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Appunti di Omeopatia a cura del Dott. Gino Santini Istituto di Medicina Naturale Scuola Italiana di Naturopatia Appunti di Omeopatia Con elementi di metodologia omeopatica costituzionale Cenni storici I caposaldi dell’omeopatia Storia dello Studio delle Costituzioni umane Le forze energetiche fisiopatologiche Le costituzioni secondo il principio embriologico Il farmaco omeopatico Capitoli scelti dal volume “Omeopatia Costituzionale” di Antonio Santini A cura del Dott. Gino Santini Istituto di Medicina Naturale 1 www.istitutomedicinaturale.it

Dispensa Di Omeopatia

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Appunti di Omeopatiaa cura del Dott. Gino Santini

Istituto di Medicina NaturaleScuola Italiana di Naturopatia

Appunti di OmeopatiaCon elementi di metodologia omeopatica costituzionale

• Cenni storici

• I caposaldi dell’omeopatia

• Storia dello Studio delle Costituzioni umane

• Le forze energetiche fisiopatologiche

• Le costituzioni secondo il principio embriologico

• Il farmaco omeopatico

Capitoli scelti dal volume “Omeopatia Costituzionale”di Antonio Santini

A cura del Dott. Gino Santini

Istituto di Medicina Naturale 1 www.istitutomedicinaturale.it

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Cenni storici

1Gli uomini di genio sono meteore destinate a bruciareper illuminare il loro secolo

Napoleone

ristian Samuel Hahnemann nacque il 10 aprile 1755 a Messen, in Sassonia, da un pittore di porcellane di nome Cristiano Goffredo e da Giovanna Spiess. Dice uno storico della vita di

Hahnemann: "La fortuna non entrò mai con borse d'oro e d'argento nella casadegli Hahnemann; vi entrò però con la Natura, generando il futuro maestrodell'omeopatia".

Ancora fanciullo, in casa ed a scuola Hahnemann si mostrò serio,meditativo e volenteroso. In Hahnemann fin da ragazzo si notava ladisposizione alla ricerca di intraprendere ed operare su cose che altriabitualmente non pensavano ne' avevano il coraggio di effettuare. Questatendenza si manifesterà nella sua completezza, nella sua irruenza e nella suaforza, quando intraprenderà gli studi di medicina e si accingerà ad attuare undisegno che sembrava prestabilito fin dall'inizio. Studiosissimo, avido diletture ed intelligentissimo, all'età di quattordici anni insegnava ai suoicondiscepoli (a volte anche dalla cattedra) la lingua greca. L'attitudine per lelingue di Hahnemann fu straordinaria, un vero dono divino: a venticinqueanni conosceva greco, latino, italiano, spagnolo, francese, inglese, arabo edebraico. La storia ci tramanda che Hahnemann iniziò gli studi di medicina conventi talleri in tasca, ma con la mente piena di ben precise cognizioni,volontà e validi propositi. Da Lipsia passò a Vienna, dove puntavano a queltempo tutti gli sguardi medici d'Europa ed ebbe nel Quarin, medicodell'imperatrice Teresa d'Austria, il maestro più grande. Si laureò il 10 agostodel 1779.

La vita di Hahnemann, negli anni che seguirono la sua laurea, non fuche un continuo peregrinare fra le varie università ed ospedali della Germania,desideroso di apprendere sempre più; per questo motivo arrivò a conoscereuomini eminenti e clinici famosi che lo sostennero e lo aiutarono nelcompletamento degli studi. In breve tempo divenne famoso, un medico digran nome, con lauti guadagni ed una sana famiglia allietata da ben undicifiglioli. Nonostante questo benessere, era tormentato da un'amarezza profondae da un senso di insoddisfazione. Già da tempo si era convinto che in medi-cina tutto era anarchia e confusione: opinioni infinite e discordanti, infinite

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teorie, fantasticherie che solo di nome si potevano definire scientifiche;l'azione dei medicinali era mal conosciuta; negli ospedali e nelle famiglie incui ci fossero malati, invece di entrare la speranza della guarigione e dellasalute, entravano spesso malattie su malattie e la morte. I medici del tempodi Hahnemann, quasi come oggi, vedevano nell'uomo solo una macchinasenza anima, sostenuta da forze e da leggi fisiche e chimiche. Al letto delmalato i medici perseguivano l'illusione di guarire in fretta esomministravano ai malati medicine su medicine, ignorando che per ottenerequesto scopo (o più semplicemente per soddisfare malati capricciosi ma dana-rosi), ostacolavano la natura invece di aiutarla a vincere la malattia. Questoera l'orientamento della medicina di allora, tutta volta al materialismo,all'empirismo eclettico ed illogico, senza considerare i sentimenti, i valorimorali e le energie vitali. Questo era il quadro medico dei tempi diHahnemann, ai primi dell'Ottocento, in verità (per molti versi) non moltodiverso da quello di oggi.

Si racconta che un giorno Hahnemann, in una penosa crisi di co-scienza, licenziò i numerosi clienti che attendevano di essere visitati nellasala d'aspetto del suo studio di Lipsia dicendo: "Andatevene, amici miei. Mi èimpossibile darvi il benessere che mi chiedete. Andatevene. Io non vogliorubare il vostro denaro!". Potremmo considerare questo avvenimento, chesegna la rottura fra Hahnemann e la medicina ufficiale del tempo, la data dinascita dell'omeopatia: siamo nel 1789. Per poter mantenere la famiglia simise a tradurre libri. Nonostante il suo nuovo lavoro, nella mente diHahnemann ronzava in continuazione l'aforisma di Ippocrate del similiasimilibus curantur; ma che cosa ciò voleva dire? Come questo si poteva rea-lizzare?

In quel tempo (siamo nel 1790) egli stava traducendo la MateriaMedica del Cullen e spesso, di fronte ai medicinali commentati dall'autore,forte della sua larga esperienza, mormorava fra se' e se': "Con questi rimedinon si guarisce! La malattia non può guarire con questi rimedi!". Il capitoloconsacrato alla china, poi, lo esasperava più di tutti. Le ipotesi escogitate daifarmacologi per spiegare l'azione del farmaco, allora tanto in voga (l'uso dellachina si era largamente diffuso dopo la guarigione della contessa di Cinchon,moglie del Viceré del Perù, nel XVIII secolo) nella cura delle febbriintermittenti erano contraddittorie poiché era stato notato un comportamentostrano del chinino; l'uso eccessivo non solo non riusciva a curare la malaria,ma addirittura ne peggiorava la sintomatologia. Inoltre era stato osservato cheil chinino, somministrato a scopo profilattico, creava febbri intermittenti, lequali si rilevavano più frequentemente fra gli stessi lavoratori addettiall'estrazione del chinino stesso.

Fu con tali premesse che Hahnemann, un bel giorno, ricevette im-provvisamente la scossa della rivelazione e gli balenò in mente un concettoimportantissimo e rivoluzionario: per potere esattamente valutare e giudicareil valore della china, la si doveva sperimentare somministrandola all'uomosano, allo scopo di controllarne gli effetti. Coraggiosamente egli cominciò adautosomministrarsi forti dosi di chinino accorgendosi che tale sostanza, la cuiproprietà riconosciuta era quella di eliminare la febbre, aveva il potere di pro-curargliela. La corteccia di china, dunque, oltre a guarire la febbre intermit-tente, possedeva anche la facoltà di produrla?

Il fatto era assolutamente nuovo negli annali della farmacologia. Eccodunque che, sotto l'effetto del chinino, l'uomo sano diviene febbricitante, conla presenza di una sintomatologia analoga a quella della febbre intermittente.Hahnemann ripeté l'esperimento più volte ed ebbe sempre la stessa risposta:il suo stato febbrile si presentava sempre non appena prendeva il chinino ecessava con l'interruzione della somministrazione del medicinale. Alcuni suoiamici, pregati da Hahnemann, fecero a loro volta la stessa prova e ne confer-marono l'esperimento. Ecco realizzarsi la legge della similitudine di Ip-

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pocrate: "I simili si guariscono con i simili: ciò che elimina la stranguria laproduce quando essa non esiste". Così Hahnemann scrisse: "Per guarire unamalattia, bisogna propinare all'individuo che ne è affetto un rimedio che gliprovocherebbe, se fosse sano, la malattia che lo affligge." L'omeopatia eracosì nata.

L'Italia fu la Nazione, naturalmente dopo la Germania, presso la qualel'omeopatia si sviluppò per prima e più rapidamente che non nel restodell'Europa. Fu precisamente nel 1825, quando l'esercito austriaco entrò aNapoli, che si cominciò a parlare di omeopatia. Il Necker, ufficiale medicoaddetto allo Stato Maggiore Tedesco, ebbe occasione di curare un colleganapoletano, il Romani il quale, una volta guarito, divenne un ferventestudioso e propagandista dell'omeopatia, trascinando con se' molti altricolleghi. Nel 1827 l'omeopatia fece la sua apparizione a Roma, da dove sipropagò a Milano e dove ebbe un rigoglioso sviluppo, anche in seguito ad unsuccesso clamoroso: il feldmaresciallo Radetzky, affetto da un tumore fun-goso dell'occhio, dopo aver tentato tutte le cure del caso e quando ormai nonv'era altro che l'intervento operatorio (che si presentava tutt'altro che privo diincognite), volle sottomettersi alle cure del Martury, allievo di Hahnemann,che in breve tempo lo guarì. Il vecchio soldato non fu avaro di elogi e diriconoscenza.

Il numero degli omeopatici italiani andò sempre più aumentando.Verso il 1830 l'Italia fu effettivamente il centro dal quale l'omeopatia siirradiò in vari paesi europei come l'Inghilterra, la Spagna e la Francia. IlRomani trasferitosi da Napoli a Londra, chiamato dal principe DoriaPamphili che aveva fissato in quei luoghi la sua residenza, divulgòl'omeopatia in Inghilterra. Il Necker, che era stato il maestro del Romani,ebbe modo di curare a Roma un ricco commerciante spagnolo, un certo M.Iriate, il quale una volta guarito (grazie anche alle cure di Hahnemann stesso,al quale era stato inviato) non ebbe più che un pensiero: quello di diffonderela dottrina omeopatica nella sua patria. In Francia, prima ancora che Hahne-mann vi andasse a vivere, l'omeopatia penetrò ad opera di un ispettoreuniversitario, il conte Guidi, di origine fiorentina, il quale, avendo avuto laventura di conoscere in Italia il Necker ed il Romani, una volta tornato inFrancia si consacrò alla divulgazione di questa dottrina e non indietreggiò ne'davanti al sacrificio della sua posizione accademica, ne' di fronte alla necessitàdi nuovi studi medici. Egli dette così un grande esempio che più tardi dovevaseguire un altro francese, il conte Henry De Boneval, che si assoggettò aprendere il titolo di "dottore" per avere il diritto di diffondere e praticare l'o-meopatia in Francia.

Tutto questo ci dimostra ampiamente lo sviluppo raggiunto in Italiadall'ideologia omeopatica, da dove poi ebbe origine la sua irradiazione verso ilresto dell'Europa, anche se lo sviluppo non andò di pari passo a quello deglialtri paesi. In medicina, come in altri settori, l'Italia è sempre custode di beniche poi non sa utilizzare! Esaminiamo ora dettagliatamente la situazione neivari stati in cui era allora divisa l'Italia, in base ai documenti ufficiali(secondo notizie desunte dal Mengozzi, medico omeopatico e professoreonorario dell'Università "La Sapienza" di Roma): questo anche perché è utilesapere che una dottrina, che oggigiorno subisce critiche non sempre fa-vorevoli, ha ricevuto in passato ampi plausi e riconoscimenti. Ciò co-stituisce un incoraggiamento ed una giusta presa di coscienza per chi siaccinge a studiare, per poi esercitarla.

Regno delle Due Sicilie - Nel 1824 un decreto del Re Ferdinando I or-dina che vengano fatte esperienze sull'Omeopatia negli ospedali militari estabilisce le modalità di esecuzione di queste esperienze. Nel 1837 un decretogovernativo ordina agli intendenti delle province di diramare l'istruzioneomeopatica sul colera perché utilissima in quella calamità. Nel 1842 un

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decreto del Re accorda alla Società Omeopatica di Palermo gli stessi dirittispettanti alle Società Scientifiche. Con un decreto del 1844 vengonoapprovati gli statuti della Accademia Omeopatica di Palermo ordinandone lastampa e (con decreto dello stesso anno) vengono approvati gli statuti dellaScuola Omeopatica di Palermo. Con un reale Rescritto del 1855 Sua Maestàil Re, essendogli stata presentata una domanda dal Rubini, medico omeo-patico, permetteva al medesimo la stampa della sua statistica sui casi di cole-ra perché "l'umanità sofferente fosse consapevole del grande vantaggio che sipuò ricavare dall'omeopatia in tale calamità".

Stati sardi - Nel 1838 Sua Maestà Carlo Alberto ordinò che si rispettassela libertà scientifica dei medici omeopatici e difese la nuova dottrina contro lepersecuzioni dei medici, lasciando scritte le seguenti parole: "Se assurda saràl'omeopatia, cadrà da se stessa, come fecero tanti altri sistemi, ma se cosa dibuono in se' contiene, mi guardi il cielo che io ne voglia privare i miei carisudditi". Nel 1839 Carlo Alberto ordinava l'istituzione di una farmaciaesclusivamente omeopatica in Torino, autorizzando i medici omeopatici apreparare ed a distribuire i medicamenti ai loro infermi; nello stesso anno unaltro decreto reale autorizzava i farmacisti a preparare ed a vendere i prodottiomeopatici. Nel 1854 una circolare del ministero dell'interno ordinava "didoversi le spezie omeopatiche sottoporre alle medesime disposizioni dellefarmacie allopatiche". Nel periodo che va dal 1839 al 1843 e fino al 1846,una serie di decreti speciali approvavano la tariffa dei medicinali omeopaticiredatta dal collegio medico di Torino ed obbligava i farmacisti a tenere taliprodotti. Nell'anno 1857 Vittorio Emanuele II concorreva alla sottoscrizione,aperta sotto gli auspici dell'Augusta Imperatrice di Russia, a favore dell'istitu-to omeopatico nella città di Nizza, allora sotto la giurisdizione del Regno diPiemonte.

Stato Pontificio - Nel 1841 il papa Gregorio XVI autorizza i medici o-meopatici ad esercitare l'omeopatia negli stati romani. Nel 1842 il Papa,dopo essersi fatto informare del modo di preparazione dei medicamentiomeopatici, accordava ai medici omeopatici la facoltà di poterli essi stessidistribuire ai loro infermi. Nel 1856, viene approvato un decreto ministerialeche ordina la fondazione delle farmacie esclusivamente omeopatiche in Romae nelle province. Infine, nel 1855 papa Pio IX decora con l'ordine di S.Silvestro il conte dei Guidi, introduttore dell'omeopatia in Francia.

Regno Lombardo-Veneto - Nel 1847 viene proclamata a Milano la Rea-le Ordinanza sulle regole da osservare nell'esercizio del metodo omeopatico.

Ducato di Parma - Nel 1853 viene proclamato un decreto che ordinal'apertura di ospedali omeopatici per il ricovero dei colerosi. Inoltreappartengono a quell'epoca ordinanze varie per il libero eserciziodell'omeopatia nel ducato.

Granducato di Toscana - Nel 1854 viene emanato un decreto ministerialeche ordina l'apertura di farmacie omeopatiche a Firenze. Nell'anno 1855 siregistra una favorevole accoglienza sovrana per l'apertura di una clinicaomeopatica a vantaggio dei colerosi poveri. Infine, nel 1856 si ha notizia diuno speciale consenso per la fondazione dell'istituto di beneficenza deldispensario omeopatico toscano di Firenze sotto la presidenza di vari nobilitoscani e sotto la direzione del Mengozzi.

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Istituto di Medicina Naturale

Scuola Italiana di Naturopatia

I caposaldidell'omeopatia

2Quando si studia un'arte il cui scopo è salvare la vita,rifiutarsi di apprenderla è un delitto.

C.S. Hahnemann

a dottrina omeopatica poggia su quattro caposaldi fondamenta li: lo studio dell'uomo visto nella sua costituzione intesa come unità psicofisica dinamico-umorale e diatesica; lo studio della

malattia inserita ed interpretata nel contesto della legge della similitudine;l'impiego del farmaco individualizzato, nel senso che ogni malato effettua lapropria malattia ed ha bisogno del proprio farmaco; l'impiego del farmaco indosi infinitesimali dinamizzate, cioè un farmaco che utilizza il potenzialeenergetico del bioelemento che lo compone e che non ha più materia.

Il primo caposaldo consiste nello "studio dell'uomo visto nella suacostituzione intesa come unità psicofisica, dinamico-umorale e diatesica".Poiché questo studio implica un esame dettagliato ed ampio dell'evoluzionestorica della dottrina delle costituzioni umane, dalle interpretazioniantropometriche del passato a quelle dinamiche moderne, per poterlo metterein diretta correlazione con l'omeopatia preferiamo esporlo dopo averecommentato gli altri caposaldi, dedicandogli il capitolo successivo. Lo stessodicasi per il quarto caposaldo, spiegato e commentato nel capitolo sette diquesto volume.

Il secondo caposaldo afferma che un elemento fondamentale delladottrina omeopatica è lo studio della malattia vista nel contesto della leggedella similitudine. Questa legge, enunciata da Ippocrate, influenzò tutto ilmondo scientifico dell'antichità fino a Galeno ed è sintetizzabile nellaseguente maniera: ogni bioelemento, somministrato a dosi ripetute ecrescenti nell'uomo sano, crea uno stato di sofferenza e di reazioni che pos-

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sono essere rimosse solo con l'uso dello stesso bioelemento adoperato in dosisempre più piccole, fino alle dosi infinitesimali.

Un farmaco cura, cioè, ciò che è capace di procurare. A riprova di ciò,abbiamo visto che Hahnemann, prima di accettare questa legge e porla comebase del pensiero medico omeopatico, la sperimentò su se' stesso adoperandoil chinino.

Un altro episodio che attesta la veridicità della legge della similitudinee che cadde sotto l'osservazione di Hahnemann fu quando uno studente dellafacoltà di teologia ricorse alle sue cure perché affetto da una secrezioneuretrale che non riusciva a guarire in nessuna maniera. Esclusa ognipossibilità di infezione di carattere venereo, Hahnemann venne a sapere che lostudente aveva l'abitudine, studiando e passeggiando in giardino, di masticarele foglie di una pianta ornamentale di cedro bianco nota con il nome di Thuyaoccidentalis. Resosi conto di ciò, Hahnemann si procurò una soluzione moltodiluita di queste foglie (in pratica diminuì la dose della Thuya occidentalis chelo studente ingeriva con la continua masticazione delle foglie) e gliela fecebere: la secrezione sparì. Ecco quindi che la Thuya, assorbita dallo studente inun dosaggio piuttosto elevato per la continuità della masticazione, una voltadiluita (e quindi ridotta nel suo dosaggio) aveva fatto cessare la secrezioneuretrale che aveva causato.

La validità della legge della similitudine è stata evidenziata anche damolti studiosi in epoca più vicina a noi. In Germania lo Schultz, docente difarmacologia, dimostrò con esperienze rimaste classiche che le sostanzetossiche sono suscettibili di provocare reazioni inverse, dalla dose forte allabassa, e concluse: "Ogni eccitazione provoca su una cellula un aumento ouna diminuzione della sua funzione fisiologica, in rapporto con l'intensitàdell'eccitazione". Arnodt, fisiologo tedesco, constatò che "mentre piccoleeccitazioni provocano l'attività vitale, le eccitazioni medie la aumentano equelle fortissime la aboliscono". Il fisiologo Brown-Sequard, in una confe-renza all'Accademia delle Scienze, sosteneva che "le eccitazioni moderate diun elemento nervoso provocano un'esaltazione delle funzioni, mentre un'ec-citazione forte le abolisce". Un altro fisiologo, Claude Bernard, in una lezionesugli anestetici, comunicava alcune sue osservazioni sostenendo che "ognisostanza che a piccole dosi eccita le proprietà e le funzioni di un elementoanatomico, le annienta a forti dosi". Comportamenti simili sono stati notatidalla farmacologia a carico di diversi farmaci ed anche a carico degli ormoni,per cui si può concludere che la legge del similia similibus curantur diIppocrate, sperimentata da Hahnemann e dai suoi discepoli su loro stessi (cheforma la materia medica che noi studiamo) non è altro che la legge bifasicariconosciuta dalla moderna biochimica: ogni bioelemento ha la possibilità diesplicare due azioni opposte in rapporto alla sua concentrazione. Quindi,l'aforisma di Ippocrate: "Dal simile ha origine la malattia e per mezzo delsimile si guarisce" può essere considerata una realtà scientificamentedimostrata. In ogni caso, il mondo medico antico era ossequiente alla leggedella similitudine più per la veridicità dei fatti che per una dimostrazione oper un ragionamento scientifico che allora non poteva esistere.

Nella vita dei santi Giovanni e Ciro si parla del miracolo avvenuto inAlessandria d'Egitto a favore di Teodoro, il quale era stato avvelenato conveleno di vipera ed aveva sofferenze intestinali con grande prostrazione. I duesanti vennero in visione a Teodoro e gli ordinarono di mangiare unascolopendra: così fece e guarì. Anche Omero descrive una guarigioneavvenuta secondo i principi della legge della similitudine: quando i Greciinvasero il suo territorio, re Teleforo fu ferito alla coscia sinistra dalla lanciadi Achille, ferita che non riusciva a cicatrizzare. L'oracolo di Apollosentenziò: "Chi inferse la ferita la può guarire". Fu messa sulla ferita un poco

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di limatura della lancia di Achille e la ferità guarì. Nel poema sanscritoSringara Tilak si legge: "E' stato detto fin dai tempi più antichi del mondoche il veleno distrugge il veleno". In alcune campagne italiane si cura la ver-minosi dei bambini mettendo nella minestra gli stessi ossiuri. E la vac-cinoterapia e la sieroterapia cosa sono se non l'applicazione pratica della leggedella similitudine?

Il terzo caposaldo afferma che, così come esiste la variabilità in-dividuale e quella della malattia, vi deve essere anche la variabilità dellaterapia: quest'ultima è intimamente collegata con la variabilità fisiologicadell'individuo che reagisce in loco (ossia nel punto in cui la sofferenza siverifica) e dalla variabilità fisiologica di tutte le altre parti dell'organismo chenon sono state colpite dal processo morboso ma che, per il consenso uni-versale di tutte le parti, entrano anche esse in sofferenza. Per questo motivo latipicità dei quadri morbosi si altera e si deforma. Infatti la patologia specialemedica, che offre quadri nosologici della malattia, è costretta ad elencare levarianti della malattia e creare sottotipi di malattia che si arricchiscono sem-pre più di caratteristiche fino a conferire loro una specie di autonomia, comese fossero altrettante entità morbose a se' stanti. Dice il Viola: "Prendiamocome esempio le due forme di epatite cronica: il tipo Laennec ascitogeno ed iltipo Hannot itterogeno. Si sono scoperte numerose forme intermedie dicirrosi Laennec (ipertrofica con ascite, ipertrofica senza ascite, ipertroficamaligna con ascite, atrofica senza ascite) e numerose forme intermedie dicirrosi Hannot (la biliare ipersplenomegalica, la microsplenica, l'atroficabiliare)". E così per tante altre malattie. Ciò significa che la malattia subiscemanifestazioni varie in relazione alle reattività individuali. Per cui ogni mala-to svolge la sua malattia, per cui ad ogni malattia individuale deve corrispon-dere una terapia altrettanto individuale. L'omeopatia da questa certezza clinicaenuncia il terzo caposaldo della sua dottrina: l'individualizzazione del farmaco.

Di fronte ad un agente perturbatore che crea la malattia, l'organismoreagisce con una serie di disturbi e di sintomi classici della malattia, i quali siritrovano grosso modo in tutti i soggetti che presentano tale malattia: maaccanto a queste reazioni ve ne sono altre particolari, caratteristiche edindividuali che non dipendono dall'azione dell'elemento perturbatore, marappresentano la capacità e la maniera di reagire del singolo individuo inrelazione al proprio terreno costituzionale. Sono questi sintomi particolariche il medico omeopatico deve ricercare sia a livello organico, sia a livellofunzionale, sia a livello psichico. C'è sempre in ogni malattia (come dice ilViola), per il consenso delle parti, la compartecipazione di questi tre settori.Pertanto la malattia dipenderà, ovviamente, dall'elemento perturbatore, mauna volta instauratasi diventa biologicamente un fatto personale.

Prendiamo come esempio l'ulcera duodenale. Da una parte possiamoavere un soggetto che, oltre ai sintomi classici dell'ulcera, presenta doloripungenti, una distensione gastrica ed addominale enorme dopo mangiato, coneruttazioni brucianti che danno un sollievo momentaneo; le nausee sonopermanenti; il paziente ha bisogno di vomitare ma non vi riesce, nonostantecerchi di farlo con sforzi enormi, ed ha continui rigurgiti; la lingua è rossa,specialmente in punta. Come segni particolari abbiamo un grande desiderio dizuccheri e di dolciumi che però peggiorano le condizioni digestive, le qualisono la causa di una diarrea verdastra con gas brucianti e fetidi: Argentumnitricum è il suo medicinale personale. Dall'altra parte può presentarsi unsoggetto presso il quale prevalgono i bruciori. Essi appaiono siaall'epigastrio che al faringe, oppure sono alternanti. Il dolore epigastrico siirradia al dorso e migliora se il paziente si piega all'indietro; il pazientepresenta grandi eruttazioni ma per lo più a stomaco vuoto o dopo averebevuto acqua, anche se detesta bere perché tale atto peggiora la situazione

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digestiva, aumenta il bruciore, aumenta le eruttazioni e determina il vomito;il paziente desidera però il vino. Fra i segni particolari ricordiamo il gustometallico in bocca ed i dolori gastrici che si alternano con nevralgie alla testa:Bismutum metallicum è il suo medicinale personale. Ancora, è possibileincontrare un soggetto con dolori accompagnati da un'intensa acidità e che siirradiano verso l'ipocondrio sinistro e verso le spalle; dopo ogni pasto ilpaziente è preso da vomiti acidi con mucosità giallastra, vischiosa e filante; ilpaziente ha un forte desiderio di birra che non digerisce: Kalium bichromicumè il suo medicinale. Infine, il soggetto può presentare i soliti dolori ebruciori, ma con la caratteristica di migliorare in seguito ad applicazioni caldeo bevendo liquidi tiepidi o caldi; il paziente ha disgusto alla vista dei cibi; hasete, ma non appena beve vomita; presenta episodi diarroici con fecifortemente irritanti e con un fastidioso bruciore all'ano, che migliora conapplicazioni calde; queste diarree astenizzano sproporzionatamente; il pazienteè depresso, ansioso, crede di essere grave ed ha paura di morire: Arsenicumalbum è il suo medicinale.

