Upload
pepe-costanzo
View
217
Download
1
Embed Size (px)
Citation preview
Il Prodotto agro-alimentare
Il Prodotto agro-alimentare
• Il prodotto agro-alimentare è un output ottenuto dalla lavorazione di una o più materie prime di origine agricola.
• Il prodotto agricolo è un imput a cui si aggiungono due servizi: trasformazione e distribuzione.
Prodotto agro-alimentare= prodotto agricolo +trasformazione +distribuzione +consumo
Specificità
AGRO - ALIMENTARE
Origine Destinazione
Percorso
Prodotto agro-alimentare vs prodotto industriale
• Origine agricola
• Funzione alimentare
• Percorso di filiera
Origine agricola
• Stagionalità• Ciclicità• Deperibilità• Disomogeneità
Stagionalità
• Dimensione temporale del processo di produzione.Elevata:• Processo di produzione in parallelo• Ciclo produttivo annuale (albicocche, ciliegie ecc.)Bassa:• Processo di produzione in linea• Ciclo produttivo giornaliero (latte, uova)
Ciclicità
G F M A M G L A S O N D
% di grasso nel latte
mesi
2000
2001
2002
2003
Deperibilità
• Prodotti facilmente conservabili nelle condizioni naturali (cereali, legumi, frutta)
• Prodotti difficilmente conservabili nelle condizioni naturali (carne, pesce, uova)
Disomogeneità qualitativaDimensione spaziale della produzione
Variabilità climatica e pedologica
Diversa vocazionalità del territorrio
Variabilità quali-quantitativa delle produzioni
Problema degli standard qualitativi
Implicazioni economiche
• Difficoltà di controllo quantitativo e qualitativo dell’offerta
• Necessità di innovazioni tecnologiche per controllare la qualità e la quantità della produzione
• Evoluzione stagionale dello spazio della concorrenza.
Difficoltà di controllo quantitativo e qualitativo dell’offerta
Ot = Yt – Rt – Dt – At - VarSt + (I – E)t
Yt = rt * Gt Produzione al tempo t
Rt = at * Yt Reimpieghi al tempo t
Dt = bt * Yt Perdite al tempo t
At = ct * Yt Autoconsumo al tempo t
VarSt Incremento scorte al tempo t
(I – E)t Importazioni nette al tempo t
Ht = 1- (at + bt + ct) * Yt Offerta interna disponibile
Ot = Ht - VarSt + (I – E)t Offerta al tempo t
Bilancio di approvvigionamento
Produzione interna disponibileImportazioni
Offerta disponibile
Variazione scorte Usi interni Esportazioni
Usi industriali Alimentazione
Tipologie di prodotti agro-alimentari e sicurezza alimentare
Concezione tradizionale: garanzia di approvvigionamento.Concezione post-moderna: idoneità a preservare la salute del consumatore.
•Prodotti biologici•Prodotti da agricoltura integrata•Prodotti biodinamici•OGM
Prodotti biologici
Sono classificati come biologici i prodotti ottenuti secondo il metodo il metodo specificato dal Reg. CE 2092/91.
•Esclude l’utilizzo di prodotti chimici di sintesi e l’impiego di OGM;•Prevede l’etichettatura del prodotto trasformato se almeno il 95% delle materie prime agricole proviene da coltivazioni biologiche;•Se la percentuale scende al 70% essa potrà essere precisata in etichetta.•Prevede in etichetta il nome dell’organismo di controllo, aut. minist., codice a barra per identificare il produttore.•Dal luglio 2010 deve essere indicata l’origine dei prodotti.
Logo 2010 Logo 1999
Prodotti da agricoltura integrata
Regione Emilia Romagna
Regione Toscana
La produzione integrata è ottenuta con tecniche che riducono i trattamenti chimici fino al punto soglia di danno economico.
Prodotti OGM
Sono prodotti ottenuti con la tecnica del DNA ricombinante.L’UE ha vietato la coltivazione degli OGM fino a quando non saranno ritenuti innocui per la salute del consumatore (principio di precauzione).La Dir. CE 18/2001 il Reg. CE1830/2003 hanno imposto la rintracciabilità e etichettatura specifica per gli OGM nonché la rintracciabilità degli alimenti e mangimi ottenuti da OGM.
Caratteristiche del prodotto agro-alimentare
Il prodotto agro-alimentare non ha solo funzione nutrizionale ma svolge altri ruoli: salutistico, sociale, edonistico.Esso differisce, quindi, dagli altri prodotti per la differenziazione nella destinazione di uso. Gli elementi di differenziazione sono:
•Consumi•Qualità•Ciclo di vita
Il consumo alimentare
Trasformazione dei consumi alimentari nel secondo
dopoguerra• Quantitativa (+217 % tra il 1951 e il 1997)
– Aumento demografico– Aumento reddito– Elasticità prezzi/reddito e variazioni prezzi
• Qualitativa– Caratteristiche del prodotto– Trasformazione del prodotto– Servizi incorporati (marketing, etichette, etc.)
La legge di Engel (1857)
• Al crescere del reddito la proporzione di spesa delle famiglie destinata ai consumi alimentari decresce– Diminuzione proporzione non quantità– Saturazione dei consumi
• Alimento salute• Alimento servizio• Differenziazione e marketing
Leggi del consumo alimentare nel “modello agroindustriale”
• Il modello “agroindustriale” precede la società di sazietà– Alto profilo energetico– Consumo di massa di prodotti-servizio ed
alimenti– Internazionalizzazione
Il modello della “società di sazietà”
• Eccessi del modello agroindustriale• Sensibilizzazione agli aspetti salutistici• Carattere edonistico• Saturazione
– Consumo energetico– Livello relativo della spesa alimentare (20%)– Saturazione assoluta spesa alimentare
(sostituzione solo tra calorie costose)
Comportamenti alimentari nella società di sazietà
• Il reddito non è più l’elemento esplicativo del consumo alimentare
• Ricerca di beni di qualità• Aumento % prodotti agro-industriali su
prodotti agricoli (verso 100%)• Rottura delle tendenze tradizionali• Alimento “salute”
I grandi cambiamentisocio-economici in Italia
• Incremento demografico• Spostamenti campagna-città, Sud-Nord• Rapido sviluppo economico• Aumento reddito disponibile• Ampliamento e unificazione mercato
interno• Apertura ai mercati internazionali
(Comunità Economica Europea, 1957)
I consumi in Italia (1951-1997)Consumi alimentari e totali in Italia (1951-1997)
0
100000
200000
300000
400000
500000
600000
700000
800000
900000
1000000
Anno
Co
nsu
mi fi
nali in
tern
i(m
ld d
i lire
1990)
0.0
5.0
10.0
15.0
20.0
25.0
30.0
35.0
40.0
% c
on
su
mi alim
en
tari
Consumi finali interni % consumi alimentari
Fonte: ns. elaborazioni su dati Agrifit e Istat (aa. vv.)
