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Il Fino Periodico di attualità, cultura, sport e approfondimento sulla Valle del Fino Anno 13º N. 57 Ottobre 2012 Copia gratuita “Febbre a 90° la passione per lo sport in vallata”

Il Fino - ottobre 2012

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Periodico della vallata del Fino diretto da Evelina Frisa

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Il FinoPeriodico di attualità, cultura, sport e approfondimento sulla Valle del Fino

Anno 13º N. 57 Ottobre 2012

C o p i a g r a t u i t a

“Febbre a 90° la passione per lo sport in vallata”

2Ottobre 2012

E d i t o r i a l ESommario sport in vallata 3 alta vallE dEl fino infrastrutturE carEnti di Angelo Panzone

4 a castilEnti il primato pEr la variEtà dEllE disciplinE praticatE di Alfredo Granelli

5 montEfino avrà palEstra ristrutturata di Alfredo Granelli

5 castiglionE piano san donato il cEntro sportivo dEl paEsE di AA:VV.

6 torna la fEsta dEll’uva di Evelina Frisa

8 montEfino EnErgia sostEnibilE di Graal

10 appignano pEppino lu rustillarE di Ernesto Di Nicola

11-12 attualità di AA.VV.

13 opinioni di Graal

14 brEvi

15 tradizioni

Direttore responsabile:Evelina [email protected]

reDazione: Ottavia Crudeli Walter D’AgostinoRoberto D’Intino Cristiano Del ToroCorinna Di DonatoBenedetta Di Giacobbe Erica Di Muzio Emiliano Di Rocco Antonio Di VittorioFrancesca GaspariCarlo Giannascoli Alfredo Granelli

Viviana GrossiAntonio LucciFilippo LucciRachele Lucci Luca MingioneAngelo PanzoneValentina ProcopioMaria Pia Serra

opinionisti, scrittori, poeti:Francesco Barillaro Maurizio De Flaviis Antonio Di MicheleErnesto Di NicolaTiziano Di Rocco Pierluigi Di SabatinoEwa Dziejuch

Enrico GambacortaGiorgio GianniniElia Isotti Italo PantaleoneBruno Parruti

Foto:Antonio Angelozzi Rossano BuffalmanoEmiliano Di RoccoEvelina Frisa Rocco Oronzostampa: EditPress 0861/230092

eDitore: Ass.ne Culturale Valle del Fino

Via Vorghe Castiglione M. R. Per inviare articoli, lettere, auguri e [email protected]

Per la vostra pubblicità sul giornale contattare associazione culturale Valle del Fino 347 7411921

Gli articoli sono da intendersi come libera espressione di chi scrive e non impegnano in alcun modo nè la Redazione nè l’Editore. Non è consentita la riproduzione, anche parziale, sia degli articoli che delle foto.

Il Fino Periodico di attualità, cultura, sport e approfondimento

Anno XIII numero 57 - Ottobre 2012Registro stampa Tribunale di Teramo N. 05 del 2003. Fondato da Filippo Lucci nel 2000 sotto la guida di Vincenzo Angelico

“E’ impossibile pensare di non essere stati influenzati dal fatto di amare ciò che il resto del mondo considera fondamentalmente indegno d’amore” Così Nick Hor-nby nel suo celebre libro “Febbre a 90” racconta il suo amore per il football. Una grande passione fatta di abi-tudini, riti, sogni, depressioni. Chi frequenta gli stadi lo sa. Chi segue le vicende di una squadra ha spesso a che fare con chi reputa questo interesse sciocco e privo di importanza.Lo sport è un mondo pieno di stimoli, fatto di grandi emozioni che quest’anno in Abruzzo abbiamo provato un po’ tutti. Anche i più disinteressati hanno saluta-to con soddisfazione l’impresa zemaniana a Pesca-ra e il Lanciano in Serie B. La nostre regione ha due squadre nel calcio che conta ed è inevitabile parlarne, commentare, seguire quello che accade nei rettangoli di gioco. Si seguono le squadre grandi, ma la passio-ne per lo sport si coltiva principalmente nei contesti di più piccoli, luoghi di aggregazione dove oltre alla pra-tica sportiva emerge il valore sociale. La Castiglione Valfino, che milita in Promozione, e le altre squadre dei paesi di vallata sono l’orgoglio di chi le segue, ma soprattutto luoghi dove crescere per i giovani, dove maturare e creare rapporti di amicizia. Succede nel-le scuole calcio, nelle piscine, nelle palestre. Questo numero nasce per far riflettere sull’importanza della pratica sportiva rispondendo a spunti ricevuti dai let-tori. Molti lamentano l’assenza in vallata di strutture per sport diversi dal calcio. In questo numero abbiamo fatto un viaggio tra palestre, campetti e piscine per ca-pire meglio quello che c’è e quello che manca. Sono questi i giorni in cui, dopo l’estate, ci si iscrive a corsi sportivi. Lo sport non è indegno d’amore. È una febbre per chi tifa, regala benessere psicofisico a chi lo prati-ca e orgoglio ai cittadini quando i risultati sono positivi. Un numero da leggere per conoscere meglio quello che il nostro territorio offre.

Evelina Frisa

3 Ottobre 2012

È oramai unanimemente riconosciuto che la pratica delle attività sportive è di fonda-mentale importanza in tutte le fasce di età: lo sport, infatti, favorisce nei bambini una crescita sana, contribuisce ad allontanare i giovani dai pericoli della società moderna, aiuta gli adulti a tener-si in forma sia nel fisico che nella mente e risulta utile persino agli anziani per mantenere efficienti le principale funzionalità fisiologiche del proprio organismo. Dunque, è necessario che allo sport ci si av-vicini sin da piccoli, già dall’età di cinque-sei anni con attività motorie basate soprattutto sullo svolgimento di esercizi ludici, per poi indirizza-re i ragazzi da dodici anni in su a vere e proprie discipline sportive prevedendo, in taluni casi, anche la competizione agonistica. Ovviamente, per poter attuare un tale “disegno sociale” occorre mettere a disposizione dei cittadini impianti sportivi adeguati ed efficienti, ma purtroppo perlomeno nel territorio dell’al-ta Valle del Fino si registra una sostanziale carenza di infrastrutture in cui praticare sport.Gli unici impianti sportivi presenti a bi-senti sono il campo da football, utilizzato quasi esclusivamente dalla locale squadra

di calcio, la piscina comunale in disuso da diversi anni per problemi nella manuten-zione ordinaria e un campetto per sport di squadra, quali calcetto e pallavolo, il quale però, oltre a non essere adeguatamente at-

