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PERIODICO DELLA PARROCCHIA SS. TRINITÀ DI MILANO - Anno 10, n° 53 IL FILO

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INDICEPAGINA

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8 - 111213

14 - 1516 - 1718 - 2021 - 27

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Hai rinnovato il permesso? - Don MarioOccasioni per vivere la QuaresimaL’oratorio femminile di via Bramante - Sergio GobbiUn’avventura a tempo di Blues - Adriano Vincenzo ManticaFesta di Natale del DoposcuolaTRI Telegraph...tre interviste alla TRI - Leonardo e MarcelloAmbulanza - Luigi F.Calendario dei mesi di marzo e aprileCervelli italiani in fuga? Una scelta o una necessità? - Marco BonagliaNews da Padre AldoAlbumCinesi in cammino

Sono tornati alla casa del padre

02. Stefano Secoli anni 65

03. Aldo Francesco Augusto Colombo anni 62

04. Anna Caldrer anni 83

05. Grazia Lucia Lionetti anni 74

06. Luigi Umberto Gerli anni 68

07. Carlo Tenconi anni 95

Hanno ricevuto il Battesimo

01. Raffaele Ballestrazzi il giorno 13 gennaio

02. Vittoria Mariani il giorno 9 febbraio

È successo

in Trinità

PARROCCHIA SS. TRINITÀ - via G. Giusti 25, Milano, tel. 02 36 72 7100 - fax: 02 31 820 144 IBAN IT 19 V 03359 01600 100000009678 presso Banca Prossimadon Mario Longo parroco - tel. 02 33 11 831 - 02 36 72 7100 - 338 79 85 284 [email protected] Sergio Gianelli - tel. 02 36 72 7101 cell. 339 84 28 068 Padre Joseph Dennees - cell. 349 61 42 456 - [email protected] parrocchiale - dal lunedì al venerdì - ore 16 - 18 - tel. 02 36 72 7100 int. 7 Segreteria dell’oratorio - dal lunedì al venerdì - ore 15.30 - 18 - tel. 02 36 72 7100 int. 4e-mail della segreteria: [email protected] Ascolto mercoledì e giovedì ore 16.30 - 18.30 - tel. 02 36 72 7100 int. 3Basket, Volley, calcio: s.r.l. TRI - via Giusti 27 - tel. 02 36 72 7100 / [email protected] del Borgo - via Verga, 5 - [email protected] cell. 331 31 14 001Orario SS. Messe feriali 8.30 - 18.30 vigiliare 18.30 festive 8.30 - 10.30 - 15.45 (cinese) - 18.30Tutte le celebrazioni sono trasmesse in diretta audio e video sul sito: www.trinita.tvEmail della redazione: [email protected]

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In copertina: Deserto algerino

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O rmai non si parla d’altro in questitempi: migranti, permessi, sgomberi,chiusure… sembra che questi siano gli

unici problemi da risolvere e così stiamo per far-cene un’abitudine e così le parole, molto grossee pesanti perdono il loro valore, ma soprattuttole persone coinvolte vengono dimenticate emesse in secondo piano.Ti sei mai chiesto cosa vuol dire avere o nonavere un permesso di soggiorno? Le interminabili pratiche burocratiche, le attese,le ansie e le preoccupazioni che sono connesseall’ottenimento di questa carta che permette dicercare un posto di lavoro e di ottenere dei dirittiche ogni essere umano dovrebbe poter godere?Senza questo permesso si vive in maniera preca-ria e aleatoria, senza una patria, senza una citta-dinanza, si è completamente nelle mani di chipuò decidere di noi!Mi è venuta in mente proprio questa situazionequando riflettevo sulla ormai prossima quaresimache sta per iniziare.La quaresima è proprio un tempo dedicato a ri-flettere sul senso della vita, sul cammino nel de-serto di questo mondo dove anche noi cristianidobbiamo sentirci stranieri, di passaggio, chia-mati rinnovare ogni giorno il nostro permesso disoggiorno, la nostra speranza nel Signore, nel-l’attesa di giungere ad una patria definitiva dovesaremo concittadini degli angeli e godremo dellapienezza della comunione con Dio. Lasciamoci interrogare, quindi, dall’esperienzaconcreta di tanti nostri fratelli perché anche noi

dobbiamo imparare a vivere la nostra vita conquesta consapevolezza di essere cioè stranieri,di passaggio.Ecco allora che forse qualche cosa potrebbe odovrebbe cambiare nelle nostre abitudini, neinostri atteggiamenti nei confronti degli altri,nelle nostre scelte quotidiane.Se ci rendessimo veramente conto che siamo dipassaggio, che ogni giorno il Signore ci rinnovail permesso temporaneo, ci accorgeremmoanche che non siamo soli in questo cammino eche siamo tutti fratelli in viaggio verso la terrapromessa. Chiamati a essere pellegrini non potremmo stareseduti e attaccati alle cose di questo mondo per-ché non abbiamo un permesso di soggiorno illi-mitato…La quaresima ci aiuti a rivedere bene la nostravita, a convertirci e a crescere nell’amore per Dioe per i fratelli compagni di viaggio… ... e naturalmente, quando si è in cammino oc-corrono anche degli strumenti che ci aiutino e ciguidino, ecco allora le proposte che anchequest’anno facciamo per accompagnare cia-scuno di noi.Buona quaresima.

di Don Mario

Hai rinnovato

il permesso?

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Ai veri amici non importa se un abbraccio ti rompe le costole

ma ti aggiusta il cuore.ALESSIA

PENSIERI

SPARSI

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Occasioni per vivere

la Quaresima

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Preghiera della Via CrucisTutti i venerdì all’orario delle s. Messe delle 8.30 e 18.30

Per tutti: venerdì 15 – 22 – 29 marzo ore 21.00: “La via della croce oggi” Venerdì 5 Aprile ore 21.00 Via crucis preparata dai ragazzi del catechismo

Adorazione Tutti i lunedì

dalle 16.30 alle 18.30 e dalle 20.30 alle 21.30 in cappella.

S. Giuseppe: festa dei papà e delle famiglieMartedì 19 Marzo alle ore 20.30

s. Messa per tutte le famiglie e benedizione della statua di S. Giuseppe

Apericena e auguri in Bar

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Esercizi spiritualiDa lunedì 8 a venerdì 12 aprile alle ore 21.00 in chiesa.

Tema: “Un’amica mi ha parlato di Lui”

ConfessioniCelebrazione della Prima Confessione con i ragazzi di quarta

da lunedì 11 a giovedì 14 Marzo alle ore 17.00Possibilità di confessarsi o avere un dialogo con un sacerdote.

durante l’adorazione del lunedì e mezz’ora prima della s. Messa.

Cena pasquale

Celebrazione della Pasqua ebraica

per i ragazzi di quarta e i loro genitori:

giovedì 11 Aprile alle 19.30

Triduo Santo

Giovedì 18, venerdì 19 e sabato 20 aprile alle 20.30.

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N el dopoguerra con Prevosto in Santissima

Trinità don Sironi, in via Bramante tornano

le Suore Canossiane e la Loro casa diventa

la sede effettiva dell’Oratorio femminile, oltre che la

sede di una scuola materna e della Casa Famiglia per

ragazze cieche.

