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LA PRIMA RIVISTA ITALIANA DI PESCA A MOSCA ONLINE GRATUITA Rivista di Pesca a Mosca 6 Rivista bimestrale a pubblicazione online registrata presso il Tribunale di Modena il 09/07/2009 prot. n°1963 Giugno - Luglio 2010 i i

ffmagazine n° 6

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rivista pesca a mosca

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LA PRIMA RIVISTA ITALIANA DI PESCA A MOSCA ONLINE GRATUITA

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Giugno - Luglio 2010

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wwwwww.. ff ffmmaaggaazz iinnee..eeuu

Buon compleanno FFMagazine !!!!

"Che dire dunque, fateci un grosso "in bocca al lupo", poiché ne abbiamo bisogno, per questa che riteniamo conorgoglio essere un'avventura molto importante per essere stati i primi in Italia a creare una Rivista di pesca a moscaon-line. Scusate se è poco !!!"

Questa è la frase conclusiva del primo editoriale che scrissi all'uscita del primo numero di FFMagazine esattamenteun anno fa a luglio 2009 e tutti noi della redazione eravamo molto carichi e speranzosi circa la buona riuscita dellatestata. Ma anche i dubbi di una continuità erano molti poiché non sapevamo se eravamo in grado di garantire unauscita costante ogni due mesi. Anche se fino ad allora avevamo spedito già da un paio di anni una newsletter, il timo-re che ci assaliva era legato alla ricerca degli articolisti ai quali non potevamo assolutamente chiedere degli sforzieccessivi in quanto da noi è tutto basato sul volontariato. Ma dopo un paio di uscite le cose si sono invertite e comin-ciammo ad essere contattati da molti pescatori a mosca, noti e meno noti, i quali si mettevano gentilmente a dispo-sizione per scrivere del nostro hobby congratulandosi con noi per la fantastica idea. Da noi l'informatizzazione, con-frontandola con gli USA, è ancora un gradino sotto e, mentre li ogni rivista che si rispetti oltre che ad essere carta-cea è anche on-line, da noi ancora si dovrà fare parecchia strada per mettere al servizio dei lettori un'altra forma diinformazione come quella on-line. Noi ci abbiamo provato ed ora ne stiamo raccogliendo i frutti. Di errori inizialmen-te ne abbiamo commessi come l'impaginazione molto simile ad una rivista cartacea che rendeva un po' difficoltosa

Di: Massimo Magliocco

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la lettura, oppure il formato che credevamo giusto ecc. Oggi, possiamo dire che ci siamo fatti le ossa sulla nostrapelle e possiamo così confermare che siamo assolutamente i "migliori", passatemi il termine, sulla stesura di una rivi-sta così pensata, anche perché siamo stati i primi. A distanza di un anno, dobbiamo sottolineare che la nostra rivista ha assunto un ruolo di primo piano nell'editoria disettore, non solo perché siamo stati la prima rivista di settore italiana on-line e gratuita, non solo perché abbiamoraggiunto quota 3.000 iscritti, ma anche perché abbiamo iniziato ad andare oltre confine tant'è che già diversi nostricollaboratori stranieri sono diventati parte integrante della nostra testata. Ma l'andare oltre confine non significa sola-mente avere dei collaboratori stranieri, ma anche moltissimi lettori stranieri. Abbiamo avuto il piacere di leggere suforum di pesca a mosca brasiliani, spagnoli, inglesi ed australiani il nome di FFMagazine in cui si parlava positiva-mente della rivista.La nostra testata è stata presente ufficialmente con un proprio stand presso le più importanti fiere di settore doveabbiamo ricevuto direttamente i complimenti dei lettori, complimenti che avevano come riferimento l'aver centrato ilmodo di dare info sulla pesca a mosca in modo professionale e pratico.Potrei continuare a scrivere ma mi fermo poiché penso che parlare positivamente di ciò che ti interessa non è poicosì tanto professionale. Siete e sarete voi a continuare, attraverso le iscrizioni che quotidianamente ci pervengono,a suggellare questo importante risultato. Noi, comunque, vi garantiamo che questo è solo l'inizio.

Dimenticavo. Avete visto che l'estensione del nostro sito non è più .it ma .eu ? E sapete perché ? Bè, siete troppointelligenti per non capirlo….Grazie a tutti i nostri lettori che credo si uniscano a noi nell'augurare a FFMagazine "tanti auguri di buon complean-no".

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Walter Luzie

La sua ninfa

Sommario n° Sommario n° 6Direttore ResponsabileBaroni Franco

GraficiMondini AlbertoBagagli DanieleGammelli Luca

Coordinatori RedazionaliMagliocco MassimoMondini AlbertoCastellani LucaMoreno Borriero

CollaboratoriAlbini MarcoMazzali RobertoMassimo MatteuzziSantoro LucaMarco Pippi

DistribuzioneWEB

Pubblicazione BimestraleRegistrazione Presso il Tribunale di Modena n° 1963 del09/07/2009Rivista GRATUITA

PubblicitàFranco BaroniTel. 3343328889e-mail:[email protected]

Tutti i Diritti RiservatiFFMagazinewww.ffmagazine.it

Luglio - Agosto 2010

Conservazione e recuperotrote mediterranee

Dr. Maurizio Penserini

Il fiume dei miei sognidi

Michele Malagugini

Una Bianchina così!!!di

Alberto Mondini

La moderna evoluzione dellapesca a ninfa di.

Massimo Matteuzzi

I guardapesca della Tail Water Tevere di:

Luca Castellani

la mosca sommersa conhackle di:

Philip Bailey

FFM e i suoi primi 4 annidi

Giovanni Alerati

Hanno collaborato a questo numero:Hanno collaborato a questo numero:

Dalla Redazione

Le foto di

Simone Repetti

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Primo di una serie di video riguardanti lacostruzione in cui, tre dei migliori costrut-tori italiani, istruttori FFM, si cimentanonelle loro personali interpretazioni.In questo primo video vedremo comeAlberto Mondini, Gianluca Mascitti e LucaSantoro, rappresentano i tre stadi di effi-mera, ninfa, emergente ed insetto adultorisultato di decenni e decenni di esperienzadi costruzione e di pesca a mosca che si tra-ducono in tre modi diversi di concepire lacostruzione di ciò che abbiamo definito"novità sull'acqua"Oltre 90 minuti di grande costruzionemesse a disposizione di chi ama cimentarsinella realizzazione dei propri "gioielli" dapesca.

Un video da non perdere.

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Questo artificiale imita una grossa ninfa , piatta ??? bohh , comunque è efficace sia fatta lavorare in prossimi

ta del fondo che trattenuta in corrente dove con le vibrazioni delle code e delle zampine in elastico ha un effet

to molto adescante, poi l’amo che lavora reverse si evita una buona parte degli incagli.

Se ne possono montare anche su ami più piccoli riducendo ovviamente la grandezza di tutto il materiale .

amo nymph wet 10filo di montaggio rusty brown 7.0code 3 in elasticoaddome capock marronerigaggio uni-frenc ovale doratotorace capock nerozampe 6 in elasticosacca alare in materiale plasticotesta 2 brass bead head 3.3

Fissato l’amo al morsetto montiamo le due b.b.head con l’ausilio di due piccoli spezzoni di nylon bruciandone

l’estremità a formare un fermo arriviamo all’inizio della curva dell’amo e fissiamo 3 spezzoni di elastico a forma

re le code fissiamo uno spezzone di uni-frenc dorato per il rigaggio e con un dubbing in capock marrone arrivia

mo fino a metà amo a formare l’addome formiamo il rigaggio e fissiamo l’elastico per fare le 6 zampe

sempre con dubbing di capock questa volta nero formiamo il torace poi posizioniamo la sacca alare fatta con

una strisciolina di materiale plastico sagomata con una pinzetta autocostruita , ed accendino.

Di: Walter Luzi

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Rimanendo sul tema delle trote Mediterranee, in questo articolo vi farò conoscere le motivazioni che hanno spinto enti amministrato-ri, di ricerca e associazioni di pescatori a intraprendere piani di salvaguardia e conservazione di questo incredibile pesce. Parlerò anchedelle tecniche adottate per il recupero e la riproduzione delle trote Mediterranee in ambiente artificiale, e delle modalità di semina delletrotelle prodotte. Ho deciso di scrivere questo articolo perché ritengo che ogni pescatore a mosca, colto e aggiornato che pesca e cono-sce questi pesci, debba sapere cosa ha permesso e permetterà nel futuro prossimo di catturare queste splendide trote nei nostri fiumiitaliani.Perché conservarleL'importanza conservativa del complesso trota Mediterranea, nelle diverse forme che presenta a livello italiano, è il principale scopoche ha permesso negli ultimi vent'anni di proteggere e recuperare importanti popolazioni native. Ma non solo i motivi etici hanno spin-

Conservazione e RecuperoConservazione e Recuperodelle Trote Mediterraneedelle Trote Mediterranee

Dr. Maurizio Penserini - Mediterranean Trout Research Group

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to alla salvaguardia delle trote autoctone. Molti studi realiz-zati nelle diverse situazioni italiane hanno dimostrato l'attitu-dine vincente delle trote Mediterranee. Infatti, sia nel ver-sante alpino per la trota Marmorata (fig. 1), sia negliAppennini centro-meridionali per le trote Fario (fig. 2) eMacrostigma (fig.3) che per le aree insulari , è stato appura-to una migliore adattabilità alle diverse condizioni ambienta-li e una migliore capacità biogenica sia trofica che riprodut-tiva. Anche di fronte ad eventi calamitosi la trotaMediterranea possiede migliori capacità di sopravvivenzarispetto alle forme alloctone atlantiche o ibride. Un esempiomolto recente di questa capacità di sopravvivenza è testimo-niato dai dati raccolti nel mese di Aprile 2010 dalla provinciadi Reggio Emilia, nel quale territorio sono presenti importan-ti popolazioni di trote native. Questo studio è stato effettua-to per investigare i danni causati dalle alluvioni avvenute nel-l'inverno 2009/2010 che hanno colpito le Alpi e l'interoAppennino centro-settentrionale. Dai dati ottenuti è emersoche le popolazioni ittiche delle zone a salmonidi dellaProvincia reggiana sono state decimate. Più del 70% deipesci sono andati perduti. Un dato importante però ha rile-vato che le trote sopravissute erano quelle ascrivibili al feno-tipo autoctono mediterraneo, e in alcuni torrenti dove erastata appurata la presenza di pure popolazioni mediterranee,i danni causati dalle alluvioni alle popolazioni sono stati limi-tati. Anche i ripopolamenti effettuati con trotelle ottenute dariproduttori autoctoni presentano una migliore resa di colo-nizzazione e auto mantenimento rispetto alle forme zootec-niche, grazie alle spiccate doti di rusticità e performanceriproduttiva delle trote native italiane.Come conservarleDopo aver capito le motivazioni che hanno spinto gli ammi-nistratori e gli studiosi ad intraprendere studi ed adottare

