Il Centro Gennaio 2012

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  • 8/2/2019 Il Centro Gennaio 2012

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    Aut.ne del Tribunale di Livorno n 683 del 05/03/2001 - Spediz. in abb. postale: D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n 46) art. 1, comma 1, DCB LIVORNOAnno XII - n 118 Gennaio 2012

    LEditorialedi Enrico Dello Sbarba

    Siamonelle loromani

    segue a pag. 2

    Abbiamo due galantuomini - ilPresidente della RepubblicaGiorgio Napolitano ed il Presi-dente del Consiglio Mario Mon-

    ti: a loro due sono affidate le sortidel nostro Paese in uno dei pas-saggi pi drammatici della suastoria.

    La conferenza stampa di Monti -gioved 30 dicembre - ed il tradi-

    zionale messaggio di fine anno diNapolitano hanno dato sostanzaalle nostre speranze di vedere usci-re lItalia dal vortice di una crisigravissima.Entrambi non hanno nascosto le

    gravi difficolt che stiamo attra-versando, non hanno sottovalu-tato, come accaduto fino a pocotempo fa con riprovevole legge-rezza, il momento che stiamo vi-vendo e non hanno nemmeno sot-tovalutato i sacrifici che gli ita-liani saranno costretti a soppor-tare ed in maniera particolarequellampia fascia di cittadini,lagrande maggioranza, sulla quale pi facile accanirsi ed imper-versare fiscalmente perch areddito fisso (siano essi lavora-tori o pensionati) costretti a su

    Il tedio di essere cristianiUn articolo dellOn. Ivo Butini

    Parole del Papa, il 22 dicembre, in oc-casione della presentazione al Pontefi-

    ce degli auguri da parte del governo dellaChiesa Cattolica.Benedetto XVI fu preciso: In Africanon si percepiva questa stanchezza dallafede, tra noi cos diffusa, niente di queltedio dallessere cristiani, da noi sem- pre nuovamente percepibile: la stan-chezza dellessere cristiani che sperimen-tiamo in Europa.Il giorno precedente, il Presidente dellaCEI, Cardinale Bagnasco, aveva cele-brato la Messa prenatalizia per i parla-

    mentari della Repubblica.Ammon il Cardinale che non facilecostruire la storia. E nessuno lo sa me-glio di quelli che si dedicano al serviziodella politica, ai vari livelli.La democrazia corrisponde a questasfida attraverso le diverse parti cheoffrono visioni, contributi, sensibilit edistanze. Tali dinamismi sono necessaripe rendere pi aderente e completa -quindi giusta ed equa - la lettura dellarealt, di un popolo, di un Paese, nelcontesto mondiale.Il bene comune il rifiuto della tenta-zione di essere, ogni singola parte, finea se stessa.Leggo che a Livorno, nellambito delprogetto culturale diocesano, si lan-ciata liniziativa duna lobby per i po-veri, sostenuta da politici di schiera-menti diversi.Leggo che a Firenze lassociazione cul-turale Adesso, una voce di quei cat-tolici che si dicono democratici, ha pro-messo un incontro per creare uno spa-

    zio di dialogo e di confronto,non riser-vato soltanto ai credenti.Il Presidente di Adesso, lon. Anto-nello Giacomelli, crede che ai cattolicispetti un ruolo di protagonisti, a pattoche non abbiano la presunzione di ave-

    re le ricette pronte e le soluzioni per tuttii problemi.E strappa lapplauso dellAssembleaquando chiede il ritorno della preferen-za nelle elezioni politiche. Giacomelli so-stiene che lantipolitica si combatte riav-vicinando il popolo alle istituzioni. An-che.La Costituzione italiana ha subito modi-fiche, anche confusionarie. Mentre re-sta inattuato un articolo centrale dellastruttura democratica; lart.49, la disci-plina del partito politico.Nel giugno del 1949, a Venezia, nel cor-so del suo intervento conclusivo al Ter-zo Congresso Nazionale DC, De Gaspe

    Venerd 13 Gennaio, h. 18al Castello Pasquini di Castiglioncello

    conferenza dellaSig.ra Maria Romana De Gasperi

    sul tema:

    Ricordando mio padre

    segue a pag. 2

    Seguir, presso il Circolo La Virgola,piazza della Vittoria di Castiglioncello

    linaugurazione della mostrasu Alcide De Gasperi intitolata:

    partecipa il Prof. Pierluigi Ballini(docente ordinario di Storia contemporanea Universit di Firenze

    e membro della Fondazione De Gasperi)

    moderatore: Dott. Enrico Dello Sbarba(direttore de ll Centro)

    Dalla ricostruzione dellItaliaalla costruzione dellEuropa

    Inoltre: Sabato 21 Gennaio 2012,con inizio alle ore 10

    al CAFF GINORI di CastiglioncelloTAVOLA ROTONDA

    e chiusura della mostra

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    2 Politica

    Siamo

    nelle loro mani

    dalla prima pagina

    bire quella momtagna di aumenti (sa-

    nit, carburanti, energia, pedaggi e ge-neri di prima necessit) che il decretoSalva Italia ha imposto. A questi fan-no da contrappeso laltra larga fasciadi cittadini evasori che, completa-mente privi di senso civico e di spiritodi solidariet, si nascondono vergogno-samente nellevasione fiscale.

    Il governo Monti deve rapidamene por-si, come problema prioritario, una lot-ta senza quartiere allevasione fiscaleche resta una delle cause principali

    dellaccumularsi dellenorme debitopubblico, principale problema della cri-si che stiamo attraversando

    Il Presidente del Consiglio ha dichiara-to di non avere la bacchetta magica

    per risolvere queste gravi emergenze.Con lhumor tutto inglese, Monti havoluto lanciare un messaggio chiaro ai

    partiti: attenzione, i cittadini hanno ca-pito la gravit della situazione del no-

    Periodico mensiledel Circolo Culturale

    Autorizzazione del Tribunale di Livorno

    Redazione ed Amministrazione:

    Via Trieste 7, tel. 0586/427137 - Livorno

    www.circoloilcentro-livorno.it

    DIRETTORE RESPONSABILE:

    Enrico Dello SbarbaEnrico Dello SbarbaEnrico Dello SbarbaEnrico Dello SbarbaEnrico Dello Sbarba

    Giornale chiuso in tipografia ilGiornale chiuso in tipografia ilGiornale chiuso in tipografia ilGiornale chiuso in tipografia ilGiornale chiuso in tipografia il 4/1/20124/1/20124/1/20124/1/20124/1/2012

    Hanno collaborato a questo numero:Laura Conforti Benvenuti, MonicaLaura Conforti Benvenuti, MonicaLaura Conforti Benvenuti, MonicaLaura Conforti Benvenuti, MonicaLaura Conforti Benvenuti, MonicaCruzzocrea, Giovanni Di Capua, Be-Cruzzocrea, Giovanni Di Capua, Be-Cruzzocrea, Giovanni Di Capua, Be-Cruzzocrea, Giovanni Di Capua, Be-Cruzzocrea, Giovanni Di Capua, Be-niamino Franceschini, Nicola Grazia-niamino Franceschini, Nicola Grazia-niamino Franceschini, Nicola Grazia-niamino Franceschini, Nicola Grazia-niamino Franceschini, Nicola Grazia-ni, Giovanni Gudrum,ni, Giovanni Gudrum,ni, Giovanni Gudrum,ni, Giovanni Gudrum,ni, Giovanni Gudrum, Luca Lischi,Luca Lischi,Luca Lischi,Luca Lischi,Luca Lischi,Mario Lorenzini,Mario Lorenzini,Mario Lorenzini,Mario Lorenzini,Mario Lorenzini, Silvia Menicagli,Silvia Menicagli,Silvia Menicagli,Silvia Menicagli,Silvia Menicagli, Ja-Ja-Ja-Ja-Ja-copo Pizzi,copo Pizzi,copo Pizzi,copo Pizzi,copo Pizzi, Renzo Pratesi, AndreaRenzo Pratesi, AndreaRenzo Pratesi, AndreaRenzo Pratesi, AndreaRenzo Pratesi, AndreaSargenti,Sargenti,Sargenti,Sargenti,Sargenti, Marisa SperanzaMarisa SperanzaMarisa SperanzaMarisa SperanzaMarisa Speranza, Franco, Franco, Franco, Franco, Franco

    Spugnesi, Letizia Villani.Spugnesi, Letizia Villani.Spugnesi, Letizia Villani.Spugnesi, Letizia Villani.Spugnesi, Letizia Villani.

    COMITATO DI REDAZIONE:

    Daniela Armani, Fabrizio Burchianti,Daniela Armani, Fabrizio Burchianti,Daniela Armani, Fabrizio Burchianti,Daniela Armani, Fabrizio Burchianti,Daniela Armani, Fabrizio Burchianti,Massimo Cappelli,Massimo Cappelli,Massimo Cappelli,Massimo Cappelli,Massimo Cappelli,

    Laura Conforti BenvenutiLaura Conforti BenvenutiLaura Conforti BenvenutiLaura Conforti BenvenutiLaura Conforti Benvenuti

    Alberto Conti, Salvatore DAngelo,Alberto Conti, Salvatore DAngelo,Alberto Conti, Salvatore DAngelo,Alberto Conti, Salvatore DAngelo,Alberto Conti, Salvatore DAngelo,

    Francescalberto De Bari,Francescalberto De Bari,Francescalberto De Bari,Francescalberto De Bari,Francescalberto De Bari,

    Davide Livocci, Mauro Paoletti,Davide Livocci, Mauro Paoletti,Davide Livocci, Mauro Paoletti,Davide Livocci, Mauro Paoletti,Davide Livocci, Mauro Paoletti,

    Marisa Speranza, Franco Spugnesi.Marisa Speranza, Franco Spugnesi.Marisa Speranza, Franco Spugnesi.Marisa Speranza, Franco Spugnesi.Marisa Speranza, Franco Spugnesi.

    STAMPA: Editrice Il Quadrifoglio,

    Via Pisacane 7, tel. 0586/814033 - Livorno

    stro paese molto pi di quanto le forzepolitiche possono immaginare al puntotale da costringerli a modificare il loroatteggiamento di comodo, proprio sot-to la spinta di questa realt.Un elettorato che sta capendo lelenco

    infinito di baggianate, bugie e pressa-pochismo aspetti che hanno caratteriz-zato i governi che si sono succeduti spe-cialmente a partire dagli anni 2000.

    Dopo le favole di un superficiale be-nessere e gli stanchevoli slogan tutto sotto controllo, i conti sono a posto,gli italiani sono stati messi di fronte alladrammatica realt in cui il Paese s statrovando per linsipienza di una classedirigente politica di assoluta mediocri-t ed inconsistenza. (I lettori avranno

    capito che non facciamo discriminazio-ni, valutiamo solo la lunghezza dei tempidi governo dei due poli!).

