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SŪTRA DELLE OTTO REALIZZAZIONI DEI GRANDI ESSERI Con un commentario di Thich Nhat Hanh _______________ A cura di: www.liberrebil.it Torino 2011

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 SŪTRA DELLE OTTO REALIZZAZIONI 

DEI GRANDI ESSERI  

Con un commentario di Thich Nhat Hanh 

_______________

A cura di: www.liber‐rebil.it Torino  2011  

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SŪTRA

DELLE OTTO REALIZZAZIONI DEI GRANDI ESSERI

Tradotto dal cinese in vietnamita e commentato daThich Nhat Hanh

Tradotto dal vietnamita in inglese da Diem Thanh Truong e Carole Melkonian

Tradotto dall’inglese a cura di www.liber-rebil.it

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1987 © Thich Nhat Hanh (testo inglese)Plum Village, Meyrac 47120 Loubes-Bernac – Francia

Thich Nhat Hanh è un monaco buddista impegnato nelsociale. Fu presidente della delegazione buddista vietna-mita negli Accordi di Pace a Parigi e fu proposto dal dr.Martin Luther King Jr. per il premio Nobel della pace.Tra i suoi libri: Essere pace, La pace è ogni passo, Il miraco-lo della presenza mentale (e altri tradotti in italiano N.d.T.)

PRENDERSI CURA DEI LIBRI DI DHARMAI testi di Dharma contengono l’insegnamento del Buddha, hanno ilpotere di proteggere dalle rinascite inferiori e di mostrare la via perla liberazione. Quindi dovrebbero essere trattati con rispetto: nonposarli sul pavimento o dove le persone siedono o camminano e noncalpestarli. Dovrebbero essere coperti o protetti quando vengono tra-sportati, posti in un luogo alto e pulito, separati da materiali più“mondani”.Non bisognerebbe porre altri oggetti sopra i testi o i materiali diDharma. Inumidirsi le dita con la saliva per girare le pagine è consi-derata cosa negativa, che può arrecare cattivo karma. Se è necessarioeliminare del materiale di Dharma, bisognerebbe bruciarlo e non get-tarlo nell’immondizia. Quando si stia per bruciare dei testi, si recitiprima il mantra OM A HUM, poi si visualizzino le lettere di quei te-sti che si assorbono nella A, che poi si assorbe nel corpo della perso-na che compie l'azione. Poi, si brucino i testi. Queste regole valgono anche per gli oggetti artistici di Dharma cosìcome per gli scritti e le opere d’arte delle altre religioni.

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INDICE

IL SŪTRA DELLE OTTO REALIZZAZIONIDEI GRANDI ESSERI 4

COMMENTARIO AL SŪTRA 8

PRATICARE E OSSERVARE IL SŪTRA 24

POSTFAZIONE 25

VERSI PER IL TRASFERIMENTO DEI MERITI 26

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IL SŪTRA DELLE OTTO REALIZZAZIONIDEI GRANDI ESSERI

TRADOTTO DAL CINESE E COMMENTATO DA THICH NHAT HANH

Un discepolo del Buddha dovrebbe quotidianamente re-citare con grande intensità e meditare sulle otto realizza-zioni scoperte dai Mahāsattva, i Grandi Esseri.

LA PRIMA REALIZZAZIONE è la consapevolezza che ilmondo è impermanente. Tutti i regimi politici sono sog-getti a decadenza; tutte le cose composte dai quattro ele-menti1 sono vuote e contengono il seme della sofferenza.Tutti gli esseri umani sono costituiti dai cinque skandha,gli aggregati 2, e non c’è alcun “io” indipendente. Essisono in perenne cambiamento – continuamente nasconoe continuamente muoiono. Sono vuoti di un sé, senzauna sovranità che li domini. La mente è la sorgente diogni confusione e il corpo è la foresta di tutte le azioniimpure (cioè negative). Se meditiamo su queste cose, pos-siamo gradualmente liberarci dal Sam sāra, la ruota di na-scita e morte.

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1 Terra, aria, acqua, fuoco2 Forma, sensazione, percezione, formazioni mentali, coscienza.