Prendiamo in considerazione anche una malattia acuta: la classica in-fluenza. Il paziente generalmente presenta febbre alta, fauci arrossate, dolorimuscolari ed articolari; insomma tutto quell'insieme sintomatologicocaratteristico dell'influenza. Però, se osserviamo attentamente più soggettiche hanno l'influenza, possiamo notare che ognuno di essi presenta una o piùcaratteristiche personali. C'è quello per esempio che ha i doloriprincipalmente a livello delle gambe e dei globi oculari, dolori chepeggiorano non appena si muove, per cui vediamo che il paziente tende arestare immobile ed evitare ogni movimento; ha una sete intensa,specialmente nella fase di brividore, ma non può bere perché vomita subito.Un altro paziente invece ha dolori non così circoscritti come il precedente, maad andamento diffuso: tutto il corpo è dolente con dolori piuttosto acuti,piccanti che lo costringono a stare immobile, perché il più piccolo movimen-to peggiora la situazione; ha una sete inestinguibile che lo costringe a beregrandi sorsi d'acqua che non vomita (al contrario del caso precedente). Eccoche ha dei sintomi particolari, non inerenti alla malattia e differenti tuttaviadal primo caso. Un altro biotipo può presentare l'influenza con la solitafebbre ed i soliti dolori muscolari, i quali dolori non peggiorano con ilmovimento come nei casi precedenti, ma anzi migliorano; il paziente ècontinuamente agitato ed ha bisogno di muoversi frequentemente (perché conil movimento allevia un poco i dolori). Ed infatti questi dolori peggiorano lanotte, dopo mezzanotte, perché durante le ore notturne è stato molto immo-bile: quindi ha una sintomatologia diversa dagli altri due e che non ha nessunrapporto di dipendenza con l'influenza in senso generale. Questi tre soggettireagiscono di fronte ad una stessa causa di malattia con reazioni personali,collegate alla propria costituzione. Questi tre soggetti hanno bisogno dimedicinali diversi: Eupatorium perfoliatum, Bryonia alba e Rhustoxicodendron.

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Storia dello studiodelle costituzioni umane

3Viviamo tutti sotto lo stesso cielo,ma non abbiamo tutti gli stessi orizzonti.

Konrad Adenauer

a dottrina omeopatica può essere studiata mediante l'ausilio di varie metodiche perché può essere vista da diversi punti di vi- sta, pur rimanendo una nella sua essenza: si può analizzare e

sintetizzare unicamente la totalità dei sintomi con i metodi classici dellarepertorizzazione, per cercare di stabilire quali sono i sintomi caratteristici epersonali e giungere in tal modo all'individualizzazione farmacologica; oppuresi può scomporre la sintomatologia nelle varie individualità psicofisiche dacui essa risulta formata, per cercare di precisare e conoscere non solo ilfarmaco del momento patologico, ma anche gli elementi che compongono lebasi delle costituzioni e delle prevalenze costituzionali, e così via.

La sostanza vivente ha una struttura oltremodo complicata che risultada quelle che Hahnemann chiamava le aggregazioni costitutive (gli odierniatomi) le quali, pur mantenendosi con estrema tenacità aderenti ad equilibriben definiti per formare il cosiddetto autogoverno (altrimenti vi sarebbe lamorte dell'individuo), hanno tuttavia la tendenza a variare in continuimovimenti e spostamenti degli equilibri biofisici per cercare di opporsi alladisfunzione (la malattia). Dominando quindi un momento patologico con unfarmaco corrispondente ad uno spostamento transitorio di tali equilibri, è daritenersi utile la somministrazione (per completare l'efficacia terapeutica insenso clinico e biologico) di un farmaco legato al proprio terreno e che siacapace di trasmettere l'energia necessaria per ricostruire più a fondol'autogoverno. Ed è questa l'impostazione che la terapeutica omeopatica in

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senso costituzionalistico cerca di realizzare, con la piena convinzione di nondeclassare i principi di Hahnemann ma di esaltarli e completarli, offrendo lorola conoscenza più aggiornata di quei terreni di cui Hahnemann avvertì l'im-portanza ma che non poteva conoscere nella loro completezza.

E' bene precisare che il concetto di costituzione (o, come sostenevaHahnemann, di terreno) non si limita a comprendere la patologia o lafisiopatologia, ma si allarga all'anatomia, alla fisiologia, alneuroendocrinismo ed allo psichismo nelle loro espressioni pure, semplici edindividuali (pertanto cominciamo a parlare di costituzione individuale).Queste note individuali non avrebbero grande importanza e non susciterebberoalcun apprezzamento se non contribuissero in maniera determinante allaconoscenza delle predisposizioni alle malattie prima della loro insorgenza, inun momento quindi in cui domina ancora lo stato fisiologico della salute.Tale latenza morbosa è strettamente individuale e quando si manifesterà andràa determinare, con le proprie reazioni personali, la variabilità patologica dellamalattia. Questo rappresenta uno dei cardini fondamentali della dottrinaomeopatica sotto il profilo farmacologico: l'individualizzazione del farmaco.Ecco quindi un'intima correlazione fra omeopatia e costituzione. Si leggenello Schiassi che "la dottrina delle costituzioni individuali ben difficilmentepuò essere portata sul terreno pratico della medicina interna perché rimane piùintuitiva che scientifica". Tale affermazione è sostenuta a ragione perché lapatologia, pur valutando la variabilità della malattia, non ha alcun riscontropratico nella farmacologia tradizionale, in quanto non offre farmaci altrettantoindividuali (legati cioè al malato), ma farmaci standard uguali per tutti,orientati esclusivamente verso la malattia. L'omeopatia, di contro, offrendofarmaci personali e sperimentati sull'uomo, non solo realizza la praticità delladottrina delle costituzioni, sollevandola dalla concezione semplicementeintuitiva, ma le dona l'aspetto della scientificità e convalida l'intimo rapportofra farmaco e terreno. Osiamo affermare quindi che, per merito della spe-rimentazione omeopatica, lo studio delle costituzioni si può definire "scienzadelle costituzioni individuali". Riteniamo inoltre che sia importante notarecome già Hahnemann avesse intuito l'intimo rapporto tra farmaco e terreno:egli sosteneva infatti che "perché la sperimentazione omeopatica potesse dareun valido totale e completo risultato, era necessario che il soggetto fossesensibilizzato a quel farmaco". Questa espressione crediamo possa essereinterpretata con la necessità che un farmaco, per esprimere la sua totaleazione, deve agire su un terreno che gli è congeniale, su un terreno che è suoed al quale appartiene.

Fin dall'antichità è stata sentita la necessità di riunire in gruppi i tipiumani in rapporto alle caratteristiche che li differenziavano fra loro, permeglio conoscerli nelle loro evoluzioni normali e nelle loro deviazioni. Sipuò dire che fin dalle origini, il pensiero umano sia stato rivolto: allaconoscenza del macrocosmo (di questo misterioso infinito che ci dà la vita eda cui dipendiamo), alla conoscenza della natura che ci circonda, ed allaconoscenza dell'uomo come organismo e come unità vivente. Anche se ilconcetto di costituzione può essere rintracciato nelle considerazioni delleantiche scuole greche ed italiche ancor prima di Pitagora, bisogna riportarci algrande Ippocrate di Coo per assistere alla nascita di un pensiero medico checerchi di raggruppare e classificare i tipi umani in base alle loro caratteristichesimili. Ippocrate, profondissimo ricercatore ed acuto osservatore, consideròl'uomo come parte indissolubile del cosmo ed osservò che ai quattro elementifondamentali del macrocosmo (terra, acqua, aria e fuoco) corrispondevanonell'uomo quattro elementi fondamentali (linfa, sangue, bile gialla e bilenera), elementi che, giustamente combinati, davano origine al perfettotemperamento individuale, mentre predominando uno sull'altro originavano

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quattro temperamenti: il linfatico, il sanguigno, il bilioso (collerico) e l'atra-biliare (il malinconico), temperamenti con caratteristiche particolari, conevoluzioni particolari e con tendenze fisiologiche e patologiche peculiari. Daqueste origini così brillanti del pensiero medico, nella concezionedell'importanza delle costituzioni e nel loro studio, la medicina per un lungotempo si orientò verso nuove ricerche.

Si ebbe successivamente un lungo periodo di stasi e bisognava giun-gere alla scuola salernitana, al Rinascimento, alla scuola di Montpellier, perassistere ad una feconda rinnovazione del pensiero medico nel campo dellostudio delle costituzioni. Il De Giovanni in Italia e il Sigaud in Franciaripresero lo studio delle costituzioni, poiché ritennero molto importante inmedicina l'elemento costituzionale. Iniziarono quindi a sorgere varie scuolenelle quali gli studiosi si prefiggevano l'intento di dare una denominazioneallo studio dei terreni umani, di definirli, di interpretarli e di classificarli. Siparlò di medicina morfologica, di biologia della persona umana (Brush), dibiologia umana differenziale (Laignel Lavastine), di medicina costituzio-nalistica (Viola), di biontologia (Berardinelli) e di siziologia (Hess), fino agiungere ai termini più appropriati (perché meglio sintetizzano e chiarisconol'individuo nelle sue caratteristiche fondamentali biologiche) di antropologiadifferenziale con il Joannes, e ancor più di antropologia costituzionalisticacon il Barbara e di biotipologia umana con il Pende. Con il progredire dellascienza e con il progresso della fisiologia, della patologia, dellasperimentazione, delle conquiste della batteriologia, dell'embriologia edell'endocrinologia, l'antica dottrina delle costituzioni venne considerata supe-rata. Per lungo tempo i vari studiosi del problema della costituzione nonriuscirono a sintetizzare ed a precisare il concetto, che oscillò per moltotempo fra due estremi: da una parte si ritrovavano gli autori che facevanodella costituzione una caratteristica statica (per loro infatti la costituzione eral'insieme delle caratteristiche organiche proprie di un individuo e determinantiil grado di forza fisica), dall'altro lato si schieravano gli autori che davano allacostituzione una caratteristica dinamica, poiché valorizzavano l'energia fun-zionale.

Nuove classificazioni cominciarono a sorgere nel 1500 con Telesio enel 1600 con il Bufalini, ma un grande impulso lo ebbero nell'800 conBeneke, patologo di Marburg, e con il francese Thomas, ma sempre concriteri anatomo-morfologici. Anche se questo avvio di osservazioni cifornivano dati storici collegati a segmenti corporei, tuttavia possedevano giàl'embrione della legge delle correlazioni in quanto era stato osservato chedeviando alcuni segmenti corporei si modificavano funzioni e malattie. Fu ilfrancese Leon Restand che prese in considerazione il criterio funzionale, oltrea quello morfologico, e distinse infatti i tipi in cerebrale, respiratorio,digestivo, genitale e muscolare. Bisognava però giungere alla fine del 1800 eall'inizio del 1900 per avere l'inserimento della fisiologia come elemento de-terminante nello studio delle costituzioni con il francese Claude Sigaud, ilquale, prendendo l'avvio dal convincimento che l'essere umano risultadall'associazione di quattro grandi sistemi anatomici funzionali (il sistemabroncopolmonare, il sistema gastrointestinale, il sistema muscolo-articolarecon il suo rivestimento cutaneo ed il sistema cerebrospinale) a seconda dellapreponderanza funzionale dell'uno sugli altri, distinse quattro tipi: il tipodigestivo, il tipo respiratorio, il tipo muscolare ed il tipo cerebrale. Daosservare che il Sigaud, nella determinazione di queste preponderanze, attribuìgrande importanza ai fattori ambientali, più esattamente al fattore atmosferico(che sollecita le reazioni respiratorie), al fattore alimentare (che sollecita lereazioni digestive), al fattore fisico (che sollecita le reazioni muscolari) ed alfattore sociale (che sollecita le funzioni cerebrali): questo concetto è molto

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importante perché rappresenta la prima espressione di interdipendenza fral'uomo e l'ambiente che lo circonda. Questo rapporto originò a suo tempo unaltro quesito importante che si protrasse per vario tempo con considerazionidivergenti: nel termine costituzione erano da considerarsi solo i fattori ere-ditari (genotipici) o anche quelli acquisiti (paratipici)? Furono il Viola ed ilPende a precisare che i due fattori non possono essere separati in quantoelementi inscindibili ed indispensabili.

digestivo respiratorio cerebralemuscolare

Figura 1 La classificazione biotipologica seguita dal francese ClaudeSigaud.

Nella descrizione dei quattro biotipi il Sigaud dette grande importanzaai segmenti della faccia ed allo sviluppo del tronco come espressione esterna ecome concretizzazione di forze dinamiche interne. Il Sigaud divise la faccia intre parti, con delle linee trasversali che passavano orizzontalmente per laradice del naso e per l'estremità inferiore del setto nasale, determinando quattrobiotipi (figura 1): il biotipo digestivo (nella faccia prevale il segmentoinferiore, quello della bocca; il tronco è ben sviluppato di forma trapezoidale,con base inferiore a predominanza addominale); il biotipo respiratorio (nellafaccia prevale il segmento medio, con un notevole sviluppo in larghezza econ zigomi sporgenti; il tronco è molto sviluppato, di forma trapezoidale conla base in alto e le spalle molto larghe), il biotipo muscolare (la faccia èarmonica: i tre segmenti sono ugualmente sviluppati, per cui questa assumeun aspetto rettangolare) ed il biotipo cerebrale (nella faccia il segmentosuperiore è molto sviluppato in rapporto agli altri ).

Il francese Allendy, riallacciandosi al criterio morfologico-funzionaledel Sigaud, sviluppò maggiormente il criterio fisiologico, ponendo alla basedella sua classificazione le quattro funzioni fondamentali della vita:l'anabolismo, il catabolismo aerobio, il catabolismo anaerobio e leescrezioni, considerando anche che le caratteristiche delle funzioni vitali sonorappresentate dalla tonicità e dalla plasticità e, al polo opposto, dall'atonicitàe dall'aplasticità, classificò quattro tipi: l'atonico-plastico (corrispondente altemperamento linfatico di Ippocrate e al digestivo del Sigaud), in cui prevalel'anabolismo, l'abbondanza di linfa, una maggiore imbibizione d'acqua da par-te dei tessuti, l'iperleucocitosi, una certa scarsezza di globuli rossi, l'ipo-tensione, una scarsa reattività, la lentezza delle azioni, l'apatia del carattere:questo temperamento è orientato alle affezioni delle ghiandole linfatiche, dellesierose, delle mucose e della cute; le affezioni, per la scarsa reattività delsoggetto, hanno un andamento torpido. Il tonico-plastico (corrispondente alsanguigno di Ippocrate ed al respiratorio del Sigaud), in cui prevale ilcatabolismo aerobio, l'aumento dei globuli rossi e dell'emoglobina, dellafibrina e della viscosità ematica, una pressione arteriosa moderata, una buonareattività caratterizzata da una certa prontezza d'azione e da un carattere piut-tosto impulsivo: questo biotipo presenta nel suo orientamento patologicouna tendenza al reumatismo, alla gotta ed all'obesità. Il tonico-aplastico(corrispondente al bilioso di Ippocrate ed al muscolare del Sigaud), in cui

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predomina il catabolismo anaerobio, un'attività epatica molto vivace, forteproduzione di bile ed un aumento di urea nel sangue; le secrezioni sono scarseed è riscontrabile una certa tendenza all'ipertensione; la reattività è vivace, ilcarattere è energico, autoritario, collerico e vendicativo. L'atonico-aplastico(corrispondente all'atrabiliare malinconico di Ippocrate ed al cerebrale delSigaud), in cui troviamo una predominanza delle funzioni di escrezione,diminuzione dell'attività circolatoria, respiratoria, digestiva e muscolare, uncarattere tendente alla nevrosi e la tendenza all'ipercolesterolemia ed allasclerosi.

Il Corman pone la sua classificazione sotto un profilo tempera-mentale. Come possiamo ben vedere, continua l'intuizione e lo sforzo dismaterializzare lo studio delle costituzioni o comunque di metterlo inrapporto ad altre energie. Secondo questo autore è importante la maniera diagire delle forze vitali in un dato individuo, e distingue le forze vitali in forzedi espansione, tese a conquistare e ad assimilare l'ambiente e gli elementidell'ambiente e forze di conservazione, che hanno lo scopo di proteggerel'organismo da tutti gli elementi ambientali che potrebbero alterarlo odanneggiarne la struttura. Abbiamo così un temperamento di espansione, chesi sviluppa morfologicamente dilatandosi ed un temperamento di conserva-zione, che si sviluppa morfologicamente contraendosi: da questi si originanoquattro sotto-biotipi: il dilatato passivo e il dilatato attivo, il retratto cubico eil retratto estremo.

Bisogna giungere al De Giovanni (1838-1916) per avere, come diconovari autori, "una monumentale dottrina di costituzione correlazionistica" inquanto egli sostenne ed affermò che "ad una determinata forma esternacorrispondono forze interne, le quali rappresentano nel loro insieme unintimo rapporto fra forma e funzione e le varie funzioni fra di loro, per cuil'alterazione di una funzione impegna tutte le altre". Si determina e si affermala legge della correlazione, che lega le parti fra di loro e con il tutto, in virtùdella quale nessuna delle parti dell'organismo può deviare senza che le altreconsensualmente partecipino. Il tutto influisce e pesa sulla singola parte, laquale a sua volta influisce sul tutto: è il primo aggancio correlazionistico fracostituzione e clinica, poiché quelle figure dottrinali, che la scienza dellecostituzioni offre, permettono alla clinica di svolgere il suo compito diprecisare l'individuo singolo risalendo dal particolare al generale e dallamalattia al malato. Dice bene il Barbara quando afferma che "la clinica e lascienza delle costituzioni sono rami di uno stesso tronco (la biologia umana)che hanno lo stesso oggetto di studio (l'uomo), si avvalgono delle stessetecniche di esame (la semeiologia) e seguono gli stessi metodi di studio(quello induttivo-deduttivo e correlazionistico unitario)".

A questi rami noi aggiungiamo quello omeopatico, ramo che ha glistessi concetti fondamentali della clinica e della costituzione offrendo in piùla parte pratica terapeutica. Per tale motivo non è presunzione poter affermareche clinica, costituzione ed omeopatia formano un trinomio indissolubile. Enessun medico, all'infuori di noi medici omeopatici, è in grado di apprezzarela veridicità e l'importanza fondamentale delle legge delle correlazioni, inquanto confermata dall'esperimento omeopatico sull'uomo che ci forniscesempre sintomi psichici, generali e locali, con caratteristiche o modalità to-talmente personali. Però, per un'esatta prescrizione, dobbiamo constatare,tramite l'esame obiettivo, la conferma morfologica del terreno (se carbonico,sulfurico, fosforico e muriatico), in quanto devono coesistere le rispettivecaratteristiche morfologiche (vedremo in seguito quali). Se non vi è questacorrelazione vuole dire che esiste nell'interpretazione sintomatologica, che cideve condurre alla prescrizione farmacologica, qualche inesattezza. Altromerito del De Giovanni è di aver enunciato il principio che "tutto ciò che nel-

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l'individuo segna una disarmonia nella forma e nella funzione è (o può essere)fonte di morbilità". Ciò è di notevole importanza: la scienza dellecostituzioni progredisce nella sua evoluzione dinamica inserendo il concettodiatesico e cioè di orientamento patologico. Lo studio delle costituzioniappassionò e si intensificò con lo stimolare gli studiosi alla conoscenza edalla comprensione dell'uomo in tutti i suoi aspetti. Sorse vivo il desiderio dicreare immagini, prototipi, esemplari costituzionali, campioni di riferimentoa cui rivolgersi per comprendere nell'individuo ciò che era normale e ciò chesi discostava dal normale e che creava l'anormalità, tenendo sempre presentedeterminati limiti di variabilità consentiti dalla legge degli errori. A questopunto bisogna chiarire il concetto di anomalia costituzionale ed anomaliapatologica: l'anomalia designa un carattere che si discosta dal piano strutturaledel biotipo e tuttavia, pur contenendo una maggiore potenzialità patologica,purché contenuta entro i limiti concessi dalla legge degli errori, non si defi-nisce patologia ma variante di valore normale. E' ovvio allora cheun'anomalia costituzionale presenterà una maggiore labilità verso le causeperturbatrici, sia esogene che endogene, che determinano la malattia. Come sivede, anche qui si inserisce la grande importanza dell'omeopatia poiché, conla sua farmacologia energetica ed individuale, offre alla cellula lo stimolo anon cedere ed a mantenere quel suo equilibrio, anche se anomalo.

Sorsero molte scuole e molti furono gli studiosi: il Brugs, lo Straze eil Kreischmer, scuole nordamericane, sudamericane, studiosi inglesi, russi,romeni, e (non secondo a nessuno) il pensiero italiano di Viola, Castellino,Pende, Galdi, Ferrannini, Schiassi, Castaldi, Barbara e Giampalmo, semprenell'intento di potere dimostrare ed affermare che lo studio delle costituzionioffre alla clinica la possibilità di osservare il graduale passaggio del tipoumano equilibrato dallo stato di salute a quello di malattia, ed inoltre offre alclinico la possibilità di riconoscere le varie disposizioni ereditarie e costitu-zionali alle malattie e, quindi, di prevenire le malattie effettuando una terapiarazionale orientata non sulla malattia ma sull'uomo inteso come terreno chetende ad ammalarsi. Il Viola infatti all'inizio del nostro secolo scriveva: "Inostri studenti, i nostri medici contemporanei, sono totalmente digiuni delladottrina delle costituzioni. Se almeno il nome ne fosse stato bandito dallinguaggio medico! Esso ricorre ad ogni pié sospinto sulle labbra del medicopratico come sulle pagine dei nostri più classici manuali di patologiaspeciale. Se poi taluno cerca soccorso alla propria ignoranza nei trattati onelle enciclopedie, o non trova nulla o fugacissimi accenni o trova timida-mente riprodotte definizioni antiquate e vaghe, così che la mente dellostudioso stenta a penetrarne il significato".

Il Viola così definisce la costituzione: "Noi intendiamo inclusi nellaparola costituzione gli attributi insieme funzionali e morfologicidell'individualità, per cui si denomina costituzione l'insieme dei caratterimorfologici e funzionali con i quali, una parte qualsiasi dell'organismo ol'organismo tutto intero dell'individuo, si differenzia da ogni altro. Siintendono tra i caratteri morfologici i caratteri esterni e gli interni, imacroscopici e i microscopici e fra i funzionali anche i biochimici e icellulari". Sulla base di queste considerazioni, il Viola classificò lecostituzioni umane in base ad un criterio di rapporto fra sviluppo della vitavegetativa (che egli centralizzava nel tronco) e la vita di relazione (checentralizzava nello sviluppo degli arti) e, sulla base di precise misurazioni,distinse tre costituzioni: il tipo megalosplancnico, un brachitipo la cuicaratteristica è rappresentata dalla distribuzione della massa corporea più insenso orizzontale che in senso verticale; il tipo microsplancnico, unlongilineo dallo sviluppo della massa corporea più in senso verticale che oriz-zontale; il tipo normosplancnico.

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A distanza di tempo, lo stesso Viola nel concetto di costituzioneaggiunse i caratteri psichici, precisando che la persona o l'individualitàpsichica è "la speciale combinazione individuale delle varianti dei caratteripsichici, che si estrinsecano sul fondamento dei caratteri fisici che sono conessi correlati. La persona (psiche) presuppone quindi la costituzione (soma),l'una o l'altra unite formano l'individualità psicofisica inscindibile e che ha ilsuo centro unitivo e permanente nella coscienza". Il concetto di costituzionesi estende sempre più, dalla morfologia alla funzione, dalla funzione allaclinica ed alla diatesi, dalla funzione alla psiche. Ma per avere un progressodecisivo nello studio delle costituzioni umane bisogna giungere al Pende,allievo del Viola, che ebbe il merito di inserire nella tipologia umana comeelemento importante l'endocrinologia; da allora l'importanza dell'azione chegli ormoni esercitano sull'economia del nostro organismo è in continuacrescita ed ha raggiunto notevoli risultati. Dice infatti George W. Thorn che:"Le conoscenze moderne attraverso l'isolamento, la purificazione,l'identificazione e la sintesi degli ormoni ci hanno permesso di precisare chegli ormoni non instaurano nuovi eventi nella complicata biochimica deiprocessi metabolici, ma piuttosto producono i loro effetti regolando le rea-zioni chimiche ed enzimatiche già presenti e poiché gli ormoni sono presentiin numero relativamente grande, hanno eterogenee strutture chimiche e sedimultiple di azione, si può ritenere che quasi nessun evento metabolico possasfuggire alla loro azione, primaria o secondaria che sia". Si può alloraconcludere che una giusta interpretazione di ogni processo morboso oalterazione fisiologica deve tenere conto del possibile ruolo eziologico degliormoni, i quali (mediante un'aumentata o diminuita secrezione) partecipanonon solo nei processi morbosi, ma nella fisiologia, nel comportamento psi-cologico, nell'aspetto fisico e quindi nella determinazione del biotipo; a que-sto riguardo si può anche prendere in considerazione la varietà di azione dellecatecolamine sul metabolismo del cervello e sul comportamento psicologico,gli effetti degli steroidi corticali sulle reazioni infiammatorie, l'effettodell'insulina sul metabolismo del tessuto adiposo, l'importanza dell'ormonedella crescita sulla sintesi delle proteine organiche, etc.

