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In caso di mancato recapito rinviare all’Ufficio C.M.P. To Nord per la restituzione al mittente che si impegna a corrispondere la relativa tassa: GiOC via Vittorio Amedeo II, 16 10121 Torino - Spedizione in Abbonamento Postale Articolo 2 comma 20/c Legge 662/96 Torino Spedizione n. 04/05 buoncompleanno PAGINA 2 le origini e il senso di gioventù operaia buoncompleanno ritorno al fumetto PAGINA 8 un fumetto dedicato al compleanno di go da un ex redattore superpartes annunciare la buona notizia PAGINA 12 come riesce ancora oggi la Parola a entrare in contatto con gli uomini 30 anni di pagine, esperienze, interviste, eventi da raccontare. 30 anni di GO da leggere, scrivere, ricordare. Per dire che i giovani lavoratori ci sono ancora. Che chiedono ancora un’occupazione per crescere, essere protagonisti, realizzare il progetto di Dio. GO è stato un fedele diario di tutto questo, con uno stile proprio: essere strumento di cultura. Una cultura alternativa perché passa dai fatti concreti, coinvolge i militanti e porta alla luce un universo di esperienze a volte scomode. Anno XXX numero 4 Inverno 2005 euro 3,00 Periodico della GiOC: Gioventù Operaia Cristiana gioventùoperaia 30 ANNI 30 anni di parole

gioventùoperaia 30win.gioc.org/documenti/GO/04-2005.pdfal compleanno di go da un ex redattore superpartes annunciare la buona notizia PAGINA 12 come riesce ancora oggi la Parola a

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In caso di mancato recapito rinviare all’Uf ficio C.M.P. To Nord per la restituzione al mittente che si impegna a corrispondere la relativa tassa:GiOC via Vittorio Amedeo II, 16 10121 Torino - Spedizione in Abbonamento Postale Ar ticolo 2 comma 20/c Legge 662/96 Torino Spedizione n. 04/05

buoncompleanno

PAGINA 2

le originie il sensodi gioventù operaia

buoncompleanno

ritornoal fumetto

PAGINA 8

un fumetto dedicatoal compleanno di goda un ex redattore

superpartes

annunciarela buona notizia

PAGINA 12

come riesce ancora oggila Parola a entrarein contatto con gli uomini

30 anni di pagine, esperienze, interviste, eventi da raccontare. 30 anni

di GO da leggere, scrivere, ricordare. Per dire che i giovani lavoratori ci

sono ancora. Che chiedono ancora un’occupazione per crescere, essere

protagonisti, realizzare il progetto di Dio. GO è stato un fedele diario di

tutto questo, con uno stile proprio: essere strumento di cultura. Una

cultura alternativa perché passa dai fatti concreti, coinvolge i militanti e

porta alla luce un universo di esperienze a volte scomode.

Anno XXX numero 4 Inverno 2005 euro 3,00 Periodico della GiOC: Gioventù Operaia Cristiana

gioventùoperaia

30ANNI

30 annidi parole

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buoncompleanno 3goGIOVENTÙ

OPERAIA

buoncompleanno2goGIOVENTÙOPERAIA

GO compie trent’anni e,se si è rinnovato secon-do diversi punti di vista,è rimasto invariato l’o-biettivo primario che laGiOC assegna a questostrumento: dare voce al-la vita dei giovani lavora-tori e al mondo del lavo-ro. GO è rimasto in tuttiquesti anni fedele ai sog-getti scelti e che spessosono invisibili non solonel panorama editoriale,ma nella vita. Per questo vale la penaricordare anche un’altracostante del giornale,che diventa condizionenecessaria della sua esi-stenza. Appena un annofa, al congresso di Bella-ria, i militanti hanno de-ciso di mantenere obbli-gatorio l’abbonamentoalla rivista. Scelta corag-giosa, combattuta, mache conferma, ancora, ildesiderio di avere unospazio che parli di noi,del lavoro e della fede.Di pari passo, va la fati-ca di scegliere il soste-gno di un’attività chenon è un guadagno nelbilancio dell’associazio-ne. Ma la cultura non haprezzo.

PER CHINON HA VOCE

editoriale

nazionali, come lo sciopero del1994 che liquidò il primo Berlu-sca, ma anche le campagnedella GiOC sulla formazione ela sicurezza o gli speciali GOpubblicati in vista dei congressinazionali.Con la regia di Gabriella Truffasi arriva alla penultima rivolu-zione del gennaio 1998: iniziala collaborazione con AndreaBozzo ed esce il GO colorato,che in qualche modo anticipale variopinte bandiere del movi-mento per la pace.Dalla storia passiamo alla cro-naca, con il quinto nuovo GOdel numero 01/2003: ancorauna volta, dopo il periodo dimaggior crisi, si rilancia con untrimestrale, più confacente al-l’attuale realtà della GiOC e deigiovani lavoratori.Son già 30 anni dunque, tuttispesi per sostenere e provarecon la propria testimonianzache accanto ai grandi fatti dellacronaca sono importanti e fan-no storia i mille fatti quotidianidella vita di ogni giorno che conla Storia si incrociano; per so-stenere e provare che proprioscrutando questo intreccio c’èda imparare e da sperare.