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LA SECONDA REALIZZAZIONE è la consapevolezzache maggiori desideri sviluppano maggiore sofferenza.Tutte le avversità della vita quotidiana sorgono dall’a-vi-dità e dal desiderio. Chi nutre limitati desideri e ambizio-ni, è in grado di rilassare il corpo e la mente, libero dadifficoltà.

LA TERZA REALIZZAZIONE è che la mente umana èsempre alla ricerca del possesso e non si sente mai appa-gata. Ciò causa un continuo incremento delle azioni ne-gative. Invece i bodhisattva ricordano sempre il principiodi avere pochi desideri. Per praticare la Via, conduconouna vita semplice, in pace e considerano la realizzazionedella perfetta conoscenza come la loro unica occupazio-ne.

LA QUARTA REALIZZAZIONE è la consapevolezzache qualsiasi forma di pigrizia è un ostacolo alla pratica.Per questo dobbiamo praticare diligentemente per di-struggere i fattori mentali nocivi che ci legano, per an-nientare i quattro tipi di Māra3 e per liberarci dalla pri-gione dei cinque aggregati e dei tre mondi4.

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3 Fattori mentali nocivi, cinque aggregati, morte, distrazioni qualifantasie o dimenticanze.4 Il mondo dei desideri e delle passioni; il mondo della forma (senzadesideri e passioni); il mondo senza-forma (le sole funzioni mentali).

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LA QUINTA REALIZZAZIONE é la consapevolezza chel’ignoranza è la causa della ruota infinita di nascita emorte. Per questo i bodhisattva ricordano sempre diascoltare e imparare per sviluppare la loro conoscenza el’eloquenza. Questo permette loro di educare gli esseri vi-venti e di condurli nel Regno della Grande Gioia.

LA SESTA REALIZZAZIONE è la consapevolezza che lapovertà crea odio e avversione che a loro volta creano uncircolo vizioso di pensieri e azioni negative. Quando pra-ticano la generosità, i bodhisattva considerano ogni per-sona, sia amico che nemico, in modo equanime. Non bia-simano nessuno per gli errori del passato, né odiano chinel presente causa danno.

LA SETTIMA REALIZZAZIONE è l’essere consapevoliche le cinque categorie di desideri5 causano difficoltà.Nonostante siamo in questo mondo, dovremmo cercaredi non essere coinvolti in faccende mondane. Un monacoper esempio, possiede tre abiti e una ciotola. Vive inmodo semplice per praticare la Via. I suoi voti lo rendonolibero dall’attaccamento a oggetti mondani ed egli trattatutti con equanimità e compassione.

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5 Essere ricchi; essere belli; essere ambiziosi; trovare piacere nel cibo;essere pigri.

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L’OTTAVA REALIZZAZIONE è la consapevolezza cheil fuoco di “nascita e morte” imperversa causando ovun-que infinite sofferenze. Dovremmo pronunciare il Gran-de Voto di aiutare tutti, soffrire con tutti e guidare tuttigli esseri senzienti nel Regno della Grande Gioia.

Queste Otto Realizzazioni sono la scoperta dei GrandiEsseri, Buddha e Bodhisattva, che hanno diligentementepraticato la via della compassione e della comprensione.Essi hanno navigato con la nave del Dharmakāya6 sino allasponda del Nirvana7, ma sono ritornati nel mondo ordina-rio: hanno abbandonato i cinque desideri, con la mente eil cuore indirizzati sulla nobile Via, usando queste OttoRealizzazioni per aiutare gli altri esseri senzienti a rico-noscere la sofferenza di questo mondo. Se un discepolodel Buddha recita queste Otto Realizzazioni e medita sudi esse, potrà por fine alle infinite incomprensioni e diffi-coltà e procedere verso l’illuminazione, lasciandosi allespalle il mondo di nascita e morte, dimorando per sem-pre in pace.

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6 Il corpo degli insegnamenti sul Risveglio.7 Liberazione da nascita e morte.