    Di fronte a questa sgradevole realtmai come oggi indispensabile daquello che resta dei partiti (Ivo Butinin fa cenno nel suo intervento su que-sto numero con la consueta acutezza),nati sotto la stella del bipolarismo,unesperienza ormai ampiamente falli-ta, riesca ad emergere il restante ri-gurgito di senso delle responsabilit edi presa di coscienza. Fattori in gradodi sostenere, senza ipocrisie e doppiez-

    ze, questo governo di salvezza nazio-nale, voluto dal Presidente della Re-

    pubblica che rappresenta, checch nedicono i leghisti, unico punto di riferi-mento e di sicuro approdo per il paese.Ed evitiamo, di proposito, di soffermar-ci sulle impudenti e vergognose nefan-dezze pronunciate in questi giorni daimassimi dirigenti della Lega proprio

    contro il Presidente della Repubblica.Ci ha fatto veramente pena osservarecome Bobo Maroni - gi esaltato mini-stro degli interni dellultimo governo

    Berlusconi- sorridere,quasi compiaciu-to, di fronte alle insensate offese degliex ministri Calderoli e del vate maxi-mum - il senatur Umberto Bossi con-tro la prima istituzione della Repubbli-ca: una dolorosa conferma del degra-do morale in cui precipitato il Paesespecialmene in questi ultimi tre anni!

    E indubbio che i provvedimenticostrettiassunti dal governo Monti si-ano stati di una inaudita durezza. Ra-

    pidamente a questa autentica mazza-ta deve far seguito il decreto Cresci

    Italia per ridare respiro ed atonia al-

    leconomia nazionale in grave declino,contenere la preoccupante chiusura di

    fabbriche con il conseguente aumentodella disoccupazione e la disarmanteimpossibilit da parte dei giovani ditrovare un lavoro.

    Per questo occorre la presenza di ungrande e leale consenso nei riguardi dei

    provvedimenti che il governo Monti as-sumer nei prossimi giorni da parte dei

    partiti che gli hanno concesso la fidu-cia in Parlamento, sia pure con moltidistinguo o mal di panciaed egual-mente dicasi per le organizzazioni sin-dacali.E stata ritrovata, dopo tanti anni di di-visione una,non sappiamo quanto solidaunit sindacale, contro i provvedimenti

    Salva Italia del governo Monti.Sono comprensibili le difficolt del sin-dacato nel bel mezzo di un contesto so-ciale cos difficile e delicato ma egual-mente da raccomandarsi che, proprio

    per le responsabilit che portano ( an-che perch nemmeno loro sono immunida colpe per lattuale grave emergen-

    za), evitino di assumere posizioni bar-ricadiere e concorrono, con alto sen-so di responsabilit, a salvare lItalia.

    ri, Presidente del Consiglio,osserv cheesiste il problema della inserzione delpartiti nella vita costituzionale. I nostribravi costituenti disse non hanno avu-to il coraggio, e lo comprendo, di af-frontare questo duro problema, linse-rimento dei partiti.Le condizioni della lotta politica in Italia

    hanno consentito solo di lavorare ai mar-gini del problema. E cos il problema diventato il male oscuro della democra-zia italiana.Io sono tra coloro che temono mano-vre in corso per svuotare il Parlamen-to. Del resto il fascismo, a suo modo,lesperimento lo prov.Dopo leutanasia della DC, il vecchioFlaminio Piccoli lamentava la passivitche ne segu. E diceva che se nessunosi muove, anche a rischio di qualche

    errore, tutti segnano il passo. Perchtutti teniamo famiglia. Perch ci sonole rendite di posizioni. Attenzione, il te-dio della democrazia resta un pericolograve. I cattolici italiani dovrebbero ri-cordarlo.

    Il tedio di essere

    cristiani

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    3Politica

    Stimolato da Paolo Messa, ho scritto unlibro che ripercorre lesperienza storicadella Dc, un partito che non stato unmito quandera in vita e sta diventandoun riferimento cultural-politico da quan-do non c pi. Non stato facile riper-correre cinquantanni di storia nazionalesul quale rimasto il segno dello scudo-crociato. Mia preoccupazione costante stata di ricordare le vicende democristia-

    ne costantemente intrecciate coi condizio-namenti internazionali e con le concretepossibilit operative nelle quali il mondocattolico ha avuto, sistematicamente, pivolti, mentre i partiti laici facevano a garaa chi si mostrava pi laicista e gli indiffe-renti in numero crescente tenevano altala bandiera della propria diversit spen-dendo parole progressiste ma provocan-do reazioni regressive: chiunque fosse alvertice della Democrazia cristiana.Il maestro di tutte le quattro generazionidemocristiane fu Alcide De Gasperi. A luidevono tutto: quanti, dopo di lui, hannogestito la Dc; a lui devono tutto quanti glisopravvennero, di solito separandosene,dimenticandolo, mutando la fisionomia delpartito. La politica non pu ridursi a rigi-

    analisi, proposizione e dialogo, tutte eser-citazioni che costano fatica, dedizione,condivisioni e confronti anche amari.E la Dc, di propositi, progetti e riforme, nerealizz parecchi: da una scelta atlanticaad un europeismo politico che non sog-giacesse allautoritarismo monetario so-vranazionale; dalla riforma agraria a quel-la tributaria, alla scolastica, allavalo-rizzazione del Mezzogiorno e dellearee depresse del centro-nord, ad un si-stema viario che colleg i territori appen-

    ninici con le aree marine, ad un regionali-smo autonomo ma solidale. Tutto la Dcfece, come si diceva, con spirito di servi-zio, sicuramente avvicinando lo Stato aicittadini, anche se gli esclusi dal potereandarono sempre alla ricerca di un nuo-vo principe. inutile girarci attorno. La Dc fece lItaliae rest il partito degli italiani , persino dichi voleva ridurla a minoranza. Ancoramaggioranza relativa, venne spazzata viada un torbido moralismo distruttore insi-

    nuatosi nelle stesse proprie fila; ma ancheda un arrembaggio, al proprio interno, digruppi che, della Dc, sapevano poco onulla ma tentarono di impadronirsene cam-biandole totalmente i connotati. a co-storo che non si possono perdonare scar-sit di acutezza e opportunismo volgare,oltre tutto sfociato in un disperante isola-mento.Diciamola tutta. Oggi la Dc fortementerimpianta: perch sapeva capire le ragionidi tutti, come aveva insegnato De Gaspe-ri; e aveva il coraggio di attenersi a taleregola politica irrinunciabile anche a co-sto di subire temporanee umiliazioni e in-comprensioni. Ma la storia non si ripete.Ci non significa che il modello democri-stiano sia solo un reperto darchivio ar-cheologico mentre, anzi, va rivalutato conseriet e ardore. Purch si pensi alla origi-nalit del suo pensiero politico fondante,ai rischi impliciti nel coltivarlo e, ovvia-mente, non si vada dietro a chiunque sim-provvisi conducator di eserciti cattoliciche invece non ci sono alle loro spalle e,

    quindi, non possono costituire il collantedi un partito autonomo di uomini liberi diparte cristiana come la Dc. Che, della de-mocrazia, faceva un vessillo e un impe-gno concreto: per andare avanti, non pertornare indietro.

    dezze; e, quindi, per certi aspetti, natu-rale che, morto De Gasperi, altri cercasse-ro di tenere alto il prestigio della Dc ricor-

    rendo ad altre formule: sempre per cheregolassero la propria politica con riferi-mento alle volont e ai comportamenti al-trui. qui che De Gasperi vinse la suabattaglia autonoma e democratica ancheper le generazioni future: insegnando (an-che ai non cristiani) che persino il mag-giore ingegno non pu pretendere di eser-citare politica democratica da solo, doven-dosi costantemente misurare coi desiderie gli interessi degli altri.Del resto tutta la storia democristiana, fat-ta di uomini, non di angeli, fotografia diuna societ che vistosamente mutava an-che a seguito dei cambiamenti dalla Dcprodotti, ha rispettato e valorizzato quellache la principale caratteristica della so-ciet italiana: il pluralismo. Non c com-parto nazionale che non sia segnato, epersino viziato, dai tanti interessi conver-genti o divaricanti che la agitano non sem-pre ricevendone soddisfazione.Ma questa una ricchezza che, se rispet-tata, esalta il principio stesso di libert cheha contraddistinto la storia della Dc.

    esattamente questo che, ora, da quasi unventennio, ci manca: ci stato sottratto, stato offuscato da pretendenti largamen-te poveri di cultura politica convinti chela conquista del potere esaurisca la fun-zione stessa della politica. Che invece

    La Dc. Il partito che fece lItaliadi Giovanni Di Capua

    Presentato il libro di Giovanni Di Capua e Paolo Messa

    Giovanni Di Capua - Paolo MessaDc. Il partito che fece lItaliaPrefazione di Giulio AndreottiMarsilio, 290 pagine, 14 euro.

    Alcide De Gasperi

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    4 Politica

    E iniziata la corsa alla Casa Bianca, il pigrande laboratorio politico e mass-medio-logico del mondo. Non seguire la campa-gna elettorale che si concluder con le ele-zioni del 6 novembre, per un analista dipolitica o un semplice appassionato, sa-rebbe come pretendere di occuparsi a tem-po pieno di moda ignorando le sfilate diParigi o di New York.Tema di questanno: ce la far BarackObama, il primo presidente di colore, il vin-

    citore di un Nobel per la pace, il creatoredella pi grande riforma sanitaria dai tem-pi della Big Society di Lyndon B. John-

    son, ad essere rieletto? Il peggior nemicodel presidente uscente proprio il suocurriculum. Troppo entusiasmo allinizio,unattesa quasi messianica per questonuovo Kennedy che come Kennedy, delresto una volta messo a confronto conun potere immenso da esercitare ha do-vuto tirar fuori la stoffa del Bismark pipragmatista. Eletto anche grazie alla crisiesplosa nel 2008, lha amministrata salvan-do come prima cosa le banche che lave-

    vano provocata (e, cos facendo, ha sal-vato anche il suo Paese, perch quellebanche avevano commesso cose da codi-

    Un finale tutto da scriveredi Nicola Graziani

    ce penale, ma cancellarle dalla faccia dellaterra avrebbe messo gli Stati Uniti in gi-nocchio). Poi ha servito su un vassoiodargento allAmerica, assetata di sanguee vendetta quanto unErodiade, la testadel suo nemico pi odiato, Osama Bin La-den. Ma, alla prova dei fatti, tanto prag-matismo, pur essendo di per s non ese-crabile, lo ha portato a deludere i suoi fanpi accesi, senza riuscire a conquistarnedi nuovi.

    I Repubblicani, a questo punto, potreb-bero riuscire nellimpresa di rimandare acasa il simbolo di tutto ci che odiano dicasa loro: i liberal, i politicamente correttie qualche volta i giovani. Tanto piche, un paio di anni fa, alle elezioni di metmandato, stata lala pi destra della de-stra repubblicana a vincere ovunque nelrinnovo della rappresentanza al Congres-so.Ed il partito si trovato sbilanciato quan-to non gli accadeva pi da esattamente

    ventanni, dai tempi in cui Newt Gingrichstipul un Contratto con lAmerica che ispi-r qualcuno anche da questa parte dellAt-lantico. Ed proprio questo eccesso di suc-cesso (ideologico ancor prima che numeri-co) che potrebbe far scattare la trappolamortale per il Grand Old Party e riconferma-re un Obama rivitalizzato.In America, come spesso anche altrove,le elezioni infatti sono vinte al centro. Unavecchia regola, di cui spesso per gli spe-cialisti si dimenticano come fanno gli stili-sti che non frequentano abbastanza le sfi-late di Parigi o di New York.I candidati in lizza per la nomination re-pubblicana, finora, si sono presentati tut-ti spostati sulla destra, se non altro pernon trovarsi contro i loro compagni pioltranzisti dei Tea Party (furibondi tra lal-tro per la fine ingloriosa della loro paladi-na Sarah Palin). Il che lascia praterie inte-re in cui i Democratici potranno galoppa-re liberi e indisturbati.Ecco allora che Obama ha a sua disposi-zione un margine di manovra ben pi am-

    pio di quanto non dicano gli osservatori,e in passato questo giovane presidente si dimostrato politico consumato ai limitidel cinismo.Ma anche questa non necessariamenteuna grave colpa, in politica.

