18

DISLESSIA EVOLUTIVA

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: DISLESSIA EVOLUTIVA

8/4/2019 DISLESSIA EVOLUTIVA

http://slidepdf.com/reader/full/dislessia-evolutiva 1/18

Page 2: DISLESSIA EVOLUTIVA

8/4/2019 DISLESSIA EVOLUTIVA

http://slidepdf.com/reader/full/dislessia-evolutiva 2/18

DISLESSIA EVOLUTIVA ASPETTI NEUROBIOLOGICI  ED  EDUCAZIONALI  

 Ricardo Franco de Lima, Neuropsicologo, Master in Scienze Mediche – FCM/UNICAMP

(Brasile).

Cíntia Alves Salgado , Logopedista, Dottore in Scienze Mediche – FCM/UNICAMP

(Brasile).

Sylvia Maria Ciasca, Neuropsicologa, Prof.ssa Docente in Neurologia - FCM/UNICAMP

(Brasile).

ABSTRACT

La Dislessia Evolutiva è un disturbo specifico dell’apprendimento di origine

neurobiologica, caratterizzata da difficoltà specifiche nella língua scritta (lettura e scrittura).

Il deficit centrale è nel componente fonologico del linguaggio ed interferisce nelle capacità

di decodifica e, conseguentemente, nella comprensione della lettura. L'identificazione

precoce minimizza i deficit neuropsicologici, oltre che prevenire lo sviluppo di disturbi

emozionali. Pertanto, una diagnosi adeguata è un fattore importante per garantire la qualità

di vita del bambino.

KEYWORDS: dislessia, dislessia evolutiva, diagnostico, intervento

Page 3: DISLESSIA EVOLUTIVA

8/4/2019 DISLESSIA EVOLUTIVA

http://slidepdf.com/reader/full/dislessia-evolutiva 3/18

INTRODUZIONE

L'apprendimento può essere considerato un processo di cambiamento nelcomportamento derivante da un'esperienza. Pertanto, questo dipende dalla combinazione di

tre importanti fattori:

a)  neurobiologici - sviluppo neurologico, l'integrità delle funzioni cerebrali,

aspetti sensoriali, funzioni neuropsicologiche e di elaborazione cerebrale;

b)  Socio-culturali - influenza del contesto storico-culturale, scolastico e

familiare;

c)  Psico-emozionali - influenza di fattori personali, di personalità, stati emotivi,

stili di apprendimento, tra gli altri.

Durante il processo di acquisizione delle abilità scolastiche, il bambino può

presentare qualche difficoltà. Le difficoltà di apprendimento sono denunce comuni

nell'infanzia e nell'adolescenza e motivano grande parte dei rinvii da parte di insegnanti e

operatori sanitari.

L'analisi delle denunce dei casi accolti nell'Ambulatorio di   Neuro-Dificuldades de

  Aprendizagem do Hospital das Clínicas - UNICAMP (Brasile) ha dimostrato che il 46%

sono dovuti a difficoltà di apprendimento (lettura, scrittura e calcolo matematico), 19% per

disattenzione e difficoltà di memoria, 15% per problemi di comportamento (comportamenti

iperattivi, aggressivi, opposizioni), 9% per difficoltà nel linguaggio (scambi e / o

omissioni), 5% per difficoltà nei rapporti sociali e interpersonali (isolamento), 4% per

problemi psicologici (irritabilità, tristezza, paura, ansia), e 2% per difficoltà motorie

(coordinazione motoria). Dei 69 casi esaminati, sono stati individuati il 57% di difficoltà

nella scuola con origini diverse (quadri neurologici, psicologici e problemi pedagogici), il

30% dei Disturbi di Apprendimento ed il 13% di Disturbo da deficit

d’attenzione/iperattività (ADHD) (Lima et al., 2006).

