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“Efficienza energetica: il punto di vista dell’Industria alimentare”
L’efficienza energetica e le rinnovabili come strument i per migliorare la competitività delle imprese agroalimentari
6 novembre 2014Ecomondo 2014, Rimini
Massimiliano Boccardelli – Politiche Industriali e d i Filiera, Relazioni Parlamentari
Industria Alimentare EuropeaIndustria Alimentare EuropeaIndustria Alimentare EuropeaIndustria Alimentare Europeaprimo settore manifatturiero dellprimo settore manifatturiero dellprimo settore manifatturiero dellprimo settore manifatturiero dell’’’’UeUeUeUe
� Fatturato 1048 Fatturato 1048 Fatturato 1048 Fatturato 1048 mldmldmldmld €Prima Industria Alimentare nel mondo, primo settore manifatturiero dell’Ue (14,6%), seguito dal settore metalmeccanico e dalla chimica
� Numero di addetti 4,2 milioniNumero di addetti 4,2 milioniNumero di addetti 4,2 milioniNumero di addetti 4,2 milioniPrimo settore nell’Ue per numero di addetti (15,5%), seguito dal metalmeccanico
� 286.000 aziende286.000 aziende286.000 aziende286.000 aziende (99% PMI)(99% PMI)(99% PMI)(99% PMI)settore altamente diversificato
� Esportazioni 86,2 Esportazioni 86,2 Esportazioni 86,2 Esportazioni 86,2 mldmldmldmld €� Importazioni 63,2 Importazioni 63,2 Importazioni 63,2 Importazioni 63,2 mldmldmldmld €
L’Ue esportatore netto di prodotti alimentari
Data and Trends FoodDrinkEurope 2013Data and Trends FoodDrinkEurope 2013Data and Trends FoodDrinkEurope 2013Data and Trends FoodDrinkEurope 2013----14141414
Industria Alimentare Italiana:Industria Alimentare Italiana:Industria Alimentare Italiana:Industria Alimentare Italiana:dati di base dati di base dati di base dati di base (dati e stime Federalimentare)(dati e stime Federalimentare)(dati e stime Federalimentare)(dati e stime Federalimentare)
DatiDatiDatiDati e e e e stimestimestimestimeFederalimentareFederalimentareFederalimentareFederalimentare 2012 (Mld €) 2013 (Mld €)
FATTURATO (Valori)FATTURATO (Valori)FATTURATO (Valori)FATTURATO (Valori) 130 (+2,4%) 132 (+ 1,5%)
PRODUZIONE (QuantitPRODUZIONE (QuantitPRODUZIONE (QuantitPRODUZIONE (Quantitàààà)))) - 0,9% - 0,8%
NUMERO IMPRESE NUMERO IMPRESE NUMERO IMPRESE NUMERO IMPRESE (con oltre 9 addetti)(con oltre 9 addetti)(con oltre 9 addetti)(con oltre 9 addetti) 6.850 6.845
NUMERO ADDETTINUMERO ADDETTINUMERO ADDETTINUMERO ADDETTI 405.000 404.000
EXPORTEXPORTEXPORTEXPORT 24,7 (+6,9%) 26,6 (+7,7%)
IMPORTIMPORTIMPORTIMPORT 18,6 (+0,5%) 19,3 (+3,8%)
BILANCIA COMMERCIALEBILANCIA COMMERCIALEBILANCIA COMMERCIALEBILANCIA COMMERCIALE 6,1 (+32,6%) 7,3 (+19,7%)
TOT. CONSUMI ALIMENTARI E TOT. CONSUMI ALIMENTARI E TOT. CONSUMI ALIMENTARI E TOT. CONSUMI ALIMENTARI E VAR % IN VALORI COSTANTIVAR % IN VALORI COSTANTIVAR % IN VALORI COSTANTIVAR % IN VALORI COSTANTI 208 (- 3%) 207 (- 4%)
LLLL’INDUSTRIA ALIMENTARE ITALIANA: INDUSTRIA ALIMENTARE ITALIANA: INDUSTRIA ALIMENTARE ITALIANA: INDUSTRIA ALIMENTARE ITALIANA: PUNTI PUNTI PUNTI PUNTI DIDIDIDI FORZA E CRITICITAFORZA E CRITICITAFORZA E CRITICITAFORZA E CRITICITA’
� settore polverizzato� innovazione insufficiente (soprattutto tra le PMI)� logistica che risente sfavorevolmente degli alti co sti
(servizi, energia , rete infrastrutturale)� crescita lenta dell’export vs Paesi concorrenti eur opei
