47
Competitività e sostenibilità docente: prof.sa Aurora Magni anno acc. 2015/16 2^ lezione, 28 settembre 2015

docente: prof.sa Aurora Magni - My LIUC - l'Intranet dell ...my.liuc.it/MatSup/2015/N90351/LIUC Competitivita e sostenibilita 2... · Cos’è la CO2 • L’anidride ... Fonte: Water

Embed Size (px)

Citation preview

Il sistema economico ha bisogno della biologia per

• Comprendere i limiti biologici dello sviluppo

• Gestire /evitare le criticità

• Pianificare l’uso delle risorse

• Sviluppare nuovi prodotti

Comprendere i limiti biologici dello sviluppo

“Il nostro impatto sull’evoluzione è aumentato con i farmaci, con il controllo chimico dei parassiti e la capacità di plasmare l’ambiente fisico e biologico per soddisfare i nostri bisogni. Così siamo diventati la forza evolutiva più potente della terra. A parte forse il meteorite che si ritiene abbia provocato l’estinzione dei dinosauri, siamo i migliori candidati a vincere la medaglia d’oro per lo sconquasso planetario”

Stephen Palumbi Università di Stanford

Sistemi complessi ed entropia

• Nicolas Carnot (1824) getta le basi per la teoria della termodinamica : trasformazione del calore in lavoro, scambi di energia, trasformazione di energia calorifica in altre forme di energia (meccanica, elettrica).

• Rudolf Clausius (1822-88) concetto di entropia

• Ilya Prigogine (1917-2003) studio dei sistemi complessi sottoposti ad entropia

Principi della termodinamica 1. L’energia non può essere né creata né distrutta, solo

trasformata

2. La trasformazione avviene lungo la direzione dell’irreversibilità.

3 le tipologie di sistemi Sistema isolato (non ha scambio con l’esterno né di materia né di

energia)

Sistema chiuso (scambia energia ma non materia)

Sistema aperto (scambia sia energia che materia verso l’esterno)

Entropia

• Grandezza termodinamica che esprime la tendenza dei sistemi chiusi e isolati verso lo stato di “massimo equilibrio” in cui l’energia si ridistribuisce e si degrada nel sistema convertendosi in calore inutilizzabile per produrre lavoro (morte termica). Con il crescere dell’E. diminuisce l’energia utilizzabile, il sistema tende ad uno stato di equilibrio finale.

• Nei sistemi aperti sono possibili scambi con l’esterno che consentono i processi dinamici necessari alla sopravvivenza (evoluzione e adattamento)

Entropia nella visione ecologista

• Introduce il concetto di limite laddove, fino a pochi decenni fa, imperava quello della “crescita infinita”.

• Per quanto grande sia il nostro pianeta è sempre un sistema chiuso, destinato a volgere verso un accumulo costante di entropia e di energia non più utilizzabile.

• L'esaurimento delle risorse energetiche fossili, come il petrolio o il gas, conferma questa teoria.

L’aumento dell'anidride carbonica generato dalle attività umane nell'atmosfera

(industrie, trasporti, riscaldamenti) ha l'effetto di aumentare la capacità della

stessa di trattenere il calore, con conseguente aumento della temperatura.

conseguenze

• Aumento temperature, fenomeni meterologici con effetti devastanti

• Ridistribuzione globale degli eco sistemi

• Scarsità idrica – effetti su agricoltura, qualità della vita ma anche industria

• Obiettivo: mantenere l’aumento della temperatura entro i 2° (su base 1990) significa ridurre nei paesi industrializzati la produzione di CO2 del 24/40%

http://environment.nationalgeographic.com/environment/global-warming/gw-impacts-interactive/

Fonte: http://tcktcktck.org/climate-impacts/

Cos’è la CO2

• L’anidride carbonica è parte dei cicli biogeochimici naturali, quale il risultato della ossidazione delle molecole organiche. Non è nociva. Una volta che viene generata, trova il suo “destino ambientale” nell’atmosfera, dove contribuisce positivamente ai fenomeni di termoregolazione naturale della Terra.

• Con lo sviluppo dell’era industriale la CO2 è il risultato della ossidazione (combustione) dei combustibili fossili. Questo processo costituisce la principale fonte umana di emissione atmosferica di CO2 dell’era moderna.

