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GLI APPARATI SCHELETRICO E ARTICOLARE LO SCHELETRO Lo scheletro è la struttura flessibile che da forma al corpo e lo sostiene, protegge gli organi vitali e fornisce ancoraggio ai muscoli che permettono il movimento.Per secoli le ossa sono state considerate un’impalcatura senza vita il cui unico scopo era quello di sostenere le parti molli e attive che lo circondavano. Gradualmente gli scienziati hanno compreso che, al contrario, sono parti vitali, con propri vasi sanguigni e vengono continuamente rimodellate. Lo scheletro non è soltanto la struttura di supporto del corpo:le flessibili articolazioni tra le diverse ossa permettono al corpo di muoversi spinto dai muscoli. Ma lo scheletro ha anche la funzione importante di proteggere gli organi vitali, come il cervello all’interno del cranio. Le ossa, inoltre, sono una riserva di calcio (minerale essenziale per il buon funzionamento di muscoli e nervi) e producono diversi tipi di cellule sanguigne. Alcune parti dello scheletro sono cartilagine. DIVERSI TIPI DI OSSA Le ossa si dividono principalmente in quattro tipi; sono classificate in base a forma e dimensione: le ossa lunghe, come il femore (l’osso più lungo del nostro corpo), sono adatte a sopportare situazioni di stress, sono costituite da una parte centrale allungata detta diafisi che si affusola verso la fine formando l’ epifasi ; tra le ossa corte possiamo trovare quelle del polso e della mano; le ossa piatte, come le costole e il cranio, sono spesso ossa protettive; infine ci sono le ossa irregolari, tra cui le vertebre. [ Rebecca]

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GLI APPARATI SCHELETRICO E ARTICOLARE

LO SCHELETRO

Lo scheletro è la struttura flessibile che da forma al corpo e lo sostiene, protegge gli organi

vitali e fornisce ancoraggio ai muscoli che permettono il movimento.Per secoli le ossa sono

state considerate un’impalcatura senza vita il cui unico scopo era quello di sostenere le parti

molli e attive che lo circondavano. Gradualmente gli scienziati hanno compreso che, al

contrario, sono parti vitali, con propri vasi sanguigni e vengono continuamente rimodellate.

Lo scheletro non è soltanto la struttura di supporto del corpo:le flessibili articolazioni tra le

diverse ossa permettono al corpo di muoversi spinto dai muscoli. Ma lo scheletro ha anche

la funzione importante di proteggere gli organi vitali, come il cervello all’interno del cranio.

Le ossa, inoltre, sono una riserva di calcio (minerale essenziale per il buon funzionamento

di muscoli e nervi) e producono diversi tipi di cellule sanguigne. Alcune parti dello scheletro

sono cartilagine.

DIVERSI TIPI DI OSSA

Le ossa si dividono principalmente in quattro tipi; sono classificate in base a forma e

dimensione: le ossa lunghe, come il femore (l’osso più lungo del nostro corpo), sono adatte

a sopportare situazioni di stress, sono costituite da una parte centrale allungata detta diafisi

che si affusola verso la fine formando l’ epifasi; tra le ossa corte possiamo trovare quelle del

polso e della mano; le ossa piatte, come le costole e il cranio, sono spesso ossa protettive;

infine ci sono le ossa irregolari, tra cui le vertebre.

[ Rebecca]]

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LA STRUTTURA DELLE OSSA

-TESSUTO OSSEO

Il tessuto osseo forma le ossa, che concorrono a costituire lo scheletro dei vertebrati,

svolgendo una funzione di sostegno del corpo, di protezione degli organi vitali (come nel

caso della cassa toracica) e permettendo, insieme ai muscoli, il movimento. Inoltre, l tessuto

osseo, è costituito dall' osseina e da sali minerali (soprattutto fosfato di calcio e carbonato di

calcio), al suo interno si trovano piccoli vasi sanguigni e fibre nervose. Interno a piccole

nicchie si trovano le cellule ossee: gli osteociti. Queste cellule sono dotate di sottili

prolungamenti che le mettono in

comunicazione tra loro e con i canali

in cui scorre il sangue, da cui

traggono le sostanze per nutrirsi. Il

tessuto osseo è rivestito da una

membrana di tessuto connettivo detta

periostio, che protegge l' osso e

contribuisce alla sua nutrizione. Nel

periostio ci sono gli osteoblasti

(cellule molto importanti perché

hanno la capacità di fabbricare un

nuovo tessuto osseo sostituendo

quello vecchio demolito da altre

cellule dette osteoclasti).

