”,nelqualeilcaneincominciaagiraresuséstessoinmodospasmodicoed
20
irrefrenabileneltentativodimordersilacoda.Questaformadiepilessiaèstataben
descrittanellerazzeTerrier(Tiira,2012).Nellecrisiadesordiofocale,quindi,isintomi
clinici saranno strettamente correlati alle funzioni associate alle zone cerebrali
colpite(Volk,2014;DeRisio,2014b).
Lecrisiadesordiogeneralizzatoriflettonouncoinvolgimento immediatoediffuso
delle strutture cerebrali e vengono espresse clinicamente da un’abnorme attività
motoria in tutto il corpo. Infatti sulla base delle caratteristiche semiologiche è
possibile classificare le crisi ad esordio generalizzato in: tonico-cloniche, toniche,
cloniche,miocloniche,atonicheeassenze.
Lecrisigeneralizzatepiùfrequentementeincontratenellapraticaclinicasonoquelle
di tipo tonico-clonico.Questa forma inpassatovenivadenominatacome“Grande
Male”. Le crisi toniche, cloniche e miocloniche sono dei frammenti della crisi
convulsiva tonico-clonica e possono paradossalmente indicare una condizione
neurologicasottostantepiùgrave,incuiundannomultifocaleodiffusodell’encefalo
sembra essere di ostacolo alla ordinata sequenza reticolo-corticale della crisi
convulsiva tonico-clonica. Le crisi cloniche si manifestano con spasmi muscolari,
bilateralieritmici,allafrequenzadi2-3cicli/schecoinvolgonosimmetricamentegli
stessidistrettimuscolari,associateadunprolungatodisturbodellacoscienza,critico
e post-critico. Le crisi toniche sono caratterizzate da una contrazione muscolare
protrattaassociataadunabrevealterazionedellacoscienza.Lecrisiatonicheinfine
sonocaratterizzatedallarepentinaperditaditonodiunoopiùartiodituttoilcorpo.
Le forme atoniche sono le più rare nel cane e vanno ben distinte dalla
narcolessia/cataplessia e dalle crisi sincopali (Podell, 2013). Le assenze sono
estremamentedifficilidariconoscereedocumentareneglianimalidacompagnia,e
rappresentanodeitransitoridisturbidellostatodicoscienza.
Lecrisiepilettichepiùfrequentiepresentinell’immaginariocollettivosonoleforme
generalizzatetonico-cloniche,conosciutecome“convulsioni”,permoltile“crisi”per
21
antonomasia. Queste sono di norma caratterizzate da quattro fasi: la fase
prodromica,l’aura,lafaseictale(ictus)elafasepost-ictale.Lafaseprodromicache
identifica il periodo che precede l’inizio dell’attività convulsivante ha una durata
estremamentevariabileanchedidiverseoreeinalcunicasipuònonesserepresente.
Le manifestazioni cliniche caratteristiche sono la presenza di alterazioni
comportamentali, in cui l’animale si mostra particolarmente ansioso, cerca
insistentementeilproprietario,sinascondeepuòemetterecontinuevocalizzazioni
(DeRisio,2014b).
L’auraè lamanifestazione inizialediuna crisi epiletticaenell’uomoèassociataa
specifichealterazionideltracciatoelettroencefalografico,percuièconsiderataparte
integrante dell’evento convulsivo (Lehnertz, 2001). In medicina veterinaria il
concetto di aura è dibattuto per la sua difficile documentazione, infatti viene
considerataquellabrevefaseinizialeincuisiassisteadunafenomenologiamotoria
osensitiva(quest’ultimamoltodifficiledacogliereneinostrianimali)chedurapochi
secondiecheprecedelacrisigeneralizzata.Alcunitendonoaconsiderarlacomela
manifestazionefocalecheprecedelageneralizzazionediunacrisisecondaria.
Lafaseittale(ictus)èlafaseconvulsivapropriamentedetta,cheduradinormada
pochisecondiapochiminuti. Ilproprietarioattribuiscegeneralmenteall’ictusuna
duratasuperiore,siaperlostressemotivolegatoalmomento,siaperlatendenzadi
questoadincluderenellafaseittalepartedellafasesuccessivadellacrisi.Nellasua
manifestazionetipical’animalepuòmostrareunirrigidimentomuscolarequandoè
ancorainstazione.Aquestaseguelacadutasuunlato,accompagnatadaperditadi
coscienza e da ulteriore irrigidimento di tutti e quattro gli arti, opistotono e
digrignamento dei denti (trisma). Infine il cane presenta contrazioni cloniche
generalizzate conmovimentidipedalamentodegli arti edimasticazionea vuoto.
Inoltrepossonocompariresegnivegetativiqualiscialorrea,perditadifeciediurine
(Podell,2013;DeRisio,2014b).
22
La fase post-ittale è caratterizzata da anomalie transitorie che testimoniano
l’eccessivoaffaticamentoneuronalepatitodurantelacrisi.L’edemacerebrale,chesi
puòformareinseguitoallacrisiepiletticageneralizzata,piùomenoestesoaseconda
deltipoedelladuratadellacrisi,èilprincipaleresponsabiledellasintomatologiache
osserviamonellafasepost-ittale.Inquestafase,chepuòessereassenteoaddirittura
perdurare per alcuni giorni, si possono apprezzare le più svariate anomalie
comportamentali emotorie: aggressività, paura, ansietà, disorientamento, ricerca
compulsivadelproprietario.Questisegnisonoassociatiosuccedutidaaltrisintomi
qualiatassia,tremori,amaurosi,ossiaperditatemporaneaparzialeocompletadella
vista,vomito,polidipsia,polifagiaepica.Puòcapitarecheilproprietariononassista
alla fase ittale della crisi, poiché spesso le crisi epilettiche generalizzate sono più
frequenti durante il sonno. Tuttavia si può comunque accorgere che il proprio
animale ha avuto una crisi epilettica perché vede e riconosce la fase post-ittale
(Podell,2013;DeRisio,2014b).
23
2.ELETTROENCEFALOGRAFIA(EEG)
2.1Evoluzionestoricadell’EEG
Le basi storiche sulla possibilità di registrare un segnale bioelettrico, si devono
ricercare negli esperimenti di pionieri quali Luigi Galvani (1737-1798), Alessandro
Volta(1755-1832)einglesi,comeGeorgeOhm(1787-1854)eMichealFaraday(1791-
1867), i quali dimostrarono che i tessuti viventi (soprattutto quelli muscolari)
possedevanospiccateproprietàelettriche.
Iprimitentatividiregistrareunveroepropriosegnaleelettroencefalograficodalla
cortecciacerebraledianimalidaesperimentofuronoeffettuatialRoyalFirmarydi
Liverpoolfindal1870dapartedelfisiologoingleseRichardCaton(1842-1926)enegli
anni successivi proseguirono questi studi sperimentali altri studiosi europei quali
BeckeCybulskiinPolonia,DanilevskeyinRussia(Caton,1875;Collura,1993).
FuperòunneuropsichiatratedescodiJena,HansBerger(1873-1941),chenel1929
pubblicòilprimoreportsull’EEGumano,seguitodaaltriimportanticontributinegli
anni successivi (Berger, 1929). Berger, che lavorava a stretto contatto con i
neurochirurghi, cominciò con tentativi di registrazioni ottenute posizionando
elettrodi direttamente al di sopra della corteccia cerebrale in pazienti con ampie
finestre ossee dovute a traumi cranici bellici. Successivamente egli si dedicò alla
registrazionedell’EEGsulloscalpo,conl’applicazionedidueelettrodi,unofrontalee
uno occipitale, utilizzando come volontario anche il figlio. Berger per i suoi studi
elettroencefalograficiavevaadisposizioneunrudimentaleapparecchiocostruitoda
Siemens, con un galvanometro double-coil che garantiva una sensibilità di
130microVolt/cm(Collura,1993).IprimiEEGregistratidaBergersucartafotografica
avevanounaduratadi1-3minuti,econsistevano inuncanaleEEG inderivazione
bipolare fronto-occipitale, un canale per la registrazione simultanea
24
dell’elettrocardiogramma e un canale marcatempo (Fig. 1). Queste fondamentali
esperienzeconsentironoaBergerdipubblicare,dal1929al1937,14lavoriscientifici,
checomunqueebberopocointeresseescarsadiffusione.
Figura1.UnodeiprimitentatividelDr.BergerdiregistrazioneEEGnell'uomo(1924).Immaginetrattaemodificata
daCollura,1993.
Nel 1934 a Cambridge, i due scienziati Lord Adrian e Brian Matthews, usando
elettrodi superficiali e introducendo nell’apparecchiatura gli amplificatori
differenzialiavalvola(ancoraoggiusatiinalcunevecchiestrumentazioni),ripeterono
l’esperienza di Berger e pubblicarono i loro dati in inglese, rendendolimolto più
accessibiliatuttalacomunitàscientificaanglofona.Essiconfermaronoquindicheil
“Berger rhythm”era reale, scientificamenteaccettabile, di origine corticale enon
correlatoadattivitàmuscolareoadartefattivari(Adrian,1934b;Compston,2010).
FuBergercomunquechedenominòperprimoconlaletteragreca“alfa”ilnormale
ritmo di fondo occipitale tipico nella veglia, a occhi chiusi e la reattività alla loro
apertura, con la lettera “beta” l’attività di frequenza più rapida, nomenclatura è
rimastaimmutatafinoaigiornid’oggi.
25
Dal1935inpoi,negliStatiUnitiD’America,HallowellDavis,FrederickGibbsedErna
Gibbs,allaHawardMedicalSchooldiBoston,descrisseroiprincipalipatternEEGsia
fisiologici(invegliaeinsonno)siapatologici(nell’epilessia,neidisturbidicoscienza
einaltrepatologie)egraziealprimoatlantediEEG,pubblicatodaGibbsnel1941la
metodicacominciòadiventarediutilizzodiagnosticoinvaricampidellaneurologiae
dellamedicina(Gibbs,1941;Collura,1993).
In Inghilterra,apartiredal1936,grazieaW.GreyWalter, che fu l’inventoreed il
costruttore del primo oscilloscopio capace di registrare su tre canali
contemporaneamente,sicominciòadutilizzarelametodicaperladiagnosiditumori
cerebrali e come sistema rudimentale di monitoraggio, sia durante l’intervento
chirurgicosiaperobiettivareglieffettidell’anestesia.FuproprioGreyWalterche,
seguendol’esempiodiBerger,denominòconleletteregrecheDeltaeThetal’attività
lenta della corteccia cerebrale. InoltreWalter già nel 1943-44 introdusse i primi
metodi per l’analisi automatica dei segnali bioelettrici cerebrali (un rudimentale
qEEG). Fu anche il primo ad utilizzare l’EEG con lo scopo di localizzare i tumori
cerebrali(Walter,1937;Walter,1969).
Anche in ItaliagrandistudiosicomeMarioGozzanoaRoma(dal1935)eAgostino
GemelliaMilano(dal1937)cominciaronoaeffettuareiprimistudisull’EEGumano.
Gozzanoinparticolarepubblicònel1935,purtropposoloinlinguaitaliana,importanti
studieffettuatisullacortecciadelcanealBrainInstitutediBerlino,inunodeiprimi
laboratoriEEGeuropei fondatodaKommueller,diventando inquestomodo ilpiù
importante rivale di Berger. Gozzano stesso inoltre fu il fondatore della Società
ItalianadiEEGeNeurofisiologiaClinicaenel1960organizzòaRomail5°congresso
Internazionale dell’IFSECN cioè International Federation of Society for EEG and
ClinicalNeurophysiology(Gozzano,1935;Bentivoglio,2010).
Primadellasecondaguerramondialel’EEG,introdottoinEuropadaBerger,ebbeun
notevolissimosvilupposoprattuttonegliUSA,siadalpuntodivistasperimentalesia
26
clinico,vedendoimpegnatinelsuoutilizzofraipiùvalidiscienziatidell’epocacome
Gibbs,WilliamLennox,Bickford,Knotetantialtri.InoltreinqueglianniinCanada,
presso il tuttora prestigioso Montreal Institute of Neurology, Wilder Panfield
(neurochirurgo) ed Hebert Jasper (neurofisiologo) utilizzarono le registrazioni sia
superficialisiaprofondeintrachirurgicheperdefinirelefunzionidelcervelloeper
studiareivaritipidiepilessia(Jasper,2012).
Subito dopo la seconda guerramondiale l’elettroencefalografia ebbe un ulteriore
enormesviluppo,siainEuropasiainAmerica.Nel1947sitenneaLondrailprimo
congresso internazionalediEEG,edèstatoproprio inquellaoccasionecheJasper
fondòlaFederazioneInternazionaledelleSocietàdiEEG(IFSECN);successivamente
si fece un altro congresso a Parigi nel 1949. Questi due fondamentali congressi
servironoadefinire iprimiparametri internazionalidautilizzarenelleregistrazioni
EEG, parametri che furono poi pubblicati sulla rivista “Journal of
Electroencephalography and Clinical Neurophisiology”, attualmente denominata
“ClinicalNeurophisiology”(Collura,1993).
Dal1960inpoil’EEGèstatoutilizzatononsolocomemezzodistudioedidiagnosi
nelcampodell’epilessiaedelleneoplasieintracraniche,maanchecomeesameutile
alivellodiagnosticoeprognosticoinmoltialtricampi.Infattil’EEGèstatousatoper
la definizione e standardizzazione dei vari stadi del sonno e ha fornito utili
informazioni per lo studio dei suoi disturbi. L’atlante di Retchaffen and Kales,
pubblicatonel1968,costituisce tuttora labaseper ladefinizionee lostudiodella
macrostrutturadelsonno(Rodenbeck,2006).
Dal1980grandisviluppihannoconseguitolemetodicheperl’analisicomputerizzata
dei vari parametri EEG, resa possibile dall’introduzione in commercio dei primi
apparecchi EEG digitalizzati e del loro progressivo miglioramento.
Contemporaneamentelatecnologiacihaconsentitodipoterdisporredistrumenti
27
semprepiùmaneggevoli,utilianchepervarietecnichedineuro-monitoraggio,tipo
l’EEGdinamicoeilVideo-EEG.
Lastoriadell’EEGsegueinparallelol’evoluzionedelleapparecchiaturenecessarieper
lasuaregistrazione.Ilprimoelettroencefalografosucarta(a2canali)fucostruitoe
commercializzatodaAlbertGrassnel1936.SitrattavadelGrassModelIcheutilizzava
treamplificatoridifferenzialiavalvola.IlGrassModelII,commercializzatonel1939,
disponeva di 4-6 canalimentre il GrassModel III, del 1946, disponeva già di una
consolecon8016canali.Diquest’ultimomodelloneldopoguerranefuronovenduti
circa5000esemplari(Collura,1993).
Nel1950FranklinOffnerprodusseilprimoapparecchioEEGportatile(OffnerType
T)cheutilizzavaamplificatoritransistorizzati inventatinel1947daiLaboratoriBell.
Tale tecnologia si sviluppò molto rapidamente e in pochissimi anni divenne
insostituibilepertuttigliapparecchiEEGdialtaqualità.
Apartiredal1980 l’avventodella tecnologiahaconsentitodiporre incommercio
apparecchiature computerizzate (multifunzionali, espandibili e via via sempre più
sofisticate) che hanno completamente rivoluzionato il settore. All’inizio gli
elettroencefalografi digitali sono stati accolti con molta diffidenza dai
neurofisiopatologi,siaperl’insufficienterisoluzionedeglischermisiaperunasortadi
affezionamentoaltracciatostampatosucarta.Perqualcheannosièdiscusso,anche
inmodoanimato,delfattochel’EEGdigitalenonconsentivaunaregistrazionedel
tutto affidabile o comunque rapportabile a quella derivante dagli apparecchi
analogici(Collura,1993).Questadiatribaattualmenteèsuperataedèriconosciutala
supremazia delle apparecchiature digitali. Infatti oggi la maggior parte degli
elettroencefalografiinusosonodeiPC,fissioportatili,dotatidisoftwarededicati,
checonsentonodieffettuarevaritipidiEEG(EEGstandardeVideo-EEG)(Fig.2).
28
Figura2.EsempiodiunitàdiacquisizionedigitaleSystemPlusEvolutionMicromed®.Leapplicazionisiestendono
dall'accertamento di morte cerebrale alla Video EEG di routine, dalla Polisonnografia fino ad arrivare alle
applicazionipiùimpegnative,qualiilMonitoraggioProlungatodell’Epilessia-LTMelaStereo-EEG.
Superate le iniziali ritrosie quindi, si è dovuto riconoscere che l’EEG digitale ha
indubbiamente notevoli vantaggi rispetto all’elettroencefalografia tradizionale,
soprattutto per quanto riguarda la possibilità di archiviazione, di revisione e di
riformattazione “off-line” del materiale registrato. Inoltre la digitalizzazione dei
tracciati,grazieallapossibilitàdilorotrasmissioneviarete,permettelarefertazione
adistanzaeunpiùfacilescambiodipareritracolleghi.
Adistanzadiquasiottant’annidallapubblicazionedelprimoreportdiHansBerger,si
puòdireche l’elettroencefalografia, siacomebrancadiagnosticasiacometecnica
neurofisiologicadiutilizzoincamposperimentale,conservaintegroilsuointeressee
lasuautilità.Inmedicinaveterinarialeprimeutilizzazioniascoposperimentaledella
tecnicaEEGsidevonoaWIklereAtschul(1950),ShalkeeWalz(1954),CharleseFuller
(1955). Iprimi tentativid’impiegodell’EEGnella routineclinicadelcanesonodel
medicoBrass,cuiseguironoCroft(1962),FlorioeLaprass(1963)einItaliaVenturelli
29
(1962)(85).SeèverocheifondamentalipatternEEGfisiologiciepatologicifurono
giàstatidescrittiagrandilineenelventenniofrail1940eil1960,negliannisuccessivi,
proprio grazie all’evoluzione tecnologica, grandi passi in avanti si sono compiuti
riguardol’acquisizioneel’elaborazionedelsegnalebioelettricoregistrato.
