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Il Punto Dicembre 2012

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Bollettino di informazione sociale e imprenditoriale di Coseva Pluriservizi scrl

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Page 1: Il Punto Dicembre 2012
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Sede Legale:

Via Braie, 300 - 18033 Camporosso (IM)Tel. 0184.25.50.32Fax 0184.25.50.35

www.coseva.coop

Coseva è anche a:QUILIANO: Via Solcasso, 3r

VADO LIGURE: Via Sardegna, 2

DEGO: Loc. Colletto, 7

SANREMO: Via Peirogallo 31/33

ROMA: Roma settecamini, Via Affile

Direttore responsabile: Paolo IsaiaAutorizzazione tribunale di Sanremo del 21 dicembre 2001 - n. 7

Ideazione: Si ringrazia per l'intervento:Giovanni Novello Avv. Andrea Policari

Hanno collaborato:Massimo Bolla Impaginazione e grafica:Taricco Emanuele Mattia MaccarioL’anonimo del tempo liberoM. Teresa Roncone Stampa:Mauro Idone (A proposito di...) Tipografia Alba, VentimigliaPasquale Lanza (L’ottava nota)

TraduzioniTiziana Minuto (Inglese)Driss Bilal (Francese e Arabo)

Tempo per pensare al tempo 3

Sportello soci - Codice QR 4

Il tempo 5

Curiosità di qualche tempo fa 7

Il tempo è tutto libero 8

Smartphone, risparmio o perdita di tempo? 10

Tempo di gestione dei rischi attraverso il “modello 231” 12

Storia degli strumenti per le pulizie 14

A proposito di... & Comprensione del Testo 16

L’ottava nota 17

Ringraziamenti 18

Guida Coseva 18

Notizie Varie 19

Sintesi e Traduzione principali argomenti 21

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on avere tempo perpensare al proprio

tempo è un problema dispazio!!!

A prima vista può sembrareun’affermazione paradossale,ma a pensarci bene è propriocosì. E’ lo spazio che manca.

Lo spazio che ad ognuno dinoi è dato (o negato) dagli oraridi lavoro, dalla flessibilità, dallivello di offerta di servizi chevanno incontro alle nostre esi-genze di conciliazione dei tem-pi di vita e quelli di lavoro.

“La complessità del tempo pre-sente, i mutamenti del mercatodel lavoro, i desideri individualie i bisogni familiari obbliganoa ripensare alle politiche diconciliazione e di organizza-zione dei servizi e delle impre-se in modo integrato e globale,al fine di migliorare la qualitàdella vita di tutte le persone,nel rispetto e nella soli-darietà attiva tra donnee uomini”.Così si esprime ilconsiglio dei ministrinella risoluzione29/06/2000 relati-vamente alla par-tecipazione equili-brata delle donne ed e g l i u o m i n iall’attività profes-sionale e alla vitafamiliare.Una QUESTIONE DITEMPO, quindi, com’èevidente. Le difficoltà diconciliare tempi di lavoro etempi di vita, infatti, hanno fatto

sì che questo tema, prima per-cepito come priorità individua-le, stia via via assumendo unadimensione sociale semprepiù rilevante; stia, insommadiventando patrimonio dellacollettività.

La massiccia partecipazionedelle donne nel mercato dellavoro è un obiettivo imprescin-dibile dell’Unione Europea daanni, ma stando ai rapportiufficiali, il mercato del lavorocontinua a privilegiare gli uo-mini rispetto alle donne ed ariflettere la percezione dei ruolitradizionali di uomini e donneall’interno delle famiglie.

Ma parlare realmente di pariopportunità non si traduce inuna “questione di donne”, seb-bene la maggior parte delle

politiche e delle azioni intra-prese nel nostro Paese conti-nuino ad essere rivolte preva-lentemente ad esse, cosìcome non basta astenersi e

contrastare comportamentidiscriminatori.

L’esigenza di unmaggiore equilibriotra tempo di lavoroe tempo in famigliaviene espressa siadalle donne chedagli uomini el’obiettivo che leaziende e la so-cietà si devonoporre consiste inuno sviluppo equo

in cui le donne e gliuomini condividano

decisioni e potere, op-portuni tà e r isorse.

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Le azioni e le iniziative speci-ficatamente rivolte alle donne,infatti, sebbene siano positivee necessarie, non sono suffi-cienti da sole ad operare gran-di mutamenti nella società, inparticolare non riescono adincidere per ridurre o porre finealle reali disparità fra uominie donne.

Uomini e donne non partonodalle stesse condizioni e pergarantire effettive pari oppor-tunità è necessario spostarel’attenzione sui sistemi e sullestrutture, trasformando i rap-porti e le strutture stesse perconsentire una partecipazioneattiva delle persone svantag-giate e delle donne. In gergosi parla di “mainstreaming digenere”.

Ma, in sostanza cosa puòfare la cooperativa?

Sulle disposizioni di legge, ov-viamente, non si discute: sirispettano. Punto.

Il fatto di operare in regime diSA 8000 (certificazione etica),poi, ci ha già portato ad assu-mere nel tempo delle decisionie ad intraprendere delle azionicontro tutte le discriminazioni,ma, come detto, questo nonbasta.

E’ necessario diventare propo-sitivi. Si può, cioè, puntare adiventare un’azienda “familyfriendly”; un’azienda che ponetra i propri obiettivi quello diessere maggiormente “a misu-ra di famiglie”. Ricordate?Qualche tempo fa si era parla-to di iniziative per combatterela solitudine del socio. Ancheprovare a diventare “a misuradi famiglia” può aumentare laprossimità della Cooperativaai propri soci e dipendenti,ostacolare eventuali processidi isolamento e garantire a sé

stessa ed alle persone che nefanno parte la crescita ed ilmiglioramento della qualitàdella vita.

- Orari e modalità flessibili diorganizzazione del lavoro;

- Sportelli e servizi di orienta-mento ed informazioneaziendale (come il già atti-vato sportello soci);

- Convenzione con servizi evendita di beni esterni

E’ su questi aspetti che la Co-operativa può concentrarsi infuturo per aumentare la propriaattrattività sul mercato, perincrementare il livello di moti-vazione e di soddisfazione del-le persone senza dimenticareche vanno perseguiti e rag-giunti i necessari livelli di pro-duttività, raggiungendo gliobiettivi di efficacia, efficienzae competitività.

Massimo BollaFamily friendly

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Per leggere il codice qui a fianco, e tutti gli altri che troverete all’interno delgiornalino, è sufficiente inquadrarli con la fotocamera del proprio smartphone,dopo aver aperto l’apposito lettore di codici (vari programmi sono reperibiligratuitamente sul web o direttamente dal market o app store del propriosmartphone).

Grazie ai codici QR il lettore può interagire con il giornalino aziendale, visitandopagine web collegate agli articoli e visionando immagini e filmati.

Per qualsiasi domanda inerente agli argomenti sotto riportati, come ad esempio il prestito da soci,la remunerazione del capitale sociale ed ogni altro aspetto legato alla partecipazione societariain cooperativa, dal 1° di Agosto è disponibile lo sportello soci di Coseva.

Una linea telefonica ed un indirizzo mail sono a disposizione di tutti soci Coseva, che possonoprendere contatti con lo sportello dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle 12.00.

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Il tempo è il bene piùprezioso che abbiamo

e non sappiamo con esattezzacosa sia. “Se nessuno me lochiede”, diceva Sant’Agostino,

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I teologo e filosofo vissuto nelquarto secolo “conosco la ri-sposta, ma se qualcuno me lochiede e desidero spiegarlo,allora non lo so più”. In altri

te rmin i , i l tempo, perSant’Agostino, è facile e natu-rale viverlo; diventa però ma-teria complessa se lo si vuolepensare o discutere.

Fino all’inizio del ventesimosecolo, il tempo era quindi vi-sto come un continuo ed inar-restabile flusso di periodi, enulla poteva alterare lo scorre-re di questa grandezza fisica.La velocità era la stessa pertutti gli osservatori in qualsiasiluogo si trovassero. Ogni alte-razione della velocità del tem-po era legata ad una percezio-ne soggettiva. Ad esempio,quando si è bambini il tempopassa molto lentamente e siaspetta con impazienza di di-ventare grandi.

Albert Einstein, agli inizi delventesimo secolo, dimostròche il tempo non era un’entitàfisica fissa e immutabile, maqualcosa che veniva influen-za ta da l l a ma te r i a edall’energia che la stirava e ladistorceva. La conseguenzadella scoperta era che nonesisteva un tempo assoluto.La cosa che più ha impegnatol’uomo sin dalla sua origine, èla misura del tempo, comepunto d i par tenza perun’eventuale suo controllo.L'esigenza di misurare il tem-po, sorge in un momento suc-cessivo e cioè solo quando,dopo essersi organizzato inprimitive comunità, l’uomosentì la necessità di ripartirela giornata tra il periodo dariservare al lavoro, al culto, alriposo, ecc..

