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In questo numero numero 1 Pensioni , Giovani e Sviluppo Il Fascino dell’ Antica Stabiae Crisi nel Tour Operating: Chiude il Viloratour di Caivano Misteri di Napoli: Le catacombe di San Gaudioso Rubriche e tanto altro...

giovani per il turismo n 1

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In questo numero

numero 1

Pensioni , Giovani e Sviluppo

Il Fascino dell’ Antica Stabiae

Crisi nel Tour Operating:Chiude il Viloratour di Caivano

Misteri di Napoli: Le catacombe di San Gaudioso

Rubriche e tanto altro...

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Editoriale

Pensioni, Giovani e SviluppoQuale Futuro?Davide Cacace

1 giovani per il turismo n°1

Le festività invernali sono alle porte: il Natale appena trascorso è stato sobrio e dimesso, e la crisi economica è stata più tangibile rispetto agli scorsi anni. La sensazione è quella che il “benessere” sia percepito come una creatura leggendaria, come un’entità sovranna-turale che è sì esistita, ma che probabilmente non rivedremo più. Come mai? Sembra quasi che la popolazione italiana si sia destata da un sogno agitato e che improvvisamente abbia preso consapevolezza e coscienza della realtà. Come se il segnale del brusco risveglio sia stato offerto dall’avvicendamento al Governo. L’insediamento di un Governo tecnico, infatti, dava l’illusione che si sarebbe affermato un modus operandi ligio e serio, rispondente alle esigenze del paese, come se un Governo politico, invece, non fosse già assoggettato ai dettami di lealtà e democraticità necessari all’operato dell’esecutivo di uno Stato. Il nuovo Consiglio dei Ministri ha preso, in corsa, le redini del Belpaese e ha dato, da subito, chiari ed inequivocabili segnali di una virata immediata verso la “stella cometa della stabilità”; tutti erano, dunque, in attesa delle riforme tanto agognate, in attesa della valorizzazione di criteri caratterizzati da equità e solidarietà sociale. Ed in breve tempo, solo poche settimane, è stato elaborato un piano che ha totalmente accantonato questi valori, minando, anzitutto, il futuro dei lavoratori: si è deciso di puntare quasi “l’intera posta”sulla riforma del sistema pensionistico. E quale classe sociale è stata maggiormente colpita dalla manovra? I lavoratori, tutti! Soprat-tutto, la classe media. Non solo migliaia di lavoratori in età da pensio-ne nati negli anni 50’ che erano ormai prossimi al “traguardo”(e se la sono vista slittare, di anni, pure 6-7!), ma anche tutti coloro che hanno maturato gli anni necessari per richiedere la pensione di anzianità, e che non potranno accedervi prima del conseguimento della soglia prevista dal Governo, salvo una consistente decurtazione in percentuale (ma non è questa certamente la sede per analizzare caso per caso le singole posizioni delle varie classi di lavoratori). Ancora una volta i poteri forti non sono stati toccati a discapito della restante popolazione italiana. E noi giovani? Siamo aiutati da questa manovra? Quali sono le nostre prospettive?Analizziamo la situazione attuale: un giovane, in media, non inizia a lavorare prima dei 24 anni, sia perché deve terminare il proprio iter scolastico, e sia perché prima che possa iniziare un proprio percorso contributivo passano anni, diverse attività, e svariate tipologie di contratti a termine. Se il giovane però decidesse di conseguire un titolo universitario, l’età media si avvicina alle 30 primavere, con alcuni anni di “obbligata esperienza” che sarà necessaria affinché un neo-laureato possa essere inserito all’interno del mercato del lavoro, e sempre che il mercato del lavoro sia in grado di assorbirlo (il problema è proprio questo, ovviamente!). Ciò significa che un giovane dovrà maturare 42 anni di contributi versati; ma è bene sottolineare che tale periodo non corrisponde ad un valore statico, essendo sottoposto ad un graduale aumento così come aumenta la proiezione

di vita: ad esempio, dal 2022 tutti andranno in pensione già a 67 anni; ed i summenzionati 42 anni saranno conteggiati dal momento in cui lo stesso lavoratore abbia iniziato un proprio percorso previdenziale-contributivo. Dunque, se il giovane inizierà a lavorare a 24 anni, in base all’attuale normativa, potrà andare in pensione a 67 anni circa; ma se lo stesso inizierà a lavorare (con contributi versati) a 30 anni? Si precisa, a tal proposito, che il valore mensile della pensione non sarà più corrispondente allo stipendio degli anni precedenti alla stessa (c.d. sistema retributivo), bensì sarà corrispondente agli anni di contributi concretamente versati (c.d. sistema contributivo), e dunque, se si vorrà accedere alla pensione di vecchiaia, con attuale soglia a 67 anni di età, più tardi si inizieranno a versare i contributi, minore sarà il valore della pensione medesima, a meno che non si decida di procrastinare di ulteriori anni il raggiungimento della stessa. Cosa significa? Significa che noi giovani non vedremo mai la pensione. Significa che noi giovani pagheremo il debito contratto dalle precedenti generazioni. Significa che noi giovani subiremo le conseguenze delle nefandezze perpetrate ai danni dello Stato dalle precedenti classi dirigenziali.Non solo pensioni! Recentemente è stato diffuso il termine “Austeri-ty”: ristrettezza economica per rientrare nella stabilità. Quindi, riforma del sistema pensionistico, maggiori tasse, introduzione di nuove imposte, il tutto porta ad un blocco dei consumi. Fermiamoci a riflettere: ma se vi sono maggiori imposte, ed un sostanziale calo dei consumi in virtù del fatto che le famiglie dovranno attenersi all’esiguo budget mensile, ma per quanto tempo potrà durare questo esile equilibrio? Se i consumi diminuiranno, sarà giocoforza inevitabile che molti settori non riusciranno a sopravvivere al periodo di ristrettezze economiche, e vi saranno licenziamenti, chiusure di imprese, ed in tal modo, il pericolo di una accentuazione della crisi, sarà tutt’altro che scongiurato. C’è il rischio effettivo che, in mancanza di un serio e preciso piano di sviluppo, l’austerity ci farà entrare in un pericoloso circolo vizioso, in cui più ristrettezza corrisponderà a maggiore calo dei consumi, e di conseguenza crisi di interi settori, e dunque ancora maggiori imposte per “pagare il debito della crisi”, ed ancora ristret-tezza, e così via.La crisi c’è, ed è un dato di fatto! Ma noi giovani dovremo assoluta-mente evitare di accettare supinamente ciò che ci viene imposto dall’alto: pensioni, tasse, sviluppo, sono temi che devono essere trattati ed articolati in legge attraverso anche la nostra opinione; dobbiamo evitare l’apatia degli ultimi tempi, e manifestare il nostro malcontento all’unisono con le altre classi di lavoratori più mature; dobbiamo pretendere una stabilità raggiungibile attraverso lo svilup-po, e non attraverso la ristrettezza economica. Solo con una maggiore partecipazione ai dibattiti sui temi più caldi del paese potremmo far valere i nostri diritti, per oggi, e soprattutto per il nostro domani.

