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Paolo/2. Le Lettere a Romani, Filippesi , Tessalonicesi , Filemone Maria Fallica Sapienza Università di Roma 04/04/2017

Filippesi 2, 6-11: la cristologia paolina · Breve biglietto. Paolo scrive a Filemone, il cui schiavo Onesimo era fuggito. Paolo rimanda Onesimo, figlio mio, che ho generato nelle

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Paolo/2. Le Lettere a Romani,

Filippesi, Tessalonicesi,

Filemone

Maria FallicaSapienza

Università di Roma

04/04/2017

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1 Tessalonicesi: inviata daCorinto o da Atene, nel50-51 ca. 5 capitoli.

Romani: inviata forse daCorinto, scritta fra il 57 e il58. 16 capitoli.

1-2 Corinzi: 56-57.

Galati: attorno al 57.

Filippesi: compostadurante un periodo diprigionia, a Efeso (54-55),Cesarea (58-60) o Roma(57-58). 4 capitoli.

Filemone: composta inprigionia, secondo opzionisimili a Filippesi. 1capitolo.

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1 Tessalonicesi: cenni strutturali. Tessalonica e Paolo

• Tessalonica: città greca da due secoli sotto dominio romano, forte presenza diculti civici.

• Paolo, Silvano e Timoteo a Tessalonica hanno lavorato per il lorosostentamento, ma hanno anche spesso ricevuto assistenza dai credenti aFilippi (Fil 4, 15-16), la città che Paolo aveva visitato in precedenza.Impossibilitato a tornare a Tessalonica, Paolo manda Timoteo in città e scrivedopo aver udito il resoconto di questo.

• Resoconto del soggiorno a Tessalonica in Atti 17: dopo tre sabati dipredicazione paolina nella sinagoga, scontro con la comunità giudea cittadina,che accusa Paolo e Sila di predicare un altro re, Gesù (At 17, 7). La differenzapiù significativa fra i due racconti è il contesto lucano della sinagoga. Lacomunità paolina doveva essere composta prevalentemente da etnocristiani.

• Paolo ricorda «molte lotte» a Tessalonica (1 Ts 2,2). Paolo è molto legato allacomunità e vi scrive in tono affettuoso, sottolineando come gli insegnamentiche dà sono già conosciuti dai Tessalonicesi ed egli vuole solo ricordarli loro.È possibile che Paolo voglia difendersi da accuse di aver abbandonato la città.

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• Ecco la sintesi paolina del messaggio da lui predicato in città: noi siamo venutiin mezzo a voi e come vi siete convertiti dagli idoli a Dio, per servire il Dio vivo e vero eattendere dai cieli il suo Figlio, che egli ha risuscitato dai morti, Gesù, il quale ci liberadall'ira che viene. (1 Ts 1, 9-10).

• 2,13-16: Voi infatti, fratelli, siete diventati imitatori delle Chiese di Dio in Cristo Gesùche sono in Giudea, perché anche voi avete sofferto le stesse cose da parte dei vostriconnazionali, come loro da parte dei Giudei. Costoro hanno ucciso il Signore Gesù e iprofeti, hanno perseguitato noi, non piacciono a Dio e sono nemici di tutti gliuomini. Essi impediscono a noi di predicare ai pagani perché possano essere salvati. Intal modo essi colmano sempre di più la misura dei loro peccati! Ma su di loro l'ira ègiunta al colmo.

• L’unico insegnamento che Paolo presenta come nuovo è 4,13-5,11. lapredicazione della seconda venuta, ritenuta imminente ha provocato neiTessalonicesi ‘tristezza’ al pensiero di coloro che sono morti nel frattempo.Paolo ribadisce come coloro che si sono addormentati in Cristo risusciteranno esaranno trasportati insieme coi vivi fra le nubi. Nessuno conosce il tempo,perciò tutti veglino e siano sobri.

• L’unità della lettera, oggi comunemente accettata, è stata messa in discussione;si è pensato a due lettere (una da Atene e una da Corinto) messe insieme. Si èinoltre supposta l’interpolazione di 2, 14-16.

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Filippesi: cenni strutturali

• Filippi: colonia romana (42 a. C.) nella regione ellenica della Macedonia. Paolovi giunse verso il 50; cf. At 16, 11-40. Paolo scrive la lettera in carcere [parla dicatene 1,7; menziona un pretorio (1,13) e una casa di Cesare (4, 22)]. Si è fattal’ipotesi di una prigionia ad Efeso, da preferire a Roma (quando scrive era statoa Filippi solo una volta e le due città non sono troppo distanti).

• Piccola comunità (qualche decina di persone); Paolo fa cenno a discordie interne(4, 2-3). Si parla anche di ‘avversari’, da cui non farsi ‘intimidire’. A 3,2-3 parla di‘cattivi operai’, ‘cani’: Guardatevi dai cani, guardatevi dai cattivi operai, guardatevi daquelli che si fanno mutilare!

• Composizione della comunità d’origine pagana: Paolo non cita mai l’AT nellalettera.

• I Filippesi convertiti da Paolo erano diventati suoi collaboratori e la relazione simantiene dopo la partenza di Paolo; mandano a Paolo Epafrodito atestimonianza della loro fedeltà, e Paolo, preoccupato per la cattiva salute diquello, lo rimanda a Filippi.

• L’unità della lettera è stata seriamente messa in discussione; si è supposto che lalettera sia risultato della fusione di due o tre lettere. Molti ritengono che il cap. 3fosse una lettera a sé.