L'uomo, allora, si deve essereguardato intorno alla ricerca

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di qualche fenomeno naturaleche, evolvendo in modo ritmicoed uniforme, potesse essereutilizzato come indicatore deltempo che passa, come il ciclodel sole, notte giorno, e dellestagioni.I Sumeri suddivisero il giornoin 12 parti, ciascuna delle quali,a sua volta, in 30 frazioni. Essi,in precedenza, avevano giàdiviso l'anno in 12 mesi e imesi in 30 giorni. Il motivo percui sono stati utilizzati questidue numeri, 12 e il 30 puòavere molteplici spiegazioni,come un lato religioso, ma piùindicato il lato matematico, os-sia 12 e 30 sono due numeriparticolari in quanto, si lascia-no dividere in vario modo inparti più piccole senza lasciareresto e questo fatto, per unpopolo che non aveva tantadimestichezza con il calcolodelle frazioni, doveva esseremolto vantaggioso.

Successivamente gli Egizi de-cisero che era più utile, ai finipratici, suddividere il giorno in24 ore invece che in 12. Il gior-no egiziano, tuttavia, pur es-sendo diviso in 24 ore era pro-fondamente diverso da quelloodierno, in quanto si variavanola durata dei crepuscoli e ladurata delle ore notturne lungol’anno, al fine di compensarele stagioni.Il sistema di misura del tempoin uso fra gli Egizi era obietti-vamente complicato e alla finesi decise di semplificarlodividendo tanto le ore diluce quanto quelle dibuio per 12, elimi-nando in questomodo le ore dell'albae quelle del crepu-scolo serale. Sipensa che questasemplificazione siastata la conse-g u e n z adell'invenzione deiprimi orologi chenon dipendevanodiret tamente dalmoto degli astri.I primi orologi erano le«clessidre ad acqua»,congegni molto semplici chemisuravano il passare del tem-

po vuotando o riempiendo diacqua un recipiente. Fino aquel momento il tempo erastato sempre misurato osser-vando il movimento degli astrie in particolare, durante il gior-no, quello del Sole. Piantandoun bastone a terra era possi-bile conoscere la posizione delSole osservando lo sposta-mento dell’ombra proiettatadal legno. Ora, tutto sarebbemolto semplice se il Sole per-corresse in cielo sempre lastessa traiettoria, mentre sap-piamo che, alle nostre latitudi-ni , esso r imane bassosull'orizzonte d'inverno e sialza d'estate, descrivendo ar-chi sempre più ampi sui nostriorizzonti; pertanto, da un gior-no all'altro, alla stessa ora,l'ombra del bastone non avràné la stessa lunghezza, né lastessa direzione. Presa in con-siderazione la diversa posizio-ne del sole nelle varie stagionisi portarono definirono dellemisure a terra o a muro al finedi riuscire a dare una misuradel tempo costante durantel’anno. Questo strumento perla misura del tempo fu chiama-to meridiana.

Fino al 1200 si susseguironodiversi stratagemmi per teneretraccia del tempo, fino a giun-gere al primo orologio conmeccanismo meccanico, che

pare sia sorto in Francia su diun campanile. Questo orolo-gio, più tardi intorno al 1300,fu così adottato anche in Italia.

La prima forma di orologio apendolo nacque nel 1657 dovelo si realizzò per avere la mas-sima precisione al secondo.

Solo negli ultimi due secoli gliorologi si sono evoluti più ve-locemente, passando a diven-tare portatili. Infatti si iniziò conorologi a carica molla, per pas-sare a quelli alimentati elettri-camente fino a quelli mecca-nici automatici.

Nel 1956 il Comitato interna-zionale dei pesi e delle misure,definì il secondo in termini dirivoluzione terrestre attorno alSole in una particolare epoca,poiché si riconobbe che la ro-tazione terrestre non era

sufficientemente uniformeda essere uno standard

per il tempo. Il movi-mento della Terravenne descritto nelleTabelle del sole, chefornivano una for-mula per il movi-mento del soleall'anno 1900, ba-sata sulle osser-vazioni astronomi-che fatte durante ilXVIII e XIX secolo.Il secondo effeme-

ride così definito era:« l a f r a z i o n e d i

1 /31 556 925,9747dell'anno tropico per il 1

gennaio 1900 alle ore 12tempo effemeride». L’unità di

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Clessidra ad acqua risalente alperiodo egizio - Re Tolomeo III

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Genova, Via XX Settembre.Vi è mai capitato di passeggiare lungo questa via centrale di Genova?Avete mai notato le grandi piastre in marmo posizionate sotto il pontemonumentale? Ve ne proponiamo una nell’immagine qui sotto.

Comitato Liberazione Nazionale - 25/04/1945

misura del tempo è il secondo.Venne definito in termini dirotazione terrestre, come1/86400 del giorno solare me-dio.A seguito di numerosi anni dilavoro, un team di astronomianglo americano determinaro-no la relazione tra la frequenzadell'atomo di cesio (lo standarddel tempo) e il secondo effe-meride. Essi determinarono ilmovimento orbitale della Lunarispetto alla Terra, dal quale ilmovimento apparente del Solepuò essere riferito, in termini

di tempo misurato da un oro-logio atomico. Come risultato,nel 1967 la tredicesima confe-renza generale sui pesi e sullemisure adottò il secondo delTempo atomico internazionalenel Sistema Internazionale co-m e : « l a d u r a t a d i9 192 631 770 periodi dellaradiazione corrispondente allatransizione tra due livelli iper-fini.

Quest’ultima parte diviene dif-ficile da comprendersi, ma ilmessaggio che si vuole comu-

nicare è che ci sono voluti mi-gliaia di anni per poter definireun secondo. Questa è la pe-renne storia dell’uomo, allaricerca della definizione conelementi finiti di ciò che è infi-nito. L’uomo più velocementescoprirà e definirà ancor di piùla natura. Ogni uomo devecontribuire con la sua storia aquesta missione, perché quel-lo che si fa oggi aiuta a com-prendere ciò che l’uomo hacompiuto ieri, ed all’uomo didomani servirà per aggiungereun mattone al la storia.

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dall’altro abbiamo dovuto dareuna attenzione leggera e rapi-da a mille situazioni non prio-ritarie, che ci sono venute in-contro. Necessità e fato.Scelta e combinazione.

Ma la fantasia è trasformabilein numeri ed i numeri sonofantasia. Lo stereotipo del sog-getto preciso nell’organizzareil suo tempoassimilato adun personag-gio grigio fral’automa sta-canovista ed ils e c c h i o n escolastico è diuna fa ls i tàassoluta, oltreche un pen-siero stupido.

I cooperatoricome me, anzicome noi, vi-vono in unacapacità in-nata di co-stante indivi-duazione dellepriorità, ge-stendo il tem-po fra novità etradizione, frale scelte fuoridagli schemi eprogramma-zione capillaredelle azioniche sarannocostanti neltempo.

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rganizzare il propriotempo per essere ingrado di pianificare

quello degli altri. Un codicealfanumerico per l’importanzadelle cose da fare. Un codicecolore per gli appuntamenti.Simboli e caratteri come richia-mo e promemoria.

Ognuno ha le sue manie.Noi non siamo esenti.Gestiamo il tempo, perché siasufficiente allo scopo.Lo scopo non è solo il lavoro,è la vita.Chi ha obiettivi non può farea meno di calcolare il tempoche resta.Si passa da periodi relativa-mente tranquilli a momenti fre-netici.

Ma il tempo non basta. Si vaa dormire pensando di nonaver fatto tutto. Non avete maipensato che la giornata di ven-tiquattro ore è un errore. Chedovrebbe essere di 26 oppure30 ore?

Abbiamo vissuto così per tantianni.Tante cose da fare, interessicomplessi, impegni cheall’epoca sembravano smisu-rati, oggi peggio.Il tempo della vita è breve e lecose da fare tante.Magari poche curate nel det-taglio, magari tante annusate,assaggiate e via.Magari come noi, che se daun lato abbiamo avuto una at-tenzione esasperata al detta-glio dei nostri grandi obiettivi,

O della strategia, del pensareoltre il tempo visivo guardandoe immaginando il futuro. So-vente si è guardati come sog-getti visionari instabili e fuoridal tempo, totalmente e felice-mente incompresi. Poi questisoggetti con stupore, vedrannoall’opera una programmazionemet i co losa de l tempodell’azione e della quotidianità

Tempo di allestimento. Squadra Coseva all’opera dietrole quinte del Festival di Sanremo 2012.