Lo studio delle costituzioni quindi, dominato un tempo dall'aspettomorfologico e statico di misure e calcoli matematici, si arricchisce semprepiù di vitalità con lo studio del biotipo visto sotto il profilo funzionale,dinamico-umorale, neuroendocrino, caratteriologico ed intellettivo. Il Penderappresentò il biotipo individuale come una piramide. Questarappresentazione della piramide biotipologica, dice il Toulouse, è "lacoordinazione di tutte le tecniche di studio dell'individuo umano". L'individuoviene studiato da diversi punti di vista: sotto il profilo morfologico del peso(ipersomico, normosomico, iposomico), dell'altezza (longilineo, normolineo,brevilineo), della forma del viso, dell'impianto dei denti, dello sviluppo degliarti e del tono muscolare; sotto il profilo funzionale (faccia dinamico-umo-rale), comprendente l'energia funzionale, l'orientamento neurovegetativo,l'orientamento endocrino e la diatesi morbosa dominante; sotto il profilointellettivo (faccia intellettiva), comprendente la memoria; l'intelligenza, laconcentrazione mentale, l'intuizione e la logica; sotto il profilo psichico(faccia morale), comprendente i sentimenti, l'affettività, l'emotività, lavolontà e l'atteggiamento (introverso od estroverso); infine, sotto il profiloereditario. Quest'ultimo profilo, rappresentato dalla base della piramide (checomprende la genetica del biotipo), è un elemento importantissimo in virtùdella grande importanza che in questi ultimi anni ha assunto la genetica inmedicina: si è visto infatti come può essere importante il fattore genetico neldeterminismo di una malattia di cui spesso, con la compartecipazione di tuttoil terreno, esso stabilisce le varianti patologiche.

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BREVILINEO ASTENICOIpotiroideo • Ipopituitarico • Ipogenitale

Ipersurrenalico • Iperpancreatico • Ipertimico

BREVILINEO STENICOIpertiroideo • Ipergenitale • Ipercorticosurrenalico

Iperpituitarico anteriore

LONGILINEO ASTENICOIpertiroideo • Iperpinealico • Ipermedullosurrenalico

Iperpituitarico posteriore

LONGILINEO STENICOEquilibrato in tutte le sue funzioni endocrine

(lieve ipertiroidismo)

Figura 2 Il contributo endocrinologico fornito dal Pende allo studio delle co-stituzioni umane.

L'azione di un gene capace di provocare lo sviluppo di una malattiagenetica nell'interno del nostro organismo, può essere eziologicamenteconsiderato simile all'azione di un agente esterno che determina una malattiainfettiva: sono questi i due elementi perturbatori che per lo più coesistononella creazione di un fatto morboso.

E' quindi superata la concezione batteriologica di un tempo, in cui siriteneva che la malattia dipendesse da un solo fatto eziologico: la malattiaviene oggi considerata come composta da un insieme e da una concomitanzadi moltissimi fattori, fra i quali spiccano per importanza i fattori genetici.Victor McKusick sostiene infatti che "vi sono molte malattie, fra cui alcunefra le più comuni nell'uomo (ad es. l'arteriosclerosi, l'ipertensione, l'artritereumatoide, la malattia coronarica, etc.) in cui i fattori genetici ed i fattoriambientali collaborano in maniera complessa. Non si può affermare che solol'eredità, come solo la dieta ad alto valore di grassi, il fumo, particolari formedi stress o qualche altro dei presupposti fattori, ne siano da soli la causa, masemmai ne rappresentano importanti concause. E' superata la controversia diun tempo fra fattori genetici e fattori ambientali, così come quella fra natura enutrizione, poiché si ammette oggi che ambedue i fattori sono importanti".Tutti gli studiosi, italiani e stranieri che siano, della scienza delle costituzioniindividuali hanno dato un contributo tale da rendere la costituzione unelemento essenziale per comprenderla nella sua unità psicofisica, neuroendo-crina e diatesica con intimi rapporti di correlazione. Dopo tali ragionamenti,non riusciamo ancora a comprendere come ci sia difficoltà fra gli omeopaticiad accettare l'indissolubilità del binomio dottrina omeopatica e scienza dellecostituzioni individuali, dopo avere assistito al modo in cui queste dueespressioni si completano sul piano teorico e su quello pratico e terapeutico.

Ogni medico omeopatico sa, o almeno dovrebbe sapere, che unfarmaco omeopatico, per potere esprimere la sua efficacia, deve operarecontemporaneamente in quella interazione psiche-funzione-organo, che si puòrilevare con precisione solo tramite la conoscenza degli elementicostituzionali: è un'interazione farmacologica che, precisando da un lato lecaratteristiche proprie del terreno, dall'altro dona al concetto di costituzione unvalore concreto e pratico che affonda numerose radici nella realtà.

Il Pende distinse due tipi fondamentali morfologicamente considerati,il brevilineo ed il longilineo i quali, in relazione al loro aspetto dinamico-umorale (cioè al loro orientamento endocrino considerato variante normaledalla costituzione, che può diventare patologico se non mantenuto in equi-librio), si distinguono a loro volta in stenici ed astenici. Avremo così quattrobiotipi: il brevilineo astenico: ipotiroideo, ipopituitarico, ipogenitale, iper-surrenalico, iperpancreatico, ipertimico e vagolabile; il brevilineo stenico:

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ipertiroideo relativo, ipercorticosurrenalico, iperpituitarico anteriore ed iper-genitale; il longilineo astenico: iperpinealico, ipertiroideo, iperme-dullosurrenalico, iperipofisarico posteriore, ipocorticosurrenalico,ipoipofisarico anteriore, ipogonadale ed ipoparatiroideo; il longilineo stenico:equilibrato in tutte le funzioni endocrine, con una lieve tendenza ipertiroidea(figura 2). Quindi con il Pende, che aveva completato gli studi dellacostituzione con l'aggiunta della parte endocrinologica e che aveva datoun'interpretazione completa dinamica e correlazionistica alla costituzione conla interdipendenza delle quattro facce della piramide, si poteva a ragione con-siderare concluso lo studio delle costituzioni. Purtroppo rimaneva aperto an-cora un problema la cui soluzione si doveva rivelare di fondamentale impor-tanza per il progresso dell'omeopatia costituzionale: qual è l'origine di questisegni ad impronta morfologica, funzionale, endocrinologica o psichica?

Il Italia fu il Castellino il primo a rivolgere l'attenzione ai fogliettiembrionali come elementi in grado di influenzare la genesi delle costituzioni,attribuendo grande importanza soprattutto all'entoderma ed all'ectoderma. Saràil Martiny che, in un secondo tempo, effettuerà una classificazionecostituzionale da un punto di vista più strettamente embriologico, affermandoche le costituzioni si originano dai quattro foglietti primordiali embrionali:endoblasta, mesoblasta, cordoblasta ed ectoblasta. A secondo della prevalenzadi un foglietto, con la normalità ed addirittura la deficienza degli altri, avremoi quattro biotipi fondamentali: l'endoblasta, il mesoblasta, l'ectoblasta ed ilcordoblasta. A tutte queste classificazioni la dottrina omeopatica ha dato ilsuo contributo, apportando un altro elemento di classificazione: ilbiochimismo secondo Nebel e Vannier, basato sull'influenza che i tre sali dicalcio (il carbonato di calcio, il fosfato di calcio ed il fluoruro di calcio)esercitano sulla morfologia e sulla fisiologia dei soggetti: in tal modoavremo pertanto le tre costituzioni francesi: carbonica, fosforica e fluorica.

Cordoblasta EctoblastaIPER

IPO

PRO META

Mesoblasta Endoblasta

Figura 3 Il passaggio delle forze magnetiche secondo il Martiny.

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La classificazione costituzionale del Martiny, vista sotto il profiloembriologico insieme a quella del Pende ed a quella omeopatica, saranno ipunti di riferimento principali per il nostro studio: non solo quello dottrinarioma anche quello più utilmente pratico, perché nel trattare i medicinali nei lo-ro dettagli ci rifaremo sempre e principalmente a queste classificazioni. IlMartiny osservò che, nell'embriogenesi, il massimo impulso energetico disviluppo viene fornito da forze magnetiche di stimolo embriogenetico cheregolano le sottili correlazioni tra forma, funzione e psichismo. Il centro diqueste forze magnetiche, rappresentato dal diencefalo, è proiettato in un visovisto di profilo, con il centro all'altezza del condotto uditivo esterno. Se noiconsideriamo due forze magnetiche, una orizzontale ed una verticale, passantiper il foro auricolare, la testa viene divisa in quattro parti: una parte superiore(iper), una parte inferiore (ipo), una parte anteriore (pro) ed una parteposteriore (meta), come esemplificato in figura 3.

Dal canto loro, le due direttrici, chiamate meso perché dividonomedialmente la testa, forniranno così quattro settori: l'antero-superiore, checomprende l'occhio, la fronte e la parte anteriore del cranio; la postero-superiore, che comprende la scatola cranica; l'antero-inferiore, che comprendeil naso, le labbra, il mento e la parte anteriore della mandibola; la postero-in-feriore, che comprende la branca montante della mascella e l'occipite.

Ecto-EndoblastaCordo-Mesoblasta

Meso-Endoblasta

Cordo-Ectoblasta

Figura 4 Le altre due forze magnetiche del Martiny, che dividono la testa inulteriori quattro parti.

I foglietti germinativi sono così rappresentati: nella zona antero-superiore il foglietto cordoblastico, nella zona postero-superiore il fogliettoectoblastico, nella zona postero-inferiore il foglietto endoblastico e nella zonaantero-inferiore il foglietto mesoblastico. A seconda della prevalenza di un

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foglietto, con normalità o addirittura deficienza degli altri, avremo le quattrocostituzioni fondamentali: il biotipo cordoblastico, con equilibrio dei trefoglietti; il biotipo ectoblastico, con eccedenza dell'ectoblasta e deficienzadell'endoblasta e del mesoblasta; il biotipo endoblastico, con eccedenzadell'endoblasta e normalità o deficienza del mesoblasta e sempre deficienzadell'ectoblasta; il biotipo mesoblastico, con prevalenza del mesoblasta, nor-malità dell'endoblasta e deficienza dell'ectoblasta; il cordoblasta, conl'equilibrio dei tre foglietti embrionali.

Poiché il biotipo è caratterizzato dalla prevalenza di uno dei quattrofoglietti, prevarranno presso questi biotipi gli organi, le funzioni e lopsichismo degli elementi che traggono origine dal rispettivo fogliettoembrionale. Esaminiamo quindi quali sono gli organi più importanti (nontutti, onde evitare uno sforzo mnemonico poco pratico) che traggono origineda ogni foglietto: dall'endoblasta dipendono le mucose dell'apparato digerente(dalla faringe all'ano), il fegato ed il pancreas, le mucose dell'apparatorespiratorio, le tonsille ed i polmoni, il timo, la tiroide e le paratiroidi; dalmesoblasta dipendono i muscoli lisci e striati, lo scheletro e l'intero sistemaosteoarticolare, il cuore, tutti i vasi (arterie, vene, capillari e vasi linfatici), ilsangue, il reticoloendotelio, il mesenchima ed il derma, i reni, la milza, lapleura ed il peritoneo, la corticosurrenale, le gonadi, l'ipofisi anteriore;dall'ectoblasta dipendono il sistema nervoso centrale (cervello e midollospinale), sistema nervoso periferico ed il neurovegetativo (con prevalenza delsimpatico), l'epidermide e le mammelle, l'epifisi, l'ipofisi posteriore e laparte midollare del surrene; il cordoblasta, infine, esercita una funzione diequilibrio nello sviluppo dei tre foglietti.

Dopo questa prima classificazione, il Martiny considerò anche altredue forze magnetiche, sempre passanti per il foro auricolare ma secondo unadirettrice più obliqua, e divise la testa in altre quattro parti: superiore,anteriore, inferiore e posteriore. Da questa ulteriore divisione si generano lequattro costituzioni miste: superiore (cordo-ectoblastica o iper-mesotrope);anteriore (cordo-mesoblastica o pro-mesotrope); inferiore (meso-endoblasticao ipo-mesotrope); posteriore (ecto-endoblastica o meta-mesotrope). Avremocosì otto costituzioni, di cui quattro fondamentali e quattro miste (figura 4).

Lo studio dell'embriogenesi dimostra che nell'uovo non ancora divisola cellula ha in se' i segmenti che dovranno dare origine ai fogliettiembrionali. Questa evoluzione e differenziazione, fenomeno in se' prodigioso,come avviene? Un tempo si attribuiva una grande e quasi esclusivaimportanza alle ghiandole endocrine, alla recettività ormonale dei tessuti, alsistema formato dall'insieme di vitamine, fermenti e sali minerali, con laconvinzione che tutti questi elementi esercitassero un ruolo unico, un nessoinestricabile nel determinismo della costituzione individuale. In seguito,attraverso osservazioni e sperimentazioni, si è concluso che questi elementierano stati sopravvalutati, per cui bisognava risalire più indietro per trovare,come dice il Pende, "il destino evolutivo assegnato ad ogni individuo almomento del concepimento". Nella ricerca di queste forze interne autonome(come le chiama il Rondoni), si sono espresse varie ipotesi, per cui dire cheavviene sotto l'azione dei "geni di specificità con le catene delle reazionichimiche", dire che è la conseguenza di un determinismo vitale, dire cheavviene sotto l'impulso della "coerenza vitale", dire che la divisione cellulareavviene per "induzione ed evocazione successive", dire che la vita "parte da uncomplesso fisico chimico da cui l'unità di forze e delle funzioni non possonoessere che sopra-spaziali", sostenere il principio del "dinamismo organizzatoredella cellula uovo" non porta alcun lume al meccanismo biologico chepresiede alla evoluzione ed all'edificazione dalla cellula al tessuto, dal tessutoall'organo, dall'organo al sistema, all'individuo e dall'individuo alla specie.

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Fra tutte queste ipotesi dell'origine embriologica della vita, possiamo intro-durre il concetto omeopatico che affida a forze energetiche biologichepredisposte e ricevute dall'eredità cromosomica, la capacità di stimolare i seg-menti dell'uovo, che a loro volta stimoleranno i foglietti, che a loro voltaimpronteranno le costituzioni. E' affidata a queste FEFP (Forze EnergeticheFisio-Patologiche) sia la capacità di poter determinare l'aberrazione cromoso-mica ritenuta dal 1959 come causa di malattia, sia le cosiddette "mutazioni",cioè il cambio del codice genetico con una modificazione della sequenzabasica del DNA, tanto con un errore (quando un amminoacido diverso è sosti-tuito in un dato posto), quanto con un'anarchia (quando non vi è alcunamminoacido al posto corrispondente). Per ricondurre il discorso sotto unavisione più strettamente omeopatica, Hahnemann ed i suoi discepoli denomi-narono queste forze miasmi, altri le chiamano tossine: noi le chiameremoforze energetiche fisiopatologiche perché meglio esprimono il concetto del-l'evoluzione fisiologica e la capacità patologica insita in loro: queste FEFPsono la psora, la sicosi, il tubercolinismo ed il fluorismo. E' da notare comeci stiamo addentrando gradatamente ad evidenziare sempre più l'intima corre-lazione fra costituzione ed omeopatia.

Nel 1816 Hahnemann cominciò ad affrontare il problema dellemalattie croniche: dopo lunghi anni di osservazione e di esperienze minuziosecondotte con pazienza, scrupolo e perseveranza, espose le conclusioni allequali era giunto dopo aver acquisito la certezza della loro validità: l'esistenzadi tre miasmi (psora, sifilide e sicosi) responsabili della trasmissione delleprimitive malattie di fondo che si manifesteranno nei soggetti con iltrascorrere del tempo. Per Hahnemann la psora è il miasma che determinal'insorgenza della gran parte delle malattie croniche: è il più diffuso ed il piùpolimorfo, originato prevalentemente dalla soppressione delle eruzionicutanee; dal canto loro, il miasma sifilitico trae origine da pregresse infezioniluetiche mentre il sicotico si origina soprattutto da pregresse infezionigonococciche.

Queste grandi intuizioni rappresentavano per quei tempi un importanteimpulso ed un muovo orientamento del pensiero medico di allora: la scienzamedica stava appena acquisendo una concezione più ampia del malato e dellamalattia, vincolata fino ad allora ad un empirismo esclusivamentesintomatologico e locale. Basta riportarci un momento con il pensiero aquelle che potevano essere le visioni mediche di quei tempi per comprendereil tumulto che simili enunciazioni potessero determinare, anche se rappresen-tavano soltanto un invito allo studio ed alle osservazioni di nuove ipotesiscientifiche di lavoro. Noi, e tutti i medici omeopatici che ci seguiranno,dobbiamo cogliere questo invito, che già nei suoi contenuti possedeva inembrione tutte quelle che sarebbero state le scoperte moderne chimiche,biochimiche, fisiche e cliniche, e dobbiamo realizzarlo, tradurlo in pratica,rimuoverlo dalle antiche interpretazioni e svilupparlo nella sua comprensionecon l'aiuto delle conquiste mediche che si sono già evolute da allora e checontinueranno ad evolversi nei tempi futuri. Solo così noi potremo farci in-tendere dai colleghi allopatici, potremo stabilire con l'allopatia unapiattaforma di collaborazione e potremo abolire le mille sterili e stupidediatribe.

Affermiamo questo perché c'è una tendenza all'immobilismo chefrantuma e divide gli appassionati di omeopatia, con enorme danno per lo svi-luppo e l'affermazione della dottrina omeopatica: saremo sempre più riverentialla memoria di Hahnemann ed alle sue acquisizioni, che si rivelano ognigiorno di più colme di una scrupolosa esattezza scientifica, se continueremo astudiare e sviluppare il suo messaggio che, pur possedendo solide edimmutabili basi, deve essere allineato con le conquiste moderne non solo per

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potere comprendere la malattia in maniera sempre più razionale ma per fareesprimere alla dottrina omeopatica tutto il dinamismo scientifico che essacontiene. Riteniamo quindi che il grosso e fondamentale problema dellatrasmissione ereditaria dei terreni con le loro diatesi, affidato da Hahnemann aitre miasmi, vada rielaborato e soprattutto espresso con una terminologia piùmoderna che meglio riveli il ragionamento scientifico e la vitalità dellecostituzioni.

I miasmi pertanto vanno riesaminati nelle loro azioni, vanno ristudiatisotto vari profili (ad esempio, quello metabolico o quello microbico); vaperciò rivista tutta la problematica del tubercolinismo per poter precisare sefra tubercolinismo e psora vi è identità o se il tubercolinismo, inconsiderazione di tutto quello che noi oggigiorno conosciamo sullatubercolosi e sul terreno del tubercoloso, può o meno essere considerata unaforza fisiopatologia oppure una entità biologica a se' stante. Questiaggiornamenti sui miasmi hahnemanniani vanno effettuati ma - attenzione! -non enunciando altre teorie più o meno attendibili e fragili, perché sostenuteda illazioni personali, bensì con elementi validi sostenuti e messi in corre-lazione con le conoscenze moderne di costituzione, di genetica, di fisiopatolo-gia e di immunologia, osservando i grandi progressi che ha compiuto lascienza nel campo della fisiopatologia cellulare, umorale e tissutale, nellaconoscenza dei meccanismi reattivi di difesa dell'organismo di fronte alleaggressioni esterne ed in relazione soprattutto alle modificazioni dellecondizioni di vita.

Allineandoci alla concezione quaternaria di tutte le espressioni dellavita, che sostiene essere quattro gli elementi fondamentali del cosmo (terra,acqua, aria e fuoco), essere quattro gli elementi fondamentali dell'uomosecondo Ippocrate (linfa, sangue, bile gialla e bile nera) ed essere semprequattro i biotipi nelle varie tappe dell'evoluzione delle classificazioni dellecostituzioni, noi sosteniamo e basiamo lo studio della dottrina omeopatica suquattro costituzioni di base: seguendo la nomenclatura neuroendocrina delPende esse sono il brevilineo astenico, il brevilineo stenico, il longilineoastenico ed il longilineo stenico; seguendo la nomenclatura genetica del Mar-tiny sono l'endoblasta, il mesoblasta, l'ectoblasta ed il cordoblasta. Infattisono quattro gli elementi che formano la costituzione: l'aspetto morfologico,l'aspetto funzionale, l'aspetto intellettivo e l'aspetto psichico. E sono quattrole forze energetiche e biologiche, predisposte e predeterminate geneticamente:la psora, la tubercolina, la sicosi ed il fluorismo, dalle quali sidetermineranno rispettivamente lo psorismo, il tubercolinismo, il sicotismoed il fluorismo.

Dobbiamo comunque tenere sempre bene in mente che ogni FEFPcosì come determina una costituzione oppure una prevalenza costituzionale(dato che le costituzioni sono miste) con le sue caratteristiche morfologiche,fisiologiche, psichiche ed intellettive, allo stesso modo è in grado dimanifestare la sua potenzialità patologica nel momento in cui la forza vitalenon mantiene più l'equilibrio.

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Istituto di Medicina Naturale

Scuola Italiana di Naturopatia

Le forze energetichefisiopatologiche

4Tutto sembra impossibile a chi non ha maitentato nulla...

Jean-Louis Etienne

a cellula umana nasce con una duplice potenzialità: da una parte essa può essere orientata verso il mantenimento dell'equi librio funzionale, dall'altra può esplicare la propria potenzialità

verso la capacità di produrre un fatto morboso. Ritenendo quindi che le formepatologiche, cui ogni cellula può dare luogo, siano predeterminate nellacellula stessa, si attribuisce a questa universale potenzialità patologica ilsignificato hahnemanniano di psora latente: qualsiasi stimolo perturbatore,endogeno o esogeno, turbando lo stato fisiologico della cellula, mette inazione un meccanismo verso la patologia che dipende dalla predisposizionedella cellula stessa.

Avremo così lo psorismo (o psora manifesta di Hahnemann, quellache noi comunemente chiamiamo psora), cioè la forza energetica che traducein malattia funzionale la potenzialità patologica della cellula attraversomeccanismi di insufficienza funzionale dei vari organi, determinandoautointossicazioni e turbe del ricambio. Finché l'organismo è in fase stenicanumerosi saranno i tentativi di liberazione delle scorie del ricambio, per poigiungere alla sclerosi quando le difese cederanno. Il tubercolinismo consistenella forza energetica capace di tradurre in malattia la potenzialità patologicadella cellula attraverso meccanismi di ossigenoidismo, disidratazione e de-mineralizzazione, fino a giungere alla lesione nella fase astenica di cedimento.La sicosi rappresenta la forza energetica capace di tradurre in malattia lapotenzialità cellulare attraverso meccanismi di idrogenoidismo e di

L

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reticoloendoteliosi, i quali rappresentano veri e propri blocchi di difesa percercare di diluire o imprigionare le scorie: in questo intento possono, però,creare un'iperpatologia locale fino a giungere al quod tumet. Il fluorismo,infine, può essere definito come la forza energetica capace di tradurre inmalattia la potenzialità patologica cellulare attraverso degenerazioni edistruzioni cellulari fisiche e mentali, fino alla sclerosi.

Lo psorismo

Precisare che cosa sia la psora non è facile. Molti autori hannostoricamente adoperato vari termini, con la convinzione di essere riusciti afornire una giusta definizione di tale entità e di avere sintetizzato un concettohahnemanniano in realtà molto più ampio e complesso di quanto possasembrare; si è parlato della psora come di un elemento che rappresenta ilpeccato universale, la lebbra biblica e la scabbia del medioevo. Si è parlato dipsora come di un elemento in grado di rappresentare l'artritismo moderno; si èparlato della psora come dell'espressione di un fenomeno di autointossicazio-ne; si è parlato della psora, infine, come di una potenza morbigena che traeorigine da malattie cutanee fatte "rientrare". Hahnemann stesso definisce lapsora come "una malattia miasmatica cronica che è divenuta la madre di tuttele malattie acute e croniche da cui il genere umano viene attaccato; è lamalattia più antica che si conosca ed è la più multiforme". Con questadefinizione, molto ampia perché abbraccia tutta la patologia acuta e cronica,Hahnemann più che porre principi dogmatici ed inamovibili, ha volutosegnalarci l'enorme difficoltà che esiste nello stabilire il rapporto diretto fracause ed effetti, soprattutto quando le cause che ci devono segnalare le nume-rose predisposizioni morbose sono da ricercarsi nelle trasmissioni ereditarierealizzate da associazioni misteriose e complicate.

La definizione della psora resta e resterà sempre un concetto nonsemplice, ma poiché dobbiamo darle un volto, allo scopo di sostenere unragionamento così importante e di fondamentale valore consistente neldeterminare e nel comprendere l'intera dinamica degli aspetti fisiopatologicidelle costituzioni, nella nostra scuola abbiamo dato un'interpretazione che hasolo il sapore di un'ipotesi ma che è allo stesso tempo di notevoleimportanza per comprendere alcuni aspetti fisiopatologici e biotipologici,oltre a svelare l'intimo meccanismo d'azione dei farmaci. Non dimenti-chiamoci, infatti, che uno dei maggiori meriti della dottrina omeopaticaconsiste nell'avere saputo integrare i principi terapeutici della farmacologiacon quelli della costituzione.

