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I
Gli italiani hanno detto NO al referendum ABROGATIVO sulle trivelle. Il quesito referendario
era: “Volete voi che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 apri-
le 2006, n. 152, Norme in materia ambientale, come sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della
legge 28 dicembre 2015, n. 208 ‘Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e plurienna-
le dello Stato (legge di stabilità 2016)‘, limitatamente alle seguenti parole: ‘per la durata di vita
utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale‘?” . Co-
me per qualunque altra legislatura , il cittadino è stato chiamato al voto e si sono creati due fronti
sociali :il fronte del si e il fronte del no. Siamo stati invitati per cancellare la norma in vigore che è
rimasta inalterata. Le trivellazioni continueranno ad essere concesse alla distanza di 12 miglia
dalla costa italiana. Nonostante il risultato, l'impegno di ciascuno di noi dovrà essere la difesa
strenua delle nostre coste, il nostro mare, la nostra pesca, il nostro turismo, la nostra salute. " Di-
fendiamo il Mediterraneo ". Valeriana Ianniello
II
“Io ho un concetto etico del giornalismo.
Ritengo infatti che in una società democra-
tica e libera quale dovrebbe essere quella
italiana, il giornalismo rappresenti la forza
essenziale della società”. Giuseppe Fava è
stato un giornalista siciliano, nato nel set-
tembre del 1925 e morto nel gennaio del
1984. Le sue numerose inchieste sulle atti-
vità criminali lo resero un instancabile op-
positore della mafia, ma questa sua indole
gli costò la vita. Divenne giornalista profes-
sionista nel 1952 e dopo alcune brevi espe-
rienze in varie testate, nel 1956 viene as-
sunto da “Espresso sera”. Qui ebbero enor-
me rilevanza le sue interviste ad alcuni boss
di Cosa Nostra quali Calogero Vizzini e
Giuseppe Genco Russo. Durante la sua
professione, non sono mancate delle paren-
tesi nel settore del teatro, del cinema e della
radio. Nel 1980 assunse la dirigenza del
“Giornale del Sud”. In questo periodo si
attivò particolarmente nel denunciare le
azioni malavitose di Cosa Nostra, tra cui
soprattutto i traffici di droga, che imperver-
savano a Catania. I suoi articoli sono stati
sempre dettati dalla forte onestà nel raccon-
tare la verità senza alcuna distorsione, per
“realizzare giustizia e difendere la libertà”.
Le sue forti posizioni prese nei confronti di
alcuni tentativi di infiltrazione mafiosa in
ambito giornalistico, decretarono la fine del
suo ruolo dirigenziale all’interno della te-
stata e diedero vita ad un attentato fallito ai
suoi danni con una bomba contenente un
chilo di tritolo. A seguito del licenziamento
di Fava ci furono alcune proteste che, però,
si conclusero in un nulla di fatto. Poco tem-
po dopo, il Giornale del Sud terminò la sua
attività. Fava ed i suoi collaboratori dun-
que, fondarono una nuova rivista mensile,
chiamata I Siciliani. La rivista conteneva
inchieste sugli aspetti più controversi della
vita politica. A cominciare dalle critiche
sulle basi missilistiche in Sicilia, passando
per i piccoli episodi di delinquenza quoti-
diane per poi raccontare dell’oscura presen-
za della grande mafia ai cosiddetti “piani
alti”. Come ricordò nella sua ultima intervi-
sta infatti: “I mafiosi stanno in Parlamento,
i mafiosi a volte sono ministri, i mafiosi
sono banchieri”. L’articolo più importante
da lui firmato, fu: “I quattro cavalieri
dell’apocalisse mafiosa”, un’inchiesta-
denuncia nella quale Fava ed i suoi colleghi
misero esplicitamente in luce i loschi rap-
porti che esistevano tra i cavalieri del lavo-
ro ed il clan del boss Nitto Santapaola.
Così, il 5 gennaio del 1984, appena lasciata
la redazione del suo giornale, fu raggiunto
da 5 proiettili alla nuca. Si spense in questo
modo, un’altra delle vittime della mafia,
ucciso perché trovò il coraggio di opporsi,
ad un sistema sbagliato.
A partire da questo terzo numero del gior-
nalino scolastico, prodotto dagli studenti
dell’I.T.I G.B Lucarelli, abbiamo deciso
di iniziare un percorso di memoria stori-
ca, collettiva, volto alla riscoperta di al-
cune tra le figure cardine del giornalismo
italiano che hanno tragicamente perso la
vita sotto i colpi della criminalità organiz-
zata. Ciò, anche per dare continuità al
discorso cominciato un mese fa con l’As-
sociazione “Libera” e tradotto, poi, nella
manifestazione: “Ponti di impegno e luo-
ghi di memoria”, del 21 marzo scorso.
