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IL DIAVOLO NEL CRISTIANESIMO DI IERI E OGGI «Ognuno di noi è il suo proprio Diavolo, e noi facciamo di questo mondo il nostro inferno.» Oscar Wilde

IL DIAVOLO NEL CRISTIANESIMO DI IERI E OGGI...E NEL MITO Il grandioso mito cosmico aristotelico vuole che in origine le terre emerse si trovassero nell’emisferoaustrale, più nobile

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IL DIAVOLO NELCRISTIANESIMO

DI IERI E OGGI

«Ognuno di noi è il suo proprio Diavolo, e noi

facciamo di questo mondo il nostro inferno.»

Oscar Wilde

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PRIMA E DOPO L’ANNO MILLE Secondo la dottrina cattolica il diavolo è noto anche con il nome di Satana e talvolta comeLucifero. Originariamente nel cattolicesimo il diavolo viene identificato con il serpente nelGiardino dell'Eden. Nell’antica iconografia, Satana assume aspetti molteplici, conformementealla sua capacità di trasformarsi, di mascherarsi. Non a caso il diavolo è il rappresentante di unmondo infimo e peccaminoso. Il diavolo non è sempre stato il principe del male adorato dallestreghe, né colui al quale vende l’anima chi vuole realizzare i propri desideri. Fu solo tra il V e ilXV secolo, infatti, che gli spiriti che si invocavano al tramonto dell’antichità pagana si fusero conla figura del diavolo biblico, lasciando ai posteri quell’immagine del signore delle tenebre cheoggi risulta così familiare. Nei Vangeli Cristo viene tentato da Satana, il quale acquisisce il ruoloesclusivamente negativo che si conserverà all’interno del pensiero cristiano.

Nel Tardo Medioevo il mondo era visto come un campo di battaglia tra Dio e ildiavolo, che si alleava con streghe e negromanti per minacciare la vita deibuoni cristiani, infatti per porre riparo a tale problema, il clero costruì i roghi,sui quali venivano bruciate vive coloro che erano considerate streghe, nonchéancelle del diavolo, ciò testimonia un periodo in cui il papato e la sua Chiesastavano vivendo tensioni politiche, sociali e religiose senza precedenti. Gliuomini del Medioevo erano letteralmente ossessionati dalla paura del peccatoin generale e del diavolo in particolare.

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Il pensiero cattolico raffigura il diavolo come un essere personale cheinfluisce nella vita di ogni uomo. Tale figura è uno spirito che tieneincatenati agli inferi le persone che sono in stato di peccato mortale, infattiGesù dice "chi non è con me è contro di me e chi non raccoglie con medisperde". Il demonio preferisce agire nell'ombra senza farsi scovare perchéappena viene smascherato e individuato il suo potere può essere facilmenteindebolito o annullato. Nella maggior parte dei casi preferisce lasciare lesue vittime libere di operare nel mondo per spargere la zizzania mentreperseguita e tenta particolarmente quelli che si sono decisi per Dio e per isuoi comandamenti, come spiega San Giovanni nelle sue lettere.

Nell’immaginario religioso medievale, l’Inferno eraassociato al mondo materiale e terreno, che vive in unostato di continua lotta con il regno di Dio, fino alla finedel mondo, quando sarà definitivamente sconfitto. LaChiesa, infatti, giustifica la missione salvifica di Cristonei termini di una contrapposizione al potere diSatana, che viene presentato come l’Anticristo.

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LUCIFERO, L’ANGELO CADUTONel 1215, durante il 4° concilio lateranense, la chiesa emanò il Firmiter cheelencava diversi principi dottrinali, uno di questi affermava che il Diavolo egli altri demoni erano stati inizialmente creati buoni e solo successivamentesono diventati malvagi. Lucifero infatti è considerato l’angelo caduto:secondo la tradizione, egli compì un atto di ribellione e fu scaraventatoinsieme agli altri ribelli fuori dal paradiso e spedito nelle profondità dellaTerra. Il diavolo ha mille volti, tanti quante suggestioni è in grado disuscitare nell’uomo; egli sarà di volta in volta mostro orrendo o affascinanteangelo caduto, tentatore, ingannatore, colui che ha tradito oppure che si èribellato a un potere dispotico.

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IL DIAVOLO NELLA LETTERATURA…

La letteratura ha variamente interpretato le suggestioni riguardantii mille volti del diavolo e fornito le più svariate raffigurazioni dellostesso attraverso i secoli. Dante, considerato il sommo dellaletteratura italiana, ha dato una delle più chiare visioni cristianedel diavolo. Il suo inferno, nella Divina Commedia, è rappresentatoda un clima di orrore religioso e solennità biblica.