trezzato con gli specifici corredi necessari per lo svolgimento di tali discipline, non ri-sulta nemmeno munito di locali di servizio e spogliatoi. La situazione di certo non è migliore ad arsita dove le sole infrastrut-ture sportive a disposizione dei cittadini sono il campo di calcio e una palestra co-munale peraltro scarsamente equipaggiata. Nonostante le limitate risorse finanziarie, quindi, le locali amministrazioni comunali dovrebbero cercare di fare qualche sforzo in più per mettere i cittadini nella condizio-ne di poter svolgere attività sportive senza doversi spostare in altre località, così come fanno ad esempio i tanti bambini che per praticare nuoto sono costretti a recarsi nel-le piscine di Montorio a Vomano, di Penne e di Atri, affrontando faticose trasferte con i pulmini messi a disposizione dai gestori degli impianti.Considerato comunque le enormi diffi-coltà economiche in cui versano i comuni dell’alta Valle del Fino, è doveroso sotto-

lineare che l’iniziativa di procedere alla costruzione di impianti sportivi non ne-cessariamente deve venire da questi enti pubblici; la realizzazione di tali opere potrebbe in effetti avvenire anche a spese di imprenditori privati in quanto da un in-vestimento del genere potrebbe verificarsi anche un interessante tornaconto visto che nel mondo dello sport si muove un notevo-le business. Sono tantissimi gli affiliati alle diverse federazioni che operano nell’am-bito delle differenti discipline sportive e nella maggior parte dei casi si tratta di per-sone che, mosse da grande passione, sono disposte a spendere qualsiasi cifra pur di cimentarsi con gli altri atleti nei vari tornei e campionati nazionali e internazionali.Naturalmente, stiamo parlando di sport

particolari che prevedono la disponi-bilità di impianti specifici di non co-mune diffusione sul territorio nazio-nale e quindi un progetto del genere comporterebbedi certo un ragguar-devole impegno di spesa a fronte del quale, però, può sicuramente preve-dersi un interessante profitto median-te lo sviluppo di attività in ambito turistico, settore su cui ultimamente si punta tanto per il risveglio econo-mico della vallata. Esistono già delle località, da pren-dere come termine di paragone, dove nei paraggi di impianti sportivi sono

sorti alberghi per accogliere gli atleti im-pegnati nelle kermesse sportive e i relativi familiari a seguito e dove parallelamente all’attività ricettiva si è provveduto a svi-luppare anche un indotto economico of-frendo agli ospiti valide proposte turistiche relativamente alle attrattive tipiche della zona. Tanto per chiarire il concetto e for-nire degli spunti a imprese eventualmente interessate a tale opportunità, sulla base della conformazione orografica del territo-rio e della naturale vocazione delle diverse zone dell’alta Valle del Fino, si potrebbe, a puro titolo di esempio, pensare di realiz-zare ad Arsita una parete attrezzata per gli appassionati di arrampicata sportiva o un campo di equitazione per le gare di salto ad ostacoli, per i concorsi di dressage e per i tornei di polo; a Bisenti, invece si potrebbe ipotizzare la costruzione di una pista per competizioni di motocross oppure la bo-nifica di prati verdi da adibire a campi da golf.

Sport in vallata

infrastrutture carentinell’alta valle del fino

di Angelo Panzone

3 Ottobre 2012

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foto Rossano Buffalmano

foto Rossano Buffalmano

Campo sportivo Arsita.

4Ottobre 2012

Sport in vallata

Il Comune di Castilenti dispone di un Centro Sportivo Polivalente sito in locali-tà Fonte Vecchia e comprendente una pa-lestra, due piscine, un campo di calcetto e uno di tennis.A parte la palestra, che al momento non è agibile, in quanto non in regola con la vigente normativa antinfortunistica, il re-sto del complesso è affidato in gestione alla Cooperativa Castelfino che assicura anche la sorveglianza di sicurezza nelle piscine, quando vengono aperte al pub-blico durante il periodo estivo.L’impianto è ottimamente organizzato e ben mantenuto e vede una cospicua par-tecipazione di utenti, provenienti anche dai Comuni limitrofi, in special modo nel periodo in cui le due piscine sono acces-sibili.Sempre di proprietà del Comune è il cam-po di calcio regolamentare, che si trova

nella zona del vecchio Convento di Santa Maria, concesso in uso gratuito all’Ass. Sportiva Dilettantistica Castilenti, la cui squadra calcistica milita nel campionato di 2° categoria. A partire da quest’anno, un’altra strut-

tura comunale, la palestra della locale Scuola Media, con lodevole iniziativa, è stata affidata in gestione alla Società Ha-tria Basket, che vi organizzerà dei corsi di pallacanestro a beneficio dei ragazzi (non solo di Castilenti), i quali potran-no così praticare il loro sport del cuore, senza doversi recare ad Atri, come sinora avvenuto.Ma nel territorio comunale sono presenti anche altre strutture, dovute all’iniziativa privata, come il campo di calcetto adia-cente la stazione di servizio “Bagaria”, nella zona industriale nel fondo valle del Fino e come il complesso del “Salice” in Contrada Galli. Quest’ultimo è un centro polifunzionale dedicato al benesse-re, dove particolare cura viene dedicata ai bambini ed agli anziani.Il Salice dispone di due piscine, una al coperto e una all’aperto (funzio-nante nei mesi esti-vi), dove è possibile

sia praticare il nuoto libero, sia frequen-tare corsi per adulti e per bambini. Inoltre il centro offre l’opportunità di praticare: idrobike, spinning, ginnastica posturale (per correggere scoliosi e altre problema-tiche); riabilitazione in acqua, ginnastica per anziani e altre discipline, usufruendo della ben attrezzata palestra. Apposite convenzioni sono state stipulate con le Scuole Elementari di Castilenti e di Cellino Attanasio per la scuola nuoto dei ragazzi, nonché con il Comune Mon-tefino, questa’ultima specificamente in-dirizzata verso la ginnastica per persone anziane. A Castilenti, insomma, ce n’è per tutti i gusti!

non solo calcio, a castilenti il primato per la varietà di discipline praticabili

di Alfredo Granelli

4Ottobre 2012

Piscina de “Il Salice”

Piscina de “Il Salice”

5 Ottobre 2012

a breve palestra ristrutturata a montefino impianto bonificato e più efficiente

di Alfredo Granelli

Sport in vallata

Nel Comune di Montefino gli impianti dove poter praticare dello sport consistono nella palestra, situata nella zona industriale del capoluogo e nel campo di calcio, che si trova in Contrada Marciano.La prima viene correntemente utilizzata dalla locale Scuola Media, per le lezioni di Educazione Fisica. In teoria è anche di-sponibile per chiunque ne faccia richiesta al Municipio, dietro pagamento di un ca-none di utilizzazione. A breve la palestra verrà sottoposta a dei lavori per la bonifi-ca dall’amianto presente nella struttura in Eternit del tetto. Con l’occasione, l’edifi-cio verrà dotato di impianto fotovoltaico, così da renderlo autosufficiente dal punto di vista energetico.Il secondo è il campo base della “Ass. Sport. Dilett. “Villa Bozza / Montefino”, che milita nella 3a categoria del campio-nato di calcio italiano. E così, avremmo li-

