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IVAN EVTYUKHIN NUOVA IMMAGINE DELLA CAPITALE RUSSA ALL’INIZIO DELL’OTTOCENTO LA BORSA MARITTIMA DI SAN PIETROBURGO E L’IDENTIFICAZIONE DEL SUO ARCHITETTO ESTRATTO da ARCHITETTURA E IDENTITA ` LOCALI I a cura di LUCIA CORRAIN eFRANCESCO P. DI TEODORO Leo S. Olschki Editore Firenze

Evtyukhin. Architettura e identità

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IVAN EVTYUKHIN

NUOVA IMMAGINE DELLA CAPITALE RUSSAALL’INIZIO DELL’OTTOCENTO

LA BORSA MARITTIMA DI SAN PIETROBURGOE L’IDENTIFICAZIONE DEL SUO ARCHITETTO

ESTRATTOda

ARCHITETTURA E IDENTITA LOCALII

a cura diLUUCCIIAA COORRRRAAIINN e FRRAANNCCEESSCCOO P. DII TEEOODDOORROO

Leo S. Olschki EditoreFirenze

BIBLIOTECA DELL’ «ARCHIVUM ROMANICUM»Serie I: Storia, Letteratura, Paleografia

424

ARCHITETTURAE

IDENTITA LOCALI

I

a cura di

LUCIA CORRAIN e FRANCESCO P. DI TEODORO

LEO S. OLSCHKI EDITOREMMXIII In coperta: Miniatore degli inizi del sec. XVI, David.

Biblioteca Provinciale dell’Aquila ‘‘Salvatore Tom-masi’’, Corale 4 (Salterio-Innario), iniziale istoriataD(ixi), f. 40v.

B.A.R.

I

Vol. 424

LEO S.

OLSCHKI

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ITE

TT

UR

AE

IDE

NT

ITA

LO

CA

LI

–I

ISSN 0066-6807

ISBN 978 88 222 6283 7

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LUCIA CORRAIN e FRANCESCO P. DI TEODORO

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Biblioteca Provinciale dell’Aquila ‘‘Salvatore Tom-masi’’, Corale 4 (Salterio-Innario), iniziale istoriataD(ixi), f. 40v.

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ARCHITETTURAE

IDENTITA LOCALI

I

a cura di

LUCIA CORRAIN e FRANCESCO P. DI TEODORO

Indici a cura di

EMANUELA VAI

LEO S. OLSCHKI EDITOREMMXIII

Tutti i diritti riservati

CASA EDITRICE LEO S. OLSCHKI

Viuzzo del Pozzetto, 850126 Firenze

www.olschki.it

Pubblicazione realizzata con il contributo del Ministero dell’Istruzione, dell’Uni-versita e della Ricerca (PRIN 2008), Politecnico di Torino, Politecnico di Milano,Scuola Normale Superiore di Pisa, Universita degli studi ‘‘G. d’Annunzio’’ diChieti-Pescara (Dipartimento di Lettere, Arti e Scienze Sociali), Universita delMolise.

ISBN 978 88 222 6283 7

IVAN EVTYUKHIN

NUOVA IMMAGINE DELLA CAPITALE RUSSA

ALL’INIZIO DELL’OTTOCENTO

LA BORSA MARITTIMA DI SAN PIETROBURGO

E L’IDENTIFICAZIONE DEL SUO ARCHITETTO

E ben nota l’opinione che Francesco Algarotti aveva espresso nel 1739sull’architettura di San Pietroburgo:

Assai belle mostrano ancora di essere le Fabbriche di Pietroburgo, [per] chi ha negliocchi i casamenti di Revel, e delle altre citta di questo Settentrione. Ma il terreno su cui efondata e basso, paludoso: l’immenso bosco, dov’ella siede, non e punto vivo, non grancosa buoni sono i materiali di che ella e fabbricata; e i disegni delle fabbriche non sononi di un Inigo Jones, ni di un Palladio. Regna qui una maniera di architettura bastardatra la Italiana, la Francese e la Olandese. Domina pero la Olandese.1

Settantacinque anni dopo Algarotti, nel 1814, un anonimo chirurgo dellaflotta di Gran Bretagna descriveva l’architettura della capitale russa in un mo-do diverso:

Other capitals may be larger or richer, but in beauty none for a moment can come incompetition with the Queen of the North. Hers is the triumph of Architecture (The styleof building in the Russian Capital resembles that of Waterloo Place, and throughoutthat city, very little inferior to it-in all the public works much superior).[...] Regularitypervades the whole; the parts are so well fitted and adapted to each other that we canscarcely find any thing to condemn. It is a city of palaces rising in the midst of marshes.2

Sempre nell’anno 1814, quando l’ufficiale della flotta inglese era in visita aSan Pietroburgo, stavano per concludersi i lavori del cantiere che risulto uno

1 F. ALGAROTTI, I Viaggi in Russia, Fondazione Pietro Bembo, 1991, pp. 58-59.2 A voyage to St. Petersburg in 1814, with remarks on the Imperial Russian navy, Londra, Ri-

chard Philips & Co. 1822, p. 36.