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operosa e concreta.

La programmazione delproprio tempo punti-gliosa e puntuale. Ilpromemoria delleazioni semplici chevanno ripetute tuttii giorni che sonocome “la gocciad’acqua che bucala roccia”.

Sei una squadra,un gruppo di lavoro,non può mancare latua “goccia che bucala pietra”. Ma deviregistrare anche cosadevono fare gli altri tuoicompagni di viaggio, per-ché tutti devono aiutare ilprossimo a gestire meglio pos-sibile il proprio tempo. Il tempodel gruppo dipende dal tempiodei singoli. Valori antichi, comela puntualità, rappresentanoun grande rispetto del tempoaltrui. Il tempo che si dedicaalle persone è altamente rap-presentativo della considera-zione che gli si attribuisce.

E qui quelli come noi, conl’agenda piena di impegni, maordinata fra note di fantasia edi concretezza, trovano sem-pre uno spazio per appuntarsidi dare la giusta considerazio-ne al momento giusto a tutticoloro che chiedono ascolto…fossero anche un milione.Il problema è avere un moni-toraggio capillare delle coseda fare e fra queste evidenzia-re le priorità.

Spesso chi non ha mai tempoè perché non lo governa. Avolte non lo cerca neanche enel suo disordine crede erro-neamente di non averne a suf-ficienza.

Che ha pochi impegni e pochecosa da ricordare non ha nel’agenda, ne alcuna altra formadi annotazione per la gestionedelle “cose” da fare e quindiin termini sovente infastiditi vidice che non ha tempo.Non ha tempo per ascoltarvi.Non ha tempo per voi.Non ha tempo per il lavoro,

Il coordinamento di squadredi lavoro non può prescin-

dere da un’ottimale ge-stione del tempo , a

partire da quello delcoordinatore stesso.

Lo spazio (tempo-r a l e ) c h e v adall’alba al tra-monto di questaesistenza (limitatanel tempo) è sem-plicemente fanta-stico ed assoluta-mente sufficiente

per ascoltare tuttiquelli che vogliono la

nostra attenzione sesiamo scientificamente

organizzati per farlo.

Il tempo dall’alba al tramontolo abbiamo trasformato in nu-meri e lo misuriamo costante-mente per portare a termine inostri obiettivi ma anche pergioco.I numeri non sono in contrad-dizione con la fantasia.I numeri sono scienza e fanta-sia.

Scientificamente organizzativuol dire programmare pun-tualmente il nostro ed altruitempo. La fantasia è matema-tica. I numeri si prestano allostudio ed al gioco contempo-raneamente ed indifferente-mente. Programmazione efantasia nelle soluzioni orga-nizzative attraverso la gestioneoculata del tempo, sono abbi-nate ad una solare gestionecreativa del tempo libero, cioètutto. Tutto il tempo è libero.Chi non la pensa così è liberodi farlo … da un’atra parte.

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L’anonimo del tempo liberoOllevon Innavoig

per lo studio e qualche voltaneanche per il tempo libero.Già il “tempo libero”. Quelloche mio zio Giacomo definisce“TUTTO”. Tutto il tempo è tem-po libero.

Il tempo è uno stato mentalema è anche numeri precisi alsecondo. Al millesimo di se-condo.Però resta “tutto tempo libero”.Sta a noi capire la fantasia deltempo e la concretezza deltempo. Elementi diversi dellostesso fattore. Fattore tempo.Creatività e concretezza sonocondizioni della gestione ocu-lata del tempo.

L’affanno ed i troppi impegnilo fanno sembrare poco e nonbasta mai. La noia lo fa sem-brare troppo ed è un peccato.È inesorabile e va accettato.Serenamente.Come serenamente, ma condeterminazione, va gestito,pianificato, organizzato per sestessi e per gli altri (amici, pa-renti, colleghi di lavoro, noncambia).

La capacità di programmare egestire il tempo è uno deglielementi caratteristici di chiun-que abbia responsabilità ge-stionarie in qualsiasi forma diorganizzazione sociale.

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olo poche decine di se-condi per passare dal

leggere una mail, allo scrivere unSMS oppure scattare una fotogra-fia e condividerla con gli amicisulla rete. Questo è il tempo cheattualmente un possessore di unqualsiasi smartphone (leggasitelefonini supertecnologici chesvolgono praticamente tutte lefunzioni di un computer) impiegaper svolgere in sequenza le atti-vità sopra descritte, un tempo chequalche anno fa sembrava impos-sibile da realizzare, se non standodavanti ad una scrivania dotatadi un buon computer.

Negli ultimi anni gli smartphonesi sono fatti sempre più strada trai consumatori, tanto da raggiun-gere cifre di diffusione esorbitanti.Una ricerca svolta da Eurispes,il Rapporto Italia 2012, ha censito il numero di apparecchi smar-tphone posseduti dagli italiani edil dato che ne è venuto fuori haraggiunto il 47% della popolazio-ne, che significa quasi la metàdegli italiani.

La facoltà più accatti-vante, che ha trascinatole vendite di questiapparecchi negli ultimianni, è senza dubbioquella della connes-sione ad internet chequesti dispositivi of-frono praticamenteda ogni luogo e convelocità di connes-sione e semplicità diutilizzo molto elevate.Il fatto di non doveraspettare di raggiun-gere casa o l’ufficio perpoter leggere una e-mailoppure consultare un sitointernet permette effettivamente un considerevole risparmio di

tempo, soprattutto per chi conquesti strumenti lavora ogni gior-no. Poter visualizzare e modifica-re documenti da ogni luogo, conuno strumento che sta sul palmodella mano, senza dover ricorreread un computer può semplificaredi certo la vita, soprattutto quellalavorativa.

Ma siamo davvero sicuri che iltempo trascorso utilizzando que-sti apparecchi super tecnologicisia ben speso?

C’è l’incognita delle tantissimeapplicazioni che i cellulari di que-sto tipo portano in dote, spessoutili senza ombra di dubbio, mamolto spesso anche inutili se nondannose in termini di tempo, queltanto agognato tempo che pocofa avevamo risparmiato nel leg-gere velocemente la mail speditadall’ufficio. Che dire della notificache

all’improvviso, mentre si sta ese-guendo un’altra operazione, ciavvisa che un nostro amico oconoscente ha pubblicato unafantomatica immagine sul suoprofilo di facebook? Oppure diquel nuovo progamma scaricatodi fresco da internet che mi ag-

giorna ogni 10 minutisullequotazioni del latte ad Hong

Kong? (scherzo ovvia-mente.. o forse esistedavvero?!)

Purtroppo l’aspetto daconsiderare è anchequesto, gli smar-tphone offrono tan-tissime possibilità, sianel risparmiare chenello sprecare i ltempo, sta solo a noicapire quando e so-prattutto quanto sfrut-

tarne le possibilità.

Secondo un’indagineamericana svolta da IDC,

per conto di Adobe Systems,ha stabilito che gestire male

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Mattia Maccario. Addetto allacomunicazione Interna ed Esterna.

Laureato in Giurisprudenza.

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processi e documenti può com-portare perdite fino a 15,9 milionidi dollari all’anno. Il problemaprincipale registrato dall’indaginein oggetto, svolta nel campo deicosiddetti “information workers”,utlizzatori massivi di smartphonee tablet per lavori connessiall’informazione, è quello legatoall’uso di molti dispositivi contem-poraneamente, inclusi quelli per-sonali. Tra i lavoratori sottopostiall’indagine, che usano lo smar-tphone per lavoro, il 10% utilizzail dispositivo personale e non unoded ica to esc lus ivamenteall’attività lavorativa. Il risultato èche ben 11 ore a settimana ven-gono sprecate per “rimettere aposto i pezzi”.Il risultato dell’indagine americanache ho citato non vuole certo con-dannare i dispositivi più modernie tecnologici attualmente presentisul mercato, ma vuole lanciareun monito. Ben venga il risparmiodi tempo nelle attività quotidianelegate al lavoro; ben venga lapossibilità di svolgere contempo-raneamente attività diverse qualileggere la posta, telefonare, rin-tracciare velocemente ed essereguidati secondo la via più breveal luogo del nostro appuntamento;ben venga poter sempre accede-re da ogni luogo alla rete internetper cercare notizie, informazioni,risultati sportivi od orari di eventi;ma il tutto senza esagerare o

sfociare in comportamenti com-pulsivi o che invece di far rispar-miare tempo ci costringono aspenderne il doppio per trovaresoluzioni a problemi nati per unagestione impropria del propriolavoro o tempo libero.Come per qualsiasi altro strumen-to di lavoro siamo noi a dovercomandare i tempi ed i modi diutilizzo, siamo noi a dover fissarequanto lo strumento ci è utile pervelocizzare la nostra attività equanto invece è meglio rinunciar-ci. E soprattutto siamo semprenoi a dover tenere divise le attivitàlavorative da quelle di svago odel tempo libero che, come evi-denziato dall’indagine americana,spesso causano numerosi proble-mi soprattutto quando convivonosu uno stesso smartphone!Il tempo nella vita di ogni individuoè importante, sprecarlo per corre-re dietro alle ultime tecnologiesenza aver chiaro il loro realeutilizzo oppure disperderlo tramille dispositivi elettronici non hasenso.