quidato la pratica dello sport a Montefino.Ma, visto che ci siamo, rubiamo il mestiere a Emiliano Di Rocco, che in genere cura la rubrica sportiva in questo periodico e ne approfittiamo per spendere due parole a proposito di questa squadra, che tanto per cominciare ha il grosso merito di riunire sotto un’unica bandiera sia i tifosi del Ca-poluogo, sia quelli della Frazione. Il che è cosa non da poco.La compagine nasce nell’anno del 2006 dalle ceneri di due precedenti realtà (il Montefino ed il Villa Bozza) ed ha sempre militato in 3° categoria. Ne è Presidente l’imprenditore Luigi Giammarino e Vice Presidente l’Avv. Lucio Capanna, il Mister è Vincenzo Tassone, originario di Reggio Calabria, ma da tempo trasferitosi a Casti-glione.Nel corso di un piacevole incontro il Di-rettore Sportivo, Maurizio Grossi, ci ha

spiegato che la A.S.D. Villa Bozza/Mon-tefino annovera circa 25 tesserati, che van-no a costituire una rosa di buon livello in ambito dilettantistico e che quest’anno la squadra punta a ricoprire un ruolo impor-tante, magari anche con un pensierino alla promozione alla categoria superiore.Si tratta di un manipolo di giovani, tra i quali non guasta l’inserimento di un paio di “anziani”, che indubbiamente portano esperienza al complesso.Oltre all’aspetto meramente sportivo, con frequenti allenamenti per trovare la giusta forma e le migliori strategie, il gruppo si contraddistingue anche per la ricerca di ar-monia e coesione fra i vari elementi, onde contribuire a creare quello spirito di corpo (in gergo si dice “fare lo spogliatoio”), che spesso e volentieri si rivela elemento ba-silare per puntare agli obiettivi più lusin-ghieri.Insomma, le premesse ci sono tutte per correre in massa a sostenere questa sim-patica compagine, alla quale auguriamo di cuore il raggiungimento della agognata promozione.L’appuntamento per i Montefinesi è al campo di Marciano. Non mancate!!!

5 Ottobre 2012

Un impianto sportivo versatile, un campo da calcio e altri campetti in passato usati per il tennis. Gli impianti sportivi di Ca-stiglione si presentano così, nella zona di Piano San Donato. Fiore all’occhiello del comune è la pale-stra, una struttura attrezzata nella quale è possibile praticare varie discipline sporti-ve: pallamano, basket, pallavolo e ovvia-mente calcio. Al momento è la Castelfino a gestirla. I corsi che si possono praticare sono tanti e vari. Dallo spinning al volley passando per la sala pesi e il karate. Per ogni disciplina un insegnante qualificato. E’ possibile fre-quentare i corsi dalle 15:30 alle 21 e per avere informazioni dettagliate il numero da contattare è il 327.8588077.Per la sua posizione centrale la palestra è spesso scelta da abitanti degli altri comuni della vallata per praticare sport e seguire i vari corsi.A Castiglione, oltre al calcio a 11, la cui

squadra, la Castiglione Val-fino milita nel campionato di Promozione, c’è anche una formazione di calcio a 5, presieduta da Gabriele Proietto, che sta ottenendo un grande seguito.In paese, accanto all’anfitea-tro, c’è un piccolo campo che necessita manutenzione. Si tratta di una struttura il cui recinto è rovinato, in alcuni punti assente. Un campo comunque utile che meriterebbe di essere valo-rizzato per offrire ai ragazzi un posto dove allenarsi nel cuore del pae-se. Castiglione è inoltre un paese scelto da ciclisti professionisti quale meta dove allenarsi per gare importanti e sempre in paese si corre la classica dannunziana: la Pescara-Castiglione che ha visto vincere in passato nomi noti del ciclismo italiano,

Danilo Di Luca e Dario Cataldo per citarne alcuni.Ci sono poi altri campi privati come quello del La Nuvola e dell’Agriturismo la Quer-cia utilizzati soprattutto d’estate rispettiva-mente per tornei di calcio a 5 e bocce.

(e.f. - f.b.)

piano san donatoil centro sportivo di castiglione

6Ottobre 2012

Attualità

6Ottobre 2012

torna la festa dell’uva di Evelina Frisa

Una tradizione che si ripete. Anche quest’anno Bisenti ospita il Revival dell’Uva e del vino Montonico. Un ap-puntamento che da 38 edizioni è imman-cabile e sempre più atteso.Da giovedì 4 a domenica 7 ottobre il paese ospiterà mostre, sfilate, musicisti e artisti nel segno della valorizzazione dell’uva autoctona. Il 4 alle 17 si inizierà a festeggiare con i più piccoli. In piazza ci sarà Montonic-Landia, spettacolo de-dicato ai bambini.

Alle 20 ci sarà la sfilata del carro di Bac-co e la riconsegna del palio da parte del carro folcloristico vincitore della passata edizione.A seguire ballo in piazza con l’orche-stra “Dai che si balla” e l’esibizione del

gruppo folk “Li Ciarvavì”.La serata di venerdì sarà caratterizzata da una rassegna di gruppi folcloristici locali e musica dal vivo in piazza.Ricchissimo il programma di sabato. Alle 17 ci sarà la messa con la partecipa-zione degli Ufficiali del 49° corso AUC

Artiglieria da Montagna, alle 18 ci sarà una sfilata per le vie del paese, l’azaban-diera e il deposito della corona nel mo-numento ai caduti.Alle 20:30 in piazza si esibirà il gruppo “Apogeo Progressive” a seguire i “Mi-

stolana” “Winston wolf”, “Rossopiceno” e Elio Dj che allieteranno la notte bianca.Domenica 7 ottobre ci sarà il cuore della festa. Alle 9 in programma l’estempo-ranea di disegno per ragazzi “Premio Michele Notturno”, alle 9:30 ci sarà il raduno e la sfilata “club auto storiche”

Teramo C.A.S.T.Dopo il concorso enologico Il Miglior Montonico si aprirà la sfilata dei carri allegorici. La serata proseguirà con balli in piazza e con la premiazione del carro vincitore.

Torna ad Arsita il p r o s s i -mo 31 o t t o b r e il capo-d a n n o delle set-te stelle, la manifestazione organizzata dalla locale associazione Pro Loco che attira ogni anno molti visitatori. Una not-te dedicata all’osservazione delle stelle e alle antiche tradizioni. Gli antichi vesti-ni, come si legge sul sito www.progetto-settestelle.it, dove è possibile avre tutte le informazioni su questa edizione, cre-devano che la notte del 31 ottobre fosse l’inizio dell’anno e durante questa notte erano visibili le Peiadi. (e.f.)