Figura 1: Trota Mediterranea Marmorata - Alpi Orientali

Figura 2: Trota Mediterranea Macrostigma - Appennino Centrale

Figura 3 : Trota Mediterranea Fario - Appenino Settentrionale

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linee guida di recupero di questi pesci, cerchiamo dicomprendere in pratica come è possibile riprodurre eripopolare i fiumi di origine con trote native. Per poteravviare progetti di recupero della trota Mediterraneadapprima si deve realizzare uno studio di monitorag-gio e caratterizzazione dei corsi d'acqua da conservareper determinare la presenza di popolazioni di troteautoctone. Le analisi genetiche che si possono effet-tuare, e magari ne parlerò più approfonditamente inun articolo dedicato, ci permettono di definire il gradodi purezza dei soggetti campionati, individuando anchegli ibridi tra le forme Atlantiche e Mediterranee. Questoci fa capire subito come è strutturata la popolazione inesame. Le analisi genetiche ci permettono anche dipoter selezionare trote riproduttori con un elevatogrado di purezza genetica Mediterranea da avviare allacarriera riproduttiva in apposite strutture denominateincubatoi di valle (fig.4). Gli incubatoi di valle sonogestiti dagli enti amministratori come le provincie, iparchi, le comunità montane e le associazioni digestione pesca. In queste strutture, che sono dei veripiccoli allevamenti ittici, vengono stabulati in appositevasche di cemento o semi-naturalizzate, i riproduttoridi ambo i sessi nel periodo precedente alla riproduzio-ne. Solitamente le catture in ambiente naturale vengo-no effettuate nel periodo tardo estivo inizio autunnale(fig. 5). Durante le campagne di cattura vengono trat-tenuti solamente gli individui sessualmente maturi chepresentano un fenotipo presunto autoctono (fig. 6).Questi pesci vengono marcati per il futuro riconosci-mento (fig. 7). Solamente le analisi genetiche confer-meranno la purezza. Si eseguono le catture in questoperiodo perché i fiumi presentano condizioni e livelli

Figura 4: Incubatoio di Valle

Figura 5: Cattura dei riproduttori nelperiodo autunnale mediante elettropesca

Foto Web

Figura 6: Caratteristiche tipiche del feno-tipo puro della trota Mediterranea Fario

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ideali, per dare il tempo alle trote di adattarsi alla cattività eper poter eseguire le analisi genetiche alle trote campionate.Infatti se alcuni individui risultano non autoctoni potrannoessere riconosciuti e scartati per tempo. Ottenuti i riprodut-tori geneticamente puri, verso la metà di novembre si divi-dono i maschi dalle femmine per evitare lesioni da combat-timenti riproduttivi e per salvaguardare le femmine con leuova (fig.8). Raggiunto il mese di dicembre, contemporanea-mente all'ambiente naturale, iniziano le operazioni di ripro-duzione artificiale. Prima si procede alla spremitura in appo-siti contenitori delle uova maturate dalle femmine di trotaMediterranea (fig. 9), poi si procede alla spremitura deimaschi, e quindi del liquido seminale, negli stessi contenito-ri che trasportano le uova (fig. 10). Aggiunta acqua pulita,che sarà la stessa dell'incubazione delle uova, si avvia lafecondazione di quest'ultime. Dopo alcuni passaggi di puliziadelle uova si procede al conteggio per volumetria e alla ripo-sizione delle uova negli appositi embrionatori verticali conacqua corrente. Le uova schiuderanno dopo 420 gradi/gior-no, e poco prima della schiusa le stesse verranno riposte inapposite vasche da svezzamento all'interno dell'incubatoio inambente poco illuminato e protetto da agenti atmosferici(fig. 11). Qui le larve prima e poi le trotelle resteranno percirca due o tre mesi. Alimentate con mangime calibrato, ver-ranno accresciute fino alla taglia di 4-6 cm (fig. 12).Dopodiché, verso maggio e giugno, si procederà alle opera-zioni di semina nei corsi d'acqua dove erano stati attinti iriproduttori utilizzati. Una parte di queste trotelle però rimar-ranno nell'incubatoi, verranno fatte crescere e utilizzate dopotre anni per potenziare il parco riproduttori. Le operazioni diripopolamento vengono effettuate seguendo un programmastabilito secondo le esigenze territoriali, seminando princi-palmente i corsi d'acqua di testa e di medio corso. È possi-

Figura 7: Marcatura mediante micro-chip di un riproduttore di trota

Mediterranea Marmorata

Figura 8: Riproduttori di trotaMediterranea Fario

Figura 9: Spremitura di un esemplaredi riproduttore femmina di trota

Mediterranea Fario

Figura 10: Spremitura di un esemplaredi riproduttore maschio di trota

Mediterranea Marmorata

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bile trasportare queste trotelle con apposite gerle spallabili che permettono di raggiungere anche i posti più impervi(fig. 13). Chiaramente con molta intraprendenza e sacrificio dei volontari che operano queste semine. È importanteseminare in maniera diffusa per tutto il corso da ripopolare. Grazie agli studi e ai progetti di recupero è stato possibile recuperare, negli ultimi anni, molte popolazioni di trotaMediterranea. Per merito anche ai pescatori che hanno sostenuto e valorizzato queste azioni di recupero è possibilegodere di questi fantastici pesci. Ancora molto però resta da fare, in particolare i nostri fiumi stanno subendo danniper le cause più disparate degenerando l'habitat per i nostri pesci. Io personalmente ritengo che non può esserci pescese non c'è chi lo può ospitare. È possibile ottenere informazioni riguardo alla conservazione e riproduzione delle Trote Native Mediterranee al sitowww.medtrout.org.

Figura 11: Vasca di svezzamento con le uova inschiusa ed embrionatori verticali in acciaio

Figura 12: Trotelle in fase di riassorbi-mento del sacco vitellino

Figura 13: Volontario in fase di seminadelle trotelle

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SERIO

NERA

TRONTO

OGLIO

AVETO

SCOLTENNA

MASTALLONE

GESSO

ASTICO

SOANA

MASTALLONE

NOCE

SIEVE

TWT

26-27-28 - MARZO

09-10-11- APRILE

16-17-18- APRILE

30-APRILE 1-2- MAGGIO

14-15-16- MAGGIO

03-04-05-06- GIUGNO

18-19-20- GIUGNO

02-03-04- LUGLIO

16-17-18- LUGLIO

03-04-05- SETTEMBRE

10-11-12- SETTEMBRE

24-25-26- SETTEMBRE

05-06-07- NOVEMBRE

DA DESTINARSI

PONTE NOSSA BG

B.CERRETO PG

ASCOLI PICENO AP

COSTA VOLPINO BG

REZZOAGLIO GE

PIEVEPELAGO MO

FOBELLO VC

VALDIERI CN

ARSIERO VI

VAL SOANA TO

FOBELLO VC

DIMARO TN

S.PIERO A SIEVE FI

SAN SEPOLCRO AR

CALENDARIO CORSISTAGIONE 2010

FFM Fly Fishing Masters

Associazione Sportiva Dilettantistica Nazionale

Via Cesare Costa, 25

41027 Pievepelago (MO)

www.flyfishingmasters.it

[email protected]

Segreteria Nazionale: Baroni Franco

Tel: 3343328889

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IL FIUMEIL FIUME DEIDEI

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MIEIMIEI SOGNISOGNI

Di: Michele Malagugini - alias “Mala”

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Così come sono convinto che nella mente di ogni perso-na adulta esista un luogo legato all'infanzia, un luogo digiochi e spensieratezza in cui rifugiarsi nei momenti piùbui della vita, sono altrettanto convinto che nel cuore diogni pescatore a mosca esista un fiume ideale, dove lafantasia trova libero sfogo per dar vita alle più mirabo-lanti avventure. Anch'io, quindi, custodisco nel cuore il "mio" fiume. Unfiume in cui rifugiarmi per vivere i miei sogni, ma nonsolo, perché il mio fiume esiste davvero. E possiede unnome corto e bellissimo: Brenta.Sì, sì, lo so. So benissimo che rischio di passare per ridi-colo perché di fronte ad una possibilità di scelta presso-ché infinita, la mia fantasia si limita a percorrere (anzi, agaloppare) lungo le rive del Brenta, ma è proprio così.Sarà perché vi ho catturato le prime trote, passando daltocco, allo spinning per giungere, infine, alla mosca ora-mai circa 25 anni fa; sarà perché sulle rive di questofiume ho condiviso con gli amici più cari momenti divera, autentica felicità; sarà il colore dell'acqua o, anco-ra perché la prima volta che mi sono trovato a "cavalca-re le sue onde" è stato pochi giorni dopo aver conosciu-to la donna della mia vita.... Insomma, qualunque sia ilmotivo, per me il Brenta, anzi, la Brenta (perché è fem-mina, sono sicuro) è e rimane un fiume che merita diessere sognato.Ma è giunta l'ora di abbandonare la parentesi romanticaper passare alle cose concrete. Perché vi ho parlato dei miei sogni? Semplice. Per con-durvi, con la fantasia e l'aiuto di qualche foto, lungo unodei tratti della Brenta che amo di più e, a mio giudizio, ilpiù tecnico di tutti.Mi riferisco all'asta del fiume in gestione all'Associazione

Neno con una frossa iridea

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Sportiva Dilettantistica "Bacino Acque Fiume Brenta" e più inparticolare al tratto Zona No Kill che si sviluppa a monte delvecchio ponte di Enego che attraversa il Brenta sulla SP 72,nei comuni di Cismon del Grappa ed Enego appunto.In questo tratto la Brenta non somiglia per nulla al fiumeche si incontra risalendo la statale Valsugana. Qui la Brenta somiglia ad un torrente appenninico; le sueacque cristalline scorrono lente (molto molto lente) e letrote, soprattutto le timide fario, non si fanno scorgere facil-mente, in particolare durante le ore più assolate della gior-nata.Nella "Brenta alta" come solitamente uso chiamarla, tutto

