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I riferimenti normativi sanitari internazionali e nazionali relativi alle infezioni correlate all’assistenza e alla sicurezza Lorena Martini Presidente ANIPIO Responsabile UOS Formazione INMI L. Spallanzani, Roma PFA Il controllo delle infezioni correlate all’assistenza Cagliari 7 febbraio 2011 Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” IRCCS

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I riferimenti normativi sanitari internazionali

e nazionali relativi alle infezioni correlate

all’assistenza e alla sicurezza

Lorena Martini

Presidente ANIPIO

Responsabile UOS Formazione

INMI L. Spallanzani, Roma

PFA Il controllo delle infezioni correlate all’assistenza

Cagliari 7 febbraio 2011

Istituto Nazionale per le Malattie Infettive

“Lazzaro Spallanzani” IRCCS

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Di cosa parlerò

L’evoluzione in Italia dei programmi

Il quadro europeo

La rete collaborativa tra regioni (Programma

CCM) e i risultati raggiunti

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Normativa nazionale

Infezioni correlate all’assistenza• circolare ministeriale 52/1985: “Lotta alle infezioni ospedaliere”

Viene raccomandato l’avvio di un programma di controllo delle infezioni in

ciascun presidio ospedaliero, che includa la costituzione di un Comitato

multidisciplinare, l’istituzione di un gruppo operativo, il dotarsi di personale

infermieristico dedicato. Viene affidato alle Regioni il compito di coordinare le

attività e di rinforzare i programmi di formazione professionale

• circolare ministeriale 8/1988: “Lotta alle infezioni ospedaliere: la sorveglianza”

Definisce i criteri standardizzati per la definizione e la diagnosi dei diversi siti di

infezione ospedaliera ed i metodi di sorveglianza. Raccomanda di utilizzare oltre

ai dati del laboratorio anche sistemi di sorveglianza “attiva”

• DPR 13 settembre 1988: “Determinazione degli standard del personale

ospedaliero”

Viene menzionato il Comitato di controllo delle infezioni ospedaliere, “al fine di

accertare la qualità dell’assistenza sanitaria, per conferire maggiore

professionalità agli atti tecnici essenziali”

• DM 24 luglio 1995: “Contenuti e modalità degli indicatori di efficienza nel

Servizio sanitario nazionale”. GU. n. 263, 10 novembre 1995.

Il ministero della Salute inserisce tra gli indicatori attraverso i quali viene

misurata l’efficienza e la qualità delle cure erogate, il numero di casi di infezioni

ospedaliere per mille dimissioni.

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Lorena Martini

Circolare ministeriale n. 52/1985

compiti del CIO

• Definire la strategia di lotta contro le IO con particolare

riguardo ai seguenti aspetti:

� Organizzazione del sistema di sorveglianza

� Misure di prevenzione

� Coinvolgimento appropriato dei servizi laboratoristici

� Metodo e mezzi per informare il personale ospedaliero

sull’andamento delle infezioni

• Verificare l’effettiva applicazione dei programmi di

sorveglianza e controllo e la loro efficacia

• Curare la formazione culturale e tecnica del personale

• Definire la strategia di lotta contro le IO con particolare

riguardo ai seguenti aspetti:

� Organizzazione del sistema di sorveglianza

� Misure di prevenzione

� Coinvolgimento appropriato dei servizi laboratoristici

� Metodo e mezzi per informare il personale ospedaliero

sull’andamento delle infezioni

• Verificare l’effettiva applicazione dei programmi di

sorveglianza e controllo e la loro efficacia

• Curare la formazione culturale e tecnica del personale

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Lorena Martini

Circolare ministeriale n. 52/1985

componenti del CIO

… il Comitato, coadiuvato dal Direttore Sanitario, deve

comprendere

• almeno un rappresentante delle altre aree funzionali

• esperti in igiene

� in malattie infettive

� ed in microbiologia

devono costituirne le figure essenziali

• così come è fondamentale la presenza del dirigente del

personale infermieristico

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Lorena Martini

Circolare ministeriale n. 52/1985

Gruppo Operativo

Il Comitato designerà un ristretto gruppo operativo cui affidare

specifiche mansioni attinenti al programma:

• un medico igienista della Direzione Sanitaria

• un esperto in malattie infettive

• un caposala

• tre infermieri professionali particolarmente addestrati in materia

• un farmacologo clinico o farmacista ospedaliero

Il gruppo operativo deve ricevere dall’autorità competente

l’assegnazione del tempo e delle risorse necessarie per

l’espletamento dei suoi compiti.

