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IL CONTRIBUTO DELL’ASSISTENTE SOCIALE PER L’INTEGRAZIONE l’integrazione elemento chiave per la continuità assistenziale Assistente Sociale dott. Roberto Calbucci legale sociale psicologico

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IL CONTRIBUTO DELL’ASSISTENTE SOCIALE PER L’INTEGRAZIONE

l’integrazioneelemento chiave per la continuità assistenziale

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legalesocialepsicologico

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La continuità assistenzale

L’attuale assetto dell’organizzazione sociale e sanitaria è, in molti casi, caratterizzato da

una discontinuità tra le prestazioni erogate all’interno dei servizi

ospedalieri e gli interventi effettuati dai servizi territoriali

una frammentazione delle azioni dei diversi settori che intervengono

nei confronti del medesimo soggetto

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La continuità delle cure tra ricovero e assistenza territoriale

Ciò comporta inutili sovrapposizioni, ingiustificati ritardi, incomprensibili rinvii

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La continuità assistenziale

Così come avviene per le articolazioni del nostrocorpo, è necessario avere cura ed attenzione pertutti i collegamenti,se si ha interesse a mantenere

il benessere generale dell’organismo. L’esercizio, il movimento, una sana alimentazione

concorrono ad evitare esiti disastrosi come la disarticolazione: cioè la perdita di contatto tra le parti o come l’irrigidimento: cioè il blocco che espone a fratture dolorose

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La continuità assistenziale

L’Assistente Sociale deve assumere con decisione la cura di queste

Articolazioni: curare le connessioni, significa favorire la realizzazione di un percorso programmato orientato al recupero di un ruolo attivo della persona, obiettivo più facilmente raggiungibile se si passa attraverso una comprensione globale della situazione

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Un percezione diffusa consiste proprio nell’attribuire all’intervento

dell’Assistente Sociale il carattere di emergenza con una valenza di precarietà di negatività

che va superata e “dimenticata” … … perché rappresenta fonte esclusivamente di stress o di insoddisfazione.

La continuità assistenziale

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La continuità assistenziale

Individuare, selezionare, attribuire significati alle componenti di criticità

equivale invece a organizzare un assetto futuro maggiormente preparato

Durante il passaggio in ospedale, è necessario affrontare non solo l’integrazione delle diverse competenze sociali e sanitarie che si intrecciano, ma soprattutto può rivelarsi utile svolgere un’azione di recupero della storia individuale e familiare della persona.

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le funzioni del servizio sociale professionale

in riferimento dell’art.22 della L 328\2000 sono finalizzate:

alla lettura e decodificazione della domanda

alla presa in carico della persona, della famiglia e\o del gruppo sociale

all’attivazione ed integrazione dei servizi e delle risorse in rete

all’accompagnamento e aiuto nel processo di promozione ed emancipazione

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Una corretta lettura può arricchire di significati le azioni che si realizzano e favorire l’autodeterminazione e la consapevolezza delle scelte che si definiscono.

Decodificare per un Assistente Sociale significa offrire, all’individuo e alla sua famiglia, una opportunità di interpretare le difficoltà passate e presenti nell’assunzione del ruolo genitoriale.

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lettura e decodificazione

La situazione di disagio sociale si manifesta quando è presente uno scarso livello di informazione,allorché la persona dimostra difficoltà nella comunicazione, ogni volta che si evidenzia un’incapacità ad

instaurare una relazione: quando bisogna cioè fare i conti con “la fatica di formulare una domanda”.Le funzioni di lettura e decodificazione assumono

significati e contenuti particolari, quando la domanda risulta inevitabilmente condizionata

da due variabili fondamentali:il TEMPO e lo SPAZIO

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TEMPO

bisogna agire con rapidità e prontezza, ma velocità non sempre è compagna della precisione, pertanto l’esposizione all’errore è maggiore se

il TEMPO a disposizione, per leggere ed interpretare, è scarso o mal utilizzato. Quando poi nella lettura si incontra una

“scrittura incerta, scolorita, sgrammaticata” il compito del lettore si complica.

Se vogliamo farci accompagnare ancora dalla suggestione della metafora possiamo poi considerare che gli occhiali possono risultare di una gradazione non adeguata, o che la luce a disposizione non consente la visione corretta di tutta la situazione.

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Lo SPAZIO Lo spazio che è necessario costruire

intorno al disagio sociale, deve pertanto essere preparato ad accogliere le diversità

organizzato per consentire alle differenze di esprimersi,

uno spazio in grado di riconoscere la necessità di attivare il sostanziale ed adeguato trattamento del problema.