Il medico omeopatico deve essere in grado di riconoscere quali sono lemalattie ed i sintomi che ci consentono di precisarle. Si tratta sempre dimalattie e di sintomi collegati a disturbi funzionali, più raramente lesionali,derivati per lo più da impegni emotivi, dispiaceri e preoccupazioni; il sistemanervoso è uno dei punto deboli dello psorico. Di fronte ad uno stato diautointossicazione, l'organismo sotto il dominio della psora si comporta indue maniere: se si trova in uno stato stenico, cioè in uno stato di intensareattività difensiva, stabilisce un'azione centrifuga di eliminazione attraversola pelle e le mucose, oppure si manifestano alternanze morbose; nello stadioastenico, ovvero nello stato passivo di cedimento, l'invasione tossinica ha ilsopravvento e conduce il paziente a malattie del ricambio ed alla sclerosi.

Le manifestazioni tipiche di questa FEFP, pertanto, consistono ineliminazioni cutanee e mucose con eczemi, orticarie, asma, corizza da fieno,infezioni reumatiche, alternanze morbose (che si manifestano allorché sonodisturbate le vie di eliminazione naturale e l'organismo si trova costretto aconvogliare verso altri organi emuntori le sue scorie), affezioni sclerotiche

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PSORISMO

cardiovascolari, renali ed epatiche e malattie del ricambio (quali il diabete,l'obesità e l'iperuricemia). Fra le modalità sono da notare gli aggravamentidopo avere mangiato, dopo avere ingerito del latte e con il caldo (nelsulfurico), i miglioramenti sono descritti con il riposo e la tranquillità, con ilcalore (nel carbonico), con secrezioni, escrezioni ed eruzioni. Fra i desideri a-limentari appaiono i cibi indigesti, ben conditi ed elaborati, lo zucchero ed igrassi (nel sulfurico). Fra le avversioni alimentari annoveriamo sempre illatte (specialmente nel carbonico, perché non è digerito) e la carne (nelsulfurico).

Psicologicamente lo psorico, quando è nella fase stenica di difesa, sipresenta intransigente verso se' stesso e verso gli altri, ostinato, tendente anon sacrificare mai i suoi principi e teso a concentrare la sua ostinatezza nellarealizzazione di ciò che vuole; ordinato, preciso, disciplinato nei suoi pensierie nel suo lavoro, oltre che metodico, in lui ogni azione deve essereprogrammata con il preciso scopo di non prendere mai decisioni avventate,per cui tutto deve essere meditato e ragionato. Disciplinato ed obbediente,sopporta con dignità perché non vuole distruggere, ma semmai costruire edorganizzare. Giusto e leale, il suo linguaggio è sobrio, conciso e le sue spie-gazioni sono precise e nette. Ammette qualsiasi discussione, a condizioneperò che il discorso sia su un piano di giustizia e con la dichiarata volontà dicostruire e di realizzare. Sebbene molti lo stimino, ha poche amicizie per ladurezza delle sue affermazioni e per la franchezza che talvolta rasenta labrutalità; da questo punto di vista può sembrare un inaffettivo perché nonesprime ciò che sente e riesce quasi sempre a dominare le proprie emozioni.

Quando si rompono gli equilibri (e cioè quando si entra nella faseastenica) appaiono irrequietezza, inquietudini ed incertezze, in unione al nonsapere cosa fare e dove andare, all'ansietà, a preoccupazioni, a timori di variogenere (di non essere capace di portare a termine impegni e progetti, di nonarrivare in tempo, che il tempo sfugga) ed a paure di vario tipo (che possaaccadere qualcosa, di morire, di non essere curabile, del buio). In questa fase sirilevano anche l'ipersensibilità agli odori ed il desiderio di viaggiare.

Il tubercolinismo

La potenzialità patologica, presente nella cellula con questa forzaenergetica, si può trasformare in malattia attraverso meccanismi diossigenoidismo, disidratazione e demineralizzazione, fino alla lesione nellafase astenica di cedimento. Proviene da una trasmissione ereditaria dellatossina tubercolare, ma al di fuori della malattia tubercolare. Come sempre,prima viene il terreno e poi la malattia, prima viene il terreno e poi ilmicrobo.

Le prime osservazioni sulla malattia tubercolare risalgono ai tempiremotissimi di Ippocrate, il quale aveva effettuato la prima descrizione clinicadelle caratteristiche del morbo. Uno dei primi quesiti che insorse subitointorno alla malattia tubercolare, che in quel tempo decimava interepopolazioni, fu: contagio o eredità? Cause esogene (Aristotele e Galeno) oterreno (Ippocrate)? Verso la metà dell'Ottocento, ovvero nel periodo diLaennec, Morgagni, Villemin, Koch, Forlanini e Calmette, si ebbero notiziepiù ampie sull'eziopatogenesi e sui vari aspetti clinici e patologici dellatubercolosi, al punto che, con la scoperta dei microbi, si andò avvalorando ilprincipio della contagiosità.

Con il trascorrere degli anni, più esattamente agli inizi del Novecento,i molteplici aspetti nuovi che il tema tubercolosi presentava e la virulenzastessa del bacillo, che fino allora si riteneva decisiva e determinante per

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TUBERCOLINISMO

l'insorgenza della malattia, vennero gradatamente ridimensionati ed addiritturain gran parte svalutati. Fu addirittura osservato che la tubercolosi poteva nonverificarsi in soggetti che, come il personale di assistenza agli ammalati,erano sottoposti ad un continuo e ripetuto contagio; fu inoltre rilevato chenon esisteva un rapporto diretto fra virulenza dell'agente infettante e gravitàdella malattia. Fu quindi posto l'accento sul terreno come elemento determi-nante per l'insorgenza e lo svilupparsi della malattia.

Anche se le prime osservazioni sulla grande importanza del terrenorisalgono ad Ippocrate, furono il De Giovanni, il Viola, il Pende, il Sisto, ilFici e lo stesso Laennec che ne sostennero e ne rafforzarono il significato.Sulla base delle ampie ed accurate osservazioni da parte di tali autori, è statasostenuta e documentata l'esistenza di una eredopredisposizione nelle varieforme tubercolari, le quali si somigliano per tipo, lesione, sede edevoluzione. E' stato inoltre precisato, attraverso numerose ricercheepidemiologiche, che nell'uomo l'eredopredisposizione si manifesta con latrasmissione di ben definiti caratteri morfologici, funzionali, neuroendocrini epsichici che danno origine al biotipo longilineo microsplancnico. Dice infattiil Mariani: "L'abito longilineo, detto anche abitus tisicus, presenta unadeficienza del tronco rispetto agli arti, eccedenza del torace sull'addome edell'addome inferiore sul superiore, prevalenza dei diametri longitudinali suitrasversali, torace in atteggiamento espiratorio con angolo epigastrico acuto,spazi intercostali larghi, scapole alate, astenia, vagotonia, ipotensione,predominio della tiroide ed emotività". L'eredopredisposizione è rappresentata,secondo lo studio costituzionalistico omeopatico, da forze energetichebiologiche predeterminate geneticamente e trasmesse ereditariamente, in gradodi determinare il concetto omeopatico di tubercolinismo di un terreno, cioè laspecifica predisposizione di tale terreno all'attecchimento del bacillo di Koch.Il microbo diventa allora espressione dell'aggravamento, di un terreno cioèincapace di difendersi contro l'aggressività microbica, permettendo in talmodo allo stesso di attecchire e di svilupparsi. Dice infatti lo stesso Pasteur:"Prima il terreno poi il microbo". Aggiunge il Marigliano: "Il germe dellatubercolosi non potrà mai creare la malattia senza l'approvazione di tutto ilterreno". Per tutta questa serie di ragioni ci sentiamo in dovere di ritenere chel'eredopredisposizione alla malattia tubercolare crei un biotipo a se' stante,anche perché le malattie ed i sintomi che devono fare pensare altubercolinismo sono abbastanza ben definiti.

Nella fase stenica attiva, quando cioè l'organismo cerca di effettuareuna difesa, la disintossicazione verrà realizzata attraverso l'apparato linfaticoghiandolare (con le microadeniti, le tonsilliti e le appendiciti); attraverso lesierose (con le pleuriti, le peritoniti, le sinoviti e le meningiti); attraverso lemucose (con facili raffreddori, tracheiti, bronchiti, diarree, leucorree e cistiti);attraverso la pelle (con il morbillo, l'eritema nodoso, l'eritema di Dazin); conla stasi venosa (con geloni e cianosi delle estremità). Nella fase astenica(nella fase cioè di cedimento) che orienterà il biotipo verso la disidratazione ela demineralizzazione, avremo astenia fisica (soggetti che non resistono ad unlavoro prolungato, sia fisico che intellettuale), tendenza alle suppurazioni(pelle malsana e secca), fame vivace (il tubercolinico è un soggetto chemangia molto e non ingrassa, ha fame anche di notte, con fame a metàmattinata o pomeriggio), tendenza alla parassitosi intestinale, diarree persuperalimentazione e l'aggravamento dei disturbi con tutte le condizioni cheaggravano la stasi venosa: il riposo ed il caldo.

Osserviamo lo stato psicologico del biotipo tubercolinico. Durante lafanciullezza è il ragazzo che vive nel mondo della sua fantasia e della suaimmaginazione, al punto da crearsi un mondo per se', presso il quale vive inmaniera deliziosa, parla con se stesso e si irrita se viene disturbato. Questo

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TUBERCOLINISMO

suo mondo lo perseguita anche la notte, per cui o dorme poco oppure ha unsonno irrequieto (e la mattina pertanto è sempre stanco). Spesso è anoressicoper una situazione di conflittualità fra il mondo irreale in cui vive e la realtàche lo circonda. Da adulto è alla continua ricerca della perfezione e del bello,ma non come espressione di ambizione bensì come ricerca di armonia. E' unentusiasta, un astratto, un ideatore in cui domina l'immaginazione e chepossiede poco spirito realizzatore e di praticità. E' un indeciso, è il soggettodei forse, dei "se", dei "ma" e dei condizionali, per il continuo contrasto fra lasua immaginazione e la realtà. E' affettivo e sentimentale, e per questosubisce frequenti delusioni. E' ambizioso, desideroso di gloria e di essereconosciuto perché in fondo sa che vale. Ama la poesia, la musica, la pittura ela scultura. L'ordine programmato secondo schemi statici ed abituali è il suonemico. Deve essere guidato dall'ispirazione e dalla sensibilità. Ha un'in-telligenza attiva, acuta e vivace. Tende a chiudersi in se' stesso perché desideravivere nel suo mondo. Tende alle depressioni ed anche all'irascibilità, masenza volere del male a nessuno. Non sa sopportare il dolore in quanto loaumenta con il suo ragionamento e la sua ipersensibilità nervosa.

Il fluorismo

E' la forza energetica capace di tradurre in malattia la potenzialitàpatologica predisposta nella cellula, attraverso degenerazioni e distruzionicellulari fisiche e mentali, fino alla sclerosi. Il fluorismo rappresentaattualmente un vivace argomento di discussione fra gli omeopatici e leinterpretazioni non sono sempre convergenti, anche se guidate dalla lealevolontà di portare un valido contributo alla spiegazione del rapporto fraomeopatia e costituzioni umane. Dalla prima impostazione di Hahnemann,che attribuiva al fluorismo l'elemento capace di formare una costituzione dibase sostenuta da una pregressa infezione luetica, ad oggi, molte osservazionie considerazioni sono sorte nell'intento di arricchire ed ampliare le basi delladottrina omeopatica onde concederle quella evoluzione che merita, al passocon il mondo scientifico moderno. Osserviamone lo sviluppo storico.

Nebel ideò le tre costituzioni calciche: la carbonica, la fosforica e lafluorocalcica. Leon Vannier sviluppò i principi di Nebel, stabilendo trecostituzioni (la carbonica, la fosforica e la fluorica), ne descrisse gli aspettimorfologici, dinamici e caratterologici, le pose in un diretto rapporto con letre intossicazioni principali (psora, tubercolinismo e intossicazione luetica)ed affidò ad ogni costituzione una serie medicamentosa. Bernard distaccò ilfluorismo quale elemento formativo delle costituzioni di base e precisò che lecostituzioni sono tre (carbonica, fosforica e sulfurica), attribuendo al fluori-smo un aspetto fisiopatologico che si inserisce in ogni costituzione, trovandotuttavia il suo principale sfogo presso il fosforico. Merito di Bernard è quellodi avere avviato in un'impostazione più moderna (anche se discutibile) ilrapporto preferenziale fosforismo e fluorismo. Lamasson, Guermonprez edaltri allargarono la visione eziologica attribuendo al fluorismo un'origine nonsolo eredoluetica, ma anche alcolica e di consanguineità.

Apprezzando gli sforzi di tutti questi studiosi e maestri dell'omeopatiaaltri sostenitori, tra cui anche quelli appartenenti alla nostra scuola, si sonoconvinti che il fluorismo non sia una costituzione di base ma semmai unaspetto fisiopatologico secondario in grado di assumere un andamentoautonomo in virtù dei suoi caratteri morfologici, fisiologici e psichici; taleaspetto si inserisce in ogni costituzione e trae origine da un'eredità luetica piùo meno recente, dall'alcolismo e dalla consanguineità. Il fluorismo per noicostituzionalisti è una capacità, un potenziale reattivo di difesa dell'or-

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30 Le forze energetiche fisiopatologiche

FLUORISMO

ganismo, che ha rapporti sintomatologici analoghi a quelli della sifilide, mache non ha un'esclusiva dipendenza eziologica; infatti gli elementi che for-niscono questa maniera di reagire del terreno sono rappresentati dai seguentifattori ereditari: a) prossima o remota infezione sifilitica (è da notare chequando la malattia luetica passa da una generazione all'altra è ormaiintimamente inserita nell'ambito della costituzione e ne fornisce congruiaspetti fisiopatologici); b) un'eredità alcoolica; c) la consanguineità. L'unicacosa, forse, da obiettare è che il fluorismo tende ad evidenziare più un aspettopatologico che fisiologico. Il termine fluorismo trae origine dall'aspetto fi-siopatologico che dipende da alterazioni funzionali ed organiche rapportate adun'imperfetta utilizzazione del fluoro e dei suoi composti. Il ricambio delfluoro determina gli aspetti fluorici così come il carbone determina le caratte-ristiche dei brevilinei astenici (o carbonici), lo zolfo dei brevilinei stenici (osulfurici), il fosforo dei longilinei astenici (o fosforici) ed il cloro deilongilinei stenici (o muriatici).

Come tutti gli alogeni, anche il fluoro ed i fluoruri sono considerativeleni protoplasmatici per la loro capacità di entrare facilmente incombinazione con le sostanze proteiche, con le sostanze grasse e con iglucidi, danneggiando la cellula. In tal caso i fatti patologici sonorappresentati da denutrizione, dolori diffusi lungo tutta la colonna vertebrale,andatura rigida, inarcamento del dorso, tumefazione dei capi articolari, pellesecca e squamosa, cachessia. E' stato però notato che, fra tutte le lesioni,quelle più interessanti sono a carico delle ossa, dove il fluoro si deposita innotevole quantità, determinando alterazioni di natura osteoplastica accertateistologicamente. Il Sabatini enunciò un'ipotesi interpretativa del meccanismod'azione del fluoro sulle ossa affermando che "il fluoruro di calcio sottrarrebbeuna quantità notevole di ioni calcio indispensabili per la normalefunzionalità", aggiungendo però che "altri fattori devono entrare in gioco,perché si è visto che somministrando fluoruro di calcio nei cibi, oppurefluoruro di sodio e contemporaneamente sali di calcio, non si è impedita lacomparsa dell'avvelenamento". La patogenesi quindi, come anche sostiene lafarmacologia tradizionale, è piuttosto complessa.

L'esperimento omeopatico, sostenuto dalla sperimentazione direttasull'uomo, evidenzia e precisa che i fatti patologici del fluoro sono lenti ecronici e sono rappresentati da distrofie, infiammazioni croniche, distruzioni,ulcerazioni e sclerosi. Da notare che anche presso i fosforici abbiamoulcerazioni e distruzioni ma, mentre presso di loro le ulcerazioni sono legatealla disidratazione e alla demineralizzazione, nei fluorici tali lesioni sonodovute all'azione distruttrice diretta del fluoro. Gli organi più comunementecolpiti sono le ossa con fenomeni di infiammazione, ulcerazioni,ipercalcificazioni (per azione del fluoruro di calcio) e di osteoporosi (perazione del fluoruro di sodio); i denti con distrofie e facili carie; i legamenticon rilasciamento ed ipotonia (per cui avremo ptosi e lassità articolari, confacilità alle storte e frequenti lussazioni); i vasi sanguigni con ipotonia dellepareti e conseguenti aneurismi, varici ed emorroidi; stati irritativi e lesionalia carico dell'endotelio, con arteriti, aortiti, obliterazione, sclerosi edipertensione; la tiroide, l'ipofisi e le ghiandole surrenali, con ipofunzionalitàper distrofia; la pelle e le mucose, con manifestazioni di vario tipo (ulcerevaricose, eczemi, vitiligo, ittiosi, psoriasi, sclerodermia, fissurazioni, turbetrofiche delle unghie, leucoplasie); il sistema linfatico con ipertrofie cronicheche tendono all'indurimento ed alla sclerotizzazione; il sistema nervoso, siacentrale che periferico, con irritazioni, turbe trofiche, degenerazione, sclerosi,psicosi, demenza, arretratezza, turbe della memoria e turbe del carattere.

E' possibile sorprendere l'eredità fluorica tanto nell'anamnesi familiarequanto nell'anamnesi personale remota. Nell'anamnesi familiare con la

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Le forze energetiche fisiopatologiche 31

FLUORISMO

presenza di pregressa lue, alcoolismo e consanguineità, con aborti ripetuti eparti prematuri, figli molto dissimili tra loro, malattie gravi e psicosi varie,arteriti, aneurismi e varici. Nell'anamnesi personale remota con la scarlattina,la rosolia e la parotite (per quest'ultima i pareri sono discordi, poiché alcuniautori considerano la parotite un'eredità mista fra tubercolinismo e fluori-smo), con il ritardo nello sviluppo degli atti fisiologici (in dipendenza da unapatologia cerebrale), con le crisi acetonemiche, con il quadro psicologico ap-partenente ai cosiddetti "ragazzi difficili" (crisi di nervosismo, insonnia, etc.),con le masturbazioni precoci, le esostosi, le angine a ripetizione, le ipertrofietonsillari ed adenoidee.

Le modalità di aggravamento della sintomatologia si verificano durantela notte (da cui la paura per il periodo notturno) e al mare; viceversa ilsoggetto migliora in montagna. Fra i sintomi psichici annoveriamo: l'ira,che oltrepassa il controllo e diventa rabbia, violenza, furia, aggressione edistruzione; l'orgoglio esagerato, l'esaltazione e l'aspetto esagerato di alcunemanifestazioni; le paure delle malattie e dei contagi (alcune delle qualidiventano così esagerate al punto da offuscare la mente e trasformarsi interrore, un terrore che fa compiere atti inconsulti; le manie, e fra questesoprattutto la mania della pulizia, di lavarsi continuamente le mani, dilucidare e di strofinare, di toccare tutto e di spostare ogni cosa (elemento fral'altro comune al sicotico); l'instabilità e la mutevolezza del carattere (vacomunque notato che l'instabilità del fluorico non va confusa con l'instabilitàdel fosforico, perché in quest'ultimo caso essa dipende esclusivamente dalladisarmonia e dallo squilibrio psichico innato e profondo); il disordine; ilcomplesso di inferiorità; le indecisioni; il desiderio di arricchirsi e di imporsi;la sospettosità e la gelosia irrefrenabile dovuta alla mancanza di fiducia; ladelinquenza e la perversione; la tristezza profonda (fino all'autodistruzione) edil desiderio di morire per il disgusto della vita; l'allegria, patologicamente ditipo esagerato e perciò inopportuna; la lentezza nella comprensione,evidenziabile nei bambini arretrati, per esempio, con la necessità di leggerepiù volte uno scritto per comprenderne il senso, e negli adulti con l'incapacitàdi sostenere una continuità di pensiero o di conversazione oltre un periodo ditempo abbastanza limitato (per un inizio di sclerosi).

I sintomi locali evidenziano un apparato tegumentario colpito pre-valentemente da calvizie precoce, capelli che emanano un cattivo odore, peliche cadono, ittiosi, psoriasi, sclerodermia, ulcerazioni lente e persistenti,cicatrici esuberanti; gli occhi presentano deformazione pupillare, unacolorazione differente a carico dell'iride, iriti, cheratiti e coroiditi; da rilevaresono anche le emicranie, tendenti ad insorgere la notte ed a migliorare duranteil mattino. Il cavo orale è caratterizzato da un impianto irregolare dei denti(accavallati o diradati) ad aspetto seghettato, strettezza dell'arcata dentaria,mandibole molto piccole, palato stretto, leucoplasie e lingua scrotale. Il nasosi presenta a sella, con una deviazione o una perforazione del setto nasale,ozena e polipi nasali (presenti anche nel sicotismo). A carico dell'apparatocircolatorio sono da mettere in evidenza le anomalie cardiache (e fra queste laprevalenza del foro di Botallo), aortiti ed arteriti, il morbo di Reynaud,l'ipertensione e la sclerosi (assieme ad altre FEFP).

L'apparato locomotore presenta un'iperlassità dei legamenti, per cuipossiamo notare all'esame obiettivo che gli arti superiori, in estensioneorizzontale, presentano un angolo aperto in alto sulla linea braccio-avambraccio, mentre gli arti inferiori (in posizione eretta) presentano angoloaperto all'indietro; inoltre si possono avere esostosi, acondroplasie,pluridattilìa, acromegalia, unghie corte e larghe, il pollice schiacciato aracchetta, la sacralizzazione precoce della quinta vertebra lombare, le spine

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FLUORISMO

ventose, le osteomieliti subacute e croniche ed una sensibilità dolorosa acarico delle ossa (in particolare della tibia).

Il sicotismo

E' la forza energetica capace di tradurre in malattia la potenzialitàpatologica, predisposta nella cellula, attraverso meccanismi di idrogenoidismoe di reticoloendoteliosi. Questi meccanismi rappresentano delle azioni didifesa che l'organismo realizza per cercare di diluire o di imprigionare le scoriee quasi sempre creano una iperpatologia locale, fino a giungere al quod tumet.

Il sicotismo trae il suo nome dal greco !"#$! che significa fico evuole simboleggiare la forma peduncolata delle escrescenze a cui il biotipotende. Il sicotismo non rappresenta una costituzione di base ma, come ilfluorismo, è un orientamento reattivo, una maniera di reagire dell'organismo,condizionato dalle diverse cause che, come vedremo, hanno creato ladisponibilità patologica definita sicosi. Tale disponibilità patologica sitrasmette geneticamente, non influenza la stimolazione dei fogliettiembrionali, ma influenzerà in un secondo tempo la funzionalità degli organiche hanno preso origine dai foglietti stessi.

Il sicotismo può assumere una sua autonomia, ed in tal caso abbiamomedicinali spiccatamente sicotici, anche se per lo più si inserisce in altrecostituzioni di base, fornendo gli aspetti fisiopatologici che gli sono propri.Le costituzioni presso le quali è più facile che il sicotismo si manifesti sonola carbonica e la sulfurica (con probabilità minori la fosforica e lacordoblastica). Si è potuto constatare, infatti, l'esistenza di un rapporto frapsora e sicosi come entità biologiche derivanti da perturbazioni metaboliche,mentre il tubercolinismo ed il fluorismo sono legati ad intossicazionimicrobiche: il tubercolinismo in maniera assoluta, il fluorismo in manierapreponderante. Nel soggetto carbonico la sicosi si instaura precocemente, findall'età infantile, perché l'ipoendocrinismo caratteristico del carbonicodetermina una tale scarsa capacità reattiva di difesa da permettereall'organismo di lasciarsi colpire dalle mille cause perturbatrici di tipoambientale, mentre nel sulfurico (che ha validi mezzi di difesa) lemanifestazioni sicotiche appaiono tardivamente, più precisamente quando ilsoggetto perderà la sua stenicità e la conseguente possibilità di eliminazione.E ancora, nel fosforico le eventuali manifestazioni sicotiche si realizzerannoin maniera ancora più tardiva, perché l'ossigenoidismo rappresenta una validaopposizione all'idrogenoidismo ed alla sclerosi.

Per tutta questa serie di motivi appare evidente che, da un punto divista strettamente patologico, la combinazione più deleteria sia rappresentatadall'accoppiamento del sicotismo con il fluorismo: da un lato il sicotismodetermina un danneggiamento peculiare rilevabile in un rallentamento di ognipotere di difesa in virtù dell'imbibizione idrica e della reticoloendoteliosi,dall'altro lato il fluorismo esercita un'azione distruttrice diretta a livellocellulare e quindi tissutale. Presso ogni costituzione i meccanismi di difesasono sollecitati dalle FEFP: la psorica rappresenta la capacità reattiva validadel soggetto, che si traduce in un'eliminazione a carico della pelle e delle mu-cose (oppure in alternanze morbose cicliche a carico degli altri organi, quandol'emuntorio cutaneo non è sufficiente); la tubercolinica si difende conl'ossigenoidismo, in grado di bruciare le scorie; la sicotica invece non sidifende e determina nel biotipo una condizione di inefficace adattamento, dicedimento e di passività da parte dell'organismo, il quale si lascia invaderedalle scorie del ricambio, compromettendo tutti i tessuti mesenchimali: il

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SICOTISMO

fluorismo distrugge e sclerotizza; il sicotismo è un principio degeneratorelento, profondo e progressivo.