PS: per scrivere questo artico-lo ho utilizzato i materiali delnuovo archivio della GiOC, tracui la raccolta completa di tuttii numeri di GO. Passare qual-che ora tra i documenti chehanno caratterizzato non solola storia dell’associazione, maanche quella del movimentodei lavoratori e dei cattolici po-polari è un godimento, che peraltro rende omaggio a chi havoluto e compiuto questo pre-zioso lavoro.

Intanto avanzano gli anni ‘80 ela redazione e il giornale diven-tano più professionali sotto laguida di Gianni Messina, FabioFavaro, Marco Francescato epoi di Marco Canta, l’unico ve-ro giornalista in tanti anni distoria. Ci sono articoli e splen-didi fumetti per i giovani lavora-tori; viene raccontata con ric-chezza la vita del movimento; cisono interventi di esponentiautorevoli del mondo socialeed ecclesiale.Insomma la GiOC e il giornalesono ormai adulti e importantie nel febbraio 1988 arriva an-che un formato nuovo di zecca:il GO rosso, la veste grafica piùlongeva durata ben 10 anni.Ogni tanto si accumula qualcheritardo ed è emblematico il nu-mero dell’ottobre 1994 in cuicon improbabile lungimiranza siparla dell’alluvione del Piemon-te del 5 novembre successivo.Anche negli anni ‘90 si incon-trano gli echi degli avvenimenti

to della testata romagnola.Sono subito 700 copie, distri-buite a mano. Il costo era 100lire [ma l’abbonamento annua-le era 2.000 lire: già allora sichiedeva un contributo partico-lare alle tasche dei militanti!],la redazione si trovava già invia Vittorio Amedeo II e il gior-nale era una raccolta di articoliscritti dai vari gruppi che si co-ordinavano nella nascenteGiOC: la lotta dura nelle piccoleboite, un’inchiesta degli ap-prendisti di Carmagnola, la con-dizione femminile, la fede, l’in-ternazionale e il paginone.Anche il primo questionario peri lettori arriva prestissimo, do-po soli 9 numeri nel giugno1976; le conclusioni recitano:«il giornale non deve fermarsialla partecipazione degli addet-ti ai lavori..., ma deve rendercitutti esperti e coscienti dell’uti-lità dell’informazione di base».Così, poco alla volta, GioventùOperaia cresce assieme al mo-vimento fino ad arrivare alla re-gistrazione al tribunale di Torinodel 6 novembre 1979, quandosi presenta con una nuova ve-ste grafica, stampato dalla tipo-grafia Ghirardi di Chieri.Le inchieste della GiOC sonoun trampolino di lancio e dopola prima ricerca sull’apprendi-stato segue l’impegnativa cam-pagna su Tempo libero e con-sumi; il giornale riferisce delconvegno nazionale di Torinodel 22-23 novembre 1980, conla relazione di Franco Garellisulla generazione della vitaquotidiana, poi diventata unpunto di riferimento dentro efuori il movimento.Nel numero dell’aprile del1981 scompare la scritta «la

a mia testa non è unbullone avvitato dalpadrone.Nel luglio 1975 esce ilprimo numero di GO,

con accanto al titolo questo gri-do che vale da solo più di centoeditoriali. Il giornale veniva ci-clostilato e ancora adesso lecopie dei primi numeri rimanda-no, con il loro inchiostro spes-so, agli anni di piombo e alleterribili pagine del terrorismo.A qualcuno sembrerà ieri, mason volati 30 anni: la crisi dellaFiat del 1980 con la marcia dei40.000, la caduta del muro,mani pulite, l’euro, le torri ge-melle via via fino ai giorni nostri.GO tuttavia non ha dato spaziosolamente ai grandi avvenimen-ti. Anzi. Sono state soprattuttole storie di giovani ai bordi delcampo e i loro punti di vistache qui hanno trovato dignità.

Storie come quella di Angelo eMarcello, operai nei cantierinavali di Viareggio, che nel re-centissimo 1998 vedendo pub-blicata la loro esperienza chie-sero increduli di avere delle co-pie del giornale per distribuirlead amici e parenti.Il giornale ha insomma prodot-to in primo luogo una spazioculturale altrimenti assentenel panorama editoriale. Sindalle origini la preoccupazionedi raccontare il mondo dei gio-vani lavoratori ha preceduto ilpur lecito desiderio di affer-marsi nel dibattito sociale edecclesiale. Per questo i granditemi sono tutti presenti, manon la fanno da padrone, per-ché fare spazio significa mette-re in prima pagina ciò che al-trove è del tutto assente.GO è poi una questione di me-todo, con il susseguirsi di reda-

zioni un po’ tutte improvvisate,giornale per i giovani lavoratoriscritto veramente da giovani la-voratori, che si siedono intornoad un tavolo e discutono con-sapevoli di essere espressionedi tutto un movimento ma an-che, diciamolo pure chiaramen-te, di dover faticare non pocoper arrivare puntuali [ah ah ah]nelle case degli abbonati.