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    5Politica

    Ancora prima che Gheddafi cadesse, inLibia molti sostenevano la necessit dirivedere gli accordi con lEni in materiadi approvvigionamento energetico.Alla fine del 2011, poi, fonti dagenzia

    hanno riportato una nota dellufficio delprimo ministro libico Abdel Rahim al-Kib, nella quale si comunicava che icontratti firmati tra il gruppo e il vec-chio regime saranno riesaminati con-formemente agli interessi libici prima diessere applicati.Per alcuni giorni, i timori circa la per-

    dita della posizione privilegiata dellEniin Libia hanno assalito la politica eleconomia, considerato che laziendaitaliana produce nel Paese nordafrica-no tra i 200mila e i 300mila barili di pe-trolio. Solo il primo gennaio arrivatala rettifica da parte di al-Kib: la revi-sione degli accordi, - specifica un do-cumento dellufficio governativo, - ri-guarder i progetti di sviluppo soste-nibile previsti da un memorandum diintesa tra Eni e Libia, cosicch i con-tratti sugli idrocarburi non saranno og-getto di alcuna modifica. Il comunicatoha allentato rapidamente le tensioni: lapresenza dellEni in Libia , infatti, unelemento strategico fondamentale per

    la sicurezza sia energetica, sia politicadel nostro Paese.

    Non escluso, pertanto, che gi du-

    Libia: Rinegoziare i contrattidi sostenibilit sociale con Eni

    Il premier al-Kib esclude la revisione delle intese sugli idrocarburi, ma chiede maggiori aiuti

    di Beniamino Franceschini

    CONFINDUSTRIALIVORNO

    Sezione

    Costruttori Edili

    rante la visita a Roma (presumibilmen-te il 21 gennaio), al-Kib e Monti esami-neranno i due memorandum definiti disostenibilit sociale, ossia laccor-do del 19 dicembre 2010 che prevedevala costruzione di mille unit abitative,di un porto e di opere industriali e quel-lo, precedente, del 2006, con il qualeEni, Fondazione Gheddafi e Compagnianazionale petrolifera libica concordaro-no di spendere 150 milioni di dollari (100a carico di Eni) per la formazione di in-

    gegneri che la societ italiana avrebbedovuto assumere, ledificazione di unaclinica, il riammodernamento di alcuni

    ospedali e il recupero del sito archeo-logico di Sabrata.Tuttavia, leggendo attentamente le di-

    namiche libiche e adoprando una pic-cola, ma inevitabile dose di malizia pre-visionale, lItalia dovr aspettarsi che,per il mantenimento dei nostri vantaggisu petrolio e gas, la Libia richieda unarevisione dei trattati a proprio ulteriorebeneficio, alzando le quote in discus-sione. Dopo tutto, se il Paese ha dav-vero bisogno di importanti interventi di

    ricostruzione, allo stesso modo, lalter-nanza dei vertici conduce sempre an-che un riassetto degli interessi.

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    6 Politica

    Il 2011 si era aperto con le grandi manife-stazioni di massa del nord africa: le rivo-luzioni della primavera araba aprivano ilteatro internazionale mediterraneo ad unadirompente nuova prospettiva politica.Ogni regime, ogni organizzazione statale stata coinvolta allinterno di una progressi-va contaminazione tra gli strati pi giovani-li, donne, studenti che, sulla spinta di fortirivendicazioni legati alla povert ed indi-

    genza diffusa, hanno sostenuto, e poi ali-mentato, la richiesta di nuovi diritti, libertindividuali e collettive non pi reprimibili.Unonda apparentemente inarrestabile, haalimentato conflitti armati e condotto alladestituzione di dittatori trentennali.Ma il quadro della possibile futura stabi-lizzazione assi complesso e per nientescontato. Oggi Tunisia ed Egitto si tro-vano ad un punto per certi versi simile incui si trov lAlgeria alla fine degli anniottanta: attivisti laici in fermento, partiti

    politici islamisti con un forte ruolo politi-co, ed i militari che, con infiltrazioni inentrambi gli schieramenti, alimentano gliscontri per mantenere controllo e domi-nio dietro una facciata democratica e ri-formista.Una manipolazione di regime pericolosache contraddice limpegno di liberalizza-zione ed il cui obiettivo, paventando laprospettiva di un governo islamista, equella di costringere le forze pi laichead accettare il male minore di un governo

    militare continuo, come in Algeria appun-to. La strategia delllite al potere di met-tere contro i conservatori religiosi ai rifor-matori laici, una strategia non nuovadunque e che spesso ha trovato il beneplacido dei paesi occidentali.Anche la Libia ovviamente non immuneda questo scenario, allo stato attuale sia-mo ancora fermi a diatribe interne tra i ri-voltosi ed il presidente rispetto alla quotadi rappresentanza minima richiesta nelnuovo governo del paese.Il nostro ministro degli esteri Giulio Terzi

    non vede il pericolo di unimposizione allasharia , nonostante le dichiarazioni delpresidente del CNT Jalil che aveva venti-lato questa possibilit nelle scorse setti-mane, ma certo pare pi una necessariacautela e strategia al contenimento cheuna lettura consolidata delle prospettivefuture. La Lega Araba non in grado diporre fine in Siria a quella che diventatauna vera e propria guerra civile.La Turchia a partire dalla seconda metdel 2011 ha fortemente investito nel ruolo

    di grande mediatore ed interlocutore pri-vilegiato tra Occidente e Medio Oriente,con un nuovo orgoglio da leader del nuo-vo Impero Ottomano, a fine anno si ritro-va nuovamente a dover gestire partiteconflittuali dentro e fuori lo scacchiere.La presa di posizione dura contro le re-pressioni di Assad, e lospitalit offerta albraccio armato della rivolta siriana, ha sol-levato tensioni forti nei rapporti bilaterali,tanto che alcuni osservatori ipotizzanouna escalation suscettibile di mettere in

    discussione gli accordi di Adana - in cui ilPKK fu emarginato a livello internaziona-le quale organizzazione terroristica -. Allostesso tempo la Turchia deve risolvere letensioni mai sopite, anzi in fase di acutiz-zazione , con la Comunit Europea legatialla causa curda. Anche su fronti che ap-paiono stabili, come il Marocco, ci sonoluci ed ombre.Il Paese negli ultimi anni ha saputo man-tenere, nonostante il conflitto storico conla popolazione Sarawi, una stabilit rela-tiva allinterno dei diversi gruppi sociali e

    politici del paese. Il tentativo fallito di unpassaggio morbido tra una ristretta clas-se emergente coinvolta nellammoderna-mento del paese, e la larga parte della po-polazione legata alla realt rurale medioe-vale od urbana delle vecchie e nuove bi-donville, ha richiesto al Re MohammedVI di accelerare il processo di riforma isti-tuzionale, offrendo una maggiore rappre-sentanza alla minoranze interne. La dispa-rit di reddito, le precarie condizioni so-ciali e di integrazione, la debolezza del si-

    stema di welfare interno non garantisceancora un equilibrio stabile.La stessa strategia di apertura internazio-nale verso i paesi occidentali , ed i model-li di consumo e sviluppo a questi collega-ti, deve avvenire con gradualit e con unoriginale e compatibile equilibrio, senza stra-volgere i sentimenti religiosi interni, per evi-tare di sollevare forze estremiste religioseinterne e mettere in discussione il ruolo delMarocco quale modello della moderazio-ne allinterno del mondo arabo.Il 2012 si apre con una Comunit Europeafortemente sbilanciata sui temi finanziaried economici interni, che paiono in qual-che modo accantonare i grandi temi delfuturo della nazione mediterranea. Inrealt, soprattutto per lItalia, la rispostaalla crisi, ed una delle poche opportunitdi ricostruzione economica, e di solidirapporti internazionali esteri , legata allaprospettiva di integrazione commercialee politica dellarea mediterranea .Un tema che ci caro, perch tiene insie-me presente e futuro della futura convi-

    venza civile fra popoli, ma anche per ledirette ricadute sulle politiche di integra-zione ed accoglienza del nostro paese.Continueremo ad analizzarle ed a darneconto nei prossimi mesi ai lettori delCentro.

    Oltre la Primavera araba

    Luci ed ombre di un anno di rivolte e conflitti

    di Giovanni Gudrun

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    7Attualit 7

    Unanime rimpianto per Maria ElettaAnche Maria Eletta ci ha lasciato. Unadonna straordinaria, da una esistenza in-tensissima, piena di iniziativa e di impe-gni. Una Maestra di vita, alla quale sonostato legato per tantissimi anni.Maria Eletta nata da una delle grandifamiglie bianche di Lucca, il padre statoSindaco e Senatore, sempre circondato daunanime stima e considerazione. Figliadarte, se cos si pu dire, ma autentico

    personaggio Lei stessa. Fin da giovanestaffetta partigiana, poi attiva parteci-pe del successo della D.C. in Lucchesia,fino alla prima elezione a Deputato nel1963. Inizia cos una lunga attivit parla-mentare che La porta dal 1978 al 1983 allaVicepresidenza della Camera dei Deputa-ti.Rappresenta, al meglio, il cattolicesimodemocratico lucchese fatto di grande at-tenzione ai problemi sociali, agli ultimi, allacooperazione internazionale, al volonta-

    riato.Di questultimo stata lartefice della suavalorizzazione a livello istituzionale e que-sto ruolo Le stato unanimemente rico-nosciuto tanto che il Centro Nazionale delVolontariato ha sede a Lucca.Del suo impegno riformatore in campo le-gislativo ricordo quello sulle leggi per ilservizio sanitario nazionale, il nuovo di-ritto di famiglia, la cooperazione interna-zionale e, come detto, il volontariato.Ha avuto grande prestigio e ruolo anchenella D.C., pur non avendo alle spalle pac-chetti di tessere, proprio come il grandeleader nazionale, al quale rimasta costan-temente legata, lOn. Aldo Moro.Ne voglio ricordare, con affetto ed ammi-razione, la grande passione civile e politi-ca, la granitica fede, la coerenza fra la vitavissuta e gli ideali nei quali credeva.Sempre attenta al prossimo, esempio dipolitica veramente operante per il benecomune. Quanta differenza con la realtodierna! Se ci fossero ancora tante MarieElette lantipolitica non avrebbe il segui-

    to che ha ora.Come ho detto, ed a giusta ragione, unaMaestra di vita con la quale ho avutolonore di collaborare e che lascia tracciadel suo operare anche nella mia esperien-za di uomo e di politico.

