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Donato Speroni - Ifg Urbino - Corso 2012/2013 1 Economia internazionale, bilancia commerciale e bilancia dei pagamenti Everything should be made as simple as possible, but not simpler Albert Einstein

Economia internazionale, bilancia commerciale e bilancia dei pagamenti

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Economia internazionale, bilancia commerciale e bilancia dei pagamenti. Everything should be made as simple as possible, but not simpler Albert Einstein. In questa lezione ci occuperemo di:. Teoria del commercio internazionale Cambi tra le valute Politiche di sviluppo internazionali - PowerPoint PPT Presentation

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Economia internazionale, bilancia commerciale e bilancia dei pagamenti

Everything should be made as simple as possible, but not simpler

Albert Einstein

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In questa lezione ci occuperemo di: Teoria del commercio internazionale Cambi tra le valute Politiche di sviluppo internazionali Organizzazioni internazionali Strumenti di misura degli scambi Fonti della statistica ufficiale internazionale

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Scambi internazionali e valute La regolazione degli scambi avviene nelle

valute nazionali Ci sono però “monete” che fungono da

garanzia di questi scambi, attraverso le compensazioni delle banche centrali: l’oro e le valute “forti”: dollaro, euro, sterlina, yen.

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Il mercato dei cambi: teoria elementare Secondo una elementare legge di mercato, in un

mercato di cambi liberi, lo squilibrio nell’import – export tra due paesi A e B provocherà la svalutazione della valuta b del paese B che esporta di meno rispetto alla valuta a del paese A.

L’effetto della svalutazione di b sarà di far costare meno le merci prodotte dal B e di portare nuovamente il sistema in equilibrio.

Ulteriore elemento di equilibrio sarà la maggior creazione di moneta a, conseguente alla richiesta di moneta per acquistare beni prodotti in A, che farà aumentare i prezzi in A.

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Il mercato dei cambi: l ’effetto J In realtà l’effetto descritto in precedenza

funziona solo in parte in Paesi come l’Italia che sono forti importatori di materie prime.

Qui infatti la svalutazione darà un beneficio temporaneo. Poi i produttori dovranno aumentare i prezzi per far fronte al rincaro delle materie prime che si pagano nella valuta estera divenuta più costosa.

Si parla in questo caso di effetto J

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Cambi fissi (ed effetto euro) In regime di cambi fissi (come sono stati i cambi

mondiali fino al 1971 e parzialmente quelli europei dopo il 1979 col varo del Sistema monetario europeo, che ha “agganciato” tra loro le monete consentendo poi la nascita dell’euro) lo squilibrio negli scambi tra due monete si ripercuote sulla competitività del paese più debole.

Con l’euro succede la stessa cosa: se la nostra inflazione è più alta di quella degli altri paesi europei, le merci italiane saranno sempre meno competitive.

In compenso l’euro ci consente tassi di interesse molto più bassi perché privi del rischio lira.

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Teoria dei vantaggi comparati (1) Immaginiamo due paesi, Alfa e Beta, che producono

entrambi televisori e auto. Ciascuno ha 1000 lavoratori (W).

Per produrre un televisore (T), Alfa impiega 2 lavoratori, Beta 4.

Per fare un’auto (A), Alfa 10, Beta 100 Senza scambi e con risorse impiegate nella stessa

misura, Alfa produrrebbe 250 T e 50 A; Beta 125 T e 5 A. Totale: 375 T e 55 A

Possiamo dimostrare che, grazie agli scambi, Alfa avrà 270 T e 60 A; Beta 130 T e10 A. Totale 400T e 70 A

Come mai?

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Teoria dei vantaggi comparati (2) Se Alfa si specializza nelle auto, dove ha un

maggior vantaggio competitivo: 700 W per fare 70 A 300 W per fare 150 T disposta a vendere A ad almeno 5 T

Beta invece produce solo T: 250 disposta a comprare A a non più di 25 T

Supponiamo che le ragioni di scambio si fissino a 12 e che si scambino 120 T X 10 A

Alfa importerà 120 T, B 10 A…il risultato finale è quello indicato

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Nella realtà, tuttavia…

La teoria dei vantaggi comparati funziona solo dove c’è concorrenza perfetta e in assenza di altri fattori perturbativi.

