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Economia aziendale L-Z a.a. 2013/2014 Dottor Stefano Santucci Economia Aziendale Lettere L-Z a.a. 2013/2014 Dottor Stefano Santucci Lezione n. 1-2 I fondamenti della rilevazione contabile

Economia Aziendale Lettere L-Z a.a. 2013/2014 Dottor Stefano Santucci

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Economia Aziendale Lettere L-Z a.a. 2013/2014 Dottor Stefano Santucci. Lezione n. 1-2 I fondamenti della rilevazione contabile. Informazioni sul Corso. Orario delle lezioni: Lunedì 9-11Aula E1 Martedì11-13Aula E1 Giovedì 9-11 Aula E1 - PowerPoint PPT Presentation

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Economia AziendaleLettere L-Z

a.a. 2013/2014Dottor Stefano Santucci

Lezione n. 1-2

I fondamenti della rilevazione contabile

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Informazioni sul Corso

Orario delle lezioni:Lunedì 9-11 Aula E1Martedì 11-13 Aula E1Giovedì 9-11 Aula E1Esercitazioni: Lunedì 11/11, h. 16-18, Aula A

Lunedì 25/11, h. 16-18, Aula ALunedì 15/12, h. 16-18, Aula A

Avviso agli Studenti:Lunedì 17 novembre, lunedì 2 e 9 dicembre non ci sarà lezione

Docente:Dottor Stefano SantucciOrario di ricevimento: Martedì, Ore 13,30

Testo:Santucci, S. Ragioneria, Teoria ed applicazioni, Egea 2013

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Programma di massima

La teoria di rilevazione e le operazioni istituzionali e Peculiarità della gestione caratteristica (IVA, operazioni con l’estero, regolamento degli acquisti e delle vendite)

Le rilevazioni dell’area finanziaria e patrimoniale

La chiusura dei conti e la determinazione del risultato di esercizio

Principi di redazione e tavole di sintesi del bilancio di esercizio disciplinato dagli articoli 2423 e seguenti c.c..

Cenni sulle principali differenze rispetto ai principi IAS/IFRS

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RILEVAZIONE:

Osservazione sistematica delle quantità economiche conseguenti allo svolgersi del sistema degli accadimenti aziendali, composto da:

1. Operazioni e processi posti in essere scientemente dal soggetto operativo;2. Fatti aziendali indipendenti dalla volontà del soggetto operativo;3. Rilevazioni di fine esercizio.

Gli accadimenti dei tipi sub-1 e sub-2 configurano la gestione economica esterna (scambi monetari con terze economie), le rilevazioni sub-3 hanno come riferimento generico l’evoluzione dei processi produttivi aziendali in future operazioni di scambio.

CARATTERI DEGLI SCAMBI :Natura monetariaEsistenza di due prestazioni contemporanee (principio dualistico):- prestazione principale dello scambio - controprestazione di natura monetaria o corrispettivo;

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Lo scambio monetario

Le operazioni di gestione esterna sono essenzialmente costituite da scambi monetari con soggetti terzi rispetto all’impresaL’operazione di scambio è contraddistinta da: 2 soggetti 2 oggetti 2 tempiCon riferimento ai soggetti, si distinguono: scambi con terze economie, posti in essere con soggetti non solo giuridicamente indipendenti, ma anche economicamente autonomi scambi intragruppo: posti in essere con soggetti giuridicamente indipendenti, ma appartenenti allo stesso gruppo aziendale

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Lo scambio monetario

Con riferimento agli oggetti si distingue tra: ● prestazione principale:- risorse specifiche: materie prime, servizi di vario genere, lavoro, impianti e macchinari, strumenti finanziari, ecc.- risorsa generica: denaro● controprestazione:- monetaria- non monetaria (baratto/permuta)Con riferimento ai tempi di esecuzione dello scambio:La controprestazione monetaria può essere effettuata in via:● anticipata● concomitante● successiva● attraverso una combinazione rispetto alla prestazione principale.

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I valori generati dallo scambio monetario

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Le classi di valori di bilancio

Esistono due classi di valori sempre osservabili nelle operazioni di scambio con terze economie.

Essi derivano dalla duplice funzione svolta dalla moneta nello scambio e cioè:

1. Funzione numeraria o aspetto originario:

Enumerazione delle unità monetarie a corrispettivo dello scambio (valori numerari e finanziari);

2. Funzione economica o aspetto derivato:

Termine di paragone dei valori dei fattori produttivi acquistati e delle produzioni ottenute (Valori economici o non numerari)

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Valori numerari

Definizione:Numero di unità monetarie necessarie allo svolgimento dello scambio

Valori numerari certi: Unità di moneta fisicamente esistenti (denaro in cassa);

Valori numerari assimilati: Valori assimilabili ai valori numerari certi perché sostituti temporanei di questi (crediti e debiti di regolamento);

Valori numerari presunti:Approssimazioni di valori numerari certi e/o assimilati in attesa di verifica (ad es. crediti o debiti espressi in moneta non di conto).