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E’ Crisi nel Tour OperatingChiude anche la Viloratour di Caivano Carlo Cibelli

L’attuale formazione del settore turistico è estremamente esposta alle dinamiche economiche, sociali e politiche, in questo modo ogni cambiamento nel bene e nel male muta gli equilibri, facendo sorridere alcuni e piangere altri. E’ successo la scorsa estate, quando in seguito ai tumulti della “primavera araba” le destinazioni del Nord Africa e del mar Rosso sono state ignorate dai turisti italiani a vantaggio di Croazia, Spagna e Grecia. Purtroppo i grandi operatori italiani erano mal schierati e la stagione si è rilevata un “flop” per chi aveva già acquistato camere in allotment e voli charter per le destinazioni in oggetto.A farne le spese è stato anche il tour operator Viloratour, Un opera-tore con sede a Caivano (NA) molto noto tra i più assidui villaggisti e amanti delle vacanze all’estero. Nonostante alcuni tentativi di ripresa, da un paio di mesi l’operatore ha issato bandiera bianca e ha dirama-to un comunicato nel quale informava i diretti interessati delle proprie difficoltà economiche, e di aver interrotto la programmazio-ne in quanto incapace di sostenere il debito accresciuto in pochi mesi.Viloratour ha costruito negli anni il proprio successo sulla credibilità e sull’ottimo rapporto qualità/prezzo della propria offerta, e va rimarcato come il senso di responsabilità del gruppo guidato da Enzo Angelino ha evitato guai peggiori scongiurando il pericolo di disservizi per la clientela, contrariamente a quanto causato da altri tour opera-tor che hanno condiviso la stessa sorte. Tuttavia oggi Viloratour ha un debito di circa 16 milioni di euro che indubbiamente andrà a pesare sulle spalle di fornitori e agenti di viaggio, alimentando quel vortice di crisi che avvolge il settore a partire dal fallimento del gruppo Ventaglio. Nel tour operatoring le aziende di rilevo al meridione si contano sulle dita di una mano, Viloratour era considerata una “mosca bianca” ed un esempio positivo che si era affermato in pochi anni, ma forse l’eccessiva esposizione ai rischi del mercato in concomitanza alla crisi economica mondiale hanno spezzato le gambe ad una realtà che adesso brancola nel buio. Il tour operator nel messaggio di resa ha avanzato una critica più che condivisibile nei confronti del settore bancario, poco incline a sostenere aziende in difficoltà se non direttamente interessate per le sorti delle stesse. E’ curioso difatti come si stia facendo il possibile per salvare il gruppo Valtur (ironia della sorte, nato nel 64’ per la VALorizzazione TURistica del Sud Italia) sul quale pesano 300 milioni di debito, mentre l’azienda partenopea è stata lasciata in balìa del mercato con un debito colmabile e una dichiarazione di fallimento al momento non ufficializzata ma soltanto ostentata.Il settore creditizio ha quindi le sue responsabilità sulla probabile fine di un’azienda che da giovane, aggressiva, e orgogliosa realtà del settore è oggi ridotta sul lastrico e naviga da sola nel tortuoso comparto turistico con il peso di una reputazione macchiata di insolvibilità e di inefficienza aziendale.

2 giovani per il turismo n°1

Giovani Per il Turismo: Organigramma

Ringraziamenti:L'associazione ringrazia calorosamente tutti coloro che hanno fornito un contributo importante per la costituzione del gruppo.Un pensiero affettuoso a tutti i membri che hanno dedicato unaparte del proprio tempo libero per scrivere gli articoli, le rubrichee le recensioni inserite in queste pagine.Il Giornalino, per ora, potrà essere scaricato on-line, o tramite lee-mail inoltrate dagli interessati.Non ci poniamo limiti, con la speranza di migliorare e di cresceresempre più, per lo sviluppo della nostra terra e del Turismo.

Davide Cacace – PresidenteCarlo Cibelli – Vicepresidente Anna Maria Russo – SegretarioDario Alfano – Capo Servizi Pascal Landolfi – GraficoIn questo numero, anche: Marco Aragno, Massimo Tuccillo,Alessandro Tuccillo, Antonio Giustino Guerrera , Ilaria Fiore, e foto di Umberto Autuori

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Il Fascino di San MartinoReligione, Arte e Storia Marianna Cacciapuoti

3 giovani per il turismo n°1

Sulla sommità del colle che domina l’intera città di Napoli sorge il Complesso Monumentale di San Martino. È possibile ammirarlo alzando lo sguardo da ogni punto della città. La sua posa imperiosa sembra confermare la grandiosità di Napoli e ricordare la ricchezza della sua storia. La sua eleganza testimonia la vivacità artistica e culturale che si è succeduta nei secoli. È per questi motivi che da sempre ha attirato la mia attenzione affascinandomi profondamente.La Certosa costituisce in assoluto uno dei più riusciti esempi di architettura ed arte barocca napoletani. È situata sulla collina del Vomero, accanto a Castel Sant'Elmo. Nel dicembre 2010 il decreto n. 851 del Ministero per i Beni Culturali emesso su proposta della Soprintendenza ai Beni architettonici e paesaggistici di Napoli e provincia, ha dichiarato la collina su cui sorge la certosa “monumen-to nazionale”, entrando a far parte del patrimonio culturale italiano. Tutto ebbe inizio nel 1325 quando Carlo duca di Calabria, primogenito di  Roberto d'Angiò, fece erigere accanto al castello Belforte il monastero che nel 1337 fu affidato ai monaci certosini; la chiesa fu consacrata nel 1368 sotto il regno di Giovanna d'Angiò. Il complesso fu realizzato da Tino da Camaino e Attanasio Primario, ma della loro opera restano solo i sotteranei gotici. Alla fine del  XVI secolo  la certosa subì rimaneggiamenti ed ampliamenti in stile tardomanieri-sta e barocco, i lavori vennero affidati dal  1589 al  1609 a Giovanni Antonio Dosio, dal 1618 al 1625 a Giovan Giacomo di Conforto e dal 1623 al  1656 a Cosimo Fanzago. Nella prima metà del XVIII secolo i lavori passarono a Nicola Tagliacozzi Canale e a Domenico Antonio Vaccaro. La Certosa si è arricchita nel corso dei secoli di un patrimonio di assoluto prestigio tra marmi, affreschi, sculture, arredi e dipinti. Nel 1799 i certosini vennero cacciati per giacobinismo, ritornarono nel 1804  e dopo poco vennero di nuovo espulsi; nel  1836  vennero riammessi ed espulsi definitivamente nel 1866. È da quest’anno che la certosa ospita il Museo di San Martino.

Sul piazzale esterno, uno fra i più meravigliosi belvedere della città, è situata la Chiesa delle donne opera di Dosio. A destra è posto l'ingesso alla certosa che permette l’accesso al cortile d'onore. Sulla sinistra