come la Germania e la Francia� contraffazione e imitazione (incluso Italian sounding ),
soprattutto verso i mercati ricchi ed esigenti - sti mati 52 mld €
ampia offerta di prodotti di alta qualità prodotti DOP/IGP (DOCG/DOC/IGT) al “top” dei mercati
internazionali legami col territorio e col patrimonio culturale de l Paese alti standard di qualità e sicurezza capacità di unire tradizione e innovazione costante di
processo e di prodotto settore con doti anticicliche e calmieratrici
L'AZIONE E LE PRIORITAL'AZIONE E LE PRIORITAL'AZIONE E LE PRIORITAL'AZIONE E LE PRIORITAL'AZIONE E LE PRIORITAL'AZIONE E LE PRIORITAL'AZIONE E LE PRIORITAL'AZIONE E LE PRIORITA’’’’’’’’ DI FEDERALIMENTARE DI FEDERALIMENTARE DI FEDERALIMENTARE DI FEDERALIMENTARE DI FEDERALIMENTARE DI FEDERALIMENTARE DI FEDERALIMENTARE DI FEDERALIMENTARE
SICUREZZA ALIMENTARE
FILIERA
NUTRIZIONE E
SALUTE
MADE IN ITALY INTERNAZIONALIZZAZIONE
PROMOZIONE
POLITICHE REGOLATIVENAZIONALI E
DELL’UE
RICERCA SVILUPPO
TRASFERIMENTO TECNOLOGICO
RELAZIONI INDUSTRIALI
LAVORO E WELFARE
FORMAZIONE
EXPO2015
AMBIENTEE SVILUPPO
SOSTENIBILE
Food security e sviluppo sostenibile
L’Industria alimentare nazionale sta affrontando quest e sfide con azioni conformi ai 3 pilastri della sostenibilità - ambientale, sociale ed economica - focalizzate su 4 aree strategiche :
1. approvvigionamento sostenibile e pieno sfruttamento delle materie prime agricole ( sottoprodotti )
2. uso efficiente delle risorse di base ( energia & acqua ), diffusione BAT(revisione Food, Drink and Milk BREF), riduzione em issioni ( ETS, IED)
3. ottimizzazione del packaging ( eco-design ) e corretta gestione degli imballaggi post-uso ( sistema CONAI )
4. politiche e azioni volte alla prevenzione degli sprechi e a promuovere il consumo sostenibile
Secondo la FAO, nel 2050, una popolazione di circa 9 mldrenderà necessario:
�produrre il 70% di cibo in più�consumare l’ 11% in più di acqua per usi agricoli �coltivare 120 mln/ha in più (nei PVS)
USO EFFICIENTE DEGLI INPUT DI BASE: ENERGIA
scenario
A livello globale, nei prossimi vent’anni il mercat o energetico subiràun profondo mutamento degli attuali assetti (Studio “BP Energy Outlook 2030”
sul fabbisogno energetico ):
� +40% domanda energetica mondiale� il miglioramento dell’intensità energetica e la dive rsificazione
delle fonti energetiche (con l’aumento - tra il 2010 e il 2030 - dal 5% al 18% del contributo delle rinnovabili)
In tale contesto, la Commissione europea (Piano d’A zione Ue sull’efficienza energetica – 2011) considera l’effic ienza energetica:� il principale strumento di riduzione delle emissioni d i CO2� un’opportunità d’ incremento della competitività
Emissioni mondiali: il peso delle nuove Economie
11.26516.355
9.715
16.9181.178
1.058
3.747
3.449
5.256
5.331
2011 2035
USAEU JapanChina+IndiaOthers
Stima incremento emissioni mondiali 2011-2035
Mt CO2
Emissioni mondiali CO 2 2011 – 2035 = + 38 %
Fonte: IEA, WEO 2013 - Current Policies , Scenario, da Confindutria (De Feo, “La filiera industriale it aliana dell’efficienza energetica”)
+1%
- 8%- 10%
+ 74 %
+ 45%
43.111
31.161
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
Italia Francia Germania Spagna Regno Unito EU-27
77%
11%
66%
49%
79%
55%
18%
12%