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1,1-11: saluto e ringraziamento

1, 12-26: situazione di Paolo in carcere. Suo atteggiamento verso la morte.

1, 27-2,16: inno cristologico.

2,17-3,1a: interessamento di Paolo per i Filippesi, progetti di missioni perloro; invio di Epafrodito.

3, 1b-4,1: avvertimento contro i falsi dottori, condotta di Paolo (3, 13-14:dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, corroverso la mèta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù). Letteraseparata?

4, 2-9: esortazione all’unità, alla gioia e alla pace

4, 10-20: situazione di Paolo (So vivere nella povertà come so viverenell'abbondanza; sono allenato a tutto e per tutto, alla sazietà e alla fame,all'abbondanza e all'indigenza. Tutto posso in colui che mi dà la forza) e donigenerosi dei Filippesi.

4, 21-23: saluto finale, benedizione.

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Filemone: cenni strutturali Breve biglietto. Paolo scrive a Filemone, il cui schiavo Onesimo era fuggito. Paolorimanda Onesimo, figlio mio, che ho generato nelle catene, a Filemone, perché lo accolganon come schiavo ma come fratello, anzi: Accoglilo come me stesso (17).

• L’interpretazione tradizionale: Onesimo avrebbe commesso il delitto dello schiavofugitivus, dello schiavo che fugge dalla casa del padrone per non tornare più. Paolointercederebbe presso il padrone per evitare a Onesimo i castighi previsti dalla legge.

• Ipotesi dell’amicus domini. (P. Lampe 1985). Onesimo è fuggito in cerca di unprotettore (= amicus domini) che lo aiuti a tornare e a essere ri-accettato senza esseresottoposto alle sanzioni previste per il danno recato al padrone. Paolo starebbe qui inqualità di ‘amico del padrone’, intercedendo a favore di Onesimo.

Perché si è conservato questo biglietto? Goodspeed-Knox: Onesimo è poi diventatocollaboratore di Paolo, e in seguito vescovo di Efeso (citato da Ignazio di Antiochia):sarebbe stato tale vescovo a conservare questo biglietto.

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Romani: brevi cenni strutturali/1. Problemi testuali, data e luogo di composizione

• Dal testo emerge che Paolo non ha ancora visitato Roma (1, 8-15;15, 22-24).

• Paolo dichiara di essere in procinto di recarsi a Gerusalemme dopoaver fatto delle collette per quella chiesa in Macedonia e Acaia.

• Variante testuale più significativa: spostamento o omissione delladossologia finale (16, 25-27). Marcione è testimone di un testoprivo degli ultimi due capitoli. Lo stadio attuale della ricerca tendea postulare l’unità compositiva dell’intera lettera, cc. 1-16.

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Romani: brevi cenni strutturali/2. Il mittente e i suoi scopi

o Il mittente è Paolo, che si definisce apostolo inapertura e chiusura. Il suo ufficio è specificatonell’onore di proclamare Cristo dove non è maistato sentito o udito (Rm 15,20); a Roma eglideve solo ricordare il vangelo che i suoi lettorigià conoscono (Rm 15,15).

o Il latore della lettera è Febe, διάκονος daCencre, il porto di Corinto, προστάτις di Paolo.Paolo scrive mentre è ospite da Gaio, assieme a‘tutta la comunità’; detta la lettera a Terzio (16,22-23).

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Romani: cenni strutturali/3. I destinatarioDiretta alla comunità di Roma, in prevalenza

giudeo-cristiana: provenienti dall’ebraismo ogentili giudaizzanti, che avevano accolto inprecedenza elementi distintivi del giudaismo.2,17: Ma se tu ti chiami Giudeo e ti riposi sicurosulla Legge e metti il tuo vanto in Dio… 7, 1: parlo agente che conosce la legge. 11, 13: A voi, genti, eccoche cosa dico: come apostolo delle genti, io faccioonore al mio ministero…

oLa comunità di Roma appare come una piccolacomunità con una struttura organizzativa amaglie larghe.

oSalutate Andrònico e Giunia, miei parenti ecompagni di prigionia: sono insigni tra gli apostolied erano in Cristo già prima di me (Rm 16, 7).

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Gli scopi di PaoloThe Romans Debate: dibattito sul motivo della composizione di Romani, (1977, 1991, 2011).

Indizi interni, legati a tre aree di interesse:

1) Gerusalemme. Paolo è sul punto di partire per Gerusalemme, dove porterà la collettaraccolta in Macedonia e Acaia; chiede ai Romani di pregare per la missione (15, 30-32). Si èsuggerito che la lettera sia una specie di ‘prova generale’ per ciò che Paolo dirà aGerusalemme.

2) La Spagna. Paolo dichiara di voler dirigersi in Spagna e sembra implicare (15, 24)una richiesta di supporto per la missione.

3) Roma.

a) Rm 14: Paolo è al corrente di conflitti a Roma fra giudeo ed etnocristiani.

b) Baur, Martyn, Campbell: Paolo scrive per controbilanciare l’influsso di missionariostili (Rm 16, 17-18; cf. Gal; Fil 3, 18-19) o piuttosto (Campbell) per presentare i punti chiavedella sua posizione in modo che i Romani ne siano informati (preferibilmente primadell’arrivo fisico degli oppositori).

Campbell 506, flusso dei missionari ostili a Paolo (definiti da Martyn Teachers):Gerusalemme (Gal 2, 1-10) - Antiochia sull’Oronte (Gal 2,11) - Galazia - Filippi (Fil 3) -Roma.