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COMMENTARIO

L’ORIGINE DEL SŪTRA

Questo sūtra fu tradotto da una lingua dell'India in cine-se dal monaco partico An Shigao (in vietnamita: An TheCao) nella città di Luoyang, in Cina, durante la dinastiaHan posteriore. [Tra il 148 e il 170/80 circa. Il testo è re-peribile nel Canone cinese in T17 – 779,

Foshuo ba daren jue jing 佛說八大人覺經 su http://tripita-ka.cbeta.org/T17n0779_001?format=line&linehead=yesN.d.T]. La più antica forma di questo sūtra è il risultato della riu-nione di testi più brevi come il Sūtra dei quarantadue capi-toli e il Sūtra sulle sei Pāramitā. Questo sūtra è completa-mente in accordo sia con la tradizione Mahāyāna, sia conquella Theravada.

Ognuno degli otto punti trattati può essere oggetto dimeditazione e ciascuno può essere ulteriormente suddi-viso. Benché la forma del sūtra sia semplice, il suo conte-nuto è profondo e meraviglioso. Il Sūtra delle Otto Realizzazioni dei Grandi Esseri non è untrattato analitico, ma è un realistico ed efficace approccioalla meditazione.

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CONTENUTO DEL SŪTRA

Il Sūtra delle Otto Realizzazioni dei Grandi Esseri contieneundici essenziali soggetti di meditazione. Tratterò di que-sti nel contesto delle otto realizzazioni.

1. La Prima Realizzazione spiega e chiarifica iquattro oggetti basilari della meditazione buddista:

a) impermanenza, b) sofferenza, c) non-sè, d) non- pu-rezza. Dobbiamo sempre ricordare e meditare su que-sti quattro principi della realtà. Come ricordato nelsūtra, se qualcuno medita su di essi, gradualmentepotrà raggiungere la liberazione dal sam sāra, il ciclodelle rinascite.

a) Impermanenza – la natura impermanente di tuttele cose: momento per momento tutto nel mondo,inclusa la vita umana, le montagne e i fiumi, i si-stemi politici sono in costante trasformazione.Questo è detto impermanenza in ogni momento.

Ogni cosa passa attraverso un periodo di nascita,di maturità, di trasformazione e di distruzione. Ladistruzione è detta impermanenza in ogni ciclo.Per vedere la natura impermanente di tutte lecose, dobbiamo esaminarle attentamente. Facendocosì, eviteremo di essere imprigionati dalle cose diquesto mondo.

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b) Sofferenza – la vacuità di tutte le cose. L’anticopopolo dell’India diceva che tutte le cose sonocomposte da quattro elementi: terra, acqua aria efuoco. Riconoscendo questo, Buddha e Bodhisatt-va capirono che quando c’è una relazione armo-niosa tra i quattro elementi, c’è pace.Quando i quattro elementi non sono in armoniac’è sofferenza.

Poiché tutte le cose si formano da una combinazio-ne di questi elementi, nulla può esistere in modoindipendente o permanente. Tutte le cose sono im-permanenti, di conseguenza quando siamo coin-volti nella natura delle cose, anche noi risentiamole conseguenze della loro natura impermanente.Dal momento che tutte le cose sono vuote, quandosiamo imbrigliati dalle cose, anche noi soffriamoper la loro vacuità. La consapevolezza dell’esisten-za della sofferenza ci rende capaci di praticare lavia della realizzazione. Questa è la prima delleQuattro Nobili Verità8.

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8 Sofferenza, causa della sofferenza, fine della sofferenza e OttupliceSentiero.