L’obiettivo è duplice. Il primo è quello di
far conoscere ai ragazzi le storie e le vite
di uomini come Giuseppe Fava, Giancarlo
Siani, Mauro Rostagno, Walter Tobagi,
Peppino Impastato che, attraverso il loro
(stra)ordinario e personalissimo lavoro
giornalistico, hanno provato a scardinare
e combattere dei nemici che spesso sono
apparsi e ancora appaiono insormontabili.
Il secondo tocca il cuore sociologico della
questione e cioè l’importanza intrinseca
che hanno il ricordo e la memoria nella
formazione di un’identità solida, indivi-
duale e collettiva, per i “nostri” adole-
scenti, in una società così frammentata e
complessa.
La vita umana non obbedisce solo a biso-
gni biologici elementari, ma ad un'esigen-
za altrettanto fondamentale: "l'esigenza di
costruire un'immagine di sé abbastanza
solida da confermarci che esistiamo senza
dissolverci". Così lo psichiatra Giovanni
Jervis parla di "insicurezze di consisten-
za", di mancata solidità interiore.
Per un adolescente questa insicurezza,
questa labilità di identità, possono essere
dovute ad un eccesso o ad una carenza di
chiare proposte esistenziali, ma sovente
sono causate dall'assenza di un solido
legame con le radici del proprio passato,
dalla mancanza di un nutriente rapporto
con la propria memoria.
Dunque, la memoria è coinvolta fortemen-
te in questo processo di solidificazione
del sé almeno perché essa ci aiuta a co-
struire una solida rete di appartenenze;
contribuisce a trasformare il passato in
spazio propulsivo, ed è guida di matura-
zione della personalità.
Voltarci all'indietro, cioè verso il tempo
lungo o breve che è appena trascorso,
ricordando chi prima di noi ha combattuto
per un mondo libero, migliore, dà forma
all’autocoscienza, facendo riflettere su chi
siamo stati, magari fino a un minuto fa e
chi potremmo essere.
“A che serve
essere vivi,
se non c’è il
coraggio di
lottare?”
Marco Martignetti Fabio Marcarelli
III
“Un'esperienza davvero entusiasmante, posso davvero dire di aver allargato i miei orizzonti. Mi
sono sentito per la prima volta un cittadino europeo”. Queste alcune delle considerazioni che han-
no espresso alcuni nostri compagni d'istituto dopo il completamento dell'esperienza scaturita dalla
partecipazione al progetto “Gates and Keys”. Progetto che raccoglie la sfida comune per i sistemi
scolastici europei della prevenzione della dispersione scolastica.
Affrontare l'abbandono scolastico è prima di tutto un investimento per il futuro. I giovani che lasci-
ano prematuramente la scuola sono ad aumentato rischio di disoccupazione, la povertà e l'esclu-
sione sociale. Essi sono spesso in posti di lavoro più precari e meno ben retribuiti rispetto a quelli
con formazione. In generale, i bambini dal basso livello di istruzione e background socialmente
svantaggiati hanno più probabilità di altri di lasciare il sistema scolastico precocemente.
“Ci siamo resi conto che è fondamentale accrescere la nostra formazione europea, come cittadini
attivi”. E' la studentessa tedesca Laura a chiarire i motivi che l'hanno spinta a partecipare al pro-
getto: “Le attività extra-scolastiche in paesi differenti ci aiutano a costruire un rapporto positivo
con la scuola. Proviamo a scoprire noi stessi attraverso la scoperta dell’ “altro"; - e aggiunge – aver
avuto la possibilità di studiare fianco a fianco con i coetanei italiani, turchi, inglesi, ungheresi, po-
lacchi e danesi, è qualcosa che sicuramente segnerà il mio percorso formativo; poi, sarà bello poter
raccontare che la città di Benevento e la Campania sono magnifiche. Consiglierò ai miei compagni
di classe ad Amburgo di venire a visitarle un giorno”.
E' giusto ricordare che oltre alle attività extra-scolastiche noi studenti ci siamo cimentati in attività
di diverso genere,tra cui musica, danza, arte, role-plays, seminari e la realizzazione di booklet su
religioni-similarità e differenze , pregiudizi razziali, razzismo e genocidi, un
blog, delle mostre, la celebrazione della "Giornata dell'Europa", workshop e
presentazioni. Dunque, un'esperienza costruttiva nel vero senso della parola. “Gates and Keys” e
l'Erasmus Plus ci servono davvero a fare insieme l'Europa e gli europei. Ilaria Lombardi
IV
FIxO, è un programma che Italia Lavoro mette in cam-
po per combattere la disoccupazione giovanile, puntan-
do su una più rapida ed efficace transizione dal sistema
dell’istruzione e della formazione al mondo dell’occu-
pazione. La nostra scuola, nelle scorse settimane, ha
partecipato a questa interessante iniziativa. Sono stati in
tanti gli ex alunni dell’Istituto che si sono presentati
all’appuntamento, tutti disoccupati, già iscritti a diversi
programmi come “Garanzia Giovani”. Ha portato la
sua testimonianza Marco, diplomato nel campo dell’e-
lettrotecnica, il quale ha raccontato di aver trovato im-
piego come ascensorista. Si è espresso in maniera nega-
tiva sul programma “Garanzia Giovani”, evidenziando
soprattutto i ritardi nei pagamenti. Sicuramente una
nota negativa nei confronti del progetto nato, come det-
to, con l’intento di abbassare il tasso di disoccupazione
e di aumentare le possibilità di lavoro tra i giovani.
