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Rivista di Pesca a Mosca n°9 Rivista bimestrale a pubblicazione online registrata presso il Tribunale di Modena il 09/07/2009 prot. n°1963 Gennaio - Febbraio 2011 LA PRIMA RIVISTA ITALIANA DI PESCA A MOSCA ONLINE GRATUITA

ffmagazine n° 9

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rivista di pesca a mosca online

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Rivista di Pesca a Mosca

n°9

Rivista bimestrale a pubblicazione online registrata presso il Tribunale di Modena il 09/07/2009 prot. n°1963

Gennaio - Febbraio 2011

LA PRIMA RIVISTA ITALIANA DI PESCA A MOSCA ONLINE GRATUITA

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Ciao Occhiazzurri….

Cari amici pescatori a mosca, di solito con un editoria-le si cerca di mettere in evidenza un fatto o un qual-cosa di attualità che riguarda gli argomenti della rivi-sta per cui si scrive. Questo è un editoriale purtroppo diverso, triste e nonriguarda ne fiumi ne pesci Magari fosse così. Ci è sem-brato doveroso, attraverso queste poche righe, ricor-dare un amico che ci ha lasciato. Claudio D’angelo, per gli amici “Occhiazzurri” fondato-re nonché vecchio istruttore della SIM, se ne è anda-to poche settimane fa così, senza rumore perché lui pur essendo un grande ha sempre preferitostare in disparte, fuori dalle luci della ribalta di questo nostro mondo pam.Chi lo ha conosciuto ricorderà le sue proverbiali doti di costruttore con le sue mosche da salmo-ne, ma anche il suo essere ottimo istruttore nonché vecchio moschista. Ma tutti e dico tutti colo-ro che lo hanno conosciuto ricorderanno il suo genuino umorismo. Le sue barzellette ma ancor dipiù le sue battute spesso nate li per li, hanno fatto storia e che dire delle sue performance di chi-tarrista ? Occhiazzurri era sempre presente con la sua chitarra alla festa del corso per istruttori.Claudio era anche un uomo tutto di un pezzo, uno che si faceva rispettare. Ricordo, tanti anni fa,ad una riunione del C.D. della SIM in cui si discuteva tra l’altro dei doveri degli istruttori, uno duroscontro con l’allora D.T. Roberto Pragliola. Claudio non ebbe nessun timore reverenziale nei con-fronti del personaggio principe quale era Pragliola, portato sul palmo della mano da tutti noi,

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ribattendo violentemente a delledecisioni prese dal D.T. che senon ricordo male poco democra-tiche. Non è facile trovare altre paroleper ricordare un amico che ci halasciato. Anche sforzandomi nonriesco e non mi va di esserebanale continuando a sottoli-neare le sue grandi doti umane.Tanto chi lo ha conosciuto nonpotrà far altro che ricordarlo perquello che è stato, un grandeuomo e un grande amico.

Ciao Occhiazzurri, ci mancherai.

Massimo Magliocco

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FFMAGAZINE n° 2 in Inglese

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DirettoreResponsabileBaroni Franco

Direttore EditorialeMondini Alberto

GraficiMondini AlbertoBagagli DanieleGammelli Luca

CoordinatoreRedazionaleMagliocco Massimo

CollaboratoriCastellani LucaBorriero MorenoBailey Philip

Distribuzione WEB Pubblicazione Bimestrale Registrazione Presso il Tribunale di Modena n° 1963 del 09/07/2009

Rivista Gratuita Pubblicità Alberto Mondini Tel. 3318626216 e-mai: [email protected]

Roberto MazzaliEsplorando la Val di Sole

Giovanni SquartaGiovanni e la pesca a mosca

Massimo MaglioccoLa pesca a mosca secca

Mala MalaguginiPesca alternativa

Antonio NapolitanoSava autunnale

Luca CastellaniPersonaggi nascosti

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Fondate negli anni '40 le nostre cantine sono a Rivergaro, il centro della ridente Val Trebbia. Siamo aperti alle visite e alledegustazioni sia nei giorni feriali, quando è possibile seguire il ciclo di lavorazione, sia per appuntamento in quelli festivi.

Organizziamo eventi culturali tra cui l'incontro di studio "la TERRA è Madre del vino".

Cantine F.lli Bonelli s.r.l.Via Roma, 86 - 29029 Rivergaro, Val Trebbia (Piacenza) Italia

Tel.: 0523.95.86.21 - Fax: 0523.95.61.26www.cantinebonelli.it - [email protected]

orari di apertura:giorni feriali dalle 8 alle 12 e dalle 14 alle 17

sabato dalle 9 alle 12 e pomeriggio su appuntamentodomenica solo su appuntamento

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Foto: Alberto Mondini

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amo: tmc 100 #14filo di montaggio: gudebrod 8/0 neroaddome: seta gialla con ribbing in filo di seta nerotorace: dubbing di scoiattolo dark brownali: punte di hackle di gallo browmzampe: fibre di cervo splittatedorso: foam neroPaolo Pettine

P_ape (terrestrial)

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ESPLORANDO LA VAL DI SOLE

Roberto Mazzali

Laghi di Soprasasso

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Per un Reggiano, il trentino e’ la “montagna” per antono-masia; per noi l’autostrada del Brennero e’ una specie diaspirapolvere che tutto l’anno ci risucchia per sciare, faretrekking, andare per funghi e per me soprattutto, per pe-scare. Adige, Avisio, Sarca, Leno, Chiese sono mete consuete perme e per tanti Pam di tutta Italia. Voglio invece raccontarvidel comprensorio della Val di Sole, che con i suoi torrentiNoce, Rabbies e Meledrio rappresenta una nicchia poco fre-quentata dalla massa dei moschisti, ma se affrontata conle giuste indicazioni regala emozioni genuine e….tanti pesci.Siamo a fine luglio e il mio compagno di avventure e’l’amico Gianpiero istruttore FFM, che essendo di Dimaro,vive e lavora con il Noce che scorre ai piedi dalla sua fale-gnameria. Inoltre e’ un socio attivo nell’Associazione Pe-scatori Solandri. Insieme a lui e’ nata l’idea di scrivere a 4mani un’articolo che serva da traccia a chi volesse vivereun’esperienza in questa valle.Inizio io, che da forestiero, porto le impressioni e le azionidi chi vive una novita’. La seconda parte invece e’ di Giam-piero che vi trasmettera’ un po’ delle sue conoscenze.Tornando al mio arrivo a Dimaro, dato che sono andato perpescare e non per pettinare porcospini, appena dopo l’indi-spensabile caffe’ vado al sodo, anche perche’ i fiumi cheGianpiero mi presenta sono 3, me li descrive come molto di-versi l’uno dall’altro e per niente facili. E’ inevitabile chesento l’adrenalina montare.Siamo nella bellissima falegnameria artigianale “Bertolini”di Gianpiero, dove nascono da assi grezze di essenze pre-

giate bellissimi mobili artigianali in stile solandro e alpino.La prossima volta porto mia moglie cosi’ si sceglie un ar-madio o una credenza da farsi su misura, ma adesso none’ il momento dello shopping e incalzo Gianpiero perche’mi parli dei fiumi, per capire da dove iniziare: il Noce e’ nelperiodo di disgelo, si tratta di un fiume dalla grande por-tata e da giugno a fine agosto e’ impescabile a causa del-l’acqua di neve. Mi dicono che e’ ricco di marmorate ditutte le classi di eta’, naturalmente nel Noce nuotano tantefario robustissime data l’abitudine a contrastare le cor-renti impetuose. In ogni caso se ne riparla a settembrequando lo pescheremo nei momenti liberi di un corsoFFM.Allora per bagnare le code scegliamo tra le altre 2 opzioni:

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Rabbies

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il Rabbies e il Meledrio. Gianpiero mi lascia la scelta e ioopto per il No Kill del Rabbies.L’estate e’ molto piovosa e i livelli non si sono ancora ab-bassati ; in queste condizioni non vedo Gianpiero preoc-cupato, nonostante il Rabbies faccia i “cavalloni”. Allora glichiedo che arma preparare e mi risponde senza dubbi:ninfa e….anche pesante!! Ci apprestiamo quindi ad affor-ntare il breve ma pittoresco No Kill, a partire dal ponticellodi legno che lo attraversa. Il torrente scorre tra prati bel-lissimi e lo percorriamo in tandem sia entrando in acquache stando fuori. Nonostante la corrente impetuosa, l’ac-qua e’ trasparente e gli occhi e le piccole morte sono nu-merosi. Con un po’ di osservazione diventa istintivo capirei posti caccia e dopo i primi 100 metri di tentativi a vuoto,ecco che la grossa ninfa in pelo di lepre con pallina in tun-gsteno da 3 mm si ferma improvvisamente: e’ il primostrike di una fario culturista tanta e’ la forza, poi mi ac-corgero’ che sono tutte cosi’, tozze e forti. Giampiero miracconta di catture frequenti sopra i 45 cm sia di fario,ibridi e marmorate. Purtroppo non risco ad imbattermi inquesti pezzi, anche se francamente non so come si possatirare fuori un over 50 con quella forza. L’esperienza diavere in canna fario e ibridi da 28-30-35 cm e’ stata vera-mente appagante. Il paesaggio e’ da cartolina e la Val diRabbi , valle senza sbocco, che termina nel Parco Nazio-nale dello Stelvio, e’un’oasi di pace e di purezza. Durante la sua discesa, il Rabbies, anche a valle del trattoNo Kill, ha pendenza abbastanza costante, anche la con-formazione e la larghezza di 7-10 metri con grandi massi

al centro e ai lati delle forti correnti lo rendono un am-biente da pesca in caccia con grossi terrestrial e sedge perla secca e ninfe pesanti nella pesca sotto. Non e’ un tor-rente da pesca in schiusa, o da correnti lente e costanti;e’ molto tecnico e sa regalare giornate strepitose cosi’come giornate magre.Il Meledrio invece e’ un’altra storia, qui la pesca a moscasecca si puo’ fare ovunque. Il bello di questo torrente e’che nel corso di pochi chilometri varia la conformazione emodalita’ di approccio. La zona bassa che attraversa ilpaese di Dimaro, e’ la piu’ comoda da raggiungere e dapescare, infatti pur rimanendo un torrente stretto, con unminimo di dimestichezza con il lancio nel breve si possonosondare correntine, buchette e i sottoriva infrascati.In questo primo tratto, oltre alle trote fario di piccola emedia taglia,presenti in gran numero e sempre molto vi-vaci essendo nate in fiume o seminate da molto piccole,trovano spazio le bellissime marmorate del Noce, che tro-vandosi a poche centinaia di metri di distanza, risalgono ilMeledrio probabilmente per cacciare o per l’ossigeno o perchissa’ quale motivo. “L’avvicinamento!!! Ecco la prima e fondamentale regolasul Meledrio”, questa verita’ detta da Gianpiero in modoperentorio, mi serve come promemoria, perche’ chiunque,anche il piu’ bravo lanciatore prima di scegliere la moscae lanciarla in modo ottimale, deve arrivare in modo invi-sibile e silenzioso, altrimenti il torrente ci sembrera’ de-serto.La parte qualche chilometro a monte dell’abitato di Dimaro

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diventa selvaggia e in al-cuni passaggi impegna-tiva; per questo motivo e’poco frequentata sia dailocali che dai turisti.Anche lì, le fario di mediapezzatura sono numerose,oltre al frequente pezzoda 90 che esce anche asecca ….a patto che sap-piamo come farlo salire.In particolare c’e’ un pas-saggio in un canyon chenecessita di livelli bassioppure di un cavallo altoper essere affrontato; su-perato questo passaggioc’e’ una natura spettaco-lare e selvaggia, dove po-trete provare quellasensazione rara di pescarepesci che vedono un pe-scatore ogni tanto. Proseguendo sulla stradaper Madonna di Campi-glio, oltrepassata Folga-

Trota catturata nel Rabbies dalmio amico Fausto

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rida, si trovano sulla sini-stra alcune strade forestaliche portano fino al tor-rente, per il terzo trattoche vi descrivo. Qui lapesca si fa estrema acausa di spazi esigui checi costringono anche adutilizzare lanci particolaricome lanci a balestra ealtre soluzioni non con-venzionali, io e Giampieroabbiamo canne da 7’6” eci divertiamo a fare arri-vare grosse sedge nellebuchette che ospitano tro-telle aggressive. Il luogoe’ una tavolozza di colori edi profumi, di per se “unbrodo caldo per l’anima”.Le numerose trotelle cat-turate e un paio di nonneslamate confermano chenonostante il torrente inquel tratto sia “Kill”, e’ benpopolato.Ora passiamo 2 mesi inavanti, nel tardo settem-bre, quando durante il

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corso di perfezionamento FFM, finite le ore di lavoro, ci regaliamo una pescata in compagnia nel tumultuoso Noce.Questo bel fiume risente dell’acqua di neve , quindi e’ pescabile a galla solo da settembre o poco dopo l’apertura. In-vece marzo, aprile, meta’ maggio, settembre sono ottimi per i ninfaroli, con possibilita’ di catturare tanto e grande,viste le “bestie” che risalgono i riali per riprodursi e vengono recuperate per la spremitura durante il periodo invernale

Gianpiero nel Meledrio alto

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e successivamente reimmesse.Questa volta pesco in compagnia Alberto Mondini, entrambi in high stick, con la mia Sage XP 10’. L’acqua legger-mente velata e’ molto fredda perche’ nella notte e’ nevicato in alto e il sole ha sciolto quel po’ di neve rallentando l’at-tivita’ che il giorno prima ha regalato a Matteuzzi una decina di catture in 2 ore, con 5 marmorate dai 30 ai 45 cm.

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Facendo lavorare le ninfe attorno e dietro ai massi che rompono le forti correnti, riesco a sentire qualche tocca, e fi-nalmente aggancio e porto a riva 3 trote, 2 fario e una marmoratina di 28 cm. La ninfa che ha funzionato e’ un’imi-tazione di effimera con testina in tung, corpo e torace color ghiaccio e sacca alare in fagiano; i colori scuri quel giornonon hanno funzionato ma il mio test non fa statistica.Infatti, passando la parola a Gianpiero, vi dico che solitamente in Noce si pesca con profitto con imitazione di por-tasassi su amo a gambo lungo del 10/12 , oppure con ninfe a imitazione di plecotteri con corpo in lepre o scoiattolonon voluminosi , alette oca nere e testina in tung 2/2,5 il tutto su ami del 16/18. Questa ricetta vale sia per il noceche per il Rabbies. Ovviamente se l’acqua sale bisognera’ appesantire di molto le nostre ninfe, sia con un sottocorpoin piombo e pallina in tung anche del 3,5/4 ,e di conseguenza aumentare la misura del nostro amo,arrivando fino ad

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un 8/10 questo per contrastare le forti correnti ,cercando di andare a sondare lentamente tutti gli anfratti in cerca dellegrosse prede.Il fiume e’ da affrontare rimanendo a ridosso della riva, sia in acqua che appena fuori perche’ la portatae’ davvero importante.Per quanto riguarda il Meledrio invece e’ tutta un'altra storia. Il bello di questo torrente e’ che si puo’pescare a seccaquasi tutta la stagione ,dato il livello delle sue acque quasi sempre costanti e limpide .Qui non ci sono grosse strate-gie su come scegliere la mosca adatta , semplicemente perche’ non essendoci grosse quantita’ di insetti, e a causadelle sue acque torrentizie le trote e i salmerini alpini del meledrio non si fanno scappare di certo un bocconcino chesi vedono passare sotto il naso. Nel meledrio comunque le schiuse piu’ frequenti sono quelle di tricotteri molto piccolidal colore marroncino e grigiastro, e qualche schiusa di effimerina . Questo e’un torrente molto impegnativo da pe-

Lancio a cappella

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scare a secca ,sia per le strategie di avvicinamento cheper la presentazione della mosca. Ma per chi volesse met-tere in pratica alcuni lanci specifici antidragaggio ,vi assi-curo che qui’ troverete un ottima palestra,e la catturasara’di certo piu’ meritata e appagante . Per chiunque vor-ra’provare a bagnare la propria mosca in queste acque nelpieno rispetto di questo luogo che ricordo, un bene ap-partenente a tutti sara’il benvenuto , e accompagnatolungo la Val Meledrio , valle ancora impregnata di sensa-zioni uniche sia dal punto di vista alieutico che paesaggi-stico. Solo la passione e l’impegno di alcune persone fa siche nella Val di Sole, la pesca sia una realta’consolidata,ma ricordo anche che la natura a bisogno di una mano daparte di tutti, e semplicemente senza grossi sforzi rispet-tando l’ ambiente che ci ospita sia questo in Trentino piut-tosto che in Toscana o in Lombardia con piccole azioni chea volte potrebbero sembrare insignificanti contribuiremoa salvaguardare il nostro sport e il nostro bel territorio Ita-liano. Bene ,dopo questo mio sfogo ambientalista ,a cuicomunque credo molto, torniamo a parlare di intinerari dipesca:Fin qui vi abbiamo parlato dei tre’ torrenti principali, ma neesistono di altri , piu piccoli e poco conosciuti,ma altret-tanto belli e tecnici dalle acque limpide e freddissime chemeritano di essere pescati solo a secca. Torrentelli chescendono dai fianchi della val di sole e della val di rabbi,popolati da trotelle fario e salmerini non di grossa tagliama senz’altro molto sospettosi e combattivi .Inoltre perchi volesse associare una camminata ad una uscita di