L’avventodelleneuroimmagini (TCeRM), sia inmedicinaumanache inmedicina
veterinaria, ha sicuramente permesso di avere a disposizione mezzi diagnostici
potenti e ormai insostituibili e l’EEG ha cambiato ruolo diventando un test
diagnosticocomplementarediscreening.Adognimodononsipuònegarechel’EEG
conservatuttorailruolodiesameneurofunzionalecardineperlavalutazionedelle
funzionicerebrali(Bergamasco,1999).
2.2CennidianatomiaefisiologiadelSistemaNervosoCentrale
Ilsistemanervosocentralecomprendediversestrutture:ilmidollospinale,iltronco
dell’encefalo(bulbo,ponteemesencefalo),ilcervelletto,ildiencefaloeiltelencefalo
(nucleidellabase,sostanzabiancaecortecciacerebrale).Iltelencefaloèsuddivisoin
dueemisferidaunprofondosolco,lascissurainteremisferica.Ciascunemisferoèa
suavoltasuddivisodalle scissure in lobi: frontale,parietale, temporale,occipitale.
Nell’ambito di ciascun lobo, infine, i solchi delimitano le circonvoluzioni
(Nieuwenhuys,2008a).Lecirconvoluzionipermettonodiestenderel’areacorticalea
parità di volume. La presenza delle circonvoluzioni encefaliche è presente nelle
speciedi interesse veterinariopiùevolute,mentre in roditori, lagomorfi, uccelli e
alcunimarsupialinonsonopresenti(Fig.3)(Thomson,2012).
30
Figura3.Anatomiacomparatadelcervellodicane(A),uccello(B)econiglio(C).Notarel’assenzadicirconvuluzioni
corticalinegliuccellieneiconiglirispettoalcervellodicane.FototrattadaVeterinaryNeuroanatomy,Thomson
C.,HahnC.,Ed.SaundersElsevier,2012.
Sullabasedellecaratteristichecito-architettonichelacortecciacerebralesiorganizza
insensorostro-caudaleinseistrati:lostratoplessiformeomolecolare;lostratodelle
piccolecellulepiramidaliogranulareesterno;lostratodellemedieegrandicellule
piramidali;quellogranulareinterno;quellodellecellulepiramidaligiganti;lostrato
dellecellulepolimorfiofusiformiedinfinedacellulegliali.IneuronidelIVstratodella
cortecciacerebrale(particolarmentericcodicellulegranulari)ricevonoleafferenze
sottocorticali(talamiche)etrasmettonotalisegnaliaineuronideglistratiII,III,VeVI,
dacuipartonoleefferenze;inparticolare,lecellulepiramidaliproiettanosiaadaltre
areedellacortecciasiaastrutturesottocorticali.
Le cellule piramidali prendono questo nome dalla loro particolare forma. Queste
tendonoaesseremaggiormentepresentialivellodellacirconvoluzioneprecentrale,
andandopoiprogressivamenteadiminuirenellacortecciafrontale,parietale,polare
31
(frontaleeoccipitale)equindinellearee sensitive. Lecellulepiramidalihannoun
corpo cellulare di volume variabile, con l’apice rivolto verso la superficie della
corteccia.
Dal polo superficiale origina un dendrite apicale che giunto in vicinanza della
superficiedellacortecciasidivideinciuffi.Dalpoloprofondo,slargato,sidistaccano,
invece, diversi dendriti basali che si ramificano orizzontalmente (Nieuwenhuys,
2008b;Swanson,2012a).
Le cellule della glia, che rappresentano l’ultimo strato della corteccia, molto più
numerose dei neuroni, possono essere di vario tipo (astrociti, oligodendrociti,
microglia,celluleependimaliecc.)edhannounafunzionetroficaedisostegnonei
confrontideineuroni.
I neuroni, cellule eccitabili capaci di trasmettere informazioni sotto forma di
potenzialielettro-litici,sonocostituitidalcorpocellulare(opirenoforo),edaduetipi
di prolungamenti citoplasmatici: i dendriti, parte recettiva della cellula nervosa e
l’assone, che trasmette gli impulsi fino alla sua ramificazione terminale. Le
caratteristiche anatomo-funzionali dei neuroni permettono all’organismo di avere
reazioni agli stimoli provenienti dall’ambienteesternoe interno trasformandoli in
impulsinervosi,inoltrenepermettonolalorotrasmissioneadaltrepartidellastessa
cellulanervosaoadaltrineuroni.
L’assoneprendeanch’essooriginedalpoloprofondodelcorpocellulare,oppureda
unodeidendritibasalie,dopoaverattraversatoglistratisottostantidellacorteccia
edessersimunitodiguainamielinica,abbandonalacortecciacerebraleentrandoa
farpartedeifascidiproiezioneodiassociazione.Pocodopol’originel’assonedelle
cellulepiramidalidistaccaunramocollateralericorrentechesimetteinsinapsicon
lecelluleassociative,cheriverberanosullecellulepiramidalistesse,inuncircuitodi
tipoinibitorio.Gliassonidellecellulepiramidalipiùvoluminosecostituisconofibredi
proiezionedirettealleformazionigrigiesottocorticaliofibrediassociazione,lunghe
32
o brevi. Gli assoni delle cellule piramidali più piccole possono decorrere
orizzontalmentenell’ambitodella corteccia,oppure risalire verso la superficie.Gli
assoni della maggior parte delle cellule non piramidali terminano localmente.
Ciascuna cellula piramidale rappresenta un’unità colonnare, ovvero, un modulo
funzionale elementare della corteccia, che si estende per tutto lo spessore della
corteccia stessa e prende connessioni complesse con altre cellule piramidali, con
celluleassociativeeconfibrediproiezioneafferenti(Swanson,2012b).
Ognicellulanervosaèdotatadiunamembranacellularechefunzionacomeunfiltro
selettivo, estremamente sottile (0,005 μmdi spessore) e consiste in due strati di
fosfolipidi. Sulla membrana cellulare sono localizzati recettori specifici per
determinate sostanze chimiche (esogene ed endogene) e canali specifici per il
passaggiodiioniconcaricheelettrichepositive(Na+,K+,Ca2+)onegative(Cl−).Tali
canalipossonoessereapertiochiusidapeculiarimodificazionibiochimicheacarico
dellamembranastessa.
I canali voltaggio-dipendentiposti sullamembrana cellularepresinaptica svolgono
unaduplicefunzione:depolarizzarelamembranapresinapticaequindiinnescareil
potenziale d’azione e produrre una corrente di intensità tale da generare una
variazione di potenziale anche nella cellula postsinaptica (per realizzare ciò è
necessariochelaterminazionepresinapticasiadidimensionimaggioririspettoalle
terminazionipostsinaptiche).
Tutte le cellule nervose, piramidali e non, stabiliscono connessioni interneuronali
attraversolesinapsichesipossonorealizzarealivellodelcorpocellulare,deidendriti
edell’assone.Latrasmissionesinapticapuòessereelettricaochimica.
Nel caso delle sinapsi elettriche esiste una continuità citoplasmatica fra la
terminazionepresinapticheepostsinaptiche(gapjunction).Latrasmissionenervosa
attraverso lesinapsielettricheèmoltorapidaperchéè il risultatodiunpassaggio
diretto nella cellula postsinaptica della corrente generata dai canali voltaggio-
33
dipendentidellacellulapresinaptica,conunritardovirtualmenteassente.Lesinapsi
elettricheinterconnettonospessointerepopolazionidineuronie, inquesticasi, la
funzioneèsincronizzarelelororisposte.Quandolecelluleconnessemediantesinapsi
elettriche sonomolteplici, la soglianecessariaperevocareunpotenzialed’azione
divieneelevata. Se tuttavia tale soglia viene superata, tutto il gruppodeineuroni
accoppiatielettricamentetenderàascaricarsiinmanierasincronaemassimale,del
tipotuttoonulla.Lesinapsichemettonoincomunicazionelecellulepiramidalisono
elettriche e si comportano come delle semplici resistenze, la cui trasmissione
elettricapermettelascaricarapidaesincronadidueopiùcelluleinterconnesse.
Nel casodelle sinapsi chimiche la terminazioneneuronalepresinapticaè separata
dallamembrana postsinaptica dal vallo sinaptico; in esse si realizza una distanza
inter-sinapticadi 30-50nmeun ritardo sinaptico chevariada0,3adiversims. Il
potenzialeelettricogeneratosinellaterminazioneassonaledeterminalaliberazione
diunneuromediatorechimicodapartedellevescicolepresinaptiche,chesidiffonde
nelvallosinapticoe,agendosuspecificirecettori,determinal’aperturadiparticolari
canaliionicicuiconseguonomodificazionidelpotenzialedimembranapostsinaptico
(Aguggini,1994).
I potenziali postsinaptici potranno essere eccitatori o inibitori, secondo il
neuromediatore liberato. L’azione di un neurotrasmettitore sull’elemento
postsinaptico non dipende tanto dalla struttura chimica del neurotrasmettitore,
quantopiuttostodalleproprietàdeirecettoriconiqualiilneurotrasmettitoresilega:
l’acetilcolina è quasi sempre un trasmettitore eccitatorio; la noradrenalina, la
dopaminaelaserotoninapossonoessereeccitatorieoinibitorie.
IlprincipaleneuromediatoreinibitoriodelSNCèl’acidoγ-aminobutirrico(GABA); i
recettoripostsinapticidiquestoneurotrasmettitoreformanocanalipermeabiliagli
ioniCl−.L’attivazioneditalicanalideterminal’ingressodiioniCl−cheiperpolarizzano
lamembranadeineuronieneaumentanolaconduttanzaariposo.Diconseguenza,
34
l’apertura di questi canali è in grado di cortocircuitare le correnti eccitatorie che
entranonellacellula.
Ilprincipaleneurotrasmettitoreeccitatorioèinveceilglutammato(Glu),dicuisono
statiidentificativaritipidirecettoripostsinaptici,fondamentalmenterappresentati
dai recettori AMPA (acido α-amino-3-idrossi-5-metil-4-isoxazol-propionico), e dai
recettoriNMDA(N-metil-D-aspartato).IrecettoriAMPAformanocanalipermeabili
sia agli ioniNa+ che K+ e i flussi ionici che passano attraverso questi canali sono
responsabilidella faseprecocediunpotenzialepostsinapticoeccitatorioveloce. Il
recettoreNMDAformauncanalecheèpermeabileagliioniCa++,oltrecheagliioni
Na+ e K+; questo complesso recettore-canale è anche sensibile al voltaggio. In
condizionidiriposoilcanaleèbloccatodagliioniMg++extracellulariel’accessoal
canalesiliberasoltantoinseguitoaunadepolarizzazione.Perciò,peraprireilcanale
NMDA,nonbastalapresenzadelGlumaènecessariaancheunadepolarizzazione.
Dato il ritardo con cui si apre questo canale, i flussi ionici che lo attraversano
determinano la comparsa di una componente tardiva del potenziale eccitatorio
postsinaptico(March,1998).
Le sinapsi eccitatorie sono in genere localizzate sui dendriti, mentre le sinapsi
inibitorie si trovano principalmente sul corpo cellulare dove sono in grado di
contrastareefficacementeglieffettidelleafferenzeeccitatoriechepossonoarrivare
dall’assoneedaidendriti.
L’integrazione finale delle afferenze sinaptiche viene fatta a livello del cono
d’emergenza dell’assone che è la zona del corpo cellulare più vicina al segmento
inizialedell’assonestesso.QuestazonapossiedeladensitàpiùelevatadicanaliNa+
dituttalacellulaeperciòavràanchelasogliapiùbassaperl’innescodiunpotenziale
d’azione(Aguggini,1994).
Le cellule nervose comunicano tra di loro attraverso contatti sinaptici diretti o
mediatiel’impulsoelettricosigeneraesitrasmettegrazieall’ingressooall’uscitadi
35
ioniconcaricheelettrichepositiveonegative.All’internodellacellulaincondizionidi
riposo la concentrazione di ioni K+ è circa 30-50 volte più grande che all’esterno
mentregli ioniNa+, sempre in condizionidi riposo, sono10voltepiù concentrati
all’esternocheall’interno.Leconcentrazionideivariionisonomantenutestabilida
unmeccanismoattivodipompaionicaeincondizionidiriposoicanalipergli ioni
K+sonoapertiequellipergliioniNa+chiusi.
OltrechedalgradientediconcentrazionecreatodallapompaNa+/K+,ilpotenziale
dimembranadipendeanchedalla facilità con cui gli ioniK+ riesconoapenetrare
attraverso la membrana (permeabilità elevata) e, al contrario, dalla bassa
permeabilità della membrana stessa in condizioni di riposo per gli ioni Na+. In
condizionibasaliquindiall’internodella cellulaèpresenteunpotenzialedi riposo
equivalente a una differenza di potenziale rispetto all’esterno di circa −70 mV.
Quando si verifica in modo drammatico un ingresso di ioni Na+ all’interno della
cellula, che non riesce a essere compensato dall’uscita di ioni K+, si genera il
cosiddettopotenzialed’azione(actionpotential,AP)cheraggiungevaloripositividi
circa 30 mV (depolarizzazione). A questo punto i meccanismi di compenso
permettono un blocco dell’ingresso di Na+ e una fuoriuscitamassiccia di ioni K+
accompagnata a ingresso di ioni Cl−, con ritorno alle condizioni basali
(iperpolarizzazione). Il potenziale d’azione si genera in 1 ms, la ripolarizzazione
avviene in 2-3 ms. Immediatamente dopo la genesi di un potenziale d’azione la
membranaèrefrattariaadaltrestimolazioni, inizialmente inmodoassolutopoi in
modorelativo(innalzamentodellasogliadieccitabilità).
Modifiche della concentrazione di cariche elettriche tra interno ed esterno della
cellula,menodrammatichediquellechedeterminano ilpotenzialed’azione,sono
alla base di altre differenze di potenziale. I neurotrasmettitori eccitatori possono
rendere la membrana neuronale altamente sensibile agli ioni Na+ per 1-2 ms.
Durantequestobreve lassodi tempo gli ioniNa+ entrano all’internodella cellula
36
riducendolanegativitàdelpotenzialediriposodi1-5mVerealizzandounpotenziale
postsinapticoeccitatorio(excitatorypostsynapticpotential,EPSP)cheimpiegacirca
15 ms per scomparire del tutto. Al contrario i neuromediatori inibitori possono
determinareunaumentodelpotenzialediriposo(−70mV)finoavaloridicirca−75
mV consentendo l’ingresso nella cellula di ioni Cl− e la fuoriuscita di ioni K+: si
realizzeràcosìilpotenzialepostsinapticoinibitorio(inhibitorypostsynapticpotential,
IPSP)chepersisteràanch’essopercirca15ms(Speckmann,2005cap2).
2.3Neurofisiologiadell’attivitàelettricacerebrale
L’elettroencefalogramma(EEG)consistenellaregistrazionedell’attivitàbioelettrica
cerebrale dalla superficie del cranio. Per definizione, i potenziali
elettroencefalografici di superficie (o cutanei)possonoessere considerati come la
propagazione dei field potentials (potenziali di campo) prodotti dalle fluttuazioni
positive e negative dell’attività elettrica di ampie popolazioni di neuroni corticali
attraverso i tessuti del cranio. I flussi di corrente extracellulare che producono i
potenziali di campo sono generati a loro volta dalla sommazione spaziale dei
potenzialipostsinapticidelle singolecelluleattivate inunadeterminataareadelle
circonvoluzionicorticali(Speckmann,2005b).
L’EEGèlarappresentazionegraficadelladifferenzadipotenzialeelettricoregistrata
traunelettrodo“attivo”(esplorante),postoinprossimitàdellasededovesisvolge
l’attivitàneuronale,eunelettrododiriferimentocollocatoaunacertadistanzadal
primo.Inalcuneconfigurazionibipolariglielettrodipossonoessereentrambiattivi,
oinfluenzatidall’attivitàelettricacerebrale,mentrenellederivazionimonopolarisolo
unelettrodoèesplorantementrequellodiriferimentononneèinfluenzato.
L’EEGdi superficiemisuraquindi ladifferenzadipotenziale tradiverseareedello
scalpoe lasuaampiezzaèproporzionaleall’intensitàdelcampoelettromagnetico
37
chesiformanellacortecciacerebraledurantel’attivazionesinapticadeidendritidi
moltineuronipiramidalipostiproprioaldisottodellasuperficiedelcranio.
Sebbene ipotenzialid’azionegeneratidaineuronipiramidalipossanosembrare la
fonteprimariadeipotenzialielettriciregistratisulcranio,difattoessicontribuiscono
pocoallagenesideitracciatiEEG.Ilcontributoprincipaleinveceèdatodaipotenziali
elettro-clinicisinapticineuronali.Ipriminonpossonoessereiresponsabiliprincipali
dellagenesidell’EEGperduemotivisostanziali:primo,l’ampiezzadelcampoelettrico
prodotto dalla propagazione di un potenziale d’azione diminuisce molto più
rapidamentedell’ampiezzadeicampiprodottidaipotenzialipostsinaptici;secondo,
la durata dei potenziali d’azione è molto breve, dell’ordine di 1 ms, tempo
insufficiente per ottenere un’adeguata sincronizzazione di ampie popolazioni
neuronali corticali (ancheunaminimaasincroniadipochimillisecondi renderebbe
quindiimpossibileilsommarsideipotenzialid’azione).
Iflussidicorrentisinaptichenellospazioextracellulareduranoinveceda10a40ms,
quindi,anche inassenzadiunaperfettasincronizzazione, ipotenzialipostsinaptici
possonosommarsipiùefficacementedeipotenzialid’azioneecrearecampielettrici
propagantiabbastanzaampidapoteressereregistratisullacute.