Dice il Bernard: "La psora è una difesa, la sicosi è l'abdicazione". Dicelo Smith: "La psora è l'espulsione manu militare, la sicosi è la prigione". IlFortier-Bernoville dice della sicosi che "è una diatesi con turbe lente torpide econtinue: il soggetto sicotico è ammalato da un'affezione costante senzaperiodicità, senza discontinuità; le sue verruche saranno croniche e durerannosenza remissione. Dopo la prima fase asintomatica, al di fuori dell'esistenzadelle verruche, sopraggiungeranno nel soggetto turbe varie, particolarmente acarico del sistema nervoso centrale e periferico. Il soggetto sicotico non è ca-pace di difendersi come lo psorico. La sua unica difesa consiste nellesecrezioni delle mucose, le quali d'altra parte si instaurano con moltadifficoltà". Il Martiny, in un suo studio sul valore biologico della sicosi, fanotare che i soggetti idrogenoidi hanno una tendenza naturale verso ilsicotismo, che si rivela con l'atonia del sistema reticoloendoteliale, il qualereagisce insufficientemente di fronte alle infezioni croniche. L'insufficienza ditale sistema è caratterizzata da difese organiche lente e torpide.

Abbiamo riportato questi concetti, che appartengono ad autorevolistudiosi, perché l'interpretazione del sicotismo sotto il profilo co-stituzionalistico è rappresentata da una condizione di ipofunzionalità generale,mentre alcune scuole, e non sappiamo esattamente sulla base di qualielementi, attribuiscono al sicotismo una condizione di iper. Secondo la nostraesperienza, volendo adoperare l'espressione "iper", questa va considerata noncome un'iperfunzione di difesa, che in realtà va sempre più bloccandosi, masemmai come un'iperpatologia con relativa iperplasia fino a giungere al quodtumet. Bisogna attenersi alla realtà fisiopatologica del sicotismo e studiarlaaccuratamente non solo perché ci deve fare comprendere il malato, masoprattutto perché è una diatesi che di giorno in giorno cresce e si sviluppa inrelazione ai tenori di vita che oggigiorno conduciamo calpestando ogni regolabiologica.

E' opportuno ricordare che la base fisiopatologica del sicotismo èrappresentata dall'accumulo di scorie, dalla ritenzione idrica e dallaconseguente reticoloendoteliosi. La ritenzione idrica si rende responsabiledella deviazione delle funzioni biologiche delle cellule creando un accumulo diliquidi interstiziali che rallentano la circolazione linfatica, elementoimportante per gli scambi cellulari. Pertanto avremo nella fase astenica unadiminuzione funzionale endocrina (ipofisarica, tiroidea, paratiroidea,gonadale), epatica, digestiva, renale e del sistema nervoso, con unadepressione che giunge fino alla malinconia ed all'insorgenza di idee fisse.Possiamo avere dei segni di eccitazione nervosa, quando il sicotismo è ancoraagli inizi della sua espressione, con impazienza, frettolosità, irrequietezza econ il desiderio di toccare ogni oggetto. Ma quando il sicotismo è totalmenteinstaurato nella sua espressione di cedimento, prevale sempre la depressione.

Quando invece ancora esiste una certa stenicità avremo: a) un tentativodi difesa immunologica del reticoloendotelio, però inefficiente (con ilmobilitare monociti ed istiociti e trasformarli in macrofagi); b) unipercorticossurrenalismo come opposizione all'ipoendocrinismo di base (l'asseipofisi-surrene è regolato da una stimolazione compensatoria antagonistica,per cui ad un ipopituitarismo corrisponde un ipersurrenalismo e viceversa); c)un tentativo di difesa, anche questo insufficiente, attraverso la pelle e lemucose con sudorazioni circoscritte, secrezioni giallo-verdastre e conformazione di escrescenze, callosità, cisti e tumori benigni: sono tuttitentativi sterili. L'idrogenoidismo aumenterà sempre più e alcune cellule fini-ranno con il morire "affogate nel loro oceano" e verranno sostituite da tessutofibroso e quindi di tipo sclerotico; altre cellule, che proliferavano come mezzo

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SICOTISMO

di difesa, rotti gli equilibri, assumeranno un andamento anarchico etrasformeranno il loro quod tumet benigno, di immobilizzazione tossinica, intumori maligni.

Le cause più accreditate che determinano il sicotismo sono: la ble-norragia acquisita o ereditaria; l'eccedenza alimentare o il tipo di a-limentazione moderna, sostenuta da metodi nocivi di coltivazione e con-servazione; le lunghe permanenze in ambienti umidi; l'avere subito malaria,febbre maltese, amebiasi, tifo o colibacillosi; l'avere subito abuso di sieri evaccini; l'avere fatto abuso di medicinali in genere (in particolare antibiotici,cortisonici, pillola anticoncezionale e tranquillanti); per saturazione, secondolo Zissu, di zolfo e mercurio; secondo altri autori per traumi cranici (ciòspiega Natrum sulphuricum); secondo Ortega per la soppressione disecrezioni, di eliminazioni di scorie che rimangono imprigionatenell'organismo.

Il Martiny esclude che la FEFP tubercolinica possa sicotizzare. Tuttequeste cause possono essere sia acquisite che ereditarie. Il sicotismo oriental'organismo verso l'idrogenoidismo, la sclerosi ed i tumori. L'idrogenoidismolo possiamo considerare come un tentativo di difesa dell'organismo che cercadi immobilizzare e diluire le scorie, mentre la sclerosi ed i tumori sono unfatto patologico concreto. La sclerosi sicotica, se si installa presso uncarbonico, è per lo più di organo, se presso un sulfurico è generale.Dobbiamo inoltre osservare che la sclerosi sicotica presso il carbonico, ilquale possiede scarse capacità di eliminazioni e breve fase stenica, è piuttostoprecoce; di contro nel sulfurico, che invece possiede capacità centrifughe vali-de ed una fase stenica lunga, la sclerosi è tardiva. Se invece interviene laFEFP fluorica, per la sua azione altamente distruttrice, le manifestazionisclerotiche verranno accelerate.

Quali sono le manifestazioni che ci devono fare comprendere lapresenza del sicotismo? Prima di tutto le varie modalità che contrad-distinguono tale FEFP, caratterizzate da un aggravamento con l'umidità, conil riposo ed in seguito ad un periodo di permanenza in montagna. Viceversaavremo un miglioramento alla sera, al mare e con il movimento, per lo piùlento e continuo. Tra la sintomatologia psichica è da rilevare la depressione,fino alla malinconia. E' molto importante considerare che l'abbassamento deltono psichico del sicotismo sarà più o meno pronunciato in relazione allacostituzione di base presso la quale si inserisce: a) presso il carbonico (cherappresenta un soggetto già di per se' stesso calmo, lento, pigro e pauroso) ladepressione raggiunge facilmente la forma di tristezza, di afflizione e diprofonda malinconia, per cui i timori diventano paure (paura che qualcosapossa accadere e procurare danno o intenso dispiacere, paura delle malattie,etc.); b) presso il sulfurico (che ha una notevole capacità reattiva) ladepressione non solo è minore ma, poiché il soggetto non accetta uno statoche limita le sue attività, avremo tre atteggiamenti reattivi sostenuti dallapsora e dal fluorismo: irritabilità (i cosiddetti depressi irritabili con irapersistente ed anche crescente, fino a diventare collera), allegria (un'allegriasmodata, chiassosa ed esagerata, come se il paziente volesse fare parteciparetutti alla sua allegria: influenza nettamente fluorica) ed un'esaltazione del-l'egoismo del sulfurico, che si traduce in prepotenza, desiderio di prevaleresugli altri, di conquistare sempre ciò che vuole, di considerare gli altri comesemplici oggetti, di voler sempre vincere: il classico dittatore. Però nelsottofondo psichico la depressione del sicotismo persiste e crea unaconflittualità che si realizza in inconsistenza, instabilità, impazienza,inquietudine, desiderio di fuga, come se volesse far fuggire le scorie di cui èimpregnato e che sono in lui imprigionate.

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SICOTISMO

Tra i sintomi generali è predominante la stanchezza fisica: il soggettosi sente pesante, ha bisogno continuo di riposarsi, di sedersi perché ognisforzo lo affatica (anche se il riposo tende ad aggravare la sintomatologia).Questa stanchezza si evidenzia la mattina al risveglio, o comunque dopo unlungo riposo, con una grande fatica ad alzarsi, con la sensazione di averedormito poco oppure con una spiacevole sensazione di torpore e rigidità dellemembra. Per l'enorme sensibilità che i sicotici hanno verso l'umido, sonoconsiderati come dei veri e propri barometri, la loro stanchezza peggiora conl'avvicinarsi del tempo umido. Altri sintomi generali consistono in secrezionipersistenti o recidivanti giallastre o verdastre ed in un ingrassamentoprogressivo per ritenzione idrica ed ipoendocrinismo.

I sintomi locali sono quasi tutti a carico di pelle e mucose. La pelle sipresenta grassa ed untuosa per iperseborrea, specialmente nei solchi fra naso eguance, alla radice del naso e nelle sopracciglia; i pori sono dilatati, per cui lapelle del viso assume l'aspetto a buccia di arancia, a cui si aggiunge lapresenza di comedoni, nei rossi, acne ed escrescenze benigne e maligne; lelabbra sono leggermente violacee e con una patina biancastra; sono descrittiedemi sopra- e sottopalpebrali, edemi malleolari e cellulite (che ha la caratte-ristica di essere dolorosa alla pressione); le unghie sono deformate, sirompono facilmente, sono caratterizzate da striature longitudinali, e tendonoad incarnirsi (specialmente quelle dei piedi); i sudori sono grassi, vischiosi,macchiano la biancheria ed emanano un cattivo odore che ricorda una zuppa diporri; caratteristici sono i dolori alla pressione della faccia anteriore della tibiasinistra nel suo terzo inferiore (secondo Farrington, anche la carie della radicedei denti è un segno di sicotismo). A carico delle mucose, specialmente quellegenito-urinarie, sono descritti numerosi processi di eliminazione, sotto formadi infiammazioni croniche e di tumori benigni.

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Istituto di Medicina Naturale

Scuola Italiana di Naturopatia

Le costituzioni secondoil principio embriologico

5Perdete l'abitudine di ritenere come falso ciò che ignoratee non continuate a limitare le vostre conoscienze.

Vannier

a scienza delle costituzioni umane studia i caratteri morfolo gici, funzionali, intellettivi e psichici, appartenenti alla normalità in un momento in cui domina ancora lo stato fisiologico

della salute. Poiché l'importanza dei caratteri individuali si rileva principal-mente nello studio della disposizione alle malattie e nel decorso di queste, èstata messa in risalto la necessità dello studio delle costituzioni nel settoreclinico della medicina, e di conseguenza nell'omeopatia, che della clinica,della patologia e della terapia, con le risposte dell'organismo nellasperimentazione sull'uomo sano, è la più importante e valida espressione.

Possiamo considerare la dottrina omeopatica come un ideale ponte dipassaggio fra la fisiologia pura e semplice (espressa dalle costituzioniindividuali) e la patologia, interpretata con le sue varianti individuali, inseritanel contesto della legge della similitudine, nonché la terapia altrettanto indivi-dualizzata. Se la dottrina omeopatica fosse studiata ed interpretata in questocontesto, e cioè in rapporto con le particolarità fisiologiche delle costituzionie le loro diatesi, cesserebbe di essere considerata, come è stato fino ad oggi, i-nafferrabile ed astrusa, per divenire un concetto concreto con profonde radicinella realtà scientifica ed una grande utilità pratica, poiché offreall'organismo, con la sua terapia individualizzata ed energetica, l'unicapossibilità di mantenere in uno stato di latenza, presso un biotipo, gliorientamenti morbosi, oppure di recuperare il suo equilibrio ai primissimisegni di una malattia, ancor prima che si manifesti la patologia completa con

L

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Le costituzioni secondo il principio embriologico 37

MESOBLASTA

la totalità dei sintomi. Questa è la differenza, a parer nostro, fra Kentismo edomeopatia costituzionalistica.

La scienza delle costituzioni umane privata dell'apporto terapeuticoomeopatico assume soltanto un aspetto vago, intuitivo e dottrinale senzaintenti pratici o applicativi, allo stesso modo in cui la dottrina omeopaticaprivata della conoscenza delle costituzioni individuali non può spiegare ilmeccanismo genetico della malattia in maniera scientifica e (cosa molto piùimportante) non può esercitare il ruolo importante e fondamentale di medicinapreventiva oltre che curativa. In questo consiste l'intimo ed indissolubilerapporto integrante fra le due dottrine. Questo connubio, che conferisce lagiusta matrice scientifica all'omeopatia, pone in una nuova luce il problemadel passaggio dallo stato fisiologico allo stato patologico ed offre inoltre lapossibilità di una vera e propria risoluzione terapeutica al medico ed almalato; nonostante tutto ciò, moltissimi sono ancora quegli omeopatici cheosteggiano questa impostazione e relegandola nel settore della impuritàomeopatica ritenendo, ci auguriamo in buona fede, che possa denaturare oschematizzare i principi dettati da Hahnemann mentre, secondo noi,contribuisce ad esaltarli ed a renderli più fecondi.

Ribaditi questi concetti, che riteniamo di fondamentale importanza,approfondiamo lo studio dettagliato dei biotipi con le loro caratteristichemorfologiche, funzionali, psichiche e con le loro diatesi. E' bene precisareche le quattro costituzioni che esamineremo hanno già un'espressione dirottura fisiologica perché la prevalenza e la deficienza di alcuni fogliettiembrionali determinano già irregolarità funzionali. Ciò spiega il motivo percui, quando studieremo i medicinali corrispondenti, vi troveremo impronte diesaltazioni fisiologiche: tali esaltazioni si evidenzieranno in maniera più omeno precoce e più o meno completamente in relazione ai poteri di resistenzadei relativi terreni. Pertanto in ogni costituzione distingueremo sempre unaduplice espressione: una fase stenica ed una fase astenica.

La fase stenica rappresenta la capacità della costituzione ad opporsi allacausa perturbatrice, attuando tutti i mezzi a propria disposizione permantenere l'equilibrio fisiologico. La fase astenica rappresenta il cedimentodei poteri di difesa, il che comporta l'apparire delle manifestazioni patologicheinsite nella costituzione stessa. Sulla base di tale distinzione riusciamo acomprendere e ad interpretare quei sintomi farmacologici che alcune materiemediche definiscono opposti, difficilmente comprensibili, richiedendo altresìun notevole sforzo mnemonico per essere ricordati. Ogni costituzione, quindi,è caratterizzata dalla presenza di tali fasi.

L'endoblasta (brevilineo astenico del Pende o carbonico) denunciaprecocemente un orientamento patologico, in quanto la sua fase stenica è dibreve durata e quasi insignificante; in maniera piuttosto rapida tende adivenire un astenico depresso in cui appaiono le manifestazioni patologichedovute all'incapacità di eliminare i prodotti del ricambio (per un ipoepatismoche si aggrava sempre più sotto l'azione della FEFP psorica) ed allareticoloendoteliosi che appare precocemente sotto l'azione della FEFPsicotica.

Il mesoblasta (brevilineo stenico del Pende o sulfurico) ha un aspettopatologico meno precoce del precedente, perché la fase stenica, cioè la sua fa-se di difesa, è di lunga durata; esso sarà caratterizzato da tutte quellemanifestazioni cutanee ed a carico delle mucose che gli permetteranno dimantenere la disintossicazione fino alla sclerosi (a cui tende e che sarà tar-diva).

L'ectoblasta (longilineo astenico del Pende o fosforico) ha una pa-tologia precocemente evidente perché la fase stenica è di breve durata, anchese più lunga di quella dell'endoblasta, grazie al suo ipertiroidismo ed

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38 Le costituzioni secondo il principio embriologico

ENDOBLASTA

all'ipersimpaticotonismo che ritroviamo sotto l'azione della FEFP tu-bercolinica. Da notare che l'ipertiroidismo e l'ipersimpaticotonismo, se in unprimo tempo sostengono il biotipo, celermente poi lo disidratano, lobruciano, lo consumano, lo demineralizzano e lo conducono alla faseastenica, caratterizzata dall'invasione dei prodotti del ricambio.

Il cordoblasta (longilineo stenico del Pende o muriatico), infine,possiede una fase stenica di lunghissima durata, perché elimina perfettamentele scorie del ricambio e si difende ottimamente di fronte alle aggressionimorbose: presenta, pertanto, una scarsa patologia (nel caso in cui siapresente, essa risulta sempre a carico dell'emuntorio naturale rappresentatodalla cute). Si accosta al tipo ideale, al tipo equilibrato ed armonioso.

Attraverso quali modalità le FEFP riescono a determinare questoinsieme di squilibri organici? Non si sa ancora con precisione. Attendiamoche la biologia umana, la biochimica o la batteriologia ci possano fornire ungiorno elementi tali da potere spiegare il problema. Secondo alcune recentiinterpretazioni, le FEFP nel nostro organismo giuocano un ruolo simile aquello che potrebbe essere svolto da un antigene che stimola le reazioniorganiche, le quali imprimono al malato l'aspetto della sua costituzione. Talereazione organica risulta maggiormente concentrata sul sistemareticoloendoteliale, che esercita azione di primissima importanza neifenomeni di difesa e di immunizzazione. E' per questo che tale sistema sitrova principalmente abbondante in quegli organi che presiedono alla neutra-lizzazione delle sostanze da eliminare (sia come prodotti del ricambio, siacome sostanze estranee alla compagine dell'organismo e giunte per varie vie,compresa quella alimentare) ed in quegli organi che elaborano le sostanzespecifiche di difesa, ovvero quegli organi che rappresentano la barrieraantitossica ed antitossinica: a) il fegato che, con la sua azione proteinoclasicae colloidogenica, assicura la decantazione dei prodotti del ricambio e regola lastabilità umorale (la sua insufficienza può essere pertanto considerata all'ori-gine dei fenomeni di intossicazione organica); b) il sistema linfatico, che cer-ca di incarcerare le scorie o le tossine con l'aumento dei poteri di difesa alivello dei suoi gangli; c) i tessuti che cercano di trattenere le scorie o letossine fino a creare in loro stessi una malattia, come un ascesso difissazione. Se tutte queste barriere di difesa non sono sufficienti a bloccare lescorie o le tossine, oppure se per qualsiasi altra causa queste sono in eccesso,l'organismo non sarà più in grado di opporsi e di difendersi, la diffusione dellescorie prenderà il sopravvento e si creeranno quei disturbi e quelle malattie cuiogni costituzione tende per predisposizione.

L'interpretazione omeopatica attuale inquadra le FEFP quali elementideterminanti la costituzione ed in grado di stabilire l'orientamento e letendenze morbose dell'individuo: in questo ambito esse assumono un grandevalore clinico, eziopatogenetico e soprattutto terapeutico, poiché ci danno lapossibilità di utilizzare un gruppo di medicinali detti nosodi, capaci diopporsi, fino a neutralizzarla, all'azione patogena delle forze energetichefisiopatologiche. I nosodi sono dunque medicinali anti-FEFP ottenutidiluendo e dinamizzando l'agente patogeno oppure i suoi prodotti. I principalinosodi sono il Tubercolinum (o TK), che si ottiene diluendo o dinamizzandol'espettorato di un tubercoloso contenente il bacillo di Koch; il TR, che siottiene diluendo e dinamizzando la tubercolina residua di Koch; il Me-dorrhinum, che si ottiene diluendo e dinamizzando il pus blenorragico; ilLuesinum, che si ottiene diluendo e dinamizzando la sierosità estratta daun'ulcera sifilitica; lo Psorinum, che si ottiene diluendo e dinamizzando lasierosità di una vescicola di scabbia.

Altro elemento importante da non dimenticare è quello secondo ilquale le FEFP normalmente si associano fra loro per formare le costituzioni

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MESOBLASTA

di base e fornire gli aspetti clinici fisiopatologici delle costituzioni. Teniamoquindi bene in mente che in ogni costituzione sono presenti tutte le FEFPcon un ruolo di maggiore o minore prevalenza. La FEFP psorica e la sicoticaformano la costituzione endoblastica (brevilinea, astenica, carbonica) nellaquale permangono in uno stato di latenza anche la tubercolinica e la fluorica,che possono occasionalmente evidenziarsi; la FEFP psorica e la fluorica for-mano la costituzione mesoblastica (brevilinea, stenica, sulfurica), nella qualeanche la FEFP sicotica o la tubercolinica si possono episodicamente metterein luce; la FEFP psorica e la tubercolinica formano la costituzione cor-doblastica (longilinea, stenica, muriatica), nella quale possono ancheesprimersi saltuariamente la fluorica o la sicotica; infine, la FEFPtubercolinica forma la costituzione ectoblastica (longilinea, astenica,fosforica), in cui possono anche alternativamente evidenziarsi le FEFPpsorica, sicotica e fluorica.

Schema da seguire nel descrivere ogni costituzione

In ogni biotipo dobbiamo sempre sorprendere i segni morfologici,comprendenti elementi di statica (altezza, corpulenza, tono), la pelle con tuttele sue caratteristiche e la testa, con un approfondimento particolare sullaforma del cranio e sugli elementi che costituiscono la faccia (fronte, occhi,naso, arcata dentaria, palato, mandibola); si prosegue con l'esame del collo,del torace, dell'addome (di cui verrà presa nota la forma e l'aperturaepigastrica) e dell'apparato locomotore (soffermando la nostra attenzione sullaposizione degli arti, la forma della mano, la forma delle dita ed il tono mu-scolare); fra tutti questi segni morfologici, l'importanza rivolta alla testa (eparticolarmente alla faccia) è spiegabile col fatto che risulta in grado di e-sprimerci valide conferme costituzionali, così come farà il tronco, capace difornirci tutti i principi più importanti della vita vegetativa, e l'apparatolocomotore, quale espressione della vita di relazione. Si prosegue poi con isegni fisiologici, segni che in senso costituzionalistico sarebbero digrandissima importanza ed utilità, dei quali però non si è potuta trovare, atutt'oggi, un espressione sintetica per le continue scoperte di indaginefunzionale; verrà presa nota della dinamica del paziente, della resistenza che ilbiotipo riesce ad opporre allo sforzo fisico ed alle malattie acute, oltre adosservare i caratteri funzionali finora noti a carico dell'apparato digerente, re-spiratorio, circolatorio e neuroendocrino. La semeiologia omeopatica ponequindi notevole importanza all'esame dei segni psicologici della costituzione,soffermandosi sull'aspetto intellettivo e su quello caratteriologico, percompletare il quadro semeiologico esaminando quali possano essere quelletendenze morbose cui la costituzione risulta essere predisposta. A questoproposito risulterà utile elencare gli esami di laboratorio che potrannorivelarsi più frequentemente al di fuori dei valori normali in ogni biotipo. Laparte conclusiva dell'esame del biotipo riguarderà l'elencazione dei medicinalicostituzionali partendo da quelli di base e proseguendo con i medicinali inter-medi, nonché i farmaci costituzionali sintomatici o acuti e, quando neces-sario, gli eventuali farmaci di drenaggio.

Il brevilineo astenico del Pende o endoblasta

Il brevilineo astenico del Pende corrisponde all'endoblasta del Martiny, alcarbonico (secondo la classificazione biochimica omeopatica), allo psorico-sicotico secondo la classificazione omeopatica, sempre in relazione alle FEFPche abbiamo già visto. In questo biotipo vi è un'eccedenza delle funzioni

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degli organi che nascono dal foglietto endoblastico, normalità o deficienzadegli organi che nascono dal foglietto mesoblastico e sempre deficienza degliorgani che nascono dal foglietto ectoblastico. Ricordiamo quali sono questiorgani: dal foglietto endoblastico si originano le mucose dell'apparatodigerente, il fegato ed il pancreas, le mucose dell'apparato respiratorio, le ton-sille ed i polmoni, il timo, la tiroide e le paratiroidi; dal fogliettomesoblastico si originano i muscoli striati e lisci, lo scheletro ed il sistemaosteoarticolare, il cuore ed i vasi (arterie, capillari, vene e vasi linfatici), ilsangue, il reticoloendotelio, il mesenchima, il derma, i reni, la milza, lapleura ed il peritoneo, la corticosurrenale, le gonadi e l'ipofisi anteriore; dalfoglietto ectoblastico si originano il sistema nervoso centrale (cervello emidollo spinale) e periferico (i nervi), il sistema nervoso simpatico, l'epi-dermide e le mammelle, l'epifisi, la parte midollare del surrene e l'ipofisiposteriore. A seconda della normalità o delle deficienze del mesoblasta, ilbiotipo carbonico sarà più o meno astenico.

Segni morfologici

Per quanto riguarda la statica del biotipo, esso risulta di media statura,con tendenza ad avere un'altezza sempre piuttosto bassa. E' comunque sempreun soggetto tendente all'ingrassamento ed all'obesità (tende spesso a superarei 10 Kg di eccedenza sul peso ideale) che per lo più si manifestano nell'etàpubere; in tal caso il grasso sarà prevalentemente localizzato nelle gote, nelcollo, nelle regioni mammarie e nel bacino. E' un grasso flaccido, acquoso,che cade in grosse pieghe. La tendenza all'ingrassamento di questo biotipo èfisiologica, in quanto è un mangiatore; ha una deficienza funzionale tiroidea(in aggiunta alla deficienza ipofisarica) ed è inoltre caratterizzato da uniperinsulinismo che favorisce l'assimilazione degli idrati di carbonio e la lorotrasformazione in grassi.