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Quando non siamo consapevoli e non meditiamosull’esistenza della sofferenza in tutte le cose, pos-siamo essere facilmente sballottati dalle passioni edai desideri per le cose mondane, incrementandola distruzione della nostra vita nel perseguire que-sti desideri.Solo con il diventare consapevoli della sofferenza,possiamo trovarne la causa, affrontarla diretta-mente ed eliminarla.

c) La mancanza di un sé/io – la natura del corpo. Ilbuddismo insegna che gli esseri umani sono com-posti da cinque aggregati, detti skandha in sanscri-to. Se la forma creata dai quattro elementi è vuotae priva di un sè, gli esseri umani, formati dall’u-nione dei cinque skandha, devono essere anch’essivuoti e senza un sè. Gli esseri umani sono coinvol-ti in un processo di trasformazione secondo persecondo, minuto per minuto, e sperimentano con-tinuamente l’impermanenza in ogni momento.Meditando molto profondamente i cinque skandha,possiamo fare esperienza della natura priva di sèdei nostri corpi, del nostro passaggio attraversonascita e morte e della vacuità; in tal modo si di-strugge l’illusione che i nostri corpi siano perma-nenti. Nel buddismo, il non-sè è il più importanteoggetto di meditazione. Meditando sul non-sè,possiamo sfondare la barriera tra noi e gli altri.

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Quando non siamo più separati dall’universo sicrea una esistenza in perfetta armonia con l’uni-verso stesso. Vediamo che tutti gli altri esseriumani sono in noi e noi siamo in tutti gli altri esse-ri umani. Possiamo vedere che il passato e il futu-ro sono contenuti nel momento presente e com-prendere ed essere completamente affrancati dalciclo delle rinascite.La scienza moderna ha anche scoperto la veritàdella mancanza di un sè di tutte le cose. L’approc-cio del biologo inglese Lyall Watson, per esempio,corrisponde perfettamente ai principi della originedipendente e del non-sè. Gli scienziati che medita-no continuamente la natura della mancanza di unsè dei loro stessi corpi e menti, così come sulla na-tura della mancanza di un sè in tutte le cose, po-tranno un giorno facilmente raggiungere l’illumi-nazione.

d) Non-purezza – la natura del corpo e della mente.Impurità significa l’assenza di uno stato di purez-za dell’essere, non essere né santi né belli. Dalpunto di vista della psicologia e della fisiologia, gliesseri umani sono impuri. Non è una cosa negati-va o pessimistica, ma un obiettivo modo di vederel’essere umano.Se esaminiamo i costituenti dei nostri corpi, capel-li, sangue, pus, muco, escrezioni, urina, la massa

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dei batteri intestinali, le molte malattie che atten-dono di svilupparsi, possiamo vedere che i nostricorpi sono impuri e soggetti a decomposizione.Inoltre i nostri corpi creano le motivazioni per per-seguire la soddisfazione dei nostri desideri e pas-sioni. È per questo che il sūtra considera il corpocome un luogo dove gli errori si accumulano.Consideriamo ora il nostro stato mentale. Finchésiamo incapaci di vedere la verità dell’imper-ma-nenza, la sofferenza e la mancanza di sé di tutte lecose, la mente spesso diventa vittima di avidità eira e noi agiamo erroneamente. Così il sūtra dice:«La mente è la sorgente di ogni confusione».

2. «Maggiori desideri portano a maggiore sofferenza.»è la base della seconda realizzazione.Molta gente definisce la felicità come la soddisfazionedi tutti i desideri. Ci sono cinque tipi di desideri9.I desideri sono illimitati, ma non lo è la nostra capaci-tà di realizzarli e i desideri insoddisfatti creano sem-pre sofferenza. Quando un desiderio è soltanto parzialmente soddi-sfatto, continuiamo a perseguire il suo completo sod-disfacimento e creiamo ulteriore sofferenza. Anchequando un desiderio viene esaudito, soffriamo quan-do ne termina l'appagamento.

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9 Vedi nota 5

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È solo dopo che siamo completamente esausti perquesta incessante ricerca, che cominciamo a realizzarefino a che punto siamo stati presi nell’insaziabile retedei desideri e passioni. Allora riusciamo a compren-dere che la vera felicità è realmente uno stato di pacedel corpo e della mente, e che esiste solo se i nostri de-sideri sono scarsi. Avendo pochi desideri e non cer-cando la soddisfazione attraverso il perseguire i cin-que desideri, facciamo un grande passo verso la libe-razione.