A destra e sotto: “Mala” con un groso temolo

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scorre più lento; tutto si muove al tocco di ritmi ancestrali;ed in particolare nel tratto NK, dove il rumore delle auto chescorrono sulla vicina statale per fortuna non si sente, se sitrova il coraggio di spegnere quel maledetto cellulare cheoramai perseguita le nostre esistenze e ci si ferma ad osser-vare la natura, è possibile accorgersi che a volte basta vera-mente poco per tornare bambini e ricominciare a giocare. Ea sognare.Ma torniamo con i piedi per terra e veniamo alla pesca eall'attrezzatura: premetto subito che sono un amante dellapesca con la mosca secca, per cui i miei attrezzi preferitiraramente superano i "sette piedi e sei/otto piedi" per codadue o tre. Passo all'uso della "otto e mezzo per la quattro",

Sopra: Veduta del Brenta

A destra: un ibrido di Marmorata

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In alto a sinistra: Neno intento al recupero di un temolo

Sopra: una veduta della piana della cava

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solamente quando le condizioni del fiume, sempre riferen-domi alla "Brenta alta" consigliano un approccio più "pesan-tuccio", con livelli oltre la norma che di solito, da questeparti, si incontrano solo nella tarda primavera (diciamo fineAprile e primi di Maggio).Il finale che uso normalmente misura 5,5 metri (tip compre-so) con un finale dello "zero quattordici" di circa un metroe venti. Non uso finali più fini per evitare combattimentiestenuanti per il pesce. Preferisco, infatti, sacrificare qual-che cattura piuttosto che provocare la morte anche di unasola trota, a causa di un tip capillare. Non sarà certo unacattura in più che ci cambia la vita, non vi pare?Per chi predilige la pesca a ninfa, consiglio, invece, la tecni-ca alla "francese", a risalire, molto più adatta a questo tipodi acque di quanto non lo sia la oramai tanto di moda "ninfaceka".Anche in questo caso l'utilizzo di finali lunghi è d'obbligo,per consentire approcci più cauti e non insospettire i nostri"amati avversari" (ma me lo dite Voi in quale altra attivitàludica gli avversari sono amati nella misura in cui noi amia-mo i nostri? Se ci si pensa, dovrebbe essere sempre così,invece…).Quando "pesco sotto" a risalire, gli artificiali che impiegocon maggior successo sono imitazioni generiche di effimereallo stadio ninfale, gammarus o larve di Rhyacofila; comundenominatore di tutte le mie imitazioni un corpo esilissimo,poco o per nulla piombato e dai colori piuttosto naturali (perintenderci, non uso materiali riflettenti, che ritengo piùadatti alla pesca in ambienti caratterizzati da acque opalinecome i reservoir o i fumi del piano). Avete ragione. Si tratta di una descrizione ermetica che nonaiuta molto a capire come sono fatti i miei artificiali, però,fidatevi: quelle poche parole che vi ho detto racchiudono il

segreto per la costruzione dell'artificiale che più si addicealla "Brenta alta". Semplicità e colori tenui. Per quanto riguarda la pesca "a secca" nella mia fly box nonmancano mai effimere allo stadio emergente o sub imago,nei colori oliva e giallo paglierino, rispettivamente ad imita-zione della Baetis Rhodani e dell'Heptagenia Sulfurea.I loro dressing si basano sui medesimi principi che vi ho giàesposto per le ninfe: amo grub del 16 (ma anche del 14)dal filo sottile, filo di montaggio per il corpo (oliva per laRhodani e Giallo paglierino per l'Heptagenia), piuma di culde canard colore "dun" montata a ridosso dell'occhiello egirata indietro e torace in cordoncino di "pochissimo" pelodi lepre beige. Finito.Ripeto il consiglio: non abbondate con i materiali. La moscanon sarà visibilissima, è vero, ma sarà proprio questa lavostra arma vincente. Soprattutto durante i momenti più difficili della giornata,quando le grosse trote inizieranno a "gobbare" sulle emer-genti, anziché salire sulle effimere che già hanno raggiuntole sembianze dell'insetto adulto, la vostra imitazione si tro-verà a lavorare appena sotto il pelo dell'acqua, condizioneche, a mio avviso, rende assai meno sospettosi i nostriamici pinnuti e, dunque, più vulnerabili. Ma chi sono i nostriavversari? Le foto di quest'articolo ritraggono alcune dellecatture di quest'anno. Qualche mio amico, vedendole, le hadefinite "pesci d'altri tempi", e conoscendo lo spirito dellapersona che ha coniato questa frase (il mitico Bepin), direiche non si riferiva certo alle loro dimensioni, comunquequasi sempre di tutto rispetto, ma soprattutto alle splendi-de livree e alla purezza dei ceppi d'origine. Trote, trote eancora trote. Fario, ibridi, marmorate e qualche grossa iri-dea, riuscita a sfuggire dal tratto "pronta pesca" istituito amonte della Zona NK .

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In ogni caso si tratta di pesci stupendi e, soprattutto, carat-terizzati da una forza e da una vivacità dirompente. Ricordo,inoltre, che nel fiume Brenta, lungo il tratto grossomodo com-preso tra il paese di Nove (immediatamente a sud diBassano) ed il confine con la Regione Trentino, è in atto unprogetto di salvaguardia della trota marmorata, ergo… pre-state molta attenzione e particolare cura nel rilascio di questipesci meravigliosi.Infine temoli, temoli e ancora temoli. Molti temoli. Quando micapita di sentire qualche PAM che dice "vado in Slovenia o inAustria a pesca di temoli perché voglio prendere roba gros-sa", mi domando: ma questi l'hanno mai pescata la Brenta?

Due splendide catture: a sinistra una fario e sotto una

grossa iridea

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Mah… Mistero o, forse, come recita quel detto, èproprio vero che l'erba del vicino appare semprepiù verde.Per quanto riguarda i permessi, dal primo diMaggio è possibile pescare nel Brenta, anche senon si è soci del Bacino, previo l'acquisto di unpermesso giornaliero (valido solo per mezza gior-nata).Per maggiori ragguagli in proposito, in calceall'articolo ho riportato uno stralcio del regola-mento. Per ulteriori informazioni potrete consul-tare il sito internet dell'Associazione Bacino delfiume Brenta, al seguente indirizzo: www.bacino-fiumebrenta.org.Comunque, per acquistare comodamente i per-messi consiglio di rivolgervi presso il Bar "alPescatore" che si incontra percorrendo la StataleValsugana in direzione Nord, appena fuori dal-l'uscita "Cismon del Grappa"; in alternativa potre-te acquistarli presso l'Albergo Contarini, in locali-tà Campolongo, ad una decina di Km circa a Norddi Bassano, sulla sponda orografica destra dellaBrenta.Bene. Il mio articolo si conclude qui. Spero diessere riuscito a far scattare in voi la scintilladella curiosità perché, veramente, questo fiumeed i luoghi che lo circondano meritano di esserescoperti, vissuti e… respirati.E non dimenticate mai che, lungo la Brenta … avolte i sogni si avverano.

Sopra: tabelle zona trofeo

A destra: tabelle zona No-Kill alta

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Estratto del Regolamento:Art. 2 - DOCUMENTI NECESSARI ALLA PESCAPer l'esercizio della pesca nelle acque della Concessione, sono necessari i seguenti documenti:a) licenza di pesca valida, secondo le disposizioni in vigore nelle Regioni di residenza del pescatore;b) tesserino regionale, debitamente compilato in ogni sua parte. Detto tesserino sarà rilasciato dalla Provincia di appartenenza per iresidenti nella Regione Veneto e dal concessionario per i residenti in provincia di Vicenza e per coloro che risiedono in altre Regioni;c) permesso di pesca (annuale o giornaliero) rilasciato dal Concessionario, debitamente compilato in ogni sua parte.I documenti di cui sopra sono strettamente personali e non cedibili a terzi (salvo quanto previsto dall'art. 3 del presente regolamentoper i minori di anni 10).Il titolare del permesso potrà pescare per una giornata a scelta e con un limite massimo di 5 (cinque) esemplari trattenuti di salmo-nidi (trota fario o iridea), mentre gli é vietata la pesca di timallidi (temolo) e di ibridi di marmorata; il costo del permesso é fissato in€ 18,00 e lo stesso dovrà essere restituito, debitamente compilato, presso l'ufficio dell'Associazione Sportiva Dilettantistica "BacinoAcque Fiume Brenta" in Via Margnan n°15 - 36061 Bassano del Grappa (VI) Tel./Fax 0424/227941.N.B.: Il pescatore ospite potrà utilizzare un solo permesso al giorno.

www.edizioninuma.com

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Semplice, facile e veloce da costruire,efficace in pesca, una mosca chedeve essere sempre presente nellatua fly-box.

Di: Alberto Mondini

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FFFFMM EE II SSUUOOII PPRRIIMMIIQQUUAATTTTRROO AANNNNII

1111°°°° ppppaaaarrrr tttteeee

In occasione del corso peristruttori di base che comeogni anno si tiene aPievepelago, sede ufficialedella scuola, abbiamofatto il punto della situa-zione per conoscere più indettaglio ciò che questascuola, in soli quattroanni, è riuscita a realizza-re.Lo abbiamo fatto conMassimo Magliocco che neè il suo Direttore Tecnico.

Di Giovanni Alerati

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Dopo un inizio di primavera piuttosto grigio e pio-voso, finalmente il sole ha cominciato a riscalda-re l'aria e le splendide vallate che circondanoPievepelago e il bacino dello Scoltenna, si sonofinalmente tinte dei più bei colori che la naturapotesse offrire. Ed è in questo straordinario sce-nario che gli amici della FFM hanno svolto il lorosesto corso per istruttori di base e con essi, il suoDT Massimo Magliocco, dal quale abbiamo cerca-to di farci spiegare quelle che sono le peculiaritàche questa scuola possiede. Vorrei premettereche io non faccio parte della FFM e non ho maifrequentato come allievo, un suo corso. Sono soloun pescatore a mosca al quale piace domandaree scoprire come le varie strutture che operano nelnostro mondo operano.

Allora Massimo, prima di tutto volevo rin-graziarti per l'ospitalità e poi chiedertiqualcosa di FFM.L'ospitalità, caro Giovanni, è il nostro fiore all'oc-chiello, nel senso che tutti i nostri amici sono ibenvenuti. Cosa vuoi sapere di FFM ? Sai, di cosese ne possono dire tante.

Bene. Allora cominciamo nel chiederti per-ché quattro anni fa hai pensato di fondareuna scuola di pesca a mosca.Questa domanda me l'hanno già fatta in molti e atutti ho dato una risposta, e cioè la convinzioneche c'era il bisogno di avere altre strutture ade-guate affinchè si potesse, in qualche modo, pro-porre cose alternative rispetto a ciò che all'epoca

Teoria sul prato

Teoria in aula

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esisteva.