- CARTILAGINE

La cartilagine è formata da un tessuto connettivo più elastico e flessibile di quello osseo, la quale ricopre le estremità delle ossa di molte articolazioni evitando lo sfregamento tra due di loro e permettendo ai capi articolari di scorrere l' uno sull' altro. Nel tessuto cartilagineo non ci sono vasi sanguigni, però si nutre del tessuto osseo che lo ricopre, accrescendosi e rigene-randosi continuamente. La cartilagine si suddi-vide in tre diverse fasi in base alle fibre in essa presenti:

-cartilagine ialina

-cartilagine fibrosa

[ Sara]]

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-cartilagine elastica

-MIDOLLO OSSEO

Il midollo osseo, invece, è una sostanza molle che si trova all' interno delle cavità ossee,

ed ha il compito di formare nuove cellule del sangue (globuli rossi e globuli bianchi).

[ Arianna]]

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COM’E' FATTO LO SCHELERTO

Lo scheletro è una struttura rigida formata da un insieme di ossa che sostengono il corpo

umano. Alla nascita lo scheletro umano presenta circa 270 ossa che nell’adulto si riducono a

206 in quanto, durante lo sviluppo, alcune ossa si uniscono tra di loro e vanno a formarne uno

solo. Questo numero è sottoposto a una varietà di differenze anatomiche; per esempio, una

piccola parte della popolazione umana possiede una costa in più, oppure una vertebra

lombare. In un essere adulto medio, lo scheletro rappresenta circa il 20% del peso corporeo.

Lo scheletro può essere suddiviso:

scheletro assile, cioè del capo e del tronco

scheletro appendicolare, cioè degli arti, del cingolo scapola e pelvico

Le funzioni dello scheletro sono molteplici:

sostiene e protegge le parti delicate come l’encefalo e gli organi del torace (cuore e

polmone con i rispettivi vasi)

fornisce equilibrio e movimento, grazie al fatto che le articolazioni e i muscoli, tramite i

tendini, consentono il movimento.

provvede alla produzione del sangue, grazie al midollo osseo in esso contenuto

(funzione emopoietica)

dà forma al corpo (funzione plastica) fornisce una riserva di sali minerali.

Fanno parte dello scheletro, in misura minore, anche le cartilagini, un tessuto connettivo

privo di vasi, flessibile e duro al tempo stesso.

Struttura e aspetto

La sostanza fondamentale delle ossa è costituita da sostanza inorganica (fosfato di calcio,

carbonato di calcio, fosfato di magnesio, fluoruro di calcio) per il 55%, organica od osseina

per il 28% ed acqua nel rimanente 17%.

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Lo scheletro del capo

Lo scheletro del capo è costituito dalle ossa del

cranio: frontale, occipitale, parietali, temporali,

sfenoidale, e delle ossa della faccia (14): fra

cui le ossa nasali, etmoidali, orbitale,

zigomatico, mascellare, mandibilare ecc.

Il cranio, che contiene e protegge il cervello, è

formato da 8 ossa piatte unite saldamente tra

loro. Ha la funzione di proteggere il cervello, il

cervelletto ed il tronco encefalico, che sono

contenuti al suo interno, ma alloggia anche

molti organi sensoriali, quali occhi e orecchi, il primo tratto del sistema digerente e di quello

respiratorio. È generalmente diviso nel neurocranio, che si trova nella volta cranica, dove

sono contenute le strutture nervose della testa, e nello splancnocranio, che si trova al di

sotto della fronte, dove si trovano molti altri organi, tra cui quelli sensoriali. È senza dubbio

la struttura ossea più complessa del corpo umano, essendo formato da 25-28 ossa sia pari

che impari, spesso con forma altamente irregolare e connesse fra loro con una certa

variabilità. La maggior parte di queste ossa sono piatte, formate da due tavolati, uno

esterno più spesso, ed uno interno meno spesso, e da uno strato centrale spugnoso a

bassa densità, detto diploe. Lo spessore delle ossa varia generalmente in base alla

copertura muscolare, per cui saranno più sottili (e soggette a fratture) quelle parti del cranio

ricoperte da un numero di muscoli o da una massa muscolare maggiore (OSSO

TEMPORALE) rispetto a quelle relativamente esposte (OSSO OCCIPITALE). Le ossa del

cranio sono intervallate da articolazioni fibrose dette suture, che tendono a chiudersi con

l'invecchiamento.