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Non voglio che ignoriate, fratelli, chepiù volte mi sono proposto di venirefino a voi - ma finora ne sono statoimpedito - per raccogliere qualche fruttoanche tra voi, come tra le altrenazioni. Sono in debito verso i Grecicome verso i barbari, verso i sapienticome verso gli ignoranti: sono quindipronto, per quanto sta in me, adannunciare il Vangelo anche a voi chesiete a Roma.Rm 1, 13-15

Io infatti non mi vergogno del vangelo,perché è potenza di Dio (δύναμις γὰρθεοῦ) per la salvezza di chiunque crede,del Giudeo, prima, come del Greco. Inesso infatti si rivela la giustizia di Dio,da fede a fede (δικαιοσύνη γὰρ θεοῦ ἐναὐτῷ ἀποκαλύπτεται ἐκ πίστεως εἰςπίστιν), come sta scritto: Il giusto per fede

vivrà.Rm 1, 16-17.

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Una lettura in tremovimenti e un’inversione.

La mossa di Dio, dal problema alla soluzione

o The solution in Paul preceded theplight, Sanders 1977, 443. Paoloprima della conversione nonavrebbe percepito la presenza di un‘problema’. La conclusione che tuttoil mondo necessita di un salvatorenasce dalla constatazione che Dioha in realtà provveduto a dare unSalvatore in Cristo Gesù.

o L’ argomento di Paolo nella letteraai Romani in realtà procede dalproblema alla soluzione. Questoargomento procede come unaspirale, che ogni volta va più afondo della condizione umana, ognivolta trovando il vangelo comeantidoto appropriato (Keck 1995,25), per l’annichilimento degli«arconti di questo mondo» (1Cor2,6). Cf. Sanders 1977, Keck 1995, Gaventa 2005.

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Rm 1-8 in tre tappe.Uno

• 1,18-4,25: accusa simultanea agentili e giudei; Infatti l'ira di Dio sirivela (Ἀποκαλύπτεται) dal cielocontro ogni empietà e ogni ingiustiziadi uomini che soffocano la veritànell'ingiustizia.

• A 3, 9 si riassume: Giudei e Greci,tutti sono sotto il dominio del peccato.

• 3,21: annuncio di salvezza. Orainvece, indipendentemente dallaLegge, si è manifestata la giustizia diDio, testimoniata dalla Legge e daiProfeti… tutti hanno peccato esono privi della gloria di Dio, masono giustificati gratuitamente per lasua grazia, per mezzo della redenzioneche è in Cristo Gesù.

• Esempio di questa giustificazioneindipendentemente dalle operedella legge è Abramo (Rm 4).

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Rm 1-8 in tre tappe.Due

In 5-6 Paolo ritorna alla condizione umana: lasituazione creatasi con Adamo è descritta comedominata dal potere del peccato.

La risposta è la morte di Cristo per gli empi e lagiustificazione nel suo sangue.

Lo sappiamo: l'uomo vecchio che è in noi è statocrocifisso con lui, affinché fosse reso inefficace questocorpo di peccato, e noi non fossimo più schiavi delpeccato.

Rm 6, 6

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AdamoUomo naturale, simbolo dell’intera umanità peccatrice. Nelgiudaismo del Secondo Tempio la riflessione (in testi come illibro dei Giubilei o il libro della Sapienza, o 4 Esdra e 2 Baruch)aveva intensificato l’attenzione sul ruolo della disobbedienza diAdamo in Genesi 1-3 per spiegare la realtà della morte nellacondizione umana, e la connessione fra l’uomo Adamo e adam,l’umanità.

Paolo in Rm 5.12- 21 incapsula tutta la storia umana in due figurearchetipiche come a presentare le uniche due alternative che ilvangelo apre all’umanità (Dunn 1998, 70). Adamo è tipo di coluiche doveva venire. Rm 5,14: antitipo del Redentore, nel qualetutti i credenti partecipano dello Spirito. Al primo uomo, che erachiamato a riconoscere la legge dell’essere che culminava nellasignoria di Dio, e che invece disubbidisce, Paolo contrapponeCristo, che è caratterizzato da una dimensione compiuta diubbidienza (cf. Fil). In Paolo:

1. La morte entra nel mondo con il peccato.

2. Ognuno è responsabile del proprio peccato? In Paolo non èchiaro (ἐφ’ ᾧ); ciò che è chiaro è che comincia con Adamo.

3. Il peccato assume un ruolo personificato, paragonabile aquello del serpente/satana.

4. Adamo, simbolo dell’uomo peccatore, è però anche tipo,figura, morte assunta e risorta in Cristo.

Quindi, come a causa di un solo uomo il peccato è entratonel mondo e con il peccato la morte, così anche la morte haraggiunto tutti gli uomini, perché in lui (ἐφ’ ᾧ/ in quo) tuttihanno peccato. Fino alla legge infatti c'era peccato nel mondo e,anche se il peccato non può essere imputato quando manca lalegge, la morte regnò da Adamo fino a Mosè anche su quelli chenon avevano peccato con una trasgressione simile a quella diAdamo, il quale è figura di colui che doveva venire (ὅς ἐστιντύπος τοῦ μέλλοντος). Ma il dono di grazia non è come lacaduta: se infatti per la caduta di uno solo morirono tutti, molto dipiù la grazia di Dio e il dono concesso in grazia di un solo uomo,Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti gli uomini[…]. Come dunque per la colpa di uno solo si è riversata su tuttigli uomini la condanna, così anche per l'opera di giustizia di unosolo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione che dà vita.Similmente, come per la disobbedienza di uno solo tutti sono staticostituiti peccatori, così anche per l’obbedienza di uno solo (διὰτῆς ὑπακοῆς τοῦ ἑνὸς) tutti saranno costituiti giusti. La leggepoi sopraggiunse a dare piena coscienza della caduta(παράπτωμα) , ma laddove è abbondato il peccato, hasovrabbondato la grazia, perché come il peccato aveva regnato conla morte, così regni anche la grazia con la giustizia per la vitaeterna, per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore.