Vuoi forse riferirti alle altre scuole che finoad allora operavano ?Diciamo di si. Ho fatto parte per tantissimi anni diun'altra struttura nella quale mi sono formato ma,visto poi quello che facciamo in FFM, di quellafilosofia ho tenuto un 5%, e sai perché, perchécredo che la didattica della pesca a mosca sia for-mata di quel 5% più un altro 95% che ci abbia-mo inserito noi, chiaramente per la nostra scuola.

Dalle ultime cose che dici mi sembra dicapire che le esperienze passate ti abbianodato le basi sulle quali poi tu hai iniziatouna sorta di evoluzione del lancio.Evoluzione è forse un termine sbagliato, ancheperché oggi, credimi, c'è poco altro da far evolve-re. Direi invece, la "selezione" di quelle che, a mioavviso, erano le cose giuste e quelle che non rite-nevo più valide in un momento in cui la gentepensava e pensa più a pescare che a "perderetempo", passami il termine forse un pò spinto, arompersi le meningi dietro formule e concetti fisi-ci che se anche importanti, lasciano per i pesca-tori il tempo che trovano.

Allora, cerchiamo di fare un pò di chiarezza.Tu mi stai dicendo che hai filtrato, diciamocosì, gli elementi validi inerenti la didatticadi ciò che nel tempo avevi assimilato equindi li hai inseriti nella didattica che inse-gnate ?

Correzione dellaprova scritta

Istruttori in pausa

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Diciamo che ho scelto quelle cose più pratiche eformanti che poi permettono di prendere quelletrote che fino ad allora erano forse impossibili. Ilresto è stato inserito ascoltando i pescatori equindi cercando di andare incontro alle loro esi-genze. In altre parole, a mio avviso, l'errore piùgrosso che potessi commettere, sarebbe statoquello di imporre una didattica che oggi non è piùdi moda, o meglio, non serve più perché i tempisono cambiati moltissimo.

Quale è allora la vostra filosofia ?Bè la nostra filosofia è fatta da più filosofie chepoi ti dirò, ma fondamentalmente è quella di met-tere al centro il pescatore che viene a frequenta-re i nostri corsi e non noi. E' qualcosa che puòsembrare normale ma spesso in giro si vedonocose molto diverse.

Hai ragione, può sembrare normale ma ineffetti è l'opposto di quello che moltidetrattori delle scuole vanno dicendo.Tu non vedrai mai un mio istruttore andare in girogonfiandosi il petto e mettere, su un gradino infe-riore gli altri. Tu vedrai, invece, una persona sem-pre disponibile e senza segreti che dice tutto atutti senza crearsi problemi e, in particolar modo,senza crearne agli altri.

Ma non credi che un istruttore abbia qual-cosa in più degli altri ?L'istruttore non è che ha qualcosa in più deglialtri, ha quella che io chiamo disinvoltura nel lan-

Allievi durante l’esamescritto di teoria

Istruttori in attesa di giudi-care la prova pratica

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cio, cioè una certa facilità di gestire l'attrezzo espiegarne i perché, ma non è detto che sia perforza un grosso pescatore. Diciamo che i miei sidifendono alla grande, non perché sono nostriistruttori, ma perché ho avuto la fortuna di dare ilbrevetto a chi aveva già una grossa esperienza dipesca a mosca.

Quindi ecco già messo a nudo uno degli ele-menti che fanno un vero istruttore o meno,l'esperienza di pesca.Bè per me non è una novità, l'ho sempre detto.Ho anche detto che gli istruttori dovrebbero esse-re brevettati non solo per quello che sanno farema anche per quello che conoscono della pescavera e propria, ma so che sarebbe molto difficile.Del resto chi frequenta un nostro corso per istrut-tori di base non deve portare, passami il termine,il suo curriculum da pescatore, è il tempo che poifarà il resto.

In che senso ?Nel senso che da noi entri come istruttore di basema se non frequenti sia i corsi che gli stage inter-ni il brevetto così come te lo hanno dato te lo tol-gono.

Spiegami meglio questa ultima affermazio-ne che mi sembra importante.Non si può vivere sulle spalle degli altri, il brevet-to te lo devi guadagnare anche dopo averloacquisito. I nostri istruttori hanno l'obbligo di fre-quentare un certo numero di corsi durante l'anno

Allievi attenti durante unalezione di teoria

Foto di gruppo corso diCosta Volpino

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e sono costantemente esaminati dal sottoscritto per verificare sia l'aspetto teorico sia pratico. Ogni nostro istruttore è munito di unozaino nel quale ha tutto l'occorrente per poter dare il massimo durante i corsi, come una serie di finali, rocchetti di filo, radioline percontattarci durante i corsi, poly da dare agli allievi al posto della mosca e così via insieme, e qui mi ricollego al discorso, ad uno stral-cio del nostro manuale tecnico e ad un libretto in cui sono riportate le verifiche che ad ogni corso il sottoscritto fa con gli istruttori diqualunque grado essi siano.

Una sorta di libretto universitario ?

Foto di gruppo corso IstruttoriPievepelago 2008

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Diciamo di si, un libretto personale su cui scrivociò che vedo durante la verifica. In altre parolealla fine del corso i miei istruttori, a turno, ese-guono tutti i lanci ed io do una valutazione delmomento, valutazione che andrà ad essere messain parallelo con le precedenti, questo per tutti ilanci. Se un istruttore non migliora, dovrà seguireun programma ben preciso.

Questo per il lancio, ma per la pesca ?Bravo, te lo stavo per dire io. Per la pesca ildiscorso è naturalmente più complesso ma inqualche modo, direttamente o indirettamente rie-sco a valutare i miei istruttori. Alcuni li conoscobene per il fatto che ci vado a pesca molto spes-so mentre con altri lo faccio in occasione dei corsie in queste circostanze riesco a valutare, fingen-do di pescare, come approcciano il fiume sia dalpunto di vista istintivo che diretto. Con coloro chenon riesco ad andare a pesca, mi affido ai miei piùfedeli collaboratori che magari li conoscono e mirelazionano su cosa fanno in acqua.

Da quello che mi dici le scuole di pesca amosca che non operano come la vostra, sidovrebbero chiamare più propriamente"scuole di lancio". Giusto ?In effetti si. Il termine scuola di pesca a mosca èmolto impegnativo e prima di auto appellarsi cosìsi dovrebbe fare una profonda riflessione sull'ope-ratività ed i programmi che si mettono giù.

Ma torniamo ai corsi. Mi dicevi che in questi

Lancio in acqua

Teoria in aula

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quattro anni avete vagliato molte realtà incui andare a svolgerli. Mi diresti quali, a tuoavviso, sono quelle che ti hanno dato mag-giori soddisfazioni ?Bè di siti validi ne abbiamo girati molti. Alcuniavevano il fiume perfetto per la didattica maerano un po' "deboli" per il resto, logistica,impianti sportivi, altri erano il contrario e così via.Dopo un po' abbiamo fatto una bella selezione eabbiamo registrato alcuni posti fissi che sono per-fetti e che ogni anno hanno una o due date per icorsi. A queste se ne sperimentano ogni stagionedelle nuove, sia per interesse interno sia persegnalazioni esterne. Pievepelago con loScoltenna, Fobello e il Mastallone, Arsiero el'Astico, e Borgo Cerreto con il Nera sono quellesedi a cui non si può rinunciare. Quest'annoabbiamo sperimentato con successo il Tronto adAscoli mentre l'anno scorso siamo stati veramen-te bene sul Noce in Trentino. Una nota positival'abbiamo avuta con l'Oglio a Boario che entreràdi diritto, come gli ultimi due, nella lista dei sitifissi.

Ho notato che siete presenti molto nel nordItalia. Questa è una scelta ben precisa ?Se la stragrande maggioranza dei pescatori amosca vivono al nord credo che sia più giustoorganizzare i corsi il più vicino a dove vivono. Delresto, in passato, siamo stati costretti ad annulla-re corsi programmati in zone più a sud per lascarsa risposta dei pescatori.

Ci si diverte

Esecuzione di lanci specifici

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Ma cambiamo argomento. Ho letto sullaHome Page del vostro sito che i punti diforza della FFM sono innovazione, compe-tenza e professionalità. Sono qualità stra-ordinarie non trovi ? Non vi sembra di esse-re un po', non me ne volere, esagerati ?No, non credo. Questi elementi sono stati fin dal-l'inizio uno dei nostri obbiettivi ed abbiamo cerca-to anche attraverso chi ne sa più di noi, i mezzicon i quali arrivare a raggiungerli. Abbiamo avutola fortuna di avere un nostro istruttore che lavoranel marketing e fa di questi argomenti il suo lavo-ro quotidiano.Bene, attraverso il sapere di Massimo Matteuzzi,siamo riusciti a raggiungere quegli obbiettivi chesono appunto quelli da te menzionati e che cidanno quel qualcosa in più che credo sia impor-tantissimo.

Ne parliamo ?Certamente. L'Innovazione si può tradurre in"sperimentazione, sessioni dedicate alla creativitàdurante i corsi, momenti di confronto, innovazio-ne dei lanci e non meno importante, lavorare inallegria".La Competenza in "elevata preparazione degliistruttori, anche attraverso quello che ti ho spie-gato prima, uso di qualsiasi canna, didattica fina-lizzata alla pesca e all'ambiente e quindi non soloteoria".La Professionalità si può tradurre con "il metterel'allievo al centro del corso, l'ottimizzazione deitempi, la pragmatica della didattica, l'individuazio-

Lancio sul prato

Visione di filmati didattici

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ne delle esigenze degli allievi". Come vedi elementi ben precisi e mirati ai fini di una didattica estremamente varia e non fossilizzatasu pochi e ormai stantii concetti.

Ottimo, ma siete sicuri di soddisfare tutti questi elementi ? Non sono troppo impegnativi ?Non è che sono sicuro, ti dico che già lo stiamo facendo da un po' e sai perché ? Perché siamo strutturati in maniera tale da poterlisoddisfare. Il nostro slogan FFM Fly Fishing made easy ne è l'essenza.

Gli argomenti che abbiamo trattato con Massimo sono molti e quindi abbiamo pensato di dividere questa intervista in due parti. Per ilmomento posso dire che mi sono trovato di fronte ad una struttura che più che un'associazione mi è sembrata una vera e propriaazienda ben collaudata e con un'organizzazione straordinaria.