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con la SEGNALAZIONE PRECOCE

gli obiettivi di tutela della salutele azioni strategiche sono orientate alla ricerca di

facilitazione di tutti i percorsi assistenziali

umanizzazione e personalizzazione degli interventi

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TEMPO e SPAZIO

Recuperare uno spazio e un tempo di riflessione, consente di creare una memoria storica, un archivio delle procedure adottate, depositate e rielaborate per consentire di migliorare le azione future.

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INTEGRAZIONE TRA SOCIALE E SANITARIO

La situazione problematica molto spesso si presenta con caratteristiche eclatanti che non sono di immediata

comprensione, ma altrettanto frequente è l’incontro con situazioni apparentemente semplici che nascondono

invece livelli di complessità elevati. E’ in simili circostanze che viene messa in risalto la capacità di ascolto ed accoglienza del servizio.La VALUTAZIONE SOCIALE assume rilevanza e

“…l’attivazione ed integrazione dei servizi e delle risorse in rete…”

diventa così il volano dell’intervento e può consentire, nelle situazioni complesse, di ridurre gli effetti negativi

del TEMPO e dello SPAZIO “ristretti”.

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la continuità dell’intervento

Tale funzione non può essere delegata o rivestire un’esclusiva prerogativa di una sola

professionalità, i principi metodologici dell’approccio globale alla persona devono essere condivisi ed entrare in un processo di scambio che garantisca la continuità dell’intervento.

La raccolta dei dati e delle informazioni deve essere svolta nel rispetto della riservatezza della persona, ma al tempo stesso consentire l’espressione responsabile del parere del singolo professionista: VALUTAZIONE SOCIALE

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Questo reciproco impegno definisce e chiarisce la prestazione dell’Assistente Sociale a diversi livelli

con il cittadino-utente all’interno del servizio socio-sanitario (tra prof.isti diversi) all’esterno nella collaborazione tra servizi diversi

consentendo di realizzare“ … l’accompagnamento e aiuto nel processo di

promozione ed emancipazione”

Favorendo la convergenza tra MANDATO PROFESSIONALE

MANDATO ISTITUZIONALE MANDATO SOCIALE

LA VALUTAZIONE CONDIVISA E PARTECIPATA

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azioni strategiche

1 SEGNALAZIONE PRECOCE

3 PROGETTO PIANO DI INTERVENTO

2 DEFINIZIONE DELLE RESPONSABILITA’

5 VERIFICA PERCORSO

4 ATTUAZIONE PROGRAMMA INTEGRATO

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1 SEGNALAZIONE PRECOCE

ACCOGLIENZA, SOSTEGNO E ACCOMPAGNAMENTO della donna nella decisione di proseguire la gravidanza

durante fase iniziale della gravidanza

ACCOGLIENZA, SOSTEGNO E ACCOMPAGNAMENTO della donna nella decisione di proseguire la gravidanza

durante fase iniziale della gravidanza

INFORMAZIONE relativa al protocollo: articolazione del progettoINFORMAZIONE relativa al protocollo: articolazione del progetto

CONSENSO condivisione adesione al percorsoCONSENSO condivisione adesione al percorso

Coinvolgimento segnalazione tra i serviziCoinvolgimento segnalazione tra i servizi

CONSULENZACONSULENZA

individuazione del BISOGNO \ DOMANDAindividuazione del BISOGNO \ DOMANDA

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LA CONSULENZA

pratica professionale centrata sulla

prestazione

consulenziale

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con senso

dalla disponibilità alla collaborazione dalla“dipendenza” alla autodeterminazione

dalla ostilità alla fiducia nel cambiamento

dal CONSENSO alla CONDIVISIONE

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2 DEFINIZIONE DELLE RESPONSABILITA’

attivazione gruppo operativo referente del casoattivazione gruppo operativo referente del caso

elaborazione progetto personalizzato interservizielaborazione progetto personalizzato interservizi

AZIONI DIRETTE

Interventi personalizzati:

Ostetrico-ginecologico

psicologico-sociale

tossicologico-legale-…….

AZIONI DIRETTE

Interventi personalizzati:

Ostetrico-ginecologico

psicologico-sociale

tossicologico-legale-…….