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dei piu grandiosi e costosi in tutta la storia della citta, cioe della Borsa Marit-tima,3 opera dell’architetto francese Thomas de Thomon. L’edificazione del-l’insieme della nuova Borsa Marittima con il porto, iniziata nel 1805, diedeinizio alla creazione di tutta una serie di complessi architettonici che avrebbe-ro strutturato il centro della citta durante il regno di Alessandro I. Thomas deThomon, Andrej Voronikhin e Andrian Zakharov diedero il via a questo pro-cesso, mentre Carlo Rossi, al termine delle guerre napoleoniche, lo porto altermine.

L’imperatore Alessandro I, salito al trono ancora molto giovane, nei primianni del suo regno fu pieno di zelo nel «riformare sistematicamente il bruttoedificio dell’amministrazione imperiale e di conferirgli delle garanzie offertedalla Costituzione regolata secondo il vero spirito della Nazione».4 Inoltre,nel primo Ottocento lo Stato russo fu costretto ad affrontare un nuovo potereeuropeo, finora mai visto. Al posto della vecchia Europa delle corti, era appar-so un impero guidato dal ‘geniale’ Napoleone che in breve periodo riuscı asottomettere quasi tutta l’Europa Occidentale e si avvicino ai confini con laRussia. In pochi anni, Alessandro I riuscı a rafforzare lo Stato imperiale rea-lizzando un’importante riforma amministrativa accompagnata da un grandio-so programma di miglioramento delle finanze, del trasporto, del commercio,dell’esercito sacrificando in gran misura le spese della corte nonche la costru-

3 Anzi, si potrebbe affermare che l’evoluzione dell’architettura bastarda di San Pietroburgo, de-scritta da Algarotti, verso il trionfo della stessa, esaltato da un ufficiale inglese, coincide grosso modocon il periodo della costruzione di due Borse Marittime di San Pietroburgo, quelle di Giacomo Qua-renghi e di Thomas de Thomon, cioe con il quarantennio tra 1780 e 1820. Dai documenti del co-siddetto Gabinetto Imperiale risulta che gia nel 1780 Giacomo Quarenghi, arrivato in Russia menodi un anno prima, aveva ricevuto un pagamento per l’esecuzione del modello della Borsa. Il progettofu approvato dall’imperatrice Caterina II il 17 dicembre 1781, la costruzione della Borsa inizio treanni dopo e ando avanti per altri tre anni, finche Caterina con un ordine personale non fermo prov-visoriamente tutta l’edificazione statale a San Pietroburgo, viste le spese per la guerra russo-turca. Inquel periodo, l’edificio era gia arrivato al livello della cornice, ma la sua costruzione non ando mai piuavanti, benche al termine della guerra, tutte le altre opere di Quarenghi fossero state portate al com-pimento. Nel 1803, un’ispezione organizzata dal Ministero del Commercio trovo il cantiere dell’edi-ficio in uno stato soddisfacente e presento un preventivo di 208,800 rubli per concludere i lavori. IlMinistro del Commercio, conte Nicolaj Rumiantsev, rapporto quel risultato all’imperatore Alessan-dro I menzionando anche la presenza di due progetti della Borsa elaborati da Thomas de Thomon. Ilprimo progetto dell’architetto francese prevedeva la demolizione completa dell’edificio di Quarenghie, considerando anche il porto progettato accanto alla Borsa, aveva un preventivo di 1,025,640 rubli;l’altro progetto prevedeva invece l’impiego parziale della struttura gia esistente e aveva un preventivoquasi due volte piu economico – di 569,300 rubli. Il 24 febbraio del 1804, l’imperatore approvo il piucostoso progetto della Borsa di de Thomon; l’edificio mai compiuto quarenghiano fu completamentedemolito. Secondo l’ordine personale dell’imperatore la costruzione della Borsa andava conclusa inquattro anni, eppure si protrasse per piu di dieci anni vista la mancanza dei fondi statali, provocatada una serie di guerre antinapoleoniche.

