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5/22/2018 ItumulisacridiThurii-slidepdf.com http://slidepdf.com/reader/full/i-tumuli-sacri-di-thurii 1/7 • 64 Q uesta storia comincia nel 1879, agli albori dell’archeo- logia italiana. L’ingegnere Francesco Saverio Cavallari, su impulso della Direzione Generale dei Musei e degli scavi, iniziava una se- rie di campagne di scavo sistematiche nei territori “dell’antica Magna Grecia”. La vicenda è raccontata nei dettagli dal bel libro di Angelo Bottini,  Archeologia In apertura,  Ade e Persefone in trono, da Lo- cri, 470 a.C. circa, Museo Nazio- nale di Reggio Calabria. Nella pa- gina seguente, in alto la piana di Sibari, con lo sfondo delle Monta- gne di Orsomarso, in basso Cori- gliano Calabro. LUOGHI DI ENERGIA Una serie di tumuli che si ergevano nel sito dell’antica Thurii, scavati al- la fine dell’Ottocento, ci hanno restituito alcune sepolture misteriose. Chi erano gli individui venerati in quelle tombe sacre? di Alessandro Coscia I Tumuli Sacri di Thurii

I tumuli sacri di Thurii

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A summary article about gold leaves from Magna Graecia and mystic cults.

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    Questa storia comincia nel1879, agli albori dellarcheo-logia italiana. LingegnereFrancesco Saverio Cavallari,

    su impulso della Direzione Generale

    dei Musei e degli scavi, iniziava una se-rie di campagne di scavo sistematichenei territori dellantica Magna Grecia.La vicenda raccontata nei dettagli dalbel libro di Angelo Bottini,Archeologia

    In apertura,Ade e Persefone in trono, da Lo-cri, 470 a.C. circa, Museo Nazio-nale di Reggio Calabria. Nella pa-gina seguente, in alto la piana diSibari, con lo sfondo delle Monta-gne di Orsomarso, in basso Cori-gliano Calabro.

    LUOGHI DI ENERGIA

    Una serie di tumuli che si ergevano nel sito dellantica Thurii, scavati al-la fine dellOttocento, ci hanno restituito alcune sepolture misteriose.Chi erano gli individui venerati in quelle tombe sacre?

    di Alessandro Coscia

    I Tumuli Sacri

    di Thurii

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    della salvezza. Lo scopo dichiara-to delle ricerche era quello di in-dividuare i siti di due celebri cittgreche dItalia: Sibari, antica fon-dazione achea distrutta dalla riva-le Crotone nel 510 a.C., e la colo-nia panellenica di Thurii, co-struita sulle rovine della prima

    nel 444 a.C.Come capitato spesso nella sto-ria dellarcheologia, lobiettivoreale non fu raggiunto (lidentifi-cazione corretta del sito sarebbeavvenuta solo nel 1932), ma ci siimbatt in una scoperta per mol-ti versi straordinaria. Cavallari fuattirato da alcune alture - dette neldialetto locale timponi - che sistagliavano sulla riva meridionaledel fiume Crati, nellodierno comune di Corigliano

    Calabro. Un primo sondaggio in uno dei timponi,per, non diede alcun esito. Nonostante tutto, Caval-lari era convinto dellorigine artificiale di quelle colli-ne. E i fatti gli diedero ragione: al secondo tentativo,fatto in corrispondenza del timpone Paladino, loscavo rivel che si trattava di un elevato non naturale,costruito in relazione a una sepoltura, ormai vuota.

