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I Gli italiani hanno detto NO al referendum ABROGATIVO sulle trivelle. Il quesito referendario era: “Volete voi che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 apri- le 2006, n. 152, Norme in materia ambientale, come sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 ‘Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e plurienna- le dello Stato (legge di stabilità 2016)‘, limitatamente alle seguenti parole: ‘per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale‘?” . Co- me per qualunque altra legislatura , il cittadino è stato chiamato al voto e si sono creati due fronti sociali :il fronte del si e il fronte del no. Siamo stati invitati per cancellare la norma in vigore che è rimasta inalterata. Le trivellazioni continueranno ad essere concesse alla distanza di 12 miglia dalla costa italiana. Nonostante il risultato, l'impegno di ciascuno di noi dovrà essere la difesa strenua delle nostre coste, il nostro mare, la nostra pesca, il nostro turismo, la nostra salute. " Di- fendiamo il Mediterraneo " . Valeriana Ianniello

Gli italiani hanno detto NO al referendum ABROGATIVO sulle … · 2016-05-01 · placement e di intermediazione per studenti, laureati e dottori di ricerca, con l’intenzione di

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Page 1: Gli italiani hanno detto NO al referendum ABROGATIVO sulle … · 2016-05-01 · placement e di intermediazione per studenti, laureati e dottori di ricerca, con l’intenzione di

I

Gli italiani hanno detto NO al referendum ABROGATIVO sulle trivelle. Il quesito referendario

era: “Volete voi che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 apri-

le 2006, n. 152, Norme in materia ambientale, come sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della

legge 28 dicembre 2015, n. 208 ‘Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e plurienna-

le dello Stato (legge di stabilità 2016)‘, limitatamente alle seguenti parole: ‘per la durata di vita

utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale‘?” . Co-

me per qualunque altra legislatura , il cittadino è stato chiamato al voto e si sono creati due fronti

sociali :il fronte del si e il fronte del no. Siamo stati invitati per cancellare la norma in vigore che è

rimasta inalterata. Le trivellazioni continueranno ad essere concesse alla distanza di 12 miglia

dalla costa italiana. Nonostante il risultato, l'impegno di ciascuno di noi dovrà essere la difesa

strenua delle nostre coste, il nostro mare, la nostra pesca, il nostro turismo, la nostra salute. " Di-

fendiamo il Mediterraneo ". Valeriana Ianniello

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II

“Io ho un concetto etico del giornalismo.

Ritengo infatti che in una società democra-

tica e libera quale dovrebbe essere quella

italiana, il giornalismo rappresenti la forza

essenziale della società”. Giuseppe Fava è

stato un giornalista siciliano, nato nel set-

tembre del 1925 e morto nel gennaio del

1984. Le sue numerose inchieste sulle atti-

vità criminali lo resero un instancabile op-

positore della mafia, ma questa sua indole

gli costò la vita. Divenne giornalista profes-

sionista nel 1952 e dopo alcune brevi espe-

rienze in varie testate, nel 1956 viene as-

sunto da “Espresso sera”. Qui ebbero enor-

me rilevanza le sue interviste ad alcuni boss

di Cosa Nostra quali Calogero Vizzini e

Giuseppe Genco Russo. Durante la sua

professione, non sono mancate delle paren-

tesi nel settore del teatro, del cinema e della

radio. Nel 1980 assunse la dirigenza del

“Giornale del Sud”. In questo periodo si

attivò particolarmente nel denunciare le

azioni malavitose di Cosa Nostra, tra cui

soprattutto i traffici di droga, che imperver-

savano a Catania. I suoi articoli sono stati

sempre dettati dalla forte onestà nel raccon-

tare la verità senza alcuna distorsione, per

“realizzare giustizia e difendere la libertà”.