Oltre l’aspetto lavorativo anchequello della vita privata di ognunoè stato parecchio influenzatodall’avvento degli smartphone.Quanto tempo dedicano i giovania navigare in internet con il lorotelefonino all’ultima moda, quantotempo al giorno viene dedicato afissare lo schermo del proprio

telefonino? Purtroppo in alcunicasi veramente troppo. DatiISTAT affermano che l’uso delcellulare, frai ragazzi tra gli 11ed i 17 anni è quasi raddoppiatonel giro di un decennio (dal 55,6%del 2000 al 92,7% del 2011).Navigando in rete per reperire irisultati degli studi che ho citatomi sono imbattuto in un portaleinternet che trattava l’argomentodelle nuove dipendenze. Con sor-presa mi sono accorto che accan-to alla dipendenza dalla droga edal gioco d’azzardo, si parla sem-pre più spesso di dipendenza dainternet e dai dispositivi portatiliquali gli smartphone, in particolaretra i giovani.Sul sito della SIIPAC – SocietàItalaina di Intervento sulle Pato-logie Compulsive – è disponibileaddirittura un test per verificarein 10 domande la propria dipen-denza dall’uso del telefono cellu-lare. Viene evidenziato che gliutilizzatori compulsivi non si stac-cano mai dal telefono cellulare,lasciandolo sempre acceso e di-gitando ben più di 100 sms nelle24 ore; non riescono a consuma-re un pasto in famiglia senza con-trollare più volte lo schermo deltelefonino e, come per le droghe,sentono l’esigenza di dover tra-scorrere sempre più tempo“attaccati” al loro dispositivo pertrovarne la stessa soddisfazione.

Per concludere questo mio inter-vento, senza dare troppi dati ne-gativi e senza sminuire quelli che,secondo la mia opinione, sonostrumenti pregevoli di comunica-zione e che, se usati con le giustedosi e le dovute accortezze, pos-sono davvero semplificare la vitae concedere un maggior tempo“libero” da dedicare ad altre atti-vità, voglio segnalare un aspettopostivo degli smartphone, legatoin particolare al reperimento diinformazioni. Nel box a fondopagina suggerisco alcuni pro-grammi per smartphone (o meglio“app”, per utilizzare un linguaggiopiù tecnologico) che ho provatopersonalmente o delle quali hosentito parlare. Attenzione, però,perché non tutto quello che lucci-ca è sempre oro… sta alla nostracoscienza ed alla nostra intelli-genza saperle utilizzae nel modocorretto, facendo piegare lo stru-mento tecnologico alle nostre esi-genze e non viceversa, dettandonoi i modi e soprattutto i tempi diutilizzo.

Qurami: applicazione che permette di risparmiare il propriotempo per evitare file in ambulatori medici, poste, banche. Èpossibile, infatti, sapere quali uffici e strutture hanno meno fila,prendere il numero di prenotazione direttamente dal dispositivo

mobile e sapere quante persone ci precedono.

Google Goggles: una sorta di “lettore” di immagini che ha lacapacità di reperire informazioni su tutto quello che poteteinquadrare con la telecamera del vostro telefono (opere d’arte,loghi, paesaggi, codici a barre, ecc.).

Waze: applicazione che permette di evitare il traffico, risparmiaretempo e benzina. Usata da 30 milioni di persone nel mondo èin costante crescita, anche in Italia. Grazie ai commenti degliutenti in tempo reale sono disponibili aggiornamenti sul distributore

meno caro e su possibili blocchi stradali.

Shazam: non ricordate il titolo di quella canzone che sta passandoalla radio e che vi piace particolarmente? Fischiettate unamelodia di cui non avete mai saputo titolo ed autore e vorrestescoprirlo? Con questa applicazione è sufficiente avvicinare il

telefono alla fonte sonora ed in pochi istanti visualizzerete titolo, autore,testo ed ogni altro genere di informazione sul brano.

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Avvocato Andrea Policari.Lavora a Roma, e dal 2011 ricopreil ruolo di Organo di Controllo per

la 231 di Coseva

nella fase di definizionedelle strategie e degli

obiettivi aziendali il managementdi una società dovrebbe averepresenti le fattispecie di rischio,le tecniche di rilevazione e misu-razione, nonché i diversi strumentidi monitoraggio, al fine di coordi-nare efficacemente e in modotrasversale il proprio sistema dicontrollo.

La gestione e il controllo dei rischirappresentano un processo par-ticolarmente complesso e in pienaevoluzione diretto a disporre diuna struttura organizzativa quantopiù possibile leggera e flessibile,ma capace di registrare con tem-pestività e precisione i fenomeninuovi (ivi inclusi quelli potenzial-mente "a rischio") nonché di rea-gire con efficacia e prontezza allesollecitazioni di diversa naturaprovenienti dai mercati ed anchedal contesto normativo di riferi-mento, ossia dalle norme impera-tive (leggi e regolamenti) e diautoregolamentazione (statuti,codici di condotta, codici diautodisciplina ecc.). Per-tanto, il modello organiz-zativo orientato alla ge-stione e al controllo deirischi basato su unapproccio integratorappresenta unostrumento concretoa disposizione delleimprese per definirestrategie di gestionee sistemi di controlloe presidio dei rischiaziendali efficaci.

In tale ambito si inse-risce anche il modellodi organizzazione e digestione introdotto nelnostro ordinamento dalD.Lgs. 231/2001. In talecontesto assume certamente

rilevanza la decisione del giudiceper le indagini preliminari del Tri-bunale di Milano del 17 novembre2009, il quale ha riconosciutol'autoregolamentazione qualestrumento idoneo per la preven-zione e il controllo dei rischi chegravano sull'impresa.L'art. 6 del D.Lgs. 231/2001 pre-vede l'esenzione da responsabi-lità amministrativa - e dunquel'esclusione dall'irrogazione dellesanzioni - quando la società haadottato, effettivamente attuatoe cercato di fare rispettare unmodello calibrato sulla reale si-tuazione operativa e di rischiodella società medesima, tale daessere idoneo a escludere, oquantomeno ridurre significativa-mente in via preventiva, il rischiodi comportamenti - da parte disoggetti qualificati come "apicali"ovvero "subordinati" - che posso-n o i n t e g r a r e i   c d .“reati presupposto”.

Attraverso il modello si vuole inqualche modo garantire che ilsistema dell'impresa, la sua orga-nizzazione e le finalità comples-sive che essa persegue non sianoterreno di reati. Da un punto divista giuridico, in particolare, at-traverso l'adozione del modello,la società ha la possibilità di an-

dare esente da colpa e dunqueda responsabilità. Al riguardo,

il problema della preven-zione del rischio-reatonelle società non è tantoun problema di perso-ne, ma soprattutto di" o r g a n i z z a r el'organizzazione": ilrispetto delle normepenetra nella stessafase di progettazioned e l l a s t r a t e g i ad'impresa, in modo daadeguare lo stile e icomportamenti della

società alle pretesedelle norme vigenti.

Si tratta di un processodes t ina to a s foc ia re

n e l l ' a l l e s t i m e n t o d iun'organizzazione, attraverso la

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Codice QR

Leggi le istruzioni a pag. 4

quale una pluralità di soggetti èchiamata a formulare una ri-cetta per individuare l'orbitadel rischio-reato, misurarnel'intensità e, infine, ge-stirlo in vista del suocontenimento entro li-miti di tollerabilità.La società, difatti,deve prevedere unprocedimento per lamappatura dei rischie un efficiente si-stema di flussi in-formativi, oltre aprocedure di moni-toraggio e controllo,attività di formazionee riunioni periodiche traorgano di controllo eOrganismo di Vigilanza.

Con riferimento a quantosopra, si ritiene sia importanteconsiderare che il vertice azien-dale e coloro che sono incaricatidi pianificare ed eseguire le attivitàdi realizzazione, adozione e at-tuazione del modello debbonosfuggire da ogni forma di sempli-cistica standardizzazione di pre-scrizioni e comportamenti, privi-legiando un approccio basato suisistemi di autovalutazione deirischi finalizzato all'individuazione,alla valutazione, al censimento ealla graduazione delle specifichepotenzialità del reato nello speci-fico ambito aziendale. In altri ter-mini, non occorrono dei formali“pacchetti preconfezionati” da ri-v e r s a r e s u l l e s t r u t t u r edell'impresa, ma piuttosto occor-rerà, in modo concreto ed opera-tivo, attraverso riunioni, comuni-cazioni ecc., indirizzare i lavoripreliminari di confronto e di veri-fica sul campo, di condivisionecon il vertice e le strutture dellasocietà, nonché di adattamento,di ri-modellizzazione e di ri-procedimentalizzazione nelle cir-costanze in cui si ravvisino i pre-supposti di reati.