4%
15%
1%
12%
3%
2%
6% 14%
3%
4%
0%
75%
22% 20%16%
27%
0%0% 2% 2% 1% 1%
Termoelettrica Idroelettrica eolica Geotermica Nucleare Solare ed altro
Confronto europeo produzione energetica elettrica per f onte, 2010
Fonte: AEEG , dicembre 2011
Produzione energetica per fonte: confronto tra i grandi dell’UE
Il prezzo dell’energia: confronto tra i principali Paesi UE
Composizione del prezzo dell’energia tra prezzo net to e tasse nei principali Paesi UE (2011S2)
Imprese con consumi
500 – 2.000 MWh/anno
Imprese con consumi
20.000 - 70.000 MWh/anno
71
26
30
26
100
67
11090
120
76
102
72 7754
83
4377
19
21
20
Prezzo netto Tasse Media EU 27* Fonte: Elaborazioni Confindustria su dati Eurostat
€/MWh
138112
192
166
136
97
125
145 148
96
75
103
Dipendenza energetica: confronto tra i grandi dell’UE
Il confronto con Francia, Germania, Spagna e Gran B retagna mostra che il grado italiano di dipendenza energetica dall'approv vigionamento estero risulta sempre superiore
Intervento Alberto Biancardi - Estratto da: “Il costo dell'energia in Italia”, di Alberto Biancardi(Membro dell’Autorità per l’Energia elettrica e gas) su museoenergia.it
Consumi energetici per settore: il posizionamento dell’Industria alimentare
Consumo energetico nell’Industria per comparto prod uttivo (%), anno 2011
Fonte: elaborazione Enea su dati Ministero Sviluppo EconomicoDa Rapporto annuale efficienza energetica, RAEE 201 2 (Dicembre 2013) ENEA
Efficienza energetica: trend settoriali
Nel periodo 2000-2006 l’Industria alimentare ha registrato un +7,8% in efficienza energetica . (Fonte: ODYSSEE data base - Italy).
I Rapporti di sostenibilità delle principali Aziende alimentari mostrano un risparmio energetico negli ultimi 20 anni del 15-20%
L’analisi ENEA conferma il trend positivo dell’alimentare, che recupera posizioni su altri rilevanti settori del manifatturiero.
Variazione dell’intensità energetica di alcuni setto ri dell ’Industria italiana nel periodo 1990-2000 e 2001-20 07
Il sistema agro-alimentare nazionale richiede un co nsumo di energia di circa 20 Mtep, di cui 16,3 Mtep dalle imprese agricole e 3,1 Mtep dall'Industria alimentare (Fonte: Rapporto Enea “Le filiere del sistema agricolo per l’energia e l’efficienza energetica” - 2011).
Efficienza energetica: trend settorialiChimica e siderurgia i settori con migliori prestaz ioni, ma significativi miglioramenti si osservano a partire dal 2004 per il settore aliment are e dal 2005 per il tessile.
Efficienza energetica nell’industria manifatturiera (1990=100) - Fonte: elaborazione ENEA su dati MSE ( ODYSSEE)
L’UE si è data obiettivi ambiziosi.....
Roadmap al 2050 per un’economia a basso contenuto di carbonio:� impegno a ridurre le emissioni GHG dell’80% rispetto al 1990, � con una quota di FER al 55% e � un obiettivo di risparmio energetico del 40%
Target ambiziosi sostanziatisi nel Pacchetto clima- energia al 2020 e nella Comunicazione CE di gennaio 2014, con gli o biettivi al 2030:� riduzione al 40% emissioni GHG rispetto al 1990� sviluppo FER 27% nei consumi finali di energia� risparmio energetico 30%
Obiettivi sostanzialmente confermati dalle conclusi oni del Consiglio dello scorso 24 ottobre (l’efficienza è stata portata al 27%, da rivedere nel 2020, per arrivare al 30% nel 2030....)