I consumi alimentari in Italia: valore reale (a prezzi 1990)
Spesa reale per alimentari e bevande (a prezzi 1990, mld di lire)
0
20000
40000
60000
80000
100000
120000
140000
160000
180000
19
51
19
53
19
55
19
57
19
59
19
61
19
63
19
65
19
67
19
69
19
71
19
73
19
75
19
77
19
79
19
81
19
83
19
85
19
87
19
89
19
91
19
93
19
95
19
97
Fonte: ns. elaborazioni su dati Agrifit e Istat (aa. vv.)
Composizione della spesa alimentare
AnnoPane e cereali
Carne e salumi Pesce
Latte form. e uova
Oli e grassi
Frutta e ortaggi Patate Zucchero The, caffè
Altri generi alim.
Bevande analcol.
Bevande alcoliche
Alimentari e bevande
1951 23.3 17.4 3.8 16.0 6.7 12.2 1.3 3.3 2.6 3.9 0.7 8.9 100.01961 16.3 21.4 3.7 13.3 6.6 16.6 1.4 2.4 3.1 5.2 0.9 9.3 100.01971 11.6 30.0 3.6 12.4 5.8 18.4 1.0 1.8 2.3 3.4 1.1 8.7 100.01981 11.7 31.0 4.4 12.7 4.2 21.3 1.0 1.6 2.4 2.5 1.2 6.0 100.01991 11.9 26.7 6.2 13.7 3.8 22.0 1.1 1.3 2.2 3.2 2.1 5.6 100.01997 12.5 25.8 6.0 15.1 4.1 19.8 1.1 1.4 2.5 3.6 2.5 5.6 100.0
Fonte: ns. elaborazioni su dati Agrifit e Istat (aa. vv.)
Composizione spesa alimentare
Fonte: ns. elaborazioni su dati Agrifit e Istat (aa. vv.)
Composizione spesa alimentare
0.0
5.0
10.0
15.0
20.0
25.0
30.0
35.0
19
51
19
53
19
55
19
57
19
59
19
61
19
63
19
65
19
67
19
69
19
71
19
73
19
75
19
77
19
79
19
81
19
83
19
85
19
87
19
89
19
91
19
93
19
95
19
97
CARNE
FRUTTA, ORTAGGI
LATTE, FORMAGGI, UOVA
PANE, CEREALI
ALTROBEVANDE ALCOLICHE
PESCEOLII E GRASSI
Evoluzione dei prezzi al consumoIndici dei prezzi impliciti (base 1990=100)
0.0
20.0
40.0
60.0
80.0
100.0
120.0
140.0
160.0
1951
1954
1957
1960
1963
1966
1969
1972
1975
1978
1981
1984
1987
1990
1993
1996
Anno
Ind
ice (
1990=
100)
Alimentari e bevande Consumi finali interni
Le elasticità della domanda
Prezzo SpesaPane e cereali -0.38 1.03Carne -0.04 0.97Pesce -0.98 1.04Oli e grassi -0.48 1.50Latte, formaggi e uova -1.05 0.79Frutta e ortaggi -0.75 0.99
Ns. stime su dati ISTAT 1986-1998
Evoluzione delle elasticità di prezzo
-0.45
-0.40
-0.35
-0.30
-0.25
-0.20
-0.15
-0.10
86 88 90 92 94 96
Bread and cereals
-1.24
-1.22
-1.20
-1.18
-1.16
86 88 90 92 94 96
Meat
-1.36
-1.34
-1.32
-1.30
-1.28
-1.26
-1.24
-1.22
-1.20
86 88 90 92 94 96
Fish
-0.5
-0.4
-0.3
-0.2
-0.1
0.0
86 88 90 92 94 96
Oils and fats
-1.28
-1.24
-1.20
-1.16
-1.12
86 88 90 92 94 96
Dairy
-0.72
-0.68
-0.64
-0.60
-0.56
-0.52
86 88 90 92 94 96
Fruit, potatoes and vegetables
Evoluzione delle elasticità di spesa
0.80
0.82
0.84
0.86
0.88
0.90
0.92
86 88 90 92 94 96
Bread and cereals
1.12
1.13
1.14
1.15
1.16
86 88 90 92 94 96
Meat
1.10
1.15
1.20
1.25
1.30
1.35
86 88 90 92 94 96
Fish
1.08
1.12
1.16
1.20
1.24
1.28
86 88 90 92 94 96
Oils and fats
0.62
0.64
0.66
0.68
0.70
0.72
0.74
86 88 90 92 94 96
Dairy
1.00
1.04
1.08
1.12
1.16
1.20
86 88 90 92 94 96
Fruit, potatoes and vegetables
Destrutturazione e Polarizzazione dei pasti
Destrutturazione: semplificazione del pasto tradizionale.Dipende da: consumo di pasti fuori casa
Polarizzazione: concentrazione delle preferenze di consumo in un uno o pochi soggetti. Dipende da: tipologia di pasto, n° soggetti coinvolti, tempo per la preparazione.
Colazione Basso
Pranzo Alto
Merenda Basso
Cena Medio
Tendenze in atto
• Consumi extra-domestici in crescita 50% in valore sul totale dei consumi alimentari;•Crescita ristorazione veloce e di massa;•Esternalizzazione dei servizi della ristorazione collettiva a favore di quella commerciale (catering)•Convergenza degli stili alimentari con la dieta
Scenari paesi ricchi vs poveriSentiero divergenteCc = Q*N dove Cc consumo calorico totaleQ consumo medio pro-capiteN popolazione
Y = G*r doveY produzioneG terra coltivabiler resa colturale
Q*N = G*r da cui
Q/r = G/N poiché Q, G, cost.
Poveri N segue che r
Ricchi N segue che r
La qualità del prodotto
Il concetto di qualità
Indica le proprietà che caratterizzano un oggetto e la sua superiorità nei confronti di altri. Proprietà = criterio oggettivoSuperiorità = criterio soggettivo.
quindiLa qualità è un costrutto sociale che esiste solo in rapporto alle scelte del consumatore.
Definizioni di qualità
La qualità è l’insieme delle proprietà e delle caratteristiche di un prodotto o di un servizio che conferiscono ad esso la capacità di soddisfare esigenze espresse o implicite (norma ISO 8402).La qualità del prodotto agroalimentare può configurarsi come un vettore di attributi elementari, ognuno dei quali è contrassegnato da una metrica cardinale o ordinale.
