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ENERGEO MAGAZINE (www.energeomagazine.com) è il periodico delle Comunità energetiche sostenibili che puntano ad una maggiore conoscenza delle attività di un mercato in forte crescita. La mission di Energeo Magazine è quella di raccontare le vicende, le storie e le notizie che animano l’intero territorio nazionale nell’ambito delle iniziative di promozione delle energie rinnovabili
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Anno V - maggio/giugno/luglio 2012 - Prezzo di copertina 8.00 euro
Periodico per la promozione dell’attività dell’Istituto Internazionale Conoscenze Tradizionali - ITKI UNESCO, Banca Mondiale
sulle Conoscenze Tradizionali - TKWB, Premio Eco and the City Giovanni Spadolini, Distretti Energetici e Ambientali,
Poli di ricerca, Rete delle Reti Angelo Vassallo, Osservatorio Europeo del paesaggio di Arco Latino.
Carlo d’Inghilterra: God save the Earth
Dal passato la chiave del futuro del pianeta
Agire insieme per sottoscrivere
un Patto per la bellezza e il paesaggio
Al Teatro Sociale di Trento andrà in scenail Premio Eco and the City Giovanni Spadolini
Campioni di sostenibilitàL’Abruzzo vince il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini
Una Regione pronta per farti conoscere le sue realtà virtuoseSuperficie regionale: 10,794 Km65,1% area montana34,9% area collinare
4 province: l’Aquila, Teramo, Chieti, Pescara
305 Comuni
1.500.000 abitanti
Un terzo della Regione è parco nazionale e regionale:
Parchi nazionali: “ Gran Sasso e Monti della Laga“,
“Abruzzo, Lazio e Molise e Majella”;
Parco Regionale: “Sirente Velino“.
Le aree protette sono di rilevante importanza ambientale e ospitano rare specie di flora e fauna, come l’orso bruno, il lupo e il camoscio.
E poi …l’Area Marina Protetta “Torre del Cerrano“ e oltre 25 riserve regionali naturali.
www.regione.abruzzo.it
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Anno V - maggio/giugno/luglio 2012
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“Fare rete è assolutamente essenziale. I problemi posti dai cambiamenti
climatici, dalla sostenibilità ambientale delle nostre scelte, sono tali che
nessun territorio e nessun paese può affrontarli da solo”. Con queste parole
del Presidente della Provincia Autonoma di Trento Lorenzo Dellai, il giornale
Energeo apre una nuova stagione di impegno pensando al futuro.
Fare rete, anzi “reti di reti”, ma con chi? con quali presupposti? con quali stra-
tegie e prospettive? Il Presidente Dellai traccia una strada possibile: “La crisi
va affrontata adottando strategie di sviluppo complesse e di lungo periodo. Il
futuro sarà all’insegna della valorizzazione delle risorse presenti in ciascun ter-
ritorio: il paesaggio, l’ambiente, la qualità della vita, così come i centri per l’in-
novazione, la ricerca, l’alta formazione.” E allora la questione si sposta sulla
consapevolezza di fare politiche aderenti a questi principi ed avere strumenti e
mezzi idonei per affrontare queste ambiziose sfide. Energeo, nel suo ormai ultra
quinquennale impegno, intende dare il proprio contributo nel ricercare, ricono-
scere e divulgare esperienze e buone pratiche italiane che interpretino il senso
e la volontà del paese di voltare pagina, chiedendo e dando voce ai protagonisti
dell’innovazione.
Il successo dell’edizione 2011 del Premio Eco and the City Giovanni Spadolini,
ideato da Energeo, confortato dalla partecipazione di oltre 1600 tra Comuni,
Comunità montane, Associazioni di Comuni, Consorzi, organizzazioni o sistemi
territoriali, aziende e strutture agricole che riqualificano il territorio difendendo
il paesaggio con innovativi sistemi di produzione ecosostenibili, il settore privato
e le imprese che si sono distinte per azioni innovative e proposte virtuose
nell’ambito delle proprie attività, è stata una prima straordinaria dimostrazione
della volontà del paese di partecipare a questi scenari e dare voce e contenuti
alle scelte coraggiose di crescita ed evoluzione culturale e scientifica a partire
dal territorio di appartenenza e dalle sue conoscenze tradizionali. In questa
direzione il Premio rilancia e si fa interprete dell’”eccellenza italiana”, nella scia
dei principi unescani, coinvolgendo in prima linea la Banca Mondiale sulle Cono-
scenze Tradizionali e il loro uso innovativo (www.tkwb.org). Tale iniziativa, portata
avanti insieme all’UNESCO attraverso la creazione dell’Istituto Internazionale
delle Conoscenze Tradizionali (ITKI), con sede a Firenze, avrà un ruolo determi-
nante nella nuova Convenzione sul Paesaggio proprio nella straordinaria occasione
del 40° Anniversario della World Heritage List dell’UNESCO, che dal 1972 rico-
nosce i Siti Patrimonio dell’Umanità. Infatti la responsabilità di salvaguardia e di
tutela di questo immenso patrimonio internazionale, troppo spesso trascurato,
è affidata alle capacità, sensibilità e volontà territoriali che, nell’occasione, inten-
dono promuovere un Patto per la Bel-
lezza e il Paesaggio che, partito
dall’iniziativa dei Sindaci di Bari e Pol-
lica, vedrà nella sede della Fondazione
Spadolini (nella foto) di Pian dei Giullari
a Firenze, il prossimo 19 settembre,
la condivisione di 100 Sindaci Italiani
da nord a sud che intendono guardare
alla cultura del territorio come risorsa
e come valore, investendo in questa
sfida con scelte consapevoli e corag-
giose. Dalle piccole scelte, infatti,
dipendono gli scenari futuri. I sindaci
lo sanno. Non è di poco conto quanto
è accaduto a Bologna dove, qualche
giorno fa, è stato sottoscritto un Patto
per le popolazioni colpite dal sisma,
promosso dall’UNESCO. Un protocollo
che punta a dare “una risposta rapida,
di qualità e partecipata all’emergenza”,
individuando “modalità innovative di
tutela del territorio, così da dare nel
mondo un’immagine un pò diversa di
un Paese che mostra non pochi pro-
blemi”. “Il Patto arriva nel momento
giusto - ha sottolineato il vice direttore
generale UNESCO Francesco Banda-
rin,- perché dopo l’emergenza questa
è la fase più delicata per il futuro della
regione interessata dal sisma”. “Una
fase in cui la tutela del patrimonio non
va considerata come un’operazione
“marginale” ma, piuttosto, deve diven-
tare una struttura portante della riqua-
lificazione”, - avverte il vice direttore
dell’UNESCO, perché - “qualsiasi ter-
ritorio è il prodotto di una storia, spesso
stratificata”. Da questo punto di vista, l’Italia ha assistito spesso a “disastri di
questa natura e sarebbe utile guardare al passato” - sottolinea Bandarin. Il Friuli,
ad esempio, ha rappresentato:“un caso interessante di ricostruzione che ha
modernizzato il territorio e allo stesso tempo ne ha salvaguardato l’identità”,
ricorda il vicedirettore dell’UNESCO. Mentre un caso “assolutamente negativo
è quello dell’Aquila: lì siamo all’urbicidio e come sia stato possibile abbandonare
una città non riusciamo a capirlo, un guaio colossale”. Bisogna procedere - è
emerso nella riunione - ad una “ricostruzione che non faccia dell’emergenza un
alibi”. “Proprio per questo si stanno riunendo le grandi eccellenze italiane che
a L’Aquila non si sono dispiegate”, ha commentato Pietro Laureano, consulente
UNESCO e fondatore dell’ITKI, invocando una “mobilitazione nazionale che
coinvolga una nuova leva di architetti, progettisti e studiosi che su questa espe-
rienza possano coltivare una vera e propria militanza”. Dall’emergenza, infatti,
bisogna “cogliere un messaggio di lungo periodo”, “L’obiettivo, ad esempio, -
continua Laureano - è evitare che la ricostruzione porti ad un eccessivo consumo
di territorio o vi introduca tipologie architettoniche estranee, privilegiando il
recupero dell’esistente e salvaguardando gli assetti urbani”. In senso generale
è necessario che gli uomini tornino a essere abitanti del loro territorio, riprendano
in mano la questione ecologica della loro sopravvivenza per la crescita della
coscienza del luogo e per l’affermazione di modelli di sviluppo fondati sulle
peculiarità socioculturali, sulla cura e la valorizzazione delle risorse locali - terri-
toriali, ambientali e quindi produttive e sostenibili - e su reti di scambio comple-
mentari e reciprocitarie, invece che gerarchiche, fra entità locali. Allora l’uomo
si sentirà parte di una comunità, protetto, e quindi avrà verso di essa un com-
portamento sobrio, responsabile e consapevole. Perché ogni cittadino ha il
diritto di sentirsi in dovere. È necessario un nuovo paradigma, che mostri l’indi-
spensabilità di un mutamento epocale sul piano reale: culturale, sociale ed
economico. Costruendo delle identità comunitarie tese al bene comune e alla
ciclicità della natura, e mettendole in rete, si possono creare modelli di sviluppo
vincenti, legati alla sostenibilità. Il pacchetto di iniziative presentate, nei giorni
scorsi, dal Ministro delle Politiche Agricole e Forestali, Mario Catania, porta in
questa direzione, perché rappresentano i primi provvedimenti concreti per frenare
l’edificazione nei territori agricoli. La collaborazione del Tg2, che sarà media
partner del Premio, è stata annunciata
dal direttore Marcello Masi: “sarà una
partecipazione concreta, costante,
propedeutica e di stimolo per le varie
campagne di sensibilizzazione pro-
mosse in questo campo dal nostro
telegiornale che, oggi più di ieri, si
propongono di affrontare le tematiche
ambientali, con un occhio attento a
tutte le tematiche di salvaguardia del
territorio”. Per citare le parole di Spa-
dolini “Una moderna politica dell’am-
biente e del territorio richiede il
concorso di tutte le forze vive della
cultura e della società”. “Il concetto
di sostenibilità è in piena evoluzione
- afferma il professor Augusto Marinelli,
Presidente della Commissione Giudi-
catrice del Premio - e la questione non
è più ora solo ambientale, ma estesa
e livello economico, sociale e istituzio-
nale: le motivazioni di fondo che ani-
mano l’impegno della Fondazione sono
legate alla conoscenza e trasferimento
attivo del patrimonio ambientale e della
diversità culturale alle generazioni
future con un obiettivo nazionale ed
europeo”. Fare rete è assolutamente
essenziale, la sfida è quella di cercare
nel passato il seme del futuro.
Domenico NicolettiComponente del Comitato scientifico
di Energeo Magazine
Fra memoria delle antiche conoscenze e futuro
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L’INTERVISTA6 Costruttori di futuro
LA MEDAGLIA SPADOLINI 8 Il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini e l’UNESCO alleati nella difesa del territorio10 Le categorie ammesse13 Focus UNESCO 40° Anniversario World Heritage List 1972-2012 14 Oro blu, un premio alla trasparenza 15 Nel bosco soltanto scelte virtuose16 Buon compleanno Città del Vino
SPECIALE PREMIO 18 Al Teatro Sociale di Trento andrà in scena il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini20 Il Premio, osservatorio di assoluta competenza sulla green economy
ITKI UNESCO 24 Carlo d’Inghilterra: God save the Earth26 Le conoscenze tradizionali, un patrimonio prezioso28 Dal passato la chiave del futuro del pianeta31 I patrimoni di Comunità32 L’ecomuseo delle Khettara in Marocco: un’architettura che produce acqua ed energia LA RETE DELLE RETI 34 Agire insieme per sottoscrivere un Patto per la bellezza e il paesaggio38 Sindaci in prima linea per salvaguardare la bellezza e il paesaggio
APPROFONDIMENTI40 Il paesaggio come infrastruttura dell’agricoltura di qualità
PRIMO PIANO 44 Il Trentino operoso conquista l’Europa dell’est
PROTAGONISTI 46 L’uomo delle missioni impossibili47 Ancora una sfida: il vecchio leone non demorde48 La Green Way Primiero
PROGETTI CONDIVISI 50 Un territorio che fa scuola, eccellenze alimentari a basso impatto ambientale
RAPPORTO SCUOLA52 I ragazzi d’Abruzzo ad un passo dal Premio Awards 2012
RIO+20 54 Crescita verde, il modello della Regione Abruzzo
Direttore responsabile: Taty [email protected]
Redazione:Pierpaolo [email protected]
Marketing: Luigi Letteriello - 334.120.71.85
Progetti speciali e Pubblicità:Promedia [email protected]
Segreteria di Redazione:Lucrezia Locatelli
Progetto Grafico: Spider S.a.s.
Realizzazione grafica: Stefania De Cristofaro
Consulente tematicheSistemi di Scienze locali, Tecniche e Conoscenze Tradizionali:Pietro Laureano, Presidente dell’ITKI UNESCO International Traditional Knowledge Institute.
Comitato Scientifico:• AugustoMarinelli,giàMagnificoRettore dell’UniversitàdegliStudidiFirenze, Presidente della Giuria Premio Eco and the City Giovanni Spadolini.• Prof.GiovanniPuglisiPresidente CNIUNESCOeMagnificoRettore dellaLiberaUniversitàdiLingue eComunicazioneIULM.•DarioCarella,MdAMéritEuropeenne, FondationduMériteEuropeenne, Lussemburgo.•AndreaChiaves,progettistaemerito di impianti innovativi di cogenerazione e teleriscaldamento. •AlbertoChini,AssociazioneCulturale Padre Chini.•CarloFrancini,coordinatorescientifico dell’AssociazioneBeniItalianiPatrimonio MondialeUNESCO.• StefanoMasini,responsabileAmbiente e Consumi Coldiretti.•FabrizioMontepara,Presidente ResTipicaANCI.• DomenicoNicoletti DocenteUniversitàdegliStudi SalernoScienzeAmbientali.• AngeloPaladino,Presidente dell’Osservatorio Europeo per il Paesaggio diArcoLatino.• DipakPant,ProfessorediAntropologia e Economia, fondatore e direttore dell’UnitàdiStudiInterdisciplinari per l’Economia Sostenibile presso l’UniversitàdiCastellanza.• CarlinPetrini,fondatoreePresidente diSlowFood.•LuigiSpagnolli,PresidenteCommissione AmbienteANCI(AssociazioneNazionale Comuni Italiani). •PieroSardo,PresidentedellaFondazione SlowFoodperlaBiodiversità.•AlessandroVercelli,docentediEconomia eAmbienteUniversitàdiSiena.
Collaboratori:MichaelaBarilari,DeniseCainelli,PaoloCorbini, Puccio Corona, Claudio Chiaves, LeoneChistè,MariaIdaClementel,FilippoDelogu,LelloGaudiosi,GabrieleManiscalco,StefanoMasini,MariaMazzei,GiacomoMosca,AdrianoPessina,MarcoPontoni,FedericaRolle,CarloSacchettoni,AlessandroSbrana,AlessandraSantini,ChiaraSimonetti.
Fotografie:GerryAnnone,AmbrosioEdilizia,Cavagna-UfficioStampaProvinciaAutonomadiTrento,AssociazioneCulturalePadreChini,MarcoComuzzi Centro Santa Chiara - Teatro Sociale,
Coldiretti-AmbienteeConsumi,CommissioneNazionaleItalianaUNESCO(UfficioStampa),Comune di Pollica, Comune di Transacqua, Consorzio Comuni Trentini, Co.Svi.G.: ComunicazioneeTerritorio,Federutility,AlessandroDeSio,EcomuseodellaCulturae della lavorazione della Canapa di Carmagnola, EcomuseodeiTerrazzamentiedellaVitediCortemilia,FotoGermogli,MassimoGherardini,AlessandraCiullo,CristianoProia/GreenPressEnvironMedia,ITKIUNESCO-Ipogea,ToninodiMarco,MuseodiArteModernaecontemporaneadiRovereto,RomanoMagrone,Parlamento Europeo, Petrolvilla-Pvb, PEFCItalia,MauroRosso,AntonioSiani,UfficioStampaRegioneAbruzzo,UfficioStampaRegione Campania, Ufficio Stampa Regione Piemonte, Ufficio Stampa Regione Toscana, AntonioVassallo.
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IlperiodicoEnergeoMagazineèiscrittonel Registro degli Operatori della Comunicazione(ROC)-N°iscrizione17843
Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana.
Carlo d’Inghilterra:God save the Earth
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nostra Protezione civile in Emilia Roma-
gna e prima in Abruzzo o in Kosovo, e
dai tanti progetti di cooperazione allo
sviluppo realizzati in Asia, Africa, Ame-
rica Latina da oltre 250 associazioni di
volontariato”.
Il Premio, che ha messo in circuito una rete di relazioni internazionali (l’ultima con la Struttura di Missione della Presidenza del Consiglio dei Ministri appena istituita per il rilan-cio dell’immagine dell’Italia), potrebbe diventare strategico anche per il Trentino, un territorio a voca-zione green. Si può lavorare insieme in questa direzione per costruire le grandi vie della sostenibilità verso l’Europa?“Fare rete è assolutamente essenziale.
I problemi posti dai cambiamenti cli-
matici, dalla sostenibilità ambientale
delle nostre scelte, sono tali che
nessun territorio e nessun paese può
affrontarli da solo. Il Trentino è quindi
aperto ad ogni forma di cooperazione
su questo terreno.
Già lo fa nell’ambito dell’Euregio, entità
transfrontaliera che raggruppa i tre
territori del Tirolo storico, oltre al nostro
l’Alto Adige e il Land Tirol.
E lo fa con molte realtà in Europa e nel
mondo, in particolare nel campo della
green economy, soprattutto sui versanti
dell’edilizia sostenibile (con particolare
attenzione alle case in legno), e delle
energie rinnovabili.
La rete di relazioni internazionali creata
dal Premio può essere dunque preziosa
anche per noi”.
Il Piano urbanistico provinciale (Pup), che segna le linee guida per il Tren-tino di domani, mette le basi sulla tutela del paesaggio come elemento cardine di sviluppo dell’intera pro-vincia. Può un territorio così avanti nell’applicazione delle normative fare da traino ad un’azione di sen-sibilità portata avanti dalla Fonda-zione Spadolini Nuova Antologia per tutto il territorio nazionale?
“Ci auguriamo che il Trentino possa
rappresentare per il Paese un piccolo
- se vogliamo - ma importante esempio
di come il paesaggio deve essere con-
siderato al tempo stesso un bene da
tutelare e una risorsa per lo sviluppo.
Le due cose sono viste a volte come
in contrasto: il nostro sforzo è al con-
trario quello di farle convivere, confor-
memente peraltro alla visione della
stessa Unione europea. E i fatti mi
sembra ci stiano dando ragione”.
La Fondazione Spadolini Nuova Antologia, promotrice di questa iniziativa, conta molto sulla colla-borazione della Provincia Antonoma di Trento per dare, attraverso il Premio, un concreto contributo ai lavori che in un futuro, ormai pros-simo, dovranno stabilire le nuove linee guida dell’UNESCO nella tutela del paesaggio. Stando alle prime indicazioni, la protezione del patrimonio non è finalizzata soltanto ai monumenti, ma anche alla salvaguardia delle conoscenze che ci hanno permesso di creare i monumenti e il paesaggio, e quindi, in ultima analisi, l’UNESCO intende tutelare le persone che sono depositarie di queste conoscenze e del saper fare dei popoli, in modo da garantire la manutenzione del patrimonio e la sua trasmissione alle generazioni future. Ci sembra di leggere lo strumento urbanistico del Trentino che poggia proprio su una visione di sviluppo che tiene conto della tradizione e dell’innovazione, della salvaguardia dell’identità e della competitività, dell’apertura internazionale e dell’a-deguatezza delle condizioni di cre-scita umana, intellettuale e sociale. Questo significa anticipare i tempi?“Se è così non possiamo che esserne
orgogliosi. Del resto il Piano urbanistico
nacque, con l’allora Presidente della
Provincia Bruno Kessler, proprio come
una scommessa, dal forte carattere
anticipatore, al pari dell’Università di
Trento. All’epoca il concetto di pianifi-
cazione urbanistica e territoriale era
agli albori, in Italia. Ci lavorarono alcuni
dei migliori cervelli del Paese.
Oggi non c’è chi non veda come la
gestione del territorio, conformemente
alle sue vocazioni e ai valori che esso
racchiude - anche simbolici - sia una
delle sfide fondamentali di qualsivoglia
amministrazione e di qualsivoglia comu-
nità. Non c’è idea di futuro che possa
prescindere da questo punto”.
Ritornando all’UNESCO, le Dolomiti del Trentino hanno saputo utilizzare il brand coinvolgendo gli abitanti e gli enti locali, motivati per salva-guardare il patrimonio culturale e ambientale e le tradizioni culturali. Il metodo Trentino può indicare la strada per tutelare l’immenso patri-monio riconosciuto dall’UNESCO che abbiamo in Italia?“Ci auguriamo di sì. Il Trentino ha il
17% del suo territorio sottoposto a
tutela ambientale e il 60% della sua
superficie coperta da boschi, ma anche
una dorsale in fibra ottica lunga quasi
800 chilometri, fra le più estese in
Europa. Possiamo essere, credo, un
buon esempio di territorio che concilia
tradizione e modernità, tutela dell’am-
biente e servizi wireless innovativi”.
T.R.
“La crisi va affrontata adottando strategie di sviluppo complesse
e di lungo periodo. Il futuro sarà all’insegna
della valorizzazione delle risorse presenti in ciascun territorio:
il paesaggio, l’ambiente, la qualità della vita, così come
i centri per l’innovazione, la ricerca, l’alta formazione.
E’ quello che cerchiamo di fare in Trentino, dove da un lato troviamo
le Dolomiti, uno dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO,
e dall’altro realtà tecnologiche di avanguardia, ai primi posti
nelle classifiche nazionali. Il Premio Eco and the City
Giovanni Spadolini ha il pregio di mettere assieme tutti
questi elementi, all’interno di una cornice che è anche
di natura istituzionale”
Presidente, il Trentino si prepara ad accogliere una manifestazione che racchiude, sotto il segno di Spadolini, storia, cultura, ambiente, territorio, agricoltura sostenibile ed ecologia, raccogliendo anche
il messaggio che viene dall’UNESCO in occasione dei suoi primi quarant’anni di tutela del territorio e dei beni culturali e naturali. E’ una missione possibile?“Direi che non solo è possibile ma è anche necessaria, tantopiù in una fase di
crisi quale è quella che stiamo attraversando e che dobbiamo affrontare non
solo con misure di emergenza ma con strategie di sviluppo complesse e di lungo
periodo. Parlo di sviluppo perché questa parola comprende tutte quelle che Lei
ha adoperato: storia, cultura, ecologia e quant’altro.