Ma andiamo con ordine e ini-ziamo dai primi numeri: forsenon tutti sanno che GioventùOperaia viene pubblicato inizial-mente come giornale della zo-na di Rimini sin dal 1973.Però, nelle tumultuose vicendedi quegli anni e con un’associa-zione nazionale poco struttura-ta, la federazione di Torino dàvita [nel luglio 1975 appunto]ad una sua pubblicazione cheesce inizialmente come allega-

mia testa non è un bullone» edopo qualche difficoltà GO si ri-lancia in formato piccolo quoti-diano nel maggio del 1982.C’è una nuova redazione e perla prima volta compare la firmadel responsabile Pier GiorgioLanza.Nel settembre 1982 si celebra-no i 100 anni della nascita diCardijn ed è un’occasione perfare il punto sulla GiOC, che ag-grega 600 militanti e 3000 gio-vani in 4 regioni [Piemonte, Ve-neto, Romagna e Puglia], macon attività in 26 zone sparseper l’Italia, coordinate da 6 per-manenti.Il numero del settembre 1984è forse uno dei più significativi:la prematura scomparsa delpresidente Bruno Longo vieneraccontata in edizione specialeda molte voci di amici, sacerdo-ti, ragazzi e autorità che ricor-dano questo militante che haspeso tutta la sua breve vitaper i giovani lavoratori.

Grandi temie grandiavvenimentisono tuttipresenti,ma sonostatesoprattuttole storiedei giovaniai bordidel campoe i loropunti di vistaa trovaredignità

sioni dei gruppi militanti. Quanti con-tributi esterni hanno ospitato. Quan-te vignette e fumetti o riflessioni fat-te dai giovani.Quanti momenti felici - le azioni, le fe-ste, le realizzazioni a seguito dellecampagne d’azione - e quanti mo-menti tristi quando abbiamo salutatomilitanti, amici e assistenti che ci la-sciavano. Quanti giovani hanno impa-rato a scrivere un articolo su questepagine; quante riunioni di redazione...In un articolo del febbraio 1988 lan-ciavamo uno slogan «L’esperienza di-

venta cultura». Da sempre la vita e lestorie dei giovani hanno trovato spa-zio. Fin dall’inizio c’era «Una storia almese»: la storia di un giovane deigruppi disoccupato, lavoratore o stu-dente; durante la Campagna d’azio-ne sulla sicurezza è emersa l’idea didare spazio alle morti bianche sul la-voro [nessun giornale lo faceva]; dasempre un grosso spazio è stato de-dicato ai fatti internazionali in stret-to contatto con gli altri movimentidel mondo, nella consapevolezza chequello che succede qui ad un giova-

ne ha una qualche forma di collega-mento con ciò che capita nell’altraparte del pianeta.Tutte queste cose, negli anni, GO leha dette in modo diverso a secondadei tempi: ha adeguato i contenuti,ha modificato più volte formato e ve-ste grafica, ha cambiato redattori eimpaginatori ma l’obiettivo è semprestato lo stesso.Spesso ci diciamo che un fatto senon è riportato dalla televisione ècome se non accadesse, che i rap-porti di potere nei vari ambiti e nellediverse scale adottano come propriaarma l’informazione. Pensiamo alla

rilevanza cha ha assunto la televisio-ne nel nostro paese anche rispettoal dibattito politico in corso. GO non ha avuto in tutti questi annila funzione di spostare l’ago della bi-lancia dell’universo informativo, maha avuto la pretesa di crescere afianco della GiOC per essere il piùpossibile il suo strumento di espres-sione. Allora questo passa attraver-so le azioni, le analisi e i suoi inte-ressi, attraverso l’espressione delleesperienze, delle aspirazioni, deidrammi dei giovani disoccupati, pre-cari, operai, studenti che compongo-no l’universo giovanile italiano.

Queste pagine hanno quindi un gros-so valore perché hanno reso possibiletante denunce e, riprendendo uno slo-gan caro alla GiOC, si collocano sullascia della valorizzazione di ogni espe-rienza perché «ogni giovane lavoratorevale più di tutto l’oro del mondo».Allora Buon Compleanno GO! hai rag-giunto un’età importante. Prosegui lastrada che hai tracciato e troverainuove cose da dire e nuovi compagnidi viaggio. E tanti affezionati lettoriche preferiranno sfogliare le tue pagi-ne e utilizzare i tuoi articoli per le ri-flessioni in gruppo piuttosto che rima-nere impassibili davanti al televisore.

