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Il paradiso delle trottole STORIE E CANZONI PER BAMBINI CRESCIUTI Banda Putiferio & autori vari Prefazione di Gianfranco Manfredi Postfazione di Alberto Casiraghi CD musicale abbinato

Il paradiso delle trottole

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Un volume di storie illustrate, dove si racconta tra fumetti e musica, il bizzarro mélange tra l'attualità più stretta (le figure del lavoro precario, ad esempio, ma più in generale l'immersione nel sociale) e un'inattualità programmatica e conclamata, tipica di una banda musicale popolare.

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Il paradisodelle trottoleSTORIE E CANZONI PER BAMBINI CRESCIUTI

Banda Putiferio & autori vari

Prefazione di Gianfranco ManfrediPostfazione di Alberto Casiraghi

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Euro 17,50

Fumetti e illustrazioni di:Miguel Ángel Martín, Gino Gavioli, Lucho Villani, Luca Enoch, Massimo Giacon,

Akab, Marco Manini, Cristina Benintende, Lola Airaghi, Onofrio Catacchio, Pistrice, Otto Gabos, Davide Barzi, Danilo Loizedda, Tobin Florio

Special guests musicali:Roberto «Freak» Antoni, Daniele Sepe, Antonio Rezza e Flavia Mastrella,

Mauro Ermanno Giovanardi, Ivano Marescotti, Bebo Storti, Fausto Amodei, Alessio Lega e tanti altri

La bellezza dell’infanzia è di non finire.VICTOR HUGO

Il paradiso delle trottoleB

anda Putiferio &

autori vari

CDmusicaleabbinato

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Banda Putiferio & autori vari

Il paradisodelle trottole

Storie e canzoni per bambini cresciuti

A cura di Daniele Manini

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Il paradiso delle trottoleI edizione: ottobre 2010

Consulenza editoriale: Alberto CasiraghiCD registrato, mixato e masterizzato negli studi Keaton di MonzaFonico: Roberto Barbiniputiferio.it | myspace.com/bandaputiferio

Illustrazione di copertina: Miguel Angel MartinIllustrazione sul CD: Gino GavioliIllustrazione Banda Putiferio: Tobin Florio (da una foto di Carlo Dulla)

Grafica di copertina e impaginazione: TunuéLab

Text and illustrationsCopyright © 2010 Banda Putiferio/Autori vari/Tunué S.r.l.All rights reserved.

Direzione editoriale: Massimiliano Clemente

Tunué S.r.l.Via dei Volsci 139 – 04100 Latina – Italytel. 0773 661760 | fax 0773 [email protected] | www.tunue.com

ISBN-13, GS1 978-88-97165-03-3

Finito di stampare nel mese di ottobre 2010 presso:Stampa Sud S.p.A.Via P. Borsellino 774017 Mottola (TA) – Italy

Cd stampato pressoReplic S.r.l.Via A. Modigliani 9/1120040 Usmate Velate (MI) – Italy

Carta:Hello Silk + 300 g/m2 (copertina)Munken Print 1,8 115 g/m2 (interni)Il paradiso delle trottole è stampato su carta «amica delle foreste» certificata FSC

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Che Putiferio!

di Gianfranco Manfredi

Il progetto della Banda Putiferio è tanto chiaro quanto raro, si potrebbe anzi direpressoché unico, nell’attuale panorama della canzone d’autore italiana.

La sua originalità parrebbe a prima vista risiedere in un bizzarro mélange tra l’at-tualità più stretta (le figure del lavoro precario, ad esempio, ma più in generale l’im-mersione nel sociale) e un’inattualità programmatica e conclamata (il punto di vista«operaio», la stessa formazione da banda popolare, la teatralità sarcastica del canto).Tuttavia l’insieme è così fuso da non risultare estraneo, ogni ascoltatore vi può av-vertire echi di una tradizione anarcoide che è poi il fil rouge della più eminente can-zone d’autore italiana (la scuola genovese, con De André alla testa, quella milanesealla Strehler, Fo, Jannacci, Gaber, e quella emiliana alla Guccini, Lolli), musicalmen-te radicata in un genere di ballad di tradizione più francese (e letteraria) che ameri-cana (e pop rock).

Salta agli occhi, per la verità, una differenza sostanziale.La classica canzone d’autore, per quanto socialmente orientata, trova però la sua

sintesi e la sua capacità di contagio popolare attraverso l’Amore. «Quando la serame ne torno a casa, non ho neanche voglia di parlare...» Il disagio sociale attraversae si esprime nel disagio della coppia e più in generale dei rapporti sentimentali.

Banda Putiferio invece, nel solco della canzone più espressamente politica, pareassai poco interessata a questo cotè amoroso di cui si compiace invece di mostrarela natura desolatamente mercificata e propagandistica: «Vendo amore, universaleAMoRe melenso, dolcissimo, bambinesco amore per una merendina» (canta Il Pub-blicitario nel suo Sogno degli sterminati mercati). e dunque, alla fine, quale eco sipuò avvertire in un mix così frastornante e certo, pur nel sarcasmo e nell’umorismocorrosivo, così poco orecchiabile come si diceva una volta, in una parola consolato-rio? Più che un’eco c’è a mio avviso una radice, di cui la stessa Banda Putiferio è in-consapevole, ed è proprio questo il bello perché un conto è un richiamo voluto a unatradizione, ben altro conto è una spontanea espressione di senso, non necessaria-mente consapevole delle sue origini storiche. Il primo è in qualche modo citazione(con il rischio di brillare alla luce riflessa dei Maestri), il secondo è sorgivo e non sipropone come Altro da sé, non va in cerca di Padri Nobili con cui giustificarsi. Non-dimeno questa radice, a mio avviso, c’è. e ha un nome: Aristide Bruant, il primochansonnier anarchico della storia europea, che tutti ricordano per effigie (il ritrat-to con cappellaccio, mantello nero e sciarpa rossa, dedicatogli da Lautrec) o in col-legamento con i fumosi locali dello Chat Noir, la storica taverna musicale di Mon-tmartre, così esemplare nel suo mescolare umanità marginale, borghesi in cerca ditrasgressione, intellettuali e semplici solitari bisognosi di bagni di folla quanto pron-ti a sfuggirle, magari per sostare fuori dal locale, sul marciapiede, a guardare la lu-na e a rischiare l’arresto per atteggiamento sospetto. Ma le canzoni di Bruant (ne ho

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appena citata una) le si ricordano meno, o non le si conoscono affatto, e vale la pe-na di ricordarne i fondamenti: i protagonisti sono persone del popolo, al confine trala loro figura sociale-lavorativa e un’individualità disancorata da tutto se non da uncoraggioso sogno di liberazione, coltivato nonostante la disillusione; il canto è tea-trale, ma tutt’altro che edificante, perché esprime nella sua scorbutica asprezza il ri-fiuto del rito educato del teatro, a vantaggio del canto di strada, sul confine dell’ubria-chezza (il canto à la Piaf nasce insieme al canto à la Bruant).