Rm 5,12-15 e 18-21.

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Rm 1-8 in tre tappe.Tre

In 7 il peccato non è più il tiranno ma l’usurpatore che prendedominio della ‘casa’ (approfittando del comandamento per ingannaree uccidere; cf. 7,11: Il peccato infatti, presa l'occasione, mediante ilcomandamento mi ha sedotto e per mezzo di esso mi ha dato la morte).

Io so infatti che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene: in me c'è ildesiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; infatti io non compio ilbene che voglio, ma il male che non voglio (Rm 7, 14-19).

La risposta di Dio è una risposta cosmica: la condanna del peccatostesso e la liberazione non solo dell’umanità ma di tutto il cosmo nelloSpirito, il cui intervento si estende/estenderà a tutta la creazione: Rm8. Per combattere con questo dominio un potere superiore deveabitare l’io: lo Spirito. Voi però non siete sotto il dominio della carne, madello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi (Rm 8, 9).L’interna abitazione dello Spirito permette il compimento (ἵναπληρωθῇ) del τὸ δικαίωμα τοῦ νόμου, la giustizia della legge (Rm8,4).

La spirale degradante della condizione umana è abbracciata dallaspirale ascendente dell’intervento divino.

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Three ever-deeper levels, each understood as a dimension of the Adamiccondition: the self's skewed relationship to God in which the norm (law) is theaccuser, the self in sin's domain where death rules before Moses arrived only toexacerbate the situation by specifying transgression, the self victimized by sin asa resident power stronger than the law (thereby showing that the problem is notthe law itself). Unless Christ is the effective antidote to the Adamic situation,there is no good news for anyone, not even for the Jew because Moses cannotsave from the consequences of Adam …

The narrative of human plight followed by divine solution is already under wayin chapters 1–4, when Paul doubles back to describe again the plight. And this isnot simply repetition for the sake of emphasis. This time, when he describes theplight, he takes what was already said about sin and salvation and spins it out inlarger, more complex, even cosmic terms. No longer is the story one of humanitythat persists in sinning until God sends Jesus as a kind of sacrifice, which wemight think to be the case up through chapter 3. That story morphs into a storyof conflict and enslavement and deliverance. The agents in the story are not onlyGod or Jesus Christ and humanity, but they include Sin and Death. And there ismore to come: chapter 8 famously turns to life in the Spirit, life that enableshuman beings to cry out to God as their father because they are themselves heirsalong with Christ. In fact, Paul goes on to contend that all creation longs forredemption. Paul writes confidently about hope and the intervention of theSpirit and the way in which God has already acted on humanity’s behalf.

Gaventa 2015.

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Una nuova «schiavitù»: no no-man’s land.

Liberati dal peccato, siete stati resi schiavi della giustizia.

Rm 6, 18.

The gift which is being bestowed here [in salvation] is never at any timeseparable from its Giver. It partakes of the character of power…WhenGod enters the arena, our experience is, that he maintains his lordshipeven in his giving; indeed it is his gifts which are the very means bywhich he subordinates us to his lordship and makes us responsiblebeings.

Käsemann, The Righteousness of God in Paul, 1969, 174.

… although Paul in this chapter encapsulates a theology of theincongruity of grace, grace given without prior conditions of fit orworth, he does not, and does not need to, perfect the notion of grace as“gift without return.”

Barclay 2015, 61.

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Il Dio della pace schiaccerà ben presto Satana sotto i vostri piedi. Rm 16, 20 Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitorigrazie a colui che ci ha amati. Io sono infatti persuasoche né morte né vita, né angeli né principati, népresente né avvenire, né potenze, né altezza néprofondità, né alcun'altra creatura potrà mai separarcidall'amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostroSignore.Rm 8, 36-39

La salvezza è il potere salvifico di Dio in GesùCristo, che reclama l’umanità, l’individuo e lacollettività, dal potere del peccato e della morte.

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On Trusting an Unpredictable God. Rm 9-11

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Una divina logica del Ciò nonostante. Il μυστήριονdell’indurimento e l’impegno di Dio con Israele

È la parte della lettera più spesso separata dal resto; la letturaprotestante vi leggeva quasi unicamente il problema dellapredestinazione. Da Baur in poi vi si è riconosciuto un discorso storico.Sembra insostenibile la prospettiva di Stendahl, Gaston, Gager, che in 9-11 Paolo configuri due vie della salvezza, per Israele tramite la Torah (ilSonderweg di Israele) e per i Gentili tramite Cristo.It is the same logic, the same theology of the divine Nevertheless. The God whohas power to save all persons through the gospel (1:16) also has power to graftin again the severed natural branches (11 :23). Romans 9-11 is nothing otherthan the application of the theology of chaps. 1-8 to the problem of Israel, itshistory and destiny. Both parts are held together by a theology of God'srighteousness (integrity) faithfully asserting itself salvifically through earthlydiscontinuities.”Gaventa 2015.

