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Diabete e Trombosi Unione Europea spende ogni anno 169 miliardi di euro per curare cittadini colpiti da malattie cardiovascolari: il 12% del bilancio. Costano i ricoveri, le cure a domicilio, la perdita di capacità produttiva. Costa chi sopravvive: ma ogni anno 2 milioni di europei muoiono per malattie da Trombosi, spesso prematuramente e 4 milioni non sono più in grado di lavorare. Le malattie cardiovascolari hanno e avranno un enorme impatto sulla salute e sulla qualità della vita dei cittadini europei: e sui costi dei servizi sanitari nazionali. Sono la prima causa di morte prematura e di malattia: Infarto e Ictus sono le forme più frequenti. L’infarto è quasi sempre causato da una Trombosi delle arterie coronariche, l’Ictus da una Trombosi delle arterie cerebrali o da una Embolia proveniente dal cuore o dalle carotidi. Ai Governi, cinicamente, in termini economici conviene che i cittadini muoiano di queste malattie: chi sopravvive costa. Non sappiamo fino a quando i Governi avranno risorse sufficienti per occuparsi di tutti: dobbiamo pensarci noi. La prevenzione nelle malattie cardiovascolari funziona, almeno in un caso su tre: è la strada più giusta, e più urgente. Cominciando dal diabete, killer subdolo e diffuso, spesso non riconosciuto in tempo. Ridurre il sovrappeso non costa niente, aumentare l’attività fisica nemmeno: ma previene il diabete, e salva la vita. Il Presidente Lidia Rota Vender ALT - ASSOCIAZIONE PER LA LOTTA ALLA TROMBOSIE ALLE MALATTIE CARDIOVASCOLARI IN CASO DI MANCATO RECAPITO INVIARE AL CMP DI ROSERIO – MILANO PER RESTITUZIONE AL MITTENTE PREVIO PAGAMENTO RESI Periodico quadrimestrale - N. 65 - dicembre 2008 - Poste Italiane s.p.a.- Sped. in Abb. P.- D.L.353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 2, DCB Milano L’ Salto65 28-12-2008 16:26 Pagina 1

I S E R O T L’ Z U T I - ALT Onlus - Home page · te alle cellule di fare il proprio lavoro. Tutte le cellule hanno bisogno di zucchero? SÌ, tutte, ma non nelle stesse quantità

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Diabetee Trombosi

Unione Europea spende ogni anno 169 miliardi di euro per curare

cittadini colpiti da malattie cardiovascolari: il 12% del bilancio.Costano i ricoveri, le cure a domicilio, la perdita di capacità produttiva.

Costa chi sopravvive: ma ogni anno 2 milioni di europei muoiono per malattie da Trombosi, spesso prematuramente

e 4 milioni non sono più in grado di lavorare.Le malattie cardiovascolari hanno e avranno un enorme impatto sulla salute

e sulla qualità della vita dei cittadini europei:e sui costi dei servizi sanitari nazionali.

Sono la prima causa di morte prematura e di malattia:Infarto e Ictus sono le forme più frequenti.

L’infarto è quasi sempre causato da una Trombosi delle arterie coronariche,l’Ictus da una Trombosi delle arterie cerebrali o da una Embolia

proveniente dal cuore o dalle carotidi.Ai Governi, cinicamente, in termini economici conviene

che i cittadini muoiano di queste malattie: chi sopravvive costa.Non sappiamo fino a quando i Governi avranno risorse sufficienti

per occuparsi di tutti: dobbiamo pensarci noi.La prevenzione nelle malattie cardiovascolari funziona,

almeno in un caso su tre: è la strada più giusta, e più urgente.Cominciando dal diabete, killer subdolo e diffuso,

spesso non riconosciuto in tempo.Ridurre il sovrappeso non costa niente, aumentare l’attività fisica nemmeno:

ma previene il diabete, e salva la vita.

Il PresidenteLidia Rota Vender

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Diabete mellito in greco signi-fica urine dolci: il sangue deldiabetico è dolce perché riccodi zucchero, che invece di arri-vare a destinazione nelle cellu-le continua a circolare.Diabete, deriva dal greco “diabaino” che significa attraversa-re: lo zucchero attraversa lecellule del rene e finisce nel-l’urina.Il diabete di cui abitualmente siparla è il diabete mellito: è unamalattia autoimmune. L’orga-nismo produce anticorpi cheinvece di attaccare i microbiattaccano anche le cellule cheappartengono all’organismo,distruggendole in parte. Auto-anticorpi attaccano le cellule diLangerhans, che nel pancreasproducono l’insulina: le cellu-le perdono la capacità di pro-durla e senza insulina lo zuc-chero che assumiamo con l’ali-mentazione continua a circola-re nel sangue, non raggiunge lapropria destinazione e le cellu-le senza combustibile soffronoe muoiono.

Che cosa sono gli anticorpi?Sono le “bombe” che il nostrocorpo produce per difendersidagli attacchi del nemico. Ilnostro sistema immunitario sidifende ogni volta che vieneattaccato da un agente estra-neo, come un virus o un batte-rio, producendo bombe intelli-genti che sono in grado di rico-

noscere la struttura del micro-bo, e ne mantengono la memo-ria: esattamente come un buoncustode che conserva la chiaveper aprire ogni porta. Qualcunodi noi produce anticorpi ano-mali, che portano in testa unachiave che funziona come unpassepartout, aprendo non solole porte del microbo, ma anchequelle di alcune cellule dell’or-ganismo. Anticorpi costruiti per difende-re l’organismo attaccano inve-ce le cellule dell’organismoche li ha prodotti: questo è ilmeccanismo con il quale unamalattia autoimmune provocadanno.Secondo le statistiche europeeil numero di persone affette dadiabete è in aumento in tutti iPaesi industrializzati. I diabeti-ci sono spesso anche sovrappe-so, o addirittura obesi.Il sovrappeso è un fattore dirischio modificabile e il diabe-te, soprattutto se individuatoprecocemente, può esseretenuto sotto controllo così daevitare le sue conseguenze alivello vascolare. Quando mangiamo il livellodello zucchero nel sangue sialza: questo stimola le celluledel pancreas a produrre insuli-na, l’ormone che permetteràallo zucchero di entrare nellecellule per essere usato comecombustibile.Se il pancreas produce poca

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Il diabeteANNO XVIII - N. 65

Dicembre 2008

Direttore responsabileClaudia Rota

Testi diLidia Rota VenderCesare BerraMarina TrovòIrene Cozzi

EditoreALT - Associazioneper la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari - OnlusVia L. da Viadana, 520122 Milanotel. 02-58 32 50 28fax 02-58 32 58 [email protected]

Comitato scientificoValentin FusterZaverio M. RuggeriJohn MartinIrwin H. RosenbergGiorgio AgrifoglioRosario BrancatoAngelo BranziMarco CattaneoSergio CoccheriGaetano CrepaldiGiovanni de GaetanoLeandro GennariGian Franco GensiniAdalberto GrossiDaniela MariRoberto Sterzi

Segreteria scientificaMarco MoiaFrancesco Saverio DioguardiElena Maria Faioni

Realizzazione editorialeStampaLeva Arti Grafiche S.p.AViale Edison, 60520099 Sesto San Giovanni

Abbonamento annuo 17 euroc/c postale n. 50 29 42 06

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Il diabete 2

Che cos’è? 3

Quale alimentazione 4

Quali danni provoca 7

Come si cura 8

Che vita fare 13

Obesità e diabete: qual’è il nesso 14

Lavori in corso 21

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insulina, o le cellule rifiutano lo stimolo del-l’insulina a far entrare lo zucchero, questocontinua a circolare nel sangue e non arrivamai a destinazione.Le cellule lanciano segnali al centro che nelcervello regola la fame: questo fa salire ildesiderio di zuccheri. Gli zuccheri entranonel sangue ma non arrivano mai a destinazio-ne o arrivano solo in parte e così continuaquesto circolo vizioso.Il sangue troppo carico di zuccheri irrita lepareti interne del sistema delle arterie, chereagiscono infiammandosi: l’infiammazio-ne provoca Trombosi e AterosclerosiÈ così che le arterie del diabetico si ammala-no. Le arterie sono presenti ovunque nell’or-ganismo: si ammalano prima quelle più pic-cole, come le coronarie, poi quelle più gran-di come l’aorta, ma si ammalano tutte: perquesto il diabetico soffre di malattie cardio-vascolari come l’Infarto, l’Ictus, l’Arterio-patia periferica.