Il canto di strada si nutre di Putiferio e rifiuta di occultarlo. Nei modi stessi delpresentarsi in scena Bruant inventa la figura del cantattore (prima che cantautore)che irride alla cerimoniosità del Cantante da Palcoscenico. Bruant cammina sui ta-voli e tra i bicchieri di vino, volge le spalle al pubblico, rifugge da ogni tentazione almelodico inclinando piuttosto allo sprezzante.

L’interpretazione del cantattore Daniele Manini non richiama gli stereotipi del bre-chtiano (astratta simulazione teatrale e intellettuale del popolare), ma appunto e in-vece la teatralità di strada dell’invettiva frantumata che non si preoccupa di grade-volezza (né intellettuale, né sentimentale) ma esprime un atteggiamento in sé.

Altro fatto sostanziale è la natura di progetto aperto del lavoro della Banda Puti-ferio, all’incrocio con le esperienze artistiche più diverse, e sollecitante di collabo-razioni che ne ampliano costantemente il raggio. e anche questo carattere di Comu-ne aperta, non può che richiamare la poetica di Bruant.

Si chiacchiera sempre e troppo di memoria perduta, di tradizioni popolari dimen-ticate più ancora che tradite, sottovalutando che ciò che è sorgivo può ricrearle suasponte, senza necessità di citarle, senza neppure necessità di consapevolezza, per-ché troppo spesso la consapevolezza si trasforma in Revival, in omaggio, in Sepol-cro Imbiancato, ed è invece dall’inconsapevolezza creativa che si esprime tanto ilvissuto attuale, quanto il patrimonio genetico.

Al contempo, nella Banda Putiferio non c'è alcun ingenuo ricorso allo spontanei-smo, perché un Progetto è comunque legato a un’idea e al faticoso e attento lavorointellettuale che la materializzi in espressione, riscattandola dal rumore di fondo,dai finti entusiasmi, dai riti presunti liberatori dei concertoni, dalla saggezza mer-cantile del popolar-commerciale.

Qui sì sono indispensabili consapevolezza e rigore e tecnica. Troppo spesso, percarenza di rigore espressivo, lo Spontaneo è eufemismo del Riciclato e del Corrivo,ascolto (da parte del pubblico) che è ri-ascolto del già udito infinite volte, infantili-smo eterno che applaude al riapparire dell’oggetto scomparso.

La canzone d’autore dovrebbe invece essere (e lo è stato e lo è nei suoi momentimigliori) evocazione, indicazione dell’oggetto mai o non ancora visto, l’oggetto ne-gato, quello che la Comunicazione Ufficiale per prima, nasconde, e cioè la SocietàInvisibile verso cui si muovono tribù di spericolati Cacciatori (sì, le Bande Putife-rio), l’oggetto presente, reale, quanto sfuggente, del loro Inseguimento.

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Indice delle canzoni e delle immagini disegnate

Titoli di Testa

Il dio dei sogni

Insetti

PutiferioLe ragioni di una zanzaraIl grillo e la formicuzza

Bambini cresciuti

Trent’anni dopo Fui feto

I bambini di via PellegriniNinna nanna del capitale

L’infantelenco

Fiabe sonore

Il campanile di Curon La settimana di orfeo

Ciro che vola L’uomo che comprava tutto

Titoli di Coda

Ciuffettino

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TIToLI DI TeSTA

Il dio dei sogni(Barbini/Ghisalberti – ed. SIAe 2010)Traccia 1 – 2’40”

Daniele Manini: trottoleRoberto Barbini: audio trottole, musica

Ana Maria Ghisalberti: testoIvano Marescotti: recitazione celestialeelena Cosentino: arpa classica intensa

Paolo Tini: autentico glockenspielCaterina Rappoccio: fagotto leggiadro

Questa è una storia che voglio cantareper combattere i mostri con le nostre fanfarePresto venite prendete dei fiorie rubate le favole dai cinque colori!Ci sarà una zanzara per menestrellocon un rosso vestito ed un bianco cappellopoi una formica portata dal vento innamorata di un grillo assai contentoPresto venite liberate il quartieredagli strozzini di banche vampire!Il dio dei sogni ci aiuterà a saltare dal sonno alla libertàCorrete qui e correte là!La fata del mare ci racconterà di un campanile che spunta nell’ariadentro una diga dove vita non èe il mago delle stelle per noi canteràil volo di un bimbo e la sua libertà Ci sarà un Putiferio che sposterà le montagne in un cielo di Marzo colorato di blu ci sarà un Putiferio in tutte le stradee madame povertà non ci sarà più

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Putiferio(Paolinelli – Moraschi) Traccia 3 – 4’00”

Daniele Manini: voce putiferioRoberto Barbini: fisarmonica eletta, violini

Massimiliano Donna: batteria pestataMassimo Braga: contrabbasso archettato

Gianfranco Tripodi: chitarra beatenrica Russo: voce didascalica

Mauro ermanno Giovanardi: voce liberaSilvana Zancolò: regia videoclip in rete

Sigla finale del lungometraggio Putiferio va alla guerra (1968, Gamma Film); cantava Rita Pavone.

Putiferio va alla guerraDisegni e personaggi di Gino Gavioli tratti dal lungometraggio animato Putiferio va

alla guerra, prodotto da Saba Cinematografica – Gamma Film – Rizzoli Film, realiz-zato da Gamma Film, produttore esecutivo Bruno Paolinelli, regia di Roberto Gavio-li, scenografie di Adelchi e Paolo Piffarerio, adattamento del testo di Silverio Pisu.