Criterio oggettivo
• Metrica ordinale: misura con scale oggettive indipendenti dal giudizio personale
• Metrica cardinale : misura con scale soggettive dipendenti dal giudizio personale
Attributi qualitativi
• Qualità nutrizionale
• Qualità igienico-sanitaria
• Qualità organolettica
• Qualità d’uso
• Qualità psicosociale
Qualità nutrizionale
Dipende dalla natura fisica del prodotto agro-alimentare ed è identificata da attributi cardinali.•Proteine, vitamine, grassi, zuccheri etc.•Sostituibilità, indipendenza, complementarità;•Gruppi di consumatori•Uniformità della dieta dei paesi ricchi
Qualità igienico-sanitaria
Coinvolge un insieme di attributi del prodotto in grado di incidere sulla salute del consumatore. Dipende da (Doxa, 2003):1.Rispetto delle norme igieniche2.Controllo del prodotto dall’origine al punto vendita3.Provenienza del prodotto4.Produzione del prodotto5.Conoscenza degli ingredienti6.Conservazione del prodotto
Qualità come conformità
Normative imposte dal autorità pubblica o accolte volontariamente atte a identificare gli attributi di un prodotto secondo criteri richiesti dal mercato.
1.Ambito cogente o obbligatorio
2.Ambito volontario
Armonizzazione tecnica e normazione dei prodotti agro-alimentari
Principio comunitario del mutuo riconoscimento ha rimosso gli ostacoli per la libera circolazione delle merci.•Limitazione dei provvedimenti legislativi in favore di regole tecniche su salute del consumatore, sicurezza degli alimenti e sicurezza ambientale;•Integrazione con norme tecniche elaborate da appositi organismi internazionali;•Responsabilità del produttore alla conformità stabilita per legge.
Armonizzazione tecnica e normazione dei prodotti agro-alimentari
Approccio della qualità dell’UE definita dal Libro Bianco bis (Comunicazione 85/603) e con Reg. CE n°178/2002. Obiettivi generali:1.Elevata tutela della vita e della salute umana, tutela degli interessi dei consumatori;2.Libertà di circolazione nella UE di alimenti e mangimi nel rispetto dei principi generali;3.Le norme internazionali sono riconosciute purchè in linea con gli obiettivi delle norme comunitarie
Armonizzazione tecnica e normazione dei prodotti agro-alimentari
Principi da perseguire:
1.Analisi del rischio2.Precauzione3.Tutela del consumatore
Armonizzazione tecnica e normazione dei prodotti agro-alimentari (Reg CE 178/2002)
Art. 6 Analisi del rischio
La valutazione del rischio si basa sugli elementi scientifici a disposizione ed è svolta in modo indipendente, obiettivo e trasparente
Armonizzazione tecnica e normazione dei prodotti agro-alimentari (Reg CE 178/2002)
Art. 7 (principio di precauzione)
Qualora venga individuata la possibilità di effetti dannosi per la salute ma permanga una situazione di incertezza sul piano scientifico possono essere adottate misure di restrizione al commercio che sono riesaminate dopo un periodo di tempo ragionevole a seconda della natura del rischio e del tipo di informazioni necessarie per risolvere la situazione di incertezza.
Armonizzazione tecnica e normazione dei prodotti agro-alimentari (Reg CE 178/2002)
Definizione di alimento
Per alimento si intende qualsiasi sostanza o prodotto trasformato o non trasformato, parzialmente trasformato o di cui si prevede ragionevolmente che possa essere ingerito destinato a essere ingerito da esseri umani.
Armonizzazione tecnica e normazione dei prodotti agro-alimentari (Reg CE 178/2002)
Art. 8 (Tutela degli interessi del consumatore)
La legislazione alimentare si prefigge di tutelare gli interessi dei consumatori prevenendo:
• Le pratiche fraudolenti e ingannevoli• L’adulterazione degli alimenti• Qualsiasi pratica che possa indurre in errore il
consumatore
Il ciclo di vita del prodotto
Cause del ciclo di vita
• Progresso tecnologico• Cambiamenti dei gusti• Cambiamento di valori• Prodotti concorrenti più validi o meno costosi
La videocassetta
La reflex analogica
Le fasi del ciclo di vita
tempo
vendite
lancio sviluppo maturità declino
Caratteristiche delle fasi: Lancio
• Vendite: ridotte• Clienti: pochi• Costi: alti, soprattutto di pubblicità• Ricavi: ridotti• Utili: negativi
Caratteristiche delle fasi: Sviluppo
• Vendite: crescita molto rapida• Clienti: crescita• Costi: stabili• Ricavi: crescita rapida• Utili: in crescita
Caratteristiche delle fasi: Maturità
• Vendite: stabilizzazione• Clienti: stabili• Costi: ridotti quelli di produzione, alti quelli di
pubblicità• Ricavi: stabili• Utili: in diminuzione
Caratteristiche delle fasi: declino
• Vendite: in calo• Clienti: disaffezione• Costi: ridotti quelli di produzione, alti quelli di
pubblicità• Ricavi: in diminuzione• Utili: negativi
La gestione del portafoglio
Volumi di vendita
tempo
Rilancio
Avviene durante la fase di maturità e ha l’obiettivo di aumentare le vendite.La domanda del mercato viene sollecitata con :•conversione di nuovi clienti•ingresso in nuovi segmenti di mercato•conquista dei clienti della concorrenza•uso più frequente•usi nuovi o più vari
Il CVP dei prodotti agro-alimentari
1. Presenza di riciclo caratterizzato da una durata e una intensità temporale inferiore alla precedente;
2. Crescita delle vendite nella fase di lancio non adeguata alla domanda a causa di vincoli tecnologici;
3. Ha una durata di molti decenni riciclo
Il ricicloA differenza del rilancio, il riciclo avviene nella fase di declino. Esso è dovuto a:
1. Individuazione di nuovi usi;2. Individuazione di nuovi punti vendita;3. Riposizionamento del prodotto nella percezione del consumatore.
Critiche al CVP
L’andamento delle vendite dipende dai fattori legati alla domanda (prezzo, reddito popolazione) e non solo dall’offerta delle imprese. Quindi occorre:1.Considerare le vendite pro-capite;2.Il valore delle vendite deve essere deflazionato3.Considerare il consumo pro-capite per evitare le influenze del reddito.
Tipologie di consumatori nel processo di diffusione
Il CVP nasce con una innovazione che si diffonde tra i consumatori
tempo
cons
umat
ori
N
L
Mercato impraticabile
Mercato penetrato
Mercato potenziale
L = consumatori potenziali; N = popolazione b = reddito medio o comunicazione ; a = prezzo del prodotto
a-btJ(t) = L/1+e
a cresce
b cresce
Fidelizzazione del consumatore
tempo
cons
umat
ori
N
L
refrattari
FedeliVecchi
Saltuari
potenziali
T T + 1
nuovi
Fidelizzazione del consumatore
La domanda effettiva del prodotto al tempo T è costituita da:•I consumatori fedeli: fase di maturità•Dai nuovi consumatori: (+) fase di lancio e (-) fase di sviluppo;•Dai consumatori saltuari e ex-consumatori: fase di declino.