L'insufficienza tiroidea sembra a prima vista un contrasto, in quanto cisi può domandare: "Come mai vi è un ipotiroidismo se la tiroide nasceproprio dall'endoblasta?" In realtà, si tratta di un'ipofunzionalità secondaria: latiroide non effettua a sufficienza i processi di sintesi e di liberazione di tiro-xina a causa della mancanza di un adeguato stimolo tireotropo-ipofisarico.Vale la pena a questo punto ricordare sinteticamente la biosintesi degliormoni tiroidei: lo iodio circolante nel sangue viene captato dalla tiroide,ossidato ed incluso nella molecola della tirosina, che la ghiandolaimmagazzina sotto forma di tireoglobulina. A seconda delle richieste, latiroide esegue il processo di proteolisi liberando dalla tireoglobulina latiroxina e la triiodotironina. Questi processi avvengono sotto gli stimoli del-l'ormone tireotropo di origine ipofisarica, gli stessi stimoli che sono defi-citari nel biotipo endoblastico (perché l'ipofisi è di origine mesoblastica). Ilbiotipo quindi ingrassa perché ha una deficienza ipofisarica orientata ancheverso la diminuzione dell'attività dell'ormone somatotropo ipofisario, chetrasforma gli idrati di carbonio in proteine, invece che in grassi. Il tonorisulta di tipo astenico, con l'astenia che può essere più o meno accentuata inrapporto al mesoblastismo del biotipo, nella misura in cui esso può esserenormale o deficitario. La cute risulta pallida per tendenza all'anemia ed ilsangue è povero di eritrociti e di emoglobina (quest'ultima di stretta originemesoblastica); la pelle ha un aspetto molle, imbibito, con uno scarso svi-luppo pilifero, untuoso (a causa dell'eccedenza delle ghiandole sebacee).

Esaminando la testa ci si rende subito conto di avere a che fare con uncranio brachicefalo o dolicocefalo. La faccia ha una forma rotondeggiante,tipicamente a luna piena, pastosa, con un aspetto infantile; i capelli sono finie rari, con tendenza alla calvizie (a questo proposito vale la pena ricordare che

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in questo soggetto tutti i peli sono fini e rari); la fronte è piatta e sfuggenteall'indietro; gli occhi risultano poco vivi, piuttosto addormentati, per cuidanno al soggetto un aspetto poco espressivo; il naso è concavo, con la puntatirata in su (il cosiddetto naso camuso). La bocca è caratterizzata da labbragrosse, un'arcata dentaria larga, denti bianchi e quadrati (i molari sono larghi,i canini e gli incisivi sono corti e poco sviluppati), dalle radici piuttostodivergenti, per cui sono solidi ma si cariano facilmente all'altezza del colletto;il palato presenta una base molto sviluppata e di forma arrotondata, mentre lamandibola è larga e molto sviluppata. Il collo è corto e grosso; il torace èsvasato alla base, perché è un torace corto; l'addome è globoso. Abbiamo inquesto biotipo la predominanza dell'addome sul torace e questo, insieme allecondizioni dei piani inferiori della faccia (labbra grosse, mandibola moltosviluppata), denunciano la prevalenza digestiva del soggetto.

Quando il soggetto si pone nella posizione supina, l'addome è flaccidoe sporgente in basso. Per quanto concerne gli arti, nel biotipo prevalgono isegmenti prossimali, i quali risultano anche essere piuttosto corti e tozzi,oltre ad essere ricoperti da grasso acquoso e da cellulite. A braccia orizzontali,l'angolo braccio-avambraccio è aperto in alto mentre a braccia lungo iltronco, l'angolo è aperto in avanti; l'angolo coscia-gamba è sempre aperto al-l'indietro. La mano è corta, quadrata, grassottella, molle; le dita sono grosse,con unghie corte e quadrate; le linee del palmo sono poco numerose, pocoprofonde e pallide; i muscoli sono poco evidenti perché risultano coperti dapannicolo adiposo, ma si dimostrano prevalentemente ipotonici (assieme ailegamenti corrispondenti). I genitali sono ipoplasici, con un'accentuatatendenza al criptorchidismo.

Segni fisiologici

La deambulazione è lenta e pesante: da notare soprattutto che ilbiotipo cammina di tallone; i gesti sono sobri, misurati, lenti, senza sforziinutili. Questo perché il soggetto è un astenico e fa economia delle sue scarseenergie. Per quanto riguarda la resistenza allo sforzo fisico, la caratteristica delbiotipo endoblastico è l'astenia dovuta: a) all'incapacità di eliminare i prodottidel ricambio per l'ipoepatismo che la componente psorica gli procura; b) allareticoloendoteliosi che la componente sicotica gli determina; c)all'ipoendocrinismo per azione sicotica. La debolezza, infatti, e la facilestancabilità, se non vi è perdita di peso (che potrebbe far pensare allapossibilità di malattie organiche) sono da rapportarsi all'ipotiroidismo,all'ipopituitarismo e all'iperparatiroidismo, specialmente se sono accompa-gnate da diminuzione della tollerabilità al freddo, da diminuzione della libido,da dolori ossei e da tendenza alla litiasi renale; d) alla lentezza dellacircolazione linfatica, che comporta una deficiente vitalità di tutti gli organi.Quest'ultimo punto appare una logica conseguenza del fatto che lacircolazione linfatica è una circolazione passiva (le pareti dei vasi linfaticisono capaci di debolissime contrazioni) e si effettua con i movimentirespiratori, con le pulsazioni delle arterie e con le contrazioni muscolari,ovvero con tutti quei mezzi che traggono origine dal mesoblasta, deficiente inquesto soggetto.

Esaminando la resistenza alle malattie del biotipo, più in generalericordiamo che in ogni malattia acuta distinguiamo cinque fasi: fase diincubazione, fase di invasione, periodo di stato, periodo di defervescenza econvalescenza. L'endoblasta ha una lunga incubazione, una fase di invasioneappena accennata, un periodo di stato con deboli reazioni, una defervescenzaper lisi ed una convalescenza lunga. In alcuni casi può anche verificarsi ilpericolo di morte, a causa delle scarse reazioni di difesa del biotipo,

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ENDOBLASTA

specialmente nelle malattie infettive sostenute da bacilli (quali colibacilli,bacilli dissenterici e bacilli del tifo).

Gli orientamenti fisiologici che distinguono il biotipo brevilineoastenico sono: la predominanza della vita vegetativa su quella di relazione, dacui deriva la sua passività nell'inserimento e nell'adattamento all'ambiente; lalentezza in ogni sua funzione, compresa quella epatica e renale (ad eccezionedi quella digestiva); la deficienza mesoblastica determina contrazioni cardiacheche mancano di forza, per cui vi è ipotensione arteriosa, una circolazione peri-ferica piuttosto torpida, tuniche venose atoniche (con tendenza quindi alla sta-si venosa) ed atonia delle tuniche capillari del derma (di origine mesoblastica):da qui possono originarsi una tendenza alla pelle marmorizzata, alleacrocianosi, ai geloni ed agli edemi; la fame eccessiva, sia in rapporto allosviluppo dell'apparato digerente (endoblastico), sia perché manca il frenodiencefalico della fame: è il soggetto ghiotto e goloso, la sua passione èmangiare e dormire, e anche la questione sessuale lo interessa relativamentepoco perché la libido è scarsa; una marcata tendenza all'obesità, sia perché(come abbiamo già visto) il biotipo è un mangiatore, sia perché la trasforma-zione degli idrati di carbonio in grasso risulta accentuata per la deficienza del-l'ormone ipofisario che regola questi ricambi; una costante idrofilia, poiché ilricambio idrosalino è sotto il dominio delle tre ghiandole ipofisaria, tiroidea esurrenale; un'accentuata carenza vitaminica (soprattutto di vitamine A, C, Ded E); infine possiamo avere anche una turba del ricambio del calcio, perché ilbiotipo è incapace di utilizzarlo al meglio.

L'aspetto neuroendocrino del brevilineo astenico evidenzia un biotipoche risulta endocrinologicamente un ipopituitario, un ipogonodale, unipotiroideo secondario, un ipertimico, un iperpancreatico, un iperparatiroideoed un vagotonico. L'ipofunzionalità tiroidea (che sembra un controsenso, datoche la tiroide trae origine dal foglietto endoblastico) è dovuta alla diminuzionedei processi di sintesi e di proteolisi della tiroxina (che avvengono sotto lastimolazione dell'ormone tireotropo ipofisario). C'è anche da osservarel'azione antagonista fra timo e tiroide ed il prolungarsi dell'attività timica.

Segni psicologici

Possiede un'intelligenza analitica e concreta. Caratteriologicamente èun soggetto calmo, sonnolento, apatico, sedentario, poco combattivo erinunziatario. E' il classico gregario che ubbidisce. Preciso, diligente,metodico e paziente, ama stare con poche persone, parla poco e, quandoreputa che valga la pena farlo, parla solamente di ciò che lo interessa. E'regolato dalla legge del minimo sforzo.

Tendenze morbose

Il biotipo brevilineo astenico da bambino tende alla diatesi linfaticatorpida ed alla diatesi essudativa-catarrale caratterizzata da processiinfiammatori a carico della cute (eczemi, intertrigo, prurigo), dell'apparatorespiratorio (laringiti, tracheiti, bronchiti), dell'apparato digerente(gastroenteriti), dell'apparato urogenitale (balaniti, vulviti, vaginiti, cistiti) eda infiammazioni a carico dell'occhio (blefariti e congiuntiviti); dall'etàmatura in poi tende alla malattia reumatica acuta, alla poliartrite cronicaprimaria di tipo degenerativo ed alla sclerosi circolatoria; fondamentale risultaessere anche la sclerosi di organo (diatesi abiotrofica senile), caratterizzatadalle alterazioni regressive del fegato, del pancreas e del miocardio, con la tra-sformazione del tessuto connettivale in tessuto fibroso e con perdita delle

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fibre elastiche; in tal modo l'organo interessato dal processo di sclerosi perdegradatamente la sua funzione ed il suo trofismo.

In età avanzata sopraggiunge la miocardiosclerosi con fibrillazioniatriali; in ogni caso il biotipo sembra sfuggire all'episodio acuto coronarico,perché frequentemente ipoteso. Inoltre esso tende alle tromboflebiti ed allostato varicoso per ipertensione venosa, alle alterazioni del ricambio conipercolesterolemia, diabete ipoinsulare ed obesità, alla diatesi allergica (perdeficienza immunitaria), alla tubercolosi (che decorre con prevalenti caratteriessudativi e facilmente ulcerativi) ed ai tumori. Per tutta questa serie dimotivi risulta di scarsa longevità. Biochimicamente è rilevabileun'iperazotemia precoce (per sclerosi) ed un'ipercolesterolemia (sempre persclerosi). Nel sangue abbiamo eccedenza di sodio e di potassio per vagotoni-smo. Il gruppo sanguigno è generalmente B (qualche volta AB). La FEFP dibase è la psorica a cui si aggiunge quella sicotica e la tubercolinica.

Medicinali costituzionali

Il medicinale costituzionale di base è senz'altro la Calcarea carbonica.Fra i medicinali intermedi ricordiamo la Magnesia carbonica, il Kaliumcarbonicum, il Natrum carbonicum, la Baryta carbonica, l'Ammoniumcarbonicum, il Carbo vegetabilis ed il Carbo animalis; non vanno poidimenticati alcuni medicinali pluricostituzionali di notevole importanza e dilargo impiego in questo biotipo quali il Lycopodium clavatum, l'Heparsulphur, la Graphites e la Sepia; infine sono molto utilizzati anche i nosodiPsorinum (per la componente psorica), Medorrhinum (per la componentesicotica), TK e Luesinum (se vi sono espressioni tubercoliniche o fluoriche).I medicinali costituzionali sintomatici o acuti vengono classificati secondoun ordine legato alla prevalenza delle FEFP, a seconda se assistiamo ad unaprevalenza della psora (Belladonna, Eupatorium perfoliatum, Hyosciamus ni-ger, Cantharis, Bromium, Stramonium, Capsicum, Cuprum metallicum,Zincum metallicum); della psora con tubercolinismo (Spongia tosta); dellapsora con sicosi (Antimonium crudum, Antimonium tartaricum, Dulcamara,Conium maculatum, Capsicum, Thuya occidentalis, Natrum carbonicum);della psora con fluorismo (Baryta carbonica). Approfittiamo per ricordarequali sono i farmaci che possono favorire il drenaggio epatico (Chelidonium,China officinalis), il drenaggio renale (Berberis vulgaris, Chimaphilaumbellata, Pareira brava), il drenaggio dell'apparato digerente (Condurango,Ornithogalum, Hydrastis), il drenaggio pancreatico (Senna), il drenaggio dellaprostata (Sabal serrulata) ed il drenaggio del retto (Ruta, Scrofularia).

Il brevilineo stenico del Pende o mesoblasta

Il brevilineo stenico del Pende corrisponde al mesoblasta del Martiny,al sulfurico (secondo la classificazione biochimica omeopatica) oppure allopsorico-fluorico secondo la classificazione omeopatica stilata in relazione allaFEFP. In questo biotipo ritroviamo un'eccedenza funzionale degli organi cheprovengono dal foglietto mesoblastico, una normalità degli organi endobla-stici ed una deficienza di quelli ectoblastici.

Segni morfologici

Di altezza tipicamente normolinea o leggermente inferiore alla media,il mesoblasta è caratterizzato da quella corpulenza tipica di un soggetto tozzo,leggermente tendente al grasso, anche se non è il grasso pallido e flaccido

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dell'endoblasta ma semmai un grasso tonico e colorato, che tende arisparmiare gli arti. E' quindi un biotipo forte, sia per lo sviluppo muscolare(di origine mesoblastica), sia per il suo ipercorticosurrenalismo. E' l'atletadella forza e della resistenza. La pelle è di colore rosso, per un'esuberanza delnumero dei globuli rossi e per l'ottima irrorazione sanguigna (di origine me-soblastica). E' un soggetto pletorico, caratterizzato anche da una notevole ab-bondanza di peli nell'età adulta.

Esaminando la testa del soggetto ci si accorge che il cranio può esserenormocefalo o brachicefalo. La faccia risulta di forma quadrata, dove appareben sviluppata la parte digestiva (perché è un mangiatore) e quellarespiratoria. Questo sviluppo della parte respiratoria non è dovuto ad unmaggior incremento dei polmoni (che semmai risultano di origineendoblastica) ma ad una iperfunzione respiratoria per una aumentata attivitàcircolatoria. Anche se i capelli appaiono scarsi, è facilmente rilevabileun'ipertricosi al torace ed al viso. La fronte è obliqua, sfuggente e presentaun'arcata sopracciliare piuttosto pronunciata, come una tettoia. Gli occhisono piccoli e tondi, il naso è convesso e grosso. La bocca presenta un'arcatadentaria regolare, denti quadrati e larghi, di colore bianco-giallognolo(ricordiamo comunque che i denti bianchi non rappresentano un'espressione divitalità), canini molto puntuti, radici divergenti: sono, pertanto, denti moltosolidi, che si cariano raramente. Il palato è ampio ed arrotondato mentre lamandibola appare pronunciata (abbiamo la cosiddetta bazza). Il collo è largo,la nuca è muscolosa (collo taurino).

Il torace si presenta largo sia nella parte alta che nella parte bassa,piuttosto eccedente, con l'angolo epigastrico aperto per una iperfunzionerespiratoria dipendente, come si è detto, dall'iperattività circolatoria, ed inoltreperché è un torace corto. Il torace nel suo insieme tende ad essere quadrato e diforma inspiratoria. L'addome è ben sviluppato. Gli arti sono muscolosi erelativamente corti: da notare soprattutto gli arti superiori corti ma conmuscoli ben sviluppati;anche le spalle sono robuste. Caratteristica è laposizione degli arti: a braccia orizzontali l'angolo braccio-avambraccio èaperto in alto; a braccia verticali l'angolo è aperto in avanti; l'angolo coscia-gamba è aperto all'indietro. La mano è corta, quadrata e muscolosa, con ditacorte e quadrate; le linee della mano sono poche ma nette, larghe, profonde ecolorate. I muscoli ed i legamenti sono tonici e trofici, nel complesso bensviluppati. E' un biotipo vigoroso, forte, di grande vitalità, con uno scheletrogrosso: ha l'aspetto del guerriero.

Segni fisiologici

La dinamica del paziente rivela una deambulazione regolare, pesante,ben cadenzata. I gesti sono ben controllati, ma non per effettuare unrisparmio di energia (come nell'endoblasta) ma piuttosto per un ipertonomuscolare. Approfondendo il lato riguardante la resistenza allo sforzo fisico,la caratteristica del biotipo mesoblastico è rappresentata dalla forza e dallagrande resistenza allo sforzo, anche se poi si rivela scarso dal punto di vistadella velocità e della destrezza: quindi sarà più l'atleta dello sforzo e dellaresistenza che dello sprint. La sua energia e la sua resistenza lo conducono adeccessi fisici, con tutte le conseguenze di tali eccessi. Caratteristica del brevi-lineo stenico è la prevalenza della vita di relazione su quella vegetativa(l'esatto contrario dell'endoblasta). La fame è eccessiva: è un mangiatore,come il brevilineo astenico, e preferisce cibi e bevande forti. Caloroso per lapletora sanguigna, ha timore del caldo e quindi ama la stagione invernale. Ilcentro fisiologico è rappresentato dall'apparato circolatorio e, come vedremo,tende al pletorismo, all'ipertensione ed all'iperglobulia. Il ricambio dello

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zolfo è turbato. Il mesoblastismo è quindi un elemento di giovinezza e di vi-talità del corpo per eccedenza funzionale del mesenchima reticoloendoteliale.

Quando sopraggiungono malattie acute, la reazione è violenta epronta, l'ipertermia piuttosto precoce, il decorso è di solito grave e tu-multuoso, la defervescenza avviene per crisi e la convalescenza risulta rapida.Il biotipo tende alle malattie infettive acute (specie da cocchi) ed allesuppurazioni (frequente l'antrace della nuca). L'apparato respiratorio è spessosede di flogosi acute. La tubercolosi, quando si verifica, è prevalentemente ditipo ulcerativo. L'aspetto neuroendocrino ci rivela chel'ipercorticosurrenalismo è la nota dominante del biotipo brevilineo stenico; èun ipergenitale, con un'eccedenza di testosterone nell'uomo e di estrogeninella donna. Da notare che la donna in menopausa tende alla menorragia ed alvirilismo surrenalico. E' anche un iperpituitarico anteriore perché l'ipofisianteriore nasce dal mesoblasta.

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ECTOBLASTA

Segni psicologici

L'aspetto intellettivo pone in risalto un'intelligenza realizzatrice.Caratteriologicamente viene sottolineato un notevole desiderio di agire: sitratta di soggetti che non possono stare fermi e che devono camminare edagire per scaricare la loro vitalità. Anche il loro pensiero non può starefermo, non possono soffermarsi molto nello studio e nella riflessione perchédevono realizzare e pertanto la loro cultura è talvolta superficiale. Sonosoggetti che devono imporre le loro idee in maniera chiassosa, sono i classicipersonaggi del pugno sul tavolo.

Tendenze morbose

L'apparato cardiocircolatorio di questo biotipo è il più impegnato epuò manifestare le espressioni patologiche più gravi; il biotipo tende all'iper-tensione, all'ipercolesterolemia, all'arteriosclerosi diffusa (che appareprecocemente), all'infarto, all'angina pectoris ed all'edema polmonare acuto. Acarico dell'apparato digerente le malattie non sono frequenti, ma se vi èun'ulcera duodenale questa va incontro con molta probabilità allaperforazione; tende alla cirrosi epatica ed alla diatesi dismetabolica eprecipitante (cioè alla gotta, al diabete, alla xantomatosi, all'obesità, allalitiasi epatica e renale); tende alla iperglobulia (fino al morbo di Vaquez), allemalattie allergiche; tende al morbo di Cushing1 e all'acromegalia2; tende allenevrosi ed alla ciclotimia. Gli esami di laboratorio pongono frequentementein evidenza iperglobulia, iperazotemia, ipercolesterolemia ed iperuricemia.Solitamente il biotipo appartiene al gruppo sanguigno B e 0. La FEFP dibase è la psorica a cui spesso si aggiunge la fluorica.

Medicinali costituzionali

Il medicinale costituzionale di base è il Sulphur. Tra gli intermediricordiamo la Magnesia sulphurica, il Kalium sulphuricum, il Sulphuricumacidum e lo Psorinum.

I medicinali costituzionali sintomatici ed acuti vengono classificati,come sempre, secondo un ordine legato alla prevalenza delle FEFP: con lapsora avremo Aconitum napellus, Bryonia alba, Nux vomica, Ignatia amara,Coffea, Glonoinum, Ledum palustre, Arnica montana, Gelsemium, Lachesistrigonocephalus, Plumbum metallicum, Causticum e Cactus grandi; con pso-ra e fluorismo avremo Nitricum acidum, Argentum nitricum, Argentum

1 Ed è logico perché questa malattia, nonostante tutte le interpretazioni dei vari autori sulla prevalenza delle al-terazioni endocrine, presentando un impegno dell'ipofisi anteriore ed un'ipercorticosurrenalismo, la possiamoconsiderare di attinenza mesoblastica: vediamo infatti quanti segni di mesoblastismo sono inclusi nella sinto-matologia: l'obesità (e la faccia lunare più o meno pronunciata, a seconda di come si comporta il contributo en-doblastico), l'iperglobulia, l'ipertensione, il diabete, l'aumento dei chetosteroidi, l'irsutismo presso le donne, etc.

2 Ed anche qui vi è una precisa spiegazione: alla base di questa malattia vi è un'iperfunzione ipofisaria (quindimesoblastismo) a carico delle cellule eosinofile; è da notare che nella letteratura, anche se si attribuisce un rap-porto diretto tra acromegalia ed adenoma ipofisario, tuttavia si ammette che si possa avere tale patologia nellaconvalescenza di alcune malattie acute in soggetti predisposti (che noi chiameremo mesoblastici). Alcuni autorisostengono infatti che presso alcuni soggetti, in caso di malattie acute infettive, può verificarsi una diminuzionedella secrezione delle cellule basofile dell'ipofisi, le quali hanno il compito di stimolare gli ormoni corticosur-renali per effettuare una difesa. Verificandosi una tale evenienza, si instaura per compensazione una iperse-crezione delle cellule eosinofile dell'ipofisi, e quindi acromegalia. Se questa ipotesi è reale, ecco che appare im-portantissimo l'uso del farmaco omeopatico anche nei casi acuti, in quanto, come sempre in ogni suo impiego (siaacuto che cronico), deve stimolare e mantenere in armonia funzionale ogni potere di difesa.

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metallicum, Arsenicum album, Mercurius solubilis, Mezereum, Aurummetallicum, Platina e Palladium metallicum; con psora e sicosi avremoNatrum sulphuricum, Sanguinaria, Thuya occidentalis e Causticum; conpsora e tubercolinismo avremo Arsenicum iodatum e Petroleum. Per ildrenaggio epatico si utilizzano Carduus marianus, Chelidonium majus,Taraxacum dens leonis e Podophyllum peltatum; per il drenaggio renalesomministreremo Berberis, Chimaphila o Pareira brava; per ottenere un buondrenaggio pancreatico potremo somministrare Senna oppure Iris, mentre peril drenaggio del retto abbiamo Ruta graveolens ed Aesculus hippocastanum.

Il longilineo astenico del Pende o ectoblasta

Il longilineo astenico del Pende corrisponde all'ectoblasta del Martiny,al fosforico degli omeopatici ed al tubercolinico secondo la classificazioneomeopatica in relazione alla FEFP. Presso questa costituzione prevalgono lefunzioni che originano dal foglietto ectoblastico, il tutto accompagnato dauna deficienza degli organi provenienti dai foglietti endomesoblastici: caratteripredominanti del biotipo saranno quindi astenia, ipoglobulia e magrezza. Do-minano in senso assoluto le funzioni degli organi che derivano dall'ectobla-sta: il sistema nervoso centrale (cervello e midollo spinale), il sistema ner-voso periferico (i nervi), il sistema neurovegetativo (con prevalenza delsimpatico), l'epidermide, le mammelle, la ghiandola pineale, l'ipofisiposteriore e la parte midollare della surrenale. Eseguendo una sintetica corre-lazione della prevalenza degli apparati dei vari biotipi, assegneremoall'endoblasta il principale sviluppo dell'apparato digerente, del respiratorio edel linfatico; al mesoblasta spetta la palma del maggiore sviluppo di muscoli,scheletro e sangue; l'ectoblasta rappresenta invece l'apice per quel che riguardail sistema nervoso. Quest'ultimo è il biotipo che evidenzia, come dice il Mar-tiny, "la fase ascensionale della vita, in quanto è il tipo cerebrale".

Segni morfologici

Pur se la statica descrive l'ectoblasta come un soggetto longilineo,esso può risultare anche normolineo o addirittura brevilineo. E' il ragazzo checresce rapidamente con le cosiddette "febbri di crescenza". Va sottolineata unatendenza alla magrezza la quale risulta difficilmente correggibile perché, oltreall'ipersimpaticotonismo ed all'ipertiroidismo vi è un iperpinealismo cheinfluisce sul metabolismo dei grassi. Il tono è dominato da notevole astenia egracilità, le quali rappresentano la sua caratteristica principale, una sorta ditassa da pagare alla deficienza mesoblastica. Tale astenia non gli permetteràuna posizione ben eretta, per cui il soggetto deve sempre appoggiarsi persostenersi: lo farà, però, con molto garbo, perché ogni atteggiamento delfosforico è guidato dall'armonia, dal garbo, dall'eleganza e dalla compostezza.Queste sono tutte caratteristiche che lo differenziano dal biotipo presso ilquale la FEFP fluorica è presente in maniera preponderante, dando uncomportamento disordinato, scomposto e disarmonico. La sua pelle risulteràchiara per anemia costituzionale e sarà precocemente rugosa, perché mal nu-trita; inoltre il pannicolo adiposo è scarso.