Gino Gavioli

Nasce e vive a Milano ed è uno dei più importanti disegnatori italiani di cartoni animati.Inizia a lavorare con Alberto Traini con alcune serie comiche (qui ricordiamo Carioca), poiinizia a disegnare per Il Corriere dei Piccoli, Il Monello e Il Giornalino. Con il fratello Rober-to fonda nel 1953 la casa di produzione di cinema di animazione Gamma Film, dove producegli storici cortometraggi pubblicitari televisivi degli anni Sessanta per «Carosello». ecco i no-mi di alcuni personaggi che rimangono nella storia: Caio Gregorio, Mammut, Babbut e Figliut,Cavallo Derby, Capitan Trinchetto, Joe Galassia, Serafino spazza antennino, Taca Banda e Ci-mabue. Nel ‘68 lavora al film Putiferio va alla guerra, un conflitto tra formiche che anticipadi oltre trent’anni le analoghe pellicole di produzione statunitense. La Gamma Film vince laPalma d’oro per la televisione nel 1965 e numerosi premi in tutto il mondo. Dal 1976 Gavio-li si dedica al fumetto e all’illustrazione, disegnando le riduzioni di favole e classici per ragaz-zi. Ha ricevuto centinaia di riconoscimenti e premi e ha lavorato, tra i molti, con Tiziano Scla-vi, Paolo Piffarerio, Toni Pagot e Lucio Tomaz.

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9 | GINo GAVIoLI

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Lucho Villani

Lucho, a.k.a. Bombi lo Bombi, il disegnatore italiano che vanta più tentativi di pubblicazio-ne, tutti in terza persona! Veterano di ambienti underground lontani dalla grande distribuzio-ne, scarsissimo diplomatico, antitesi del presenzialismo, riesce a non disegnare (pur volen-do) per medio-lunghi periodi grazie a una credibile copertura di contrabbassista grazie allaquale riesce a finire spesso in posti ai confini della realtà, testimone dell’improbabile. Auto-produzioni realizzate dal 1999: Lampi Grevi 1 e 2, Krakatoa A, B e C, Marziano No, Manue-le Bambinello, ominotondo contro i Cristoidi. Lavori per la musica di: Roberto Angelini, Ban-da Putiferio. Altre produzioni: satira, storyboard, fumetti, tante illustrazioni, gavettoni e scher-zi da stronzo.

- bombilozombi.com- luchoboogiegraphic.blogspot.com- myspace.com/scaramanouche- myspace.com/theredwagonsbluesband

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Le ragioni di una zanzara(Barbini/Manini/Ghisalberti – ed. SIAe 2010)Traccia 4 – 4’15”

Daniele Manini: voce vittima, testoRoberto Barbini: hammond spaziale,

fisarmonica folclorica, musica e notiziariMassimiliano Donna: batteria a spazzola

Massimo Braga: basso stick all’inizio, godin alla fineGianfranco Tripodi: chitarra acquisita

Ana Maria Ghisalberti: testoIsa: voce carnefice

Mario Garuti: violino insistenteLuciano Margorani: chitarra moscovita

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13 | LUCIo VILLANI

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Il grillo e la formicuzza(popolare)traccia 2 – 3’36”

daniele Manini: voce formicuzzaroberto Barbini: fisarmonica di paeseMassimiliano donna: batteria di città

Massimo Braga: contrabbasso austeroGianfranco tripodi: chitarra acustica

laura Ferrari: voce grillo luciano Margorani: chitarre elettrificate

C’era un grillo in un campo di linola formicuzza gliene chiese un filinodisse il grillo «Che cosa ne vuoi fare?»«Calze e camice, mi voglio maritare»disse il grillo «lo sposo sarò io!»la formicuzza «sono contenta anch’io»

larizumpalarillalero larizzumpalarillallàlarizumpalarillalero larizzumpalarillallà

era fissato il giorno della nozze tra pudici baci e tenere carezzeandarono in chiesa per mettersi l’anellocadde il grillo! e si ruppe il cervello…la formica corse verso il marea cercar l’unguento e il grillo medicareQuando fu là, laggiù vicino al portovenne la nuova che il grillo era già morto

larizumpalarillalero larizzumpalarillallàlarizumpalarillalero larizzumpalarillallà

suonano le nove e aldilà del pratosi sente dire che il grillo è sotterratola formicuzza per il gran doloreprese le zampine e se le ficcò nel cuore…Quattro grillini vestiti di neroportarono il grillo sino al cimitero

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Quattro formiche vestite di biancoportaron la formica sino al camposanto…

larizumpalarillalero larizzumpalarillallàlarizumpalarillalero larizzumpalarillallà

Luca Enoch

Grafico e illustratore milanese, lavora nel settore editoriale e pubblicitario. Nel 1992, sul nu-mero 6 dell’Intrepido esce la breve storia Bersek. solo qualche mese dopo sulla stessa testatapubblica la serie Sprayliz, che, fin dal suo debutto ha rapidamente incontrato un notevole gra-dimento da parte dei lettori, tanto da guadagnarsi una collana tutta sua, edita da star Comics,e ottenere, nel 1995, il premio Fumo di China per il miglior personaggio e miglior testata. perla casa editrice Bonelli ha scritto e disegnato alcune storie di legs Weaver. Nel 1999, debuttauna nuova testata semestrale, di cui enoch realizza testi e disegni, Gea, le cui avventure si con-cludono dopo diciotto albi, nel novembre del 2007. il progetto successivo si chiama Lilith.

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Trent’anni anni dopo(Braga/Barbini/Manini/antoni – ed. siae 2010)traccia 11 – 6.39

daniele Manini: testo, arrangiamentiroberto Barbini: musica, organo infinito, rumori cartoon, riprese

Massimiliano donna: batteria psichedelicaMassimo Braga: musica e stick

Gianfranco tripodi: chitarra elettrica, risata elettricaroberto “Freak” antoni: voce essenziale, testo

luciano Margorani: chitarra baloonMario Garuti: violino di fatto

il regno di Biancaneve viene spodestato da una rivoluzione, il re impiccato e la ra-gazza cacciata: apre un ristorante in sardegna. i nani, dopo la crisi delle miniere, siritrovano senza lavoro e fanno i camerieri nel suo ristorante, dove Biancaneve si ri-vela una negriera apostrofandoli con frasi del tipo: «Muovetevi mezze cartucce, chevi rimpiazzo quando voglio!»

Cappuccetto rosso, prostituta in declino 38enne, gestisce un bordello in Germa-nia. Nel tinello ha la pelle del lupo distesa e la testa appesa. Cappuccetto il preser-vativo lo fa usare ai clienti: solo rosso. uno dei suoi frequentatori più affezionati èil vecchio cacciatore, che più volte le ha chiesto la mano, ricevendo in risposta so-nore risate.

pollicino & alice li troviamo sposati in olanda a gestire un ricco business di dro-ga. lui segue la vendita delle pastiglie. Nome di battaglia: littleFinger, lei i soliti al-lucinogeni che usava già in tenera età. Nome di battaglia: ladytrip.