Lo scheletro del tronco

Lo scheletro del tronco è costituito dalla colonna vertebrale e dalla gabbia toracica.

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La colonna vertebrale è formata da 33-34 ossa

sovrapposte, le vertebre, ciascuna delle quali

presenta un foro nella parte centrale; la colonna

vertebrale è quindi attraversata da una specie di

canale, il canale vertebrale, che contiene e

protegge il midollo spinale. Lunga circa 70 cm, la

colonna vertebrale viene suddivisa in cinque

regioni: cervicale, dorsale o toracica, lombare,

sacrale,che è formata da 5 vertebre saldate in un

unico osso (detto osso sacro), e coccigea,

formata da 4-5 vertebre anch’esse saldate in un unico osso (detto coccige).

Ogni vertebra è collegata all’altra da un disco intervertebrale di cartilagine; ciò conferisce

alla colonna vertebrale una certa flessibilità e consente di attutire gli urti.

La gabbia toracica è formata da 12 paia di ossa piatte e

nastriformi, le coste: sono collegate posteriormente alle

vertebre e anteriormente allo sterno mediante dei

prolungamenti cartilaginei; le ultime due paia di coste

anteriormente non raggiungono lo sterno perciò vengono

dette costole fluttuanti (sono le coste che si fratturano per

prime nei traumi toracici)

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Lo scheletro degli arti

Lo scheletro degli arti è costituito dalle ossa degli arti

superiori e inferiori.

Lo scheletro degli arti superiori comprende: l’osso del

braccio, l’omero; le ossa dell’avambraccio, l’ulna e il

radio; le ossa della mano, costituite dal carpo, dal

metacarpo e dalle falangi.

Lo scheletro degli arti superiori si articola allo scheletro

del tronco mediante le scapole (posteriormente) e le

clavicole (anteriormente), che nel loro insieme formano il

cinto scapolare.

Lo scheletro degli arti inferiori comprende: l’osso della

coscia, il femore (l’osso più lungo del corpo); le ossa

della gamba, la tibia e il perone; le ossa del piede,

costituite dal calcagno, dal tarso, dal metatarso e dalle falangi.

Nella parte interiore del ginocchio si trova inoltre la

rotula, osso che permette il movimento della

gamba unicamente all’indietro.

Lo scheletro degli arti inferiori si articola allo

scheletro del tronco mediante tre ossa: l’ileo,

l’ischio, e il pube, e nel loro insieme formano il

cinto pelvico o bacino.

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APPROFONDIMENTI SULLO SCHELETRO

I PROBLEMI DELLA SCHIENA

- Il mal di schiena

Il mal di schiena è una patologia la cui origine è legata a diversi fattori che possono interessare la sfera fisica, psicologica e sociale.

Il mal di schiena raramente è legato a problemi alle ossa mentre, nella maggioranza dei casi, è legato a difficoltà di funzionamento di una componente della schiena, che può essere a carico dei muscoli, dei legamenti, del disco, etc. Il mal di schiena, infatti, deve essere considerato come un segnale che il corpo invia per indicare che qualcosa a livello della colonna vertebrale non funziona correttamente. La causa più comune è la tensione generata da una postura errata,ossia gli atteggiamenti sbagliati che assumiamo durante il giorno. Altri fattori rischio sono: lo stress, che provoca un’esagerata tensione muscolare. Il sovrappeso è sicuramente una concausa importante del mal di schiena, così come il fumo. Non molti sanno, infatti, che proprio il fumo causa un aumento delle tossine e dei problemi respiratori riducendo l’apporto di ossigeno ai vari tessuti, compresi quelli che stabilizzano la colonna vertebrale E’ bene ricordare che è necessario imparare a flettere le ginocchia mentre ci si appresta a sollevare un peso ed evitare i movimenti combinati di flessione-rotazione ed estensione-rotazione mentre si spostano o si collocano oggetti. Nella posizione corretta il soggetto si abbassa flettendo le gambe e mantenendo il busto eretto durante tutto l’arco del movimento e risale facendo lavorare gli arti inferiori che lentamente si estendono fino a raggiungere la posizione eretta e una scarsa tonicità della parete addominale , dei muscoli lombari e del dorso. Alcune semplici regole ci possono aiutare a prevenire il mal di schiena:

trasportare pesi alternando l’uso delle braccia

praticare attività fisica

dormire su un materasso duro con cu scino basso

camminare con busto eretto

sedere correttamente nei banchi di scuola

evitare di portare pesi eccessivi nello zaino

tenere il peso sotto controllo.