    di Luca Lischi

    Mense dei parlamentari , super mense con succulenti piatti a costi irrisori e men-se degli studenti, quelle dei bambini che hanno costi pi alti di quelle degliOnorevoli e non per questo di migliore qualit e senza possibilit di scelta, almassimo la variante in bianco. Vergogna! Vergogna a fare finta di niente di frontea piatti acquistati a pochi euro. Tanto c sempre qualcunaltro che paga la differen-za e in fondo in fondo ....bisogna pur mangiare!Lattesa della povera gente, il saggio in cui La Pira sottolineava che un Governodeve avere un obiettivo: la lotta alla disoccupazione e alla miseria. Dacci oggi ilnostro pane quotidiano!. Lozio il peggior male di ogni tempo, allora, comeoggi. Occorrono proposte serie per occupare le persone, anche in modi menorigidi e burocratici, ma doveroso dare occupazione. Guai a rendere funzionalelessere nulla facenti.E il miglior modo per aumentare il disagio di tutti e in modo pi incisivo dei giovani,con costi sociali altissimi. Molto pi alti di quelli che servono per far lavorare lepersone e non farle cadere nellozio!Non vero che non c bisogno d lavoratori. Abbiamo aree del nostro paeseabbandonate, strutture lasciate in una incuria vergognosa. Forse potremmo ripar-tire dai tanti boschi e terreni lasciati incolti che potrebbero sfamare tante bocche e daitanti edifici scheletriti e appestati di chiuso ma in grado di essere recuperati per dare untetto a chi non lo ha.Mettendo al primo posto i bisogni primari e basta! Il superfluo pu attendere!Troppe volte stato detto che con la terra non si campa... Certo campare in un

    sistema che ti impone degli stili di vita fondati sul consumo non pu essere in linea conil lavorare la terra. La terra ricchezza, ma anche povert... . occorre saper aspetta-re i suoi tempi e ci che dona, una volta curata bene dalluomo. Ma oggi pi faciletrovare tutto pronto che attendere con pazienza e anche con tanto sacrificioqualche frutto.

    Il ricordo di Giorgio Kutuf, Presidente della Provincia di Livorno

    Termino questo breve ricordo con unanota che riguarda la Sua famiglia. Sonorimasto molto colpito, nel giorno del Suofunerale nella Parrocchia di San Marco aLucca, quando nel momento del PadreNostro, tutti i Martini si sono dati la mano,in cerchio, intorno alla bara.Vi ho visto lunit di una grande famiglia,il suo credere nei profondi ideali della Fede,un renderLe grazie, a nome di tutti, per

    quello che ha fatto usando al meglio i ta-lenti di cui era dotata.La voglio salutare come feci con una altrogrande Maestro di vita per me, MonsignorAlberto Ablondi: arrivederci e non addio,cara Maria Eletta.

    Maria Eletta Martini

    Punto e a capo

  • 8/2/2019 Il Centro Gennaio 2012

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    8 Attualit

    Una pericolosa escalation

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    Le recenti stragi di cristiani avvenutein Nigeria durante la notte di Natalenon sono che lultima per ora sangui-nosa tappa di una lunga storia di san-gue e di martirio che colpisce le comu-nit dellAsia e dellAfrica in partico-lare, ma, se gli effetti sono tragicamen-

    te uguali, assai diverse possono es-sere le motivazioni che armano la manodegli assassini.Esiste, vero, il fanatico religioso,musulmano od induista, che da solood organizzato in qualche setta, vedenel vicino cristiano il male assoluto,la corruzione delloccidente, ma nellamaggior parte dei casi la religione almassimo una concausa, se non addi-rittura un pretesto, una scorciatoiaidentitaria e ideologica per manipola-re i pi poveri e scagliarli contro altri

    poveri.Le stragi della scorsa Pasqua contro icristiani copti in Egitto sembra sianostate organizzate dai servizi di Mu-barak per dividere le opposizioni chesi stavano coalizzando contro il regi-me; nella regione dei Grandi Laghi leetnie si combattono in realt per ilcontrollo dei pascoli e probabilmentelo farebbero ugualmente anche seavessero tutte lo stesso credo religio-so .

    In Nigeria, infine, il gruppo di BokoHaram, che ha rivendicato gli attenta-ti e successivamente ha imposto a tuttii cristiani di lasciare entro tre giorni ilnord del Paese ed a cui si attribuisco-no stretti rapporti con Al Qaeda, pra-ticamente la mano militare dei poten-tati del nord, a prevalenza islamicache, dopo la sconfitta elettorale di

    Aprile che ha visto trionfare un cri-stiano del sud, ed anche per influen-ze esterne mirano a indebolire il go-

    verno centrale per controllare il petro-lio, di cui la Nigeria il primo produt-tore in Africa.Purtroppo non mancano neppure gliomicidi selettivi, le violenze individualiper costringere i cristiani ad andarse-ne, ad emigrare. Avviene in molte partidel mondo, spesso con il consenso econ lincoraggiamento dei governi lo-cali.Il diritto ad avere una fede e a profes-sarla pubblicamente tra i diritti uma-

    ni forse il pi negato anche in moltipaesi che si reputano civili ed avanza-ti, provocando nei paesi occidentaliunindignazione vigorosa ma che siferma inevitabilmente prima di metterein discussione i rapporti commercialie finanziari (la Cina ne un esempio).Purtroppo la globalizzazione del com-mercio non ha ancora prodotto, come

    in molti speravamo, una corrisponden-te diffusione dei diritti e delle possibi-lit di quei popoli, ma totalmente da

    escludere, pena limbarbarimento del-la nostra societ, una politica di reci-procit negativa nei confronti dei cit-tadini di quei paesi che non tolleranola libert religiosa e che sono adessoin Italia. Pensare di negare la costru-zione di moschee o templi agli immigra-ti, come qualcuno anche da noi avreb-be voluto, negare lessenza stessadella civilt cristiana che a parole espesso pelosamente si difende.Consiglio infine, a che non lo avesse

    ancora fatto, la lettura del bel librodel sen. Vannino Chiti, che il circoloha presentato a luglio Religioni e po-litica nel mondo globale. Le ragioni diun dialogo (Giunti 2011) che disegnacon completezza il percorso in difesadellUOMO che impegna con urgenzae collaborazione la dimensione socia-le e quella religiosa per la giustizia.

    Cresce la persecuzione dei cristiani

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    9Attualit

    Un inatteso ed inopportuno comunicatostampa pubblicato da ENAC il mese scor-so a proposito del polo aeroportuale to-scano insieme ad alcune dichiarazioni delPresidente Vito Riggio hanno innescatoun vespaio di polemiche e di altrettantedecise prese di posizioni da parte di SAT,la societ che gestisce laeroporto di Pisae delle Istituzioni pisane con ampio risal-to sugli organi di informazione.Secondo il Presidente di ENAC lo svilup-po ulteriore del Galilei sarebbe compro-messo dalla circostanza che laeroportopisano deve convivere con una base mili-tare e quindi, mutatis mutande, bisognadare spazio allo scalo aereo fiorentino e

    trovare una soluzione per la costruzionedella seconda pista, magari obliqua se-condo il suggerimento del Presidente del-la Regione Toscana Enrico Rossi.Le dichiarazioni sconsiderate di Riggiohanno suscitato le reazioni del Consigliodi Amministrazione di SAT - societ quo-tata in borsa - che, proprio a seguito diquelle affermazioni, ha avuto unimmedia-ta ripercussione negativa pari ad una per-dita del 3,6%sul mercarto azionario a cui

    ha fatto giustamente seguito la dura notadel consiglio di amministrazione di SAT.Precisato che laeroporto pisano chiude-r il 2011 con un ulteriore record pari a 4,5milioni di passeggeri ed il masterplan del-

    lultimo agosto,regolarmente presentatoad ENAC, fissa lobiettivo di 6,6 milioninel 2025, che negli ultimi tre anni sonostati investiti ben 45 milioni di euro edaltri 60 seguiranno nel prossimo triennio,non si capisce proprio e tanto meno sigiustifica lassurda ed impropria uscita delPresidente di ENAC.Ma noi abbiamo una chiave di lettura ab-bastanza chiara e cio il pedissequo e ri-tuale refrain dello sviluppo dello scalofiorentino che si avvale del sostegno diuna forte lobby composta prevalente-mente da privati ma che trova consensied assensi nelle Isitutizioni della Citt delGiglio (Comune -Associazioni economi-che con in testa la Confidustria, Cameradi Commercio ed in parte anche la Regio-ne ed ora anche la presidenza di ENAC).Tutto questo vasto e potente schieramen-to non sopporta e con difficolt crescen-te subiscel escalation dellaeroportoGalilei che si avvale, tra laltro, di un ma-

    nagement di grande livello e nel qualebrilla per capacit imprenditoriali ed intel-ligenza di gestione, lamministratrore de-legato e direttore generale Gina Giani che,cresciuta alla scuola del compianto pre-decessore Ing. Pier Giorgio Ballini, portaavanti, senza colpo ferire, lambizioso pro-gramma di sviluppo e di crescita del Gali-lei.Ma, e questa una nostra valutazionepersonale, ci sembra assolutamenre pue-rile la strategia che sta tentando di porta-

    re avanti Vito Riggio, il quale non sapen-do a cosa aggrapparsi per contenere ilprogressivo ed imponente sviluppo delloscalo pisano non ha trovato di meglio chemettere in ballo laeronutica militare,con la quale i rapporti di collaborazione,in tutti questi anni, sono stati eccellenti.Tutto questo per immaginare per lo scalofiorentino un futuro diverso da quello acui ormai stato destinato: e cio un city-airport in grado di soddisfare le giusteesigenze della fiorentinit. Ed infine uncommento finale: siamo abituati alle prio-

    rit della citt dei Medici, che ha trovatoampio riscontro, in tutti i campi di attivite quindi di sviluppo,a detrimento di quel-lo che resta della Regione Toscana conparticolare riferimento alle quattro provin-ce costiere.