L’analisi del portafoglio prodotti• Il portafoglio prodotti: è l’insieme delle attività di business in cui è
impegnata l’impresa, ovvero la gamma di tipologie di prodotti dall’impresa, realizzati e/o commercializzati.
• La gestione del portafoglio: ha come scopo prioritario:a) la massimizzazione dei profitti in funzione di un dato rischiob) la minimizzazione del rischio a fronte di un determinato profitto
Questo modello è un valido supporto per decidere se investire o meno e quindi avere un’idea delle relazioni tra profitti, investimenti e liquidità.
L’analisi del portafoglio: il modello di Boston
La Matrice BCG (Boston Consulting) valuta la capacità di ciascun prodotto di generare reddito in funzione:•Attrattività del mercato tasso di crescita•Competitività nei confronti dei concorrenti quota di mercato
Tasso di crescita
• 2004: 40.000 unità• 2000: 35.000 unità• Incremento: 40.000-35.000= 5.000• Tasso di crescita (Tx): (5000/35.000)*100=
14,29%
• Se Tx > Ty allora il tasso di crescita è alto(Ty = tasso di crescita del pil)
Quota di mercato
• Volume totale delle vendite di un prodotto: 100.000
• Volume di vendite azienda X: 35.000• Quota di mercato: Qx = 35%
• Se Qx > Qm , ovvero quota media di mercato delle aziende più importanti del settore (ad esempio, le prime dieci), la quota di mercato è considerata alta
Matrice di Boston
Star
$ dog
QUOTA DI MERCATO RELATIVA
TASS
O D
I CRE
SCIT
A D
EL
MER
CATO
alta
alto
bassa
basso
?Sequenza positiva
Sequenza negativa
Matrice di Boston
La matrice BCG identifica i prodotti in 4 tipologie:
•? (question mark)•star•$ cash cow (mucca da mungere)•dog
? (question mark)
• prodotti in fase di lancio che non sfruttano ancora la piena potenzialità
• il flusso di cassa è negativo• crescita di mercato alta (potenzialmente)• quota di mercato bassa
star
• prodotti in forte crescita • il flusso di cassa è circa zero• crescita di mercato alta• quota di mercato alta
$ cash cow (mucca da mungere)
• prodotti con un basso tasso di sviluppo che hanno una quota di mercato elevata
• il flusso di cassa è estremamente positivo• crescita di mercato bassa• quota di mercato alta
dog
• prodotti con quota di mercato bassa• flusso di cassa positivo ma in forte calo• crescita di mercato bassa• quota di mercato bassa
Esempio
Tasso di crescita
Quota di mercato
Fiat 10 2
Renault 5 8
Ford 8 10
Ty = 6% Qm = 6%
Risultato
0
2
4
6
8
10
12
0 2 4 6 8 10 12
quota di mercato
tas
so
di c
res
cit
a
Fiat
Renault
Ford
Risultato
0
2
4
6
8
10
12
0 2 4 6 8 10 12
quota di mercato
tas
so
di c
res
cit
a
Fiat
Renault
Ford
Question mark
Cash cowDogs
Star
Limiti della matrice di Boston
• definizione del tasso di sviluppo del mercato variabile per ogni settore;
• prodotti ancora in fase embrionale o in declino avanzato, entrambi con tassi negativi di sviluppo di mercato ma che potrebbero avere importanza strategica per l’impresa.
La matrice Mc Kinsey
Segue la stessa logica della matrice BCG.Si differenzia perché considera la competitività anziché la quota relativa e prevede un livello medio ( a 9 stelle anziché 4) consentendo maggiore precisione nelle strategie.
La matrice Mc Kinsey Fattori di competitività:•quota di mercato•ricerca e sviluppo•risorse finanziarie•immagine•gamma di prodotti ecc.
fattori di attrattività:•tasso di sviluppo del mercato•dimensioni del mercato•redditività media•tecnologia•struttura concorrenziale
La matrice Mc Kinsey Fattori di competitività
Situazione ideale (1-10) (a)
Situazione reale (1-10) (b)
Prodotto (a*b)
quota di mercato
ricerca e sviluppo
risorse finanziarie
immagine
gamma di prodotti
Totale Σ/max(a*b)
La matrice Mc Kinsey Fattori di attrattività
Situazione ideale (1-10) (a)
Situazione reale (1-10) (b)
Prodotto (a*b)
tasso di sviluppo del mercato
dimensioni del mercato
redditività media
tecnologia
struttura concorrenziale
Totale Σ/max(a*b)
La matrice Mc Kinsey
Star B Investimenti & crescita
$ C Mantenere la posizione
? A
Dog D
Valorizzare i punti di forza
Crescita selettiva
Investimenti selettivi
Puntare su segmenti di nicchia
abbandono
attra
ttivi
tà
competitività
alto
med
ioba
sso
alto medio basso
Minimizzare gli investimenti
Investimenti selettivi
La matrice Mc Kinsey
A= selettivitàStrategia di crescita. Non si è raggiunto ancora un elevato fatturato anche se l’attrattività del mercato è elevata. Si ritrovano le caratteristiche del Question Mark, nel BCG
B= sviluppo selettivoStrategia di investimento e crescita. Il prodotto è in pieno sviluppo e il mercato è in espansione. Si ritrovano le caratteristiche delle STARS
C= strategia di mantenimentoL’attività mantiene un fatturato consistente, il mercato è in fase di maturità con tasso di crescita nullo. Si ritrovano le caratteristiche del Cash Cows
D= strategia di abbandonoScarso fatturato e diminuzione della domanda di mercato non giustificano più la sopravvivenza dei prodotti. Si ritrovano le caratteristiche del Dogs.
Analisi dell’offerta
Attraverso l’analisi dell’offerta si perviene alla comprensione delle dinamiche competitive alle quali è soggetta una singola impresa in uno spazio competitivo. L’analisi dell’offerta si basa sulla:
•definizione di settore in cui l’impresa si trova direttamente in competizione con altre imprese omogenee;
• struttura del settore
•Individuazione degli elementi più dinamici (interni ed esterni) che influenzano i risultati delle imprese.
Analisi dell’offerta - Settore• Il settore è il luogo economico ideale dove avviene il
confronto competitivo tra le imprese che presentano un dato livello di omogeneità.
• Il settore merceologico è l’insieme delle imprese che producono lo stesso prodotto e/o usano la medesima tecnologia e/o presentano la stessa struttura dei costi - omogeneità di prodotto/tecnologia
• Il settore economico è l’insieme delle imprese che, pur non producendo lo stesso prodotto soddisfano lo stesso bisogno – omogeneità nel bisogno soddisfatto
Analisi dell’offerta - Struttura• Il numero dei concorrenti ed il livello di differenziazione dei prodotti
costituiscono due indicatori significativi della struttura del settore e danno vita alle 5 forme di mercato.
