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FACOLTA’ DI ARCHITETTURA Magistrale in Pianificazione e progettazione della città e territorio Laboratorio di progettazione urbanistica La città policentrica : un nuovo nucleo urbano per Prato A.A. 20092010

IL Macrolotto Industriale di Prato_Il più grande distretto industriale realizzato in Italia su iniziativa privata_Proposta progettuale_Laboratorio 4_cdl_PPCT_Empoli_2010

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FACOLTA’ DI ARCHITETTURA Magistrale in Pianificazione e progettazione della città e 

territorio Laboratorio di progettazione urbanistica 

 

La città policentrica : un nuovo nucleo urbano per Prato 

   

         

 A.A. 2009‐2010 

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Indice  

 

CAPITOLO 1  Analisi Il territorio in esame 1.1 Inquadramento territoriale e storico 1.2 Uso del suolo e territorio antropizzato 1.3 Il Macrolotto e l’impatto sul territorio Lo sviluppo insediativo 1.4 Inquadramento urbanistico La struttura 1.5 Struttura del territorio 1.6 Tavola della struttura  CAPITOLO 2  Lo stato attuale, le criticità : un nuovo schema da seguire La criticità 2.1 Paesaggio 22 Sistemi Territoriali e mobilità 2.3 Macrolotto 2.4 Il mancato rapporto fra i comuni limitrofi e Prato Un nuovo scenario 2.5 Un nuovo scenario : l’idea di città policentrica e la rigenerazione di Prato sud  CAPITOLO 3  Il progetto 1 L’asse verde come collegamento fra Prato città e il sistema Pianura 2 Il nuovo impianto delle strade, gerarchizzato 3 L’abbattimento del Macrolotto 1, per ridare continuità ai sistemi territoriali 4 Il nuovo nucleo urbano. - Tavole progettuali FONTI  

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CAPITOLO 1  

Analisi 

Il territorio in esame 1.1 Inquadramento territoriale e storico Il comune di Prato è geograficamente posizionato nella parte Nord-Est della regione Toscana, capoluogo dell’omonima provincia toscana, ha più di 170.000 abitanti. Si Estende col fiume Bisenzio vicino alla confluenza dell’Arno fra i Monti della Calvara al nord ed al torrente Ombrone a sud. Le frazioni di Prato caratterizzano la struttura urbana a sud della città, una città policentrica formata da Canneto, Carteano, Casale, Castelnuovo, Colonica, Figline, Filettole, Fontanellle, Calciana, Iolo, Maliseti, Mazzone, Pacciana-Lastre, Paperino, San Paolo, Tobbiana, Santa Maria e Tavola. Il territorio confina con i comuni di Agliana (PT), Calenzano (FI), Campi Bisenzio (FI), Carmignano, Montemurlo, Quarrata (PT) e Vaianno.

Figura 1- Parte Sud della Provincia di Prato - Confini del Comune di Prato delimitati dall’edificato in nero - Immagini satellite da Google Hearth 2009. Carta fuori scala. Il territorio pratese ha una struttura complessa: compreso tra la pianura e la montagna, con la prima che penetra, tramite la Valle del Fiume Bisenzio, in un contesto appenninico profondamente articolato, esso prosegue fino alle pendici del Montalbano dove incontra il sistema fluviale dell’Ombrone. Il Bisenzio, affluente di destra dell’Arno, costituiva fino al medioevo, il confine fra la diocesi di Pistoia e Firenze. Si è poi sviluppata un’identità territoriale, economica e sociale dell’area pratese, che ha nella Val di Bisenzio il proprio asse geografico. La posizione del territorio pratese è

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altresì strategica, in quanto esso si colloca nel suo sviluppo est-ovest lungo la direttrice che collega Firenze a Pistoia, poco più in basso lungo l’asse che da Firenze arriva a Pisa e quindi al mare, mentre nell’orientamento nord-sud sono aperti i rapporti con la pianura padana. In virtù di questa precisa posizione Prato è stata sempre città di mercanti, di opifici e di industrie: una città insomma il cui requisito principale è sempre stata la produzione, in particolare modo manifatturiera.

