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Sessualità e disabilità: appunti
Gennaio 2005 Renato De Santis 1
Appunti per i familiari
Educazione Affettiva
Lo sviluppo socio-affettivo
nella persona con problemi funzionali
Dispensa a cura di Renato De Santis
Sessualità e disabilità: appunti
Gennaio 2005 Renato De Santis 2
Considerazioni preliminari
L’educazione risente spesso della visione sociale e quindi anche la sessualità può essere
collocata ad ambiti più o meno ristretti, per esempio rientrare nella sola funzione di atto copulativo.
Possiamo individuare delle concezioni che determinano l’individuazione di alcune linee-guida per i
conseguenti interventi pedagogici:
1. Centralità del matrimonio
In questa ottica l’educazione alla sessualità viene inquadrata come preparazione ad un momento
temporale definito e ogni manifestazione al di fuori di questo status è percepita come deviante o
impropria. In questa funzione sociale si enfatizza il ruolo sessuale del maschio e della femmina e si
evidenziano le modalità di relazione sociale. Assume un ruolo determinante la norma che si
diversifica da una cultura all’altra e determina i tempi e le modalità della sessualità esperita.
2. Centralità dell’atto
Un secondo elemento di particolare accentuazione può essere l’atto fisiologico, funzione legata al
piacere, agli aspetti psichici e fisici al concetto di orgasmo, per cui si può parlare di sessualità nel
momento in cui questa appare in modo manifesto nello sviluppo psicofisico della persona. In questa
ottica viene privilegiata:
la pubertà come momento maturazionale
l’atto sessuale come finalità e feedback di una buona maturazione
3. Centralità della procreazione
Con questa prospettiva passa in secondo piano anche l’elemento sessuale riferito alla vita della
persona, mentre divengono determinanti gli status sociali nei quali è socialmente ritenuto
ammissibile un evento procreativo. Di solito questa visione ha una forte incidenza nella vita sociale
in quanto si richiama al concetto di identità, continuità e preservazione del gruppo. La sessualità
vissuta al di fuori di queste istituzioni è perseguita o accettata come componente secondaria. In
particolare non sono oggetto di interesse tutte quelle fasce escluse dall’atto riproduttivo (infanzia,
pubertà, vecchiaia e inabilità).
4. Centralità della persona
Secondo questa prospettiva la sessualità appartiene allo sviluppo emozionale e sociale
dell’individuo, pertanto rappresenta una componente presente lungo tutto l’arco dell’esistenza, con
momenti critici e maturazionali specifici secondo le diverse fasi della crescita. In questo abito è
possibile parlare di sessualità della persona disabile indipendentemente dai problemi e dai limiti che
presenta. L’assenza della completezza dei parametri e dei ruoli di mascolinità e femminilità non
precludono l’enfatizzazione del diritto a vivere la vita affettiva e a raggiungere, nei limiti delle
proprie possibilità, la propria identità e autorealizzazione. In questo senso l’educazione alla
sessualità è appropriata per qualsiasi età e condizione di salute e rappresenta una componente
importante per l’intervento educativo.
Condividendo questa visione olistica possiamo dire che la sessualità appartiene a tutto
l’essere dell’uomo, lo accompagna lungo tutta la sua esistenza, quindi non rappresenta un attributo
da conquistare in un particolare momento dell’esistenza.
La pedagogia che condivide questo aspetto mette al primo posto la persona, per questo si
parla di sviluppo armonico, del valore dell’intimità del rapporto parentale, della conquista della
coscienza di sé e del concetto di identità. Oggi si può parlare di sessualità indicando un atto di
relazione dove il piacere percepito è frutto dell’interazione con qualcuno che è altro da noi. Ogni
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individuo percorre un cammino maturazionale che è frutto di tutte le esperienze presenti in ogni
fase della crescita, tanto che in mancanza di alcune di queste si può parlare di carenze.