3. Sapendo come sentirci soddisfatti con pochi beni,distruggiamo il desiderio e l’avidità. Questo significa accontentarsi delle condizioni mate-riali che ci permettono di stare in salute e forti a suffi-cienza per praticare la Via. Questa è un’efficace ma-niera per sfuggire alla rete dei desideri e delle passio-ni, raggiungere uno stato di pace per il corpo e lamente, potere aiutare di più gli altri, essere liberi direalizzare il più alto traguardo: lo sviluppo della con-centrazione e della comprensione per ottenere la Rea-lizzazione. Sapere come sentirsi soddisfatti da pochibeni, ci aiuta a evitare di acquistare cose non necessa-rie, di diventare parte di un sistema economico chesfrutta gli altri e ci permette di ridurre il nostro coin-volgimento nell’inquinamento dell’ambiente.

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4. La pratica diligente distrugge la pigrizia. Dopo aver smesso di cercare la gioia nei desideri enelle passioni e aver imparato a sentirsi soddisfatticon poco, non possiamo essere pigri e lasciar sfuggirevia giorni e mesi con noncuranza. Occorrono grandepazienza e diligenza continue per sviluppare la con-centrazione e la comprensione nello sforzo di auto-realizzarci. Dobbiamo utilizzare tutto il nostro tempoper meditare sulle quattro verità dell’impermanenza,della sofferenza, del non-sè e della non-purezza, i pri-mi quattro oggetti di meditazione. Dobbiamo penetra-re profondamente il completo significato dei QuattroFondamenti della Consapevolezza10, praticando, stu-diando e meditando sugli atteggiamenti e sui cicli (di-venire, maturare, trasformarsi, distruggersi) del no-stro corpo così come le sensazioni, percezioni, forma-zioni mentali e coscienza. Dovremmo leggere sūtra ealtri scritti che spieghino la meditazione – la correttapostura e il controllo del respiro come il Sathipattanasutta e il Sutra del cuore della mahāPraynapāramitā.Dobbiamo seguire gli insegnamenti di questi sūtra epraticarli in modo intelligente cercando i metodi chemeglio si possono applicare alla nostra situazione. Senecessario possiamo modificare i metodi per adattarlialle nostre necessità.

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10 Corpo, sensazioni, stato della mente, contenuti mentali.

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La nostra energia deve essere disciplinata finchétutti i basilari desideri e passioni – avidità, rabbia, ri-strettezza mentale, arroganza, dubbi e idee preconcet-te – non siano sradicati. In quel momento sapremoche corpo e mente sono liberi dalla prigione di nascitae morte, dai cinque skandha e dai tre mondi.

5. La concentrazione e la comprensione distruggonol’ignoranza. L'ignoranza ha le radici più profondetra i basilari desideri e passioni. Quando queste radi-ci vengono liberate, anche tutti gli altri desideri e pas-sioni – avidità, rabbia, dubbi e idee preconcette – ven-gono sradicati.Sapendo ciò, dobbiamo fare grandi sforzi per medita-re sulle verità dell’impermanenza, del non-sè e dell'o-rigine dipendente di tutte le cose. Una volta che la ra-dice dell’ignoranza sia sradicata, possiamo non sololiberare noi stessi, ma anche insegnare agli altri comeuscire dalla prigione di nascita e morte.

I primi quattro oggetti di meditazione ci aiutano a ot-tenere la liberazione; i successivi quattro hanno lo sco-po di aiutare gli altri a raggiungerla, unendo cosìchiaramente e saldamente il pensiero del buddismoTheravada e Mahayāna.

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6. Quando pratichiamo la generosità, dobbiamo consi-derare tutti con equanimità. Alcune persone pensano che si possa praticare la ge-nerosità solo se si è ricchi. Non è vero. Alcune personemolto ricche praticano la generosità, ma molte fannola carità con l'intenzione di guadagnare dei meriti, deiprofitti o per compiacere altri. La gente la cui vita sibasa sulla compassione, raramente è ricca, perchè di-vide con gli altri tutto ciò che possiede. Non sono di-sposti ad arricchirsi finanziariamente a spese della po-vertà altrui. Molta gente fraintende l’espressione buddista “prati-care la generosità” intendendola come dare pochi cen-tesimi a un mendicante in strada. In effetti la praticadella generosità è ben altro che questo. Essa è contem-poraneamente modesta e grandiosa.