Oste è buono il vino ? Non dovete pensare che ce la cantiamo e ce la suoniamo come si dice. Questo detto me lo ha consigliato discriverlo proprio Massimo per evidenziare che se questa intervista va su questa rivista che è di proprietà di FFM è perché, probabil-mente, altre o spazi su siti di pam impartanti non l'avrebbero pubblicata, come mi hanno detto qui, e quindi si può pensare ad undiscorso preconfezionato. Non è così, è stata una chiacchierata trasparente e senza nessuna forzatura.

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"La Moderna evoluzione"La Moderna evoluzionedella Pesca a Ninfa"della Pesca a Ninfa"

Di: Massimo Matteuzzi

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In occasione delle Finali dell'ultimo Campionato Italiano, tenutosi in ottobre 2009 sulla Dora, ho potuto constatare che la "prima scel-ta" dei 24 finalisti è ricaduta sulla pesca a ninfa; questo aspetto è indicativo dell'efficacia che viene attribuita dagli specialisti a questatecnica, ormai abbastanza conosciuta presso il grande pubblico dei pescatori a mosca.Il motivo è abbastanza ovvio e semplice da intuire, il pesce per la maggior parte del tempo è insidiabile pescando "sotto" e si ritienedi poter avere maggiori chanches di successo affrontando le situazioni tipiche un'uscita di pesca. Negli ultimi anni si è assistito ad un proliferare di disquisizioni tecniche su attrezzature molto sofisticate, ad esempio canne lunghe percode leggere, finali particolari, ninfe di tutte le "foggie" e taglie. Sono sicuramente aspetti rilevanti, ma avendo la fortuna di avere unbuon maestro (Edy Donà n.d.r.) a cui devo molto e che mi ha perfezionato negli anni e frequentando con continuità alcuni garisti delClub Azzurro mi sono reso conto che una corretta interpretazione della moderna Pesca a Ninfa richiede dei prerequisiti che spesso sonosottovalutati.

"I prerequisiti per una gestione efficace"

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Di seguito ne elenco alcuniche non ritengo esclusivi diquesta tecnica di pesca, masicuramente molto caratteriz-zanti.

Osservazione: le condizionidel fiume possono cambiarerepentinamente anche inmodi poco evidenti (pensatealla temperatura) e dedicaredel tempo all'osservazionedell'acqua, degli insetti chesono in attività è un buonmodo di cominciare la nostraazione. Per un PAM che predi-lige la secca è abbastanzascontato, ma i pescatori "allround" modificando la tecnicapossono abbandonare questabuona pratica ripiegando suscelte scontate che magari sisono rivelate efficaci in passa-to. Mi è capitato di avere pocosuccesso in determinatimomenti sul fiume e di fer-marmi a osservare e passarein rassegna i possibili erroriche stavo compiendo; questosi è rivelato determinante percambiare, alle volte in modoeclatante, le sorti di una gior-

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nata iniziata male.

Approccio al fiume: la moder-na tecnica di pesca a ninfaprevede un contatto abba-stanza ravvicinato con ilpesce, di conseguenza è beneessere molto delicati nell'avvi-cinarsi alle zone che ritenia-mo "Hot Spots", avendo benein mente da quale angolazio-ne vogliamo portare la nostra"insidia". Personalmenteanche la mia posizione inpesca risente di questo aspet-to, per cui spesso sono china-to o cerco di sfruttare almeglio gli ostacoli naturaliche possono "nascondermi"alla visuale. Nei limiti del pos-sibile anche l'ingresso inacqua dovrebbe essere limi-tato, per l'ovvio disturbo cheprovoca.

Concentrazione: in un belarticolo apparso di recentesulla rivista, AlessandroSgrani si sofferma sulla con-centrazione in fase di pesca.L'esecuzione della CzechNymph o French Nymphrichiede una concentrazione

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incredibile in ogni fase del-l'azione, è come se si "vedes-se" momento per momentoquello che avviene sotto lasuperficie. Questa tecnicarichiede un approccio da spe-cialisti, a mio avviso perde inefficacia se viene gestitacome un ripiego durante unagiornata poco fruttuosa.Anche la fase del lancio e del-l'ingresso in acqua dellemosche, spesso viene gestitacon disattenzione, col risulta-to di farci perdere delle cattu-re.

Sensibilità: è un bella "gattada pelare", perché in qualchemisura è anche un patrimoniopersonale che ognuno siporta in dote. Uno degli ele-menti di forte complessità,rispetto alla Pesca a Secca, èl'aggiunta di una dimensione,ovvero il passaggio da duedimensioni a tre, aggiungen-do in questo caso la profondi-tà.Questa terza dimensione è"cieca", per cui bisogna senti-re l'acqua, il fondale, capirnel'andamento, individuare i

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canali alimentari e le zone distazionamento del pesce. Lanostra azione in pesca devetener conto di tali aspetti eregolare l'altezza, la velocitàdi trascinamento e le altrecomponenti, grazie alla sensi-bilità del ns polso che diventail vero "pannello di controllo".Mi è capitato di prenderequalche pesce in una posizio-ne, semplicemente variandoalcuni parametri come ladistanza dal fondo oppurel'angolo di presentazione,credo che quest'aspetto simigliori molto con la pratica,apprendendo dai propri sba-gli.

Un ultima analisi, se ci sono irequisiti di cui abbiamo parla-to, si raggiunge il fine ultimodella moderna Pesca a Ninfa,ovvero il controllo totale delleninfe in acqua, con il risultatodi avere più successo; comeEdy Donà mi ha una voltaricordato, "Una cosa è laPesca a Ninfa ed un'altra laPesca con le Ninfe".Da qui si può partire con l'in-dividuazione delle attrezzatu-

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re che assecondano meglio il nostro stile e ci permettono un maggior divertimento.

La tecnica di cui ho accennato è soprattutto molto razionale e praticata per permettere di aumentare le catture, questo non vuol direche sia poco sofisticata o tecnica; al contrario proprio per aver eliminato "fronzoli ed orpelli scenografici", richiede una perfetta padro-nanza delle fasi che la compongono. Se viene eseguita correttamente deve permettere delle percentuali di riuscita coerenti con il tempoche i pesci dedicano all'attività alimentare sopra e sotto la superficie; in altre parole se catturate allo stesso modo sopra e sotto, pro-babilmente qualcosa vi sta sfuggendo.Adottare questo "approccio mentale" alla pesca, prima ancora che fisico, mi ha permesso di togliermi delle soddisfazioni in situazionidiverse e capire meglio il comportamento dei pesci in relazione al loro ambiente. Spero che sia utile anche ai lettori di FFMagazine.

Massimo Matteuzzi è Istruttore Certificato FFM, vive a Bologna. Per contatti: www.flyfishingmasters.it

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Nella prima brochure pubblicitaria della Tail Water Tevere avevo scritto nellapagina che mi riguardava: <tutto inizia come conseguenza di un numero difattori casuali che congiungendosi hanno provocato un vero e proprio even-to: la Tail Water Tevere>. L'incontro di persone conoscenti che sarebberodiventate poi amiche, altre già amiche da tempo, hanno formato un teamdove ognuno ha avuto un ruolo in cui ha creduto. Lo ha portato avanti.Interpretando la parte che gli è stata assegnata con serietà e competenza enaturalmente capacità.Due secondo me si sono rilevate eccellenze. L'incarico del consulente scien-tifico, nella persona di Filippo Rondoni e quello della vigilanza consegnatonelle mani di Carlo Checcaglini. Coprire con turni di sorveglianza trecento-sessantacinque giorni all'anno non è semplice.

Di: Luca Castellani

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Realizzarlo avendo a disposizione venti euro di rimborso per turnocredo che sia ancora più difficile. Renderlo possibile già da ottoanni ha il sapore di una missione impossibile; riuscita. Quandovedo scritte considerazioni sulla vigilanza in TWT nei vari forum dipesca non mi ci arrabbio più, penso che in fondo contro l'ignoran-za e la cattiveria gratuita non ci siano contromisure per difendersise non quelle del fregarsene. Quanto lavoro c'è per gli psicologi,anche se penso che più di uno avrebbe bisogno anche di un bravopsichiatra, lo psicologo potrebbe non essere proporzionale al biso-gno.Carlo Checcaglini:E' un leader e sa come coinvolgere gli altri. E' un grande motiva-tore. Credo che sia il più innamorato di tutti noi del fiume Tevere.Ogni giorno dell'anno, Natale Pasqua compresi, sta in contattodiretto con gl'addetti alla sorveglianza del turno giornaliero. Ognivolta che tocca a me stare di controllo, la sera mi chiama per avereil rapporto della giornata e vuol sapere se ci sono stati problemi ovisto auto o persone sospette e se si , se le ho annotate sull'agen-da che possono poi adocchiare quelli del turno successivo.Stabilisce gl'orari secondo le disponibilità, quasi mai uguali nellasettimana. Il sabato e la domenica mattina è il primo ad arrivaresul fiume. Noi lo prendiamo in giro dicendo che la moglie ed i figlinon lo vogliono in casa. E' merito della sua tenacia se oggi in casodi un problema alla turbina, la sorgente della Tail Water Tevere, siattiva automaticamente un by-pass ed il fiume non perde di por-tata. Secondo alcuni di noi all'ente irriguo, i gestori della diga cheda origine la zrs, non ne potevano più di ascoltare le sue preoccu-pazioni in merito ad eventuali mancanze di flusso d'acqua al fiume.Nel 2007 lo hanno applicato, pur di togliersi dalle scatole ilCheccaglini, ora se c'è qualche problema il bypass va in automati-co. Bravo Carlo.Nel 2006 e nel 2008 abbiamo avuto dei problemi di ordine pubbli-co: alcune bande si affaccendavano a rubare nelle auto dei pesca-

tori. Carlo ci ha "costretti" a lunghi appostamenti per vigilare sulleauto in sosta senza farci vedere, ne dai proprietari ne dai ladri,ovviamente. Delle volte ci siamo nascosti anche sugl'alberi allaTarzan. Talvolta da soli a monitorare l'area a rischio, altre voltecoordinati con carabinieri o polizia. Walky Talky e telefonini citenevano in contatto e avvertivano l'arrivo di auto o bici o perso-ne che non erano pescatori, dei possibili o probabili sospetti. Neabbiamo viste di belle. Nel 2006 io e Giuliano Betti con i carabi-nieri li abbiamo beccati in fragranza, nel 2008 Maurizio Duili eCarlo Checcaglini hanno avuto il loro da fare con due energumenidell'est colti ad aprire un'auto. Erano pure armati; gli slavi.Comunque tutti problemi sempre risolti per merito ed impegno delMosca Club Altotevere. La cosa che rammento meno volentierisono i lunghi appostamenti del sabato mentre tutti stavanopescando e noi a rivolgere lo sguardo alle auto esca messe in queiposti per scoprire chi fossero i criminali che compievano quegli attivandalici. Ogni sabato mattina c'è il raduno del direttivo sul fiume.Si coglie l'occasione per raccogliere i rifiuti lasciati in terra daimolti pescatori a mosca maleducati. Ogni settimana un paio di sac-coni della spazzatura li portiamo ai cassonetti vicino al LagoAzzurro. Nonostante tutto questo impegno c'è sempre qualcosada raccogliere appena finito il giro. In sette anni di pesca credo dinon aver pescato più di cinque volte insieme a Carlo nella TailWater Tevere. Nonostante che non peschi più moltissimo perragioni d'impegni sulla TWT è un bravo pescatore a mosca.Giuliano BettiE' diventata oramai una istituzione sulla Tail Water Tevere. Famosoper i tre telefonini che usa contemporaneamente, anche se ha solodue orecchie come tutti gli umani. E' il personaggio più famosodella Tail Water Tevere. Una icona. Tiene aggiornati su internet eper telefono i fruitori della TWT sullo stato delle acque, schiuse,mosche da usare etc etc. E' suo il numero di telefono sul permes-so di pesca. E'quello che fa arrabbiare più il suo "superiore" Carlo.