Il futuro, infatti, sarà all’insegna della valorizzazione delle risorse presenti in
ciascun territorio: il paesaggio, l’ambiente, la qualità della vita, così come i centri
per l’innovazione, la ricerca, l’alta formazione.
E’ quello che cerchiamo di fare in Trentino, dove da un lato troviamo le Dolomiti,
uno dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO, e dall’altro realtà di avanguardia
nel campo delle ICT o delle biotecnologie, come la nostra Università, costante-
mente ai primi posti nelle classifiche nazionali, le Fondazioni Kessler e Mach o
Trento Rise, nodo di rete europeo dell’EIT-Istituto europeo di innovazione e
tecnologia. La manifestazione da voi promossa ha il pregio di mettere assieme
tutti questi elementi, all’interno di una cornice che è anche di natura istituzionale”.
Nel programma c’è il richiamo a due grandi personaggi del Trentino: padre Eusebio Chini e lo statista Alcide De Gasperi. Cosa rappresenta per la Sua provincia l’eredità morale di questi due personaggi, entrati nella storia del nostro Paese?“Parlavo appunto di cornice istituzionale perchè la “buona governance” è il terzo
elemento da tenere presente, assieme al patrimonio storico-ambientale e a
quello culturale- scientifico, nell’affrontare le sfide poste dalla globalizzazione.
I due personaggi al centro del programma di “Eco and the city” sono in questo
senso emblematici: da un lato abbiamo De Gasperi, il grande statista europeo,
l’uomo a cui dobbiamo l’Autonomia del Trentino Alto Adige, oggi nota in tutto il
mondo come buon esempio di autogoverno regionale e di risoluzione pacifica
dei conflitti che si possono generare in una terra di confine, quale è appunto la
nostra; dall’altro padre Kino, un esempio emblematico della capacità del Trentino
di guardare “fuori da sé”, di aprirsi al resto del mondo anziché chiudersi in difesa,
e di farlo con quella generosità testimoniata oggi ad esempio dall’impegno della
Intervista al Presidente della Provincia Antonoma di Trento Lorenzo Dellai.
Costruttori di futuro
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stimoli e riflessioni a favore del terri-
torio. Per valutare l’efficacia di questo
progetto bastano i numeri a quattro
cifre che hanno segnato il clamoroso
successo della prima edizione. L’edi-
zione del 2012 (madrina sarà la signora
Maria Romana De Gasperi), rilanciando
questi temi fondamentali, sarà cele-
brata a Trento nel centralissimo Teatro
Sociale con un ricco calendario di mani-
festazioni, nell’ambito del 40° Anniver-
sario della World Heritage List UNESCO
(Focus del Premio), assumendo il tema
“Patrimonio mondiale e Sviluppo soste-
nibile: il ruolo delle comunità locali”,
rappresentando, in questa stessa gior-
nata, anche la giornata conclusiva della
Campagna DESS UNESCO.
La manifestazione, unica in Italia, è
stata voluta dalla Provincia Autonoma
di Trento e dal Consorzio dei Comuni
Trentini, che hanno deciso di cogliere
e promuovere nel nostro Paese una
nuova sfida per tutelare il territorio e
il paesaggio quali elementi che svol-
gono importanti funzioni di interesse
generale, sul piano culturale, ecologico,
ambientale e sociale, costituendo una
risorsa favorevole all’attività economica
poiché, se salvaguardati, gestiti e pia-
nificati in modo adeguato, possono
contribuire alla creazione di posti di
lavoro. Il concorso è ricco di iniziative
collaterali come vedremo nelle pagine
che seguono.
D’altro canto, come dicevano lo stati-
sta trentino Alcide De Gasperi e Gio-
vanni Spadolini, la cultura, il paesaggio,
il territorio e l’ambiente (che sono poi
gli obiettivi del Premio) sono simboli
di un nuovo modello di sviluppo.
Il Premio, che intende onorare e cele-
brare chi - istituzioni, Enti e imprese
singole e associate - con le proprie
attività, norme, piani e azioni, ha ope-
rato per l’affermazione del concetto di
sostenibilità, rimane fermo sulla sua
struttura base con quattro categorie
fisse, le cosiddette Sezioni storiche,
inserite fin dal primo momento nel
bando, con l’aggiunta di cinque sezioni
speciali, compreso il capitolo che
riguarda il Focus dedicato ai SITI
UNESCO. Nelle sezioni speciali, infatti,
concorreranno: SITI UNESCO; Asso-
ciazioni di Identità tipiche; Gestione
Forestale Sostenibile; Imprese Acque-
dottistiche (Federutility); una Sezione
Speciale è dedicata alle Città del Vino
per raccontare come l’Associazione
sia riuscita, in 25 anni di attività, a
compartecipare i Comuni vitivinicoli
alla difesa delle loro tradizioni locali,
delle filiere produttive e del territorio.
Chi intende presentare la propria candi-
datura al Premio Eco and the City Gio-
vanni Spadolini dovrà scegliere tra nove
categorie (quattro sezioni ordinarie e
cinque speciali), secondo le modalità
indicate nel bando, che si può scaricare
dal Sito www.ecoandthecity.it.
I candidati dovranno compilare l’appli-
cations form per essere ammessi alla
selezione; le candidature dovranno
pervenire entro il 20 settembre 2012.
Nell’ambito di questo ciclo di manife-
stazioni sono previsti convegni (De
Gasperi, Spadolini, Padre Kino), e
saranno invitati gli autori del documen-
tario di Al Gore (Premio Nobel) “The
last call at the oasis” sulle necessità di
salvaguardia del Pianeta; sono inoltre
previsti dibattiti sulle prossime iniziative
dell’UNESCO e confronti con altre realtà
che adottano gli eco principi di salva-
guardia del paesaggio, tutela dell’am-
biente e del territorio, individuati dalla
Fondazione Spadolini Nuova Antologia,
istituzione di riferimento per la Com-
missione Nazionale Italiana per l’UNE-
SCO, con la quale opera in sinergia.
L. L.
IlFocusèdedicatoal40°Anniversario
della World Heritage List. La manifestazione, unica in Italia,
è stata voluta dalla Provincia AutonomadiTrento
e dal Consorzio dei Comuni Trentini, che hanno deciso
di cogliere e promuovere nel nostro Paese una nuova sfida
per tutelare il territorio e il paesaggio quali elementi
che svolgono importanti funzioni di interesse generale,
sul piano culturale, ecologico, ambientale e sociale, costituendo
una risorsa favorevole all’attivitàeconomicapoiché,
se salvaguardati, gestiti e pianificati in modo adeguato,
possono contribuire alla creazione di posti di lavoro.
L’organizzazione del Premio Eco and the City Giovanni Spadolini è il
risultato di un lavoro di equipe, che vede coinvolti diversi attori, nel
convincimento che la piattaforma comune per tutte le attività sociali,
in grado di catalizzare e aggregare tutte le energie possibili, in particolare quelle
umane, possa essere costruita con il contributo di tutti. Al Salone del Libro di
Torino è stato dato il via, ufficialmente, al prologo della seconda edizione, che
si preannuncia particolarmente interessante. Siamo dunque partiti dalla più
grande libreria d’Italia che, a maggio di ogni anno, trasuda storia e cultura, in
ogni angolo, ma crea anche occasioni di dibattito sui temi di grande attualità,
come la tutela dell’ambiente, del territorio e del paesaggio. Su questo palcosce-
nico è cominciato il viaggio dell’ambizioso ed esclusivo progetto della Fondazione
Spadolini Nuova Antologia (che opera sotto l’Alto Patronato Permanente del
Capo dello Stato), proseguendo verso Trento (l’appuntamento è per il 10 novem-
bre 2012) per assegnare la Medaglia Spadolini, diventata l’Oscar delle best
practices, della tutela del territorio e del paesaggio e della salvaguardia dei beni
culturali e ambientali, coinvolgendo, nell’anno del 40° Anniversario della World
Heritage List, i 47 Siti del Patrimonio UNESCO del nostro Paese, “eccellenze”
del patrimonio culturale e ambientale. La manifestazione, realizzata a Firenze lo
scorso anno (Palazzo Incontri) nell’ambito delle celebrazioni del 150° anniversa-
rio dell’Unità d’Italia, ritorna dopo il successo della passata edizione (si registra-
rono 1600 adesioni), proponendosi di raccontare le vicende, le storie e i progetti
che animano l’intero territorio nazionale nell’ambito delle iniziative sostenibili di
promozione delle energie rinnovabili e delle buone pratiche, ma anche per con-
fermare la stretta collaborazione nell’organizzazione della Settimana (5-11
novembre 2012), inquadrata nel DESS - Decennio di Educazione allo Sviluppo
Sostenibile 2005-2014 -, campagna mondiale proclamata dall’ONU e coordinata
dall’UNESCO, che ha affrontato negli anni i vari temi chiave dello sviluppo soste-
nibile. Il Premio vuole caratterizzarsi come elemento di discussione e dibattito
a sostegno della salvaguardia del paesaggio e dell’ambiente, quale componente
fondamentale del patrimonio culturale e naturale d’Europa, contribuendo così
al benessere e alla soddisfazione degli esseri umani e al consolidamento dell’i-
dentità europea. Già nella prima edizione il Premio è riuscito a catturare l’atten-
zione di organizzazioni territoriali, Comuni, Unioni di Comuni, città, Enti,
agricoltori, vitivinicoltori e aziende agricole, il settore privato e le imprese virtuose
e innovative delle varie regioni d’Italia con la sua ricca dotazione di proposte,
A Trento, il 10 novembre 2012, la cerimonia conclusiva del Premio Eco and the City, dedicato al fondatore del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali.
Il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini e l’UNESCO alleati nella difesa del territorio
Il vice Presidente della Regione Piemonte incontra i promotori del Premio.AncheisindacicheospitanoisitiUNESCOinPiemontetrailpubblico.
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Il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini è strutturato in quattro Categorie (Sezioni), che costituiscono la base storica
del Premio. Il bando è stato compilato da un apposito Comitato Scientifico (che fungerà anche da Giuria del Premio), che
ha coinvolto accademici, opinionisti e tecnici di alto livello. La Giuria si avvale del supporto di un rappresentante dell’ANCI
(Associazione Nazionale Comuni d’Italia). Il questionario dovrà essere compilato con risposte semplici e chiare, contenute
negli spazi previsti nel documento. Il bando e il formulario allegato on-line è presente sul Sito www.ecoandthecity.it ed
altri siti che saranno via via collegati come partner del progetto.
Le categorie ammesse
SEZIONE 1Politiche territoriali integrate e soste-
nibili. Focalizza la propria attenzione
sui progetti che riguardano il concetto
di “Comunità sostenibili”, al fine di
selezionare esempi di eccellenza nel
nostro paese da promuovere per un’i-
donea replicazione su tutto il territorio
nazionale. Le candidature avranno per
oggetto progetti e iniziative che, a
giudizio dei proponenti identificano il
proprio territorio come “sostenibile”.
La sostenibilità va intesa in senso
ampio, toccando le tematiche ambien-
tali ed energetiche, sociali ed econo-
miche, includendo le azioni di
comunicazione e formazione adottate
al fine di attivare un processo parteci-
pativo sempre più ampio della collet-
tività. L’adesione al Patto dei Sindaci,
ovvero l’iniziativa della Commissione
Europea promossa in Italia dal Mini-
stero dell’Ambiente, della Tutela del
Territorio e del Mare, e la successiva
redazione del Piano di Azione per l’E-
nergia Sostenibile (PAES), possono
rappresentare un valore aggiunto inte-
ressante (ma non determinante), in
quanto azioni integrate già riconosciute
a livello europeo.
SEZIONE 2Valorizzazione dei patrimoni paesaggi-
stici e culturali. La sezione è dedicata
alla “tutela e valorizzazione del pae-
saggio naturale e culturale italiano”: il
tema apre ai progetti e programmi che
sostengono iniziative di valorizzazione
di aree e patrimoni immateriali inseriti
nelle reti dei paesaggi culturali, parchi
culturali, parchi letterari, distretti cul-
turali evoluti, che mettono al centro
della propria azione di tutela e valoriz-
zazione la nozione di patrimonio che
in questi ultimi anni ha progressiva-
mente ampliato contenuti, ruoli e utilizzi
nella società contemporanea.
SEZIONE 3Riqualificazione dei territori agricoli. Il
paesaggio è stato introdotto quale
obiettivo del Piano Strategico Nazionale
di Sviluppo Rurale 2007-2013. Si tratta
di una vera e propria rivoluzione nel
concepire la ruralità nel suo complesso,
dal momento che la tendenza è attual-
mente quella di ricercare una sorta di
qualità integrale: ciò che presuppone
il rispetto di due aspetti fra loro inscin-
dibili, la qualità del prodotto e la qualità
del paesaggio (ovvero un “marchio”
nel mercato globale della qualità).
Numerose indagini hanno già indicato
la fondamentale importanza della
dimensione paesaggistica nel valore
di mercato di alcuni prodotti tipici (il
vino, per esempio) e nel turismo rurale
(agriturismi). Non casualmente, il
modello territoriale che oggi più gua-
dagna spazio in Europa sul piano di
uno sviluppo insieme economico,
sociale e demografico è quello dei
territori a debole urbanizzazione (assai
spesso a vocazione rurale), in grado di
catturare più che di produrre ricchezza.
Sono le regioni che si caratterizzano
per un’offerta anzitutto territoriale,
basata sul paesaggio e su attività qua-
lificate nei servizi e nella produzione
agricola di qualità.
SEZIONE 4Il settore privato e le imprese virtuose
e innovative. Un riconoscimento alle
imprese e alle istituzioni del settore
privato che si sono distinte per azioni
e proposte virtuose nell’ambito delle
proprie attività, con una particolare
attenzione ai soggetti attivi in Italia
nell’ambito della campagna Sustainable
Energy Europe (SEE), coordinata a
livello europeo dalla Commissione
Europea e a livello nazionale dal Mini-
stero dell’Ambiente e della Tutela del
Territorio e del Mare. Si intende quindi
valorizzare l’azione di promozione della
cultura ambientale ed energetica soste-
nibile da parte degli attori del panorama
nazionale provenienti da settori diversi
da quello pubblico.
CATEGORIE SPECIALI• Una Categoria (Sezione Speciale) dedicata a Padre Eusebio Chini, il religioso
trentino pioniere della cultura della sostenibilità, rivolta alle Associazioni di iden-
tità tipiche e ai Saperi Antichi. In linea con l’attività di Res Tipica, Associazione,
costituita dall’ANCI insieme alle Associazioni Nazionali delle Città di Identità, per
la promozione delle identità territoriali italiane, il Premio intende promuovere
l’immenso patrimonio ambientale, culturale, turistico ed enogastronomico dei
Comuni piccoli e medi del nostro Paese, valorizzando la cultura dei territori, per
far conoscere in Italia e nel mondo la ricchezza di paesaggi, saperi e sapori.
Tramite le conoscenze tradizionali si realizza l’uso appropriato delle risorse natu-
rali: acqua, suolo, energia. Usare il sapere tradizionale non significa riapplicare
direttamente tecniche del passato, ma cogliere la logica di questo modello di
conoscenza. Per le imprese, i centri storici, le aziende, usare e promuovere le
conoscenze tradizionali significa confrontarsi con processi, cognizioni e capacità
che saranno sempre più richiesti a livello internazionale; anticipare le soluzioni
necessarie allo sviluppo sostenibile e conquistare una immagine attrattiva per il
turismo culturale e utile all’affermazione dei propri prodotti a livello internazionale.
Nello specifico il Premio si ispira a Padre Eusebio Chini, antesignano della cultura
della sostenibilità e grazie alle sue mirabili intuizioni, propose un modello di
sostenibilità basato sulle pratiche tradizionali di gestione dell’acqua, dei suoli e
dell’energia di antiche comunità.
Un modello che può essere proposto oggi anche con tecniche innovative nella
città contemporanea, per avviare un programma di conversione in città sosteni-
bili del futuro, adottando tecniche antiche, naturalmente.
Qualità specifica dei siti eccezionali è il valore delle realizzazioni architettoniche
e urbane e dei parchi archeologici inseriti in contesti armonici o naturali di grande
varietà e pregio. Ogni bene eccezionale e opera d’arte é parte di un sistema
strettamente connesso di natura e cultura. La realizzazione e la perpetuazione
di questi beni sono dovute a quel complesso millenario di saperi e di tecniche
che le Nazioni Unite negli organismi e conferenze internazionali hanno chiamato
le Conoscenze Tradizionali e Locali. Si tratta di tecniche e pratiche antiche tra-
mandate attraverso le generazioni diffuse nel territorio, utilizzate nella gestione
dei suoli, nell’uso e nella protezione delle aree naturali, nelle architetture rurali
e nell’organizzazione dei centri urbani. Costituiscono altresì il sapere storico
dell’umanità che ha permesso la realizzazione di architetture e paesaggi di valore
universale protetti dall’UNESCO nella categoria dei paesaggi culturali. Comunitàsostenibili,patrimoniopaesaggisticotoutcourt,riqualificazionedeiterritoriagricoli,settoreprivatoeimpresevirtuosecostituisconolabasestoricadelPremio.
Le conoscenze tradizionali, i saperi antichi o sistemi di scienze locali rientrano nella prima Sezione Speciale dedicata al missionario trentino Padre Eusebio Chini.
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• Una Categoria (Sezione Speciale) dedicata alla gestione Forestale Soste-
nibile in collaborazione con PEFC (Pro-
gramma per il Riconoscimento di
schemi di Certificazione Forestale).
La buona gestione forestale si carat-
terizza attraverso continui controlli dei
boschi da parte delle autorità compe-
tenti e/o da volontari. Questa attività
consente di verificare se nelle aree
boschive si effettuano tagli illegali o
interventi irresponsabili che possono
portare all’impoverimento e alla distru-
zione delle risorse forestali.
In particolare il Premio vuole conside-
rare la Gestione Forestale Sostenibile
che tenga conto di:
• Equilibrio tra crescita legnosa
e tagli di prelievo
• Biodiversità e rinnovamento
naturale del bosco
• Tutela delle funzioni di protezione
svolte dalla foresta nei confronti
del clima, suolo e acqua.
• Vitalità e salute delle foreste
• Circolo del carbonio
• Aspetti sociali e culturali
Gli esaminatori valuteranno le candi-
dature che presentano una corretta
gestione delle risorse forestali che
garantisce nel tempo la loro conserva-
zione e miglioramento per promuovere
la campagna di certificazione PEFC
(Programma per il riconoscimento di
schemi di Certificazione Forestale).
• Una Categoria (Sezione Speciale) dedicata alla gestione sostenibile
degli acquedotti (in collaborazione con
Federutility).
Il Premio si propone di valutare le
proposte dei gestori degli acquedotti
e delle aziende dei servizi pubblici per
la gestione sostenibile della risorsa
idrica, la sua conservazione e la tutela
dell’acqua Il “governo complessivo”
delle risorse idriche disponibili è diven-
tata un’esigenza urgente e prioritaria,
in questo senso Federutility, partner
di Eco and the City Giovanni Spadolini,
vuole evidenziare e promuovere i nuovi
modelli di gestione della risorsa idrica,
basati “sull’ecointelligenza”, per esem-
pio il riciclaggio ; “sull’ecosufficienza”
e su processi produttivi che riescano
a far reagire i sistemi naturali in modo
sempre più naturale.
• Una Categoria (Sezione Speciale) dedicata alle Città del Vino per raccon-
tare come l’Associazione sia riuscita,
in 25 anni di attività, a compartecipare
i Comuni vitivinicoli alla difesa delle
loro tradizioni locali, delle filiere pro-
duttive e del territorio.
In questo saranno considerati i progetti
e i modelli che puntano ad una mag-
giore sostenibilità delle aspirazioni di
crescita dei territori che hanno scom-
messo sulla campagna, sull’agricoltura,
sulla vitivinicoltura perché si consolidi
quel circuito virtuoso che ha consentito
a molte piccole municipalità di tornare
a vivere, di fare restare i giovani, di
guardare ai propri cittadini con l’orgoglio
di rappresentare, non solo per il turista
ma in primis per se stessi, una comu-
nità migliore che vive su un territorio
migliore. L’Associazione Nazionale Città
del Vino, inserita nel circuito Res Tipica,
ha scelto il Premio Eco and the City
Giovanni Spadolini per segnare, tra le
altre celebrazioni, un tappa importan-
tissima nella propria storia: gli esami-
natori dovranno valutare le candidature
che si propongono di salvaguardare un
immenso patrimonio fatto di cono-
scenze, ma anche di storia e cultura,
di ambiente e paesaggio, di produzioni
tipiche e artigianali, di opere d’arte e
bellezze architettoniche.
La candidatura alla Medaglia Spadolini
terrà conto anche del progetto Piano
Regolatore delle Città del Vino, stru-
mento messo a disposizione degli
amministratori per far tesoro di utili
consigli per una corretta gestione del
territorio in fase di programmazione
delle scelte urbanistiche, aiutando i
Comuni a valorizzare e comunicare le
loro attività in questo campo; un impe-
gno che pervade in modo costante
tutte le azioni dell’Associazione che
hanno a che vedere con lo sviluppo
del territorio.
La tutela e valorizzazione specifica, come voleva Giovanni Spadolini, riguarda anche il Patrimonio Mon-
diale dell’Umanità: il Premio, che ha già avuto come partner la Commissione Nazionale Italiana per l’UNE-
SCO, vuole, infatti, evidenziare lo stato di salute dei SITI UNESCO italiani nell’anno in cui si celebra il 40°
Anniversario del riconoscimento ufficiale di questo esclusivo patrimonio. Il 40° Anniversario della World
Heritage List rappresenta il Focus dell’edizione 2012 che si svolgerà a Trento, il 10 novembre 2012.
Focus UNESCO 40° Anniversario World Heritage List 1972-2012
Si sta anche valutando la possibilità di
offrire l’opportunità di candidarsi (in
una categoria a parte) anche ai siti
italiani (sono una quarantina) che, al
momento, aspirano a diventare “Patri-
monio mondiale dell’umanità”, iscritti
nell’apposita Lista propositiva (tentative
list). E’ un modo per far valutare al
grande pubblico, con l’aiuto del web,
questi progetti da vicino. Il logo cele-
brativo del quarantennale della World
Heritage List, assieme a quello ufficiale
dell’UNESCO, ci accompagnerà per
tutto il 2012. Insieme al logo che rap-
presenta il Patrimonio Mondiale, pro-
gettato dall’artista Michel Olyff ed
adottato ufficialmente nel 1978,
saranno utilizzati anche sul materiale
informativo.
Questi simboli sono entrati ormai nella
memoria collettiva: l’emblema rotondo,
come il mondo, rappresenta un simbolo
di tutela globale per il patrimonio di
tutta l’umanità. Il cerchio che racchiude
un quadrato posto al suo interno: le
due figure geometriche, rappresentano
rispettivamente i beni naturali e quelli
culturali.