Nel giro di pochi anni l’Oratorio femminile ritorna allo

splendore dell’anteguerra e sempre più luogo di ri-

trovo e di crescita spirituale, e non solo, per le tante

ragazze del quartiere.

Oltre alle reverende Madri si succedono alla sua

guida valenti figure di Sacerdoti: don Sante Ambrosi,

don Elio Bestetti, don Ruggero Bellin, don Giuliano

Riccadonna, don Vincenzo Schieppati, don Luigi Po-

retti; fin che con l’andar dei tempi diventa quasi tut-

t’uno con l’Oratorio Maschile sotto la guida di un

unico Coadiutore.

Questo anche perché i Sacerdoti in Diocesi comin-

ciano a scarseggiare e i vari incarichi pastorali ven-

gono quindi accorpati sui pochi Preti Coadiutori in

ogni singola Parrocchia.

Comunque le Canossiane per il momento sembrano

non avere di simili problemi e se la cavano egregia-

mente con il Loro Oratorio, organizzando oltre alle

lezioni di Catechismo, anche passeggiate, incontri,

castagnate e campeggi; sempre con numerose pre-

senze.

Un grosso cambiamento nella Casa di via Bramante

avviene allorquando, per motivi a noi sconosciuti, le

ragazze cieche vengono trasferite altrove, dopo quasi

quarant’anni di permanenza in Casa Famiglia.

Il 18 giugno del 1974 un primo gruppo di non vedenti

lascia via Bramante per essere traslocato in via Mozart

16 A, presso l’Istituto dei Ciechi di Milano. Nei giorni

seguenti le rimanenti ospiti vengono spostate in altre

sedi diverse fuori Milano.

Nel settembre del 1982 un grosso cambiamento av-

viene nella piccola comunità delle Madri Canossiane

di via Bramante. Il Convento diventa Casa Vocazio-

nale Missionaria. Ciò vuol dire che le Suore presenti

non dipendono più dalla Loro Madre Provinciale, ma

da quella Generale.

Tale novità colpisce la comunità parrocchiale perché,

ad esclusione della Superiora madre Teresa, tutte le

altre Madri, già anziane, vengono trasferite per la-

sciare il posto a Suore più giovani che suonano la chi-

tarra e parlano coi giovani; alcune di Loro con

esperienze missionarie già maturate.

Seguono due anni di iniziative rivolte specialmente ai

più giovani, iniziative che promettono grandi pro-

spettive future. Ma poi inaspettatamente alla fine

estate del 1984 anche madre Teresa Rabbolini e le

sue giovani Suore vengono altrove trasferite.

Con l’inizio degli anni 2000 comincia un lento declino

di presenze, sia di partecipanti alle varie attività che

di iscritti alla scuola materna; in concomitanza a un

sensibile calo dei giovani e dei bambini in età presco-

lare e dei residenti italiani nel quartiere, richiedenti

un numero sempre minore di Suore.

Ad ogni fine estate, al cambio di anno pastorale, le

novità dal Convento comportano sempre qualche

Suora in meno e la nomina di una nuova Superiora.

Finché dopo il ritorno di Madre Teresa Rabbolini, leg-

gendaria Superiora degli anni d’oro, il 15 giugno del

2008 le Madri Canossiane lasciano per sempre il Con-

vento di via Bramante, le più anziane destinate alla

sede centrale di via Chiusa, le altre per destinazioni

diverse.

Venduto o destinato ad altre funzioni? Chi mai lo sa!

Da allora il portone della Casa è ermeticamente sbar-

rato, gli inquilini del palazzo, a suo tempo sfrattati,

uno alla volta se ne sono andati, la Chiesetta è stata

dismessa, i vari arredi sacri portati altrove e sull’intero

edificio è calato un misterioso silenzio.

Per ora di sicuro, benché il palazzo sia sottoposto a

vincolo monumentale, si sa che esiste un minuzioso

progetto di ristrutturazione edilizia, onde farne delle

unità abitative. Chi vivrà, vedrà!

di Sergio Gobbi

L’oratorio femminile di

via Bramante

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I l campo invernale (7/12/18-10/12/18) è ini-ziato con l’arrivo a Peghera (BG). Non ap-pena sistemati i nostri zaini, abbiamo iniziato

con la presentazione dei personaggi: i BluesBrothers-versione scout, liberamente ispiratiall’omonimo film (in cui i fratelli Jake “Joliet” edElwood Blues si prodigano per salvare dallachiusura l’orfanotrofio dove entrambi sono cre-sciuti).Ecco così che immediatamente ci improvvisiamopiccoli “Tenente Colombo”, ingaggiati per ritro-vare i soldi rubati alla povera “Pinguina” da un ignoto malfattore.L’indagine è stata però sospesa durante la cena poichè ci siamo dedicati alla scelta del menù per ilrinfresco che il reparto ha organizzato in occasione della Festa della Famiglia, svoltasi il 27 Gennaio.

Dopo molte vicissitudini ecolpi di scena che hanno por-tato alla cattura del ladro mi-sterioso, il campo invernale havisto l’aggiunta di nuovi Guidee Scout che hanno pronun-ciato la promessa ufficiale.Prima di partire siamo passatia celebrare la Santa Messanella chiesa di Peghera e infinesiamo tornati a casa portandocon noi il ricordo di questigiorni felici.

7

di Adriano Vincenzo Mantica

Un’avventuraa tempo diBlues

IL CATECHISMO: ogni settimana ragazzi e ra-gazze si incontrano all'oratorio per partecipare

ai gruppi. Io frequento quello dove cono-sciamo gli altri gruppi della chiesa. All'inizio

facciamo l'appello e poi la catechista Ornellaci fa leggere una testimonianza su Gesù. Verso

le 15.30 arriva il referente di uno dei gruppiche ci spiega che tipo di attività fa e a cosa

serve il loro volontariato. È molto interessantee divertente ma dobbiamo sempre essere si-lenziosi.... anche se spesso parliamo comun-

que. Prima del catechismo chi può va amangiare al bar; io non posso mai perché nonvado nella suola qui vicino ma in una poco piùlontana. Immagino che ci si diverta molto e mi

spiace di non poterci andare.CHIARA

PENSIERI

L'oratorio è un luogo di riunione, per esempio congli amici. Oppure si possono fare tanti sport comebasket, palla a volo e calcio. Al bar ci sono diversigiochi sia per grandi sia per bambini e, natural-mente, si possono comprare le caramelle. Si faanche catechismo ed è possibile scegliere diversicorsi a cui si può partecipare. Inoltre si possonoguardare film e recitazioni. P.S. venite in PARROC-CHIA !!!!! LORENZO

SPARSI

PENSIERI

SPARSI

I pochi amici come Ivan, William, Marco e Lorenzo livedo solo al lunedì e il mercoledì per il basket e perme è sempre un piacere. Prima ero abituato a in-contrarli tutti i giorni perché andavamo nella stessascuola, ora non più perché andiamo in scuole diffe-renti. Per questo sono contendo di continuare a ve-derli e poter coltivare queste amicizie in oratorio.MARCELLO

PENSIERI

SPARSI

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Seggiolino:“Tavolino, Natale si avvicina, le scuole chiudono,i bambini sentono le feste in arrivo... Allora, seipronto per accogliere i nostri amici, non soloquelli del doposcuola Happy Valley, ma anchetutti gli altri ragazzi che frequentano l’oratorio?”

