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Giornale d’Asti - Società di Studi Astesi · ordini religiosi presenti in Asti, dei professori delle scuole cittadine e delle autorità civili. Nel “gior- Nel “gior- nale”

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Giornale d’Asti

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Una pagina della Rivoluzione Astese del luglio 1797

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PIANO DELL’OPERA

La Società di Studi Astesi Onlus darà alle stampe il “Giornale d’Asti” di Giuseppe Stefano Incisa, un manoscritto inedito contenente la cronaca quo-tidiana dal 1776 al 1819, molto interessante per la varietà di notizie minuziosamente annotate giorno per giorno e molto importante per la storia di Asti. Uno spaccato di vita quotidiana, quindi, in tutte le sue sfaccettature.è prevista la stampa di 9 volumi - due all’anno - di formato A4 (cm. 21 x 29,5), di circa 700 pagine cia-scuno, ognuno dei quali comprenderà la ristampa anastatica del manoscritto dell’Incisa e un glossario per tutte le parole desuete e per l’identificazione dei soggetti e dei luoghi di difficile collocazione.In ogni volume verrà inoltre inserito un supporto infor-matico contenente la riproduzione di tutti i documen-ti (sonetti, bandi, manifesti, biglietti a testimonianza delle vicende narrate) che Incisa stesso ha allegato ad ogni anno della sua cronaca, oltre 200 per anno. Ogni volume sarà stampato in una tiratura limitata di 500 copie numerate.L’opera è curata da Pippo Sacco, il glossario è redatto da Daniela Nebiolo e le riproduzioni fotografi-che degli allegati sono di Bruno Accomasso.Nel primo volume saranno anche pubblicati saggi introduttivi della responsabile della Biblioteca del Seminario Debora Ferro, di Ezio Claudio Pia del Crism - Università di Torino e di Blythe Alice Ra-viola dell’Instituto Universitario La Corte en Europa, Madrid.

I volumi saranno in vendita a 50 euro ciascuno (40 euro in prenotazione) e l’uscita del primo volume è prevista per novembre 2016. La prenotazione potrà essere fatta versando l’importo sul conto corrente n. 26796/1 dell’Agenzia n. 6 della Banca CRAsti, indicando la causale “prenotazione Giornale d’Asti – vol. I”, oppure dalle 9,00 alle 12,00 dal martedì al venerdì presso la Biblioteca del Seminario (piazza Catena angolo piazza Seminario). I nomi di chi sottoscriverà la prenotazione saranno pubblicati nella tabula gratulatoria in calce al volume. Per ulteriori informazioni: [email protected] oppure telefonando ai numeri:347-89.01.879 o 338-205.45.75

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IL “GIORNALE D’ASTI”Incisa, seguendo la tradizione dei cronisti astesi dei secoli precedenti, riportò nel suo “Giornale di Asti” la cronaca degli avvenimenti quotidiani della città, inseriti in una visione più allargata dell’Italia e dell’Europa dal 1775 al 1818.è questa la sua opera principale (conservata presso la Biblioteca del Seminario di Asti, cui è pervenu-ta per lascito testamentario, insieme ai suoi libri, dopo la morte dell’autore), costituita da 43 volumi e composta tra il 1776 e il 1819, giorno dopo giorno con precisione e diligenza. L’ultimo volume, quello relativo all’anno 1819, si interrompe il 5 luglio, pochi giorni prima della sua morte. Incisa iniziò il suo paziente lavoro il 9 aprile 1776 a 34 anni. La sacrestia della Cattedrale, dove con-venivano allora, almeno due volte ogni giorno per l’ufficio corale una trentina di ecclesiastici, rappre-sentava senza dubbio una buona centrale di notizie e di informazioni. Il cronista si propose di essere un testimone fedele del suo tempo e di offrire una rappresentazione precisa delle vicende dei suoi anni, compiendo un’operazione di conservazione della memoria di grande rilievo. Ne sono esempio i numerosi allegati e i tre indici: il primo analitico, il secondo “delle cose più notevoli” riguardanti la città, il terzo dei documenti, nel quale inserisce sonetti, bandi, manifesti, biglietti che si procurò come testimonianza e supporto delle vicende narrate. Egli annotò ogni giorno il tempo meteorologico (sole, pioggia, sereno, nuvolo, neve, brina, nebbia), le notizie della città e dei dintorni, l’andamento del mercato ed i prezzi relativi, passaggi di truppe e di personaggi. All’inizio di ogni anno Incisa informa di tutti i componenti del Capitolo della Cattedrale, di quello di San Secondo, dei superiori dei vari ordini religiosi presenti in Asti, dei professori delle scuole cittadine e delle autorità civili. Nel “gior-