4 A.N. PYPIN, Obssestvennoje dvizenie pri Alexandre I [Il movimento sociale sotto Alessandro I],San-Pietroburgo, Stasjulevic 1885, p. 34.

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zione delle nuove residenze imperiali. Questo non venne a significare pero chel’edilizia statale nella capitale fu sospesa, anzi: proprio in quegli anni a SanPietroburgo apparvero dei grandiosi monumenti pubblici mai visti nell’epocaprecedente. Sebbene Alessandro fosse il vero erede ed anche il prodotto del-l’educazione impartitogli dalla nonna, il primo stile architettonico del suo re-gno fu chiaramente diverso da quello di Caterina II. Al neoclassicismo di gu-sto palladiano rappresentato soprattutto da Giacomo Quarenghi, l’architettopreferito dell’imperatrice nell’ultimo ventennio del Settecento, subentro unostile fortemente influenzato dalla ‘nuova’ architettura francese. Proprio la Bor-sa pietroburghese rappresenta uno dei migliori esempi dell’impiego della ‘pro-duzione avanguardista’ francese: si tratta soprattutto di quei progetti che,apparsi nell’ultimo Settecento nell’ambito dei Concorsi dei Grand Prix del-l’Academie de l’Architecture di Parigi, per la maggior parte erano rimastisu carta.5 Verso l’inizio dell’Ottocento, la nuova citta di Pietroburgo, caratte-rizzata da un centro ancora non del tutto definito architettonicamente, e do-minata dallo spazio immenso della Neva che la divideva in tre parti, risponde-va perfettamente all’aspirazione alla grandezza e all’universalita degli architettifrancesi della fine del Settecento:

The style of the Rome Prize entries of the last quarter of the eighteenth centurymay be called the first of the of the Neoclassical trends prevalent in St Petersburgduring the reign of Alexander I: the grandeur which seemed to look towards the fu-ture, the clear geometrical lines, the abundance of colonnades fitted the architecturalscale of Russia’s capital. The architectural evolution of the Enlightenment era, inter-rupted by the French Revolution, continued in Alexandrine St Petersburg, andFrench architects’ ideas that under the ancient regime had existed only on paperfound realization at last.6

5 La Borsa di Thomas de Thomon unı tutta una serie di progetti cartacei di diversi architettifrancesi della fine del Settecento, i quali avevano elaborato nuovi modelli di edificio pubblico e com-merciale, successivamente trasformati e realizzati da Thomas de Thomon. Gia all’inizio del Novecen-to, la critica aveva notato il carattere compilativo del primo progetto di de Thomon per la Borsa pre-sentato nel 1801 all’imperatore Alessandro (I. GRABAR’, Rannij Alexandrovsky klassizism i egofranzuskie istochniki, in Istorija russkogo iskusstva V. 3 Peterburgskaja arxitektura v XVIII i XIX veke[Storia dell’arte russa. Volume 3. Architettura di Pietroburgo nel Settecento e nell’Ottocento], Pietro-burgo 1912). Infatti Thomas de Thomon aveva usato i progetti della Borsa di Pierre Bernard e diJean-Jacques Tardieu, che avevano ottenuto il Prix d’Emulation negli anni 1782 e 1786. Questi pro-getti furono incisi e pubblicati da A.P. PRIEUR e P.L. VAN CLEEMPUTTE nella Collection des prix que laci-devant Academie d’Architecture proposoit et couronnoit tous les ans, Paris 1787-96 (sui progetti deiGrand Prix si veda: J.M. PEROUSE DE MONTCLOS, Les prix de Rome. Concours de l’Academie Royaled’architecture au XVIII siecle, Paris, Berger-Levrault 1984; H. ROSENAU, The Engravings of the GrandPrix of the French Academy of Architecture, «Architectural History», III, 1960, pp. 15-180).

6 D. SHVIDKOVSKY, Russian Architecture and the West, New Haven-Londra, Yale UniversityPress 2007, p. 296.

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NUOVA IMMAGINE DELLA CAPITALE RUSSA ALL’INIZIO DELL’OTTOCENTO

Fu proprio la Borsa Marittima, opera dell’architetto francese Thomas deThomon, il monumento che aveva aperto questa nuova epoca dell’architetturadi San Pietroburgo. La Borsa (Fig. 1), oltre ad essere una struttura commer-ciale, e l’edificio che subito dopo la costruzione era divenuto uno dei simbolivisivi piu importanti per l’immagine della capitale imperiale russa. Questa im-portanza e collegata soprattutto con il ruolo che l’edificio svolge nello spaziourbano del centro di San Pietroburgo. La Borsa, collocata sul promontoriodell’isola Vasilievskij che divide la Neva nel suo punto piu largo in due potentiflussi, domina il paesaggio architettonico della citta, unendo la fortezza deiSanti Pietro e Paolo a Nord, il promontorio dell’isola Vasiljevskij a Ovest eil lungofiume del Palazzo a Sud in un unico sistema spaziale.