Barbablù ha fatto carriera in Francia: è sottosegretario agli esteri del governo. Ne-gli anni ha sviluppato un’allergia alimentare verso la carne umana e quindi ha smes-so di mangiarsi le mogli. È diventato un vegano osservante e ha spostato la sua per-versione sulle figurine dei calciatori.

pinocchio, dopo vent’anni da impiegato in una ditta import-export di legname a Fi-renze, cerca con affanno di rintracciare la Fatina per farlo tornare burattino e felice.

la Bella addormentata nel bosco ha aperto un centro salute & benessere per la cu-ra del sonno in Brianza. il suo principe, azzurro, da quando si è messo in politica,la trascura. lei si consola con i giardinieri del posto.

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peter pan vive a londra e si è messo in affari con Capitan uncino: furti con scas-so in appartamenti di lusso. Campanellino, oltre a essere una utile complice, è diven-tata anche il loro giocattolino d’amore: in estrema sintesi se la sbattono entrambi.

il pifferaio Magico, rinchiuso in un carcere belga per abusi su minori, rivangandoil passato canticchia:

Bambine, BambiniIl vostro destino tragico,tragico, magico, tragico, magico.Hamelìn Hamelìn Hamelìn

Massimo Giacon

Nasce a padova ed è ancora vivo. protagonista fin dal 1980 del fumetto italiano, ha pubbli-cato su Linus, Alter, Frigidaire, Dolce Vita, Cyborg, Nova Express, Blue. attualmente lavoraper XL ed è uno dei più attivi designer per alessi (lo è stato per artemide, Memphis, swatch),e persegue parallelamente una frenetica attività creativa come artista, performer e musicista.

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Monologo tratto dallo spettacolo Io, di antonio rezza e Flavia Mastrella.

Fui feto(rezza/Mastrella/Braga/Barbini – ed. siae 2010)traccia 9 – 3’12”

daniele Manini: intenzioni & arrangiamentiroberto Barbini: fisa ritmica, musica, rumori

Massimo Braga: contrabbasso, musica e chitarra acusticaantonio rezza: l’io narrante e il testo

paolo Milanesi: tromba medievale

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Akab

Mi interesso di segno da sempre. Forse anche da prima. la ricerca negli ultimi anni si è mi-schiata con la magia. Con l’occulto. Guardare dietro il sipario. d’altra parte cosa è dipingerese non riportare in questo piano dimensionale forme e creature pescate da altre dimensioni?dimensioni che ci riguardano tutti.

Come sfilare un coniglio dal cilindro. stare nell’impossibile. abrakadaraba è la formula.akab il risultato.

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33 | akab

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Dedicata al bambino

Roberto Pozzato

biglie di vetro e soldatinimuovono terra scavano fossenei campi allagati delle case rossebande allegre rifugi e coltellifurto con scasso gomme a brandellibrulli campetti biciclette da crossGraziella dorata rubata dal boss

pozzanghere nere mondezza latenteFranchino che guida senza patente

sassi piatti le figurinelunghi bastoni risse al confinenelle cantine con le bambinecalci e sputi sulle vestineGatti impiccati sopra i lampionispenti con calci da veri campionisassate furtive contro il bidelloscuola integrata coltello e righello

Gioco a pallone in mezzo alla stradapassa furgone portiera segnataGiochi innocenti infanzia settantacittà benestante provincia brianza

I bambini di via Pellegrini

(barbini/Manini – ed. siae 2010)traccia 10 – 6’06”

daniele Manini: voce nostalgica, pollivendolo, testoroberto barbini: musica, hammond, gomme bici

Massimiliano donna: batteria rotondaMassimo braga: basso acustico

Gianfranco tripodi: chitarra acustica, cori acuti, anziano calabreseMario Garuti: violino struggente

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«Puliree Donna! Polli di lusso né! Uova Speciali, uova freschissime da bere,Puliree donna… Uova della propria giornata…»«… Pinoooooooo!»

Trad. dal calabrese:«Nella via passa quel signore che vende i giornali sulla bicicletta.Nella via c’è quello che vende rotoli di carta igienica.Nella via qualcuno tira bulloni con fionde fatte coi copertoni»

i sopravvissuti nei loro lettinirimangono ancoragli eterni bambinidi via pellegrino pellegrinidi via pellegrino pellegrini

Marco Maniniarchitetto monzese, da sempre si occupa dei territori contigui all’arte e all’architettura sen-

za escludere campi come il design, il fumetto, l’illustrazione e la musica. espone alla bien-nale dei giovani artisti dell’europa mediterranea (Valencia, 1992) e alla peggy GuggenheimCollection (Venezia, 1993).

dal 2001 è responsabile del progetto breragioca nelle scuole e nella pinacoteca di brera aMilano; dal 2006 al 2009 partecipa al progetto e al coordinamento della sezione didattica suarte e design per la sezione didattica del Museo d’arte contemporanea di lissone (Mb).

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39 | MarCo Manini

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Cristina BenintendeVive a torino ed è un’illustratrice e fotografa. Ha lavorato nell’illustrazione, nella musica, indiversi lungometraggi animati e collabora con alcune agenzie pubblicitarie torinesi. nel 2009è uscito, per le edizioni lo scarabeo, I tarocchi del dolce crepuscolo. nello stesso anno par-tecipa, con Marco bruera e con il nome bruben ad art, alla mostra permanente Common spa-ces nello spazio el barrio di torino.

Ninna nanna del capitale

(amodei)testo in rete su: www.ildeposito.org/archivio/canti/canto.php?id=166traccia 12 – 3’12”

daniele Manini: voce dividendiroberto barbini: fisarmonica walzer

Massimiliano donna: batteria vienneseMassimo braga: basso canadese

Gianfranco tripodi: chitarra in attivoFausto amodei: musica & testo

alessio lega: voce spreadluciano Margorani: chitarra taeg

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47 | Cristina benintende

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Naranjita, naranjita porque llora, porque tengo que llorar.

Anoche mi novia no me quizo saludar.

Los panuelos de mi novia no se lavan con jabon,

se lavan con la aguita de la sangre de mi corazon...