Figura 2 - Il territorio di Prato: Si estende sul fiume Bisenzio, vicino alla Confluenza con l'Arno, fra i Monti della Calvara (nord) e il torrennte Ombrone (sud). Riduzione scala 1 : 50.000. Fino al plantario del 1580 non abbiamo alcuna documentazione che disegni il territorio. Possiamo tuttavia individuare alcuni eventi fondamentali per la configurazione del territorio pratese. Il sistema fluviale del Bisenzio ha costituito il supporto ad una serie di insediamenti prima etruschi, poi romani, come possiamo constatare dai segni dell’agro centuriato, ancora oggi abbastanza ricostruibili in parte attraverso il tracciato di alcune strade, in parte seguendo l’orditura di alcuni lotti oppure tramite l’evidente regimazione di alcune vie d’acqua denominate gore, che ricalcano esattamente il modulo romano. La nascita di Prato l’abbiamo solo in epoca longobarda con il Borgo al Cornio, primo nucleo di una qualche rilevanza all’interno della piana pratese e centro del potere religioso con la Pieve dedicata a Santo Stefano; il sito si struttura direttamente sul sistema idraulico e fluviale del Bisenzio. Poco più a sud si colloca il Castello dei Conti Alberti, di cui abbiamo notizia per la prima volta in un documento redatto nel 1028; i due nuclei non tardano a saldarsi, anche a motivo della loro stretta vicinanza: è del 1180 la prima notizia relativa alla realizzazione di mura cittadine. Tra la fine del XII e l'inizio del XIII sec. vengono costruite in successione due cinte murarie a difesa del comune diventato importante per il

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commercio della lana. Nello stesso periodo Prato è al centro di accanite lotte di fazione tra guelfi e ghibellini e subisce la scomoda e invadente vicinanza di Firenze che ne determina anche la vita politica e istituzionale. Ed è appunto da quest’epoca che si sviluppa in città e lungo la Val di Bisenzio la fabbricazione dei tessuti. I lanaioli pratesi si specializzano nell'impiego della lana e si dedicano all'Arte di Calimala. Fra il 1315 e il 1385 viene costruita la terza cerchia di mura che segnerà il limite dello sviluppo urbano di Prato fino al XIX secolo. Nei secoli successivi, fino a circa l’inizio del XVIII secolo se da una parte Prato subisce una battuta d’arresto nella sua strutturazione urbanistica, dall’altra l’elemento agricolo si pone come momento trainante; oltretutto la struttura agraria che si sviluppa in questo contesto fornisce materiale già pronto all’uso (che ne verrà fatto a partire dal 1800) per tutta una serie di caratteristiche. Il bagaglio culturale dell’uomo del contado è continuamente sottoposto a sfide e stimoli tali che è pronto all’acquisizione di competenze più tecnologiche e all’uso di nuovi strumenti di lavoro. Durante il 1800 Prato si configura sempre di più come città industriale: questo ruolo si consolida e si rafforza durante il secondo dopoguerra. In questo periodo Prato continua a progredire, accrescendosi di abitanti (nel 1845: città 11435, sobborghi 3557, contado 18265) e conservando ancora per decenni, fin oltre la metà del XIX secolo, un felice equilibrio fra le attività economiche, che vanno via aprendosi ai portati ed alla problematica della rivoluzione industriale, e quelle culturali. Alla metà del XIX secolo il territorio pratese rimane pressoché quella già esistente nei catasti leopoldini della fine del ‘700, con una caratteristica rilevante in più: la notevole antropizzazione delle ville, i centri minori strutturati inizialmente intorno alle pievi e localizzati in tutta la piana, che diventano sempre di più indipendenti dalla città di Prato. 1.2 Uso del suolo e territorio urbanizzato Incentrandosi adesso sulla questione dell’uso del suolo pratese, si nota come i suoli superficiali tengono in considerazione principalmente due aspetti: la valenza della superficie boscata del territorio e il livello di superficie destinata all’urbanizzazione, che nella piana ha forti ripercussioni sul consumo di suolo. Riferendoci adesso ad alcuni dati si nota come attualmente la superficie boscata raggiunge su tutto il territorio pratese ed in particolare nella zona settentrionale, una copertura pari al 55% dell’intero territorio provinciale. I problemi relativi al consumo del suolo riguardano soprattutto la Piana pratese che è caratterizzata da una scarsa o totale assenza di territorio naturale. Negli ultimi decenni la Provincia di Prato risulta essere la provincia toscana con il maggior grado di urbanizzazione. Questo processo ha influito sugli equilibri ecologici, sulla permeabilità dei suoli e sulla disponibilità di aree destinate ad usi agricoli e forestali; questo aspetto conferma l’importanza del settore agricolo forestale nel contesto provinciale come evidenziato inoltre nella carta d’uso del suolo, S.I.T. Provincia di Prato.