pesca in acque ferme ,ci sono numerosi laghetti alpinisperduti e quasi per nulla frequentati dai pescatori. Ve necito solo alcuni:Lago glaciale di Barco popolato quasi esclusivamente dasalmerini alpini,situato sulla destra orografica all’ altezzadel paese di Vermiglio scendendo dal passo del Tonale.Altri due laghetti, sono i laghi alti di Mezzana , due spec-chi d’ acqua favolosi ,popolati da salmerini alpini e trotefario,anche di grossa taglia. Con circa 1ora e 30 di cam-minata ci si arriva comodamente percorrendo un sentierocamminabilissimo. I laghi si trovano salendo per la val disole , e arrivati all’ altezza del paese di Mezzana ,si saledalla parte sx della montagna.In ultimo vi cito un trittico di laghetti tutti vicini tra di loro,e sono i laghi di Soprasasso, situati sulla destra orograficadella splendida Val di Rabbi , ad una quota di 2100 s.lm.Qui la camminata si fa un po piu’ impegnativa ,ma con unpaio d’ore di cammino ci si arriva tranquillamente, e losforzo sara’ ripagato di certo dal paesaggio veramentemozzafiato. Anche questi laghetti sono popolati da sal-merini alpini e trote fario dai colori particolarissimi. Ai piedidel primo laghetto che si incontra, vi aspetta un bivacco intronchi di larice ,molto caratteristico e accogliente,e perchi volesse veramente passare un fine settimana di pescain alta quota; consiglio vivamente di pernottare nel rifugio,portandosi ovviamente dei viveri e un sacco a pelo.Avendo cosi la possibilita’ di pescare la sera all’ imbruniree la mattina all’alba. Esperienza fantastica che vi consigliovivamente . Mosche consigliate : piccoli chironomi dai co-

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lori piuttosto accesi su ami 18/20/22.Bene cari lettori pam, e non solo, prima di salutarvi, di seguito vi elenco alcune informazioni utili per tutti coloro chevolessero passare un fine settimana di pesca in Val di Sole.Innanzitutto qui la pesca a inizio la prima domenica di Marzo e termina a fine Settembre.Zone di sola pesca a mosca :Torrente Rabbies in val di Rabbi zona nk all’altezza del paese di S.Bernardo.Lunghezza tratto circa un kl. Presenza di trote fario, marmorate pure e ibridi di mormorata/fario anche di grossa pez-zatura.

Meledrio alto: rovescio difficile

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Torrente Meledrio ,localita’ Dimaro zona centro sportivo.Lunghezza tratto 700/800 metri dalla confluenza con il torrente noce ,al primo ponte che si incontra.Popolazione trote fario e mormorate.Torrente VermiglianaDalla seconda briglia sotto invaso di decantazione fino al ponte ai piedi del castello di Ossana.Lunghezza kl. 1,100 .Presenza di trote fario e mormorate.Qui la pesca puo’ essere effettuata con profitto sia a secca che a ninfa data la varieta’ delle sue acque.Zona trofeo fiume noce.Dal incubatoio sociale in localita’ Cavizzana al primo ponte della strada.Lunghezza circa 800 metri,presenza di grosse fario e mormorata .Qui la pesca e’consentita , naturalmente con la mosca secca o ninfa , ma anche con lo spinning , moschera , camo-

Salmerini Lago Crvo

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lera, amo singolo senza ardiglione, sono escluse tutte leesche naturali e siliconiche. Taglia minima trattenibile50cm per tutte le spece. Un solo esemplare.Informazione per i soli moschisti:Per chi volesse praticare la pesca nk, da quest’ anno e’possibile col solo permesso giornaliero pescare natural-mente nelle nk, ma anche nelle zone libere passandopero’ prima per una zona nk.Ricordo in oltre che la popolazione ittica presente nelleacque della Val di Sole non e’ frutto di immisioni di trotedi allevamento,ma unicamente di esemplari nati in locoo generati dalla spremitura di grossi riproduttori. Gli ava-notti cosi’ ottenuti vengono liberati nei torrenti allo sta-dio di avannotto o trotella 6/9 cm. Volevo sottolinearequesto aspetto per far capire ai frequentatori di questezone che le prede catturate sono animali veramente ru-stici e selvatici, e la soddisfazione sara’ senz’altro mag-giore, provare per credere.Per chi volesse invece trattenere il pescato ricordo chele misure minime sono le seguenti:Trota fario cm.25 5 esemplari.Trota mormorata 35 cm 2 esemplariIbrido mormorata fario 35 2 esemplariSalmerino alpino 20 3 esemplari. Il costo del permesso giornaliero e’ di € 15,00 con lapossibilita’ come ho detto in precedenza ,di poter prati-care la pesca nk. In tutte le acque dell’ associazionelaghi inclusi . Ad esclusione della zona trofeo nella qualeil permesso avra’ validita’ solo nella zona stessa.

Marmorata del Rabbies

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Punti di riferimento per permessi di pesca:Localita’ Dimaro bar Riverside sulla statale direzione Passo del Tonale.Oppure nel paese di Dimaro al bar affittacamere Jolli.Localita’ val di Rabbi :S. Bernardo bar Centrale sulla strada che vi portera’ direttamente alla nk.Per chi volesse ulteriori informazioni potra’ andare sul sito dell’ Associazione Pescatori Solandri, o semplicemente con-tattarmi tramite mail o telefono .Bertolini Gianpiero Dimaro val di sole (TN)Cell. 335/6067074Mail: [email protected]’ ben lieto di accogliervi nella mia valle e se vorrete , accompagnarvi per le acque di questi luoghi.Ciao.

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Sapevo che prima o poi sarebbe successo.Quando vidi per la prima volta Giovanni in oc-casione di un raduno di Calabria Pesca OnLine, mi accorsi che era molto interessato allapesca con la mosca.Evidentemente c’era qualcosa che covava den-tro di lui da tanto tempo, mi ricordo che se nestava li ad ascoltare timidamente le mie espe-rienze da pam. Quando organizzammo il primoincontro sul Lao fu il primo ad aderire, inquella occasione conobbe il maestro DonatoTedesco, il bravissimo Antonio Vitolo e tutti glialtri partecipanti. Lo vidi osservare tutti con at-tenzione e scattare decine di foto. Quella gior-nata fu “galeotta” in quanto fece esplodere inlui quello che covava dentro da tanto tempo,ci mettemmo d’accordo per procurargli unacanna, un mulinello e una coda di topo, lui daparte sua acquistò alcune mosche dei finali esi mise a leggere tutto quello che trovava sul-l’argomento.Finalmente arriva la canna, lui entusiasta micontatta per rendermi partecipe della cosa, mi

Giovanni e la pesca a moscaGiovanni e la pesca a mosca

Giovanni Squarta

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sono accorto che non stava più nella pelle. Arriva finalmente il giorno tanto atteso, siamo all’appuntamento con gliamici campani, si va al bar a consumare il caffè, Donato si avvicina a me e dice:<< oggi non pesco, devo stare die-tro a Giovanni>> e così è stato.Passano alcune settimane durante le quali il nostro Giovanni sfrutta ogni ritaglio ditempo per esercitarsi nel lancio in un torrente vicino casa. Un sabato sera mi arriva la telefonata: Aldo, ti va di sa-

lire domani in Sila a fare quattrolanci? Accetto subito e ci diamol’appuntamento per l’indomani.La giornata è splendida, una diquelle adatte a chi vuole met-tere in pratica le teorie acquisitesu una nuova tecnica, una diquelle giornate adatte alla dif-fusione del virus PAM. Giovanniera già infetto ma dopo quelloche è accaduto quella dome-nica credo che non guarirà piùda questa malattia. La Sila ciaccoglie nel suo meravigliososcenario ricco di una splendida