Tab 1: Individuo e Identità
Il disegno seguente aiuta a mettere in evidenza i quattro elementi caratteristici dell’identità
individuale: aspetto biologico, psicologico, emotivo e cronologico.
Quando noi parliamo di sviluppo della persona ci riferiamo ad un insieme di maturazioni
che si presentano con modalità e periodi determinati comuni alla maggioranza delle persone. Per
questo parliamo di infanzia ed ad essa attribuiamo abilità e attese sessuali diverse da quelle attese
nella persona adolescente o adulta. Ora una persona con un percorso maturazionale limitato o
frammentario presenterà alcune differenziazioni non solo nella crescita cognitiva, ma anche in
quella emotivo-sessuale.
Se per esempio analizziamo le opportunità esperienziali di un soggetto sordocieca possiamo
individuare alcuni elementi caratteristici che possono limitare il consueto sviluppo della personalità:
La limitazione dei contatti intimi con le figure parentali, determinata dai deficit sensoriali e
dai trattamenti in centro di ricovero per cure e riabilitazione
La difficoltà a raggiungere nel periodo più favorevole la coscienza di sé e della propria
sessualità
L’impossibilità di accedere alla globalità del vissuto.
Ad esempio un periodo critico per la formazione dell’identità è quello puberale. Il passaggio
verso l’adolescenza è problematico in quanto ricco di cambiamenti sostanziali. Si manifesta un
divario tra l’elaborazione cognitiva e lo sviluppo corporeo. Possiamo ipotizzare che il bambino
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sordocieco non sia in grado di decifrare i segnali provenienti dal proprio corpo e dipendenti da
modificazioni fisiche o ormonali (ci sono studi interessanti a riguardo realizzati su rosolaci) e
reagiscano con comportamenti indicanti disagio e apprensione.
Un altro elemento di difficoltà essere rappresentato dalla compromissione del livello di
autonomia che determina l’impossibilità a raggiungere l’equilibrio nelle relazioni indispensabile per
il raggiungimento dell’autodeterminazione, della differenziazione tra il sé e l’altro da sé.
Tab 2: Individuo e Autonomia delle relazioni Possiamo utilizzare lo schema di Crispin:
Ciascun elemento tende ad influenzare il
punto di ancoraggio della persona in una zona
determinato che di solito parte dalla dipendenza
e permette al soggetto di arrivare all’autonomia
attraverso strategie di liberazione attivate anche
dal soggetto stesso.
Nella persona disabile questa liberazione
dipende sempre e solo dai fattori esterni,
difficilmente è possibile da soli sganciarsi da un
punto di ancoraggio per convergere di più verso
il centro e questo determina il radicarsi di una
forma di dipendenza e la perdita di
autodeterminazione e differenziazione.
Analizzare il proprio punto di ancoraggio e
quello della persona disabile affidataci può
aiutare a individuare gli elementi che influiscono
sulla dipendenza e valutare la possibilità di
rimuoverli.
Queste problematiche richiedono una programmazione pedagogica mirata che non può
concentrare la propria attenzione solo sul comportamento aggressivo o di chiusura, ma che stia
attenta agli elementi deficitari con l’ottica dell’offrire aiuto, quello che viene definito ottimismo
pedagogico. Un termine che sta ad indicare la disposizione educativa a valutare con atteggiamento
positivo tutte le manifestazioni nuove che si presentano in concomitanza con un momento critico di
sviluppo (pubertà). Non basta l’atteggiamento all’approccio, occorre anche la capacità di saper
leggere nel loro insieme tutte le manifestazioni, cioè una valutazione globale dei sintomi.
