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La pittura del quotidiano Vedere in un quadro una donna che legge una lettera o tre uomini che giocano a carte è un fatto piuttosto normale, forse lo consideriamo pure un soggetto decisamente tradizionale. Eppure non è sempre stato così. La pittura di genere, cioè, appunto, la rappresentazione di scene di vita quotidiana, nasce poco prima del Seicento in maniera abbastanza inaspettata. Improvvisamente, dopo secoli, anzi oltre un millennio di Santi, Madonne e Crocifissi, la verità irrompe brutalmente sulla tela. Una verità che sta sotto gli occhi di tutti, la vita vera, ordinaria, eppure solenne nella sua carica di umanità. Nell’età del Barocco, epoca capace di trionfi di Santi tra le nubi, gloriosi e apocalittici, appare un timido mangiatore di fagioli , (Annibale Carracci, 1583) un uomo che si vede improvvisamente scoperto mentre consuma il suo umile pasto.

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Page 1: donna che legge una lettera o tre uomini che giocano a...Cinquecento. In queste pitture parietali, infatti, si narra spesso la vita del defunto o si rende omaggio, con scene della

La pittura del quotidiano

Vedere in un quadro una donna che legge una lettera o tre uomini che giocano acarte è un fatto piuttosto normale, forse lo consideriamo pure un soggettodecisamente tradizionale.

Eppure non è sempre stato così. La pittura di genere, cioè, appunto, larappresentazione di scene di vita quotidiana, nasce poco prima del Seicento in manieraabbastanza inaspettata.

Improvvisamente, dopo secoli, anzi oltre un millennio di Santi, Madonne e Crocifissi, laverità irrompe brutalmente sulla tela. Una verità che sta sotto gli occhi di tutti, la vitavera, ordinaria, eppure solenne nella sua carica di umanità.

Nell’età del Barocco, epoca capace di trionfi di Santi tra le nubi, gloriosi e apocalittici,appare un timido mangiatore di fagioli, (Annibale Carracci, 1583) un uomo che si vedeimprovvisamente scoperto mentre consuma il suo umile pasto.

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È l’antenato dei mangiatori di patate di Van Gogh e di tutta quella stirpe di poveracci icui gesti sembrano improvvisamente densi di vita e, perché no, di bellezza.

Tuttavia la pittura di genere non nasce in Italia ma nei Paesi Bassi dove l’emergenteborghesia mercantile, non vedendosi rappresentata dalle scene sacre, diede un forteimpulso alla raffigurazione di interni domestici o luoghi urbani nei quali gruppi dipersone o singoli individui stanno svolgendo delle attività più o meno ordinarie.

Uno dei grandi maestri di questo genere è Pieter Bruegel il Vecchio (1525-1569).

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Autore di scene di banchetti nuziali, danze, battute di caccia e pattinaggio su laghighiacciati, ci mostra un’umanità florida e spensierata, guardata con ironia ma anchecon grande attenzione e partecipazione.

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Meno conosciute sono le opere del contemporaneo Pieter De Hooch (1529-1584)nelle quali appare spesso l’ambientazione interna con la luce proveniente da unafinestra, spesso posta a sinistra, che abbiamo imparato ad apprezzare attraverso lesuccessive opere di Vermeer.

E di Jan Vermeer (1632-1675) abbiamo già visto la Lattaia e il suo gesto sospeso,carico di eternità pur nella sua quotidiana ripetizione; la stessa quotidianità che siritrova nella concentrazione di una merlettaia intenta al suo lavoro.

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Sono pittura di genere anche La ronda di notte e La lezione di anatomia del Dott.Tulp di Rembrandt (1606-1669) sebbene presentino eventi un po’ più carichi ditensione rispetto a quelli visti fino ad ora.

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Da questi pochi esempi e dalla premessa che ho fatto in apertura verrebbe da pensareche nessuno abbia mai rappresentato attività lavorative o di svago prima d’ora… nonè così naturalmente.