Page 4: DISLESSIA EVOLUTIVA

8/4/2019 DISLESSIA EVOLUTIVA

http://slidepdf.com/reader/full/dislessia-evolutiva 4/18

Possiamo considerare che ci sono due grandi gruppi di Difficoltà di Apprendimento

(figura sotto):

 Nomenclatura generale delle Difficoltà di Apprendimento

a)    Difficoltà Scolastiche (DS), che possono avere come causa, le lacune nel

processo di alfabetizzazione, metodo di insegnamento inadeguato agli stili e

alle caratteristiche di apprendimento dell'allievo; eccessive variazioni di

scuole, problemi scolastici diversi (nella dinamica scolastica), oltre che poter

essere dovuti da condizioni neurologiche diverse (epilessia, paralisi cerebrale

e altri quadri neurologici), disabilità in generale (fisica, mentale, uditiva,

visiva, multipla) e psicosociali (problemi nelle dinamiche familiari,

stimolazione inadeguata e altri problemi sociali). E' evidente che tali

condizioni non sono determinanti perchè un bambino presenti una difficoltà di

apprendimento, ma tuttavia, andranno ad influenzare il processo di

apprendimento.

Difficoltà di

apprendimento

Disturbi di

apprendimento

Difficultà

Scolastiche

Disfunzione del

sistema nervoso

centrale

Pedagogico,

psicosociali, altri

quadri

neurologici,

disabilità, ecc

Specifico

Non specifico

Page 5: DISLESSIA EVOLUTIVA

8/4/2019 DISLESSIA EVOLUTIVA

http://slidepdf.com/reader/full/dislessia-evolutiva 5/18

b)   Disturbi di Apprendimento (DA), caratterizzati da una disfunzione del Sistema

Nervoso Centrale e causa di una lacuna nella elaborazione delle informazioni.

In questo modo il bambino riceve adeguatamente le informazioni

dall'ambiente esterno (visive, uditive e cinestetiche), ma c'è un difetto

nell'integrazione, processamento e archiviamento di queste informazioni

risultando in problemi nell'"uscita" delle informazioni sia in forma scritta,

lettura o calcolo.

La diagnosi dei Disturbi di Apprendimento deve essere effettuata da un'equipe

multidisciplinare composta da professionisti delle aree: psicologia/neuropsicologia,

logopedia, pedagogia, neurologia e psichiatria, una volta che il quadro può essere

accompagnato da alterazioni nelle diverse funzioni che compromettono l'apprendimento del

bambino e, a seconda dei casi, può essere accompagnata da comorbilità.

In questo modo, abbiamo i seguenti criteri che sono considerati come d'esclusione

per la diagnosi delle Disturbi di Apprendimento, ossia, il bambino può non presentare:

deficenze sensoriali, mentali e deve essere stato esposto in condizioni adeguate per

imparare.

In considerazione di ciò, quando la famiglia ricerca qualche professionista per una

valutazione, derivante dalle denunce scolastiche, non è raro dimostrare la sua

incomprensione dei motivi per cui il proprio figlio non impara, nonostante sia "molto

sveglio e intelligente" ed aver presentato i risultati degli esami neurologici normali (EEG,

Risonanza, Tomografia). Quindi questa è una delle contraddizioni che definiscono il

Disturbo di Apprendimento.

L'Organizzazione Mondiale della Sanità, nel manuale diagnostico della

Classificazione Internazionale delle Malattie - ICD-10 (OMS, 2008), denomina i Disturbi

di Apprendimento nella categoria F-81 "Disturbi Specifici dello Sviluppo delle Abilità

Scolastiche” (DSSAS) che si trova sul capitolo su "Disturbo dello Sviluppo Psicologico".

Page 6: DISLESSIA EVOLUTIVA

8/4/2019 DISLESSIA EVOLUTIVA

http://slidepdf.com/reader/full/dislessia-evolutiva 6/18

Il National Joint Committe on Learning Disabilities (Hammill, 1991) definisce che il

disturbo di apprendimento è un gruppo di frastorni che si manifestano in difficoltà

nell'acquisizione e l'uso della scrittura, della parola, nella lettura, il ragionamento o abilità

matematiche, essendo dovuto ad una disfunzione del Sistema Nervoso Centrale.