    Il timpone grandeI lavori al timpone Paladino furono dunque interrot-ti e ci si concentr su una altura detta Timpone gran-de: una collinetta con un diametro alla base di m.28 circa [] alta fino al vertice metri 8,00. Cavallari

    realizz al Timpone grande unindagine esemplaresotto il profilo metodologico considerata lepoca -con unattenzione minuziosa per la sequenza strati-grafica. Furono cos rilevati dodici strati (alcuni deiquali restituirono frammenti di ceramica decorati a fi-gure rosse e altri a vernice nera, databili tra V e IV se-colo a.C.) pi un tredicesimo, sottile, composto di ce-nere mista a carbone e ad una materia filacciosa, co-me fibre di legno semibruciato. Dopo vari tentativi eun allargamento della trincea di scavo a partire dallasommit, si arriv infine alla tomba. La sepoltura con-teneva i resti di uno scheletro con tracce di cremazio-

    ne, ma ancora riconoscibile sia nelle sue parti anato-miche che nellorientamento. Un lenzuolo bianco(quasi intatto ma ridotto fragilissimo) copriva quelche rimaneva del cadavere. I frammenti di legno, conchiodi e pezzi di ferro ossidati, sembrano indicare pe-raltro che il corpo fu inumato in una cassa. Sul pettodello scheletro furono rinvenuti alcuni oggetti integri,in seguito scomparsi in circostanze poco chiare (tuttoil corredo fu trasferito al museo di Reggio, dove se nesono perse le tracce): due placche in argento, decora-te con la figura di una testa femminile, probabilmen-te elementi decorativi di vesti o di una corazza incuoio; un ago crinale in ferro, il cui uso non fu com-preso dagli scavatori, ma che pu essere identificatocon uno stilo, come vedremo. Infine, il rinvenimentopi importante, per fortuna giunto fino a noi: vicinoalla testa del defunto, oltre ad alcune placchette che

    dovevano far parte di una corona aurea, si raccolta

    una laminetta doro purissimo, larga mill. 23, ripiega-ta sei volte. Un esame pi accurato rivel che nellaprima piegatura della stessa era contenuta una la-minetta pi piccola, egualmente di oro, larga mill. 15,ripiegata quattro volte. Il testo della lamina pi gran-de rappresenta ancora un rompicapo per gli studiosi:un miscuglio di termini comprensibili e di parole sen-za apparente senso. I termini intellegibili sono: AProtogono alla Terra Madre, a Cibele, a Kore (figlia)di Demetra Zeus, Aria, Sole, Fuoco che conquistatutto (attraverso tutte le citt) Fortuna e Fanes, Moi-re che tutto ricordate. Tu, o demone glorioso Padreche tutto domini compensazione Aria, Fuoco, Ma-

    dre, Nesti, notte, giorno... Digiunando per sette gior-ni, Zeus che tutto vede, sempre, Madre, ascolta lamia preghiera Bei sacrifici Sacrifici Demetra, Fuo-co, Zeus, la sotterranea Kore Eroe Luce nel cuorealla Madre Kore Terra Aria nel cuore. La natu-ra enigmatica (in senso letterale) di questo scritto ap-pare evidente se si esamina il testo originale, in greco,qui riportato con le parole comprensibili trascritte inminuscolo (vedi figura). Nella generale e voluta oscu-

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    In alto,il timponegrande di

    Thurii(sezione).

    Al centro,piana di Si-

    bari, localiz-zazione de-gli scavi diCavallari eFulvio del

    1879-1880.In basso,

    piana di Si-bari, uno deitimponi an-cora visibili(da Angelo

    Bottini,Archeologia

    della

    salvezza).

    rit emergono in maniera esplicita

    i rimandi alle divinit Demetra eKore, titolari dei Misteri di Eleusi,a Zeus, alla Grande Madre Cibelee a divinit ricorrenti nelle cosmo-gonie orfiche: Protogono e Fanes(spesso sovrapponibili in ununicafigura). Si giustamente parlato diencryption: una composizionedi lettere disposte in modo da ce-lare le parole sacre riservate agli ini-ziati. In altri termini, una sorta dipuzzlesimile a quelli che oggi sitrovano nelle riviste enigmistiche,