Dunque, il modello deve scaturireda una visione realistica ed eco-nomica dei fenomeni aziendali enon esclusivamente giuridico-formale. Sotto l'aspetto strutturalee contenutistico, il modello deverappresentare l'esito di una cor-retta analisi del rischio e, pertanto,l'esito della corretta individuazionedelle vulnerabilità oggettivedell'ente in rapporto alla sua or-ganizzazione e alle sue attività.Per questo, il D.Lgs. 231/2001richiede che siano previsti obblighidi informazione nei confronti

dell'Organismo di Vigilanza. Daun punto di vista generale, le strut-ture di governance(consiglio diamministrazione, comitato esecu-tivo, collegio sindacale, funzionedi internal auditing ecc.) sonotenute a mantenere informatol'Organismo di Vigilanza di ognievento o fatto rilevante per il ri-spetto e il funzionamento del mo-dello, mentre il personale dipen-dente ed eventuali collaboratoriesterni devono riferire ogni infor-mazione relativa a comportamenticostituenti violazioni delle prescri-zioni del modello o inerenti allacommissione dei reati.

Il processo di comunicazione de-ve fondarsi sul rispetto dei principidi riservatezza e confidenzialitàe nel contempo devono esseregarantite la documentabilità everificabilità sia della trasmissionesia del contenuto del flusso infor-mativoQuanto più è dettagliata e speci-fica la regolamentazione dell'iterdi ogni processo, tanto più si ri-duce il rischio che la singola atti-vità sia occasione di commissionedi illeciti. Al riguardo, devono es-sere esattamente determinate leprocedure relative alla formazionee all'attuazione delle decisioniche riguardano le attività perico-lose. Con riferimento ai profilischiettamente applicativi, si pro-segue osservando che (normal-mente) i protocolli consistono inuna organizzazione sufficiente-mente formalizzata e chiara rela-tivamente all'attribuzione di re-

sponsabilità, alle linee di dipen-denza gerarchica e alla descri-

zione dei compiti. Sono,quindi, importanti le indi-

cazioni rivolte ai dipen-denti, necessarie perindirizzare l'attività delpersonale operativo emanageriale verso ilconseguimento degliobiettivi aziendali.Altrettanto importantisono gli aspetti pro-cedurali finalizzati aregolamentare losvolgimento delle at-tività, prevedendo deicontrolli specifici nelle

situazioni a rischio.Poteri autorizzativi e di

firma devono essere at-tribuiti con la finalità di rin-

tracciare le responsabilità diognuno, insieme al sistema dicomunicazioni al personale (perportarlo a conoscenza di tutto ciòche riguarda la società, la suapolitica e i rapporti con l'esterno),nonché ai programmi di formazio-ne dei dipendenti. I protocolli de-vono accompagnarsi a principiche consentano la loro osservan-za, la verificabilità anche tramitela documentazione di ogni opera-zione, la separazione delle fun-zioni, la rintracciabilità dell'azionedi controllo svolta.

Per quanto sopra evidenziato,l’adozione del Modello e del Co-dice di autodisciplina è provadell’impegno della CooperativaCoseva a:- promuovere la cultura dell’etica,

dell’integrità, della trasparenza,della correttezza gestionale;

- rispettare i valori etici ed attuareun costante controllo preventivodella regolarità e della legalitàdell’operato dei propri dipen-denti e collaboratori.

Il Codice Etico diCoseva Pluriservizi

Visiona l’interodocumento sul sito.

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Roncone M. Teresa, DirezioneLavori del settore Multiservizi.

N LUNGO VIAGGIOVERSO LA “MERICA”

Nel 1922 Ettore Steccone decidedi partire per la “Merica”, comevenivano chiamati allora gli StatiUniti dalla gente comune. Ha 26anni, è nato e vive a Maiö (Mag-giolo), comune di MongiardinoLigure in Provincia di Alessan-dria) da una famiglia di contadinie ha ben 7 fratelli. Ha frequentatola scuola fino alla terza elemen-tare, è creativo e intelligente, unragazzo calmo e preciso. Più tardidiventa falegname e i compaesa-ni ricordano ancora come senzaconoscere i trucchi del mestiereriesca a realizzare serramentiperfetti, soltanto guardando comesono fatti gli altri. Spirito di os-servazione, immaginazione edenergia: qualità che si rivelerannovincenti nel suo imminente futuro.Partecipa alla Grande Guerra(1915-18) combattendo per quat-tro anni sulle Alpi austriache eottenendo il grado di sergente inuna compagnia di mitraglieri.Più tardi otterrà il titolo diCavaliere di Vittorio Ve-neto, istituito dallo Statoin gratitudine di quantisi sono distinti in bat-taglia durante laprimaguerra mondiale in-signiti della croce almerito di guerra. Itempi sono duri, staper iniziare il ven-tennio fascista, Ettoreha idee, talento, am-bizioni e decide diimbarcarsi. Da Mon-giardino a Genova, poila nave verso New York:un viaggio infinito, maricco di speranza. Ettorefinisce in California, preci-samente ad Oakland, doveintraprende numerosi lavori per

mantenersi: dal fioraio, al frutti-vendolo, a portiere e lavavetri.Quest’ultimo mestiere è quelloche lo traghetta al successo ecambia radicalmente la sua vita.Fonda infatti una piccola impresain proprio e continua a lavorareduro, coltivando le proprie intui-zioni. Se ci trovassimo per le stra-de di Oakland, negli anni ’20 delNovecento, potremmo vederlo intuta da lavoro mentre si spostada un lavoro all’altro in sella allasua motocicletta Indian, con lascala a pioli sulla spalla.

“MOGLI E BUOI DEI PAESIT U O I ” O V V E R O :L’IMPORTANZA DELLA SAG-GEZZA POPOLARE

Ettore inizia ad essere soddisfattodella propria vita, ma gli mancaqualcosa: qualcuno con cui con-dividere sogni e lavoro, speranzee sacrifici. Esattamente 10 anni

dopo la sua partenza, nel 1932,torna in Italia dalla famiglia e siferma per un breve soggiorno. Inuna frazione vicino a Maggiolo,abita la sua futura sposa, suacugina Emma Steccone. Una ra-gazza a cui, prima di partire, ave-va già fatto una promessa. Ettorenon perde l’attaccamento alla pro-pria terra e conserva le radici ela cultura contadina, “mogli e buoidei paesi tuoi”. Anche questa vol-ta, Ettore compie la scelta giusta.La bella Emma si rivela nel tempouna moglie affettuosa, personaaffabile, lavoratrice instancabilee grande sostenitrice del maritolungo la strada verso il successo.

Tornati in America nel no-vembre del ’32, i coniugi

Steccone si dedicano en-trambi al lavoro di portierie lavavetri dividendosii compiti: Ettore fa ilpo r t i e re e l aval’esterno delle fine-stre, Emma laval’interno e fa pulizienegli uffici e negliappartamenti.

L’IDEA VINCENTE:IL BREVETTO DEL

MODERNO TERGI-VETRO

Mentre svolge il suo me-stiere di lavavetri, Ettore non

è per niente soddisfatto degliattrezzi a sua disposizione, né

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Ettore Steccone a bordo della sua motocicletta Indian con la scala a pioli sulla spalla.

del risultato ottenuto. In quel mo-mento si utilizzano i pesanti asciu-gatori in metallo chiamati tergive-tro “Chicago”, dalla città dovevengono prodotti, con l’aggiuntadi spatole in setole di cinghiale espugne naturali. Per Ettore nonsono gli attrezzi giusti. Il tergivetroè pesante, ingombrante e scomo-do, anche per via di numeroseviti di fissaggio delle doppie palein gomma. Il risultato non lo ac-contenta, in quanto l’attrezzo nonasciuga le finestre a dovere elascia inoltre delle righe se nonsi asciuga ulteriormente con unapelle di daino. E’ questo l’impulsoche porta Ettore a studiare unnuovo attrezzo per una perfettae veloce pulizia dei vetri. Di gior-no lavoro come portiere e dinotte studia un nuovo attrezzoper l’industria lavavetri. Quantenotti insonni nel garage dellacasa di Oakland, insieme adEmma, per perfezionare la loroinvenzione! Ettore ha frequenta-to le scuole soltanto fino alla 3°elementare, eppure sembra co-noscere istintivamente la formapiù adatta per uno strumento dilavoro leggero e facile da impu-gnare. Il suo nuovo “giocattolo”è un tergivetro leggero, conun’impugnatura in ottone lucidoe una lama in gomma affilata e

facilmente sostituibile. Ora Ettorepossiede un progetto e mentreperfeziona il suo strumento dilavoro nel garage di Oakland, lousa anche sul lavoro facendoloprovare ai suoi colleghi. La suainvenzione è pronta e di li a pocoavrebbe rivoluzionato l’industriadella pulizia dei vetri. A questopunto, dopo tante notti di lavoro,Ettore può finalmente chiedereil brevetto, che ottiene nel 1936.Inizialmente decide di chiamareil suo nuovo attrezzo “NewDeal”, in onore della politicache Franling D. Roosevelt staattuando per migliorare la vitadegli americani.