Ilpotenzialepostsinaptico,eccitatoriooinibitorio,possiedeinoltrealtrepeculiarità
chelodistinguonodalpotenzialed’azione:nonhaunvaloresogliasoprailqualesi
attiva; è graduato, ovvero la sua ampiezza è proporzionale alla grandezza dello
stimoloepertantononobbedisceallaleggedeltuttoonulla,comeinvecesuccede
per il potenziale d’azione; è unpotenziale locale e nonha tendenza a propagarsi
senza decremento, ma diminuisce a mano a mano che ci si allontana dalla sua
sorgente(Rotterdam,2005).
Unelementodi fondamentale importanzanella tecnicaelettroencefalograficaè la
sincronizzazionedellecellulecorticali.Itessutibiologicinonsonobuoniconduttorie
quindi i campi elettrici si attenuano con l’aumento della distanza tra l’evento
38
biologicoel’elettrodoregistrante.Questofenomenodipendeanchedalladiffusione
spazialeedall’orientamentodelgeneratore.Piùineuronidiunapopolazionesono
orientatiinparalleloeattiviinmodosincronoemaggioreèl’ampiezzadelsegnale
registratoadistanza.Percomprenderemegliol’importanzadellasincronizzazionedi
ungrandenumerodicellulecorticalinellagenesidell’EEGbastatenereinmenteche
ilcontributo“elettrico”diciascunneuronecorticaleèstraordinariamentepiccoloe
che il segnale deve comunque attraversare diversi strati di vari tessuti corporei,
incluse meningi, liquor, ossa del cranio e sottocute. Ognuno di questi strati si
comportacomeunvolumeconduttoreconunaconduttivitàeunasuscettibilitàtra
loro differenti, quindi il potenziale elettrico subirà notevoli attenuazioni prima di
raggiungereglielettrodiposizionatinel sottocute.Di conseguenza, sononecessari
migliaia di neuroni attivati contemporaneamente per generare un segnale EEG
abbastanzagrandedapoteressererilevato.InfattiperdeterminareunsegnaleEEG
visibileinsuperficieènecessarial’attivazionesincronadioltre100neuronicorticali,
compresi in un’area di almeno 6 cm2. Questo ha un’interessante conseguenza
riguardoall’ampiezzadelsegnaleEEGchedipendepropriodaquantoèsincronizzata
l’attivitàdeineuroniimplicati.Difatti,seciascunacellularicevelastessaquantitàdi
eccitazione,ma in tempidiversi, i segnali sommati risultanoesiguie irregolari. Se
tuttelecellulericevono,invece,lastessaeccitazionecontemporaneamente,isingoli
segnalipossonosommarsi,dandoorigineauncampoelettricopiùintenso.Inquesto
casoilnumerodicelluleattivateelaquantitàtotalediattivazionepossonorimanere
invariate, ciò che cambia è solo la sincronizzazione dell’attività. Se l’eccitazione
sincronadiquestogruppodicellulesiripetemoltevolte, l’EEGchenederivasarà
costituitodaondeampieeritmiche(Fig.4)(Rotterdam,2005;Tatum,2008a).
39
Figura 4 Generazione di uno spike. A) Imput eccitatorio, il Ca++ entra nella cellula B) Propagazionedell’impulsolungo l’assone fino al soma neuronale. Nei grafici sotto le figure A e B vengono rappresentati infunzione del tempo i potenziali intracellulari (IC), extracellulari (EC9 ed il tracciato EEG registrato sul cranio.ImmaginetrattaemodificatadaFisch,1999.
Nonostante l’intrinseca capacità della corteccia di generare un’attività
elettromagnetica sincronizzata, è indiscutibile il ruolo fondamentale che il talamo
riveste nel determinare la ritmicità del segnale EEG, intesa come comparsa di
sequenze di onde ricorrenti a intervallo regolare, di forma e durata simile. In
condizioni normali i nuclei talamici (in particolare quelli del talamo dorsale)
interagisconoconlacorteccianeldeterminismodellasincronizzazionedeipotenziali
post-sinaptici,incondizionisiadivegliasiadisonno.Secondolateoriadelpacemaker
facoltativoineuronidelfasciotalamo-corticaleinvianoconnessionisiaallacorteccia
siaagliinterneuroniinibitoritalamici,realizzandounmeccanismodibiofeedback.La
teoriareticolareattribuisceinveceleproprietàdipacemakerregolatorioalnucleo
40
reticolaretalamico,dacuisidipartonovieinibitorie,direttesiaversoiltalamodorsale
siaversoiltroncorostrale,confunzionedepolarizzante(Fig.5)(Steriade,2005).
Figura 5. Schema dimostrativo delle interconnessioni talamo-corticali e talamo-reticolari. Figura tratta daSteriade,2005.
.
Il fenomeno EEG che da un punto di vista semeiologico meglio evidenzia la
connessione funzionale esistente tra talamo e corteccia è rappresentato dai fusi
(spindles) del sonno. In questo caso i neuroni GABAergici del nucleo reticolare
talamicoscaricanoritmicamentesuineuronidel fascio talamo-corticalechea loro
voltaproiettanodiffusamentesuineuronicorticali.Quest’attivitàsitraduceinEPSPs
ipersincronidivastepopolazionineuronalicorticalichedivengonomoltobenvisibili
all’EEGdisuperficie.Nonostantelavastaletteraturascientificaalriguardo,iltalamo
sembraessereinvecemoltomenocoinvoltonellagenesidelritmoalfache,com’è
noto,invegliaquietacostituiscel’attivitàposterioredominante.Ilritmoalfainfatti
risente sì delle connessioni talamo-corticalima probabilmente ha come principali
generatori specifichearee corticali.Anche le attività EEGpiù rapide (di frequenza
betaegamma)sonoprodottefondamentalmentedageneratoricorticali(Fig.6).
41
Figura6.Asinistraèriportatountipicotracciatodiunsoggettoinstatodiveglia;adestrailtracciatotipicodelsonnonon-REM.
Altrettanto importanti infine sono i fenomeni EEG caratterizzati da
desincronizzazione del segnale, intesa come interruzione dell’attività oscillatoria
ritmica. La formazione reticolare tronco-encefalica (nuclei del raphe e locus
coeruleus)e l’ipotalamoposteriorehanno funzionidesincronizzanti sullacorteccia
cerebrale.Inquestocasol’attivitàritmicapuòessereinterrottasiaperazionediretta
suineuronicorticalisiaindirettamentesuineuronitalamici(Steriade,2005).
Classicamente le onde EEG che possono essere riscontrate nell’attività di fondo
normale(backgroundactivity,ongoingactivity),visualizzabiliqualitativamenteo in
modopiùprecisomediantel’ausiliodiprogrammispecificiperl’analisiquantitativa,
sonoleseguenti:bandadelta(δ,<4Hz);bandatheta(θ),4-7,5Hz);bandaalfa(α,8-
12,5Hz);bandabeta(β,>13-30Hz)(Fig.7).
42
Figura 7. Esempio di tutte le possibili frequenze riscontrabili in un tracciato EEG. Vengono riportati range difrequenzaelororappresentazionegraficaschematica.
La banda delta (che raggruppa le frequenze EEG più lente) è quella che più
frequentemente risulta inquinata da oscillazioni artefattuali. In generale l’attività
deltanell’EEGfisiologicodivegliadell’adultoèpocovalorizzabileaocchio,essendo
invececaratteristicaemoltopiùrappresentatanelsonnolento.Labandathetavenne
cosìdefinitadaGreyWalterchel’associòperprimoallapresenzaditumoritalamici
(Walter,1944).Comunque,sianell’uomochenelcane,quandonell’EEGdivegliadi
unadultosiassisteaunaprogressivascomparsadell’alfasostituitodaattivitàtheta
sidevesubitopensareaunariduzionedellivellodivigilanza(addormentamento).La
bandaalfa(8-12,5Hz)èpropriadell’EEGdivegliaelecaratteristichediquelloche
classicamenteèdefinitoilfisiologicoritmodifondoalfa.L’attivitàbetaècorrelataa
processimentaliecognitividivariotipo,all’ansiaeallostatodiallerta,maèanche
indottaeincrementatadallasonnolenzaedalsonnoleggero(Fig.8).
43
Figura8.Rappresentazionegraficamultimodale(tracciatiespettri)delleprincipaliquattrobandeEEG.Alladestra
diognitracciatovieneriportatal’analisiquantitativadellefrequenze.FototrattaemodificatadaMecarelli,2009.
Fuorideldominiodellabandabetalefrequenzeancorapiùrapidesonodefinitecome
appartenenti alla banda gamma (γ, 30-80 Hz), frequenze che normalmente non
vengononemmenovisualizzatenegliEEGdiroutineperchéeliminatedagliappositi
filtri.Negliultimianniinoltre,graziesoprattuttoall’avventodiunatecnologiadigitale
sempre più sofisticata e in particolare per interessi sperimentali, si sta prestando
grandeattenzioneallebandedifrequenzaultrafast(>80Hz)(Vanhatalo,2005).
44
2.4Originedelleondecerebrali
Inlineagenerale,l’attivitàelettricageneratadaundipoloprovocaondediattivazione
chesipropaganoconunadeterminatagrandezzainunadeterminatadirezioneeche
perconvenzionesonodirettedallazonaelettropositivaallazonaelettronegativa.
Mentrelagrandezzadelvettoreèinfunzionedelladistanzadell’elettrodoregistrante
(neisegnalibioelettricicerebralilapotenzadelsegnaleèinversamenteproporzionale
alquadratodelladistanza),ladirezionedelvettorerimanesemprecostante.Inaltre
paroleèpossibileaffermarechepiùglielettrodiregistrantisonodistantidall’evento
bioelettricopiùsaràpiccoloilpotenzialeregistrato.Inoltresedueopiùvettorisono
orientati simultaneamenteverso lostessoelettrodo,potrannoesseresommati. In
sintesi,ilrisultatodiquestasommacorrisponderàallasommaaritmeticadelleloro
grandezzesolonelcasoincuiessiagiscanonellastessadirezione.Ilfattocheineuroni
piramidali siano disposti parallelamente fa sì che il campo elettrico generato da
ognunodiloropossasommarsisevengonoattivatisimultaneamente(Niedermeyer,
2005a).
Quindi l’orientamentodeldipolo, equindidel vettoreche rappresenta il flussodi
correntegenerato,èestremamenteimportante.Inbaseall’orientamentodeldipolo
rispettoallasuperficiecorticale,sidistinguerannoundipoloverticale(oradiale)se
orientatoverticalmenteallasuperficiecorticale,undipoloorizzontale(otangenziale)
se localizzato in un solcoo in una scissura interemisferica e undipoloobliquo se
estremità positiva ed estremità negativa non risultano allineate. Il diverso
orientamentodeldipologenereràsulloscalposituazionielettrichediverse.
Sesullasuperficiedelloscalposiapplicanodueelettrodi,questipossonoraccogliere
talidifferenzedipotenziale.L’ampiezzadelsegnaleèinfunzionedelladistanzatrai
dueelettrodi,essendotantomaggiorequantopiùsonodistantiglielettroditraloro.
QuestofenomenovienespiegatodalTeoremadiGaussilqualeaffermacheilflusso
45
del campo elettrico attraverso una superficie chiusa dipende solo dalle cariche
interne alla superficie stessa ed è direttamente proporzionale all’angolo solido
generato.L’angolosolidoèun’estensionedelconcettodiangolopiano,edèdefinito
comeciascunadellesemirettepassantiperunostessopunto(nelnostrocasoilpunto
incuisigenerailcampoelettrico)eperipuntidiunacurvachiusasemplicetracciata
sudiunasuperficienoncontenenteilvertice(nelnostrocasoiduepuntidelloscalpo
dove si applicanogli elettrodi).Quindi applicando i principidel TeoremadiGauss
tantomaggioresaràl’angolosolido,equindiladistanzafraglielettrodisulloscalpo,
tanto maggiore sarà la superficie e il flusso di cariche elettriche registrate
(Rotterdam,2005).
In sintesi, sembrache laproduzionedelleondeelettroencefalografiche siabasata
sullasommadeicambiamentidipotenzialechederivanodacellulecorticali,dailoro
dendritiedallelorosinapsiechequestestrutturesianocontrollatedastrutturepiù
profonde(talamo,sostanzareticolare)cheprobabilmenteagisconoda“pacemaker”,
accordandosiconlostatofisiologicodell’animale(James,2014Introduction).
2.5Posizionamentodeglielettrodi:“Sistemainternazionale10-20”
QuandoHansBergerregistròilprimoEEGdellastoriadalcraniodiunessereumano
avevaadisposizioneduesolielettrodi,chefuronoposizionatinellazonaanterioree
posterioredel capo.Berger continuòautilizzarequelmetodopermolti anni e lo
consideravavalidopermisurarel’attivitàcorticaleglobale.Inseguitoaltriricercatori
evidenziaronocomeinrealtà l’attivitàEEGvariavainmodosignificativoaseconda
dellazonadelcraniodacuisiregistrava(Klemm,1968).
Ilrapidoproliferarediesperienzesiaclinichesiasperimentalipermiseinpochissimi
annidiscoprirechedeterminatiritmi,comeperesempioilfondamentaleritmoalfa,
possedevano una vera e propria regionalizzazione (maggiore espressione in sede
46
posteriore)echealtrigrafoelementifisiologicicaratteristici,comeperesempioifusi
delsonno,sipotevanoevidenziaresoloposizionandodeglielettrodiinsedecentrale
(Kamp,2014).
L’osservazionediattivitàditipodiversoincoraggiòl’usodimolteplicielettrodiedi
più canali di registrazione, ma ben presto si rese anche necessaria una
standardizzazionedellemetodichediregistrazioneaffinchéidatifosseroraffrontabili
tradi loro.UnappositocomitatodellaFederazione InternazionaledelleSocietàdi
ElettroencefalografiaeNeurofisiologiaClinica(InternationalFederationofSocieties
forEEGandClinicalNeurophysiology,IFSECN)guidatodaH.Jaspersimiseallavoro
perstudiareunsistemaspecificodiposizionamentodeglielettrodi,dautilizzarein
tuttiilaboratori.Talesistema,presentatoal2°CongressoInternazionalediPariginel
1949epubblicatodaJaspernel1958,ètuttorauniversalmenteutilizzatoedènoto
sottoilnomediSistemaInternazionale10-20(SI10-20)(Jasper,1958).
GliobiettividelSI10-20eranoquellidistabilireleposizionideglielettrodisulloscalpo
conunsistemadimisurazionechetenessecontodipuntidirepereanatomiciben
definiti,facendosìchelemisurestessefosseroproporzionalialladimensioneealla
formadelcranio;garantireconglielettrodiun’adeguata“copertura”dituttalatesta
e identificarli secondoposizionistandard, indipendentementedal fattochetuttio
soloalcunidiessifosseroutilizzatiinunadeterminataregistrazione;identificarele
posizioni degli elettrodi in base all’area cerebrale sottesa (frontale, centrale,
temporale,parietaleeoccipitale)piuttostochedesignarliconsolinumeri,inmodo
darendere lacomunicazionepiù immediatae intuitiva;effettuarestudianatomici
appropriati per identificare con sicurezza la proiezione delle aree corticali che
presumibilmentecorrispondonoalleposizionistandarddeglielettrodi(Reilly,2014).
PerposizionareinmodocorrettoglielettrodisulloscalposecondoilSI10-20occorre
tracciaredellelineeideali,apartiredaparticolaripuntidirepereanatomici.Lungola
lineamedianaantero-posteriore,checongiunge ilnasionall’inion,passandoper il
47
vertice,siindividuano5posizionistandarddenominatefrontopolare(Fpz),frontale
(Fz),centrale(Cz),parietale(Pz)eoccipitale(Oz).Considerandoladistanzatotalein
centimetritranasioneinionilpuntoFpzeilpuntoOzsonoindividuatial10%della
distanza totale, rispettivamente dal nasion e dall’inion. Tutti gli altri punti sono
calcolatial20%delladistanzainterpostatraFpzeOz(ladenominazione10-20deriva
proprio da questo calcolo percentuale della distanza tra gli elettrodi). Secondo la
disposizioneidealel’elettrodocentrale(Cz)dovrebbeesserecollocatoesattamente
a metà della linea tra nasion e inion (Fig. 9). La linea coronale latero-laterale
congiungeipuntipreauricolarididestraedisinistra(identificaticonladepressione
postaall’originedell’osso zigomaticoproprioal davanti del trago) passandoper il
puntocentralealvertice.Suquestalineaglielettroditemporali(T4adestraeT3a
sinistra) devono essere posti al 10% della distanza totale, partendo dal punto
preauricolare,mentreglielettrodicentralilaterali(C4adestraeC3asinistra)vanno
postial20%daipuntitemporali(T4eT3)edalcentralemediano(Cz)(Fig.10).
Figura 9. Rappresentazione della lineamediana anteroposteriore che congiunge nasion e inion. Foto tratta e
modificatadaMecarelli,2009.
48
Figura10.Rappresentazionedellalineacoronalelaterolateralechecongiungeipuntipreauricolari.Fototrattae
modificatadaMecarelli,2009.
Glielettrodi fronto-polari (denominatiFp2adestraeFp1asinistra)sonocollocati
lungolalinealongitudinale,al10%delladistanzalateralmenteaFpz,mentrepergli
elettrodi occipitali (denominati O2 e O1) il 10% è calcolato in rapporto a Oz. Le
posizionideglielettrodifrontaliinferiori(F8eF7)etemporaliposteriori(T6eT5)sono
determinateinveceal20%diquestalineapartendo,rispettivamente,daFp2/Fp1e
O2/O1.Irimanentielettrodifrontali(F4eF3)eparietali(P4eP3)sonopostilungole
lineefrontalieparietalicoronali,equidistantitralalineamedialeetemporalediogni
lato. La numerazione standard del sistema 10-20 prevede la disposizione degli
elettrodi di numero pari sulla parte destra del cranio e degli elettrodi di numero
disparisullapartesinistra,indicandoliconletterecheidentificanolazonadelcranio
sopracuisonocollocati:Fp2,F4,F8,C4,P4,T4,T6eO2perl’emisferodestroeFp1,
F3, F7,C3,P3,T3,T5eO1per l’emisfero sinistro.Un tale sistemadimisurazione
comportaquindil’identificazionedi21posizionielettrodichestandardincludendogli
elettrodidellalineamediana(Fz,CzePz)eidueelettrodiauricolaridiriferimento
(A2eA1)(Carpi,2007).Inmedicinaumanavengonoutilizzatielettrodidisuperficiee
nonelettrodimonopolarisottocutanei,comeancoraavvieneinveterinaria.