DIABETE: CHE COS’E’?

Che cos’è il diabete?E’ una malattia grave e inguaribile, provoca-ta da un disordine metabolico: lo zucchero(glucosio) circola nel sangue ma non arriva adestinazione nelle cellule.

Perché lo zucchero è importante?Lo zucchero è il combustibile con il quale lecellule funzionano: è la benzina che permet-te alle cellule di fare il proprio lavoro.

Tutte le cellule hanno bisogno di zucchero?SÌ, tutte, ma non nelle stesse quantità e nondello stesso tipo: per esempio il cervello habisogno di zucchero semplice, facilmente erapidamente utilizzabile, come quello chederiva dallo zucchero da tavola raffinato ogrezzo; e lo stesso i muscoli.

Solo lo zucchero fornisce zucchero?NO, lo zucchero deriva anche dagli amidi(pasta, pane, farine, riso), dalla frutta (frutto-sio, saccarosio), dall’alcool.

Che cos’è la glicemia?È il livello dello zucchero nel sangue: iper-glicemia vuol dire troppo zucchero nel san-gue, ipoglicemia troppo poco.

Perché sale la glicemia?Perché lo zucchero arrivi a destinazionenelle cellule deve essere trasportato nel san-gue e poi “fatto entrare” nelle cellule dall’in-sulina: è l’ormone che apre la porta allo zuc-chero.

Che cos’è l’insulina?E’ un ormone che permette alle cellule delcorpo di utilizzare il glucosio contenuto nelsangue e di trasformarlo in energia; è prodot-ta nel pancreas, una ghiandola che sta vici-no allo stomaco, da alcuni gruppi di celluleche si chiamano isole di Langerhans; vienespremuta nello stomaco durante la digestio-ne.Se il pancreas produce una insulina scarsa inquantità, lo zucchero non riesce ad arrivare adestinazione nelle cellule, e il suo livello nelsangue si alza.

Quanti tipi di diabete esistono?Diverse: ma le principali sono il diabete ditipo 1 e il diabete di tipo 2. Il primo compare di solito prima dei 30 anni,in particolare nell’infanzia: è causato da unanormale comportamento del sistema immu-nitario che distrugge le cellule beta delleisole pancreatiche che producono insulina. Avolte questa distruzione è causata da unvirus. Il diabete di tipo 2 compare quasisempre in età adulta e, in un caso su tre, inpersone ipertese e sovrappeso: è causato dauna produzione di insulina scarsa oppuredifettosa che non riesce a farsi “sentire” dalle

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cellule. Si associa a un’alta probabilità dimalattie cardiovascolari.

Come ci si accorge di avere il diabete? L’esordio del diabete può essere lento e sub-dolo (soprattutto nel diabete di tipo 2) oppu-re acuto (diabete di tipo 1). I sintomi piùtipici sono una progressiva perdita di peso etalora un aumento della sete e della necessi-tà di urinare. Altre volte il paziente è del tutto asintomati-co e la diagnosi è legata ad un riscontrooccasionale di glicemia leggermente supe-riore ai valori normali (120 mg/dl): se questaalterazione si riscontra per più di due volteconsecutive, automaticamente si pone dia-gnosi di diabete. Il prelievo per la determinazione della glice-mia deve essere fatto a digiuno.

Come deve essere la glicemia?La glicemia si misura prima e dopo i pasti: ivalori ideali a digiuno sono compresi tra 90e 120 mg/dl, dopo il pasto (2 ore dopo pran-zo/cena) inferiore a 180 mg/dl.

Se la glicemia sale dà sintomi?Non sempre, e non sempre nello stessomodo: di solito i sintomi compaiono quandola glicemia supera i 180 mg/dl e si manifestacon stanchezza, aumento della sete (polidip-sia), aumento della diuresi (poliuria). Neltempo può provocare perdita di peso, males-sere, dolori addominali, confusione mentalefino alla perdita di coscienza.

Perché si alza la glicemia?Perché manca l’effetto dell’insulina, perchéil pancreas ne produce meno oppure ilpaziente dimentica di assumere la terapiaantidiabete (insulina e/o ipoglicemizzanti),perché aumenta il fabbisogno di farmaciantidiabetici a causa di una malattia intercor-

rente e acuta (per esempio una broncopol-monite ), perché sono stati assunti troppi car-boidrati (pane, pasta, riso), o per interferen-za da farmaci che provocano diabete.

DIABETE: QUALE ALIMENTAZIONE

Per i diabetici è proibito lo zucchero? NO. Gli zuccheri sono fondamentali per ilbuon funzionamento del nostro organismo. Ilpaziente diabetico deve ridurre gli zuccherisemplici che determinano un rapido e marca-to aumento della glicemia, preferendo invecegli zuccheri complessi (pasta, riso, pane,patate) che però andranno distribuiti nell’ar-co della giornata, evitandone l’assunzionecontemporanea nello stesso pasto.

Niente dolci e gelati? Esistono in commercio alimenti dolci perdiabetici, come marmellate, biscotti, gelati,che contengono fruttosio anziché glucosio:in realtà questi prodotti alzano la glicemiatanto quanto gli altri, ma hanno un minorecontenuto calorico. Il fruttosio viene di soli-to sostituito da altri dolcificanti, comel’aspartame e la saccarina, per cui i diabeticipossono consumare questi prodotti che nonapportano zuccheri né calorie.

Si può mangiare fuori pasto?Un’alimentazione corretta prevede tre pastial giorno. Gli spuntini fuori pasto sono con-cessi solo se contribuiscono a diminuire lafame al momento del pasto principale.Saltare completamente un pasto è invece unerrore, perché l’intervallo troppo lungo fraun pasto e l’altro provoca disordine metabo-lico. Che cosa sono i carboidrati?I carboidrati si assumono con l’alimentazio-ne: sono la principale fonte di energia per ilnostro organismo.

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Dove si trovano?Nei cereali (pasta, riso, pane, grissini, crac-kers e derivati) nei legumi (fagioli, lentic-chie, piselli, ceci, fave, soia) e nei tuberi(patate).

Che cosa sono gli zuccheri?Zuccheri, carboidrati e glucidi sono sinonimiche indicano lo stesso gruppo di nutrienti.Comunemente con il termine zucchero ci siriferisce ai dolci, mentre per carboidrati siintendono i cereali.Più correttamente bisognerebbe parlare dicarboidrati (o zuccheri semplici) a rapidoassorbimento e di carboidrati (o zucchericomplessi) a lento assorbimento.

Zuccheri semplici e complessi sono identici?NO: cambia la velocità di assorbimento daparte dell’organismo.I carboidrati semplici si assorbono con rapi-dità, perché sono molecole relativamentesemplici, che in 5-10 minuti raggiungono ilsangue e alzano i livelli di glicemia. Gli zuccheri complessi sono costituiti dalunghe catene di zuccheri semplici, cheprima di essere utilizzate devono essere“tagliate” dagli enzimi digestivi.

Dove si trovano gli zuccheri semplici?Gli zuccheri semplici sono il glucosio, ilfruttosio, il maltosio, il galattosio. Si trovano

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nello zucchero ed in tutti gli alimenti dolci(miele, marmellata, bevande dolci, dolciumiin genere), nella frutta, nel latte, nella birra.

Dove si trovano gli zuccheri complessi?Il principale zucchero complesso è l’amidoche si trova nei cereali e nelle granaglie(pasta, pane e derivati, riso, orzo, mais,farro), nei legumi e nelle patate.