Attualità

8Ottobre 2012

montefino: piano d’azione per l’energia sostenibile

di Graal

Attualità

Come noto, il cambiamento climatico pro-vocato dalla dissennatezza dell’uomo, sta mettendo a repentaglio la sopravvivenza stessa del pianeta, ragion per cui si è infine ravvisata, a livello mondiale, la necessità di procedere a una drastica inversione di rotta, cercando di contrarre al massimo le emissioni di gas inquinanti.L’Unione Europea ha dato priorità massi-ma a questa lotta, impegnandosi entro il 2020 a ridurre le proprie emissioni totali di almeno il 20% rispetto al 1990.Nel raggiungimento di tale obiettivo, un ruolo di primo piano è stato assegnato alle autorità locali e il Patto dei Sindaci è un’iniziativa per cui paesi e città cerche-ranno di contenere la produzione di CO2 anche oltre l’obiettivo del 20%. Questo impegno formale sarà perseguito attuando i Piani di Azione per l’Energia Sostenibile, che prevedono per prima cosa la compilazione di un inventario di base delle emissioni e, quindi, la stesura del piano vero e proprio. Questo dovrà mostrare come le Ammini-strazioni Locali intendono raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di anidride carbonica non soltanto per quel che riguarda il settore pubblico, ma anche per quello privato.In linea di massima, ci si aspetta che il Pia-no includa iniziative in vari settori come l’Ambiente urbanizzato, inclusi edifici di nuova costruzione e ristrutturazioni di grandi dimensioni; le infrastrutture urbane (teleriscaldamento, illuminazione pubbli-ca, reti elettriche intelligenti ecc.);

la pianificazione urbana e terri-toriale; le fonti di energia rin-novabile decentrate; le politiche per il trasporto pubblico e priva-to e mobilità urbana;il coinvolgimento dei cittadini e, più in generale, partecipa-zione della società civile; com-portamenti intelligenti in fatto di energia da parte di cittadini, consumatori e aziende.Secondo in tutto l’Abruzzo e primo nella Provincia di Tera-mo, il Comune di Montefino ha presentato il suo progetto alla Cittadinanza, nel corso di un convegno tenutosi il 30 agosto nella frazione di Villa Bozza,

presieduto dal Sindaco Ernesto Piccari e a cui ha partecipato l’Assessore Provinciale Francesco Marconi.Il primo cittadino ha spiegato che già da oltre un anno è stato realizzato un primo impianto fotovoltaico sul tetto dell’edificio

polifunzionale di proprietà del Comune e che ai privati che vorranno adottare ana-loghe iniziative per le nuove costruzioni, verrà riservato un “bonus” in cubatura, che consentirà loro di ricavare maggiore dispo-nibilità di spazio e, quindi, di aumentare il valore dell’immobile. Piccari ha poi citato la revisione dell’illu-minazione pubblica, iniziata con la zona dei “Muricelli”, dove sono state installate nuove fonti di luce, che pur erogando più illuminazione di quelle vecchie, consuma-

no meno. Circa la mobilità dei cittadini, è assodato che, in difetto di adeguati servi-zi pubblici, si è costretti a fare ricorso al veicolo personale per quasi tutti gli spo-stamenti, la qual cosa intanto crea inquina-mento e poi pone seri problemi a chi non dispone di un mezzo di trasporto (come molte persone anziane). Per risolvere il problema, l’Ammini-strazione Municipale di Montefino, attingendo ai fondi all’uopo stanziati dalla Regione a beneficio dei Comuni che presentano proposte “virtuose” di riduzione delle emissioni, ha delibera-to l’acquisto di un minibus, che verrà impiegato per un servizio di linea tra il capoluogo e la frazione di Villa Boz-za e che potrà essere utilizzato anche per accompagnare chi ne ha bisogno all’Ospedale di Atri o al Centro Prelievi di Bisenti, funzionante nelle giornate di martedì e sabato. Sono poi previsti altri servizi “a chiamata”, per venire incontro a particolari esegigen-

ze di chi vive in località isolate del Comu-ne. Il tutto, dietro un corrispettivo minimo, volto a evitare un uso indiscriminato e non giustificato del pullmino. Al convegno di Villa Bozza hanno pre-senziato anche una decina di ragazzi te-deschi, provenienti dal Comune gemellato di Aiterhofen, i quali hanno appreso con vivo compiacimento che anche qui da noi qualcosa si muove sul piano del risparmio energetico, cosa in cui dalle loro parti sono maestri da decenni.

Il sindaco Ernesto Piccari durante l’incontro.

10Ottobre 2012

Gli arrosticini, ovvero li rustoll, sono di-ventati un tipico piatto abruzzese che ha varcato i confini dell’Abruzzo, la regione dove questa specialità culinaria è nata e si è affermata. Come è arcinoto, gli arro-sticini classici abruzzesi cioè quelli che attualmente vengono prodotti anche in se-rie, altro non sono che pezzetti di carne di pecora infilati in spiedini di legno (li cipp), cotti sulla brace tramite uno speciale bra-ciere a forma rettangolare stretta e allun-gata denominato lu rustilliri. Da precisare che i pezzettini di carne ricoprono circa 10 centimetri dei ceppi in quanto gli altri 20 cm che rimangono servono per tenerli in mano. Dove e quando sono nati gli arrosticini? Trattandosi di un cibo antico di ambito pastorale, presero senz’altro piede nelle zone montane. Per quanto riguarda l’area di diffusione originaria sembra sia quella del Voltigno e in particolare sulla sponda sinistra del fiume Pescara (appartenente, prima del 1927, alla provincia di Teramo) e nelle valli vicine del Nora e del Tavo ovve-ro Villa Celiera e Civitella Casanova che, già Comune unico, rivendicano di essere la patria degli arrosticini abruzzesi. I qua-li arrosticini si diffusero successivamente in altri territori ivi compresa la vallata del Fino. Difficile invece stabilire il periodo preciso in cui gli arrosticini iniziarono il loro cammino cosi come li conosciamo e li gustiamo attualmente. Stante una ricostru-zione non storica, sembra che lo sviluppo a livello regionale del prelibato cibo, avven-ne non prima del 1960. Per quanto riguarda la vallata del Fino, sappiamo con certezza che già nel 1963-65 ad Appignano gli arro-sticini erano conosciuti e gustati per meri-to di Giuseppe Ranalli altrimenti chiamato Chinè. Peppino Chinè era un intraprenden-te appignanese, un imprenditore si direbbe

oggi, il quale oltre che commerciante di uova, frutta, fiori, frumento e organizza-tore di viaggi turistici religiosi nei santua-ri a mezzo pullman, iniziò la produzione artigianale degli arrosticini. Racconta sua figlia Antonietta che per fare li rustoll bi-sognava intanto acquistare la pecora, viva naturalmente. Per ovvi motivi, evito di descrivere i vari passaggi necessari per ar-rivare al prodotto finale cioè ai pezzettini di carne da infilare negli spiedini mentre trovo giusto far presente che era un lavoro piuttosto faticoso e non facile. Tra le curio-sità, anche se oggi potrebbe scandalizzare, alla pecora da sacrificare per gli arrosticini, si dava da bere del vino allo scopo di otte-nere una carne più tenera.(a quei tempi non si usava ancora frullare la carne). Un altro problema di quei tempi erano gli spiedini dove infilare i pezzetti di carne. Ancora Antonietta racconta che gli spiedini li rica-vavano dai ramoscelli delle piante di vimi-ni (lu vong). Fuscelli i quali per irrigidirli al fine di poterci infilare i pezzetti di carne, venivano prima seccati quindi spuntati con un coltello. Da far presente che per fare li cipp che attualmente vengono prodotti in serie, venivano usati i ramoscelli di vimi-ni in quanto, una volta seccati, resistevano al calore della brace per cui i pezzetti di carne vi rimanevano attaccati. Da buon imprenditore, Peppino gestiva un macello con tanto di bancone e cella frigo, in una stanza a fianco della cucina della sua casa in via del Carmine. Peppino Chinè non si limitava a far gu-stare i suoi arrosticini agli appignanesi, ma girava nei paesi dei dintorni in occasione