49
Inveterinariailsistema10-20standardsopradescrittononvieneutilizzatonellasua
interezza.Cisonostatinumerosiautorichehannopropostodellevariazioniaquesto
sistema semplificandoemodificando laposizionee il numerodegli elettrodi, non
sempre rispettando i principi di base del sistema 10-20 (Fig 11) (Klemm, 1972;
Redding,1987;Bergamasco,1999;Pellegrino,2004; James,2014).Manessunodi
questiè stato supportatoda lineeguida internazionalie talevariabilità si traduce
nelladifficoltàdicompararestudiprodottidaidiversigruppidiricerca.
Figura11.(A)VistadorsaledelposizionamentodeglielettrodiEEGinuncraniocaninomesocefalico.Fp,elettrodi
frontopolari; F, elettrodi frontali, P, elettrodi parietali; O, elettrodo occipitale; T, l'elettrodo temporale; Cz,
elettrodo centrale (vertice); Oz, l'elettrodo occipitale centrale. (B) Vista laterale sinistra del cranio canino
mesocefalico. L’immagine mostra il posizionamento dell’elettrodo temporale sinistro (T3). (C) Esempio di
posizionamentodeglielettrodiinuncraniocaninobrachicefalico.FototrattaemodificatadaPellegrino,2004.
50
2.6Derivazioniemontaggi
Traimoltifattoricheinfluenzanoilmodoincuiilsegnalebioelettricocerebraleviene
visualizzatosullatracciaEEG,sicuramenteunruolofondamentaleèsvolto,oltreche
dalposizionamentodeglielettrodisulloscalpo,anchedacomequestisonocollegati
agli amplificatori differenziali. Una linea di registrazione EEG generata da un
amplificatoredifferenzialecheamplificaladifferenzadisegnalebioelettricoesistente
fra due ingressi, viene comunemente definita “canale”. Quando si misura la
differenzadipotenzialetraduepuntidelcraniounoèdenominato“comune”o“di
riferimento” e il suo potenziale è assunto come zero, mentre l’altro è definito
“esplorante”.Ipuntidiriferimentononhannounpotenzialeconvalorezerorealee
questo crea dei problemi che possono essere superati connettendo insieme due
amplificatori al punto di terra e comparando la differenza di potenziale tra i loro
ingressi attivi. Questo circuito è l’amplificatore differenziale usato negli
elettroencefalografitradizionali.
Partendo da tale premessa ne consegue che se i due ingressi (input) attivi
dell’amplificatore hanno lo stesso potenziale rispetto allo stesso punto di terra,
l’uscita (output)èzero.Soloquandoquestipotenziali sonodiversisi registreràun
valore di output proporzionale alla differenza tra i due valori di input: questa
proprietàdegliamplificatoridifferenzialidinonregistraresegnalicomuni“infase”è
estremamenteimportantenelleregistrazionibiologiche,dovecisonomoltesorgenti
dipotenzialielettricichepossono interessare iduepuntidi registrazione inmodo
eguale e quindi essere “reiettati” nella registrazione (in-phase rejection). Una
conseguenzadiciòèchefornendosolol’outputdiunamplificatoredifferenzialeè
praticamente impossibile conoscere quale sia l’input a ognuno dei due ingressi,
essendociunainfinitacombinazionediinputchepuòprodurreunparticolareoutput
(Mecarelli,2009).
51
Per tornare al nostro EEG può essere utile immaginare i campi elettrici sopra la
superficiedelloscalpocomelasuperficiedelmaresolcatadaondedivariaintensità
che si intersecano: l’EEGè raramenteuno stagno conondequasi impercettibili e
quandociòsiverificacisiavvicinaaltracciato“piatto”esistaperrealizzarequella
fatalecondizionedefinitamortecerebrale.Continuandoinquestaanalogiainostri
elettrodisonocometappidisugherogalleggiantisull’acquaenoipossiamosoltanto
misurare ledifferenzedi altezza fradi loro.Daquestedifferenzeèpossibileperò
stabilirequantosiaestesoilpatterndelleondecheleproduce.Chiaramentequesta
ricostruzioneèpiùfacilesei“tappi”sonoposizionatiinunmodopreciso,adistanze
approssimativamente regolari, come disposti su una grata ortogonale. C’è poi
bisognodiunpunto fisso chepotrebbeessere la riva cui tutti i tappi dovrebbero
riferirsi.
Inelettroencefalografiaquindi,cosìcomenellanostraanalogiamarinaresca,oltreil
posizionamentodeglielettrodisulloscalpo(secondoilSI10-20),sonofondamentali
lacombinazionedeglielettrodielaloromodalitàdicollegamentoall’amplificatore
(montaggiederivazioni).Perragionistoricheepratichel’EEGèdisolitovisualizzato
comeuninsiemeditraccecheindicanocomesimodificanoledifferenzedipotenziale
neltempo.Inuntracciatotradizionale(EEGanalogico)ognitracciaèlarisultantedel
collegamentodidueelettrodiagliamplificatorieaifiltri,consuccessivopassaggiodel
segnale captato al galvanometro e alla penna scrivente. Con l’avvento dell’EEG
digitaletuttoèstatosostituitodall’hardwareedalsoftwaredeicomputer,maogni
traccia continua a essere indicata come “canale”, sia che venga prodotta da un
apparecchioanalogicosiachevengaelaboratadauncomputer(Mecarelli,2009).Il
vantaggio risiede nel fatto che le varie configurazioni di montaggio e derivazioni
possono esseremodificate e applicate anche dopo la registrazione dell’EEG, così
comeaccadeperifiltraggieleamplificazionideicanali.
52
Inmedicina veterinaria sono utilizzati due tipi di derivazioni: quelle referenziali e
quellebipolari(HolidayandWiliams,1999).
Nelle derivazioni referenziali ogni elettrodo posto sul cranio viene riferito a un
elettrodocomunepostoinunpuntox,solitamenteneldorsodelnaso.Ilprincipioè
analogoaquellodellemappegeografiche,dovel’altitudinediognipuntoècalcolata
considerandocomeriferimentoillivellodelmare.L’elettrodocomunediriferimento
dovrebbeessereilpiùpossibileneutrodalpuntodivistaelettrico(noncontaminato
nédaaltripotenzialielettricicerebralinédapotenzialibiologicicorporei),eventualità
davveroraranellarealtà.LeattualiapparecchiatureEEGdigitaliriferisconosempreil
segnalebioelettricocerebraleaunelettrodocomunediriferimentoche ingenere
nellatestina-pazientehauningressodenominatoG2echepuòessereposizionato
sia sullo scalpo sia altrove (usualmente esso però viene posizionato sullo scalpo
medialmente,anteriormenteall’elettrodoFzotraFzeCz).IlG2(elettrodocomune)
nonèaltroquindicheilpuntocomunerispettoalqualesonomisuratituttiipotenziali
dei singoli elettrodi (ogni sistema, infatti, misura solo differenze di potenziale)
(Mecarelli,2009).
Nellederivazionibipolariladifferenzadipotenzialeècalcolatatracoppiedielettrodi,
postilungocatene(longitudinaliotrasversali)incuiunelettrodoèincomunetradue
canalisuccessivi(Fig.12).
53
Figura12.a)EEGdicaneregistratoconderivazionemonopolareb)EEGdicaneregistratoconderivazionebipolare.
Inquestomodouneventolocalizzatosottoundeterminatoelettrodoprodurràuna
deflessioneugualemadisegnooppostoneidueelettrodiadiacenticheloprecedono
e loseguononellacatenaelettrodica (HolidayandWiliams,1999;Noachtaretal.,
1999).
Infine,permontaggiosiintendelaspecificamodalitàdiconnessionedeglielettrodi
alcanaleregistrantedell’elettroencefalografo.
Inmedicina veterinaria e nei laboratori EEG, anche se al giorno d’oggi non sono
numerosissimi,esisteunagrandevarietàdimontaggiimpiegatinellapraticaclinica,
emoltidiquestisonoinadeguatietroppocomplessiperleregistrazionidiroutine.
Questadifformitàimpedisceilcorrettoscambiodiinformazionitraglispecialistidel
settoreevaspessoadiscapitodell’animale.Inmedicinaumanaperovviareaciòda
moltiannisialaInternationalFederationofClinicalNeurophysiologysial’American
ClinicalNeurophysiologySocietyhannopubblicato lineeguidaperstandardizzare i
montaggiedilposizionamentodeglielettrodi(Jasper,1957).
54
2.7SemeiologiaEEGdibase
PerpoterdescrivereeinterpretarecorrettamenteungrafoelementoEEGisolatoo
unaseriedigrafoelementichesi ripetono insuccessionenel tempooccorretener
conto della loro morfologia, ampiezza, frequenza, localizzazione e modalità di
comparsa. Questi aggettivi ci permettono di classificare tutti i grafoelementi che
possiamoriscontrarenellaletturadiuntracciatoelettroencefalografico.Aseconda
dicomeilgrafoelementoappare(morfologia)essopotràesseredefinitocomelento
(slow)oppureaguzzoopuntuto(waveospike)(Fig.13)(Tatum,2008a).
Figura13.CaratteristichemorfologichedeglielementiEEG.FototrattaemodificatadaMecarelli,2009.
Isegnalilentisarannoquindirappresentatidaformed’ondaarrotondate,chedurano
moltonell’unitàditempo;selaloroformaèparticolarmenteregolareesiripetecon
le stesse caratteristiche potranno essere anche definiti come segnali monomorfi,
mentrese,purnelrispettodellaformalenta,siosservanoirregolarità,sipotràparlare
disegnalilentipolimorfi.Glispikeinveceduranomenonell’unitàditempo.Laforma
55
diunsegnalequindièdirettamentecorrelataconladuratadelsegnalestesso,chesi
misura in millisecondi (ms), intendendo per durata l’intervallo di tempo che
intercorretral’inizioelafinediun’ondasingolaodiuncomplesso(Mecarelli,2009).
Laduratadiunospikeècompresafra20e70ms.Lamorfologiadiungrafoelemento
èpoidescrittadallafase,chesidefiniscedalpuntoincuiilsegnaleabbandonalalinea
isoelettricaalpuntoincuiritornaallastessa;asecondadiquantefasihaunsegnale
essosidistingueràinmonofasico,bifasico,trifasico,polifasico(Fig.14).
Figura14.CaratteristichemorfologichedeigrafoelementiEEG.FototrattaemodificatadaMecarelli,2009.
Seunsegnalecomparesudiversicanalididerivazionibipolariconelettrodiincomune
sipotràverificareilfenomenodell’opposizionedifaseophase-reversal(l’ondadel
canale superiore avrà una fase diversa dal canale sottostante con i due apici che
tenderanno a combaciare) o all’opposto quello dell’eversione di fase (Fig 15)
(Mecarelli,2009).Lapolaritàèriferitaalversochehaungrafoelementorispettoalla
56
lineaisoelettrica.Perconvenzionevengonodefinitepositiveleondechesiportano
versol’altoenegativequellechesirivolgonoversoilbasso.
Figura15.Esempioschematicodiopposizioneedeversionedifase.FototrattaemodificatadaMecarelli,2009.
Un’altra caratteristica da considerare durante la lettura e l’interpretazione di un
tracciatoEEGèlasincroniadeglieventifraidueemisferi.Laripetizionedeisegnali
su aree diverse dell’emisfero omo- o controlaterale può avvenire rispettando la
stessafase,inmodosimultaneo,eallorasiparleràdisegnalesincrono,oppurecon
sfasamentoeinquestocasoilsegnalesaràasincrono(Holliday,2006).
Anche l’ampiezzadiunsegnale (μV)è importantepercaratterizzarlodalpuntodi
vista morfologico. L’ampiezza di un’onda si misura valutando l’altezza (in mm)
dell’ondapicco-piccoemoltiplicandolaperlasensibilitàdell’amplificatore;inquesto
modo si otterrà il valore di voltaggio del segnale (μV/mm). Quando si misurano
segnaliottenutiindueopiùcanalidiunemisferoponendoliaconfrontoconquelli
registratidallestesseregionidell’emisferocontrolateralebisogneràanchedescrivere
lasimmetria/asimmetriadeisegnali,cioèsesonodellastessaampiezzaodiampiezza
diversa.
57
Nel caso in cui segnali regolari si ripetano nell’unità di tempo il parametro
fondamentaledavalutareèlafrequenza,espressainHertz(Hz).Lafrequenzadiun
segnale indica il numero di cicli completi di onde ripetitive o di complessi che si
verificano in un secondo (Holliday, 2006). Nella figura 16 sono schematizzate le
caratteristichediampiezzaefrequenzadidiversisegnaliEEGchesiripetonosotto
formadiritmo.
Figura16.AmpiezzaefrequenzadidiversisegnaliEEGritmici.FototrattaemodificatadaMecarelli,2009.
58
Un parametro fondamentale per caratterizzare un evento EEG è la sua
rappresentazionespaziale.Conoscendo laposizionedeglielettrodie lederivazioni
utilizzate per la registrazione potremo ben definire tale localizzazione. Un
determinatoeventoverràdefinitofocalequandopresentesuunasingolaareadiun
solo emisfero cerebrale oppure multifocale, se presente su aree diverse di un
emisferoodientrambigliemisferimainmodoasincrono.Uneventovienedefinito
diffusoogeneralizzatoquandopresenteinmodosincronosututteleareecerebrali
dientrambigliemisferi(Fig.17)(Mecarelli,2009).
Figura17.RappresentazioneschematicadifenomeniEEGfocali,multifocaliediffusi.Fototrattaemodificatada
Mecarelli,2009.
59
InfinesideveconsiderarelaritmicitàdeltracciatoEEG.Seunsegnalesinusoidalesi
presentacostanteadunafrequenzafissa,vienedefinitoperfettamenteritmico,così
comeuncomplessodionde (anchesemorfologicamente irregolari) sipresentano
conunaciclicitàregolare,vengonodefiniteritmiche.Ipatternchepresentanobari
gradidiintervallidiripetizioneritmichefraloroirregolarivengonodefinitisemiritmici
(Fisch,1999).
2.8 Artefatti
GliartefattisonounapartemoltoimportantedellasemeiologiaEEG.Perartefattosi
intendequalsiasielementodiorigineextracerebralechesipuòregistraresuicanali
EEGecheinqualchemododisturbal’acquisizioneelavisualizzazionedeltracciato.
Gliartefattiriconosconomolteplicioriginiepossonofondamentalmentedipendere
dacauseinterneoesterneall’animale.
Gliartefattioculariperesempiohannounamorfologiaeunalocalizzazionetipicae
fornisconoinformazioniimmediatecircailcorrettoposizionamentodeglielettrodi,i
parametridiamplificazione, laprofonditàanestesiologicadelpazienteecc.Avolte
unartefattodaelettrocardiogrammaèingradodievidenziarearitmiecardiache.Nei
pazienti con epilessia la comparsa sul tracciato di artefatti muscolari, oculari, da
movimento, può essere indicativa dell’insorgenza di una crisi. Nell’uomo le
registrazioniduranteilsonnonecessitanodicanalipoligraficicheregistrinoartefatti
oculari,daECG,muscolari, legatiallarespirazione,fondamentaliperlastadiazione
delsonnostesso.Infine,neipazientiincomasiutilizzanostimolazionidivariotipoe
inbaseallacomparsaomenodiartefattisipossonoavereinformazioniimportanti
riguardolagravitàdeldisturbodicoscienza(Nunez,2010).
Quindi, durante una registrazione EEG standard gli artefatti vanno riconosciuti,
descritti e possibilmente eliminati. In condizioni particolari essi vanno invece
60
opportunamente valorizzati e anche registrati, proprio per ottenere da essi
informazioniaggiuntive.
Inmodomolto schematico gli artefatti possonoessere raggruppati in: artefatti di
originebiologicaoartefatti fisiologici, artefatti dovuti al sistemadi acquisizioneo
strumentali; artefatti da interferenze elettriche e da apparecchiature esterne
(Holliday,1999,Klem,2003).
Gliartefattifisiologiciincludono:artefattodamovimentooculare,artefattimuscolari,
artefattidaattivitàcardiacaeartefattidamovimento(Klem,2003,Cauduro,2017).
Imovimentiocularipossonoesseredistintiin:movimentisaccadici,volontarioriflessi
e consistono in movimenti rapidi degli occhi che l’uomo e gli animali fanno per
spostarelosguardodaunoggettoaunaltroilpiùvelocementepossibile;movimenti
lentidiinseguimento;movimentiatiponistagmo,movimentiritmiciinvolontaridegli
occhi.Ilnistagmopuòessereascosse,incuisiriconosceunacomponentelentaeuna
rapida o pendolare, con oscillazioni più o meno uguali in frequenza nelle due
direzioni.Imovimentioculariingeneralepossonoessere,secondoladirezionenello
spazio,orizzontali,verticali,obliquierotatori.Inoltrepossonoessereconiugationon
coniugati. Un altro tipo di artefatto fisiologico legato al movimento oculare è il
fenomeno dell’ammiccamento o blinking. Per ammiccamento si intende
l’abbassamento della palpebra sul bulbo oculare (si parla di flutter per indicare
blinking ripetuti, di ampiezza minore e frequenza maggiore). Gli artefatti che
genericamente definiamo da movimento oculare consistono in deflessioni più o
meno ampie e rapide, prevalenti sulle derivazioni frontali e temporali anteriori,
dovutealmovimentodeiglobioculariodellepalpebre.Sedovutialmovimentodelle
palpebresiavrannodelledeflessionirapide(blink)adaltafrequenza,seinvecesono
dovutiaimovimentideiglobioculari,aocchichiusi,siavrannodeflessionipiùlentee
avolteritmiche(Fig.18).