Efficienza energetica: gli obiettivi dell’UE
A livello UE� direttiva 2009/28/Ce sulle fonti di energia rinnovabi li� direttive sull'efficienza energetica n. 2012/27/UE e n. 2010/31/Ue
sull'efficienza energetica in edilizia
Principali norme nazionali di recepimento delle Dirett ive UE:
� Dlgs 28/2011 (recepimento direttiva 2009/28/Ce) � Dlgs 4 luglio 2014, n. 104 (recepimento della diretti va
sull'efficienza energetica 2012/27/UE)
Efficienza energetica: il quadro normativo
Completano la copiosa produzione normativa in materia le numerose norme sugli incentivi alle FER, incluse quelle region ali, per lacompetenza concorrente tra Stato e Regioni
Investimenti green, un’opportunità per la competitiv ità del tessuto industriale :
� tra il 2008 e il 2012 il 22% dell’Industria nazionale ha investito in tecnologie green (risparmio energetico, minor impatto ambientale)
� le imprese che hanno investito nel green mostrano migliori performance in termini di esportazioni e redditività (il 17,5% esporta contro il 10% di imprese che non hanno fatto investimenti green )
Confindustria stima con un programma di sostegno ag li investimenti in tecnologie e servizi per l’efficienza energetica un impatto importante:
� nel periodo 2014-2020 + 65 mld/anno crescita produzione industriale� con un possibile +0,5% tasso di crescita medio annuo economia� con un risparmio sulla bolletta energetica di 5,7 mld euro (10% bolletta
energetica nazionale)
Efficienza energetica: essere sostenibili in modo competitivo
Fonte “Energia positiva” intervento G. Squinzi, Pres idente Confindustria, su Genova Impresa sett-ott 201 4
� L’Industria alimentare – salvo alcuni comparti energy intensive – ha impatti ambientali relativamente bassi in termini d i consumi energetici e di emissioni di GHG
� Al tempo stesso, l’energia rappresenta uno dei prin cipali input dei processi di trasformazione alimentare e della fase di produzione delle materie prime agricole
� L’Industria alimentare soffre gli elevati costi del la bolletta energetica nazionale rispetto a quella dei principali competitors
� Anche nel settore del food&drink lo sfruttamento del potenziale di risparmio energetico coniuga gli obiettivi ambienta li con la sostenibilitàeconomica del nostro impegno per ridurre l’impatto della food-chain
Efficienza energetica nella Food & Drink Industry
Le azioni dell’Industria alimentareper l’efficienza energetica (1)
Gli ambiti d’azione per incrementare e diffondere l’efficienza energetica riguardano:
�la definizione e la diffusione - anche mediante lo scambio del know-how e dei flussi d’informazione - delle BAT sulla gestione delle risorse energetiche
�la definizione di un piano d’azione energetico aziendale e la relativa integrazione nei piani d’investimento a lungo termine
�la partecipazione agli schemi nazionali e settoriali di efficienza energetica
�la valutazione del potenziale per la co-generazione, la tri e la poli-generazione , particolarmente adatte all’Industria alimentare, interessata alla produzione di calore per i suoi processi.
�il graduale passaggio a tecnologie di refrigerazione che non facciano uso di gas HCFC e HFC;
�la diversificazione dell’approvvigionamento energetico verso mix che privilegiano FER interne ed esterne all’impianto, per incrementare la quota di energia a impatto zero autoprodotta, come:
� le biomasse di seconda generazione di origine vegetale e animale che scaturiscono dai processi di trasformazione alimentare (biogas da sottoprodotti, rifiuti e acque reflue, recupero energetico dei sottoprodotti)
� l’applicazione di pannelli fotovoltaici sugli impianti
Le azioni dell’Industria alimentareper l’efficienza energetica (2)
Efficienza energetica:l’importanza del quadro operativo di riferimento
Razionalizzare i consumi energetici può rappresentare pe r il sistema industriale un’occasione di riduzione dei costi del processo produttivo e del gap di competitività, ma richiede:� un framework normativo stabile� una strategia d’incentivazione di medio-lungo periodo (p.e .