    Gi le mani dal Galileidi Enrico Dello Sbarba

    Ryanair, la compagnia aerea preferita al mondo, ha annunciato il 15 dicembre scorso due nuoverotte da Pisa per Breslavia e Haugesund (Norvegia), portando cos a 50 le destinazioni raggiungibilidalla base pisana.Per loccasione, Melisa Corrigan, Sales and Marketing Manager di Ryanair per lItalia, hacommentato: Sono lieta di annunciare che a partire dal 25 marzo sar attivo il collegamento daPisa per Breslavia.La rotta avr doppia frequenza settimanale e grazie a questo volo contiamodi movimentare circa 30.000 nuovi passeggeri nel primo anno di operativit. Dal 26 marzo sarinvece operativa la rotte perHaugesund (Norvegia), che avr doppia frequenza settimanale egrazie alla quale contiamo di movimentare circa 30.000 passeggeri nel primo anno di operativit.Importante porto della Polonia sud-occidentale e sede di unimportante universit, Breslavia il

    centro culturale ed economico della regione della Slesia, nonch polo importante nel settore dellameccanica e dellindustria del metallo. Splendido il Rynek, ovvero la piazza principale dellacitt, con il suo bellissimo vecchio municipio in mattoni rossi e un orologio astronomico del 1580.Intorno al Rynek si estende la citt vecchia, caratterizzata da viuzze acciottolate dove si possonotrovare oltre a numerose chiese, anche il mercato coperto, il quartiere universitario e quelloebraico.Haugesund la citt pi importante dellarea dellHaugalandet, nella regione di Rogaland, nellaNorvegia occidentale. Circondati da un tratto costiero spettacolare e da fiordi invitanti, quiincontrerete monti pittoreschi e valli rigogliose, fiumi tortuosi e laghi calmi, cittadine vivaci eaffascinanti villaggi rurali. Tra i luoghi da visitare, uno dei pi spettacolari la cascata diLangfoss. la quinta cascata pi grande della Norvegia, con i suoi 612 metri di dislivello, ed situata allestremit orientale del bel fiordo di kra, appena fuori Etne, con ripide montagne chesi gettano a picco sul fiordo. Le spiagge di Karmy sono pi belle di quanto si possa immaginare:bianche, soffici e lunghissime. Potrete concedervi una passeggiata sulla riva e lasciare che il

    vostro sguardo si perda sul Mare del Nord, bello e selvaggio.Pisa-Breslavia: 25 marzo 2012Pisa-Breslavia: 16:15-18:05 mercoled 17:40-19:30 domenica Breslavia-Pisa: 18:30-20:30 mercoled 19:55-21:55 domenicaPisa-Haugensund: 26 marzo 2012

    Pisa-Haugensund: 14:55-17:50 luned 10:30-13:25 venerd Haugensund-Pisa:18:15-21:10 luned 13:50-16:45 venerd

    Nuovi collegamenti

    per Breslavia e Haugesund

    Due nuove rotte per la Ryanair da Pisa

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    10 Attualit

    Precariet e Flessibilit, negli ultimianni, sono stati gli elementi comuni-cativi di base per i giovani in cercadi lavoro e non solo, e ora ci si metteanche lo Spread che schizza oltre i500 punti base e che mette a repen-taglio quotidianamente leconomianazionale e il suo governo.Lo Spread, in generale, la differen-

    za tra il prezzo pi basso a cui unvenditore disposto a vendere un ti-tolo e il prezzo pi alto che un com-pratore disposto ad offrire per queltitolo ed usato come misura dellaliquidit del mercato.Ma ai giovani quanto interessa que-sta indice? Nel piccolo interessa ecome! La giovane coppia che vuolcomprare casa ...fa il cosidettomutuo e lo spread, il funzionario dibanca in ipotesi, lo deve presentarenel dettaglio dellistruttoria.Lindice in questione non altro cheil ricarico che ogni banca decide diaggiungere al tasso base quale pro-prio ricavo.Il principio dello Spread classica-mente commerciale. Il commercian-te (la banca) compra il prodotto (ildenaro) ad un prezzo (tasso di scam-bio interbancario) e lo rivende alla sua

    Nel corso di unaffollata conferenza stampa, erano presenti quasi tutti i pi pre-stigiosi interpreti del Vernacolo livornese, il direttore generale della Fondazio-ne del Teatro Goldoni - Marco Bertini - ha dato la bella notizia della nascita di unArchivio per il Teatro Livornese... anche popolare ed il lancio di un nuovo mododi vivere le programmazioni teatrali con la Goldoni Card.Inutile mettere in risalto la riproposizione dellopera massima della storia tea-trale del vernacolo livornese quale indubbiamente La Mutua di Gino Lena,riproposta da Marcello Marziali, presentata con grande successo il giorno diSanto Stefano.Vogliamo soffermarci brevemente sullArchivio destinato a divenire uno stru-mento di memoria attiva a disposizione della citt e di quegli artisti che vorran-no scoprire, conoscere ma anche arricchire ed innovare con competenza il palco-scenico venacolare degli anni a venire.

    Infine il lancio della Goldoni Card rappresenter un ulteriore moderno ed intel-ligente strumento per facilitare e quindi sviluppare ,ancora di pi, la frequentazio-ne dei programmi di quello che resta, insieme allAccademia Navale un autenti-co gioiello della nostra citt.Un elogio doppio a tutto il management della Fondazione Goldoni.

    clientela, nello specifico la giovanecoppia, ricaricato di un margine diguadagno (Spread) e che oggi ha rag-giunto 4,50 quando ieri circa due annifa era 0,90 punti base per ogni ban-ca .Ecco che i giovani si trovano a far iconti con tali spese creando di con-seguenza una catarsi per le giovanigenerazioni con quel vorrei ma nonposso.

    Ecco che ascoltando alcune campa-ne si sentono litanie lamentose leagenzie immobiliari che non riesconoa concludere perch la giovane cop-pia e non solo ha lo stesso refrein dirisposta dopo la visita della potenzialecasa da comprare: mi piace ma nonce la facciamo non ci danno il mutuo.Oggi soltanto certe banche danno mu-tui e a patto di garanzie solide e colrispetto di alcune soglie.Il contratto di lavoro a tempo indeter-

    minato o determinato, il CUD ovveroper la denuncia dei redditi la rata delmutuo deve essere sostenibile. Il totaledegli impegni in essere (rata televisio-

    ne, telefonino, auto etc) che non devesuperare il 40% del reddito netto men-sile. E perch? Il 95% dei mutui chevanno in Default stato determinatopoich al momento dellistruttoria non stata rispettata la soglia Rata/Reddi-to. Molte banche si tutelano, oggi, dal-leventuale perdita del lavoro. Come?Con un polizza assicurativa che copretale rischio e che se davvero viene per-so si danno sei mesi di rata gi pagata.

    Quindi per accender mutuo due sogliesono fondamentali: reddito di sussisten-za e 40% di reddito netto mensile.E se non si pu da soli, allora, occor-rono le garanzie di genitori, nonni o zii.Forse....Ahim un economia vecchia con as-sistenza determinata dagli anziani ver-so i giovani che hanno continui palettiper crescere e bene in questa societ.Ecco che oggi sempre di pi si usaquel brutto termine di bamboccio-ni di cui tutti conosciamo il signifi-cato e che non dovrebbe neancheesistere.Buon anno.

    Precariet, flessibilit e Spread...Ci che mette a repentaglio leconomia nazionale

    di Andrea Sargenti

    Lanciata la nuova produzione di Teatro Popolare

    e la nascita dellarchivio del teatro livornese

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  • 8/2/2019 Il Centro Gennaio 2012

    11/24

    11Spigolature

    Non era colpa nostra!La permanenza della gravissima crisi fi-nanziaria che ha rischiato di travolgere ilnostro Paese ed a cui il governo Monticerca, con grandi difficolt, di riparare conprovvedimenti severissimi ma indispen-sabili, rida voce a colore ed in particolarea colui che resta il massimo responsabiledellattuale gravissima situazione.Ci riferiamo, naturalmente, al Cavaliere che,dopo qualche giorno di silenzio, cerca dirisalire rapidamento in sella minacciandotuoni e fulmini contro il governo capacesolo di aumentare le tasse agli italiani: in-sieme a lui, i suoi corifei (Cicchitto -Ga-sparri e limmarcescibile portavoce (sic!)

    Capezzone che pretendono ladozione diprovvedimenti (vedi le cosiddette libera-lizzazioni) che in dieci anni non sono mairiusciti ad applicare e di essere preventi-vamente consultati.

    E stata la culonaCon questo titolo di grande rilievo cultu-rale, il direttore de IL GIORNALE nellaedizione del 31 dicembre scorso, ha inti-tolato, a caratteri cubitali ed in prima pagi-na, il servizio sulle presunte richieste di

    dimissioni di Berlusconi suggerite al Pre-sidente della Repubblica da parte dellacancelliera tedesca Merkel.Unaltra esaltante pagina giornalisticada parte del quotidiano di propriet dellafamiglia Berlusconi.

    Bersani non dammeno!Purtroppo, anche sul versante del PD,

    Spigola

    ture

    condizionato dal settarismo della CGIL edin particolare dalla furiosa segretariagenerale,signora Camusso,si fanno senti-re voci di dissenso oltre ad una pericolo-sa accentuazione del dibattito interno.

    Lestremismo populista dellex magistratoDi Pietro scagliatosi con il suo partito,contro il governo dei professori e quel-lo della sinistra fondamentalista, accen-tua le difficolt allinterno del PD.Sembra una pagina ingiallita lincontroe la foto del secolo di Bersani, con Vendo-la e Di Pietro!

    della Repubblica, stava arrostendo le sal-sicce. Limmarcescibile ex ministro per lasemplificazione Calderoli (il grande co-

    struttore della legge elettorale da lui defi-nita porcata) ha paragonato le dichiara-zioni del Presidente della Repubblica aesiliranti battute di un noto comico.

    Lerosione ora si spostaanche in provinciaNon c pace nel PdL livornese.Dopo il passaggio di un consigliere delPdL livornese algruppo misto (ha aderitoallassociazione di Luca di Montezemolo)anche il gruppo consiliare del PdL di Ro-signano non ha voluto essere dammeno.Infatti, nel corso della riunione di giovedi30 dicembre, Giordano Tani - eletto nelleliste del PdL rosignanese - ha annunciatoil suo distacco e si iscritto al gruppomisto.Per la cronaca, anche il consigliere GianniDaddi ha abbandonato Rosignano Demo-cratica ed anchegli si iscritto al gruppomisto.Di questo passo rischia di divenire.....quasi maggiororanza.

    E una conferma della crisi politica che,priva di carature valoriali, si sta estenden-do a tutto il paese indebolendo, natural-mente le istituzioni.

    Via Aurelia 7 - Tel. 0586/940134Stagno - Livorno

    E della Lega

    No, della Lega ormai partito di lotta pre-feriamo non parlare: sarebbe unoffesa albuon senso ed alla seriet del momentoche il paese sta attraversandoLa risposta sui suoi vergognosi compor-tamenti lattendiamo dal Cavaliere e daisuoi fans!El terun, questo laugurio per il nuovoanno rivolto da Umberto Bossi, ex mini-stro del governo Berlusconi, al Presiden-te della Repubblica in occasione del mes-saggio di fine danno. Il parlamentare eu-ropeo il crescente Salvini ha aggiunto

    che, durante il messaggio del Presidente

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    12 Livorno

    Stavo pensando di telefonargli non ap-pena rientrato a Livorno, quando mi giun-ta la drammatica notizia della Sua morteimprovvisa e pertanto pi dolorosa.Massimo era uno dei pi prestigiosi col-laboratori de IL CENTRO ed ogni tanto,quando mi poteva concedere un pochi-no del Suo tempo scriveva per il nostroperiodico su temi di prevalente contenu-to economico e sociologico, spesso conriferimento alle complesse problematichedi Livorno e della provincia. Era per noiun motivo di orgoglio e di legittima sod-disfazione poter ospitare i Suoi interven-ti sempre letti con grande attenzione edinteresse.Era quello di Massimo un contributo digrande spessore perch erano prevalentinelle Sue considerazioni gli aspetti nonquelli estetici o superficiali ma quelli ric-chi di un realismo, qualche volta ancheferoce perch, come si dice in Toscana,pane al pane e vino al vino.