Il Lucifero dantesco, imperadordel doloroso regno (espressione chiaramente opposta all’imperadorche là sù regna, con cui si riferisce a Dio nel primo canto del poema), è gigantesco: le sue dimensioni gli conferiscono sì una natura esclusivamente materiale, carente di qualsiasi spiritualità (e infatti a Dante appare, in lontananza, come una macchina, simile a un mulino a vento), ma anche una sua grandiosità, una sorta di sacralità negativa. Dalla rappresentazione è esclusa qualsiasi componente grottesca. In questo Dante si distingue da molte iconografie medievali, le quali raffiguravano i diavoli, Satana compreso, in modo ridicolo.

Dante e Virgilio nell’Inferno, William –Adolphe Bouguereau, 1850

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... E NEL MITOIl grandioso mito cosmico aristotelico vuole che in origine le terre emerse sitrovassero nell’emisfero australe, più nobile perché più vicino all’Empireo.Lucifero, il più fulgido tra gli angeli, glorioso e vicino a Dio, aspiravaorgogliosamente ad essere al pari del Signore e per tale peccato di superbia,primo di tutti i tradimenti, fu scagliato a testa in giù verso la terra; essa,spaventata, inorridita, si ritrasse da lui, rifugiandosi sotto le acque,scambiandosi di posto con esse e andando a occupare l’emisfero boreale.

Lucifero si trova così confitto nel centro della terra,che, secondo la dottrina aristotelico-tolemaica, eraanche centro dell’universo, nonché il punto piùlontano da Dio, che costituisce la punta del conoinfernale immaginato da Dante.

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IL DIAVOLO NELL’ARTE MEDIEVALE

Nell’arte medievale, la figura del diavolo vennerappresentata come un personaggio persuasivo. Satanaè spesso presente nelle sculture, sulle facciate dellechiese, nei capitelli e nelle pitture. Esso trascina leanime nell’inferno al momento della morte, le strappadalla pesa degli angeli che misurano la loro bontà o iloro peccati, infligge torture terribili ai dannati. Il suoaspetto è mostruoso e terrificante. Le torture inflitte aipeccatori sono illustrate senza risparmiare i particolaripiù truci, con un realismo a volte impressionante.L’arte pittorica medievale si nutrì delle immagini didiavoli e dannati presenti in affreschi e mosaici. In unasocietà in cui gran parte delle persone non sapevaleggere né scrivere e in cui si stavano formando linguediverse dal latino, le immagini erano utilizzate comemezzo per la comunicazione dei contenuti dellareligione. Dunque, fu l’arte a diffondere una visioneconcreta dell’aldilà

Martin Schongauer, Tentazioni di sant’Antonio

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Una delle rappresentazionidell’inferno più rinomate, èraffigurata nel Giudizio Universale diMichelangelo. Nella parte in fondo adestra del grande affresco, si trova larappresentazione dell’inferno: in unambiente dominato da un cielorossastro colmo di fiamme.Michelangelo, avendo ben presentela Divina Commedia, sceglie di nonrappresentare i castighi inflitti aidannati, ma preferisce concentrarsisul terrore ed il rimorso dei colpevolicondannati all’inferno.

Uno zoom sull’inferno raffigurato da Michelangelo

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La cupola di Brunelleschi arricchita dall’affresco di VasariINFERNO

Le scene infernali sono inquadrate, in alto, dai libri delle coscienze macchiate sorretti da diavoletti mostruosi e, negli spigoli, da quattro candelieri (simboleggianti la salvezza dell’anima) e da quattro macabri cadaveri scarnificati (che

alludono alla dannazione). L’Inferno è reso nella forma di caverne fiammeggianti, presidiate da diavoli atletici e teratologici che scaricano anime di dannati e usano i forconi per precipitarle nel fondo. Nel punto più remoto della

cupola, alla massima distanza da Gesù, Lucifero è conficcato sul fondo e con le sue tre bocche divora altrettanti superbi. Ogni settore è destinato alla punizione di un vizio capitale: i peccatori, insidiati da animali simbolici, subiscono la pena

del contrappasso. I lussuriosi sono inseguiti da un porco selvatico e subiscono la bruciatura degli organi genitali. Gli accidiosi subiscono l’assalto di un asino. Un rospo percuote e strangola gli avari con le scarselle di monete che pendono loro dal collo. Gli iracondi sono associati all’orso. Gli invidiosi sono assediati da serpentelli e spaventati da un’idra dal le

sette teste. I golosi sono inseguiti dal cane Cerbero dalle tre teste.

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LAVORO REALIZZATO DA• Francesca Savio

• Roberta De Cesare

• Simone Ruggiero

• Alessandra Basile

• Michele De Santo

• Valentina Petito