di feste e mercati. Ancora sua figlia An-tonietta ricorda, con giustificato orgoglio, che “quando andavano alle feste nei pae-si attorno, in poco tempo vendevano tutti gli arrosticini ricavati anche da più pecore e, solo dopo gli altri rustilliri iniziavano a vendere.”Ricorda ancora Antonietta che a una festa di Castilenti, dove rimasero fino alle 4 di mattina, oltre a tutti gli arrosticini vendettero anche le code delle pecore! Gli arrosticini di Chinè erano diventati cosi famosi che molti clienti dei paesi vicini si recavano ad Appignano per acquistarli. Naturalmente Peppino si avvaleva della collaborazione dei suoi familiari compo-sta dalla moglie Cesira e cinque figli, tre maschi e due femmine, ma era la figlia Antonietta specialmente a mandare avanti la famiglia occupandosi degli arrosticini e del macello quando suo padre non c’era.L’eredita di Peppino cioè l’arte di prepara-re e cucinare gli arrosticini, venne trasmes-sa a suo figlio Ennio altrimenti chiamato Niuccio. Di corporatura possente, Niuccio era in grado di caricarsi sulle spalle pecore come fossero sacchi di foglie secche. Con il suo furgone azzurro, Niuccio girava per i paesi e, a parte la bontà dei suoi arrosticini, era benvoluto da tutti anche per il suo ca-rattere gioviale, sempre disposto alle bat-tute spiritose. Quando non lo vedevi, Niuccio lo sentivi perché aveva una voce potente. Purtroppo, il gigante buono morì a soli 40 anni poco dopo la scomparsa di suo fratello Enzo, anche lui 40enne. Peppino Chinè morì nel 1988. Questo breve ricordo di Peppino Ra-nalli Chinè vuol essere un modesto ricono-scimento a un imprenditore non solo per aver iniziato a diffondere gli arrosticini ad Appignano e nell’alta valle del Fino, ma anche a un appignanese in quanto persona onesta e gran lavoratore. Si ringrazia Manola Mantini per la colla-borazione.

Tradizioni

peppino chinè rustillare di appignanouno dei primo nella vallata del fino

di Ernesto Di Nicola

11 Ottobre 2012

La vallata ha bisogno di maggiore si-curezza. È questo l’appello lanciato dal Consigliere di minoranza del comune di Castiglione M.R. Gianluca Di Giuseppe, il 10 giugno scorso, quando - unitamente al gruppo consigliare di minoranza - ha pre-sentato una mozione su questo tema. La richiesta ha fatto seguito ai vari episo-di di furti e rapine che si sono verificati in abitazioni private del territorio. La mozione denuncia lo stato di abbando-no della Valle del Fino da parte delle forze dell’ordine locali ed è stata estesa a tutti i sindaci di Vallata invitati a fare pressione nel Comando Provinciale, affinché fosse rafforzata la presenza della forza pubblica.“La mozione – si legge in una nota del consigliere - è stata votata all’unanimità dal Consiglio Comunale e evidenzia l’im-portanza di avere presidi locali di pronto intervento, evidente riferimento all’utili-tà della caserma dei Carabinieri a Bisenti come forza decentrata in Vallata. Tutto questo in nome di un dovere mora-

le di un Sindaco e di un’amministrazione locale che voglia garantire un diritto sacro-santo del cittadino, ovvero la Sicurezza”.“Da quella data, - continua ancora la nota - in occasione di Consigli Comunali, il Sin-daco di Castiglione è stato più volte solle-citato, ma nessun segnale è stato dato in questo senso. Nel frattempo in paese e in tutta la vallata continuavano i furti”.“Nel corso della riunione indetta a Teramo dai vertici provinciali delle forze dell’or-dine (carabinieri, polizia finanza e guardia forestale) – spiega Di Giuseppe - con un punto all’ordine del giorno che riguardava proprio alla sicurezza in vallata. Il Sindaco Danilo Crescia non si è presentato”.Il consigliere poi lancia un’accusa estesa in generale all’operato dell’amministrazione: “E’ triste ammetterlo, - si legge nel comu-nicato - ma a fatica si trova nella storia di Castiglione un Sindaco così lontano dalle problematiche che riguardano i propri cit-tadini, un’amministrazione comunale così inerme e non in grado di responsabilizzarsi

su temi pubblico interesse. In un periodo come questo il nostro paese necessita di gente a disposizione della collettività. Di fronte alla delinquenza che imperversa in-disturbata, la forza politica locale dovreb-be far sentire la propria presenza in nome dei diritti del cittadino”. Respinge ogni accusa il primo cittadino di Castiglione. “L’incontro si è svolto a Cer-mignano, non a Teramo - ha detto Crescia - in rappresentanza del comune c’era l’as-sessore Cristiano Sorgentone. La nostra amministrazione è vicina a que-ste problematiche e si sta impegnando in tal senso”. La raccomandazione che viene fatta ai cit-tadini dal consigliere è quella di presenta-re sempre denuncia alle forze dell’ordine, anche quando l’abitazione non viene de-rubata, anche se semplicemente violata, altrimenti al comando provinciale risul-tano poche denuncie, questo permette di non poter avere un quadro esatto della situazione.

sicurezza in vallata mozione della minoranza al comune di castiglione

Attualità

12Ottobre 2012

Attualità

“La Loggia Antica”, un agriturismo la cui sala di ristorazione risulta all’interno di un vecchio casolare dell’800 curiosamente ubicato per una metà sul territorio del co-mune di Arsita e per l’altra metà sul terri-torio del comune di Bisenti, è stata inserita tra i 530 locali consigliati dalla “Accade-mia Italiana della Cucina” sulla guida “Le buone Tavole della Tradizione”, una ricca opera recentemente realizzata dalla presti-giosa istituzione culturale con la duplice fi-nalità di valorizzare la cucina tradizionale e di offrire ai numerosi cultori della cucina regionale un esauriente vademecum delle migliori locande operanti nell’intero terri-torio nazionale.La scheda descrittiva dell’agriturismo “La Loggia Antica” evidenzia che il ristorante propone agli ospiti pietanze particolarmen-te sfiziose, come ad esempio gli affettati e i formaggi di propria produzione, le verdure al tartufo, le zuppe di farro, orzo e legu-mi, i fegatini di agnello, lo spezzatino di