Rispetto allo svolgimento dei cicli produttivi aziendali, i valori numerari sono cicli monetari non conclusi (debiti e crediti) o in attesa di conveniente investimento

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Valori economici o non numerari:

Definizione:Valorizzazione monetaria dei fattori produttivi utilizzati nei processi produttivi aziendali (insiemi ordinati di operazioni di acquisto, trasformazione e vendita)

Tipologie di fattori produttiviFattori produttivi generici: capitale monetarioFattori produttivi specifici, a loro volta suddivisi in- fattori produttivi a utilità immediata: esauriscono la loro utilità all’interno di un singolo processo produttivo- fattori produttivi a utilità ripetuta: rilasciano gradualmente la propria utilità a più processi produttivi

Classificazione dei valori economici in relazione ai prezzi:1. Valori certi: Valori formatisi sui mercati di acquisto e di vendita;2. Valori stimati: Approssimazioni di valori certi in attesa di verifica;3. Valori congetturati: Valori determinati in base a ipotesi di gestione derivanti dalla suddivisione dell’unitaria vita aziendale in sottoperiodi.

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Aspetti formali della rilevazione:

Utilizzo del conto come strumento di rilevazione

Utilizzo del metodo della partita doppia come metodo di rilevazione;

Utilizzo di registri formali di rilevazione

Il conto come strumento di rilevazione:Prospetto a due o più sezioni (a seconda delle esigenze di rilevazione) intestato a un determinato oggetto di conto e finalizzato ad accogliere tutte le variazioni ad esso relative e correlate allo svolgimento del sistema degli accadimenti aziendali

Dare Oggetto di conto Avere

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Elementi di terminologia contabile

Dare ed avere: denominazioni della sezione sinistra e della sezione destra del conto, svincolate da qualsiasi riferimento al loro significato letterale.

Accendere un conto: Iscrivere un valore in una delle due sezioni

Addebitare un conto: iscrivere un valore nella sezione dare

Accreditare un conto: iscrivere un importo nella sezione avere

Variazione: mutamento dell’importo iscritto nel conto

Totale dare o totale avere: somma delle variazioni di conto iscritte nella sezione dare o nella sezione avere

Conto Unifase (Bifase): Conto funzionante solo in una delle due sezioni, cioè solo in dare o solo in avere (Conto funzionante in entrambe le sezioni)

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Elementi di terminologia contabile

Saldo di un conto: Somma algebrica fra il totale degli importi iscritti in dare ed il totale di quelli iscritti in avere

Saldo dare: Prevalenza degli importi iscritti in dare su quelli iscritti in avere

Saldo avere: Prevalenza degli importi iscritti in avere su quelli iscritti in dare;

Conto analitico: conto utilizzato per le rilevazioni di contabilità sistematica

Conto di gruppo: conto di sintesi composto dal saldo di più conti distinti

Giroconto: trasferimento parziale o totale del saldo di un conto ad un altro conto

Saldare (o chiudere) un conto: iscriverne il saldo nella sezione opposta e non utilizzare più il conto stesso

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Metodo della partita doppia:

Rilevazione simultanea ed antitetica dei due aspetti di osservazione dei fatti connessi allo svolgimento del sistema degli accadimenti (aspetto numerario ed economico).

Utilizzo di due distinte serie di conti (conti finanziari e conti economici o non numerari) con la seguente metodologia:

1. Ricerca dell’aspetto originario di osservazione (aspetto finanziario) e individuazione della sezione del conto da addebitare o accreditare in base a regole contabili convenzionali

2. Individuzione dell’aspetto derivato (aspetto economico) come valore economico e relativa rilevazione della variazione nella sezione di conto opposta a quella movimentata per il conto numerario.

Permutazioni economiche o numerarie: rilevazioni connesse a fatti di gestione non osservabili simultaneamente sotto l’aspetto economico e quello numerario, ma solo come trasformazioni di valori economici o di valori numerari in valori della stessa classe ma di specie diversa.

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Convenzioni di rilevazione

1. Variazioni numerarie positive: Rilevazioni di valori nei conti accesi ai valori finanziari conseguenti a entrate di cassa, Formazione/incremento di crediti di regolamento/finanziamento Estinzione o diminuzione di debiti di regolamento/finanziamento.

Convenzione di rilevazione: Iscrizione variazioni nella sezione “dare” dei contiCorollario: Rilevazione delle correlate variazioni non numerarie ad esse connesse nella sezione “avere” dei rispettivi conti

2. Variazioni numerarie negative: Uscite di cassa, formazione o incremento di debiti di regolamento/finanziamento, Diminuzione o estinzione di crediti di regolamento/finanziamento.

Convenzione di rilevazione: Iscrizione di tali variazioni nella sezione “avere” dei rispettivi contiCorollario: Rilevazione delle correlate variazioni non numerarie nella sezione dare dei rispettivi conti

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Regole del metodo della partita doppia

1. Esecuzione delle rilevazioni in modo da realizzare l’uguaglianza fra le variazioni iscritte nella sezione dare e quelle iscritte nella sezione avere dei conti movimentati;

2. A seguito dell’annotazione nel sistema dei conti il totale dei totali dare deve sempre essere uguale al totale dei totali avere dei conti

3. Il totale di tutti dei conti a saldo dare deve coincidere con il totale di tutti i conti a saldo avere

4. Il girosaldo di tutti i conti ad un conto sintetico generale comporta la chiusura di tutti i conti analitici

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Caratteri della rilevazione

Sistematicità: Utilizzo del conto come strumento per la annotazione di tutte le variazioni relative ad un determinato oggetto di conto.