Dopo i pasti la glicemia aumenta sempre?Ogni volta che vengono introdotti carboidra-ti, a distanza di pochi minuti se si tratta dicarboidrati semplici o di qualche ora se sitratta di carboidrati complessi, la quantità dizuccheri nel sangue, ossia la glicemia,aumenta. Questo meccanismo è utile perchépermette il traporto degli zuccheri alle cellu-le dove vengono utilizzati.

Lo zucchero di canna è meglio dello zucchero raffinato?NO: la composizione in zuccheri è uguale.

Il miele è meglio dello zucchero raffinato?Il miele contiene fruttosio ed ha un contenu-to in zuccheri pari a circa 76 g ogni 100 g:ma poiché ha un potere dolcificante moltosuperiore al saccarosio (zucchero bianco) sene può utilizzare in quantità inferiori.

Il diabetico deve evitare i carboidrati?Chi soffre di diabete deve mangiare in modovario: quindi deve assumere anche alimenticontenenti carboidrati. Come per tutti, i car-boidrati devono essere presenti nella dietaquotidiana in una percentuale variabile fra i55 e il 60% delle calorie totali introdotte.Sarebbe un grosso errore evitarli in quantol’organismo soffrirebbe della loro carenza.Alcuni importanti organi, primo fra tutti il

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Chi ha il diabete può mangiare frutta?La frutta contiene zuccheri semplici in pro-porzioni variabili e secondo il tipo di frutto.Contiene, oltre agli zuccheri, anche vitami-ne, sali minerali, acqua, fibre che rallentanol’assorbimento degli zuccheri: la frutta nonsolo può ma deve essere consumata, l’impor-tante è limitarne la quantità, 2-3 porzioni algiorno (circa 300-350 g). E’ opinione diffusa che l’unico frutto che

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cervello, utilizzano gli zuccheri per il lorocorretto funzionamento, e hanno bisogno unapporto di carboidrati quotidiano e ben ripar-tito durante la giornata, in alcuni casi anchesotto forma di spuntini.

Si può regolare la glicemia con l’alimentazione?SÌ: limitando carboidrati semplici (zuccheroe dolciumi), preferendo alimenti che conten-gono carboidrati complessi. Fondamentale èimparare a gestire in ciascun pasto le porzio-ni di pasta, riso, pane, patate, legumi inmodo da evitare carichi eccessivi. Quandopossibile, e se graditi, si possono scegliere iprodotti integrali (pasta, riso, pane e deriva-ti) in quanto le fibre alimentari in essi conte-nuti sono molto utili nel rallentare l’assorbi-mento dei carboidrati e contribuiscono aridurre la probabilità di picchi di glicemiadopo il pasto. È importante consumare ad ogni pasto uncontorno di verdure cotte o crude.

Sono utili i prodotti “per diabetici”?I prodotti per “diabetici” contengono, alposto del comune zucchero bianco, altri zuc-cheri semplici (fruttosio, sorbitolo, maltosio)oppure dolcificanti sintetici. Purtroppo spes-so questi prodotti hanno un maggior conte-nuto di grassi pertanto risultano, se consu-mati in eccesso, ipercalorici.

I dolcificanti sono utili?I dolcificanti artificiali sono privi di zucche-ri ma hanno un potere dolcificante da 30 a500 volte maggiore del saccarosio, quindivanno assunti in quantità molto piccole: i piùcomuni sono aspartame, saccarina, acesul-fame, ciclamati. Sono ritenuti innocui nelledosi consentite dalla normativa vigente:devono essere evitati nei bambini, nelledonne in gravidanza o in allattamento: legge-re con attenzione le etichette e non superarele dosi indicate.

L’omocisteinaE’ una sostanza che deriva dalla trasforma-zione dell’aminoacido metionina, normal-mente contenuto soprattutto nei cibi di ori-gine animale (carne , latte, uova, formag-gio). Questa trasformazione avviene grazieall’azione di alcuni enzimi, aiutati dallevitamine del gruppo B (soprattutto B6,B12 e B9 o acido folico).Se questo sistema di squadra non funzio-na correttamente, perché la metioninaingerita con il cibo è troppa, o perché glienzimi che dovrebbero fare da spazzini nonfunzionano bene o sono un po’ zoppi, operché mancano le vitamine del gruppo B,l’omocisteina si accumula nel sangue: nonsappiamo ancora con certezza come, masappiamo che essa provoca un dannobiologico alle pareti delle arterie e dellevene: come una pallina con tante piccolepunte circolando nel sangue “ferisce” lepareti dei vasi, arterie o vene, il sistemadella coagulazione del sangue intervieneper guarire queste ferite, formando uncoagulo, cioè un Trombo. Chissà quante volte questo processo avvie-ne a nostra insaputa, e i sistemi di control-lo del sangue provvedono a sciogliere icoaguli inutili o sbagliati. Quando uno di questi sfugge provoca un

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Chi ha il diabete può bere birra?La birra contiene maltosio, uno zuccherosemplice: nella versione analcolica la quanti-tà di zuccheri è addirittura più alta, quindi èmeglio consumare birra normale in quantitàmolto limitate .

Chi ha il diabete può bere vino?Se il paziente ha un buon compenso glicemi-co può bere vino in quantità limitate: mai piùdi un bicchiere per ogni pasto. Il vino seccoè meglio di quello dolce, e non va mai assun-to a digiuno: diluirlo con acqua non aiuta.

Come devono mangiare gli anziani con il diabete? Le abitudini alimentari di un anziano sonolegate a consuetudini personali e cambiarlenon è facile. L’anziano dovrebbe aumentarenella dieta l’apporto vitaminico: le vitaminedel gruppo B aiutano ad abbassare i livelliplasmatici di omocisteina, sostanza compli-ce nella malattia aterotrombotica.

DIABETE: QUALIDANNI PROVOCA

Quale relazione esiste fra alimentazione,Trombosi e Aterosclerosi? Un’alimentazione povera di grassi e ricca difibre da frutta e verdura riduce la deposizio-ne di grassi sulle pareti interne delle arterie equindi la formazione di placche aterosclero-tiche e di Trombosi.

L’aterosclerosi si può prevenire? SÌ: molti studi hanno ormai confermato chel’inizio dell’Aterosclerosi è precoce. NeiPaesi civilizzati circa il 10% dei bambini hail colesterolo alto: questi bambini sono can-didati a sviluppare nell’età adulta Atero-sclerosi e quindi problemi cardiovascolari.Gli snacks e le merendine propagandati

possa essere consumato liberamente sia lamela in quanto priva di zuccheri; in realtà lemele hanno lo stesso contenuto di zuccheri dialtri frutti quali albicocche, ananas, anguria emelone, arance, ciliegie, fragole, more, lam-poni, nespole, pere, pesche, pertanto non c’èalcuna ragione per limitarsi nelle scelte.Più ricchi di zuccheri sono banane, uva, fichi,kiwi, mandarini e cachi, che devono essereconsumati più raramente e a dosi ridotte.

danno da Trombosi, con i sintomi che neconseguono. L’iperomocisteinemia è unfattore di rischio per eventi trombotici arte-riosi e venosi: è indipendente dagli altri fat-tori di rischio noti di tipo “ambientale” maè modificabile. Aumentando il consumo di cibi contenentivitamine B o aggiungendo vitamine B allanostra dieta possiamo abbassarne i livelli.Se l’omocisteina elevata provoca malattiaaterotrombotica, è logico supporre cheabbassandone i livelli si riduca la probabi-lità di malattia: molti studi sono in corsoper confermare questa ipotesi.L’iperomocisteinemia può essere presentenelle persone che si alimentano male(anziani, persone con disordini alimentari)e in coloro che hanno malattie intestinalidi tipo infiammatorio (morbo di Crohn,rettocolite ulcerosa) perché hanno undifetto di assorbimento delle vitamine B;oppure nelle persone che hanno un difettodell’enzima “spazzino” MTHFR (meti-lentetraidrofolatoreduttasi). Aumentando ilconsumo di cibi ricchi di vitamine B, eriducendo il consumo di cibi ricchi dimetionina, come quelli di origine animale,si può aiutare l’organismo a non accumula-re omocisteina. Se questo non basta, bisogna ricorrere aisupplementi vitaminici.