Le sue forti posizioni prese nei confronti di

alcuni tentativi di infiltrazione mafiosa in

ambito giornalistico, decretarono la fine del

suo ruolo dirigenziale all’interno della te-

stata e diedero vita ad un attentato fallito ai

suoi danni con una bomba contenente un

chilo di tritolo. A seguito del licenziamento

di Fava ci furono alcune proteste che, però,

si conclusero in un nulla di fatto. Poco tem-

po dopo, il Giornale del Sud terminò la sua

attività. Fava ed i suoi collaboratori dun-

que, fondarono una nuova rivista mensile,

chiamata I Siciliani. La rivista conteneva

inchieste sugli aspetti più controversi della

vita politica. A cominciare dalle critiche

sulle basi missilistiche in Sicilia, passando

per i piccoli episodi di delinquenza quoti-

diane per poi raccontare dell’oscura presen-

za della grande mafia ai cosiddetti “piani

alti”. Come ricordò nella sua ultima intervi-

sta infatti: “I mafiosi stanno in Parlamento,

i mafiosi a volte sono ministri, i mafiosi

sono banchieri”. L’articolo più importante

da lui firmato, fu: “I quattro cavalieri

dell’apocalisse mafiosa”, un’inchiesta-

denuncia nella quale Fava ed i suoi colleghi

misero esplicitamente in luce i loschi rap-

porti che esistevano tra i cavalieri del lavo-

ro ed il clan del boss Nitto Santapaola.

Così, il 5 gennaio del 1984, appena lasciata

la redazione del suo giornale, fu raggiunto

da 5 proiettili alla nuca. Si spense in questo

modo, un’altra delle vittime della mafia,

ucciso perché trovò il coraggio di opporsi,

ad un sistema sbagliato.

A partire da questo terzo numero del gior-

nalino scolastico, prodotto dagli studenti

dell’I.T.I G.B Lucarelli, abbiamo deciso

di iniziare un percorso di memoria stori-

ca, collettiva, volto alla riscoperta di al-

cune tra le figure cardine del giornalismo

italiano che hanno tragicamente perso la

vita sotto i colpi della criminalità organiz-

zata. Ciò, anche per dare continuità al

discorso cominciato un mese fa con l’As-

sociazione “Libera” e tradotto, poi, nella

manifestazione: “Ponti di impegno e luo-

ghi di memoria”, del 21 marzo scorso.

L’obiettivo è duplice. Il primo è quello di

far conoscere ai ragazzi le storie e le vite

di uomini come Giuseppe Fava, Giancarlo

Siani, Mauro Rostagno, Walter Tobagi,

Peppino Impastato che, attraverso il loro

(stra)ordinario e personalissimo lavoro

giornalistico, hanno provato a scardinare

e combattere dei nemici che spesso sono

apparsi e ancora appaiono insormontabili.

Il secondo tocca il cuore sociologico della

questione e cioè l’importanza intrinseca

che hanno il ricordo e la memoria nella

formazione di un’identità solida, indivi-

duale e collettiva, per i “nostri” adole-

scenti, in una società così frammentata e

complessa.

La vita umana non obbedisce solo a biso-

gni biologici elementari, ma ad un'esigen-

za altrettanto fondamentale: "l'esigenza di

costruire un'immagine di sé abbastanza

solida da confermarci che esistiamo senza

dissolverci". Così lo psichiatra Giovanni

Jervis parla di "insicurezze di consisten-

za", di mancata solidità interiore.

Per un adolescente questa insicurezza,

questa labilità di identità, possono essere

dovute ad un eccesso o ad una carenza di

chiare proposte esistenziali, ma sovente

sono causate dall'assenza di un solido

legame con le radici del proprio passato,

dalla mancanza di un nutriente rapporto

con la propria memoria.

Dunque, la memoria è coinvolta fortemen-

te in questo processo di solidificazione

del sé almeno perché essa ci aiuta a co-

struire una solida rete di appartenenze;

contribuisce a trasformare il passato in

spazio propulsivo, ed è guida di matura-

zione della personalità.

Voltarci all'indietro, cioè verso il tempo

lungo o breve che è appena trascorso,

ricordando chi prima di noi ha combattuto

per un mondo libero, migliore, dà forma

all’autocoscienza, facendo riflettere su chi

siamo stati, magari fino a un minuto fa e

chi potremmo essere.