Strumento: Libro mastro quale raggruppamento dei conti analitici secondo la modalità di organizzazione stabilita all’interno del piano dei conti

Ordine cronologico: Rilevazione giorno per giorno delle operazioni nel registro denominato “libro giornale”

Conseguente necessità di collegamento fra le variazioni dei conti numerari ed economici indotte dallo svolgimento delle operazioni contabili.

Articolo contabile:Scrittura operata all’interno del libro giornale in ordine cronologico

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Tipologie di articoli contabili

- Articolo semplice: Iscrizione di un conto in dare e di un conto in avere D A

Clienti a Ricavi c/vendite 1.000 1.000

- Articolo composto : iscrizione di un solo conto in una delle due sezioni e di una pluralità di conti nell’altra D AClienti a diversi 1.200

a Ricavi c/vendite 1.000a Iva ns. debito 200

- ARTICOLO COMPLESSO: Iscrizione di pluralità di conti in dare e in avere D A

Diversi a diversi Clienti 800 Cassa 400

a Ricavi c/vendite 1.000a Iva ns. debito 200

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Ulteriori aspetti delle scritture a libro giornale

Numerazione progressiva articoli, con indicazione della data di rilevazione, dei codici dei conti movimentati nell’articolo e della denominazione dei conti addebitati e dei conti accreditati

Separazione dei conti addebitati da quelli accreditati tramite la lettera “a” (significato: passaggio dai conti movimentati in dare ai conti movimentati in avere nello stesso articolo contabile)

Descrizione dell’operazione e annotazione degli estremi del documento giustificativo

Collegamento fra libro giornale e libro mastro:Indicazione a libro giornale dei codici dei conti del libro mastro in relazione ai conti movimentati dai singoli articoli contabili

Indicazione in ogni conto di mastro del numero progressivo dell’articolo contabile corrispondente a ogni singola variazione.

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Collegamenti fra libro giornale e libro mastro

N. ART. DATA CODICI CONTO

ARTICOLO CONTABILE DARE AVERE

1 25.2 001 CLIENTI 100

1 25.2 002 PDT FINITI C/V. 100

EMESSA FT. N.3252

€ 100, CL. BIANCHI

CONTO 001 – CLIENTIN.

ART.DATA DESCRIZIONE DARE AVERE SALDO

1 25.2 CREDITI VS. Bianchi 100 100 (D)

CONTO 002 – PDT FINITI C/VENDITE

N. ART.

DATA DESCRIZIONE DARE AVERE SALDO

1 25.2 NS. FT N. 3252 100 100 (A)

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Momento di rilevazione dei valori in contabiità

Elementi rilevanti per decidere il momento di rilevazione:

Formazione dei valori: Momento dell’incontro della volontà delle parti

Rilevazione dei valori nel sistema secondario dei conti d’ordine in conti intestati al soggetto ed all’oggetto

Criterio generale di rilevazione dei valori: La competenza temporaleMomento di esecuzione dello scambio, cioè all’atto del passaggio della proprietà dei beni scambiati, solitamente coincidente con la consegna o la spedizione dei beni (passaggio di proprietà) o la prestazione/godimento dei servizi scambiati

Criterio operativo di rilevazione dei valori:Competenza contabilerilevazione alla data di arrivo o emissione dei documenti giustificativi dell’operazione (fatture/ricevute)

N.B. Criterio valido solo per le operazioni in cui esecuzione dello scambio e disponibilità dei documenti cadono nello stesso periodo amministrativo

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Obiettivi del processo di rilevazione

reddito di esercizio e correlato capitale di funzionamento

Capitale di funzionamento: sistema di valori attivi e passivi a disposizione e vincolo per lo svolgimento della gestione futura

Reddito: misura della modalità con cui l’azienda attua il processo di trasformazione economica nel tempo, pari alla variazione subita dal capitale in un determinato periodo per effetto della gestione

Determinazione analitica del reddito: somma algebrica fra valore della produzione (comp. pos. reddito) e costo dei fattori produttivi consumati per ottenerla (comp. neg. reddito)

Periodo temporale di riferimento per determinare il reddito:1.vita complessiva dell’impresa (reddito totale globale);2.Periodi di durata inferiore (ipotesi finzione: suddividere la vita aziendale in sottoperiodi di osservazione per avere info significative).