Esaminando la testa dell'ectoblasta, notiamo immediatamente l'aspettodolicocefalo del cranio, con appiattimento delle regioni temporali e parietali.La faccia è di forma triangolare, con la base in alto (è il cerebrale del Sigaud),in quanto domina l'iperattività cerebrale. I capelli sono abbondanti, conl'attaccatura piuttosto bassa sulla fronte e con una spiccata tendenza allacalvizie precoce; la fronte è leggermente bombata e stretta, per una spinta dal

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ECTOBLASTA

basso in alto e dall'avanti all'indietro; il naso è affilato, convesso, ad uncino(per la stessa spinta della fronte). La bocca presenta l'arcata dentaria superioreleggermente protrusa e denti rettangolari, stretti e lunghi, di coloregiallognolo, con radici lunghe e parallele: si tratta in ogni caso di denti pocosolidi, con tendenza alle carie (preferibilmente centrali e simmetriche); ilpalato è ogivale. Il viso nel suo insieme esprime stanchezza e mancanza diogni vigore. Il collo è lungo e sottile, con il pomo di Adamo molto evidente.L'ultima vertebra cervicale tende ad essere sporgente. Il torace è stretto eappiattito in senso antero-posteriore, con la forma espiratoria e con l'angoloepigastrico acuto; le scapole sono alate, le spalle sono cadenti; le costole ri-sultano piuttosto vicine alle creste iliache. E' il biotipo che rappresental'abitus tisicus di Ippocrate: sono i ragazzi scartati alla prima visita medica dileva. L'addome è incavato: a tale proposito va sottolineato che l'addomeinferiore eccede su quello superiore e l'ombelico è leggermente più in alto.

Gli arti si rivelano poco muscolosi, lunghi e sottili, specie il bracciopiù che l'avambraccio e la coscia più che la gamba; gli inferiori sono piùlunghi di quelli superiori; il rapporto braccio-avambraccio e coscia-gamba èin linea retta. La mano è lunga, poco muscolosa ma elegante; il palmocontiene numerose linee mal disegnate, sottili e poco profonde; le dita sonolunghe ed affusolate, magre e con le unghie a mandorla. I piedi sono lunghi estretti, con una spiccata tendenza all'abbassamento della volta plantare. Tutti imuscoli sono lunghi e sottili: le articolazioni presentano legamenti ipotrofici(per cui avremo ptosi di molti organi, scoliosi, cifosi e lordosi lombosa-crale); c'è una tendenza agli spasmi. L'ectoblasta rappresenta il biotipo chemanca di sostegno: il suo atteggiamento è, infatti, in cerca di sostegno e diappoggio.

Segni fisiologici

Come dinamica, ogni movimento è dominato dall'eleganza, dal-l'elasticità e dall'armonia. La deambulazione è poco regolare, non cadenzata,ma elastica, elegante, leggera e rapida. I gesti accompagnano il parlare alloscopo preciso di rafforzare il suo discorso e sono eleganti ed espressivi, nonduri (come quelli del mesoblasta) o goffi (come quelli del fluorico) oppureassenti (come nell'endoblasta, che fa sempre economia dei propri sforzi). Perquanto concerne la resistenza allo sforzo fisico, l'ectoblasta è un biotipo che,come abbiamo detto, manca di sostegno e si stanca facilmente. E' di poca re-sistenza fisica, ma recupera con estrema rapidità. Si protegge dagli sforzi etende ad allontanare ogni impegno fisico. Si protegge anche dai cambiamentiatmosferici per paura di esserne danneggiato: è pertanto l'individuo che siconfina nella propria famiglia, nelle stesse abitudini, nello stesso clima. Ilrespiro tende facilmente a divenire corto, per cui è incapace di una marciaaffrettata e lunga: ogni azione, perché possa rendere, deve essere di brevedurata.

Nello sport è il soggetto dello sprint, più che della resistenza; eccoallora che amerà e si realizzerà nel nuoto, perché tale sport gli permette diarmonizzare la sua forma, il suo aspetto e lo sviluppo dei muscoli in sensolongilineo, e nella ginnastica ritmica, che gli permette di sviluppare la suagrazia. Ogni qualvolta il longilineo astenico è sottoposto ad azioni diversedalle sue abitudini, l'organismo assolve con impegno alle sue funzioni, mapaga piuttosto presto lo scotto, per cui tendono ben presto ad appariredisturbi sine materia, con quei malesseri vaghi che per lo più sono solitiessere definiti nervosi. E' un freddoloso, ma non sopporta gli ambienti chiusied ha frequente desiderio di aria aperta per la sua scarsa ossigenazione. Lapressione arteriosa è bassa e si alza solo per stati emotivi: ciò è di facile

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ECTOBLASTA

spiegazione perché il dominio funzionale del biotipo è rappresentato dalsistema nervoso e dal simpaticotonismo. La pubertà è ritardata e incompleta.

La resistenza alle malattie acute è scarsa, si ritiene sempre malaticcio,ma in realtà ha raramente malattie serie. Nella malattia acuta l'incubazione èprolungata, la fase di stato è povera di sintomatologia perché sono scarsi ifatti reattivi, la defervescenza è per lisi, la convalescenza è lunga. Dal puntodi vista neuroendocrino va sottolineato uno spiccato ipersimpaticotonismo,che determina un ipertiroidismo secondario ed instabile (per cui si andràfacilmente incontro ad un distiroidismo). L'iperpinealismo è un'altra dellecaratteristiche fondamentali del biotipo. Nonostante la moderna scoperta dellamelatonina, che data dal 1968, quale ormone secreto dall'epifisi, non è statochiarito molto sulla fisiologia nei mammiferi, e nell'uomo in particolare.Esistono ancora ipotesi ed interrogativi che, anche se tali, ci permettonotuttavia di interpretare l'aspetto fisiopatologico del biotipo. Sembra chel'epifisi eserciti un'azione inibitoria sulla funzione delle gonadi. Con lapubertà, pertanto, la sua funzione dovrebbe regredire e l'epifisi calcificarsi,perché antagonista degli ormoni sessuali: tuttavia recenti studi non hannoconfermato questa ipotesi; la presenza di segni di calcificazione in pazientimorti prima della pubertà ostacola questa ipotesi, per cui il significatofunzionale della calcificazione epifisarica resta completamente inspiegabile.

L'epifisi sembra anche in grado di influire sullo sviluppo fisico epsichico, ma è poco chiaro se tale azione risulti eccitatoria oppure inibitoria,dato che i pareri sono discordi. E' stato comunque notato che asportandol'epifisi diminuisce lo sviluppo fisico e quindi si è pensato che avesseun'azione di freno; ma in altri casi immettendo estratti epifisarici si è vistoaumentare lo sviluppo corporeo e psichico, il che non contribuisce adinfondere chiarezza alla questione.

Secondo il Pende, la ghiandola epifisaria fino ad una certa età inibi-rebbe lo sviluppo, mentre dopo lo favorirebbe: è forse la spiegazione piùlogica, anche perché ci rende una spiegazione per ciò che concerne lalongitipìa del biotipo che altrimenti non vi potrebbe essere, dato il deficit delfoglietto mesoblastico da cui nasce l'ipofisi anteriore. Inoltre l'epifisi agiscesull'apparato circolatorio: somministrando ormoni provenienti dalla ghiandolapineale si è avuto sperimentalmente un abbassamento della pressionearteriosa per azione sui centri neurovegetativi che regolano la pressione. Senon ci fosse questa azione epifisarica non ci potremmo spiegare la pressionebassa in questo biotipo che è un ipersimpaticotonico. Infine non dobbiamodimenticare l'azione epifisaria sul metabolismo dei grassi (asportando l'epifisivi è obesità, e quindi iperpinealismo vuole dire magrezza del biotipo), deicarboidrati (abbiamo glicosuria in seguito alla somministrazione di ormonepineale), delle proteine (somministrando ormoni pineali si ha un aumentodella eliminazione di azoto, il che spiega la tendenza all'ipoazotemia del bio-tipo) e del calcio (è stato notato un aumento della calcemia con iniezioni diormone pineale)1.

Un altro aspetto neuroendocrino del longilineo astenico è l'iper-medullosurrenalismo che provoca un'eccedenza di adrenalina e noradrenalina incircolo. L'adrenalina e la noradrenalina, secreti dalla parte midollare dellaghiandola surrenale, oltre che alla loro classica azione di aumento dellaportata circolatoria ed accelerazione del ritmo cardiaco (azione sinergica con latiroxina secreta dalla tiroide), secondo alcuni autori hanno azione di stimolosulla corteccia surrenalica tramite l'ipofisi (attraverso l'asse adrenalina-ipofisi-

1 Quest'ultima caratteristica, che a prima vista sembrerebbe in contrasto con le caratteristiche di fondo del tipo

longilineo astenico, fra le quali annoveriamo anche uno stato di ipocalcemia, è invece dovuta all'ipoparatiroi-dismo del biotipo.

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ECTOBLASTA

corticosurrene). Quel poco di forza che questo biotipo possiede gli provieneprobabilmente proprio da questa via. Inoltre vanno sottolineatil'iperpituitarismo posteriore1, l'ipopituitarismo anteriore, l'ipocor-ticosurrenalismo, l'ipogonadismo e l'ipoparatiroidismo.

Segni psicologici

L'intelligenza è astratta, il biotipo è un idealista, non è orientato versola praticità, vuole fare mille cose e non ne riesce a concretizzare che poche.Intuitivo più che ragionatore, sognatore più che realizzatore.Caratteriologicamente predomina l'emotività, l'ipersensibilità,l'immaginazione fertile e l'affettività. E' un sentimentale. Il biotipo èpessimista, depresso, di carattere tetro e sospettoso. Ha un complesso diinferiorità a causa della sua salute cagionevole: ciò lo costringe ad avere unacerchia ristretta di amicizie ed a nutrire un certo senso di invidia verso coloroche sono più sani e più forti. Trova conforto e coraggio solo nell'arte, cheama più di ogni altra cosa. E' anche ambizioso, avido di gloria, di onori, difarsi un nome (quando riesce a reagire al suo complesso di inferiorità) perchéha coscienza del suo valore intellettuale. Elemento di scarsa volontà, non rie-sce a dominare neanche i suoi stati d'animo, che subiranno pertanto facili fasidi esaltazione e di depressione: i veri fuochi di paglia. Contraddistinto da unascarsa resistenza intellettuale, non regge alle lunghe applicazioni mentali (leclassiche cefalee degli studenti). Ha paura delle malattie e pertanto il soggettosi reca continuamente dal medico per farsi controllare. Detesta tutto ciò che èmetodo ed ordine regolamentato e schematizzato, odia la consuetudine. Ri-fugge la monotonia delle attività, ogni azione deve interessare l'intelletto espronare la fantasia. Di temperamento schizoide, detesta il lavoro fisico. E' ilclassico artista.

Tendenze morbose

Il biotipo tende alla diatesi reumatica, alla diatesi abiotrofica, alledistonie neurovegetative (sono tutti elementi che rendono il biotipo sempreaffetto da mille malattie, facendolo sentire sempre malaticcio), alle anemieipocromiche, ai catarri bronchiali, alle affezioni respiratorie ed allatubercolosi. Nonostante quest'ultima predisposizione, il biotipo presentatuttavia una buona resistenza locale per la tendenza alla fibrosi che assumonole lesioni specifiche. La tubercolosi del tipo ulcerativo è più frequente nelbrevilineo stenico, la tubercolosi a carattere essudativo nel brevilineo asteni-co. In questo biotipo non è raro il riscontro di vizi valvolari congeniti, diun'aorta morfologicamente più stretta e di un'ipotrofia cardiaca, a causa preva-lentemente del deficit metabolico: sono rare le cardiopatie vere e proprie.Questi individui tendono al dimagrimento ed alla demineralizzazione, allaptosi, alle scoliosi, alle cifosi, al piede piatto (per ipotonia dei legamenti) edall'affossamento dello sterno. I soggetti di questo tipo tendono anche agli spa-smi per ipoparatiroidismo, alla ipofunzione epatico-pancreatica, all'atoniaintestinale e gastrica (con conseguenti disturbi gastroenterici, fermentazioni ecoliti). Gli esami di laboratorio evidenziano frequenti episodi di ipocalcemia,anemia e linfocitosi, mentre azoto e colesterolo tendono a valori bassi. Il

1 Ricordiamo sinteticamente le azioni che ci interessano dell'ipofisi posteriore: a) regolazione dell'eliminazione

dell'acqua attraverso la diuresi, la quale è in eccedenza nell'ectoblasta e quindi concorre alla sua magrezza; b)regolazione della pressione arteriosa attraverso la vasopressina che, controllata dall'epifisi, rende il biotipoipoteso.

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ECTOBLASTA

gruppo sanguigno è essenzialmente di tipo A o 0. Predomina la FEFP tuber-colinica.

Medicinali costituzionali

Il medicinale costituzionale di base è la Calcarea phosphorica. Tra imedicinali costituzionali intermedi vanno soprattutto ricordati la Magnesiaphosphorica, il Kalium phosphoricum, il Natrum phosphoricum, ilPhosphorus ed il Phosphoricum acidum. I medicinali costituzionalisintomatici ed acuti vengono classificati, come sempre, secondo un ordinelegato alla prevalenza delle FEFP: nel tubercolinismo si somministreràActaea racemosa, Anacardium orientale, Drosera, Ferrum phosphoricum,Ferrum metallicum e Lilium tigrinum; nel tubercolinismo con sicosi Silicea,Staphysagria e Thuya occidentalis; nel tubercolinismo con psora Ignatiaamara, Pulsatilla, Petroleum, Manganum; nel tubercolinismo con fluorismoKalium iodatum, Stannum, Calcarea fluorica, Fluoricum acidum ePhytolacca. Inoltre non vanno dimenticati i nosodi tubercolinici TK, TR,Marmorek, Denys e Spengler.

Il longilineo stenico del Pende o cordoblasta

Il biotipo longilineo stenico del Pende corrisponde al cordoblasta se-condo la classificazione del Martiny, al sulfurico magro secondo laclassificazione biochimica omeopatica oppure allo psorico-tubercolinicosecondo la classificazione omeopatica in relazione alle FEFP. Cordobla-stismo vuole dire equilibrio dei tre foglietti, per cui il biotipo è normo-endo-blastico, normo-mesoblastico e normo-ectoblastico. Lo sviluppo dei trefoglietti è bene equilibrato, con una lieve eccedenza dell'ectoblasta.Cordoblastismo vuole dire vitalità controllata, sia come espressione morfolo-gica, che come espressione funzionale e psichica: è il biotipo tendente all'i-dealità.

Segni morfologici

Come statica, il biotipo si presenta piuttosto longilineo, di corpo-ratura regolare e di tono decisamente stenico. La pelle è scura perché vitale.Esaminando la testa, ci accorgiamo quasi subito della forma quadrata eregolare del cranio, a causa dell'armonico sviluppo dei tre settori (digestivo,respiratorio, cerebrale). La faccia è rettangolare, sempre per l'armonicosviluppo dei tre settori; i capelli si presentano con una base d'impianto moltoall'indietro (cosa che causa una certa precocità della calvizie); la fronte èbombé regolare, tendente all'alto, per la spinta verso l'avanti e dal basso inalto; il naso si presenta convesso regolare, per la spinta verso l'avanti e versol'alto. La bocca offre un'arcata dentaria regolare, con denti grandi e re-golarmente distanti l'uno dall'altro, canini molto sviluppati, molto tartaro epalato largo. La mandibola è quadrata ma uniformemente sporgente. Il collo èregolare, il torace è lungo, regolare ed armonioso nei suoi diametri dilarghezza, spessore e lunghezza. L'addome è altrettanto regolare. Un esameapprofondito dell'apparato locomotore del biotipo ci offre arti regolari, manotendente ad essere lunga e muscolosa, con linee numerose, fini e profonde,muscolatura lunga ed elastica con eccellente sviluppo.

Segni fisiologici

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I BIOTIPI MISTI

Il biotipo mostra una buona resistenza di fronte alle malattie acute,raggiunge facilmente la guarigione come pure l'immunità. Eccellentefunzione di tutti gli organi. Lo scheletro è ricco di calcio. E' il biotipo chepiù a lungo mantiene la sua forma e la sua vitalità. Ha grande resistenzafisica alla fatica. Mangia molto, ma sa assoggettarsi a privazioni alimentari.Dal punto di vista neuroendocrino il cordoblasta si presenta in perfettoequilibrio ormonale, con una leggera predominanza della pineale durantel'infanzia (è questa che gli fornisce la longitipia), dell'ipofisi anteriore e dellatiroide. Allo stesso modo viene descritto un eccellente equilibrioneurovegetativo, con leggera prevalenza simpaticotonica.

Segni psicologici

Di intelligenza aperta a tutti i campi e dotata di larga intuizione, ilbiotipo presenta la capacità degli intelletti più originali. Carat-teriologicamente domina l'autocontrollo; è l'uomo saggio e prudente,equilibrato, positivo, dalle rapide decisioni; anche se può permettersi di essereautoritario per la sua forte energia, si controlla abbastanza facilmente.Fondamentalmente dominatore, vuole espandere il proprio dominio non persemplice prepotenza ma perché è un equilibrato e vuole guidare la societàverso la regola giusta (ed infatti, per fare questo, come prima cosa domina econtrolla se stesso). Preciso, leale, ottimista, pacifico, conciliatore, giusto,perdona facilmente; ogni sua azione è costruttiva; è uno scarso amante dell'u-morismo, perché secondo lui l'umorismo, se esagerato, non costruisce nulla.

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I BIOTIPI MISTI

Tendenze morbose

Nei bambini è rappresentata dal linfatismo eretistico. E' resistente atutte le infezioni batteriche; è predisposto a turbe di origine epatica maprevalentemente di origine funzionale. Tende alla debolezza della cronassia deimuscoli estensori, da cui crampi e tic. Tende inoltre alla carenza dellavitamina A, pur essendo il biotipo ricco di tutte le altre vitamine. Il grupposanguigno predominante è rappresentato dal gruppo 0 ed accessoriamente dalgruppo A. La FEFP dominante è la psorica, che lo accosta ai brevilinei (especialmente al brevilineo stenico), assieme alla FEFP tubercolinica, che loavvicina al longilineo astenico.

Medicinali costituzionali

I medicinali costituzionali di base sono rappresentati dal Sulphuriodatum (per la componente psorica) e dal Natrum muriaticum (per lacomponente tubercolinica). Gli intermedi sono la Calcarea muriatica, laMagnesia muriatica, il Kalium muriaticum, l'Ammonium muriaticum ed ilMuriaticum acidum. I medicinali sintomatici ed acuti vengono classificatisecondo un ordine legato alla prevalenza delle FEFP: per il tubercolinismoavremo Apis mellifica, Actaea racemosa, Anacardium orientale, Colocynthise Secale cornuta; per il tubercolinismo con psora avremo Sulphur iodatum;per il tubercolinismo con psora e fluorismo avremo Arsenicum iodatum edIgnatia amara; per il tubercolinismo con psora e sicotismo avremo Natrummuriaticum, Natrum sulphuricum e Thuya occidentalis; infine, nel tubercoli-nismo con fluorismo avremo Iodium, Kalium iodatum, Stannum metallicume Phytolacca.

I biotipi misti

Biotipo meso-endoblastico

Corrisponde all'ipo-meso-trope del Martiny, è il tipo della materialità,è il tipo terra dei Greci. L'apporto endoblastico è rappresentato dallapredominanza digestiva, dalla bassa statura e dalla flemma. L'apportomesoblastico è rappresentato dall'iperpituitarismo anteriore, che si realizzacon lo sviluppo più in larghezza (che in altezza) ed in grossezza,dall'ipergenitalismo, dall'ipercorticosurrenalismo che si realizza nella forza enell'ipertricosi (l'uomo gorilla). Morfologicamente e fisiologicamente èbasso, pesante, pigro, disarmonico e grosso; tutto è grosso: il naso, leorecchie, le labbra, le mani, i piedi, i muscoli, i genitali. Sotto il profilointellettivo è di mediocre intelligenza; sotto il profilo caratteriologico è pocosensibile, duro, materialista, realista, tendente ad essere impulsivamente catti-vo; quando si rompono gli equilibri diventa animalesco, aggressivo, è il clas-sico assassino, l'individuo amante dei tatuaggi perché vuole dimostrare chedomina il dolore. Le tendenze morbose saranno quelle derivanti dalla fusionedell'endoblastismo e del mesoblastismo. I medicinali saranno quelli deibrevilinei, sia astenici che stenici (nell'alterazione degli equilibri, prevale ilfluorismo).

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I BIOTIPI MISTI

Biotipo cordo-mesoblastico

Corrisponde al pro-meso-trope del Martiny. In questo biotipo c'è pocomesoblastismo e molto cordoblastismo. Un autore inglese pone questobiotipo fra l'angelo (cordoblastismo) e la bestia (mesoendoblastismo), ilMercurio dei greci. E' fra l'intellettuale ed il materialista. Il cordoblastismofrena il materialismo. Morfologicamente è un biotipo normolineo stenico. Latesta è caratterizzata da una fronte leggermente bombata e sfuggente, i capellisono soffici, neri ed ondulati, gli occhi sono vivaci ed ironici, il naso è lungoed a punta, la bocca presenta denti normali, ma con carie precoci e contendenza alle gengiviti espulsive; il viso è tutto proiettato in avanti, dalprofilo aerodinamico. Il torace è lungo, i muscoli sono ipertonici e lunghi.

Dal punto di vista fisiologico ha una buona resistenza allo sforzo ed èun soggetto elegante e giovanile. Tra i segni psicologici annoveriamoun'intelligenza eccezionale ed una capacità critica notevole: è un biotipodinamico, attivo, pratico, volitivo, furbo, realizzatore ed ipercritico. E' unipertiroideo (per la prevalenza ipertiroidea del cordoblastico); se la suafisiologia sarà esagerata, per la prevalenza tiroidea diventerà l'ipertiroideo delPende, oltre che ipersurrenalico, a causa dell'apporto mesoblastico. I medi-cinali propri di questo biotipo saranno quelli dei brevilinei stenici e quelli deilongilinei stenici a radicale muriatico, con in più l'Argentum nitricum e l'Ar-senicum album se vi è una notevole componente fluorica proveniente dalmesoblastismo; Iodium se vi è una prevalenza tiroidea.

Biotipo ecto-cordoblastico

Corrisponde all'iper-meso-trope del Martiny. E' un biotipo che realizzauna disciplina armoniosa fra corpo e personalità (è l'Apollo dei greci).L'ectoblastismo gli fornisce la cerebralità, la snellezza, l'eleganza. Ilcordoblastismo alimenta l'equilibrio delle sue funzioni e frena l'eccessivaintellettualità. Morfologicamente è un biotipo longilineo stenico. La testapresenta una fronte bombé alta, i capelli sono fini ed ondulati, gli occhigrandi con le ciglia lunghe, il naso è aquilino, la bocca presenta denti moltobianchi, il viso è ovale.

Cammina con molta elasticità ed eleganza e con gesti lenti ed ar-moniosi. Psicologicamente mostra un'intelligenza vivace; caratterio-logicamente emotivo, sentimentale ed altruista, è un biotipo tendente allaspiritualità ed al filosofare senza la preoccupazione di questioni materiali; èl'aristocratico nato. Endocrinologicamente equilibrato, manifesta una certatendenza all'ipogenitalismo (ectoblastismo); se interviene una esagerazionedella sua fisiologia diviene il classico ipogenitale del Pende, con pelle delicatae fine, muscoli ed ossatura gracili; nell'uomo potremo avere organi genitalipiccoli, pochi peli e criptorchidismo; nella donna potremo avere ipoplasiadell'utero, sterilità, piccolezza delle piccole e delle grandi labbra, ristrettezzadell'ostio vaginale, seni piccoli. I medicinali del biotipo saranno quelli delcordoblastico (a radicale muriatico) e quelli dell'ectoblastismo (a radicalefosforico).

Biotipo ecto-endoblastico

Corrisponde al meta-meso-trope del Martiny. E' un biotipo pret-tamente femminile (la Venere dei greci). E' un soggetto dalla corporaturaregolare; il viso è bello, perfettamente ovale, la fronte è alta e piatta, il nasoè leggermente concavo, le labbra ben disegnate, i denti sono irregolari e

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Le costituzioni secondo il principio embriologico 55

I BIOTIPI MISTI

tendono a sovrapporsi, mentre gli incisivi sono erosi. Può avere la fossettanel mento mentre gli occhi sono carezzevoli.

Dal punto di vista psicologico si presenta spirituale e materiale nellostesso tempo, oltre ad essere contemporaneamente affettiva, raffinata, amantee madre; i suoi gesti sono armoniosi, studiati e controllati. Un poeta scrissedi lei: "Io sono bella, come un sogno di pietra... e giammai io piango, egiammai io rido". I medicinali saranno quelli inerenti all'ectoblastismo(radicale fosforico) ed all'endoblastismo (radicale calcico).

Tutte le caratteristiche dei biotipi appena descritte rappresentano quadrischematici che, giova sottolinearlo, ci devono fornire un orientamentointerpretativo del terreno, senza la pretesa di volere includere a forza unsoggetto all'interno di schemi prefissati. La teoria alimenta lo spirito dellecose mentre la pratica ne analizza i dettagli, apportando le dovute modifiche.Tutto questo risulterà più evidente quando tratteremo i medicinali appartenentialle singole costituzioni.