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La maggior superficie destinata a copertura forestale è rappresentata dalla parte settentrionale del territorio caratterizzata da un soprassuolo a prevalenza di faggio, di boschi di latifoglie e, in misura minore, di querceti; riguardo alla superficie forestale, è da mettere in evidenza la presenza riguardante i castagneti gli alberi da frutto. La superficie rappresentata dalla pianura alluvionale è occupata da seminativi, nel solo Comune di Prato. Si riscontra una percentuale molto alta di colture in abbandono che testimoniano il forte impatto antropico e l’inevitabile fase di transizione tra l’uso agricolo del suolo e l’uso prevalentemente urbano. 1.3 Il Macrolotto e l’impatto sul territorio Il tessuto del suburbio urbano di Prato, dalla prima metà del secolo scorso, si andava formando con una forte promiscuità tra edifici produttivi e residenziali. La "Città fabbrica" si presenta, infatti, come un sistema di spazi compatti che determinano la formazione di isolati chiusi ai bordi del reticolo stradale; rappresenta la tematica maggiore sulla quale i vari Piani Regolatori hanno dovuto confrontarsi. I segni del territorio pratese contrassegnano la piana che, negli anni hanno portato un disastro paesaggistico, principalmente caratterizzato dalla presenza delle aree industriali, tra le varie aree si farà leva sul Macrolotto 1, posizionato nella parte centrale della Piana e precisamente tra il San Giusto e Tavola in direzione Nord-Sud. Il 1° Macrolotto industriale di Prato è la più grande lottizzazione industriale, totalmente privata, realizzata in Italia. Si sviluppa su un comprensorio di circa 1.500.000 metri quadri. Al suo interno operano circa 380 aziende dove trovano lavoro oltre 3.000 addetti. L’azienda proprietaria della maggior parte dei casermoni è la CONSER che è una società cooperativa consortile per azioni senza scopo di lucro, rappresenta il Consorzio di Servizi del 1° Macrolotto di Prato.

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Figura 3 - Territorio del Comune di Prato; All’interno del cerchio rosso: il Macrolotto 1. Fonte : Google hearh. Carta fuori scala

Lo scopo sociale di CONSER è favorire la competitività delle 380 micro e piccole imprese ivi operanti, mediante l'erogazione di servizi centralizzati che il mercato non offre. Come si diceva prima, il 1° Macrolotto Industriale di Prato rappresenta il più grande distretto industriale realizzato in Italia su iniziativa privata. Occupa, infatti, un'area di 150 ettari che comprendono, circa, 600.000 mq di edifici industriali all’interno dei quali operano 343 imprese e 3.500 addetti. Le aziende presenti all’interno del 1° Macrolotto Industriale si dividono in due categorie: quelle caratteristiche del settore tessile e quelle esterne al ciclo tessile composte da diverse tipologie aziendali quali, ad esempio, uffici, centri commerciali, banche, negozi, ecc. A partire dal dopoguerra, la zona attualmente occupata dal 1° Macrolotto, è andata incontro ad un importante processo di espansione industriale e residenziale che ha dato origine, nel corso degli anni, al distretto industriale1. Nel distretto pratese l’attività tessile ha avuto nel tempo un repentino sviluppo tanto da essere considerata una delle aree industriali ed artigianali più fiorenti dell’Italia centrale.

                                                      1 Life; SIAM; Analisi di sostenibilità : 1° Macrolotto Industriale di Prato; Luglio 2006. 

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Figura 4 - Territorio del Comune di Prato; le parti in nero rappresentano l’impatto degli edifici a carattere industriale sul territorio. Riduzione scala 1 : 50.000. Lo sviluppo insediativo 1.4 Inquadramento urbanistico Il primo piano di ampliamento del Comune di Prato è del 1907, proponeva una magliatura a scacchiera che si sviluppa nell’intorno immediato del centro storico. La spinta verso la campagna è ancora debole e fortemente condizionata dal fatto che l’espansione può incontrare dei fattori limitanti come la presenza della ferrovia che rappresenta una vera e propria barriera per lo sviluppo verso nord-est. Successivamente si procederà con la realizzazione del viale Vittorio Veneto e Piazza San Marco, che mette in relazione la stazione al Castello dell’Imperatore, e l’insediamento dell’Ippodromo, molto periferico ed isolato rispetto al piano di sviluppo della città.