E’ evidente il forte richiamo alla figura
di Giovanni Spadolini, che ha fondato
il Ministero per i Beni Culturali e
Ambientali. Una sezione speciale, come
si evince dal programma ufficiale, è
dedicata ai SITI UNESCO: è un modo
di parlare al territorio e alla gente che
vive il territorio, in una società, oggi,
decisamente più aperta e disponibile
con la consapevolezza di poter utilizzare
il brand UNESCO legato al proprio
patrimonio culturale e naturale, sapendo
che la responsabilità nei riguardi di
questo patrimonio internazionale deve
concretizzarsi in efficaci politiche di
conservazione e valorizzazione con un
controllo costante del territorio, con
restauri e manutenzioni efficaci, dan-
done una sempre più ampia accessi-
bilità e visibilità anche per le località
che li ospitano, alle quali è affidato il
compito di tutela e di salvaguardia.
La Fondazione Spadolini condivide il
programma con la Commissione Nazio-
nale Italiana per l’UNESCO, al fine di
ricordare la figura di Giovanni Spadolini,
un nome che significa amore per l’Ita-
lia intera, per le grandi città come pure
per i più piccoli comuni, ricchi di storia
e di tradizioni, senza distinzione fra
nord e sud, centro e isole.
La sua onestà, la sua cultura, la sua
civiltà, il suo alto senso dello Stato sono
valori ancora attuali, patrimonio di tutti,
dell’intera umanità. Ecco perché l’edi-
zione del Premio Eco and the City,
dedicata al 40°Anniversario della pro-
clamazione dei primi “SITI” da parte
dell’UNESCO, gli sarebbe stata parti-
colarmente cara.
LatutelaevalorizzazionedeiSitiPatrimoniodell’UmanitàrappresentanoilFocusdelPremio.Gestioneforestalesostenibile,utilizzovirtuosodellerisorseidriche,CittàdelVinocheraccontano25annidiattivitàrientranotraleSezioniSpeciali.
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rappresentarne una) sono realizzate a garanzia della massima trasparenza e
sicurezza, con l’intento di promuovere l’utilizzo nel territorio gestito, con grandi
benefici per i cittadini e la tutela dell’ambiente. Per quanto attiene al Premio, il
riconoscimento terrà conto anche dell’aspetto etico della gestione degli acque-
dotti. La Giornata Mondiale dell’Acqua (World Water Day), svoltasi lo scorso
marzo, ha avuto come tema centrale:”Il mondo ha sete perché abbiamo fame”,
legato al tema della sicurezza alimentare. Oggi esistono infatti sul pianeta 7
miliardi di persone da nutrire e, entro il 2050, se ne prevedono 2 miliardi in più.
Secondo le statistiche, ognuno di noi beve circa 2-4 litri d’acqua al giorno e la
maggior parte dell’acqua da bere fa parte del cibo che viene consumato. Per
fronteggiare questa emergenza, è necessario in primo luogo garantire la dispo-
nibilità idrica in quantità sufficiente e di qualità adeguata, nonché produrre più
cibo utilizzando meno acqua, ridurre gli sprechi e le perdite e adottare diete più
sostenibili. E’ l’inizio di un percorso al quale si aggiunge una partnership con
l’ITKI UNESCO che si occupa del recupero delle Conoscenze Tradizionali, quindi
anche dell’uso dell’acqua, e del rispetto dell’ambiente. Soluzioni accompagnate
dal rispetto delle normative, sensibilità e buon senso. Attraverso la ricerca e la
promozione di tecnologie appropriate, le candidature al Premio vogliono essere
espressione di valori ecologici, sociali e solidali. E c’è di più: si terrà conto della
responsabilità delle imprese associate, l’utilizzo nel territorio gestito, dai diritti
umani all’ambiente, passando per l’impatto sulla società, mettendo in campo
varie strategie per garantire la sostenibilità lungo tutta la catena del valore. Quello
dell’uso “responsabile” dell’acqua, bene prezioso.
Maria Mazzei
Il Premio Eco and the City, dedicato a Giovanni Spadolini, si
propone di valutare le candidature degli acquedotti e delle aziende
dei servizi pubblici per la gestione della risorsa idrica, la sua
conservazione e tutela. La Giuria terràcontoanchedell’aspetto
etico,nonchèdellaresponsabilitàsociale delle imprese associate, in gradodigarantirelasostenibilità
lungo tutta la catena del valore.
Sottolineare l’importanza delle acque dolci, incentivare la sostenibilità nella
gestione delle risorse idriche. E’ quanto Federutility si prefigge di ottenere
con le sue iniziative di comunicazione, a garanzia della sicurezza e tra-
sparenza nei confronti dei cittadini. Federutility (federazione che riunisce le
aziende di servizi pubblici locali che operano nei settori Energia Elettrica, Gas e
Acqua ) anche per questa edizione, affianca il Premio Eco and the City Giovanni
Spadolini, collaborando nella diffusione del bando (www.ecoandthecity.it) tra i
propri associati, in particolare promuovendo la Categoria dedicata alla gestione
sostenibile degli acquedotti (Sezione Speciale). Il Premio, che vuole assegnare
la Medaglia Spadolini ad un acquedotto “virtuoso“ che sappia coniugare i valori
della sostenibilità con lo sviluppo, si propone, infatti di valutare le proposte dei
gestori degli acquedotti e delle aziende dei servizi pubblici per la gestione soste-
nibile della risorsa idrica, la sua conservazione e la tutela dell’acqua. Il “governo
complessivo” delle risorse idriche disponibili è diventata un’esigenza urgente e
prioritaria, in questo senso Federutility, partner di Eco and the City Giovanni
Spadolini, vuole evidenziare e promuovere i nuovi modelli di gestione basati
sull’“eco-intelligenza” (per esempio il riciclaggio), sull’“eco-sufficienza” e su
processi produttivi che riescano a far reagire i sistemi naturali in modo sempre
più naturale. Federutility ha elencato sul proprio sito web le pagine di tutte le
aziende che pubblicano i parametri chimico-fisici dell’acqua di rete distribuita.
Quella della federazione (che riunisce la totalità delle aziende italiane dell’acqua,
oltre a quelle di energia e gas) vuole essere una campagna di trasparenza fina-
lizzata a comunicare a cittadini e utenti i risultati della complessa e severa filiera
di controlli cui l’acqua potabile è sottoposta per legge. Le campagne portate
avanti da Federutility, (anche il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini vuole
Verso un uso responsabile dell’acqua, bene primario e prezioso.
Oro blu, un premio alla trasparenza
La firma del protocollo di intesa che prevede collaborazione e supporto operativo tra 4 istituzioni, locali (ConsorzioComuniTrentinieBimAdige)enazionali(PEFCeFederforeste).
Nel bosco soltanto scelte virtuose
“Acqua, legno, foreste, territorio”.
Elementi di un nuovo patto di
sistema per le comunità locali: il
dibattito aperto da Consorzio dei
Comuni Trentini, Bim dell’Adige, Feder-
foreste e PEFC Italia, con la collabora-
zione della Provincia Autonoma di
Trento, riassume, in questo modo, la
Categoria (Sezione Speciale) dedicata
alla gestione Forestale.
Il Premio invita a fare scelte di lungo
respiro, lungimiranti, coraggiose e uni-
voche. È necessaria una visione
ambientale e di mantenimento del
territorio, che si coniughi con lo svi-
luppo dell’economia dei territori: il
bosco è una risorsa da coltivare e da
mantenere.
Se ciò non accade c’è il rischio che si
creino dissesti territoriali e idrogeolo-
gici: il bosco va gestito dall’uomo.
A Trento, nel frattempo, è stata avviata
un’iniziativa lungimirante che ha offerto
momenti di confronto e dibattito sui
temi della conservazione del territorio,
della biodiversità, della tutela del pae-
saggio, dei livelli di stabilità dei versanti
e della qualità della vita, con contributi
importanti. In questa occasione è stato
firmato un protocollo di intesa che
prevede collaborazione e supporto
operativo tra 4 istituzioni, locali (Con-
sorzio Comuni e Bim Adige) e nazionali
(PEFC e Federforeste).
La formula individuata associa l’utilizzo
più razionale delle risorse all’integra-
zione delle tecnologie innovative.
L’Europa incoraggia le comunità “intel-
ligenti” che vadano verso soluzioni
integrate e sostenibili in grado di con-
sentire una gestione oculata del terri-
torio e del patrimonio forestale.
Il futuro sta nella filiera ecosostenibile
dei boschi che possono fornire anche
energia pulita e sicura a prezzi acces-
sibili ai cittadini, ridurre i consumi e
creare nuovi mercati.
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I II Premio Eco and the City Giovanni Spadolini segnerà un tappa importantissima nella storia dell’Associazione.
L’Associazione, nata a Siena venticinque anni fa, si propone di salvaguardare un immenso patrimonio fatto di conoscenze,
ma anche di storia e cultura, di ambiente e paesaggio, di produzioni tipiche e artigianali, di opere d’arte e bellezze archi-
tettoniche. Vuole inoltre formare e informare gli amministratori pubblici, ma anche le imprese, dell’importanza del “buon
governo dei territori”, delle buone pratiche, dell’etica e della professionalità, della qualità della vita nei territori del vino.
Buon compleanno Città del Vino
Venticinque anni e non li dimo-
stra.. L’Associazione Nazionale
Città del Vino, nata a Siena il
21 marzo 1987, per volontà di un gruppo
di trentanove sindaci che decisero di
dar vita a questo sodalizio per contribu-
ire a rilanciare l’immagine e la qualità
del vino italiano, ha scelto il Premio Eco
and the City Giovanni Spadolini per
segnare, tra le altre celebrazioni, un
tappa importantissima nella propria
storia. E per ricordare che l’Associazione
si propone di salvaguardare un immenso
patrimonio fatto di conoscenze, ma
anche di storia e cultura, di ambiente e
paesaggio, di produzioni tipiche e arti-
gianali, di opere d’arte e bellezze archi-
tettoniche. Vuole inoltre formare e
informare gli amministratori pubblici,
ma anche le imprese, dell’importanza
del “buon governo dei territori”, delle
buone pratiche, dell’etica e della pro-
fessionalità, della qualità della vita nei
territori del vino. Nel bando è stata
inserita una Sezione Speciale dedicata
a questi temi. Una candidatura alla
Medaglia Spadolini che terrà conto
anche del progetto Piano Regolatore
delle Città del Vino, strumento messo
a disposizione degli amministratori per
far tesoro di utili consigli per una corretta
gestione del territorio in fase di pro-
grammazione delle scelte urbanistiche,
aiutando i Comuni a valorizzare e comu-
nicare le loro attività in questo campo;
un impegno che pervade in modo
costante tutte le azioni dell’Associazione
che hanno a che vedere con lo sviluppo
del territorio. “L’idea fondante fu quella
di organizzare un “movimento” che
potesse sostenere le imprese vitivini-
cole nella promozione del vino ma al tempo stesso individuava già allora nel valore
del territorio la carta da giocare per lo sviluppo delle aree rurali. - dice il Presidente
dell’Associazione Giampaolo Pioli - Un’idea che oggi trova riscontro concreto nel
forte sviluppo che ha avuto il turismo enogastronomico, nella nascita di oltre 140
Strade del Vino in Italia (forma di offerta turistica integrata), rafforzata dai successi
quantitativi e qualitativi del vino italiano sui mercati internazionali e dal crescente
interesse dei consumatori verso il vino, inteso di nuovo anche come alimento e
come parte fondamentale della nostra ‘Dieta Mediterranea’ (riconosciuta patrimo-
nio immateriale dell’umanità dall’Unesco), in grado di aiutare anche a migliorare
la propria qualità della vita. C’è da sottolineare quanto siano stati importanti i
risultati ottenuti dalle ricerche mediche che dimostrano degli effetti benefici del
vino per la salute umana, se consumato con moderazione; studi che continuano
e che riserveranno ulteriori interessanti sorprese”. “Infine, - ricorda Pioli - la stra-
ordinaria crescita culturale del mondo che ruota intorno al vino ha consentito di
realizzare nel corso degli ultimi anni un complessivo salto di qualità che oggi si
manifesta attraverso una sempre più diffusa consapevolezza, sia tra gli ammini-
stratori pubblici e tra i Sindaci, sia tra i vignaioli e i produttori, che al centro di tutto
questo c’è il valore del territorio, il suo rapporto con il prodotto, e la conseguente
necessità di saperlo tutelare, salvaguardando le sue peculiarità ambientali e pae-
saggistiche”. L’Associazione Nazionale Città del Vino, avendo assunto questi
concetti fin dall’inizio della sua attività, ha sviluppato nel corso di questi venticinque
anni un’innumerevole quantità di progetti, organizzato eventi ed iniziative, promosso
convegni ed incontri, sollecitato Governo, Parlamento e Istituzioni pubbliche sui
più importanti temi che interessano la filiera vitivinicola, costruendo attorno al suo
“marchio” un vasto consenso e accrescendo il suo ruolo di interlocutore tecnico
e politico. Fanno parte dell’Associazione soprattutto Comuni piccoli, quelli che da
soli non avrebbero la forza di farsi conoscere, di rivendicare spazi di promozione
e ascolto da parte delle istituzioni superiori; l’Associazione dà loro voce, li mette
in contatto, costruisce la rete dei rapporti e li fa diventare più forti.
Così possono compartecipare alla difesa delle loro tradizioni locali, delle filiere
produttive, sviluppare incoming turistico e impegnarsi per una maggiore sosteni-
bilità delle loro aspirazioni di crescita; sono i Comuni che, prima di altri, sono
disposti a scommettere sulla campagna, sull’agricoltura, sulla vitivinicoltura perché
si consolidi quel circuito virtuoso che ha consentito a molte piccole municipalità
di tornare a vivere, di fare restare i giovani, di guardare ai propri cittadini con l’or-
goglio di rappresentare, non solo per il turista ma in primis per loro, una comunità
migliore che vive su un territorio migliore. La partnership con il Premio Eco and
the City Giovanni Spadolini (il Focus, lo ricordiamo, è dedicato al quarantesimo
Anniversario del riconoscimento dei Siti protetti dall’UNESCO) consentirà di guar-
dare ancora più lontano.
Paolo Corbini
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diventando il portale privilegiato di
certificazione e diffusione per soluzioni
e buone pratiche realizzate dalle
imprese impegnate in produzioni di
qualità e nella diffusione dell’ eccellenza
italiana nel mondo, con il Trentino e la
Toscana (la sede di ITKI UNESCO è a
Bagno a Ripoli) che hanno fatto da
apripista. Il Teatro Sociale di Trento,
fondato nel 1819 da Felice Mazzurana,
da quasi due secoli è il teatro di tradi-
zione della città. Una storia che comin-
ciò il 29 maggio 1819 con la messa in
scena della Cenerentola di Gioachino
Rossini. In una vivace cronaca dell’e-
poca leggiamo che “le persone sagge
e religiose non potevano darsi pace
nel vedere scelta una giornata di tanta
divozione...”: si era infatti alla vigilia di
Pentecoste. Il teatro si chiamava Teatro
Mazzurana, dal nome del fondatore,
promotore della costruzione e primo
proprietario.
Ma chi era Mazzurana? Nato a Trento
nel 1780, la sua prima attività fu la
confezione e la vendita di dolciumi, poi
la gestione di un caffè.
Verso il 1815 aveva in affitto la più
lussuosa locanda della città e l’idea del
teatro doveva contribuire allo sviluppo
della sua attività commerciale, che
proseguì poi anche in altre direzioni.
Adottò Paolo Oss, che, assumendo
anche il suo cognome, divenne poi il
famoso podestà di Trento al quale la
via dove è ubicato il teatro è intitolata.
Un self made man direbbero gli ame-
ricani.Un imprenditore moderno, che
raccolse parte dei soldi per la costru-
zione vendendo i palchi alle famiglie
nobili e benestanti della città. Capace
di accogliere fino a 1200 spettatori, il
Teatro fu realizzato su progetto dell’in-
gegner Giuseppe Maria Ducati all’in-
terno del palazzo del conte Tommaso
Festi. Nel 1835 l’imprenditore-caffet-
tiere cedette la proprietà ed il Teatro
cambiò nome in Teatro Sociale, gestito
dalla Società del Teatro. Nella Trento
ottocentesca, il Teatro Sociale fu
motore di un’intensa attività culturale,
ospitando un cartellone che andava
dalla stagione lirica a quella di prosa,
dalla danza alla musica classica, ma fu
anche utilizzato per comizi politici,
veglioni, spettacoli di magia.
Vi si scrissero pagine di storia: nel 1893
ci fu la seconda rappresentazione asso-
luta di Manon Lescaut con in sala
Giacomo Puccini, nel 1895 e 1896 sul
podio salì Arturo Toscanini, nel 1898
vi cantò Enrico Caruso.
La Società del Teatro ebbe vita trava-
gliata e dopo 102 anni cessò di esistere.
Il Teatro fu venduto a privati e la pro-
grammazione fu in seguito imperniata
sul cinema ma ospitò ancora spettacoli
di prosa e lirica fino agli anni ‘60.
Nel 1983 i proprietari chiusero defini-
tivamente la sala.
Nel 1984 l’immobile fu acquistato dalla
Provincia Autonoma di Trento. Nel 1989
iniziarono importanti lavori di ristruttu-
razione che hanno portato, il 22 giugno
2000, alla restituzione alla città del suo
Teatro. La ristrutturazione dell’archi-
tetto Sergio Giovanazzi lo ha riportato
ai fasti del passato con stucchi dorati
e decorazioni di sapore neoclassico.
L. L.
Il Teatro, non soltanto scena per maestose opere,
il10novembreprossimoospiteràuneventocheentrerànellastoria
dei Siti UNESCO per celebrare i primi quarant’anni della World
Heritage List UNESCO, con l’obiettivo di tracciare le linee
guida per riprogettare il futuro delpatrimoniodell’Umanità.DalTrentinopartiràanche
il “Viaggio alla ricerca della Conoscenze Tradizionali,
sulle tracce di Padre Chini”, inventariate da UNESCO ITKI,
dautilizzareperlaBancaMondialedelle Conoscenze tradizionali.
La cerimonia ufficiale del conferimento della Medaglia Spadolini che si
svolgerà a Trento il 10 novembre prossimo, non avrebbe potuto svolgersi
in un luogo migliore del prestigioso Teatro Sociale di Trento.
Luogo di gran fascino, un vero teatro all’italiana con quattro ordini di palchi, il
loggione e la platea per complessivi 754 posti. Il Teatro, non soltanto scena per
maestose opere, il 10 novembre prossimo ospiterà un evento che entrerà nella
storia dei SITI UNESCO per celebrare a Trento, snodo delle attività UNESCO per
la creazione di una nuova economia e tecnologia sostenibile, i primi quarant’anni
della World Heritage List e per tracciare le linee guida per riprogettare il futuro
del patrimonio dell’Umanità. Verrà ricordata la figura di Padre Eusebio Chini, il
missionario trentino precursore della sostenibilità a cui è dedicato il progetto:
“Il Viaggio alla ricerca delle Conoscenze tradizionali, sulle tracce di Padre Chini”,
inventariate da ITKI UNESCO (Istituto Internazionale delle Conoscenze Interna-
zional), per l’uso della Banca Mondiale delle Conoscenze Tradizionali.
Quest’ultima raccoglie le tecniche tradizionali e le tecnologie sostenibili, (il Prin-
cipe Carlo d’Inghilterra, alfiere delle buone pratiche, è uno dei più concreti
sostenitori) e, una volta pienamente operativa, avrà una diffusione mondiale,
Appuntamento a Trento il 10 novembre 2012 .
Al Teatro Sociale di Trento andrà in scena il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini
ImmaginisuggestivedellostoricoTeatroSocialediTrento.Inalto:MarinoSimonieCosimoCeccutidavantiall’ingressodelTeatrochehaquattroordinidipalco,dopo aver fatto un sopralluogo.
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ieri, si caratterizzano di affrontare le tematiche ambientali, con un occhio attento
a tutte le tematiche di salvaguardia del territorio”. Augusto Marinelli, Presidente
della Commissione Giudicatrice composta da nove esperti, ha ricordato che fin
dalla fondamentale conferenza di Stoccolma nel 1972 il tema dell’ambiente è
sempre più al centro dell’attenzione mondiale: la governance deve coinvolgere
le istituzioni e il singolo cittadino. Per citare le parole di Spadolini “Una moderna
politica dell’ambiente e del territorio richiede il concorso di tutte le forze vive
della cultura e della società”. “Il concetto di sostenibilità è in piena evoluzione
- ha ribadito il prof Marinelli - e la questione non è più ora solo ambientale, ma
estesa e livello economico, sociale e istituzionale: le motivazioni di fondo che
animano il Premio sono legate al trasferimento attivo del patrimonio ambientale
e della diversità culturale alle generazioni future con un obiettivo nazionale ed
europeo”. Il professor Augusto Marinelli, intravede per il futuro del Premio un
percorso agevole perché “l’approccio è stato quello giusto perché rappresenta
una grande opportunità per la creazione di valore. L’ottimizzazione sostenibile
sta dando buoni frutti un po’ ovunque, perché lo sviluppo è passato dalla fase
dei bisogni alla fase dei desideri”: ed aggiunge: “Il Premio, in collaborazione
LaFondazioneSpadoliniNuovaAntologiaimpegnata,
in sinergia con la Commissione Nazionale Italiana UNESCO,
verso un Paese più equo, ambientalmente più sicuro, più
sostenibile, si è legata a doppio filo con il Traditional
Knowledge Institute (Istituto per le Conoscenze
Tradizionali), istituito dall’UNESCO, collaborando
alla realizzazione di un evento internazionale(TheInternational
Protection of Landscapes. Aglobalassessmentonthe
occasionofthe40thAnniversaryof the World Heritage Convention)
in cui si metteranno le basi per una nuova convenzione UNESCO per il paesaggio,
al fine di individuarne la tutela anche dal punto di vista “etico”.