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Istituto di Medicina Naturale

Scuola Italiana di Naturopatia

Il farmacoomeopatico*

6I pregiudizi sono il ragionamento degli sciocchi

Voltaire

no dei più evidenti vantaggi della dottrina omeopatica consiste nelmettere in opera un principio fondamentale d'ordine farmacologico: lalegge dei simili. Tale legge che può sintetizzarsi nell'ippocratico

similia similibus curantur, risulta molto più chiara se si enuncia nel modoseguente: "Un qualsiasi prodotto che somministrato a dosi forti provocanell'uomo sano determinati disturbi, è capace (se somministrato a dosi moltopiù leggere) di guarire questi stessi disturbi nell'uomo malato". La precedentefrase postula quindi l'esistenza di farmaci altamente diluiti i quali, a differenzadi quelli allopatici (ponderabili), rappresentano l'imponderabile attivato.Come si può notare abbiamo evidenziato alcuni termini: qualsiasi prodotto,imponderabile, attivato. Tali parole ci permetteranno di procedere in modoorganico nella trattazione del nostro argomento. Si è parlato di qualsiasiprodotto: ma quali sono in pratica quei prodotti, quelle sostanze che inomeopatia diventano farmaci? Possiamo, a tale proposito, schematizzare nellatabella della pagina seguente le diverse fonti di provenienza dei materialiutilizzati per la preparazione di rimedi omeopatici. A questa lista possiamoaggiungere gli isoterapici, ovvero quei farmaci preparati con materiali biolo-gici prelevati dalla stessa persona cui il farmaco verrà poi somministrato.Essi vengono classificati in autogeni, se ottenuti da materiale derivante dallo

* Il presente capitolo è stato redatto a cura del Dr. Paolo Lucentini.

U

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58 Il farmaco omeopatico

stesso soggetto cui l'isoterapico è destinato, ed esogeni, se ottenuti damateriali esterni al malato (pollini, polveri, farmaci allopatici, allergeni ingenere). I materiali precedentemente schematizzati costituiscono quindi le basidi partenza per la preparazione del farmaco omeopatico.

Si è parlato anche di imponderabile, cioè di un qualcosa di estre-mamente diluito. Occorre pertanto che tali materiali, prima di diventarefarmaci, vengano opportunamente diluiti per subire poi ulteriori e successivitrattamenti. Non tutti i prodotti della tabella possono essere diluiti nello statoin cui si trovano: occorre prima portarli ad una forma tale da consentire, inrapporto alla loro solubilità, una diluizione in veicolo liquido (acqua, alcool,miscele idroalcoliche) o solido (lattosio). In generale per i prodotti chimici (eper buona parte di quelli bioterapici) la sostanza di partenza per la diluizione ola triturazione è il prodotto tale e quale, mentre per quelli vegetali e animalioccorre prima procedere alla preparazione della tintura madre, ovvero la verabase di partenza per le diluizioni omeopatiche.

Prodotti vegetali Parti di piantePiante intere

Secrezioni (resine, essenze, etc.)

Prodotti animali Parti e organi di animali viventiAnimali interi

Secrezioni (veleni, latte, etc.)

Inorganici MineraliElementi

Composti chimici

OrganiciMineraliComposti chimici

Prodotti chimici

Bioterapici(nosodi) Colture di ceppi microbici puri

Sieri, vaccini, tossine, anatossine, virus, etc.

Materiali patologici

Tali materia li possono essere di nat uradistro fica , t ossica, microbiologi ca , nondefinit i chim ic ament e, nè micro biologi-camente.

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Figura 14 Le diverse fonti di provenienza dei materiali utilizzati per la prepa-razione dei rimedi omeopatici.

Le tinture madri

Le tinture madri sono delle preparazioni liquide risultanti dall'azionedissolvente di un veicolo alcolico su materiali di origine vegetale o animaleallo stato fresco (dove possibile). Quelle di origine vegetale sono ottenute per

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Il farmaco omeopatico 59

macerazione nell'alcool, a differente titolo, delle piante fresche. Si preparanopartendo da materiale vegetale e da alcool nella proporzione di 1:10 (il 10%).

Più precisamente, da una determinata massa di materiale, corri-spondente a 100 grammi di prodotto essiccato, debbono ottenersi 1000grammi di tintura madre. Inoltre, tenuto conto della quantità d'acqua contenutanel materiale di partenza, il grado alcolico finale della tintura deve risultareuguale a quello desiderato. Il titolo alcolico delle tinture madri deve essere,nella maggior parte dei casi, di 65°±5°, più raramente di 45°±5° e soloeccezionalmente di 90°±5°: tutto ciò in rapporto alle caratteristiche disolubilità dei principi attivi contenuti nei materiali di partenza. In questomodo, per materiali contenenti preminentemente principi idrosolubili, iltitolo alcolico finale dovrà essere più basso (miscela idroalcolica più ricca inacqua), mentre per quelli contenenti principi più solubili in solventi organiciil titolo alcolico finale dovrà essere più elevato.

Le tinture madri di origine animale sono ugualmente ottenute permacerazione del materiale di partenza nell'alcool, a differente titolo. Perquesto può essere anche impiegata una miscela costituita in parti uguali diacqua, glicerina e alcool. Quando i materiali utilizzati per la preparazione ditinture madri sono costituiti da parti di animali, tessuti, organi freschi oppurein polvere, derivanti da animali riconosciuti sani, allora si parla diorganoterapia e le preparazioni omeopatiche ottenute vengono denominateorganoterapici. Anche i rimedi organoterapici fanno parte del corrente baga-glio terapeutico del medico omeopatico, pur non rispondendo, nellecaratteristiche intrinseche e nella logica di prescrizione, ai requisiti delmedicamento omeopatico: quest'ultimo, infatti, basa la sua azione sulla bennota legge dei simili mentre gli organoterapici si basano sul principio chel'organo agisce sull'organo. Le tinture madri di origine animale sono al 5%(rapporto 1:20).

La diluizione

La diluizione è, insieme alla dinamizzazione, una delle operazionipeculiari della tecnica farmaceutica omeopatica. Essa consente, grazie ad unaserie di deconcentrazioni successive, di raggiungere e superare i limiti diprobabilità di presenza, nella soluzione omeopatica, anche di una solamolecola della sostanza di partenza. La diluizione costituisce il vero principioattivo del rimedio omeopatico, quel quid cui è demandata la vera azionefarmacologica del rimedio. Pertanto ogni farmaco omeopatico, al pari di unqualsiasi farmaco allopatico, può essere considerato costituito da una parteattiva (diluizione omeopatica) e da un supporto o veicolo che ne determina laforma farmaceutica (granuli, gocce, supposte, etc.). Vengono qui di seguitodescritti i diversi metodi di diluizione conosciuti e che normalmente vengonoutilizzati nel corso della preparazione dei rimedi omeopatici (cfr. figura 15).

Tecnichehahnemanniane

Tecnichenon hahnemanniane

Decimali (X, D)Centesimali (CH, C)

Cinquantamillesimali (LM)

Korsakoviane (K)Flusso continuo (FC)

Figura 15 Sintesi delle tecniche di diluizione.

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Metodo centesimale (e decimale) hahnemanniano

Le diluizioni omeopatiche sono ottenute per divisione della sostanza dibase in mezzo liquido o in un mezzo solido (secondo lo schema della figura16). Nel primo caso si parla di triturazione con lattosio: la triturazione è unaoperazione di diluizione destinata a quelle sostanze di base che non sonosolubili in veicoli liquidi, come l'arsenico, i metalli, il carbonato di calcio,etc. Essa viene effettuata mescolando accuratamente in un mortaio diporcellana, per un'ora, la sostanza di base con lattosio, sempre nellaproporzione 1:10 per le decimali e di 1:100 per le centesimali, operazione cheviene condotta fino alla terza triturazione decimale o centesimale. Dalla quartadiluizione in poi si può passare al veicolo liquido, ammettendo che da questadiluizione in poi tutte le sostanze sono solubili. Le diluizioni sono dettedecimali (e si indicano con le lettere D o X) o centesimali (e si indicano conle lettere C o CH) a seconda che le operazioni successive di diluizione sianoeffettuate nel rapporto di 1:10 o di 1:100, sempre partendo da una parte disostanza di base (figura 16).

TM Alcool

1 99

dinamizzazione

1 CH

1 CH Alcool

1 99

dinamizzazione

2 CH

...

29 CH Alcool

1 99

dinamizzazione

30 CH

Figura 16 La divisione della sostanza di base mediante diluizioni successive,secondo il metodo di diluizione hahnemaniano.

Si predispone una serie di flaconi di vetro, perfettamente puliti ed innumero sufficiente per ottenere il grado di diluizione voluto. Si mette nelprimo flacone una parte in peso di sostanza di base, si aggiungono 99 parti involume di alcool a 70° e la prima diluizione è effettuata. Prelevando poi una

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parte in volume di questa prima CH e mescolandola in un secondo flaconecon altre 99 parti di alcool, si ottiene la seconda CH e così di seguito fino al-la diluizione desiderata. Per le diluizioni decimali si opera nella stessa manie-ra, ma secondo la serie decimale (9 parti di alcool invece di 99). Il numero dioperazioni così effettuate definisce il grado di diluizione ottenuto.

Diluizione decimale ottenuta 1D 2D 3D 4D 5D 6D . . . 20D 22D

Diluizione centesimale ottenuta 1C 2C 3C . . . 10C 11C

Concentr. approssimativa di sostanza (gr/ml) 10-1 10-2 10-3 10-4 10-5 10-6 . . . 10-2 0

10-22

Numero molecole/ml 1020 1019 1018 1017 1016 1015 . . . 10 <1

Figura 17 Si noti come la seconda diluizione decimale (2D) corrisponda alla prima centesimale (1C), la 4D alla 2Ce così via; inoltre, dopo la decima diluizione centesimale non si ha più probabilità di trovare materianelle diluizioni successive.

Le cinquantamillesimali

Per la preparazione di queste diluizioni vengono utilizzati 500 globulidi zucchero del pesto totale di 2,5 grammi. Questi 500 globuli sonoimpregnati con una goccia di diluizione voluta, per cui ogni globulo contiene1/500 di goccia. Se poi si discioglie uno di questi globuli in una gocciad'acqua e questa si diluisce in 100 gocce di alcool per la successiva diluizione,in questa la proporzione fra globulo e solvente diviene:

1/500 X 1/100 = 1/50.000

Si tratta in pratica di eseguire delle diluizioni omeopatiche nonsecondo la scala centesimale (1/100), ma secondo una scala cin-quantamillesimale (1/50000). Il metodo è stato descritto dallo stessoHahnemann nella VI edizione dell'Organon. Le relative diluizioni vengonochiamate cinquantamillesimali ed i relativi prodotti omeopatici vengonoidentificati dal numero della diluizione ottenuta secondo una ben precisaterminologia: 0/6 LM, 0/12 LM e 0/30 LM indicano rispettivamente unasesta, una dodicesima ed una trentesima cinquantamillesimale.

Metodo di Korsakow o del flacone unico

Questo metodo di diluizione propone una tecnica consistente nel-l'eseguire le diluizioni sempre nello stesso, unico flacone (figura 18, allapagina seguente). In un idoneo flacone si versano 100 gocce di diluente e unagoccia di soluzione da diluire. Si agita vigorosamente ottenendo la la diluizio-ne centesimale Korsakoviana (1 K). Si getta il tutto, si scola accuratamente ilflacone e, ammettendo che resti sulle pareti dello stesso una quantità diliquido pari a una goccia, si aggiungono altre 100 gocce di diluente. Si agitavigorosamente ottenendo così la seconda diluizione centesimaleKorsakoviana, e così via.

Questa tecnica che fa impiego di acqua distillata anziché di alcool èoggetto di numerose critiche per i seguenti motivi: a) le diluizioni effettuatecon l'acqua non sono identiche a quelle ottenute con l'alcool; b) le diluizionipossono variare in ragione della forma del flacone, della pulizia delle suepareti nonché dell'intensità e del numero delle scosse durante la

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dinamizzazione; c) le diluizioni ottenute possono essere differenti daproduttore a produttore.

SOSTANZA

LATTOSIO5 g

g 0,05

1/100

LATTOSIO5 g

g 0,05

1/100

LATTOSIO5 g

g 0,05

1/100x x

500 gocceH O + Alcool2

g 0,05

1/1.000.000=

500 gocceH O + Alcool2

1/500

100 gocce

1/100

1 goccia

x

500 globuli

= 1/50.000

1 goccia

1 LM

500 globuli

1 LM

100 gocceH O + Alcool2

1/50.000

500 globuli

2 LM

100 gocceH O + Alcool2

1/50.000

500 globuli

3 LM

...

Figura 18 Schema semplificato della preparazione delle dinamizzazioni LM.

Metodo del flusso continuo

Questo metodo può essere utilizzato per le diluizioni molto elevate(dalla millesima in poi) riducendo di gran lunga i tempi necessari per la loropreparazione. Si fa arrivare il diluente in un idoneo dispositivo di volume V,munito di un agitatore meccanico, nel quale inizialmente si introduce latintura madre da deconcentrare. Il volume V di liquido che entra, fuoriescenella stessa quantità da un apposito orifizio che non ne permette un accumuloeccessivo (troppo-pieno).

Da calcoli eseguiti in proposito dalla dottoressa L. Wumser si puòdimostrare che ogni volta che si fa passare nel recipiente dell'apparecchio unaquantità d'acqua pari a 4,6 volte il suo volume utile, si realizza un grado didiluizione centesimale (figura 19). Ovviamente questo metodo, anche sepratico e del tutto automatizzabile, fornisce diluizioni che non possono dicerto essere comparate alle hahnemanniane.

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Metodiche miste

Non bisogna tuttavia credere che un metodo di diluizione sia daritenersi inferiore ad un altro in senso assoluto né che per tutti i rimedi sipossano pretendere tutte le diluizioni, anche le più alte, preparateesclusivamente secondo la metodica hahnemanniana.

ACQUA

ACQUA

Figura 19 Schema semplificato del metodo del flusso continuo.

Ogni metodica presenta, in realtà, una sua ragion d'essere ed un suo in-discusso pregio, soprattutto se valutata in relazione alle sue caratteristichetecniche e ai suoi vantaggi di esecuzione. Così, mentre quella centesimalehahnemanniana, come già accennato, è la tecnica di diluizione ideale,apprezzata da tutti ed in ogni tempo, la tecnica detta di Korsakow presentaindiscutibili vantaggi pratici nella preparazione delle alte potenze. Gli stessivantaggi vanno ascritti al flusso continuo, utilissimo nel caso in cui,soprattutto in determinate impostazioni dottrinali dell'omeopatia, si voglianoesplorare campi di energia particolarmente lontani mediante diluizioni dettealla 50 M, CM e MM. Le tre tecniche, in questi casi, possono essereutilmente impiegate in combinazione per la preparazione dell'intera gammadelle potenze di un determinato rimedio, dalle più basse a quelle più elevate.A tal fine sarà opportuno iniziare la diluizione di una determinata sostanzacon la metodica hahnemanniana e condurla fino ad un grado per il quale èutile e opportuno applicarla, soprattutto in relazione ai tempi di esecuzione:poniamo, ad esempio, fino alla 30 CH. Si continua poi la diluizionesottoponendo questa potenza alla tecnica korsakoviana fino alla M la quale, serichiesto, può venire ulteriormente diluita per flusso continuo fino alla 10 Med oltre.

La curva degli incrementi della grandezza % (energia omeopatica) infunzione del grado di diluizione viene ad assumere, così, l'andamento di unaspezzata dalla quale si evince come ad una qualsiasi diluizione omeopatica,anche la più elevata, sarà associata una quantità di energia sicuramentesuperiore a quella di tutte le diluizioni precedenti (cfr. il grafico di figura 20).

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64 Il farmaco omeopatico

% (30CH)

% (200K)

% (MFC)

CH

K

FC (K)

(FC)

M20030

Figura 20

Per concludere, tutte le operazioni di diluizione o triturazione, qual-siasi sia il metodo impiegato, devono essere effettuate in ambiente sterile eprivo di particelle solide ambientali di dimensioni superiori ai 0,5 micron. Atal fine le relative operazioni vengono eseguite sotto cappa sterile, a flussolaminare, munita di filtri per l'aria e di lampade a radiazioni UV. Anchel'acqua impiegata per le diluizioni deve essere distillata e filtrata per filtroSeitz. Lo stesso dicasi per l'alcool. Esaminiamo adesso in sintesi i vantaggied i limiti relativi a ciascuna metodica di diluizione.

Le diluizioni di tipo hahnemanniano sono le tecniche più ortodosse epiù a lungo sperimentate, essendo state proposte dallo stesso Hahnemann;esse consentono anche la preparazione di diluizioni precise e linearmentecrescenti ed ogni flacone contiene una diluizione omeopatica pura, cioè apotenza univoca, non inquinata da altre potenze. Quasi tutta la letteratura siriferisce a questo tipo di potenze. Come rovescio della medaglia, nonconsentono la preparazione di alte potenze omeopatiche, tenuto conto deltempo necessario per la loro preparazione e per la elevata quantità di recipientie di alcool che richiedono.

Le diluizioni korsakowiane consentono la preparazione di alte potenzeomeopatiche grazie alla facile automazione delle operazioni di diluizionipreviste da questo metodo. Anche l'impiego di materiali e di solvente èparticolarmente ridotto e per nulla dispendioso (acqua distillata). Il loro limiteprincipale, vista l'utilizzazione di un unico flacone, consistenell'impossibilità di preparare una potenza rigorosamente singola, essendo inciascuna diluizione presente l'energia di tutte le diluizioni che la precedono.Inoltre, l'approssimazione con cui viene condotta la diluizione, insieme allasoggettività del metodo molto dipende dal tipo, dalla forma, dal tempo e dallamodalità di svuotamento del flacone. Anche l'impiego dell'acqua distillata insostituzione dell'alcool fa sì che per queste diluizioni non sia possibile innessun modo elaborare una scala di comparazione con quelle hahnemanniane.

Le diluizioni a flusso continuo sono caratterizzate dall'alta velocità diesecuzione, che facilita in modo incredibile la preparazione di altissimepotenze omeopatiche, sicuramente più elevate di quelle ottenibili con gli altrimetodi: in un breve lasso di tempo possono essere preparate diluizionichiamate alla centomila (CM) ed alla milionesima (MM), con un consumo dimateriali e di solventi pressoché insignificante (acqua). La limitazioneprincipale consiste nel fatto che la diluizione dei materiali di partenza, ancorpiù che nelle korsakowiane, è imprecisa e del tutto approssimata consideratal'arbitrarietà del metodo. Anche in questo caso le diluizioni ottenute non pos-sono essere minimamente rapportate a quelle centesimali hahnemanniane od aquelle korsakowiane non essendo lecito stilare fra di esse alcuna scala dicomparazione.

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Il farmaco omeopatico 65

La dinamizzazione

Riportandoci a quanto avevamo premesso all'inizio del capitolo, si èparlato, infine, di attivato. Ciò significa che ogni diluizione comunqueottenuta deve essere attivata, potenziata perché possa esplicare tutta la suaazione terapeutica. L'operazione che consente tale attivazione viene chiamatadinamizzazione. Essa viene eseguita sottoponendo ad una serie di energichesuccussioni (almeno un centinaio) il flacone nel quale si è effettuata unadeterminata diluizione, ad esempio la 1a CH. Solo dopo tale dinamizzazionesi può procedere alla seconda diluizione centesimale, e così via. La dinamizza-zione può essere effettuata a mano oppure mediante particolari apparecchichiamati dinamizzatori: in tutti e due i casi è importante che il movimentoimpresso al flacone segua un percorso unidirezionale (verticale o orizzontale)e subisca frequentemente e ritmicamente brusche inversioni di moto, ciò perconsentire al liquido contenuto nel flacone una serie di disordinati einnumerevoli vorticilli energizzanti. Dopo tale operazione siamo quindi inpresenza di una diluizione attivata o potenza il cui numero (1, 2, 3, etc.),seguito dal simbolo del metodo di diluizione utilizzato (CH, K, LM) edaccompagnato dal nome della sostanza di partenza, costituirà, opportunamentesupportato, il farmaco omeopatico: ad esempio Aconitum napellus 5 CH,Arnica montana 200 K oppure Lachesis trigonocephalus 0/6 LM. Si fa notareche per il metodo del flusso continuo non viene usato alcun simbolo let-terale.

Le forme farmaceutiche

Tutte le forme farmaceutiche possono essere utilizzate per la pre-parazione di rimedi omeopatici, dalle compresse alle supposte, dalle pomatealle gocce. Solo per i prodotti bioterapici la legislazione francese prescriveche le uniche forme consentite siano quelle per uso orale. In Italia le formepiù comuni sono le compresse, i granuli, le gocce, i globuli, le fiale bevibilie le supposte. Le prime tre costituiscono quei farmaci da assumersi nelnumero di unità prescritte dal medico (ad esempio: una compressa, tregranuli, due gocce, etc.). Le altre, chiamate anche dosi, vengono assunte inuna sola somministrazione nella loro totalità. Si potrà parlare allora di dose-globuli, dose-fiala e dose-supposta. In questa nostra breve trattazione cisoffermeremo esclusivamente sui granuli, sui globuli e sulle gocce.

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66 Il farmaco omeopatico

Metodiche di impregnazione

Per preparare farmaci omeopatici in granuli e in globuli ci si serve digranuli e globuli inerti. I granuli sono destinati generalmente allapreparazione di farmaci fino alla 30 CH, mentre i globuli si utilizzano per la200a (compresa) in poi. Essi sono costituiti da una miscela di saccarosio elattosio e si presentano sotto forma di piccole sfere del peso di grammi 0,05per i granuli e di grammi 0,005 circa, per i globuli. La preparazione deigranuli e dei globuli si effettua mediante la tecnica della confettura in bassina,a partire da cristallini di saccarosio. Per preparare farmaci omeopatici in gocceci si serve di un veicolo liquido costituito per lo più da alcool a 70°.

I granuli e i globuli inerti divengono farmaci omeopatici solo dopoessere stati impregnati nel rapporto 1:100 con la diluizione dinamizzatavoluta, dopo il quale processo assumono nome e numero della potenza didetta diluizione. Ad esempio, granuli impregnati con una diluizione diBelladonna alla 5 CH, saranno denominati granuli di Belladonna alla 5 CH elo stesso vale anche per le altre potenze. L'impregnazione può essereeffettuata magistralmente, a mano, quando si abbia bisogno di piccoliquantitativi di farmaco (come avviene ancora, ad esempio, in qualchefarmacia) oppure con l'ausilio di dispositivi meccanici, che consentonol'impregnazione di più grandi quantitativi di materiale inerte. Nel primo casole compresse, i granuli o i globuli inerti vengono posti in un vetro da orolo-gio oppure in una capsula di acciaio inossidabile, addizionati di 0,1 ml (duegocce) di diluizione alcolica della potenza voluta ed impregnati il piùuniformemente possibile mediante una leggera roteazione della capsula su diun piano orizzontale. E ciò fino a quando i granuli non siano perfettamentesecchi. Nel secondo caso maggiori quantitativi di granuli, compresse oglobuli (1 kg ed oltre) vengono posti in appositi recipienti di vetro esottoposti meccanicamente a continua roteazione intorno all'asse delrecipiente stesso. Durante la roteazione viene aggiunta, goccia a goccia o informa spray, la diluizione alcolica voluta nel rapporto di 10 ml per 1000grammi di materiale inerte. I granuli saranno perfettamente e uniformementeimpregnati dopo circa due ore di movimento. In ogni caso occorre operare conla massima attenzione e accortezza, accertandosi che tutto l'occorrente siastato perfettamente pulito mediante lavaggio con acqua distillata esfiammatura al becco di Bunsen. Nel caso di farmaci omeopatici in gocce nonsi parla di impregnazione bensì di dissoluzione. In questo caso infatti ladiluizione alcolica della potenza voluta viene semplicemente disciolta, semprenel rapporto di 1:100, nel veicolo alcolico di cui più sopra si è parlato. Unagoccia così ottenuta corrisponderebbe, in ambito terapeutico, ad un granulo.

I granuli, le compresse e i globuli impregnati, come pure le gocce,vengono successivamente posti in adatti contenitori di vetro neutro muniti ditappo a vite oppure di contagocce (nel caso delle gocce). In considerazione delfatto che "dove passa Belladonna alla 5a non passi Belladonna alla 6a" non èpossibile la meccanizzazione delle operazioni di condizionamento in flaconi.Vengono utilizzate a tal fine metodiche manuali che permettono, mediantel'impiego di dispositivi artigianali agevolmente lavabili e sfiammabili, diriempire solo qualche centinaio di flaconi alla volta nel completo rispetto, pe-rò, delle norme di buona fabbricazione omeopatica.

I controlli di qualità

Anche sul farmaco omeopatico devono essere eseguiti severi controllidi qualità. I controlli sulle tinture madri sono di due tipi: non specifici especifici. Tali controlli vengono effettuati mediante cromatografia su strato

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Il farmaco omeopatico 67

sottile al fine di accertare la presenza nella tintura madre di tutti i princìpiattivi naturalmente contenuti nel materiale di partenza. Tali controllipresuppongono sempre la disponibilità di una tintura madre standard diriferimento. Sulle altre sostanze di base, soprattutto per le sostanze di base diorigine chimica, vengono effettuati tutti i controlli di qualità ed i saggi dipurezza previsti dalle farmacopee ufficiali o da altri testi. Per tutte le altre so-stanze per le quali non sono possibili particolari controlli, occorre essereassolutamente certi della loro provenienza e della loro identità anche mediantecertificazioni scritte dei relativi fornitori. Controlli vengono effettuati anchesu compresse, granuli, globuli inerti e veicolo liquido per le gocce: a) nellecompresse viene controllato spessore, diametro, peso, aspetto globale,composizione (saccarosio, lattosio), capacità di imbibizione e tempo didissoluzione; b) nei granuli e nei globuli si controlla peso, calibro, aspettoglobale, sfericità, composizione, capacità di imbibizione e tempo didissoluzione; c) il veicolo liquido per le gocce viene controllato per densità,limpidezza e titolo alcolico; d) per tutte le altre forme farmaceutiche vengonoeffettuati i controlli previsti per ciascuna di esse, dalle Norme di BuonaFabbricazione indicate dalla legislazione vigente.

Al termine di questa sintetica trattazione delle forme farmaceuticheomeopatiche e della loro tecnica di preparazione, nello schema seguenteriportiamo uno schema riassuntivo che consente di visualizzare rapidamente illungo e laborioso cammino che deve compiere una sostanza di qualsiasiorigine prima di diventare medicamento omeopatico.