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La libertà della fedeltà di Dio

La logica elettiva giudaicanozione giudaica di elezioneelettiva viene riletta inprospettiva apocalittica: Dioelegge il nulla, il pagano, esostituisce l’eletto, Israele,preferisce il minore al maggiore.

O profondità dellaricchezza, della sapienza edella conoscenza di Dio!Quanto insondabili sono isuoi giudizi e inaccessibilile sue vie!

Rm 11, 33

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Che diremo dunque? Che i pagani, i quali non cercavano la giustizia, hanno raggiunto la giustizia, lagiustizia però che deriva dalla fede; mentre Israele, il quale cercava una Legge che gli desse la giustizia,non raggiunse lo scopo della Legge. E perché mai? Perché agiva non mediante la fede, ma mediante leopere. Hanno urtato contro la pietra d'inciampo (λίθος προσκόμματος), come sta scritto:

Ecco, io pongo in Sion una pietra d'inciampo

e un sasso che fa cadere (πέτρα σκανδάλου);

ma chi crede in lui non sarà deluso (Is 28, 16; Is 8,14).

Rm 9, 30-33.

Dio pone in mezzo al suo popolo un fondamento che è allo stesso tempo un ostacolo sul quale essoinciampa (Meyer).

Io domando dunque: Dio ha forse ripudiato il suo popolo? Impossibile.

Rm 11, 1.

Che dire dunque? Israele non ha ottenuto quello che cercava; lo hanno ottenuto invece gli eletti (ἡ δὲἐκλογὴ). Gli altri (οἱ δὲ λοιποὶ) invece sono stati resi ostinati, come sta scritto:

Dio ha dato loro uno spirito di torpore,

occhi per non vedere

e orecchi per non sentire,

fino al giorno d'oggi.

Rm 11, 7-8

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Una caduta che diviene ricchezza

Il παράπτωμα (passo falso, trasgressione) di Israele haprovocato la salvezza per i gentili (Rm 11,11). Questacaduta è ricchezza (πλοῦτος) per il mondo, il fallimento(ἥττημα) è ricchezza per le genti.

Un innesto innaturale: la metafora dell’ulivo. Scopo dellametafora è ricordare la comune dipendenza(συγκοινωνός, Rm 11, 17) dalla radice e la linfadell’olivo, ovvero dalla grazia di Dio. I doni di Israele(9,4) non sono possesso di cui appropriarsiindebitamente, ma libero dono divino.

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«Non voglio infatti che ignoriate, fratelli, questo mistero (τὸ μυστήριον τοῦτο),perché non siate presuntuosi: l'ostinazione di una parte d'Israele è in atto fino aquando non saranno entrate tutte quante le genti. Allora tutto Israele saràsalvato, come sta scritto:Da Sion uscirà il liberatore,egli toglierà l'empietà da Giacobbe.Sarà questa la mia alleanza con loroquando distruggerò i loro peccati.»Rm 11, 25-27.

Paolo sta parlando del ritorno del Cristo dalla Gerusalemme celeste. Qui Paolocapovolge la tradizionale prospettiva apocalittica che vede l’ammissione deigentili seguire la salvezza d’Israele. Negli ultimi giorni ci sarà la reintegrazionedi Israele, in risposta alla quale i Gentili fluiranno a Gerusalemme. Paolo quiinverte la tradizione: non è il trionfo di Israele ma la sua reiezione del vangeloche porta i Gentili a riconoscere Dio; è la conversione dei Gentili che portaIsraele alla redenzione e non il contrario. Inoltre, molti testi associati con questatradizione sono associati con la liberazione di Israele, che non è qui il punto.

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«Se per un uomo venne la morte, per un uomo c’è anche larisurrezione dei morti, e come tutti muoiono in Adamo, cosìtutti saranno vivificati in Cristo» (1 Cor 15, 21-22).

«Dio ha rinchiuso tutti nella disobbedienza per usare a tuttimisericordia» (Rm 11, 32).

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Un’etica e un’antropologia conseguenti

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La falsa adorazione – idolatria- divinamente distrutta:

Essi dunque non hanno alcun motivo di scusa, perché, pur avendoconosciuto Dio, non lo hanno glorificato né ringraziato come Dio, ma sisono perduti nei loro vani ragionamenti e la loro mente ottusa si èottenebrata. 22Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti).

Perciò Dio li ha abbandonati all'impurità secondo i desideri del lorocuore, tanto da disonorare fra loro i propri corpi, perché hannoscambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno adorato e servitole creature anziché il Creatore, che è benedetto nei secoli.

Rm 1, 21-25.

La vera adorazione- per intercessione dello Spirito

E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nellapaura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzodel quale gridiamo: «Abbà! Padre!» Rm 8, 15.