Nonostante il fatto che la figura di Thomas de Thomon (1759-1813) siacosı importante nella storia dell’architettura russa e perfino di quella europea,finora non e stata intrapresa una ricerca sistematica e completa riguardante lasua biografia. Mentre gli ultimi quattordici anni della sua vita passati in Russiasono relativamente ben documentati, finora sono state rinvenute solo informa-zioni frammentarie sui quarant’anni precedenti della vita di de Thomon inFrancia, in Italia e in Austria. La biografia di Thomas de Thomon fino al

Fig. 1. BENJAMIN PATERSEN, Veduta della Nuova Borsa di San Pietroburgo dal lungoneva Dvor-zovaja, 1807, l’Ermitage, 49.2663.6 cm, incisione acquerellata.

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1798, quando era arrivato in Russia, generalmente veniva basata sui dati ana-grafici che egli stesso aveva fornito nel 1802 al momento dell’assunzione nel-l’Accademia in qualita di professore di ottica e di prospettiva. Il problemaprincipale dell’indagine sul percorso biografico dell’architetto consiste nel fat-to che i suddetti dati anagrafici erano falsi.7 Secondo le informazioni presen-tati da Thomas de Thomon alle autorita russe, l’architetto sarebbe nato a Ber-na il 1 aprile 1760, da dove suo padre, essendosi arruolato al ReggimentoReale Svizzero, l’avrebbe portato a Parigi. Lo stesso discorso, oltre ai due libripubblicati dall’architetto, fece credere ai suoi biografi che avesse ottenuto ilcosiddetto Grand Prix di Roma, che avesse lavorato nell’AmministrazioneReale e presso il conte d’Artois come ingegnere, architetto e pittore, nonchecome Ispettore dei Palazzi Reali a Fontainebleau.

All’inizio del Novecento, Igor’ Grabar’ e Denis Roche, nel tentativo di tro-vare testimonianze documentarie sugli studi di Thomas de Thomon nell’Ac-cademia e nelle altre scuole di architettura a Parigi, non giunsero ad alcun ri-sultato. Grabar’ constato: «Si puo dire con certezza che nell’Accademia Realedi Architettura non c’era mai stato uno studente di nome Thomas de Tho-mon».8 Non furono neanche trovate prove documentarie del fatto che avesseesercitato le funzioni di Ispettore dei Palazzi Reali a Fontainebleau: e noto in-vece che negli anni ’80 del Settecento fu Nicolas-Marie Potain a ricoprirequella carica.9 Per lungo tempo tali mistificazioni fecero sı che la biografiadel maestro prima del suo arrivo in Russia rimanesse un mistero.

7 Fin dall’inizio degli studi su Thomas de Thomon nel primo ’900 la critica si basava per quantoriguarda la sua biografia sul discorso funebre che il giorno del funerale di Thomon, il 1 settembre1813, tenne Alexandr Labzin, il segretario dell’Accademia delle Belle Arti a San Pietroburgo Opisa-nije torzestvennogo sobranija Imperatorskoj Akademii Xudozestv, byvsego sentjabrja 1-go dnja, 1813goda: Pribavlenije k gazete «Sankt-Peterburgskije vedomosti» [Descrizione della riunione solenne del-l’Accademia delle Belle Arti Imperiale, del 1 settembre 1813: Allegato al giornale «Sankt-Peterburg-skije vedomosti»], LXXIV, 1813, p. 8, in G.D. OSCEPKOV, Arxitektor Thomon [Thomon l’architetto],Leningrado 1950, p. 151.