Come può essere osservato nella figura, i DA possono essere suddivisi in "specifici"

e "non specifici". Gli "specifici", come dice il nome, si verificano quando le abilità

specifiche sono compromesse: la lettura/scrittura (dislessia evolutiva, disortografia,

disgrafia) o di calcolo (discalculia evolutiva) e i "non specifici" quando il bambino presenta

grandi difficoltà in tutte e tre le abilità scolastiche. L’ICD-10 dell’OMS (1992) classifica

DSSAS in: Frastorni Specifici di Lettura, del sillabare, dell'abilità in aritmetica, misto dellle

capacità scolastiche e non specificato. Tra i DA attualmente quello che è stato

maggiormente discusso e affrontato è la Dislessia Evolutiva.

DISLESSIA EVOLUTIVA

L'abilità di lettura è una funzione cerebrale complessa, che coinvolge una serie di aree

cerebrali, come possiamo vedere nella foto qui sotto. Secondo Shaywitz (2005) i lettori

proficui attivano sistemi neurali altamente interconnessi e coinvolgono regioni delle aree

anteriori e posteriori dell'emisfero sinistro del cervello. Inizialmente, il circuito comprende

regioni responsabili per il processo visivo di grafemi (lettere) e le loro caratteristiche

generali (linee, curve, forme) (Occipitotemporale), dopo la conversione dei grafemi in

fonemi (suoni corrispondenti) e comprensione delle parole (Area di Wernicke) e, a seguire,

l'articolazione delle parole nell'area motoria della parola (Area di Broca).

Page 7: DISLESSIA EVOLUTIVA

8/4/2019 DISLESSIA EVOLUTIVA

http://slidepdf.com/reader/full/dislessia-evolutiva 7/18

Sistemi cerebrali coinvolti nell’abilità di lettura

Inoltre, altri fattori influenzano direttamente lo sviluppo di questa abilità come il

processo di alfabetizzazione, stimolazione in casa e nella scuola, lo sviluppo di abilità di

base (percezione uditiva e visiva, psicomotorie), la motivazione, l'attenzione, gli affetti, tra

gli altri .

La Dislessia Evolutiva (dis - disturbo / lessia - lettura in latino e linguaggio in greco)

è considerata un disturbo specifico della lettura. Nel 1968, la World Federation of 

 Neurology ha coniato il termine per la dislessia specifica dello sviluppo (“Specific

  Developmental Dyslexia”), anche denominata Dislessia Evolutiva (“ Developmental

 Dyslexia”) o Dislessia (“ Dyslexia”). La definizione presentata è stata: "un disturbi che si

manifesta nelle difficoltà dell'apprendimento della lettura nonostante un'istruzione

convenzionale, intelligenza adeguata e opportunità socio-culturali. E 'dipendente da

disturbi cognitivi, che sono spesso di origine costituzionale' (IDA, 1999).

Page 8: DISLESSIA EVOLUTIVA

8/4/2019 DISLESSIA EVOLUTIVA

http://slidepdf.com/reader/full/dislessia-evolutiva 8/18

Nel 1994, il “  Research Committee of The Orton Dyslexia Society” ha proposto la

definizione:

La dislessia è uno dei diversi disturbi di apprendimento. Si tratta di un disturbo

specifico relazionato al linguaggio, di origine costituzionale caratterizzato da

difficoltà nella decodifica di singole parole, solitamente riflettendo processo

fonologico insufficiente .  Queste difficoltà nella decodifica di parole singole

sono inaspettate in relazione all'età e altre abilità cognitive e accademiche e non

sono il risultato di disturbi dello sviluppo generalizzato o deficit sensoriali. La

dislessia si manifesta in difficoltà variabili con diverse forme di linguaggio, che

spesso coinvolgono, oltre a problemi con la lettura, un problema evidente

nell'acquisire padronanza di scrivere e parlare. 