Il gruppo operativo partecipa ai lavori del Comitato.

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LOTTA ALLE INFEZIONI NOSOCOMIALI: LA SORVEGLIANZA

Circolare Ministeriale 8/1988

La commissione per le infezioni nosocomiali (C.I.O.) deve scegliere il sistema più adatto alla situazione e valutare i seguenti aspetti:

il funzionamento del laboratorio di microbiologiale dimensioni dell’ospedalela tipologia dei servizi esistentile risorse disponibilil’integrazione tra le diverse figure che si occupano della sorveglianza

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Lorena Martini

Per essere efficaci, vi è bisogno sia del CIO (autorità

condivisa) che di figure dedicate (operatività). Quale

è la diffusione di CIO/medico/ICI (solo i sì effettivi)?

Page 9: I riferimenti normativi sanitari internazionali e ... · I riferimenti normativi sanitari internazionali e nazionali relativi alle infezioni correlate all’assistenza e alla sicurezza

Lorena Martini

Il quadro italianoIl quadro italiano1985-1988

Circolari Ministeriali “Lotta alle infezioni” e “Sorveglianza”

• Infermiera epidemiologa

• CIO e GO

• Sorveglianza

• Ruolo attivo regioni

Indagine nazionale 1988

- Rispondenza 35%

0

20

40

60

80

% di

ospedali

CIO

CIO Medico ICN Sorveglianza

Indagine nazionale 2000

1999-2000

- Rispondenza 80%

0

20

40

60

80

% di

ospedali

CIO

CIO Medico ICN Sorveglianza

Media nazionale 21%

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Lorena Martini

Stato dellStato dell’’arte dei programmi di sorveglianza e arte dei programmi di sorveglianza e

controllo a livello nazionalecontrollo a livello nazionale

Le autorità regionali hanno inviato i questionari a tutte

le aziende sanitarie pubbliche presenti nel territorio

regionale. 12 regioni hanno incluso anche le case di cura

accreditate (Abruzzo, Calabria, Emilia-Romagna, Friuli

Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sardegna,

Sicilia, Toscana, Umbria, Veneto).

Tempi della rilevazione: attività riferite all’anno 2006,

questionari pervenuti entro 12/2007

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Lorena Martini

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Lorena Martini

Tempi della rilevazione

Coordinamento Nazionale Progetto INFOSS Agenzia Sanitaria Regione Emilia�Romagna

MARZO 2007

APRILE 2007

FINE 2007

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Lorena Martini

Rispondenza all’indagine

Azienda Sanitaria Presidi Ospedalieri

Rispondenti Esistenti %* Rispondenti Esistenti %*

Regione

Sardegna6 9 67% 15 27 56%

Italia 286 328 87% 639 728 88%

* percentuale rispondenti

Indagine conoscitiva 2000

Presidi Rispondenti Esistenti %

Italia 428 535 80%

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Lorena Martini

Diffusione dei programmi di controllo per azienda

Infezioni

nell’atto

aziendale

Programma

aziendale

CIO/altro GO/altro CIO +GO

N°* %** N°* %** N°* %** N°* %** N°* %**

Regione

Sardegna (R=6 )

2 40% 1 20% 4 80% 2 40%

Italia(R=278 )

195 70% 242 87% 266 96% 254 91% 252 90%

R = rispondenti *N°di Aziende che ha risposto affermativamente alla domanda ** percentuale sui rispondenti

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Lorena Martini

2007CIO CIO

attivo

GO Medico

addetto

ICI Medico

+ICI

N° %* N° %* N° %* N° %* N° %* N° %*

Regione

Sardegna(R=15)

12 92 4 3 23 1 8 2 15 1 8

Italia(R = 615)

582 95 448 73 491 80 442 72 483 79 424 69

*% sui rispondenti

Caratteristiche organizzative dei programmi di controllo

2000

Italia(R = 428)

316 74 215 50 283 66 253

186

59

43

218

143

51

33

89 21

in corsivo : reale attività dopo controlli interni

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Lorena Martini

STRATEGIE E PROGRAMMI

Regione Sardegna

(R= 15)

Italia

(R = 615)