    Per chiarire diceva e scriveva esattamen-te la verit senza infingimenti o scioc-che ipocrisie.A molti le Sue potevano apparire an-che tesi o proposte provocatorie fuoridagli schemi dellordinario e dellampia-mente previsto e scontato: in effetti era-no colme di quel sano realismo, assolu-tamente disinteressato, difficilmente udi-bile o leggibile negli interventi o negliscritti dei cosiddetti grandi esegeti del-

    leconomia di questa stagione cos dram-maticata per il nostro paese ed anche peril nostro comprensorio.Proprio per questa Sua disincantata eprovocatoria visione della situazione so-cioeconomica delle nostre realt, il cuisviluppo era spesso condizionato dascelte tardive o sbagliate, poteva appari-re agli ignavi quasi una voce fuori dalcoro: Massimo con i Suoi scritti sullastampa locale e sugli organi di informa-zione in generale oltrech nei Suoi inter-

    venti in convegni o dibattiti affrontava,di petto, con grande dignit e seriet te-matiche complesse ed articolate nei qualierano sempre presenti proposte concrete

    e di grande respiro.Sappiamo di avere perduto un grandeamico. lo abbiamo rivisto, sullalbumdelle foto ricordo, in prima fila, in occa-sione della cerimonia per il 100 numerode IL CENTRO che festeggiammo nelmaggio del 2010: era presente, insieme aLui, tutto il ghota istituzionale livorne-se che volle onorarci della propria pre-senza: ma la pi ambita fu sicuramentequella di Paolo, in prima fila con il Suosorriso e la Sua inimitabile barba.

    Per caso, ma proprio per caso, ci capitdi passare insieme lultimo giorno del-lanno del 2010: avvenne alla Locandadel Pittore a Bolgheri, il nostro tavoloera proprio accanto a quello di Paoloinsieme alla moglie e ad una coppia diamici.

    Massimo Paoli, una grave perditaSe n andato improvvisamente allet di 56 anni stroncato da un infarto

    Massimo Paoli

  • 8/2/2019 Il Centro Gennaio 2012

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    13Livorno

    Il 2011 in pilloleAnticipazioni sullevoluzione delleconomia livornese

    stesso livello dello scorso anno

    per quanto riguarda limport,

    mentre lexport in leggero au-

    mento. Inserendo la variabile in-flazione nellanalisi, si pu affer-

    mare che gli scambi con lestero

    siano stati meno vivaci rispetto

    al 2010.

    f) Nel turismo le imprese attive sonoaumentate di numero in tutti i

    SEL. Il movimento turistico non

    ha risposto al momento alleaspettative, ma i dati ufficiali an-

    cora non ci sono.

    g) I traffici portuali di Livorno han-

    no dimostrato un certo calo ri-

    spetto ai volumi del 2010, perquanto riguarda soprattutto mer-

    ci e traghettasti. In notevole au-

    mento , al contrario, il numerodei croceristi.

    h) Il mercato del lavoro osservaun aumento del tasso di disoc-

    cupazione, ed un forte incremen-

    to degli iscritti alle liste di disoc-cupazione, e fra i 15 ed i 44 anni

    gli iscritti sono oltre il 55%. Le

    ore di CIG totale sono in diminu-zione, ma in aumento il monte

    ore della CIG ordinaria.

    Alla fine del 2011, sono possibili al-

    cune anticipazioni sullandamento

    delleconomia livornese di detto

    anno, desunte dalle banche dati pi

    aggiornate. Vediamo le pi signifi-

    cative.

    a) Il tessuto imprenditoriale in

    leggero aumento rispetto allan-no precedente, ma il tasso dim-

    prenditorialit rimane comunque

    uno dei pi bassi della Toscana,

    anche in relazione ad un mode-sto incremento della popolazio-

    ne, peraltro dovuto agli stranie-

    ri. Ne deriva che, nel suo com-plesso, rimane stabile il numero

    dei soggetti che offre lavoro.

    b) Lindustria manifatturiera pre-

    senta discreti incrementi, peral-tro dovuti a dati precedenti pra-ticamente azzerati dalla crisi

    2008/2009, ma non raggiunge i

    livelli di efficienza pre crisi, an-che se in questo momento rima-

    ne positivo il mantenimento dei

    livelli occupazionali.

    c) Lartigianato vede un aumento,seppur modesto, del numerodelle imprese attive, ma il suo

    bacino occupazionale mostra,apparentemente, una straordi-naria capacit di tenuta fra gli

    occupati del nucleo familiare, ed

    una consistente contrazione deilavoratori subordinati. Rimane

    inarrestabile la contrazione del

    fatturato.

    d) Il commercio continua a subireun andamento negativo dellevendite al dettaglio nel quale

    comincia ad essere coinvoltaanche la grande distribuzione

    organizzata.

    e) Il valore del commercio conlestero locale viaggia sullo

    di Renzo Pratesi

    i) La provincia di Livorno riceve da

    Enti vari circa 130.000 pensio-ni, la cui media superiore a

    quella toscana ed a quella italia-na. Ma oltre il 40% delle nostre pen-

    sioni non supera i 500E. mensili.

    j) Le stime Prometeia (2012-2014) prevedono per la nostra

    provincia un lieve aumento dellaforza lavoro ed un parallelo e pi

    consistente aumento del nume-

    ro dei disoccupati, soprattutto nelprossimo biennio. Ne subir un

    certo rallentamento il reddito a

    disposizione delle famiglie e, co-m ovvio, la spesa per consumi

    finali. Il valore aggiunto provincia-

    le potrebbe subire una lieve di-minuzione nel corso del 2012, per

    poi tornare timidamente a cresce-

    re nei due anni successivi.

    In conclusione, il 2011 ha eviden-ziato una certa continuit con la ri-presa messa a segno nel 2010, ma

    dal terzo trimestre alcuni settori

    hanno dato evidenti segnali di uncambiamento di rotta. Per evitare

    che il 2012 venga ricordato come

    un annus horribilis, occorre che lacomunit sia in grado di mettere in

    campo nuove strategie.

  • 8/2/2019 Il Centro Gennaio 2012

    14/24

    14 Livorno

    Il Prefetto, questo sconosciuto:Interessante conferenza al Serra

    di Monica Cuzzocrea

    Dopo la conferenza del Comandante deiCarabinieri, il Serra ha invitato il Prefettodi Livorno Dr. Domenico Mannino, origi-nario di Reggio Calabria, presente nella no-stra citt dal 2008. Il Presidente del Serra,Dr. Marco Creatini e il Presidente dellaProvincia Dr. Giorgio Kutuf, nel rivolge-

    re il saluto al pubblico che numeroso af-follava la sala della Provincia, hanno sot-tolineato il ruolo determinante, delicato emultiforme di questa presenza che ha lafunzione di coordinare le strutture presentinel territorio col Governo centrale. S. Ec-cellenza Dr. Mannino, ha accolto con pia-cere linvito di fare una chiacchieratasulla figura del Prefetto in quanto ho rite-nuto che, in un momento in cui una gravecrisi etica pervade la nostra societ, con icittadini che guardano con sempre maggio-re distacco e disillusione alle IstituzioniPubbliche, tratteggiare e far conoscere unatra le pi antiche dItalia, e che ha percor-so tutti i 150 anni di vita del nostro Paeseunito, sia un dovere per chi ha avuto lonoredi ricoprire per molti anni questa carica, eper quaranta di farne parte nei pi diversiruoli e compiti in varie parti del territorionazionale.Il titolo Il Prefetto, questo sconosciuto stato preso in prestito dal libro, presen-tato anche a Livorno, che il collega Padoin, oggi a Firenze, aveva scritto rendendosiconto che purtroppo ben pochi conosco-no questa Istituzione. Infatti in una inda-

    gine demoscopica di alcuni anni fa, e ri-sultato che solo un terzo della popolazio-ne italiana sa - allincirca cosa il Pre-fetto e di che cosa si occupa, un altro 10%dichiara, invece, di saperlo bene, i giovani,quasi tutti, lo ignorano. E, per quel 40%degli italiani che dicono di conoscerlo, lafigura strettamente legata allordine e allasicurezza pubblica anzi, comanda la Po-lizia.Laggettivo servitore silenzioso fa rife-rimento alla funzione di terziet del Pre-fetto, che soprattutto ai giorni doggi, svin-

    colato in gran parte dalle funzioni unica-mente esecutive, si pu rendere liberamen-te disponibile alle necessit di tutti i citta-dini e farsi carico del loro interesse e diquello dellintero Paese.Listituzione della figura del Prefetto risa-le allepoca napoleonica (1802), e se al-

    linizio, era lunico tramite tra potere lo-cale e potere centrale, col Regno Sabaudoe poi con lUnit dItalia nel 1861, rap-present il potere esecutivo dello Stato,dipendente dal Ministro dellInterno conDecreto Reale. Significativo poi, con ilperiodo Giolittiano ricordarne lorigine ari-stocratica o dellalta borghesia piemonte-se, mentre ai primi del 900 proviene dal-la medio borghesia, e dopo il 1960, assi-stiamo al fenomeno della meridionaliz-zazione (il 70%) con un alto grado diistruzione e di conoscenza delle lingue.Questa figura, mentre in Europa non co-nosciuta, ha solo nella Francia una simila-rit che andata poi diversificandosi dopola Seconda Guerra Mondiale e ha poi vi-sto riconosciuto, definito e rafforzato ilproprio ruolo allinterno del costituirsi deiDipartimenti, dove vi un perfetto equi-librio tra il potere locale e quello statale.In Italia con listituzione delle Regionidopo il 1970 e poi nel 1999 con il nuovoassetto dei ministeri, le funzioni attribui-

    te al Ministero dellInterno pongono alprimo posto i compiti riguardanti la ga-ranzia e il funzionamento degli organidegli enti locali, e quelli concernenti lat-tuazione della cittadinanza sociale (tuteladei diritti civili, di cittadinanza, immigra-zione ed asilo).La riforma costituzionale del 2001 in sen-so fortemente autonomistico introduce unnuovo modello policentrico dellammini-strazione del Paese, ove lampia capacitdi autonomia dei diversi enti territoriali,ha posto da subito un interrogativo sulla

    governabilit e sulla coesione territoriale,sociale ed istituzionale. Per un verso, nonsi rinvenuto, n si cercato di creare ex

    novo, un organo che si ponesse in effetti-va posizione di terziet e di raccordo tralo Stato e gli Enti territoriali. Per altro ver-so, in una periferia segnata da svariate pro-blematiche sociali (che vanno dallimmi-grazione e dal disagio sociale nel Centro -Nord alla criminalit organizzata e allar-retratezza dei servizi pubblici nel Sud) dif-ficilmente affrontabili dagli Enti locali, ilPrefetto quale autorit provinciale di pubblica si-curezza e responsabile politico dellor-dine e della sicurezza; ma quella pi pre-gnante, pi appagante, pi vicina alles-senza storica del prefetto quella inno-minata: cio quella che non prevista daleggi, norme, circolari, disposizioni, ma cui chiamato allorch deve diventare, qualeinsostituibile cerniera, rappresentante delgoverno verso i cittadini e nel contempo,rappresentante dei cittadini verso lo Stato.Ormai, il Prefetto un poliedrico pro-fessionista dellamministrazione; era e ri-mane tuttora luomo dei cento mestieri,

    che alterna i vari profili e la varie faccedella stessa figura: il Prefetto di poliziacome autorit provinciale di pubblica si-curezza, il Prefetto calato nelle emergenzesociali, il Prefetto rappresentante del Go-verno nella provincia, il Prefetto nel siste-ma delle autonomie locali, il Prefetto orga-no di protezione civile, il Prefetto media-tore nei conflitti sociali, ed altro ancora.Il Dr. Mannino ha concluso che pur neicambiamenti che dovranno essere affron-tati, non verr mai meno da parte sua lospirito di servizio ed il profondo senso del-

    lo Stato sempre dimostrato, sicuro ed affi-dabile punto di riferimento, domani comeoggi e ieri, per Istituzioni e cittadini.