«piccola arancia perché piangi? perché devo piangere.ieri notte la mia fidanzata non mi ha voluto salutare.

i fazzoletti della mia fidanzata non si lavano con il sapone,si lavano con il sangue del mio cuore…»

(Filastrocca cilena cantata da un bambino,dall’introduzione della canzone Luchin, di Victor Jara)

Uno che è sempre in bilico, l’altalena è il suo topicomolto preso a sniffare flaconi di collal’altro che suona un tamburo con cipiglio sicurosi, se ne frega, importa una sega, se poi a danzica fanno la guerraUno che ruba la borsa con un’aria un po’ persase lo insegui ti accorgi che corre velocel’altro che gioca al computer, mangia salse al dispenseri compleanni molto importanti negli odorosi e grassi fast-food Uno che nasce senziente, rimane muto e pazientebelga si crede essere un tubo in Giapponel’altro che ha il mitra facile, soldatino invincibileno, non si ferma, lui poi ti spara anche se fa un po’ tenerezza

Uno che gioca a palla seduto nella stallal’altro che tira un sasso sopra la testa di un fessoUno che studia magia per andarsene via…

L’infantelenco

(barbero/Manini – ed. siae 2010)traccia 13 – 4’23”

daniele Manini: voce, testoroberto barbini: hammond, fisa & arrangiamenti

Massimiliano donna: tamburiMassimo braga: basso

Gianfranco tripodi: chitarra tarantinataalberto barbero: musica & arrangiamenti

luciano Margorani: chitarra elettrica aggressiva

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Uno che guarda il mare niente da dichiarareun giorno diventerà poeta o bagninol’altro che è molto vivace, alla sua mamma non piacelei lo rimbrotta, poi dopo sbotta, infine lo seda con dosi prozacUno che già piccolino c’ha lasciato il braccinocol moncherino saluta una nave lontanal’altro che piace a tanti signorotti aitantiutenti marci di carne finta, sesso flaconi in video chat

Uno malato cronico nel suo lettino nostalgicol’altro nel campo estivo sputa in faccia all’arrivoUno che duro lavora per una notte intera…

Parlatol’ultimo ha esperienza, vita in abbondanzama il suo tempo lo vuole educato in case di cura…

Lola AiraghiVive a Monza e disegna fumetti dall’età di 5 anni. Con anna lazzarini ha fondato lo studio

baloon. diverse esperienze lavorative come illustratrice e fumettista. Con sergio bonelli edi-tore ha pubblicato diversi albi di Brendon e Legs Weaver. dal 2003 illustra i tarocchi de loscarabeo e nel 2005 ha vinto il premio Jacovitti Cartoomics if e il premio Yellowkid. Ha pub-blicato anche con Glamour associated, Glenat, edimond, Manor, Fumo di China, Hazard edi-zioni, rCs rizzoli, Corrierino, Corriere dei Piccoli, Il Mondo, excalibur.

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53 | lola airaGHi

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A memoria di popolo che nulla può fare

quando qualche alto interesse lo può allagare

Ci fu un paese che scomparve nel nullauna vecchia storia che lo cancellò dalla terra.«Chi squagliò il bel paesello? Chi lo tirò sotto giù?»«Chi squagliò il bel paesello? Chi lo tirò sotto giù?»

rimane il campanile dal lagospunta il campanile dal lagola sua punta fora l'acqua e l'occhio di chi passaCara Val Venosta e il lago dama benvoluta dal lago…

Una diga s’ha da fare: austroungarica, fascisti, Montecatini,ma il gran merito fu della democrazia di cristiana memoriache lo seppellì: «Com’è d’oro la vallina senza i tetti di Curon!»

«Com’è d’oro la vallina senza i tetti di Curon!»

rimane il campanile dal lagospunta il campanile dal lagola sua punta fora l'acqua e l'occhio di chi passaCara Val Venosta e il lago dama riverita dal lago…

Gli abitanti spopolati e mal risarcitimille giornate di lavoro, pane per settemilae poi cemento come lava o melma o cosa di poco amore

Il campanile di Curon

(barbini/Guglielmin/Manini – ed. siae 2010)traccia 5 – 4’06”

daniele Manini: voce narrante, testoroberto barbini: fisa decisa,

hammond di circostanza, musica e bolleMassimiliano donna: batteria liturgica

Massimo braga: basso filanteGianfranco tripodi: chitarra elettrica stilosa, cori alpini

stefano Guglielmin: testo poeticodaniele sepe: sax partenopeo

bebo storti: recitazione

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«dove sei fanciulla mia? Casa mia tu dove sei?»«dove sei fanciulla mia? Casa mia tu dove sei?»

rimane il campanile dal lagospunta il campanile dal lagola sua punta fora l'acqua e l'occhio di chi passa

Povera Val Venosta dama mal venduta… per un lago.

Onofrio Catacchioautore e disegnatore di fumetti, vive e lavora a bologna. dal 1987 ha scritto e disegnato in

proprio Stella Rossa e Cybernauta e sceneggiato Progenie d’inferno per i disegni di andreaaccardi. Ha collaborato con Carlo lucarelli alla versione a fumetti di Coliandro e con Wu Ming2 per La ballata del Corazza. Ha disegnato episodi di Nathan Never per la sergio bonelli edi-tore. Con Giuseppe Camuncoli ha firmato il Dark Wolverine della Marvel. Con luigi bernar-di sta realizzando una storia che rilegge in chiave contemporanea il personaggio di Fantomas.Ciò che sa, lo insegna nei corsi di fumetto dell’accademia di belle arti di bologna e dellascuola internazionale dei comics di reggio emilia.

il suo sito è www.onofriocatacchio.com

Il testo nel fumetto è stato reinterpretato dall’autore.

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59 | onoFrio CataCCHio

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l’ora non è al suo postola ruota della settimana si sposta e si nasconde rovistando tra i secondilunedì, Mercoledì poi sabato, Martedìl’ora non è al suo posto,qualcosa di più vasto di una vittoria, una sconfitta…il respiro dell’anima dietro i mutamenti,lavoro, noia, lavoro, noia…

l’ora è al suo postose così fosse m’inginocchierei con un sorriso

Ma l’ora non è al suo postoposso vedere il mercoledì pomeriggio frusciarmi sotto i piedi,estrarre i suoi tesori e spargerli nel recintoche contiene un universo più vasto

l’ora è al suo posto,se così fosse, se così fosse,comincerei a correre e a comporre melodie«lune la fune Giove le ove e fine non avrà…Marte le scarpe Venere la cenere e fine non avràe non avrà e non avrà!»

