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Il paesaggio: significati
Cos’è il paesaggio? è un termine complesso,
al quale vengono attribuiti significati differenti
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Il paesaggio: diversi significati
Panorama Veduta Vista Ambiente Territorio Quadro
Sintesi crono-spaziale Sfera naturale ed antropica Ponte tra scienze naturali e umane Costruzione diacronico-stratigrafica Teatro Realtà di compresenza
Linguaggio comune:
Linguaggio geografico/scientifico
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PAESAGGIO
TERRITORIO
Caratteri naturali
Caratteri culturali
Significati, valori estetici, simbolici
Caratteri antropici
Un modello concettuale: fattori che agiscono nel territorio� sono alla base delle forme esteriori che il paesaggio assume
Paesaggio e Territorio
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Il paesaggio: alcune definizioni «...in geografia, si dice paesaggio il complesso di elementi che costituiscono i tratti fisionomici di una certa parte della superficie terrestre; il paesaggio geografico è dunque, in certo senso, una sintesi astratta dei paesaggi visibili, in quanto rileva di essi soltanto i caratteri che presentano le più frequenti ripetizioni sopra uno spazio più o meno grande, superiore in ogni caso a quello compreso da un unico orizzonte... »
(Dizionario Enciclopedico Italiano) «Il paesaggio è la particolare fisionomia di un territorio determinata dalle sue caratteristiche fisiche, antropiche, biologiche ed etniche; ed è imprescindibile dall'osservatore e dal modo in cui viene percepito e vissuto» (Wikipedia) «Il paesaggio è l’aspetto di un luogo, di un territorio quale appare quando lo si abbraccia con lo sguardo [...] …in geo. particolare conformazione di un territorio che risulta dall'insieme degli aspetti fisici, biologici e antropici: paesaggio marino, montano, desertico, glaciale, urbano | tutela del paesaggio, [...] in dir. il principio giuridico e l'insieme delle norme a difesa dell'ambiente naturale e dei beni culturali, storici, artistici che vi sono inseriti» (Dizionario Garzanti)
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Il paesaggio: alcune definizioni «Il paesaggio costituisce il volto della terra, un volto visibile e sensibile, che riassume ed esprime il sovrapporsi di molteplici fenomeni»
(Barbieri, 1991) «Il paesaggio non è soltanto qualcosa da costruire o tutelare, ma [...] qualcosa da riconoscere, percepire, ascoltare e descrivere. [...] Il paesaggio è l'ipostasi della storia nel territorio. Ciò che è stato in etica, in estetica, in architettura, in filosofia, in progresso o decadenza, in carestia o abbondanza, in guerra o in pace, in storia o mito, in momenti di intensa religiosità o di agnosticismo, è scritto nel profilo paesaggistico e tutto interpretabile qualora la cultura, come un demiurgo, intervenga e soccorra per illuminazione» ( G. Andreotti, 1996). «Il paesaggio è il mezzo per entrare in contatto nella maniera più immediata e diretta con un luogo, con una società; diventa intermediario, indicatore, un’autobiografia, Il paesaggio è il volto di un paese, di una società» (P. Pinchemel e G. Pinchemel, 1996) «Il paesaggio è un discorso pieno: basta saperlo ascoltare, disponendo dei mezzi e dei codici adeguati». «Il paesaggio è un teatro in cui l’uomo è sia attore che spettatore» (Turri,1 974 e 1998)
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ARTICOLO 1
“Paesaggio” designa una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il
cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle
loro interrelazioni
Convezione Europea del Paesaggio (Firenze, 2000)
Definizione: Convenzione Europea
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Territorio Paesaggio
NATURA/AMBIENTE: Biosfera Idrosfera Litosfera Atmosfera
SOCIETÀ: Demografia Politica Economia Tecnologia Cultura
CARATTERI NATURALI:
Forme del terreno Vegetazione
CARATTERI ANTROPICI:
Edifici Villaggi e città Uso del suolo Infrastrutture
SIGNIFICATI E VALORI:
Estetici Affettivi Simbolici Funzionali
Paesaggio e Territorio
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Il paesaggio nella Convenzione EP