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    un titolo in prestito per un servitore silenzioso

  • 8/2/2019 Il Centro Gennaio 2012

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    15Livorno

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    Uno spaccato dei vari periodi della scuo-la livornese che nel quadro del Settem-bre pedagogico il Comune ha voluto or-ganizzare anche in occasione del 150 an-niversario dellUnit nazionaleE mancato il pubblico mancata la scuolaufficiale dagli insegnanti agli studenti.Pazienza.La scuola livornese del 1800 con la pre-senza degli istituti religiosi che hanno

    avuto il merito di iniziare lattiviteducatrice, stata al centro dei vari inter-venti del prof.Massimo Sanacore e diAnna Rocchi dellArchivio di Stato men-tre il professore Francesco Mumolo,expreside del Nautico,ha svolto una rela-zione imperniata sullinsegnamento tec-nico ricordando le difficolt incontrate

    150 ANNI DI SCUOLA A LIVORNO

    Appunti di una storia ancora da scriveredi Mario Lorenzini

    Prestigiosoincarico

    al collega

    LucaCollodi

    fin dai primo momenti per poter affermar-si nellinteresse esclusivo dei giovani diallora.La scuola primaria ai primi del 900 stataesaminata da Enzo Papa dellarchivio sto-rico del comune di Livorno e abbiamo ap-preso che i due edifici della Benci e dellaMicheli sono state realizzate in meno diquattro anni e sono ancora presenti incitt a testimonianza di quanto fu fattoper listruzione da quella Amministrazio-ne comunale di tanti,tanti anni fa.Il prof.Angelo Gaudio ha ricordato gli in-

    segnanti del Classico del periodo aureodi questo Istituto che ancora vivo incitt nonostante i due scientifici chefagocitano la maggior parte degli studen-ti.E ora che fare?Sono trascorsi 60 anni da quando la scuo-la italiana ha ripreso a funzionare dopo la

    guerra e vale la pena al-lora davvero scrivere lastoria di questi 60 anni.Vogliamo ricordare

    le scuole materne comu-nali che per tanti annisono state il fiore alloc-chiello della nostra Am-ministrazione, la speri-mentazione in Corea lasperimentazione del liceoscientifico Cecioni adopera del preside Lucia-no Castelli, listruzioneprofessionale con lindi-rizzo di odontoiatria cheallOrlando fece affluire

    studenti da tutta la To-scana e dallestero,listruzione per gli adultiche ha permesso il con-seguimento della licenzadi scuola media a tanticittadini.C qualche laureandoche vuole farci una tesi?In alto: le scuole Micheli. Sotto: le scuole Benci.

    Il collega livornese Luca Col-lodi stato recentementenominato responsabile delcanale italiano di Radio Vati-cana.Si tratta di un incarico pre-

    stigioso che premia un gior-nalista serio e preparato, acoronamento delle sue ca-pacit e della sua alta profes-sionalit.Allamico e collega i pi vivirallegramenti e gli auguri piaffettuosi di buon lavoro.

    E stato nominato responsabile delcanale italiano di Radio Vaticana

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    16 Livorno

    Nelcorso della riunione di insediamen-to del Comitato Provincile eletto in oc-casione del recente congresso provin-ciale, sono stati distribuiti gli incarichi

    che saranno i seguenti:Questo lorganigramma UDC Livorno:Segretario Provinciale:Luigi CoppolaPresidente:

    Roberto MariniVice Segretario:Alessandro MariottiSegretario Amministrativo:Simone VerucciSegretario Organizzativo:

    Roberto OlivatoDirezione Membri effettivi:Luigi Coppola, Alessandro Mariotti, Lan-

    di Marco, Roberto Marini, Simone Veruc-ci, Salvatore Capuozzo, Fabio Cremoni,Roberto Lombardi, Paolo Elmi, FrancoMori, Rita Santuari, Evaldo Camilli.La Giunta esecutiva e la costituzione deiDipartimenti rimandata al ProssimoComitato Provinciale a gennaio.

    La soddisfazione di Bruno Lotti e Umberto Paoletti

    Carpensalda vara il nuovo maxi-yachtdi 63 mt. realizzato per Azimut BenettiE stata varata luned 19 dicembrealla Dar-sena Pisana capannone, ex Fashion Yacht,il maxi yacht di 63 metri realizzato da MecCarpensalda presso la propria unit pro-duttiva nella darsena Pisana sul Canaledei Navicelli.Lo scafo, commissionato da Azimut Be-netti in virt dellesistente accordo di part-nership, interamente in acciaio comple-to di sovrastrutture in lega leggera.Il peso complessivo di 330 tonnellate ed

    stato costruito sotto lasorveglianza dellAmerican Bureau ofShipping.La realizzazione di questa commessa -spiega Bruno Lotti, titolare del cantiereassociato a Confindustria Livorno - ha im-

    pegnato buona parte del personale dal-linizio dellanno ed per noi un motivodi orgoglio, in quanto per la prima vol-

    Marted 20 dicembre in AccademiaNavale si vissuto unaltra serataeccezionale.Attraverso uninteressante formu-la che ha visto coinvolte contem-poraneamente la Banda BrigataParacadusti Folgore diretta dalSgt. Francesco Gazzarra, la Fan-fara Accademia Navale diretta dal1 M.llo Lgt. Giovanni Cosenza ela Banda della Scuola Marescialloe Brigadieri dei Carabinieri di Fi-renze diretta dal M.llo Sup. EnnioRobbio si svolta la cerimoniadegli AUGURI di PRESIDIO.Un concerto bandistico di granderilevanza inziato con lInno Nazio-nal e proseguito con un ricco pro-gramma di autori di grande presti-gio ha letteralmene entusiasmatoi numerossimi presenti alternati-vamente eseguiti dalle tre bande.Ha chiuso la classicissima Mar-

    cia di Radetzky eseguita da tutti etre i complessi che ha suscitato ilgenerale entusiasmo.Poi laccensione del brigantinotrasformato in un fantasmagoricoalbero di Natale ha concluso labellissima serata.Complimenti al Comandane del-lAccademia Navale AmmiraglioGiuseppe Cavo Dragone.

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    ta abbiamo realizzato un scafo completodi sovrastrut-ture. Questo ci ha consen-tito di offrire al nostro principale com-mittente, Azimut Benetti, un prodottochiavi in mano.Unoccasione importante ha commen-tato Umberto Paoletti, Direttore di Con-findustria Livorno che dimostra come ilcontratto di rete siglato nelle scorsesettimane tra Azimut Benetti e venti im-

    prese dellindotto, grazie al coordina-mento di Confindustria Livorno, stia dan-do buoni risultati, anche in tempi di cri-si.

    UDC provinciale:

    nuovi incarichi

    Ed sempreAccademia

    Navale

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    17Rosignano

    Nel corso di una inquieta riunione delConsiglio Comunale di Rosignano M.nella discussione su un argomento iscrit-to allordine del giorno, la consigliera del-lItalia dei Valori componente di maggio-ranza - certa Sandra Lancioni - ha apostro-

    Per la terza volta lasta per la vendita dellaCapannina, a Castiglioncello, andata de-serta. Non bastata, quindi, la riduzionedella base dasta: nessuno ha investito inquesta struttura.Perch una struttura, un tempo di presti-gio, a due passi dal mare, non trova uncompratore? Certo, c crisi, ma il proble-

    ma pi profondo.Sono certo che ci sono ancora, nonostantetutto, imprenditori che hanno voglia diinvestire nel lungo periodo; ma allora per-ch questo investimenti resta ancora or-fano? Il problema che manca una cor-nice, una prospettiva di lungo periodoentro cui investire nel nostro territorio.In campagna elettorale la parola dordine,lanciata soprattutto dallattuale Sindaco,era di pensare a quella che sar la Rosi-gnano del 2020. Purtroppo, oltre a dire

    che si deve pensare ad essa, non si fattoaltro. Beninteso, non si tratta solo di undifetto dellattuale giunta, ma di tutto unmodo di fare politica, basato sullutilizzodi grandi slogans (primo fra tutti lo svi-luppo multipolare di nenciana memoria)tanto belli da sentire quanto vaghi e con-traddittori da applicare. Se vogliamo risol-levare le sorti di Rosignano, in generale, edi Castiglioncello, in particolare, dobbia-mo smettere di utilizzare soltanto belleparole, e cominciare a porci qualche do-

    Lasta della prestigiosa struttura a due passi dal mare di Castiglioncello andata ancora deserta

    Nessuno vuol comprare la Capannina

    C crisi, ma il problema pi profondodi Jacopo Pizzi

    manda concreta, e dalle risposte che ot-terremo partire per riformare il territorio inmodo radicale, strutturale e organico.Se posso permettermi, le prime domande lefaccio io: - Quale tipo di turismo si sposameglio ad una realt come Castiglioncello?Deve essere un turismo di massa o di elite?Un turismo per famiglie, dove le persone ar-

    rivano solo per stare tranquille, o un turi-smo dove si possono offrire anche altri sva-ghi oltre alle giostre e al cinema allaperto?- Quali interventi si possono fare per ri-lanciare il turismo a Castiglioncello e ri-portarlo, se non ai fasti degli anni 60-70,almeno a una condizione degna del suonome?

    fato duramente il Sindaco colpevole, se-condo lei, di non avere dato probanti chia-rimenti in merito al tema in discussione.Il Sindaco Franchi si giustamene risen-tito, ha immediatamente minacciato di ri-tirare le deleghe allassessore espressio-ne di quel gruppo, stigmatizzando dura-mente lintervento della consigliera.In una nostra nota pubblicata su IL TIR-RENO abbiamo difeso la scelta del Sin-daco rivendicando lesigenza che si ri-torni a dare dignit alla politica e de-nunciando i comportamenti di questiparven della politica odierna.Questa nostra presa di posizione ha na-turalmente scatenato le reazioni dellaconsigliera dellIdV che, lancia in re-sta, si scatenata in una serie di accuse,denunce, insinuazioni largamente ripor-

    tate dalla stampa.A proposito del dissenso esploso in con-siglio: si sono riunite le due delegazioni chesi sono naturalmente riaccordate con unapuntualizzazione del PD rivolta allIdV: allaprima che mi rifai di licenzio e te ne vai:

    Un panorama di Castiglioncello

    Dare dignit alla politicaUna nostra presa di posizione ha scatenato aspre reazioni

    Ma il discorsodovrebbe valere sempre

    Il capogruppo e candidato a sindaco del PdL -Luca Luparini - ha chiesto espres-samente le dimissioni da consigliere del collega Tani che, nellultima riunionedel Consiglio Comunale di Rosignano, ha deciso di abbandonare il gruppo delPdL per iscriversi a quello misto in attesa, a quanto sembra, di passare al P.S.Irosignanese.La richiesta o la pretesa potrebbero non fare una grinza: ci viene spontaneo e

    naturale chiedersi come mai, Luca Luparini non ha protestato, con analogavirulenza e decisione, durante la nota campagna acquisti del Cavaliere che,dalla sera alla mattina, vide passare una decina di deputati, provenienti dalatri gruppi, nel PdL per rafforzare la traballante maggioranza di quel governofonte di tanti guai per il Paese.Attendiamo, a pi fermo, una convincente risposta.