Ma l’ora non è al suo postol’orologio della settimana si è guastatodi certo non sarò io in grado di aggiustarloForse sandman, o l’eremita.

«per i bambini l’infanzia è senza tempo. È un presente continuo.tutto quanto si coniuga al presente.»

(da Bambini nel tempo di ian Mc ewan)

La settimana di Orfeo

(barbini/donna/Manini – ed. siae 2010)traccia 6 – 5’46”

daniele Manini: voce, delirio, testoroberto barbini: fisa ubriaca, giostra, musica

Massimiliano donna: testo, batteria, percussioniMassimo braga: basso godin al cubo

Gianfranco tripodi: chitarra acustica intriganteenrica russo: voce filastrocca

paolo Milanesi: tromba epocaleCaterina rappoccio: fagotto di circostanza

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Francesca Protopapa (Pistrice)nata a roma, dipinge con passione da sempre e ama dare vita a piccole e fragili creature at-

traverso collage e disegno a tecnica mista. laurea in storia dell’arte (roma) e bts in Graphi-sme pao e webdesign (paris). selezionata in diversi concorsi d’illustrazione internazionali,ha pubblicato cinque libri per ragazzi e partecipato a numerose esposizioni collettive d’arte ed’illustrazione. Vive e lavora a parigi dal 2006.

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a ciro camminare non gli piace, che sia sotto la pioggia o sotto il solela strada è lunga non finisce mai, hai voglia a consumartici le suole!Hai voglia a consumartici le suolee allora ciro stacca i piedi e vola, si mette a volteggiare allegramentesi siede sopra il vento a cavalcioni, si gode il panorama sottostante,si gode il panorama sottostantedalla finestra lo vede mammà: «Figlio mio bello che fai dentro il cielo?Volare non serve a un cazzo, non sei un uomo razzo, che è sta stramberia!»«Mia mamma mi vuol bene, ma è un poco contraerea…»e ciro vola viae ciro vola, vola ciro, ciro vola e va e se ne fotte della gravità,e ciro vola, vola ciro e vae ciro vola come una farfalla, si alza sull’ulivo e sulla vignail passero lo vede e si spaventa e quando piscia bagna la campagna,e quando piscia bagna la campagnatra i pomodori, il contadino: «Uhè picciotto mi parevi una cornacchia,e piantala di giocare, e poi che voli a fare? che tanto la terra in basso sta!»«io volo da mezz’ora e me stanno già a scassà»e ciro vola viae ciro vola, vola ciro, ciro vola e va e sente addosso la diversitàe ciro vola, vola ciro e vae ciro cresce e impara a stare basso, si è fatto una famiglia e tutto il resto,fa finta di sapere camminare però ogni tanto vola di nascosto,però ogni tanto vola di nascostoNeanche sua moglie lo lascia in pace:«ciruzzo bello torna in casa che fa freddo,pensa alla salute, ti pigli ‘na polmonite, che non c’hai più l’et໫amore, pure tu,mi pari ‘na zavorra, mò nun ne püosso cchiù!»e ciro vola in cima al campanile e tutti quanti corrono a vedere

Ciro che vola

(Monguzzi/Barbini – ed. siae 2010)traccia 7 – 6’09”

daniele Manini: voce, idearoberto Barbini: fisarmonica, bordone, musica

Massimiliano donna: batteria intricataMassimo Braga: contrarchetto

lorenzo Monguzzi: chitarra acustica, musica,testo, cori e kazoo

Jessica lombardi: piva

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si affaccia e poi si sporge verso il vuoto e sotto c’è il paese spaventatoe sotto c’è il paese spaventato.Giù, tra la folla, c’è chi gli grida: «Maronna bella, chillo è pazzo veramente!sta fermo lì dove sei, mò adesso saliamo noi, non fare ‘na pazzia!»«io non vi ascolto più, siete tutti contraerea!»e ciro salta giùe ciro vola, vola ciro, ciro vola e va e lì nessuno lo disturberàe ciro vola, vola ciro e vae ciro vola, vola ciro, ciro vola via lontano dalla vostra artiglieriae ciro vola, ciro vola via

Otto GabosVive a Bologna ed è un narratore che si racconta attraverso le parole e i disegni. Fa fumet-

ti dal 1985 e ha fatto parte dei principali movimenti editoriali (Frigidaire, Fuego, Cyborg, Mon-do Naif, Nova Express). Ha al suo attivo diversi romanzi grafici tra cui ricordiamo Tobaccocon pino cacucci, Apartments, I Camminatori, Banana Football Club, Il viaggiatore distan-te e il recente Esperanto. il 2010 è l’anno dedicato al noir. infatti dopo una versione illustra-ta di Sarti Antonio scritto da loriano Macchiavelli è alle prese con un nuovo romanzo di pi-no cacucci. otto Gabos insegna arte del fumetto all’accademia di belle arti di Bologna.

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73 | otto GaBos

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75 | otto GaBos

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c’era una volta un uomo che era ricco e bello,aveva una carta oro un box ed un castelloera molto fortunato perché poteva comperarsitutto quel che c’è:tredici automobili, un treno per il cane,venti nuovi immobili, tre parcheggi e due altalene.

Ma un giorno un po’ piovoso all’ombra di un suo pescosi accorse che è noioso avere tutto e il restoperse pure il sonno, divenne un po’ nervoso,girava come un tonno quando si sente presoscoprì che tutto quello che aveva comperatonon serviva a niente da quando era natocosì lanciò lontano la sua carta orpelloregalò il danaro il box ed il castellorimase in silenzio, senza più ascoltarechiunque gli dicesse che doveva comperare

oggi all’ospedale, dove è ricoverato,nessun conosce più la sua storia, che peccato!Nessuno più lo cerca, ma di lui si diceche adesso sembra essere felice

L’uomo che comprava tutto

(Barbini/Manini – ed. siae 2010)traccia 8 – 3’24”

daniele Manini: testoroberto Barbini: organo di banda, musicaMassimiliano donna: batteria percussiva

Massimo Braga: basso saturatoenrica russo: voce narrante

Gianfranco tripodi: chitarra ossessivapaolo tini : vibrafono d’ingombro, percussioni, glockenspiel, vibraslap

testo liberamente tratto da una filastrocca di Gianni rodari

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Davide BarziMilanese, scrittore, sceneggiatore, giornalista e storico del fumetto. collabora da anni con

il disegnatore oskar, con cui crea il parodistico No Name (1998, premio pierlambicchi e spe-ciale riconoscimento per la migliore storia umoristica), e dal 2003 tavole umoristiche auto-conclusive per la casa editrice belga Joker editions. G&G, spettacolo di teatro-canzone illu-strato omaggio a Giorgio Gaber, è il primo («ma non l’ultimo», promettono entrambi) lavoro afumetti disegnato per i suoi testi da sergio Gerasi. come storico del fumetto, collabora conle collane «almanacchi» (sergio Bonelli editore) e «100 anni di fumetto italiano» (Corriere del-la Sera/Gazzetta dello Sport). Nel 2008 pubblica, con Giovanni rigano, il libro di filastrocchegotiche illustrate Il teatrino delle bambole morte e nel 2009 è direttore artistico del festivalinternazionale del cinema d’animazione e del fumetto di dervio.