8 I risultati furono pubblicati da I. GRABAR’ nella sua opera fondamentale Istorija russkogoiskusstva, III, Peterburgskaja arxitektura v XVIII i XIX veke [Storia dell’arte russa, III, Architetturadi Pietroburgo nel Settecento e nell’Ottocento], Pietroburgo, 1912, e molto piu tardi completati edaggiornati nel capitolo Il classicismo precoce ‘di Alessandro’ e le sue fonti francesi [Rannij Aleksandrov-skij klassitsizm i ego frantsuzskije istocniki] del libro O russkoj arxitekture [Dell’architettura russa],Mosca, IAN 1969. Anche l’architetto pietroburghese Evgeny Baumgarten nei due articoli del1914 menziona i suoi tentativi senza successo, nonche quelli di Concetto Pettinato, di trovare le trac-ce della presenza di Thomas de Thomon in Francia nell’Ecole nationale des ponts et des chaussees,nel Ministere des Beaux Arts e nei diversi archivi francesi (E. BAUMGARTEN, Thomas de Thomon,«Architecturno-chudojestvenny ejenedelnik (Settimanale architettonico-artistico)», VIII, 1914,pp. 75-86; ID., Thomas de Thomon, «Zodcy (Architetto)»; 1914, n. 24, pp. 283-287.

9 Y. BOTTINEAU, Precisions sur le Fontainebleau de Louis XVI, «Gazette des beaux-arts», t. I,Paris 1967, p. 139.

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NUOVA IMMAGINE DELLA CAPITALE RUSSA ALL’INIZIO DELL’OTTOCENTO

Solo negli anni Ottanta del Novecento, dopo aver consultato gli archividell’Institut de France nonche i registri dell’Accademie Royale de l’Architec-ture, lo studioso francese Boris Lossky avanzo un’ipotesi secondo la quale ilmisterioso Thomon sarebbe stato in realta «Jean-Francois Thomas, ne a Paris,age de 18 ans, fils d’un bourgeois de Paris», iscritto nel 1777 all’Accademia alcorso del professore Julien-Davide le Roy. Questa ipotesi e anche basata suuna nota nel diario di Elisabeth Vigee-Lebrun redatta a Vienna nel 1794,10

dove era stato menzionato «M. Thomas, architecte» in rapporto ad un ritrattoa pastello, e sul contratto ufficiale ritrovato da uno studioso ungherese A. Val-ko, firmato dall’architetto «Mr. Thomas de Thomon» e dal principe NicolaEsterhazy il 1 novembre 1794 sempre a Vienna.11 Basandosi sulla stessa ipo-tesi, Lossky, nei due articoli,12 tento di raccogliere tutti i dati presenti neglistudi di altri autori dedicati a Thomas (de Thomon) e nei documenti che egliaveva trovato personalmente e riuscı cosı a tracciare il percorso biografico diJean-Francois Thomas in Francia, in Italia, e in Austria prima dell’arrivo inRussia nel 1798.13 Gli studi di Lossky, anche se pieni di informazioni, non for-niscono dati precisi riguardanti le origini di Thomas de Thomon, e l’ipotesisecondo la quale «Mr. Thomas, architecte» e l’architetto «Mr. Thomas deThomon» sarebbero stati la stessa persona e basata solo sulla coincidenza geo-grafica e cronologica della presenza dei suddetti personaggi. Nel tentativo ditrovare ulteriori documenti pertinenti abbiamo fatto qualche passo avanti.

Osservando la bibliografia dedicata a Thomas de Thomon, bisogna notareche manca ancora un esame della critica contemporanea su de Thomon, quasicompletamente sfuggita finora all’attenzione degli studiosi sia russi che stra-nieri. Va detto che nonostante un continuo conflitto tra la Russia e la Franciadurante l’epoca delle guerre napoleoniche le opere russe di Thomas de Tho-mon erano ben conosciute nella sua Patria e anzi esse vengono spesso citate,nei numerosi articoli e trattati francesi dei primi anni dell’Ottocento, come

10 L.-E. VIGEE-LEBRUN, Souvenir de Mme Vigee-Lebrun, Parigi, Albin Michel 1926, pp. 313,370.

11 A. VALKO, Donnees concernant l’activite de l’architecte Thomon en Hongrie, «Acta HistoriaArtium», IV, 1957, pp. 363-367.

12 B. LOSSKY, Formation artistique et premieres etapes de la carriere de l’architecte J.F. Thomas,dit de Thomon, «Bulletin de la Societe de l’Histoire de l’Art francais», Parigi 1988, pp. 81-87; ID., Unarchitecte francais en Russie a l’aube du XIX siecle. J.F. Thomas, dit de Thomon, «Institut des etudesslaves», Paris 1985, pp. 592-604.

13 Sappiamo che nel giugno 1781 Jean-Francois Thomas vinse il cosiddetto Prix d’Emulation.Esistono prove documentarie dei suoi tentativi di ottenere il Grand Prix di Roma nel 1781, nel 1784e anche nel 1785. Successivamente, sempre nel 1785, partı per Roma, dove il suo soggiorno e docu-mentato fino al 1789. Nel 1793 apparve a Vienna e da qui, nel 1798, si trasferı in Russia.