[ Greta]]

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- L’ età scolare L’età evolutiva è caratterizzata da un continuo sviluppo corporeo . Il paramorfismo è uno scorretto atteggiamento posturale ai danni della morfologia corporea dell'organismo. Esso ha origine da squilibri muscolari-legamentosi dovuti prevalentemente ad uno stile di vita sedentario, a malsane abitudini posturali e può essere corretto con esercizi specifici mentre il dimorfismo sono delle patologie vere e proprie della colonna. I paramorfismi più comuni sono:

atteggiamento che può evolvere in scoliosi ipercifosi iperlordosi ginocchio valgo o varo Piede piatto Scapole alate

- La scoliosi

La scoliosi è una forma di dismorfismo ed è una condizione che implica una complessa curvatura laterale e di rotazione della colonna vertebrale. La rotazione delle vertebre determina il gibbo, se non vi è questa rotazione si tratta di atteggiamenti scoliotici

Le scoliosi che superano un certo grado sono curabili con l’uso di corsetti o nel caso peggiore con interventi chirurgici.

- Ipercifosi e iperlordosi Osservando la colonna vertebrale nella sua interezza, si potrà notare che essa non è perfettamente diritta, ma presenta la cifosi, una curvatura fisiologica dorsale della colonna vertebrale, osservabili lateralmente. Quando l'angolo della cifosi supera i 35° si parla di ipercifosi, (dorso curvo). In età adolescenziale può essere causata da una postura errata, mentre in età avanzata è spesso conseguenza dell'osteoporosi,ciò causa problemi alla respirazione e una diminuita elasticità della gabbia.

La lordosi, è invece caratterizzata da un infossamento profondo della colonna vertebrale nella regione lombare che proietta il bacino e il rachide cervicale verso i punti di baricentro del corpo.

La iperlordosi (aumento patologico della lordosi) può essere provocata da un'anomalia del bacino a causa della quale il soggetto porta i glutei indietro e gli

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addominali in avanti. Date le cause che provocano la iperlordosi è possibile instaurare un trattamento terapeutico preventivo, che consiste nel porre attenzione al regime alimentare, all'attività fisica all'aperto e al sole, allo sviluppo muscolare specie addominale, dei legamenti, respiratorio e psicosomatico. Ipercifosi e iperlordosi richiedono dunque un buon trattamento posturale e cinesiologico (di movimento) per rafforzare i muscoli indeboliti e distendere quelli più contratti. Negli individui di muscolatura e ossatura non molto robusta il rachide può presentare eccessivamente appiattito. In tal caso è opportuno irrobustire la muscolatura affinché si ripristinino le curvature fisiologiche.

- Le scapole alate

Le scapole alate generalmente si evidenziano nell’età puberale per debolezza dei muscoli fissatori delle scapole e tendono a scomparire col tempo. Spesso però le troviamo associate ad altri paramorfismi come il dorso curvo, il portamento rilassato o l’atteggiamento scolastico. Si hanno le scapole alate nel caso in cui il margine vertebrale e l’angolo inferiore della scapola risultino slittati in avanti sulla gabbia toracica. L’origine di questo atteggiamento è dovuto principalmente ad un marcato aumento dei muscoli pettorali a scapito di quelli dorsali, che provoca un aumento della distanza tra le scapole.

- Il piede piatto I piedi piatti sono una patologia molto sentita in ortopedia in quanto le persone che

soffrono di disagi dovuti al piede piatto sono molte ed è una problema del piede più

diffuso di quanto si possa credere.