Da questa capacità di lettura e di intervento in situazione si possono trarre elementi di
programmazione per prevenire le difficoltà caratteristiche in una persona con deficit sensoriali ed
emergono alcuni elementi qualificanti per una educazione sessuale per soggetti sordocieche:
Sessualità intesa come atteggiamento relazionale, momento educativo
Pedagogia intervento sulla persona (una realtà complessa) con una visione ottimistica
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Identità processo che investe la globalità della persona nella sfera fisica, psichica e
relazionale
La finalità di una programmazione formulata su questi presupposti è la solidarietà sessuale,
cioè la possibilità per la persona di interagire con tutta la realtà. Un intervento formulato in tal senso
si caratterizza per alcuni aspetti peculiari:
Identità sessuale prevedere occasioni in cui viene guidata una autoesplorazione delicata
al fine di far prendere coscienza della propria corporeità; una autopalpazione delicata aiuta
anche a costruire una interazione piacevole e non aggressiva con il proprio corpo. Saranno
costruiti in modo piacevole tutti i contatti corporei, così avremo ritmi delicati nelle
operazioni di autonomia personale:
a. Dolcezza nel pettinarsi
b. Calma nel lavarsi
c. Attenzione agli accessori della toletta
d. Attenzione ai profumi
e. Attenzione alle sensazioni gradevoli
Si possono prevedere modalità di educazione all’auto massaggio per poi passare
all’eteromassaggio e all’esplorazione dell’altro. Il massaggio è una modalità comunicativa
intima, una relazione silenziosa, un linguaggio del corpo durante il quale i due componenti
della relazione si lasciano conoscere e manipolare dall’altro. All’interno di un programma di
educazione sessuale il massaggio si rivela utile in qualsiasi momento dello sviluppo del
soggetto, perché esso è valido sia per acquisire conoscenza di sé, sia per migliorare il
rapporto con la propria corporeità (ad esempio durante la masturbazione), sia per imparare
una tecnica di rilassamento da sfruttare prima di avere un rapporto con il proprio pater.
Va chiarito che il massaggio non appartiene in modo specifico ad una situazione
sessuale, ma rappresenta unn momento piacevole e confortevole che favorisce il
rilassamento fisico e l’abbandono psicologico.
Stimolazione alla fantasia Un pericolo presente nella persona con deficit visivo è il
verbalismo, cioè il costruire la realtà senza senza attenersi al referente concreto. La presenza
di un mondo interiore privo di oggettività si ripercuote anche nell’immaginario sessuale,
causando nella persona un disadattamento nella sfera affettivo-relazionale. Attraverso
modellamento e interazione si aiuta il soggetto a rapportarsi continuamente alla
concretezza, a raggiungere anche una buona tecnica masturbatoria (quando verrà
manifestata questa esigenza) con o senza l’utilizzo di aiuti eccitatori soggettivi.
Coscienza del corporeo Attraverso il massaggio, l’attività corporea e di contatto, giochi
in acqua e attività di movimento, si raggiunge una dimestichezza con le proprie componenti
corporee, sia in riferimento all’aspetto topologico, che a quello funzionale. Tutte queste
attività sono il presupposto per un successivo lavoro nel periodo della pubertà sulla
differenziazione sessuale, sulla specificità dei sensi, sulle componenti organiche specifiche,
quali l’eiaculazione, l’erezione, il ciclo mestruale e il piacere. Generalmente il contatto con
il corpo dell’altro avviene solo in situazioni di bisogni fisici (il cambio del pannolino, il
bagno o la nutrizione), mentre amore, prossimità e relazione restano ai margini della
comunicazione. A volte la persona in difficoltà mostra di essere carente proprio nelle aree
più sensibili della relazione sociale: intimità, igiene e differenziazione del comportamento
in relazione al pubblico e al privato. Coscienza del proprio corpo vuol dire anche saperlo
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rapportare all’ambiente conoscendo il linguaggio del proprio corpo e le reazioni alle
sollecitazioni esterne.
Consapevolezza della propria crescita Tutti gli elementi citati in precedenza
concorrono a promuovere la conoscenza e l’accettazione di sé. Possiamo sintetizzare questa
coscienza nello schema elaborato da alcuni ragazzi in relazione al loro periodo
adolescenziale (interessante come viene rimarcato il valore del tempo e dello spazio).