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nale” compaiono anche insoliti fatti di cronaca come il ballo delle macellaie, il ladro cui viene inflitto il “tratto della corda”, giu-dizi sferzanti sulla moda femminile dell’epoca, il passaggio dei Principi che vanno al Castello di Govone, il tiro dell’archibu-gio, rappresentazioni di marionette e di commedie, le frustate ad una donna di Chiusano presunta ladra, l’esibizione di ciar-latani, il breve volo di una mongolfiera. Oltre a riferire vicende astigiane, le pagine di Incisa rivelano anche interessi dell’autore, come le notizie mediche e scientifiche in generale, la storia locale, il gioco del pallone. Incisa dimostra di essere un erudito, di cono-scere varie riviste letterarie, di leggere le Gazzette. Il cronista offre una lettura obiettiva dei fatti, “veridica” come la definisce lui stesso, il che non esclude una sua personale interpretazione degli eventi, come bene emerge nella Relazione dei fatti della Rivoluzione Astese del 1797.Incisa incominciò la sua cronaca il 9 aprile 1776, senza dichiarazioni programmatiche, con alcune notizie sul Giubileo, indetto quell’anno da Papa Pio VI. La seconda notizia, del 10 aprile, riguarda una copiosa grandinata avvenuta di notte, mentre sulle Langhe era scesa addirittura la neve. Giunto al 1819, al suo settantaseiesimo anno di vita, prima di iniziare il volume che non avrebbe più potuto ultimare, egli scriveva: “Sebbene con tutta difficoltà e per gli acciacchi miei i quali continuano e molto più per la mia vista che va sempre più indebolendosi sì nello scrivere che più nel leggere (mo-tivo per cui soventi non rileggo il mio scritto e perciò soventi mi passa qualche errore), io temeva sul principio dell’anno scorso (cioè il 1818) che non mi riuscisse di poter continuare e terminare il tomo 43 dei miei Giornali; pure, grazie al Signore, sono giunto al termine del medesimo; anzi, con tutta la buona volontà e speranza di continuare il mio lavoro, metto mano coraggiosamente al tomo 44 e, se non potrò terminarlo, andrò almeno finchè potrò...”.In realtà non gli riuscì di ultimarlo, poiché le notizie di quell’anno 1819 terminano il 5 luglio1819: “Sono già alcune sere che dalle ore 9 in poi si vede una cometa al nord, la quale porta un raggio in alto verso est, competentemente lungo, e detta perciò crinita. Essa non è molto distante dall’Orsa e fa il suo corso verso levante. Ha molta relazione e somiglianza con quella veduta nel 1811 alla fine d’agosto e principio di settembre; altra se ne vide nel 1769”.

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L’APPENDICE AL VOLUME DEL 1806Oltre al volume di cronaca e di documentazione, nel 1806 Stefano Incisa aveva ultimato un parti-colare lavoro, da lui intitolato “Appendice all’anno MDCCCVI, delle facciate delle chiese e delle iscrizioni”. Il manoscritto (di 187 fogli, cioè di 374 facciate) fu da lui considerato un’appendice a parte rispetto al Giornale del 1806. Raccoglie tutte le iscrizioni che Incisa poté trovare nelle varie chiese della città fino al 1806, disegnate di solito da lui stesso ed accompagnate da notizie storiche. Il volume scomparve negli anni antecedenti la Grande Guerra dalla Biblioteca del Seminario, insieme a quello corrispondente alla cronaca del 1806. Recuperato a Roma nel 1914 da Giovanni Montersino, un appassionato di cose astigiane, fu restituito alla Biblioteca del Seminario nell’aprile 1917. Non fu invece recuperato il volume di cronaca e documentazione di quell’anno 1806. L’Appendice relativa alle chiese ed alle loro iscrizioni fu pubblicata nel 1974 dalla Cassa di Risparmio di Asti.