certificati bianchi, detrazioni fiscali) e finanziamenti strutturaliall’attività di R&S (l’approccio strutturale è coerente c on gli impegni di medio–lungo periodo UE in corso di definizione)
� un’ampia penetrazione sul mercato delle tecnologie a risparmio energetico
�maggiore integrazione delle politiche di sostenibilità ambien tale con quelle energetiche (efficienza e rinnovabili)
� agevolazioni per l’accesso al credito con soluzioni ad hoc
L’approccio all’EE può essere ostacolato:
� dalla scarsa conoscenza delle opportunità e degli strumenti a disposizione e dalla mancata percezione degli interve nti di EE come prioritari
� dalla “ diffidenza ” nei confronti della pluralità di offerta� dalla resistenza a realizzare investimenti dei quali non si
percepisce concretamente il ritorno
Iniziative utili a superare tali impasse:
� diffondere le conoscenze sull’ EE (informazioni/esperienze) � predisporre LLGG e per la valutazione e il monitoraggio dei
risultati conseguiti� promuovere degli audit energetici quale strumento utile per
realizzare la diagnosi e la programmazione degli interventi
La cultura dell’e fficienza energetica
Tra le misure per l’efficientamento del processo, nell’Industria Alimentare riveste particolare importanza la diversificazione dell’approvvigionamento energetico che impiega FER, consentendo:� lo sfruttamento delle materie prime agricole, l’input più prezioso
della food-chain, la cui produzione implica a sua volta un significativo impiego di risorse primarie (acqua, aria, energia,suolo)
� la valorizzazione dei materiali (sottoprodotti, residui e scarti) ancora suscettibili di ulteriore utilizzo
� la riduzione dello smaltimento di materiali organici� il risparmio di risorse naturali� la riduzione del ricorso a fonti fossili e della dipendenza
energetica
OTTIMIZZARE L’IMPIEGO DELLE RISORSE PER ESSERE SOSTENIBILI
London, 29-30 November 2007Parma, 8 maggio 2008
AGRICOLTURAINDUSTRIA di TRASFORMAZIONE
SOTTOPRODOTTI dell’INDUSTRIA ALIMENTARE: un circolo virtuoso per valorizzare le risorse
PRODOTTICONSUMATORE
alimentare, mangimistica farmaceutica/cosmeticabio-energie, fertilizzanti(impiegati nel rispetto del quadro normativo vigente)
SOTTOPRODOTTI
I sottoprodotti dell’Industria alimentare
Una produzione alimentare sostenibile esige la valo rizzazione integrale delle risorse, in primo luogo delle materie prime agricole, in tut te le loro componenti.
L’Industria alimentare genera grandi quantità di sot toprodotti, oltre 300 mln/ton annue nell’Ue, in media il 2/3% del volume dei prodotti “secchi” e il 7/10% degli “umidi”.
Le principali destinazioni dei sottoprodotti dell’I ndustria agroalimentare:
mangimistica bioenergetica alimentare agronomica cosmetica
Nel suo rapporto 2013 l’OIR (Osservatorio Internazi onale sull’Industria e la Finanza delle Rinnovabili) ha calcolato che il pote nziale della produzione di energia da biomasse nei settori agroalimentare, zoo tecnia e forestale è di circa 3260 MW installati per oltre 26 TWh/anno a regime
bioenergetica
PRODOTTI VEGETALI (uva, olive, agrumi,pomodoro, legumi, patate) avviati a trasformazione industriale in Italia:� circa 15 mln/ton (anno 2006-07)� oltre 3 mln/ton scarti (36% vinacce, 41% sanse umide, 14%
pastazzo, 7% buccette pomodoro)
PRODOTTI DI ORIGINE ANIMALE avviati a trasformazione industriale in Italia:� oltre 5 mln/ton di peso vivo animale avviato a macellazione
(bovini, suini e avicoli) (2006)� circa 1 mln/ton di SOA di categoria 3 (oltre al contenuto ruminale,
di cat. 2)� circa 10-11 mln/ton di latte trasformato (2006), circa 9 mln/ton di siero
(Fonte: stime CRPA spa – Centro Ricerche Produzioni Animali (RE) – “ Caratteristiche di sottoprodotti e scarti dell’Industria agro-alimenta re avviabili a recupero di energia e/o di materia” - XI Conferenza nazionale sul compostaggio – Ecomondo 2009)
Alcune stime sulla quantità (fonte: CRPA)
I SOA possono essere conferiti, nel rigoroso rispet to delle norme comunitarie e nazionali di riferimento, ad az iende di rendering autorizzate a svolgere tale attività che, tra l’altr o, ha anche un carattere sanitario e sociale in quanto aiuta a prevenire la diffusione di epizoozie.