N° %* N° %*

Presenza di un programma per sorveglianza e

controllo ICA

4 31 474 77

CIO/GO producono un rapporto delle attività 1 8 456 74

Presenza di gruppo /progetto di Gestione del

rischio clinico

(integrato con programmi di controllo ICA)

8 62 489

(292)

80

(47)

Presenza di gruppo /progetto per il Governo

Clinico

(integrato con programmi di controllo ICA)

0 0 237

(152)

39

(25)

Presenza di un programma di comunicazione del

rischio infettivo al paziente/familiari

0 0 73 12

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Lorena Martini

SORVEGLIANZA

Laboratorio Studio di prevalenza

ultimi 3 anni (2)

Sorveglianza

per obiettivi (3)

Sorveglianza

continuativa

(4)

2+3

O

2+4

N° %* N° %* N° %* N° %* N° %*

Regione

Sardegna

8 62 1 8 2 15 2 15 4 31

Italia(R =645 )

435 71 280 46 296 48 274 45 467 76

*% sui rispondenti

*% degli ospedali rispondenti

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Lorena Martini

Italia

Regione Sardegna

Sì, 3 23%

Sistema di sorveglianza delle esposizioni accidentali a rischio biologico negli operatori sanitari

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Lorena Martini

Temi per i quali sono stati definiti e diffusi protocolli operativi

scrittiSardegna Italia

2007

% *

2007

% *

2000

% *

Lavaggio/igiene mani 46 86 59

Uso disinfettanti/antisettici 31 81 63

Sterilizzazione/disinfezione dispositivi medici 38 81 56

Pulizia/sanificazione ambientale 31 81 66

Prevenzione IVU catetere-associate 23 67 43

Isolamento paziente 0 64 36

Profilassi antibiotica in chirurgia 15 64 37

Prevenzione BSI CVC-associate 8 57 29

Prevenzione ISS 38 52 29

Prevenzione trasmissione patogeni MDR 0 29 -

Prevenzione infezioni basse vie respiratorie 0 28 18

Modalità di segnalazione/notifica infezioni 0 22 -

Altro 15 51 -

*% sui rispondenti

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Normativa nazionale

Accreditamento

DL 502/92 .“Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell’art.1 della legge 23 ottobre 1992, n. 421”.L’art. 8 afferma che “…sono definiti requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi minimi richiesti per l’esercizio delle attività sanitarie da parte delle strutture pubbliche e private e la periodicità dei controlli sulla permanenza dei requisiti stessi.”Il DPR del 14 gennaio 1997 identifica gli specifici requisiti minimi per l’esercizio delle attività sanitarie da parte delle strutture pubbliche e private e demanda alle Regioni la determinazione di requisiti di accreditamento.

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Normativa nazionale

Rischio clinico

Seduta della Conferenza Stato Regioni del 20 marzo 2008.report

Intesa tra Governo, Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano concernente la gestione del rischio clinico e la sicurezza dei pazienti e delle cure

Codice sito 4.10/2008/55. Intesa ai sensi dell’articolo 8, comma 6, della legge 5 giugno 2003, n.131.Viene sancita l’attivazione di una funzione aziendale permanentemente dedicata alla Gestione del rischio clinico e alla sicurezza dei pazienti e delle cure, la istituzione di un Comitato strategico nazionale per la gestione del rischio clinico e di una Consulta nazionale per la sicurezza del paziente.

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Piani sanitari nazionali

• PSN 2006-2008Prevede, tra gli obiettivi mirati a controllare le malattie infettive, la sorveglianza e il controllo delle complicanze infettive legate all’assistenza sanitaria

• PSN 2003-2005Prevede, tra gli obiettivi mirati a controllare le malattie trasmissibili prevenibili con la vaccinazione, la sorveglianza delle infezioni nosocomiali e di quelle a trasmissione iatrogena

• Piano sanitario nazionale 1998-2000 – DPR 23 luglio 1998 Conferma l’importanza delle infezioni ospedaliere come indicatore della qualità dell’assistenza prestata ai pazienti ricoverati, pone, fra gli obiettivi per il triennio di riferimento, la riduzione di almeno il 25% dell’incidenza delle infezioni e l’attivazione di un programma per la sorveglianza, la prevenzione e il controllo delle infezioni in ogni presidio ospedaliero

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Piani sanitari regionali

Regione Sardegna

Piano regionale dei Servizi Sanitari 2006-2008,

pubblicato dal BU della Sardegna dell'8 febbraio

2007, n.4. suppl. straordinario n.1, nella Parte

terza (Strumenti per il funzionamento del

sistema) e nella sezione “Governo clinico”

contiene un paragrafo dedicato a prevenzione e

controllo delle Infezioni Acquisite nelle Strutture

Sanitarie (IASS).