Il piede piatto è una deformità caratterizzata da un abbassamento della volta

plantare dei piedi con la possibile associazione, di una deviazione in valgismo del

retropiede ed in pronazione dell'avampiede. Da un punto di vista clinico il piede

piatto può essere di varie forme e cause, ma la principale solitamente è il piede

piatto per cause congenite e nel piede piatto congenito l'appianamento della volta

plantare può essere determinato da un anomalo rapporto tra astragalo e calcagno,

per cui si determina un piede piatto convesso ovvero in cui cioè l'arcata plantare è

convessa e curva verso il basso, quasi'come fossa l'appoggio di una sedia a dondolo

oppure anche da malformazioni ossee per cui si ha un piede piatto contratto.

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Piede piatto e piedi piatti

Il piede piatto convesso è sostenuto il più delle volte da una sublussazione in avanti e

medialmente dall'astragalo.

Correzione del piede piatto:

La correzione di tale deformità si può inizialmente ottenere con appositi plantari e calzature

ortopediche, ma è opportuno ricorrere, in un secondo momento, ad un intervento chirurgico

di artrodesi.

Mentre il piede piatto contratto è sostenuto più spesso da sinostosi o fusioni ossee

delle ossa del tarso.

Purtroppo questo tipo particolare di piede piatto non è evidente alla nascita, ma sì manifesta

durante la crescita de terminando delle contratture muscolari e per questo puo risultare

estremamente doloroso.

Anche in questa forma di piede piatto la cura sarà inizialmente ortopedica con manovre di

correzione e con gessi che mantengono la correzione stessa seguita poi dall'uso quotidiano di

plantari correttivi ed in un secondo momento potrà essere necessario ricorrere ad interventi

chirurgici di artrodesi.

Le fasi di evoluzione del piede piatto

La prima è detta del piede piatto funzionale ed in questa fase si puo' osservare come,

benché la deambulazione appaia normale, le scarpe si presentino usurate più sul bordo

mediale e il calcagno tenda a sfondarle lateralmente.

E tale fase può essere confermata da un semplice esame eseguito su uno speciale

apparecchio, detto podoscopio, con il quale si potrà verificare l'iniziale alterazione delle

volte plantari.

Dopo questo segue la fase detta di contrattura.

Ed essa può manifestarsi improvvisamente o far seguito alla prima fase.

Si caratterizza per la presenza di dolori vivi, irradiati alla faccia anteriore della gamba e

spesso risulta molto dolorosa anche facendo semplici movimenti ad esempio in particolare

la salita delle scale in quanto, in questo movimento, l'appoggio dei metatarsi sui gradini

aggrava l'appianamento della volta plantare.

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Segue poi la fase del piede piatto inveterato che non rappresenta altro che la fase

terminale della malformazione e a questo punto ormai l'attitudine sbagliata del piede è

divenuta permanente e la deambulazione è molto difficoltosa.

E l'appoggio avviene tutto sul bordo interno del piede e a questa eccessiva richiesta

funzionale corrisponde una serie di alterazioni quali la comparsa di discheratosi e di borse

con dolori più o meno acuti e spesso in questo caso può capitare che il soggetto arrivi a

camminare con le punte dei piedi divaricate e non riesca nemmeno a stare in equilibrio e

possono apparire anche dei crampi muscolari alla gamba ed alla coscia ed in alcuni casi

anche alla regione lombare, oltre ai dolori fisici del piede.

Deformità in varismo-valgismo

Cosa sono le deformità del ginocchio?

In un ginocchio normale, correttamente allineato, il peso del corpo è trasmesso dall’anca giù

per il centro del ginocchio e della caviglia. In realtà, anche nel ginocchio normale, circa il

60% del peso passa per la parte interna ed il 40% per quella esterna. Quando il ginocchio

non è ben allineato, è definito “ varo ” (curvo) o “ valgo ” (a forma di X). Nel ginocchio varo ,

c’è uno squilibrio nella ripartizione del peso che grava troppo sulla parte interna. Questo

provoca un notevole sovraccarico sulle strutture interne dell’ articolazione come il menisco, i

legamenti e, soprattutto, la cartilagine e l’osso sottostante. Se la deformità è accentuata ed

il paziente è in sovrappeso, le forze eccessive portano alla progressiva degenerazione del

menisco , fino alla sua rottura, ed a modifiche nei legamenti e nell’osso che diventano più

spessi e più rigidi. Quando le forze superano il livello di resistenza della cartilagine del

compartimento interessato comincia l’ artrosi , con la cartilagine che dapprima si frammenta

e si assottiglia ed, infine, scompare del tutto ( artrosi grave). Questo provoca un

peggioramento della deformità ed un ulteriore aumento del sovraccarico. Nel ginocchio

valgo accade il contrario, con sovraccarico del compartimento esterno e delle sue strutture

articolari.