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Figura 5 - Territorio del Comune di Prato; Primo ampliamento della città di Prato; centro storico e primi casali e villette. Riduzione scala 1 : 50.000. Nel 1935 si assiste alla proliferazione di piccole e medie industrie che, seguiranno una loro logica localizzativa strettamente legata alla presenza di canali d’acqua. La nuova urbanizzazione, ordinata appunto sia dal tracciato storico, sia dalle gore, sia dal piano del ‘35, interessa fortemente l’area a sud di Prato. Solo nel 1957 si terrà conto delle effettive linee di tendenza dello sviluppo della città, fino ad adesso fortemente condizionata dalla vita economica di Prato la presenza di vie d’acqua dalle quali traggono sussistenza, per il loro ciclo produttivo, le innumerevoli industrie sparse sul territorio. Ci sarà un tentativo di riordino attraverso la definizione di zone semi-industriali e industriali, la cui presenza condiziona notevolmente il traffico di penetrazione. Negli anni successivi si realizzeranno degli interventi significativi previsti dal piano Savioli del 1961: il declassamento dell’autostrada e il recupero della sede autostradale come asse funzionale di supporto allo sviluppo delle attività produttive e della residenza, il posizionamento dello svincolo autostradale ad est di Prato (cioè verso Firenze), ed infine l’introduzione dello zoning. Di questo piano sono inoltre due le distinzioni significative: una è la volontà di pianificare lo sviluppo dei nuclei antichi, l’altra è l’introduzione di aree monofunzionali a carattere produttivo. Da questa complessa lettura nasce la proposta di una viabilità di primo e secondo ordine, secondo il quale l’autostrada prende la funzione di collegamento extraterritoriale, mentre la declassata viene assunta come asse territoriale che si aggancia alla cintura di nuova progettazione; viene inoltre proposta una viabilità di collegamento interna ed esterna di raccordo alla cintura: a sud di Prato l’asse di collegamento verticale con la Pistoiese che da San Giusto raccorda la prevista area monofunzionale industriale.

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Figura 6 - Territorio del Comune di Prato; Seconda espansione ed aree industriali in netta crescita dal ’30 al 1990. Riduzione scala 1 : 50.000. Il piano del 1964 di Plinio Marconi prevede una crescita demografica, poi drasticamente ridimensionata, l’intervento più significativo è quello dell’arch. Quaroni realizzato in prossimità di via Reggiana. Il Piano Regolatore Sozzi – Somigli redatto nel 1981 inserisce Prato in un sistema di cinque aggregazioni trasversali all’asse longitudinale di sviluppo Firenze-Prato-Pistoia. La scelta fondamentale di questo Piano è quindi quella di contrastare lo sviluppo a nastro della piana, proponendo la valorizzazione della specificità e dell’identità delle singole aggregazioni. Oltre la declassata e oltre l’autostrada lo sviluppo è principalmente lungo le direttrici storiche tipo quella di San Giusto, Tobbiana, Casale; appare in modo consistente per la prima volta il fenomeno delle conurbazioni (sviluppo a pezzi del territorio). (CENSINI, 1992, 51/67) Ed è nel 1993 che Prato conosce l’esperienza di Bernardo Secchi che elabora insieme ad un team di collaboratori il nuovo Piano Regolatore, lo scopo sarà quello di ricomporre le parti in un disegno unitario e coerente di città è il compito che il Piano affida ai grandi elementi strutturanti: la rete delle infrastrutture viarie che riscopre la logica antica della propria formazione aderente alla morfologia del territorio, specializza e separa i traffici, conferisce riconoscibilità alle diverse strade; il verde che recupera il ruolo di materiale primario della costruzione della città trovandone il legame interrotto con le riserve di naturalità dei parchi collinari; la trama articolata dei luoghi centrali, dagli assi direzionali ai piccoli centri civici delle periferie la reintegrazione urbana e il ridisegno delle aree produttive: dalla città fabbrica ai macrolotti. SECCHI, 1996) Anche il Piano Secchi avrà una vita relativamente lunga: già circa dieci anni dopo si comincia a parlare di un nuovo Piano per Prato, di cui questa volta si occuperà il Prof. Gianfranco Gorelli. Dal 2006 è iniziato l'avvio del procedimento di revisione del Piano Strutturale del Comune di Prato.