• Il numero dei concorrenti presenti è assunto come indicatore del grado di concorrenzialità e di turbolenza nel settore in quanto si ritiene che quanto maggiore è il nr. di imprese di un settore tanto più intense ed accese saranno le dinamiche concorrenziali.
• Il grado di differenziazione dei prodotti rappresenta un altro indicatore del grado di concorrenzialità di un settore perché in caso di alta differenziazione (prodotti non completamente sostituibili) le strategie delle imprese saranno maggiormente distinte.
Analisi dell’offerta - Struttura
Il grado di concorrenzialità del settore si misura in termini di numero dei concorrenti e di differenziazione dei prodotti. Esso individua le possibili forme di mercato.
1 conc. Pochi conc. Molti conc.
Prodotto standard
Prodotto differenziato
Oligopolio puro
Concorrenza monopolistica
Oligopolio
Concorrenza perfetta
Monopolio
Analisi dell’offerta - Struttura• Monopolio puro quando un’azienda è l’unica produttrice di un bene,
differenziato o meno. Ciò comporta la massima libertà di scelta delle strategie.
• Oligopolio puro quando il nr. di aziende presenti nel settore è ridotto e il grado di differenziazione è basso. In tal caso la competizione avviene sul prezzo.
• Oligopolio differenziato quando il nr. dei concorrenti è ridotto ma sussiste un livello di differenziazione tra i prodotti.
• Concorrenza perfetta (ipotesi teorica) nr. di concorrenti molto elevato tale da non consentire di influenzare la fissazione dei prezzi e per assenza di differenziazione.
• Concorrenza monopolistica nr. di concorrenti elevato ma esiste un consistente livello di differenziazione dei prodotti. In tale ipotesi ogni impresa ha un certo margine di discrezionalità.
Analisi dell’offerta - Struttura• Un’altra variabile importante per l’analisi della struttura del settore
è rappresentata dalle barriere all’entrata che esprimono il grado di protezione delle imprese presenti nel settore.
• fabbisogno di capitali• brevetti e licenze• economie di scala• immagine aziendale• accessi preferenziali ai canali distributivi • Le barriere all’uscita sono quegli ostacoli che incontrano le imprese
quando decidono di voler uscire da un settore che non si dimostra più sufficientemente attrattivo.
Analisi dell’offerta - Struttura• Altra variabile strutturale di un settore è la configurazione della
struttura dei costi (intesa come rapporto tra costi fissi e costi variabili in relazione al totale dei costi dell’impresa).
• Un’impresa caratterizzata da elevati costi fissi risulta più rigida e quindi più rischiosa dal punto di vista operativo in quanto deve raggiungere un livello di vendita più elevato per ottenere margini positivi.
• L’integrazione verticale è un’altra variabile caratterizzante la struttura di un settore e si verifica quando un’impresa viene a svolgere fasi a monte (ascendente) o a valle (discendente) rispetto all’attività principale.
• Un ultimo elemento strutturale da considerare nell’analisi di settore è la tendenza più o meno spinta alla globalizzazione.
Analisi dell’offerta – Elementi dinamici (SWOT analysis)
Attraverso l’analisi delle minacce e opportunità e dei punti di forza e di debolezza (analisi SWOT: Opportunities/Troubles Strenght/ Weakness), si individuano gli elementi caratterizzati da maggiore dinamicità che hanno un’influenza determinante sulle dinamiche di settore.
SWOT analysis ambiente - esterno
• Le minacce ambientali sono eventi che si verificano nell’ambiente e che potrebbero comportare una situazione sfavorevole per l’impresa nel momento in cui non vengono intraprese le giuste scelte di marketing.
• Le opportunità ambientali sono degli eventi favorevoli che si manifestano nel contesto competitivo ma che richiedono specifiche azioni dell’impresa affinché siano trasformate in vantaggi competitivi.
SWOT analysis
L’analisi delle minacce e delle opportunità viene effettuata ricorrendo ad un’analisi del settore e può essere supportato dall’utilizzo di matrici.
Matrice Opportunità Matrice Minacce
alta
alta
bass
a
bass
a
bassa bassaalta alta
Probabilità di accadimento
SWOT analysis
Ogni business dovrebbe essere collocato in entrambe le matrici così da individuare il profilo rispetto alle opportunità ed alle minacce che gli si presentano.Abbiamo così diverse situazioni:
•business ideali : opportunità ottime e minacce scarse•business speculativo: opportunità e minacce rilevanti•business maturo: opportunità e minacce irrilevanti•business difficile: opportunità scarse e minacce gravi
SWOT analysis – ambiente interno
• i punti di forza sono le competenze distintive dell’impresa, gli aspetti qualitativi legati a determinate risorse rilevanti per il target di riferimento. Essi costituiscono le basi del posizionamento dell’impresa.
• i punti di debolezza sono rappresentati da carenze di risorse o di competenze che costituiscono elementi rilevanti per competere in un determinato business.
La catena del valore
Approvvigionamento
Produzione
Vendita Logistica in uscita
Marketing
Gestione dei beni strumentaliGestione delle risorse umane
AmministrazioneRicerca e sviluppo
Logistica in entrata
L’analisi dei punti di forza e di debolezza dell’impresa va effettuata in relazione alle diverse funzioni aziendali (marketing, finanza, produzione, organizzazione ecc.) adottando come criterio guida la possibilità di influenzare in maniera rilevante i risultati competitivi dell’impresa.
La concorrenza allargataÈ un concetto che si basa sull’idea che il livello di competitività presente in un settore è stabilito dall’effetto di 5 forze competitive (Porter, 1987) :•Potenziali entranti•Produttori di beni sostitutivi•Fornitori•Clienti•Concorrenti diretti
Potenziali entranti
La minaccia dei potenziali entranti è strettamente legata alla possibilità di difendere le posizioni competitive da parte delle imprese già presenti nel settore attraverso le barriere all’entrata.•economie di scala• economie di esperienza•immagine di marca • accesso ai canali distributivi• vincoli governativi e legali
Produttori di beni sostitutivi
La minaccia dei prodotti sostitutivi sussiste quando il prezzo del prodotto sostitutivo incide sulla quantità venduta del prodotto mercato (elasticità incrociata).•Presenza effettiva di alternative di consumo che soddisfano il bisogno•Propensione dei consumatori verso I prodotti sostitutivi•Andamento dei prezzi (dinamiche competitive) nei settori sostitutivi
FornitoriI fornitori influenzano direttamente i processi produttivi e possono incidere negativamente tramite:•aumento dei prezzi delle forniture•riduzione della qualità dei prodotti•limitazioni delle quantità venduteIl potere contrattuale dei fornitori è determinato da fattori quali:•prodotto con caratteristiche singolari•rilevanza del prodotto per il processo produttivo dell’acquirente•gruppo di fornitori concentrato•possibile integrazione a valle•bassa incidenza del cliente sul fatturato
ClientiI clienti influenzano la redditività chiedendo riduzioni di prezzo, servizi aggiuntivi e migliori condizioni di pagamento.