61
Figura18.TracciatoEEGdiroutineincuisonoriconoscibiliartefattibiologicioculari.Sultracciatodisinistrasono
riconoscibiliartefattodarotazionedelbulbooculare,inparticolarelarotazionedelbulboocularedidestra.Nel
tracciatoadestrasonomessiinevidenzadegliartefattidablinking.
L’artefattodioriginemuscolareèadaltafrequenza,sisovrapponealletracce
EEG,coprendotuttal’attivitàcorticalesottostante.Questotipodiartefattoè
molto frequente, soprattutto in sede fronto-temporale (contrazione dei
muscolitemporali),insedefrontale(contrazionedeimuscolifacciali)einsede
temporo-occipitale (contrazione dei muscoli nucali). Per evitarlo è spesso
necessario l’uso di farmaci anestetici/miorilassanti intradermici inoculati
moltovicinoall’elettrodooglielettrodicheregistranol’artefatto(Fig.19).
Figura19.Esempidiartefattimuscolari.
L’artefatto da attività cardiaca è la registrazione dell’attività elettrica del cuore a
livelloencefalico.Infattiilcampoelettricogeneratodall’attivitàcardiacapuòessere
62
captatoperconduzionevolumetricadaglielettrodicerebrali.Questotipodiartefatto
èpiùfrequenteevidenziarloneicanidigrossataglia,fattoprobabilmentelegatoalla
massa cardiacamaggiore. L’artefatto da ECG si presenta sotto forma di spikes di
bassa-mediaampiezza,sincroneconilcomplessoQRS.Perquestimotivi,sepossibile,
èpreferibile,anchenelleregistrazionidiroutine,monitorarel’attivitàcardiaca(Fig.
20ae20b).
Figura20a.Le frecce indicanodeglispikesdaECG,perfettamente insincroniacoi icomplessiQRSregistrati in
basso.FototrattaemodificatadaMecarelli,2009.
63
Figura20b.EsempiotracciatoEEGdiuncaneconpersistenteartefattoECGinregionetemporalesinistra.
Gliartefattidamovimentoincludonolarespirazione,iltremoreetuttiglialtritipidi
movimento involontario che possono instaurarsi nell’animale. Questo genere di
artefattipossonoverificarsinelcasoincuil’animalefacciaunacrisiepiletticadurante
la registrazione EEG o per una diminuzione della profondità del piano
anestesiologico.
L’altro grande gruppo di artefatti sono quelli non fisiologici. Sono dovuti ad
interferenzeelettricheesterneointerneallastrumentazioneutilizzata.Gliartefatti
non fisiologici strumentali sono dovuti a problemi correlati agli elettrodi, come
l’artefatto da “ponte” interelettrodico o l’artefatto da cattivo contatto elettrodo-
morsettoeconnettoreelettrodo-testina. Ilprimomanifestaconunappiattimento
deltracciatonellederivazionibipolari,incuialcunicanalihannounoopiùelettrodi
incomune.Ilgrandeaumentodellaconduzionenellaporzionecutaneacompresatra
2elettrodiriferititraloro,dovutoallapresenzadimaterialeconduttoreineccesso
(soluzioneliquidasottocutanea)riduceazero,oavalorimoltoprossimiallozero,la
differenza di potenziale elettrico tra gli elettrodi stessi; gli artefatti da cattivo
contattoelettrodo-morsettosonocaratterizzatidaelementipuntutiolenti,isolatio
64
insequenzeritmiche,diampiovoltaggio.Talvoltaquestiartefattipossonosimulare
spikesepiletticirapidiedibassaampiezza(Fig.21)
Figura21.Esempiartefattilegatialmalfunzionamentodeglielettrodi.
Gli artefatti da interferenze elettriche da apparecchiature esterne sono molto
frequenti.Rientranoinquestacategoriagliartefattidacorrentealternata,artefatto
datelefonoegliartefattidainterruttori(YoungandCampbell,1999;Klem,2003).
Gliartefattidacorrentealternatasonorappresentatidaun’attivitàrapidacontinua
(a50Hz inEuropaoa60HzneiPaesianglosassonie inalcuniPaesiorientali),di
ampiezzavariabile.Sitrattadiunsegnaleelettromagneticogeneratodacavielettrici
o apparecchiature collegate alla rete elettrica (anche non in funzione), che si
sovrapponealsegnalecerebraleregistratorendendoloilleggibile(Fig.22).
Figura22.EsempididuetracciatiEEG.Sultracciatodisinistraèbenevidentel'artefattodacorrentealternatain
regione posteriore destra. Il tracciato di destra rappresenta la stessa situazione temporale di tracciato dopo
l'inserimentodelfiltroa50Hzequestopermettelavalutazionecorrettadell’EEG.
65
Gli artefatti da telefoni cellulari si manifestano sotto forma di scariche diffuse
puntute,avolteconl’aspettodicomplessipuntaepolipunta-onda.Taleartefattoè
sempreditipoelettromagneticoecomparedisolitoprimacheilcellularesquilli,cioè
quando l’apparecchio si prepara a ricevere o inviare una chiamata. Per evitarlo è
ovviamente raccomandabile lo spegnimento di ogni dispositivo telefonicomobile
durantelaregistrazione(Fig.23).
Figura23.Dueesempidiartefattoprovocatodamodellidiversiditelefonocellulare.Fototrattaemodificatada
Mecarelli,2009.
Infine l’accensione e/o lo spegnimento (on-off) di apparecchiature alimentate
elettricamente (lampade normali o al neon, strumenti elettromedicali, pompe da
infusioneecc.)determina lacomparsasull’EEGdispikesrapideodigrafoelementi
puntuti e lenti di ampio voltaggio, su uno o più canali EEG. Questo rappresenta
l’artefattodainterruttore.Perevitarequestiartefattiènecessarioinnanzituttoche
gli impianti elettrici degli ambienti in cui si registra siano a norma. Occorre poi
66
individuare la fonte dell’artefatto e in casi particolari disattivare gli strumenti
responsabili(Fig.24)(Klem2003,Cauduro,2017).
Figura24.A)AccensionedilucenormaleB)Artefattidalampadealneon.FototrattaemodificatadaMecarelli,
2009.
2.9Classificazioneelettro-clinicadellecrisiepilettiche
I quadri elettroencefalografici che possiamo riscontrare nella pratica clinica sono
molto variegati ed ognuno ci può indirizzare verso un determinato quadro
diagnostico(Fig.25).
67
Figura25.GrafoelementiriscontrabiliinuntracciatoEEGpatologico.
Fondamentalmente i possibili pattern patologici EEG che più frequentemente si
riscontrano inpazientiaffettidaepilessiapossonoessere lapresenzadi fenomeni
parossistici, alterazionidell’attivitàdi fondoepatternmisti, in cui ilparossismosi
sovrapponeadun’alterazionedell’attivitàdifondo(Tatum,2008b;Kaplan,2008).
Daunpuntodivistaelettro-clinicolecrisiepilettichevengonoclassificateinfocalie
generalizzate, a seconda se il fenomeno parossistico è limitato ad un emisfero o
coinvolgeperinterolacorteccia.Nonèinfrequentechefenomenilocalizzatipossono
diffondereinquadriparossisticigeneralizzati(Fig.26).
68
Figura26.EsempiditracciatiEEGconattivitàparossisticafocalizzatoegeneralizzata.
Vengono indicate come scariche epilettiformi inter-ittali quei fenomeni distinti di
gruppi d’onde tipicamente espresse nei pazienti affetti da epilessia. Per evitare
fraintendimentiterminologici,segueunabrevedefinizionedeiprincipaliterminiusati
nell’attivitàclinicadiroutinedell’EEG.
Per parossismo si intende un evento encefalografico, anche singolo, che inizia e
finiscebruscamente,chesidistinguenettamentedall’attivitàdifondo.Perpattern
criticooscarica(seizurepatternordischarge)siintendeunfenomenodelladuratadi
qualche secondoopiù, consistente in grafoelementi epilettiformi ripetuti, conun
inizioeunafineabbastanzabenriconoscibili;lascaricapuòesserefocaleodiffusa,
associataonoaunacomponenteclinica.
I grafoelementi epilettiformi che costituiscono i parossismi e le scariche sono: la
punta (spike), complesso di punte o treni di punte (polyspike complex), l’onda
puntuta (sharp wave), il complesso punta-onda lenta (spike- and slow-wave
complex),complessopolipunta-ondalenta(polyspikes-andslow-wavecomplex)eil
complessoondapuntuta-ondalenta(sharp-andslow-wavecomplex)(Kaplan,2008;
Niedermeyer,2005c).
69
Lospikeèuneventotransiente,chiaramentedistintodall’attivitàdifondo,adapice
puntuto, con componente principale in genere negativa, mono-bitrifasica, di
ampiezzamolto variabile e di brevissimadurata. Il complessodi polipunte invece
consisteinunasequenzadidueopiùspikeconsecutivi.Perondapuntuta,aguzzao
angolare, si intende un elemento transiente chiaramente distinto dall’attività di
fondo,conapicepuntuto,bi-trifasico,diampiezzavariabile,diduratacompresatra
70-200ms. L’attività lenta (delta o theta) è quella chemaggiormente interferisce
nell’alterazione dell’attività di fondo. La presenza di tale attività può essere
consideratafisiologicainalcunistadidelsonno.Inpazientiinstatodivegliaquesto
tipodi patternEEG ci indirizza versoquadri patologici di origine sottocorticale, in
particolareconcoinvolgimentodellevietalamo-corticali.
NelleepilessiegeneralizzateiltracciatoEEGinter-ittalepuòesserecaratterizzatoda
scariche parossistiche generalizzate, bilateri e sincrone. Nelle forme idiopatiche
generalizzate il tracciatodi solitononmostraun’alterazionedell’attivitàdi fondo.
Invece nelle forme sintomatiche il quadro elettroencefalografico può presentare
attivitàdifondoanomalaassociataapresenzadiattivitàparossisticheepilettiforme
multifocale o asincrono bilaterale, oppure ci può essere esclusivamente
un’alterazionedell’attivitàdifondosenzalapresenzadiattivitàparossistica.
Le epilessie focali sono caratterizzate dalla presenza di singoli picchi, spikes e
complessipunta-onda.Questaattivitàparossisticapuòesseresincrona(all’interno
dellostessoemisfero)oasincrona,intermittenteocontinua.L’attivitàdifondopuò
essere anomala presentando attività delta polimorfica, attività delta ritmica
intermittente o attività theta (Berendt, 1999). La presenza di attività di scariche
epilettiformi generalizzate in pazienti con epilessia focale può essere una
conseguenza del fenomeno della sincronizzazione bilaterale secondaria e può
portareadun’erratadiagnosidiepilessiageneralizzata(Fig.27).
70
Figura27.Schemaperl'interpretazioneelettro-clinicadiuntracciatoEEG.
Ilprocessoanaliticodibasechesipuòadottarequandosi incontranopatternEEG
sconosciutièmostranonelloschemaadalberochesegue:
ProcedimentoanaliticoditracciatoEEG,modificatodaFisch,1999.
71
3.RISONANZAMAGNETICA
3.1Introduzioneeprincipi
Coniltermine“risonanza”siintendeunfenomenofisicosecondoilqualeduesistemi,
unoaccettoreeunoerogante,siscambianoenergiainmodoproporzionaleallaloro
affinitàintrinseca(Fig.28).
Nellospecificodellarisonanzamagnetica, il sistemaaccettoreèrappresentatodai
nucleidiidrogenoordinatiall'internodiuncampomagneticostatico(CMS)dielevata
intensità;ilsistemaeroganteinveceèrappresentatodalleondeelettromagnetiche
nello spettrodelleonde radio (RF). LeondeRFvannoa interferirecon lo statodi
equilibriodeinucleidiidrogeno(H)fornendoenergiachevienedaessiaccettatasolo
selafrequenzadelleRFsiaccordaconlalorofrequenzaintrinseca.
QuandoleRFnonvengonopiùerogateilsistemaricevente,ovveroinucleidiH,cede
l'energiaineccessosottoformadiradiofrequenzaconmodalitàdifferenteinbaseal
tessutoequindiallegamespecificodeinucleiidrogenoconlealtremolecole(acqua,
proteine, zuccheri...) finoalmomento in cui ritornaallo statodiequilibrio iniziale
Pozzi,2004).
Figura28.Fenomenodirisonanza
72
3.2Sequenze
Lesequenzesibasanosull’inviodiimpulsidiradiofrequenza(RF)esullavariazione
deigradientimagneticilocaliGx(gradientedilettura,raccogliedatisuunodeidue
assi del piano dello strato analizzato), Gy (gradiente di codifica di fase, fornisce
informazionispazialisull’altroassedelpiano),Gz(gradientediselezionedellostrato,
determinalostratodaesaminare)applicatiinpresenzadelcampomagneticostatico.
Infatti,variandogliimpulsiRFèpossibileinterferireconilcontrastodell’immagine,
mentre, modificando i gradienti, l’operatore ha la possibilità di controllare la
localizzazionespazialedelleimmagini.Lesequenzevengonoclassificatein:sequenze
convenzionali,SpinEcho(SE)eInversionRecovery(IR)+(STIR,SPIR,FLAIR);sequenze
rapide,GradientEcho(GE),FastoTurboSpinEcho(FSEoTSE)eGradientEchoSpin
Echo (GRASE); e le sequenzeultrarapide, EchoPlanar Imaging (EPI) eHalf Fourier
SingleShotSpinEcho(HASTE)(Passariello1990,Pozzi2004).
3.3Sequenzeultrarapide
La sequenza Spin Echo (SE) rappresenta la prima sequenza utilizzata in risonanza
magnetica.Ècaratterizzatadaun’elevatacapacitàdideterminareuncontrastotrai
diversitessutierisultarelativamentepocosensibilealledisomogeneitàdelcampo
magnetico.LasequenzaSEconsistenell’inviodiunprimo impulsoselettivoa90°,
seguitodaunimpulsoa180°.Inseguitoall’impulsoa90°glispinsispostanodall’asse
z(longitudinale)all’assexy(assiale)equestodeterminal’iniziodeldefasamento.Il
successivo impulso a 180° corregge il defasamento e inoltre annulla le eventuali
disomogeneitàdelcampomagnetico(Gavin,2011).
Per ricostruire l’immagine RM è necessario inviare tante successive sequenze di
73
impulsia90°ea180°quantesonolelineedellamatrice(adesempioperunamatrice
a512x512lasequenzadovràessereripetuta512volte).
Nelle sequenze SE le variabili che maggiormente sono in grado di influenzare
l’acquisizione dell’immagine, e di conseguenza la semeiotica del segnale, sono il
tempodiripetizione(TR)ovveroiltempocheintercorretral’iniziodiunasequenzae
l’inizio di quella successiva e il tempo di eco (TE), cioè l’intervallo di tempo tra
l’impulsoa90°elacomparsadell’eco.
IlTRinfluenzaprincipalmentelaT1-dipendenza,mentreilTElaT2-dipendenzadella
sequenzautilizzata.
Questasequenzaforniscedatirelativiaiprincipaliparametriintrinsecitissutaliquali
T1,T2edensitàprotonica(DP);variandoilTReilTEèpossibileselezionaresequenze
Spin Echo dipendenti dai tre parametri sopracitati: utilizzando TR e TE brevi si
ottengonoSET1dipendenti,conTReTElunghisiavrannosequenzeSET2dipendenti
mentreconTRlungoeTEbrevesiotterrannosequenzeSEDPdipendenti.
NellesequenzeSET1-dipendenti: sono iperintensi i tessutio i liquidiconunbreve
tempodirilassamentoT1(adesempioilgrasso),mentreappaionoipointensiquelli
contempodirilassamentoT1lungo(adesempioilliquor).
NellesequenzeSET2-dipendenti:sonoiperintensiitessutioiliquidiconuntempodi
rilassamentoT2lungo(liquor),mentresonoipointensiquellicaratterizzatidaunT2
breve(grasso,sostanzabianca)(Pozzi,2004).
LasequenzaSET1-dipendenteèingradodicaratterizzareinmodomoltoaccuratola
morfologia delle strutture esaminate; per questo motivo rappresenta sempre la
primafaseperunostudiodirisonanzamagnetica.
LasequenzaSET2-dipendenteèinvecepiùsensibileallemodificazionipatologiche
deitessutianalizzatiedèindispensabileperlostudiodellepatologiedelSNC.
L’inviodiunimpulsoa90°seguitodaunimpulsoa180°èresponsabileperòdiun
tempo di acquisizione d’immagine molto lungo che rappresenta lo svantaggio
74
maggioredellasequenzaSpinEcho(Pozzi,2004).
La sequenza Inversion Recovery È caratterizzata da un impulso preparatorio di
inversionea180°,cheprecedegliimpulsidieccitazionediqualunquealtrasequenza.
L’impulsoa180°causal’inversionedellamagnetizzazionelongitudinale(ML)daupa
down;quandol’impulsoterminalaMLritornaall’equilibrio(up);mentrelaMLritorna
all’equilibrioraggiungeunmomentoincui lasuacomponentevettorialeènulla in
entrambeledirezioni,questopuntoèdefinitocome“nullpoint”edèspecificoper
ognitessuto.
Inquestasequenzaitempidiripetizione(TR)devononecessariamenteesserelunghi
in quanto devono consentire ai tessuti analizzati di recuperare (recovery) la
magnetizzazioneinseguitoagliimpulsipreparatori.
ItessuticonbreveT1recuperanorapidamentelaloromagnetizzazione(adesempio
ilgrasso)edinseguitoall’inviodell’impulsoa90°rispondonoconunfortesegnale.
Invece i tessuti con un lungo tempodi rilassamento T1 (liquor), poiché non sono
ancorariuscitiarecuperaredeltuttolapropriamagnetizzazione,risponderannocon
unsegnalemoltopiùdebole(Pozzi,2004).