ATrento cresce l’attesa per dare il via a questo percorso di aggregazione
tra comunità eco-sostenibili: un progetto che ha convinto per l’impor-
tanza strategica di trasmettere modelli di sviluppo poco diffusi che si
integrano anche nelle conoscenze tradizionali promosse dal all’Istituto Interna-
zionale Conoscenze Tradizionali (UNESCO-ITKI), fondato dall’UNESCO e con la
Traditional Knowledge World Bank (TKWB) www.tkwb.org (Banca Mondiale
delle Conoscenze Tradizionali) con sede a Firenze e non soltanto limitati all’am-
biente e al paesaggio. Se ne è parlato, nel corso della conferenza stampa (12
giugno 2012), nella sede della Provincia Autonoma di Trento, i relatori ( erano
presenti: Cosimo Ceccuti, Presidente della Fondazione Spadolini Nuova Anto-
logia; Augusto Marinelli, Presidente della Commissione Giudicatrice; Pietro
Laureano, Presidente dell’Istituto per le Conoscenze Tradizionali UNESCO;
Alberto Pacher, vice Presidente della Provincia Autonoma di Trento; Marino
Simoni, Presidente del Consorzio dei Comuni Trentini; Alberto Chini, Presidente
dell’Associazione Culturale Padre Eusebio Chini) hanno mostrato molto interesse
per questa iniziativa della Fondazione Spadolini Nuova Antologia, coadiuvata dal
nostro giornale, che promuove un confronto tra le varie realtà locali, creando tra
loro opportunità di dialogo sullo sviluppo di questi temi specifici. Un dialogo che
dovrà consolidarsi negli anni rappresentando le varie tappe di un lungo percorso
attraverso il Paese dell’Energia possibile. Un percorso che dovrà prendere in
considerazione, in questo caso, anche l’energia umana, poichè ogni singolo può
cogliere e proporre immediatamente proposte e idee per sviluppare e tutelare
il territorio. Queste tematiche sono parte integrante del progetto Eco and the
City Giovanni Spadolini che si propone di far lavorare insieme le realtà territoriali
che hanno realizzato le soluzioni tecnologiche più interessanti per promuovere
l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili: luoghi più efficienti per infrastrutture,
amministrazione, servizi e più attraenti per la qualità della vita, ambiente, pae-
saggio, cultura, chiamati a vincere facendo una gara verso nuovi orizzonti di
sviluppo qualitativo e sostenibile. A sostenere le stesse istanze c’è il Tg2 che
affianca, ufficialmente, il Premio, per ribadire la linea editoriale e l’impegno della
testata giornalistica di Rai Due nell’avviare campagne di successo per sensibi-
lizzare azioni a favore della green economy e di tutti i settori che si sono distinti
per l’ispirazione eco-friendly, mostrando particolare interesse per la natura, la
tutela del paesaggio e dell’ambiente, in tutti i suoi aspetti.
“Una collaborazione - annuncia il direttore del Tg2 Marcello Masi - che sarà
concreta e costante, propedeutica e di stimolo per le varie campagne di sensi-
bilizzazione promosse in questo campo dal nostro telegiornale che, oggi più di
La Rai, attraverso il Tg2, in qualità di media partner, collabora alla realizzazione del progetto.
Il Premio, osservatorio di assoluta competenza sulla green economy
MarcclloMasi,direttoredelTg2.
con Res Tipica ANCI e l’UNESCO, e di
tutti i partners, vuole provare a ridefinire
l’identità territoriale e la competitività
dei territori conferendo valore aggiunto
a tutti i servizi emanati in quell’area”.
In sostanza la formula ruota attorno a
tre concetti base.
Il primo viene chiamato elemento di
comunità. Passa attraverso il recupero
di tutte le risorse culturali, compresi i
momenti di aggregazione locali e le
tradizioni, che contribuiscono a rinsal-
dare appunto la comunità, lo stare
insieme. Il secondo è un elemento di
riordino ambientale: occorre creare
luoghi gradevoli, sostenibili da un punto
di vista socio-ecologico, che puntino
decisamente sulle energie alternative.
Il terzo elemento è la connettività: il
salto di qualità che potrà rendere i
piccoli comuni appetibili è uno sforzo
di investimento tecnologico per la mas-
sima connettività ed operatività info-
telematica. Eccolo dunque l’obiettivo
del Premio Eco and the City Giovanni
Spadolini che vuole rappresentare tutti
i luoghi “virtuosi”: una grande mix tra
comunità ecostenibili e filiere locali tra
creatività, tecnologie e risorse del ter-
ritorio, come modello vincente di com-
petitività. “Questo evento si colloca
all’interno di un percorso che il Trentino
sta facendo a tutti i livelli in direzione
delle scelte sostenibili - ha commentato
l’assessore provinciale all’ambiente
Alberto Pacher - il 30% del nostro
territorio è sotto tutela e le aree pro-
tette sono diventate motivo e motore
di sviluppo”. Il Presidente del Consor-
zio dei Comuni Trentini Marino Simoni,
spiega così la candidatura: “La scelta
di ospitare la nuova edizione del Premio
in Trento, porta d’Europa dal Mediter-
raneo verso la Germania e terra di
autonomia che guarda a buone pratiche
esportabili. La rete di relazioni che ha
messo in circuito questa prestigiosa
iniziativa può senz’altro passare da
Trento: un paese come il nostro spiega
la green economy lungo strade di saperi
e sapori, strade dei fiori, vino, mele e
formaggi in risposta a un’economia in
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crisi, in un territorio virtuoso, insomma”.
Pietro Laureano, Presidente dell’Istituto
per le Conoscenze Tradizionali
UNESCO, che attraverso l’ITKI, ha
portato nuova linfa all’organizzazione
del Premio (è anche componente della
Commissione Giudicatrice), ha ricono-
sciuto un ruolo di primo piano al Premio
Eco and the City dedicato al fondatore
del Ministero per i Beni culturali e
Ambientali, in un contesto legato a
doppio filo ad un evento internazionale
(The International Protection of Lan-
dscapes. A global assessment on the
occasion of the 40th Anniversary of
the World Heritage Convention) in cui
si metteranno le basi per una nuova
convenzione UNESCO per il paesaggio,
al fine di individuarne la tutela anche
dal punto di vista “etico”.
La manifestazione è parte integrante
del Premio, tant’è che a Pian de’ Giul-
lari, è prevista, in concomitanza una
grande manifestazione che coinvolgerà
i proponenti del Patto della Bellezza e
del Paesaggio che sottoscriveranno i
documento programmatico e tutte le
Associazioni di Identità Res Tipica che,
nella stessa giornata, (ore 15,00), nella
Biblioteca Spadolini, prepareranno un
documento sulla tutela del paesaggio
da allegare ai lavori).
Una collaborazione che lusinga gli orga-
nizzatori ben sapendo che l’impegno
diventa ancora più grande. Inoltre,
facendo riferimento al territorio delle
Dolomiti, inserito tra i Patrimoni dell’U-
manità, ha sottolineato: “la necessità
della consapevolezza di una crisi epo-
cale delle risorse negli ecosistemi,
giacché consumiamo in pochi mesi le
risorse producibili in un anno.
È quindi fondamentale l’educazione
alla scienza e alla cultura: l’UNESCO
intende risolvere i problemi con chi li
ha creati e con chi agisce il proprio
territorio”. La diga di Abu Simbel è un
simbolo della catastrofe compiuta
senza una visione del progetto, insieme
locale e globale. “A questo proposito
- ha concluso l’architetto Laureano - la
figura di padre Chini risulta esemplare
per portare il benessere dove non c’era:
con lui il concetto di oasi e di sosteni-
bilità viene rilanciato a livello mondiale
ed abbiamo scelto di affiancare al con-
vegno sulla sua figura la presenza degli
autori del nuovo documentario di Al
Gore Ultima chiamata per l’Oasi”.
Alberto Chini, Presidente dell’Associa-
zione Culturale Padre Eusebio Chini,
ha infatti espresso interesse nel “coin-
volgimento della figura del missionario
trentino come precursore della soste-
nibilità del territorio.
Passando per diverse realtà, portò
sempre con sé le diverse esperienze
vissute in Germania, Spagna, California,
Messico Arizona: oltre a collaborare al
convegno, inviteremo i partecipanti a
visitare il museo di Segno, il monu-
mento equestre donato dalla città di
Tucson e la statua che abbiamo invece
messo lungo la strada, visibile dalla
statale”.
Luigi Letteriello
ImmaginidellaconferenzastampanelPalazzodellaProvinciaAutonomadiTrento.
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and the City Giovanni Spadolini (novem-
bre 2012), promosso dalla Fondazione
Spadolini Nuova Antologia (partner
dell’ITKI UNESCO). Il lavoro sarà moni-
torato dall’Associazione Culturale
Padre Eusebio Chini, il missionario
trentino precursore delle Conoscenze
tradizionali e della sostenibilità, a cui
è dedicata una seconda iniziativa deno-
minata “Viaggio alla ricerca delle Cono-
scenze tradizionali, sulle tracce di Padre
Chini”. Il Principe Carlo è rimasto affa-
scinato dall’idea di costituzione della
Banca Mondiale sulle Conoscenze
Tradizionali, cogliendo in pieno il signi-
ficato e il modo di operare delle tecni-
che tradizionali e, per conto dell’ITKI
UNESCO, promuoverà in Romania le
Conoscenze tradizionali come amba-
sciatore di queste antiche pratiche che
non sono un espediente per risolvere
un singolo problema, ma rappresentano
un metodo elaborato, spesso polifun-
zionale e che fa parte di un approccio
integrato (società, cultura, economia),
strettamente legato a una concezione
del mondo basata sulla gestione accu-
rata delle risorse locali. Ad Highgrove,
nella residenza reale di campagna c’è,
tangibile, l’applicazione del credo del
principe. Nell’azienda agricola di sua
proprietà, che funziona e produce nel
rispetto dell’ambiente, sono vietati i pesticidi e i fertilizzanti chimici per le colti-
vazioni e l’allevamento del bestiame viene fatto secondo i metodi tradizionali.
Questo principio, così simile al funzionamento della natura in cui ogni residuo
di un sistema è utilizzato da altri sistemi e non esiste il concetto di rifiuto o la
possibilità di ricorrere a risorse esterne, è quello che ha permesso la sopravvi-
venza dei gruppi umani nella storia. Carlo d’Inghilterra ne è un convinto soste-
nitore e da molti anni, con vera passione, predica queste buone pratiche. Pietro
Laureano, membro del gruppo di esperti UNESCO che sta lavorando alla stesura
della nuova Convenzione sul Paesaggio, non si sbilancia. Preannuncia il valore
esclusivo di questa manifestazione internazionale (sarà presente il vice direttore
Generale dell’UNESCO Francesco Bandarin) e, come Presidente del Panel per
le conoscenze tradizionali, non dissimula la propria viva soddisfazione, poichè
l’UNESCO vuole segnare quasi una svolta epocale promuovendo concetti nuovi
e innovativi che saranno determinanti nella realizzazione di una Banca Mondiale
sulle Conoscenze tradizionali e il loro uso innovativo (www.tkwb.org).
Pierpaolo Bo
L’erede al trono inglese, affascinato dall’idea di costituzione
dellaBancaMondialedelleConoscenze Tradizionali
(www.tkwb.org),siècandidatoper promuovere
le conoscenze tradizionali, antiche pratiche diffuse in tutto
il mondo. L’UNESCO, attraverso l’ITKI(IstitutoInternazionale
delle Conoscenze Internazionali), vuol promuovere una nuova
economia sostenibile, mettendo in rapporto la domanda di tecniche
appropriate crescente nel mondo, ed in particolare negli oltre 800 siti UNESCO,
con le imprese che operano inquestosettore.Attraverso
l’AssociazioneCulturalePadreEusebio Chini, uno snodo delle attivitàèprevistoinTrentino,
terra di origine del missionario precursore delle Conoscenze
tradizionaliedellasostenibilità.
Si svolgerà a Firenze, dal 19 al 22 settembre 2012, il Convegno dal titolo
“The International Protection of Landscapes. A global assessment on
the occasion of the 40th Anniversary of the World Heritage Convention”,
con lo scopo di lanciare la nuova iniziativa UNESCO (Organizzazione delle Nazioni
Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura) che vuole promuovere l’ Istituto
Internazionale delle Conoscenze Internazionali, denominato ITKI
UNESCO(International Traditional Knowledge Institute). In questo ambito si
metteranno le basi per una nuova Convenzione UNESCO per il paesaggio, al
fine di individuarne la tutela anche dal punto di vista “etico” e saranno avviate
nuove iniziative collaterali per riflettere sulle emergenze e gli interventi da effet-
tuare subito, in maniera concreta e coordinata, con tutte le realtà territoriali. Il
Principe di Galles, fervido ecologista e amico della Toscana, ha manifestato vivo
interesse per i temi del convegno. E’ nota la stima del primogenito di Elisabetta
per Pietro Laureano, l’uomo che recupera le oasi nei deserti sahariani, architetto
e urbanista, consulente dell’ Unesco per le zone aride, la civiltà islamica e gli
ecosistemi in pericolo (recentemente è stato inserito nella Commissione UNESCO
per la ricostruzione delle zone terremotate dell’Emilia), promotore del Convegno.
Tra i due è nato un feeling profondo che si fonda su una marcata affinità ed una
comune sensibilità ambientale. Entrambi condividono l’obiettivo di tutelare il
pianeta: ne discutono per corrispondenza, incontri, scambi di idee. Un legame
intellettuale diventato ancora più saldo ora che l’architetto lucano (è nato a Tri-
carico il 16 febbraio 1951), quasi coetaneo dell’erede al trono inglese, ha avviato
uno studio che propone l’inventario delle conoscenze tradizionali come una lista
di 78 voci di tecniche o pratiche raggruppate in 7 differenti tematiche che vanno
dalla lotta contro l’erosione eolica o idrica, all’organizzazione idrica per la con-
servazione dell’acqua. Ed ancora: Il miglioramento della fertilità dei suoli, la
protezione della vegetazione, la silvicoltura, l’organizzazione sociale. Infine:
architettura ed energia. L’inventario così strutturato è motivato per la necessità
di sintetizzare una materia molto vasta e, progressivamente ampliato e corredato
da elaborati grafici sulle differenti tecniche e procedure, costituisce un utile
repertorio delle conoscenze tradizionali necessarie per la creazione di una nuova
economia e tecnologia sostenibile, mettendo in rapporto la domanda di tecniche
appropriate crescente nel mondo, e in particolare negli oltre 800 SITI UNESCO,
con l’offerta di imprese che operano in questo settore. Tale iniziativa avrà uno
snodo delle attività UNESCO anche in Trentino, dove si svolgerà il Premio Eco
Il Principe Carlo ambasciatore delle Conoscenze tradizionali nel mondo.
Carlo d’Inghilterra: God save the Earth
Il primogenito della Regina Elisabetta si confronta con Pietro Laureano.
Colazione di lavoro nel villaggio restaurato con tecniche tradizionali: ospite Carlo d’Inghilterra.
La coltivazione della canapa nella zona di Carmagnola ha origini remote: fibra grezza e corde robustissime furono oggetto di un commercio fiorente.
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Il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini,
insieme all’Istituto Internazionale ConoscenzeTradizionali(ITKI),
fondato dall’UNESCO e al Traditional Knowledge
WorldBank(TKWB)-BancaMondialedelleConoscenze
Tradizionali -, partendo da padre Eusebio Chini, pioniere
dell’alta Pimerìa, antesignano dello sviluppo sostenibile,
vuole premiare, in omaggio al missionario trentino,
le antiche pratiche usate dai nostri avi, con lo scopo di riscoprirle
per risparmiare energia ed emissioni.
Le “conoscenze tradizionali” sono quei saperi, innovazioni o pratiche
legate alla tradizione di un territorio o di un popolo. Fanno parte della
cultura materiale, e costituiscono autentici laboratori di approfondite
ricerche archelogiche-industriali : ci sono luoghi come gli ecomusei, aree attrez-
zate e musei della memoria dove si possono ripercorrere la storia, la cultura e
lo stile di vita della civiltà contadina e protoindustriale. Esistono aziende che
utilizzano sistemi che si rifanno all’esperienza trasmessa da generazioni, appli-
cazioni che vengono utilizzate nella preparazione dei prodotti alimentari: storici
mulini a pietra, laboratori tessili come il Gualchiere che sorge sull’Arno, alla
periferia di Firenze, alambicchi per preparare esclusivi infusi, cantine storiche
che lasciano riposare vini famosi, campi coltivati con sistemi antichi che appar-
tengono ai nonni. Il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini, insieme all’Isti-
tuto Internazionale Conoscenze Tradizionali (ITKI), fondato dall’UNESCO e al
Traditional Knowledge World Bank (TKWB) - Banca Mondiale delle Conoscenze
Tradizionali -, che classifica le antiche pratiche usate dai nostri avi, vuole mettere
in luce le conoscenze tradizionali, al fine di non dimenticarle e ricominciare ad
usarle per risparmiare energia ed emissioni. E vuole rendere omaggio a padre
Eusebio Chini, pioniere dell’alta Pimerìa, antesignano dello sviluppo sostenibile,
che spese la propria vita tra le popolazioni meno progredite di Paesi lontani,
trasformando argini di fiumi in fattorie, recuperando dimore antiche e chiese.
L’edizione del 2012 dedica una Sezione Speciale a queste tecniche antiche, che
sono state classificate dall’ITKI UNESCO in 700 “grandi famiglie” di tecniche
“salva-ambiente” sopravvissute allo scorrere del tempo. Uno sguardo al passato
e alle tecniche “green” usate dai nostri nonni può essere illuminante in tema di
risparmio energetico. La società Ipogea, di Bagno a Ripoli (dove sorge il Centro
Internazionale) che si avvarrà anche di Energeo Magazine per divulgare le Cono-
scenze tradizionali, ha lanciato l’idea della “Banca Mondiale delle Conoscenze
Tradizionali”, che metterà a disposizione di governi, amministrazioni pubbliche
e cittadini i risultati di questa capillare indagine. Un caso particolare riguarda le
antiche tradizioni culturali per una corretta gestione della risorsa idrica che pos-
sono fornire, anche nel terzo millennio, risposte alla desertificazione e alle crisi
siccitose che si stanno espandendo in molte aree del pianeta a causa dei cam-
biamenti climatici. Di questo si è discusso, recentemente a Yazd, in Iran, dove
si è tenuto il primo congresso internazionale sulle Conoscenze tradizionali per
la gestione delle risorse idriche. Il luogo scelto per l’evento è un simbolo degli
Le conoscenze tradizionali e il loro uso innovativo, che rappresentano la base per una tecnologia sostenibile, indispensabile per l’elaborazione di un nuovo modello di progresso umano, sono un giacimento di possibilità che si va perdendo.
Le conoscenze tradizionali, un patrimonio prezioso
antichi saperi messi a frutto per la
gestione dell’acqua. Infatti la città di
Yazd, posta a cavallo dei due grandi
deserti iraniani, iscritta nel patrimonio
mondiale UNESCO come una delle più
antiche città del mondo, è celebre per
i Qanat, i tunnel di captazione lunghi
anche 40 chilometri che convogliano
l’acqua verso la città, i caravanserragli
di terra cruda e i badgir, le torri del
vento che rinfrescano le abitazioni. “Le
conoscenze tradizionali hanno per-
messo nel passato la realizzazione dei
monumenti, delle città e dei paesaggi
che apprezziamo, ma non vanno stu-
diate e protette solo per il loro signifi-
cato storico: esse hanno una validità
di riproposizione di grande attualità”
- ha dichiarato Pietro Laureano, diret-
tore di Ipogea e Presidente dell’Istituto
internazionale delle conoscenze tradi-
zionali, che ha tenuto una lectio magi-
stralis di apertura dal titolo “Le
conoscenze tradizionali per rispondere
alla crisi globale”.
“La crisi idrica, il degrado dei suoli, la
desertificazione - ha puntualizzato Lau-
reano - possono trovare risposta in
queste conoscenze e tecniche, che
permettono un approccio più adatto
alla situazione locale e rispettoso degli
ecosistemi. Queste tecniche recupe-
rano le identità delle comunità, sono
ad alta componente di lavoro e non
distruggono risorse naturali, contri-
buendo alla diminuzione della povertà,
al perseguimento della pace e di un
futuro sostenibile”.
Ai margini del congresso, organizzato
dal Centro internazionale sui Qanat e
da altri organismi internazionali, oltre
300 esperti e studiosi da 30 paesi del
mondo, hanno fatto il punto sulle ricer-
che e gli interventi di tutela in corso,
e sul modo in cui le tecniche tradizionali
di gestione dell’acqua possano essere
utili nella società contemporanea,
hanno lanciato un appello per salva-
guardare le tecniche e le conoscenze
tradizionali dell’agricoltura e dell’archi-
tettura, che ad oggi stanno scompa-
rendo, ma che è necessario conservare
per poter rispondere alla crisi ambien-
tale ed economica globale e migliorare,
come conseguenza virtuosa, la qualità
della nostra vita. Semsar Yazdy, diret-
tore del Centro Internazionale dei Qanat
dell’Iran, ha proposto di organizzare in
Italia presso l’Istituto Internazionale
delle Conoscenze tradizionali (sede
attuale a Bagno a Ripoli), il prossimo
appuntamento internazionale.
E’ entrato a questo punto in gioco la
Medaglia Spadolini che, con l’obiettivo
di premiare gli esempi più singolari di
utilizzo di tecniche tradizionali, vuole
servire da stimolo per l’arricchimento
della banca dati ITKI UNESCO: Energeo
Magazine, cinghia di trasmissione del
Premio, vuole indagare sui segreti della
memoria, favorendo un progetto già
avviato dall’ITKI UNESCO.
La mappatura dei casi più eclatanti
(ecomusei, antichi frantoi, storici labo-
ratori tessili), potrà essere consultata
da tutte le pubbliche amministrazioni
del mondo, tramite un report annuale
disponibile on-line, che raccoglierà le
centinaia di migliaia di soluzioni antiche
e attuali ai problemi della desertifica-
zione, della mancanza d’acqua, delle
frane e dello spreco di energia.
“Il lavoro di ITKI UNESCO - ha com-
mentato il vice direttore Generale
dell’UNESCO, Francesco Bandarin - è
una buona notizia per l’UNESCO”.
“Le conoscenze tradizionali e il loro
uso innovativo rappresentano la base
per una tecnologia sostenibile, indi-
spensabile per l’elaborazione di un
nuovo modello di progresso umano,
sono un giacimento di possibilità che
si va perdendo, con l’affermarsi della
monocultura del cemento e anche con
gli spostamenti di popolazioni”.
Pierpaolo Bo
L’applicazionedell’intonaconaturaleTERMIT-Biorappresentaunritornoallatradizioneitalianaconlariscopertadeimaterialipiùnobiliusatinell’antichità. NonnoFelicementrefalamanutenzionedelmulinoMarinoapietranaturaleeacilindridaluiresofunzionante,nel1955,aCossanoBelbo.
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Protezione del territorio, inteso non solo in senso fisico, ma anche come storia della popolazione che
ci vive e dei segni materiali e immateriali lasciati da coloro
che lo hanno abitato in passato. Pietro Laureano:
“Ogni pratica tradizionale è sempre un metodo elaborato,
spesso polifunzionale e che fa parte di un approccio
integrato (società, cultura, economia), strettamente legato ad una concezione del mondo
basata sulla gestione accurata delle risorse locali”.
L’UNESCO lo ha comunicato ai responsabili dell’Istituto Internazionale
Conoscenze Tradizionali ITKI soltanto pochi giorni fa. Se n’è fatto carico
lo stesso direttore generale Francesco Bandarin, spiazzando un po’ tutti.