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Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio (διὰ τῶν οἰκτιρμῶν τοῦ θεοῦ), aoffrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostroculto spirituale (λογικὴ λατρεία). Rm 12,1.Tramite la misericordia di Dio è possibile ai Romani essere trasformati, e nonconformarsi a questo mondo, ma lasciarsi trasformare rinnovando il modo di pensare,per discernere la volontà di Dio (καὶ μὴ συσχηματίζεσθε τῷ αἰῶνι τούτῳ, ἀλλὰμεταμορφοῦσθε τῇ ἀνακαινώσει τοῦ νοός, εἰς τὸ δοκιμάζειν ὑμᾶς τί τὸθέλημα τοῦ θεοῦ, τὸ ἀγαθὸν καὶ εὐάρεστον καὶ τέλειον).È dunque Dio che assegna doni, il corpo di Cristo che governa il rapporto tramembra, è prerogativa di Dio giudicare le regole alimentari dei credenti.Qui Paolo esprime cosa è il δικαίωμα della legge, il suo compimento:Non siate debitori di nulla a nessuno, se non dell'amore vicendevole; perché chi amal'altro ha adempiuto la Legge. Infatti: Non commetterai adulterio, non ucciderai, nonruberai, non desidererai, e qualsiasi altro comandamento, si ricapitola in questa parola:Amerai il tuo prossimo come te stesso. La carità non fa alcun male al prossimo:pienezza della Legge infatti è la carità. Rm 13, 8-10.

Offrite i vostri corpi come sacrificio vivente

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Paolo. Un’esperienza

carismatica

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Pneuma

«Lo spirito è per Paolo essenzialmente un concetto esperienziale: conquesto intendo un concetto il cui contenuto e significato è determinato inmaniera decisiva dalla propria esperienza… Lo Spirito è quel potere cheopera nel cuore dell’uomo- intendendo con ‘cuore’ il centro del pensiero, ilsentire e il volere, il centro della consapevolezza personale, quello chepotremmo definire ‘l’io esperienziale’ (the experiencing I). Lo Spirito è quelpotere di vita interiore che lascia alle spalle tutto ciò che è puramenterituale ed esterno e rende la fede in Dio e il suo culto realiesistenzialmente».

J. Dunn, Jesus and the Spirit, 1975, 201.

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PneumaLo Spirito in Paolo non è semplicemente qualcosadi nascosto in segrete profondità, ma è un dato(dono) la cui ricezione può essere verificata ericordata (Gal. 3, 2). È la presenza manifesta delloSpirito che definisce e determina la sfera dell’esserein Cristo:

Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma delloSpirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi.Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gliappartiene (Rm 8, 9).

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CharisThe Pauline letters use χάρις 100 times as against 55 for the rest of the NT (not at all inMatthew and Mark, and in the Fourth Gospel only in the prologue).

Dunn 1975, 409

Bultmann: La grazia non è un’attitudine o disposizione di Dio, ma l’atto escatologico diDio.

L’atto di Dio nel passato, ma soprattutto l’atto di Dio nel presente; così denota la graziadella conversione. Concezione dinamica: l’atto di Dio per, in e attraverso gli uomini.

Quando descrive l’atto di Dio si sovrappone con i concetti di ‘potere’ e ‘spirito’; in Paolo,è parola usata per esprimere l’»esperienza dinamica di essere afferrati, sostenuti eadoperati da Dio».

Grazia è in Paolo sempre al singolare e sempre la grazia di Dio, che l’uomo non possiede(al contrario delle grazie plurali di Filone, equipaggiamento naturale dell’uomo).

Lessico dell’abbondanza: ὑπερεπερίσσευσεν ἡ χάρις (Rm 5, 20): super-abbondò lagrazia.

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Πνευματικόν, χάρισμα: l’espressione dello Spirito/l’espressione della grazia

Χάρισμα è un concetto distintivo paolino, con rarissimi precedenti prima e dopo.

1) Atto di Dio in Gesù e dono efficace agli uomini

Ma il dono di grazia (τὸ χάρισμα) non è come la caduta (τὸ παράπτωμα): se infatti per la caduta di uno solo tuttimorirono, molto di più la grazia (ἡ χάρις) di Dio e il dono concesso in grazia (ἡ δωρεὰ ἐν χάριτι) del solo uomo Gesù Cristosi sono riversati in abbondanza su tutti.

Rm 5, 15

E dunque concetto riassuntivo della generosità immeritata di Dio

Perché il salario del peccato è la morte; ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore (τὸ δὲ χάρισμα τοῦ θεοῦ ζωὴ αἰώνιος ἐν Χριστῷ Ἰησοῦ τῷ κυρίῳ ἡμῶν)

Rm 6, 23

2) Dono particolare offerto ai credenti: il celibato (1 Cor 7, 7) o la salvezza in una situazione di pericolo (2 Cor 1, 10)

3) Particolare manifestazione di grazia nel contesto della comunità di fede.

Rm 11, 29: i doni di grazia e la chiamata di Dio sono irrevocabili.

Rm 1, 11: Desidero infatti ardentemente vedervi per comunicarvi qualche dono spirituale (τι χάρισμα πνευματικὸν), perché ne siate fortificati. Comunicare è la traduzione di μεταδίδωμι, che implica uno scambio reciproco.

Il carisma è sempre un evento, l’azione di Dio nell’uomo, che può prendere la forma del miracolo, della guarigione, della profezia.

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Πνευματικός: tipico paolino, presto ripreso dagli gnostici.

1) Rm 1,11: qualifica il dono di grazia, sottolineando laprovenienza divina dei benefici. Il corpo risorto (1 Cor 15, 44)è spirituale, in quanto lo Spirito è il suo principio di vita.

2) Alcuni cristiani sono spirituali e altri no: alcuni manifestano loSpirito in misura maggiore (1Cor 2, 13)

3) 1Cor 9,11: τά πνευματικά/ τά σαρκικά

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Un’esperienza carismaticaspecifica

Non spegnete lo Spirito, nondisprezzate le profezie. Vagliate ognicosa e tenete ciò che è buono.Astenetevi da ogni specie di male.1 Ts 5, 19-22.