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dalla pubblicità non sono in sé dannosi, lodiventano quando vengano consumati ineccesso o addirittura in sostituzione di unpasto normale. E’ un dovere morale dellemadri condizionare i propri figli ad abitudinialimentari sane e preparare pasti equilibrati,poveri di grassi e ricchi di frutta e verdura.

Quali organi danneggia? Colpisce il sistema circolatorio: le arterie(ovunque si trovino): le coronarie, che distri-buiscono il sangue al cuore, le carotidi, cheportano il sangue al cervello, le arterie rena-li, le arterie periferiche.Il diabete danneggia tutto il sistema circo-latorio delle arterie, provocando Infarto delmiocardio, Ictus cerebrale, Arteriopatia peri-ferica e piede diabetico.Danneggia il sistema nervoso: provocainfiammazione delle fibre nervose periferi-che che comandano i movimenti volontari(vista, muscoli, udito), ma colpisce anche ilcervello rallentando le funzioni cognitive (lacapacità di pensare, di parlare, di coordinarei movimenti) e le funzioni motorie. Danneggia il rene: il sistema di filtrazionedel rene che permette al sangue di scaricarele sostanze tossiche nell’urina si deteriora(glomeruli e tubuli renali) e a lungo andarepuò portare alla dialisi (in Italia il 30% deipazienti in terapia dialitica sono diabetici).Danneggia l’occhio (retinopatia): le arterieche nutrono il nervo ottico si irrigidiscono, siriducono di calibro e portano sempre menosangue, fino a provocare cecità.

Che relazione c’è fra diabete,sovrappeso, Aterosclerosi e Trombosi? L’eccesso di zucchero altera il metabolismodei grassi e delle proteine, provocando la for-mazione di placche aterosclerotiche sullepareti delle arterie. La placca viene percepi-ta dal sistema della coagulazione del sanguecome un processo infiammatorio che scatenala Trombosi.

DIABETE: COME SI CURAIl diabete di tipo 1 richiede insulina sommi-nistrata sottocute più volte al giorno. Nella cura del diabete di tipo 2 i cardini sonoil controllo dell’alimentazione e l’incremen-to dell’attività fisica. Se queste non bastano,si utilizzano farmaci ipoglicemizzanti oraliin compresse oppure insulina.

Che cosa si deve fare in caso di iperglicemia?Prima di tutto esserne certi e misurarla: poicontattare il medico e solo su suo consiglioassumere i farmaci idonei (insulina o antidia-betici orali); periodicamente misurare illivello dei chetoni (chetonuria) e degli zuc-cheri (glicosuria) nell’urina, e riferire almedico. Bere molta acqua, se non controin-dicato (per esempio nello scompenso cardia-co e nell’insufficienza renale). Se i sintomi sono particolarmente eclatanti(dolori addominali, confusione e/o perdita dicoscienza) consultare subito un medico orecarsi presso un pronto soccorso.

Perché si deve correggere?Un livello di zucchero persistentemente ele-vato danneggia le pareti interne delle arterie,grandi e piccole, e provoca Aterosclerosi eTrombosi.

Tutti i diabetici hanno questi problemi?NO: solo quelli che non sanno di essere dia-betici e quindi ritardano l’inizio della cura,e coloro che pur sapendo di essere diabeticinon se ne occupano e assumono i farmaci inmodo discontinuo o scorretto.

Quali sono i valori ideali di pressione nel diabetico?Nel diabetico la pressione del sanguedovrebbe rimanere inferiore a 130 mm Hg la

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massima (sistolica) e 80 la minima (diastoli-ca).

Il diabetico può fumare?Il paziente con diabete ha un rischio talmen-te alto di andare incontro a una malattia car-diovascolare che, anche se non ne ha maiavuta una, viene considerato come un pa-ziente che abbia già avuto un Infarto.È indispensabile che elimini tutti i fattori dirischio che possono ulteriormente aumentarequesta probabilità, come appunto il fumo disigaretta.Il diabetico che smette di fumare o non fumariduce sensibilmente il proprio rischio diandare incontro a un Infarto o a un Ictus o aTrombosi della retina o di altri organi.

Perché i diabetici hanno le ulcere nel piede?Perché le arterie del diabetico si ammalanopresto, soprattutto quelle più piccole e piùlontane dal cuore, come appunto quelle cheportano sangue alle estremità. E i tessutisenza sangue e senza ossigeno muoiono: cosìsi formano le ulcere.

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Il diabetico deve fare attività fisica?L’attività fisica metodica e quotidiana aiuta acombattere il sovrappeso e l’obesità emigliora il metabolismo, nel sano e nel dia-betico.

Che cosa deve fare il paziente diabetico per evitare Infarto e Ictus?• Deve monitorare la glicemia con cura uti-

lizzando gli strumenti automatici. • Deve rispettare gli orari e le dosi della

cura.• Deve seguire una dieta personalizzata e

bilanciata secondo le indicazioni delmedico, dieta che cambia in funzione del-l’attività fisica quotidiana e delle abitudinidi vita e del tipo di lavoro, più o meno fisi-camente impegnativo.

• Deve ridurre il consumo di zuccheri sem-plici (zucchero raffinato, dolciumi, bevan-de zuccherine o zuccherate).

• Deve limitare il consumo di alcool,soprattutto a digiuno.

• Deve ridurre il consumo di grassi animali(burro, insaccati, formaggi).

• Deve impostare e seguire un piano di atti-vità fisica quotidiana.

• Deve eseguire controlli periodici e costan-ti dal medico.

• Deve evitare il fumo di sigaretta, attivo epassivo.

Quando si misura la glicemia?Il livello degli zuccheri nel sangue dipendedall’alimentazione, non è quindi sempreuguale e va misurato almeno cinque volte algiorno: il mattino a digiuno, prima dei pastiprincipali, 2 ore dopo i pasti.Il risultato del monitoraggio deve essereannotato su un diario e poi riferito al medi-co: questo permette di adattare la terapia aibisogni del paziente.La frequenza dei controlli dipende dal tipo didiabete e dalla terapia in corso. A volte devo-no essere eseguiti controlli più frequenti

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(durante malattie intercorrenti, dopo sforzifisici prolungati e non previsti, quando sisbaglia nell’assumere i farmaci).

Come si misura la glicemia?Con uno strumento chiamato riflettometroche rileva la glicemia con una goccia di san-gue capillare, prelevata dai polpastrelli delledita delle mani. Cambiare spesso il punto incui si esegue il prelievo aiuta ad evitare laformazione di dolorosi calli.

Che cos’è l’ipoglicemia?E’ un livello di zucchero troppo basso nelsangue: inferiore a 70 mg/dl. Può essere ilsegno di un errore nell’assunzione delle dosidel farmaco antidiabetico. Può provocaresintomi non specifici e soprattutto non corre-lati con il livello di ipoglicemia.

Come si manifesta?Tremori, sudorazione, senso di fame, stan-chezza, sonnolenza, capogiri, mal di testa,confusione mentale, difficoltà di parola, per-dita di coscienza, difficoltà di movimento,accelerazione del battito cardiaco (tachicar-dia), offuscamento della visione, varia-zioni di umore, pallore del viso,disturbi del comportamento, ansia,fino a perdita di coscienza ecoma.

Perché si verifica?• Perché il paziente cambia la

propria alimentazione abi-tuale;

• Perché salta il pasto;• Perché sbaglia nell’assumere i

farmaci (troppo in anticiporispetto al pasto o dosi sbagliate);

• Perché si sottopone ad attività fisicaintensa e prolungata non programmata,oppure programmata ma senza un adegua-to apporto alimentare;

– Perché beve alcool a digiuno.