Nel 2003, la dislessia è stato definito da Lyon, Shaywitz e Shaywitz (p. 2) in

collaborazione con il gruppo di lavoro del “International Dyslexia Association” (IDA)

come:

(...) un disturbo specifico di apprendimento che ha origine neurobiologica. E

'caratterizzata da difficoltà con la precisione e / o riconoscimento fluente di parole

e da scarse capacità di parole e la decodificazione. Queste difficoltà derivano

tipicamente da un deficit nella componente fonologica del linguaggio che è

inatteso in rapporto ad altre abilità cognitive ed efficace insegnamento in classe. Conseguenze secondarie possono includere problemi nella comprensione della

lettura e ridurre l'esperienza di lettura, che può impedire l'aumento nelvocabolario e nella conoscenza. 

Ci sono varie classificazioni di dislessia, tuttavia si è soliti dividerle in tre sottotipi

(Boder, 1973):

a)  Dislessia Disfonética o Fonologica - difficoltà nel linguaggio orale di parole

poco familiari e difficoltà nella conversione grafema/fonema. Relazionata ad

un compromettimento principalmente del lobo temporale;

b)  Dislessia Diseidética - problemi di ordine (processo) visivo e relazionata al

compromettimento del lobo occipitale;

c)  Dislessia Mista - difficoltà sia di ordine uditivi quanto visivi e coinvolge

regioni del lobo pre-frontale, frontale , occipitale e temporale.

Page 9: DISLESSIA EVOLUTIVA

8/4/2019 DISLESSIA EVOLUTIVA

http://slidepdf.com/reader/full/dislessia-evolutiva 9/18

Per quanto riguarda le cause è osservata una relazione tra le condizioni biologiche

(genetiche e neurologiche) ed ambientali e cognitivamente vi è un deficit nell'elaborazione

fonologica delle informazioni. E' importante sottolineare che gli aspetti ambientali

(famigliari e scolastici) hanno una forte relazione con lo svolgimento di questo bambino

nella fase di sviluppo scolastico, ossia, la difficoltà o non può essere influenzata da una

lacuna nell'alfabetizzazione o problemi socio-culturali, non caratterizzando

necessariamente la dislessia.

Il deficit fonologico nella dislessia possiede sussidi di correlati neurobiologici

ottenuti in studi avanzati con neuroimmagine funzionale, che dimostrano ipoattivazione

nella corteccia temporo-parietale sinistra e aumento nell'attivazionedell'area omologa destra

e nella corteccia frontale inferiore (Heim e Leil, 2004, Shaywitz et al., 1998; Grunling et 

al., 2004).

Studi realizzati da Sauer (2005), comparano la prestazione di 18 bambini con

dislessia e 18 senza difficoltà di apprendimento nell'ambito dell'esame della SPECT (Single

Photon Emission Computed Tomography) e di Processo Auditivo (PA). I risultati ottenuti

in SPECT indicano che il 50% dei bambini con dislessia presentano alterazioni

principalmente nelle aree del lobo temporale sinistro. Nel lavoro di Arduini, Capellini e

Ciasca (2006) 34 bambini con dislessia sono stati valutati con strumenti neuropsicologici e

con i risultati relativi alla SPECT. I risultati di neuro-immagine hanno indicato che il 58,8%

dei bambini presentava una disfunzione di questi il 47% presentava ipoperfusione nel lobo

temporale sinistro, che era relazionata alle principali difficoltà presentate nella lettura,

scrittura e memoria.

In recenti studi di meta-analisi, Richian, Kronbichler e Wimmer (2009) hanno

osservato che dislessici in attività di lettura presentano una minore attivazione dell'emisfero

sinistro nelle regioni: parietale inferiore, temporale inferiore, medio e superiore, giro

fusiforme. Specificatamente nel lobo frontale sinistro, è stata segnalata una minore

attivazione del giro frontale inferiore e una maggiore attivazione della corteccia motoria

primaria e insula anteriore.