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monumenti esemplari della scuola francese contemporanea. Di principale in-teresse per noi sono quattro articoli, pubblicati dal famoso storico, critico del-l’arte e pittore Charles-Paul Landon nelle riviste «Nouvelles des arts, peintu-re, sculpture, architecture et gravure e Annales du Musee et de l’Ecolemoderne des Beaux-Arts» e «Annales du Musee et de l’Ecole moderne desBeaux-Arts» negli anni 1802-1806. Questi testi contengono delle informazioniimportanti riguardo alle opere e la biografia di Thomas de Thomon. Landon,gia nel primo articolo del 1802 tre anni dopo l’arrivo di de Thomon a San Pie-troburgo e quasi subito dopo della decisione dell’imperatore Alessandro Id’affidare a lui una ricostruzione del teatro imperiale, pubblico il seguentepasso nelle «Nouvelles des arts»:

On vient de construire une nouvelle salle de spectacle a Saint-Petersbourg, tres-ma-gnifiquement decoree, sur les dessins de M. de Thomon, architecte de l’empereur, quel’on annonce avoir ete premier architecte du ci-devant comte d’Artois. Comme nousn’avons connu en France d’Artiste decore de ce titre que feu Boullee, et ensuite le cit.Bellanger, nous avons pris quelques informations a ce sujet, dont le resultat est queM. de Thomon etait connu a Paris avant la revolution sous le nom de Thomas; que c’estsous ce nom qu’il a remporte le grand prix, et que par consequent il a donne des preuvesde talent; qu’il dessine le genre pittoresque et le paysage avec une grande facilite; qu’eneffet il a pu etre attache au comte d’Artois en pays etrangers, et qu’il jouit maintenant enRussie de la consideration que donnent les talens dans tous les pays civilises. D’apres cesrenseignemens certains, il n’est donc pas etonnant que cet architecte ait fait en Russieune salle riche et belle, dont une lettre ecrite de Saint-Petersbourg, en date du 16 sep-tembre, nous donne la description suivante [segue poi una descrizione del progettodella ricostruzione del teatro, N.d.A.].14

Il passo citato sopra potrebbe essere considerato come una conferma di-retta dell’ipotesi di Lossky, finalmente emersa.15 Un altro documento che te-stimonierebbe l’attendibilita della versione di Lossky e la nota manoscritta di

14 Sarebbe logico supporre che la lettera l’avesse scritta de Thomon stesso.15 C.-P. LANDON, Nouvelles des arts, peinture, sculpture, architecture et gravure, 1802, II, Parigi,

L’imprimerie de Migneret, p. 79. Nelle altre tre pubblicazioni Landon parla di alcuni disegni e edificidi de Thomon, riservando piu attenzione al progetto del complesso della Borsa di San Pietroburgoanche perche, come specifica: «Au moment ou l’on s’occupe des moyens de placer la Bourse de Parisdans un local convenable, on ne verra pas sans interet le magnifique edifice destine a cet usage, qui s’e-leve actuellement a Saint-Petersbourg». Landon con molto pathos descrive la Borsa di de Thomoncome «un ensemble de composition des encadremens d’architecture que l’on n’avait jusqu’a presentvu qu’en dessin dans la plupart de nos concours publics» del quale autore «notre France peut aussi s’e-norgueillir d’avoir forme dans son ecole l’architecte dont le genie et les talens doivent embellir chaqueannee, par de nouvelles productions, une des plus grandes et des plus superbes villes de l’univers» (C.-P.LANDON, «Annales du Musee et de l’Ecole moderne des Beaux-Arts», XI, Parigi, l’imprimerie desannales du Musee 1806, pp. 91-94).

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NUOVA IMMAGINE DELLA CAPITALE RUSSA ALL’INIZIO DELL’OTTOCENTO

Giacomo Quarenghi che accompagna un disegno evidentemente non dellasua mano, ma a lui appartenuto, intitolato Villa in un parco16 e conservato nel-le collezioni del castello Sforzesco a Milano, che dice: «Projet de Mr. Tomonautrement Thomas dessinateur». Qui e opportuno citare l’opinione di Graziel-la Colmuto Zanella: «L’annotazione da lui [Quarenghi] apposta al foglio, ri-cevuto presumibilmente in dono dal francese poco dopo il suo arrivo in Rus-sia quale biglietto di rappresentazione e scelto tra quelli ambientati in unpaesaggio di impronta mediterranea, intende sottolineare la reale qualificadel neoarrivato». Quarenghi, grazie alle sue conoscenze nell’ambito romano,avrebbe potuto avere informazioni precise su de Thomon, che fu presente aRoma negli anni 1785-1789 e vi acquisto una certa notorieta come «Mr. Tho-mas, dessinateur» che produceva numerose vedute soprattutto con rovine ro-mane.