Tavolino:“Sì, sì… Sono prontissimo. È il settimo anno dellaFesta Natalizia del doposcuola Happy Valley, mati ricordi quando è partita? È già diventata unapiccola tradizione e ogni volta ha una piccola no-vità”

Seggiolino:“Sì, sì… mi ricordo bene, Tavolino… Ma ecco chei nostri amici stanno arrivando!”

Inizia la Scena:“Lascio sul tavolo? È la mia specialità, Croissantsalati …”“Ecco, i panini con prosciutto della mia amica,che non può venire e ha mandato me a portarli“.“Grazie di cuore, dai, stai qui con noi a fare unpo’ di festa”.“Queste sono le focacce, le lascio qui?” “Io ho portato le patatine fritte, le metto nel piat-tone?” “Vi aiuto a tagliare i panettoni e i pan-dori?” “Sì, sì, grazie mille, gentilissima carabarista, aiutaci a tagliarli”.“Mamma mia che pesanti le bibite, ne metto unasul tavolo?” “Certo, mettila, mettila”...“La mamma mi ha preparato pompelmi, Coca

Cola, gamberi fritti... aiutami, aiutami, per favore,non c’è la faccio più, li ho portati da casa mia finqui all’oratorio”. “Dai, lascia qui, lascia qui su-bito”.“Questi che cosa sono? che bei colori!” “Non conosco il nome esatto, ma ai miei bam-bini piacciono tanto, mi sembra che siano fatticon il mais”“Mamme, nonne, ragazzi e ragazze … non chie-deteci dove e come mettere le specialità cheavete scelte e portato qui... guardate il nostrounico bar: ora sembra ancora più bello, sono ap-parsi quadri alle pareti con tovaglie scintillanti,prepariamo tutti insieme, questa è la festa dellavostra famiglia allargata, fate come sentite, pen-sate, volete … abbiamo tante cose da prepararee i vostri e nostri bambini arrivano fra poco … ”“Ok, io preparo i cappellini di Babbo Natale” “Eio apro le arachidi”. “Io metto il mandarino”, ioinvece i tovaglioli rossi, mi piacciono di più, guar-date questi, sono piegati a forma di albero di Na-tale, quelli invece sembrano candele” “Io mettoi bicchieri”. “Ah, io invece mi siedo a questo ta-volo e sono pronto per mangiare!!!”“Ascoltate, è meglio non aprire tutte le bibite, ipanettoni, le patatine fritte, i pandori, popcorn… lasciamoli sul davanzale della finestra, quandoabbiamo finito qualcosa, apriamo un altro pac-chetto”(…)“Per favole, può dale anche me un capellino illu-minato?” “anch’io” “anch’io … per favole …”“Cinquanta cappelli e sono finiti tutti … ci di-

I volontari del doposcuola

Festa di Natale del

doposcuola

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spiace, non ne abbiamo più da darvi … andatepure al tavolo, è tutto per voi …” “oh!!! Una me-renda! Non ce l’aspettavamo…”“Foto! Foto!” “Sì, sì, arriviamo, arriviamo … che-eeeese … ” “No, no … noi non veniamo, nonpermettiamo alle persone che non ci conosconodi fotografarci, poi mandano le foto in tutto ilmondo e le usano per pubblicizzare a motivoloro …”“Don, ci manca la musica …” “Va bene questacanzone?““Oggi posso stare al tavolo con i miei amici esenza fare i compiti? … “ “Sì, sì, avete tuttotempo delle vacanze di Natale per fare i compiti,la cosa importante è che sappiate farli da soli.”“Io non riesco di farli tutti, quindi finisco questaultima focaccia e vado nella sala Piccolo Principe,vedi che Luca è già dentro e sta aiutando i com-pagni della mia classe … ““Lasciamo un tavolo per i bambini e i ragazzi chearrivano dalle scuole più lontane … eccoli stannoarrivando”.“Noi, le mamme, pian piano iniziamo a sparec-chiare i tavoli ora che i ragazzi sono andati via,alle 18.00 avremo messo tutto in ordine“. “Brave,brave, iniziate pure …”

Seggiolino:“Tavolino, ci sei? Vedi quanti tipi di merendesono stati portati dai loro maestri volontari? Daparte dei genitori che portano qui i loro figli nonè stata solo una partecipazione, ma anche un sin-cero ringraziamento verso i maestri e l’oratorio...

Si vede, anche quando non tutti riescono dirlo initaliano”.

Tavolino:“Eh, sì, si vede … cose buone di ogni genere, èuna gioia per il cuore e per la gola.Questa volta la sorpresa è la scoperta della esi-stenza di piccoli ponti, costruiti dalle proprie di-versità. I continenti: Europa, Asia, Africa,America.Le religioni: i cattolici, i protestanti, i Buddisti,anche gli atei. Le età: da qualche mese fino piùdi novant’anni. Le identità: preti, religiosi, geni-tori, baristi, segretarie, volontari, nonni, ragazzi,bimbi, adolescenti, badanti, maestri. Tutti stannosu questi meravigliosi ponti che ci uniscono: cor-rere, bere, mangiare, cantare, parlare, gioire,piangere (qualche piccolinoo), studiare, talvoltaanche arrabbiarsi, discutere, lavorare, sporcare,pulire, condividere, collaborare… tutti in movi-mento: questa è la vita e vuole dire che siamovivi!Ringraziamo tutti perché ci permettono di pas-sare ore liete in compagnia”.

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形形色色的小桥

小椅子:

小桌子,你准备好了吗?这次的派对不仅是要接待欢乐谷课后辅导的学生而且是要接待噢啦叨哩吆的所有的小朋友呢?

小桌子:

准备好了!准备好了…… 今天是欢乐谷第七年的圣诞派对了,到今天已经成了一个小小的传统了,你记得妈?每一次都

会有一个小小的惊喜。

小椅子:

记得,记得…… 啊!小桌子,我们的朋友陆陆续续的进来了!!!

演员进场:

“这是我亲手做的的特色甜点,放在桌子上吗……?”

“这是我朋友做的面包夹火腿,她今天来不了,让我送过了啦…… ”“谢谢,谢谢……那你就留下来一起参加派对吧...... ”

“这是我带来的Focaccia,放在这里…… ?”“我带了薯片,放在大盘子里…… ?”

“我来帮助你们切圣诞面包…… ? ”“谢谢!谢谢你我们酒吧的“服务员”,快来帮我们切…… ”

“我的妈呀,这些饮料从家里带到这里真是太重了,每个桌子上放一瓶吗…… ?” “对!对!每个桌子上放一瓶…… ”

“老师,你看我妈妈让我带来的有柚子、可乐还有虾片,太重了,你看把我的手勒的,我是从家里提过来的……”“哇!