Praticare la generosità significa agire in modo tale daaiutare a livellare le differenze tra ricchezza e povertà.Qualsiasi cosa facciamo per alleviare le sofferenzeumane e creare la giustizia sociale può essere conside-rata una pratica di generosità. Non è necessario dire che noi dobbiamo essere impe-gnati in ogni organizzazione politica. Invece impe-gnasi in azioni politiche di parte che conducano a lot-te di potere tra opposte fazioni e causino morte e di-struzione non è certo ciò che significa praticare la ge-nerosità.

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Praticare la generosità è la prima delle sei Pāramitā11. Pā-ramitā significa aiutare gli altri a raggiungere l’altrasponda, la sponda della liberazione dalla malattia, pover-tà, fame, ignoranza, desideri e passioni, nascita e morte.

Come può una persona che pratica «Sapendo comeessere soddisfatti con pochi beni» anche praticare lagenerosità? É il vivere con semplicità. Pressoché tutti,uomini o donne, che trascorrono la vita servendo eaiutando gli altri, sacrificandosi a beneficio dell’uma-nità, vivono semplicemente. Se essi vivono preoccu-pandosi di far denaro e guadagnare meriti, come pos-sono praticare la generosità? Il Mahatma Gandhi visseun’esistenza molto semplice; nonostante ciò furonoimmensi i suoi meriti nell’aiutare l’umanità e salvaregli esseri. Ci sono centinaia di persone che vivono franoi in modo semplice, mentre recano un grande aiutoa molti, molti altri. Non hanno una fama grande comequella di Gandhi, ma i loro meriti non sono minori deisuoi. È sufficiente per noi essere un po’ più attenti econsapevoli della presenza di persone come queste.Esse non praticano la generosità donando denaro, chenon possiedono, ma piuttosto donando il loro tempo,energia, amore e attenzione – la loro intera vita.

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11 Donare (generosità), osservare i precetti (moralità), sforzo entusia-stico (perseveranza), pazienza, concentrazione e saggezza.

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Praticare la generosità in un contesto buddista signifi-ca non discriminare nessuno. Anche se tra i poveri e iderelitti vi sono sia persone crudeli che gentili, nondobbiamo escludere i primi dalla nostra pratica. Poi-ché la povertà porta ira e odio, gli indigenti sono piùinclini a produrre il male. Come recita il sūtra: «Quan-do praticano la generosità, i bodhisattva consideranoogni persona, sia amico che nemico, in modo equani-me. Non biasimano nessuno per gli errori del passato,né odiano chi nel presente causa danno». Questoesprime lo spirito del buddismo Mahayāna. La pover-tà crea rabbia, astio e comportamenti errati. Anche seinsegniamo e teniamo lezioni di filosofia buddista, manon pratichiamo la generosità per alleviare la soffe-renza degli altri, non abbiamo ancora raggiunto l’es-senza del buddismo. Dobbiamo praticare la generosi-tà unendola alla compassione e non al disprezzo,senza discriminare le persone che, a causa della loropovertà, ci provocano rabbia e astio.

7. Dal momento che viviamo nella società, non do-vremmo lasciarci da essa contaminare.Dobbiamo vivere in armonia con la società per aiutaregli altri, senza essere preda dei cinque desideri, viverecome il fior di loto che fiorisce nel fango, eppure rima-ne puro e immacolato. Praticando la via della liberazione non dobbiamosfuggire la società, ma aiutarla. Prima che le nostre ca-

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pacità di aiutare diventino forti e solide, possiamo es-sere contaminati dal vivere nella società. Per questaragione i bodhisattva meditano sulla natura nocivadei cinque desideri e fermamente decidono di viveresemplicemente al fine di praticare la generosità senzadiscriminazioni. Così, vivendo nella società senza es-serne sporcati, è praticare le sei Pāramitā.