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Economia Aziendale (II modulo) 28Economia Aziendale (II modulo)

Le aree della gestione

Area caratteristica

– acquisizione di fattori produttivi e loro regolamento– trasformazione fisico-tecnica– cessione delle produzioni e loro regolamento

Area accessoria

– acquisizione e cessione (anche in godimento) di beni non strumentali e loro regolamento

– finanziamenti attivi– finanziamenti a titolo di capitale di rischio

28Economia Aziendale (II modulo) 28

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Economia aziendale L-Z a.a. 2013/2014

Dottor Stefano Santucci

Economia Aziendale (II modulo) 29Economia Aziendale (II modulo)

Le aree della gestione

Area finanziaria– finanziamenti passivi

Area dei tributi– liquidazione e pagamento delle imposte

dirette

Area istituzionale– apporti di capitale proprio– rimborsi di capitale proprio– distribuzione dell’utile di esercizio e/o di

esercizi precedenti– copertura della perdita di esercizio e/o di

esercizi precedenti

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Economia aziendale L-Z a.a. 2013/2014

Dottor Stefano Santucci

Economia Aziendale (II modulo) 30Economia Aziendale (II modulo)

Struttura e attività operativa

Le operazioni pertinenti ad alcune delle sopra citate aree possono essere:

1. volte a costituire la struttura degli investimenti o dei finanziamenti aziendali;

2. espressive dell’attività operativa.Queste ulteriori nozioni trovano applicazione nelle aree della gestione per le quali è ipotizzabile cogliere una relazione tra uno stock di ricchezza e un flusso economico

30Economia Aziendale (II modulo) 30

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I profili della gestione

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Economia aziendale L-Z a.a. 2013/2014

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Le funzioni aziendali

L’attività caratteristica è svolta dalle seguenti funzioni organizzative:

– funzione produzione (compresa la gestione dei magazzini);

– funzione ricerca e sviluppo;– funzione commerciale;– funzione amministrativa (e finanziaria).

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Economia aziendale L-Z a.a. 2013/2014

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Economia Aziendale (II modulo) 34Economia Aziendale (II modulo)

La gestione e i suoi equilibri

Perché l’azienda possa durare nel tempo in un ambiente mutevole (durabilità), senza il ricorso sistematico a interventi di sostegno e di copertura delle perdite da parte di altreeconomie (autonomia), essa deve perseguiresimultaneamente:

– l’equilibrio reddituale– l’equilibrio monetario

34Economia Aziendale (II modulo) 34

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Economia aziendale L-Z a.a. 2013/2014

Dottor Stefano Santucci

Economia Aziendale (II modulo) 35Economia Aziendale (II modulo)

Equilibrio reddituale

Esprime l’attitudine dell’azienda a generare, nel medio - lungo termine, un flusso di ricavi che copra sistematicamente i costi di gestione.L’equilibrio reddituale deve essere qualificato da:

– efficienza di svolgimento dei processi– produttivi (rendimenti fisico-tecnici)– innovazione dei prodotti/processi– flessibilità della struttura aziendale– congruità dei prezzi-costo sostenuti e dei– prezzi-ricavo conseguiti– congruità delle remunerazioni del lavoro– congruità delle remunerazioni dei conferenti– capitale di pieno rischio

35Economia Aziendale (II modulo) 35

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Economia aziendale L-Z a.a. 2013/2014

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Economia Aziendale (II modulo) 36Economia Aziendale (II modulo)

Equilibrio monetario

Esprime l’attitudine dell’azienda ad adeguare, in ogni momento, le disponibilità immediate alle uscite monetarie, per evitare, da un lato, la cessazione dei pagamenti e, dall’altro, la non economica esuberanza di mezzi liquidi.Non esiste mai perfetta sincronia tra le entrate monetarie connesse al conseguimento di ricavi e le uscite monetarie connesse al sostenimento di costi.L’equilibrio monetario deve essere perseguito ricorrendo alle operazioni dell’area finanziaria della gestione e alle operazioni dell’area accessoria (o patrimoniale), compatibilmente con l’equilibrio reddituale.

36Economia Aziendale (II modulo) 36

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Economia aziendale L-Z a.a. 2013/2014

Dottor Stefano Santucci37

La determinazione del reddito totale globale

Momento di determinazione termine della vita dell’impresa, a conclusione di tutte le operazioni:- di carattere economico (finanziamento iniziale, acquisto dei fattori produttivi, vendita dei prodotti) - di carattere monetario (incassi legati ai ricavi ed agli apporti ricevuti e pagamenti connessi ai costi sostenuti ed agli apporti restituiti)

Tre Modalità di determinazione coincidenti del reddito totale globale:Metodo finanziario: entrate totali gestione – uscite totali gestione

- saldo fra entrate per conferimenti iniziali e uscite per rimborsi capitale proprio e dividendi

Metodo patrimoniale: capitale finale – capitale inizialeMetodo reddituale: ricavi totali – costi totali

Nel lungo periodo costi e ricavi tendono a coincidere con entrate ed uscite (la dinamica monetaria e quella economica tendono a coincidere)

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Economia aziendale L-Z a.a. 2013/2014

Dottor Stefano Santucci

Il reddito totale globale consuntivo(relativo all’intera vita dell’azienda)

•R(t0 - tn) = Σrt - Σct

•R(t0 - tn) = Σet - Σut

•R(t0 - tn) = Ctn - Ct0

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Economia aziendale L-Z a.a. 2013/2014

Dottor Stefano Santucci

Economia Aziendale (II modulo) 39Economia Aziendale (II modulo)

Il reddito totale globale consuntivo(relativo all’intera vita dell’azienda)

R(t0 - tn) è un valore certo, oggettivamentedeterminato, ma presenta scarso valore conoscitivoin quanto deriva dalla Σ algebrica di costi e ricavi che si sono formati in epoche anche molto lontane, caratterizzate da profonde divergenze nelle:1.condizioni di mercato e di svolgimento della

combinazione produttiva aziendale;2.potere di acquisto della moneta.