    in cui il lettore deve identificare pa-role dotate di significato in mezzoa una massa di lettere apparente-mente incoerenti. La laminetta in-terna, pur nel suo linguaggio allu-sivo, risulta invece pi comprensi-bile. Ma non appena lanima ab-bandona la luce del sole, verso de-stra (procedi), serbando ogni pre-cetto dentro te. Rallegrati, tu chehai provato questesperienza, nmai prima la provasti. Da mortale

    sei divenuto dio. Capretto cadestinel latte. Rallegrati, rallegrati, tu

    che procedi a destra verso i prati

    sacri e i boschi di Persefone.Le sepolture delTimpone piccoloPochi giorni dopo le scoperte nelTimpone grande, Cavallari dispo-se lo scavo di un altro cono, dettoTimpone piccolo di Favella dellaCorte, situato ad Occidente e di-scosto circa met. 265 dal Timpo-ne grande. Il tumulo misurava 18metri di diametro e 5 di altezza.Purtroppo questa seconda campa-

    gna archeologica, affidata ben pre-sto ad un altro responsabile, linge-gnere L. Fulvio, fu condotta in ma-niera meno accurata della prece-dente e i dati di scavo non furonoregistrati in maniera impeccabile.

    In ogni caso, furono recuperate tretombe a cassa: accanto alla manodestra degli scheletri cerano altret-tante laminette doro, datate allamet del IV secolo a.C. Riportia-mo il testo delle prime due (la ter-za simile alla seconda): Vengopura dai puri, o regina dei mortiEukls, Eubuleus e voi altri deiimmortali: ch io dichiaro di ap-partenere alla vostra stirpe beata.Mi soggiogarono con il fulmine la

    Moira e il lanciatore di folgori evolai via dalla ruota dolorosa e gre-ve di patimenti, e salii con i piediveloci sullagognata corona e ripa-rai in grembo allinfera padrona ediscesi dalla desiderata corona coni piedi veloci O beato e fortuna-tissimo, sarai dio invece che mor-tale! Capretto caddi nel latte.Vengo pura dai puri, o regina deimorti Eukls, Eubuleus e voi altridi demoni: ch io dichiaro di ap-partenere alla vostra stirpe beata, e

    pagai la pena di azioni per nullagiuste, che mi soverchiasse la Moi-ra o il bagliore delle folgori E orasono giunto supplice presso Per-sefone santa, perch benevola mimandi alle sedi dei puri.

    I tumuli degli iniziatiIl tumulo una struttura funerariache, nel mondo greco, legata aben precise valenze simboliche: unsoros (tumulo, in greco) fu erettonel luogo dove vennero cremate leceneri degli ateniesi morti nellabattaglia di Maratona contro i Per-

    I TUMULI SACRI DITHURII

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    siani (490 a.C.). Tumuli furono innalzati per conser-vare le spoglie di sovrani e celebrarne la memoria (Ni-cocreonte, re di Cipro, o le tombe della dinastia ma-cedone, a Vergina). Dunque, una sepoltura che si col-loca sotto il segno della celebrazione eroica di undefunto, che lo colloca in una dimensione superu-

    mana. Nel contesto iniziatico, la valenza politico-ce-lebrativa diventa religiosa: il termine eroe muta cam-po semantico direbbero i linguisti e designa il my-stesche ha seguito le corrette pratiche rituali, che hamutato lessenza interiore e diviene, dunque, eroe.Una lamina doro, rinvenuta a Petelia (in Calabria),sancisce questo destino, per liniziato: e tu regneraisugli altri eroi. E in questo ambito abbiamo dei con-

    fronti: un tumulo circolare del diametro di 14 metri,scavato a Kallatis (sulle sponde del Mar Nero, in Ro-mania), negli anni 60, restitu il corpo di un uomo,avvolto in un semplice lenzuolo. Sul capo, linumatoaveva posato una corona metallica a intreccio di ramie nella mano sinistra un rotolo di papiro iscritto, pur-troppo irrimediabilmente corrotto dopo lapertura.Nel terreno circostante, quattro vasi riconducibili adatti di culto praticati dopo la tumulazione, come neltimpone grande. Anche la datazione (inizi del IV