La pittura egizia, ad esempio, ci ha lasciato interessanti esempi di scene di caccia, dicoltivazione o di danza dipinte sulle pareti delle tombe.

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Il significato, tuttavia, non è lo stesso della scena di genere che si affermerà nelCinquecento. In queste pitture parietali, infatti, si narra spesso la vita del defunto o sirende omaggio, con scene della vita di corte, alla grandezza del Faraone. C’è dunque,un “secondo fine”, non si tratta di una rappresentazione della realtà fine a se stessa.

Anche nell’arte classica troviamo celebri esempi di vita quotidiana. E i primi ad esserespiati nelle loro attività di tutti i giorni sono stati proprio gli dei. Qui, ad esempio,vediamo alcuni esempi scultorei di Prassitele (400-326 a.C.) nei quali Afrodite,

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Hermes o Apollo sono colti in atteggiamenti molto “terreni”: c’è chi esce dal bagno,chi gioca con il bimbo in braccio e chi cerca persino di catturare una lucertola!

Ancora una volta, però, il ripiegamento intimista non è altro che un’esaltazione dellaperfezione degli dei, capaci di esibire tutta la loro splendida perfezione anche quandosono spiati dal buco della serratura.

Vanno intesi allo stesso modo anche alcune sculture ellenistiche come il famosoBambino che lotta con un’oca (II sec. a.C.) o il coevo Spinario. Non si tratta di divinitàma l’eleganza dei gesti resta sempre quella, tant’è vero che quest’ultimo saràparticolarmente apprezzato nel Rinascimento, epoca che non ha mai scelto ilquotidiano come centro dei suoi interessi.

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Si narra che la pittura di genere sia nata proprio in questi anni grazie al leggendarioPeiraikos, un artista greco di età ellenistica che Plinio il Vecchio ricorda comerhyparogràphos, ossia “pittore di cose sordide”.

Non ci rimane nulla delle opere di questo antenato di Olandesi e Fiamminghi ma moltiaffreschi e mosaici di età romana ci danno un’idea dei possibili soggetti: la bottegadel del fornaio, i banchetti e i postriboli, i concerti e le attività ginniche.

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Persino con l’ufficializzazione del Cristianesimo in Occidente, che portò al cambiorepentino di soggetti artistici, la rappresentazione delle attività quotidiane continuò adavere degli spazi.

Certo, era una sorta di “genere minore” e, in qualche modo, aveva sempre a che farecon la religione. Ma i grandi cicli dei mestieri e delle stagioni, sebbene inseriti comedecorazione dei luoghi di culto, riescono tuttavia a farci ritrovare il filo ininterrotto di ungenere che arriva ai nostri giorni.

Ecco, ad esempio, le sculture di Benedetto Antelami (1150-1230) nel Battistero diParma nelle quali i mesi dell’anno sono rappresentati attraverso le attività lavorativetipiche di quel periodo.

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Di questa tradizione, che permane nei secoli, ne possiamo trovare un mirabile esempionel manoscritto detto Très Riches Heures du Duc de Berry (1412), un libro d’ore(cioè la raccolta di preghiere relative alle ore liturgiche per ogni periodo dell’anno)con splendide miniature realizzate dai fratelli fiamminghi Pol e Jean HennequinLimbourg.

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Entrando nel pieno del Rinascimento, la consuetudine di raffigurare i mesi attraverso imestieri abbandona lo stretto legame con i riti religiosi ed entra nel pieno del climaculturale dell’Umanesimo.

È così che Piero de’ Medici, nel suo studiolo a Palazzo Medici Riccardi, smantellatonel XVII secolo, fece realizzare a Luca della Robbia dodici tondi in ceramica invetriatacon i mestieri dei vari mesi.

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Tuttavia, come abbiamo visto all’inizio del post, la scena di genere non è ancoradiventato un soggetto riconosciuto. In Italia occorrerà aspettare Caravaggio (1571-1610) per schiaffare l’umanità sulla tela.