真是太重了,快,我来接你…… ”

“哦!这是什么?颜色多漂亮啊!”“我也不知道这叫什么,反正我们非礼宾的孩子们很喜欢吃这些,像是用玉米做成的

…… ”

“嗨!家长们,还有你们小朋友们…… 不要再问我们放哪里?怎么放你们精心选择的各种风味了!看我们这个漂亮的独一无二的酒吧大厅,我们一起来摆吧!这就是你们大的家庭的派对,你们觉得怎么好就怎么摆,我们有很多的准备工作

需要做呢!看,你们的也是我们的孩子们马上就放学了…… ”

“好的!我来准备圣诞帽……;我来放花生…… ;我放桔子…… ;那我放折叠好的纸巾,有蜡烛式的,我更喜欢这

个圣诞树式的…… ;我放杯子…… ;我坐在这里等着吃…… ”

“请注意一下,我们不能打开所有的饮料、圣诞面包、薯片、爆米花…… 把另一些先放在一边,边吃边加吧…… ”

“请给我一个发亮圣诞帽可以吗?”“也请给我一个” “也给我一个……”

“五十个圣诞帽都发完了,你们没领到的,等明年吧…… 去!到桌子那里选自己喜欢吃的喝的吧!都是为你们准备的

…… ” “哇……真没想到,这么多啊…… !”

“照相、照相…… ”“来啦,来啦…… ‘茄子’ ……”“不、不,我们不去,我们不喜欢我们不认识的人给我们拍照,然后

拿我们的照片为他们个人的目的做广告到处发……”

“神父,我们需要音乐…… ”“这个可以吗……?”

“我今天可以不写作业,一直和我的朋友们坐在这里聊天吗?……”“当然可以了,整个圣诞节假期都是你们写作业的时

间,自己会写就可以…… ”“有一些我自己不会写,吃完这一点,我还是去找义工老师教我写了,你看Luca已经在里面

帮我的同学了…… ”

“我们留一个桌子不要动,给后来的小朋友,因为他们的学校离这里比较远…… ”

“一些小朋友已经吃喝好了,离开桌子了,我们家长们开始慢慢收拾吧,等到六点左右我们也就都收拾好了……”“好、

好,你们收拾吧……”

小椅子:小桌子,你看,义工老师们和家长们带来了多少种饮料、甜点、零食,今年的家长们不只是以精选的各种风味来参与,

更是诚心的感激义工老师们还有噢啦叨哩吆呢!尽管他们不会用意大利语来表达……

小桌子:

是、是、是可以看得出来,我已经看到这次派对的惊喜啦:看

“由那些形形色色的异样建立起来的小桥”!大家来自不同的洲:欧、亚、非和美洲,(不知有没有大洋洲的);不同的宗教:有天主教的、基督教的、佛教的,还

有无信仰者……;不同的年龄:从几个月的到九十多的;不同的身份:有神父、献身者、家长、酒吧服务员、秘书、义

工老师、爷爷奶奶、青少年、小孩子、保姆…… 大家一起在这些美丽的小桥上奔跑、吃喝、说唱、哭笑、弄脏又清理、

学习、服务、分享、合作、讨论…… 这就是生命、这就是生活……

谢谢每一位的参与!我们品尝了每一位带来的喜乐!再次谢谢!!!明年见!!!

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di Cristina e volontarie del doposcuola

11

È proprio vero che una tavola apparecchiata, lo stare insieme, scambio di parole, conoscenza,insomma fratellanza rende più unito un gruppo. Ci siamo ritrovati noi del “Gruppo del Dopo-scuola” anche per cercare di portare avanti il nostro progetto e migliorarlo sempre di più. Quest’anno abbiamo avuto l’ingresso di molti giovani e questo aiuto è stato molto importante.A questa cena abbiamo accolto e conosciuto tre ragazze universitarie che insieme alle “mitiche”Nina e Viola ci daranno senz’altro una ventata nuova sia di preparazione che di allegria. Ab-biamo programmato un’uscita insieme il 28 Maggio 2019 per andare a visitare il “Giardino deiGiusti”; e un’uscita con i bambini (data da definire) per portarli al bosco in città. Suor Francescae Anna ci hanno aggiornato su diversi punti con l’approvazione di tutti. Una serata in compagnia fra amici e con tante idee da portare avanti che cercheremo di svilup-pare sempre meglio, per il bene dei bambini e per l’unione che accomuna tutti noi.

Una pizzata incompagnia

Le volontarie del Centro d’Ascolto, espressione locale della Caritas Ambrosiana,ricordano agli amici parrocchiani che la loro attività rivolta alle persone con diffi-coltà economiche continua settimanalmente nei locali di Via Verga 7 (mercoledì egiovedì 16.30 - 18.30). L’aiuto, che si realizza essenzialmente attraverso la distribuzione di generi alimentaridi prima necessità, si indirizza attualmente ad una trentina di persone tra singoli enuclei familiari. Sentiamo pertanto l’esigenza di rinnovare a tutti voi parrocchiani la richiesta di unaconcreta collaborazione attraverso l’offerta di alimenti, con speciale attenzione aquelli adatti all’infanzia e alla terza età. Poiché non ci occupiamo soltanto di distri-buire viveri, ma anche di collaborare con le persone che a noi si rivolgono nella ri-cerca di soluzioni ai loro problemi concreti, anche di carattere esistenziale esocio-familiari, chiediamo inoltre di ricordare ai vostri vicini o alle famiglie di vostraconoscenza, che manifestano difficoltà, anche a carattere temporaneo, l’esistenzadi questo Centro, in modo da rendere più vivo il senso di solidarietà che ci uniscealla ricerca di aiuti idonei al loro superamento. Naturalmente poiché le attività sonomolte e impegnative, facciamo anche appello a tutti coloro che avessero un mo-mento di disponibilità di offrire il loro aiuto. Ci trovate al Centro in via Verga, 7 opotete telefonare allo 02 3672 7100 int. 3.

Le Volontarie del Centro

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Intervista ai componenti di una squadraQuanti anni avete? 11

Da quanto tempo giocate a basket nella polispor-

tiva TRI? 6 anni

Come vi trovate a giocare e a fare la scuola Ba-

sket? Bene

Com’è maturata la scelta di fare questo sport?