    secolo a.C.) accomuna la sepoltura di Kallatis a quel-la di Thurii. Ma le tombe pi famose tra gli studiosidi orfismo sono le due scoperte a Derveni, in Ma-cedonia, che contenevano i resti incinerati di due in-dividui, conservati in crateri (uno dei quali lo splen-dido vaso in bronzo dorato con scene dionisiache):una sepoltura ci ha restituito, tra i vari elementi delcorredo, un contenitore con un oggetto metallico, in-terpretabile come uno stilo e una corona a foglie do-ro; laltra, i resti, scampati alla cremazione, di un pa-piro detto papiro di Derveni, che contiene un im-portantissimo commentario filosofico a un poemaorfico che ha pi di un punto di contatto con il testocriptato del Timpone grande. Questa ricognizione disepolture iniziatiche ci aiuta a tentare uninterpreta-zione pi approfondita dei tumuli di Thurii. Il mi-sterioso individuo sepolto nel timpone grande fusottoposto a una semicremazione. Questo procedi-

    mento rituale rivela lappartenenza a unlitee si ac-corda con il modello mitologico e religioso dellamorte per folgorazione, evento che divinizza la vitti-ma e che qui, forse, fu riprodotto artificialmente, eli-minando col fuoco la parte corruttibile del cadavere.Liniziato di Thurii fu onorato, come un eroe divino

    (da uomo sei diventato dio, dice la laminetta che loaccompagna nellAde), in occasioni anche successivealla sua tumulazione. Come scrive Burkert: con sa-crifici ripetuti, fatti con enormi fuochi e oblazioni,questo tumulo sar cresciuto pian piano. Gli og-getti parlanti (il cosiddetto ago metallico, che a que-sto punto conviene chiamare stilo, e le lamine iscrit-te) che componevano il suo corredo funebre ci dico-

    no che la scrittura aveva un con-notato sacro fondamentale perquesto individuo.

    Lindovino atenieseChi era dunque questo personag-gio, mistico e intellettuale, proba-bilmente autore o commentatoredi hieroi logoi (libri sacri), ope-rante e vivente a Thurii, tra la finedel V e linizio del IV secoloa.C.? Le fonti antiche come hasuggerito Walter Burkert - ci par-lano di un individuo il cui iden-tikit si avvicina alle caratteristicheche abbiamo appena tratteggiato:Lampon, uninteressante figura dimantis (indovino e profeta) ate-niese per nascita, legato ai sacer-

    doti eleusini ma vicino anche allorfismo. Il nostromantisfu proprio uno degli ecisti (fondatori ufficiali)di Thurii, a capo dei coloni che si installarono in Ma-gna Grecia nel 444 a.C. Nonostante Platone paro-diasse queste figure di mistici indovini che, nella Re-pubblica, ci descrive capaci di persuadere citt inte-re presentando cataste di libri di Orfeo e di Museo,sotto il velo del mistero e dei travisamenti delle fontiantiche, sembra di scorgere la presenza e lazione di fi-gure iniziatiche che facevano proselitismo in vari cen-

    tri del mondo greco antico. Un particolare pu suo-nare strano: se Lampone fu venerato come eroe fon-datore di Thurii, perch il suo sepolcro non fu collo-cato al centro della citt, nel cuore politico-religiosodella comunit, come attestato per altri sepolcri dieroi fondatori di colonie? Il contesto topografico sem-bra invece segnalarci la volont da parte dei defuntidei timponi di distinguersi, almeno in senso simboli-co, dal resto del corpo civico.

    La ruota, la corona, il grembo della deaLe formule sacre che leggiamo nei testi delle lamine,dettate agli scribi (o scritte direttamente) dagli iniziati,facevano probabilmente parte di un repertorio piampio che veniva selezionato di volta in volta. Da qui,per noi, lermetismo di testi appartenenti alle cose in-dicibili, che sfruttavano il procedimento dellespres-sione enigmatica e avevano come riferimento riti di

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    In pagina,

    lamina dorodal timponegrande diThurii, Museo

    ArcheologicoNazionale diNapoli.