39Economia Aziendale (II modulo) 39

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Economia aziendale L-Z a.a. 2013/2014

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Determinazione del reddito globale

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Economia aziendale L-Z a.a. 2013/2014

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Determinazione del reddito globale

Reddito (T1-T3) = Cap. finale – Cap. iniziale = 6.000 – 3.000 = 3.000oppureReddito (T1-T3) = Ricavi – Costi = 15.000 – 12.000 = 3.000OppureReddito (T1-T3) = Entrate di moneta – Uscite di moneta = 15.000 – 12.000

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Economia aziendale L-Z a.a. 2013/2014

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La suddivisione dell’unitaria vita aziendale in sottoperiodi

Obiettivo:1)Analizzare e valutare i risultati aziendali durante lo svolgimento della gestione 2)Stabilire l’entità del risultato economico prelevabile per remunerare i conferenti di capitale di rischio

Ipotesi di base: Suddivisione della unitaria vita aziendale in sottoperiodi di osservazione (periodi amministrativi) di durata inferiore alla vita complessiva dell’impresa

Problematiche: 1)Separazione, alla fine del periodo, fra gestione già svolta (ricavi realizzati e costi sostenuti per ottenerli) e gestione in corso di svolgimento;2)Individuazione della durata ottimale (12 mesi) e della data di inizio del periodo amministrativo (momento di conclusione/inizio della maggior parte delle operazioni aziendali).

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Economia aziendale L-Z a.a. 2013/2014

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Economia Aziendale (II modulo) 43Economia Aziendale (II modulo)

Determinazione del reddito di periodo

43Economia Aziendale (II modulo) 43

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Economia aziendale L-Z a.a. 2013/2014

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Economia Aziendale (II modulo) 44Economia Aziendale (II modulo)

Reddito (T1)

Capitale netto iniziale = Disponibilità monetaria iniziale = 3.000Capitale netto finale = Disponibilità Monetaria finale – Debiti + Crediti = 2.000 – 1.000 + 2.500 = 3.500Reddito (T1) = Capitale netto finale – Capitale netto iniziale = 3.500 – 3.000 = 500

oppureReddito (T1) = Ricavi – Costi = 4.500 – 4.000 = 500

44Economia Aziendale (II modulo) 44

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Economia aziendale L-Z a.a. 2013/2014

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Economia Aziendale (II modulo) 45Economia Aziendale (II modulo)

Flusso monetario (T1)

Flusso monetario (T1) = Entrate di moneta – Uscite di moneta = 2.000 – 3.000 = – 1.000

oppureFlusso monetario (T1) = Disponibilità monetaria finale – Disponibilità monetaria iniziale = 2.000 – 3.000 = – 1.000

45Economia Aziendale (II modulo) 45

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Economia Aziendale (II modulo) 46Economia Aziendale (II modulo)

Reddito (T2)

46Economia Aziendale (II modulo) 46

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Economia Aziendale (II modulo) 47Economia Aziendale (II modulo)

Reddito (T2)

Capitale netto iniziale (T2) = Capitale netto finale (T1) = 3.500Capitale netto finale (T2) = Disponibilità Monetaria finale – Debiti + Crediti = 3.500 – 2.000 + 3.000 = 4.500Reddito (T2) = Capitale netto finale (T2) – Capitale netto iniziale (T2) = 4.500 – 3.500 =1.000

oppureReddito (T2) = Ricavi – Costi = 5.000 – 4.000 = 1.000

47Economia Aziendale (II modulo) 47

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Economia Aziendale (II modulo) 48Economia Aziendale (II modulo)

Flusso monetario (T2)

Flusso monetario (T2) = Entrate di moneta – Uscite di moneta = 4.500 – 3.000 = 1.500

oppureFlusso monetario (T2) = Disponibilità monetaria finale – Disponibilità monetaria iniziale = 3.500 – 2.000 = – 1.500

48Economia Aziendale (II modulo) 48

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Economia Aziendale (II modulo) 49Economia Aziendale (II modulo)

Determinazione del reddito (T3)

49Economia Aziendale (II modulo) 49

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Economia Aziendale (II modulo) 50Economia Aziendale (II modulo)

Determinazione del reddito (T3)

50Economia Aziendale (II modulo) 50

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Economia Aziendale (II modulo) 51Economia Aziendale (II modulo)

Reddito (T3)

Capitale netto iniziale (T3) = Capitale nettofinale (T2) = 4.500Capitale netto finale (T3) = DisponibilitàMonetaria finale – Debiti + Crediti = 6.000 – 0+ 0 = 6.000Reddito (T3) = Capitale netto finale (T3) – Capitale netto iniziale (T3) = 5.500 – 4.000 =1.500

oppureReddito (T3) = Ricavi – Costi = 5.500 – 4.000 = 1.500

51Economia Aziendale (II modulo) 51

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Economia Aziendale (II modulo) 52Economia Aziendale (II modulo)

Flusso monetario (T3)

Flusso monetario (T3) = Entrate di moneta – Uscite di moneta = 4.500 – 3.000 = 1.500

oppureFlusso monetario (T3) = Disponibilità monetaria finale – Disponibilità monetaria iniziale = 3.500 – 2.000 = – 1.500

52Economia Aziendale (II modulo) 52

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Dottor Stefano Santucci53

Determinazione di reddito e capitale in caso di suddivisione della vita aziendale

Competenza temporale: Rilevazione dei valori economici e numerari in base al momento di

esecuzione della prestazione principale dello scambio durante Il periodo amministrativo.