pecora denominato “coatto” e soprattutto i tipici maccheroni alla mulinara, la caratte-ristica pasta della tradizione gastronomica dell’alta Valle del Fino. Tale segnalazio-ne è sicuramente di grande prestigio se si considera che l’“Accademia Italiana della Cucina” nell’ambito dell’arte culinaria è uno degli organismi più autorevoli d’Ita-lia; questa associazione, infatti, fondata nel 1953, è stata insignita dal 2003 quale “Istituzione culturale della Repubblica Ita-liana” e con ben 213 delegazioni in Italia e 75 all’estero, da oltre cinquant’anni, è impegnata in difesa del patrimonio cul-turale italiano rappresentato dalla civiltà della tavola. Il vice-delegato della locale delegazione di Atri, Noè D’Orazio, entu-siasta dell’inserimento nel volume di un ristorante appartenente alla propria zona di competenza, ha posto in risalto l’im-portanza del riconoscimento conseguito da “La Loggia Antica” sottolineando che l’“Accademia Italiana della Cucina” ha ri-

portato nella guida “Le buone Tavole della Tradizione” soltanto locali che offrono una cucina rispettosa dei valori della tradizione locale e che assicurano ai clienti l’impiego

di ingredienti di prima qualità.Molto soddisfatto della segnalazione è an-che Costantino Di Mercurio che da oltre un decennio gestisce l’agriturismo e che comunque da più di trent’anni esercita con serietà e dedizione l’attività di coltivazione dei campi in un podere esteso tra i comu-ni di Arsita e Bisenti e di allevamento con alpeggio alle pendici delle montagne che sovrastano l’alta Valle del Fino.

i danni del maltempo

Le copiose piogge di fine estate hanno provocato numerosi danni anche in vallata ad esempio a Bisenti, nella strada che costeggia il fiume Fino, gran parte della carreggiata è crollata, come si vede nelle foto. Al momento la strada è percorribile a senso unico alternato.

l’agriturismo “la loggia antica” consigliato dall’accademia italiana della cucina

di Angelo Panzone

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13 Ottobre 2012

ancora sulla rai Un anno e mezzo fa, sul n 51 de “Il Fino”, ci eravamo abbandonati al rimpianto delle trasmissioni RAI di una volta, quando di canali ce ne erano appena due e le televi-sioni commerciali erano di là da venire. Oggi che anche l’Abruzzo è finalmente (sic!) approdato al digitale terrestre, i ca-nali televisivi disponibili sono talmente numerosi che non si riesce nemmeno a contarli. Però, dal punto di vista della pro-grammazione, le cose non sono poi miglio-rate così tanto. Prova ne sia che, di questi tempi, un grande successo di pubblico e di critica lo raccoglie “Techetechetè”, una trasmissione che la RAI manda in onda tut-ti i giorni, subito dopo il Telegiornale delle 20 (quello più seguito). Questo programmino, semplice e senza pretese, viene realizzato assemblando vec-chi spezzoni di spettacoli andati in onda anni fa, in un arco temporale che spazia dagli esordi della TV di Stato, fino agli anni ’90 del secolo scorso.Per carità, nulla di male ed è ammirevo-le che Mamma RAI colga l’occasione per mostrare ai giovani le cose che all’epoca deliziarono i loro genitori e perfino i loro nonni. Quello che non quadra è che questi pro-grammi adesso riesumati siano già stati “pagati” dal teleutente con il versamento del canone di allora e non è mica tanto ca-rino che ora vengano riproposti a fronte del canone di oggi. Insomma: si paga due e si

porta a casa uno… Come al solito, abbiamo scherzato, ché a noi ci piace polemizzare per il gusto di farlo. E, in effetti, dobbiamo ringraziare davvero la RAI perché torna a mostrarci le immagini di quell’Italietta che seppe conquistare il boom.Buona visione!

cavE canEm Come si accenna in altra parte del giornale, fare dello sport in questa amabile vallata non è poi tanto agevole, data la cronica carenza di impianti ad hoc. Quindi, per sgranchire un po’ i muscoli, la cosa più semplice (e anche più economica) rima-ne pur sempre una sana passeggiata lungo le tranquille strade delle nostre contrade. Poco traffico automobilistico, niente inqui-namento dell’aria, vista su una campagna incontaminata, sul Gran Sasso e qualche volta pure sul mare. Insomma il paradiso per chi ama fare jogging. Senonché il dia-volo non poteva fare a meno di metterci la coda, la quale in questo caso è rappresen-tata dai cani che se la spassano a rendere pericolose le nostre sane passeggiatine. Il bello è che nella maggior parte dei casi non si tratta di cani randagi, ma di animali con tanto di padrone, tenuti a fare la guardia all’abitazione del medesimo. Giustissima precauzione ed è sacrosanto che ci si cauteli contro i male intenziona-ti, che specie di questi tempi abbondano. Però non è accettabile che queste amabili bestiole siano lasciate libere di scorrazza-

re anche al di là dei limiti della proprietà privata, andando a minacciare i polpacci dell’incolpevole passeggiatore. Quando poi, come spesso e volentieri succede, que-sti cani non sono bestiole, ma esemplari di grossa taglia con dentacci grossi così, il ri-schio per il camminatore è considerevole e sconfina nella certezza di venire assalito se, invece di marciare a passo normale, lui va di corsa, evento che per l’animale costi-tuisce una vera e propria dichiarazione di guerra. In vari casi, il padrone ha perfino il buon gusto di appendere fuori di casa il cartello con scritto “Attenti al cane”, segno evidente che anche lui è consapevole della pericolosità del proprio animale. E, se lui stesso lo reputa una minaccia, come mai non protegge i passanti? Ciò vuol dire che il padrone è più deleterio del cane, perché non si rende conto delle conseguenze che il suo animale può provocare a danno del prossimo. Quante volte abbiamo purtroppo appreso di persone aggredite (e qualche volta ad-dirittura sbranate) da grossi cani improv-visamente “impazziti”? Lo scorso febbraio un gruppo di ciclisti fu aggredito nel ter-ritorio di Atri, al confine con Montefino da randagi. Ora speriamo che un fattaccio del genere qui non capitino più. Però, nel frattempo, non sarebbe il caso di cautelarsi contro i rischi latenti? Prevenire è meglio che curare, ragion per cui sarebbe auspica-bile che le Forze dell’Ordine dessero una controllatina in giro per tutta la Vallata.

gertrude torna a castilenti, da cittadina

Calma, delicata, sorridente, in alcuni mo-menti stupita e emozionata del calore tro-vato, dello scambio di affetto che si è ri-proposto. Ancora una volta. Dopo 70 anni. Si è presentata così la scrittrice Gertrude

Goetz al convegno in suo onore che si è svolto a Castilenti il 28 luglio scorso. Una giornata intensa nella quale ha ricevu-to il riconoscimento di cittadina onoraria del paese. Un omaggio in segno di gratitudine, esat-tamente come il titolo del suo libro auto-biografico pubblicato di recente nel qua-le racconta la sua storia di ragazza ebrea perseguitata dalle leggi razziali nel perio-do nazista e che, nel paese del teramano, trovò accoglienza e salvezza. Gertrude, ora ottantenne, vive a Los Angeles con la sua famiglia. E’ stata bibliotecaria e da qualche tempo è in pensione e si dedica alla scrittura. Il co-mitato organizzatore, coordinato da Gian-ni Cilli, le ha fatto avere una targa con su scritto: “A Gertrude Goetz, con Castilenti nel cuore da 70 anni”. (e.f.)

gianni chiodi incontra la vallata

Il governatore della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, ha visitato i comuni della vallata per c o n o s c e r e i problemi che ci sono. Dalla viabi-lità all’oc-cupazione, alla sanità e i servizi. A Castilenti ha incontra-to gli ex dipendenti delle Industrie Tessili di Valfino che ancora attendono una ricol-locazione nel mercato del lavoro, il paga-mento degli ultimi stipendi e della solida-rietà.