Nella Convenzione Europea del Paesaggio si evidenzia
La differenza concettuale tra paesaggio e territorio
La compresenza di agenti naturali e umani
nella costruzione del paesaggio
Il coinvolgimento della “popolazione”, quindi la presenza di una componente immateriale nel
paesaggio, data dai valori e significati attribuiti
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Il paesaggio geografico abbraccia elementi visibili ma anche fatti non visibili
Ogni paesaggio geografico è costituito da fondamentali componenti naturali e componenti umane
A tali elementi materiali e chiaramente tangibili, se ne aggiungono altri immateriali, intangibili
Componenti del paesaggio
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Il paesaggio geografico si distingue in:
! paesaggio naturale
! paesaggio umanizzato o antropico
Nei paesi civilizzati e densamente popolati il primo sussiste oramai soltanto in particolari aree ristrette, come ad esempio: le distese polari, l’alta montagna, le coste scoscese, ecc… È difficile distinguere il paesaggio naturale da quello antropico nel mondo contemporaneo, in quanto il paesaggio naturale è� influenzato indirettamente dalle attività umane. Si pensi, ad esempio, ai mutamenti climatici causati dall’effetto serra e dall’inquinamento transnazionale Il paesaggio muta continuamente col trascorre del tempo (stagioni, anni, secoli, ere geologiche, ecc.) in conseguenza dei fenomeni naturali e dell'intervento dell'uomo
Tipologie di paesaggio
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Dall’Equatore verso i Poli si succedono alcune fasce o zone climatiche disposte in senso latitudinale, che presentano caratteristiche ambientali piuttosto simili, all’interno delle quali si riscontrano particolari biomi che danno vita a paesaggi naturali
Il bioma è l’insieme delle specie vegetali e animali che vivono e interagiscono in una determinata area geografica, contraddistinta da un particolare clima
Il Paesaggio naturale
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Principali fasce climatiche
fascia polare artica fascia temperata boreale fascia tropicale o torrida fascia temperata australe fascia polare antartica
Paesaggi naturali e clima
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Fascia Tropicale o Torrida
Si estende tra i due Tropici
Unica stagione
Clima caldo-umido
Presenti tre biomi: foresta equatoriale o pluviale, savana, deserto
Paesaggio naturale e clima
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Fascie Temperate si estendono tra: Tropico del Cancro e Polo Artico (Boreale) Tropico del Capricorno e Polo Antartico (Australe)
Quattro stagioni Clima mite Presenti tre biomi: foresta temperata, praterie e steppe, macchia mediterranea Zona più ospitale del pianeta
Paesaggi naturali e clima
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Fasce Polari si estendono oltre i circoli polari
Due stagioni
Clima molto rigido
Presenza di ghiaccio perenne
Presenti due biomi: tundra, taiga
Zona poco ospitale
Paesaggi naturali e clima
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Il paesaggio è in continua evoluzione, cambia, si trasforma
a causa di fattori
NATURALI e UMANI
Il Paesaggio evolve
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Il paesaggio evolve
Esiste una dimensione temporale del paesaggio: i rapporti tra componente naturale e componente antropica evolvono cioè nel tempo.
Se durante la preistoria era ovviamente la componente naturale del paesaggio a prevalere su quella antropica, negli ultimi secoli (e ancora di più negli ultimi decenni) è stata la componente antropica del paesaggio a prevalere su quella naturale.
Oggi, in virtù dello sviluppo tecnologico, l’uomo è il principale agente modificatore della Terra
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Fattori NATURALI
Il Paesaggio evolve
Sono causati da forze endogene e da forze esogene alla superficie terrestre Le forze endogene dipendono dall’interno della terra e sono legate alle deformazioni tettoniche, al vulcanismo, ai terremoti Le forze esogene dipendono dall’esterno e si manifestano con l’azione del vento, del sole e dell’acqua Il paesaggio si modella grazie all’azione antagonista di forze endogene ed esogene.