Il potere contrattuale dei clienti è determinato da:•gruppo di clienti concentrato•possibile integrazione a monte•alta incidenza del cliente sul fatturato•rilevanza degli acquisti per il cliente•scarsa differenziazione del prodotto.
Concorrenti diretti
I fattori in grado di determinare la natura e l’intensità della concorrenza tra le imprese affermate sono i seguenti:•la concentrazione•la diversità dei concorrenti•la differenziazione del prodotto•la capacità di eccesso (offerta > domanda) e barriere all’uscita•le condizioni di costo
Vantaggio competitivoIl vantaggio competitivo può essere:•di tipo interno, quando indica una superiorità dell’azienda basata sul controllo dei costi•di tipo esterno quando si basa su caratteristiche distintive particolarmente gradite al cliente rispetto a quelle dei prodotti concorrentiIl vantaggio competitivo può essere riassunto in una matrice:
Molte
Poche
Ridotta Elevata
Settori frammentati Settori basati sulla specializzazione
Settori bloccati Settori basati sul volume
Fonti
del
van
tagg
io
Rilevanza del vantaggio
Vantaggio competitivo
L’attrattività di un settore dipende dalle interazioni delle cinque forze competitive. •settori frammentati vi sono numerosi elementi di differenziazione ma nessuna azienda è capace di creare un vantaggio durevole e decisivo. Le dimensioni delle aziende e le quote di mercato non sono elementi significativi.•settori basati sulla specializzazione : vi sono numerosi elementi di differenziazione che possono costituire un vantaggio durevole che viene a creare una situazione di concorrenza monopolistica. •settori bloccati : le possibilità di differenziazione sono limitate e l’esperienza non è fonte di vantaggio competitivo. L’introduzione di nuova tecnologia può costituire un fattore critico di successo.•settori basati sul volume : il vantaggio competitivo può essere esclusivamente grazie a crescenti volumi produttivi che consentono la realizzazione di economie di scala e di esperienza. La redditività è strettamente collegata alla quota di mercato.
Gli elementi qualificanti il prodotto
Un prodotto può essere qualificato da una serie di elementi che sono veri e propri strumenti di comunicazione indirizzati al mercato: •la marca (brand)•il marchio (brand mark)•la confezione•l’etichetta
La marca La marca può aggiungere valore a un prodotto. E’ costituita da un nome, un termine, un simbolo, un design o dalla loro composizione.Identifica i beni o i servizi di un’impresa o di un gruppo di imprese e li differenzia da quelli delle imprese concorrenti.Deve richiamare o suggerire al consumatore alcuni requisiti del prodotto, come i benefici offerti, l’uso e il tipo di funzione che lo contraddistinguono.Deve essere•distinguibile•facile da leggere e da pronunciare•adattabile a nuovi modelli di prodotto
La marca• Il nome della marca (brand name) esprime la componente della
marca espressa con una parola (Ferrari, Coca-cola ecc.).• Il marchio (brandmark) qualifica la marca attraverso un simbolo,
un disegno o un colore (es. cavallino della Ferrari, rosso Ferrari). • Il marchio di fabbrica (trademark) individua la componente della
marca che tutela legalmente l’azienda. Rappresenta un diritto esclusivo dei distributori ad usare il nome di marca o il marchio.
• Il copyright conferisce il diritto legale esclusivo di riprodurre, pubblicare o vendere la sostanza e la forma di un’opera letteraria, musicale o artistica.
Il confezionamento
Il confezionamento o packaging è il risultato di una serie di attività di progettazione, design e di produzione che caratterizzano l’aspetto visivo del prodotto e contribuiscono ad influenzare la decisone di acquisto.
Il ruolo svolto dalla confezione è di :•salvaguardia del prodotto e della sua funzionalità•identificatore del prodotto•venditore silenzioso•comunicazione (immagine).
L’etichetta
L’etichetta può essere costituita da un semplice cartellino posto sul prodotto o da un grafico elaborato che fa parte della confezione.Riporta una serie di informazioni ed indicazioni che sono in parte obbligatorie per legge ed in parte funzionali all’uso del prodotto.
Il marchio
Il marchio è un brevetto che assicura un uso esclusivo di un modo di contraddistinguere il prodotto o servizio.
La registrazione del marchio conferisce al titolare il diritto di vietarne l’uso ad altri soggetti per un periodo di 10 anni, prorogabile di altri 10.
Il marchio assolve alle seguenti funzioni:•distintiva: esso rende riconoscibile il prodotto o servizio ai consumatori che riescono a collegare esperienze di consumo nel tempo e nello spazio;•garanzia: i consumatori hanno la certezza della provenienza del prodotto e dello standard qualitativo:•comunicazione.
Definizione di marchio d’impresa (marketing)
Il marchio rappresenta lo strumento attraverso cui l’impresa guadagna fiducia (brand loyalty) nei confronti del consumatore e riesce a far penetrare il proprio prodotto nelle routines di acquisto
Strategie di impresa e marchio
• Estensione della marca (marchio ombrello)
• Gestione di marche multiple (brand porfolios)
Obiettivi delle strategie di impresa e marchi multipli
• Raggiungimento di segmenti multipli di mercato
• Diversa distribuzione del potere nella catena commerciale
• Sfruttamento di economie di scala di marketing
• Estensione dell’assortimento di prodotti offerti ai consumatori
Marchi in agricoltura
• Marchi privati d’impresa• Marchi privati collettivi• Marchi con caratteristiche pubbliche
Marchio collettivo
Titolari possono essere Enti e Associazioni legalmente costituiti che possono concedere in uso il marchio a produttori e commercianti associati (R.D. 21 giugno 1942).
Il marchio collettivo consente una duplice tutela:•Nei confronti delle altre imprese•Nei confronti di comportamenti opportunistici degli associati
Il marchio pubblico viene concesso a chiunque rientri nelle caratteristiche definite dalle norme che regolano il marchio stesso, mentre in quello privato l’accesso è subordinato dalla volontà dei soci
Parametri funzionali per la concessione dei marchi
• Originarietà rispetto ad una determinata base geografica
• Caratteristiche proprie di un detreminato processo produttivo
Marchi dell’Unione Europea
Reg CE 2081-92• Denominazioni di origine protetta (DOP)• Indicazione geografica protetta
Reg CE 2082-92• Attestazione di specificità
La certificazione è l'insieme delle procedure e delle
attività, svolte da un organismo debitamente autorizzato
(organismo di certificazione), che sono atte a fornire
adeguata fiducia sulla conformità di un determinato
prodotto, del personale, di un sistema di gestione
aziendale (qualità, ambiente…), a requisiti prefissati.