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Un’esperienza carismatica specifica. 1/Già e non ancora

«Da un lato, Paolo crede che nella morte e risurrezione di Cristo la campana dell’ultimatappa della storia di questo mondo è suonata, la fine imminente ha cominciato ainfluenzare decisivamente il corso della storia». Un senso sovrabbondante di novitàescatologica pervade le sue pagine, espresso con metafore di tipo giuridico (lagiustificazione), prese dal mercato degli schiavi (redenzione), dal lessico della guerra(riconciliazione), dalla vita di tutti i giorni, dall’agricoltura, al commercio…

Dall’altro, l’adozione a figli è insieme compiuta (Rm 8, 15) e attesa da tutta la creazione(Rm 8, 23). Il tempo presente è quello delle primizie dello Spirito (Rm 8, 23): «il donodello Spirito è la prima parte della redenzione dell’uomo, l’inizio del processo chefinirà quando il credente diventa un corpo spirituale, cioè quando l’uomo di fede entrain una modalità di esistenza determinata solo dallo Spirito. L’esperienza presente delpotere dello Spirito è solo un assaggio di quel futuro. La tensione del già e nonancora è determinata dal fatto che lo Spirito con la sua venuta ha cominciato areclamare l’uomo per Dio, a contestare il dominio delle passioni egoiste dell’uomo».

Dunn 1975, 311.

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Già e non ancora

A maggior ragione ora, giustificati nel suo sangue, saremo salvati dall'ira per mezzo di lui.

Rm 5, 9

Ritengo infatti che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria futura che sarà rivelata in noi.

Rm 8, 18.

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Un’esperienza carismatica specifica.2/ l’ultimo Adamo che diviene Spirito datore di

vita (1 Cor 15, 45)• La caratteristica specifica dell’ispirazione dallo Spirito di Dio è la confessione di

Gesù come Signore (1Cor 12, 3).• L’esperienza dello Spirito è l’esperienza di adozione a figli ed eredi (Rm 8, 17). «Per

Paolo il carattere dello Spirito ha preso la sua forma dall’impronta della relazione diGesù stesso con Dio».

• L’esperienza dell’opera dello Spirito è l’assimilazione al Figlio.• Lo Spirito è riconoscibile solo dove la comunità carismatica manifesta il carattere di

Cristo: l’amore fino alla morte.• Il potere carismatico cristiano avviene attraverso sofferenza e debolezza umana: la

debolezza di Paolo è parte della sua esperienza di Cristo. Se infatti siamo statiintimamente uniti a lui a somiglianza della sua morte, lo saremo anche a somiglianza dellasua risurrezione (Rm 6,5). La morte può essere in Paolo la debolezza fisica e lasofferenza o la morte del vecchio io, la morte alla legge e al mondo.

• Siamo eredi perché co-sofferenti: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamoparte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria (Rm 8, 17). Chi sperimentalo Spirito della nuova era sperimenta le sofferenze della vecchia era come penemessianiche, come una morte dell’era antica e una morte con l’era antica.

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«La logica della conclusione di Paolo sembra essere questa.Nella sua vita sulla terra Gesù fu un uomo determinatodallo Spirito- egli visse ‘secondo lo Spirito’ (Rm 1, 3); manella risurrezione la relazione viene rovesciata e Gesùdiventa colui che determina lo Spirito. Si può dire che Gesùfu uomo così determinato dallo Spirito di Dio che la personadi Gesù divenne la espressione più evidente possibile delloSpirito- non appena le sue azioni e parole, ma Gesù stessodivenne il dono di grazia di Dio, il charisma. E così lapersona di Gesù divenne come l’archetipo riempito dalloSpirito escatologico, la forma che lo Spirito prese comematrice e che a sua volta lo Spirito marchia sui fedeli».

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Filippesi 2, 6-11

Abbiate tra voi i sentimenti che pure convengono a chi vive in Cristo Gesù, ilquale, pur essendo nella forma di Dio (ἐν μορφῇ θεοῦ ὑπάρχων) non ritenneun tesoro geloso l’essere come Dio (τὸ εἶναι ἴσα θεῷ) ma svuotò se stesso,(ἀλλὰ ἑαυτὸν ἐκένωσεν) assumendo la forma di servo (μορφὴν δούλουλαβών), e diventando simile agli uomini (ἐν ὁμοιώματι ἀνθρώπωνγενόμενος); apparso in aspetto umano (σχήματι εὑρεθεὶς ὡς ἄνθρωπος),umiliò se stesso (ἐταπείνωσεν ἑαυτὸν ) facendosi obbediente fino alla morte(γενόμενος ὑπήκοος μέχρι θανάτου) e a una morte di croce.

Per questo Dio l’ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ognialtro nome; perché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio, di ciò che è neicieli e sulla terra e sottoterra; e ogni lingua confessi che «Signore» è GesùCristo a gloria di Dio Padre.

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Primo Adamo- Secondo Adamo. Come il primo Adamo è ad immagine e somiglianza di Dio (Gen. 3,5) cosìCristo, secondo Adamo, esiste nella forma=immagine di Dio. Il primo Adamo, desiderando una signoriaassoluta indipendente da Dio provò a diventare come Dio; non così il secondo Adamo, che ha raggiunto incondizione di ubbidienza la signoria sul cosmo come conseguenza della kenosis. Dunn: la sequenza dei dueAdami non si riferisce «to any particular time scale- pre-existence, pre-history or whatever»: quello chel’Adamo di Gen. 1-3 ha perso, cioè il possesso della gloria divina, è stato restaurato dall’ultimo Adamo.