Ingresso della Certosa a destra, Chiesa delle Donne di fronte

Interno de l la Chiesa e Balaustra de l l ’A l tare Maggiore

prospetta la chiesa trecentesca rimaneggiata prima da Dosio, che riadattò il pronao da cinque arcate a tre ricavando due cappelle, e successivamente da Cosimo Fanzago che costruì una serliana. Nello spazio tra la serliana e la facciata ci sono gli affreschi di Micco Spadaro, Giovanni Baglione e Belisario Corenzio.sembra confermare la grandiosità di Napoli e ricordare la ricchezza della sua storia. La sua eleganza testimonia la vivacità artistica e culturale che si è succeduta nei secoli. È per questi motivi che da sempre ha attirato la mia attenzione affascinandomi profondamente.La Certosa costituisce in assoluto uno dei più riusciti esempi di architettura ed arte barocca napoletani. È situata sulla collina del Vomero, accanto a Castel Sant'Elmo. Nel dicembre 2010 il decreto n. 851 del Ministero per i Beni Culturali emesso su proposta della Soprintendenza ai Beni architettonici e paesaggistici di Napoli e provincia, ha dichiarato la collina su cui sorge la certosa “monumen-to nazionale”, entrando a far parte del patrimonio culturale italiano. Tutto ebbe inizio nel 1325 quando Carlo duca di Calabria, primogenito di  Roberto d'Angiò, fece erigere accanto al castello Belforte il monastero che nel 1337 fu affidato ai monaci certosini; la chiesa fu consacrata nel 1368 sotto il regno di Giovanna d'Angiò. Il complesso fu realizzato da Tino da Camaino e Attanasio Primario, ma della loro opera restano solo i sotteranei gotici. Alla fine del  XVI secolo  la certosa subì rimaneggiamenti ed ampliamenti in stile tardomanieri-sta e barocco, i lavori vennero affidati dal  1589 al  1609 a Giovanni Antonio Dosio, dal 1618 al 1625 a Giovan Giacomo di Conforto e dal 1623 al  1656 a Cosimo Fanzago. Nella prima metà del XVIII secolo i lavori passarono a Nicola Tagliacozzi Canale e a Domenico Antonio Vaccaro. La Certosa si è arricchita nel corso dei secoli di un patrimonio di assoluto prestigio tra marmi, affreschi, sculture, arredi e dipinti. Nel 1799 i certosini vennero cacciati per giacobinismo, ritornarono nel 1804  e dopo poco vennero di nuovo espulsi; nel  1836  vennero riammessi ed espulsi definitivamente nel 1866. È da quest’anno che la certosa ospita il Museo di San Martino.

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La chiesa, a navata unica con sei cappelle laterali presenta un alto livello di decorazione a cavallo tra il XVII ed il XVIII secolo. Cosimo Fanzago è l'autore delle transenne delle cappelle e della decorazione delle cappelle di San Bruno e del Battista. Il pavimento marmoreo della navata è di frate  Bonaventura Presti  che riutilizzò alcuni marmi intarsiati da Fanzago. Ai lati del portale d'ingresso ci sono due statue del medesimo Fanzago, che tuttavia furono terminate da Alessandro Rondone; sempre nei pressi del portale sono collocate due tele di Jusepe de Ribera  e sopra il portale si trova una  Deposizione  di Massimo Stanzione. La  volta  è arricchita da un ciclo pittorico di Giovanni Lanfranco che maschera le strutture a crociera della coper-tura. Nel presbiterio, antistante l'altare, c'è la balaustra in pietre dure realizzata su disegno di Tagliacozzi Canale. L'altare è realizzato su disegno di Francesco Solimena. L'abside vanta un pavimento marmo-reo del Fanzago ed un grandioso coro ligneo del 1629. Nella parete di fondo sono disposte statue di  Pietro Bernini  e  Giovanni Battista Caccini  ed una  natività  di  Guido Reni. Ricchissima la raccolta di affreschi della chiesa; si ricordano fra gli autori Massimo Stanzione, noto pittore nativo di Orta di Atella, e Domenico Antonio Vaccaro, artista completo perché scultore, pittore ed architetto, attivo in tutto il territorio napoletano, a cui sono attribuite la facciata della Chiesa delle anime del purgatorio e l’interno della Chiesa di Santa Sofia entrambe site a Giugliano. Tra le sei cappelle laterali si ricordano quella di San Bruno di Colonia, fondatore dei certosini; quella di Sant’Ugo di Grenoble, che si racconta abbia donato il terreno su cui è stata eretta la prima abbazia dell’Ordine Certosino e quella di San Martino, noto per aver diviso con un mendicante seminudo il suo mantello inuna fredda notte invernale. Degne di nota sono la Sala Capitolare; il Coro dei Conversi; la Cappella della Maddalena; la Sagre-stia e la Cappella del Tesoro affrescata da Jusepe de Ribera e Luca Giordano. Nella certosa sono presenti un Chiostro Grande con al centro un pozzo finto, caratterizzato da colonne di ordine dorico e dal cimiterino dei monaci certosini con le bianche balaustre marmoree di Fanzago sormontate da teschi scolpiti ed un chiostro più piccolo, detto “Chiostro dei Procuratori” che costituisce la via di accesso ai giardini ed alle sale del Museo Nazionale. Questo presenta le stesse proporzioni del Chiostro Grande ed ha al centro un pozzo di piperno opera di Felice de Felice.I giardini della certosa avvolgono il comples-so come un anello incastona la sua gemma. Essi scendono dalla sommità di San Martino lungo la collina del Vomero, per arrivare all’altezza del corso Vittorio Emanuele. Vi si trovano molteplici specie arboree e floreali e da essi si gode un panorama fantastico sul golfo di Napoli; lungo il viale sono presenti le 14 stazioni della via Crucis.All'interno della certosa è situato il Museo di San Martino, dove sono conservate diverse opere che vanno dalla Napoli borbonica fino al periodo postunitario. Ad esempio, si possono osservare numerose tavole di artisti quali José de Ribera, Luca Giordano, Francesco De Mura e Battistello Caracciolo, nonché importanti tavole risalenti al periodo risorgimentale di Napoli. Sono presenti inoltre, diverse sculture di  Pietro Bernini, come  la “Madonna col Bambino e San Giovannino”.Il museo di San Martino  fu aperto al pubblico a Napoli all’indomani dell’Unità d’Italia, dopo che la certosa inclusa tra i beni ecclesiastici soppressi, fu dichiarata monumento nazionale. Per volontà dell’archeologo Giuseppe Fiorelli gli ambienti furono destinati a raccogliere in un museo testimonianze della vita di Napoli e dei

Nel museo trovano spazio: la collezione Orilia, che comprende porcel-lane di Capodimonte, Buen Retiro e Meissen, vetri, tabacchiere, ventagli ed altro; vari modelli di imbarcazioni reali, come la Corazzata di Re Umberto e la Corazzata della Regina Margherita, un'elegante lancia reale ed un lancione a ventiquattro remi che Napoli donò a re Carlo di Borbone. Nucleo fondamentale del museo, la sezione storica che annovera testimonianze della storia politica, economica e sociale del Regno di Napoli attraverso dipinti, sculture, arredi, medaglie, miniature, onorificenze, armi e cimeli vari. Una delle più importanti testimonianze storiche sull’evoluzione  topografica di Napoli è data dalla celeberrima “Tavola Strozzi”, quasi una fotografia della città nella metà del Quattrocento. La tavola che era di proprietà della famiglia Strozzi di Firenze, fu acquistata dallo Stato ed è ospitata a San Martino da diversi anni. Presenti inoltre, importanti pitture di siti reali, ritratti dei Borbone, documenti, monete, armi e dipinti di Filippo Spadai  e  Fergola, la grande tela dell’Inaugurazione della ferrovia Napoli – Portici, nonché ricordi del 1848, con ritratti di patrioti, di Papa Pio IX e di eroi del Risorgimento. Vi sono interessanti dipinti: di Micco Spadaro “Uccisione di Giuseppe Carafa”  del  1647; di Carlo Coppola “Piazza del Mercato”; di Micco Spadaro “La peste del 1656 al Largo del Mercatello”; di Ascanio Lucini “Il tribunale della Vicaria al tempo di Masaniello e Piazza del Carmine”. Un’intera sala è dedicata a Carlo III, che fu re di Napoli dal 1734 al 1759. Essa contiene una serie di ritratti di  Carlo di Borbone  e della sua consorte  Maria Amalia di Sassonia, tessuti in seta ad opera della manifattura napoletana; un ritratto di Carlo III re di Spagna, copia coeva di quello eseguito dal Goya. In un'altra sala vi sono i ricordi della Repubblica Napoletana del 1799: “Ammiraglio Nelson” di Leonardo Guzzardo; “Entrata del Cardina-le Ruffo a Napoli” di Giovanni Ponticelli. A seguire l’Appartamento del Priore che possiede oltre a trittici e polittici cinquecenteschi, opere di Battistello Caracciolo, Artemisia Gentileschi, Jusepe de Ribera, Cicino da Spadaro, Francesco De Mura, Salvator Rosa, Micco Spadaro, Luca Giordano, e  nature morte  di scuola napoletana di  Giovan Battista Ruoppolo, Recco ed altri, infine numerose opere della Scuola di Posilli-po.Mondo ricco di storia, arte, cultura e bellezza è quindi il Museo di San Martino. Impossibile per un napoletano non averlo esplorato. Non resta altro allora, che andare ed immergersi e lasciarsi trasportare dalla bellezza di questo posto meraviglioso.