Competenza economica: Correlazione fra i valori economici rilevati nella contabilità sistematica

attraverso la rilevazione di rettifiche/integrazioni dei valori economici conseguenti agli scambi per valutare il contributo alla produzione economica realizzata:

1. dei cicli di processi economici iniziati nel periodo amministrativo ed ancora in corso alla data di svolgimento del bilancio non ancora tradottesi in scambi;

2. di operazioni e processi iniziati in periodi precedenti e non ancora conclusi alla data di chiusura del periodo amministrativo.

Per determinare la competenza economica si ricorre al concetto di esercizio (l’insieme di operazioni e processi produttivi fra loro correlati osservabili durante il periodo amministrativo)

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Economia Aziendale (II modulo) 54Economia Aziendale (II modulo)

Il reddito riferito al periodo (o “di esercizio”)

Nelle aziende, il reddito viene misurato con riferimento a intervalli temporali significativi, detti periodi amministrativi.t = periodo amministrativo = 12 mesi;ti = istante iniziale del periodo amministrativo;tf = istante terminale del periodo amministrativo.R(t) = reddito di periodo o reddito di esercizioLa nuova ricchezza prodotta (o la ricchezza distrutta) dalla gestione svolta nel periodo amministrativo considerato.Reddito di esercizio positivo = Utile di esercizioReddito di esercizio negativo = Perdita di esercizioMisurabile anche come la variazione che subisce il capitale netto iniziale per effetto della gestione svolta nel periodo amministrativo considerato.

54Economia Aziendale (II modulo) 54

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Economia Aziendale (II modulo) 55Economia Aziendale (II modulo)

Il reddito riferito al periodo (o “di esercizio”)

CFtf = capitale di funzionamento all’istante terminale del periodo amministrativo T

“sistema di valori attribuito ai fattori produttivi a disposizione per lo svolgimento della gestione futura (attività) e ai vincoli gravanti sulla gestione stessa

(passività)”Atf contrapposte alle Ptf

CNtf = capitale netto all’istante terminale del periodo amministrativo T.

“valore di sintesi del capitale di funzionamento a tx”.Risulta dalla Σ algebrica delle attività e delle passività a txAtf - Ptf = CNtf

CNti = capitale netto all’istante iniziale del periodo amministrativo T.

55Economia Aziendale (II modulo) 55

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Economia Aziendale (II modulo) 56Economia Aziendale (II modulo)

Il reddito riferito al periodo (o “di esercizio”) (caso 2)

Si determini il reddito di periodo ipotizzando che al termine del periodo T2 vi siano in magazzino delle materie prime acquistate in T2, ma non ancora consumate.I fattori produttivi acquisiti e non consumati nel periodo rappresentano le GIACENZE FINALI il cui valore è definito Rimanenze finali dell’esercizio (rettificano il valore degli acquisti e costituiscono, al contempo, il capitale a fine periodo).Le giacenze finali costituisco le giacenze iniziali del successivo periodo, così le rimanenze finali coincidono con le rimanenze iniziali dell’esercizio successivo.Il consumo di materie/merci di un periodo è così calcolato in termini di:

– quantità fisiche: giacenze iniziali + acquisti - giacenze finali

– valore: rimanenze iniziali + costi di acquisto - rimanenze finali.

56Economia Aziendale (II modulo) 56

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Economia Aziendale (II modulo) 57Economia Aziendale (II modulo)

Determinazione del reddito (T2)

57Economia Aziendale (II modulo) 57

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Economia Aziendale (II modulo) 58Economia Aziendale (II modulo)

Reddito (T2)

Capitale netto iniziale (T2) = Capitale netto finale (T1) = 3.500Capitale netto finale (T2) = Disponibilità Monetaria finale – Debiti + Crediti + Rimanenze finali = 3.500 – 2.000 + 3.000 + 1.000 = 5.500Reddito (T2) = Capitale netto finale (T2) – Capitale netto iniziale (T2) = 5.500 – 3.500 = 2.000

oppureReddito (T2) = Ricavi – Costi + Rimanenze finali = 5.000 – 4.000 + 1.000 = 2.000

58Economia Aziendale (II modulo) 58

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Economia Aziendale (II modulo) 59Economia Aziendale (II modulo)

Flusso monetario (T2)

Flusso monetario (T2) = Entrate di moneta – Uscite di moneta = 4.500 – 3.000 = 1.500

oppureFlusso monetario (T2) = Disponibilità monetaria finale – Disponibilità monetaria iniziale = 3.500 – 2.000 = – 1.500

59Economia Aziendale (II modulo) 59

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Economia Aziendale (II modulo) 60Economia Aziendale (II modulo)

Determinazione del reddito (T3)