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Le risposte: evoluzione nel tempoLe risposte: evoluzione nel tempo

le figure dedicate (ICN)

i Comitati multidisciplinari

le misure di controllo di “buon senso”

la notifica delle infezioni (sorveglianza passiva)

I fase: 1960-

Epidemie di MRSA in

Inghilterra

II fase: 1980- III fase: 2000-

Il metodo/la

valutazione

Interventi di sistema

=

=

le misure di controllo EBM ed EBN

la sorveglianza:

� attiva

� costo-efficacia

� i metodi epidemiologici

La responsabilità della dirigenza/ tutti gli operatori

L’implementazione delle buone pratiche

Sorveglianza attiva

utilizzando database

esistenti/linkage fonti

informative correnti

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At present the major communicable

disease threats in the EU are the following:

Healthcare-associated infections, with or without

antimicrobial-resistant pathogens

HIV infection

Pneumococcal infections

Influenza

Tuberculosis

Dicembre 2007

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Gli Stati Membri devono istituire ed attivare una strategia nazionaleistituire ed attivare una strategia nazionale per la prevenzione

e il controllo delle infezioni correlate all’assistenza

•• attuareattuare misure di prevenzione e controllomisure di prevenzione e controllo a livello nazionale o regionale (misure

standard; coerenza e comunicazione tra operatori; raccomandazioni a livello nazionale; indicatori

strutturali e di processo; processi di accreditamento)

• rafforzare prevenzione e controllorafforzare prevenzione e controllo a livello delle istituzioni sanitarie (programma,

misure organizzative, personale)

•istituire o rafforzare sistemi di sorveglianza attivasistemi di sorveglianza attiva (indagini, incidenza di infezioni

selezionate; patogeni selezionati; sistemi sorveglianza ECDC)

•favorire l'istruzione e la formazionel'istruzione e la formazione del personale sanitario

•migliorare l'informazione fornita ai pazientil'informazione fornita ai pazienti

•sostenere la ricercaricerca

INVITA LA COMMISSIONE

ad elaborare, entro 3 anni, una relazione di

attuazione al Consiglio che valuti l'impatto della

presente raccomandazione sulla base delle

informazioni fornite dagli Stati membri

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1. Currriculum for course on point prevalence (PP) studies of HAIs

2. Infection control (IC) training needs assessment in the European Union

3. Surveillance of infection control structure and process indicators (SPI)

4. ARHAI epidemic intelligence system (EPIS)

5. ECDC surgical site infection (SSI) surveillance

6. ECDC intensive care unit (ICU) -acquired infection surveillance

7. Molecular typing in surveillance and control of MRSA in hospitals and community

8. Surveillance of HAIs and related practices in European long-term care facilities (HALT)

9. Concordance study of case definitions of HAIs

10. European point prevalence survey (PPS) of HAIs and antimicrobial use in hospitals

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La rete interLa rete inter--regionaleregionale

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Sorveglianza:protocolli standardizzati

archivio di dati nazionale

Raccomandazioni sulle misure

“irrinunciabili”:temi essenziali

misure sostenute da evidenze forti

applicabili in tutti i contesti

Monitoraggio dei programmi:sperimentazione di uno strumento utile a

monitorare il “progresso”

descrizione della linea di base

Progetto INF-OSS e Sicurezza del paziente 2006-

2009

Coordinamento ASSR E-R (finanziamento CCM)

Page 30: I riferimenti normativi sanitari internazionali e ... · I riferimenti normativi sanitari internazionali e nazionali relativi alle infezioni correlate all’assistenza e alla sicurezza

Organizzazione del progettoOrganizzazione del progettoMinistero della

Salute - CCMOMS

Regione Emilia-Romagna &

Coordinamento inter-regionale *

Tutte le regioni e province autonome italiane

hanno aderito ai progetti e individuato un

coordinatore

Aziende Sanitarie (Direzioni Aziendali & Addetti al

controllo infezioni)