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vegetazione che emana in-tensi profumi e che invita a re-spirare a pieni polmoniquell’aria fresca e salubre.Qua e la, sui rami dei larici siscorge qualche scoiattolo e neisottoriva alcuni merli d’acqua.Decidiamo di montare lecanne, discutendo su comemeglio affrontare le buche ele correntine.Proseguiamo unoaccanto all’altro alternandocinei lanci. La prima trota dellagiornata la prendo io, unafario sui 25 centimetri che ri-guadagna subito la libertà. E’la volta di Giovanni che da unfine buca tira fuori la suaprima trota dai colori meravi-gliosi. Le catture si susse-guono numerose per la gioiadi Giovanni che sembrava toc-casse il cielo con un dito.Rag-giungiamo una bella bucaabbastanza lunga ai lati dellaquale, in una correntina ap-pena percettibile, scorgiamodelle magnifiche bollate. Fa-tico non poco a farlo lanciare

per primo ma riesco aconvincerlo, lui capisceche le trote sono di di-screta taglia e si fa vin-cere dall’emozionesbagliando il lancio perdue o tre volte .Allorami avvicino, gli prendola canna dalle mani edico: <<ora ti faccio ve-dere, è semplicissimo,osserva bastano duefalsi lanci per asciugarela mosca e la posi in

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shooting >>. Quando si dice il caso!Come la mosca tocca l’acqua, unabella fario sale a prenderla e cometutte le altre viene rimessa in acquauna volta fotografata. Gli restituiscola canna e dico << adesso fammivedere tu>>. Lui di rimando << eche ci vuole, ecco come si fa duefalsi lanci e via>>, ma come per in-canto appena la mosca tocca la su-perficie accade la stessa identicacosa. La gioia di Giovanni è incon-tenibile, rimessa in acqua la trota,corre ad abbracciarmi saltando comeun bambino. La giornata continuacon altre catture, ma per me la cosapiù bella è stata quella di vedere unomone alto quasi un metro e no-vanta trasformarsi in un bambinoche gioisce abbracciandomi ad ognisuo e mio successo.il sole è ormai tramontato, siamoanche esausti ma facciamo finta dinulla, siamo troppo soddisfatti per lastupenda giornata. Sono certo diuna cosa: Giovanni ha “abboccato”alla mosca e nessuno lo fermerà più.

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LA PESCA A MOSCA SECCA prima parte

Massimo MaglioccoFoto: Alberto Mondini

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Chi mi conosce sa che amo alla follia il torrente e la pesca a mosca secca in esso pra-ticata poiché ritengo che chi è in condizione di confrontarsi con queste acque e conquesta tecnica avendone i risultati sperati, possa sentirsi in grado di non avere nes-sun problema di approccio con tutti i tipi di acque.

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Iniziare con la mosca venticin-que/trenta anni fa era un problemagrosso, non tanto per la difficoltànel reperire il materiale da pescache comunque prima o poi si tro-vava, quanto per tutte le informa-zioni relative all’aspetto alieutico ein particolare come affrontare ilfiume. Oggi tutto è più facile, ve-loce. Una volta ci si accostava allamosca dopo una infinità di tempotrascorso a pescare con altre tec-niche, oggi molti frequentano corsidi lancio senza mai aver preso inmano una canna da pesca. Qualepuò essere l’esperienza che pos-sono avere ? Ma ancor di più, cosaconoscono del torrente e degli in-numerevoli intrecci di corrente chesalta di sasso a sasso o che scivolavia veloce tra le rocce ? Ricordo untizio che non aveva mai messopiede in acqua dolce ma aveva pe-scato solo in mare e, quando du-rante un corso lo portai nell’acquadi un torrente per insegnargli al-cuni lanci fece una faccia un popreoccupata chiedendomi comefosse possibile che dei pesci potes-

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sero vivere in un posto comequello, ma ancor di più come po-tesse restare in piedi in quell’acquacosì veloce. Comunque e per for-tuna non tutti sono come quel tizio.Oggi attraverso riviste specializ-zate, video, scuole di pam e unainfinità di club, c’è l’imbarazzo dellascelta per poter iniziare a praticarela nostra tecnica, ma per poteravere qualche successo è necessa-rio imparare e conoscere a fondoquelle che io amo chiamare le re-gole del torrente che un vero unpescatore a mosca secca dovrebbeconoscere. Proviamo ad analiz-zarle.

Lanciare cortoLanciare corto e con una posadetta in gergo “tagliata”, cioè da unlato del pesce per evitare che vedacoda e finale è indispensabile. Lan-ciare corto però comporta contem-poraneamente anche avvicinarsialla trota e questo se mal gestitogenera il fuggi fuggi totale. Quindiè necessario trovare la giusta di-stanza di lancio un giusto compro-

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messo che possa permettere di lanciare e non essere scorti dal pesce e questo è solo fattibile attraverso l’esperienzamaturata in anni in torrente. Qui, e non credo di essere smentito, entra in ballo l’importanza di saper lanciare, di sapergestire al meglio la coda, insomma di fare con disinvoltura e nascosti alla vista del salmonide quello che serve a po-sizionare un artificiale nel modo corretto. Allungare in altra direzione, fare un solo falso lancio e indirizzare la coda conuna dinamica angolata, sono le essenze per poter arrivare bene sull’obiettivo senza che la trota ci individui.

Schiuse e pasto sporadico. La trota che vive in torrente si nutre a tutte le quote poiché è l’ambiente che glielo impone. In risorgiva ad esempio,

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biamo vista unaltro è pescarel’acqua e quindiandare alla ciecaquindi contandosolo sulla nostraesperienza. Il ter-mine di pesca incaccia, può sem-brare un po’ ge-nerico dalmomento cheper tale defini-

zione si intende lanciare la mosca in posti in cui si credeche possa stare una trota e aspettare che questa salga aprenderla, ma in realtà il discorso è molto più profondo emolto più tecnico di quanto si possa pensare. Questo èforse uno dei concetti più importanti, insieme all'avvici-namento, della pesca a mosca secca in torrente. La pescain caccia dunque è la vera pesca che si deve eseguire intorrente ma attenzione a credere che lanciare qualsiasiartificiale da caccia in mezzo alle correnti sia sufficiente adire che di li a poco una trota salirà. Una schiusa spessoin torrente si identifica con le effimere. Quando c'è in attouna schiusa in torrente spesso si identifica con le effi-mere. Le trote sanno che questa tipologia di insetti è pre-sente in modo cospicuo nella schiusa, ma non lo è in altriperiodi. Potrebbe essere quindi un errore montare unamosca da caccia che sia un imitazione di effimera con so-

se non c’è schiusa, difficilmente si interesserà a quello checapita in superficie. In torrente no, ora mangia una ninfa,ora un insetto caduto in acqua e così via. Partendo da que-sti elementi, viene spontaneo dire che in torrente non ècorretto parlare di pesca a secca sulle bollate, ma che esi-stono le schiuse degli insetti, ma queste non sono pre-ponderanti per la pesca a secca, o meglio essendo moltolimitate per quantità e tempi, non sono quelle su cui sibasa la strategia principale di pesca. Il tempo quindi è di-viso in altri momenti importanti oltre q quello delle schiusee cioè i periodi in cui la trota non è in attività in superfi-cie, ma che ogni tanto dimostra il suo interessamento a ciòche succede “sopra”, e quando sembra invece non esserepresente. Questi due ultimi periodi sono quelli che som-mati insieme, riempiono la maggior parte del tempo dipesca. Quando c’è la schiusa la trota di torrente si avvicinaa quella di fondovalle e risorgiva mettendo in pratica unadiscreta selettività, dimostrando di essere minuziosa e avolte anche esigente nella scelta dell'artificiale. Ma se sifacesse una sorta di graduatoria circa l’importanza in re-lazione alla pesca che la schiusa assume in torrente, sicu-ramente arriverebbe terza, anche se in quei rari momentiè forse l’essenza della pesca a secca. Gli altri periodi in cuinon ci sono schiuse quindi, si possono considerare più im-portanti perché questi coprendo la maggior parte dellagiornata e sono quelli sicuramente più impegnativi. Sequando c’è la bollata la trota in qualche modo si rendepresente, nelle altre due situazioni tutto è “nascosto”. Inaltre parole un conto è lanciare sulla bollata perché l’ab-

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lamente una taglia mag-giore. Non è matematicaintendiamoci, ma l'utilizzodelle imitazioni di effimerenel contesto caccia po-trebbe non avere l’impor-tanza che gli si da comeha, a mio avviso, una sualogica l'utilizzo di artificialiche imitano altre tipologiedi insetti o non imitanoniente. Gli altri due periodiquando non c’è schiusaandranno gestiti in mododiverso l'uno dall'altromontando quindi, e qui miriallaccio al discorso fattosopra, delle imitazioni taliche nel primo caso sianofinalizzate a far stare latrota sempre con un oc-chio alla superficie, e nel-l'altra finalizzata a farlascattare all'improvvisosulla mosca in momenti incui è impegnata a man-giare sul fondo. Il primocaso è ad esempioquando si tenta una trota

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sotto a della vegetazione riparia, in cui spesso qualche insetto terrestre cade in acqua. Qui, che tra i due periodi è sen-z'altro il più semplice da gestire e in cui si rafforzano i concetti esposti, si dovrà scegliere un artificiale che sia adesempio un terrestrial, nell'altro invece, che è forse l'elemento in cui si concentra al massimo la pesca a secca in tor-rente, è genericamente più difficile perché in questo caso non c'è solamente l'aspetto artificiale, inteso come mosca,ma a questa che sarà scelta con un minimo di oculatezza si somma l'altro grande elemento a cui si dovrà necessa-riamente dare sempre il giusto peso, e cioè il lancio, poiché sarà tramite questo che il più delle volte riusciremo a ri-solvere molti dei problemi che si incontrano in acque mosse.