Opinioni

in direzione ostinata e contrariadi Alfredo Granelli

Il Governatore Chiodi a Castilenti.

14Ottobre 2012

Tanti augu-ri al figlio Simon e al marito Mir-co Iezzi che hanno com-piuto rispet-tivamente 6 e 38 anni il 7 e il 9 agosto da Gina Bellante e dalla redazione.

Ha compiuto 50 anni Ennio Lacanale, da molti chiamato il sorriso di Castiglione, in questa foto con il cantastorie Roppop-pò presente alla festa del suo

compleanno. A Ennio gli auguri dalla redazione de IlFino.

Compleanno eccezionale in vallata. Nonna Giulietta Di

Pietrantonio di Bisenti il 14 set-tembre scorso ha compiuto 105 anni. A lei gli auguri della no-stra redazione.

Auguri a Sa-brina Leone e a Dino di B o n i f a c i o per l’arrivo del piccolo Giovanni.

Una lettrice da Los Angeles, che ha scelto Castiglione come paese dove venire in vacanza e per dare ospitalità ai suoi amici quando lei non c’è, ci scrive una mail per ringraziare i cittadini che pub-blichiamo con piace-re.

“Vorrei ringraziare la gente di Castiglione Messer Raimon-do per il suo carattere gentile, aperto e amichevole. Tutti i miei ospiti che hanno visitato la regione Abruzzo sono ripartiti con grandi sorrisi per la gen-tilezza delle persone. Questa gentilezza ha contribuito tan-tissimo al gran successo della “Guesthouse Casa da Carmine”Teresa Mastrobuono

Il cantau-tore Mim-mo Loca-sciulli ha ricevuto Il B a c u c c o d’Oro per la categoria Spetta-colo, il poeta Daniele Cavicchia il premio per la sezione Poesia edita Città di Arsita-Gaetano Salveti. Vincitrice per la sezio-ne Nicola Ladislao Partenza è stata Nicoletta Di Gregorio.

Montefino si fa set. Lo scorso 12 settembre la piazza del pae-se si è animata di attori, figu-ranti e tecnici per le riprese del film “I quattro sensi “ del regista Rudiger Von Spies.

Auguri a mamma Morena e a

papà Giampiero per l’arrivo della piccola Greta, nella foto con i fratelli.

J o n a -than e Jessica L a c a -n a l e sono i v inc i -tori as-s o l u t i d e l l a VI edizione di “Un Artista per Caso”, la manifestazione di

canto, ballo, musica e recita-zione che ogni anno si svolge a Castiglione. Jonathan e Jessi-ca hanno vinto per la categoria ballo, nella foto posano con la famiglia e l’insegnante Luana Mantini.

Auguri a Pierangelo Francia per i suoi 18 anni dalla sua fami-glia e dalla redazione.

Il 29 set-t e m b r e s c o r s o l’Ass.ne Teatrale Madamadore’ ha organizzato una serata di Beneficenza nella sala delle Conferenze di Castiglione, che ha avuto un grande successo.

Sta per partire nella vallata del Fino un corso di teatro che avrà una durata complessiva di 6 mesi (da novembre 2012 a maggio 2013) con saggio finale. E’ previ-sto un incontro a settimana della durata di 2 ore con un numero massimo di 25 allievi. Le lezioni si svolgeranno nel Centro Benes-sere “Il Salice” di Castilenti, in orari serali, per saperne di più è possibile contattare la struttura.

La terza età Se hai vissuto tanti anni

(tra piaceri e molti affanni)al tempo tu non hai ceduto

perché sei forte e astuto.La tua età avanzata

è temuta, anche desiata.Se del doman non v’è certezza

Ciò non t’induca alla tristezza!Abbi l’umor sempre contento

se vuoi raggiunger gli anni cento.Ti circonda l’indifferenza?

Sopportala con indulgenza!Della tua età sii fiera;

sei in vita, non è chimera!Goditi ciò ch’è positivo,

non ti doler del negativo!Questa regola di saggezza ti tien lontana la tristezza.

Sappi che l’uomo è felice se il suo stato benedice

e vivrà ancor molti anni senza rimpianti né malanni!

Elìa Isotti

BISENTI. Ha legato il suo corpo con una catena e si è seduto, tenen-do abbassata la saracinesca della sua tabaccheria, al gradino della sua atti-vità. Alle sue spalle un cartello con la scritta “Sciopero”. Una protesta, un modo per attirare l’attenzione su un problema che lo sta angosciando.E’ quanto ha deciso di fare Gilberto Medori, tabaccaio 46enne di Bisenti, che per due giorni è rimasto seduto davanti al suo negozio a parlare con i cittadini che, incuriositi, chiedono spiegazioni. Il suo gesto trae origine - racconta - da una ingiustizia subita. Quello che Medori definisce una scorrettezza è legato all’autorizzazione rilasciata dall’Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato (Aams) di Ancona che ha consentito all’altra tabacche-ria del paese di trasferirsi in un super-mercato. Il market in questione però si troverebbe a meno di 200 metri dal locale del 46enne, distanza mi-nima da rispettare per questo genere di attività, come prevede la legge, in comuni con meno di 10mila abitanti. “Nel 2009 - spiega Medori - quando a causa del sisma, il locale dell’altra tabaccheria del paese subì delle le-sioni. La titolare, in una situazione di emergenza trasferì la sua attività in un container di fronte al market dove ora si è sistemata. In un parcheggio concesso dal comune. In quella situa-zione non ho detto nulla. La distan-za non veniva rispettata, ma era una cosa temporanea. Ora, passata l’emergenza mi aspet-to che torni a operare nel centro del paese, distante da me, e non a pochi

passi dalla mia tabaccheria. Il centro storico resta privo di un servizio e io subisco una concorrenza sleale”. I lavori, nel centro storico sono ancora in corso. “Non ce l’avrei fatta a pas-sare un altro inverno in un container - sottolinea la titolare dell’altra tabac-cheria - ho l’autorizzazione dal luglio 2012, era stato il monopolio stesso a prospettarmi una soluzione del gene-

re dopo il sisma”. “La mia non è una protesta verso la tabaccaia o il market - spiega Medori - ma contro l’amministrazione auto-ma dei monopoli di Stato. Ho anche contattato la Federazione Italiana Ta-baccai e la Finanza, andrò fino in fon-do, questa attività è frutto del mio sa-crificio, ho investito molto nel tempo acquistando i distributori automatici di sigarette, ho tre figli che studiano ancora, non posso lasciar correre”. Medori gestisce la sua attività dal 1995, 17 anni di lavoro, e teme che quanto stia accadendo possa compro-mettere di molto i suoi ricavi. “E’ la mia zona di competenza, lo dice la legge, in passato mi sono trasferito e con le fettucce sono venuti a calcola-re le distanze. Ora non è successo”. (e.f.)