Page 31: I riferimenti normativi sanitari internazionali e ... · I riferimenti normativi sanitari internazionali e nazionali relativi alle infezioni correlate all’assistenza e alla sicurezza

Strumenti di rilevazione Strumenti di rilevazione

epidemiologica comuniepidemiologica comuni

Protocollo comune

Gestione autonoma:

autorità, rapporto diretto,

utilizzo locale dei risultati

Confronto tra regioni:

differenze tra aree del

paese

Confronto nel tempo:

progresso

Page 32: I riferimenti normativi sanitari internazionali e ... · I riferimenti normativi sanitari internazionali e nazionali relativi alle infezioni correlate all’assistenza e alla sicurezza

Cosa Cosa èè stato realizzatostato realizzato

Strumenti di rilevazione epidemiologica comuni,

utilizzati in ambito regionale

Reti di sorveglianza “nuove” a livello nazionale

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Progetto INFProgetto INF--OSSOSS

-- La sorveglianza La sorveglianza --

Definizione di protocolli comuni e

istituzione di archivi nazionali

Database

nazionale

Infezioni del sito chirurgico e in Terapia

Intensiva

Regione A

Regione B

Regione …..

Studio

multicentrico A, B, …

Azienda A, B, …

• File di dati (tracciato conforme a quello concordato)

• Input su programmi vari (GiViTI, SPIN,UTI, HELICS-WIN, ecc.)

ECDC

Europa

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Periodo luglio 2007 – giugno 2008: dati su 21445

interventi relativi a 41 categorie chirurgiche in 135

Ospedali (73 Aziende)

Rischio di infezione pari al 2.6 per 100 interventi (da

0,75% negli interventi di laminectomia a 9,5% negli

interventi sul colon).

Sorveglianza delle infezioni del sito chirurgicoin Italiaperiodo luglio 2007 – giugno 2008

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Sorveglianza delle ICA in aree a Sorveglianza delle ICA in aree a

rischiorischio

Armonizzazione dei metodi in uso in regioni/ aziende

diverse senza replicare/moltiplicare/ sovrapporre

iniziative

Possibilità di confronto tra regioni/paesi europei

Flessibilità/apertura alle esigenze locali

Page 37: I riferimenti normativi sanitari internazionali e ... · I riferimenti normativi sanitari internazionali e nazionali relativi alle infezioni correlate all’assistenza e alla sicurezza

Cosa Cosa èè stato realizzatostato realizzato

Strumenti di rilevazione epidemiologica comuni,

utilizzati in ambito regionale

Reti di sorveglianza “nuove” a livello nazionale

La promozione di pratiche assistenziali efficaci a ridurre il

rischio

Page 38: I riferimenti normativi sanitari internazionali e ... · I riferimenti normativi sanitari internazionali e nazionali relativi alle infezioni correlate all’assistenza e alla sicurezza

Individuare le misure di prevenzione e controllo delle ICA,

sostenute da evidenze scientifiche forti, relative a temi di

prevenzione di carattere generale, comuni ai vari ambiti

assistenziali.

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Lorena Martini

IndiceMisure di carattere generaleIgiene delle maniPrecauzioni standard e misure di isolamentoPrevenzione delle IVUPrevenzione delle infezioni correlate a cateterismo intravascolarePrevenzione delle SSIPrevenzione delle polmoniti correlate a procedure invasive

Page 41: I riferimenti normativi sanitari internazionali e ... · I riferimenti normativi sanitari internazionali e nazionali relativi alle infezioni correlate all’assistenza e alla sicurezza

Lorena Martini

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GLOBAL PATIENT SAFETY CHALLENGE

Igiene delle mani Frizione con preparati a base di alcool

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Page 46: I riferimenti normativi sanitari internazionali e ... · I riferimenti normativi sanitari internazionali e nazionali relativi alle infezioni correlate all’assistenza e alla sicurezza

Progetto Progetto ““Sicurezza del pazienteSicurezza del paziente””

Campagna nazionale Campagna nazionale ““Cure pulite sono cure Cure pulite sono cure

pipiùù sicuresicure”” (OMS)(OMS)

15 regioni e PA

127 Aziende sanitarie, 175 ospedali

285 Unità operative

> 9.000 operatori sanitari

Sito pilota

Campione di 41 UTI che hanno garantito

il rispetto del protocollo e la rilevazione

delle infezioni

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La campagna ha effettivamente cambiato

conoscenze e pratiche sull’igiene delle mani?