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Proseguendo la grande tradi-zione dei raduni europeiavviata dall’Ibra nel 2008abbiaamo il piacere di comu-nicarvi che il 4° raduno euro-peo dei costruttori di canne inbamboo si trrà a Sansepolcroin Toscana - italia nei giorni 6-7-8 maggio 2011. I dettagli relativi all’eventoverranno comunicati nonappena definito il programmaanche con il sostegno degliamici organizzatori degli altriraduni europei. Ci auguriamo di vedere comegia nelle prcedenti edizioni, lapartecipazione di numerosiRodmakers Europei edExtraeuropei.

GABRIELE GORIPRESIDENTE DEL'IBRA

Continuing the great traditionof the European Gatheringswhich began in 2008 by IBRA (Italian BambooRodmakers Association), it iswith great pleasure that we announce that the 4thEuropean RodmakersGathering will take place in Sansepolcro, Tuscany (Italy)on May 6 - 7 and 8, 2011. We will inform you about thedetails as soon as the pro-gramme is defined with also the help of the friendswho organized the previousEuropean Gatherings. As it was in previous editions,we sincerely hope that manyEuropean and non-Europeanrodmakers will participate. Best Regards Gabriele Gori CEO of the Italian BambooRodmakers Association

4th European RodmakersGathering 2011

Annuncio data 4° radunoEuropeo 2011

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Hunting Show é il punto di riferimento per tutti gli appassionati del mondo venatorio.Nell’arco di soli 5 anni il salone della caccia, della natura e del tiro sportivo si è arricchito e ampliato arri-vando a coinvolgere più di 110 espositori su 22.000 mq (incluso Pescare Show) di superficie espositiva.Hunting Show vanta la presenza dei maggiori marchi nella produzione di armi, di munizioni e di ottiche maanche l’area degli accessori e degli articoli per la caccia offre una ricca vetrina di prodotti (dall’abbigliamentoalle calzature, dagli accessori di sicurezza agli articoli per cani e uccelli da richiamo, dal turismo venatorioall’ editoria di settore).La vivacità, la dinamicità, l’interattività con il visitatore e la possibilità da parte delle aziende di vendere di-rettamente al pubblico, sono i punti di forza di una manifestazione che coinvolge ogni anno un’utenza sem-pre più ampia.Molto importante è la presenza degli Assessorati alla Caccia della Regione del Veneto e della Provincia diVicenza che collaborano con Fiera di Vicenza alla realizzazione di molti eventi sul tema della salvaguardiaambientale e della promozione delle attività venatorie nel territorio.DATI HUNTING SHOW 2010:TOTALE ESPOSITORI: 149SUPERFICIE ESPOSITIVA: Padiglioni F e B: mq. 10.600SETTORI MERCEOLOGICI: Armi da caccia, abbigliamento per la caccia, accessori per la caccia, accessoridi sicurezza, buffetteria, prodotti e articoli per cani, prodotti e articoli per uccelli da richiamo, turismo ve-natorio, editoria, associazioni di categoria, gourmet.N° PROVINCE RAPPRESENTATE: 35N° PAESI ESTERI: 17: Argentina, Austria, Belgio, Cina, Finlandia, Germania, Giappone, Gran Bretagna,Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Russia, Svezia, Svizzera, Turchia, Ungheria, USA.HUNTING SHOW E PESCARE SHOW 201119 - 21 Febbraio 2011Fiera di Vicenza S.p.A.Padiglioni Centrali: F - B – GOrario di apertura:Sabato - Domenica: 9.00 - 19.00Lunedì: 9.00 - 16.00 Ingresso:Intero: 12,00 EuroRidotto: 8,00 EuroBiglietto ridotto:cacciatori e pescatori con licenza di caccia o pesca, bambini tra i 6 e i 12 anni, over 60, gruppi superiorialle dieci persone, pre-registrazione sul sito della manifestazione, depliant promozionale e pagina pubbli-citaria.

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Salone dedicato al mondo della pesca tradizionale, della pesca a mosca e dello spinning in acqua dolce e in mare,Pescare Show è una tappa obbligata per gli appassionati del settore.La manifestazione può contare sulla presenza dei maggiori marchi e su una vasta esposizione di attrezzature e arti-coli per la pesca sportiva.Numerosi sono gli eventi, le attività, le mostre d’arte dedicate alla pesca o ad attrezzature storiche e gli incontri or-ganizzati in collaborazione con i più importanti club di pesca.Rimane consolidata la presenza delle associazioni e delle scuole di pesca, impegnate nella dimostrazione dei lanci inampie casting pool da 15 mt per lo spinning e la pesca a mosca.Nel 2011, alle casting pool si aggiungerà il più grande acquario mobile d’Europa, nel quale i pescatori potranno col-laudare le più moderne attrezzature da spinning.Non mancano infine le aree dedicate alla costruzione di mosche artificiali, dove i migliori costruttori italiani organiz-zano dimostrazioni e corsi di costruzione per i più giovani.DATI PESCARE 2010:TOTALE ESPOSITORI: 148SUPERFICIE ESPOSITIVA: Padiglione G: mq. 9.000SETTORI MERCEOLOGICI: Abbigliamento per la pesca, accessori per la pesca, attrezzatura per la pesca, imbarca-zioni, turismo alieutico, associazioni di categoria, editoria, gourmet.N° PROVINCE RAPPRESENTATE: 33N° PAESI ESTERI: 11: Austria, Cuba, Francia, Giappone, Gran Bretagna, Madagascar, Repubblica Ceca, Slovenia,Svezia, Ungheria, USA.VISITATORI HUNTING SHOW E PESCARE 2010: Tot: 26.650+ 43% rispetto all’edizione 2009Hunting Show é il punto di riferimento per tutti gli appassionati del mondo venatorio.Nell’arco di soli 5 anni il salone della caccia, della natura e del tiro sportivo si è arricchito e ampliato arrivando a coin-volgere più di 110 espositori su 22.000 mq (incluso Pescare Show) di superficie espositiva

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Premetto subito che non si tratta del solito arti-colo finalizzato a consigliare chissà quale metaesotica alla ricerca del pesce della vita.Tantomeno vi parlerò di tec-nica o, se lo farò, sarà inmodo piuttosto marginale.Questa volta il soggetto delmio articolo è un pesce. Unpesce che in natura non do-vrebbe esistere. Un pescesnobbato dai pescatori, cheha l’unica colpa di esserestato partorito in seguito allesolite manipolazioni del-l’uomo, effettuate unica-mente per scopicommerciali. Un pesce ste-rile, creato a partire dalleuova dello Striped Bass (Mo-rone saxatilis) e dallosperma del White Bass (Mo-rone chrysops).L’ibrido che si ottiene prendeil nome di Sunshine Bass, al-trimenti noto come PalmettoBass. Pensate che questo“pescetto” riesce a sopravvi-

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Michele (Mala) Malagugini

vere sia in acqua dolce che salata, entro un range di temperatura piuttostoampio che va dai 5 ai 30°C, con una temperatura ottimale per la crescita cheoscilla tra i 25 e i 27°C. Insomma, un pesce d’allevamento che si adatta aquasi tutti i climi e le condizioni d’acqua.Ma torniamo a bomba. Perché ho deciso di parlarvene? Perché è buono damangiare? Sicuramente questo potrebbe essere un buon motivo, visto l’in-teresse che suscita sui banchi dei supermercati, ma in realtà è perché, per-sonalmente, lo trovo molto molto divertente da insidiare pescando a mosca. La sua corporatura robusta e la grande pinna caudale, infatti, ne fanno unvero lottatore, un combattente mai domo, dalla forza incredibile.Insomma, se un principiante mi dovesse chiedere un consiglio sulla predaideale da insidiare per imparare a gestire pesci potenti con la canna damosca, gli risponderei senza esitazioni: il Palmetto Bass.Parliamo ora del suo comportamento: innanzi tutto il Palmetto Bass amasoprattutto il caldo, in particolar modo quelle giornate afose in cui tutti con-fidiamo assai poco o per nulla dal punto di vista delle opportunità di cattura.Naturalmente, trattandosi di un pesce allevato a scopi commerciali, la suapresenza, si limiterà unicamente ai luoghi in cui può essere immesso senza