LA STRADA VERSO IL SUC-CESSO: UN PERCORSO TOR-TUOSO E IMPREVEDIBILE

Una volta ottenuto il brevetto sor-gono anche le difficoltà per affer-marlo e difenderlo. Prima fra tutteil pregiudizio nei confronti diun immigrato italiano, conside-rato analfabeta e preso in giroper il suo forte accento. Una storiache purtroppo si ripete in tutte leepoche!!! Così lo vedono i produt-tori di gomma, con i quali Ettoreha molte difficoltà. Eppure la gom-ma rappresenta il pezzo forte del-la sua invenzione, perciò decide

di non darsi per vinto e si rivolgea diverse compagnie della gom-ma prima di riuscire a produrreuna lama che lo soddisfi piena-mente. Per una pulizia perfetta ènecessaria una gomma con dellespecifiche ben precise, ma i pro-duttori non sembrano in grado dicapirlo, inizialmente, ed Ettorerispedisce al mittente interepartite di gomma. La secondadifficoltà consiste nel distribuirela sua nuova invenzione sul mer-cato: Ettore potrebbe finanziareun team di rappresentanti facen-dosi prestare denaro, ma nonrientra nel suo stile, perché nonsi fida a chiedere prestiti. Il suostile è lavorare duramente, cre-dendo in ciò che fa. Fino a quelmomento egli ha diffuso la suainvenzione facendola provareai suoi colleghi, ma deve com-piere un salto se vuole affermarlasul mercato. Decide quindi di in-contrare il più grande grossistadi articoli per lavavetri del pa-ese: J. Racestein Co, che sitrova a New York, per presentargliil suo rivoluzionario lavavetri. Nel1938 Ettore incontra Gorge Ra-cestein, ma egli non crede nellepotenzialità del nuovo strumento,tanto che risponde che nonl’avrebbe mai venduto e che iprofessionisti non l’avrebbero maiutilizzato. Prima di congedarsi,Ettore gli lancia una scommes-sa: entro un mese la compa-gnia farà un ordine per il suonuovo tergivetro, e il vincitorericeverà il più bel cappello dauomo che il denaro possa com-prare. Per vincere la sua scom-messa Ettore attraversa tuttaManhattan mettendo in mano aciascun lavavetri professionistala sua invenzione, innescandocosi un passa parola nel settore.I lavavetri amano la sua invenzio-ne per la facilità di utilizzo e peril risultato ottenuto, e quando chie-dono ad Ettore di acquistarlo, eglidice loro di rivolgersi alla Race-stein Co. Il gioco è fatto, i calcolidi Ettore si rivelano giusti e vincela sua scommessa con il desti-no: nel giro di un mese arriva unalettera che chiede il prezzoall’ingrosso e la spedizione imme-diata, un ordine di $ 2.000 e unmagnifico cappello Borsalino.

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Mauro Idone, ragioniere,appassionato di filosofia,socio ed ex Presidente di

Coseva (dal 1988 al 1990).

Io ogni mattina ascolto l'albae la sera il tramontoe tutto il rumore che fae poi per ogni giorno che passafaccio un segno su un murodi questa cittàperché non è il tempo che mimanca e nemmeno l 'età.

Io ogni mattina quando partolascio aperta la mia portase qualcuno verrà

iamo nella Roma occu-pata dai nazisti. Elsa e

Giacomo sono costretti a fuggiree a rifugiarsi, con le figlie Milenae Dora, in una canonica di cam-pagna, dove vengono protetti daun sacerdote amico, don Gioac-chino. Il paese è piccolo e la fa-miglia in fuga deve assicurarsinuovi passaporti e frequentare lamessa per non destare sospetti.Giacomo non può abbandonaredel tutto il suo negozio di tessuti,temporaneamente affidato a uncommesso, facendo la spola qua-si quotidianamente, in corriera,con la capitale. Una sera nontorna.Elsa rimane sola con le figlie edopo la Liberazione è costretta agestirne la crescita, non solo sulpiano pratico ma anche sul pianomorale. Intanto ha saputo cheGiacomo è morto in una cameraa gas di Auschwitz.Gli interrogativi si affollano: chi èstato a tradire suo marito? Comeè avvenuto l'arresto? Viene a sa-pere la verità, ma non vuole an-dare a fondo, finge di ignorarla,o meglio se la tiene per sé a be-neficio (così ritiene) delle ragazze,di quel che rimane della loro se-renità e del loro futuro.

E' un romanzo che mette in giocoparecchi temi, valori e principi chepossono aprire parecchie discus-sioni (memoria, verità, perdono,fedeltà, tradimento, dolore, colpa,vergogna, religioni, umanità edaltro...) ma il tema principale pen-so sia questo: è meglio andarefino in fondo alla ricerca dellaverità (costi quel che costi) svi-

e poi metto polvere di gessosul pavimento di casaper i passi che faràperché quando c'è una portaapertadi sicuro prima o dopo si sa.

Io ogni sera quando tornolascio delle tracce bianchesulla polvere che sache qui non ci viene mai nessunoe nemmeno per oggi

non ci sono novità e poi richiudola mia porta per la notte e per ilfreddo che ci fa.

Io ogni mattina ascolto l'albae la sera il tramontoe tutto il rumore che fae poi per ogni giorno che passagraff io un pezzo di murodi questa cittàperché non è il tempo che mimanca e nemmeno l 'età.

scerare tutto il dolore, la rabbia,la sete di giustizia; oppure smet-tere di lottare, lasciare che il tem-po sani le ferite, cercare serenitàe normalità (soprattutto per i bam-bini); la protagonista dice: «Secominciamo a cercare i colpevolisi discuterà soltanto di morte”.

La storia prende spunto da fattirealmente accaduti;ebrei deportatia causa di “spiate” ce ne sonostati parecchi, dopo le “leggirazziali”, non sempre per questio-ni di antisemitismo ma, spesso,per meschini interessi economicied altri opportunismi privati. Purcomprendendo le ragioni dellaprotagonista che voleva che ilpadre delle sue figlie fosse ricor-dato come persona e non comevittima, ritengo che bisogna con-tinuare ad indignarsi per questicomportamenti inumani che con-tinuano a ripetersi nella Storiaforse proprio perché non vengonoapprofonditi nella loro complessi-tà.

Elsa Morante dice che di ritornodai lager nessuno aveva vogliadi raccontare, perché si trattavadi narrare non le avventure diUlisse, ma storie terribili di perse-cuzione. Spesso gli ebrei avevanovergogna a ricordare quel cheavevano subìto. E dice anche chenessuno aveva voglia di ascoltarei racconti dei "giudii", "figure spet-trali come i numeri negativi". Pri-mo Levi parla del "trauma dellostraniamento": non erano valoricapovolti, ma fatti indescrivibili.Ma per noi è fondamentale chequeste storie continuino a venire

alla luce perché, dal libro vienefuori un Paese che non ha maipreso coscienza della sua storiae delle sue responsabilità.

L'autrice dice: «La Germania hatentato una riparazione già dal'52. Molti tedeschi scrivevano aPrimo Levi per farsi consolare deimisfatti dei padri... In Italia non èsuccesso niente di tutto questo.Con l'amnistia voluta da Togliattiper i reati commessi dopo l'8 set-tembre si è rinunciato a fare giu-stizia: nessuno è stato rimosso oepurato. I poliziotti sono rimastipoliziotti e i giudici giudici. Il cri-mine nazista è stato talmenteenorme che tutto è andato a ca-rico della Germania. La Resisten-za mi fa battere il cuore: ma biso-gna riconoscere che nei vent'anniprecedenti la gran parte degliitaliani era una folla festante chenelle piazze inneggiava al fasci-smo».

Consiglio questo libro anche per-ché è scritto bene e i personaggisono ben delineati ed approfon-diti...

Buona lettura...