DI MARCO CANTA

30 anniparole

di

BREVE EXCURSUS NELLA STORIA DI GO, ALLA RISCOPERTA DELLE

PRIME STORIE RACCONTATE, LA VESTE GRAFICA E LE PERSONE

CHE HANNO CONTRIBUITO A MANTENERE IN VITA QUESTA ESPERIENZA

on quanta emozione mi appre-sto a scrivere queste poche ri-ghe per presentare il numerodi GO in occasione dei suoi 30anni. Ricordo come fosse ieri il

compimento del 18° anno di vita. Eraper noi un traguardo importante rag-giungere l’età adulta. Decisamentepiù impegnativi sono i 30 anni perchésegnano ulteriormente un passaggio.Quante cose hanno registrato que-ste pagine in questi 30 anni: la na-scita dell’esperienza della GiOC, iprimi gruppi, le prime azioni, le rifles-

CBUON COMPLEANNOGLI AUGURI AL GIORNALE DAL SUO DIRETTORE RESPONSABILE

Un grossospazio è dasempre statodedicato ai fattiinternazionali,perché quelloche succedequi a un giovanelavoratore haun collegamentocon ciò checapita nell’altraparte del pianeta

DI GIANLUCA FIORI

L

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Le vignette e i fumetti andavano ariempire soprattutto il mitico Pagi-none che vede la luce nel Gennaio1983 con un numero dedicato al-l’igiene nell’ambiente di lavoro.In un’epoca lontana dai computeril Paginone [al centro del giornaleanche allora in formato A3] aveva

un aspetto underground piacevolissimo, con mol-ti disegni e testi semplici, facili da utilizzare so-prattutto con i gruppi più giovani.Con il passare degli anni il Paginone si è specia-lizzato sempre di più, fino a diventare [nel Feb-braio 1988] Paginotto: 8 pagine staccabili all’in-terno del nuovo formato A4, un articolo di appro-fondimento accompagnato da una breve storia afumetti e, per finire, recensioni di film e dischi.È stato un periodo affascinante, divertente eutile: forse molti di noi oggi lavorano e manten-gono una famiglia grazie anche alle centinaia diore volontarie passate a disegnare su GO.

in dal 1975 fumetti, vi-gnette e disegni sono sta-ti uno strumento efficaceed usatissimo su Gioven-tù Operaia. All’inizio fu

«Una storia al mese», brevi fu-metti [purtroppo quasi anonimi]che concludevano il giornale convere esperienze di giovani apprendisti.Nel 1977 arriva Giorgio Sommacal e, negli anni‘80, Marco Francescato e io [Vince Ricotta].Coprendo un periodo di circa 15 anni questi trepazzi hanno prodotto centinaia di pagine a fu-metti sull’universo giovanile basandosi sempresu fonti di primissima qualità: l’esperienza e leinchieste della GiOC.Col senno di poi, il fatto che non sia mai uscitoun libro con il meglio di questa immensa produ-zione, è davvero un peccato. Chi è che in Italiaha mai prodotto così tanto materiale a fumettisui giovani lavoratori?

buoncompleanno4goGIOVENTÙOPERAIA

buoncompleanno 5goGIOVENTÙ

OPERAIA

C’ERA UNA VOLTAIL PAGINONEQUANDO GO PARLAVA ANCHE CON LE NUVOLE...

DI VINCE RICOTTA

FOPERAZIONEAMARCORD

ovvero “che cosa fanno oggialcuni ex collaboratori di GO”

GIANNI MESSINADirettore di GO dal 1982 al 1985.Oggi lavora nel campo dei prodotti per la musica,sua passione da sempre.

GIORGIO SOMMACALUno dei primi a disegnare su GO con continuità efantasia. Da anni disegna fumetti a tempo pieno,ha collaborato con Silver [Lupo Alberto, Cattivik]e con il settimanale cattolico il Giornalino.

MARCO FRANCESCATOCollaboratore per circa 10 anni. Oggi è uno degliillustratori più conosciuti di Torino [e non solo].Specializzato in StoryBoard, collabora con le piùnote agenzie pubblicitarie. Saltuariamente conti-nua a disegnare ottimi fumetti.www.francescato.net

VINCE RICOTTAHa collaborato attivamente dal 1984 al 1990.È da sempre Free Lance [grafica, illustrazione, fu-metto e multimedia]. Dal 1987 condivide l’espe-rienza dei Powerillusi con Vito Vita. Realizza anchecartoni animati, molti con Marco Francescato.www.ricotta.netwww.prontovignetta.comwww.powerillusi.com