La filiera ricava dai SOA (con circa 2.052.000 ton/anno ) circa il 20% in grasso fuso, il 27% di farine, destinate:� alla produzione di bioenergie da bioliquidi (energia termica per
il calore di processo e energia elettrica)� alla produzione di biodiesel (una parte del grasso fuso)
Accanto alla produzione di energia, la filiera oleo chimica che genera prodotti per l’Industria cosmetica, farmaceu tica, della detergenza, della produzione di mangimi per animali da pellicciaecc..
Biomasse: comparti alimentari più vocatiil caso del rendering dei sottoprodotti di origine a nimale
Fonte: Assitol da “ Verso un uso più efficiente delle risorse per il sis tema Italia – Confindustria 2012”
Il valore degli investimenti effettuati dalle Azien de del comparto ammontano a circa 250 mln/euro. Nel 2011 in Italia, 15 impianti che lavorano sia biomassa che biogas da sottoprodotti c on 100 MWinstallati, di cui 90 a biomasse (vinacce e loro co mponenti, bucce, vinaccioli e raspi) e 10 a biogas dai reflui della distillazione(borlande). In totale, 500.000 ton di biomasse usat e per combustione e 1,5 mln/ton di reflui per biogas.
A ciò si aggiungano ulteriori 25 MW di impianti, in attesa di autorizzazione.
Significa che il settore distillatorio pesa circa il 5% dell’intero panorama nazionale dell’energia rinnovabile da biom assa.
Biomasse: comparti alimentari più vocatiil caso della distillazione
Fonte: Assodistil da “Verso un uso più efficiente delle risorse per il sistema Italia – Confindustria 2012”
Le aree di utilizzo dei sottoprodotti dell’industria olearia sono molteplici:
� la principale è la produzione di bioenergie da bioliquidi e da biomasse solide, quali fonti rinnovabili, per la produzione di energia termica per il calore di processo e per la produzione di energia elettrica (in Italia circa 750 MW elettrici da bioliquidi dal 2012 certificati sostenibili ai sensi della Direttiva 2009/28/CE recepita con il D.Lgs. 28/201)
� per la biomassa solida, abbiamo impianti installati che producono energia accedendo al sistema dei certificati verdi per una potenza complessiva pari a più di 50 MW elettrici
� dalle acque di vegetazione, principale residuo della molitura delleolive, vengono estratte sostanze nutraceutiche (polifenoli in particolare per uso terapeutico, alimentare, cosmetico) attraverso un processo tecnologico che si basa su quattro stadi sequenziali di filtrazione a membrana brevettato dall’ENEA e sviluppato da una Azienda privata.
Fonte: Assitol da “Verso un uso più efficiente delle risorse per il sistema Italia – Confindustria 2012”
Biomasse: comparti alimentari più vocatiil caso dell’Industria olearia
AREA EFFICIENZA ENERGETICA E RINNOVABILI
L’IMPEGNO DI FEDERALIMENTARE NEI PROGETTI EUROPEI & NAZIONALI
I principali obiettivi del progetto LIFE + Foodprint sono per valutare l'impronta di carbonio (CF) del settore dell'industria alimentare la pasta e la farina lungo la catena di produzione e fornitura, e per aumentare la competitività attraverso lo sviluppo di un software innovativo.
Redazione di una guida di buone pratiche per contribuire a migliorare l'efficienza energetica degli impianti di refrigerazione nel settore alimentare, mediante la riduzione del consumo di energianegli impianti di refrigerazione con sistemi a compressione di vapore e meccanici
Saranno realizzati almeno 50 audit energetici a PMI agroalimentari per valutare le performances di efficienza energetica, un Sistema Supporto Decisioni web che permetterà ad ogni impresa di verificare in maniera autonoma i propri consumi energetici ed attuare strategie di intervento mirate sulla propria linea produttiva, un ATLAS europeo delle tecnologie più innovative per diversi settori; istituzione di help-desk locali
Mira a promuovere la valorizzazione dei sottoprodotti agroalimentari come nuova fonte di energia rinnovabile per la produzione di biogas. Esempi di best practices insieme a una serie di studi di fattibilità verranno riassunti in un Handbook europeo. Attività di training, seminari e study tour verranno realizzati per i partner del progetto.