Giocando

Conoscevate qualcuno prima di entrare in questa

polisportiva? Si

Quali sono i rapporti con la squadra? Siamo amici

Quali sono i momenti che preferite? Le partite

E quelli brutti? Quando giochiamo male

Quali sono i vostri progetti? Continuare a giocare

Praticate altri sport? Qualcuno di noi sì altri no

di Leonardo e Marcello

TRI telegraph...Tre intervistealla TRI

Conosciamo il nostro CoachCome ti chiami? Marta Quanti anni hai? 28Da quanto tempo alleni e come ti trovi nella veste di allenatrice? Da 10 anni e mi trovo bene!Giocavi a basket? Per quanto tempo? Sì ho giocato per 8 anniCom’è maturata la scelta di allenare? Dopo aver smesso di giocareQuali sono i momenti che preferisci? Quando i ragazzi collaborano per l’insiemeE quelli brutti? Quando non mi ascoltanoHai ottenuto i risultati desiderati e quali sono i tuoi progetti? Sì, vorrei vincere un campionatoHai consigli da dare? Che bisogna divertirsi e impegnarsiCosa fai nel tempo libero? Lavoro

Tri chiacchiere con LidiaCome ti chiami? Lidia Da quanto tempo e come ti trovi a “lavorare” per la polisportiva TRI? Da un anno e mi trovo abbastanzabeneCom’è maturata la scelta di diventare organizzatrice? C’era bisogno di qualcuno che si prendesse questaresponsabilità ed era un buon momento per farloGiocavi a Basket? Da quanto tempo? Sì da ragazzina per circa due anniHai un figlio che gioca a basket? Sì, dueQuali sono i momenti che preferisci? Quando i ragazzi dimostrano impegnoE quelli brutti? Quando gli allenamenti sono un caos e le partite una perdita di tempoQuali sono i tuoi progetti all’interno della polisportiva TRI? Far crescere le mie squadre come persone ecome atletiHai consigli da dare? Sì tutti devono impegnarsi a dare il massimo come cerco di fare ioHai altro da dire? Mi pacerebbe che i ragazzi si ritrovassero perché al momento mi sembrano un po’ persiHai qualche curiosità da raccontare? Da quando mi occupo della Polisportiva, mi telefonano le personepiù disparate per prenotare la palestra: ballerini di liscio, danze cinesi, squadre di cinesi per Basket, festedi compleanno…Grazie

Festa della TRI Vi aspettiamo domenica 24 marzo in palestra!!!

Ecco la nostra giornata:10.30 S. Messa

11.30 in palestra: breve riunione coi genitori (bilancio anno in corso e anticipazioni per l'anno nuovo)

12.00 CONSEGNA DIVISE alle squadre e foto ricordo12.30 PRANZO INSIEME in bar. Le prenotazioni vengono raccolte

ENTRO mercoledì 20.03.2019. Offerta libera..Pomeriggio libero in oratorio

16.00 partita basket campionato esordienti

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di Luigi F.

Ambulanze

senza frontiere

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La storia delle ambulanze comincia 4 annifa, quando il Gruppo Missionario della Par-rocchia di S. Pietro in Sala ricevette la ri-

chiesta di una autoambulanza e materialemedico sanitario, dalle Suore Cappuccine chegestiscono l'Ospedale della Missione di Pa-lombe Malawi al confine con la provincia dellaZambezia, Mozambique, dove il nostro GruppoMissionario da quasi 20 anni aiuta gli Orfanotrofidi Gurue e Lioma, promossi da Padre Aldo.La Croce Bianca di Milano donò l'autoambulanzaa fine 2015 , che venne inviata 6 mesi dopo ,viamare in un container da 40 piedi, riempito di ma-teriale sanitario e generi di conforto, fino al portodi Beira, Mozambique e poi via camion fino a Pa-lombe e allora mi occupai della parte logisticatrasporto della spedizione, che si rivelò molto piùlunga, complessa e costosa del previsto.L'autoambulanza arrivò a inizio 2017 finalmentea Palombe e venne accolta con grande entusia-smo e gratitudine dalla popolazione e svolge tut-tora un prezioso servizio di trasporto malati inuna regione grande come la Lombardia.Il nostro Guppo Missionario già da anni aiutavala Parrocchia e l'Ospedale di Mamauzi Ucraina,con l'invio di medicinali e materiale sanitario equesto aiuto si é intensificato dopo lo scoppiodella tragica guerra civile che tanta miseria ed af-flizione sta causando da 4 anni a quella infelicepopolazione, guerra che è stata completamentedimenticata ed ignorata dai nostri media (sola-mente ora, con grande ritardo, “Il Corriere dellaSera” sta pubblicando alcuni servizi sulla attuale

situazione ucraina).Spinti dalle pressanti ed accorate richieste diaiuto fraterno tra Parrocchie Cattoliche e Parroc-chie Ortodosse ed in pieno spirito ecumenico disoccorso alle necessità della Parrocchia e del-l'Ospedale di Mamauzi per il trasporto di anziani,malati e profughi,abbiamo richiesto nel 2016 alPresidente della Croce Bianca il dono di un'au-toambulanza , che ci é stata concessa a Luglio diquest'anno e che abbiamo riempito di materialesanitario , medico ortopedico , carrozzine x inva-lidi e generi di confort, con l'aiuto entusiasta diGianfranco e di tutte le amiche del G.M.Dopo 5 mesi passati a risolvere tutti i problemiburocratici e doganali del trasporto da Milano aMamauzi, l'instancabile ispiratrice dell'opera-zione di soccorso ed accompagnatrice a destinosra Natalka Z. è riuscita a superare tutte le diffi-coltà del viaggio , compresi 4giorni di attesa allafrontiera Ucraina per il "transito doganale" e adarrivare a Mamauzi , accolta con gioia e benedi-zioni dalla popolazione , dal Pope amministra-tore delle Parrocchie e dal personaledell'Ospedale locale.Potete vedere le foto della benedizione dell'au-toambulanza in bacheca Gruppo Missionario.Lo "Spirito Santo" ha benedetto e seguito finoal felice esito queste due operazioni di "Soc-corso Cristiano" portate a termine grazie a tantadeterminazione e buona volontà di TUTTI.

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14

16 S- 16.00 confessioni Branco Scout- 16.00

17 DSECONDA DOMENICA DI QUARESIMA

- S. MESSA: 8.30 - 10.30 -18.30- 10.30 Consegna vesti Prima Comunione

18 L - 16.30/18.30 - 20.30 - 22.00 ADORAZIONE

19 MEsposizione e benedizione statua s. Giuseppe- Ore 20.30 S. Messa per tutti i papà e le fa-miglie. Segue apericena al bar.

20 M- 21.00 Inizio incontri per i fidanzati

21 G - 21.00 Incontro per pellegrinaggio Assisi

22 V- 21.00 Via Crucis

23 S

24 D- 10.30 Benedizioni mamme in attesa e festa Sport Tri- 10.30 Presentaz. fidanzati -15.30 CAT. di 1 - 2- 17.00 Teatro: “Profumi diversi”

25 L- 16.30/18.30 - 20.30 - 22.00 ADORAZIONE

26 M- 18.00 Adolescenti- 20.00 Giovani

27 M

28 G

29 VPartenza per Assisi- 21.00 Via Crucis

30 S

31 DQUARTA DOMENICA DI QUARESIMA

- S. MESSA: 8.30 - 10.30 - 18.30- 11.30 incontro genitori bambini 0 - 6 anni

1 V

2 S- 21.00 Teatro

3 D- S. MESSA: 8.30 - 10.30 -18.30- 16.30 Teatro

4 L- 16.30/18.30 - 20.30 - 22.00 ADORAZIONE

5 M- 18.00 Adolescenti- 20.00 Giovani- 21.00 Gruppo missionario

6 M

7 G- Carnevale

8 V- Carnevale- Uscita a Pisa - Vecchiano

9 S- Carnevale- Uscita a Pisa - Vecchiano

10 DPRIMA DOMENICA DI QUARESIMA

- S. MESSA: 8.30 - 10.30 -18.30

11 L- 16.30/18.30 - 20.30 - 22.00 ADORAZIONE- 17.00 prime confessioni

12 M- 17.00 prime confessioni- 18.00 Adolescenti- 20.00 Giovani

13 M- 17.00 prime confessioni- 21.00 Cineforum

14 G- 17.00 Lettura Bibbia- 17.00 prime confessioni

15 V- 18.30 Cinecircolo- 21.00 Via Crucis

MARZO 2019

Il gruppo dei chierichetti è composto da alcuniragazzi del catechismo più il "fantastico Sacre-stano Orlando", oltre ai capi-chierichetti Pietro

e Sara. Ogni volta sono pronti a fare una le-zione con tanto di interrogazione a sorpresa.