Il 97% delle Unità operative partecipanti è stato dotato di prodotti per la frizione alcolica delle mani e il 96% ha effettuato formazione specifica .

Tra i prodotti per l’igiene delle mani sono stati preferiti soprattutto quelli che consentono l’igiene delle mani al punto di assistenza al paziente.

L’adesione all’igiene delle mani è significativamente migliorata: si è passati da 42,2% a 64,7%, un incremento molto simile a quello riportato da Pittet nell’ospedale di Ginevra, ove nell’arco di quattro anni, l’adesione è passata da 48% a 66%.

L’incremento dell’adesione è quasi interamente da attribuire a un aumento della frequenza di frizione delle mani.

Dopo l’intervento è migliorata la conoscenza degli operatori sui temi relativi all’igiene delle mani e la loro percezione dell’importanza di strategie multimodali per promuovere una corretta igiene delle mani.

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La sicurezza in chirurgia è un

problema serio di salute pubblica

• Nel mondo annualmente si effettuano circa

234 milioni di interventi chirurgici

• Un tasso di 0.4-0.8% morti e del 3-16% di

complicanze significa che nel mondo ogni

anno vi sono almeno 1 milione di morti e 7

milioni di complicanze che causano disabilità

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I 10 obiettivi dell’OMS per una chirurgia

sicura

1. Il team dovrà operare sul paziente corretto e sul sito corretto

2. Il team utilizzerà metodi riconosciuti per prevenire danno

nella somministrazione dell’anestesia e nello stesso tempo

proteggerà il paziente dal dolore

3. Il team riconoscerà e si preparerà efficacemente per perdite dalle vie aeree o della funzione respiratoria che minaccino la vita

4. Il team riconoscerà e si preparerà efficacemente per il rischio di elevata perdita di sangue

5. Il team eviterà di scatenare una reazione allergica o avversa da farmaci per i quali è noto che il paziente è a rischio

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I 10 obiettivi dell’OMS per una chirurgia

sicura

6. Il team utilizzerà coerentemente metodi riconosciuti per

minimizzare il rischio di infezione del sito chirurgico

7. Il team dovrà prevenire la ritenzione di strumenti o garze nelle ferite chirurgiche.

8. Il team raccoglierà in sicurezza e identificherà accuratamente tutti i campioni di materiale biologico

9. Il team comunicherà efficacemente e si scambierà

informazioni critiche per lo svolgimento sicuro dell’intervento chirurgico

10. Gli ospedali e i sistemi di salute pubblica stabiliranno unasorveglianza di routine della capacità chirurgica, volume di attività e risultati

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Secondo un trial condotto in ospedali di ognuna delle sei regioni individuate dall’OMS, su 7688 pazienti (3733 prima e 3955 dopo l’introduzione della checklist), l’uso di questa semplice checklist in sala operatoria contribuirebbe ad abbassare di un terzo l’incidenza di morti o complicazioni collegate all’intervento chirurgico.

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http://www.ccm-network.it/

Sito web CCM

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Uno sguardo verso gli altri …

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Risultati studio SENIC (1983)elementi essenziali per l’efficacia dei programmi

aziendali di controllo delle ICPA

� esistenza di un sistema di sorveglianza intensiva

� esistenza di un programma di controllo intensivo

� presenza di una infermiera addetta al controllo delle infezioni ospedaliere ogni 250 letti

� presenza di un medico addetto al programma di controllo delle infezioni

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Requirements for infrastructure and essential

activities of infection control and epidemiology in

Hospitals - SHEA

I) gestione delle informazioni e dei dati critici (n.3)

II) stesura ed implementazione di indirizzi e procedure (n.2)

III) adesione a regolamenti, linee guida e standard di accreditamento

richiesti (n.3).

IV) tutela della salute dei lavoratori (n.5)

V) interventi diretti per prevenire la trasmissione di malattie infettive

(n.3)

VI) educazione e formazione degli operatori sanitari (n.2)

VII) disporre di risorse adeguate (personale spazi mezzi) (n.5)

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NHS Executive – Controls Assurance Standard:

infection control rev. 02 oct 2001.

www.official-documents.co.uk: Crown copyright 2001.