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il pericolo che possa entrare a contatto con ambienti naturali, quindi stiamo parlando di cave e laghi privati. Spesso ilPalmetto Bass si muove in branco, per cui la cattura di un esemplare spesso ne precede subito delle altre. Individuarnela presenza non è poi così difficile. Molto spesso si manifestano con vistose scie, altre volte si scorgono perché “span-ciano” vistosamente sul fianco, anche quando sostano in superficie oppure a mezz’acqua. E se proprio non riuscite avederli, ma siete sicuri della loro presenza, battete con metodo la superficie dello specchio d’acqua in cui vi trovate evedrete che, se sono in attività, le abboccate non si faranno attendere.Per quanto riguarda le esche, la mia esperienza mi porta a consigliare l’utilizzo di piccoli streamer di fantasia, dai co-lori sgargianti (argento,oro, rosso, bianco), possibilmente poco o per nulla piombati affinché possano lavorare bene

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in prossimità della superficie. L’eventuale affondamento diquesti artificiali potrà essereottenuto semplicemente ag-giungendo un piccolo piom-bino sul finale, da togliereall’occorrenza.Inoltre ho potuto notare chespesso i Palmetto Bass inse-guono l’esca mordendola dadietro, per cui artificiali munitidi lunghe codine o wiggler tailpotrebbero non rappresentarel’arma vincente, nonostante ri-sultino sicuramente più attrat-tivi degli streamer “corti”In una delle foto allegate al-l’articolo sono raffigurati alcunidegli artificiali che uso piùspesso. Nulla di particolarecome potete vedere.Inoltre, un particolare interes-sante per chi ama la pesca conla mosca secca: mi è capitatodi insidiare e catturare i Pal-metto Bass anche utilizzandogeneriche imitazioni di effi-mera allo stadio di emergente,fatte lavorare appena sotto il

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pelo dell’acqua e recuperate molto moltolentamente. Per dovere di cronaca devoanche dire che questo fatto mi è accadutouna sola volta, in occasione di un’intensaschiusa di baetis.Comportamento:Come ho già detto, il Palmetto Bass è unpesce che ama il caldo e le giornate torridee afose; quelle giornate che tutti i pescatoriodiano; proprio allora dovremo andare acercarlo.Una volta immesso, il palmetto tende adammassarsi con i propri simili formandogrossi branchi a ridosso dei sottosponda; inquesto momento sono facili da riconoscere,ma difficilmente insidiabili con gli artificiali.Una fase a me oscura, che ancora non mispiego, è quando mi capita di scorgere ipesci che iniziano a strusciarsi l’uno sull’al-tro, frenetici, emettendo bagliori di luce pro-prio come fanno tutti i pesci in periodo difrega; questo è un momento ottimo per in-sidiare il Palmetto Bass. Evidentemente si tratta di un comporta-mento istintivo, atavico, che l’uomo, con lesue manipolazioni, non è riuscito a cancel-lare.Comunque i Palmetto in attività amanomuoversi in branco, non saltano, non bol-

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lano, ma generano onde e sciate facilmente riconoscibili; questo è il momento in assoluto migliore per insidiarli, per-ché corrono dietro a tutto quello che si muove.Attrezzatura consigliata:Pur trattandosi di un pesce estremamente potente, a sua taglia difficilmente supera i 3 Kg per cui la canna ideale è,a mio avviso, rappresentata da una nove piedi per coda del 5 ÷ 6.Come coda andrà benissimo una decentrata galleggiante qualsiasi, poiché dovremo lanciare artificiali tutto sommatopiuttosto leggeri, mentre come finale potrà bastare un semplice spezzone di nylon del 35 lungo un paio di metri, alquale legheremo un tip di un metro di fluoro carbon del 25.Il mulinello, invece, dovrà contenere almeno una ventina di metri di backing, per contrastare le prime fughe del Pal-metto che, come vedrete, sapranno sorprendervi.Concludendo…se avete voglia di provare l’esperienza di catturare nuovi, potenti ed insoliti pesci, fate come il sottoscritto: lasciate acasa la diffidenza, prendendovi un giorno di vacanza dai soliti stereotipi tipici del pescatore a mosca e andate a pe-scare i Palmetto Bass. Sono sicuro che non ve ne pentirete.Ciao

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Antonio Napolitano

La Sava in Autunno

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E' Autunno inoltrato , le giornate si accorciano e le temperature ci portano al cambioE' Autunno inoltrato , le giornate si accorciano e le temperature ci portano al cambiodel guardaroba, dopo un periodo lavorativo decisamente pesante,sento il forte bisognodel guardaroba, dopo un periodo lavorativo decisamente pesante,sento il forte bisognodi evadere e decido con il mio amico Stefano di partire per un week end in Slovenia edi evadere e decido con il mio amico Stefano di partire per un week end in Slovenia eprecisamente a Bled. precisamente a Bled. Da qualche anno passo qui parte delle vacanze estive con mia moglie e mio figlio e trovoDa qualche anno passo qui parte delle vacanze estive con mia moglie e mio figlio e trovoil luogo ideale per il relax grazie alla bellezza del contesto e le persone del posto dispoil luogo ideale per il relax grazie alla bellezza del contesto e le persone del posto dispo--nibili e gentili .nibili e gentili .

Bled con i suoi alberghi e strut-ture termali circonda l'omonimolago dove spicca un isolottocentrale che ospita una AnticaChiesa.Osservo incantato questo pae-saggio così diverso rispetto aquanto sono abituato a vederein estate e già mi sento appa-gato.Ma noi siamo arrivati fin qui perpescare quindi dopo una buonacolazione in albergo ci rechiamoal negozio di Pesca e facciamoil permesso.Da Bled è possibile , in pochiminuti, raggiungere la Sava Do-linka,la Radovna e la Sava Bo-hinjka.La nostra scelta ricade sulla

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Sava Bohinjka e via via che co-steggiamo il fiume osserviamo af-fascinati i tanti spot che offronovedute mozzafiato , acque dal co-lore unico e pesci che con i loromovimenti scattosi sembrano es-sere messi lì per attirare la nostraattenzione.Questo fiume non nasce da unasorgente ma dal lago Bohinj, ospitatemoli, trote Fario, Trote iridee eHucho Hucho che, anche se di di-mensioni modeste, ricoprono unabuona presenza.Sono quasi le 9 e mentre ci cam-biamo iniziamo ad osservare gli in-setti presenti nei dintorni escegliamo le attezzature.I livelli sono buoni ma l'attività perora sembra interessare solo laparte vicina al fondale per cui lasceltaricade su una ninfa , ricordoche in questo tratto della Sava èpossibile pescare con un solo arti-ficiale con ardiglione schiacciato edè permesso l'utilizzo dello Strike in-dicator. Ci siamo , man mano che sientra nel fiume ci si allontana dalmondo reale e ci sentiamo rapiti

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da questa natura magnetica.L'accesso al fiume è comodoper cui è semplice sia l'avvici-namento che lo spostamento,inizio, lancio... manding...man-ding... pausa , il mio strike si“inchioda” …. Ferrata !!una bella iridea inizia a tirar viacoda fino a rassegnarsi ad en-trare nel mio guadino.Quella della ninfa è una buonascorciatoia per arrivare allacattura aspettando le bollate edevo dire che qui il discorsovale doppio, ogni lancio, ognipassata, ogni trattenuta ci dala possibilità di effettuare unacattura .Durante le prime ore di pescaosserviamo anche i livelli chenel frattempo per via di alcunilavori a monte tendono ad al-zarsi e sporcarsi leggermentema nulla di compromettente,anzi pare che l'attività aumenticon il passare delle ore.E' ora di pranzo e ci fermiamo, gli occhi però rimangonopuntati verso quelle trote che

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al mattino presto restavano fermesul fondo e ora pare vengano su adelfinare su qualche insetto.Si tratta di emergenti di effimera ementre finiamo il panino iniziamo ildibattito sulla scelta degli artificiali.La canna diventa una 9 per coda 4e con la secca anche i lanci cam-biano , le code volteggiano e tuttosembra essere perfetto.Il solo fatto di pescare in acque dalcolore verde smeraldo, trovarsi cir-condati da una natura quasi incon-taminata e respirare un clima purodal punto di vista floro-faunistico èforse più appagante delle cattureche si susseguono La trasparenzadella Sava ci ricorda che l'avvicina-mento mimetico e il senso dell'ac-qua sono essenziali per riuscirenelle catture e sfruttare al meglioquesto stupendo fiume.La giornata prende forma , la tem-peratura è salita e i tanti temoli che in mattinata giocavano con le nin-fettine sul fondo ora salgono a bol-lare , in competizione ci sonodiverse trote di taglia che cercanodi anticipare la “schienata” per ac-