“A che serve

essere vivi,

se non c’è il

coraggio di

lottare?”

Marco Martignetti Fabio Marcarelli

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III

“Un'esperienza davvero entusiasmante, posso davvero dire di aver allargato i miei orizzonti. Mi

sono sentito per la prima volta un cittadino europeo”. Queste alcune delle considerazioni che han-

no espresso alcuni nostri compagni d'istituto dopo il completamento dell'esperienza scaturita dalla

partecipazione al progetto “Gates and Keys”. Progetto che raccoglie la sfida comune per i sistemi

scolastici europei della prevenzione della dispersione scolastica.

Affrontare l'abbandono scolastico è prima di tutto un investimento per il futuro. I giovani che lasci-

ano prematuramente la scuola sono ad aumentato rischio di disoccupazione, la povertà e l'esclu-

sione sociale. Essi sono spesso in posti di lavoro più precari e meno ben retribuiti rispetto a quelli

con formazione. In generale, i bambini dal basso livello di istruzione e background socialmente

svantaggiati hanno più probabilità di altri di lasciare il sistema scolastico precocemente.

“Ci siamo resi conto che è fondamentale accrescere la nostra formazione europea, come cittadini

attivi”. E' la studentessa tedesca Laura a chiarire i motivi che l'hanno spinta a partecipare al pro-

getto: “Le attività extra-scolastiche in paesi differenti ci aiutano a costruire un rapporto positivo

con la scuola. Proviamo a scoprire noi stessi attraverso la scoperta dell’ “altro"; - e aggiunge – aver

avuto la possibilità di studiare fianco a fianco con i coetanei italiani, turchi, inglesi, ungheresi, po-

lacchi e danesi, è qualcosa che sicuramente segnerà il mio percorso formativo; poi, sarà bello poter

raccontare che la città di Benevento e la Campania sono magnifiche. Consiglierò ai miei compagni

di classe ad Amburgo di venire a visitarle un giorno”.

E' giusto ricordare che oltre alle attività extra-scolastiche noi studenti ci siamo cimentati in attività

di diverso genere,tra cui musica, danza, arte, role-plays, seminari e la realizzazione di booklet su

religioni-similarità e differenze , pregiudizi razziali, razzismo e genocidi, un

blog, delle mostre, la celebrazione della "Giornata dell'Europa", workshop e

presentazioni. Dunque, un'esperienza costruttiva nel vero senso della parola. “Gates and Keys” e

l'Erasmus Plus ci servono davvero a fare insieme l'Europa e gli europei. Ilaria Lombardi

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IV

FIxO, è un programma che Italia Lavoro mette in cam-

po per combattere la disoccupazione giovanile, puntan-

do su una più rapida ed efficace transizione dal sistema

dell’istruzione e della formazione al mondo dell’occu-

pazione. La nostra scuola, nelle scorse settimane, ha

partecipato a questa interessante iniziativa. Sono stati in

tanti gli ex alunni dell’Istituto che si sono presentati

all’appuntamento, tutti disoccupati, già iscritti a diversi

programmi come “Garanzia Giovani”. Ha portato la

sua testimonianza Marco, diplomato nel campo dell’e-

lettrotecnica, il quale ha raccontato di aver trovato im-

piego come ascensorista. Si è espresso in maniera nega-

tiva sul programma “Garanzia Giovani”, evidenziando

soprattutto i ritardi nei pagamenti. Sicuramente una

nota negativa nei confronti del progetto nato, come det-

to, con l’intento di abbassare il tasso di disoccupazione

e di aumentare le possibilità di lavoro tra i giovani.