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Come si controlla la ipoglicemia?Assumendo zucchero raffinato (zolletta obustina), se si è coscienti e controllando laglicemia dopo una quarto d’ora: se i valorisono ancora inferiori a 70 mg/dl, ripeterel’assunzione della stessa quantità di zucche-ro. Se i valori sono superiori a 70 mg/dl ed ilpasto successivo è previsto dopo alcune oreassumere anche una quantità di zucchero a

Come si curail diabete?

• Con la dieta• Con l’attività fisica• Con la riduzione del peso• Con i farmaci

Sono i quattro cavalieri che salvano la vita

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lento assorbimento (pane, cracker, grissini).Se la glicemia rimane a valori inferiori a 70mg/dl o i segni/sintomi peggiorano consulta-re il medico con urgenza.Se la persona ha perso coscienza chiamareimmediatamente il 118.

I farmaci per il diabete si equivalgono?NO: i farmaci sono diversi e funzionano inmodo diverso in diverse situazioni.L’insulina si usa nel diabete di tipo 1 sempre,

e nel diabete di tipo 2 solo se gli altri farma-ci sono inefficaci.La metformina e il glitazone si usano nel dia-bete di tipo 2 quando non trae beneficio dallaterapia dietetica e dai cambiamenti dello stiledi vita: migliorano l’azione dell’insulinanaturalmente prodotta dal pancreas.I farmaci secretagoghi si usano nel diabete ditipo 2 con insulinoresistenza e quando il pan-creas non produce insulina in quantità suffi-ciente: stimolano il pancreas a produrne dipiù. I farmaci sono molto efficaci, ma i cam-

Come si fa l’iniezione di insulina

L’insulina è contenuta in penne preconfe-zionate. Prima di utilizzare la penna verifi-care:– data di scadenza– integrità del tappo di gomma– tipo di insulina e aspetto– quantitativo di insulina nella cartucciaL’insulina va iniettata nel tessuto sottocu-taneo in una zona sana.Se l’iniezione avviene in muscolo o endo-vena, sia l’azione che i tempi di assorbi-mento possono essere imprevedibili conconseguenti ipoglicemie o iperglicemie. Non iniettare in aree arrossate, infiammate,lese o doloranti.Non riutilizzare lo stesso ago.Cambiare il punto di iniezione: alternare ledifferenti zone del corpo per evitare le lipo-distrofie che ritardano o modificano l’as-sorbimento. La lipodistrofia è una forma-zione nodulare di tessuto adiposo di consi-stenza e dimensione diversa causata daltrauma dell’ago.Tenere sempre a disposizione delle sirin-ghe in caso di rottura o malfunzionamentodella penna.

Lavare bene le mani, disinfettare la cute,introdurre l’ago seguendo le istruzioni,iniettare l’insulina, aspettare 5/10 secondi,rimuovere la siringa, tamponare senza mas-saggiare, eliminare ago e siringa in un con-tenitore rigido.

– non congelare mai l’insulina;– non esporre mai l’insulina a tempera-

ture superiori a 30°C, né alla lucediretta del sole, né a fonti di calore;

– in presenza di temperature ambienta-li superiori a 30°C riporre il flaconein uso in frigorifero o in contenitoretermico;

– utilizzare sempre insuline e siringhecon la medesima concentrazione escala di dosaggio;

– i flaconi in uso (o le penne pre-riem-pite) vanno conservati a temperaturaambiente (max 30°C) per 21 giornicirca;

– i flaconi nuovi (o le penne pre-riem-pite) vanno conservati in frigoriferotra +4 e +8°C fino alla data di sca-denza e vanno tolti dal frigorifero 10minuti prima dell’uso;

– prima di utilizzare un nuovo flaconecontrollare la data di scadenza el’aspetto.

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respirare il piede e scarpe aperte (ciabatte,zoccoli, sandali) che non lo proteggono.

• Evitare fonti di calore dirette (borse diacqua calda, stufette) per scaldare i piedi,meglio mettere 1 o 2 paia di calze di lanao avvolgerli in coperte.

Callosità o duroni sono spesso sintomo dierrato appoggio del piede e/o difetti dellacalzatura o di neuropatia (segnalare al medi-co la presenza): non usare mai strumentitaglienti e/o sostanze chimiche (callifughi)per rimuovere le eventuali callosità, ma ri-volgersi ad un podologo esperto. La presenza di macerazione interdigitale puòessere sintomo di calzature troppo strette onon traspiranti oppure di infezione da mico-si (funghi) e va segnalata al medico.In caso di ferita, per evitare infezione, deter-gere subito con acqua, disinfettare e proteg-gere con garza sterile o cerotto poroso; se lalesione non migliora in un paio di giorni èopportuno consultare il medico. • Non usare soluzioni colorate j (tintura di

iodio, betadine, mercuro cromo che pos-sono confondere il quadro.

• Consultare il medico se si presenta doloreo bruciore.

• utilizzare calze in cotone lisce e senzarammendi.

Chi soffre di diabete deve assumere farmaci antitrombotici?Un importante studio mirato a valutare l’im-patto del diabete sulla probabilità di Infarto ,Ictus o altre malattie da Trombosi ha dimo-strato che l’utilizzo di farmaci antiaggregan-ti (aspirina o simili) riduce il rischio diInfarto e di Ictus e di altre manifestazioni daTrombosi (Arteriopatia periferica, Emboliaarteriosa).

Si può guarire dal diabete?NO: ma si possono evitare le conseguenzedel diabete se viene riconosciuto presto ecurato in modo adeguato.

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biamenti dello stile di vita e l’alimentazionesono fondamentali quanto i farmaci. Il pa-ziente diabetico non può essere curato solo dalmedico: metà della cura dipende dal cambia-mento delle abitudini, quindi da lui stesso.

Che cosa è il piede diabetico?E’ la conseguenza del danno delle piccolearterie che dovrebbero portare sangue e ossi-geno al piede e della compromissione deinervi periferici: la pelle è pallida, cianotica,il piede colpito è più freddo dell’altro, puòessere molto dolente, a volte si formanoulcere, sulle quali i microbi possono provo-care gravi infezioni.L’infiammazione dei nervi del piede ridu-ce la sensibilità, diminuisce la percezionedel dolore e la capacità di movimento, lacute è secca, disidratata, con numerose callo-sità; la massa muscolare si riduce e possonocomparire gonfiore (edemi) e ulcere.

Si può evitare?Solo con la prevenzione. • Ispezionare spesso la pelle, le unghie, gli

spazi fra un dito e l’altro.• Lavare i piedi con acqua tiepida, mai bol-

lente, usando sapone neutro, asciugandobene, soprattutto tra le dita, senza strofina-re e idratando la cute con creme emollien-ti neutre.

• Tenere corte le unghie utilizzando forbicicon punte smusse, per evitare ferite acci-dentali che farebbero fatica a rimarginarsie correrebbero il rischio di infettarsi;

• Se le unghie cambiano colore o spessoreconsultare il medico.

• Non camminare mai a piedi scalzi né incasa né fuori per scongiurare il rischio ditraumatismi accidentali.

• Utilizzare scarpe comode, morbide, legge-re, a pianta larga, con la punta arrotonda-ta, senza cuciture interne, e tacchi bassi(max 2-3 cm).

• Evitare scarpe di gomma che non lasciano

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DIABETE: CHE VITA FARE?

Un diabetico può svolgere attività fisica?L’esercizio fisico regolare è parte integrantedella terapia del diabete: migliora il control-lo della glicemia, favorisce il mantenimentodel peso corporeo, riduce il rischio di malat-tia cardiovascolare. Tutti dovrebbero fare almeno quaranta minu-ti di attività fisica quotidiana, a maggior ra-gione chi ha il diabete: meglio non dopo ce-na perché potrebbe causare un indesideratocalo degli zuccheri durante il sonno.

Un diabetico può viaggiare?SÌ: deve portare con sé i farmaci in quantitàlargamente sufficiente per tutto il periodo, lostrumento per misurare la glicemia con piledi ricambio, strisce, pungi dito, una tesseraidentificativa scritta in più lingue (soprattut-to se viaggia all’estero): il tutto nel bagaglioa mano per non correre rischi in caso dismarrimento della valigia.

