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Con un’Applicazione al Contesto Italiano
EVOLUZIONE DEI MODELLI DI BUSINESS NELLA STORIA
Beltrami SilviaBertacchi Laura
Pasini DavidePedercini Francesca
Petteni Andrea Mario
Cap.17
AGENDA
� Modello di Chandler
� Modello dei Gruppi d’Impresa
� Modelli Europei
� Radical Revision
� Applicazione al Contesto Italiano
CHANDLER E LA GRANDE IMPRESA AMERICANA
� Anni ‘60 – ‘70: la «Business History»
� Analisi delle maggiori imprese USA del XIX sec.
1. Struttura Multidivisionale
2. Separazione fra proprietà e controllo
3. Elevata intensità di capitale
4. Integrazione della produzione e distribuzione
5. Prodotti standardizzati a basso costo
Grande competitività grazie a 2 fattori:- Economie di scala e di scopo- Grandezza del mercato americano
Nascita di una nuova e moderna classe manageriale. Elevato livello di competenze e preparazione.
Forma gerarchica e coordinamento
Modello di riferimento per tutte le economie avanzate
Alcuni esempi:
� General Electric
� Westinghouse
� Exxon Mobil
� Ford
� General Motors
� US Steel
� Johnson & Johnson
La Mano Visibile ( 1977 )
� Smith : Mano Invisibile � Mercato come regolatore automatico dell’economia.
� Chandler : Mano Visibile � Attività del management agisce sulla struttura organizzativa delle aziende e le trasforma fino a modificare gli equilibri economici generali.
IL «PARADIGMA» DI CHANDLER
Imprese multidivisionali:
1. Performance migliori delle forme di business tradizionali basate sul coordinamento di mercato;
2. Maggior efficienza grazie ad una struttura manageriale gerarchizzata e coordinata;
IL «PARADIGMA» DI CHANDLER
3. Perfetta adattabilità al contesto storico in cui si sono sviluppate.
4. Gerarchia manageriale come fonte di potere permanente per l’impresa.
5. Attività dei manager sempre più professionale e tecnica.
IL «PARADIGMA» DI CHANDLER
6. Necessità di separazione fra proprietà e controllo al crescere delle dimensioni e della struttura organizzativa;
7. Preferenza dei manager per una stabilità di lungo periodo;
8. Alterazione della struttura base dei settori interessati al crescere delle quote di mercato.
IL MODELLO DEI GRUPPI D’IMPRESA
Gruppo d’Imprese
modello che permette di minimizzare i costi di transazione tra imprese e di raggiungere livelli di
efficienza di network
Impresa Giapponese
Elemento principale: JUST IN TIME
1. Eliminazione delle risorse ridondanti
2. Coinvolgimento dipendenti nelle decisioni sulla produzione
3. Partecipazione dei fornitori
4. Ricerca della Qualità Totale
Impresa Giapponese
Ambivalenza del Just In Time
Efficiente se tutto gira al meglio
Estremamente fragile se sorge qualche intoppo
Il sistema richiede un ambiente sociale assolutamente collaborativo ed estrema dedizione al lavoro
Aspetti Positivi
� Gestione manageriale simile a quella privata
� Più propensione agli investimenti a l/t
� Eccessiva influenza della politica
� Mancata internazionalizzazione
MODELLI EUROPEI
Aspetti Negativi
State Owned Enterprises
Fattori
� Differenziazione e customizzazione
� Approccio flessibile
� Creatività e tecnologia
� Concentrazione geografica
� Paesi emergenti
� Discontinuità tecnologiche
� Internazionalizzazione
Distretti Industriali
Limiti
MODELLI EUROPEI
Distretti Industriali
� Entità socio-territoriale
� Area circoscritta
� Tradizione artigianale
� Circoscritti all’Italia
� Grandi imprese
� Vicinanza geografica
� Presenza istituzioni
� Elementi comuni e complementari
MODELLI EUROPEI
Cluster
Situazione Europea
Cluster:
� Pilastro del settore industriale europeo
� Politiche per rafforzare lo sviluppo tecnologico
� 1/3 della forza lavoro industriale
RADICAL REVISION
TRE DIREZIONI:
1. Flessibilità e diversificazione
2. Assenza di un modello ottimale
3. Riconsiderazione dell’impresa familiare
1. Flessibilità e Diversificazione
Spinta verso la diversificazione causata da:
contemporaneamente
Produzione su larga scala standardizzata a rischio
Aumento standard di vita
Instabilità del mercato
Processi di produzione flessibili e imprese «footloose»
2. Assenza di un Modello Ottimale
Tra il Mercato (Smith)e
la Corporation integrata (Chandler)
Imprese che adottano paradigmi diversi l’una dall’altra
«Varietà»che smentisce l’idea dell’ «optimal enterprise» per
ogni situazione
3. Riconsiderazione dell’impresa familiare
Capitalismo familiare � ruolo positivo nei settori knowledge-intensive
… L’ottica cambia…
� Presenza diminuisce: più impresa cresce, diminuisce ruolo attivo nella gestione operativa;
� Modello della Public-Company non è più il punto d’arrivo;
� Non c’è più dicotomia: è un «ibrido».
RADICAL REVISION
Risultato:
Le 3 direzioni delineano un certo «tipo» d’impresa:
� Flessibile e diversificata
� In cui non c’è un modello di riferimento
� Nel quale la «famiglia» gioca un ruolo
� Nuovo contesto d’imprese che sfuggono dalla definizione di un modello preciso
RADICAL REVISION
Conclusioni:
a) Paradigma americano è passato
b) Non c’è un modello di riferimento
c) Diffusione di nuove forme ibride
APPLICAZIONE AL CONTESTO ITALIANO
Il sistema di business italiano non rientra tra i migliori modelli internazionali:
� modello americano � grandi corporation
� modello francese � burocrazia statale
� modello tedesco � grande e media impresa connessa alle banche
Caratteristiche Dei Distretti
� Espansione
� Tecnologia
� Leadership
� Legame con le imprese locali
Internazionalizzazione: pocket multinational
Indagine Mediobanca-Unioncamere
Contesto:
� Anni 1997-2006
� forza lavoro tra 50 e 499 dipendenti
� volume di vendite tra 13 e 290 mln di €
� parte da 3376 imprese fino a 4226 nel 2006
Indagine Mediobanca-Unioncamere
Conclusioni:
� Il modello dei distretti industriali è sempre più preso in considerazione
� Le medie e medie-grandi imprese:• parte più dinamica del capitalismo industriale italiano
• numero in crescita
• punto d'appoggio di molte piccole imprese coinvolte nella loro supply chain
Questi sono i business sui quali le istituzioni italiane si devono focalizzare.