Qualcosa è andato storto, le lamentele sono tante e i

profitti sono pochi, quasi inesistenti. Numerosi sono i

giovani di tutta Italia che non stanno vivendo questa

opportunità in modo positivo. Da nord a sud, i disagi

sono gli stessi: ritardo nei colloqui, nelle assunzioni e,

in special modo, nei pagamenti. Il nuovo programma

“FIxO Scuola & Università”, promosso dal Ministero

del Lavoro e delle Politiche Sociali, con l’assistenza

tecnica di Italia Lavoro, coinvolge invece le scuole se-

condarie superiori e le università. Obiettivo del pro-

gramma è quello di supportare l’erogazione di servizi di

placement e di intermediazione per studenti, laureati e

dottori di ricerca, con l’intenzione di ridurne i tempi di

ingresso nel mercato del lavoro e di aumentare le possi-

bilità di trovare un’occupazione in linea con il percorso

formativo seguito. In attuazione del Jobs Act e della

legge sulla Buona Scuola, in stretta sinergia con le Re-

gioni, FIxO supporta 1000 scuole secondarie superiori e

75 Università nel migliorare e qualificare i servizi di

orientamento e placement, nel promuovere l’apprendi-

stato e nel costruire un rapporto proficuo con le aziende

del territorio. Gli interventi FIxO intendono contribuire

al progressivo miglioramento dei tassi di occupazione

dei giovani studenti e laureati italiani, migliorando la

qualità dei posti di lavoro per il capitale umano qualifi-

cato. Il progetto supporta i giovani diplomandi e diplo-

mati nell’orientamento verso le dinamiche reali del la-

voro e dell’occupazione, cercando di ridurre il tempo

che passa tra il diploma e l’ingresso nel mondo del la-

voro. Ogni scuola avrà la possibilità di realizzare da un

minimo di 50 fino a un massimo di 150 percorsi perso-

nalizzati di orientamento e placement per diplomati e

diplomandi. Questo stage dà senza ombra di dubbio

opportunità di conoscere se stessi, conoscere le proprie

competenze nell’ambito lavorativo.

Nel cuore della città di Benevento presso gli spazi dell'Hotel

"Villa Traiano", è nata la "Good Academy", la prima accade-

mia di radio, teatro, canto e doppiaggio del Sud Italia. Questo

è un evento importantissimo, rivolto alle autorità, ai media e

ai giovani che sono interessati ad affacciarsi alle professioni

dello spettacolo e della comunicazione. La scuola è nata dall'i-

dea di Rita Minocchia Liuzzi, che ha voluto regalare un'op-

portunità ai giovani, sia sanniti che provenienti da altre pro-

vince, che vogliono avvicinarsi al mondo del cinema e della

tv. I corsi, vengono tenuti nella nuova sede di viale Aldo Mo-

ro, a Benevento, e questa Accademia è fornita di strumenta-

zioni all'avanguardia e di tutti i comfort possibili. Ogni classe

è formata da un massimo di venti alunni che possono impara-

re nel corso delle varie lezioni ad utilizzare le loro doti vocali.

Allo stesso modo c'è un percorso di studi dedicato alla dizione

al pubblic speaking. Il corpo docente è molto ampio. Spicca-

no nomi illustri. La direzione artistica è stata affidata a Fran-

cesco Cavuoto. Gli ingredienti principali per diventare un

buon doppiatore e che vengono insegnati agli allievi sono:

passione, voglia di imparare e tanto studio della tecnica. La

"Good Academy" ha un obiettivo importante: selezionare e

formare i giovani di talento che sono spinti dal sogno di entra-

re nel mondo dello spettacolo. I corsi sono pensati per tutte le

professioni che sfruttano sia i media tradizionali, come il cine-

ma e la televisione, che media e web based come youtube ed

altre piattaforme di video streaming. I primi rudimenti della

teoria dell'attore verranno acquisiti e sarà possibile mettere a

fuoco l'importanza dello0 stato fisico nella preparazione e

nella realizzazione della performance attoriale. Nel corso ver-

rà stimolata l'energia del corpo e potenziata la capacità di

muoversi nello spazio scenico, coniugando il movimento e

l'azione con una corretta emozione vocale. Quello della

"Good Accademy" è un progetto ambizioso, di grande valore

culturale e formativo che, per la prima volta, decentra lo show

da Roma Al Sud: la città di Benevento sta ospitando un vero

centro polifunzionale con tutte le discipline che aprono la

strada al mondo dello spettacolo.

Simone Luongo

Domenico Varricchio