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caparrarsi la prima scelta degli insetti che scen-dono a valle.A questo punto , con l'attrezzaturaaggiornata, allunghiamo il finale einiziamo la nostra lotta cercando di li-mitare errori e dragaggi presentandole nostre imitazioni.I lanci pian piano diventano fonda-mentali e la dove prima bastava farrotolare una ninfettina di attrazioneora è necessario posare con delica-tezza la mosca raggruppando il finaleo presentando prima di tutto lamosca con la massima dinamicità.Ci applichiamo e i risultati non tar-dano ad arrivare, prendiamo alcunitemoli e qualche bella trota arri-vando a sfruttare tutta la luce a di-sposizione fino alle 17:00 circa. Si sa,appena ci si ferma arriva la stanchezza per cui riprendiamo la strada dell'albergo e ci rilassiamo davanti una buonacenetta in un ambiente davvero confortevole e accogliente.Il nostro albergo si trova sul lago ed oltre ad offrire una vista lago bellissima è collocato nella zona centrale di Bled.Al Mattino seguente decidiamo di cambiare zona, ci spostiamo verso monte nel tratto R4 sotto il villaggio di RIBNO.i livelli sono stabili e nonostante la pioggia l'acqua rimane limpida e ricca di attività.Stefano stà pescando con la classica pheasant tail #12 con bead in tungsteno da 3,5 di color rosso, manovrando i lanci e con-trollando con ripetuti manding per evitare il dragaggio dello strike e di conseguenza dell'artificiale ( qui si apre il di-battito sul presunto dragaggio della Ninfa)

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Io invece ho optato per la ninfacorta , con una canna da 10 piediper coda 4, tramite un “loop toloop” ho collegato alla mia codacirca 1,00 mt di nylon dello 0,50 –80 cm di 0,40 – 50 cm di nylon bi-colore dello 0,30 – 60 cm di 0,20chiudendo con un finale dello 0,18al quale ho legato una ninfa ….....i lanci sono ovviamente corti , il fi-nale lavora sotto il vettino della miacanna con la quale mi muovoverso valle alla stessa velocità dellacorrente senza mai togliere losguardo dal mio segnalatore bico-lore che “disegna” tutto quello cheaccade sul fondo regalando attimidi grande emozione.Il bello di pescare in acque così pu-lite è vedere spanciare il pesce du-rante l'attacco e vivere l'azione dipesca con un forte coinvolgimento.Un altra cosa che faccio è cercaredi pescare tutto il fiume , mi spiegomeglio, spesso quando entriamo inacqua dalla sponda che scegliamoaccade di puntare direttamenteverso il centro del fiume, l'altrasponda o verso quello che ci sem-

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bra l'hot spot camminando letteralmente sopra i pesci !Io ci arrivo pescando quindi faccio un passettino ed effettuo qualche lancio, soprattutto con la tecnica dell'high stickquesto atteggiamento risulta essere vincente,Infatti ,pescando sotto il vettino questi accorgimenti uniti alla giusta imitazione fanno quasi sempre la differenza.Anche la tecnica della pesca a ninfa ci ha regalato diverse catture , ci rimane solo provare a stanare qualche grossoesemplare nascosto e per fare questo proviamo con lo streamer .Le imitazioni che uso maggiormente sono le solite : wolly bugger, lethal weapon,black zonker ecc..Inizio a lanciare dal centro del fiume verso la sponda a mio favore mandando in deriva l'artificiale facendolo affondare

con un paio di manding,dopo aver ristabilito il con-tatto inizio a recuperarefacendo una matassinacon la mano sinistra eboom !! devo dire che hopescato in altri fiumi initalia e all'estero ma diffi-cilmente ho vissuto degliattacchi con tanta catti-veria , la cosa più difficileper me in questi casi è si-curamente scegliere il ti-ming giusto per la ferrata(infatti ho portato al gua-dino solo il 30 % delletrote che hanno attaccatoil mio artificiale ).

Mi capita di pensare almotivo che spinge un

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pesce ad attaccare un artificialepiuttosto che un altro e la prima ri-sposta che mi viene è quella dellacompetizione alimentare forse perquesto motivo pescando con lostreamer si ottengongo quasi sem-pre catture di buoni esemplari.Nell'arco della giornata mi piacepescare a secca, a ninfa e a strea-mer , per vivere a 360° la miagiornata di pesca e mi piace ap-profondire tutta la pesca a mosca.E' chiaro che ho le mie preferenzequando assisto alle schiuse co-piose, quando affronto un torrenteappenninico con le mie mosche dacaccia ,mi dimentico di tutto epesco solo e soltanto con la mia7,6 esclusivamente a secca.Ma la passione è il divertimentoper me hanno la stessa importanza, la pesca a mosca mi diverte, lapesca a mosca secca mi appas-siona.

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I Personaggi (Importanti) NascostiFilippo Rondoni del MCAT

Luca Castellani

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E’ risaputo che noi italiani abbiamo un ap-proccio sbagliato nei confronti all’associa-zionismo. Non abbiamo una tradizione enon riusciamo a considerare il bene dellacomunità come valore comune, spesso lo ri-teniamo come qualcosa da “spremere” dasfruttare come se non fossimo noi i “finan-ziatori” di questo bene di tutti. Praticamenteci rubiamo in casa pensando di essere deifurbi. Di conseguenza come popolo ci ri-troviamo come caratteristica comporta-mentale una spiccata tendenza a realizzarciindividualmente. Questo fa si che si pos-sono raggiungere i vertici e primeggiare inmolti settori della vita, anche se si crea ilvuoto intorno a noi; il rovescio della meda-glia nel non avere il senso comune sonoquelle “magagne” che vediamo intorno anoi tutti i giorni: dalla ricerca alle racco-mandazioni per la della sanità o per unposto di lavoro, alla pulizia delle strade, op-pure il non rispetto della fila all’ufficio po-stale etc etc e tutte quelle cose che con unpo’ di senso civico potrebbero far migliorarela qualità della nostra vita e ricevere più at-testati di considerazione nei nostri confrontie più rispetto per quello che ci circonda.Il perché di questo cappello?.Come “Mosca Club Altotevere” abbiamo Autorizzazione lavori scala di rimonta

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cercato negli anni di creare qualcosa di speciale, sapendo di far fronte alla mancanza di questa tradizione/cultura del-l’associazionismo con delle regole da rispettare a cui nessuno di noi può non fare riferimento. Come in tutte le realtàdella vita i buoni propositi non bastano ci vogliono poi le persone. Nella prima brochure della tail water Tevere avevoscritto: >tutto inizia come conseguenza di un numero di fattori casuali che congiungendosi hanno provocato un veroe proprio evento: la TWT.> Devo dire che per quel periodo la frase scritta rispecchiava quella realtà. Ora, per fortuna,siamo andati avanti. In questi anni l’uomo che ha condotto il direttivo e messo la faccia per ogni iniziativa e su ogni

Luca e Filippo

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progetto del mosca club è stato quello delpresidente Mauro Raspini. Il pregio piùgrande del nostro presidente, non solo opi-nione personale , è quella che lo riteniamouna grande persona a cui piace condivi-dere. Questo ha portato a me, Carlo Chec-caglini, Filippo Rondoni, Alberto Giannini edEnrico Barbagli a ritagliarci un ruolo impor-tante. Le nostre posizioni e suggerimentivengono valutati dal presidente e quindisiamo andati a formare un vero team. Neltempo siamo cresciuti molto, secondo me.Ora riusciamo a vedere le cose anche in ot-tica reale e non soltanto ideologica e com-portarci di conseguenza. Lo stratega occultodel nostro team è il nostro responsabilescientifico il Dott Filippo Rondoni. Geologo.Sempre in quella brochure avevo scritto dilui: < A capo del progetto scientifico c’è Fi-lippo di cui tutti noi approfittiamo in terminidi disponibilità. Per hobby la domenicamattina disegna quello che gl’ingegneriidraulici dovrebbero progettare per i corsid’acqua, oppure mappa le fognature e trovasoluzioni adatte, quindi a consigliare di pro-porre progetti atti a salvaguardia del fiumecome ecosistema fluviale.> Il motto di Fi-lippo quando si riferisce alle amministrazioniin genere, sia comunali che provinciali che