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Regni meridionali (Regno di Napoli e Regno di Sicilia prima e del Regno delle due Sicilie dopo).

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La Basilica di Santa Maria della Sanità, detta anche “o’Munacone” dai cittadini, è un’immensa e bellissima struttura architettonica realizza-ta dall’architetto fra’Giuseppe Nuvolo nel 1602- 16013 posta sopra le catacombe di San Gaudioso, dedicata al santo domenicano Vincenzo Ferreri.

La facciata è realizzata in stucco ed è formata da due livelli: il primo livello presenta un triplice ingresso, ossia uno centrale e due laterali; sopra l’ingresso principale (quello centrale) è presente una targa scolpita nel marmo e al di sopra di esso una decorazione angelica racchiusa in un timpano. Tra le due entrate laterali e quella centrale sono presenti due statue di Santi. Al di sopra delle due entrate laterali sono presenti delle decorazioni angeliche racchiuse in un timpano, più piccole di quella centrale. Al di sopra di essi è presente un’altra decorazione floreale ed in una posizione ancor più elevata troviamo delle finestre di forma quadrata. Nel secondo livello della facciata, divisa da un cornicione, e nella zona centrale è presente una grande finestra di forma rettangolare, mentre nelle zone laterali sono presenti decorazioni di finestre chiuse, sempre di forma rettangolare.

La cupola fu terminata nel 1613 rivestita in maioliche gialle e verdi con una forma ad ombrello ad otto spicchi e all’estremità è presente la lanterna. Il campanile è stato realizzato dal 1612-14 affiancata alla facciata principale della basilica.La pianta, di forma ovale, originalissima sviluppata con soluzioni bramantesche e michelangiolesche con una tensione dinamica proto-barocca.All’interno della basilica è presente una pianta con tre navate ed un grandissimo scalone a tenaglia in marmo policroma con decorazioni angeliche. Sull’altare fu collocato il ciborio, opera di oreficeria del converso domenicano frate Azaria, datato 1628. Nell'abside, all'inter-no di una decorazione in stucco e cartapesta, è posta la Madonna della Sanità del fiorentino Michelangelo Naccherino, del primo decen-nio del Seicento. Nel presbiterio, il bel coro ligneo fu realizzato tra il 1618 e il 1620 da Leonardo Bozzaotra e Michelangelo Cecere. Il catino absidale fu decorato con l’Eterno Padre in gloria di Crescenzio Gamba alla metà del XVIII secolo. Sulla sinistra troviamo lo scenografico pulpito in commesso marmoreo di Dionisio Lazzari costruita circa nel 1678 .All’interno vi sono tre cappelle importanti: la prima si trova sull’ingresso a destra ed è dedicata a San Nicola, raffigurato nella pala d’altare in gloria tra il beato Ceslao di Cracovia e San Luigi Bertrando. Sulla parete destra della cappella è stato collocato, l’affresco con la Madonna della Sanità, proveniente dalla cripta. Il dipinto, datato tra il V e il VI secolo, è la più antica immagine mariana conosciuta a Napoli. La seconda cappella, intitolata a San Pietro martire, conserva una tavola databile intorno al 1610, raffigurante il Martirio di San Pietro da Verona, martire domenicano, opera del fiorentino Giovanni Balducci. La terza a destra, è dedicata a San

Massimo TuccilloBasilica di Santa Maria della Sanità

Vincenzo Ferreri, sacerdote domenicano spagnolo, rappresentato nel dipinto di Luca Giordano mentre predica alla folla. Dentro la basilica hanno operato importanti artisti: L. Giordano, Pacecco de Rosa e A. Vaccaro.

INDIRIZZO: Piazza della Sanità, 14, 80135 Napoli.NUMERO DI TELEFONO: 081 5441305COME ARRIVARE: Usare la metropolitana ed arrivare a Materdei e poi proseguire per Via Sanità; arrivare alla fermata di Museo o Piazza Cavour e chiedere per Via Sanità.FONTE: Wikipedia

INFORMAZIONI GENERALI

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6 giovani per il turismo n°1

Misteri di NapoliLe Catacombe di San Gaudioso

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Il viaggio tra i misteri di Napoli continua, ma ci troviamo ancora nel quartiere Sanità , una zona definita in antichità extra moenia, cioè al di fuori delle mura delle città(infatti questa parte di territorio veniva chiamata la valle dei morti, per l’enorme numero di cimiteri). Le catacombe di S.Gaudioso sono ubicate all’interno della splendida basilica di Santa Maria della Sanità affettuosamente chiamata: “la chiesa del monacone”,che è sicuramente uno dei monumenti più rappresentativi del Rione che diede i natali a Totò. Dopo essere entrati nella chiesa ed averne ammirate le opere del XVII secolo ,tramite una guida si parte per l’avventura. Il viaggio inizia da una cripta cimiteriale(del V sec d.C.) dal X secolo fino al XVI questa cripta fu sommersa dal fango a causa del fatto che la basilica è situata a valle di una serie di colline: quella di Capodimonte e quella di Materdei e quando pioveva si andava incontro alla famosa “lava dei vergini” o alluvione dei vergini , le prime tombe che si ammirano sono quelle delle famiglie nobili napoletane che contribuirono molto alla realizza-zione del monumento , abbandonata la cripta ci si inoltra in un luogo ancor più mistico, camminando sul fango solidificato che nel tempo ha sostituito il pavimento originale, entriamo quindi nel “cubiculum” o camera da letto, ( in quanto per i cristiani la morte era identificata come il riposo prima dell’ascesa nel mondo dei cieli) qui troviamo un tipo di sepoltura “i loculi” dove venivano poste 2 persone in posizione fetale, perché così come si nasceva poi si tornava alla morte, i corpi venivano cosparsi d’olio avvolti in lenzuola ed infine si fibrillava con la lastra di marmo. Si passa da un cubiculum all’altro qui si può ammirare una croce gemmata , ogni gemma rappresenta il prezzo che Cristo ha pagato per salvare l’umanità; grazie all’umidità ed al corso del tempo si può ammirare anche un affresco dei due volti di Cristo , infatti due affreschi databili in epoca differente si sono fusi creando questo gioco di sovrapposizione molto peculiare, all’interno del terzo cubiculum al quale si accede, vi era una croce che rappre-sentava ai suoi lati due simboli : l’alfa e l’omega la prima e l’ultima lettera dell’alfabeto greco che vogliono rappresentare l’inizio e la fine del tutto. Particolarissima è la presenza di simbologia africana che indica il lavoro di artisti provenienti dal continente nero (da dove proveniva anche il vescovo dal quale le catacombe prendono il nome), successivamente troviamo un altro tipo di sepoltura definita “forma”, in quanto la tomba prende forma dal corpo stesso (più stretta ai piedi e più larga alle spalle) , tali tombe erano riservate alle persone povere , il viaggio continua entrando in uno dei luoghi più caratteristi-ci del sito dove avveniva un particolare sistema di sepoltura tipicamente spagnolo; le tre botole che si osservano all’inizio del tour(nella cripta) corrispondono a queste tre stanze , ci troviamo all’interno delle “cantarelle” i cosiddetti “scolatoi” , il corpo del defunto nudo veniva calato dall’alto, messo all’interno di seditoi in posizione fetale, al di sotto gli veniva posto un vaso perché il corpo doveva essiccare ed il contenitore raccoglieva i suoi liquidi , tutto ciò avveniva perché i Domenicani dicevano che i corpi non potevano essere posti direttamente nelle sepolture, perché a causa dei suoi