L’opinione su de Thomon come pittore piuttosto che architetto, o, anco-ra, come quel parvenu che grazie alla sua destrezza riuscı a sorpassare il gran-de Quarenghi in concorrenza per l’attenzione dell’imperatore Alessandro I,sembra essere diffusa nella comunita italiana a San Pietroburgo ed e espressaad esempio in un breve necrologo di de Thomon pubblicato da Antonio Fran-cesco Spada: «Cet artistes, ingenieux et plein de gout, passione pour les Beaus-Arts dans tous les genres, dessinait avec une facilite extreme les sites plus bril-lans [...]. Plus habile Dessinateur que profond Architecte, il a laisse cependantdes titres qui prouvent sont talent pour l’architecture».17 Quest’opinione nega-tiva finora diffusa non puo essere accettata. L’importanza di de Thomon perla storia dell’architettura pietroburghese e perfino europea e data dal fattoche, tra tutti i suoi compagni dell’Academie d’Architecture, egli fu uno deipochi a realizzare le utopie architettoniche dei Grand Prix nel contesto diuna citta esistente. Il compito di creare la Borsa Marittima e il porto, renden-doli un punto nodale dello spazio urbanistico di Pietroburgo, fu talmente dif-ficile da mettere in difficolta perfino Giacomo Quarenghi, architetto che pos-sedeva una cultura architettonica piu raffinata. Fu pero proprio Thomas deThomon, con la sua energia e la sua bravura, a risolvere il problema creandola nuova identita di San Pietroburgo.

16 Il disegno fa parte delle collezioni del castello Sforzesco (Inventario: 5443 D323 china a pen-na, matita, acquerello grigio seppia e verde a pennello, su carta vergata), ed e pubblicato in I disegnidi Giacomo Quarenghi al Castello Sforzesco, a cura di P. Angelini, Venezia, Marsilio 1998, p. 205,tav. 195.

17 A.F. SPADA, «Ephemerides russes politiques, litteraires, historiques», III, San Pietroburgo,H. Bonnet & Comp. 1816, p. 398.

IVAN EVTYUKHIN

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INDICE

Introduzione di Lucia Corain e Francesco P. Di Teodoro . . . . . . Pag. V

CONSIDERAZIONI PRELIMINARI.I TRATTATI, L’USO E IL RIUSO DELL’ANTICO

HOWARD BURNS, Architecture and Identity in Italy, 1000-1600: anintroduction and overview . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 3

FRANCESCO P. DI TEODORO, Vitruvio volgarizzato e identita locali:prime indagini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 39

BARBARA GALLI, Considerazioni sul manoscritto della traduzione vi-truviana di Jean Martin alla Biblioteca Nazionale Universitariadi Torino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 59

ELENA GRANUZZO, Il concetto vitruviano di ‘decor’ nella trattatisti-ca architettonica rinascimentale. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 73

MARTIN DISSELKAMP, Magnificenza pontaniana. Un concetto di co-municazione tardo-quattrocentesco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 95

ANNA SIEKIERA, Identita linguistica del Vasari «artefice». I. DueLezzioni di Benedetto Varchi alla vigilia della prima edizionedelle Vite . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 113

ELIANA CARRARA, Itinerari e corrispondenti vasariani (1537-1550) » 125

FEDERICA ROSSI, Dallo ‘pseudogotico’ al dorico greco: progetti poli-tici di Caterina II in architettura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 143

STEFANO MAGGI, Rovine e riusi nel Piemonte romano. . . . . . . . . » 159

SUSANNA CACCIA, Reimpiego e restauro dell’antico: l’anfiteatro diLucca nel palinsesto urbano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 183

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GEOGRAFIA DELL’IDENTITA.L’ITALIA DEL CENTRO-SUD

BIANCA DE DIVITIIS, Memoria storica, cultura antiquaria, commit-tenza artistica: identita sociali nei centri della Campania tra Me-dioevo e prima eta Moderna. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 201