Daquestecaratteristichetissutalisipuòdedurrecheinquestaparticolaresequenza
assumeunagrandeimportanzaunaltroparametro,ovveroiltempodiinversione(TI)
cherappresental’intervallocheintercorretral’impulsopreparatorioel’iniziodella
veraepropria sequenza. Le variazionidel TI apportatedall’operatoreandrannoa
determinareunamaggioredipendenza(opesatura)T1dell’immagine.
Questasequenzaoffreinoltrelapossibilitàdisopprimereilsegnaleprovenienteda
unospecificotessuto inquantoèpossibile,conoscendo il tempodi inversionedel
tessuto,selezionare ilvaloredi“nullpoint”diuncertotessutoeannullarecosì la
relativacomponenteMLresponsabiledelsegnaledirisonanzamagnetica.
SullabasedelsegnalechesivuoleannullaredistinguiamodiversitipidisequenzaIR:
laSTIR(ShortTauIR),laSPIR(SelectivePartialIR)elaFLAIR(FluidAttenuatedIR).
75
STIR:vieneimpiegatanellostudiodidistrettiacontenutoadiposo(orbita,rachidein
quanto ricco di midollo giallo). Viene annullato il segnale proveniente dal grasso
attraverso l’utilizzodi unTImoltobreve (100-200msec, pari aquellodel tessuto
adiposo).
LosvantaggiodellaSTIRrisiedenelfattochenonvengonosoppressiesclusivamente
isegnaliprovenientidelgrassomaanchequellidialtritessutioliquidibiologiciche,
comeiltessutoadiposo,sonocaratterizzatidaunbrevetempodirilassamentoT1(ad
esempio ematomi con metaemoglobina, cisti iperproteiche); inoltre, possono
involontariamenteessere annullate eventuali impregnazioni patologiche a seguito
dellasomministrazionedelmezzodicontrasto.
SPIR: a differenza della STIR è in grado di annullare esclusivamente il segnale
provenientedaltessutoadiposoutilizzandounaspecificapresaturazionespettrale.
FLAIR: utilizza tempi di inversione lunghi (1800-2500 msec che corrispondono ai
tempi di TI del liquor) annullando il segnale proveniente dal liquor (ventricoli
cerebrali, cisti aracnoidee, ecc...) e contemporaneamente consente alla maggior
partedeitessutimollidirecuperarelamagnetizzazionelongitudinale.
LaFLAIRconsentediottenereunadefinizionemiglioredieventualilesionilocalizzate
vicino agli spazi liquorali che potrebbero essere sfuggite all’operatore a causa
dell’elevatosegnaledelliquorinsequenzeT2pesateconvenzionali.Permetteinoltre
di utilizzare TE lunghi, anche di 120-200 msec, ottenendo così un’immagine
fortementeT2pesatautileperevidenziarelesioniconbassadifferenzadicontrasto
rispettoaitessuticontigui(adesempiolesioniencefaliche)(Gavin,2011).
76
3.4Sequenzerapide
LasequenzaGradientEcho(GE)ècaratterizzatadaunasensibileriduzionedeitempi
diacquisizionerispettoallaSpinEcho;questoperchèivaloridiTRediTEsonomolto
ridotti(Passariello,1990;Pozzi,2004).
Questasequenzasostituisce l’iniziale impulsoa90°, checaratterizza laSE, conun
impulsoconflipangle(FA) inferiorea90°; inoltre,subitodopol’impulsoRF,viene
applicatoungradiente lungo l’assedi lettura(Gx)chedeterminauncambiamento
linearedel campomagneticocausandocosìunadifferente frequenzadi risonanza
degli spin correlata alla loro posizione rispetto all’asse di lettura. Il defasamento
creatovienepoisuccessivamentecorrettoapplicandounnuovogradientediuguale
intensitàmadisegnooppostochedeterminailrifasamentodeglispinegeneral’eco.
L’eco, quindi, che nella sequenza Spin Echo viene generata dalla successiva
applicazione dell’impulso a 180°, nella sequenza GE è invece generata
dall’applicazionediungradiente(“ecodigradiente”).
ConlaGEèpossibilevariareTR,TEmaanchel’FA;quest’ultimocontrollailgradodi
contrasto dipendente dal tempo di rilassamento T1, in generale un’immagine
fortementeT1-pesatasiottieneconunFA>60°econunTEbreve(>10msec),mentre
utilizzandounFA<20°eunTElungosiottieneunamaggioredipendenzaT2omeglio
T2*.Ilfattodinonutilizzareunimpulsoa180°(cheneutralizzalamaggiorpartedelle
disomogeneitàdelcampomagnetico)maungradienteimplicacheiprotonivadano
più rapidamente fuori fase in quanto vengono maggiormente influenzati dalle
disomogeneitàdelcampomagnetico.Questacaratteristicadaun latorappresenta
unosvantaggio,inquantol’immagineacquisitahaunnumeromaggiorediartefatti,
dall’altroperò consentedi rilevaremicroquantità di sostanzaparamagnetiche (ad
esempiodeposititissutalidiCalcio,Ferro,emosiderina)(Gavin,2011).
LasequenzaFastoTurboSpinEcho(FSEoTSE)puòessereconsideratacomeunaSpin
77
Echorapidamultieco.Vengonointrodottidueparametritecnici:l’EchoTrainLength
(ETL),el’Echo-spacing(ES).
ETL: è il parametro fondamentale. Si trattadi echi succesivi unoall’altro generati
nellostessoTRattraverso impulsia180°successivialprimo impulsoa90°.Questi
echisonocodificatidaundiversogradientedicodificadifaseedeterminano,inoltre,
lacontemporaneatrascrizionedipiùlineedel“kspace”.
Aumentandol’ETLsiriduceiltempoperl’acquisizionedell’immagine(lavelocitàdi
ricostruzione del “k space” è direttamente proporzionale al numero di echi) ma
aumentanogliartefattielaT2-dipendenzadellasequenza.
ES: rappresenta l’intervallo tra gli echi; ad un aumento dell’ES è correlata una
riduzionedelcontrastodell’immagineedunincrementodegliartefatti.
LesequenzeFSET1-dipendentisonopocoutilizzateinquantononcomportanouna
significativa riduzione del tempo di acquisizione rispetto ad una sequenza SE
convenzionaleedinoltresonopiùsensibiliagliartefatti.
Le sequenze FSE T2-dipendenti invece sono più sfruttate poichè permettono di
ottenere l’acquisizione dell’immagine in un tempo inferiore rispetto ad
un’equivalenteSE.
Datocheleimmaginiottenutesonoilrisultatodell’applicazionedimultiechienondi
ungradiente,ilcontrastogeneratoèpiùsimileallasequenzaSErispettocheallaGE.
La modalità di trascrizione dello spazio k è responsabile di alcune differenze
semeiologicheriguardantil’intensitàdelsegnaledelliquoredelgrasso.
NellesequenzeFSET2-dipendenticonvaloridiTRsuperioria3000msecilsegnale
del liquor risulta maggiormente iperintenso rispetto ad una sequenza SE T2-
dipendenteconvenzionaleequestopuòdeterminareunosvantaggionelcasoincui,
adesempio,cisialapresenzadilesioniperiventricolariinunostudiodell’encefalo.
PerevitarequestoincovenientesipuòutilizzareunasequenzaFSEconunTRinferiore
ai300msecoppuresipuòricorrereadunaFASTFLAIRingradodiannullareilsegnale
78
provenientedalliquor.
NellesequenzeFSEiltessutoadiposoèmaggiormenteiperintensonellesequenzeT1-
dipendentieanchenelleT2-dipendenti,adifferenzadellaSE,mantieneugualmente
un forte intensità; questo particolare può determinare degli errori diagnostici in
quanto potrebbe mascherare alcune patologie o potrebbe creare un eccesso di
artefatti.Ancheinquestocasoèutilesfruttareunasequenzaingradodisopprimere
ilsegnaleprovenientedalgrassocomelaFSE-STIR.
LasequenzaGradientandSpinEcho(GRASE)èunatecnicaibrida,assimilaivantaggi
della FSE e dellaGE. Si combina l’utilizzo di echi di gradiente per ciascun TR e di
impulsiRF180°, innumero ridotto rispettoalla FSE, consentendocosìdi ridurre i
tempi di acquisizione rispetto ad una classica sequenza FSE. È possibile inoltre
utilizzareunavariantedellaGRASEasingle-shot,contempidiacquisizioneancorapiù
rapidi,denominataRF-EPI(Pozzi,2004).
3.5Sequenzeultrarapide
NeltempodiunsingoloTRvieneacquisitounsoloimpulsoevengonoacquisitetutte
le linee che costituiscono lo spazio k. L’immagine ottenuta è fortemente T2-
dipendente.Rientranonellesequenzeultrarapidelesequenzedettea“singleshot”
quali le EchoPlanar Imaging (EPI) e leHalf-Fourier Single Shot Spin Echo (HASTE)
(Pozzi,2004).
79
4 MATERIALIEMETODI
4.1TipodiStudio
Studiodiaccuratezzadiagnostica
4.2Obiettividellostudio
Valutazione di sensibilità, specificità e valori predittivi dell’elettroencefalografia
(EEG) eseguita nella fase inter-ittale per la caratterizzazione elettro-clinica
dell’epilessiacaninaidiopatica.
4.3Disegnodellostudio
Ildisegnosperimentaledellostudioèditipoprospettico,incuilaraccoltadeidati
cliniciedilaboratorioèstatapianificataprimadieseguireiltestinstudioequellodi
riferimento. Il test in studio (Index test, It) è l’elettroencefalografia (EEG),mentre
quello di riferimento (Reference Standard test, RSt) è la Risonanza Magnetica
Nucleare (RMN) a basso campo (0.2 Tesla) associata all’esame del Liquido Cefalo
Rachidiano(LCR).
4.4Criteridiinclusioneedesclusione
Icriteridiinclusionenellostudiosonosovrapponibiliaquellipropostinelprimolivello
diconfidenzadiagnostica (Tier I)per l’epilessia idiopaticadefinitinelle lineeguida
“International Veterinary Task Force Consensus Proposal: diagnostic approach to
epilepsyindog”(DeRisio,2015)adesclusionedeisoggettiinfasepost-ittale(nelle
48oresuccessiveallacrisi)el’estensionedeilimitidietàai14anni.Inparticolare,ai
fini del presente studio sono stati considerati arruolabili soggetti di tutte le razze
appartenentiallaspeciecanislupusfamiliarisdietàcompresafrai6mesiei14anni,
80
senzadistinzionedi sesso, aventimanifestatodueopiù crisi epiletticheparziali o
generalizzate a distanza di più di 24 ore di tempo l’una dall’altra, oppure una
condizionedistatoepiletticosottoformadicrisiconvulsivacontinuaoagrappolo.
Sono stati inclusi nello studio sia soggetti in terapia con farmaci antiepilettici sia
soggettinonintrattamento.Tuttiicaniarruolatinellostudioesottopostiaitestnon
avevano manifestato alcun sintomo neurologico nel periodo inter-ittale e non
avevanoavutoalcunacrisinelle48oreprecedentilavisitadiinclusione.
Icriteridiesclusionesonostatil’etàinferioreomaggiorerispettoall’intervallo6mesi
– 14 anni; lo statodi gravidanza; ladiagnosi pregressadimalattie cardiovascolari
clinicamenterilevantiaccertate(convisitacardiologicacompletaedecocardiografia
doppler);formeaccertatediepilessiareattivalegataaproblemidismetaboliciextra
cranici (ipoglicemia, iperammoniemia, iperazotemia, alterazioni elettrolitiche) e
patologieendocrine.
4.5Animali
Sonostatiinseritinellostudio152canidivarierazze,dicui43femminee109maschi,
selezionati con procedura di inclusione seriale fra quelli riferiti per consulto o
approfondimentodiagnosticopressolaClinicaVeterinariaNeurovetdiLegnano(MI)
daottobre2013amarzo2015,percrisiepilettichericorrenti.Tuttiicaniconsiderati
eranodiproprietàedogniproprietariohafornitoilproprioconsensoall’esecuzione
delle indagini cliniche dopo essere stato informato sul percorso diagnostico da
effettuareeirelativicostidasostenere.
Suognisoggettosonostatieseguitil’esameobiettivogenerale,lavisitaneurologica
esamiematologicicompletidicontacellulareeformulaleucocitaria,esamiemato-
biochimiciedelleurine,edesameradiologicodeltoraceedell’addome.Iparametri
biochimici comprendevano: sodio, potassio, cloro, calcio, fosfato, alanina
aminotransferasi (ALT), fosfatasi alcalina (ALP), bilirubina totale, urea, creatinina,
81
proteine totali, albumina, glucosio, colesterolo, trigliceridi, acidi biliari a digiuno,
creatininachinasi (CK)e lattato.L’esamedelleurinecomprendeva:pesospecifico,
proteine,glucosio,pH,analisidelsedimentoecitologia.Inalcunicasiperescludere
il sospetto di alcune patologie correlate a forme di epilessia reattiva sono stati
valutatiilivellisiericidi:acidibiliariadigiunoepost-prandiali,ammoniemiaadigiuno
perl’encefalopatiaepatica;T4totale(TT4),T4libero(fT4)eTSHincasodipatologia
tiroidea;edilivellisiericidifruttosamineincasodiinsulinoma.
4.6Metodideitest
Suisoggettireclutatiperstudiosonostatieffettuaticonlastessasequenzaiseguenti
esami:elettroencefalografia(EEG),risonanzamagneticanucleare(RMNoMRI)del
neurocranioedesamedel liquidocefalorachidiano(LCR).Ognitipoditestèstato
eseguitodaoperatoridistinti,ognunodeiqualinoneraa conoscenzadei risultati
clinici degli altri esami. La refertazione di ogni tipo di test è stata fatta
indipendentementeedinmodalità“blinded”.
Perl’esameEEGèstatoutilizzatoilsistemaintegratoperelettromiografia,potenziali
evocati ed elettroencefalografia a 32 canali Brainquick Micromed, con software
SystemPlusEvolutiondedicatoall’acquisizione,all’elaborazioneeallarefertazione
dei tracciati. Per le registrazioni sono stati utilizzati aghielettrodo subdermali
monousoSpesMedicaditipomonopolareintitaniodeldiametrodi0,4mmx13mm
dilunghezza,concavolungo100cm.
LaRMNèstataeffettuataconattrezzaturaEsaoteSistemaVet-MRGRANDE0.2Tesla
utilizzando per gli studi le sequenze T1W, T2W, Flair e T1W post contrasto
paramagneticoconspessoredellesezionidi3mm,comeèancheindicatonellelinee
guida “International Veterinary Epilepsy Task Force recommendations for a
veterinaryepilepsy-specificMRIprotocol”(Rusbridge,2015).
82
L’esamedelLiquidoCefaloRachidiano(LCR)èstatoeseguitovalutandoinizialmente
colore,aspettoepressione liquoralediuscita.Successivamenteèstatavalutata la
presenzadiproteine(protidorrachia),diglucosio(glicorrachia)el’esamecitometrico
con conta cellulare totale e differenziaziale. In casi di sospetta infezione è stata
eseguitalacolorazionediGramesuccessivacolturabatterica.
L’esame elettroencefalografico (EEG) è stato eseguito con la tecnica descritta da
PellegrinoeSica (Pellegrino,2004). Inparticolare ilposizionamentodeglielettrodi
registranti è statomodificato variando bilateralmente la profondità dell’elettrodo
temporaleinserendolonelsottocuteenoninprossimitàdellascatolacranica,alfine
diuniformarelaconduttanzadituttigliaghielettrodo.
Le registrazioni EEG sono state effettuate con i cani in anestesia generale per
infusionecontinuadiPropofolsomministratoperviaendovenosa(TotalIntraVenous
Anaesthesia,(TIVA)dopoesserestatisedaticondexmedetomidinaallaposologiadi
1μg/kgperviaintramuscolare.Laprofonditàdelpianoanestesiologicoèstatatale
damantenerel’assenzadelriflessodideglutizioneassociatoallapresenzadelriflesso
palpebrale,inoltreèstatamantenutal’intubazioneoro-trachealeperpermettereuna
somministrazione controllata di ossigeno. Al momento di effettuare la risonanza
magneticael’esamedelliquorl’anestesiaperviaendovenosaèstatasostituitada
quellagassosautilizzanteIsofluorano.
L’effettivaacquisizioneeregistrazionedelletracceEEGèdurataalmeno20minuti
per ogni cane e ogni tracciato è stato esaminato visivamente durante e dopo la
procedura da un operatore qualificato. Da ogni tracciato EEG, mediante Visual
Pattern Analysis, sono state successivamente selezionate ed estratte 120 epoche
della durata di 5 secondi ognuna, tutte prive di artefatti di origine ambientale o
muscolare,adeccezionediquellidioriginecardiaca,peruntotaledi10minutidi
tracciato privi di tutte le interferenze che ne avrebbero potuto alterare
l’interpretazione.
83
Diogniepocasonostateannotatel’eventualepresenzadiattivitàparossisticainter-
ittale,lapresenzadifrequenzelentefocaliel’alterazionedelritmodifondo.Come
attività parossistica inter-ittale sono stati considerati nella stessa categoria tutti i
grafoelementi aventi lo stesso significato fisiopatologico: punte singole, treni di
punte, complessi punta-onda acuta, complessi onda acuta-onde lente e attività
elettro-decrementale(lowvoltagefastactivity).Perl’attivitàcerebraledifondoeper
l’attivitàlentafocalesonostaticonsideratisiailtipodifrequenzacheilritmo.Diogni
grafoelemento,parossisticoomeno, sono stati registrati ampiezzadelpotenziale,
localizzazione anatomica (rispetto agli elettrodi), sincronia e simmetria iter-
emisfericaedintra-emisfericadelleonde.
Isuddettigrafoelementisonostaticlassificatimedianteispezionevisivadelletracce
usandosiaunmontaggiomonopolarereferenzialesiaunobipolarelongitudinale,con
amplificazionevisivadeipotenzialivariabileasecondadelledimensionidelcranio.