Coloro che hanno un ginocchio varo o valgo hanno quindi maggiori probabilità di sviluppare

un’ artrosi , rispetto alle persone con un ginocchio diritto.

Quali sono le cause?

La maggior parte delle persone ha solo piccoli difetti di allineamento degli arti inferiori, con

struttura e funzionalità sostanzialmente normali. Inoltre, in alcuni periodi dell’accrescimento

il varismo ed il valgismo delle ginocchia sono normali. Infatti, a causa della diversa velocità

con cui si sviluppano le varie parti del corpo, la maggior parte dei bambini intorno ai 3 anni,

ha un ginocchio varo . Negli anni successivi accade il contrario, con il ginocchio che diviene

progressivamente valgo , finché, intorno ai 7 anni, comincia a raddrizzarsi e ad assumere la

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sua conformazione definitiva.Un leggero valgismo è normale. Nella donna, a causa della

maggiore larghezza del bacino, è maggiore che nell’uomo. Questo può contribuire a

spiegare perché il valgismo patologico è più frequente nelle donne.

I casi che possono portare alla necessità di un trattamento ortopedico derivano, la maggior

parte delle volte, dalle seguenti condizioni:• disturbi della crescita (displasia epifisaria) che

può essere però parte di un disordine dello sviluppo più generalizzato postumi di un trauma

che abbia provocato un danno alla cartilagine di accrescimento del femore o della tibia a cui

segue uno sviluppo asimmetrico dell’osso• patologie ossee (rachitismo, morbo di Paget)

precedente asportazione completa di un menisco (meniscectomia totale)

A prescindere dalle cause che hanno provocato il disallineamento, l’eccesso di peso

corporeo accentua significativamente i sintomi. Questo perché aumenta le forze applicate

sull’osso e sulla cartilagine del ginocchio.

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LE ARTICOLAZIONI

Le articolazioni [dal greco arthron = giunzione] sono formazioni anatomiche localizzate nei

punti in cui i segmenti scheletrici si avvicinano, ed hanno il compito, oltre che di

collegamento delle ossa, anche quello di movimento. Si possono distinguere in fisse, mobili

e semimobili.

Articolazioni Fisse:

mediante un saldo tessuto connettivo uniscono due o più ossa vicine tra loro (come le

ossa del cranio e del bacino).

Articolazioni Semimobili: uniscono due o più ossa, tramite tessuti cartilaginei elastici,

permettendo, però, movimenti più limitati.

Articolazioni Mobili: sono quelle più comuni. permettono di compiere movimenti

reciproci e ampi (come femore e bacino o scapola e omero). sono strutturate in modo

ben preciso, dove alla parte concava, corrisponde la parte convessa.

Gli elementi più caratteristici delle articolazioni sono le superfici articolari, rivestite da

cartilagine, anche questa elastica e resistente, che permette un perfetto scorrimento delle

parti di contatto. Le cartilagini articolari sono rivestite da una membrana molto sottile, che

compiendo il movimento, produce un liquido (liquido sinoviale).

Questa membrana è formata da due strati concentrici: la capsula fibrosa all'esterno e la

membrana sinoviale all'interno. Spesso la capsula è formata da vari legamenti, interni o

esterni, che permettono una posizione corretta del corpo durante il movimento.

Sono anche presenti tendini e menischi articolari, che facilitano queste funzioni articolari.

Le articolazioni mobili e i movimenti

Tra i movimenti possibili permessi dalle articolazioni mobili, si distinguono in:

movimenti di flessione ed estensione, quando due ossa si avvicinano o si

allontanano

movimenti di adduzione, quando gli arti si allontanano o si avvicinano dalla linea

mediana del corpo

movimenti di rotazione (esterna o interna) dove i segmenti ossei girano attorno al

proprio asse

movimenti di inclinazione (destra e sinistra)

movimenti di circonduzione, dove un arto, compiendo movimenti ampi, passa per

due punti opposti nello spazio

[ Chiara]]