Portare anche una piccola scorta di cibo obevande in caso di ipoglicemia.I farmaci non vanno mai esposti a temperatu-re eccessive.In caso di fuso orario chiedete al vostro spe-cialista consigli sulla gestione dell’insulina,dei controlli glicemici e dei pasti.E’ utile prendere informazioni sui tipo di in-sulina disponibili nei Paesi esteri (il nome eil dosaggio sono diversi).Anche una breve escursione deve essere af-frontata come un viaggio: munitevi di tutto ilnecessario.In macchina non tenete mai i farmaci nel cru-scotto o nel bagagliaio per il rischio di espor-li a temperature dannose.

OBESITA’ E DIABETE: QUAL’È IL NESSO?

Coloro che sviluppano diabete in età adulta(diabete di tipo 2) sono nell’80% dei casisovrappeso o obesi. Inoltre il rischio che unobeso sviluppi diabete è maggiore rispetto acoloro che hanno un peso ideale. Non sap-piamo se esiste una relazione causa-effettofra obesità e diabete e viceversa, ma sappia-mo che fra i meccanismi che producono ledue malattie ci sono molti punti in comune. Il glucosio assunto con il cibo si accumulanel sangue causando un aumento della glice-mia. Paradossalmente, aumenta la quantitàdi zucchero disponibile, ma le cellule non lopossono utilizzare. L’iperglicemia provocadanni alle pareti delle arterie e di altri organi(cervello, retina, rene, coronarie, arterie peri-feriche).

Il rischio dipende dalla distribuzione del grasso? SÌ: chi accumula grasso sulla pancia avràpiù probabilità di sviluppare malattie cardio-

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vascolari rispetto a chi ha una distribuzioneperiferica del grasso.Il grasso non è localizzato solo nel sottocute,ma soprattutto all’interno della cavità addo-minale, intorno agli organi. Questa situazione è pericolosa perché siassocia frequentemente a diabete, ipertensio-ne arteriosa, aumento dei trigliceridi e ridu-zione dei livelli di colesterolo “buono”(HDL).Questo insieme di caratteristiche negative sichiama “sindrome metabolica”.

Che cosa è la “sindrome metabolica”? È una sindrome riconosciuta dall’Orga-nizzazione Mondiale della Sanità, caratteriz-zata dalla associazione di obesità viscerale,ipertensione, disordine del metabolismo deigrassi e degli zuccheri. La caratteristicapeculiare di questa sindrome è l’insulino-resistenza: nei pazienti che ne sono afflitti

Che cos’è l’obesità? Si parla di sovrappeso e di obesità quan-do una persona pesa di più rispetto al suopeso ideale.

Come si misura l’obesità? Il metodo più utilizzato negli ambulatorimedici è il cosiddetto “indice di massacorporea”, BMI o Body Mass Index(vedi box). L’OMS - Organizzazione Mondiale dellaSanità - definisce sottopeso le personeche ottengono un valore di BMI minore di18.5, normali le persone che ottengonoun valore da 18.5 a 25, sovrappeso da 25a 29, obese di primo grado da 30 a 35,obese di secondo grado da 35 a 40, obesedi terzo grado o obese gravi sopra a 40. Il BMI (Body Mass Index) si calcola divi-dendo il peso (espresso in chilogrammi)per l’altezza (espressa in metri) al quadra-to. Una persona che pesa 75 Kg ed è alta1.80 m dovrà dividere 75 per 3,24 (1.80 alquadrato) e otterrà come risultato 23.1(che è appunto l’indice di massa corpo-rea).

Gli obesi sono tutti uguali? No. Alcuni hanno braccia e gambe magre,ma tendono ad accumulare grasso sullapancia (adipe viscerale o obesità androi-de). Altri tendono invece ad ingrassare inmaniera più uniforme, con una distribu-zione del grasso sottocutaneo nell’interoorganismo (adipe periferico o obesitàginoide). A parità di peso e di altezza, due personepossono avere una diversa distribuzionedel grasso e perciò un diverso rischio car-diovascolare.

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l’insulina non riesce a svolgere adeguata-mente il suo lavoro.

Ha senso misurare il grasso viscerale? SÌ: bisogna misurare la circonferenza dellavita. Le donne che hanno una circonferenzaminore di 80 cm sono nella normalità, tra 80e 87 devono diminuire di peso, se hanno unacirconferenza vita superiore a 87 devonorivolgersi al medico. Per gli uomini cambiano solo le misure:meno di 94 cm è normale, da 94 a 101 è peri-coloso, sopra a 101 è molto pericoloso.

Come si misura il grasso sottocutaneo? Si possono misurare le cosiddette pliche cor-poree: sono pieghe di cute e sottocute chevengono pinzate in uno strumento che nemisura lo spessore: più alto è il valore, piùabbondante è il grasso sottocutaneo.

Come si riduce il grasso sull’addome? L’accumulo viscerale di grasso è legato a fat-tori genetici, ma l’alimentazione e lo stile divita possono contribuire ad aggravare omeno la predisposizione familiare: una per-sona che si alimenta in modo equilibrato(privilegiando grassi vegetali anziché anima-li e consumando molta frutta e molta verdu-ra, ricche di fibre) e che svolge regolarmenteattività fisica non accumula grasso né in peri-feria (braccia e gambe) né sull’addome.(vedi il box “La lezione dei Pima Indians”)

L’obesità è ereditaria?Già negli anni ’70 la comunità scientifica haipotizzato la teoria dei “geni risparmiatori”(thrifty genotype), secondo la quale possia-mo accumulare calorie grazie alla funzionedi alcuni geni che si trasmettono familiar-mente: gli uomini preistorici che possedeva-

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La lezione dei Pima Indians

Negli Stati Uniti esiste una popolazione diindiani, chiamati Pima Indians, che hannouna caratteristica molto particolare: uno sudue sviluppa la “sindrome metabolica”.Una percentuale così elevata indica chequesta popolazione ha caratteristiche gene-tiche che la predispongono a sviluppareobesità viscerale, elevati livelli di trigliceri-di, ipertensione arteriosa, bassi livelli dicolesterolo “buono”, diabete e malattie car-diovascolari. Ma la cosa più interessante è che i membridi questa stessa popolazione, due o trecen-to anni fa, non erano diabetici, né ipertesi .Finché i Pima Indians vivevano liberi nellepraterie, cacciavano i bufali e scappavanodai colonizzatori, non sviluppavano la sin-drome metabolica. Ora invece vivono nelle riserve, hannoadottato uno stile di vita più sedentario ecomodo, non devono più cacciare per pro-curarsi il cibo, né fuggire per sopravvivere:quindi emerge la loro predisposizionegenetica.Recentemente, alcuni ricercatori hannoidentificato in Messico un ramo di questatribù che ha continuato a vivere secondo leantiche tradizioni: solo uno su dieci ha svi-luppato sindrome metabolica. Un discorso analogo vale per i Nauru, unapopolazione polinesiana nella quale sonostate rilevate queste stesse caratteristiche. Queste ricerche sottolineano l’importanzadelle abitudini di vita nella sviluppo dellasindrome metabolica.