Tab 3: Individuo e Costruzione del Sé Schema di riferimento degli elementi costituivi della propria identità in un adolescente:
Rispondere ai bisogni È l’elemento costitutivo di una buona programmazione. Ogni
persona percorre un cammino maturazionale individuale con un proprio ritmo, quindi si va
mai programmato nulla che esuli dalle esigenze reali del soggetto. Mentre è sempre
possibile programmare occasioni di rilassamento e interazione con la propria corporeità, va
invece evitata ogni occasione che sia invasiva e pregiudichi il bisogno di intimità della
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persona, né è accettabile una programmazione che non tenga conto delle anamnesi, dei
bisogni e della storia sessuale di ogni singola persona. Saranno da ricercare: :
a. Le componenti etiche e culturali che
possono aver influito sullo sviluppo fino
a quel momento
b. La presenza nel soggetto di ruoli
sessuali definiti
c. La modalità personale del contatto con
gli altri, il gioco e il rapporto con il
proprio corpo, la predilezione per
modalità di massaggio e di nuoto
d. La coscienza corporea, il concetto
raggiunto della propria identità e la
differenziazione tra sé e l’altro
e. Conoscenza dell’attività e del livello
sessuale raggiunto, la masturbazione
(se presente) e l’esplorazione corporea
Possiamo utilizzare uno schema per evidenziare come la persona disabile si differenzi nella
sua vita di relazione dagli altri coetanei e come le relazioni caratteristiche dell’infanzia tendano a
radicalizzarsi per il resto della vita.
Tab 4: Individuo dipendente e Mondo delle Relazioni Utilizzando il modello grafico di Kurt Lewin possiamo dire che il mondo delle relazioni
parte da una zona interna intima familiare verso quelle più esterne caratterizzate dall’aumento della
relazione.
Tab 5 Individuo autonomo e Mondo delle Relazioni: Ben diverso dal mondo delle relazioni caratteristico nella persona normodotata, per la quale
le figure di riferimento diventano molteplici con giochi di ruolo che spesso si scambiano e si
sviluppano in maniera sempre più estesa e complessa:
Madre Padre
Infermieri
Amici di famiglia
Fratelli - Sorelle - Cugini
Terapisti
Assistenti
Psicologi
Pedagogisti
Sociologi
Terapisti
Occupazionali
Insegnati
Medici Specialisti
Assistenti Sociali
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Alcune ricerche hanno verificato che alcuni modelli dell’organizzazione cerebrale
appartengono più ad un sesso che ad altro. Così Rimura D. (1983) ha rilevato che la stessa lesione
cerebrale causa disturbi diversi nel maschio e nella femmina, mentre sembra che gli emisferi si
differenzino sessualmente anche per funzione attentava, elaborazione delle misurazioni spaziali.
Tab 6: Individuo e caratteristiche individuali in relazione al sesso Mi permetto scherzosamente di evidenziare queste differenze con una vignetta anonima
apparsa su internet:
Ora questa differenziazione è da tenere in considerazione quando ci prendiamo carico dell’educazione socio-affettiva di una persona disabile in quanto lo sviluppo dell’identità sessuale si realizza anche attraverso le caratteristiche e i mutamenti del corpo che sono diversi da soggetto a soggetto,ma anche tra l’essere uomo o donna.