LA CERTIFICAZIONE
LA CERTIFICAZIONE DI QUALITÀ
Nasce per soddisfare le esigenze del consumatore in campo di qualità e sicurezza.Esistono tre livelli di certificazione:ambito cogente: legislazione nazionale e comunitaria in materia di igiene dei prodotti agroalimentari; ne garantisce l’aspetto nutrizionaleambito regolamentato: regolamentazione comunitaria e italiana che tutela le produzioni tipiche di determinate aree ambito volontario: normazione volontaria per la certificazione dei processi aziendali e/o dei prodotti per la definizione di standard qualitativi
(ulteriori informazioni su http://www.agroqualita.it/)
Per la realizzazione del mercato unico europeo la UE ha promosso una strategia d'armonizzazione dei requisiti essenziali di sicurezza e delle norme tecniche
Nel settore agroalimentare la tutela del consumatore europeo è stata ottenuta attraverso l'emanazione di una serie di direttive comunitarie, successivamente recepite dai Paesi membri, per attestare la sicurezza igienico sanitaria dei prodotti alimentari.
DISPOSIZIONI PER AUTOCONTROLLO SANITARIO (per prodotto e categorie di prodotto) SISTEMA HACCP
AMBITO COGENTE
Una serie di direttive hanno riguardato l'attuazione di sistemi di autocontrollo dei rischi igienico-sanitari prevedendo la definizione e l'applicazione di procedure preventive da parte delle aziende alimentari. (DIR. CE 397/89 e DIR CE 43/93, entrambe recepite in Italia come D.Lgs.)
In particolare è stata emanata la Direttiva 93/43/CEE recepita in Italia dal D.Lgs 155/97, che richiede alle imprese di effettuare l'autocontrollo secondo i principi del sistema HACCPLa direttiva rappresenta la norma quadro in materia di tutela igienico-sanitaria dei prodotti alimentari;
AMBITO COGENTE
IL SISTEMA HACCP
La Direttiva 43/93/CEE - D. Lgs 155/97- rende obbligatoria in tutte le aziende operanti nelle fasi a valle della raccolta, mungitura e macellazione, l'introduzione di un sistema di autocontrollo basato sui principi dell'HACCP, e sull'osservanza di tutte le disposizioni riportate nell'allegato del suddetto decreto.
Definizione Haccp
Il sistema HACCP rappresenta una tecnica di gestione dei processi alimentari attraverso una metodologia logica e sistematica, il metodo HACCP, che si basa sulla applicazione di una serie di principi.
HACCP = Hazard Analysis and Critical Control Point
AMBITO COGENTE.SISTEMA HACCP
Principi e obblighi Haccp
Obbligo di introdurre in azienda un sistema di autocontrollo basato sui principi HACCP
analisi dei rischi potenziali (bio., chim., fis.) per gli alimenti (HA) - individuazione dei punti critici nel processo produttivo (CCP)
applicazione, mantenimento e aggiornamento delle procedure di controllo
riesame periodico dei rischi, dei punti critici e delle procedure di controllo.
AMBITO COGENTE
Alcune eccezioni e deroghe per le piccole realtà produttive (più tempo); per i "prodotti tipici"
L'obiettivo è quello di consentire, anche alle piccole realtà produttive, di adeguarsi al nuovo sistema di autogoverno della filiera.
Il compito di individuare le industrie alimentari che, beneficeranno delle misure dirette a semplificare le procedure HACCP (in base alla tipologia delle attività, alle dimensione delle imprese, al numero degli addetti) è demandato alle regioni e alle province autonome.
La legge Comunitaria prevede inoltre che i produttori di "prodotti tipici" non siano costretti ad adeguarsi alle norme previste dalla direttiva 93/43. I prodotti dovranno però essere venduti dal singolo produttore, consorzio di produttori direttamente al consumatore nelle province o zone tipiche di produzione.
AMBITO COGENTE
La conformità a norme tecniche è volontaria ma il ricorso alla certificazione rappresenta una garanzia per il consumatore finale o il cliente intermedio di ricevere prodotti dalle caratteristiche definite e costanti nel tempo.
Le norme tecniche definiscono una serie di requisiti di conformità per: l'accreditamento degli organismi di certificazione e dei laboratori di prova; i sistemi di gestione aziendale; i sistemi di gestione ambientale i prodotti e i servizi.
AMBITO VOLONTARIO
CERTIFICAZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITA‘Modello di gestione aziendale che definisce un sistema di strutture, risorse, metodi e processi per attestare che i prodotti abbiano caratteristiche precise e costanti nel tempo.
Le aziende che vogliono certificare la propria organizzazione devono far riferimento alle norme ISO 9000
- le norme della serie ISO 9000 sono realizzate dall'ISO (International Organization for Standardization) per definire i requisiti internazionali per i sistemi di gestione per la qualità- fissano i principi con cui un’azienda può dare garanzia di qualità ai clienti
AMBITO VOLONTARIO. ISO
Documentazione del Sistema Qualità
Le norme ISO 9000 impongono la formalizzazione del Sistema
Qualità attraverso la realizzazione di una serie di documenti, per
avere un controllo costante di tutti gli aspetti critici legati alle attività
aziendali.
La formalizzazione permette anche la conservazione e la diffusione interna del know-how aziendale che, altrimenti, resterebbe legato solo all'esperienza dei singoli, senza consentire lo sviluppo di un ambiente dove sia più facile una costante comunicazione di miglioramenti, di idee e di soluzioni a problemi comuni.
AMBITO VOLONTARIO
Famiglia delle ISO 9000
Le norme della famiglia ISO 9000 hanno ormai assunto un'enorme
importanza a livello mondiale e sono state recepite da oltre 100 paesi.
Le ISO 9000 sono norme generiche progettate per essere applicabili a
qualsiasi tipo di processo o settore aziendale.
La certificazione secondo questa famiglia di norme é una
certificazione di sistema e NON di prodotto, cioé non viene certificato
il bene o il servizio, ma il sistema di gestione dell'azienda.
AMBITO VOLONTARIO
"Vision 2000“
Il grande successo riscontrato dalla prima edizione delle norme del 1987, ha spinto il comitato dell'ISO ad individuare i punti deboli della situazione esistente e ad avviare un processo di revisione e di miglioramento delle norme noto come "Vision 2000"
E’ articolato in due fasi: 1. prima revisione del 1994 (1990 - 1994) generazione delle vigenti norme della famiglia ISO, tra cui le ISO 9001, ISO 9002, ISO 9003 (definiscono alcuni modelli di assicurazione della qualità aziendale)
2. seconda revisione del 2000 (1996 - 2000)pubblicazione della terza edizione delle norme ISO 9000
AMBITO VOLONTARIO
Uno dei primi obiettivi del Progetto Vision 2000 è stato quello di ridimensionare la estesa proliferazione di norme e guide Iso sorte a fianco delle norme base (ISO 9001, 9002, 9003)
Con la ISO 9000:2000 (quelle della seconda fase) si passa infatti da oltre 20 norme a sole 4 norme:·ISO 9000 "Sistemi di Gestione per la Qualità - Fondamenti e terminologia“·ISO 9001 "Sistemi di Gestione per la Qualità - Requisiti“·ISO 9004 "Sistemi di Gestione per la Qualità - Linee Guida per il miglioramento delle prestazioni“·ISO 19011 "Linee Guida per la valutazione dei Sistemi di Gestione per la Qualità e dei Sistemi di Gestione ambientale"
AMBITO VOLONTARIO
Uno dei motivi fondamentali del processo di revisione 2000
delle Norme ISO 9000 è stata l'implementazione del concetto
di qualità intesa come capacità di soddisfazione dei bisogni di
tutti gli attori (stakeholders, cioè i clienti e gli
utenti/consumatori, i lavoratori, i proprietari e azionisti, i
fornitori e la collettività in generale) coinvolti nei processi di
produzione/fornitura, utilizzo/fruizione di beni e servizi.