VITO VITAEx militante di San Donato [To], attivo ancora og-gi in progetti che coinvolgono alcuni adulti. PerGO ha realizzato molte recensioni musicali.Nel 2003 è uscito Chiesa e Mondo Operaio [Effa-ta Editrice] frutto della sua tesi e fortemente vo-luto da don Gianni Fornero.www.powerillusi.comwww.effata.it/libri/fuoricollana/chiesaemondoo-peraio.html

LUCIANA LITTIZZETTOEx militante di San Donato e collaboratrice di GOper un breve periodo nella seconda metà degli an-ni ‘80 [esistono numerose sue recensioni nei pa-ginotti dell’epoca]. Oggi è un’attrice comica affer-mata e conosciutissima.www.lucianalittizzetto.it

Giovanni Paolo II in visita alla Borghesiana, borgata popolare di Roma, con una copia di GO. 1983

LA CURIOSITÀ

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altromondo6goGIOVENTÙOPERAIA

altromondo 7goGIOVENTÙ

OPERAIA

GLOBETROTTER

bollettino globale

VIETNAMNguyen Khac Toan,insegnante, uomo d’affarie sostenitore delle riformedemocratiche, è statoarrestato l’8 gennaio 2002per aver scritto e pubblicatosu internet articoli in favoredella democrazia e per essersirivolto al governo in difesadelle comunità contadinecui erano state sequestratiterreni e proprietà.Il processo per il reatodi spionaggio, nel dicembre2002, è durato menodi un giorno e si è svoltoin assenza di un avvocato.Nguyen è stato condannatoa 12 anni di carcere e a treulteriori anni di arrestidomiciliari. Egli è unodegli almeno 10 oppositoriimprigionati a partiredal 2002 per aver diffusoe scambiato informazionivia internet, all’internoe all’esterno del paese, sullasituazione dei diritti umani.Altri due cyberdissidentistanno scontando lunghecondanne per il medesimoreato di spionaggio.

DIRITTIDI CARTA

A CURA DI ROSALBA PASQUINA

INDIAAlmeno 21 persone sono morte e cir-ca 100.000 sono state evacuate acausa delle piogge torrenziali che sisono abbattute negli stati dell’Andh-ra Pradesh e del Tamil Nadu, dovutea una profonda depressione nellaBaia del Bengala. Il capo del governolocale ha dichiarato che sono statimessi in piedi 140 campi di acco-glienza per fornire cibo gratuito e sol-lecitato l’intervento del personaledella marina e dell’esercito visto chele piogge sono cessate.

NIGERIASi è tenuta nella capitale nigerianaalla presenza di circa 2000 personela 14° Conferenza internazionale sul-l’Hiv-Aids e sulle malattie sessual-mente trasmissibili. In Africa ci sonocirca i due terzi di sieropositivi delmondo ed è emerso che nel 2005 so-no aumentati i nuovi contagi [3,2 mi-lioni di persone infettate] e le perso-ne che hanno accesso ai farmaci an-ti-retrovirali [1/2 milione]. Si è inol-tre ricordato che circa il 90% deicontagi avviene per via sessuale eche sono necessarie politiche che rin-forzino il modello familiare africano,basato sui valori dell’ospitalità, dellacura e dell’assistenza.

COLOMBIAIl governo colombiano ha offerto unaricompensa fino a 5 miliardi di pe-sos [circa 2 milioni di euro] per lacattura dei capi dei due movimentiguerriglieri del Paese, le Forze Ar-mate Rivoluzionarie della Colombia[Farc] e l’Esercito di Liberazione Na-zionale [Eln]. L’annuncio è giunto altermine di una riunione del consigliodi sicurezza a San José del Guaviaredove 22 civili sono stati sequestratidalle Farc.

SINGAPOREBenché siano state revocatealcune restrizioni riguardantiriunioni politiche al chiuso,i rigidi controlli esercitatidal governo nei confrontidi organizzazioni della societàcivile e della stampahanno continuato a limitarela libertà di espressionee hanno ostacolato ilmonitoraggio indipendentesul rispetto dei diritti umani.

ITALIANella prima classifica mondialedella libertà di stampail nostro paese, a causadel conflitto di interessidel presidente del consiglioSilvio Berlusconi, si piazzaal quarantesimo postonella graduatoria dei paesiin cui esiste la libertà di stampa.[fonte: Reporter sans Frontière]

MEDIO ORIENTEE NORD AFRICAInternet è sempre più popolaree diffuso mentre i governidi molti paesi arabiinaspriscono la censuraintorno a quelli che definisconocontenuti dissidenti.I circa 14 milioni di utentiinternet della regione ME-NAsi trovano oggi a fronteggiareuna campagna di censurache parte dalla chiusuradei siti web e degli internetcafè e che spesso terminacon l’arresto e il rinvioa giudizio degli utentitroppo indisciplinati.Secondo lo stesso studio,i governi arabi giustificanole proprie azioni sostenendodi «difendere in questo modoi valori tipicamente islamicie la morale pubblica».[fonte: Ricerca dell’HRINFOdel Cairo, The internetin the Arab world: a newspace of repression?]