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A sinistra: Carlo con la canna di Luca

Sopra. Giuliano pesca pure con le moschedi Luca

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Vederli discutere su qualcosa che non condividono è veramentedivertente, poi alla fine vince sempre il "comandante" Carlo chefa valere la sua autorità. Così che Giuliano, immediatamentedopo il diverbio, chiama al telefono me e Mauro Raspini per cer-care di aver un alleato per la sua tesi non condivisa dal capo. E'una fortuna per noi averlo incontrato. Per vivere fa è il portieredi notte ad un centinaio di chilometri dalla TWT. Lui, per duevolte alla settimana per cinquantadue settimane all'anno, finito dilavorare invece di andare a dormire viene a fare vigilanza sulTevere. La sera finito il turno torna a casa si prepara e torna alavorare. DUE VOLTE LA SETTIMANA NON VA A DORMIRE.TUTTE LE SETTIMANE DELL'ANNO. Solo per amore della TailWater Tevere. E se questo non è amore?. All'inizio della nostraavventura aveva un comportamento meno tollerante e gli piace-va fare il "vigile urbano" del fiume, ora è più consapevole dei pro-pri mezzi ed è molto più disponibile al dialogo fino a quando qual-cuno prova a prenderlo in giro. Questo inverno, un pomeriggio habeccato due bracconieri mentre si riposava sfinito nella sua auto.Non era in servizio l'auto del club ma con la propria ; così pen-sando che fosse un chicche sia, i "braccobaldi" hanno tirato fuorile canne da spinning e andati a pescare davanti dove lui stava

A destra: Cntenuto stomacale diuna trota del Tevere

Sotto: Antonello Guerini control-la l’ardiglione

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riposando. Poverini!?!! Ora si vanta di aver fatto le multe anchementre stava dormendo . L'ho visto parlare con dei cinesi a gesti.Li aveva beccati in flagrante mentre stavano pescando con lemani, al palo 14; sembrava che non parlassero italiano fino aquando la forestale li ha caricati sulla camionetta e li ha portati incentrale. Venivano da Prato. Una scena divertente andata a buonfine. Se c'è bisogno è il primo ad accorrere se sul lago diMontedoglio qualcuno lo avverte che c'è qualche furbetto che stapescando con il vivo il luccio. Uno stacanovista. Attenzione! Nonportate fidanzate o mogli con voi perché è un Casanova. FrancoSquarcialupi e Antonello Guerrini:Quando l'amministrazione d'Arezzo decise che noi diventassimoaffiliati Fipsas Franco aveva già contribuito al nostro progetto edera già il vice presidente Fipsas della sezione d'Arezzo. Ora ognilunedì è in servizio sulla Tail Water. E' un decano degl'istruttoridella scuola italiana di pesca a mosca (S.I.M), e dispensa consiglisu posti, lanci e mosche a tutti quelli che lo richiedono. Forse è trai guardapesca più attenti, quasi sempre gira a piedi durante il ser-vizio ed appare all'improvviso dal nulla, qualche volta se si è assor-ti non dico che spaventi ma di certo sorprende vederlo comparireda dove non te lo aspetti. Mentre Antonello credo che sia il piùsfortunato. Abita vicino alla TWT ed in caso di bisogno è semprequello a cui viene richiesto aiuto. Sempre gentile e disponibile coni pescatori a mosca, si contende con Giuliano e Franco il primatodei "bracchi" beccati, anche se questi ultimi anni il controllo non ècosì impegnativo come i primi tempi dall'istituzione dell'area aregolamento specifico. Anche se non si può abbassare la guardiaspecialmente nel periodo di lavoro in campagna con molti extraco-munitari con impieghi stagionali che lavorano al margine del fiume.Poi ci sono i vari Maurizio, Bebo, Carlo Sorchi, il Borghesi, Danieleed il Bonini che contribuiscono al controllo come supporto ed inturni che rimangono scoperti improvvisamente.Da fuori non è faci-le vedere il lavoro che c'è per organizzare quello che riguarda la

vita di una gestione. Non è solo il permesso di pesca e ripopolarecon tot pesci il tratto di fiume come molti pensano. Frequentimonitoraggi per capire lo stato del fiume e dei suoi abitanti constorditure e rilevamenti dell'indice IBE vengono fatti durante l'arcodell'anno dove tutto lo staff del mosca club e l'ufficio della provin-cia danno una mano. Il controllo continuo dell'avvistamento delletrote nate, il rilevamento delle zone di frega dei temoli sono tutticompiti che ci competono. I piani di ripopolamento vengono stila-ti in funzione alla raccolta di questi dati. Fare attenzione e vigilaresul taglio massimalistico degl'alberi e la messa in atto delle centra-line idroelettriche, già due volte pericoli sventati, sono altri com-piti oscuri che ci si prende parte, che ci siamo attribuiti. In inver-no dobbiamo iniziare presto al mattino, spesso essere sul fiumeall'alba per spaventare con i petardi e clacson gl'aironi e le garzet-te che banchettano su i letti di frega delle trote. Presidiare le bri-glie e fare da dissuasori ai cormorani. Il compito più ingratocomunque rimane il confronto con i locali. Sempre scontenti esempre più pretenziosi nei confronti della gestione e delle amini-strazioni. Qualche volta riescono a fiaccare anche il nostro presi-dente che è un lottatore indomito, ma si riprende subito, e riparteancora con più tenacia di prima. Al controllo dei permessi puòcapitare che non si dia la priorità perché si ritengono più impor-tanti altre cose in quel frangente, in quella giornata, perciò se capi-ta che un giorno nessuno vi controllerà il permesso di pesca nonvorrà dire che nemmeno uno di noi sia presente sul fiume, maquello che sta di servizio ha compiti al momento più importanti, oil controllo lo farà in orari differenti. Per capirci mentre tutti noi ilgiorno di Natale o Pasqua eravamo con le nostre famiglie per ilconvivio, qualcuno di noi era, è stato e sarà anche per questedate in futuro, sul fiume. E se sarà di domenica toccherà a me.

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Sopra: Raspini controlla la conducibilità

A destra: barra 18 in inverno

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Filippo ci porta da riva a riva

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Luca Enrico Bedoe Filippo

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Right up until the time of Halfords book "Dr-Fly Fishing" (1889)most of the fly patterns in Britain were what we would today call'wet's'. So for nearly 2000 years fly fishermen (from Macedoniantimes) were either using non hackled winged flies or flies with adubbed body and hackle. And they were very effective, althoughthe pressure on rivers was far less than today.When Frederick M Halford published his book there was a wideswing away from traditional wet flies to dry flies. Even todaythere are clubs and waters in Britain, which ban the use of any-thing else but dry flies and many fly fishermen class themselvesas "a dry fly only man". How they must be missing out on somefine fishing.In 1794 a corn miller by the name of William Pilling produced theearliest known list of Yorkshire trout flies, 12 in total, and in 1807

Fino ai tempi del libro di Halford "Dr-Fly Fishing" (1889), la mag-gior parte dei dressing britannici era quello che oggi chiamere-mo "sommerse". Da quasi 2000 anni, quindi dai tempi deiMacedoni, i pescatori a mosca utilizzavano mosche alate senzahackle o mosche con un corpo in dubbing e hackle. Ed eranomolto efficaci, anche se va detto che la pressione di pesca suifiumi era molto inferiore a oggi. Quando Frederick M Halford pubblicò il suo libro, vi era una gran-de tendenza a spostarsi dalle sommerse tradizionali alle secche.Perfino oggi, ci sono club e acque in Gran Bretagna, dove sonoproibite tutte le mosche tranne le secche e molti PAM si defini-scono come "PAM solo a mosca secca". Ma si stanno perdendouna buona parte di ottima pesca a mosca. Nel 1794 un mugnaio che si chiamava William Pilling, produsse

LLLLaaaa mmmmoooossssccccaaaa ssssoooommmmmmmmeeeerrrrssssaaaaccccoooonnnn hhhhaaaacccckkkklllleeee -- uuuunnnnaaaa ttttrrrraaaa--ddddiiiizzzziiiioooonnnneeee ddddiiiimmmmeeeennnntttt iiiiccccaaaattttaaaa????