8. Dobbiamo far sorgere in noi stessi la ferma decisio-ne di aiutare gli altri. Dovremmo pronunciare unprofondo e solenne voto di superare difficoltà, perico-li, e sofferenze che potranno capitarci nell’aiutare glialtri. Poiché la sofferenza nella società è infinita, labuona volontà e la dedizione nel praticare la Via diaiutare gli altri devono anch'esse essere senza limiti.Così lo spirito del Mahayāna è una sorgente infinita dienergia che ci ispira a praticare la generosità senza di-scriminazioni. Con lo spirito del Mahayāna, possiamosopportare le molte sfide e umiliazioni che si incontra-no nella società ed essere capaci di continuare la prati-ca della Via. Questo recherà una grande felicità agli al-tri.

Solo con lo spirito del Mahayāna possiamo realizzarei seguente temi citati nel Po Lun San Mi Lu (in vietna-mita Bao Vuong Tam Muoi Sastra):

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1 Mentre mediti sul corpo, non sperare o desiderare diessere esonerato dall’ammalarti. Senza malattia, de-sideri e passioni possono facilmente sorgere.

2 Mentre agisci nella società, non sperare o desiderare dinon avere difficoltà. Senza difficoltà, l’arroganzapuò sorgere facilmente.

3 Mentre mediti sulla mente, non sperare o desiderare dinon incontrare ostacoli. Senza intralci la consapevo-lezza attuale non potrà essere messa in dubbio o es-sere ampliata

4 Mentre lavori non sperare o desiderare di non incon-trare ostacoli. Senza intralci, il desiderio di aiutaregli altri non diventa più intenso.

5 Mentre sviluppi un progetto non sperare o desidera-re di raggiungere il successo facilmente. Con un suc-cesso facile, può agevolmente sorgere l’arroganza.

6 Mentre interagisci con gli altri, non sperare o desidera-re di ottenere un profitto personale. Con la speranzadi un guadagno personale, la natura spirituale del-l’incontro verrà diminuita.

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Page 23: IL SŪTRA DELLE OTTO REALIZZAZIONI DEI GRANDI …...prima il mantra OM A HUM, poi si visualizzino le lettere di quei te-sti che si assorbono nella A, che poi si assorbe nel corpo della

7 Mentre parli con gli altri, non sperare o desiderare dinon essere in disaccordo. Senza disaccordo, l'autoaf-fermazione può prosperare.

8 Mentre aiuti gli altri, non sperare o desiderare di esserepagato. Senza la speranza di un compenso, l’azionedi aiutare gli altri sarà pura.

9 Se riscontri (che possa esserci) un profitto personale inun’azione, non parteciparvi. Anche una minimapartecipazione potrà suscitare desideri e passioni.

10 Quando sei ingiustamente accusato, non tentare digiustificarti. Cercando di difenderti, creerai inutilirabbia e ostilità.

11 Il Buddha parlò della malattia e della sofferenza comedi una medicina; dei tempi di difficoltà e degli inci-denti come di tempi di libertà e realizzazione; degliostacoli come liberazione; delle armi del male comedei custodi del dharma; delle difficoltà come neces-sarie per avere successo; della persona che odiaqualcuno come del suo miglior amico; del proprionemico come di un frutteto o un giardino; del fareun favore a qualcuno, come di un atto meschinoquale il gettare via un vecchio paio di scarpe; del-l’abbandono dei beni materiali come della ricchez-

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za; dell’essere accusato ingiustamente come dellafonte di energia del lavoro per la giustizia.

Lo schema seguente elenca le Otto Realizzazioni e met-te in rilievo che in questo sūtra è contenuta la praticadel buddismo Mahāyāna delle sei Pāramitā.

1 Pāramitā generosità 6a Realizzazione

2 Pāramitā osservare i precetti 2a-3a-7a Realizzazione

3 Pāramitā sforzo entusiastico 4a Realizzazione

4 Pāramitā pazienza 8a Realizzazione

5 Pāramitā concentrazione 1a Realizzazione

6 Pāramitā saggezza 5a Realizzazione

Lo stile, i contenuti e la metodologia del Sūtra delle OttoRealizzazioni dei Grandi Esseri è coerente e logico. É un sū-tra molto pratico e conciso. Ma questa trattazione deicontenuti intende essere solo una traccia preliminare. Perbeneficiare completamente di questo sūtra dobbiamo an-che praticare e osservare i suoi insegnamenti.