Protocollo di Kyoto

• E’ il più famoso accordo politico tra nazioni avente per obiettivo la difesa dell’ambiente.

• Entrato in vigore nel 2005 impegna i Paesi sottoscrittori ad una riduzione quantitativa delle proprie emissioni di gas ad effetto serra rispetto ai propri livelli di emissione del 1990 (baseline), in percentuale diversa da Stato a Stato. Le Parti sono tenute a realizzare un inventario delle emissioni da aggiornare annualmente, insieme alla definizione delle misure per la riduzione delle emissioni stesse.

• Le serie storiche delle emissioni in Italia: http://www.sinanet.isprambiente.it/it/sia-ispra/serie-storiche-emissioni

Gas citati negli accordi del protocollo di Kyoto

- CO2, prodotta dall’impiego dei combustibili fossili

– CH4 (metano), prodotto dalle discariche dei rifiuti, dagli allevamenti zootecnici e dalle coltivazioni di riso; – N2O (protossido di azoto), prodotto nel settore agricolo e nelle industrie chimiche; – HFC (idrofluorocarburi), impiegati nelle industrie chimiche e manifatturiere; – PFC (perfluorocarburi), impiegati nelle industrie chimiche e manifatturiere; – SF6 (esafluoruro di zolfo), impiegato nelle industrie chimiche e manifatturiere.

Ciascuno di questi gas ha un proprio e specifico GWP (Global Warming Potential), che corrisponde alla “capacità serra” di quel composto. Per semplicità si parla di CO2 eq.(equivalente) unità di misura che considera la somma ponderata della capacità serra di tutti i 6 diversi gas

Le critiche a Kyoto

2010, la contro conferenza di Cochabamba (paesi poveri del mondo)

2012 Doha (Kyoto 2) pone obiettivi meno vincolanti ed inferiori a quelli che sarebbero necessari per garantire un trend di riduzione emissiva in grado di limitare l’aumento delle temperature medie globali al di sotto dei + 2°C.

L’Italia nell’ambito del protocollo di Kyoto si è impegnata a ridurre il 6,5% delle proprie emissioni

Italia: emissioni al 2012

The economist

• Il report “The cost of inaction: Recognising the value at risk from climate change” è stato realizzato al fine di evidenziare il costo economico della odierna inazione climatica: un costo che sarà molto grande, andando a compromettere fette importanti della ricchezza creata dal sistema economico globale.

• Se infatti contenessimo la crescita della temperatura media terrestre ad un valore di +2 °C rispetto ai livelli preindustriali (il valore che si costituisce come auspicato obiettivo di contenimento del riscaldamento globale per evitare effetti climatici troppo severi), gli effetti fisici del global warming porterebbero a perdite per gli investitori privati intorno ai 4.200 miliardi di dollari entro il 2100 (attualizzati al valore attuale della moneta).

• Ma se non si dovesse arrivare ad un accordo circa la tutela del clima le perdite potrebbero arrivare a 13.800 mil di dollari, nel caso peggiore.

http://www.washingtonpost.com/wp-srv/special/climate-change/global-emissions.html

Governance mondiale, movimenti d’opinione, stakeholders hanno posto l’ecologia tra le priorità planetarie. Il sistema produttivo è un protagonista fondamentale degli equilibri ambientali.

Alla base un grande

movimento culturale e d’opinione

• Il business deve prepararsi agli impatti catastrofici del riscaldamento globale. Lo rivela anche il nuovo rapporto sui cambiamenti climatici della più grande società di servizi professionali al mondo, la Pricewaterhouse Coopers (PwC), che avverte sulla necessità di un'azione radicale per decarbonizzare l'economia globale e mette in guardia gli investitori sui risultati negativi di determinati investimenti.