AMBITO VOLONTARIO
SISTEMA QUALITA' ITALIA
Il Sistema di accreditamento e certificazione in Italia ha come protagonisti i seguenti gruppi di attori:
Enti normatori (UNI, CEI);
Enti di accreditamento (SINCERT, SINAL);
Organismi di certificazione;
Laboratori di prova;
Centri di taratura.
AMBITO VOLONTARIO
Enti normatori
UNI Ente Nazionale Italiano di Unificazione: presiede alla normazione tecnica in campo scientifico.
CEI Comitato Elettrotecnico Italiano presiede alla normazione in campo elettrotecnico, elettronico e delle telecomunicazioni
per loro iniziativa è nato il SINCERT, il Sistema Nazionale per l'Accreditamento degli Organismi di Certificazione
AMBITO VOLONTARIO
Enti di accreditamentoSINCERT Sistema Nazionale per l'Accreditamento degli Organismi di Certificazioneha la finalità di accreditare Organismi di certificazione di prodotti, di sistemi qualità, sistemi di gestione ambientale, di personale e Organismi di ispezione. Per 'Accreditamento' s'intende il "Procedimento con cui un organismo riconosciuto attesta formalmente la competenza di un organismo o persona a svolgere funzioni specifiche". Il SINCERT ha l'obiettivo, attraverso l'accreditamento, di rafforzare l'autorità e la credibilità, sia a livello nazionale che internazionale, degli Organismi di certificazione ed ispezione
SINAL Sistema Italiano Nazionale di Accreditamento dei Laboratoriaccredita i laboratori per qualsiasi tipo di prova
AMBITO VOLONTARIO
Organismi di certificazione
loro compito è quello di certificare il Sistema Qualità delle aziende
attestano che prodotti, personale, sistemi di gestione aziendale (qualità, ambiente, ecc.) rispondano a determinate normative.
attualmente sono più di cinquanta con specifica competenza nei vari settori del lavoro (Agroqualità, Certiquality, BVQI….)
AMBITO VOLONTARIO
Laboratori di prova
Laboratori accreditati a svolgere prove durante e dopo il processo di cui si vuole certificare la qualità.Un prodotto, durante il processo di fabbricazione e all'atto del collaudo finale, deve essere sottoposto ad una serie di prove, svolte presso Laboratori accreditati. Provare significa misurare una caratteristica in base a procedure normalizzate allo scopo di verificarne la conformità ad un capitolato o ad una norma.
Centri di taratura
Il SIT (SERVIZIO DI TARATURA in Italia) accredita i centri di taratura che emettono i certificati di taratura attestanti la funzionalità degli strumenti.ha il compito di diffondere le unità di misura nei diversi settori industriali.
AMBITO VOLONTARIO
Gli organi normatori nazionali aderiscono all'ISO - International
Organization for Standardization - (circa centoventi nazioni
aderenti)
è una organizzazione internazionale, con sede a Ginevra, con
compito di studiare, redigere e divulgare la normativa nel
mondo.
www.iso.org
AMBITO VOLONTARIO
CERTIFICAZIONE AMBIENTALE E' lo strumento che permette di riconoscere le aziende che operano in maniera ecocompatibile ed ecosostenibile.
Si basa su
ISO 14000
EMAS
AMBITO VOLONTARIO
ISO 14000 sistema di gestione e valutazione dell'impatto di un'azienda con il mondo circostante, dal punto di vista ambientale.
La famiglia delle ISO 14000 si compone di un insieme di norme, che coprono sei aree: 1. Sistemi di Gestione Ambientale; 2. Audit (verifica) ambientale3. Valutazione delle prestazioni ambientali; 4. Etichettatura ambientale; 5. Valutazione del ciclo di vita dei prodotti; 6. Valutazione degli aspetti ambientali negli standard di produzione.
AMBITO VOLONTARIO
Queste norme sono strutturate in due tipi:
Le Linee Guidadocumenti descrittivi che illustrano i concetti fondamentali della Gestione Ambientale, definiscono i termini chiave e forniscono una guida volontaria su come strutturare uno specifico sistema per un particolare processo od attività;
le Specificazioni forniscono gli elementi necessari alle organizzazioni per ottenere la certificazione
AMBITO VOLONTARIO
EMAS Eco Management and Audit Scheme- in italiano "Sistema (Comunitario) di ecogestione e audit".
altro strumento di gestione ambientale, l'Eco-audit
varato con un regolamento CEE del 93 che si fonda su un atto specifico, che non si rinviene nella normativa ISO 14000: la dichiarazione ambientale, con la quale l'azienda evidenzia la sua politica ambientale in maniera responsabile e trasparente.
AMBITO VOLONTARIO. EMAS
Iter di adesione all’ EMAS
Redazione della "dichiarazione ambientale"Esame da parte di "verificatori ambientali accreditati" Invio della dichiarazione convalidata all'Organismo che si
occupa della registrazioneRegistrazione Riconoscimento pubblico che conferma la validità
dell'organizzazione adottata e dei mezzi messi in campo per la
tutela dell'ambiente e il rispetto delle leggi ambientali.
AMBITO VOLONTARIO
La Comunità europea ha emanato una serie di regolamenti riguardanti la protezione di produzioni tradizionali e la valorizzazione della specificità dei prodotti agroalimentari.
la conformità ai suddetti regolamenti è una libera scelta dell'imprenditore
ma una volta ottenuto il riconoscimento l'osservanza della norma diventa obbligatoria e viene verificata da organismi di controllo
AMBITO REGOLAMENTATO
REG. CEE 2081/92
DOP DENOMINAZIONE DI ORIGINE PROTETTA IGPINDICAZIONE GEOGRAFICA PROTETTA
REG. CEE 2082/92
AS o STG ATTESTAZIONE DI SPECIFICITA’ o SPECIALITA’ TRADIZIONALI GARANTITE
AMBITO REGOLAMENTATO