Le Catacombe di San GaudiosoI Misteri di Napoli

Dario Alfano

7 giovani per il turismo n°1

peccati, l’uomo avrebbe contaminato la natura, gli stessi ritenevano che la parte più importante del corpo è la testa perché essa è la sede dell’anima, dell’amore , dell’intelligenza, infatti la testa veniva preservata in alcune fessure visibili, ma a causa delle mura tufacee facili da modellare, ma che assorbono molta umidità, non permette-vano al corpo di essiccare tradizionalmente, ma in realtà avveniva un processo di gonfiamento e vi erano alcune persone preposte a bucare i corpi per permettere la naturale essicazione ed è qui che nasce il termine napoletano <<schiattamuort>> . Quando il corpo si essiccava la testa veniva staccata ed incastonata nel muro con della calce, i Domenicani avevano l’usanza di far affrescare i corpi degli uomini rappresentando il lavoro che facevano in vita , mentre le donne semplicemente con delle gonnelle, questa era un sistema al quale potevano accedere solo le persone ricche, si pensa che una delle pesti che colpì Napoli derivò proprio dalle condizioni non igieniche di questo luogo. La “galleria dei teschi”è il posto in cui si può ammirare questo sistema peculiare di sepoltura ,qui si possono osservare i nobili e le nobili napoletane, un giudice ,un avvocato, l’unico povero è Giovanni Balducci ,l’artista toscano che contribuì alla realizzazione del monumento, rappresentato con un pennello in mano; una delle figure più mistiche del luogo è rappresentata sicuramente dal guardiano della galleria, un teschio costituito da vari corpi di persone diverse, era posto qui per incutere timore negli uomini. Il viaggio termina in una cisterna di epoca greco romana che ci indica la storia millenaria del quartiere e quando si sale in superficie sembra essere tornati alla vita, perché il viaggio che si è intrapreso è il viaggio della morte, vedere questi luoghi genera un sentimento comune, perchè a causa dell’inevitabilità della morte , davanti ad essa, non esistono distinzioni sociali ed è proprio “l’allegoria della morte” che troviamo nella galleria dei teschi che ci permette di capire fino a fondo: la morte che vince sul tempo rappresentata dalla clessidra, la morte che vince sul sapere rappresentata da un dito e la morte che vince sul potere rappresentata da uno scettro ed una corona.

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L’odierna città di Castellammare di Stabia, situata nella parte meridionale del Golfo di Napoli, affonda le radici della sua storia in età arcaica, tra il VII e il VI secolo a.C., quando nacque il primo insedia-mento col nome di Stabiae sul pianoro di Varano, in una posizione strategica a controllo del litorale. Il primo abitato svolgeva la funzio-ne di scalo commerciale controllato da una comunità etrusca, che però venne ben presto sostituito dalla vicina Pompei, situata sul fiume Sarno ed a poca distanza dal mare; tuttavia, dopo la celebre battaglia di Cuma del 474 a.C., che vide la sconfitta definitiva degli Etruschi, si assistette ad un ripopolamento del territorio stabiano, come testimonia l’incremento del numero delle tombe nella necropoli locale.Verso la metà del IV a.C. Stabiae si ritrovò sotto il controllo dei Sanniti, una tribù di pastori proveniente dall’Appennino centrale che si espanse ben presto in tutta la Campania, per poi soccombere alla grande potenza romana. Nel corso del II secolo a.C. sorsero nel territorio stabiano numerose aziende agricole, dedite alla produzione di olio e vino, e contempora-neamente furono edificate delle lussuose dimore d’elite – le cosiddet-te villae d’otium – in posizione panoramica, con vasti quartieri abitativi, strutture termali, portici e ninfei splendidamente decorati. E’ qui che abitarono ricchi patrizi romani, affascinati dalla bellezza e dall’amenità del luogo. Sfortunatamente nel 64 d.C. si verificò un terribile terremoto che colpì tutta la Campania, danneggiando parzialmente le ricche ville residenziali; queste furono poi definitivamente sepolte dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., durante la quale perse la vita il celebre scienziato e ammiraglio della flotta imperiale, Plinio il Vecchio.L’antica Stabiae fu scoperta nel 1749 dagli scavatori borbonici sotto la guida del generale spagnolo Alcubierre, a cui Carlo di Borbone aveva affidato la conduzione degli scavi, nello stesso periodo in cui vennero alla luce Pompei ed Ercolano; al termine di quest’avventura archeologica le numerose ville scoperte ritornarono sotto terra, mentre i preziosi affreschi e le statue ivi rinvenute furono raccolte nel Museo borbonico.Fu soltanto nel 1950 che il preside di una scuola media di Stabia, Libero d’Orsi, diede inizio ad una nuova esplorazione del sito; egli riportò alla luce Villa Arianna e Villa San Marco, già indagate dai Borbone, dimostrando ai suoi concittadini ed al mondo scientifico la grandezza dei tesori nascosti nel territorio stabiano.Villa Arianna è la più antica, edificata nel II a.C. sul ciglio della collina di Varano: da essa proviene il celebre affresco della Flora, una delle più note opere dell’antichità classica, mentre nel triclinio si trova il quadro mitologico di Arianna abbandonata da Teseo sull’isola di Nasso, che dà il nome alla villa. Al di là di uno stretto corridoio di separazione dalla suddetta villa sorge il cosiddetto Secondo Complesso, in cui si riconoscono alcuni ambienti panoramici, parte di un peristilio e del quartiere termale.Villa San Marco sorge all’estremità orientale della collina, ed

Il Fascino dell’Antica StabiaeDimore dell’elite nel golfo di Napoli Ilaria Fiore

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Info per la visita al sito archeologico

all’interno di essa si possono ammirare il giardino con ampia piscina centrale e la zona termale, caratterizzata da frigidarium, tepidarium e calidarium. Di grande pregio sono gli affreschi di Perseo e Ifigenia, oltre agli splendidi mosaici che ornavano il ninfeo della villa, di cui si conservano sul posto le fedeli riproduzioni.Il sito di Stabiae conserva ancora oggi tesori da scoprire, poiché si tratta di una realtà archeologica non del tutto esplorata: altre ville, strade, affreschi ed oggetti d’uso quotidiano tipici di un centro di villeggiatura di lusso dell’epoca della Roma imperiale attendono solo di essere riportati alla luce.Adagiata all’estremità meridionale del Golfo di Napoli, la città gode di una posizione panoramica e strategica notevole, oltre ad essere al centro di un’area turistica di rilevanza internazionale: da un lato le rovine di Pompei e il parco nazionale del Vesuvio, dall’altro Sorrento, Capri, Amalfi e Positano.L’antica Stabiae e la moderna Castellammare di Stabia rappresenta-no una straordinaria occasione di sviluppo e di attrazione turistica e culturale.