1. Board level responsibility for infection control is clearly defined and there are clear lines of accountability for infection control matters throughout the organisation, leading to the Board.

2. There is an Infection Control Committee which is directly accountable to the Chief Executive and Trust Board that endorsesall infection control policies, procedures, and guidance, provides advice and support on the implementation of policies, and monitors the progress of the annual infection control programme

3. There is an appropriately constituted and functioning Infection Control Team.

4. Prevention and control of infection is considered as part of allservice development activity.

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criterio 2: l’ “Infection Control Committee” deve essere costituito da

• il gruppo per il controllo delle infezioni,

• il general manager dell’azienda,

• un esperto nel controllo delle malattie trasmissibili in rappresentanza

dell’autorità sanitaria dell’area in cui è situato l’ospedale,

• il medico competente ed il suo staff infermieristico,

• un medico infettivologo,

• il dirigente dei servizi infermieristici,

• rappresentanti dei clinici nominati dal direttore medico,

• altre figure in rappresentanza dei servizi di sterilizzazione, della gestione

alberghiera, ecc.

criterio 3: il gruppo per la lotta alle IO deve essere costituito almeno da

un medico, da una infermiera, da un esperto in microbiologia (se il

medico assegnato non è un microbiologo) e da un supporto di segreteria.

NHS Executive – Controls Assurance Standard: infection

control rev. 02 oct 2001.

www.official-documents.co.uk: Crown copyright 2001.

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Il “comité de lutte contre les infections nosocomiales”

• non deve superare il numero di 22 partecipanti

• deve includere

•il presidente della commissione medica dell’ospedale,

•il rappresentante legale dell’azienda,

•il medico del lavoro (competente) dell’ospedale,

•il dirigente dei servizi infermieristici,

•un farmacista,

•un microbiologo,

•due rappresentanti medici dell’area clinica,

•il responsabile ed un rappresentante dell’équipe opérationnelle d'hygiène (gruppo

operativo),

•un infermiere operante in attività di assistenza,

•non più di 5 rappresentanti scelti tra le figure di tecnici medici e di supporto,

•non più di 5 membri tra medici farmacisti ed ostetriche tra cui, se presenti, un

esperto in epidemiologia ed uno in malattie infettive.

Per l’équipe opérationnelle d'hygiène viene raccomandata la presenza di figure mediche,

infermieristiche e di farmacisti.

Ministeres de l’emploi et de la solidarieté .

Décret no 99-1034 du 6 décembre 1999 relatif à

l'organisation de la lutte contre les infections nosocomiales.

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Equipe opérationnelle en hygiène hospitalière

(Francia, circulaire 17/1995)

( MINISTERE DES AFFAIRES SOCIALES, DE LA SANTE ET DE LA VILLE)

missions - 1 -

� Opera all’interno degli orientamenti del CIO

� rende operative la politica di prevenzione dei rischi infettivi,le tecniche di isolamento, i controlli ambientali e l’igiene generale della struttura

� elabora, in collaborazione con altri servizi interessati, i protocolli di assistenza e valuta la loro applicazione

� investiga le epidemie

� conduce la sorveglianza epidemiologica sulle IO e cura la validazione, l’analisi e la diffusione dei dati

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Equipe opérationnelle en hygiène hospitalière

(Francia, circulaire 17/1995)

( MINISTERE DES AFFAIRES SOCIALES, DE LA SANTE ET DE LA VILLE)missions - 2 -

� consultazione su costruzione, ristrutturazione ed arredo di locali ospedalieri

� consultazione per la conduzione di studi economici di valutazione dell’assistenza relativamente alle IO

� consultazione per studio e scelta di materiali ed di prodotti per l’assistenza e per la manutenzione

� consultazione per la formazione continua del personale ospedaliero

� consultazione per la formazione nelle scuole professionali dipendenti dall’ospedale

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Sicurezza vuol dire………..

Integrazione multiprofessionale

nello svolgimento delle diverse

attività mettendo al centro la

persona assistita

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La funzione del team infezioni si deve

fondare sull’approccio proattivo

� Utilizza la leadership come elemento forte ed

essenziale

� Evita il controllo e la sanzione

� Stimola la tendenza al miglioramento continuo dei

sanitari

� Diffonde le idee, le buone pratiche e le soluzioni

“efficaci”

� Considera le resistenze e le barriere

� Riconosce che sicurezza e qualità portano al risparmio

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• CIO e GO non sono un dogma ma bisogna salvaguardare:

• La condivisione dei programmi con tutti gli operatori

• La presenza di un nucleo operativo dedicato al problema

• 1 ICI per struttura (meglio 1 dedicata su due ospedali piuttosto che una factotum)

• Presenza di competenze mediche• (almeno in epidemiologia, igiene ospedaliera, farmacia, infettivologia,

microbiologia, clinical governance, ecc.)