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L'Ufficio di Piano a lavorato al Quadro cognitivo insieme ad un’elaborazione di dati per conoscere la situazione attuale del territorio. Dal maggio 2008 è stato attivato un processo di partecipazione di 6 mesi che porterà alla redazione insieme ai cittadini dello "Statuto del territorio", il documento che definisce le regole del Piano Strutturale. L'elaborazione del nuovo documento di pianificazione verrà quindi accompagnata da un processo di partecipazione nel quale gli abitanti di Prato possano far contare le loro opinioni e i loro desideri, possano esprimere come vorrebbero sistemare, tutelare, trasformare e migliorare il loro territorio2.

Figura 7 - Territorio del Comune di Prato; Si evidenzia l’impatto del Macrolotto 1, oggi sul territorio. Riduzione scala 1 : 50.000. Dall’analisi svolta si evince che gli interventi fatti negli anni a Prato, hanno rispettato in parte quelle che erano le caratteristiche fisiche, storiche e geomorfologiche territoriali, ma hanno tenuto in poca considerazione le aree agricole. Come in altri casi purtroppo lo “spazio aperto” della città moderna non è stato pensato, codificato, teorizzato come cosa concreta e quindi in termini architettonici come spazio da disegnare e costruire con finalità estetica: è stato definito astrattamente, ma solo in negativo, come il vuoto risultante dalla disposizione sul terreno dei pieni dell’architettura. In realtà come dice Andrè Corboz “lo spazio non è l’intervallo fra gli oggetti, ma costituisce gli oggetti stessi"3.                                                       2 dal convegno Prato: governare la città che cambia, 2007 3 n. 553-554 di Casabella ,gen-feb 1993, 20 

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La struttura 1.5 Struttura del territorio Lo sviluppo della tavola della struttura ricade su una logica di ordine sia cronologica sia di quei segni del territorio che con il passare del tempo sono diventati più o meno forti, ad esempio le strade più o meno importanti, gli edifici storici e gli spazi aperti con specificità precise. Il metodo seguito si basa su una legenda abbastanza semplice e si divide in: Prato città storica, prima espansione di Prato, edilizia rurale sparsa, edilizia compatta, principali strade storiche, strade secondarie rilevanti, linea ferroviaria, corsi d’acqua principali, canalette, specchi d’acqua, aree boscate e aree collinari.

Figura 8- Comune di Prato; Tavola della Struttura; riduzione scala 1 : 10.000.

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CAPITOLO 2  

Lo stato attuale, le criticità: un nuovo schema da seguire. 

La criticità  2.1 Paesaggio L’intero territorio del comune di Prato, come prima si accennava, è caratterizzato da una struttura poco compatta se non per la distribuzione a macchia d’olio che, caratterizza l’intero territorio, contrasti che si sono venuti a creare nel tempo (il Macrolotto 1). Il territorio urbanizzato, ha avuto nel tempo, come si accennava prima, un aumento sostanziale che ha privato il paesaggio di innumerevoli vantaggi. Criticità: - La visibilità (che predispone di una necessaria mediazione delle strutture abitative nella fase progettuale che porti ad una sostanziale riconsiderazione dello spazio, per la maggior parte, occupato dal Macrolotto 1).

2.2 Sistemi Territoriali e mobilità: Il sistema territoriale del comune di Prato presenta una complessa gerarchizzazione stradale, che stabilisce a tratti equilibri nella mobilità, e a tratti meno, vengono a mancare i parametri giusti di un’equilibrata e armoniosa disposizione infrastrutturale che permetta di dare netta differenza al loro valore intrinseco; valore ad esempio sia l’Autostrada sia la Tangenziale hanno in maniera nettamente superiore, per i necessari collegamenti intercomunali est-ovest e nord-sud. Per quanto riguarda invece, i collegamenti a scala più locale sono invece, caratterizzati, dal passaggio da viabilità di borgo a viabilità di prima ordine prima citate. Criticità - il congestionamento negli assi di accesso a Prato; - la mancata gerarchizzazione dell’impianto viario del Comune. 2.3 Macrolotto Le dimensione date nella prima parte della relazione al paragrafo “1.3”, inerenti al Macrolotto 1, danno l’idea di un tappo all’interno di un sistema meridionale di Prato, che non ha nulla a che fare con il resto della struttura della città. Morfologicamente acquisisce una forma rettangolare con un’area di 150 Ha circa, riempita essenzialmente da capannoni industriali e uffici. La monotonia delle strade e degli edifici stessi non permette di far percepire quelle sensazioni che tanto sono a cuore della Convenzione