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    In alto,lamina dorodal timpone

    piccolo diThurii, Mu-seo Archeo-

    logicodi Napoli.In basso,

    lamina dorodi Thurii,

    prima metIV secolo

    a.C. (MuseoArcheologi-co di Napo-

    li).

    cui quasi tutto ci sfugge. chiaro

    per laggancio al momento dellamorte e a una cerimonia funebre,celebrata da sacerdoti e praticantidel culto: il miste dichiara di veni-re al cospetto di Persefone e svela lacausa della morte: mi soggiogaro-no con il fulmine la Moira e il lan-ciatore di folgori. Non ci si riferi-sce, qui, ad un evento reale (anchese c chi ha pensato che i defuntidei timponi fossero individui ucci-si da un fulmine vero e per questo

    sacralizzati), ma allo schema sim-

    bolico della morte del corpo tra-mite il fuoco, porta privilegiata ver-so limmortalit e leroizzazione.Lanima, quindi, pronuncia unafrase suggestiva: Volai via dallaruota (o dal cerchio) dolorosa egreve di patimenti. Questo sim-bolo condensa una serie di signifi-cati, tutti attestati in antico: il cir-colo della vita umana, la ruota del-la sofferenza (e della tortura), maanche il ciclodelle migrazioni del-

    lanima (Erodoto, Diogene Laer-zio). Ed su questultimo valoredel termine che ci si deve soffer-mare: chi parla non vuol semplice-mente (e banalmente) dire di avercessato di vivere. Liniziato, in aper-

    tura, ha appena dichiarato di ve-nire puro dai puri, formula ritua-le che designa lo status raggiuntodal miste, tramite lascesi perse-guita non solo da lui stesso ma an-che dai suoi genitori, siano essibiologici o rituali, come scrive lostudioso Franco Ferrari. La purez-za mistica era strettamente connes-sa alla liberazione dal ciclo dellenascite, un ciclo che appunto do-loroso e greve di patimenti (cos

    come dolorosi sono definiti isentieri della vita da Empedocle,filosofo che sicuramente ebbe con-tatti con circoli e dottrine misteri-che). Ritengo che i puri (in grecokatharoi, da cui i Catari medioeva-li) fosse uno dei termini con cui gliappartenenti a questa comunit siautodefinivano. Uniscrizione rin-venuta a Cuma (colonia fondatadai Greci dellEubea), sulla lastradi una tomba del V secolo a.C., cisvela forse il nome di unaltra setta,

    affine a quella di cui stiamo par-lando: non lecito seppellire quichi non bebakcheumenos. I be-bakcheumenoi (in greco: coloroche sono divenuti bakchos) eranoprobabilmente gli adepti di unacomunit dionisiaca, che avevanoraggiunto la condizione di bak-chos, cio avevano non solo speri-mentato lidentificazione col dio,ma vivevano in modo tale che que-sto status fosse permanente. Con

    orgoglio, questi iniziati, proclama-vano la loro diversit sostanzialedagli altri, che si esprimeva anchenel divieto di seppellire nella loronecropoli i non iniziati. Allo stessomodo, i katharoidei timponi evi-denziavano la loro purezza e si fa-cevano seppellire in un contestosimbolicamente (e topografica-mente) distinto. Le parole delle la-mine auree sembrano riecheggiatee rese in immagini in un dipinto diVan Gogh: nel quadro La rondadei carceratiil pittore olandese ri-trae lora daria dei prigionieri checamminano in circolo, metaforadellangosciante condizione uma-na, del peso della vita, un cerchio