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Fattori UMANI
Il Paesaggio evolve
Sono legati alle azioni dell’uomo sull’ambiente con la realizzazione di elementi antropici come case, strade, coltivazioni, dighe, canali, ponti, ferrovie, infrastrutture... Gli elementi antropici sono degli elementi artificiali. Infatti la parola antropico deriva dal greco antropos che significa uomo
Due eventi storici hanno determinato nel corso dei secoli una profonda trasformazione del paesaggio ad opera dell’uomo: la rivoluzione agricola e la rivoluzione industriale
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Il paesaggio umanizzato
È determinato dall’azione umana e dall’insieme degli interventi operati dagli uomini
Esistono varie tipologie di paesaggio antropico a seconda degli elementi caratterizzanti come quello agrario, agricolo, industriale, tutte riconducibili al
paesaggio rurale e al paesaggio urbano
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Il paesaggio rurale
Il paesaggio rurale evoca tutto ciò che appartiene alla campagna. È la concreta fisionomia del
coordinamento di tutti gli aspetti fisici e antropici attivati dall’uso agricolo del suolo.
In Europa si distinguo tre tipi di paesaggi agrari
! Paesaggi mediterranei
! Paesaggi a campi aperti o openfield
! Paesaggi a campi chiusi o bocages
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Il paesaggio mediterraneo L’associazione dei cereali con le colture arboree o arbustive è la formula classica dell’agricoltura mediterranea. La cosiddetta “triade mediterranea” è formata da frumento, olivo, vite. Vista l’esiguità delle grandi pianure, tradizionalmente si sono coltivati i pendii utilizzando la tecnica del terrazzamento. Un carattere tipico è la discontinuità delle colture: presso il villaggio un’area di colture (ager), cui si contrappone una più estesa area incolta di macchie e lande (saltus) per il pascolo. Il sistema tradizionale di allevamento ovino per millenni è stato caratterizzato dalla transumanza delle greggi dai pascoli estivi sugli altipiani a quelli invernali delle pianure. In questo quadro, già variegato, si inseriscono differenze importanti nelle strutture agrarie e nell’insediamento rurale conseguenti alle profonde diversità dei sistemi economici e sociali: i paesaggi agrari mediterranei devono la loro complessa differenziazione soprattutto alla storia, più che alla natura. In genere, si contrappongono la piccolissima e la grande proprietà, mentre restano in ombra le proprietà medie (molto diffuse, invece, nell’Europa atlantica)
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Il paesaggio openfield È l’espressione di uno spirito comunitario di aggregazione e gestione organizzata del lavoro. Deriva originariamente dall’ampliamento della radura coltivata, con eliminazione degli alberi, relegati nella foresta ai margini. È privo di recinzioni, tutto coltivato a seminativi, soggetto alle rotazioni colturali e suddiviso in strisce destinate ai componenti originari dell’insediamento che sta al centro della grande radura. Questo paesaggio richiama la gestione comunitaria delle terre, diffusasi nell’Europa centrale fin dal Medioevo: la campagna attorno al villaggio era coltivata a rotazione triennale in strisce che ciascun contadino gestiva autonomamente ma era aperta al libero pascolo in determinati periodi, ed è per questo che era impedito ai coltivatori di recintare le terre.
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Il paesaggio del bocage È formato da cortine arboree intorno agli spazi coltivati. Lo si può intendere come forma di sopravvivenza degli alberi della foresta intorno alla radura aperta per la coltivazione, mantenuti sia per le esigenze di legname da parte dei coltivatori sia come elementi di protezione del terreno coltivato. Questo paesaggio viene collegato ad una agricoltura tradizionale individualistica, in cui ciascuno è padrone dei propri campi, li recinta con siepi per riservare il pascolo ai propri animali o per impedire a quelli del vicino di entrare e danneggiare i raccolti. Il bocage è quindi visto come un paesaggio culturale espressione della proprietà familiare cui si accompagna l’insediamento in case isolate sui fondi, o tutt’al più riunite in minuscoli aggregati.