In autunno, subito dopo il Convegno, previsto a Firenze “The International Pro-
tection of Landscapes. A global assessment on the occasion of the 40th Anni-
versary of the World Heritage Convention”, si darà il via ad una massiccia
campagna di sensibilizzazione sulla raccolta e mappatura delle “Tecniche tradi-
zionali o sistemi di scienze locali”, stimolando una gara tra territori (saranno
coinvolte anche le scuole) in un Viaggio alla ricerca delle Conoscenze Tradizionali:
l’iniziativa sarà dedicata al missionario trentino Padre Eusebio Chini.
A quasi dieci anni (2003) dalla Conferenza generale di Parigi, quando l’UNESCO
iniziò ad affrontare il difficile tema della tutela del patrimonio immateriale, si
preannuncia una svolta epocale, partendo dalla nostra storia. Il patrimonio locale
delle Conoscenze Tradizionali può essere promosso, secondo i responsabili
dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (che sta tracciando le nuove linee guida
per una nuova Convenzione UNESCO per il Paesaggio), soltanto coinvolgendo
le popolazioni e i Comuni, creando un collegamento tra le diverse iniziative avviate
In autunno partirà una massiccia campagna di sensibilizzazione sulla raccolta e mappatura delle Tecniche tradizionali o sistemi di scienze locali.
Dal passato la chiave del futuro del pianeta
sul territorio. Le sinergie qui sono obbli-
gatorie. Ed occorre far rete. In questo
contesto, come abbiamo visto a pag.
20, il Principe Carlo d’Inghilterra ha già
annunciato la propria disponibilità ad
essere il primo ambasciatore di questo
“viaggio nella conoscenza” che inte-
resserà l’intero pianeta. Altri autorevoli
personaggi sono apparsi particolar-
mente interessati a questo nuovo
movimento che coinvolgerà i popoli
del mondo che dovranno aprire il “libro
dei ricordi”. Altri ne seguiranno: già
sono interessati imprenditori che hanno
messo in campo strategie idonee per
valorizzare le comunità locali, garan-
tendo la sostenibilità lungo tutta la
catena del valore, personaggi dello
spettacolo sensibili a queste tematiche,
gente comune. Possono partecipare
a questo ambizioso progetto piccoli
Comuni, Unioni di Comuni, associazioni
di Città Tipiche, Province, Regioni,
G.A.L. (Gruppo di Azione Locale) e gli
Ecomusei che in questi ultimi anni sono
diventati sempre più l’espressione di
un territorio dove si è potuto conservare
ma anche saper utilizzare, per l’oggi e
per il futuro, il proprio patrimonio cul-
turale in modo da aumentarne il valore
anziché consumarlo.
“Territorio” inteso non solo in senso
fisico, ma anche come storia della
popolazione che ci vive e dei segni
materiali e immateriali lasciati da coloro
che lo hanno abitato in passato. Gli
ecomusei rappresentano le strutture
dove sono state già inventariate queste
antiche pratiche.
Anche in questo caso, la Fondazione
Spadolini Nuova Antologia, il Premio
Eco and the City Giovanni Spadolini e
l’ITKI UNESCO viaggeranno insieme
verso lo stesso obiettivo di tutela del
territorio anche dal punto di vista etico.
Il Trentino e la Toscana diventano lo
snodo delle attività UNESCO per la
creazione di una nuova economia e
tecnologia sostenibile, mettendo in
rapporto la domanda di tecniche appro-
priate crescente nel mondo, e in par-
ticolare negli oltre 800 SITI UNESCO,
con l’offerta di imprese che operano
in questo settore. L’inventario così
strutturato è motivato per la necessità
di sintetizzare una materia molto vasta
e, progressivamente ampliato e corre-
dato da elaborati grafici sulle differenti
tecniche e procedure, costituisce un
utile repertorio delle conoscenze tra-
dizionali che saranno d’ora innanzi
certificate dall’ITKI UNESCO dopo un
attento esame.
L’Istituto, fondato da Ipogea, The Maria
Nobrega Foundation, Fondazione
Romualdo Del Bianco, Comune di
Bagno a Ripoli, Politecna, riconosciuto
dall’UNESCO, gode della collaborazione
delle amministrazioni toscane (regio-
nali, provinciali e comunali), nella forma
giuridica di un’associazione privata
partecipata da soci, sostenitori e fon-
dazioni, ed è lo snodo di una rete
internazionale preposta all’inventario,
alla salvaguardia e alla diffusione inno-
vativa delle Conoscenze Tradizionali.
Tuttavia la classificazione basata sulla
separazione per obiettivi e funzioni
rischia di impoverire la tematica e di
non cogliere il significato e il modo di
operare della tecniche tradizionali. Le
conoscenze tradizionali e locali fanno
parte di un sistema complesso e quindi
non possono essere ridotte ad una
lista di soluzioni tecniche e circoscritte
a un insieme di applicazioni distinte
secondo i risultati da ottenere.
FrancescoBandarin,vicedirettoregeneraleUNESCOafiancol’attivistaeambientalistaindianaVandanaShiva. FabrizioMontepara,PresidentediResTipicaANCI.
Una riunione a Trento per lanciare il progetto “Viaggio alla ricerca delle Conoscenze tradizionali sulle tracce di Padre Eusebio Chini”.Nellafoto:PietroLaureanoeAlbertoChini,Presidente dell’associazione Padre Kino incontrano i giornalisti.
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“La loro efficacia dipende da interazioni tra più fattori - spiega Pietro Laureano
- Questi vanno accuratamente considerati se si vuole comprendere i successi
storicamente realizzati tramite le conoscenze tradizionali e comprenderne la
logica per una riproposizione contemporanea”.
“Ogni pratica tradizionale - precisa - non è un espediente per risolvere un singolo
problema, ma è sempre un metodo elaborato, spesso polifunzionale e che fa
parte di un approccio integrato (società, cultura, economia) strettamente legato
ad una concezione del mondo basata sulla gestione accurata delle risorse locali”.
Il Presidente di Res Tipica Fabrizio Montepara, che da novembre guida la rete
per salvaguardare e promuovere l’im-
menso patrimonio ambientale, cultu-
rale, turistico ed enogastronomico dei
Comuni piccoli e medi del nostro
Paese, valorizzare la cultura dei territori,
per far conoscere in Italia e nel mondo
la ricchezza di paesaggi, saperi e sapori.
Altro giacimento prezioso per ricercare
le Conoscenze tradizionali sono gli
Ecomusei, quali processi “dal basso”
e strumenti di gestione del territorio
in grado di porre l’accento sulla con-
delle associazioni di identità che include 27 associazioni in rappresentanza di
circa 2000 Enti Locali, commenta: “Ci sembra che l’UNESCO con questa inizia-
tiva - spiega Montepara - abbia fatto un notevole passo in avanti, continuando
a dar voce agli ideali di un territorio: le nuove politiche dovranno preservare e
favorire l’immenso patrimonio che incorpora i saperi delle comunità, le caratte-
ristiche dell’ambiente e le produzioni tipiche, trasformando questo grande
capitale culturale e sociale in qualità della vita per chi in quei luoghi risiede anche
solo temporaneamente e in occasioni di sviluppo sociale ed economico rispettoso
dei valori e della cultura locale”. Montepara è favorevole a collaborare a questa
iniziativa, destinata a varcare i confini nazionali, per dare ulteriore slancio a Res
Tipica. Insiste: “si mettano i piccoli Comuni nelle condizioni di poter valorizzare
al meglio i propri territori e soprattutto si incentivino con premi coloro che portano
avanti politiche virtuose del territorio”.
Res Tipica, l’Associazione, costituita dall’ANCI insieme alle Associazioni Nazio-
nali delle Città di Identità, che promuove le identità territoriali italiane, è, infatti,
perfettamente allineata con le più recenti politiche dell’UNESCO: nasce, infatti,
servazione della memoria e del passato,
in funzione di una progettazione del
futuro.
La realtà e l’evoluzione dell’ecomuse-
ologia italiana e straniera, in alcune
regioni è regolata da un’apposita legge
regionale. Friuli Venezia Giulia, Lom-
bardia, Molise, Piemonte, Provincia di
Trento, Sardegna e Umbria hanno fatto
da apripista per garantire il necessario
sostegno tecnico-scientifico alla politica
regionale sugli ecomusei, istituendo,
in molti casi, un gruppo di lavoro, con
specifica competenza ecomuseale.
L’esperienza gestionale acquisita sia a
livello regionale, sia nazionale e inter-
nazionale in materia di ecomusei e di
aree protette, ha reinterpretato il loro
ruolo quali strumenti a disposizione
delle comunità locali per conoscere,
conservare e valorizzare le proprie
risorse ambientali, le proprie tradizioni,
la propria storia.
In questo percorso politico e culturale,
in cui il “territorio” nelle sue varie
componenti, emerge come sistema di
valori e di relazioni, le realtà locali sono
interpreti insostituibili per affrontare in
Il Principe Carlo d’Inghilterra in una fase dei lavori con Pietro Laureano. L’Ecomuseo dei terrazzamenti sul monte Oliveto a Cortemilia, in alta Langa.
modo efficace, risolutivo ed equo i
grandi e i piccoli problemi connessi alla
conservazione delle risorse naturali e
non, dando vita a processi di sviluppo
fondati su veri criteri di sostenibilità.
Sotto questo profilo il “territorio” offre
esperienze antiche e consolidate di
gestione delle risorse naturali, attuate
dalle comunità locali attraverso strut-
ture organizzative sviluppate e modu-
late sulle caratteristiche delle specifiche
realtà, per rispondere a criteri da un
lato di conservazione e incremento
delle risorse stesse e dall’altro di equa
ripartizione dei loro prodotti.
I patrimoni di ComunitàSebbene alcuni siano antichissimi, i Patrimoni di Comunità (nome coniato solo
da alcuni anni) da un punto di vista concettuale stanno appena emergendo: si
tratta di realtà spesso ancora vive e vitali, nella maggior parte dei casi non cono-
sciute, comunque superficialmente ritenute marginali e poco significative, se
non aspetti del folklore popolare, comunque utili per allestire la Banca Mondiale
delle conoscenze tradizionali (www.tkwb.org).
La definizione di Patrimonio di Comunità parla di “... ecosistema naturale o
modificato, che include una biodiversità significativa, fornisce servizi di natura
ecologica e/o possiede valori culturali propri, conservato in modo volontario da
una o più comunità interessate secondo costumi tradizionali o tramite altri mezzi
efficaci”.
Tipiche attrezzature nell’Ecomuseo della cultura della lavorazione della canapa di Carmagnola.
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L’ecomuseo delle Khettara in Marocco: un’architettura che produce acqua ed energiaSi tratta dell’eco museo delle Khettara.
L’architettura sarà realizzata in terra
cruda e pietra e sarà completamente
autosufficiente per acqua ed energia.
Il progetto è finanziato dal Ministero
dell’Urbanistica del regno del Marocco
e dalla Regione del Tafilalelt, il cui
governatore Ahmed Marghich, in una
riunione con i più alti responsabili locali
e nazionali, ha approvato il progetto
esecutivo. Questo coinvolgerà la popo-
lazione locale, costituirà una attrattiva
turistica, salverà la memoria delle anti-
che tecniche tradizionali che hanno
permesso la vita in uno dei luoghi più
aridi del pianeta e costituirà un centro
propulsivo per il restauro e la salva-
guardia delle oasi. In particolare il
museo è dedicato alle khettara, gli
antichi tunnel di captazione d’acqua
chiamati anche qanat in Iran, foggara
in Algeria e falaj in Oman che riescono
in modo che sembra miracoloso a
produrre acque libere dove non esiste
alcuna risorsa superficiale apparente.
Il progetto è stato realizzato dall’archi-
tetto Pietro Laureano, consulente
UNESCO per le zone aride e gli ecosi-
stemi in pericolo e uno dei più impor-
tanti esperti mondiali di oasi e
tecnologie sostenibili.
Architetto Laureano, come nasce questo progetto? Due anni fa con la mia società IPOGEA
(www.ipogea.org ), centro internazio-
nale delle conoscenze tradizionali,
partecipammo a una gara indetta dal
Ministero dell’Urbanistica del Marocco
(DAT), il Programma delle Nazioni Unite
per lo sviluppo (PNUD) e il Programma
Oasi Tafilalelt (POT) per lo studio delle
tecniche idriche locali, la scelta del sito
e la realizzazione di un museo nel
deserto. Vincemmo la gara battendo
importanti progettisti, università e
centri di ricerca internazionale; così
iniziammo il lavoro con gli studi sulla
storia, le tecniche, le tradizioni locali e
la concezione del progetto che ora è
stato approvato.
Perché la vostra proposta vinse la gara?Proponemmo non un museo conven-
zionale ma un ecomuseo, un museo
vivente del territorio e del paesaggio.
Con l’obiettivo di proteggere, promuo-
vere e valorizzare tutta l’area con i suoi
abitanti, i modi di vivere, le identità, le
tecniche, le pratiche ancestrali e anche
i modi appropriati di gestione ed evo-
luzione. Dimostrammo la nostra forte
conoscenza di queste tematiche e la
capacità di creare un’architettura in
continuità con la tradizione locale e
avanzatissima dal punto di vista della
sostenibilità.
Come avete realizzato tutto questo?E’ stato fatto lo studio dettagliato dei
luoghi e l’inventario tramite le carte
satellitari e la geo localizzazione sul
web di tutti gli elementi di interesse
utilizzando il Sistema Informatico delle
Tecniche Tradizionali e Innovative
(SITTI) da noi elaborato per l’Istituto
Internazionale delle Tecniche Tradizio-
nali dell’UNESCO (ITKI) e la Traditional
Knowledge World Bank (sito www.
tkwb.org). La procedura utilizzata, per
le sue particolari caratteristiche inno-
vative, ha avuto il riconoscimento di
essere pubblicata dalla Agenzia Spa-
ziale Europea. E’ stato possibile tramite
Google Earth individuare e recensire
tutte le antiche gallerie sotterranee e
ricostruire gli ecosistemi delle oasi.
Ogni luogo di interesse, le associazioni
e le stesse famiglie che partecipano
al progetto sono taggate, identificate
nel sistema e diventano parte vivente
del circuito museale.
Quindi dal monumento al paesaggio e dal turismo all’agriturismo, fino al geo turismo. Ma esiste anche un’architettura specificatamente progettata?Lungo la strada che, a sud di Marra-
kech, va dalla celebre Ouarzazate verso
sud est alle dune di Merzougha, è stato
individuato un luogo nell’Oasi di Fezna
dove si può ammirare un’area di
deserto solcata da centinaia di chilo-
metri di gallerie che convergono verso
le oasi. Qui abbiamo progettato il centro
di interpretazione e diffusione delle
visite in un’architettura appositamente
costruita.
Quali sono le sue caratteristiche?La tipologia e i materiali si riallacciano
alla tradizione locale.
Abbiamo individuato una collina di
pietra che si affaccia sullo splendido
paesaggio delle oasi. La collina viene
scavata e fornisce i materiali per la
costruzione del museo. In essa è rea-
lizzata una grotta che fornirà l’energia
passiva e l’acqua per l’edificio.
L’energia attiva è ottenuta tramite
l’utilizzo sulla copertura di mosaici in
maiolica locale integrati con tasselli
fotovoltaici che diventano parte della
composizione. L’edificio è completa-
mente integrato nel paesaggio. Il visi-
tatore che arriva dal deserto entra in
un giardino murato irrigato da canaliz-
zazioni superficiali. Seguendo a ritroso
il percorso dell’acqua si ritrova negli
ambienti freschi e protetti della caffet-
teria ristorante, le sale di esposizione,
attrezzate con schermi interattivi sulle
oasi e infine entra nella grotta dove
scopre il segreto della origine dell’ac-
qua. Poi si risale all’aria aperto sulla
terrazza e la collina rocciosa da dove
si ha la visuale del paesaggio. Intorno
è attrezzato uno spazio nomade con
tende, artigianato, gli stand delle asso-
ciazioni che invitano ai circuiti sul ter-
ritorio e i terrazzamenti per il riciclo
dell’acqua e la fito depurazione.
Quali sono le dimensioni dell’archi-tettura, i costi, le collaborazioni utilizzate e i passi futuri per la rea-lizzazione?L’edificio è di circa 9.000 m2, compresi
i giardini e le corti, e costa 1.100.000
euro. A questo si aggiungeranno i costi
degli interventi a scala territoriale.
Il direttore del Programma Oasi, Tafi-
lalelt Mohamed Baddou, ha dichiarato
di avere per la realizzazione un budget
di 2.000.000 di euro. Alla progettazione
ha collaborato tutto il team IPOGEA,
in particolare l’architetta Miriam Bruni
e l’architetto marocchino Amine Ahlafi.
Il prossimo passo è preparare entro
settembre prossimo i documenti per
l’appalto dei lavori e lanciare le gare
per la realizzazione.
Pierpaolo Bo
ITKI
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L’ecomuseo e la grotta nella collina. Internodell’ecomuseodelMarocco.
Inserimentodell’ecomuseonelpaesaggiodeldesertodelMarocco.
Da alcuni anni (il sud anche in questo
caso viaggia ad un’altra velocità) c’è
un vivace confronto di diverse espe-
rienze da tutta Italia, avendo tra i tanti
obiettivi l’apertura verso forme di coo-
perazione internazionale tra Patrimoni
di Comunità del nord e del sud del
mondo, prendendo spunto dalle impor-
tanti collaborazioni maturate in questi
anni tra numerosi Parchi piemontesi e
africani con l’accompagnamento e
l’assistenza tecnica fornita dalle Regioni
che hanno iniziato questo percorso da
tantissimi anni.
Consapevoli che l’identità e l’apparte-
nenza territoriale sono elementi stra-
tegici nei processi di sviluppo di un
territorio, costituendo entrambi la base
di partenza per costruire e sviluppare,
a livello locale, un’attiva partecipazione
e una corretta gestione dei progetti di
sviluppo, torneranno in auge con
questo ambizioso progetto le parole:
partecipazione, identità territoriale,
patrimonio locale. Basta affacciarsi
sulla costa del continente africano, nel
sud est del Marocco, a Fezna, nella
regione del Tafilalelt (Errachidia), per
aver un esempio di best practices dove
nascerà nel deserto un’architettura che
produce acqua ed energia, da un pro-
getto di Pietro Laureano.
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L’iniziativaèdellaFondazioneSpadoliniNuovaAntologia
che,fortedell’ereditàculturaledel suo fondatore, guarda oggi con particolare attenzione alle
tematiche ambientali e di tutela e fruizione del territorio e del
paesaggio, portando avanti un’azione di sensibilizzazione
tra le forze del Paese. Il progetto ambizioso
(laRai,attraversoilTG2,èmediapartner dell’iniziativa),
realizzato in collaborazione con l’Osservatorio Europeo
delPaesaggiodiArcoLatino,con l’obiettivo di rafforzare
l’interconnessione con le Reti UNESCO, si snoda
attraverso la Rete delle reti (www.retedellereti.it)
per la tutela e valorizzazione del paesaggio naturale e culturale
italianoinmemoriadiAngeloVassallo,ilSindacodiPollica,
vittima di un agguato.
“Il paesaggio è quella parte del mondo che esiste realmente per ogni indi-
viduo, è la sua stessa realtà, è la sua stessa vita. Il resto dell’universo ha
solo un valore astratto. E ogni specie umana ha il suo paesaggio ed ogni
uomo il suo…”. E ancora: “il Buono, con la natura, è un immenso paesaggio
nel quale l’uomo avanza attraverso secoli di esporazioni”. Cosi scriveva il filosofo
spagnolo Josè Ortega y Gasset. Il professor Giovanni Puglisi, Presidente della
Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO nello scorso numero di Energeo
Magazine ha denunciato con determinazione: “Il Paesaggio è il grande malato
d’Italia. Nonostante esso sia tutelato dalla Costituzione della Repubblica (art. 9)
e dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, ogni anno nel nostro paese
vengono cementificati indiscriminatamente centinaia di migliaia di ettari di ter-
ritorio”. La Fondazione Spadolini Nuova Antologia, che si fregia dell’ l’Alto
Patronato permanente del Presidente della Repubblica, forte dell’eredità cultu-
rale del suo fondatore, guarda oggi con particolare attenzione alle tematiche
ambientali e di tutela e fruizione del territorio e del paesaggio, attraverso il Premio
Eco and the City Giovanni Spadolini, portando avanti una concreta azione di
sensibilizzazione tra le forze vive del Paese. Verrà sottoscritto un Patto per la
bellezza e il Paesaggio, una sorta di “costituente della bellezza e il paesaggio”,
fra i rappresentanti di una parte viva del Paese incaricati di studiare un documento
programmatico in grado di stabilire le linee guida di un nuovo percorso, che si
snoda attraverso la Rete delle reti (www.retedellereti.it) per la tutela e valoriz-
Cultura del paesaggio e tutela dell’ambiente rappresentano impegni prioritari dell’azione di governo del territorio.
Agire insieme per sottoscrivere un Patto per la bellezza e il paesaggio
zazione del paesaggio naturale e cul-
turale italiano, organizzazione dedicata
alla memoria di Angelo Vassallo, il
Sindaco di Pollica ucciso dalla malavita
organizzata per difendere il territorio
minacciato dalle speculazioni. Un pro-
getto ambizioso (la Rai - attraverso il
Tg2, in qualità di media partner - col-
laborerà alla realizzazione dell’iniziativa)
avviata, in collaborazione con l’Osser-
vatorio Europeo del Paesaggio di Arco
Latino, con l’obiettivo di rafforzare
l’interconnessione con le Reti UNESCO,
e ripensare un nuovo modello di svi-
luppo che includa cultura e tutela del
paesaggio e dell’ambiente tra i para-
metri da considerare come priorità di
un’azione di governo del territorio. La
sottoscrizione del Patto da parte dei
proponenti (Fondazione Spadolini
Nuova Antologia; Provincia Autonoma
di Trento che farà da capofila, in quanto
ha adottato per prima uno strumento
urbanistico che poggia proprio su una
visione di sviluppo che tiene conto
della tradizione e dell’innovazione, della
salvaguardia dell’identità e della com-
petitività, dell’apertura internazionale
e dell’adeguatezza delle condizioni di
crescita umana, intellettuale e sociale;
Consorzio Comuni Trentini; Regione
Abruzzo alla quale è stata conferita la
Medaglia Spadolini 2011; Osservatorio
Europeo del Paesaggio di Arco Latino;
i promotori del manifesto “100 Sindaci
per la Bellezza e il Paesaggio”- d’intesa
con l’ANCI; Istituto Internazionale delle
Conoscenze Tradizionali, denominato
ITKI-UNESCO International Traditional
Knowledge Institute; il (TKWB) Tradi-
tional Knowledge World Bank - Banca
Mondiale delle Conoscenze Tradizionali,
Associazione dell’A.N.C.I. Res Tipica;
Distretto Energie Rinnovabili - Co.