Gli scavi di Stabia sono raggiungibili in treno prendendo la circumvesuviana direzione Sorrento, e scendendo alla stazione di Via Nocera; da qui bus 1 Rosso (5 fermate) e 750 metri a piedi; in auto prendendo l’autostrada A3 Napoli-Salerno ( uscita Castellammare di Stabia), e proseguendo per Varano. Le aree archeologiche sono dotate di parcheggio e in quella di Villa San Marco possono trovare posto anche bus da turismo.

Gli scavi di Stabia sono aperti tutti i giorni dalle ore 8.30 alle ore 17.00 (ultimo ingresso ore 15.30) dal 1° novembre al 31 marzo; dalle ore 8.30 alle ore 19.30 (ultimo ingresso ore 18.00) dal 1° aprile al 31 ottobre.Biglietti 5,50 euro Via Passeggiata Archeologica Tel. 081.8575347; 081.8714541www.pompeisites.org

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Affresco raffigurante Perseo da Villa San Marco

Affresco raffigurante la Flora, da Villa Arianna Atrio di Villa San Marco

Affresco raffigurante Arianna sull’isola di Nassoda Villa Arianna

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Putignano è un piccolo comune della provincia di Bari, le cui origini sono da attribuire ad un’antica popolazione italica i Peuceti. Intorno all’anno Mille, i monaci benedettini divennero proprietari del comune, dal momento che risiedevano nella vicina Abbazia di Santo Stefano a Monopoli; per circa tre secoli Putignano fu teatro di diverse dispute riguardanti la sua giurisdizione. Difatti prima Federico II di Svevia e poi il vescovo di Conversano entrarono i contrasto con i monaci benedettini, rivendicando la proprietà del territorio. In realtà Putignano era considerata ecclesia nullius diocesis, cioè non appar-teneva ad alcuna diocesi ed era sotto il diretto controllo della Santa Sede. A partire dall’anno 1317 i Cavalieri dell’Ordine di Malta acquisiro-no il comune , che da lì in poi fu dichiarato baliaggio e venne affidato ad un balivo , una sorta di funzionario che amministrava l’area affidatagli. I Cavalieri favorirono lo sviluppo economico ed architetto-nico della città, attraverso la realizzazione della Chiesa di Santo Stefano Apostolo e di una cinta muraria imponente. Proprio in questo periodo di splendore generale, incominciarono le invasioni turche lungo le cose dell’Adriatico. Per proteggere le reliquie di Santo Stefano presenti nell’omonima chiesa di Monopoli ed un’effige bizanti-na della Madonna, si decise di trasferirle presso Putignano che veniva ritenuto un luogo maggiormente sicuro. Secondo la leggenda il Carnevale sarebbe nato dalla processione celebrata per il salvatag-gio delle reliquie. I contadini intenti a piantare le viti, iniziarono a prendere parte alla processione ed al termine di essa cominciarono a cantare e a ballare. Molti di essi declamarono anche versi irriverenti o satirici, indirizzati ai potenti del posto. Le cosiddette “Propaggini”, dal nome della tecnica adoperata dai contadini per innestare le viti, erano ormai nate. Ancora oggi la parte iniziale del Carnevale putignanese viene riservata a questo rito di matrice agricola, in ricordo della antiche origini. Il Carnevale di Putignano è assai articolato nella durata e nei festeggiamenti. Il 26 Dicembre è il giorno dello scambio del cero, cerimonia nel corso della quale viene donato un cero da ciascun abitante per chiedere perdono dei peccati che verranno commessi durante il Carnevale. La festa delle Propag-gini fa da apripista alla festa di Sant’Antonio Abate , in cui iniziano delle vere e proprie sessioni di satira incentrate su vari ceti sociali cittadini come i preti, le monache oppure i cornuti. Il giorno della Candelora, che cade di solito il 2 Febbraio, va in scena una perfor-mance particolare chiamata “La Festa dell’Orso”: l’orso viene considerato dai putignanesi un animale magico, capace di riuscire a prevedere l’andamento delle stagioni. Secondo le credenze locali, l’orso si costruisce un rifugio se il giorno della Candelora il tempo è buono, poiché prevede che il resto dell’inverno sarà pessimo. In caso contrario , l’animale apparirà tranquillo e spensierato, dal momento che la rimanente parte della stagione invernale sarà buona. Altri eventi caratteristici del Carnevale di Putignano sono l’Estrema

I consigli di: Viaggiando per l’Italia

Antonio Giustino GuerreraPutignano ed il rito del Carnevale

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AUTO ( Da Napoli: prendere l’autostrada A16, proseguire sino all’uscita Bari Nord- imboccare la S.S. 16 Conversano - Cozze, prendere la S.S. 634)TRENO( Ferrovie dello Stato fino a Bari- Ferrovie del Sud Est da Bari in direzione Casamassima o Conversan)

Come raggiungere Putignano

Unzione di Carnevale ed Il Funerale di Carnevale. L’estrema unzione si tiene alla vigilia del Martedì Grasso,che è considerato il giorno conclusivo di tutti i festeggiamenti in previsione dell’inizio della Quaresima. Il rito prevede che ci sia un corteo mascherato con vestiti clericali e paramenti sacerdotali, il quale gira lungo le strade della città coinvolgendo appassionatamente la popolazione. Gli untori recitano una sorta di biografia dissacrante del Carnevale morente, mentre la gente li incita a proseguire con canti e balli. Il funerale del Carnevale si verifica alla fine del Martedì Grasso, dove simbolicamen-te viene bruciato un maiale di cartapesta. Il maiale rappresenta metaforicamente l’essenza della festa, la sua volgarità, il materiali-smo che incarna: bruciare il maiale significa abbandonare un periodo di eccessi per potersi dedicare alla cura della propria anima, per purificarla dai peccati compiuti e prepararla all’avvento della Quare-sima. Il Carnevale di Putignano è rinomato anche per i suoi carri allegorici, inseriti nelle celebrazioni ludiche nel corso dell’epopea fascista. Nel corso degli anni la tradizione dei maestri artigiani putignanesi ha reso questi carri unici nel proprio genere.

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Annamaria Russo

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Rubrica EventiRubrica EventiDomenica 1 gennaio Esibizione dei gruppi folkloristici dell'isola di Capri - ore 19.00 Piazza Umberto ILunedì 2 gennaio Salotto Caprese - Musica, Cultura e Cose di Capri ore 10 Mercoledì 4 gennaio Rap Session - ore 18.30 Auditorium Centro Congressi.Giovedì 5 gennaio Aspettando la Befana - Spettacolo di animazione e giochi per bambini - ore 16.00 Giardini della Flora CaprenseVenerdì 6 gennaio Esibizione dei gruppi folkloristici dell'isola di Capri ore 19.00 Piazza Umberto ISabato 7 gennaio "Alla ricerca del tesoro di Capri" Grande caccia al tesoro, a cura dell'associazione culturale "Arcadia" ore 14.00 Sala Azzurra Centro Congressi.Domenica 8 gennaio "Alla ricerca del tesoro di Capri" Grande caccia al tesoro, a cura dell'associazione culturale "Arcadia" ore 9:00 Sala Azzurra Centro Congressi

Il Fantasma dei Natali passati 06 ennaio 2012 ore 19.30L'associazione Culturale NarteA in collaborazione con il complesso monumentale di San Lorenzo Maggiore, presenta in occasione del Natale una nuova iniziativa con un nuovo format per le visite guidate teatralizzate. Attori in abiti d'epoca, interazioni con il pubblico, approfondimenti culturali di prim'ordine, saranno i protagonisti di questa nuova iniziativa intitolata "il Fantasma dei Natali passati" che, rendendo omaggio ad uno dei personaggi del famoso "Canto di Natale" di C. Dickens, accompagnerà i visitatori a conoscere il complesso di S. Lorenzo e i personaggi che nel corso dei secoli ne hanno caratterizzato la storia.Prenotazione obbligatoria,quota E 12,00 a persona