I punti più significativi:

• La temperatura media globale è aumentata di 0,85 gradi tra il 1880 e il 2012

• È molto probabile un aumento della temperatura di oltre i 2 gradi Celsius entro fine secolo (2 gradi Celsius è la soglia oltre il quale gli scienziati sostengono che il cambiamento climatico sarà irreversibile)

• La concentrazione di CO2 in atmosfera non è mai stata così alta da 800mila anni. Nel 2013 ha toccato i 400 ppm. Una crescita del 40 per cento dall’epoca pre-industriale causata soprattutto dai combustibili fossili. Gli oceani finora hanno assorbito il 30 per cento delle emissioni prodotte dall’uomo e questo ha portato a una loro progressiva acidificazione

• L’innalzamento del livello dei mari è stato pari a 0,19 metri tra il 1901 e il 2010. Salirà ancora, da 26 a 82 centimetri ulteriori, entro il 2100 secondo tutti i modelli analizzati

• Negli ultimi due decenni lo scioglimento dei ghiacciai ha colpito la Groenlandia e l’Antartide. Anche la copertura nevosa al Circolo polare artico si è ridotta e continuerà a ridursi durante tutto questo secolo

Il nesso tra sviluppo economico e ecologia è sempre più stretto

L’acqua, un bene sempre più prezioso

• 2000: l’8% della popolazione mondiale non ha acqua a sufficienza, nel 2050 questa percentuale salirà a 45%

• Consumi acqua procapite in Italia :

152m3

(contro i 127 della Spagna,

i 113 del Regno Unito

e i 62 della Germania)

Tra il 2000 e il 2050 la richiesta

di acqua aumenterà del 400%

24

L’acqua è in tutti i prodotti/beni di consumo

”Per preparare una tazzina di caffè nei Paesi Bassi, servono 140 litri d’acqua. Per la maggior parte, sono utilizzati per coltivare la pianta del caffè. Ancor più sorprendente è che per produrre un chilo di carne bovina servono in media 15.400 litri d’acqua”.

Fonte: Water Footprint Network

• Se per lungo tempo il lavaggio a mano è stato considerato più ecosostenibile dal punto di vista dei consumi, è ora piuttosto assodato che la lavapiatti sia più conveniente in termini di utilizzo d'acqua: per lavare a mano i piatti usati in una cena di 12 persone occorrono circa 103 litri d'acqua, contro i 15 per un pieno carico di una lavastoviglie di nuova - ma non nuovissima - generazione. Sono questi i risultati di un recente studio dell'Università di Bonn, in Germania. Gli elettrodomestici di ultima generazione (classe A+, A++ e A+++) consumano ancora meno: appena 7 litri per ciclo d'acqua e il 30% dell'energia in meno rispetto a quella necessaria alle lavastoviglie di classe A (1,4 kWh per il ciclo più lungo).

“http://www.focus.it/ambiente/ecologia/lavastoviglie-o-

lavandino”

• Secondo i movimenti ambientalisti il 15 % del patrimonio idrico mondiale risulta contaminato. La Cina è al primo posto nell’inquinamento dei corsi d’acqua (il 40% dei propri fiumi e laghi risulterebbe essere in gravi condizioni di tossicità).

• Fonte: Greenpeace

Suolo

• Tra il 75 e l’83% della terra emersa risulta trasformata dall’attività umana

• Acqua di mari e oceani e fondali hanno subito alterazioni nella misura del 41%

• Oltre il 50% delle risorse idriche dolci sono utilizzate per attività umane

• Fonte: Ellis e Ramankutti, 2007

Emissioni

Fifth Assessment Report 2013 -Intergovernment Panel on Climate Change

(IPCC):

La concentrazione di CO2 in atmosfera non è mai stata così

alta da 800mila anni, nel 2013 ha infatti toccato i 400 ppm, una crescita del 40% dall’epoca pre-industriale causata soprattutto dai combustibili fossili.

• Resistenza: capacità di resistere ai danni provocati da cause esterne (es: incendio).