• Disponibilità di• spazi,

• attrezzature,

• materiale bibliografico, connessione internet, telemedicina?,

• Laboratorio di microbiologia al passo con le tecniche e in rete con laboratori di riferimento

Alcuni punti chiave per affrontare le ICPA

oggi in Italia

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• Sorveglianza epidemiologica costante• Sulle infezioni

• Sui microrganismi sentinella

• Sulle antibiotico resistenze

• Presenza di atti di indirizzo (linee guida, protocolli, procedure)• correttezza della stesura,

• diffusione con metodologia appropriata,

• verifica dell’impatto concreto,

• revisione periodica

• Formazione• Specifica sul problema

• Comunicazione

• Leadership e management

• Le ICPA vanno affrontate a tutti i livelli della rete assistenziale

Alcuni punti chiave per affrontare le ICPA

oggi in Italia

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CIO obbligatorio?

• Le Circolari Ministeriali (52/1985 e 8/1988) sono

prive di effetti sanzionatori diretti.

• Solo con il D.M. 13/9/88 Determinazione degli

standards del personale ospedaliero, la lotta contro

le IO acquisisce una rilevanza sancita dalla

normativa di legge “ospedaliero”.

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• La normativa specifica inerente le infezioni ospedaliere è

numericamente modesta, ma significativa nella sua capacità

di indirizzo; essa è rappresentata essenzialmente da due

Circolari del Ministero della Salute e da indicazioni

contenute nel Piano Sanitario Nazionale 1998-2000.

• Ma poiché il determinismo delle infezioni ospedaliere è

multifattoriale , se vogliamo applicare anche alle ICA i ben

noti concetti di governo clinico, altrettanto varia e articolata

deve essere la ricerca delle fonti normative a cui far

riferimento nella gestione complessiva del sistema.

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• In tal senso si deve considerare la normativa relativa al buon

uso del sangue , al corretto smaltimento dei rifiuti , alla

realizzazione delle strutture ospedaliere e in particolare dei

reparti di malattie infettive, ai processi di sterilizzazione e

alla effettuazione di trapianti.

• La corretta applicazione di tutta questa normativa, che

possiamo definire afferente, è un fondamentale supporto alla

applicazione di norme più specifiche, che riguardano

direttamente le ICA.

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• Da un punto di vista medico legale è necessario porre attenzione sia agli elementi costitutivi della responsabilitàprofessionale, che all’esistenza di numerose linee guida, che sono state emanate negli anni dagli organismi scientifici preposti.

• La presenza di linee guida assume un ruolo rilevante specie in caso di incidente e/o di contestazione, in quanto le stesse possono costituire un chiaro riferimento a ciò che in termini giuridici si definisce “dottrina”.

• Inoltre la presenza di elementi dottrinali certi e di strumenti di prevenzione consolidati (dalla pratica e dalle dimostrazioni scientifiche) possono costituire elemento di responsabilità anche nei confronti della Pubblica Amministrazione, qualora , in presenza di situazioni di rischio, la stessa non adotti le idonee misure alla riduzione del rischio.

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Lorena Martini

Quali standard devono essere assicurati in Quali standard devono essere assicurati in

ciascun ospedaleciascun ospedale

Le linee guida sulla prevenzione e il controllo delle ICA pubblicate prendono in esame le seguenti aree:

• Pulizia, disinfezione e sterilizzazione

• Igiene delle mani

• Isolamento e misure di barriera

• Infezioni occupazionali

• Prevenzione delle infezioni antibiotico-resistenti

• Prevenzione delle infezioni delle vie urinarie

• Prevenzione delle infezioni della ferita chirurgica

• Prevenzione delle infezioni delle basse vie respiratorie

• Prevenzione delle infezioni associate a catetere intravascolare

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Lorena Martini

Grazie per l’attenzione

[email protected]

Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro

Spallanzani” IRCCS