Di: Philip Bailey

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John Swarbrick produced his manuscript "List of Flies for theRiver Wharfe". This was the beginning of the North Country fly-fishing school. These patterns remain largely unchanged and areused with great success today on the rivers of the North Countryof England.There were a number of schools of thought about fishing aroundthis time. The 'Halfordian' and the 'North Country' schools werejust two. Others included the Derbyshire 'Bumbles', the ClydeStyle flies from the Scottish Border and the extremely sparseTummel flies which are rarely seen these days.The Hackled Wet Fly from Swarbrick's time - or North CountrySpiders as they are called today - was designed to fish the SpateRivers of northern England. The trout in these rivers (at thattime reaching 3 to the pound) were not prolific rising fish and

la lista più antica di Mosche da trota per lo Yorkshire: in totale12 E nel 1807 John Swarbrick produsse il suo manoscritto "Listof Flies for the River Wharfe". Questo era l'inizio della NorthCountry fly-fishing school. Questi dressing rimangono in granparte immutati e sono utilizzati tuttora nei fiumi inglesi del nord. Vi era una serie di scuole di pensiero in merito alla pesca a queltempo. La scuola "Halfordiana" e quella North Country erano duedi esse. Altre comprendevano la Derbyshire 'Bumbles', le moscheClyde Style dal confine scozzese e le poco vestite Tummel fliesche si vedono solo raramente oggi. Le mosche sommerse con hackle dei tempi di Swarbrick - o iNorth Country Spiders come sono definite oggi erano nate perpescare nei cosidetti Spate Revers del nord dell'Inghilterra (si

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the anglers needed to develop a technique different to thoseused on the southern rivers where fish rose freely. Even today,anglers visiting the streams of the north are confounded by theswift rise of spate river fish neither seeing the rise or the takingof their fly on many occasions.These flies were designed to be fished just under or in the watersurface (no deeper than 5 cm) imitating an adult struggling toget out of the water surface, a drowned adult, an emerginginsect or a nymph depending on how they are fished. Oftenfished as a set of flies, and an expert can extract fish from pla-ces others pass by.I guide and teach people to fish this traditional method right onthe River Wharfe in Yorkshire where it all began some two hun-dred years ago. Fishing them requires concentration, control andknowledge of where fish are likely to lie waiting for food to entertheir environment. It is exacting fishing, much harder to becomeexpert in that other forms of fly-fishing (although some nymphtechniques would equal it).Traditionally, spiders were fished upstream. The difficulty of thistechnique for most fly fishers is discerning the take, which wasprobably the catalyst for many spider fly fishermen to convert todownstream techniques.How to fish traditional spider patternsThe trick to successful upstream spider fishing is control of theflies. You must keep in constant touch with them as they driftback towards you in fast water. This requires frequent mendingof the line with your free hand while at the same time keepingthe rod high.Long casting is not required, so frequent short casts are madekeeping as much (if not all) of the line off the water. The fly-fisher must concentrate on where the flies are for any indication

tratta fiumi veloci o torrenti di montagna che risentono dellepiogge ma che ritornano velocemente allo stato normale). Letrote in questi torrenti non salivano moltissimo sulle secche e ipescatori avevano quindi la necessità di sviluppare una tecnicadiversa da quella usata nei fiumi del sud dove invece salivanomolto di più. Perfino oggi i pescatori che visitano i torrenti delnord rimangono sorpresi dalla velocità della bollata senza cheessi riescano a vedere né la bollata né la salita del pesce. Queste mosche sono progettate per lavorare appena sotto lasuperficie o nella pellicola (non più di 5 cm sotto la superficie) eimitano una mosca ormai adulta che cerca di liberarsi della pel-licola, o un adulto "annegato", una ninfa emergente secondo lamaniera che esse sono utilizzate. Spesso utilizzate in trenini espesso i pescatori esperti catturano in posti che altri non pren-derebbero nemmeno in considerazione. Io faccio la guida e insegno a pescare con questo metodo tradi-zionale proprio nella Fiume Wharfe nell'Yorkshire dove tuttoebbe inizio circa duecento anni fa. La pesca con questo metodorichiede concentrazione, controllo e la conoscenza di dove letrote potrebbero essere in attesa che il cibo arrivi alla loro por-tata. Si tratta di una pesca impegnativa che è molto più difficileda imparare rispetto alle altre forme di pesca a mosca (anche sealcune tecniche della pesca a ninfa la eguagliano). Tradizionalmente gli spider erano pescati a risalire. La difficoltàdi questa Tecnica per la maggior parte dei PAM era riuscire a per-cepire la tocca e questo ha probabilmente contribuito alla sceltadi cambiare Tecnica in una a scendere. Come pescare con Spider tradizionali Il trucco per avere successo nella Tecnica a risalire è di averesempre il controllo delle mosche. Occorre mantenere costante-mente il contatto con loro mentre vi vengono incontro. Questo

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Leggenda (Alto in Basso)Alzare la canna mentre le mosche vi vengono incon-tro.Cercare di tenere il filo fuori dall'acquaFare balonzare la mosca sul primo bracciolo insuperficie

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of a take. Hence, the need to consider long rods for this work.Make no mistake about it, this is demanding fishing and is muchmore sophisticated than dry fly fishing.

Fast water is religiously searched, casts are made in every likelyholding place - fast runs, behind and in front of rocks, along theedge of faster water, almost every piece of water is explored.Traditionally, the downstream technique consists of a cast madeacross the current, downstream about 45 degrees to the bank.This will mean the line will swing across the river and currentand they straighten out once the line and leader are directlydownstream from the fly fisher.As the line completes it journey across the currents, the fliesswing upwards to towards the surface inducing the fish to takethe fly as though it is am emerging nymph.Despite the scorn by some anglers, this method can be veryeffective. Certainly, if executed correctly, the fish will see the flybefore the line and many trout can be taken this way.This technique was more sophisticated and is better termed'across and down'. Edmonds and Lee (Brook and River Trouting- 1916 and the current bible of North Country fishing) describedis at…."the angler faces the bank towards which he purposesfishing, casts across and slightly upstream, then allows the fliesto be carried without drag till they reach the point a few yardsbelow where they alighted upon the water. Wading downstreama yard or more, he repeats the cast, until the whole stream hasbeen worked out in this manner". And is almost as demandingas the upstream one. Again, a long rod allows the fly fisher tokeep the fly line off the water and get as long a drag free driftas possible. It requires the fly fisher to 'throw' the cast upstre-am so that the flies alight downstream from the fly line and then

richiede mending frequenti con la mano libera e allo stessotempo mantenendo in alto la canna. Non servono lanci lunghi, quindi lanci corti e frequenti mante-nendo la maggior parte (anche tutta) la coda fuori dall'acqua. Ilpescatore deve concentrarsi sul punto dove si trovano le moscheper percepire la salita della trota. Ecco il perché della necessitàdi canne lunghe. Ma non v'illudete, si tratta di una tecnica diffi-cile ed è molto più complicata della pesca a secca. SI cercano I punti con maggiore flusso e si lancia in ogni puntodove c'è probabilità di catturare - acque veloci, dietro e davantialle rocce. In pratica ogni punto acqua viene esplorato. Tradizionalmente la tecnica a scendere prevede un lancio in cor-rente a valle in diagonale e a 45°. Questo significa che la codatenderà a fare un arco e raddrizzarsi una volta che tutta la codae le mosche si troveranno a valle rispetto al pescatore. Mentre lacoda esegue questo movimento attraverso la corrente, lemosche tenderanno a spostarsi in alto come se fossero delleninfe emergente. Nonostante il disprezzo da parte di alcuni PAM,questo metodo può rivelarsi molto efficace. Certamente se ese-guito correttamente, il pesce vedrà la mosca prima della coda ein questo modo aumenta il tasso di successo. Questa era una tecnica più sofisticata e meglio nota come "ditraverso e a valle". Edmonds e Lee (Brook and River Trouting- 1916 e attuale bibbia del North Country fishing) lo descrivonocome: …."il PAM si pone verso la riva dove intende pescare, lan-cia di traverso e appena a monte, lascia che la corrente traspor-ti le mosche senza dragaggio fino che giungo a qualche metroda dove sono state posate in acqua". Il pescatore si sposta avalle di un metro e riesegue il lancio finche non ha sondato inquesta maniera tutto il torrente.". La tecnica è impegnativaquasi come la tecnica a risalire. Anche qui è d'uopo una canna

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for him/her to constantly mend line to remove drag. At times you will see fish rising to which you can cast above, butmost of the time you are searching water, trying to entice a fishto take one of the flies.Water like this is classic 'spider water and can be fished upstre-am or downstream. Italy has many rivers on which this traditio-nal style of fishing can be applied.So how do you tie them? There a quite a lot of patterns to choo-se from and but I am only going to give three - Orange &Partridge, Waterhen Bloa and Snipe and Purple. These three areconsidered the best of all the North Country style patterns andhave caught fish for me all over the world. You could also tiethem in the classic Italian Valsesiana style.Orange & Partridge (This pattern can be traced back to theTreatyse of Fishing With an Angle - 1496)Hook: Size 14 - 16Silk: Pearsall's Orange well waxedHackle: 2 turns of brown English Partridge

lunga che permette di tenere la coda fuori dall'acqua e per otte-nere una passata il più possibile senza dragaggio. Il PAM lanciaa monte in modo che le mosche si posino a valle rispetto allacoda e poi esegue una serie costante di mending per eliminareil dragaggio. Se si vede una bollata, si lancia leggermente a monte, ma lamaggior parte del tempo si pescherà in caccia cercando di con-vincere il pesce a prendere una delle mosche. Torrenti come questo sono tipicamente da spider classici e pos-sono essere pescati a salire o a scendere. In Italia vi sono moltifiumi nei quali si può pescare con le tecniche tradizionali. Comesono I dressing? Vi sono molte versione da cui scegliere ma iove ne darò solo tre - Orange & Partridge, Waterhen Bloa e Snipeand Purple. Queste tre sono considerate I migliori dressing dellostile North Country e mi hanno permesso di catturare in tutto ilmondo. Si potrebbe costruire anche nello stile classico allaValsesiana.Orange & Partridge (Questo dressing si trova perfino nel

Da web Da web Da web

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Waterhen (Moorhen) Bloa.Hook: Size 14 to 18Silk: Pearsall's Yellow well waxedDubbing: Water rat (Mole is a good substitute) dubbed sparsely(see tying instructions)Hackle: 2 turns of under covert feather of a water hen wingSnipe & Purple.Hook: Size 16 - 18Silk: Pearsall's Purple well waxedHackle: s turns of snipe covert featherHow to tie a North Country Spider (Waterhen Bloa)Step 1:Prepare a feather and tie it in at the head of the fly, then takethe tying thread down to a point immediately above the hookpointStep 2:Now sparsely dub on some fur. This needs to be very minimaland you should see the thread through the dubbing. Try it andthen half what you put on and you are about right. Take the dub-bed thread back up to the featherStep 4:Take two turns of the feather and then tie off.A very simple and deadly pattern when fished correctly. It willperform well on many rivers around the world. I have caughttrout on this fly in over 10 countries.

Treatyse of Fishing With an Angle - 1496.)Amo: # 14 - 16Seta: Arancione Pearsall's cerataHackle: 2 giri di Pernice Marrone inglese. Waterhen (Gallinella) Bloa.Amo: da # 14 a 18Seta: Pearsall's Gialla cerataDubbing: Ratto acquatico (o Talpa come sostituto) sparso (vediistruzioni per la costruzione.)Hackle: 2 giri di piume copritrici di gallinella d'acquaSnipe & Purple.Amo: # 16 - 18Seta: Pearsall's Viola ceratoHackle: 2 giri di piume copritrici dell'ala di beccaccino.