Tab 7: Individuo e aspetti sociosulturali
Madre Padre
Fratelli/Sorelle
Animali domestici
Zii - Amici Cugini
Gruppo Scout
Insegnati
Gruppo musicale
Gruppo sportivo
Datore di
lavoro
Colleghi
Patner
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Altri elementi essenziali sono il vissuto, l’ambiente e la formazione, per cui si può sintetizzare la formazione della propria sessualità come sintesi di elementi riportati nello schema seguente:
In sintesi un genitore deve porsi come obiettivi educativi anche nella sessualità gli elementi
fondamentali dell’intervento educativo:
1. conoscenza
2. abilità sociali
3. capacità e principi
Vuol dire provvedere allo sviluppo altrui tenendo presente che la sessualità di ciascuno di noi
presenta diritti e principi:
Diritto a crescere
Diritto a conoscere
Diritto ad una propria vita sessuale
Diritto a non essere preso in considerazione secondo l’atteggiamento individuale dei diversi
professionisti che intervengono nella presa in carico della persona
Diritto a non essere vittima di abuso sessuale
Diritto a vivere in un ambiente umanizzato e dignitoso
SESSUALITÀ
Identità e attività sessuale
Opportunità sociali
Vulnerabilità / Sfruttamento
Immagine di sé / autostima Aspetto/ presentazione
Sentimenti / Emozioni
Aspetti psicologici
Educazione sessuale
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Indipendentemente dalle capacità mostrate in un individuo l’educazione alla sessualità
dovrebbe essere:
1. parte integrante del processo di apprendimento partendo dall’infanzia fino ad arrivare alla
vita adulta
2. valida per tutte le persone, indipendentemente dall’età e dallo stato fisico, cognitivo ed
emozionale
3. realizzata in modo da incoraggiare la conoscenza dei principi morali e dei diritti, da favorire
lo sviluppo della propria sessualità e della vita di relazione, da sviluppare le abilità
comunicative e di autodeterminazione
4. finalizzata a favorire l’autostima, l’autoefficacia, il senso di responsabilità morale e la scelta
nell’avere o no esperienze sessuali.
Vale la pena di sottolineare alcuni atteggiamenti ed elementi che debbono essere tenuti in
considerazione da quanti vengono chiamati ad educare una persona con abilità limitate una specie
di Vademecum per una corretta educazione sessuale:
1. La masturbazione è una esperienza naturale e normale
2. I comportamenti sessuali dovrebbero attuarsi in un ambiente privato
3. Ogni rapporto sessuale potrebbe portare alla gravidanza
4. Gli adulti dovrebbero usare dei contraccettivi per non avere figli
5. È illegale avere rapporti sessuali con minori
(Romagnuolo M.)
Il lavoro sul Sé dei genitori
Le persone coinvolte in un programma di educazione sessuale devono essere individuate con
chiarezza per garantire l’unicità e la privacy richieste dal tema affrontato. Prima di lavorare con il
soggetto saranno necessari incontri a vario livello al fine di:
Individuare i propri limiti personali
Individuare le attitudini, i pregiudizi e le contrattitudini
Confrontare le varie convinzioni morali
Verificare i contenuti della propria educazione sessuale
Confrontarsi con consulenti sessuali.
Quando io prendo in considerazione la sensualità dell’altro metto in gioco prima di tutto la
mia sessualità, con le mie convinzioni, il mio retaggio culturale, le aspettative, le delusioni e i
traguardi raggiunti.
Tab 8: Individuo e comunicazione Parlare di sessualità vuol dire mettere in gioco prima di tutto le proprie emozioni e il proprio
mondo degli affetti. Possiamo sintetizzare questo concetto con una vignetta tratta dal libro di
Nordqvist I.
Sessualità e disabilità: appunti
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Ciascun interlocutore riceve il messaggio
inserendo dei filtri dipendenti anche dalle
proprie attese e dal proprio ruolo sessuale.
Altro momento privilegiato e indispensabile prima dell’operatività del programma è il
confronto con i genitori, con loro saranno definiti gli obiettivi dell’intervento, le modalità e le figure
coinvolte, infatti spesso saranno chiamati direttamente loro a gestire alcuni aspetti del programma
che prevedono coinvolgimento emotivo-relazionale peculiare della loro figura e determinante per
garantire la chiarezza dei ruoli e delle relazioni.