60Economia Aziendale (II modulo) 60

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Economia Aziendale (II modulo) 61Economia Aziendale (II modulo)

Reddito (T3)

Capitale netto iniziale (T3) = Capitale netto finale (T2) = 5.500Capitale netto finale (T3) = Disponibilità Monetaria finale – Debiti + Crediti = 6.000 – 0+ 0 = 6.000Reddito (T3) = Capitale netto finale (T3) – Capitale netto iniziale (T3) = 6.000 – 5.500 = 500

oppureReddito (T3) = Ricavi – Costi – Rimanenze iniziali = 5.500 – 4.000 – 1.000 = 500

61Economia Aziendale (II modulo) 61

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Economia Aziendale (II modulo) 62Economia Aziendale (II modulo)

Flusso monetario (T3)

Flusso monetario (T3) = Entrate di moneta – Uscite di moneta = 8.500 – 6.000 = 2.500

oppureFlusso monetario (T3) = Disponibilità monetaria finale – Disponibilità monetaria iniziale = 6.000 – 3.500 = 2.500

62Economia Aziendale (II modulo) 62

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Economia Aziendale (II modulo) 63Economia Aziendale (II modulo)

Il periodo amministrativo

•Estensione temporale

•L’anno solare può divergere dall’anno aziendale

•Istante terminale

63Economia Aziendale (II modulo) 63

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Economia Aziendale (II modulo) 64Economia Aziendale (II modulo)

L’esercizio

Il sistema di operazioni relativo ad un dato periodo amministrativo e del quale si vuole determinare un risultato reddituale si denomina ESERCIZIO.

L’esercizio è una UNITA’ ECONOMICARELATIVA

64Economia Aziendale (II modulo) 64

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Economia Aziendale (II modulo) 65Economia Aziendale (II modulo)

Reddito di esercizio e capitale di funzionamento

I valori generati dalle operazioni di gestione e dagli eventi aziendali possono essere utilmente composti in due sottosistemi:

– il sottosistema di valori del capitale di funzionamento;

– il sottosistema di valori del reddito di esercizio.

65Economia Aziendale (II modulo) 65

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Economia aziendale L-Z a.a. 2013/2014

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Economia Aziendale (II modulo) 66Economia Aziendale (II modulo)

Il capitale di funzionamento

Con riferimento all’istante finale del periodo amministrativo, il sottosistema del capitale di funzionamento accoglie i valori attribuiti alle “condizioni produttive patrimoniali”:

– risorse che contribuiranno allo svolgimento della gestione dei futuri periodi amministrativi (elementi patrimoniali attivi);

– vincoli che graveranno sullo svolgimento della gestione dei futuri periodi amministrativi. (elementi patrimoniali passivi).

66Economia Aziendale (II modulo) 66

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Economia Aziendale (II modulo) 67Economia Aziendale (II modulo)

Il reddito di esercizio

Con riferimento all’intero periodo amministrativo, il sottosistema del reddito accoglie i valori attribuiti ai:

– fattori produttivi consumati/utilizzati dalla gestione svolta nel periodo amministrativo (componenti negativi di reddito):

• materie e merci• lavoro dei dipendenti• servizi di terzi• … … …

– beni e servizi prodotti dalla gestione relativa al medesimo periodo amministrativo (componenti positivi di reddito);

67Economia Aziendale (II modulo) 67

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Economia Aziendale (II modulo) 68Economia Aziendale (II modulo)

Il capitale di funzionamento quale espressione dei cicli di processi non conclusi

Le operazioni aziendali si sviluppano nel tempo secondo “sequenze di svolgimento atte a ripetersi” (cicli), dando vita ai:

cicli di processi

– ciclo produttivo;– ciclo reddituale (cd. economico);– ciclo monetario.

68Economia Aziendale (II modulo) 68

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Le tipologie di cicli produttivi

1. Cicli produttivi connessi all’attività operativa dell’impresa:Cicli produttivi di breve durata la cui durata si estende dal momento del sostenimento del costo di acquisto dei fattori produttivi a utilità semplice al momento dell’incasso delle entrate connesse alla vendita dei prodotti (ciclo operativo aziendale):

Si compone di: Ciclo economico: tempo intercorrente fra l’acquisto dei fattori produtiivi e la venduta dei prodottiCiclo monetario: tempo intercorrente fra il pagamento dei costi di acquisto e l’incasso dei ricavi di vendita

2. Cicli produttivi legati alla creazione della struttura az.le:Comprendono, oltre ai fattori produttivi ad utilità immediata anche i fattori produttivi ad utilità ripetuta nel tempo

I cicli di tipo 2 comprendono n cicli di tipo 1 e hanno lunga durata

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Ciclo produttivo (o ciclo operativo aziendale)t0 t5

Durata ciclo monetario

Durata ciclo economico caratteristico

durata del

processo di lavorazione

permanenza

in magazzino

prodotti

permanenza

In magazzino

materie

durata credito

commerciale

durata del

debito di fornitura

t2

t4t0

t1 inizio lavorazione t3 fine lavorazione

t0 Acquisto fattori produttivi (costo) con pagamento differito (debito), t1 inizio produzione,

t2 permutazione numeraria fra uscita di cassa ed estinzione del debito, t3 fine produzione

t4 vendita prodotti (ricavo) con incasso differito (credito regolamento), t5 entrata di cassa