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no questa caratteristica riuscivano ad accu-mulare calorie di riserva da utilizzare duran-te l’inverno, quando era più difficile trovarecibo (è un sistema di protezione pressappocosimile, anche se con meccanismi fisiologicidiversi, a quello che consente agli animaliche vanno in letargo di sopravvivere senzanutrimento per mesi). Nei secoli, questa funzione ha permesso adalcune persone di sopravvivere anche inperiodi di carestia, garantendo una riserva dienergia indispensabile. L’uomo cosiddetto civilizzato possiede anco-ra questa funzione, ma non avendo più perio-di in cui non ha accesso al cibo, in qualchemodo la usa inutilmente accumulandograsso. Inoltre il cibo a nostra disposizione è abbon-dante e sempre più ricco di lipidi e caloriee certamente non andiamo a caccia, ma ciprocacciamo il cibo stando comodamenteseduti. Chi non svolge attività fisica, si muove soloin macchina, prende l’ascensore, passaparecchio tempo seduto davanti alla televi-

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Dieta, diabete,sovrappeso

e obesità in Europa

DIETA - I risultati di due indagini pro-mosse in Europa dal WHO(Organizzazione Mondiale dellaSanità) e da FAO (Organizzazione perl’Alimentazione e l’Agricoltura delleNazioni Unite) indicano che la qualitàdell’alimentazione in Europa è scaden-te. WHO raccomanda che il consumo

medio di frutta e verdura sia almeno di400 grammi al giorno per persona: ma idati delle ricerche mostrano che il con-sumo di frutta e verdura di un adulto èinferiore a questo valore nei 4/5 deiPaesi Europei. In generale, il consumo difrutta e verdura è più alto nei Paesidell’Europa Meridionale che nel restodell’Europa. Per esempio la popolazionedella Spagna mangia il doppio di frutta everdura rispetto all’Inghilterra e tre voltedi più del Kazakistan. La ricerca FAOindica che negli ultimi 20 anni in moltiPaesi dell’Europa del Nord e dell’Ovest

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sione o al monitor del computercontinua a mettere da parte calo-rie senza smaltirle.

C’è differenza fra diversi Paesi? Nei Paesi Occidentali l’obesitàviscerale, il diabete e di conse-guenza le malattie cardiovascolarisono in costante crescita. Lamedicina ha migliorato la qualitàdelle cure e le ha rese più accessi-bili, ma non si è affatto ridotta lamorbilità: si muore meno ma ci siammala di più. La sindrome metabolica è rarissi-ma nei Paesi in via di sviluppo,dove le persone hanno ridottacapacità di accedere al cibo, con-sumano più energie nei lavorimanuali e non hanno tutte lecomodità che abbiamo noi.

Le persone obese corrono altri rischi? L’obesità e il sovrappeso sono fat-

tori che predispongono a malattie cardiova-scolari e a patologie degenerative dell’appa-rato scheletrico (ad esempio l’Artrosi) e aproblemi respiratori (sindrome diPickwick). Alcuni tumori sono più probabi-li negli obesi, ma altri tipi di tumori sono piùfrequenti nelle persone sotto peso.

Come si combatte l’obesità? Bisogna rompere il circolo vizioso in cui èentrata la persona obesa. Il paziente ingrassa,e anche se corregge la propria alimentazione,a causa delle proprie dimensioni non riesce apraticare attività fisica. Se non fa attività fisica non riesce a consu-mare i grassi in eccesso. E se non consumagrassi è impossibile far calare il peso inmaniera continuativa. Risultato: il peso simantiene elevato. Bisogna cercare di trasformare questo circo-lo vizioso in circolo virtuoso: correggerel’alimentazione del paziente in termini quan-titativi e qualitativi e convincerlo a praticareattività fisica regolare: così si favorisce ilcalo del peso con maggiore soddisfazione

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si è ridotto il consumo di grassi ed èaumentato quello di frutta, verdura ecereali. Al contrario, nei Paesidell’Europa Meridionale, Centrale eOrientale, dove il consumo di grassi erastoricamente basso, questo genere diconsumi è attualmente in aumento. Inaltre parole, le abitudini alimentari neivari Paesi d’Europa tendono a unifor-marsi.

DIABETE – Il diabete è responsabiledel 2% delle morti nei Paesi europei conmercati sviluppati maturi e dello 0,8%

nei Paesi dell’ex area socialista. Il dia-bete è in aumento in tutti i Paesi euro-pei.

SOVRAPPESO E OBESITA’ –Uno studio multi-nazionale dimostrache gli adulti dell’Unione Europeasono in sovrappeso per una percentualevariabile dal 27 al 35%, e obesi dal 7 al12%. L’obesità è in crescita in tutti iPaesi per i quali vi sono dati disponibili.

(Fonte: Le statistiche europee delle malattie cardiovascolari, British Heart

Foundation)

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anche da parte del paziente, e si mantienealta la motivazione a insistere.

Come si cura l’obesità? Fornendo al paziente un adeguato supportopsicologico, modificando la quantità e laqualità dei cibi contenuti nella sua dieta,convincendolo ad aumentare l’attività fisi-ca quotidiana: in casi selezionati si possonoutilizzare alcuni farmaci e si può ricorrereanche alla chirurgia. Questo approccio è l’unico ritenuto correttodalla “medicina basata sull’evidenza” (evi-dence-based medicine), che è ormai il riferi-mento per chi voglia praticare correttamentela medicina. Altri strumenti, come la liposu-zione e trattamenti miracolosi di cui spessosi parla sono discutibili.

Servono le diete drastiche? Le diete “miracolose” fanno sicuramente

perdere peso: assumere 700 o 800 calorie algiorno porta inevitabilmente a un calo dipeso per sbilanciamento fra le calorie ingeri-te e le calorie consumate, ma non è detto chequesto metodo sia corretto. Il ricorrere periodicamente a diete molto dra-stiche sviluppa quella che viene definita “lasindrome dello jo-jo”: il paziente obesoviene messo a dieta, perde molti chili in pocotempo, ma non riesce a seguire un regimedietetico eccessivamente castigante per untempo abbastanza lungo, pertanto ricominciaa mangiare liberamente e quindi a ingrassa-re. Quando il paziente riprende a mangiarecome gli piace, di nuovo sovraccarica il suoorganismo con grassi e zuccheri, e riprendead accumulare grasso: il risultato è che ilpaziente riprende un peso addirittura supe-riore rispetto a quello che aveva prima delladieta. Inoltre le diete troppo drastiche impo-veriscono il patrimonio proteico dell’organi-

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smo, facendo mancare alcune sostanze fon-damentali per la costruzione dei muscoli.

Che cosa significa “dieta equilibrata”? Una dieta equilibrata dovrebbe contenereall’incirca il 55% di carboidrati, non più del28% di grassi e il resto in proteine. I carboidrati (glucidi o zuccheri) rappre-sentano la fonte principale di energia delnostro organismo. I carboidrati semplici sono il fruttosio, illattosio e il saccarosio, cioè gli zuccheri chesi trovano rispettivamente nella frutta, nellatte e nello zucchero da cucina. Essi ven-gono assimilati velocemente dall’organi-smo: forniscono subito energia ma si esau-riscono velocemente. I carboidrati complessi invece (l’amidocontenuto nella pasta, nel riso, nel pane enelle patate) forniscono energia più lenta-mente. I grassi (o lipidi) in piccole quantità sonoindispensabili, poiché oltre a fornire ener-gia, trasportano le vitamine liposolubili (A,D, E, K). I grassi vegetali (contenuti soprattuttonegli olii) contengono prevalentementeacidi grassi (mono e poli-insaturi) che svol-gono benefici effetti sul colesterolo. I gras-si animali (lardo, strutto, burro, formaggi,uova, salumi, carni) contengono acidi gras-si saturi che, se assunti in eccesso, aumen-tano il colesterolo. Il colesterolo è il precursore di tutti gliormoni steroidei: il cortisolo (indispensabi-le per affrontare lo stress e per reagire allemalattie) e gli ormoni sessuali (indispensa-bili per la procreazione). Fornisce inoltre ilsupporto per la costruzione di importantistrutture cellulari.

E le proteine? Le proteine possono essere considerate comemattoni che messi insieme formano la strut-

tura del corpo umano, e servono a costruire,mantenere e rinnovare tutti i tessuti dell’or-ganismo. Le proteine sono contenute inquasi tutti gli alimenti, animali e vegetali. Le proteine vegetali possono essere assuntecon pane, pasta, riso, patate, verdure di tuttitipi e soprattutto con i legumi (che sono uneccellente alimento in quanto contengonoanche carboidrati). L’assunzione di proteine animali deve esse-re varia: pesce, carni bianche e carni rosseforniscono apporti diversi di proteine chenon debbono mancare in una dieta equilibra-ta.