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statali è: <i Politici vanno spesso molto bene ad orale ma vanno pesati sullo scritto> ovvio il riferimento alle pro-messe, troppe volte disattese. La cosa più rivoluzionaria che ha messo in pratica la nostra associazione , e che secondo me ci ha contraddistinto, èil modo di porci per le iniziative proposte. La presenza di Filippo Rondoni, con la sua competenza e il suo studio tec-nico, ci ha permesso di presentare i progetti con tanto di piani di fattibilità, costi reali, e spesso la disponibilità ad of-frirsi, Filippo, pure per la direzione dei lavori. L’aspetto negativo invece sta nel fatto che tanto il nostro lavoro dalleamministrazioni è considerato un divertimento. Si è vero veniamo presi sul serio, ma troviamo sempre il modo di ri-metterci del tempo, rubato al lavoro, e quasi mai un’ un’adeguata logica remunerazione. Quando ci/gli va bene ci si

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rimette non molto denaro. Tanto per noi è considerato un passatempo, un dopolavoro.A parte il tempo che richiede giornalmente la gestione del fiume, la programmazione naturalistica, la protezione dellefreghe, il sistema idraulico, il combattere il taglio massimalistico degli alberi e la messa in opera di centraline idroe-lettriche (private) etc etc etc; tramite lo studio di Filippo, siamo riusciti a prospettare alle varie amministrazioni di-verse proposte; alcune già realizzate ed altre in corso d’opera. Oltre agli spazi per il parcheggio auto lungo il fiume,aree verdi, la scala di rimonta, l’incubatoio di valle, la centralina di monitoraggio, i lavori svolti con le scuole; c’è purel’ambizioso progetto dell’unificazione di diversi laghi con l’ingresso d’acqua fredda del fiume, adatta ai salmonidi. ILMosca Club Alto Tevere non è solo il WTO. E il Mosca Club Altotevere non è solo Mauro Raspini o Luca Castellani. Na-

Direttore dei lavori

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turalmente il timing che ci sogneremmod’avere per avere l’autorizzazioni dalle am-ministrazioni per tradurre in realtà i pro-getti non è lo stesso che desidereremmo.Spesso le cose vanno a rilento, anchetroppo per il nostro modo di vedere. Co-munque alcune delle nostre proposte/pro-getti sono già andate a buon fine. Alcuniparcheggi sono stati completati, la scala dirimonta a valle della statale 73 Arezzo/San-sepolcro funziona molto bene, ed altre coseche non sto qui ad elencare. Non abbiamomai considerato il limite territoriale provin-ciale come un ostacolo insormontabile, e cimuoviamo in più regioni. Abbiamo sempreprivilegiato come riferimento il bacino delfiume.L’anno scorso è stato presentato un pianodi lavoro per garantire la tutela di un trattodel Fiume Tevere a valle della ZRS al di làdel confine regionale (in Umbria).Anche se ci rendiamo conto di quanto siadifficile, per quanto condiviso, portareavanti un progetto all’interno dei confinidella stessa Amministrazione per la qualegestisci le Acque abbiamo avuto confermadi cosa significa, di quanto sia complicatoportare avanti la ricerca di un accordo in-terregionale. (Toscana Umbria, bacino del

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Scala di rimonta

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Tevere). Senza demoralizzarci ci siamo impegnati an-cora di più e Filippo è stato il riferimento .Bene, il risultato ad oggi, è che la Provincia di Perugia,grazie alla preziosa collaborazione dell’Ittiologo Dott.Mauro Natali, ha definito una zona di tutela assoluta perun tratto di fiume pari a circa 4 km dove avremo modo diconoscere al meglio la forza e vitalità del Tevere creandoun bacino di riproduzione naturale in un’area immediata-mente a valle della ZRS.In questi quattro anni sono stati inoltre fatti gli studi percomprendere natura e sviluppo della torbidità delle acque,l’erosione e l’instabilità di fondo alveo, il censimento degliscarichi fognari su circa 50 km di fiume, dove Filippo mi hapermesso di dare un piccolo contributo partecipando adalcune fasi dei lavori. Questo grazie anche alla lungimi-ranza di alcune Amministrazioni che comprendono il sensodella necessità di un cambio di rotta nell’approccio degli in-terventi di “risistemazione idraulica” dei corsi d’acqua inaree SIC (siti di interesse comunitario) ma non riescono aliberarsi dai lacci di un metodo tradizionalistico che vedel’ambiente fluviale come foriero di potenziali sventure con-nesse agli effetti delle esondazioni anche in ambiti ex-traurbani e solo di ripiego come risorsa ambientale eturistica. Nelle zone urbane, dove la possibilità di un recupero dellanaturalità del fiume a tutto tondo è condizionata dallo svi-luppo secolare delle attività antropiche, sono stati proget-tati e realizzati i primi tratti sperimentali di campi garautilizzando sistemi di ingegneria naturalistica, in modo da

restituire alle sponde dignità di verde in sostituzione discogliere e cemento. Grazie Filippo.Stiamo predisponendo con L’amministrazione Provincialed’Arezzo un progetto sperimentale di incubatoio di valleche permetta la rigenerazione di specie ittiche naturaliquali il barbo comune (Barbus plebejus), il barbo ca-nino/tiberino (Barbus meridionalis), la lasca (Chondro-stoma genei), la rovella (Rutilus rubilio) e il cavedanoetrusco (Leusiscus lucumonis) particolarmente importantiai fini di conservazione faunistica locale, un’aula verdesfruttando vecchie strutture dismesse, per permettere allescuole di conoscere l’ambiente nel quale i nostri ragazzidovrebbero naturalmente vivere.Frequenti in questi ultimi tempi sono stati gli incontri conle Amministrazioni Comunali Locali che ci hanno richiestola disponibilità a dare un nostro contributo per il nuovopiano territoriale, al fine di definire le strategie di tutelaper la preservazione di un angolo ancora intatto che co-stituisce per la popolazione locale il mare in assenza diquello vero, ma che per questo e forse ancora di più, me-rita la giusta considerazione. L’obiettivo è quello di provare a costruire con l’impegno ditutti la nuova cultura dello sviluppo sostenibile in un’areadove certamente non mancano le radici storiche della cul-tura, ma che ha dovuto per necessità nell’ultimo cinquan-tennio, e come in molte altre parti del nostro Paese,rincorrere gli obiettivi di modernità per tenere il passo, riu-scendo però nel contempo a mantenere vive quelle risorsenaturali che oggi ci tornano preziose amiche e che pos-

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sono di nuovo essere rivalutate.Lo spirito che ci anima è nella convinzioneche, pur nelle difficoltà, l’unica strada per-seguibile è quella di collaborazione con leIstituzioni per vedere realizzati appieno inostri sogni che non vogliamo vivere daunici protagonisti ma come parti delmondo.I progetti e la direzione dei lavori, quelligià ultimati, è sempre stata del nostro re-sponsabile scientifico Filippo Rondoni.Una bella soddisfazione per lui e tutto ilMosca Club Altotevere. Il nostro club è,probabilmente, uno dei pochi dovemanca nella composizione dell’organi-gramma dell’associazione la casella del-l’insegnamento tecnico: il “maestro dilancio e di pesca”. In poche parole. Nonne abbiamo sentito la mancanza. Proba-bilmente dobbiamo ringraziare molte per-sone che hanno permesso lo sviluppodella tecnica della pesca a mosca, masono le persone come Filippo Rondoni,con una visuale più estesa e meno setto-riale, a cui dobbiamo esprimere ricono-scenza. Se riusciamo ad andare a pescarein luoghi non snaturati ed abbiamo edavremo la possibilità di sperare che le cosenon peggiorino in futuro per i nostri eco-

Temolo del Tevere

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sistemi fluviali dobbiamo dire grazie a lui ed a gente come lui.Purtroppo rara. Parlare di Filippo come pescatore a mosca è semplice. E’ mancino e sa pescare. Costruisce venti mo-sche all’anno e conosce dove vivono i pesci. Ha sempre le scatole portamosche con un unico esemplare dell’imitazioneche serve ma se la cava comunque. Preferisce pescare con la stessa canna oramai da quasi trenta anni. E’ così ap-passionato di pesca che ha sempre stivali e canna dietro il portabagagli della Land Rover. Può accadere che la do-menica mattina venga a pescare dalle 8,16 alle 10,23 per poi fuggire per assolvere i suoi tanti impegni di famiglia etornare di nuovo il pomeriggio dalle 18,50 e pescare fino alle19,25 e vederlo comunque felice del tempo che ha avutoper pescare. Non importa se sono temoli, trote o cavedani l’importante è quello che ha reso possibile avere questo.Si è prefisso di lavorare ed impegnarsi per lasciare ai suoi figli il fiume almeno nella qualità dell’acqua di come l’ab-biamo trovato noi, da piccoli. E’ un bel impegno, ma credo che farà tutto per riuscirci.Grazie da parte di tutti noi e di permetterci di essere amici tuoi.

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