AFRICAAlcune realtà africane comeBenin, Sudafrica, Mali, Namibiae Senegal sono tutte collocatenelle prime cinquanta posizionie in condizione di vantareuna reale libertà di stampa.I peggiori nell’Africa nerarisultano essere:Eritrea [132esima],Zimbawe [123esimo],Guinea Equatoriale [117esima],Mauritania [115esima] e dal109esimo al 105esimo posto:Liberia, Rwanda, Etiopia e Sudan.

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rassegnastampa8goGIOVENTÙOPERAIA

rassegnastampa 9goGIOVENTÙ

OPERAIA

un poco più a distanza o al-meno con più ordine o piùtempo, non lo so. In ogni ca-so è successo questo: ilbianconiglio si è suicidato,tre giorni fa. Ricorrerà tra breve il trigior-nale della sua morte. Sor-prendentemente oggi nessu-

no se ne è ricordato. Nessu-no lo sapeva. Ho trovato so-lamente il suo orologio da ta-schino, funzionava ancora,ma questa volta era davverotroppo tardi. È stato il solo cartone, lui, ilsolo è stato che a sopravvive-re ce l’ha fatta.

Che, a sopravvivere a questoultimo decennio tragico, b-si-de dell’Italia potenza indu-striale, ce l'ha fatta...Ed eccomi qua, qua in questofine millennio, qua in questasala-sedia-stanza, qua in uni-verso di carta ed odori , quain nuvola parlante.

Qua a inseguire il suo pensie-ro-immagine, ricordarlo in fab-brica insieme agli altri, sveltoa fare quel che doveva, para-dossale macchina con fluidapassione e ciuffetti bianchi. E poi non servi più. E allora si cade a colpi di tre-cento ed erano forti e.Si esce dalla propria vita-lavo-ro che ci avevano detto ciavevano detto eterna. Fra po-co è Natale, quelli in alto s’e-rano messi a distribuir regaliveri: la chiamavano cassa in-tegrazione. E poi per non morire ancoraun po’ finisci per credere cheanche lassù, tra giacche ecravatte, si possa tirar lecuoia. E si va a festeggiare ailoro funerali sorridendo dove

vengono cassa-da-morto-inte-grati anche loro. Il bianconiglio, se li ricordavatutti, i compagni della fabbrica.Ricordava la loro ironia, la ma-linconia, il dolore, la tenerezza.Con queste parole, mentresullo sfondo scendono i titolidi coda e sfuma lenta whishyou were here, io ti saluto,me ne vado. Lascio qua nanimegalomani, veline e indu-striali e ritorno nel paese del-le meraviglie.

A presto, chissà che non ci siincontri per un tè. Il mondo della fabbrica italia-na ha perso tre giorni fa, in-sieme a molti altri, il suo Pelèe il suo Sid Vicious.A volte vedo un’ombra alla fi-nestra e mi chiedo se il no-stro bianconiglio è levitatosopra di noi con la sua carat-teristica fretta o sia tornatonel paese delle meraviglie.

arissimo cappellaiomatto, Ti scrivo perché nonso come dir telo al te-lefono, è successa

una cosa terribile e ancoraquasi non me ne rendo con-to, prendere la penna è unmodo per guardare le cose

I RACCONTI DELLE BOITE,

LA CRISI INDUSTRIALE,

GLI SCIOPERI: IL MONDO

DEL LAVORO INIZIA A CAMBIARE

CDI ALICE (NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE)

Settembre 1986

A COLPOD’OCCHIOcosa è successo nel mondo

in questi trent’anni

1978Viene assassinato dalle BR il segre-tario democristiano Aldo Moro.Eletto presidente della Repubblical’ex partigiano Sandro Pertini.Sale al soglio di Pietro un cardinalepolacco sconosciuto: Karol Wojtyla.

1979Inizia la decennale e sanguinosa oc-cupazione russa dell’Afghanistan.

1980Un DC-9 esplode nei cieli a nord diUstica: 81 vittime e nessun colpevole.Una bomba neofascista alla stazionedi Bologna uccide 80 persone.

1981Alì Agca ferisce Giovanni Paolo II.

1984Muore poco dopo un comizio il se-gretario del PCI Enrico Berlinguer.A Bhopal in India più di 3000 mortiper una fuga di pesticidi: il maggiordisastro industriale della storia.

1985In URSS il nuovo leader russo e ca-po di stato Mikhail Gorbaciov portatrasparenza e un nuovo corso.

1986Esplode l’obsoleto reattore nuclearedi Chernobyl in Ukraina. È psicosi erifiuto dell’energia nucleare.

1989Crolla il muro di Berlino, perfettomonumento della guerra fredda.

1991Saddam Hussein invade il Kuwait.Inizia la prima guerra del golfo.