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    doloroso e greve di patimenti. Il miste, dunque, sfuggito al ciclo delle morti e rinascite, perch ormai dispensato dal pagamento di azioni per nulla giuste,come scritto in una delle lamine. Quali azioni? La

    presenza di Dioniso, invocato col nome di Eubuleus(il benevolente) tra i giudici a cui lanima si rivolge, cifornisce la risposta: gli uomini, infatti, devono sconta-re la pena per loffesa recata alla dea Persefone in unremoto passato, quando - co-me scrive il poeta Pindaro - iTitani, progenitori degli uo-mini, smembrarono suo fi-glio, il piccolo Dioniso. Lacircolarit accomuna altreimmagini che ricorrono inquesti testi: larchetipo misti-

    co del cerchio viene propostoalliniziato come immaginesu cui meditare, da interio-rizzare a livello subliminale.Infatti, lanima, rievocando lasua ascesi, dice: Salii con ipiedi veloci sullagognata co-rona. La corona dove lani-ma arrivata , in antitesi colcerchio doloroso della vitaumana, il luogo circolare do-ve hanno sede gli dei Hades,Persefone e Dioniso (il regnodelloltretomba speculare aquello terreno, che appun-to circolare, in quanto cir-condato dal fiume Oceano).In questo gioco di specchi e

    ribaltamenti, il regno infero bagnato dal fiu-me Stige (in greco lOdiosa) diventa ago-gnato, cos come il terribile Hades diventaEukles (Glorioso): qui si evidenzia la nettaopposizione della concezione misterica del-la morte rispetto a quella dellopinione co-

    mune.Al sistema di segni rituali che gli iniziati uti-lizzavano deve essere ricondotta anche la for-mula: Riparai (o mi immersi nel) in grem-bo allinfera padrona. Qui il linguaggio mi-sterico utilizza la metafora del kolpos(grem-bo). Nel greco antico, rifugiarsi nel grembodi indica il gesto di protezione del fanciul-lo che cerca riparo presso la madre e abbia-mo vari riferimenti letterari: Thetis che acco-glie nel suo grembo Dioniso ed Efesto, nel-lIliade; e lisola di Delo che prende nel

    grembo il piccolo Apollo, in Callimaco. La-nima del miste compie il gesto della suppli-ca, abbracciando le ginocchia di Persefone eposando il capo nel suo grembo. Ma nel co-dice iniziatico il grembo diventa simbolo co-smico della rinascita dellanima e, ancorauna volta, nella dinamica del rovesciamento,Persefone, dea dei morti, diventa dea di vita.E difficile infatti sfuggire alla suggestione che

    il rifugio nel grembo sia un ritorno allutero maternodella dea, che prelude alla vera rinascita. Possiamo so-lo immaginare, inoltre, la componente rituale che erasottesa a questo resoconto della divinizzazione: nei

    misteri del dio Sabazio, ad esempio, un serpente ve-niva fatto scivolare lungo il grembo degli iniziati in ri-cordo dellingresso di Zeus in forma di serpente nelcorpo della figlia Persefone, da cui nacque Dioniso.

    Il momento della rinascita seguito dal makarismos, laformula di beatitudine pro-nunciata dalla dea e/o dalleanime dei beati (e, nel rito,dallofficiante che imperso-nava la divinit o dal coro de-gli iniziati). Ora il miste or-

    mai beato e fortunatissi-mo, pronto a raggiungere glialtri privilegiati. Questa con-dizione suggellata dalla for-mula: capretto caddi nel lat-te, con cui lanima stessacommenta il nuovo status. Lasequenza compare anchenella lamina del timponegrande, alla seconda personae, in due lamine rinvenute aPelinna (Tessaglia): Torobalzasti verso il latte / caprabalzasti verso il latte /arietecadesti nel latte. Il miste di-venta capretto, toro, ariete: so-no gli animali non solo sacria Dioniso, ma animali con

    LUOGHI DI ENERGIA

    In alto,La ronda dei

    carcerati, diVan Gogh,metafora delciclo dellereincarnazio-ni cui sog-getta lani-

    ma.In basso,il cratere diDerveni.