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Europea del Paesaggio. Quindi ci si appella a quelle che sono alcune delle direttive paesaggistiche emanate dall’Unione Europea inerente al Paesaggio. 2.4 Il mancato rapporto fra i comuni limitrofi e Prato Quindi dalle criticità prima enunciate riguardo ai diversi sistemi territoriali, della mobilità e la presenza del Macrolotto, nel mezzo della scena, precludono un ragionamento attorno al concetto di “rapporto” assente nel contesto analizzato. Quindi ci si immagina una più chiara idea di città policentrica e città più equilibrata, attenta alle dimensioni spaziali, all’uso del suolo ed all’identità dei centri satelliti. Cause: - L’errata strategia di espansione per singoli Comuni; - I difficoltosi collegamenti tra i vari centri.

Figura 9- Alcune foto, fatte durante il sopralluogo del gruppo di studio.

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Un nuovo scenario 2.5 Un nuovo scenario: l’idea di città policentrica e la rigenerazione di Prato sud Il territorio pratese può essere raccontato attraverso tre grandi temi: la valle del Bisenzio, la collina e la pianura, che a sua volta si articola in ambiti più specifici. Ciascun tema è inserito entro strutture territoriali più ampie: rispettivamente, i sistemi collinari del Montalbano e del Monteferrato, il sistema collinare-montano della Calvana e la piana alluvionale di Firenze-Pistoia che ad una determinata scala danno l’idea di una città incastonata in valle; Prato ha il vantaggio di avere molta pianura, e per questo industrialmente dotata, ma d’altro canto anche attorniata da piccoli centri di borgo che danno l’idea appunto di una città policentrica; caratteristiche cresciute con il passare del tempo fino a che le aree agricole percorse da filamenti urbani lungo le strade più antiche, le pievi ed paesi più esterni, formino una città con vari centri distribuiti nel territorio a macchia d’olio. Obiettivo che ci prefiggiamo è quello di salvare la città dal congestionamento e dalla campagna dall'abbandono. Lo scopo della città giardino di Ebenezer Howard era raggiungere contemporaneamente due vantaggi: gli agi e le comodità della vita urbana e gli aspetti sani e genuini della vita di campagna. La progettazione di questo nuovo tipo di città doveva quindi tener conto di tutti gli aspetti della vita umana, rispettando le esigenze primarie dell'individuo. Si pensò quindi a nuclei abitativi formati da residenze unifamiliari, attorniate dal verde, collegate tra loro, con servizi, negozi, teatro, chiesa, zone produttive e zone amministrative, in modo tale da rendere questi centri completamente autosufficienti. In parte si riprende anche questo concetto lasciato nella metà del XIX secolo, dove il crescente sviluppo delle industrie e l'aumento della popolazione creava un forte degrado alle città. Rispecchiata al caso di Prato, con le sue industrie e con la popolazione in continuo aumento (Prato è la terza città del centro Italia ad aumentare di popolazione negli ultimi anni) sembra, a nostro parere la condizione, per unificare alcuni concetti cresciuti insieme alla città e pensati per la città.

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Tavola dello schema direttore

Figura 10 - Comune di Prato - Schema Direttore - Masterplan. Riduzione scala 1 : 10.000.

  

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CAPITOLO 4 

Il progetto Interventi :

1. L’asse verde come collegamento fra Prato città e il sistema Pianura; 2. Il nuovo impianto delle strade, gerarchizzato; 3. L’abbattimento del Macrolotto 1; 4. Il nuovo nucleo urbano.

Ed è da qui che riproponiamo la nostra idea di città sia policentrica su cui poggiare un’asse verde di collegamento ed un nuovo nucleo urbano al posto del Macrolotto che dia equilibrio alle dimensioni spaziali ed ai collegamenti pesanti e leggeri. Tra i punti più significativi della progettazione finale possiamo sicuramente evidenziare il fatto che, è stato significativo ai nostri fini, abbattere il Macrolotto 1, lasciando solamente dei segni che, non riportino più il tappo attualmente presente nella Piana a sud di Prato. Approfittando dello spazio per la realizzazione di nuovo nucleo urbano, migliorando cosi la continuità al territorio, attualmente a nostro parere, poco mediato spazialmente, abbiamo provveduto ad una necessaria ri- gerarchizzazione delle strade per rendere più accessibili i piccoli comuni e creato una fascia verde come collegamento fra Prato città e il sistema Pianura, cercando di mettere in relazioni le due parti di territorio. Dare un polmone alla Piana. Aspetto di notevole importanza, anche se di difficile percettibilità, è sicuramente l’aspetto identitario4 del luogo che, allo stato attuale non permette di cogliere numerosi segni, per questo siamo certi che l’intervento apporterà risultati anche da questo punto di vista. In virtù di questa situazione il risultato che vogliamo ottenere è quello di voler ridisegnare un nuovo contesto all’interno di questa realtà frammentata, attraverso l’introduzione un’asse verde che attraversa la Piana da Nord a Sud, la rigenerazione stradale e l’abbattimento del Macrolotti 1.

