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Gopnik e Meltzoff, 1997; Wellman e Gelman, 1998
I bambini hanno delle teorie ingenue e intuitive per costruire la realtà sia sugli oggetti fisici sia sul comportamento umano (bambino come piccolo scienziato)
I bambini hanno la capacità di ricavare info dagli eventi
Contro Piaget: le teorie sono precoci e dominio-specifiche
Ogni dominio ha cause diverse: fisiche e intenzioni e desideri
La mente è costituita da sostanze mentali, gli oggetti da sostanze fisiche
I desideri e le intenzioni determinano il comportamento
Riprende la teoria di Fodor (1983) e di Chomsky (1988): i moduli sono geneticamente determinati e predisposti a rispondere a stimoli specifici per informazioni
La semplice esposizione basta per il normale sviluppo di una funzione
No ruolo ambiente, la mente del bambino è simile a quelle dell’adulto
Pinker (1997): l’istinto del linguaggio Karmillof-Smith (1992) : ridescrizione
rappresentazionale; verso la mente modulare
Johnson 1998; 2000 Riprende concetti della teoria evoluzionistica,
neo-piagetiani, connessionismo, innatismo modulare
Sviluppo delle nuove tecnologie (neuroimmagini, studio su lesioni specifiche): possibilità di visualizzare i cambiamenti di attività cerebrale legate allo sviluppo cognitivo
Complessa interazione natura-cultura Studio delle sinapsi, delle molecole, del
metabolismo Emergenza del sistema
Thelen e Smith, 1998; Lewis, 2000 Importa il concetto di sistema dalla fisica e lo
applica alla biologia e psicologia Studia i cambiamenti nel tempo di sistemi
auto-organizzanti Analisi delle interazioni multiple e a tutti i livelli
(dal molecolare al culturale) Nuove strategie emergono come
riorganizzazione in risposta ad una stimolazione ambientale (riflesso cammino)
Stadio preferito; approccio complesso e multilivello
Approccio più olistico, integrazione a vari livelli
Riprende l’approccio socio-culturale Approccio dei sistemi ecologici di
Bronfenbrenner (1989) Psicologia culturale