Inno. Plinio il Giovane attesta la prassi per la regione della Bitinia di «cantare in alternanza un carme a Cristocome a un dio» (Lettere 10, 96, 7). Ipotesi della pre-redazionalità del testo (Lohmeyer: prodotto di una comunitàgiudeocristiana che lo cantava in una cena eucaristica). Prepaolino: Gnilka, Jeremias, Manns, Penna. Paolino:Cerfaux, Lupieri.

Ernst Käsemann: background gnostico dell’inno, con riferimento alla letteratura ermetica (Corp. Herm. 1,13-14): ascesa- discesa dell’Urmensch- Salvatore. I vv. 6-8 sarebbero il momento in cui il Cristo diviene sottomessoa poteri cosmici ostili, 10-11 parlerebbero della conquista e sconfitta di questi poteri.

Isaia 52-53:

Perciò io gli darò in premio le moltitudini,dei potenti egli farà bottino,perché ha spogliato se stesso fino alla morteed è stato annoverato fra gli empi,mentre egli portava il peccato di moltie intercedeva per i colpevoli.

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«Per me il vivere è Cristo e il morire un guadagno. Ma se il vivere nelcorpo significa lavorare con frutto non so davvero che cosa debbascegliere. Sono infatti messo alle strette da queste due cose: da una parteil desiderio di essere sciolto dal corpo per essere con Cristo, il chesarebbe assai meglio; d’altra parte, è più necessario per voi che iorimanga nella carne. Per conto mio, sono convinto che resterò econtinuerò ad essere d’aiuto a voi tutti, per il progresso e la gioia dellavostra fede» (Fil 1,21-25).

Tutto posso in colui che mi dà la forza (πάντα ἰσχύω ἐν τῷἐνδυναμοῦντι με)

(Fil 4,13).

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In nome della carità piuttosto ti esorto, io, Paolo, così come sono,vecchio, e ora anche prigioniero di Cristo Gesù. Ti prego per Onèsimo,figlio mio, che ho generato nelle catene, lui, che un giorno ti fu inutile,ma che ora è utile a te e a me. Te lo rimando, lui che mi sta tanto a cuore.

Avrei voluto tenerlo con me perché mi assistesse al posto tuo, ora chesono in catene per il Vangelo. Ma non ho voluto fare nulla senza il tuoparere, perché il bene che fai non sia forzato, ma volontario. Per questoforse è stato separato da te per un momento: perché tu lo riavessi persempre; non più però come schiavo, ma molto più che schiavo, comefratello carissimo, in primo luogo per me, ma ancora più per te, sia comeuomo sia come fratello nel Signore.

Flm 1, 9-16

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Note in calce di un recente dibattito storiografico: Douglas Campbell,The Deliverance of God: An

Apocalyptic Rereading of Justification in PaulLa recente lettura di Campbell sposta il discorso sulla giustificazione, già Nebenkrater per AlbertSchweitzer, «on another planet altogether. By the time he has finished, ‘justification’ has not been‘reread’. It has been despatched to outer darkness’ (Wright 2015,189).

Paolo si opporrebbe- riportando ampi brani del suo pensiero sotto forma di prosopopea- a un‘maestro’ giudeocristiano, che propone una teologia fondazionalista, contrattuale e razionalistica.

La lettura abituale del mondo occidentale di Romani 1-4, che Campbell fa risalire in particolare adAnselmo e Melantone, presuppone che le persone debbano essere convinte sulla basedell’osservazione e della ragione che sono peccatori, poi che sono peccatori senza speranza, poi,che Gesù è morto per i loro peccati, e infine che se crederanno a questo messaggio saranno salvati.Questa teologia si potrebbe riassumere con lo slogan: Turn or Burn. Get Sanctified or Get French-Fried. Invece, la prospettiva paolina è ex eventu, e dunque, nella tradizione di Atanasio, Calvino eBarth, riguarda la grazia di Dio che raggiunge l’umana condizione e così rivela, alla luce delrimedio, che c’era un problema (from solution to plight).

Campbell definisce Rm 1-11 dibattito con un maestro. Al maestro Campbell attribuisce comeprosopopea (più tardi parodia) Rm 1,18-32; 2, 2-13; 2, 16a; 2, 17b-20, alcune frasi a 2,25-9; 3, 19b.

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Bibliografia essenzialeJ. M. G. Barclay, Paul and the Gift, Grand Rapids: 2015.

G. Boccaccini, Paolo, un ebreo del suo tempo, SMSR 78 (1/2012) 103-124.

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Beyond Old and New Perspectives on Paul: Reflections on the Work of Douglas Campbell, a cura di C. Tilling,Eugene 2014.

B. Gaventa, I e II Tessalonicesi, ed. or. 1998.

Apocalyptic Paul: Cosmos and Anthropos in Romans 5-8, a cura di B. Gaventa, Waco 2013.

B. Gaventa, When in Romans. An Invitation to Linger with the Gospel according to Paul, Grand Rapids 2016.

Lettera ai Filippesi. Lettera a Filemone, commento esegetico e spirituale a cura di R. Penna, Roma 2002.

The Epistle to the Philippians. The New International Greek Testament Commentary, a cura di P. T. O’ Brien,Grand Rapids 1991.

L. Walt, Paolo e le parole di Gesù. Frammenti di un insegnamento orale, Brescia 2013.

N. T. Wright, Paul and his Recent Interpreters, Minneapolis 2015.