1992Tangentopoli porta il terremoto inpolitica: crolla la prima Repubblica. Giovanni Falcone e Paolo Borsellinovengono assassinati dalla mafia.

1993In commercio il primo browser pernavigare in rete: inizia l’era-Internet.

1994Scende in campo Silvio Berlusconi.

2001G8 e zona rossa col morto a Genova.Attacco all’America: è l’11 Settembre.

2003Inizia la seconda guerra in Iraq.

2004-2005La Natura si ribella: lo Tsunami nell’o-ceano indiano, l’uragano Katrina aNew Orleans e il terremoto in Pakistan.Ad aprile muore Giovanni Paolo II.

ottantagli anniSettembre 1981

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rassegnastampa 11goGIOVENTÙ

OPERAIA

rassegnastampa10goGIOVENTÙOPERAIA

elle pagine alle nostrespalle, quattro articolihanno avuto il merito ditraghettarci lungo unquarto di secolo di GO,

testimone di anni difficili e vocedi un movimento che alla condi-zione lavorativa ha prestatosempre un occhio di riguardo.La difficoltà a cogliere il sensodi questo fenomeno è però evi-dente e lo scoglio da superareè quello di trovar un filtro analiti-co in grado di trasformare que-ste quattro testimonianze daiceberg freddi e lontani, a qual-cosa di maggiormente conosci-bile. Questa metamorfosi èpossibile solamente guardandole cose con un certo distacco,senza porsi il problema di darneuna valutazione. Solo così sicomprenderà che, riprendendola precedente metafora, ciò chesi nasconde sotto il pelo del-l’acqua è molto di più di quelloche emerge. Mai come oggi si dibatte, sullaragione per cui questo impor-tante e fondamentale dirittovenga leso nel suo più profon-do significato o ridotto, nellapratica, a semplice feticcio.Ripetutamente ci si chiede co-sa porti un gruppo di persone[datori di lavoro] , per di più le-gittimate dal potere politico at-traverso le leggi [o meglio dalle

profondibile e mi limiterò, a ri-assumere la teoria dominante.Questa è solita derivare daglistudi dei pensatori illuministiciche sostenevano l’esistenza diuno stato di natura anterioreallo stato, nel quale gli uomini

vivevano mossi dalle loro pul-sioni animali, cercando di so-praffarsi reciprocamente.Lo stato si pone come struttu-ra artificiale e necessaria perevitare una guerra di tutti con-tro tutti nel quale non vale la

falle di queste], a prevaricaresu altre [lavoratori].In questo caso si rivela irrinun-ciabile un esame approfonditosu colui che è soggetto del fe-nomeno, ossia l’uomo, in mo-do da comprenderne più inti-me motivazioni.In questa sede purtroppo laquestione non è facilmente ap-

NCOVERGALLERY

Maggio 1979 Novembre 1980 Luglio-Agosto 1984 Settembre 1984 Luglio-Agosto 1986

A CURA DI MONICA GALLO

Maggio 1995 Marzo 1996 Marzo 1999 Novembre 2001 Aprile 2002

novantagli anni

Mai comeoggi si dibattesulla ragioneper cui questofondamentalediritto vengaleso nel suopiù profondosignificato

LA FINE DEL

LAVORO FISSO

E L’ERA

GLOBALIZZATA:

DAL LAVORO

IN AFFITTO ALLA

DELOCALIZZAZIONE

DELLE IMPRESE

Maggio 1995

Marzo 1997

ragione, ma la legge del piùforte. Le pulsioni umane nonvengono però eliminate, maviene posto un freno ad esse,poiché la stessa struttura sta-tale ne è influenzata, essendoformata a sua volta da personeche a questi istinti primordialisoggiacciono. Nel processo an-che i mezzi di sopraffazionemutano, in una sostituzionedella forza fisica con il denaro,l’intelligenza e le leggi stesse.Tornando nuovamente al temadel lavoro, bisogna precisareche il nostro movimento ci por-ta generalmente a schierarcida un lato della barricata bendefinito, ossia con i lavoratori.

Ma possiamo affermare diaver la sicurezza che questi,pur condividendo la medesimanatura con gli imprenditori, inquanto uomini, possano dirsidifferenti?La risposta non è univoca, mase da un lato Platone sostieneche «Gli uomini condannanol’ingiustizia perché temono dipoterne essere vittime, nonperché aborrano di commetter-la», dall’altro nell’ambito delreale, l’unico tentativo di un ro-vesciamento del sistema diclassi, quello comunista, si èrisolto nel tradimento e nellacorruzione del disegno idealedal quale era partito.