Basta la dieta? La dieta da sola non basta per far calare ilpeso e per mantenerlo nel tempo: ad essa sideve accompagnare un aumento dell’attivi-tà fisica. I muscoli lavorando brucianocalorie attingendole dalle riserve di grasso,riducendole. Una dieta è tanto più efficace quanto mag-giore è la massa muscolare del paziente.

Che altro serve? In alcuni centri italiani viene applicata la“terapia cognitivo-comportamentale”, che èmirata a modificare i comportamenti dellepersone obese. Spesso l’obesità è dovuta aun comportamento alimentare scorretto.Alcuni si abbuffano di cibo, a volte sonoaddirittura colpiti da veri e propri raptus difame: mangiano la prima cosa che capitasenza fare alcuna selezione. All’opposto cisono persone che “spiluccano”, cioè chemangiano continuamente nell’arco dellagiornata, senza rendersi conto della quantitàtotale di cibo ingurgitata. La “terapia cogni-tivo - comportamentale” utilizza diversimetodi e “trucchi”: per esempio insegna alpaziente che si abbuffa a mettere la forchet-ta sul tavolo fino a quando non ha comple-tato la masticazione e non ha ingerito il boc-cone. Questo, che può sembrare un suggeri-

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mento banale, è invece fondamentale perchétriplica i tempi del pasto, o a parità di tempodisponibile, riduce la quantità di cibo ingeri-to di almeno due terzi. Questa pratica è quindi efficace ma ha valo-re solo se utilizzata in un approccio globaleal problema dell’obesità.

Funzionano i farmaci antiobesità? Solo se il paziente è motivato: utilizzati cor-rettamente possono ridurre il peso di unpaziente del 10% in un anno: possono esse-re utili, soprattutto nella fase iniziale dellacura. Inoltre sono farmaci abbastanza costo-si e a totale carico del paziente.

Esistono cibi sani?SÌ: sono i cibi semplici, poco elaborati, conpochi grassi. Pasta, verdura, frutta, sono in séottimi alimenti, ma possono diventare menosani in funzione del modo in cui vengonopreparati, guarniti o serviti. Per esempio: ilriso è un ottimo alimento, ma il risotto con-dito con carni, salsicce, burro, formaggiodiventa troppo calorico.

Verdura (cotta e cruda) e frutta non devonomai mancare sulla tavola. Ideale è il pesce,soprattutto il pesce azzurro che, grazieall’apporto dei grassi polinsaturi Omega 3,abbassa i trigliceridi e il rischio di Atero-sclerosi. Per evitare i danni da cottura,meglio la griglia, il vapore, il cartoccio.Evitare condimenti eccessivi e salse.

Esiste una dieta equilibrata? Non esiste una dieta che vada bene per tutti.Le diete devono invece essere personalizza-te, valutando le necessità metaboliche e leabitudini del singolo. Per esempio una dieta equilibrata comprendethe o caffe e latte, tre fette biscottate e spre-muta di arancia a colazione; un piatto dipasta, carne, un piatto di verdure e un fruttoa pranzo; minestrone, formaggio e insalata acena.

E il sale? L’eccesso di sale può contribuire all’insor-genza di ipertensione, la quale a sua voltapuò aumentare il rischio cardiovascolare inchi è già, per esempio, diabetico o sovrappe-so. Il sale aggiunto ai cibi ha il solo scopo disoddisfare il palato. La quantità di sale con-tenuta in una dieta equilibrata è sufficienteper il fabbisogno dell’organismo: teorica-mente potremmo vivere senza saliera, maanche in questa caso, basta un po’ di mode-razione. Le erbe aromatiche possono essereuna buona alternativa al sale.

Si deve rinunciare a tutto ciò che piace?Le eccezioni (come la classica abbuffata)devono rimanere eccezioni, non possonodiventare la regola.Ad esempio non deve essere la regola cuci-nare con il burro, ma una volta tanto le coto-lette alla milanese cotte con il burro fannobene al palato e bene all’umore.

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Settembre

MilanoGIORNATA MONDIALE PER IL CUOREUn gazebo in Piazza San Carlo per raccoglie-re fondi, distribuendo l’Agenda per il Cuore

2009”, per sensibi-lizzare la popolazio-ne a uno stile di vitasano mirato a preve-nire le malattie daTrombosi, anchecon il questionario“Quanta salute haiin tasca?”.Vedi: www.trombo-si.org

FirenzeXX CONGRESSO NAZIONALE SISETHa riunito gli esperti di Trombosi che hannocondiviso le recenti scoperte nel campo dellealterazioni del sistema della coagulazione delsangue, e dei rapporti con patologie moltodiverse tra loro, dalle malattie cardiovascola-ri ai tumori.

OLIO DEL CUORESAGRA S.p.A. ha deciso di sostenere ALT,donando 1000 bottiglie di olio extravergine

d’oliva bassa acidità e offrendo spazio sullapropria campagna pubblicitaria.ALT ringra-zia.

Ottobre

PUBBLICITA’ CHE INGRASSAALT sostiene lacampagna con-tro l’obesità in-fantile di Altro-consumo: è statainoltrata una pe-tizione che chie-de al Governoitaliano di difen-dere i bambini dal marketing aggressivo,dalla pubblicità di prodotti non salutari, dalleabitudini alimentari scorrette.

MilanoVIA SANTO SPIRITOIl 9 ottobre grazie al Comitato di Via SantoSpirito, ALT ha raccolto fondi con la distri-buzione di bottiglie di olio extravergined’oliva bassa acidità, donate da Sagra S.p.A.

Capo verdeVIAGGIO DELLA SALUTEEssere stati colpiti da malattie cardiovascola-ri da Trombosi non vuol dire dover rinuncia-

Lavoriin corso2008

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re alle vacanze: come tradizione, anche que-st’anno un gruppo di pazienti accompagnatida due medici di ALT ha trascorso una setti-mana della salute a Boa Vista: relax, buo-numore, attività fisica, alimentazione sana.La prossima edizione nell’ottobre 2009: perinformazioni contattare ALT.

Novembre

XX TROFEO DI GOLF ALT Si è conclusa la XX edizione del TROFEOALT 2008 che ha toccato 28 campi fra i piùbelli d’Italia, grazie alla disponibilità deiCircoli e alla generosità degli sponsors.Stiamo organizzando l’edizione 2009: leaziende interessate a sponsorizzare una o piùgare possono contattare [email protected] oppure 02 58 32 50 28.

MilanoCANCRO E TROMBOSICon il patrocinio di ALT, si è svolto pressol’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano ilcorso di aggiornamento “Complicanzeemorragiche e trombotiche in oncologia:diagnosi e terapia”, con lo scopo di sensibi-

lizzare gli oncologi a collaborare con gli spe-cialisti esperti sui meccanismi dellaTrombosi per curare i pazienti con approcciomultidisciplinare e competenza.

BariLE EPARINE: AMICHE O NEMICHE?Si è svolto a Bari il convegno “Le eparineamiche o nemiche? Benefici e rischi”,patrocinato da ALT.

Dicembre

Montecatini TermeICTUS NEL MONDO REALESi è svolto con il patrocinio di ALT il 17°Convegno Nazionale della Società ItalianaInterdisciplinare Neurovascolare.

ALT e CLUB MEDIn occasione della festa di Natale Club Medha ospitato ALT e ha permesso la distribuzio-ne di “Un’Agenda per il Cuore 2009”:un’occasione per sensibilizzare i dipendentie i loro famigliari alla prevenzione dellemalattie cardiovascolari. ALT ringrazia.

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Chi si iscrive alla newsletter sarà sem-pre aggiornato sulle iniziative di ALT esui progetti di ricerca scientifica. Registrandosi all’Area Riservata, sipotrà accedere ad alcuni contenuti spe-ciali: leggere gratuitamente SALTO,compilare il questionario “Quanta salu-te hai in tasca?”, effettuare una dona-zione online.

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Salto65 28-12-2008 16:26 Pagina 22

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