Svi.G.), avverrà il 19 settembre 2012,
a Firenze a Pian de’ Giullari, ospiti della
esclusivo legato a doppio filo ad un
evento internazionale (The Internatio-
nal Protection of Landscapes.
A global assessment on the occasion
of the 40th Anniversary of the World
Heritage Convention) in cui si mette-
ranno le basi per una nuova conven-
zione UNESCO per il paesaggio, al fine
di individuarne la tutela anche dal punto
di vista “etico”, secondo un nuovo
Fondazione Spadolini Nuova Antologia,
nella Casa-Museo o Tondo dei Cipressi
o più comunemente Casa dei Libri (la
preziosissima biblioteca, composta da
100 mila volumi, è la sede di rappre-
sentanza del Premio), in un contesto
modello appena tracciato (e non ancora
divulgato), anche alla luce del recente
terremoto che ha colpito l’Emilia. L’i-
niziativa ha già determinato la promo-
zione di un patto per il sisma che ha
già importanti firmatari tra università,
amministrazioni, categorie professio-
nali. In estrema sintesi l’idea è impe-
gnarsi ad aiutare tutti con inventari,
soluzioni urgenti, codici di procedure
in rete, prezzi trasparenti in cambio
della garanzia di salvaguardia degli
ecosistemi rurali e urbani e del pae-
saggio e la sostenibilità nel lungo
periodo (ne parleremo dettagliatamente
nel prossimo numero). Spiega l’Archi-
tetto Pietro Laureano, consulente
UNESCO, Presidente dell’ITKI: “L’U-
NESCO vuole ribadire, nelle nuove
linee guida, che la protezione del patri-
monio non è finalizzata soltanto ai
monumenti, ma anche alla salvaguar-
Inalto:lacopertinadellibrodedicatoadAngeloVassallo,scrittodalfratelloDario,editodallaMondatorisullastoriaesemplarediuneroe
civile, moderno e meridionale, capace di farsi interprete del riscatto del Sud Italia.
Alato:AngeloVassallo,ilSindacopescatoreè stato un uomo capace di fare il bene,
di pensare per gli altri, di alzare lo sguardo verso quell’orizzonte limpido che aveva imparato
a guardare durante le albe al lavoro sulsuopeschereccio.Unuomocheeragià
un eroe prima che qualcuno lo ammazzasse.
IlprofessorCosimoCeccuti,PresidentedellaFondazioneSpadoliniNuovaAntologiaospiterànellaCasa-MuseooTondodeiCipressiopiùcomunementeCasadeiLibri,inuncontestoesclusivo,la firma del Patto per la Bellezza e il Paesaggio.
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dia delle conoscenze che ci hanno permesso di creare i monumenti e il paesag-
gio, e quindi, in ultima analisi, l’UNESCO tutela le persone che sono
depositarie di queste conoscenze, dimostrando di essere vicina alle popolazioni
e ai problemi di coloro che sono stati colpiti dal terremoto (sono intervenuti nella
zona sismica affermati consulenti internazionali)”. L’occasione sarà utile per
riflettere sulle emergenze e gli interventi da effettuare subito, in maniera concreta
e coordinata con tutte le realtà territoriali, non soltanto con i Comuni che bene-
ficiano della presenza di un sito UNESCO sul proprio territorio e nelle aree
confinanti. A Firenze saranno presenti i massimi vertici dell’Istituzione Intergo-
vernativa dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) e tutti i rappresentanti
di Res Tipica, l’Associazione costituita dall’A.N.C.I. insieme alle Associazioni
Nazionali delle Città di Identità, per la promozione delle identità territoriali italiane,
che raggruppa 1968 Enti locali. Il convegno, intitolato: “La protezione interna-
cioè un legame tra etica ed estetica,
ritenendo che la bellezza ha un valore
educativo e che la crisi si supera inve-
stendo sul paesaggio”. Lo scopo è la
diffusione di competenze, conoscenze
e capacità necessarie per assumere
un atteggiamento responsabile nei
confronti dei beni comuni e ambientali
di cui tutti fruiamo o, più semplice-
mente, dovremmo/potremmo fruire.
Ecco i punti principali che verranno sottoscritti:• La bellezza e il paesaggio, la ric-
chezza e la qualità del patrimonio arti-
stico, archeologico e architettonico,
l’originalità e l’importanza della ricerca
culturale e della tradizione musicale,
teatrale, della moda e più in generale
della creatività fanno dell’Italia un Paese
unico al mondo.
• Il diritto alla bellezza e la tutela del
paesaggio costituiscono una delle mis-
sioni irrinunciabili della Repubblica
italiana, risultato di un’identità millena-
ria e riconosciuta nel dettato costitu-
zionale.
• L’impegno e la costruzione di un
percorso comune di consolidamento
dei principi e delle iniziative attinenti
la cultura del territorio come risorsa e
come valore, assumono priorità nella
difesa della bellezza e del paesaggio,
tanto da meritare un’ apposita norma-
tiva nazionale a sostegno e rilancio
dell’Art. 9 della costituzione italiana.
• Il presupposto di questa scelta è un
concetto di cultura ampio, che ricom-
prende i beni e le attività culturali e
ambientali, le imprese verdi e creative,
l’innovazione innestata sulla tradizione,
la cura e la manutenzione del territorio
e tutti gli ambiti di produzione di con-
tenuti e di valorizzazione materiale e
immateriale di storie e beni di eccel-
lenza dichiarati dall’UNESCO Patrimoni
dell’umanità. Esperienze, queste, acco-
munate dall’essere aperte a una ricerca
di bellezza e di verità che rende posi-
tivamente inquieti, aperti, creativi.
• Sono tutti ambiti che producono
ritorno economico, identità, coesione
e sicurezza sociale, ma soprattutto
zionale dei paesaggi, una valutazione globale in occasione del 40° Anniversario
della Convenzione del Patrimonio Mondiale”, è organizzato da UNESCO e ITKI
dal 19 al 21 settembre a Firenze, Palazzo Medici Ricardi, sala del Luca Giordan.
In tale ambito si inserisce il Patto, che aderisce ad una costituente della bellezza
e del paesaggio che si propone di riattivare il circolo virtuoso tra conoscenza,
promozione, tutela e salvaguardia, in una nuova visione del governo del territo-
rio nella sua complessità, inteso quale matrice identitaria dei territori e dei suoi
abitanti, come già compreso nell’Art. 9 della Costituzione. I territori promotori,
disponibili al confronto con altre realtà simili, si candidano come “laboratorio a
cielo aperto per l’adozione e promozione delle politiche unescane”, con la con-
sapevolezza che le scelte effettuate per soddisfare i bisogni del presente non
devono compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i
propri bisogni. Con questa iniziativa si vogliono mettere basi solide per guardare
lontano, “perché la difesa del paesaggio, i beni culturali, l’ambiente, le buone
pratiche, la sostenibilità, rappresentano un gesto etico e propositivo per la tutela
del territorio”. Energeo Magazine è in grado di illustrare in anteprima la bozza
del Patto, redatto dall’architetto Domenico Nicoletti, docente di gestione e
salvaguardia delle aree protette dell’Università di Salerno che anticipa: “E’
necessario promuovere nel paese una nuova stagione di consapevolezza, riscatto
d’identità e orgoglio di appartenenza, riscoprendo nella “bellezza e nel paesag-
gio”, un bene prezioso e vitale per la stessa economia della nazione. Una recente
indagine del Censis (febbraio 2012), ha rilevato che per il 70% degli italiani,
vivere in un posto bello aiuta a diventare persone migliori, viene riconosciuto
valore in termini di sviluppo comples-
sivo di un territorio e di una comunità.
Esiste una fortissima relazione tra cul-
tura e innovazione, tra accesso alla
cultura e qualità della vita, tra forma-
zione permanente, istruzione, occupa-
zione e sviluppo, tra valorizzazione del
patrimonio culturale e attrazione degli
investimenti internazionali.
• I progetti per lo sviluppo della cultura
del territorio dovranno contenere pre-
cise indicazioni di sostegno alla ricerca
e all’innovazione, dovranno orientarsi
verso la crescita di una società che fa
della conoscenza un terreno fonda-
mentale di impegno, dovranno dimo-
strare capacità di produrre occupazione,
favorire lo sviluppo della moderna
impresa, avere la capacità di connet-
tersi con altri settori, a partire dalla
ricerca, la formazione e il turismo.
• Indispensabili sono, in tal senso, un
comune sentire e una comune volontà
che nascano da proposte condivise,
capaci di superare i limiti di un ecces-
sivo attaccamento al proprio specifico
e alla propria realtà.
• l sottoscrittori del presente patto
per la bellezza e il paesaggio, potranno
svolgere, anche con il sostegno del
Premio Eco and the City Giovanni Spa-
dolini, una funzione di stimolo, propo-
sitiva per programmi e progetti
condivisi fra una pluralità di Enti, per
lo sviluppo di sistemi e di reti di reti,
che vedano il coinvolgimento anche di
soggetti privati, delle fondazioni ban-
carie, la collaborazione degli operatori
dei beni e delle attività culturali con le
Università, le Accademie, i Conserva-
tori e gli Istituti di ricerca, l’intreccio
fecondo tra il mondo della cultura e
quello dell’economia e del lavoro.
• La condivisione dello spirito e l’ade-
sione a questo documento per la difesa
e la valorizzazione della cultura del ter-
ritorio, della bellezza e del paesaggio,
costituiscono gli elementi di partenza
di un lavoro che si dovrà sviluppare,
anche con il sostegno del Premio Eco
and the City Giovanni Spadolini, con-
cretamente nell’immediato futuro.
• Il Patto aderisce ad una “costituente
della bellezza e il paesaggio” che riat-
tivi il circolo virtuoso tra conoscenza,
promozione, tutela e salvaguardia, già
compreso nell’Art. 9 della Costituzione.
Con l’obiettivo di rafforzare l’intercon-
nessione con le Reti UNESCO, per
ripensare il nostro modello di sviluppo
che include cultura e tutela del pae-
saggio e dell’ambiente tra i parametri
da considerare, come priorità di un’a-
zione di governo del territorio.
Luigi Letteriello
IlporticciolodiAcciarolisulmaredabandierabludiPollicadadovepartivailpeschereggiodiAngeloVassallo.
Stefano Pisani, attuale Sindaco di Pollica, promotore del manifesto “100 Sindaci per la Bellezza e il Paesaggio”- Domenico Nicoletti, docente di gestione esalvaguardiadelleareeprotettedell’UniversitàdiSalernoeAngeloPaladino,Presidentedell’OsservatorioEuropeodelPaesaggiodiArcolatino,arteficidiunprogetto,insiemeadEnergeo,cheguardalontano:laRetedelleRetiAngeloVassallo.
Il professor Giovanni Puglisi, Presidente della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, ha aperto il dibattito sul Paesaggio, il grande malatod’Italia.
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DEL
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ETE
DEL
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la propria presenza numerose perso-
nalità, tra cui il direttore generale
UNESCO Francesco Bandarin, il pro-
fessor Giovanni Puglisi, Presidente
della Commissione Nazionale Italiana
per l’UNESCO, Claudio Ricci, Sindaco
di Assisi, Presidente dell’Associazione
Italiana Siti UNESCO, il principe arabo
Sultan Bin Salman al Saud. In qualche
modo farà sentire la sua voce anche
Carlo d’Inghilterra, appassionato pala-
dino della salvaguardia del paesaggio.
I sindaci “intendono guardare alla cul-
tura del territorio come risorsa e come
valore, investendo in questo settore
con scelte consapevoli e coraggiose,
in controtendenza rispetto alle politiche
nazionali”. Il raduno, fissato il 19 set-
tembre prossimo, considerato il “pro-
logo” alla grande manifestazione che
ha fissato le sue tappe nei luoghi più
prestigiosi del capoluogo toscano, avrà
luogo a Pian de’ Giullari, nella Casa dei
Libri di Giovanni Spadolini, dove sarà
allestito un “laboratorio a cielo aperto”
per discutere sulle linee guida della
nuova proposta sul Paesaggio
UNESCO. In questo inconsueto salotto
nel verde della collina di Montici, dove,
il 19 maggio 2011, decollò il progetto
legato al nome del grande statista
fiorentino, fondatore del Ministero per
i beni culturali e ambientali, si confron-
teranno i rappresentanti di territori per
conoscersi, discutere, capire. Parteci-
peranno i sindaci di tre città capoluogo
(Bari, Bologna e Potenza) e gli altri
Comuni medio-piccoli, dai più noti (Posi-
tano, Amalfi, Urbino, Fontanellato.
Brisighella, Greve in Chianti, Acquala-
gna, San Miniato, San Gemini) ai luoghi
amati e conosciuti per lo straordinario
giacimento di risorse materiali e imma-
teriali, profumi e sapori irresistibili,
panorami suggestivi, di cui sono ricchi.
Nel “Tondo dei cipressi”, gli spazi della
villa che ospita la Fondazione Spadolini
Nuova Antologia, tra prati verdi e pro-
fumati, saranno trasformati in un’agorà
in cui la cultura del territorio tornerà ad
essere elemento di crescita individuale
e collettiva dei cittadini che definiscono
e identificano il paesaggio come “sog-
getto” ideale, dotato di una specifica
qualità, e come “oggetto” materiale,
estremamente reale.
Dibattiti, tavole rotonde, incontri di
lavoro sono previsti, invece, a Palazzo
Medici Riccardi e nell’Auditorium del
Duomo. Il cardine della discussione
sarà costituito da tutte le proposte
locali promosse dalle Associazioni di
Comuni d’Identità Res Tipica, Province,
Regioni, Consorzi di Comuni, che
vogliono dare un concreto contributo
al lavoro degli esperti internazionali,
cercando allo stesso tempo di stabilire
relazioni efficaci con istituzioni esterne,
creando un campo di relazioni favore-
voli allo sviluppo di programmi e di
iniziative di sostegno al progetto, inte-
ragendo con la Fondazione Spadolini
Nuova Antologia, il Premio Eco and
the City Giovanni Spadolini, attraverso
Energeo Magazine, partners ufficiali
dell’ITKI UNESCO, che ha curato la
complessa organizzazione.
Un ruolo attivo lo avrà anche ICCROM
(Centro Internazionale di Studi per la
Conservazione e il Restauro dei Beni
Culturali), l’organizzazione intergover-
nativa di cui fanno parte 130 Paesi, che
sovrintende alla conservazione e al
recupero dei Beni Culturali mobili e
immobili ritenuti patrimonio dell’uma-
nità. “Non c’è che dire - ammette il
professor Augusto Marinelli, Presi-
dente della Commissione giudicatrice
- Il Premio ha implementato la sua
attività, facendo fino in fondo la sua
parte, prevedendo una Sezione che
tenga conto della salvaguardia del patri-
monio culturale, naturale e umano“.
“Ora - prosegue Marinelli - dobbiamo
dialogare con i Centri di studi dedicati
al paesaggio, prevalentemente pro-
mossi da Fondazioni, Musei, Sovrin-
tendenze, Regioni, per lo più dediti alle
tematiche della sostenibilità, della
difesa del territorio, della valorizzazione
delle culture locali. Per questo abbiamo
appoggiato i sindaci che hanno lanciato
una nuova sfida che l’UNESCO ha
intenzione di promuovere partendo da
Firenze e dal Trentino”. Ciò renderà
necessaria la divulgazione di temi e
problemi che appartengono a una
dimensione internazionale, in una pro-
spettiva “globale”, con estrema atten-
zione alla rapidità dei cambiamenti
prodottisi negli ultimi decenni, essendo
il paesaggio una realtà in sempre più
rapido movimento.
P. B.
APiande’Giullariconfluirannoalmeno 100 sindaci che potranno
svolgere, alla vigilia della nuova Convenzione UNESCO per la
tutela del paesaggio, una funzione di stimolo per programmi
e progetti condivisi fra una pluralitàdiEntiperlosviluppodi sistemi e di reti che vedano il
coinvolgimento anche di soggetti privati, fondazioni bancarie, oltre
alla collaborazione degli operatori deibeniedelleattivitàculturali
conleUniversità,leAccademie,iConservatoriegli
Istituti di ricerca, innescando un intreccio fecondo tra il
mondo della cultura e quello dell’economia e del lavoro.
Cresce l’attesa per un evento planetario (The International Protection of
Landscapes), organizzato in occasione del 40°Anniversario della World
Heritage Convention UNESCO, che lascerà un forte segno a Firenze.
Di fronte ai massimi esperti di tutela del patrimonio mondiale nel settore dei
monumenti e dell’ambiente, vogliono fare la loro parte anche i sindaci italiani
che hanno condiviso il manifesto “100 sindaci per la bellezza e il paesaggio” a
cui hanno di recente dato adesione le Città slow d’Italia e i proponenti di un Patto
tra territori che pongono particolare attenzione alle tematiche ambientali (la
Provincia Autonoma di Trento e la Fondazione Spadolini Nuova Antologia faranno
capofila, con la partecipazione della Regione Abruzzo, l’Osservatorio Europeo
del Paesaggio di Arco Latino, Res Tipica, lo stesso Istituto Internazionale Cono-
scenze Tradizionali UNESCO, il Distretto delle Energie Rinnovabili della Toscana
e il Consorzio dei Comuni Trentini). L’iniziativa, che intende promuovere una
nuova Costituente del Paesaggio, ha l’obiettivo di rafforzare l’interconnessione
con le Reti UNESCO attraverso la Rete delle Reti intitolata ad “Angelo Vassallo”,
consolidando l’interesse per il paesaggio - in quanto entità culturale e progettuale,
nonché etica - in modo durevole, polarizzando l’attenzione di studiosi, progettisti,
amministratori, e favorendo il dialogo tra tutti coloro che operano nel complesso
sistema di relazioni riguardanti la natura, il territorio, le città, l’architettura.
I Sindaci “virtuosi” coinvolti, hanno scelto di impegnarsi in programmi e progetti
innovativi, di tutela e rispetto per la bellezza e il paesaggio, diventando esempio
per il Paese. Insieme potranno svolgere, alla vigilia della nuova Convenzione
UNESCO per la tutela del paesaggio, una funzione di stimolo, propositiva per
programmi e progetti condivisi fra una pluralità di Enti, per lo sviluppo di sistemi
e di reti che vedano il coinvolgimento anche di soggetti privati, fondazioni ban-
carie, oltre che la collaborazione degli operatori dei beni e delle attività culturali
con le Università, le Accademie, i Conservatori e gli Istituti di ricerca, innescando
l’intreccio fecondo tra il mondo della cultura e quello dell’economia e del lavoro.
L’incontro è stato stimolato dai sindaci di Bari Michele Emiliano e dal Sindaco di
Pollica Stefano Pisani, forte del proprio impegno per ricordare il suo predecessore
e maestro di vita Angelo Vassallo, ucciso dalla malavita organizzata. Stefano
Pisani, sostenuto dalle Città Slow, si farà portavoce di queste istanze, di fronte
ad un parterre esclusivo (la sede sarà scelta tra il Salone dei Cinquecento, a
Palazzo Vecchio, o il Palazzo Medici Riccardi nella vicina via Cavour), dove sono
attesi autorevoli ospiti internazionali. Oltre a decine di studiosi, hanno confermato
La “Casa dei Libri” di Giovanni Spadolini si trasforma in un’agorà in cui la cultura del territorio torna ad essere elemento di crescita individuale e collettiva della nostra società.
Sindaci in prima linea per salvaguardare la bellezza e il paesaggio
L’arrivo dei sindaci virtuosi a Pian de’ Giullari prevede una grande festa.
AugustoMarinelli,CommissioneGiudicatricedelPremioEcoandtheCityGiovanniSpadolini.
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OFO
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IMEN
TI
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naturali e, soprattutto, da una prassi
umana che, senza interruzione, pro-
muove il miglioramento delle condizioni
di vita e delle possibilità di sviluppo
della persona nell’ambiente.
In questo contesto, l’agricoltura si trova
a perseguire la valorizzazione delle
specificità ambientali anche attraverso
la diversificazione delle attività e delle
opportunità occupazionali connesse al
valore culturale e ricreativo della cam-
pagna, in un contesto in cui il paesag-
gio assume nuove importanti valenze,
specialmente per attività quali l’agritu-
rismo e la vendita diretta.
Il paesaggio è in grado di produrre
benefici sociali ed economici relativi
alla salute ed al benessere, migliora il
valore immobiliare dei terreni e dei
fabbricati, promuove una domanda
ricreativa ed agrituristica e crea le con-
dizioni per un vero e proprio marketing
del territorio. Non stupisce, allora, il
fatto che la sfida più recente delle
imprese agricole sia proprio quella di
presentare negli scambi commerciali
non solo prodotti di eccellenza ma,
soprattutto, l’identità dei territori di cui
sono espressione. Ed è proprio il ter-
ritorio riconducibile a forme di paesag-
gio, a testimonianze artistiche e
naturali a dare personalità ad un pro-
dotto, in particolare a quello alimentare,
aggiungendo una irresistibile seduzione
alla sua immagine commerciale.
Nel moderno mercato, infatti, la neces-
sità dei bisogni ha lasciato il passo alla
logica dei desideri e questa presidia
l’orientamento all’acquisto al di là del
confronto sul prezzo. Ecco, allora, che
la pubblicità è indotta a rivedere le
proprie tecniche di persuasione per
soddisfare le attese di un consumatore
che non è più influenzato dal rispetto
di standard produttivi o dall’assenza di
difetti, quanto dalla relazione con il
territorio di origine, dai connotati di
qualità, soggettivamente percepiti e
non oggettivamente stabiliti, in termini
di attributi di artigianalità-tradizione,
genuinità-sicurezza, natural ità-
ambiente.
Si assiste, così, ad una riscoperta delle
aree rurali e dell’agriturismo con una
domanda di prodotti a forte contenuto
simbolico, così come si registra la
crescita della domanda di prodotti ter-
ritoriali, a Km0, presenti nei farmer
markets e nelle botteghe degli agricol-
tori, in risposta al timore della pertur-
bazione chimica o transgenica.
Si profila, dunque, lo sviluppo di una
moderna ed efficiente agricoltura ter-
ritoriale e di prossimità laddove le
imprese siano in grado di legare la
dimensione economica dell’iniziativa
a quella geografica di localizzazione
spaziale per trarne elementi distintivi
e caratterizzanti nell’offerta di beni e
servizi. Ciò che rende ogni prodotto
agricolo ed ogni offerta agrituristica
unica ed irripetibile è, infatti, proprio il
radicamento con il territorio di prove-
nienza. Non è un caso, quindi, che
l’Italia vanti come primato assoluto la
cultura enogastronomica, un panorama
ricchissimo di biodiversità agroalimen-
tari e di itinerari paesaggistici di grande
pregio. Tuttavia occorre ancora un
maggiore impulso alla promozione di
strumenti innovativi ed in grado di
condurre il turista alla scoperta ed alla
fruizione di queste ricchezze che rap-
presentano anche un’occasione di
sviluppo economico e culturale del
territorio e del suo paesaggio, in sin-
tonia con la salvaguardia delle sue
L’agricoltura si trova a perseguire lavalorizzazionedellespecificità
ambientali anche attraverso ladiversificazionedelleattività
edelleopportunitàoccupazionaliconnesse al valore culturale e ricreativo della campagna,
in un contesto in cui il paesaggio assume nuove importanti valenze,
specialmenteperattivitàqualil’agriturismo e la vendita diretta.