Definizione piano di collaborazione con l’utenteDefinizione piano di collaborazione con l’utente

AZIONI INDIRETTE

Analisi risorse presenti

Individuazione risorse future

AZIONI INDIRETTE

Analisi risorse presenti

Individuazione risorse future

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3 PROGETTO PIANO DI INTERVENTO

Tutela e protezione

GRAVIDANZA

Tutela e protezione

GRAVIDANZA

Protezione del NEONATO

Protezione del NEONATO

Cura e assistenza al PARTO

Cura e assistenza al PARTO

Dimissione protettaDimissione protetta

I fase

II fase

III fase

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4 ATTUAZIONE PROGRAMMA INTEGRATO

PROTOCOLLO DI COORDINAMENTO INTERSERVIZI AUSL

SERT\CONSULTORIO FAMILIARE\OSPEDALE

PROTOCOLLO DI COORDINAMENTO INTERSERVIZI AUSL

SERT\CONSULTORIO FAMILIARE\OSPEDALE

PROTOCOLLO DI INTESA CON TRIBUNALE PER I MINORENNI

PROTOCOLLO DI INTESA CON TRIBUNALE PER I MINORENNI

PROTOCOLLO DI COLLABORAZIONE CON SERVIZI SOCIALI AREA GENITORIALITA’ E INFANZIA DELLA PROVINCIA

PROTOCOLLO DI COLLABORAZIONE CON SERVIZI SOCIALI AREA GENITORIALITA’ E INFANZIA DELLA PROVINCIA

PROTOCOLLO DI INTESA CON COMUNITA’ TERAPEUTICHE

PROTOCOLLO DI INTESA CON COMUNITA’ TERAPEUTICHE

PROTOCOLLO“coccole” gruppo di volontari nella Maternità dell’Ospedale Maggiore di Bologna

PROTOCOLLO“coccole” gruppo di volontari nella Maternità dell’Ospedale Maggiore di Bologna

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5 VERIFICA PERCORSO

Dimissione protetteDimissione protette

Adesione al progettoAdesione al progetto

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valutazione sociale

della quotidianità

studio dell’ambiente di vita della persona condizioni sociali (economica , abitativa, lavorativa, giudiziaria)

studio dell’ambiente di vita della persona condizioni sociali (economica , abitativa, lavorativa, giudiziaria)

studio ricerca delle risorse ricognizione forme di sostegno e supporto risorse esterne alla famiglia

(es. associazioni, strutture di solidarietà sociale, servizi educativi integrativi)

studio ricerca delle risorse ricognizione forme di sostegno e supporto risorse esterne alla famiglia

(es. associazioni, strutture di solidarietà sociale, servizi educativi integrativi)

analisi livello inserimento\integrazione nel contesto sociale di appartenenza

analisi livello inserimento\integrazione nel contesto sociale di appartenenza

la valutazione partecipata e responsabilizzante la valutazione partecipata e responsabilizzante

Trattamento assistenzialeTrattamento assistenziale

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Descrivo un caso per cercare di fare comprendere meglio il concetto che potremmo soprannominare “dell’effetto sorpresa” : ci troviamo alle 3 di notte al pronto soccorso ostetrico, una giovane donna si presenta lamentando forti dolori, è accompagnata dal figlio di 6 anni (che, semiaddormentato

si sdraia nella panchina della sala di aspetto)

la donna partorisce nel breve giro di 35 minuti… dichiara che non intende riconoscere il neonato e firma per

uscire senza attendere il tempo necessario per recuperare le energie o per completare l’intervento (secondo una specifica del protocollo medico indicato per evitare rischi\complicazioni sanitarie successive).

La velocissima sequenza degli eventi produce un adattamento simultaneo del contesto sanitario ai tempi imposti dalla situazione rinforzati anche dalla esigenza della donna di concludere senza lasciare spazio ad altri.

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In seguito, il tentativo di decodificazione della vicenda è risultato utile per attribuire alcuni significati alle azioni e alle risposte offerte, oltre che per tracciare indicazioni adeguate per una futura possibile organizzazione dell’accoglienza del parto d’emergenza.

Non è questa la sede per riflessioni in merito alla libera scelta della donna, o per esprimere valutazioni sull’intervento (il comportamento del personale sanitario nello specifico professionale è stato ineccepibile) la riflessione e la rilettura dei fatti e delle azioni è un obbligo professionale finalizzato alla comprensione e non al giudizio.

Nella ricostruzione dell’evento la lettura è indispensabile per riflettere proprio su quelle altre componenti che non sono potute entrare in gioco.