“ Ho discusso con tanti genitori di handicappati psichici il problema della sessualità, ho letto vari libri, ho cercato di conoscere se e come viene risolto in altri paesi questo problema, ed ora sono certa che nell'educare mia figlia (mongoloide, anni 37) ho agito secondo la "mia" mentalità piena di tabù, secondo la "mia" educazione, in rispetto alle norme imperanti e inculcate dalla tradizione e per le quali l'uguaglianza, la libertà e il rispetto dell'individuo sono solo parole dorate che nascondono ipocritamente la volontà di non considerare veramente i diritti e i bisogni di "tutti' i membri della comunità umana. Nonostante questo mio disagio interiore, oggi resto in una posizione di contraddizione dalla quale non ho la forza e la possibilità di uscire. Ho represso l'espressione sessuale di mia figlia, senza farglielo capire, l'ho distratta, l'ho impegnata in altre cose, le ho fornito false notizie, ho stornato fatti e informazioni, che avrebbero potuto confermare o stimolare il suo impulso sessuale anche a livello platonico. Mi sono comportata così con la convinzione di "salvare" mia figlia dagli artigli di una società pronta a profittare di una donna che non si difende, pronta a farla "oggetto" di bramosie, pronta a farsi scudo di lei per propria comodità e per proprio egoismo, strumentalizzandone la debolezza. li pessimismo in questo campo mi permane ancora, anche se in altri settori della vita ho agito sempre con grande ottimismo,e con fiducia nella società. Penso che l'incremento dell'educazione sessuale - per tutti - possa cambiare tante cose. Già il fatto che si comincia a parlare più liberamente di problemi che prima si nascondevano - come se non esistessero e non scottassero - è un inizio di rinnovamento. Ma i genitori di ragazzi subnormali psichici devono incontrare la solidarietà sociale per non sentirsi "soli". Nessuno di noi genitori avrà la forza di avviare un'educazione più libera, "da solo". Il problema esiste in forme molto varie. Alcuni genitori nel passato portavano i figli nella Svizzera per la sterilizzazione non ammessa in Italia. Una madre mi ha raccontato come dal buco della serratura seguiva tutte le fasi della masturbazione dei figlio uomo, violando il diritto all'intimità. Un padre ha risolto il problema portando periodicamente il figlio a un appuntamento amoroso - con una prostituta piena di comprensione a cinquanta chilometri dalla città, nella casa di campagna di un amico. Ma so anche di ricatti, di umiliazioni, di oltraggi connessi all'ingresso dei figli handicappati nel mondo dei "nascosto" nel mondo della prostituzione. L'altra soluzione - per i ricchi - della cameriera tutto-fare e ben addomesticata per le prestazioni amorose dei padroncino handicappato rimarca la strumentalizzazione di altri emarginati. Se per i maschi handicappati bene o male il pensiero dei problema sessuale viene più o meno considerato, per la donna handicappata invece assolutamente viene in genere 'negata' addirittura l'esistenza dei problema. E questo rientra nel quadro generale della condizione della donna. Spero che i genitori giovani oggi possano non sentirsi 'soli" e che possano trovare comprensione, aiuti, consigli e soprattutto mentalità diffusa, più aperta, più sensibile. Parlo dei genitori, perché sono quelli che con maggiore forza devono parlare e agire a nome dei figli che non sanno farlo, sono quelli che con più interesse devono proclamare e difendere i diritti dei figli, in tutti i settori e in tutto l'arco della vita ”. (Riflessioni di una madre) L’altro handicap, Canevaro - Meazzini - et al, Edizioni Omega, Torino pp. 80-81.