DI JACOPO BOSCOLO

Page 7: gioventùoperaia 30win.gioc.org/documenti/GO/04-2005.pdfal compleanno di go da un ex redattore superpartes annunciare la buona notizia PAGINA 12 come riesce ancora oggi la Parola a

superpartes12goGIOVENTÙOPERAIA

vangelo vuol dire buo-na notizia. Sulla boccadi Gesù questa parolaè collegata con l’an-nuncio della venuta del

Regno di Dio, sulla bocca de-gli apostoli significherà anchel’annuncio della Risurrezionedel Crocifisso.Evangelo è dunque all’iniziouna parola, densa di significa-to, che scaturisce dalla vita diGesù e dei suoi discepoli ed èrivolta ad altri perché a questavita possano attingere in ab-bondanza. Parola, vita, testimo-nianza formano il primo densoe inscindibile intreccio della co-municazione della fede.Nel 50 d.C., circa vent’annidopo la morte di Gesù, Paoloscrive la sua prima lettera, in-viata ai cristiani di Tessaloni-ca. È il più antico testo cristia-no di cui abbiamo conoscen-za, a cui si aggiungeranno viavia le altre lettere di Paolo edi altri scrittori cristiani, gliEvangeli e altri scritti fino acomporre il Nuovo Testamen-to. La Parola viva, che conti-nua ad essere proclamata, di-venta Parola scritta e nutri-mento perché sia vissuta an-che dalle successive genera-zioni di credenti. Per trasmettere ciò che hannoricevuto, i cristiani si affidanosoprattutto al papiro e adotta-no un modo particolare di redi-gere i loro scritti, il codice,che si distingue nettamenteda altri modi di fissare la paro-la e di comunicarla. Con gran-de pazienza per secoli gli ama-nuensi trascriveranno questitesti, a cui se ne aggiungeran-no altri a commento, a difesae ad approfondimento. Quasi millecinquecento annidopo, Gutenberg fa della Bib-

bia il libro che inaugura l’eradella stampa, in cui ciascunopuò diventarne lettore, se vuo-le e se gli è consentito ripie-garsi su quel libro in una lettu-ra personale che prolungaquella liturgica. Da cento anni a questa partesono nati nuovi potenti stru-menti di comunicazione che,senza sostituire il libro e lacarta stampata, hanno rilan-ciato la parola viva: il telefo-no, la radio, la televisione.Internet riesce a combinarela parola viva con quella scrit-ta, insieme a forme semprepiù raffinate di immagini.

Anche attraverso questi mezzila Parola, orale o scritta, con-tinua a diffondersi. Oggi nell’era della comunica-zione di massa la situazione èmolto diversa da altre epoche,tanto che sorge una domandainevitabile: che ne è della Pa-rola in mezzo a questo oceanodi altre parole e di immaginicosì potentemente suasive?Può ancora diffondersi? Qua-lunque mezzo di diffusione,anche un piccolo giornale, èin grado di farlo, purché riescaa servire in modo creativo ciòche è essenziale fin dall’ini-zio: non deve perdere il sapo-

re della Verità che diventa Viae Vita. E sappiamo che talvol-ta la Parola può risuonare so-lo se prima ha già scavato lavita di qualcuno che con lasua testimonianza è poi nellapossibilità di comunicarla nel-la sua essenza o in tutta lasua ampiezza.Non bisogna però trascuraredi comprendere come i nuovimezzi di comunicazione cam-biano la stessa comunicazio-ne, anche quella scritta. Sonosolo mezzi e non devono maidiventare dei fini, ma richiedo-no la stessa attenzione che iprimi cristiani dedicarono ascegliere con intelligenza glistrumenti che fossero piùadatti all’Evangelo, buona no-tizia ieri, oggi e domani - sesapremo riceverla e trasmet-terla, nel solo stile indispen-sabile che può con libertàusare di qualunque mezzo:«gratuitamente avete ricevuto,gratuitamente date».

ANNUNCIARELA BUONA NOTIZIA

E

gogioventùoperaia

Periodico della GiOC [Gioventù Operaia Cristiana] Registrato presso il Tribunaledi Torino il 7.8.1989 n. 4087Anno XXX n. 04/05

Direttore Responsabile:Marco CantaCaporedattrice: Monica GalloRedazione:Jacopo Boscolo, Lucia PalaLuca Pallavidino, Rosalba PasquinaCristina PintoniHanno collaborato a questo numero:don Oreste Aime, Marco CantaGianluca Fiori, Vincenzo Ricotta

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Progetto e RealizzazioneStudio Andrea Bozzo - TorinoFotolito e StampaComunecazione - Bra [Cn]chiuso in redazione il 17 Gennaio 2006

NELL’EPOCA DELLA COMUNICAZIONE

ANCHE LA PAROLA DEVE DIVENTARE

CAPACE DI NUOVE VIE PER ENTRARE

IN CONTATTO CON GLI UOMINI

DI DON ORESTE AIME

Incisione diuno stampatore1490

La Parolaviva, diventaParola scrittaperché siavissuta ancheda successivegenerazionidi credenti