Spesso gli scambi si sviluppano tra paesi a economie molto simili, per ragioni di vicinanza o di specificità dei prodotti.

Un ruolo importante, secondo le teorie più recenti, è rivestito dalle economie di scala: producendo in paesi simili si realizzano risparmi.

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Pur con questi limiti, il commercio internazionale è positivo perché: Consente di ottenere merci la cui produzione

sarebbe più costosa all’interno, quando le risorse possono essere meglio impiegate

Consente di ottenere merci che il proprio Paese non può produrre (ragioni climatiche, materie prime, ecc.)

Consente di ottenere merci che non si vuole produrre all’interno, per esempio per ragioni ambientali

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Tuttavia il protezionismo si giustifica

Quando c’è una riserva di capacità produttiva disoccupata Per ragioni di sicurezza nazionale, quando per certe

produzioni non si vuole dipendere dall’estero Quando bisogna proteggere le “infant industries” Il neoprotezionismo nasce (soprattutto negli Usa) dalla

preoccupazione per il trasferimento di lavorazioni in paesi dove la manodopera è più a buon mercato.

Il protezionismo agricolo dei paesi industrializzati viene giustificato con la necessità di proteggere le comunità rurali. Se protratto eccessivamente, il protezionismo è sempre negativo perché crea rendite e uccide lo stimolo alla produttività e quindi alla competitività

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Gli strumenti del protezionismo: Imposizione di dazi doganali Il contingentamento delle importazioni La regolamentazione bilaterale degli scambi

(nazione più favorita, ecc.) Le politiche non tariffarie (esempio: cosiddette

politiche di Poitiers, standard tecnologici diversi) I sussidi all’industria nazionaleBuona parte del lavoro delle Comunità europee è

consistito nello smantellamento di queste barriere

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Gli accordi di Bretton Woods (1944) Il nuovo ordine economico mondiale è nato

dalla Conferenza di Bretton Woods: Prevedeva un sistema di cambi fissi con al centro il

dollaro ancorato all’oro (il sistema è durato fino al 1971)

Da Bretton Woods nacquero anche: Fondo Monetario Internazionale Banca Mondiale Gatt, poi trasformatosi in Wto Oece, per gestire il Piano Marshall, poi trasformatosi in

Ocse.

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La liberalizzazione degli scambi Esistono accordi commerciali regionali come il Mercato

comune europeo; bilaterali, quali la “clausola della nazione più favorita”

A livello mondiale, l’abbattimento delle barriere passa attraverso gli accordi Gatt – WTO

Il Gatt, General Agreement on Tariffs and Trade, è nato da Bretton Woods: dal 1947 al 1994 ha promosso conferenze periodiche: dall’Uruguay Round è nata l’Organizzazione Mondiale per il commercio (WTO)

Il WTO può agire come tribunale internazionale ed imporre misure coercitive di rispetto degli accordi sottoscritti.

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Il WTO è il nemico da abbattere? Gli oppositori in passato hanno esagerato il ruolo di

questa organizzazione, che agisce sugli scambi reali e non sui trasferimenti finanziari.

L’organizzazione ha poteri limitati. E questi poteri derivano dalla libera adesione degli stati che vogliono partecipare al commercio internazionale, che anche per i Pvs è un elemento di crescita

Ciò non toglie che il WTO possa aver commesso errori e favorito determinati interessi

I progressi sono molto difficili. Da anni l’organizzazione è bloccata nel cosiddetto “Doha Round”.

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Schematicamente, su sette miliardi… Un miliardo fa parte di Paesi sviluppati

Tre di Paesi di aree che lo saranno entro il 2030 (o anche prima) Altri due di economie in ritardo ma in crescita Uno di Paesi in situazioni prive di sviluppo o in decrescita.

I Millennium Development Goals dell’Onu al 2015 si proponevano di ridurre i divari. Invece stanno crescendo, almeno rispetto ai più poveri (chi vive con meno di 1,25 dollari al giorno). I Mdg saranno ora sostituiti dai Sustainable Development Goals.

Il dibattito sulle cause del sottosviluppo è uno dei più importanti temi dell’economia internazionale.

Il tema è enorme e legato a quello delle migrazioni e alla distribuizione del lavoro e delle diseguaglianze, che stanno aumentando anche all’interno di ciascun Paese.