Da Sud. Le radici meridionali dell'unità nazionale fino a domenica 15 Gennaio 2011 Napoli, Piazza Del Plebiscito-Palazzo reale

ULTIMI GIORNI PER I PRESEPI VIVENTI:Dal 28 dic al 06 gennaio a Quindici (AV)Dal 27 al 29 dic a Pietrelcina (BN)Dal 27 dic al 06 gennaio a San Vito Marigliano (NA)Dal 26 dic al 09 gennaio a Giffoni Valle Piana (SA)Dal 26 dic al 08 gennaio a Agerola (NA)Il 26 dic a Carano-Sessa aurunca (CE)

45° EtichetteUna grande esposizione invita a riflettere sui sessant'anni che hanno preceduto il Plebiscito dell'ottobre del 1860. Dalla Rivoluzione del 1799, ai moti del '48 alla spedizione dei Mille. Una mostra dove documenti, quadri, cimeli unici, molti mai esposti, non sono solo pezzi museali ma tornano a vivere e a trasmettere l'emozione del momento. E, insieme, un grande esperimento di multimedialità per far entrare il visitatore nel cuore vero dei fatti.Orario di apertura: lun-mer 15/18; mar-gio-ven 9/12

"L' Oggetto Ritrovato" Mostra Mercato arte fino al 6 gennaio 2012 Mart.– sab. 16.00—20.30 Dom 10.30—13.30Il centro d'arte riflessi presenta un suggestiva mostra-mercato.Opere d'arte, pezzi di design , oggetti d'uso comune reinterpretati per vivere lo spazio quotidiano in modo personale ed innovati-vo, al di fuori dei gusti convenzionali ed omologati

Campania senses fino a lunedì 30 Gennaio 2012Casoria ospita l'iniziativa speciale del Padiglione Italia al CAM, il museo di arte contemporanea a cura di Vittorio Sgarbi. Il nome della manifestazione è da supporto alla scelta di distinzione delle espressioni artistiche presentate, la sensorialità è infatti alla base dell’evento del CAM che vede coinvolti gli artisti campani con performance, installazioni, video, sound art, danza e fotografia. L'humus territoriale ha dato vita ad opere che affrontano tematiche incisive e taglienti come il fascismo, il nazismo, il ruolo della donna, il sesso, la religione, la politica, la camorra e l'immigrazione. Problematiche che il CAM ha preso in analisi in più di una mostra e che rendono questo museo fuori dai convenzionali circuiti dell'arte.

Cabaret festival-premio totò alla comicità - Pompei,sabato 28 gennaioIn programma la serata finale della seconda edizione del Cabaret festival - Premio nazionale Totò alla comicità, la maratona della comicità ideata da Pio Pinto. Sette solisti e tre gruppi si contenderanno il premio della critica, il premio per il miglior testo, il premio interpretazione e l'ambitissimo premio Totò. Come al solito presiede la giuria tecnica – composta tra gli altri da Tina Piccolo, ambasciatrice della poesia italiana nel mondo, e Maria Stefananche, assistente alla regia presso il Piccolo teatro di Milano – Liliana de Curtis, attesissima come sempre nella cittadina mariana. Parte del ricavato sarà devoluto all'Associazione italiana ematolo-gia oncologica pediatrica.

POETICA DI COMBATTIMENTO.Racconti paralleli dalla terra di Gomorra. - Napoli il 18 febbraio alle 21:00 alla Mostra d'OltremareProgetto ideato e curato da Associazione culturale “Racconti paralleli e Gomorra.Tv”Un progetto di resistenza fatto di musica, teatro, parole, visuals e laboratori per le scuole.Il successo del libro Gomorra di Roberto Saviano ha aperto una nuova stagione di opposizione ai poteri e alle logiche criminali. Il progetto “Poetica da Combattimento" darà voce alle realtà che all'interno di Gomorra resistono alle logiche di sopraffazione, si oppongono al crimine organizzato, costruiscono formule culturali e relazionali innovative. Gente comune, artisti, rappers, videomakers, insegnanti di frontiera, preti coraggio, mamme in pena per il destino dei propri figli.Info: http://smcitalia.splinder.com

"L' Oggetto Ritrovato" Mostra Mercato arte artigianato design e moda fino al 6 gennaio 2012 Mart.– sab. 16.00—20.30 Dom 10.30—13.30Il centro d'arte riflessi presenta un suggestiva mostra-mercato.Opere d'arte, pezzi di design , oggetti d'uso comune reinterpretati per vivere lo spazio quotidiano in modo personale ed innovativo, al di fuori dei gusti convenzionali ed omologati

Caravaggio-l’ultimo tempoTutti i giorni ore dalle ore 8.30 alle 19.30; lunedì chiusoIn questa bellissima mostra allestita nel Museo di Capodimonte a Napoli viene ricostruito il vissuto artistico di questo magnifico artista. Per la prima volta in Italia, sono esposti circa 25 opere realizzate negli ultimi anni della attività artistica di Caravaggio. Tra i vari capolavori esposti si può ammirare la celebre Flagellazione, per la cappella de Franchis in San Domenico Maggiore a Napoli.

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Annamaria RussoRubrica EventiRubrica Eventi“A’ fest’ du puorc’ Puglianello,dall'11 al 13 febbraioAl via la nona edizione della festa del maiale, manifestazione che intende recuperare le tradizioni e la cultura che ruota intorno al maiale.Organizzata dal Centro studi Puglianello, con l’apporto del Comune, della Regione Campania, della Provincia di Benevento, della Camera di Commercio di Benevento e Art Sannio Campania si articolerà in tre giorni durante i quali oltre agli stand gastronomici ci saranno momenti di festa e di incontro. Info:puglianello.asmenet.it

SCUOLA DI CUCINA PER STRANIERI Gennaio 2012,Sant’agnelloLa Sorrento Cooking School ( www.sorrentocookingschool.com )all'interno della struttura turistica Giardino delle Esperidi di Sant'Agnello di Sorrento.La scuola di cucina (funzionante tutto l'anno) scuola offre lezioni giornaliere, sia in italiano che in inglese, oppure corsi di 3 o di 7 giorni.Tutte le notizie e le informazioni sono disponibili sul sito della scuola.PULLECENELLA Fino al 25 Febbraio 2012Istituzione Museo Civico, Via N. Bixio 211 - Maddaloni (CE)

"IL SENTIERO DEL POETA"VISITA NARRATA CON INTERVENTO TEATRALE ALLA TOMBA DI VIRGILIO E CRYPTA NEAPOLITANA 8 gennaio ore 10,00L'evento "Il Sentiero del Poeta" porterà i visitatori a vivere in maniera intensa e innovativa un monumento importantissimo della città di Napoli, Il Parco della Tomba di Virgilio e la Cripta Neapolitana. Attraverso la narrazione, gli interventi di lettura teatrale e il gusto, vi sarà proposto un viaggio sensoriale alla scoperta dell'affascinante figura del poeta Virgilio, intimamente legato a Napoli per ragioni peculiari che svelano una figura dotata di poteri soprannaturali. Per secoli fu diffusa a Napoli la credenza che la città sopravvivesse protetta da un'aura magica, dovuta ai prodigi di Virgilio considerato come un nume tutelare. Ed è appunto il Parco, con i suoi sentieri e i suoi rilevanti monumenti che diviene location itinerante di un momento di alta cultura, in cui la narrazione di esperte guide si fonde all'interpretazione narrata della talentuosa attrice cantante Elisabetta D'Acunzo.Quota di partecipazione: E 12,00 p.p Meeting Point: ore 9:45 presso l'ingresso del Parco (situato all'ingresso della Galleria di Piedigrotta)Consigliato l'arrivo in metropolitana presso la Stazione di Mergellina o di parcheggiare l'auto sempre presso il parcheggio della suddetta Stazione della Metropolitana.