Passaggi costruttivi per uno spider North Country (WaterhenBloa)Preparare una piuma e fissarla all'occhiello. Portare il filo di mon-taggio sull'amo in un punto all'altezza della punta. Applicare un dubbing sparso di pelo. Deve essere molto poco esi deve potere vedere il filo di montaggio attraverso il dubbing.Provare ad applicare un po' di dubbing, poi dimezzarlo e dovre-sti avere la quantità giusta. Avvolgere il dubbing verso la piuma Avvolgere la piuma - due giri e fissarla con nodo di chiusura.Un dressing molto efficace se utilizzato bene. Funziona bene inmolti fiumi e io ci ho preso trote in più di 10 paesi.

Traduzione e adattamento a cura di Moreno Borriero -www.mbrods.it

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Fase 1

Fase 2

Fase 3

Fase 4

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77°° SSIIMM FFLLYY FFEESSTTIIVVAALL 22001100

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Il 19 e 20 giugno 2010, si è tenuto come ogni anno, il 7° SIM FLYFESTIVAL 2010, svoltosi nel Convento della Maddalena a Casteldi Sangro dove si trova anche il Museo della Pesca a Mosca"Stanislao Kuckiewicz".Si tratta della più grande festa della pesca a mosca organizzatadalla S.I.M. la Scuola Italiana di Pesca a Mosca in Italia.

La manifestazione racchiude vari eventi, sia culturali che didattici, tracui:La 10^ Mostra Internazionale di arte contemporanea "l'arte dellapesca…la pesca nell'arte", è stata inaugurata sabato 19 giugno, nellasplendida cornice dell'ex Convento della Maddalena a Castel di Sangro,alla presenza del Vice-Sindaco di Castel di Sangro Avv. Angelo Caruso,dell'Assessore all'Ambiente Dott. Giuliano Pallotta, del Presidente dellaComunità Montana Alto Sangro e Altipiano delle Cinquemiglia Dott.Angelo Patitucci, del Presidente dell'Archeo Club D'Italia Sede di Casteldi Sangro Dott. Giovanni Romito, del Presidente dell'Associazionepescatori sportivi di Castel di Sangro Antonio Gasbarro, nonché delDirettore Artistico e curatore della mostra il maestro Lino Alviani.Alla Mostra hanno aderito 22 Artisti sia italiani che stranieri che hannodovuto interpretare un tema molto particolare ed a volte lontano dalleproprie cifre espressive, un tema che, a volte, ben pochi conoscono,ma che sono riusciti comunque a rendere in maniera egregia.Artisti differenti per formazione e per scelte operative e per progettua-lità di lavoro, si sono confrontati su questa particolare proposta che èdiventata campo privilegiato di analisi, indagine ed espressione. Il lin-guaggio utilizzato, al di là delle possibilità espressive offerte da altrimedia, si è sviluppato principalmente con mezzi tradizionali (pittura,scultura, fotografia), scelti quindi come contaminazioni che in definiti-va poi sono diventate emblema di un sentire comune.La mostra ha ricevuto come per gli anni scorsi, l'ambito riconoscimen-to del patrocinio della Presidenza del Consiglio regionale dell'Abruzzo,a testimonianza dell'importanza anche culturale della manifestazione.

Sopra e nella pagina a fian co: Due momenti dellapresentazione del corso

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Per l'occasione è stato realizzato un catalogo delle opere esposte con il contributo della Puccioni Spa.Gli Artisti che hanno esposto le loro opere sono: Michele PeriBiagio CivaleBruno ColalongoStefania ForesiCecilia FalascaKazumi KuriharaMargherita Levo RosenbergAdriano ManocchiaValeria VitulliFilly CusenzaEster CrocettaClaudio GaspariNatale CasinoChiara GerosaStrambettyMichele MontanaroRoberto MicolucciOscar ConsortiLoredana IannucciOttavio PerpetuaRiccardo RighiniAlberto Coppini

Tutti gli Artisti hanno donato l'opera proposta per la costituzione del Museo della pesca nell'arte che vedrà le opere in esposizione per-manente presso il Convento della Maddalena di Castel di Sangro.Domenica 20 giugno gli artisti presenti si sono cimentati in una estemporanea realizzando su una sagoma di trota le espressioni arti-

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stiche di ciascuno, riscuotendo un notevolesuccesso da parte del pubblico presente, que-ste opere andranno anch'esse ad arricchire lacollezione del neonato museo della pesca nel-l'arte.Laboratorio di Fly TiersQuest'anno per il Sim Fly Festival gli organizza-tori hanno scelto una formula nuova che haprevisto dei laboratori per vari settori: quello dicostruzione mosche artificiali, che vedeva almorsetto diversi flytier nazionali ed internazio-nali che mettevano a disposizione dei presentiparte del loro tempo per dei mini corsi dicostruzione preventivamente stabiliti con delletiming table in modo di consentire un correttosvolgimento della manifestazione. Molti si sonomessi in lista per cercare di apprendere l'artedella costruzione dagli artisti della costruzione.

Il laboratorio di costruzione canne in bambooove è stato possibile ammirare la sapiente arteportata avanti e diffusa in Italia dall'IBRA -Italian Bamboo Rodmaker Association, asso-ciazione che non ha bisogno di presentazioni.E' intervenuto anche il presidente GabrieleGori, oltre a Marco Orlando Giardina, AndreaFerranti e Massimo Tirocchi.Tra gli allievi per i mini corsi di costruzione dibamboo, l'IBRA ha messo sui binari di questastupenda arte, anche il presidente della S.I.M.Osvaldo Galizia, promettente allievo dedicato

Foto artisti impegnati nell'estemporanea

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esclusivamente alla piallatura!!!!

Laboratorio di pesca a mosca e mini corsi di lancio con tecnica TS Gli istruttori della S.I.M. hanno tenuto mini corsi di apprendimento dipesca a mosca con la Tecnica Sim ai numerosi partecipanti alla manifestazione, sia sul prato che sulle rive del fiume Sangro.Per molti è stato un primo approccio per conoscere la scuola e la tecnica di lancio TS che viene sviluppata dal corpo istruttori.Il laboratorio di costruzioni artificiali, è stato animato da ben 16 tra i migliori fly tyers italiani e stranieri, che hanno entusiasmato i par-tecipanti con le loro tecniche innovative e creative.Questo l'elenco dei fly tiers presenti:Alberto Calzolari Angelo Rosorani Walter Luzi

Fabrizio Gajardoni Ezio Celeschi

Michele Di Berardino Nunzio Troisi Lino Pontrandolfo Pasquale Monda Antonio Sabetta

Claudio D'AngeloEri D'AddarioSteve ThorntonDale RusbhyKeith Wallington Chris Reeves

a destra: banco di piallatura

nella foto sotto:fly tiers

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E come sempre un ospite ormai di casa al Sim Fly Festival, l'amico Antonio Pozzolini con la sua consorte. Ghiotta occasione per i pre-senti per ammirare i nuovi prodotti avendo anche la possibilità di provare attrezzature e valutare i prodotti con mano, senza parlaredel materiale da costruzione e degli ormai famosi ami Pozò, dal prezzo competitivo e dalla qualità ormai testata, soprattutto dagli amicidel Mosca Club Campania.Non poteva inoltre mancare la coppia più invidiata d'Italia, Alberto Salvini e Marica Cicoria, che con la loro esperienza e la loro gradi-ta presenza hanno arricchito come ogni anno l'evento.

Il SIM FLY FESTIVAL è stato preceduto da tre eventi didattici molto importanti, coordinati dal punto di vista tecnico-didattico daRodolfo Cattaneo e per la parte organizzativa da Luca Cosenza. In particolare il 25° corso Aspiranti Istruttori S.I.M. che si è svolto dal

Nella foto: Antonio Pozzolini con Consorte

Alberto Salvini e Marica Cicoria

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14 al 18 giugno che ha visto la partecipazione dinumerosi allievi che sotto la guida degli istruttoriJean Pierre Panizzi, Marcel Formica e BrunoRighetti, hanno lavorato per ben cinque giorni atempo pieno per conseguire l'ambito riconoscimen-to di istruttore SIM.Anche i partecipanti al 143° Corso di perfeziona-mento hanno lavorato per cinque giorni per miglio-rare la tecnica di lancio e per conseguire il visto diammissione per il corso istruttori 2011, seguiticostantemente dagli istruttori Antonio Di Blasio,Lorenzo Longhi.Allo stage per istruttori ha preso parte il corpoistruttori della SIM che sotto la guida sapiente diMarino Di Luca, Angelo Rosorani e Piero Scortechini,hanno perfezionato le tecniche di insegnamento e imetodi didattici della scuola.Come completamento del 7° SIM FLY FESTIVAL, laS.I.M. come ogni anno, ha organizzato sabato 19giugno, una cena presso l'Hotel Pizzalto diRoccaraso, dove hanno preso parte artisti, flytiers,soci e istruttori S.I.M. nonché figure istituzionali checontinuano a credere in questa iniziativa atta a dif-fondere questa tecnica e questa mentalità modernae rispettosa dell'ambiente.La manifestazione è stata oggetto di un ampio ser-vizio televisivo da parte della maggiore TVRegionale Abruzzese, Rete8, che contribuirà certa-mente a veicolare la pesca a mosca ed i suoi princi-pi anche tra il grande pubblico. Per il prossimo anno il Sim Fly Festival, avrà un pro-gramma ampliato con numerose sorprese, tra lequali la scoperta di nuove tecniche di pesca a mosca

25° Corso per AspirantiIstruttori143° Corso di Perfezionamento

Cena S.I.M.

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"con l'aquilone" che sostituirà la classica ed ormai vecchia canna, (Vedi Foto) andando a coinvolgere anche i mass media nazionali perportare la pesca a mosca ed i suoi principi fondamentali quali la conoscenza ed il rispetto degli ambienti fluviali, oltre lo steccato delmondo della pesca a mosca, contribuendo a far conoscere anche ai non addetti ai lavori la bellezza di questo splendido hobby.Questo potrà realizzarsi grazie alla collaborazione dei pescatori a mosca e delle amministrazioni locali che devono tendere sempre dipiù alla tutela del patrimonio naturale per lo sviluppo di attività economiche sostenibili e compatibili con la conservazione degli ambien-ti.Un ringraziamento particolare va al Comune di Castel di Sangro che ha collaborato, garantendo l'ospitalità agli arstisti e fly tiers pre-senti, all'Hotel Pizzalto che da sempre supporta la SIM mettendo a disposizione la propria struttura logistica e soprattutto una grandedose di pazienza e cordialità.

Ufficio Stampa S.I.M.

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