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Curricolo
A) Principi sui quali si deve realizzare l'educazione alla sessualità per la persona disabile:
1. Cogliere le occasioni come si presentano al momento e sfruttarle per l'educazione
2. Limitare il più possibile l'utilizzo di situazioni create artificialmente
Schema di programmazione per lo sviluppo di abilità sociali ed educazione sessuale
Definire il comportamento o l'obiettivo
Identificare le proprie convinzioni su quel comportamento/obiettivo
Nel realizzare il programma tenere presente:
- i fattori ambientali (contesto o condizioni legate alla situazione)
- i fattori di adattamento
- le abilità cognitive (ad esempio, comprensione linguistica)
-
Valutare quando il comportamento può essere definito come:
- pubblico/privato
- appropriato/inappropriato
Considerare cosa richiede il nuovo apprendimento
- tempo
- spazio
- livello di abilità
- informazioni possedute
Valutare quale strategia o tecnica è preferibile per raggiungere l'obiettivo
Arricchire il programma con altre strategie integrative e creative
B) Tecniche utilizzabili per sviluppare abilità sociali e le competenze sessuali
> Role Playing: utilizzabile in tutti i livelli di apprendimento
- preparare una giovane, malgrado la gravità della disabilità, al menarca
- far accettare i cambiamenti a bambini che fanno fatica ad lasciare la routine
- educare all'uso di assorbenti per il ciclo mestruale
Questa tecnica permette allo staff di insegnare a queste persone , che spesso sono carenti nelle
abilità di contatto e relazione con gli altri, modalità adeguate di autoprotezione e di interazione con
persone estranee.
Situazioni reali come danzare, uscire al ristorante o corteggiare possono essere occasione di
apprendimento non solo per l'alunno, ma anche per il personale coinvolto, è importante che di tutta
l'attività venga fatta una verifica collegiale con incontri dopo il trattamento.
> Counseling/apprendimento: sono momenti strutturati durante la giornata e che si prestano in
modo particolare in presenza di problemi di apprendimento e quando la situazione reale non è
sufficiente:
- insegnare a una ragazza a non lasciare la camera senza aver indossato l'assorbente
- addestrare un ragazzo a non spogliarsi in pubblico per aggiustarsi la biancheria
- intervenire sul linguaggio e sui comportamenti poco convenienti
Questa tecnica richiede programmazione con ripetizioni e linguaggio adeguato alla persona.
Sessualità e disabilità: appunti
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> Foto Diapositive Disegni e Figure: possono essere utilizzati internazionalmente, sia in
situazioni pubbliche che private, sia per i comportamenti adeguati che per quelli inadeguati.
Molto materiale è già disponibile o si può realizzarlo in proprio adattandolo alle caratteristiche
dell'allievo. Per un bambino sordocieco sono particolarmente indicate le tavole tattili con le
quali possono essere espresse situazioni e sensazioni, parti anatomiche e concetti.
> Video: offre l'opportunità di rivedere le situazioni e replicare la proposta di comportamenti
positivi, ad esempio, quando una persona cerca spesso di toccare quella vicina passando la mano
sotto il tavolo per strofinarla sulla coscia, è possibile far rivedere l'episodio in gruppo e trasmettere
attraverso il dialogo i concetti di pubblico/privato, comportamento appropriato o inappropriato.
Il video permette anche di trasmettere nozioni senza intervenire in modo invasivo sul corpo
dell'altro, infatti spesso queste persone non gradiscono essere toccate.
> Bambole: sebbene sia preferibile che la persona apprenda i termini e conosca le varie parti dei
proprio corpo in situazione (durante il bagno), si possono utilizzare anche bambole anatomiche
predisposte o modellini di parti dei corpo. Possono essere appresi in questo modo concetti come:
- sesso sicuro
- rapporto sessuale
- mestruazione
- toccare in modo corretto o scorretto
- ciclo della vita
-
> Libri - Audiovisivi: sebbene ci siano state negli ultimi tempi anche pubblicazioni in braille o
registrazioni sulla sessualità, questo strumento si adatta a pochissimi casi perché richiede abilità
funzionali elevate. Questi ausili sono più utilizzabili da:
- genitori
- educatori
- persone disabili che vogliono approfondire conoscenze già possedute
> Gruppo di supporto di pari (tutoring): offre l’opportunità di acquisire conoscenze in
situazione di rispetto e sicurezza, in un contesto naturale e con modalità adeguate, i pari permettono
alla persona di:
- mettere in pratica e migliorare strategie sociali
- esplorare parti del corpo
- prendere atto in discussioni di altri punti di vista