"LA TOMBOLA DEI FEMMINIELLI" CENA SPETTACOLO - 6 gennaio ore 21.00 presso dimora le fumaroleTra le manifestazioni più significative della tradizione napoletana: ironico, irriverente e provocatorio, si ispira alla famosa tombola, che i femminielli usavano chiamare dai vasci dei vicoli di Napoli durante il periodo natalizio. Presso l'accogliente Dimora Vesuviana "Le fumarole" andrà in scena la performance dell'attore cantante Peppe Parisi, che accompagnato dal suono di chitarra e tammorra, riformulerà in maniera artisticamente unica la tradizionale Tombola dei Femminielli, utilizzando il Panariello e l'estrazione dei numeri per giocare e interagire con il pubblico. I numeri saranno lo spunto per alternare detti, filastrocche, racconti e canzoni. Lo spettacolo darà la possibilità al pubblico di giocare a una vera e propria "mano" di tombola, sarà infatti distribuita gratuitamente una cartella a persona ed assegnati a fine serata dei piccoli premi rappresentativi dell'enogastronomia vesuviana. Anche il menù portato in tavola durante la serata, sarà ispirato alla cucina classica partenopea e ai gusti caldi dell'Inverno.Quota di partecipazione E 30,00 (la cena servita la tavolo composta da ricco antipasto, un primo, dolce, vino e acqua).info http://www.lefumarole.net

"PASSEGGIANDO NEL PRESEPE" ITINERARIO NARRATO E CANTATO AL CENTRO STORICO DI NAPOLI 7 gennaio ore 10.00Visita narrata al centro storico di Napoli, ripercorrendo il folklore delle tradizioni e delle leggende napoletane legate al presepe; cosa significano i pastori? perché si mette la tavola imbandita? perché ci sono quelle piante? Perché gli abitanti del presepe sono messi sempre nella stessa posizione? Un viaggio tra palazzi d'epoca e chiese suggestive. I momenti in cui la narrazione si fonderà al canto saranno presso la Chiesa di San Francesco delle Monache e una piccola chiesetta ai Tribunali, dove i ragazzi del "Laboratorio Voci e Suoni della memoria" accompagnati alla chitarra dal M° Giovanni d'Angelo, si esibiranno in emozionanti cori polifonici nel recuperare brani della tradizione come "La leggenda del Lupino" e "Curre Maria"Quota di partecipazione: E 10,00 .Meeting Pointpresso le Mura Greco Romane di Piazza Bellini

"I RACCONTI DEL BORGO" VISITA NARRATA CON LETTURE TEATRALIZZATE E APERITIVO AL BORGO DI CASERTA VECCHIA E CASTELLO MEDIEVALE 7 gennaio ore 15.00Tra vicoli, cortili, antiche mura medievali e imponenti palazzi signorili, si inerpica l'affasciante borgo di Casertavecchia, le cui origini si attestano al lontano 860 d.c.. Un luogo che ispira passione per storiche ambientazioni, quelle di dame e cavalieri, di ricchi feudatari, di appassionate figure popolari e di un clero maestoso. L'intero borgo diverrà location naturale di un racconto antico, tra narrazione, notizie storiche e gusto, il pubblico partecipante potrà rivivere storiche emozioni legate all'accogliente architettura della cittadina e a lontani racconti medievali. Il percorso avrà inizio con la visita guidata per le vie del borgo, passando per il Duomo risalente al 1100 d.c. dalla maestosa facciata in tufo lavico e la classica pianta interna a forma di Croce Latina, per la chiesetta dell'Annunziata, fino ad arrivare al Castello, originariamente una fortezza per difendere la vallata. La visita guidata si fonderà all'emozione narrata quando l'attore Enzo Varone, nella chiesetta dell'Annunziata e successivamente nel salone interno del Castello renderà il pubblico partecipe di due antichi racconti tratti dal Decamerone di Boccac-cio e dai Racconti di Canterbury di Chaucer. L'itinerario terminerà presso il salone interno del Castello, dove verrà offerto un aperitivo dolceQuota di partecipazione: E 15,00 .Appuntamento presso Piazzetta del Seggio

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Dopo le lunghe feste di Natale atleti di varie specialità riprendono i ritmi delle diverse attività agonistiche su tutto il territorio campano. Lo sport è sempre in moto.La nostra rassegna per questo bimestrale gennaio-febbraio inizia con una attività desueta rispetto agli altri sport di più evidente fama e pubblicità: le bocce. Questo sport, anche se di impatto può sembrare facile da praticare, per svolgerlo ad alti livelli sono fondamentali una ottima coordinazione e molta pazienza. Il 22 gennaio a Caserta si svolgerà il primo circuito FIB (federazione italiana bocce) S.Antonio presso il centro sportivo A.S.D.GRUPPO SP.SANT'ANTONIO. Il prossimo sport in molti potrebbero definirlo più uno svago che uno sport agonistico, in senso stretto, ma noi non vogliamo attirare le ire dei tanti appassionati: la danza sportiva. Una prova si svolgerà in Campania, più precisamente a Salerno il 14 ed il 15, nella cui gara si sfideranno a colpi di danza molti ballerini prove-nienti da tutta la Campania. Si svolgerà la gara di latino americano, liscio, danze caraibiche, street dance, danze folk, danze orientali. Passiamo ora ad uno sport molto più rude ed apparentemente aggressivo: il rugby. Nel campionato di serie B4 la Parthenope rugby di Napoli incontrerà nel suo campionato molte squadre di spessore. Ricordiamo il 22 gennaio a Via Castello sede della società la Parthe-nope sfiderà Frascati. Il 19 febbraio giocherà in casa con rugby Segni. Ora è la volta della scherma, sport di lunghe ed antiche tradizioni. In questi due mesi due importanti manifestazioni si svolgeranno nel nostro territorio. Dopo le feste, precisamente l'8 gennaio, si svolgerà presso il palazzetto dello sport di Benevento una gara under 14 interregionale di tutte le specialità (fioretto,spada,sciabola),in cui si sfideranno i ragazzi più promettenti del sud Italia. Il 21 gennaio, invece, una importantissima manifestazione di caratura mondiale sarà organizzata proprio a Napoli. La nostra città ospiterà atleti di livello internazionale che si sfideranno in pedana per una gara a squadre.Ultimo sport, ma non ultimo per importanza, è il tiro con l'arco. In questo bimestre sono molteplici le gare di carattere regionale ed interregionale, ma andiamo con ordine. L'8 gennaio si terrà a Rotondi una gara specialità 18 metri organizzato dalla società ASD capri; il 15 gennaio a Cardito presso il A.s.d. Arcieri Primavera; il 22 gennaio ad Aversa presso il club A.s.d. Arcieri Normanni Aversa; il 29 gennaio a Capua presso A.s.d. Arcieri Campani Capua. A febbraio, invece, il 5 si terrà una gara a Salerno presso A.S.D. Arcieri Arechi Salerno; il 12 a Cardito; il 19 aRotondi; il 26 a Capua. Con quest'ultima disciplina chiudiamo la nostra rassegna, consigliando sempre attività fisica e sana alimentazione per una vita più regolare.

Rubrica SportivaAlessandro TuccilloPanoramica Eventi

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