Il paesaggio è in grado di produrre benefici sociali ed economici
relativi alla salute ed al benessere, migliora il valore immobiliare
dei terreni e dei fabbricati, promuove una domanda ricreativa
ed agrituristica e crea le condizioni per un vero e proprio
marketing del territorio.
Nell’affrontare il tema del paesaggio e delle sue interconnessioni con il
mondo dell’agricoltura il pensiero corre a quel magnifico affresco del
Lorenzetti esposto a Siena nel Palazzo Pubblico, noto con il titolo con-
venzionale di Allegoria del Buono e Cattivo governo, nel quale l’artista dimostra
come sia possibile costruire un rapporto armonico tra l’intervento dell’uomo e
la natura, mettendo a punto le funzioni di relazione che legano gli esseri viventi
al loro ambiente. Si tratta di una concezione che abbraccia l’identità del paesag-
gio italiano, configuratosi grazie al lavoro di generazioni di agricoltori e oggetto
di importanti trasformazioni anche a seguito dell’influenza della stessa Politica
Agricola Comunitaria (PAC). Vengono in mente, ad esempio, le immagini delle
colline toscane illuminate dal giallo della colza e dei girasoli quali esempio di una
fisionomia paesaggistica legata alla diffusione di colture scelte dall’uomo a fronte
di incentivi previsti nell’ambito dell’evoluzione delle misure del piano regionale
di sviluppo rurale. Ad ulteriore testimonianza della consistente influenza eserci-
tata dalla PAC sul paesaggio italiano, si osserva come l’evoluzione delle superfici
destinate a colture estensive (oleaginose, mais, grano ecc.) nonché di quelle
interessate dalle misure agroambientali (realizzazione di siepi, boschetti, zone
umide) o destinate all’agricoltura biologica, abbiano determinato un cambiamento
nei colori, nelle forme e a volte nell’assetto stesso del territorio.
L’intervento dell’agricoltore appare, in generale, determinante nel modificare il
paesaggio, aggiungendo la propria opera ai doni che la natura ha già impresso.
Si è già evidenziato come i fattori che incidono sulla qualità estetica del paesag-
gio in senso migliorativo siano proprio la presenza di siepi e filari, di prati e di
alberi sparsi e da frutto, di boschi in pianura, così come quella di corpi idrici e di
fabbricati rurali, di strade bianche non rettilinee; mentre peggiorano l’immagine
del paesaggio, ad esempio, i tralicci dell’alta tensione, i fabbricati moderni e le
strade di grande percorrenza. In sostanza, risultano preferiti i paesaggi che con-
tengono, al loro interno, elementi di carattere storico culturale e naturalistico
oppure paesaggi funzionali ad alcune attività svolte o svolgibili dall’osservatore
(produttive, ricreative ecc.). Le pratiche di sistemazione del suolo e di bonifica
delle acque e le caratteristiche di determinate zone hanno finito, infatti, per
contrassegnare, nel tempo, la tipologia di un paesaggio che risulta costruito
artificialmente, sebbene in equilibrio biologico con la natura.
Il paesaggio, quindi, non può sottrarsi ai condizionamenti di una dinamica di forze
Il professor Stefano Masini, responsabile Ambiente e Consumi Coldiretti, nonché membro del Comitato Scientifico di Energeo Magazine, affronta il tema del paesaggio e delle sue interconnessioni con il mondo dell’agricoltura.
Il paesaggio come infrastruttura dell’agricoltura di qualità
Lavori in risaia in piena estate.
StefanoMasini,ComitatoScientificodiEnergeoMagazine.
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PRO
FON
DIM
ENTI
risorse ambientali e dei suoi valori rurali. Nel momento in cui l’accesso ai territori
anche piu’ interni non rappresenta piu’ un semplice processo di rimbalzo dalle
aree litoranee da parte dei turisti, occorre cominciare a dotare i luoghi di adeguate
infrastrutture attraverso servizi di supporto e predisposizione di eventi e di
attrattive. A tal fine uno strumento utile è costituito dagli itinerari per la scoperta
dei sapori e dei luoghi quali, ad es., le strade del vino (l. 268/99) e dell’olio che
assicurare che le inevitabili mutazioni
del paesaggio avvengano in modo
ordinato e nel rispetto dell’ambiente
nella sua interezza. Privilegiare la qua-
lità della vita attraverso una maggiore
sicurezza sociale, una buona alimen-
tazione ed un ambiente più sano rap-
presentano scelte che implicitamente
portano al riconoscimento dei valori
rappresentano i mezzi attraverso i quali pubblicizzare l’offerta turistica di alcune
aree apprezzate per le loro produzioni, soprattutto vinicole e olivicole, ma anche
di altri prodotti tipici a denominazione di origine DOP e IGP.
Altro strumento interessante è rappresentato dalle greenways. Si tratta di aree
riservate alla mobilità lenta (ciclistica, pedonale, acquea ecc.) e, cioè, percorsi
verdi, protetti e riservati a biciclette, pedoni, cavalli, che si snodano lungo un
percorso di pregio ambientale e culturale e che permette di conoscere il territo-
rio, il paesaggio agricolo e le sue ricchezze, connettendo gli insediamenti urba-
nistici con il territorio e le sue risorse (naturali, agricole, paesaggistiche,
storico-culturali). Per le ragioni sopra evidenziate, appare di grande importanza
la messa a punto di una programmazione territoriale che abbia come obiettivo
quello di contrastare ogni possibile minaccia all’integrità del paesaggio agrario,
quali, ad esempio, la perdita di superficie produttiva, l’installazione di grandi torri
eoliche o di centrali termoelettriche ed ancora il fenomeno degli incendi.
Si tratta, infatti, di fattori che pregiudicano in maniera inesorabile le attività turi-
stiche offerte dalle imprese agricole. In sostanza, tutelare il territorio ed il pae-
saggio dalle deturpazioni delle opere infrastrutturali ed urbanistiche diviene un
obiettivo prioritario per l’agricoltura di qualità.
Né l’azione di tutela del paesaggio deve essere limitata alla protezione delle
forme che esprimono un valore estetico ed alla conservazione delle preesistenze
naturali, ma deve considerarsi, invece, come uno strumento in funzione del
controllo e della direzione degli interventi che agiscono sul territorio, al fine di
della campagna e dei suoi prodotti,
specie laddove questi rappresentano
una componente fondamentale del
tessuto economico, sociale ed ambien-
tale. Anche in questo contesto ci
sembra indispensabile recuperare,
come opportunità per un nuovo rap-
porto fra impresa e ambiente, i valori
e l’importanza del paesaggio agrario.
Si tratta di un segnale che testimonia
come l’Italia, oggi, stia tornando a
capire e a sostenere l’agricoltura non
tanto per nostalgia del mondo antico
o per quello che storicamente ha signi-
ficato, ma per quello che le nostre
imprese possono dare come contributo
per un ambiente salubre, per un pae-
saggio godibile, per una serie di servizi
utili a migliorare la qualità della vita dei
cittadini: una direzione non modificabile
per una crescita responsabile.
Stefano Masini
Un gregge sul tratturo a Cugnoli.
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prevede la realizzazione di 9 centrali
idroelettriche. L’inaugurazione dell’im-
pianto di Tserovo, la terza della serie,
è stata un po’ una festa per tutta la
valle, in cui ai discorsi ufficiali si sono
alternati momenti di spettacolo con
gruppi folcloristici locali. “Sono parti-
colarmente lieto di partecipare all’
inaugurazione di un opera tanto impor-
tante per lo sviluppo di questo territo-
rio e improntata a criteri di sostenibilità
e di produzione di energia pulita - ha
detto Dellai nel corso della cerimonia.
“Siamo felici di poter lavorare assieme
per il perseguimento di obiettivi e
priorità che accomunano l’intera Unione
europea. Continueremo a scambiarci
idee, esperienze, tecnologie, consa-
pevoli come siamo che quella dell’e-
nergia è la sfida fondamentale per il
futuro e che quello che stiamo facendo
qui può essere di esempi”. Con il
Sindaco di Sofia Dellai ha parlato inol-
tre della possibilità di una candidatura
congiunta della capitale bulgara e di
Venezia a capitale europea della cultura,
che coinvolgerebbe anche il Trentino
assieme agli altri territori del Nord est
italiano. L’Italia, dal canto suo, è dive-
nuta nel 2011 il quarto partner com-
merciale della Bulgaria. Le premesse
per una buona prosecuzione di questa
partnership ci sono dunque tutte. L’ac-
cordo siglato in Bulgaria dal Trentino
con la Regione ed il Comune di Sofia,
in margine alla recente inaugurazione,
si incentra sullo sviluppo della collaborazione in campo economico, tecnologico
e culturale e segue a quello firmato nel 2003, con cui è partito il progetto per
la realizzazione delle 9 centrali sull’Iskar. L’attività nel campo dello sfruttamento
dell’energia elettrica fa capo alla Pvb Power Bulgaria spa, società del gruppo
fondata nel 2003 di cui fanno parte anche Dolomiti Energia e Azienda energetica
spa Etcschwerke ag. La Pvb ha in corso anche altri progetti in Bulgaria come
pure nella confinante Romania. Ma l’accordo siglato nel mese di giugno scorso,
pone le basi anche per le attività che altre imprese trentine, in diversi settori,
vorranno sviluppare il Bulgaria. Uno degli ambiti più interessanti e’ quello della
casa-passiva, su cui il Trentino ha sviluppato forti competenze. Sergio Bortolotti,
Presidente del Gruppo, ricorda il recente passato del Petrolvilla Group, diventato
già all’inizio del nuovo millennio, un’impresa leader in tutto il Nordest e, grazie
alla tecnologia avanzata nel trading di prodotti energetici e nella produzione di
energia da fonte rinnovabile, pronta e preparata per l’esperienza internazionale.
Dice: “Nel 2006 il progetto Bulgaria era già decollato (nove centrali idroelettriche
nella regione di Sofia) e nel 2010 prese avvio il progetto Croazia (realizzazione
di campi eolici nell’area dei Balcani). Nel 2010 il Gruppo Petrolvilla festeggiò i
trent’anni di attività e intraprese un profondo processo di riorganizzazione interna.
Il risultato fu l’adozione di una nuova ragione sociale, PVB, e un diverso assetto
organizzativo, con il Gruppo ripartito non più in aziende ma in quattro grandi
business area: Fuels, Power, Facility, Systems. Ora siamo pronti a nuove sfide”.
Marco Pontoni
LaProvinciaAutonomadiTrentoaffiancal’impresaPetrolvilla-PVC
Group nelle sfide in Europa. Il Presidente Lorenzo Dellai:
“Siamo felici di poter lavorare assieme per il perseguimento
di obiettivi e priorità che accomunano l’intera Unione
europea. Continueremo a scambiarci idee, esperienze,
tecnologie, consapevoli come siamo che quella dell’energia
è la sfida fondamentale per il futuro e che quello
che stiamo facendo qui può essere di esempio”.
C’è un pezzo di storia del Trentino operoso nella crescita di un gruppo
industriale che ha conquistato, con un avanzato know out, l’Europa
dell’Est. Un esempio positivo di internazionalizzazione, come sottoline-
ato dal Presidente della Provincia Autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, che
premia una realtà trentina diventata leader internazionale in questo settore,
portando al tempo stesso un importante contributo alla produzione di energia
pulita. È la storia di tre amici (Sergio Bortolotti, Renzo Bortolotti e Diego Maule)
cominciata nel 1980. Un progetto decollato a Villa Lagarina, dove ha iniziato
l’attività Petrolvilla (è intuibile il significato del nome), azienda regionale incentrata
su attività tradizionali legate alla commercializzazione dei prodotti energetici. In
pochi anni Petrolvilla (che oggi si chiama PVB Group) ha saputo trasformarsi in
un gruppo internazionale sempre più orientato verso la produzione tecnologica
avanzata e lo sviluppo di soluzioni a forte compatibilità ambientale, realizzando
impianti eolici (anche in Croazia) e centrali idroelettriche tra le più avanzate in
Europa (quella di Tserovo utilizza la più grande turbina del suo genere, con un
impatto paesaggistico peraltro ridottissimo). Nel mese di giugno si è raggiunto
un altro ambizioso obiettivo: a Svoghe, in Bulgaria, è stata inaugurata la centrale
elettrica di Tserovo, sul fiume Iskar, realizzata da Petrolvilla-Pvb group sulla base
dell’accordo siglato fra il Trentino e il governo bulgaro nel luglio 2003 a Sofia.
Alla cerimonia hanno preso parte numerose autorità del governo bulgaro, fra cui
il ministro dell’economia, dell’energia e del commercio Delian Dobrev, segno
dell’importanza strategica che il progetto riveste. Presenti inoltre l’ambasciatore
d’Italia a Sofia, Stefano Benazzo, il Presidente di Petrolvilla Sergio Bortolotti e
diversi altri ospiti trentini fra cui i vertici di Dolomiti energia e Aew, partner di
Pvb, e di Habitech. Con l’occasione, il Presidente Lorenzo Dellai, ha anche siglato
un nuovo memorandum di collaborazione fra la Provincia autonoma di Trento,
la regione di Sofia, con il governatore Krassimir Gifkov, e il Comune di Sofia, con
il Sindaco Yordanka Fandakova. Ospite d’onore alla cerimonia Radostin Stoytchev,
allenatore dell’Itas Diatec Trentino volley. Un progetto all’avanguardia, sul piano
della partnership pubblico-privato da cui ha preso vita, delle tecnologie impiegate,
della sicurezza, delle certificazioni (le più avanzate a livello europeo), dell’impatto
ambientale. Un’iniziativa in evoluzione (altre due centrali sono in fase di collaudo),
che utilizza al meglio le competenze locali, giovani ingegneri e progettisti bulgari
che si affiancano al personale italiano. Un volano per l’economia locale, con i
posti di lavoro creati, oltre 300 e naturalmente l’indotto, compresi i lavori di
infrastrutturazione. Tutto questo è il programma che Pvb sta portando avanti a
circa un’ora di auto da Sofia, su un affluente del Danubio, il fiume Iskar, che
Nel mese di giugno, in Bulgaria, è stata inaugurata la centrale elettrica di Tserovo, realizzata da Petrolvilla-Pvb, il cui programma prevede la realizzazione di 9 centrali idroelettriche a circa un’ora di auto da Sofia, su un affluente del Danubio, il fiume Iskar. PVB Group, una realtà trentina all’avanguardia, ha saputo trasformarsi in un gruppo internazionale sempre più orientato verso la produzione tecnologica avanzata e lo sviluppo di soluzioni a forte compatibilità ambientale.Il Trentino operoso conquista
l’Europa dell’estLorenzoDellai,PresidentedellaProvinciaAutonomadiTrentoeSergioBortolotti,PresidentediPetrolvillaP.V.C.Groupvisitanogliimpianti.Inbasso:LafirmadelmemorandumdicollaborazionefralaProvinciaAutonomadiTrentoeRegionediSofia,inBulgaria.
Un momento della cerimonia dell’inaugurazione.
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termine concorrenziali con i prezzi del
gas metano e del barile, ma spingere
per risorse locali potrà creare un circolo
virtuoso ed un indotto di settore. Dice
Zeni: “La transizione verso un’econo-
mia ad emissioni zero e ad alto utilizzo
di rinnovabili, in sostituzione delle fonti
di energia fossile, doveva passare ine-
vitabilmente per laboratori pilota di
piccole dimensioni, in aree dove le
risorse naturali si combinano con un
tessuto economico ad alta innova-
zione.” Aggiunge che: “la visione per
il futuro green di questo territorio ha
fatto il suo percorso nell’uso equilibrato
dell’acqua e del legno, unita ad una
mobilità sostenibile”.
Senza dimenticare i problemi legati alle
giovani generazioni: “se non lavoriamo
per creare una cultura diffusa partendo
dalle scuole elementari, che consideri
il rapporto innovazione - tradizione
locale, difficilmente potremo rendere
autonomo energeticamente il nostro
territorio”.
Ancora una sfida: il vecchio leone non demordeNon è questa l’ultima sfida di Zeni.
Oggi il tecnico-manager che ha contri-
buito a rivoluzionare la vita del Primiero
facendolo diventare un esempio vir-
tuoso di glocal, propone di creare un
movimento di opinione trasversale
finalizzato ad ottenere e programmare
la creazione di uno strumento auto-
nomo regolato per la gestione dei beni
comuni (acqua e legno almeno) in capo
alle comunità territorialmente vicine.
In sostanza vuole creare una nuova
forma di organizzazione sociale che
riscopre il valore delle “comunità”.
Suggerisce: “Non più risorse affidate
al mercato o ad un potere centralista
ed accentratore (spesso si dice sotto-
poste alla tutela pubblica) ma mante-
nute nel loro stato di bene collettivo
comune”. E propone alle popolazione
e ai comuni: “di rivendicare un ruolo
nella gestione e valorizzazione dei beni
comuni ad essi più vicini”. Aggiunge: “Dobbiamo creare un organo di rappre-
sentanza istituzionale che possa sedere ai tavoli romani dove si scrivono le
norme contribuendo alla stesura delle proposte di legge nel rispetto degli interessi
anche delle genti di montagna: la marginalità non deve essere un destino! Non
possiamo lamentarci sempre a cose fatte ...da altri”.
E’ importante, secondo Zeni:“far convergere in questo progetto tutte quelle
spinte autonomistiche non condivisibili dal sistema-paese, senza mai provare
ad emarginarle. Le province confinanti sono per noi, gente del Trentino, una
risorsa e alleati preziosi perchè rientrano in un ambito di interessi comuni. Le
pressioni sulle Regioni a statuto speciale non servono proprio a nessuno. Soltanto
in questo modo si può far nascere dal basso un’economia del margine quale
spinta propulsiva dello sviluppo spontaneo di iniziative che non trasformano beni
di terzi provenienti da fuori e che tornano fuori, ma che utilizzano risorse locali
rinnovabili, materia prima a costo contenuto ed indipendente da terzi, per dare
inizio ad una “soft economy compatibile “ con forti ricadute locali. Integrare tali
attività con altre per la promozione turistica al fine di poter condividere, con la
gente di pianura, un interesse comune: quello di disporre di un territorio per il
tempo libero - la salvaguardia dello stesso dal punta di vista idrogeologico - il
governo dell’ acqua, bene comune, e del bosco/legno indispensabile a tutti per
la funzione regolatoria della CO2”. Una proposta “in progress” che, in via preli-
minare, è stata ampiamente condivisa e si prepara a compiere i primi passi: “I
L’exPresidentedellamunicipalizzatadellacomunità
di Primero fu il primo a credere che sarebbe stato possibile
trasformarelaValledelCismonin una Oil free zone Valley. Questo
incantevole territorio ai piedi del Gruppo Dolomitico delle
PalediS.Martino,recentementenominate dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità,hapercorsolastrada
versolacompletasostenibilitàenergetica ed ambientale attraverso
un progetto avveniristico. Zeni oggi medita nuove sfide a favore
della montagna per costituire un movimento trasversale non generalizzato ma con un focus
specifico, in grado di essere espressione della gente di
montagna e dei territori interessati.
Si commuove ma dissimula. Sul volto di Luciano Zeni, uomo di montagna
di 65 anni ( il Primiero è la sua terra d’origine), vecchio soldato della
Scuola Militare Alpina di Aosta, si intravedono una lacrima e il sorriso
buono di chi non ha perso la voglia di credere nel futuro.
Attorno a lui tantissimi invitati all’inaugurazione della nuovissima centrale di
teleriscaldamento a biomasse di Primiero festeggiano: l’avveniristica realizzazione
costituisce un’altro importante tassello che è servito per svincolare l’area dall’in-
quinamento e dall’oscillazione dei prezzi dei derivati dal petrolio. Un progetto
che rientra nel sistema green del Primiero, realizzato con un coinvolgente gioco
di squadra. Il Presidente Lorenzo Dellai ha appena tagliato il nastro tricolore e si
concede alle luci delle numerose televisioni presenti. Luciano Zeni, si muove a
piccoli passi, quasi si schermisce. Il 30 giugno del 2012, questa giornata parti-
colare, l’ha registrata con gli occhi: è tutta da ricordare. Scorrono attraverso dei
flash back le memorie di tanti anni di lavoro, impegno, dedizione al territorio. In
questi luoghi, negli anni passati, c’è stata la volontà politica, con il coinvolgimento
di tutta la popolazione, di creare un nuovo mix energetico: più sostenibile, più
verde e meno dipendente da fonti fossili. Questi obiettivi sono stati raggiunti
solo incentivando la nascita di nuove “filiere” di prodotti ad alto contenuto tec-
nologico ed utilizzanti risorse rinnovabili (scarti agricoli e forestali, idroelettrico,
solare, ecc.), in modo da creare economie verdi. Ed ora si sta sperimentando
anche la mobilità sostenibile. Racconta: “Nel 1902, sei piccoli Comuni della valle
di Primiero, nel Trentino orientale, decisero di puntare all’indipendenza energe-
tica e di realizzare, con notevoli sacrifici delle popolazioni locali, un impianto
idroelettrico e una rete di distribuzione che rifornisse di energia elettrica l’intero
territorio montano”. A più di un secolo da allora, il Primiero gioca ancora la carta
della lungimiranza. Tanti meriti vanno a Luciano Zeni, sognatore coraggioso che
ha visto in questi anni crescere l’azienda municipalizzata Acsm, dove ha lavorato
dal 2001, fino a rivestire la carica di Presidente, realizzando un grande desiderio:
trasformare la Valle del Cismon in una Oil free zone Valley. Questa verdeggiante
valle alpina ai piedi del Gruppo Dolomitico delle Pale di S. Martino, recentemente
nominate dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità, ha percorso infatti la strada verso
la completa sostenibilità energetica ed ambientale attraverso il progetto “oil free
zone”. Un’iniziativa sostenuta dalla locale municipalizzata energetica (ACSM),
dalla Comunità di Primiero con le otto amministrazioni comunali e dal Distretto
Tecnologico Trentino. Le rinnovabili made in Italy non potranno essere a breve
A colloquio con Luciano Zeni.
L’uomo delle missioni impossibili
Don Gianpietro Simion, decano di Primiero benedice l’impianto prima del taglio del nastro.