I cicli della gestione

dell’impresa industriale

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Economia aziendale L-Z a.a. 2013/2014

Dottor Stefano Santucci

Ciclo produttivo di struttura aziendale

Durata vita utile del cespite

t0

t0 = acquisto del cespite

tn = termine della vita utile del cespite

(t0-ta ), (ta-tb ), ecc= cicli operativi aziendali di breve periodo (vedi slide precedente)

t0-t1 = Periodo amministrativo di osservazione della realtà aziendale

I cicli di processi della gestione

t1 t2

t0 t3

t3ta tb tc td te

Ciclo

Operativo 1

Ciclo

Operativo 2

Ciclo

Operativo 3

Ciclo

Operativo 4

Ciclo

Operativo 5

Ciclo

Operativo 6

Ciclo

Operativo 7

Ciclo

Operativo 8

tf tg

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Economia aziendale L-Z a.a. 2013/2014

Dottor Stefano Santucci72

Classificazione dei valori in base alla tavola di sintesi

Componenti di reddito in senso stretto:Valori imputati al conto (del risultato) economico per il calcolo del reddito di esercizio poichè hanno completamente esaurito il proprio contributo alla gestione durante l’esercizio in chiusura

Esempi:- I ricavi definitivamente quantificati da prezzi di vendita;- I costi e gli altri componenti positivi e negativi di reddito correlabili ai suddetti ricavi perché definitivamente consumati per consentirne la realizzazione o oggetto di futuro sostenimento a fronte della realizzazione dei ricavi (Es. costi per riparazione in garanzia prodotti)

N.B. ciò comporta operazioni di rettifica (storno di costi e ricavi già rilevati) ed operazioni di integrazione dei costi (per la maggior parte) e dei ricavi

Valori Patrimoniali: Tutti gli altri valori economici e numerari sono iscritti nello Stato Patrimoniale quali elementi del capitale di funzionamento in quanto espressione alla data di chiusura dell’esercizio:- di valori monetari in attesa di impiego (cassa)- di processi monetari in attesa di compimento (debiti e crediti)- di processi produttivi in corso o di vincoli per la gestione futura

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Economia aziendale L-Z a.a. 2013/2014

Dottor Stefano Santucci73

Fasi della rilevazione:

1) individuazione delle variazioni indotte dalla rilevazione contabileEs.: operazione di acquisto di M.P. per € 30.000 con regolamento differito

Implicazioni dell’operazione

Tipo di Variazione

Oggetto di conto

Sezione Valori

+ Debiti per acquisto di materiali

Numeraria assimilata

Passiva (V.N.A.P)

Debiti verso fornitori

Avere 30.000

Acquisto di fattori produttivi a utilità

immediata

Non numeraria Certa negativa di

esercizio (V.NN.C.N.)

Materie prime c/acquisti

Dare 30.000

2) Rilevazione articolo contabile a libro giornale D A

Materie prime c/acquisti a Debiti vs. Fornitori 30.000 | 30.000

3) Rilevazione dei valori all’interno dei relativi conti

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Economia aziendale L-Z a.a. 2013/2014

Dottor Stefano Santucci74

Logica di funzionamento dei conti

LEGENDA:

/ = AUMENTO / DIMINUZIONE

V.N. = VARIAZIONI NUMERARIE

N. = NUMERARI

D.N.N. = DEBITI NON NUMERARI

C.N.N. = CREDITI NON NUMERARI.

C.P.N. = CONTI DI PATRIMONIO NETTO

V.NN.N. = VARIAZ. NON NUMERARIE NEGATIVE

V.NN.P. = VARIAZ. NON NUMERARIE POSITIVE

V.NN.A. = VARIAZ. NON NUMERARIE ATTIVE

V.NN.P. = VARIAZ. NON NUMERARIE PASSIVE

D Conti Numerari A D Conti non num. in s.s. A

V.N. ATTIVE V.N.PASSIVE V.NN.N. V.NN.P.

CASSA CREDITI N.

CASSA CREDITI

COSTI ES. RICAVI

DEBITI N. DEBITI N. STORNI DI RICAVO

STORNI DI COSTO

C.P.N. C.P.N.

D Conti non num. Patrim. A

V.NN.A. V.NN.P.

COSTI PLUR. COSTI PLUR.

RICAVI PLUR. RICAVI PLUR.

C.N.N. D.N.N.

D.N.N. C.N.N.

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Economia aziendale L-Z a.a. 2013/2014

Dottor Stefano Santucci75

Classificazione delle rilevazioni

Rilevazioni a titolo originario:Rilevazioni originate dall’applicazione del metodo della partita doppia agli scambi monetari

Esempio: Rilevazione di una compravendita a regolamento differito a prescindere dalla legislazione su di essa incidente

Rilevazioni derivanti dal contesto economico-giuridicoRilevazioni indotte dall’osservanza di determinate norme di comportamento o dalla disciplina giuridica del paese in cui le rilevazioni avvengono:

Esempi:Rilevazione del trattamento di fine rapporto;Rilevazione dell’imposta sul valore aggiunto Rilevazione delle modalità per le variazioni del capitale