GIUSEPPE STEFANO INCISANacque ad Asti il 20 ottobre 1742 e vi morì il 27 agosto 1819. Suo padre, Giovanni Gregorio Incisa, era falegname ed aveva bottega sulla Contrada Maestra, l’odierno Corso Alfieri. È possibile che la sua famiglia rappresentasse un ramo ormai remoto degli Incisa della Rocchetta. Stefano Giuseppe Incisa frequentò il Seminario Teologico Diocesano e fu ordinato sacerdote a 29 anni dal vescovo Caissotti nel 1771. L’anno seguente, a circa trent’anni, fu nominato cappellano-beneficiato della Cattedrale con il beneficio intitolato a Sant’Agnese, che lasciò nel 1780 per il Beneficio di San Giacomo de Sbarratis, migliore del precedente. Nel 1790 divenne anche cerimoniere del Capitolo della Cattedrale. Alfredo Bianco, nel suo libro “Asti ai tempi della Rivoluzione e dell’Impero”, afferma che Incisa è stato anche un valente disegnatore e un buon poeta. Ciò gli permise di associarsi ad alcune Accademie torinesi.

IL TEMPO DELL’ INCISAL’arco di tempo in cui scrisse Incisa (1776-1819), fu contrassegnato da eventi fondanti nella storia eu-ropea. E nella sua cronaca hanno riscontro avvenimenti come la morte di Luigi XVI sulla ghigliottina, la Rivoluzione Francese nelle sue varie fasi, le fulminee vittorie di Napoleone ed i ripetuti viaggi dei

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Papi in Francia. Incisa nel 1797 del suo Giornale ha lasciato anche una minuta descrizione dei fatti che portarono all’effimera Repubblica Astese. Vide di persona Napoleone quando l’Imperatore venne ad Asti il 29 aprile 1805: “Io l’ho visto pochi passi lontano. Ha statura mezzana, faccia giallastra ed abbronzata, occhi sempre in moto che non pare tranquillo, chioma cortissima che in fronte scende a ciuffo, aria cosi tetra e rabbuffata da incutere paura, cosicché se a me venisse di trovarmi solo solo in una strada remota ad ora pericolosa, mi farei il segno di croce e a Dio mi raccomanderei. Parla male l’italiano, benché corso; va ordinariamente vestito assai succinto con cappello di poco valore e calzoni molto alti, con le mani quasi sempre dentro di essi, sconciamente”.Incisa raccontò anche il passaggio dei Papi Pio VI e Pio VII da Asti in occasione dei loro viaggi Ol-tralpe. Pesante è infine il giudizio del cronista sull’abate francese Andrea Dejean, nominato vescovo di Asti dall’Imperatore ma mai consacrato, poiché il Papa Pio VII non ne aveva confermato la nomina.

LA STIMA DELLA SUA CITTàGiusta ricompensa per il cronista fu la stima postuma di cui godette non tanto in ambienti ecclesiastici quanto in quelli laici. Nel 1919, ricorrendo il primo centenario della sua morte, per iniziativa del Municipio di Asti fu apposta sulla facciata della sua casa natia (oggi corso Alfieri 302) una lapide ricordo, dalla quale trapela stima ed ammirazione per la sua persona e per la sua opera: “In questa casa nacque, visse e morì il pio sacerdote Giuseppe Stefano Incisa che con sapiente diligenza più unica che rara, raccolse ed espose quotidianamente le preziose memorie della patria dal 1776 al 1819. Il Municipio pose questa pietra nel primo centenario della morte del benemerito cronista, morto settantasettenne il 27 agosto 1819”

La realizzazione dell’opera sarà possibile grazie al contributo della Fondazione CRAsti, della Banca CRAsti e della Fondazione CRT.

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