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Pasquale Lanza.Responsabile del Personale.Dottore in Giurisprudenza.

iamo nel 1993, Coseva ècostituita da 40 soci. E’

l’anno dell’arresto di Totò Riina,dell’avviso di garanzia a Craxi,del governo Ciampi dopo ledimissioni di Amato, delloscioglimento della DemocraziaCrist iana e del la nasci tadell’Unione Europea; è l’anno deld iscorso contro la maf iapronunciato da Giovanni Paolo IInel la val le dei Templi adAgrigento, dell’omicidio a Palermodi don Puglisi parroco antimafia.

Mentre a Sanremo vince EnricoRuggeri con la canzone “Mistero”,Vasco Rossi da Zocca dichiara:“io sono il rock” e lo riaffermaconcretamente con il suo albumpiù rock “Gli spari sopra”. E’ il suodecimo album e vince 10 dischidi platino.

I testi rabbiosi e i suoni forti, sialternano a canzoni dolci e diatmosfera. Il brano che dà il titoloall’album ha un testo durissimo,chitarre incisive e Vasco avverte“state attenti se si girano glieserciti, se la guerra poi adesso

cominciamo a farla noi, gli sparisopra sono per voi”. Siamo allafine della prima Repubblica e nelpieno di Mani Pulite.

Ma è “Vivere” la canzone diquesto album che quandol’ascolto mi fa venire i brividi; unadelle ballate più belle di Vasco.Musicalmente coraggiosa (l’usodei violini…), “Vivere” ci invita adivertirci, a non rinunciare asorridere, a lasciarci alle spallei ricordi brutti. Ed è il tempo lachiave di volta del messaggio: “èpassato tanto tempo”; “un ricordosenza tempo”; “perdere tempo”.E’ un soffermarsi a guardareindietro che non deve frenarci madarci speranza.

E’ soprattutto il ritornello “ogginon ho tempo, oggi voglio starespento” che coglie nel segno ecolpisce ognuno di noi. Quantevolte al giorno diciamo “non hotempo” e quante volte invecesentiamo il bisogno di staccarecon tutto e tutti, spegnerciappunto. Dovremmo allorainterrogarci su come gestiamo il

nostro tempo invece di lamentarcidel problema e basta: forse siamonoi che abbiamo una vita troppopiena, che corriamo dietro a tantiimpegni per cui il tempo non cibasta mai.

Penso che abbiamo perso ilrispetto per il tempo da dedicarealle cose veramente importanti,“senza perdersi d’animo mai” esiamo al paradosso che aspettaresia una perdita di tempo. Riuscireinvece a gestire il proprio tempoliberamente senza esserne“schiavi”, sarebbe per tutti unguadagno più che una perdita,sia a livello personale chesociale: una preziosa eredità delpassato, un investimento per ilfuturo ma soprattutto un buon“vivere” del presente.

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VASCO ROSSI(Zocca 7 febbraio 1952)

Altri album consigliati:Bollicine (1983)

C’è chi dice no (1987)Buoni o cattivi (2004)

Il mondo che vorrei (2008)

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OsteriaNERBONE

RistoranteIL MENDICANTE

RistoranteFORINO

DI CERRI

Piazza Matteotti, 22Greve in Chianti (FI)

Tel. 055 853308www.rerbonedigreve.com

Fantastico paese con una piazza triangolarepercorsa su tutti i lati da archi, dove si respira

il profumo dei salumi toscani.Bel modo di mangiare tipicamente toscano su

un balcone che da sulla piazza medievale.Chiuso il martedì

Via della Tenuta della Mistica,00155 ROMA

Tel. 06 2252310

www.volontaricapitanoultimo.it

Visita il sito inquadrando ilcodice QR qui sotto

Capitan Ultimo per chi non lo ricordasse è unCarabiniere che ha partecipato all’arresto di

Totò Riina ed ha lavorato in copertura all’internodi organizzazioni mafiose.

E’ particolare scoprire a Roma che questoufficiale dei Carabinieri ha ispirato un’ottima

iniziativa per aiutare persone meno fortunate.E’ un modo simpatico di mangiare un’ottima

pizza a costi veramente popolari, in un’ambientesemplice e spartano.

I tre elefantini li diamo non per la cucina maper l’insieme dell’ambiente e lo spirito

dell’iniziativa di volontariato.

Via Carlo Piaggia, 21Capannori (LU)

Tel. 0583 935302www.ristoranteforino.com

Uscire dall’autostrada per sbaglio e trovare unposto come questo è semplicemente fantastico.

Cucina tipica lucchese con piatti ricercati eprezzi che in rapporto alla qualità sono contenuti.

Merita di andarci apposta.Chiuso la domenica sera ed il lunedì.

ISTITUTO STORICO DELLA RESISTENZA E DELL’ETA’ CONTEMPORANEA - Provincia di Imperia

“Desideriamo ringraziarVi sentitamente per il congruo contributo, devoluto a sostegno della pubblicazionedel libro biografico “Mumuccio”, di Francesco Biga ed Ersilia Castagneto, dedicato a Giacomo Castagnetoeminente figura di antifascista e partigiano”.

Il PresidenteManfredo Manfredi

COMPAGNIA DEL SESTRIERE MARINA - Ventimiglia

“Con l’approssimarsi dell’Agosto Medievale 2012 la Marina San giuseppe è tornata dopo tanti anni a“vestire” i suoi colori, i colori del Sestriere Marina ... il bianco accecante del sole e l’azzurro del mare.Imbandierare la Marina è stato possibile grazie anche ad alcuni esercenti che ci hanno aiutato moralmenteed economicamente. E’ stato bello chiedere un contributo di questi tempi di crisi ed essere accolti con ilsorriso sulle labbra ... Un grazie sentito alla ditta COSEVA che da nni ci è vicino”.

Alè Marina!

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LEGACOOP LIGURIA - Contributo per ripristino danni da alluvioneNota del Presidente Legacoop Liguria Gianluigi Granero del 18/06/2012.

“A seguito dei tragici eventi alluvionali che hanno colpito la provincia di La Spezia e la città di Genova,decidemmo in primo luogo di “adottare” la piccola Cooperativa di Consumo 5 Terre, che aveva avutodanni di tale portata da mettere in discussione la continuità aziendale ma la situazione della Cooperativasi è rivelata assai più critica di quanto potessimo aspettarci (il negozio di Vernazza è stato definitivamentechiuso e stiamo lavorando ad una soluzione diversa che appare ancora lontana).

Sul fronte del sostegno pubblico – avviato solo dopo aver compreso che l’intervento sulla cooperativa simanifestava complicato e lungo – abbiamo concordato ed erogato un contributo di 30.000,00 ¤ a favoredel Comune di Pignone (Val di Vara) che il territorio ci ha segnalato come particolarmente bisognosodi aiuto poiché, essendo piccolo e meno noto, ha ricevuto minori attenzioni dai media e conseguentementeaiuti.

Il Comune utilizzerà i fondi da noi versati(con bonifico alla tesoreria comunale) percompletare le opere di rifacimentodell’ingresso del Comune e dellafrazione di Casale e rispetto ai qualialleghiamo alcune foto che credo parlinopiù di ogni relazione.”

UN’ORA VALE DUE - Iniziativa a sostegno delle popolazioni terremotate dell’Emilia.

Coseva ha dec iso d i ader i re a l l ’ in iz ia t iva promossa dal le cent ra l i cooperat iveLEGACOOP/AGCI/CONFCOOPERATIVE e dai Sindacati CGIL/CISL/UIL, a livello nazionale, per dareun aiuto concreto alle popolazioni terremotate dell’Emilia ed alle cooperative coinvolte e danneggiate nelsisma. Il progetto, che è stato pubblicizzato tra i soci, prevedeva la donazione dell’equivalente di un’oradi lavoro ed il raddoppio della cifra ottenuta da parte della cooperativa. I dati evidenziano che, adottobre 2012, hanno aderito un centinaio soci Coseva per un totale di Euro 1.713 raccolti (La cifra ècomposta da Euro 856 donati dai soci e di Euro 856 donati dalla cooperativa).

REGISTRO DEI DATORI DI LAVORO SOCIALMENTE RESPONSABILICoseva ha iniziato a svolgere le pratiche per l’iscrizione al registro dei datori di lavoro socialmenteresponsabili, istituito dalla Regione Liguria, in collaborazione con Unioncamere e Agenzia Liguria Lavoro.Il registro, previsto dalla legge regionale n.30 del 2007, rappresenta una novità a livello nazionale e miraa diffondere il tema della RSI in forma integrata non solo nelle imprese private ma anche nelle PubblicheAmministrazioni.