                                                      4 Un territorio è un'unità complessa di significati tra di loro stratificati ai quali si può accedere secondo varie prospettive. Il territorio non è solo quello della geologia, della geografia o dell'urbanistica, ma è anche quello delle tradizioni, del folklore e dei luoghi dell'immaginario. La tutela del territorio se deve passare attraverso consolidamenti geologici e piani paesaggistici non può trascurare aspetti altrettanto se non più caratterizzanti le individualità territoriali che derivano dalle valenze identitarie. Bisogna valorizzare l’identità, la specificità di luoghi e culture: citiamo, per esempio, il tema del paesaggio. 

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1 L’asse verde come collegamento fra Prato città e il sistema Pianura “La funzione al verde non è soltanto estetica, non è solo bellezza, è anche CO2 meno, è anche frescura, è anche condizioni climatiche, ma è anche addirittura uno strumento per riportare indietro quello che lì era stato rubato a questa natura5." Il parco è inteso come l’insieme delle aree verdi con totale fruibilità pubblica, indipendentemente dalle specifiche destinazioni (parco urbano, verde attrezzato ecc.) e/o dal regime di proprietà del suolo. Il parco è l’elemento centrale di tutto il progetto: quasi 75 Ha su una superficie totale di 90 Ha. Attualmente sul sito sono presenti ampie zone vegetali abbandonate a tratti, parti di urbano, piccole cascine sparse e farà da sponda agli attuali punti di forza del territorio come Cascine di Tavola ed il Golf Club. La riqualificazione renderà l’area fruibile a tutti.

Figura 11 – Tavola progettuale: riduzione scala 1 : 5.000.

                                                      5 Renzo Piano 

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Il parco rappresenta un grande polmone verde da cui partono i filari verdi : un sistema di assi vegetali nuovi, che permetterà al parco di penetrare nei tessuti urbani esistenti. I due assi del parco : A - L’asse Ovest -Est: longitudinale al nuovo Macrolottto collegamento dal nuovo centro urbano in modo da dare una direzione preferibile al parco. B – L’asse Nord-Sud: collegamento necessario tra il centro storico di Prato e Cascine di Tavola, per poi ricollegarsi a Poggio a Caiano. Interventi previsti: il collegamento con le Cascine di Tavola, il Parco che passa dal nuovo nucleo e entra nella città di prato, la “strombatura” della gora. 2 Il nuovo impianto delle strade, gerarchizzato. Per migliorare e ridefinire i contenuti strutturali del territorio legati alla mobilità su strada, abbiamo ritenuto necessario appoggiarci almeno parzialmente agli ordini già prestabiliti dalla legislazione italiana, prendendo in considerazione la seguente classificazione: a) strada extraurbana principale; b) strada extraurbana secondaria; c) strada urbana di scorrimento; d) strada urbana di quartiere (zona 30); e) strade pedo-ciclabili. 3 L’abbattimento del Macrolotto 1 Si prevede l’abbattimento della più grande lottizzazione industriale, circa 1.500.000 metri quadri con 600.000 mq di edifici industriali, per dare posto a delle strutture pubbliche da destinare parzialmente, se lo si intende, anche al privato. La mobilità secondo la stessa logica prima citata avrà una gerarchizzazione interna per dare i migliori collegamenti esterni ed interni. Le strutture di edilizia pubblica - privata che, a partire dalla parte Ovest del Macrolotto avranno una densità edilizia sempre decrescente fino alla parte più ad Est, dove è presente la parte centrale del parco congiunto all’asse verde. Le aree produttive sono spostate nella parte a Nord-Ovest, area lasciata intatta, dove si cercherà di mantenere l’attività tessile che, ha avuto, fini ad adesso, un repentino sviluppo tanto da essere considerata una delle aree industriali ed artigianali più fiorenti dell’Italia centrale. Nella parte più a Nord dell’intervento verrò disposto il nuovo ospedale, che faciliterà, nell’affluenza, il servizio di pronto soccorso e d’intervento. A Sud-Ovest dell’area verranno creati dei lotti a bassa densità con orti interni ed esterni