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    In alto,il papiro diDerveni (fi-

    ne IV sec.a.C.). il

    pi anticopapiro orfi-

    co cono-sciuto e

    contiene ilcommenta-

    rio a unpoemaorfico.

    In basso,trascrizione

    del testoinciso sulla

    prima lami-na del tim-pone gran-de. In alfa-beto grecominuscolo

    i terminicomprensi-

    bili.

    cui il dio viene identificato e neiquali si tramuta, in vari raccontimitologici. Liniziato dunque su-bisce una metamorfosi analoga aquella del dio. Si conferma qui ciche emerso nella altre testimo-nianze di culti misterici (vedi Fe-nix n. 35): liniziato bakchos, co-me bakchos Dioniso. Il miste vi-ve dunque la medesima esperien-za del dio, attinge al divino con lasua metamorfosi di morte e rina-

    scita, cos come Dioniso muore erinasce. Lo smembramento deldio dunque il primo atto di unprocesso che si conclude con la ri-composizione dellunit. Elemen-to integrante di questa rinascita illatte, il latte della (dea) madre. Inun inno orfico, il Dioniso ctonio(infero), dopo essere stato tramuta-to in capretto, si risveglia nella casadi Persefone e viene accudito dalle

    Ninfe, sue nutrici. Nel titolo del-linno si raccomanda la libagionedel latte: il latte che sgorga dallecapre che pascolano i prati di Per-sefone, o dal suolo stesso, la misti-ca bevanda che scrive il poeta Si-monide permette al miste dicrescere nel nuovo ambiente ol-tremondano, con le rughe spiana-te e la corona sul capo, come lini-ziato del timpone grande. Siamodunque in presenza di una ceri-

    monia coerente e articolata, com-posta da un sistema di atti e paro-le rituali che culminano con la ri-generazione del praticante. Se duelamine, tra quelle di Thurii, pro-clamano la divinizzazione del de-funto, le altre due invece si con-cludono con la supplica del miste.Forse per queste due anime, la ga-ranzia di salvezza non cera, per-ch toccate dalla morte quando il

    loro status iniziatico non era anco-ra giunto al gradino supremo.Non lo sapremo mai. Certo che,nella Thurii del V-IV secolo (doverisiedette anche Erodoto, che scri-ve di culti orfici e bacchici, acco-

    munandoli a quelli egiziani e pita-gorici) viveva una comunit di mi-sti devota a un culto esoterico -complesso e raffinato di Deme-tra, Persefone e Dioniso. Il leaderdi questo culto locale fu seppellitocome un dio e venerato nel corsodel tempo e il suo sepolcro attir,con una dinamica centripeta, le se-polture di altri misti. Larcheologianon ci ha lasciato testimonianzedirette di un edificio cultuale di

    Demetra e Persefone, a Thurii. Manelle citt vicine, come Locri, isantuari delle due dee erano famo-si e rinomati. Non escluso dun-que che, un giorno, gli scavi ci re-stituiscano il luogo sacro dove ikatharoi celebravano le loro ceri-monie. Un luogo che poteva benessere un megaron, una stanza sot-terranea o una cavit apprestatacon oggetti rituali, in linea conlaccezione infera della dea. Favori-no e Giamblico scrivono che la di-

    mora di Pitagora, a Metaponto, di-venne un santuario di Demetra.Pitagora si riuniva con i suoi disce-poli in antri sotterranei. Discesaagli inferi e iniziazioni sotterraneesono legate in maniera ancora dadecifrare ai culti misterici chefanno leva sulla credenza nellereincarnazioni, cos come lascuola pitagorica. Ma questa unaltra storia.

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    Chi Alessandro CosciaLaureato in archeologia e storia

    dell'arte antica, lavora presso laPinacoteca di Brera. Hacollaborato a varie trasmissionicome autore televisivo e hascritto articoli per rivistespecializzate. appassionato distoria delle religioni.