Ogni domenica è diversa. Tra capelli bruciati eincensi soffocanti, non sai mai cosa aspettarti.

NEVE e ALESSIA

PENSIERI

SPARSI

L'oratorio è un luogo in cui puoi stare con i tuoiamici e giocare insieme a calcio, a basket, a palla-volo e anche nella zona parchetto. Secondo me tidiverti tanto e ti puoi fare nuovi amici. Sarai accoltomolto bene dai Parroci e dalle suore, ma anchedalle catechiste. Tutti insieme ci divertiremo man-giando caramelle e cioccolato...da farci ingrassarecome pazzi e...INSIEME ....scoppieremo. NICOLÒ

PENSIERI

SPARSI

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15

16 M

17 M

18 GGIOVEDÌ SANTO

20.30 Celebrazione del Triduo santo

19 VVENERDÌ SANTO

20.30 Celebrazione del Triduo santo

20 SSABATO SANTO

20.30 Celebrazione della Veglia Pasquale

21 DPASQUA DEL SIGNORE

22 L

23 M

24 M

25 G

26 V

27 S

28 D- 11.30 incontro genitori bambini 0 - 6 anni

29 L

30 M

31 M

1 L- 16.30/18.30 - 20.30 - 22.00 ADORAZIONE

2 M- 18.00 Adolescenti- 20.00 Giovani

3 M- 21.00 Cineforum

4 G

5 V- 18.30 Cinecircolo- 21.00 Via Crucis

6 S- 21.00 Teatro

7 DQUINTA DOMENICA DI QUARESIMA

- S. MESSA: 8.30 - 10.30 - 18.30- 15.30 CATECHISMO di 1 - 2- 16.30 Teatro

8 LSettimana di Esercizi spirituali

alle 21.00 in Chiesa

9 MSettimana di Esercizi spirituali

alle 21.00 in Chiesa

10 MSettimana di Esercizi spirituali

alle 21.00 in Chiesa

11 G19.30 Cena ebraica in oratorio

Settimana di Esercizi spirituali alle 21.00 in Chiesa

12 VSettimana di Esercizi spirituali

alle 21.00 in Chiesa

13 S

14 DSESTA DOMENICA DI QUARESIMA

- S. MESSA: 8.30 - 10.30 -18.30

15 L

APRILE 2019

L'oratorio è un luogo dove potersi divertire e impa-rare cose nuove facendo molti sport come basket,

calcio, pallavolo e dove ci sono cose istruttivecome catechismo, chitarra, il Filo… E molto altro.

Io per esempio faccio parte del coro. Potrebbe sembrare una cosa noiosa invece io mi di-

verto tanto perché non cantiamo solamente ma cifacciamo mille risate.

MICHELLE

PENSIERI

SPARSI

L'oratorio è pieno di spazi ricostruiti da bam-bini, stanze e campi (per esempio quello dabasket, quello da pallavolo, quello da calcio equello da pattinaggio) tutti possono contri-buire per restaurarli oppure per costruirli.GIOVANNI

PENSIERI

SPARSI

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Cervelli italiani in fuga?Una necessità o una scelta?

LA MIA ESPERIENZA IN CINA - Una serie a puntate per “Il Filo”di Marco Bonaglia

PhD Candidate- Chongqing University

Esercitatore e cultore della Materia - Università Cattolica di Milano

PRIMA PARTE: LA TERZA ONDATA MIGRATORIA ITALIANA

In Cina, dove vivo da circa cinque mesi, mi capita spesso, quando incontro amici italiani, di parlaredel nostro Paese. C’è chi lo fa con nostalgia, rabbia, ammirazione, o con la paura a volte di non po-terci più tornare. C’è anche chi rende l’Italia un luogo ideale, paradisiaco, mostrando di aver persoil contatto con il Paese reale.

Il nostro gruppo, composto da amici “emigrati” in Cina, è vario e ricco di storie diverse. Ci accomunala giovane età, la voglia di emergere, quasi a voler dire “hai visto, ce l’ho fatta”. Sono felice di esserea Chongqing, centro pulsante della Cina Occidentale, probabilmente perché si è trattato più di unascelta, che di una necessità.

In effetti potevo cavarmela, tirare avanti, muovermi di contratto in contratto, e aspettare forse unaripresa economica che molti (forse troppi e in modo goffo ultimamente) prevedono. Purtroppo altriamici lo hanno fatto perché senza alternative, e non appena si è presentata l’occasione hanno presoun aereo. Dopo “solo” dodici ore di volo, sono atterrati in un luogo diverso, in cui si parla il dialettolocale, che ha regole, modi di vivere e tradizioni lontane un mondo dall’Italia. Chongqing è la Cinavera, quella remota, ancora difficile da penetrare. Chongqing può essere molto calorosa, ma ancheun luogo glaciale.

Nel mondo dei media e della politica si è fatto avanti negli ultimi anni il termine “cervelli in fuga”1.In ambito accademico, diversi ricercatori parlano di una “terza ondata migratoria italiana”2,3, ag-ganciandola a dati reali e fenomeni storici. Essa rappresenta un fenomeno che si è sviluppato so-prattutto a partire dall’anno in cui l’Italia ha visto il cambio forzato al vertice dell’esecutivo e ilpeggioramento dei parametri economici nazionali. La crescita economica, se già prima era debole,si è bloccata, portando l’Italia ad occupare gli ultimi posti delle classifiche europee. A differenzadelle precedenti, l’“ondata” in corso sarebbe composta in maggioranza da giovani, che decidonodi liberarsi dai gangli asfissianti della società italiana e di recarsi all’estero per tentare la fortuna, lan-ciare la propria carriera e costruire un futuro che sia più vivibile e soddisfacente rispetto a quello gri-gio e bloccato in Italia. Essa è un fenomeno tuttavia complesso, che è ancora molto difficileetichettare e inquadrare. Un’ondata che, tuttavia, cresce, difficile da ignorare. Caratterizzata da tantesfumature, articolazioni, evoluzioni e storie di italiani che ce l’hanno fatta, oppure sono tornati, insordina, nel nostro Paese. Nel mio piccolo, anche se da pochi mesi, faccio parte della terza ondata.