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I paesaggi rurali Il paesaggio del Bocage ha scarsa importanza e comunque le recinzioni, più che da siepi vive, sono costituite da muretti a secco (di pietra calcarea). L’Openfield mediterraneo, d’altra parte, è la concreta espressione della grande proprietà latifondista a cerealicoltura estensiva formatasi soprattutto dal XVI al XVIII secolo nel Mezzogiorno italiano (portando spesso ad un’economia stagnante e ad un deserto umano). Altra caratteristica dell’insediamento sono i villaggi che torreggiano su alture di difficile accesso, dove sono stati costruiti per ragioni difensive e per evitare la malaria delle pianure. In realtà, le grandi opere di bonifica effettuate in tempi più recenti hanno prodotto una giustapposizione di due tipi di paesaggio: un paesaggio storico, con cereali e alberi da frutto adatti al clima secco e con insediamenti arroccati in siti eminenti, e un paesaggio moderno, con l’intensificazione delle colture attraverso la bonifica e l’irrigazione delle zone pianeggianti e con l’inserimento di case isolate nei poderi. La bonifica dei fondi vallivi e delle pianure costiere ha innescato uno slittamento verso il basso della popolazione dei borghi sommitali: nelle vallate appenniniche, ad es., sono sorti nuovi centri e nuclei per sdoppiamento dal borgo originario; lungo la costa, si è avuta la nascita di nuovi insediamenti denominati “marine” e “lidi”, divenuti stazioni balneari.
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Il paesaggio urbano Il paesaggio urbano è caratterizzato da suoli edificati in modo intensivo e dalla presenza di opere e infrastrutture costruite dall’uomo; in esso si registra un forte sviluppo verticale dello spazio e un’attività umana massiccia. L’aspetto antropico prevale e domina su quello naturale. Con “urbano” si intende tutto ciò che è “relativo alla città”. Il paesaggio urbano trova la sua massima espressione nella città. Le città esistono da migliaia di anni: la loro presenza può essere fatta risalire alle civiltà idrauliche delle valli fluviali di Mesopotamia (odierno Iraq), Egitto, India e Cina. Lo sviluppo urbano, noto anche come urbanizzazione, ha avuto un forte impulso con l’avvento della industrializzazione, circa duecento anni fa. In quel periodo, un numero enorme di persone si spostò nelle città in cerca di lavoro, soprattutto nelle fabbriche. Lo sviluppo più consistente si è registrato negli ultimi cinquant’anni. Nel 1950 meno di un terzo della popolazione mondiale viveva nelle città. Le attuali previsioni dicono che entro il 2030 circa due terzi dell’umanità vivrà in aree urbane
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Paesaggi antropici e tipologie insediative
Fino alla Seconda guerra mondiale la maggioranza degli insediamenti umani aveva funzione esclusivamente o prevalentemente rurale Ben evidenti erano a livello paesaggistico i limiti tra campagna e città, ovvero tra l’insediamento rurale e urbano Oggi giorno in alcuni paesaggi i vari e diversi processi di deruralizzazione e industrializzazione hanno contribuito a modificare, ridurre, sovrapporre o cancellare i limiti tra queste realtà insediative La classificazione tipologica degli insediamenti rurali è pertanto un’operazione complessa e sommaria
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Paesaggi antropici e tipologie insediative
Con il termine Insediamento si intende il diverso modo di abitare degli uomini che si esplica concretamente nel complesso degli edifici costruiti per abitare e per altri usi Gli insediamenti sono strettamente correlati al genere di vita degli uomini ovvero all’insieme delle pratiche adottate per sfruttare quanto di utile offre l’ambiente circostante utilizzando tecniche e strategie acquisite nel corso della loro evoluzione culturale Le popolazioni sedentarie a differenza di quelle nomadi hanno un insediamento stabile che può essere accentrato, sparso o nella forma intermedia di nucleo