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E per lui non c’è differenza tra una scena sacra e la pittura di genere: la morte dellaVergine si trasforma nella veglia funebre ad una prostituta annegata nel Tevere.Nonostante la sottile aureola scorciata sul capo della donna, l’opera fu rifiutata perchéscandalosamente reale e ordinaria.

E tra un santo e un altro Caravaggio coglieva al volo due bari, una donna che legge lamano ad un giovane facoltoso (e forse, intanto, gli sfila l’anello) e un aggraziatosuonatore di liuto.

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La quotidianità appare anche in Spagna dove Diego Velasquez (1599-1660), pittore dicorte di Filippo IV ed autore delle celebri Las meninas, dipinge una vecchia che friggele uova. Una tela intensa e contrastata in cui spicca l’estremo realismo della cestasospesa alla parete, della cipolla sul ripiano unto e del metallo dei mestoli.

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Da questo momento in poi la scena di genere è stata sdoganata definitivamente e nonc’è artista che non abbia a catalogo almeno un’opera con soggetti quotidiani.

Volendo fare un excursus tra i più celebri non possiamo non citare Pietro Longhi(1701-1785) con le sue raffigurazione della società veneziana dell’epoca, intenta alleattività più disparate, dalla visione divertita di un rinoceronte alla tortura diun’estrazione dentaria…

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Nell’Ottocento, con l’avvento del Realismo pittorico, la scena di genere diventa quasiuna scelta obbligata.

I francesi Gustave Courbet (1819-1877) e Jean-François Millet (1814-1875), ognunocon una sensibilità diversa, esplorarono l’intimità di borghesi e contadini con l’occhiodel reporter, senza fini di denuncia sociale. È la cronaca illustrata della Francia del XIXsecolo.

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Non è da meno l’Italia dei Macchiaioli. Con Giovanni Fattori anche un gruppo dinobildonne sotto un tendone alla Rotonda dei bagni Palmieri (1866) diventa oggettodi una straordinaria indagine spaziale e coloristica.

Lo svago dei benestanti sarà motivo dominante anche della pittura impressionista:balli, colazioni e passeggiate nei campi ci mostrano una borghesia spensierata edottimista.

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Sarà la fotografia a continuare l’eredità dell’Impressionismo (che, a sua volta, eraprofondamente influenzato dalla capacità di cogliere momenti di vita spontaneipropria della fotografia).

Gli scatti dei grandi maestri come Robert Doisneau (1912-1994) non sono altro chepittura di genere attualizzata!

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Le foto più belle, spesso, sono proprio quelle che riescono a cogliere l’attimo, quelmomento irripetibile nel quale si incrociano sguardi inconsapevoli e pose naturali, cheperò racchiudono storie universali.

E di tutto ciò un altro grande artista è senza dubbio Henri Cartier-Bresson (1908-2004).

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Intanto, nel Novecento, anche i pittori delle avanguardie e dei movimenti successivicontinuavano la vecchia tradizione della pittura di genere.

Nonostante la volontà di ribaltare tutti i canoni artistici, la riproduzione di scene di vitaquotidiana, evidentemente, lasciava ancora ampi margini di libertà per esplorarenuove forme espressive.

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Alcuni artisti contemporanei sono dei veri specialisti della pittura di genere. Leopere di Jack Vettriano, con le sue eleganti e sensuali figure, sembrano fotogrammi difilm tutti da immaginare…

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E non sono scene di genere le rappresentazioni scultoree e iperrealistichedell’americano medio, sovrappeso e volgare, di Duane Hanson (1925-1996)?

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Immagini decisamente “sordide” per dirla con il buon Plinio. Allora mi domando: ma

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siamo tornati di nuovo al punto di partenza? Oppure, come continuo a crederefermamente, l’arte è sempre e comunque contemporanea?