Perisoggettidipiccolatagliaèstataimpiegataun’amplificazionedi70µV/cm,peri
soggettidimediatagliadi50µV/cmmentreperquellidigrossatagliadi30µV/cm.
Il calcolo di controllo sulle frequenze di fondo dominanti e focali lente è stato
eseguito in modo semiautomatico utilizzando il modulo software integrato
Micromed System Plus Evolution per l’analisi di Fourier in tempo reale (FFT) sui
tracciatiEEG.
Aifinistatistico-descrittividiognitipodialterazioneEEGèstataconsideratasolola
suapresenzaomenoall’internodiunadeterminataepoca,eperogni tracciatoè
statoindicatoilnumerodiepocheappartenentialleduecategorieconsiderate:cioè
quelladellealterazioniparossisticheequelladellealterazionidelritmodifondo.Va
sottolineato che le alterazioni EEG dei due tipi sono state conteggiate
indipendentemente, quindi la stessa epoca che conteneva entrambi i tipi di
alterazionepotevaessereassegnataadentrambiigruppi.Infinetuttiidatisonostati
riassuntiinformatotabellareeanalizzaticonfinalitàcliniche.
84
PerentrambiisuddettigruppidialterazioniEEGilcut-offdellasignificativitàclinica
relativaallealterazionielettroencefalografichericercatequali,l’attivitàparossistica
inter-ittale (focale, multifocale o diffusa) e la presenza, associata o meno alla
precedente,dell’alterazionedelritmodifondo,conlacomparsadifrequenzedelle
bandeDeltaeThetadiampiezzasignificativa,èstatafissataarbitrariamenteal5%
delleepocheEEGanalizzate.
Sullabasedelleindicazionipresentinellelineeguida“InternationalVeterinaryTask
ForceConsensusProposal:diagnosticapproachtoepilepsyindog”(DeRisio,2015),
cioèfacendoriferimentosuirisultaticombinatideirisultatidegliesamiNeurologico,
MRIeLCR,icanisonostatidivisiinduegruppi:quellodeisoggettirisultatipositivial
testReferenceStandardperl’epilessiaidiopaticaequellodeisoggettinegativiallo
stessotest.Quindi,nelprimogrupposonostati inseriti icanirisultatiesentisiada
evidentialterazioniMRIriferibiliapatologiecerebralisiadaalterazioniinfiammatorie
evidenti all’esamedel LCR.Nel secondogruppo sono stati inseriti i cani esentida
epilessia idiopatica, cioè quelli che avevano evidenti alterazioni MRI riferibili a
patologie cerebrali o alterazioni infiammatorie del liquor oppure entrambe
contemporaneamente.
Successivamente ognuno dei due gruppi è stato suddiviso ulteriormente in due
sottogruppisullabasedegliesitidell’EEG:delprimodiognunodeiduesottogruppi
facevanoparteisoggetticheeranorisultatipositiviall’indextest(EEG)perl’epilessia
idiopatica, mentre nel secondo erano inseriti quelli che risultavano negativi allo
stesso index test (EEG). Gli elementi semeiologici che differenziavano le due
categorieEEG+eEEG-perl’epilessiaidiopaticaeranorispettivamentenelprimocaso
la presenza di attività parossistica inter-ittale focale o diffusa in più del 5% delle
epocheassociataadassenzadialterazionidelritmodifondo,enelsecondocasola
presenzadialterazionifocalinonparossisticheogeneralizzatedelritmodifondoin
più del 5% delle epoche, indipendente dalla presenza di concomitante attività
85
parossisticainterittalefocaleodiffusa,oinsubordinelamancanzadiqualsiasiforma
dialterazioneEEG.
4.7Risultati
Figura29.Schemadiflussoindicanteilnumerodeisoggettiappartenentiaivarigruppieilpercorsodiagnosticoseguitodaognuno.
Comerisultaindicatodaldiagrammadiflusso(Fig.29)edallatabella2x2(Tab.1)in
cuisonostatiinseritiirisultatidei152soggettiinclusinellostudio,42eranopositivi
al test Reference Standard, cioè erano soggetti che pur avendomanifestato crisi
epilettichericorrentinonmostravanoalterazioniencefalichestrutturalievidenziabili
86
allaRMNononavevanoalterazionidelLCR,mentreirestanti110eranonegativi,cioè
mostravanolesuddettealterazioni.
Fra i soggettipositivialReferenceStandardtestquellipositiviancheall’Indextest
(42),cioèquelliconpresenzadiattivitàparossisticaeassenzadiattivitàlentadifondo
erano 37, mentre quelli negativi anche all’Index test, cioè i soggetti che non
manifestavanoné alterazioni strutturali né elettroencefalograficheparossistiche e
delritmodifondo,erano5.FraquellinegativialReferenceStandardtest(110),103
eranoanchenegativiall’Indextest,cioèeranosoggetticheavevanosiaalterazioni
strutturali encefaliche sia alterazioni elettroencefalografiche del ritmo di fondo
associateomenoancheadattivitàparossistica,mentre7eranopositiviall’indextest,
cioè oltre alle alterazioni strutturali avevano anche alterazioni
elettroencefalograficheconpresenzadiattivitàparossistica.
ReferenceStandard+ ReferenceStandard- Tot
EEG+ 37 7 44
EEG- 5 103 108
Tot 42 110 152
Tabella1.IlReferenceStandardtest(RS)perl'epilessiaidiopaticanelcaneèstatoconsideratopositivo(+)quandosonorisultatinegativi(-)sialaRisonanzaMagneticaNucleare(RMN)sial'esamedelLiquidoCefaloRachidiano(LCR).TuttelealtrepossibilicombinazionideirisultatidelRStsonostateconsideratenegative(-)perladiagnosidiepilessiaidiopaticacanina:RM+eLCR+;RM+eLCR-;RM-eLCR+.L’indextest,nellatabellaindicatoconEEG,èrisultato positivo in caso di presenza significativa di alterazioni parossistiche inter-ittali, mentre è statoconsideratonegativoperlapresenzadialterazionidelritmodifondooperrallentamentifocalidellefrequenzedominantistatisticamenterilevanti,oancheincasodiassenzadialterazioni.
87
4.8Stimediaccuratezzadiagnostica
Sulla base dei risultati ottenuti, al fine di valutare l’accuratezza diagnostica
dell’elettroencefalografia eseguita nella fase inter-ittale utile nella diagnosi di
epilessia idiopaticacanina,sonostaticalcolatigli indicipredittivideisegnipositivo
(IPP)enegativo(IPN),unitamenteallesensibilità(SB)especificità(SP)diagnostiche
perl’Indextestinquestione(EEG).
L’indicepredittivodelsegnopositivoindica laprobabilitàcheunsoggettopositivo
all’Indextest(EEG+)siaveramenteaffettodaepilessiaidiopatica,mentrequellodel
segno negativo indica la probabilità che un soggetto con negatività all’Index test
(EEG-)siaveramenteesentedallamalattia.Lasensibilitàesprimelaprobabilitàche
unsoggettoaffettodall’epilessiaidiopaticapresentipositivitàall’Indextest(EEGcon
presenzadiattivitàparossisticaeassenzadiattivitàlenta),mentrelaspecificitàindica
laprobabilitàcheunsoggettononaffettodaepilessiaidiopaticapresentinegatività
all’Indextest(EEGconpresenzadiattivitàlentaoassenzadirilievi).
Ilcalcolodeisuddettiindiciperl’epilessiaidiopaticahafornitoiseguentivalori:
• IndicepredittivodelsegnoPositivo(IPP):𝟑𝟕𝟒𝟒= 𝟎, 𝟖𝟒
• IndicePredittivodelsegnoNegativo(IPN):𝟏𝟎𝟑𝟏𝟎𝟖
= 𝟎, 𝟗𝟓
• Sensibilità(SB):𝟑𝟕𝟒𝟐= 𝟎, 𝟖𝟖
• Specificità(SP):𝟏𝟎𝟑𝟏𝟏𝟎
= 𝟎, 𝟗𝟒
88
4.9Discussione
Attualmente l’EEG nel percorso diagnostico dell’epilessia idiopatica canina è
considerato un test add-on o di terzo livello, cioè da eseguire sempre
successivamente all’impiego della RMN e dell’esame LCR, così come indicato in
“International Veterinary Task Force Consensus Proposal: diagnostic approach to
epilepsyindog”(DeRisio,2015).Taleposizionamentodeltestrisiede,secondogli
autoridellesuddettelineeguida,nellamancanzadilavoristandardizzatiesignificativi
sull’argomento,oltrechenellascarsitàdirisorsediagnostichedisponibilinellapratica
clinica, e comunque auspicano un aumento delle ricerche in questo campo
consideratodigrandeinteresseperlaNeurologiaVeterinaria.
Questo lavoro si inserisce timidamente in questo contesto tentando di colmare
alcunelacunesull’argomentoedinparticolarequellesullafattibilitàdeltestesulla
suaaccuratezzadiagnostica.Infatti,nonostantesiaunlavoropreliminareeconun
bassonumerodisoggettiutilizzati,ilprotocollodiagnosticoEEGimpiegatoèrisultato
fattibileclinicamente,ripetibiletecnicamente,edicostomodestorispettoaglialtri
test considerati, e inoltre, dall’analisi dei risultati emergono alcune importanti
informazioniutiliall’implementazionedeltestinstudionellapraticaclinicacorrente.
Dall’analisi degli indici di accuratezza diagnostica dell’esame EEG inter-ittale nella
diagnosidiEpilessiaIdiopaticaCaninaemergonolagrandesensibilitàconlacapacità
didiagnosticarel’88%deiverisoggettiammalati,eilsignificativovaloredell’indice
predittivodelsegnonegativo,ilqualeindicacheil95%deisoggettichepresentano
negativitàaltestsonoeffettivamenteesentidamalattia.
Inoltre, esaminando questi valori da una prospettiva diversa, si potrebbe dire
“capovolta” risulta che da un punto di vista diagnostico sarebbe ancora più
interessanteutilizzateiltestEEGnelladiagnosidiepilessiacaninasintomatica.Infatti,
perquestacondizionepatologica lasensibilitàdel testaumenterebbe,diventando
addirittura0,94,conunindicepredittivodelsegnonegativosempreparia0,95.
89
Talirisultatipotrebbero,seinfuturoconfortatidaulterioriepiùapprofonditistudi
sull’argomento,portareaposizionarel’Elelettroencefalografiacometestdautilizzare
al secondo livellodi confidenzanelladiagnosidell’epilessia idiopatica canina, cioè
prima della diagnostica per immagini avanzata. Tale condizione, cioè l’utilizzo
dell’EEG come test di screening, potrebbe avere un senso compiuto e ancora più
interessante se nel procedimento decisionale diagnostico dell’epilessia canina
dovesseroesserepresiinconsiderazioneancheelementiditipoeconomicoesociale.
Per concludere, dai risultati di questo studio emerge la grande potenzialità
dell’elettroencefalografia come strumento diagnostico nelle epilessie canine e si
speracheinfuturopossaessereestesaadaltrepatologieeimplementataanchein
altrespecieanimali.
90
BIBLIOGRAFIAAdamiak Z, Jaskolska M, Matyjasik H, Pomianowski A, Kwiatkowska M.Magneticresonanceimagingofselectedlimbjointsindogs.PolishJournalofVeterinarySciences.2011;14(3):501-5.AdrianE.D.,MatthewB.H.C.;TheBergerRhythm:PotentialChangesfromtheOccipitalLobeofMan,Brain57,1934a,pp-355-84.AdrianED,MatthewsBHC.;Theinterpretationofpotentialwavesinthecortex.JPhysiol(Lond)1934b;81:440-71.AgugginiG.,BeghelliV.,GiulioL.;CAP4:“Ilsistemanervoso”inFisiologiadeglianimalidomestici.Conelementidietologia,1994,pp.98-155.Ajmone-MarsanC.;Electrographicaspectsof‛epileptic'neuronalaggregates,in‟Epilepsia",1961,II,pp.22-38.AmanteaG.;Rapportofraeccitamentiafferentiedepilessiasperimentale,in‟Bollettinodell'AccademiaMedica",1920,VIII,pp.46-121.Armocida G., Bicheno E., Fox B., Musitelli S.; 1993, Storia della medicina,Enciclopediatematica,EditoreJacabook,ISBN88-16-43912-2,pp.123-127.BadawayR.A.B, FreestoneD.R., LaiA.,CookM. J.; Epilepsy:ever-changingstatesofcorticalexcitability,Neuroscience2012,VOL.222,pp.89–99.BrinkmannH.B.,PattersonE.E.,ViteV.,VasoliV.M.,CrepeauD.,SteadM.,HowbertJ.J.,CherkasskyV.,WagenaarJ.B.,LittB.,WorrellG.A;ForecastingSeizures Using Intracranial EEG Measures and SVM in Naturally OccurringCanine Epilepsy, PLOS ONE, 2015, 11(5): e0156476. doi:10.1371/journal.pone.0156476.Bentivoglio M., Mazzarello P.; Cap 44. “History of neurology in Italy” in:Handbookofclinicalneurology.Historyofneurology,Finger,Boller,Tyler,3thed.,2010,pp719-736.
91
BerendtM, HogenhavenH, Flagstad A, DamM; Electroencephalography indogs with epilepsy: similarities between human and canine findings, ActaNeurolScand,1999,Vol99,pp.276-283.Berendt M., Gredala H., Alvingb J.; Characteristics and phenomenology ofepilepticpartial seizures indogs: similaritieswithhumanseizuresemiology,EpilepsyResearch61,2004,pp.167–173.BerendtM.,GulløvC.H.,FredholmM.,FocalepilepsyintheBelgianshepherd:evidenceforsimpleMendelianinheritance,JournalofSmallAnimalPractice,2009,Vol.50,pp.655–661.BerendtM.,FarquharR.G.,MandigersP.J.J.,PakozdyA.,BhattiS.F.M.,DeRisioL.,FischerA.,LongS.,MatiasekK.,MuñanaK.,PattersonE.E.,PenderisJ.,PlattS.,PodellM.,PotschkaH.,PumarolaM.B.,RusbridgeC.,SteinV.M.,TipoldA.,VolkH.A.; International veterinaryepilepsy task force consensusreport on epilepsy definition, classification and terminology in companionanimals,BMCVeterinaryResearch,2015,11:182,DOI:10.1186/s12917-015-0461-2.BergA.T.;Cap1:“DefinitionsandClassificationsofEpilepsies:Overview”.In:Atlas of epilepsies, Benbadis S.R., Beran R.G., Berg A.T., Engel Jr., J.,Galanopoulou A.S., Kaplan P.W., KoutroumanidisM.,Moshe S.L., Nordli Jr.D.R.,SerratosaJ.M.,SisodiyaS.M.,TatumW.O.,ValetaT.,WilnerA.Editors:Editor-in-chief:Panayiotopoulos,C.P.,2010a,pp.3-4.BergA.T,BerkovicS.F.,BrodieM.J.,BuchhalterJ.,CrossJ.H.,VanEmdeBoasW.,EngelJ.,FrenchJ.,GlauserT.A.,MathernG.W.,MoshéS.L.,NordliD.,PlouinP.,SchefferI.E.;Revisedterminologyandconceptsfororganizationofseizuresandepilepsies:ReportoftheILAECommissiononClassificationandTerminology,2005-2009.2010b,Epilepsia51,676–685.Bergamasco L., Accantino A., Jaggy A.; Methodical approach to digitalelectroencephalographyanditsuseinveterinarymedicine,Veterinaria,1999,Vol13(5),pp.7-22.
92
BergamscoL.,AccantinoA.,PrianoL.,Neiger-AeschbacherG.,CizinauskasS.,Jaggy A; Quantitative electroencephalographic findings in beaglesanaesthetizedwithpropofol,TheVeterinaryJournal,2003,Vol166,pp.58–66.Berger H.; Uber das elektrenkephalogramm desmenschen. Arch. PsychiatrNervenkr1929;87:527-70.BjorkC.A.;Circulostaticcerebralhypoxicepilepsy(clinicaentityoridiopathicepilepsy?),Vet.Med.SmallAnima.Clin.,1970,vol65(1),pp.33-37.Blume-ChaireW.T.,LudersH.O.,MizrahiE.,TassinariC.,vanEmdeBiasW.,EngelJ.Jr.,Ex-officio;GlossaryofDescriptiveTerminologyforictalsemiology:Report of the ILAE Task Force on Classification and Terminology, Epilepsia,2001,42(9):1212-1218.Brauer C., JambroszykM., Tipold A.;Metabolic and toxic causes of canineseizuredisorders:Aretrospectivestudyof96cases,TheVeterinaryJournal,2011a,vol167,pp.272–275.Brauer, C. et al. Electroencephalographic recordings in dogs suffering fromidiopathicandsymptomaticepilepsy:DiagnosticvalueofinterictalshorttimeEEG protocols supplemented by two activation techniques, 2011b, TheVeterinaryJournal,pp.1-8.Canese R, Podo F.; Introduzione alla risonanza magnetica ad uso clinico.Principifisiciestrumentazione.Ann.Ist.Super.Sanità.1994;30(1):7-29.Carpi F., De Rossi D.; CAP 17: “Potenziali elettroencefalografici e potenzialievocati” In “Fenomeni Bioelettrici”, 2007,http://www.centropiaggio.unipi.it/sites/ default/files/course/material/11.Potenziali%20evocati%20e%20EEG.pdf.CatonR.,TheElectricCurrentsofthebrain,BritishMedicalJournal,2,1875,p.278.CauduroA.,DondiM.,FavoleP.,OpreniM.,LorenzoV.;ArtefactsduringEEGrecording,2017.