Ha un blog all’indirizzo: davidebarzi.blogspot.com.

Danilo LoizeddaÈ nato a cagliari ed è un illustratore e disegnatore di fumetti. dopo aver fatto la scuola del

fumetto di Milano e frequentato l’accademia disney, ha iniziato a lavorare per varie case edi-trici e agenzie pubblicitarie, come Mondadori, disney, de agostini, erickson, Mackann, co-ca cola italia, piemme, longmann, Halidon. attualmente vive e lavora a Milano.

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79 | daVide Barzi - daNilo loizedda

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e fu cosìche il paradiso delle trottole finìil luogo magico, il posto unicodove il signor rasceli palloncini volati via ha ritrovato

tra trottole e palloncinigiocavano dei bambinienrica russo in putiferiogenerica confabulòGianfranco putiferio tripodichitarrò e mandolinòMassimo putiferio Bragabassi, contrabbassi inventòMassimiliano putiferio donnabatterie, pentole e lampadari malmenòroberto Barbini in putiferiofisarmoniche e organetti tinteggiòdaniele cantattore in putiferio - Maninila pensò….

titoli di coda

Ciuffettino

(di a. d’alessandro – musica di Mario pagano)traccia 14 – 4’19”

daniele Manini: trottole, voce ciuffettinoroberto Barbini: musica e fisa

sabrina sparti: voce di codaelena cosentino: arpa classica efficace

caterina rappoccio: fagotto deciso

Brano musicale tratto dalla seconda puntata di Le avventure di Ciuffettino

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Tobin FlorioNato a londra, ha trascorso la sua infanzia nel suffolk dove ha frequentato i primi due an-

ni di una scuola d’arte. a londra ha studiato al london college of printing. in seguito, si èlaureato in comunicazione visiva presso la University of central england. Ha lavorato nelsettore del web e graphic design. attualmente si dedica alla pittura e all’illustrazione. i suoilavori sono stati esposti in innumerevoli mostre a Milano, londra e a Norwich, dove vive elavora. Molte altre informazioni sul sito www.flozbox.com.

tavola di tobin Florio da una foto di carlo dulla.

le canzoni fanno parte del recital Children Solutiondella Banda putiferio con Gianluca Mercadante e sara rossi.

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Postfazionedi alberto casiraghi

l’idea di fare un fumetto musicale mi interessa moltissimo,perché il fumetto è il mondo del silenzio.

JoaNN sFar, KLEzMEr I – CoNquISTA dELL’EST

Ho pensato a lungo a cosa avrei potuto scrivere sul rapporto tra musica e fumet-to per questa postfazione, più o meno da quando daniele Manini qualche tempo fami chiese di collaborare in qualità di esperto di fumetti a questo progetto che si èmaterializzato nel libro che avete tra le mani. di cose me ne sono venute in mente,altroché.

per cominciare, avrei potuto iniziare citando il meraviglioso e imprescindibile al-bum di Janis Joplin (in realtà giustamente attribuito al suo gruppo, Big Brother &the Holding company) intitolato Cheap Trills, la cui copertina è un fumetto delgrande maestro dell’underground americano, robert crumb. Un esempio fulgido dimeta-narrazione fumettistica applicata a un prodotto industriale, in cui si tratteggiatutto ciò che dobbiamo sapere del contenuto attraverso un uso dinamico delle vi-gnette, disposte in modo che tutte si rivolgano verso il centro che – non casualmen-te – è un tondo a ricordarci cosa si cela dentro il cartone della copertina.

alla fine degli anni sessanta qualcuno aveva già capito che musica e fumetti pote-vano anche parlarsi. certo, nella san Francisco di Hight-Hasbury probabilmente sipotevano trovare le sostanze giuste che permettevano di mettere in connessione qual-siasi cosa avevi per la mente o tra le mani. e quindi, perché non presentare un di-sco avvalendosi del linguaggio dei comics?

Quarantadue anni fa, per la precisione, che casualmente sono anche i mie anni,crumb aveva già (quasi) detto tutto sull’argomento. Ma – c’è sempre un ma – unadecina di anni dopo la band più tamarra dell’universo usò un fumetto – pessimo –per spiegare perché i suoi membri dovessero togliersi le quintalate di colore con lequali erano soliti dipingersi il viso per inquietare (?) i propri spettatori. in realtà ame facevano solo ridere, anche musicalmente.

sì, lo so che l’avete capito. Bravi. È che unmasked io non riesco a togliermelo dal-la testa. sarà perché avevo un cugino alle medie che si beveva ogni baggianata chesfornavano i Kiss. Ma tant’è, io proprio quel disco ce l’ho stampato in fronte. a medella musica contenuta non fregava nulla, ma ero affascinato da quella copertina-fu-metto di questa band improbabile che faceva di tutto per far credere di essere purafiction, macchina di divertimento fantastica a cavallo tra differenti livelli di enter-tainment o almeno dalla spiccata propensione a elaborare la propria immagine e lapropria percezione di sé attraverso vari media con l’ausilio di trucchetti di marke-ting a buon mercato. come il crearsi delle vere e proprie identità improbabili che in

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quel caso parlavano in un fumetto. potete capire che per un dodicenne cresciuto apane e supereroi tutto questo aveva un certo fascino. Ma non conoscevo ancoracrumb, appunto.

sicuramente avrei potuto proseguire il mio sfoggio di cultura fumettistica toccan-do i Metalli Urlanti, oppure la biografia dei Beatles fatta in casa Marvel nei settan-ta, o ancora Billie Holiday disegnata da Munoz, gli abissi jazz di loustal, alcune spe-rimentazioni nostrane dei Valvoline oppure di Frigidaire, la musicalità delle metri-che delle strisce di antonio rubino sul Corrierino o qualsiasi fumetto che tentassedi farci entrare di riffa o di raffa la questione musicale.