• Resilienza: capacità di tornare allo stato iniziale (pre-incendio), di ripristinare l’omeostasi, termine che indica la condizione dinamica che spinge l’ecosistema all’equilibrio

• 10.000 anni fa si calcola che gli uomini fossero tra i 2 e i 20 milioni

• Nell’anno 1d.C. tra 170 a 330 milioni

• Nel 1650 tra i 500 e 600 milioni

• Nel 1804 1 miliardo

• 1927 2 miliardi

• 1960 3 miliardi

• 1987 5 miliardi

• 1999 6 miliardi

• 2011 7 miliardi

La terra raggiungerà nel 2050 i 9 miliardi di abitanti

4. Senza una gestione sostenibile delle risorse non c’è futuro

Le conseguenze:

– Riduzione spazio vivibile,

– Riduzione delle risorse di acqua e materie prime disponibili,

– Incremento dei consumi in generale e dei consumi di combustibili fossili (annualmente immettiamo nell’atmosfera 7 mild.di tonn di carbonio)

– incremento produzione di scarti

– Incremento di emissioni in atmosfera e acqua

Sul piano sociale:

– Incremento povertà

– Tensioni politiche per il controllo delle risorse (guerra)

• Entro il 2030 si prevede vi saranno 3 miliardi di consumatori aggiuntivi appartenenti alla classe media con una conseguente crescita della domanda di risorse.

• Nel 2011 si è registrato un incremento del 147% dei prezzi delle commodities rispetto al 2000.

Fonte: studio di McKinsey (Towards Circula Economy) 2013

+ consumi = + lavoro, ma anche + rifiuti, + materie prime, + acqua, + energia

I consumi nei mercati emergenti supereranno i 30 mila miliardi di dollari/anno nel 2025, una crescita rilevante se si pensa che nel 2010 erano stimati in 12 mila miliardi.

• 2000 58 miliardi di tonnellate

• 2015 105 miliardi di tonnellate

• 2030 162 miliardi di tonnellate

Consumi materie prime, fonte: Seri, – Sustainable Europe Research Institute

• Ogni giorno consumiamo circa 80 milioni di barili di petrolio

( dato: 2008)

Consumo di materie prime

Rifiuti

In media, ogni cittadino dell’UE consuma 16–17 tonnellate di

materiali l’anno, una cifra che sale a 40–50 tonnellate a persona se si considerano i materiali inutilizzati (sfidi di lavorazione, parti del materiale non utilizzabili etc.)

Obiettivi UE:

Riciclare il 70% dei rifiuti urbani e l'80% degli imballaggi entro il 2030, stop alla discarica per i materiali riciclabili entro il 2025 e riduzione del 30% dei rifiuti alimentari.

Nuovi posti di lavoro previsti: 580mila.

• Non si può prescindere dai limiti oggettivi del pianeta

• Qualsiasi ragionamento si faccia sui modelli economici ne deve tenere conto

• L’ecologia è una priorità della politica globale

• Il sistema industriale è pienamente coinvolto in questa riflessione

Non solo dati quantitativi, è la qualità dello sviluppo al centro del dibattito

1. Come misurare il grado di benessere?

2. E’ ancora legittimo parlare di sviluppo?

3. Quali misure può/deve assumere il sistema economico per far coesistere esigenze economiche e equilibrio ambientale?

4. Può il sistema economico essere socialmente etico?

Sostenibilità e competitività

• L’economia deve misurarsi con una nuova scommessa: consentire l’accesso al benessere a numeri crescenti di popolazione mondiale

• Le imprese che riescono a rispondere a queste nuove esigenze globali hanno un vantaggio competitivo

In questo corso studieremo questa possibilità usando il comparto della moda come area esemplificativa

Sostenibilità come miglioramento continuo

Vantaggi percepibili per l’ambiente

Riduzione impatto ambientale processi

Sicurezza ambiente e prodotto

Analisi ciclo di vita del prodotto Eco design

Valore condiviso

Coinvolgimento RU e fornitori

Responsabilità sociale

Beneficenza, solidarietà

Filiere /territori sostenibili

Certificazioni

Perché la moda?

• Perché la filiera della moda coinvolge l’agricoltura, la chimica, i processi di trasformazione, la distribuzione

• Perché la moda è per definizione “non sostenibile”

• Perché ogni giorno l’industria della moda produce milioni di capi

Il corso Competitività e Sostenibilità

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20

Intro

du

zion

e

Definizioni Scenari La teoria della sostenibilità applicata ai sistemi economici

Strumenti Metodologie di valutazione dell’impatto ambientale nell’industria Interventi correttivi.

La filiera della moda Caratteristiche, criticità, interventi

riciclo

riciclo

Visita ad

un

’aziend

a

Caso

aziend

ale