L’inaugurazione dell’impianto di teleriscaldamento del Primiero: Luciano Zeni taglia il nastro, adestrailPresidentedellaProvinciaAutonomadiTrentoLorenzoDellai.
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OTA
GO
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Presidenti dei Consorzi dei Comuni di
montagna, per il tramite delle loro
organizzazioni (ANCI - UNCEM ecc.),
rispolverando i documenti a suo tempo
istituzionalmente condivisi (conven-
zione delle Alpi, raccomandazione del
Consiglio d’ Europa del 2004, carta
europea dell’ acqua, protocolli vari ecc),
si attivino per costituire un movimento
trasversale non generalizzato ma con
un focus specifico in grado, per numeri
ed autorevolezza, di farsi ascoltare
dentro le stanze del decisore politico,
utilizzando movimenti di parlamentari
già esistenti (amici della montagna) e
sensibilizzando su tali questioni tutti i
parlamentari che sono espressione dei
territori interessati. Alla fine ammoni-IlSindacodiTransacquaMarinoSimonisicongratulaconl’arteficediquestosuccessoLucianoZeni.
La Green Way Primiero
Natura come modo di essere. E’ il claim che identifica un territorio che ha scelto di diventare
“Oil free zone”. La “Green Way Primiero” è decollata con il suo carico di progetti avveniristici: un insieme di
azioni che riguarderanno tutta la comunità, volte a ridurre l’impiego di combustibili fossili, sostituendole con fonti
rinnovabili, ma anche a catalizzare e coordinare tutte le azioni volte alla sostenibilità ambientale nel territorio (produzione
di energia e impiego della stessa, mobilità e promozione dell’immagine turistica). Il territorio del Primiero già indipen-
dente sotto il profilo elettrico grazie alla locale produzione idroelettrica, punta, tramite il teleriscaldamento a biomassa, a
costruire con il legno i combustibili fossili destinati al riscaldamento urbano. Questo progetto, unitamente ad altre azioni
di tipo ambientale, contribuiscono fortemente al perseguimento in Primiero di una nuova strada di sviluppo e gestione
del territorio, basata sull’ambiente e sulle fonti rinnovabili.
Il ProgettoIl progetto prevede la realizzazione di una centrale in zona baricentrica nel Comune di Transacqua connessa ad una capil-
lare rete per il trasporto di energia termica su tutto il fondovalle di Primiero (Comuni di Fiera di Primiero, Imer, Mezzano,
Siror, Tonadico e Transacqua). Il dimensionamento dell’impianto viene calcolato in funzione delle potenziali necessità ter-
miche del territorio, anche in considerazione delle fluttazioni determinate dall’afflusso determinate dall’afflusso turistico.
Il combustibile prescelto è il cippato legnoso integrato in minima parte da gasolio solo in occasioni di punte di prelievo o
emergenze. Unitamente la produzione termica, al fine di valorizzare ulteriormente l’impiego della biomassa, viene instal-
lato in accoppiamento ad una caldaia anche un modulo ORC per la produzione di energia elettrica tramite cogenerazione.
L’impianto viene gestito per tramite di ACSM S.p.A: società degli enti pubblici locali che vanta una esperienza ultracen-
tenaria nel campo energetico e nello sviluppo di progetti ambientali a livello locale.
sce: “Si costituisca una lobby finalizzata allo scopo utilizzando uffici e logistica
esistente a Bruxelles e si utilizzino gli uffici romani per organizzare il movimento
nelle modalità più opportune”. Il vecchio leone non demorde. Chi lo conosce
nel privato sa che non lascia cadere nessuna sfida. Anche quelle più grandi.
P. B.
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i loro squisiti prodotti”. Slow Food avviò
questo progetto, auspicando che gli
agricoltori facessero qualche sforzo in
più per il destino del pianeta. Da allora
sono entrati nel vocabolario degli agri-
coltori e vitivinicoltori, a fianco alla
definizione di filiera corta, parole come
risparmio energetico, sostenibilità,
obiettivi del protocollo di Kyoto, carbon
free, riduzione delle emissioni di CO2,
impatto ambientale, off grid (che è poi
la definizione che riassume l’autonomia
energetica della struttura agricola,
senza collegamento alla rete di distri-
buzione elettrica). Oggi in quest’Oasi
Toscana dei saperi e dei sapori, consi-
derando che il rilancio del territorio
dovrà puntare sulla ricerca di qualità,
l’ideazione, la sperimentazione di nuovi
prodotti e sui benefici dei trasferimenti
delle ultime esperienze nel settore
strategico delle energie rinnovabili, si
è realizzato un laboratorio a cielo aperto,
che è diventato sede didattica dell’U-
niversità di Scienze Gastronomiche di
Pollenzo. Gli agricoltori di questo com-
prensorio, custodi e tutori del saper
fare di intere generazioni, sono auten-
tici paladini di un nuovo modo di pro-
durre nel settore agroalimentare, dando
priorità alla sostenibilità ambientale e
per questo motivo sono saliti in catte-
dra per insegnare ad un gruppo inter-
nazionale di giovani laureati, provenienti
da tutto il mondo (hanno partecipato
al viaggio master di specializzazione in
“food culture and communications”,
lo scorso giugno) come si possono
ottenere prodotti alimentari d’eccel-
lenza grazie alle energie da fonti rin-
novabili, imparando soprattutto a
conoscere i luoghi dove si produce e
si ottiene l’energia dalle forze della
natura. E’ un corso di studio in piena
regola, con un fitto programma di lavoro
che prevede visite guidate nelle
aziende e cooperative del territorio che
producono a basso impatto ambientale
utilizzando il vapore e le altre energie
rinnovabili, riducendo sensibilmente i
costi di gestione. Il territorio geoter-
mico della Toscana ha fatto da apripista
a queste nuove applicazioni aprendo
una nuova era condivisa da Slow Food,
diventando, nei fatti, sede di uno stage
della rinomata Università fondata da
Carlin Petrini. Soddisfatto, il direttore
generale del Consorzio Sergio Chiac-
chella dice: “L’iniziativa offre certa-
mente una nuova opportunità per lo
sviluppo del sistema economico e
imprenditoriale legato alle fonti ener-
getiche rinnovabili. Anche in agricoltura
il miglioramento dell’efficienza ener-
getica, la soluzione di problemi ambien-
tali e di sicurezza sono indispensabili
per l’ottimizzazione del processo pro-
duttivo, con la promozione di soluzioni
all’avanguardia, in questi campi, con-
tiamo di fare numerosi proseliti”. E gli
studenti? Molti sono venuti da Paesi
lontani: Brasile, Australia, Usa, Taiwan,
Costarica, Giappone, Zimbabwe, Isra-
ele, Tailandia, Turchia, Svizzera, Olanda,
Belgio, Germania. Una soltanto da
Sondrio: “L’esperienza che mature-
ranno i nostri allievi - sostiene Piero
Sardo, Presidente della Fondazione
Slow Food per la Biodiversità - contri-
buirà a far capire come si può integrare
la produzione di energia geotermica
con le produzioni alimentari di piccoli
e medi operatori di qualità. L’integra-
zione dell’energia geotermica nel
modello produttivo rappresenta una
sfida importante per cogliere concre-
tamente il concetto di sostenibilità
ambientale con la valorizzazione eco-
nomica delle risorse e la comunicazione
al mercato di un prodotto realizzato
con ingredienti “puliti” non solo sul
piano gastronomico ma anche sotto il
profilo energetico.”
P. B.
Gli agricoltori del Distretto delle Energie Rinnovabili,
custodi del saper fare di intere generazioni,dannoprioritàallasostenibilitàambientaleesonoautentici paladini di un nuovo modo di produrre nel settore
agroalimentare. Per questo motivo sono saliti in cattedra per insegnare ad un gruppo
internazionale di giovani laureati dell’UniversitàdiScienze
Gastronomiche di Pollenzo, provenienti da tutto il mondo.
C arlin Petrini, fondatore e Presidente di Slow Food lo ha sempre affermato:
“la sostenibilità salverà le economie malate”.
Il Distretto delle Energie Rinnovabili della Toscana ha sposato in pieno
la filosofia di Slow Food “Buono, Giusto e Pulito” e fin dal 2006 ha adottato un
modello “virtuoso” di efficientamento e produzione energetica rinnovabile
applicato all’agricoltura, valido anche sotto il profilo della riproducibilità e dell’im-
patto ambientale e sociale in generale. I protagonisti sono piccoli imprenditori
del settore agro-alimentare, autentici pionieri di un nuovo modo di produrre
prelibati formaggi, salsicce e prosciutti di cinta senese con DNA Toscano e con
tanto di certificazione eco-compatibile. E’ stata aperta, in questo modo, una
strada nuova che avrebbe portato lontano, grazie all’alleanza tra Slow Food e
Co.Svi.G., creando proseliti in tutt’Italia, favoriti dalla diffusione di nuove tecno-
logie: pannelli fotovoltaici, pompe di calore, piccoli sistemi di cogenerazione a
biomasse prodotte in azienda (ad esempio cippato di vigneto), geotermia, col-
lettori solari ed anche mini-eolico. E’ questa l’idea originale della prima Comunità
Mondiale ad energia rinnovabile, presentata a Terra Futura nel 2007, in un’ante-
prima nazionale. Il progetto sperimentale, frutto di un’intesa tra Slow Food
Toscana, Fondazione Slow Food per la Biodiversità e Co.Svi.G (Consorzio per lo
sviluppo delle aree geotermiche), aveva l’obiettivo di dare vita in questo com-
prensorio ad un’ iniziativa assolutamente nuova, individuando soluzioni appropriate
per la produzione agro-alimentare con sistemi innovativi per il risparmio energe-
tico e la tutela dell’ambiente, puntando sulle produzioni caratterizzate dalla
tecnologia di processo. Il progetto si caratterizza, infatti, per la qualità e la
sostenibilità delle produzioni agro-alimentari in un territorio particolarmente
favorito dall’uso diretto della geotermia, dove sono state individuate e sperimen-
tate soluzioni innovative (nel distretto è operativo il Centro di Ricerca per le
Energie Rinnovabili EnerGea) per la riduzione dell’impatto e per lo sviluppo
sostenibile, nelle fasi di allevamento del bestiame e di produzione di formaggi,
salumi, ortaggi ed erbe officinali. La nuova sfida di Slow Food, che teneva conto
anche del tipo di energia utilizzata per ottenere i prodotti della terra, decollò
proprio nell’area geotermica tradizionale e rientrava a pieno titolo tra le scelte
del Distretto Energetico, nell’ambito della rete locale di Terra Madre, facendo
registrare un’autentica svolta nel settore agricolo e in quello vitivinicolo. Piero
Sardo, Presidente della Fondazione Slow Food per la Biodiversità, ricorda: “questi
produttori si sono preoccupati per primi del tipo di energia utilizzata per ottenere
E’ un corso di studio in piena regola, con un fitto programma di lavoro che prevede visite guidate nelle aziende e cooperative del territorio che producono a basso impatto ambientale utilizzando il vapore e le altre energie rinnovabili, riducendo i costi di gestione.Un territorio che fa scuola,
eccellenze alimentari a basso impatto ambientale
UnaserradellaCooperativaParvusFlos. Una lezione nel caseificio Podere Paterno.
SergioChiacchellaintervistatodall’inviatodelTg2EatParadeAndreaMartino.
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cabilità anche in altre regioni italiane
ed europee, nonché un riconoscimento
all’impegno della Regione Abruzzo e
di tutti gli alunni e gli insegnanti delle
scuole. “I nostri under 16 rappresen-
tano l’eccellenza in Europa - dice l’As-
sessore all’Ambiente Mauro Di
Dalmazio - piccoli campioni che cre-
scono nella nostra terra dove nasce il
seme della continuità nella promozione
della sostenibilità ambientale”.
A Chieti, in una piazza gremita all’in-
verosimile di giovanissimi, animata da
un festoso ritmare di cori e di voci, i
rappresentanti di oltre 10 mila studenti
della Regione Abruzzo in nomination,
si sono riuniti per festeggiare, a modo
loro, l’importante riconoscimento e
l’energia (quella rinnovabile e sosteni-
bile) che da queste parti (siamo in terra
d’Abruzzo, la Regione più verde d’Eu-
ropa) si coniuga con il messaggio “sal-
viamo il mondo“. Oggi i protagonisti,
piccoli e grandi, che hanno partecipato
alla settima edizione di Energiochi,
insieme ad una folta rappresentanza
di sindaci (scuola e istituzioni viaggiano
nella stessa direzione), guardano all’Eu-
ropa, sapendo di essere “osservati
speciali” dalla Commissione Europea,
per accrescere la consapevolezza e la
conoscenza sui temi dell’energia ed
inoltre contribuire al raggiungimento
degli obiettivi della politica energetica
comunitaria in materia di fonti di ener-
gia rinnovabili, efficienza energetica,
trasporti e combustibili alternativi. Il
concorso ha ricevuto già il plauso della
Regione Ile de France e il riconosci-
mento “Un Bosco per Kyoto”.
La Settimana dell’Energia Sostenibile
é un evento che si ripete ormai ogni
anno con l’obiettivo di catalizzare l’at-
tenzione dell’opinione pubblica europea
sui temi dell’energia e fare il punto
della situazione sullo sviluppo della
campagna. In tali occasioni é possibile
partecipare in tutta Europa a confe-
renze, workshop, attività didattiche e
visite ad aziende ed impianti che pro-
ducono o utilizzano energia rinnovabile
e tecnologie per l’efficienza energetica.
P. B.
L’Abruzzopuòvantareilprimatod’aver raggiunto i vertici in Europa perl’attivitàeducativainmateria
energetica realizzata nelle scuole della Regione.
Il progetto Energiochi, il concorso che ha coinvolto tutte le scuole
abruzzesi e che punta le sue basi su un’attenta e validissima attivitàdidattica,inseritonella
cinquinavincentepergliAwards,rappresenta un autentico
laboratorio didattico sul territorio. Essere in nomination per la
Campagna Sustenergy rappresenta un risultato importantissimo
poichétestimonialavaliditàdiquesto progetto nell’educazione sostenibile sui temi dell’energia elasuareplicabilitàanchein
altre regioni italiane ed europee, nonchéunriconoscimento
all’impegnodellaRegioneAbruzzoe di tutti gli alunni e gli insegnanti
delle scuole.
Per un soffio non ce l’hanno fatta. A Bruxelles, lo scorso giugno, i ragazzi
d’Abruzzo che hanno coronato il sogno di essere tra i bravi d’Europa,
hanno toccato il Premio Awards con un dito. Non è mai accaduto che tra
le nominations per la categoria Istruzione nell’ambito del Premio Awards 2012
della Campagna Europea Sustainable Energy Europe, fosse segnalato il lavoro
di oltre 10 mila studenti di una regione italiana. L’Abruzzo può vantare il primato
d’aver raggiunto i vertici in Europa per l’attività educativa in materia energetica
realizzata nelle scuole della Regione. Il progetto Energiochi, inserito nella cinquina
vincente, per Bruxelles, dove si è svolta, lo scorso giugno, la Cerimonia Ufficiale
di premiazione, nella prestigiosa sala dell’Albert Hall, ha comunque colto nel
segno. “La conquista della prestigiosa statuetta che riproduce il logo della
Campagna SEE - dicono in Regione - è stata soltanto rinviata: metteremo ulteriore
impegno nell’attività di promozione delle esperienze locali già, comunque apprez-
zate”. La manifestazione era stata inserita nella settimana europea dell’energia
sostenibile e, più in generale, nella campagna europea per l’energia sostenibile.
L’obiettivo di questo concorso internazionale è quello di puntare i riflettori sulle
iniziative più lodevoli e innovative nel settore dell’energia sostenibile e si propone
di premiare i progetti più meritevoli. Con questo riconoscimento si vuole favorire
lo sviluppo delle più recenti iniziative in materia di energia in Europa.
Il concorso Energiochi, organizzato dal Servizio Politica Energetica della Regione
Abruzzo, unitamente al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca,
all’Ufficio Scolastico Regionale e all’Università degli Studi dell’Aquila, Teramo,
Chieti e Pescara, giunto alla sua settima edizione, rappresenta un autentico
laboratorio didattico sul territorio. Essere in nomination per la Campagna Suste-
nergy rappresenta un risultato importantissimo poiché testimonia la validità di
questo progetto nell’educazione sostenibile sui temi dell’energia e la sua repli-
La nomination è stata festeggiata a Chieti da tantissimi giovani radunati nella piazza di San Giustino.
I ragazzi d’Abruzzo ad un passo dal Premio Awards 2012
IrisFlacco(adestra),responsabiledelServizioPoliticaEnergeticadellaRegioneAbruzzohacoordinatoilavoriperlarealizzazionedellesettimaedizionediEnergiochi.
ImmaginidellagrandefestavissutaaChietidairagazzidellescuoledellaRegioneAbruzzo.
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Il World Summit of the Regions ha riunito i rappresentanti dei principali governi
sub-nazionali da tutto il mondo per discutere di green economy e sviluppo soste-
nibile. L’evento è stato un’importante occasione di confronto fra gli Stati, le
Regioni, le Province dei cinque continenti che hanno ribadito il proprio impegno
per lo sviluppo sostenibile in stretta collaborazione e complementarietà con tutti
gli altri livelli di governo e con il settore privato.
Crescita verde, il modello della Regione Abruzzo
Non c’erano molte aspettative
alla conferenza Onu Rio + 20,
dedicata al futuro del pianeta,
che si è chiusa il 22 giugno a Rio de
Janeiro. Energeo ha raccolto il com-
mento della dirigente del Servizio Poli-
tica Energetica e qualità dell’Aria Iris
Flacco che, insieme ad Alessandra
Santini, ha rappresentato la Regione
Abruzzo alla Conferenza delle Nazioni
Unite sullo Sviluppo Sostenibile.
Direttore, come giudica l’ultimo summit Rio+20?“Le conclusioni del vertice riconoscono
che la crescita verde è l’obiettivo
comune di tutti i Paesi. La Regione
Abruzzo ha relazionato circa le proprie
attività e l’importanza per lo sviluppo
sostenibile della Governance delle
Regioni in un’ottica Bottom UP durante
la conferenza ‘Rio Conventions Pavilion:
Business Day. Examples of innovative
regional action’ svoltasi il 18 Giugno
presso l’Atlets Park, organizzata da
RTCC (Responding to Climate Change).
In particolare per l’Abruzzo è stato
evidenziato il ruolo chiave degli enti
locali intermedi per lo sviluppo soste-
nibile delle Regioni, anche a seguito
delle risultanze dei lavori dell’ OCSE
(Organisation for Economic Co-opera-
tion and Development) pubblicati nel
documento “Linking Renewable
Energy to Rural Development:Drivers
and Constraints”.
La Regione Abruzzo può fare la differenza?“Da tempo abbiamo impostato una politica che deve essere predisposta e
garantita da una governance strategica da sviluppare nei livelli intermedi (ammi-
nistratori pubblici e stakeholders), come ad esempio le amministrazioni regionali.
In quest’ottica l’attività sinergica svolta dalla Regione Abruzzo, dalle Province e
dai Comuni per l’attuazione del Covenat of Mayors rappresenta una best practice
a livello europeo”.
Un commento?“Al summit deve seguire una collaborazione maturata a livello nazionale e regio-
nale con scambi di esperienze tra enti locali, l’Abruzzo può fare la sua parte
perché, nonostante la crisi economica dei paesi come l’Italia, è in grado di fare
una green economy redditizia”.
La Regione Abruzzo ha dimostrato una certa vivacità d’azione nei vari contesti internazionali, come è andata al World Summit of the Regions?“Il Summit è stato organizzato dal Governo di Rio de Janeiro, in collaborazione
con le Regioni Unite (ORU-FOGAR), la Rete dei governi regionali per lo sviluppo
sostenibile (nrg4SD) e il Climate Grou ed ha riunito i leader e i rappresentanti
dei principali governi sub-nazionali da tutto il mondo per discutere di green eco-
nomy e sviluppo sostenibile”.
Che cosa è accaduto?“L’evento è stato un’ importante occasione di confronto fra gli Stati, le Regioni,
le Province dei cinque continenti che hanno ribadito il loro impegno a continuare
la loro azione concreta per lo sviluppo sostenibile in stretta collaborazione e
complementarietà con tutti gli altri livelli di governo e con il settore privato” .
Missione compiuta?“Si, positivamente. Abbiamo potuto incontrare i rappresentanti di altre regioni
e realtà europee tra cui Michelle Sabban del AER (Assembly of European regions),
John Griffiths, Ministro dell’Ambiente
e dello Sviluppo Sostenibile del Galles,
Annick Delhaye e la delegazione della
Regione Provenza e Costa Azzurra.
Abbiamo stretto un prezioso con-
tatto”.
T.R.
IrisFlaccoallaconferenzaOnuRio+20.
UN’ASSOCIAZIONISMO ISPIRATO AI VALORI DELLA COOPERAZIONEL’A.N.C.I. ha riconosciuto statutariamente (art. 32) il Consorzio dei Comuni Trentini quale sua articolazione istituzionale in Provincia di Trento. Il Consorzio dei Comuni Trentini (A.N.C.I. TRENTINO) è una Società Cooperativa costituita il 9 luglio 1996 alla quale sono associati la totalità dei Comuni (217) e delle Comunità (16).
Considerati gli scopi statutari, il Consorzio dei Comuni Trentini:
presta ai Comuni e alle Comunità ogni forma di assistenza anche attraverso servizi, con particolare riguardo al settore contrattuale, amministrativo, contabile, legale fiscale, sindacale, organizzativo, economico e tecnico;
esercita tutte le prerogative, compiti e funzioni atte ad assicurare al Consigliodelle Autonomie Locali ogni forma di assistenza, collaborazione e supporto;
rappresenta, difende e tutela gli interessi dei Comuni e delle Comunità intrattenendo, allo scopo, opportuni contatti con enti, istituzioni, uffici ed organi di ogni ordine e grado;
promuove e favorisce l’innovazione nei Comuni e nelle Comunità attuando iniziativee compiendo operazioni atte a favorirne l’ottimale assetto organizzativo, anche attraverso relazioni con enti di ricerca;
presta ai Comuni e alle Comunità ogni forma di assistenza per i problemi legati all’applicazione dei contratti provinciali di lavoro al personale dipendente; è presente con un proprio rappresentante nell’A.P.R.A.N. per la definizione degli strumenti contrattuali;
promuove e attua la formazione e l’aggiornamento professionale del personale dipendente dei Comuni e delle Comunità; attiva specifici interventi di formazione e aggiornamento per gli Amministratori comunali;
attua tutte le iniziative previste per il mantenimento della certificazione della gestione forestale sostenibile delle foreste di proprietà comunale secondo lo schema PEFC.
Consorzio dei Comuni TrentiniVia Torre Verde, 23 - 38122 TRENTO
Tel. 0461-987139 - Fax 0461-981978 [email protected] - www.comunitrentini.it