Brevi

tabaccaio in sciopEro “chiEdo il rispEtto dElla lEggE”

15 Ottobre 2012

Tradizioni

la trebbiatura di una voltadi Ernesto Di Nicola

La trebbiatura è una delle tante rievoca-zioni che ormai ogni anno viene ripropo-sta nel periodo estivo per far conoscere sistemi di lavorazione con l’avvento della meccanizzazione. Con la trebbia, infatti, si passò dal siste-ma arcaico di liberare i chicchi di grano battendo le spighe con qualche attrezzo o calpestandole con animali, a quello mec-canizzato con risultati ben diversi sia per il tempo e la fatica degli uomini malgrado le macchine fossero ancora imperfette.Con la trebbiatura, il contadino raccoglie-va il prodotto più importante dell’anno ai fini economici. Una buona annata, cioè un buon raccolto di grano voleva dire assi-curare alla sua famiglia la sopravvivenza oltre che pagare gli artigiani, i bottegai, i medici, i farmacisti. Naturalmente, se era-no mezzadri, dovevano dividere metà del raccolto con il proprietario del podere.Era talmente importante il grano che men-tre si “trescava” i contadini interessati controllavano costantemente che non vi fosse dispersione altrimenti richiamavano gli addetti per eliminare il cattivo funzio-namento della macchina.La trebbiatura era uno degli avvenimenti tra i più importanti dell’anno nella vita del contadino.La trebbiatura si svolgeva nell’aia del con-

tadino. Per trebbiare occorreva-no tra le quindici e anche oltre venti persone alle quali biso-gnava dare da mangiare e bere. Un avvenimento quindi molto sentito che metteva in fibrilla-zione l’intera famiglia e anche quelle vicine per un aiuto che

sarebbe stato contraccambiato.Ero un fanatico della trebbiatura e comin-ciavo a sentirla già dalla mietitura cioè, quando vedevo i covoni ovvero “li ma-nuppl” accatastati in piccoli mucchi de-nominate “cavallette” lasciati in mezzo ai campi per alcuni giorni.Successivamente, i covoni venivano “ar-traiati” cioè portati, con le “traje” (una specie di slitta trainata da vacche, nelle aie dove venivano accatastati, in modo tale da formare caratteristici mucchi a forma di cono.Arrivava quindi il grande giorno in cui la trebbiatrice e il “motore” approdava-no nella pulitissima aia. Per “motore” si intende un motore a scoppio (successiva-mente sostituito con il trattore) montato su un carrello il quale, tramite una cinghia, trasmetteva il movimento alla trebbiatrice. Prima dell’avvento dei trattori, trebbiatri-ce e “motore” venivano trainati di aia in aia con le vacche.Non era facile trasferire specialmente la trebbiatrice per via delle strade non car-rozzabili di quei tempi. Rammento quan-do una trebbia, nuova di zecca, apparte-nente a Enrico Di Pompeo (Ricuccitt), che dal bivio Montefino veniva trainata (con il trattore in una sua masseria vicino ad Appignano per inaugurarla, in una curva

si rovesciò e per ripararla occorsero di-versi giorni per cui, alcuni contadini che dovevano trebbiare con le macchine di Ri-cuccitt, furono costretti a rivolgersi ad altri proprietari di trebbie. Dal paese seguivo tutte le fasi relative agli spostamenti da un’aia all’altra. Rammento che tra i motori a scoppio, il più noto era il “Landini” la cui tonalità era inconfondibi-le e manteneva il minimo di giri al limite del possibile. All’inizio delle operazioni veniva azionata una sirena.Sembra che alla fine delle operazioni la si-rena venisse azionata di nuovo, ma in ma-niera diversa anche per avvertire il conta-dino successivo dove si doveva trebbiare.La trebbiatrice, tutte di colore arancione, era piena di pulegge di tutte le dimensio-ni, collegate tra loro con una serie di cin-ghie e cinghiette. Quando era in azione, non c’erano parti della trebbia dove non vi fosse qualche congegno in movimento. Una macchina incredibile che incantava i ragazzi, ma anche adulti e che desta mera-viglia anche attualmente quando cioè vie-ne riproposta nei periodi estivi.Purtroppo, bastava che uno di quei conge-gni non funzionasse per bloccare tutto.Una volta conclusa la trebbiatura invece, a qualsiasi ora, si passava alla consumazio-ne dei pasti veri e propri.Pasti a base di maccheroni o tajarilli e fa-gioli e vino naturalmente. Dopo ore di rumori provocati dal motore e dalla trebbia, come dopo una battaglia, sull’aia calava un silenzio ristoratore. Una tavolata veramente fantastica di una venti-na di persone dove finalmente si scherzava e si rideva.

è martina aliprandi una delle vincitrici del premio d’annunzio Sono state circa duecento le adesioni alla seconda edizione del premio nazionale di poesia e nar-rativa “Gabriele D’Annunzio”, organizzato dall’associazione Area Libera, presieduta da Gabrie-le Centorame. La giuria, di cui hanno fatto parte il professor Giuseppino Mingione e il musicista Camillo Berardi, ha selezionato i vincitori che saranno premiati il 20 e il 21 ottobre prossimi nel teatro comunale di Città Sant’Angelo. Il premio è articolato in quattro sezioni: poesia in lingua, poesia dialettale, narrativa e la sezione speciale dedicata ai giovani. In quest’ultima categoria la prima classificata è stata Martina Aliprandi, mentre il premio speciale della giuria è stato assegnato a Alessia Aspite. Al secondo posto è giunto Andrea Neviconi. Ex equo per il terzo posto dove sono arrivati Benedetta Buda eFrancesco Vellati. Per la sezione poesia in lingua il primo premio è andato a Rosaria Maugeri, menzione d’onore per Pia Foglia. Quanto alla poesia dialettale il premio speciale della giuria è andato a Estilia Di Muzio, la menzione d’onore a Arnaldo De Amicis. Per la sezione narrativa il premio speciale della giuria è stato assegnato a Elena Lucciotti. Seconda classificata è stata Caterina Lauri, il terzo classificato Mario Relandini. Tra gli obiettivi del Premio, che si avvale del patrocinio del Comune di Città Sant’Angelo e della Regione Abruzzo, quello di pubblicare un’antologia contenente le opere partecipanti. «In occasione della cerimonia di premiazione», spiega il presidente Centora-me, « ci sarà anche un pranzo nel ristorante di Bisenti “Abruzzo Incantato” nel quale ci saranno reading di poesie e piccole rappresen-tazioni teatrali per condividere la passione per l’arte dello scrivere».