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gravidanza nascosta

Dai dati ed informazioni raccolti (in seguito) risulta una gravidanza tenuta nascosta, Dopo un lungo periodo di sofferenze e violenze subite, raggiunta la separazione, la madre era riuscita ad ottenere l’affido del primo figlio; la gravidanza (extraconiugale), successiva alla separazione, era stata tenuta nascosta per la paura di essere giudicata indegna e quindi inaffidabile per il primo figlio (da Assistenti Sociali e Psicologi). Gli avvocati avrebbero convinto il Tribunale ad allontanare i figli. L’epilogo negativo è il risultato di una mancanza di informazione chiara sul versante della tutela legislativa: che come effetto negativo porta la giovane donna, per la paura di perdere il primo figlio, a rinunciare al secondo.

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il rammarico è profondo per non essere riusciti ad offrire TEMPO E SPAZIO e la protezione necessaria per consentire alla giovane donna per maturare una scelta libera da condizionamenti esterni.

Molti altri quesiti che ancora oggi si possono intrecciare su questa dolorosa e complessa vicenda.Durante la gravidanza chi ha incontrato la ragazza ha avuto la possibilità di raccogliere segnali o informazioni che potevano attivare una relazione di aiuto?

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Chi riceve un segnale di sofferenza, di difficoltà ha le conoscenze e gli strumenti necessari per riconoscerne la gravità?

Esiste un riferimento preciso per chi è in difficoltà sul versante psico-sociale in grado di offrire una consulenza qualificata ed esperta, capace di costruire una relazione esclusiva di aiuto (e

non di controllo)? Questa storia sembra dimostrare il contrario per esempio la

settimana precedente i dubbi che assalivano la donna sono scivolate sull’agenda dell’operatore, e probabilmente la delusione per l’impossibilità di sentirsi ascoltata ed accolta ha contribuito ad accelerare i tempi “dell’espulsione”. Riuscire ad ascoltare ed interpretare il grido (sommesso.. sommerso… soffocato…….) di aiuto è un compito difficile e complesso.

I carichi di lavoro esasperati possono essere, per esempio, un ostacolo ma non costituire una giustificazione completa, è il margine di autonomia professionale del singolo professionista che deve prevalere quando si tratta di assumere una decisione in merito alla priorità degli interventi e quindi rispetto ai margini di ascolto.

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Stabilita la corsia preferenziale di accesso limitato, è indispensabile costruire strade con più corsie prevedendo un futuro sviluppo programmato del traffico; sviluppando così una gestione della viabilità a più corsie, la corsia di emergenza è contrassegnata da un uso ordinato ed esclusivo, regolato da precise indicazioni.

Su come sviluppare questa competenza è necessario aprire un confronto: ……………

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L’azione nella situazione di emergenza deve partire da lontano, dalla predisposizione di piani di intervento e risorse predefinite pronte ad interagire nel momento del bisogno

PROGRAMMI INTEGRATI PROTOCOLLI DI COLLABORAZIONE

Accanto alla costruzione dell’assetto organizzativo deve realizzarsi un livello di intese che consenta di ridurre al minimo l’effetto sorpresa, la situazione critica deve essere individuata, osservata e affrontata tempestivamente quando i segnali e gli indicatori di rischio segnalano la possibile involuzione del problema.

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Progetti

accesso integrato ai servizi sociali e sanitari Sussidiarietà socio-sanitaria: sviluppo di processi di

integrazione del terzo settore nell’area socio-sanitaria La continuità assistenziale nel settore anziani: funzioni

e ruoli dei servizi socio sanitari nella rete dell’offerta di servizi per l’anziano non autosufficiente

L’accompagnamento dei soggetti fragili nei servizi sanitari dalla presa in carico alla continuità assistenziale tra ospedale e territorio

Protocolli per l’inclusione sociale: coordinamento degli interventi dei servizi sociali e sanitari per l'integrazione nella società delle persone con handicap

Percorsi di salute mentale: integrazione tra servizi sanitari, sociali ed educativi per la prevenzione e la diagnosi precoce del disagio psichico

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Una tazza di tè

Nan-in, un maestro giapponese dell’era Meiji (1868-1912), ricevette la visita di un professore universitario che era andato da lui per interrogarlo sullo Zen.Nan-in servì il tè.Colmò la tazza del suo ospite, e poi continuò a versare.Il professore guardò traboccare il tè, poi non riuscì più a contenersi: “…è ricolma! Non c’entra più!”

“Come questa tazza – disse Nan-in – tu sei ricolmo delle tue opinioni e congetture. Come posso spiegarti lo Zen, se prima non vuoti la tua tazza?”.

(* 101 STORIE ZEN * a cura diNyogen Senzki – Paul Reps - Adelphi 1995)