ecco, potevo giocarmela facile per questa postfazione facendo l’erudito ed elen-cando decine di esempi simili, ma col passare dei mesi mi sono reso conto che: 1)non avevo assolutamente voglia di fare noiosi elenchi che chiunque può ricostruirecon un buon uso di Google, 2) non avevo tempo di scartabellare tra i miei scatolo-ni per sciorinare connessioni più inedite e stimolanti tra queste due forme d’arte.Quindi, come un’epifania, mi sono imbattuto in quello che ha scritto sfar nel suo li-bro Klezmer (il pezzo che ho riportato all’inizio di queste divagazioni) e non c’è piùstata partita.

posso permettermi di dire qualcosa di più completo, sincero e profondo? Bastanopoche precise parole: «il fumetto è il mondo del silenzio». sfar vuol forse dire che inun fumetto la musica non può essere percepita, ma solo immaginata per metafore esuggestioni? in effetti, è abbastanza complicato far dialogare due forme espressivecosì distanti, così fisicamente separate almeno più di quanto possano essere la mu-sica con il cinema, con la poesia, con la narrativa.

se dimentichiamo per un momento i dialoghi racchiusi (quasi sempre) nei balo-ons ci accorgiamo come i fumetti – oserei dire i fumetti meglio riusciti sul piano nar-rativo, espressivo, linguistico – riescano sempre a raccontarci qualcosa anche conla sola sequenza delle immagini. È come, azzarderei semplificando, vedere la tV conil volume abbassato. Voglio dire, quella sequenza di immagini di norma organizzatesulla pagina mediante la divisione per riquadri che chiamiamo vignette, ci ridà co-munque un senso di narrazione, magari non del tutto a fuoco, magari incompleta,ma ad ogni modo inequivocabile. ora rialziamo il volume e rimettiamo i dialoghi:scopriamo che nei fumetti meglio riusciti essi sono complementari alla funzione nar-rativa della parte grafica, o meglio non dovrebbero essere né la parte dominante néla parte marginale.

e questo che c’entra con l’affermazione di sfar di cui sopra? Forse nulla, ma quel-lo che vorrei far capire è che in un fumetto è già complicato creare un’alchimia fun-zionale tra disegno e parola, tra narrazione scritta e disegnata, ma è praticamenteimpossibile arrivare a fondere il linguaggio fumettistico con quello musicale, se nonattraverso l’uso di escamotage quali il tentativo di simulare la metrica di una canzo-ne con il ritmo della scansione narrativa, oppure usando la forza espressiva del fu-metto per cercare di visualizzare le suggestioni che ci possono arrivare da qualsiasitipo di musica. Fino ad arrivare alla banalità, a volte necessaria, di inserire nelle vi-gnette di un fumetto le note di un pentagramma. e in effetti, in ogni esempio che hocitato, la musica è un semplice argomento per una biografia o per un racconto di fic-tion, oppure ancora è la base per sperimentazioni poetiche che usano la musica co-me ispirazione, ma che non ne inglobano in qualsiasi modo l’essenza del linguaggio.

Già, ma come potrebbe essere altrimenti? sicuramente Il paradiso delle trottolenon mi aiuta a dare una risposta soddisfacente. pazienza. Fatto sta che il progetto

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della Banda putiferio è di certo coraggioso e stimolante, soprattutto per il tentativodi cercare di edificare una sovrastruttura a fumetti a un loro lavoro pensato per l’oc-casione, composto da canzoni che già sono di per sé delle storie, piccoli universicompiuti, all’interno delle quali non è difficile trovare una qualsiasi forma di «mora-le», magari eterodossa, con risvolti grotteschi e surreali, ma che comunque si rita-glia sempre un posto in primo piano nella poetica della Banda.

sembra una banalità, ma la cosa più stimolante, leggendo le storie contenute inquesto volume, sta nella notevole varietà di approccio al compito assegnato, che sot-tolinea la diversa sensibilità dei bravissimi artisti coinvolti.

a onor del vero, tutto il mio discorso sulla teorica sovrapposizione dei due linguag-gi, quello fumettistico e quello musicale, non ha nessuna valenza per spiegare il per-ché di questo libro, dato che ogni storia a fumetti in esso contenuta non assume co-me paradigma la musica in quanto tale, ma bensì la poetica della Banda putiferio opiù semplicemente il cuore della morale contenuta in ogni canzone.

Ma come dice sempre sfar: «i disegnatori come pratt, Blutch o sempé, che tentan-do di mettere in scena la musica, mettono il lettore sulle corde. Gli ordinano di da-re la sveglia al suo immaginario poetico e di allestire mentre legge una musica silen-ziosa, come se i disegni che gli mettono davanti appartenessero alla scrittura musi-cale.» (id.) ed è questo il merito di questo progetto: dare la sveglia all’immaginariopoetico degli artisti (e dei lettori) chiamati a raccolta da daniele Manini per allesti-re attraverso i loro disegni una musica silenziosa.

a colmare il silenzio che accompagna la lettura e fare da colonna sonora ideale pertutti questi brevi fumetti ci pensa, ovviamente, la musica di casa Banda putiferio.

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trottole_lavoro:Prospero's Books 13/10/2010 11.42 Pagina 87

Page 67: Il paradiso delle trottole

Il paradisodelle trottoleSTORIE E CANZONI PER BAMBINI CRESCIUTI

Banda Putiferio & autori vari

Prefazione di Gianfranco ManfrediPostfazione di Alberto Casiraghi

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Euro 17,50

Fumetti e illustrazioni di:Miguel Ángel Martín, Gino Gavioli, Lucho Villani, Luca Enoch, Massimo Giacon,

Akab, Marco Manini, Cristina Benintende, Lola Airaghi, Onofrio Catacchio, Pistrice, Otto Gabos, Davide Barzi, Danilo Loizedda, Tobin Florio

Special guests musicali:Roberto «Freak» Antoni, Daniele Sepe, Antonio Rezza e Flavia Mastrella,

Mauro Ermanno Giovanardi, Ivano Marescotti, Bebo Storti, Fausto Amodei, Alessio Lega e tanti altri

La bellezza dell’infanzia è di non finire.VICTOR HUGO

Il paradiso delle trottoleB

anda Putiferio &

autori vari

CDmusicaleabbinato