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La vedo crescere, cerco di capirla, essendo una goccia nell’immensa storia della diaspora italiananel mondo. O forse dopo aver conseguito il PhD tornerò alla base, in un’Italia nuova, cambiata, conl’orizzonte espanso a Schengen, il nostro vero confine continentale. Chissà. Alcuni dati possono aiutare i lettori de “Il Filo” a comprendere il problema. Negli ultimi sei anni, se-condo i dati del “Rapporto ISTAT 2017”4 indicano un aumento del numero di italiani che ha decisodi trasferirsi all’estero: 115 mila nel 2016, un +12,6% rispetto al 2015. Sempre secondo l’ISTAT5 leprincipali mete di destinazione per gli emigrati di cittadinanza italiana nel 2016 si confermavano ilRegno Unito (21,6%), la Germania (16,5%), la Svizzera (9,9%) e la Francia (9,5%). Nel 2017 sono cre-sciuti laureati italiani che hanno lasciato il Paese, circa 25mila nel 2016 (+9% sul 2015), anche se trachi emigra restano più numerosi quelli con un titolo di studio medio-basso (56mila, +11%).

L’elemento forse più preoccupante dei dati è quello del numero di laureati italiani che non fanno ri-torno nel nostro Paese. Selezionando i migranti italiani con più di 24 anni, nel corso del 2016 si ottieneun saldo migratorio con l’estero di circa 54 mila unità, di cui circa 15 mila hanno almeno la laurea. Lafascia d’età in cui si registra la perdita più marcata è quella dei giovani dai 25 ai 39 anni (circa 38 milaunità in meno) e, tra questi, quasi il 30 per cento è in possesso di un titolo universitario o post-uni-versitario. La giovane età di questi emigrati testimonia la difficoltà del Paese nel trattenere compe-tenze e professionalità.

Il motivo della partenza può essere riscontrato nella scarsità di risorse offerte dal territorio italiano,delle opportunità lavorative, nella mancanza di innovazioni tecnologiche in ambito industriale, pub-blico e privato. Nella sensazione di trovarsi in un mercato bloccato, sempre uguale, in un Paese cheinvecchia e in cui la politica guarda con bulimia agli interessi degli over 65, lasciando una intera ge-nerazione senza rappresentanza.

Little Italy a New York City dopo la vittoria dei Mondiali di calciodel 2006 da parte della Nazionale Italiana di Calcio

1 https://www.repubblica.it/argomenti/cervelli_in_fuga2 Iside Gjergji, Cause, mete e figure sociale della nuova emigrazione italiana, in “La nuova emigrazione italiana (a cura

di Iside Gjergji), 7-233 Enrico Pugliese, Le nuove migrazioni italiane: il contesto e i protagonisti, in “La nuova emigrazione italiana” (a cura

di Iside Gjergji), 25-384 https://www.aise.it/modulo-pi%C3%B9-letti/rapporto-istat-2018-le-emigrazioni-degli-italiani/113617/25 https://www.istat.it/it/archivio/213835

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NordinhoSto uscendo dal cancello per andare a celebrarela messa in prigione. Quando il guardiano apre il cancello, mi circondaun gruppo vociferante di persone, che gridanoforte e battono con le mani sul vetro del fine-strino,“Fermati, fermati! C’è un malato per terra che tivuole parlare.”Lo sollevano di peso, per farmelo vedere. È Nor-dinho!Una lunga storia di incontri e di disgrazie. Deveavere poco meno di 30 anni. È semi paralizzatonelle due gambe e cammina appoggiandosi, adogni “passo”, due palmi più avanti, col sedere.Così, sollevato da terra, sulle mani degli accom-pagnatori, si sporge verso di me, gridando:“Papà! Una latta di granturco! Voglio soltantouna latta di granturco!”. So che ci vedeva molto male, ma oggi mi sor-prende con una novità terribile: il suo sguardonon è diretto come sempre in un punto vicinoalla mia faccia. Non ho ancora avuto modo diaprire la bocca, in mezzo a tutto quel baccano, equindi, senza l’aiuto del suono della mia voce, hacome unico punto per localizzarmi ciò che vededi me. Guarda proprio da un’altra parte! Capi-sco, con profonda tristezza, che ormai ha persola vista, è diventato cieco!“Buongiorno, Nordinho. Cos’è successo? Nonmi vedi più?” Non riesce a rispondermi, in mezzo a tutta quellaconfusione, mentre si fa avanti tra la gente, convoce lamentevole, sua moglie, poco più che ado-

lescente, con un bambino piccolo in braccio.“Papà, cado sempre! Perché non mi dai i soldiper comprare la capulana per far smettere gli at-tacchi?” La capulana è un panno colorato chetutte le donne usano per metterselo attorno aifianchi o per assicurare il bambino dietro laschiena. Gli attacchi sono le crisi epilettiche chela fanno spesso cadere. C’è una fede cieca suipoteri di una capulana, fatta cucendo un pannobianco e uno rosso: preserva dagli attacchi chi laindossa, perché allontana gli spiriti.“La capulana non può fermare gli attacchi.Quello che serve sono le pillole contro l’epilessia.Hai smesso di prenderle?”“SÌ, sono finite, ma gli attacchi sono una malattiatradizionale e per guarire ci vuole la capulana!”Mi rendo conto che in quella confusione non èpossibile risolvere nulla.“Nordinho e Mena, io sto uscendo per andarealla prigione a celebrare la messa. Non possoscendere dalla macchina. Quando torno a casa amezzogiorno, parleremo insieme.” Non si lamen-tano per il rinvio e io posso dirigermi alla pri-gione. Conobbi Nordinho alcuni anni fa. Vennea domandarmi aiuto e io chiesi al Centro ortope-dico dell’ospedale che gli costruissero una car-rozzella; e sempre cercavo di tenergli da parte unpo’ di soldi delle offerte perché riuscisse a man-giare. Un giorno giunse accompagnato da unagiovane che spingeva la carrozzella e me la pre-sentò: “Questa è la mia sposa. Si chiama Mena,ma soffre di attacchi di “e-gile gile”. Cade perterra anche più volte al giorno. È molto malata.Papà, stiamo molto male. Non abbiamo un postodove dormire.”Le diedi una ricetta di antiepilettici, insieme aicinque meticais per comperarli.“Con queste pillole smetterai di cadere, ma deviprenderle tutti giorni!”. Poi parlai col signor Do-nato, che è l’incaricato delle costruzioni, e inpoco tempo fu possibile costruire loro una ca-panna. Con la capanna e con la carrozzella iniziòun periodo di vita migliore. Vennero a trovarmi eNordinho mi mostrò la sposa coi segni di una

di Padre Aldo

I fratelli diGiuseppe

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gravidanza già evidente. “Papà, abbiamo già un figlio in arrivo. Io sono ilpapà di questo figlio!”Il bambino nacque e ci fu bisogno di comprare ilnecessario per vestirlo. E così via …Ed ora è arrivato con la triste novità di aver persola vista!Finita la messa in prigione, torno a casa. Nor-dinho e Mena mi aspettano sotto la verandadove parcheggio la macchina. Nordinho spiegache devono andare a Maganja, da un curandeiroper fare la cerimonia con la capulana. Purtropposono rimasto senza soldi… Spiego loro che isoldi per Maganja non ci sono, ma vado in ca-mera a prendere quanto basta per una latta digranturco. Mena mi corre dietro, perché non midimentichi della capulana. Vado e torno. Mettonella mano di Mena i soldi per la capulana, conun dito sulla bocca perché non dica più nulla eraggiungo Nordinho. “Questi sono cinquecento meticais. Servono perla latta di granturco e per comprare un po’ dipesce secco.”“Grazie papà!” Poi aiuto Mena a farlo salire sullacarrozzella. Il bambinetto nella capulana dietrola schiena mi guarda con grandi occhi. “Ciao!”, gli dico, e poi gli stringo la mano, comesi fa coi grandi…