Qualcosa è andato storto, le lamentele sono tante e i
profitti sono pochi, quasi inesistenti. Numerosi sono i
giovani di tutta Italia che non stanno vivendo questa
opportunità in modo positivo. Da nord a sud, i disagi
sono gli stessi: ritardo nei colloqui, nelle assunzioni e,
in special modo, nei pagamenti. Il nuovo programma
“FIxO Scuola & Università”, promosso dal Ministero
del Lavoro e delle Politiche Sociali, con l’assistenza
tecnica di Italia Lavoro, coinvolge invece le scuole se-
condarie superiori e le università. Obiettivo del pro-
gramma è quello di supportare l’erogazione di servizi di
placement e di intermediazione per studenti, laureati e
dottori di ricerca, con l’intenzione di ridurne i tempi di
ingresso nel mercato del lavoro e di aumentare le possi-
bilità di trovare un’occupazione in linea con il percorso
formativo seguito. In attuazione del Jobs Act e della
legge sulla Buona Scuola, in stretta sinergia con le Re-
gioni, FIxO supporta 1000 scuole secondarie superiori e
75 Università nel migliorare e qualificare i servizi di
orientamento e placement, nel promuovere l’apprendi-
stato e nel costruire un rapporto proficuo con le aziende
del territorio. Gli interventi FIxO intendono contribuire
al progressivo miglioramento dei tassi di occupazione
dei giovani studenti e laureati italiani, migliorando la
qualità dei posti di lavoro per il capitale umano qualifi-
cato. Il progetto supporta i giovani diplomandi e diplo-
mati nell’orientamento verso le dinamiche reali del la-
voro e dell’occupazione, cercando di ridurre il tempo
che passa tra il diploma e l’ingresso nel mondo del la-
voro. Ogni scuola avrà la possibilità di realizzare da un
minimo di 50 fino a un massimo di 150 percorsi perso-
nalizzati di orientamento e placement per diplomati e
diplomandi. Questo stage dà senza ombra di dubbio
opportunità di conoscere se stessi, conoscere le proprie
competenze nell’ambito lavorativo.
Nel cuore della città di Benevento presso gli spazi dell'Hotel
"Villa Traiano", è nata la "Good Academy", la prima accade-
mia di radio, teatro, canto e doppiaggio del Sud Italia. Questo
è un evento importantissimo, rivolto alle autorità, ai media e
ai giovani che sono interessati ad affacciarsi alle professioni
dello spettacolo e della comunicazione. La scuola è nata dall'i-
dea di Rita Minocchia Liuzzi, che ha voluto regalare un'op-
portunità ai giovani, sia sanniti che provenienti da altre pro-
vince, che vogliono avvicinarsi al mondo del cinema e della
tv. I corsi, vengono tenuti nella nuova sede di viale Aldo Mo-
ro, a Benevento, e questa Accademia è fornita di strumenta-
zioni all'avanguardia e di tutti i comfort possibili. Ogni classe
è formata da un massimo di venti alunni che possono impara-
re nel corso delle varie lezioni ad utilizzare le loro doti vocali.
Allo stesso modo c'è un percorso di studi dedicato alla dizione
al pubblic speaking. Il corpo docente è molto ampio. Spicca-
no nomi illustri. La direzione artistica è stata affidata a Fran-
cesco Cavuoto. Gli ingredienti principali per diventare un
buon doppiatore e che vengono insegnati agli allievi sono:
passione, voglia di imparare e tanto studio della tecnica. La
"Good Academy" ha un obiettivo importante: selezionare e
formare i giovani di talento che sono spinti dal sogno di entra-
re nel mondo dello spettacolo. I corsi sono pensati per tutte le
professioni che sfruttano sia i media tradizionali, come il cine-
ma e la televisione, che media e web based come youtube ed
altre piattaforme di video streaming. I primi rudimenti della
teoria dell'attore verranno acquisiti e sarà possibile mettere a
fuoco l'importanza dello0 stato fisico nella preparazione e
nella realizzazione della performance attoriale. Nel corso ver-
rà stimolata l'energia del corpo e potenziata la capacità di
muoversi nello spazio scenico, coniugando il movimento e
l'azione con una corretta emozione vocale. Quello della
"Good Accademy" è un progetto ambizioso, di grande valore
culturale e formativo che, per la prima volta, decentra lo show
da Roma Al Sud: la città di Benevento sta ospitando un vero
centro polifunzionale con tutte le discipline che aprono la
strada al mondo dello spettacolo.
Simone Luongo
Domenico Varricchio