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l’abitato, verranno creati dei servizi pubblici che metteranno in condizione di creare prodotti locali, di collegamento al Parco delle Cascine di Tavola ed al Golf Club. La parte posta a Sud-Est sarà attrezzata con strutture sportive, interamente dedicata al tempo libero e allo svago. Le due piazze principali sono disposte in maniera opposta all’interno dello spazio per dare una migliore continuità alle residenze ed alla disposizione degli spazi. Con questi interventi si dovrebbe togliere il tappo che prima bloccava il territorio ed il paesaggio, cercando di ricreare un ambiente più vivibile e sostenibile. 4 Il nuovo nucleo urbano - La forma Il nuovo nucleo urbano rispetta l’andamento del terreno e si adatta alla nuova rete stradale. L’andatura principale è caratterizzata dalla disposizione ortogonale che viene rotta solo in due casi dove sono presenti due assi che rompono lo schema ortogonale.

Figura 12 – Tavola progettuale: nuovo nucleo urbano. Carta fuori scala

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- La viabilità

Figura 13 e 14 – Tavole progettuale: in rosso le strade extraurbane principali; in rosso chiaro le strade extraurbane secondarie; in arancio scuro le strade urbane di scorrimento; in arancio chiaro le strade urbane di quartiere (zona 30); ed in giallo strade pedo-ciclabili . Carta fuori scala

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- Il verde Fuori il nuovo nucleo urbano: cinta verde sui lati che penetra all’interno. Dentro il nuovo nucleo urbano - sull’alta densità abitativa: verde allineato all’urbano; sulla media densità abitativa: verde di corte privata; sulla bassa densità abitativa: piazze verdi in collegamento al nuovo parco.

Figura 15 – Tavole progettuale: il verde di progetto. Carta fuori scala - Gli spazi pubblici: Il boulevard andamento Nord-Sud e rispetta l’andamento della maglia storica; le piazze come nuovi poli di attrazione posto ai poli dell’intervento, le strade parco, gli orti urbani, teatro all’aperto ed il mercato nella parte Sud-Ovest dell’area.

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Figura 16

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- I servizi (Area sportiva, Istruzione, Sanità e Cultura.)

Figura 17

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- Le tipologie insediative e la densità edilizia • Alta densità (residenziale 80% - Commerciale 15% - 5% altro; • Media densità (residenziale 30% - Commerciale70%.) • Bassa densità (residenziale 50% - Commerciale 50%)

Figura 18 – Tavole progettuale: in rosso l’edilizia ad alta densità abitativa; in arancio l’edilizia a media densità abitativa; in giallo l’edilizia a bassa densità abitativa. Carta fuori scala Docenti: Paolo Baldeschi, Francesco Alberti, Goffredo Serrini, Adalgisa Rubino.   LAVORO A CURA DI: Filippo Bondi, Giovanni Luca Mendola e Nicola Bianchi. (Materiale messo a disposizione per gli studenti di Pianificazione e progettazione della città e territorio).

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Bibliografia

B. SECCHI (1996), Un progetto per Prato, Alinea, Firenze.

L. BORTOLOTTI, G. DE LUCA (2000), Come nasce un’area

metropolitana. Firenze-Prato-Pistoia 1848-2000, Alinea, Firenze.

P. GABELLINI (2001), Tecniche Urbanistiche, Carocci editore, Roma.

Riviste Casabella, n.553-554 ( numero doppio monografico “ Il disegno degli spazi

aperti”), gen.- febb. ’93; pag. 2-33; pag. 74-79; pag. 94-104.

SECCHI, MAGNAGHI, GORELLI, articoli da Prato:governare la città che

cambia,

convegno a Prato, maggio 2007.

Documenti Life; SIAM; Analisi di sostenibilità : 1° Macrolotto Industriale di Prato; Luglio 2006. Prato: governare la città che cambia, 2007 

Fonti Cartografiche Foto aeree volo GAI 1954

Carta Tecnica Regionale

Foto aeree volo AIMA 2002

Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Prato

Siti www.comune.prato.it

http://it.wikipedia.org/wiki/Prato

www.conseronline.it