Sono RitaEra uno di quei periodi in cui il fondo di aiuti peri poveri rimaneva prolungatamente a secco.Ogni volta che rientravo in casa, c’era sempre lasolita corsa di una folla di persone che venivanoa circondarmi mentre aprivo la porta della mac-china per essere i primi a presentare la propria ri-chiesta. Mi dovevo trattenere a parlare per untempo che non trovava mai la maniera di avviarsialla fine. Guardando sopra le teste, avevo notatoche arrivava, adagio adagio, camminando fatico-samente con l’aiuto di due stampelle, di quellein cui ci si appoggia sugli avambracci, una si-gnora grassa sui cinquantacinque anni. Si avvici-nava il più possibile, ma nessuno la lasciava

passare per riuscire a parlare con me. Molte volteera necessario che apparisse sulla porta del re-fettorio il padre Sandro, che, forte della sua qua-lità di superiore, mi chiamava e mi diceva:“Aldo, su, vieni via, entra in casa!”Forte della chiamata del superiore, io mi facevolargo e gli altri si scostavano per lasciarmi pas-sare. La prima volta anche la signora grassa dellestampelle si fece da parte e solo ci guardammomentre passavo. Il giorno seguente però, aveva perfezionato lasua tattica. Invece di venire per ultima, barcol-lando sulle stampelle, alla periferia della folla, siera diretta, ferma in pedi al limite del prato, da-vanti alla piccola siepe che delimita il passaggioper entrare in casa. Quando padre Sandro ap-parve, e mi chiamò, erano tutti attorno alla mac-china, mentre lei non aveva nessuno accanto.Quando mi mossi per entrare, lei camminò infretta per pararsi di fronte a me, senza concor-renti.“Papà, io sono Rita. Aiutami! Per favore! Sonovedova e i miei figli sono morti. Vivo da sola, in-

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sieme con un ragazzo, che ho preso con me dapiccolo e che mi aiuta in tutto. È lui che mi va aprendere l’acqua e la porta in casa, per poter fareil bagno, per bere e fare da mangiare. Io, comevede, non riesco a muovermi.Il mio ragazzo era andato a Mocuba per cercaregranturco da mangiare, perché là costa meno,ma non è tornato. Mi ha telefonato per dirmi cheè stato fermato dalla Squadra della polizia e devepagare cinquemila meticais (= circa 80 euro) peressere liberato. Non ho nessun denaro e il ra-gazzo è come un mio figlio. Non posso fare nulla.Papà, aiutami!”Quella accorata richiesta mi tocca. La guardo: hagli occhi fissi su di me e piange.“Papà, aiutami!”“Mamà, capisco che è una brutta situazione. Peròio sono rimasto senza neanche un metical. Pro-metto di aiutarla, ma bisogna aspettare qualchegiorno, finché arrivino un po’ di soldi!”“Fino a quando?”“Non lo so, forse una settimana, o alla fine delmese.”“Papà, ho solo quel ragazzo. Aiutami!”“Va bene, glielo prometto!”Rimane a guardarmi mentre entro in casa.Il giorno dopo è accanto al cancello, quandoesco colla macchina per andare all’ospedale.Tutti si slanciano per gridarmi qualcosa al fine-strino, i più svelti salgono dietro, sul cassone. Vor-rei partire al più presto, ma devo attraversare lafila di macchine che va in senso contrario.Guardo rapidamente a destra e a sinistra, perscoprire il momento giusto per muovermi.

Solleva una stampella e mi grida:“Papà, io sono Rita!”Così passano altri due giorni. Al venerdì sera an-cora nulla. Mi aspetta alla siepe, per avere noti-zie.“Mamà, oggi è venerdì. Non è arrivato ancoraniente. Ormai bisogna aspettare fino a lunedì omarted씓Papà, sono Rita! Il ragazzo è ancora in prigionea Mocuba. Ho bisogno di cinquemila meticaisper farlo uscire.” Non so cosa rispondere. “Lo so,ma ci vuole pazienza.”Il sabato alle sei vado a dire la messa dalle suoredel Sacro Cuore di Maria. Dalle grandi finestredel refettorio vedo che Rita sta seduta per terracon le stampelle a lato, sotto la veranda, dove èparcheggiata la mia macchina. Non posso resi-stere! Vado a prendere, dal cassetto della comu-nità, cinquemila meticais della mia parte di soldi,quelli che mi servono per comprare il diesel e ilcredito del telefono. Li metto in un pacchettinodi foglio di quaderno e ne aggiungo cinquecentoper il viaggio per Mocuba. Glieli metto in mano:“Sono cinquemila, più i soldi per la corriera.” Liprende, li guarda e se li mette in seno, poi miguarda e mi sorride:“Grazie, papà!”Salgo in macchina e faccio manovra per usciredalla veranda. Rita è già quasi al cancello e cam-mina in fretta. Quando le passo accanto la salutocon la mano e lei solleva la stampella, per ripe-tere:“Grazie, papà!”

Il 24 Maggio il Giro d’Italia concluderà la

tredicesima tappa al Passo del Nivolet a Ceresole Reale.

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ALBUM

Anche in Parrocchia è scoppiata la primavera

Teatro del BorgoCon-tatto

9 e 10 febbraio

Teatro del BorgoRitratti di donne

2 e 3 marzo

Teatro del BorgoProfumi Diversi: Poeticantando

24 Febbraio

Teatro del BorgoProfumi Diversi: Vertebre di Musica

20 gennaio

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ALBUM

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E dopo la visita del Papa, la santa casa di Loreto aspetta qualche coppia delle nostre. Fidanzati e giovani sposi, organizziamoci!!!

Visita alla sinagoga di Casale Monferrato

con i ragazzi di IV elementare

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ALBUM

Gioco dell’Esodo con i bambini di III elementare

S. Messa in casa di una coppia di fidanzati

Cena e incontrodei volontari del doposcuola

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25 anni

10 anni5 anni

20 anni

30 anni

Festa della Famiglia 2019

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50 anni45 anni

55 anni

60 anni 62 anni

Anniversari di MatrimonioTanti auguri!

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I primi passi di un cammino

Primi passi del gruppo adolescenti

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Momento di incontro dei giovani

Incontro sul decreto sicurezza e accoglienza dei minori

https://youtu.be/cvTRWDtDsFo

S. Messa di saluto della comunità cinese a don Giuseppe

“Angoli” di Bar

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La comunità cinese in cammino

Il saluto a Don Giuseppe che va... Il benvenuto a Padre Paolo. Nell’attesa di...