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PRATICARE E OSSERVARE IL SŪTRA

Per praticare e osservare il Sūtra delle Otto Realizzazionidei Grandi Esseri occorre scegliere un momento in cui ilcorpo e la mente siano completamente rilassati, per esem-pio dopo aver fatto un piacevole bagno. Possiamo inizia-re accendendo un bastoncino di incenso per dare un pia-cevole profumo alla stanza. Poi prendiamo il Sūtra e loleggiamo lentamente per scoprirne i più profondi signifi-cati. Colleghiamo le parole del testo alla nostra esperien-za di vita. É attraverso la propria esperienza di vita che èpossibile capire ogni contenuto del sutra piuttosto che at-traverso l’altrui spiegazione.

Ogni volta che sediamo in meditazione, esaminiamo ac-curatamente ogni oggetto indicato dal Sūtra. Più si me-dita su ogni oggetto, più si scopre la profonda saggezzacontenuta nel Sūtra. Sarebbe bene anche leggere altri Sū-tra come l’Anapanasati sutta sulla consapevolezza del respi-ro e il Satipatthana sutta.Entrambi sono testi profondi e brevi che possono com-pletare il Sūtra delle Otto Realizzazioni dei Grandi Esseri;questi due Sūtra spiegano con dettagli pratici come pro-gredire passo passo nelle realizzazioni. Se si combina ilmetodo di seguire e rilassare la respirazione, come scrit-to nel Sūtra delle Otto Realizzazioni dei Grandi Esseri, sisarà capaci di raggiungere il traguardo di realizzare lapropria natura.

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POSTFAZIONE

Il contenuto del Sūtra delle Otto Realizzazioni dei GrandiEsseri è fondato sul punto di vista sia del Theravada chedel Mahayāna. Facciamo tesoro di questo Sūtra. Quandoavevo diciassette anni ed ero un novizio al primo anno distudi in un monastero buddista, lo studiai e lo memoriz-zai. Mi rese più facile unire il significato del Sūtra allameditazione con la conta dei respiri. Da allora – sono pas-sati 44 anni – questo Sūtra è ancora un’inestimabile luceche illumina la mia via. Oggi ho l’opportunità di offrirlo a voi. Sono molto grato aquesto profondo e mirabile Sūtra. Unisco le mani e recitocon rispetto: «Omaggio al prezioso Sūtra delle Otto Realiz-zazioni dei Grandi Esseri.»

Nel 1978 chiesi alla “La Boi Press” di divulgare questo Sūtra abeneficio di quei boat people che erano annegati nel Mar Cinesemeridionale e nel Golfo del Siam nei tre anni precedenti e an-che per quelli che avevano avuto la sorte di sopravvivere affin-ché potessero trovare una nuova casa in qualche posto nelmondo. Nel 1987 chiesi alla “Parallax Press” di pubblicare unaedizione inglese perchè questo Sūtra fosse disponibile per i let-tori occidentali e per i rifugiati in Occidente.

L’edizione vietnamita di questo libro fu scritta da Thich Nhat Hanhnel 1978 mentre dirigeva un progetto di soccorso ai boat people nelMar Cinese meridionale.

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VERSI PER IL TRASFERIMENTO DEI MERITI

Possano i meriti e le virtù accumulati per questo lavoro,adornare le Terre Pure dei Buddha,

meritare soprattutto i quattro tipi di gentilezza e aiutare chi sta soffrendo nei mondi inferiori.

Possano tutti quelli che lo leggono o lo ascoltanogenerare la decisione di raggiungere la Bodhie quando lascino questo corpo di punizione

possano nascere insieme nella completa beatitudine.

NOTA: si possono recitare questi versi per trasferire universalmente tutti imeriti e le virtù che derivano dalla la recitazione dei sūtra o dall'adempi-mento di ogni azione meritevole (per esempio il donare)

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