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Paesaggi antropici e insediamento rurale L’insediamento umano si distingue in: insediamento rurale e insediamento urbano L’insediamento rurale è la forma abitativa tipica della popolazione che vive in campagna L’insediamento rurale è strettamente legato alle attività agrarie, in quanto inseparabili sono i rapporti che legano i tipi e le forme dell’abitare con i sistemi di coltivazione e le forme di conduzione e gestione dello spazio
In relazione alle influenze di fattori fisici e umani le abitazioni si distribuiscono in vario modo e danno origine a diversi tipi di insediamento: accentrato, sparso, a nucleo
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L’Insediamento rurale: villaggio
L’insediamento rurale accentrato viene solitamente chiamato villaggio o centro rurale; con questa espressione si intende un gruppo di case che sia un polo di vita organizzata sul piano sociale, ossia che esplichi funzioni di pubblico interesse L’insediamento rurale è un buon indicatore del processo storico di occupazione del suolo: il villaggio, il nucleo, la casa isolata sono rappresentativi delle entità che vi abitano oltre che delle forme di utilizzazione del suolo Fattori fisico-naturali e condizioni socio-culturali possono influenzare l’accentramento e/o la dispersione insediativa
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L’Insediamento rurale: villaggio I villaggi o centri rurali possono essere classificati in base a: sito, origine e forma ossia in relazione a fattori fisico-naturali e/o socio-culturali. Questi fattori sono strettamente collegati tra di loro Tra gli elementi fisico-naturali notevole importanza ha la presenza dell’acqua o la sua reperibilità. Così come la morfologia del terreno e in particolare la forma del rilievo. Questi elementi danno vita a villaggi o centri rurali denominati di ponte, di confluenza, di fondovalle, di poggio, di sella, ecc… Sito e origine donano ai villaggi forme diversificate tanto da poterli classificare in villaggi a struttura allungata, ammassata e spazzieggiata
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L’Insediamento rurale: sparso L’insediamento rurale sparso è caratterizzato dalla presenza di case sparse sul fondo agricolo da cui trae sostentamento la famiglia di contadini che vi abita La casa isolata diviene l’elemento tipico dell’insediamento sparso, la sua struttura manifesta il substrato fisico-naturale, l’organizzazione agricola e il patrimonio culturale degli abitanti, di cui riflette le tecniche, le abitudini, il folclore
L’entità degli edifici rustici e la loro ubicazione danno vita a vari tipi di case rurali che si possono raggruppare in due categorie principali: le forme unitarie con abitazione e rustico in un unico fabbricato e le forme complesse con più edifici separati
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L’Insediamento rurale: sparso
Le forme unitarie, con abitazione e rustico sotto un unico tetto, sono le più economiche e si inseriscono in aziende di limitata estensione. Possono essere: unicellulari, ad elementi soprapposti o giustapposti Le forme complesse, presentano più edifici articolati tra loro abitazioni, stalle, fienili, aie, magazzini, ecc… e sono presenti dove l’attività zootecnica ha un peso notevole. Possono essere: casa a elementi separati e case a corte
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L’Insediamento rurale: a nucleo L’insediamento a nucleo costituisce una forma intermedia tra l’insediamento rurale sparso e quello accentrato È costituito dall’aggregazione di alcune case rurali riunite in gruppo senza funzioni attrattive e di pubblico interesse Tra gli elementi che contribuiscono alla formazione di insediamenti a nucleo è: il parziale abbandono dei villaggi; la tradizione latina della divisione ereditaria della proprietà - la fattoria si trasforma in agglomerato di case man mano che le generazioni successive continuano l’attività agricola di famiglia Un insediamenti a nucleo possono svilupparsi fino ad acquisire i caratteri e i requisiti di centro, di villaggio
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