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Il Fondo Monetario Internazionale, Fmi,(International Monetary Fund, Imf)

Il FMI dispone di riserve depositate dagli stati membri, che consentono di intervenire assistendo paesi che soffrono di deficit valutari (che cioè non sono in grado di ripagare lo squilibrio dei propri conti con l’estero)

Per statuto, deve trattarsi di crisi temporanee, da fronteggiarsi con ricette concordate con il Fondo stesso.

L’utilità del Fmi dipende dalla validità delle ricette. È allo studio una riforma del Fondo, con più poteri ai

Paesi emergenti.

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La Banca Mondiale (World Bank) La Banca Mondiale effettua prestiti per

interventi strutturali a medio e lungo termine. Il suo intervento si concentra sempre più sui

problemi di riduzione del debito dei paesi poveri.

Per le situazioni più difficili si avvale dell’IDA, International Development Association che concede ai Paesi più poveri prestiti a lungo termine senza interessi.

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Il G8 e gli altri Gx… antecrisi Il consesso annuale dei paesi più sviluppati è il G8:

Usa, UK, F, D, I, Ca, Giappone, Russia. Ogni anno cambia la presidenza: nel 2009 spetta all’Italia.

Il G8 affronta temi globali. E’ rimasto anche in funzione un G7 dei ministri economici (senza la Russia). Il Financial Stability Forum che è stato presieduto da Mario Draghi fino al 2011 è emanazione del G7.

Esiste poi il G20 dei principali Paesi in via di sviluppo e altri G… ma la crisi del 2008 ha rimescolato tutto.

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Il mondo ha bisogno di governance La crisi finanziaria ha dimostrato la necessità di

strumenti di controllo globale. In mancanza di una… Banca Centrale Mondiale ci si

affida alla “governance” cioè a un (faticoso) sistema di istitituzioni internazionali.

L’alternativa alla governance sono i patti bilaterali: oggi potrebbe essere un accordo tra area del dollaro e area dell’euro, ma domani…

Non dimentichiamo che cresce il peso dei Bric (Brasile, Russia, India, Cina) e di altre economie in forte sviluppo che domani potrebbero accordarsi sulla testa dell’Europa. Il numero dei Paesi si espande. Già oggi si parla di BRIICS con Sudafrica e Indonesia.

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Il futuro della governance Di governance c’è bisogno in ogni campo, dagli

scambi reali (Doha) all’ambiente (dopo Kyoto = Copenhagen, Durban), alle migrazioni.

La crisi finanziaria porterà a un rilancio degli strumenti già esistenti a cominciare dall’Ocse, (che riunisce 34 Paesi) e dal Fondo Monetario Internazionale, sempre più investito di questioni strutturali.

Il problema è sempre lo stesso: CHI COMANDA?

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Le misure degli scambi: la bilancia commerciale L’Istat diffonde mensilmente i dati su:

bilancia commerciale Ue (con ritardo di due mesi) bilancia commerciale extraUe (ritardo di un mese)

Il maggior ritardo per i dati Ue si spiega con la maggior difficoltà di raccolta di dati all’interno del mercato unico, dove mancano le rilevazioni doganali.

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La bilancia dei pagamenti internazionali(Fonte: Banca d’Italia)PARTITE CORRENTI Merci (bilancia

commerciale) Servizi, Noli ecc. Trasferimenti unilaterali

correnti

UGUALE: SALDO PARTITE CORRENTI

CONTO CAPITALE Trasferimenti di capitali Proprietà beni intangibili

(brevetti ecc.) CONTO FINANZIARIO Investimenti diretti

Investimenti di portafoglio Derivati ed altri investimenti. Variazione riserve ufficiali

ERRORI ED OMISSIONIIn dettaglio

Ricordate: per definizione, la BDP e’ sempre in pareggio. Se i giornali parlano di disavanzo

si riferiscono quasi sempre alle partite correnti

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Le principali fonti on line delle statistiche internazionali ufficialio Onu: Unsd e almeno un centinaio di siti per

argomentoo I Millennium Development Goals:

http://www.un.org/millenniumgoals/o Imf: statistiche finanziarie, ma anche quadri statistici

di tutti i Paesi attraverso il Dissemination Standards Bulletin Board

o Ocse: www.oecd.org, le analisi più complete e attendibili

o Europa: Bce, Eurostat