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    18 Rosignano

    Abbiamo apprezzato nelledizione di sabato 24 dicembre de IL TIRRENO a pag.IIe XI delle cronache locali unintelligente inserzione pubblicitaria natalizia.Si tratta della S.e.A. di Campatelli Alessandro & Stefano snc. con sede in ViaTorricelli 8- San Pietro in Palazzi -Cecina - che opera nel settore degli impiantielettrici, del fotovoltaico, videosorvaglianza, allarmi, automazioni, condiziona-mento e servizi di manutenzione.I titolari hanno avuto la pregevole idea di rivolgere gli Auguri di Buone Festecon un exploit di autentico sapore natalizio con una foto che comprende tutti i

    collaboratori (tecnici ed impiegati amministrativi) in composta divisa adeguataalle festivit.Limpressione che abbiamo avuto stata quella di una squadra ben affiatata,piena di giovani sorridenti e soddisfatti che da il senso della freschezza,dellacompattezza e della seriet di unazienda in crescita. Complimenti ed auguri.

    di Franco Spugnesi

    Certamente inusuale, almeno per iltipo di lettura che normalmente re-censiamo sul nostro mensile, il vo-lume di cui oggi parliamo.Si tratta de La storia della pieve diSan Michele e della compagnia del-la Nativit di Maria del Gabbro (sec.XIV - XIX completato dal sottoti-tolo Le pievi e le chiese di Rosi-gnano, Vada, Castelvecchio e Castel-nuovo della Misericordia nelle visitepastorali dei secoli XV XVII) frut-to della paziente opera di ricercadegli autori: Lando Grassi, Paola Ir-cani Menichini, Corrado Palomba.Il libro che preceduto dalle prefa-zioni del Vescovo di Livorno Mons.

    Simone Giusti e del sindaco di Ro-signano M. mo Alessandro Franchi ricchissimo di documenti riportatiintegralmente e tradotti in lingua cor-rente quando necessario, cos dafornire non solo una testimonianzasu gli avvenimenti di questa plagadal medioevo allet moderna, maanche una fonte per futuri appro-fondimenti e ricerche.Libro perci interessantissimo per

    chi approfondisce gli studi storicidella nostra terra ma significativo pertutti, in quanto richiama lo spiritoche animava quelle comunit, prin-cipalmente quella dellantico Cama-iano poi divenuto Gabbro, ma an-che tutte le realt di cui si narra nel-la scorrevole sintesi storica della dot-toressa Paola Ircani Menichini.Quelle popolazioni davano grande

    importanza nel preservare una pro-pria identit di comunit, paese o ca-stello che fosse; intorno alla lorochiesa, anche se spesso i docu-menti la raccontano diruta o malmes-sa come daltra parte si immagina lecase dei fedeli, cresce il senso dap-partenenza alla pieve o alla parroc-chia. Successivamente al concilio diTrento le norme ecclesiastiche si fa-ranno pi precise, talvolta sostituen-do leccessiva spontaneit in altret-tanto eccessivo formalismo, di cuile Compagnie e le Confraternitesono spesso propugnatrici, ma an-che capaci di far nascere opere dicristiana carit e di solidariet uma-na che sopravvivono ancora.Un libro che serve dunque ai rosi-

    La pieve di San Michele e della compagnia

    della Nativit di Maria del Gabbro (sec. XIV XIX)

    Un interessante libro sulla storia della chiesa

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    gnanesi vecchi e nuovi per ritrovarele radici storiche della propria terra,per ripensare il percorso di civilt esocializzazione percorso fin qui, peraugurarsi di sviluppare sempre di pila coesione e la solidariet che inogni tempo necessita ad una comu-nit, specie in tempi di crisi, perdefinirsi veramente tale.

    Una pubblicit intelligentee fuori dai soliti schemi

    Quella messa in atto dalla S.e.A. di Campatelli Alessandro & Stefano snc.

    La copertina del libro.

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    7Cultura 19

    La biologia del restauroPer la conservazione e il mantenimento del patrimonio culturale

    di Silvia Menicagli

    La biologia quella branca delle scienzeche studia le basi della vita, i meccanismi,le interazioni e gli equilibri che la permet-tono, nel mondo animale e vegetale.A mio avviso essere biologo un pocome essere un invitato speciale al gran-de spettacolo della vita del quale puoi co-noscerne gli attori e la regia. Un privilegioinsomma.Le applicazioni pratiche poi sono un am-pio ventaglio che vanno dallapprocciodella chimica di base, alla biochimica, ge-netica, fisiologia, anatomia, botanica, zo-ologia, ecologia e quantaltro fino ad arri-vare alla sua ultima applicazione, appa-rentemente incongruente, la biologia delrestauro.Il patrimonio culturale rappresentato datutti quei manufatti, edifici monumentalied opere darte che sono la testimonianzadella cultura di un popolo e per questodevono assolutamente essere conservatie mantenuti per le generazioni future.

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    Per una corretta conservazione neces-sario individuare quali sono le cause deldegrado, in modo da poter intervenire congli strumenti adeguati.Le alterazioni possono essere di varia na-tura: fisica, chimica o biologica, ed in alcu-ni casi pi complesse e portano alla modi-ficazione della struttura alterandola e di-struggendola.Lumidit e lelevata temperatura favori-scono la crescita biologica di batteri, muf-fe, alghe verdi e muschi. Gli insetti arreca-no il danno pi immediato dovuto alla in-gestione di derivati della cellulosa.Vi sar capitato certamente di vedere scap-pare via da una libreria di vecchi libri odaltro documento cartaceo quegli insettini

    argentati e piatti che si dileguano veloce-mente, quello che solitamente chiamiamoil pesciolino dargento e che in realt ilLepisma saccharina.Il Lepisma, notturno e lucifugo per cuivive benissimo nei cassetti foderati di car-ta o stoffa, allinterno degli armadi, nei bat-tiscopa di legno e nelle pagine dei libri, ditutto ci si ciba avidamente essendo lacellulosa, il suo nutriente principale.E facile riconoscere il danno del Lepismanei libri e in tutto ci che cartaceo,

    infatti una perforazione a margini irregola-ri.Ma questo non lunico insetto che pro-voca danni al patrimonio artistico, esiste ilpidocchio dei libri scientificamente cono-sciuto con il nome di Liposcelis Divinato-

    rius il quale vive nei libri cibandosi perdelle muffe che si sviluppano tra le pagi-ne.Sempre ghiotte di cellulosa ed amidi sonole blatte che perforano la carta e la sporca-no di escrementi, cos come gli Isotteriossia le termiti che provocano gallerie pro-fonde nei manufatti in legno.Gli uccelli, sono un altro agente di dannopoich contribuiscono al deperimento deibeni lapidei con i depositi delle loro deie-zioni. Il biologo quindi riveste un ruoloessenziale nella conservazione del patri-monio storico che consiste nel riconosce-re linfestante ed assicurarne la elimina-zione tramite disinfestazioni chimiche maanche con luso di microonde, radio-steri-

    lizzazione ed ultrasuoni.Come al solito la cosa migliore rimane laprevenzione delle infestazioni, tramite di-minuzione dellumidit dellaria, della tem-peratura e la conservazione per due setti-mane in ambiente privo di ossigeno se sitratta di beni conservati in ambienti chiusiIl problema che insorge per tutti queibeni che si trovano in ambiente esterno,quando non possibile, per questi, creareun ambiente confinato anche parziale, lin-tervento migliore quello della pulizia dallo

    sporco e dai depositi superficiali che seeffettuato regolarmente rallenta la cresci-ta biologica, meglio ancora se contempo-raneamente si effettua una sigillatura estuccatura di tutte le lacune presenti neimonumenti lapidei.

    Lepisma saccharina: un nemico per i no-stri libri.

  • 8/2/2019 Il Centro Gennaio 2012

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  • 8/2/2019 Il Centro Gennaio 2012

    21/24

    21Cultura

    Risale, con tutta probabilit, alla prima met del XIV secolo.

    Un magnifico esemplare di rosa

    La torre dei Belforti

    a Montecatini Val di CecinaIl borgo di Montecatini Val di Cecina dominato dallimponente Torre Belforti,le mura del castello ancora visibili risal-gono, con tutta probabilit, alla primamet del XIV secolo.Dellantico apparato difensivo restanotuttora due torricelle di forma rotondache controllavano gli accessi al castello.La torre fu edificata nel 1354 sui resti diuna precedente fortificazione per voleredella famiglia Belforti.Alta 28 metri, suddivisa in cinque pianiha base quadrangolare a scarpata ed realizzata in selagite, le mura hanno unospessore che varia da oltre 3 metri allabase a pi di due metri in altezza.La sua storia legata a doppio filo conquella della famiglia volterrana dei Bel-forti che ebbe principato in Volterra dal1341 al 1361.Inizialmente la torre apparteneva di dirit-to al Vescovado volterrano ma il vesco-vo Filippo Belforti nella prima met deltrecento le cedette abusivamente ai suoifamiliari.Inoltre in un protocollo conservato nellabiblioteca guarnacciana risalente al 18febbraio 1353, Filippo Belforti chiamasuoi patrimoniali i beni di Montecatiniche in seguito dar in affitto eccetto latorre e il cassero.Ma il momento di massima celebrit didella torre montecatinese fu poco dopoil 1361 , quando divenne centro e capo-saldo della resistenza partigiana dei Bel-forti e zona di guerra tra volterrani e pi-sani.Il 4 settembre 1361 infatti, i volterrani im-prigionarono Bocchino Belforti , figlio ederede di Ottaviano Belforti con laccusadi aver trattato la vendita della citt diVolterra con i pisani in cambio di 30.000fiorini doro.Bocchino fu tradito dalla moglie Bandec-

    ca che sper cos di barattare la vita delmarito con la cessione della torre e dopoche egli fu decapitato il 10 ottobre dellostesso anno sper di servirsene per libe-rare il figlio e gli altri della famiglia cadutiprigionieri.Alla notizia del tradimento di BocchinoBelforti i suoi familiari, oramai braccati,siasserragliarono in parte in Berignone,ma

    la resa fu veloce, mentre altri si arrocca-rono a Montecatini dove corsero in loroaiuto Bartolomeo e Ottaviano Gaetani,Gabriele ed Antonio conti di Strido e ilconte Giorgio di Montecuccheri con leloro milizie.Fu una resa molto combattuta; da docu-menti sincroni sappiamo che 60 fantibene armati stanziavano a difesa dellatorre e mentre Stoldo de Rossi e Rober-to Belforti trattavano la resa con i fioren-tini pi di 1500 fanti pisani razziavano lecolline volterrane e assediavano i castel-

    li de contado da Montegemoli a Poma-rance.Lassedio di Montecatini dur molto, nonci detto infatti il giorno preciso dellaresa, si sa solo che furono stipulati deipatti di pacificazione nellanno 1370 traVolterra e i Belforti sotto la mediazionedegli Uditori Fiorentini per la GeneralePacificazione.

    Vennero restituiti molti beni alla famigliaBelforti ma la torre rimase possesso deivolterrani fino al 1472, fu inoltre sede deicapitani inviati dai