La notizia della festa per i trent’anni della nostra cooperativa è statapubblicata sia sulla Stampa che sul Secolo XIX del 26 maggio 2012.In quella data, infatti, si è svolta l’Assemblea dei Soci che ha vistola partecipazione di 288 soci, deleghe comprese.

COSEVA COMPIE TRENT’ANNICelebrazioni al Palafiori di Sanremo del 26 maggio 2012

Con il QR qui accanto potrete anche visionare la video intervista alnostro Presidente, rilasciata nel corso delWelcome Day di Genova, organizzato asettembre per accogliere le nuove cooperativeentrate in Legacoop nel l ’ult imo anno.

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SPONSORIZZAZIONI DI COSEVA

Tra le diverse sponsorizzazioni di quest’anno effettuate da Coseva a sostegno di attività sportive, culturalie sociali, segnaliamo due iniziative di carattere sportivo:

JUDO CLUB DI VENTIMIGLIA ePALLAMANO VENTIMIGLIA SPORT CLUB.

Entrambe le squadre, ognuna nella sua disciplina sportiva,hanno ottenuto importanti risultati sia a livello regionaleche nazionale se non addirittura europeo con lapartecipazione della judoka Maruska Iamundo alla SquadraNazionale Italiana.Pubblichiamo volentieri l’immagine dei ragazzi delJudo Club, del corso estivo 2012, che indossano lemagliette con il logo Coseva.

GYPROC SAINT GOBAIN - Inaugurazione impianto di Montiglio

Il 6 luglio 2012 alle ore 17.30 ha avuto inizio ufficialmente la cerimonia di inaugurazione dello stabilimentodi Montiglio Monferrato che produce materie prime per l’edilizia. Nel corso della giornata c’è stato spazioper la visita agli impianti, per un giro in mongolfiera e per i saluti di importanti personalità della multinazionaleSaint Gobain. Coseva ha partecipato all’avvio dello stabilimento prestando servizi di facchinaggioa partire dal mese di febbraio.

5° GIORNATA INTERNAZIONALE AMBIENTE SALUTE SICUREZZA

Verallia - Saint Gobain ha organizzato per la quinta volta la giornata dedicata ai tre valori primari perseguitidal Gruppo: Ambiente, salute e sicurezza. La giornata è celebrata in tutti gli stablimenti del Gruppo siadai dipendenti che dalle ditte in appalto. Per Coseva hanno preso parte all’evento il nostro Responsabiledel Personale Dott. Pasquale Lanza ed il nostro Assistente alla Direzione Lavori l’Ing. Emanuele Taricco.

NORDICONAD - Festa sociale Liguria e Basso Piemonte

Si è svolta il 14 ottobre la festa sociale della coopertiva Nordiconad per l’area dellaLiguria e del Basso Piemonte, presso l’Hotel Royal di Sanremo.L’anno 2012 rappresenta un traguardo importante per la cooperativa di dettaglianti,nata in provincia di Imperia, che raggiunge i 50 anni di attività. Per i festeggiamentiè stato prodotto e distribuito un DVD commemorativo.

CURIOSITA’L’ufficio del nostro “Esam”, Assistente alla DirezioneLavori della zona di Roma, presso la Centrale del Lattedi Roma.

Questo ultimo appalto, acquisitoda Coseva nella Capitale d’Italiaad agosto 2012, rappresenta unaimportante acquisizione per i lsettore della Logistica della nostracooperativa, ed impiega circa 40nuovi soci lavoratori.

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INTRODUCTION TO TRANSLATIONOur publication "The Point" has a theme followed by the majority of employees.

In this issue, the theme is: TIME.

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The Vice President of the cooperative Dr. Massimo Bolla offers a broad ethical reasoning on the need for racepolicies. In particular, the work of women is essential to the development of society, but they are difficult tocreate equal rights and opportunities than other sex. The article talks about a strong sensitivity of the cooperativeon this theme, but also to combat all forms of discrimination.

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The engineer Taricco Emanuele, a member of Board of Directors of Coseva, explains the evolution of scientificunderstanding of time and its measurement by the ancient Egyptians to the present day.

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The anonymous writer of this article gives us a beautiful and direct view of the time of life, which, accordingto mood, may be all free time. The time missing and the time spearing. The time of life to be committed tothe fullest. Imagination and precision are both in the time.

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Our man of communication Mattia Maccario (law degree) has studied the phenomenon Smartphone and itshows that can save you a lot of time if used properly but also make it lose a lot if misused. Recommendedinteresting applications (app).

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The Lawyer Andrea Policari of Rome gave us an article with strong technical connotations and characterizedby a precise and punctual as it should be produced and managed a plan to prevent corporate penalty offensesas well as Coseva has since 2005.

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The coordinator of the Multiservice offers us the life story of Hector Steccore, who emigrated to the USA in1920 and after many efforts succeeded in patenting settle "the stick" that we still use to clean the glass. Eachof the past repeating itself.

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Mauro Idone reviews a good book by the writer Lia Levi ... "the return from the “lager” that no one wants totell." Tragic story of the extermination of Jews in World War II, similar to episodies that continue to be repeatedin many forgotten wars around the world today.

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"Manage your time ... it would be all gain and not a loss," is the thought expressed in the article by Dr. LanzaPasquel, our Personnel Manager. All inspired by a song by Vasco Rossi from 1993 "Live" to the album "Theshots above."

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INTRODUCTION A LA TRADUCTIONNotre publication “le Point” a un thème conducteur suivi par la plupart des collaborateurs. Dans ce numéro le

thème conducteur est: LE TEMPS

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Le Vice President de la Cooperative Doc. Bolla Massimo offre un large raisonnement éthique sur la nécessitédes politiques de genre. En particulier le travail des femmes est indispensabile au déveleppement de la sociétémais on est encore loin del creer la parité des droits et des opportunità par rapport à l’autre sexe. L’article parled’une forte sensibilità de la Cooperative par rapport à ce thème, mais aussi à combattre toutes les discrimantions.

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L’Ingegneur Taricco Emanuele, composant du C.d’A. de Coseva, nous explique l’èvolution des connaissancesscientifiques du temps et de son mesurage depuis l’entiquité jusqu’à aujourd’hui.

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L’anonyme écrivain de cet article nous offre une belle et directe vision du temps de la vie, qui selon l’étatd’esprit, peut-être un temps libre. Le temps qui manque et le temps qui avance. Le temps de la vie pour àexploiter au mieux. Fantasie et precision sont à la fois dans le temps.

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Notre homme de la comunication Mattia Maccario (laureat en Droit) a etudier le phénomène Smartphone etnous mis en evidence qu’en peut épargner beaucop de temps si on l’utilise correctement mais aussi faireperdre beaucoup de temps si on uti l ise mal. Applications interessantes conseil leées.

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L’Avvocat Andrea Policari de Rome nous offre un article de connotations techniques forte set carctériessé parune alalyse precise ponctuelle de comment être produit et gerés un plan pour prévenir les délits penalesentrepreneuriales tel que Coseva avait depuis 2005.

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La coordinatrice du Secteur Multiservices nous offre l’historie de la vie de Ettore Steccone, qui emigrait auxUSA le 1920 et apreés tans de défficultés avair reussi à s’instaler en brevettant “la stecca” qui jusqu’a nos jouron l’utilise pour nettoyer les vitres. L’histoire d’un passé qui se répete.

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Mauro Idone critique en beau livre de l’ecrivaine Lia Levi… “le retour du camp que personnne ne veut racconter”vicissitude tragique, sul l’extermination des juifs durant la seconde guette mondiale, sembiable a des épisodesqui continuent à se pépéter dans plusieurs guerres oubliées quelque part par le monde acque.

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“Gerer son propre temps… serait pour tous un gai net non une perte” c’est la pensée expremé dan l’articledu Doc. Lanza Pasquale, notre responsabile du personnel. Le tout prenant l’idée d’une chanson de VascoRossi du 1993 “Vivre” de l’album “Tir des coups au-dessus”.

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I VANTAGGI DI ESSERE SOCI COSEVA

- Lavorare in una cooperativa trasparente che applica icontratti e le leggi sul lavoro (sembra una cosa dovuta,E LO E', ma non è da tutti).

- Ristorno: beneficiare a fine anno di aumento gratuito dicapitale sociale in funzione del buon esito della gestione.

- Incentivi e premi settoriali.

- Dopo 10 anni di lavoro iscrizione gratuita ad assicurazionesanitaria.

- Attività ricreative: gite, svaghi, cene ecc. gratis o conpartecipazione simbolica per i soci.

- Remunerazione del capitale sociale decisamente supe-riore agli interessi bancari.

- Convenzionamento con fondo integrativo pensionistico.

- Lavorare con la possibilità di beneficiare di incentivieconomici.

- Conoscere e sapere per poter decidere.

L'ASSISTENZA AI SOCI COSEVA