93
ChrismanCL.; Problems in SmallAnimalNeurology, 1991,No. ed. 2, ISBN :0812113497.Clementi A.; Stricnizzazione della sfera corticale visiva ed epilessiasperimentaleda stimoli luminosi e acustici, in ‟Archiviodi fisiologia", 1929,XXVII,pp.356-414.Collura T. F; History and Evolution of Electroencephalographic InstrumentsandTechniques,JournalofClinicalNeurophysiology,1993,10(4):476-504.CompstonA.;TheBergerrhythm:potentialchangesfromtheoccipitallobesinman,Brain.2010Jan;133(Pt1):3-6.DeDeynPP,MarescauB,MacDonaldRL.;EpilepsyandtheGABA-hypotesisabruiefreviewandsomeexamples.ActaNeurologicalBelgica,1990,90(2):65-81.DeRisioL.,BhattiS.,MuñanaK.,Penderis J., SteinV.,TipoldA.,BerendtB.,FarqhuarR.,FischerA.,LongS.,MandigersP.J.J.,MatiasekK.,PackerK.M.A.,PakozdyA.,PattersonN.,PlattS.,PodellM.,PotschkaH.,BatlleM.,RusbridgeC.,VolkH.A;Internationalveterinaryepilepsytaskforceconsensusproposal:diagnostic approach to epilepsy in dogs, BMC Veterinary Research, 2015,11:148,DOI:10.1186/s12917-015-0462-1.DeRisioL.;Cap1:“PathophysiologyofSeizureActivity”.In:DeRisioL.,PlattSRCanineandfelineepilepsy:diagnosisandmanagement,2014a,pp1-27.DeRisioL.;Cap3:“ClassificationofSeizuresandEpilepsies”In:DeRisioL.,PlattSR,Canineandfelineepilepsy:diagnosisandmanagement,2014b,pp39-53.Easton M. D., The seat of abstintic epilepsy, Read at the meeting of theAmericanNeurologicalAssociation,NewYork,1892,Vol.22,pp.1-23.ElsbergC.A.,StookeyB.P.;Studiesonepilepsy,I.Convulsionsexperimentallyproduced in animals comparedwith convulsive states inmanapreliminaryreport,Archneurpsych.,1923,9(5),pp.613-626.
94
EngelJ.Jr.;ReportoftheILAEclassificationcoregroup,2006,Epilepsia,DOI:10.1111/j.1528-1167.2006.00215.x.FischB.J.;FischandSpehlmann'sEEGPrimerBasicPrinciplesofDigitalandAnalogEEG,3°Ed.,1999,EditoreElsevierHealthSciences.Fischer,J.;Electronmicroscopicchangesintheperikaryaandintheprocessesof ganglion cells in the cobalt gelatine epileptogenic focus, in ‟Physiologiabohemoslovenica",1969,XVIII,pp.387-394.FisherR.S,vanEmdeBoasW.,BlumeW.,ElgerC.,GentonP.,LeeP.,EngelJ.Jr; Epileptic Seizures and Epilepsy:Definition Proposedby the InternationalLeagueAgaistEpilepsy(ILAE)andtheInternationalBureauforEpilepsy(IBE),Epilepsia,2005,46(4):470-472.FoxM.W.,StoneA.B.J.;AnElectroencephalographicStudyofEpilepsyintheDog,SmallAnim.Pract.1967,Vol.8,pp.703-708.Gavin PR. Growth of clinical veterinary magnetic resonance imaging.Veterinaryradiology&Ultrasound.2011;52(1):S2-S4.Gibbs, F. A.; Gibbs, E. L. Oxford, England: F. A. Gibbs; Atlas ofelectroencephalography, Boston City Hospital Atlas ofelectroencephalography,1941,p.221.GloorP.,FarielloR.G.;Generalizedepilepsy:someofitscellularmechanismsdifferfromthoseoffocalepilepsy,TrendsNeurosci.1988Feb;11(2):63-8.Gozzano M., Ricerche sui fenomeni elettrici della corteccia cerebrale. RivNeurol,1935;8:221-261.Hauptmann, A., Luminal bei Epilepsie, in ‟Münchner medizinischeWochenschrift",1912,LIX,pp.1907-1909.Holliday T.A., Williams D.C.; Clinical Electroencephalography in Dogs.VeterinaryNeurologyandNeurosurgeryJournal,Vol1(1),1999,pp.1-38.
95
Holliday T. A., Williams C., Clinical electroencephalography in dogs, 2006,http://www.neurovet.org/HollidayandWilliamsEEG/HollidayandWilliamsEEG.htm.HülsmeyerV-I.,FischerA.,MandigersP.J.J.,DeRisioL.,BerendtM.,RusbridgeC.,Bhatti S. F. M., Pakozdy A., Patterson E. E., Platt S., Packer S. M. A.,VolkInternationalH.A;VeterinaryEpilepsyTaskForce’scurrentunderstandingofidiopathicepilepsyofgeneticorsuspectedgeneticorigininpurebreddogs,BMCVetRes.2015;11:175.HülsmeyerV.,ZimmermannR,BrauerC,Sauter-LouisC,FischerA.;Epilepsyinbordercollies:clinicalmanifestation,outcomeandmodeofinheritance.VetInternMed.2010,24(1):171-8.Iannaccone S.; Cap I: “Etimo e dintorni” In: La luna, il sangue, l'incenso.Intervista sull'epilessia tra scienza e mito. A cura di claudio d'aquino,IannacconeS.,AlfredoGuidaEditore,2000a,pp.12-17.IannacconeS.;CapIV:“IRomani”;In:Laluna,ilsangue,l'incenso.Intervistasull'epilessia tra scienza emito. A cura di claudio d'aquino, Iannaccone S.,AlfredoGuidaEditore,2000b,pp90-106.Jackson, J. H., A study of convulsion, in ‟Transaction of the St. AndrewsMedicalGraduatesAssociation",1870,III,pp.1-45reprint:SelectedwritingsofJ.H.Jackson,acuradiJ.Taylor,London1931,pp.8-36.James F.; “lntroduction to Electroencephalography” In:DeRisio L., Platt SRCanineandfelineepilepsy:diagnosisandmanagement,2014,pp.325-346.Jasper H. H, BasicMechanisms of the Epilepsies, a cura diMassimo Avoli,Montreal Neurological Institute and Departments of Neurology &NeurosurgeryandofPhysiology,McGillUniversity,2012,Montréal,H3A2B4Québec,Canada.JasperH., The ten twentyelectrodesystemof the international federation,ElectroencephalographyandClinicalNeurophysiology,1958,Vol.10,pp.371-375.
96
KampA.,PfurtschellerG.,EdilingerG.,LopesdaSilvaF.;“TechnologicalBasisofEEGRecording”inDeRisioL.,PlattSRCanineandfelineepilepsy:diagnosisandmanagement,2014,pp.127-138.Kaplan P. W, Tatum W. O.; Cap 4: “Seizures” In: “Handbook of EEGinterpretation”,WilliamO.Tatum,IVed.,2008,ISBN-13:978-1-933864-11-2(pbk.:alk.paper),pp.97-120.KisA.,SzakadátS.,KovácsE.,GácsiM.,SimorP.,GombosF.,TopálJ.,MiklósiA.,BódizsR.;Developmentofanon-invasivepolysomnographytechniquefordogs(Canisfamiliaris),PhysiolBehav.,2014,Vol10(130),pp.149-56.Klem;C. “Artifacts”. In:CurrentPracticeofClinicalElectroencephalography,Ebersole,J.S.andPeclley,T.A.(eds),3rdedn.LippincottWilliarns&Wilkins,Philadelphia,Pennsylvania,2003,pp.271-281.KlemmW. H., C. L. Hall; Electroencephalographic Pattern Abnormalities inDogswithNeurologicDisorders,Am.J.Ve+.Res.,1972,Voi.33,No.10,pp.2011-25.KlemmW.H.; Attempts to StandardizeVeterinary ElectroencephalographicTechniques;Am.J.Vet.Res.,1968,Vol.29,No.9,pp.1895-1900.KlemmW.R, At tempts to StandardizeVeterinary ElectroencephalographicTechniques,Am.J.Vet.Res.,1968,Vol.29(9),pp.1895-1900.LaneS.L.,BunchS.E.;MedicalManagementofRecurrentSeizuresinDogsandCats,Lane,JournalofVeterinaryInternalMedicine,1990,Vol4(1),pp.26–39.Lehnertz K., Andrzejak R. G., Arnhold J., Kreuz T., Mormann F., Rieke C.,WidmanG.,ElgerC.E.;NonlinearEEGAnalysisinEpilepsy:ItsPossibleUseforInterictal Focus Localization, Seizure Anticipation, and Prevention, 2001,JournalofClinicalNeurophysiology18(3):209–222.
97
LiptonS.A.,RosenburgP.;Excitatoryaminoacidsasafinalcommonpathwayforneurologicdosorders.NewEnglandJournalofMedicine,1994,Vol.330,pp.613-622.Magliano. G. B., Palmirani. R.; L’epilessia nella storia. Ritratti di famosiepilettici,AlessandriniBiondiEditotre,Milano,1994.MarchP.M.;Seizure:Classification,etiologiesandpathophysiology,ClinicaltechniquesinSmallanimalpractice,Vol13,No3(August)1998:pp119-131.Mariani C. L.; Terminology and Classification of Seizures and Epilepsy inVeterinaryPatients,2013,Vol.28(2),pp.34–41.MurphySE,BallegeerEA,ForrestLJ,SchaeferSL.MagneticResonanceImagingFindingsinDogswithConfirmedShoulderPathology.VeterinarySurgery.2008Oct;37(7):631-8.Musgrave J., Gloor P.; The Role of the Corpus Callosum in BilateralInterhemispheric Synchrony of Spike and Wave Discharge in FelineGeneralizedPenicillinEpilepsy,Epilepsia.1980Aug,21(4):369-78.NiedermeyerE.;CAP8:“TheEEGSignal:PolarityandFieldDetermination”In“Electroencephalography”Niedermeyer,Ernst;daSilva,FernandoLopes,5thEd.,2005a,pp.161-166.Niedermeyer E., CAP 9: “The Normal EEG of the Waking Adult” In“Electroencephalography”Niedermeyer,Ernst;daSilva,FernandoLopes,5thEd.,2005b,pp.167-192.Niedermeyer E., Cap 27 “Epileptic Seizure Disorders”. In“Electroencephalography”Niedermeyer,Ernst;daSilva,FernandoLopes,5thEd.,2005c,pp.505-619.Nieuwenhuys R; Cap 3: “Anatomia macroscopica”. In “Il sistema nervosocentrale”NieuwenhuysR.,VoogdJ.,VanHuijzenC.,2°ed. italianaacuradiPapaM.,Springer2008a,pp.67-94.
98
Nieuwenhuys R ; Cap 15: “Telencefalo: neocortex” in “Il sistema nervosocentrale”NieuwenhuysR.,VoogdJ.,VanHuijzenC.,2°ed. italianaacuradiPapaM.,Springer2008b,pp.491-498.Noachtar S., Binnie C., Ebersole J. S., Mauguire F., Sakamoto A. andWestmoreland B.; A glossary of terms most commonly used by clinicalelectroencephalographers and proposal for the report form for the EEGfindings. The international Federation of Clinical Neurophysiology.ElectroencephalographyandclinicalNeurophysiologySupplement,1999,52,pp.21-41.Nunez I.M. B.; Cap3: “Electroencephalography” In: EEG artifact detection,DepartmentofCyberneticsCzechTechnicalUniversityinPrague,2010,pp.5-10.PassarielloR.;Elementiintecnologiainradiologiaediagnosticaperimmagini.1990,Primaedizione.Pellegrino F. C., Sica R. E.; Canine electroencephalographic recordingtechnique: findings in normal and epileptic dogs, 2004, Clin Neurophysiol,115(2):477-87.PetscheH.,Stumpf,Ch.,Gogolak,G.;Thesignificanceoftherabbit'sseptumasarelaystationbetweenthemidbrainandthehippocampus. I.Controlofhippocampusarousalactivitybyseptumcells,in‟Electroencephalographyandclinicalneurophysiology",1962,XIV,pp.202-211.Pike F. H., Elsberg C. A.; Studies on epilepsy, II. The occurrence of Clonicconvulsive seizure in animals deprived of cerebral motor cortex, AmericanJournalofPhysiology,1925,Vol72,pp.337-342.Platt.SR;PathophysiologyofSeizureActivity. InDeRisioL.,PlattSRCanineandFelineEpilepsy:diagnosisandmanagement.CABI,London(UK),2014,pp1-27.PodellM.;“Seizures”,InPlattS.andOlbyN.(eds)BSAVAManualofcanineandFelineNeurology,4thEdition.BSAVA,2013,pp117-136.
99
Potschka H., Fischer A., Ruden E.-L. von, Hulsmeyer V., Baumgartner W.;Canineepilepsyasatranslationalmodel?,Epilepsia,2013,54(4),pp.571–579.PozziMucelliR,DelMaschioA,CarrieroA,ColagrandeS,CovaM,MascalchiM, Panebianco V, Polonara G, Scarabino T, Vanzulli A.; Syllabus risonanzamagneticadibase,2004.Secondaedizione.Polettoeditore.Redding R.W.; Cap 5: “Electrophysiologic diagnosis” In: “VeterinaryNeurology”,OliverJ.E.,HoerleinB.F.,MayhewI.G.,1987,EdW.B.Saunders,Philadelphia,pp.111-143.ReillyL.E.; “EEGRecordingandOperationof theApparatus” InDeRisioL.,PlattSRCanineandfelineepilepsy:diagnosisandmanagement,2014,pp.139-159.Rodenbeck A.; A Review of Sleep EEG Patterns. Part I: A Compilation ofAmendedRulesforTheirVisualRecognitioninaccordingtoRechtschaffenandKalesetal.,Somologie,2006,Vol.10(4),pp.159-175.Roselli A.; “La malattia sacra” di Ippocrate, Marsilio Editore, 1996, EAN:9788831761932.Rotterdam F. L; CAP 5: “Biophysical Aspects of EEG andMagnetoencephalogram Generation”. In: “Electroencephalography”Niedermeyer,Ernst;daSilva,FernandoLopes,5thEd.,2005,pp.107-125.RusbridgeC;NeurologicaldiseasesoftheCavalierKingCharlesspaniel,JSmallAnimalPractice,2005,46(6):265-272(8).SchaeferSL,ForrestLJ.MagneticResonanceImagingoftheCanineShoulder:anAnatomicStudy.VeterinarySurgery.2006Dec;35(8):721-8.SpeckmannE.J., ElgerC. E., CAP2: “Introduction to theNeurophysiologicalBasisoftheEEGandDCPotentials”“Electroencephalography”Niedermeyer,Ernst;daSilva,FernandoLopes,5thEd.,2005,pp.18-29.
100
StafstromC.E.;Epilepsy:areviewofselectedclinicalsyndromesandadvancesinbasicscience,Journalofcerebralbloodflow&metabolism,2006,vol.26,pp.983-1004.Steriade M.; CAP 3: “Cellular Substrates of Brain Rhythms” in“Electroencephalography”Niedermeyer,Ernst;daSilva,FernandoLopes,5thEd.,2005,pp.31-83.SwansonL.W.;Cap1:“HowtheBrainWorks:StructureandFunction”inBrainArchitecture,2°ed.,OxfordUniversityPress,2012a,pp.2-8.SwansonL.W.,Cap2:“TheSimplestNervousSystems:Neurons,NerveNets,andBehavior” inBrainArchitecture,2°ed.,OxfordUniversityPress,2012b,pp.9-28.TatumW. O.; Cap 1: “Normal EEG”. In:“Handbook of EEG interpretation”,William O. Tatum, IV ed., 2008a, ISBN-13: 978-1-933864-11-2 (pbk. : alk.paper),pp.1-50.TatumW.O,BenbadisS.R;Cap3:“EpileptiformAbnormalities”In:“Handbookof EEG interpretation”, William O. Tatum, IV ed., 2008b, ISBN-13: 978-1-933864-11-2(pbk.:alk.paper),pp71-96.Thomson C., Hahn C.; Cap 1: “Regional neuroanatomy” in VeterinaryNeuroanatomy,ThomsonC.,HahnC.,Ed.SaundersElsevier,2012,pp.1-9.TiiraK.,HakosaloO.,KareinenL.,ThomasA.,Hielm-BjörkmanA.,EscriouC.,ArnoldP.; Environmental EffectsonCompulsive Tail Chasing inDogs, 2012,PlosOne,http://dx.doi.org/10.1371/journal.pone.0041684.Trachtenberg M. C., Pollen D. A.; “Neuroglia. Biophysical properties andphysiologicfunction”in‟Science",1970,CLXVII,pp.1248-1251.VanhataloS.,VoipioJ.,KailaK.;Full-bandEEG(FbEEG):anemergingstandardinelectroencephalography,ClinicalNeurophysiology,2005,pp.1–8.
101
VolkHA.;PathophisiologyofPharmacoresistantEpilepsy,In:DeRisioL.,PlattSRCanineandfelineepilepsy:diagnosisandmanagement,2014,pp28-38.Walter W. G.; The Electro-encephalogram in Cases of Cerebral Tumour(SectionofNeurology),ProcRSocMed.1937Mar30(5):579–598.Walter W. G.; Electro-encephalography in cases of sub-cortical tumour, JNeurolNeurosurgPsychiatry.1944Jul;7(3-4):57–65.WalterW.G.;Thelocationofcerebraltumorsbyelectro-encephalography,WGreyWalter,M.A.Camb,1969,Vol9,No4,pp147-154.WetheringtonJ.,SerranoG.,DingledineR.;AstrocytesintheEpilepticBrain,Neuron.2008Apr24;58(2):168–178.doi:10.1016/j.neuron.2008.04.002.WilnerA.N.;Neuroimagingandepilepsy:stateofart,Medscape,2013,pp.1-4.Wrzosek M., Płoneka M.,Nicpońb J., Cizinauskasc S., Pakozdyd A.;Retrospective multicenter evaluation of the “fly-catching syndrome” in 24dogs: EEG, BAER, MRI, CSF findings and response to antiepileptic andantidepressanttreatment,2015,Epilepsy&Behavior,Vol.53,pp.184–189.YoungG.B.,CampbellV.C.;EEGmonitoringintheintensivecareunit:pitfallsandcaveats.JournalofClinicalNeurophysiology,1999,16,pp.40-45.