ISOTTA CORTESI, Horti Palatini Farnesiorum: immagine e identita » 219

STEFANO CUSATELLI, Horti Palatini Farnesiorum: una memoria . . » 233

CRISTIANA PASQUALETTI, L’Aquila come Gerusalemme? Alle originidi una tradizione storiografica. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 255

FRANCESCO ZIMEI, Simbologia e identita nei trattenimenti musicaliaquilani in onore di Margherita d’Austria . . . . . . . . . . . . . . . » 271

GIANLUIGI SIMONE, «Di legname piu eccellenti che fusseno in Ro-ma»: l’intagliatore Flaminio Boulanger e le maestranze attivenei suoi cantieri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 287

LORENA SAVINI, Un musicista fra Firenze e l’Aquila: prime ricerchesu Pasquale Tristabocca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 307

GEOGRAFIA DELL’IDENTITA.L’ITALIA DEL CENTRO-NORD

DARIO DONETTI, ‘‘Scultore et architetto fiorentino’’: Francesco daSangallo a Santa Croce. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 323

VANNA ARRIGHI – ELISABETTA INSABATO, Una fonte per lo studiodei palazzi fiorentini: il «libro di muraglia». Primi risultati diun censimento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 341

MARIA ADRIANA GIUSTI, La torre e l’albero. Luoghi dell’identita diLucca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 355

LUCIA CORRAIN, I portici di Bologna tra immaginario e rappresenta-zione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 371

MARIA BELTRAMINI, Questioni di stile? Francesco Sforza, Filaretee l’Ospedale Maggiore di Milano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 393

PAOLO BOSSI, «Librum illum, quem urbis diœcesisque nostræ ec-clesiis utilem necessariumque censemus, ad consuetudinem in-troducimus». Condivisione di ideali e programmi tra l’archidio-

INDICE

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cesi milanese e le diocesi sue suffraganee alla luce della pubbli-cazione dei due libri. Instructionum Fabricæ et supellectilis ec-clesiaticæ di Carlo Borromeo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 405

GEOGRAFIA DELL’IDENTITA.FRA L’ITALIA E L’EUROPA

ENRICO LUSSO, La committenza architettonica dei marchesi di Saluz-zo e di Monferrato nel tardo Quattrocento. Modelli mentali eorientamenti culturali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 423

CRISTINA CUNEO, Alle radici di un’identita: Mondovı e il Piemontesud-occidentale alla fine del XVI secolo . . . . . . . . . . . . . . . . . » 439

PAOLO CORNAGLIA, La costruzione dell’identita ‘‘italiana’’ del duca-to di Savoia a cavallo tra XVI e XVII secolo: il ruolo dei giardini » 455

FAUSTO TESTA, La costruzione retorica dell’identita politica nella fe-sta di corte sabauda in eta barocca: i «Simboli in fatto» delloStato nel banchetto del Dono del Re dell’Alpi (Rivoli 1645) . . » 477

DANIELA DEL PESCO, ‘‘Tutto il sapere di Borromini’’: l’ovale di SanCarlino e la geografia della pianta centrale. . . . . . . . . . . . . . . » 493

ANDREA DE MEO ARBORE, La cappella di Inigo Jones per l’Infanta diSpagna: politica, architettura e mediazioni di identita . . . . . . . » 509

CRISTIANO GUARNERI, Architettura per una nuova identita: Pietro ilGrande e la costruzione di San Pietroburgo . . . . . . . . . . . . . . » 523

IVAN EVTYUKHIN, Nuova immagine della capitale russa all’iniziodell’Ottocento. La Borsa Marittima di San Pietroburgo e l’iden-tificazione del suo architetto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 549

Indice dei nomi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 557

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INDICE

FINITO DI STAMPARE NEL MESE DI DICEMBRE 2013

BIBLIOTECA DELL’ «ARCHIVUM ROMANICUM»Serie I: Storia, Letteratura, Paleografia

424

ARCHITETTURAE

IDENTITA LOCALI

I

a cura di

LUCIA CORRAIN e FRANCESCO P. DI TEODORO

LEO S. OLSCHKI EDITOREMMXIII In coperta: Miniatore degli inizi del sec. XVI, David.

Biblioteca Provinciale dell’Aquila ‘‘Salvatore Tom-masi’’, Corale 4 (Salterio-Innario), iniziale istoriataD(ixi), f. 40v.

B.A.R.

I

Vol. 424

LEO S.

OLSCHKI

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TT

UR

AE

IDE

NT

ITA

LO

CA

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–I

ISSN 0066-6807

ISBN 978 88 222 6283 7