Page 10: DISLESSIA EVOLUTIVA

8/4/2019 DISLESSIA EVOLUTIVA

http://slidepdf.com/reader/full/dislessia-evolutiva 10/18

Le ricerche utilizzando neuroimmagine funzionale (PET, SPECT, RMf), dimostrano

differenti stati di attività cerebrale durante la lettura di bambini dislessici nelle regioni

responsabili del processo fonologico delle informazioni, principalmente nella regione del

lobo temporale, come possiamo osservare in ricerche nazionali e internazionali (Lozano et

al., 2003; Ciasca, 2005).

Secondo una ricerca realizzata da Lima, Salgado e Ciasca (2008), le principali

caratteristiche osservate nella Dislessia sono: alterazioni nella velocità di denomina del

materiale verbale e di memoria fonologica del lavoro, difficoltà nelle prove di

consapevolezza fonologica (rime, segmentazione e di transposizione fonemica), livello di

lettura inferiore alle aspettative per età e livello di istruzione, scrittura con scambi

fonologici e ortografici, buona prestazione nel ragionamento aritmetico, livello intellettuale

nella media o sopra la media, deficit neuropsicologici in funzioni percettive, memoria,

attenzione visiva sostenuta (problemi nella selezione e reclutamento di risorse cognitive

necessarie per l'elaborazione delle informazioni visive) e funzioni esecutive (pianificazione,

memoria operazionale, capacità di cambiare strategie cognitive, auto percezione degli

errori).

La presenza di tali difficoltà nel contesto scolastico può portare il bambino a

presentare problemi emotivi, come la depressione e l'ansia. Bambini con disturbi di

apprendimento possono essere ad alto rischio per lo sviluppo di disturbi psicologici, in

quanto tendono ad avere un più basso concetto di sé, confrontano le loro prestazioni con

quella dei loro compagni, perdono la motivazione per gli studi, presentano incertezza in

relazione al proprio futuro. Altri fattori come, incomprensione e inadeguatezza dei metodi

pedagogici alle difficoltà del bambino, basso sostegno sociale e soprattutto familiare,

possono anch'essi costituire fattori di rischio per comorbilità emotive e comportamentali.

Questi dati sono stati confermati in una ricerca realizzata da Willcutt e Pennington

(2000) presso l'Università del Colorado. In questo studio hanno verificato che le principali

difficoltà emotive associate ai disturbi di lettura sono quelli legati ai comportamenti

internalizzanti, come la depressione e l'ansia. Le analisi di genere indicano che questi

Page 11: DISLESSIA EVOLUTIVA

8/4/2019 DISLESSIA EVOLUTIVA

http://slidepdf.com/reader/full/dislessia-evolutiva 11/18

10 

comportamenti sono più ristretti per le ragazze, in quanto che la presenza di comportamenti

esternalizzanti, come l'aggressività, comportamento oppositore e di rottura delle regole

sono più frequenti nei maschi.

Così come qualsiasi Disturbo di Apprendimento è importante che la diagnosi di

dislessia avvenga in modo multidisciplinare, date le differenti funzioni di

compromettimento. I professionisti coinvolti sono: a) psicologo/neuropsicologo per

determinare il livello intellettuale, valutare le funzioni corticali superiori e aspetti emotivi,

familiari e psicosociali coinvolti, b), logopedista per valutare gli aspetti della lingua orale e

scritta e valutazione audiologica completa, c) psicopedagogo per valutare le abilità

scolastiche e gli aspetti della scuola, d), neurologo per una valutazione neurologica

evolutiva e), psichiatra quando vi sono sospetti di comorbilità psichiatriche. Inoltre, è

molto importante l'osservazione clinica, l'analisi di materiali scolastici e che la valutazione

tenga conto dei risultati quantitativi e qualitativi dei test utilizzati per tutte le aree.

Diversi segnali indicativi possono essere identificati in età precoce dello sviluppo

infantile essendo confermati dopo l'ingresso dei bambini nella scuola. Questi segnali

devono essere ben osservati, perché non tutti i "sintomi" significano che il bambino rientri

nel quadro della dislessia, in quanto: molti di essi possono fare parte dello sviluppo del

bambino, un sintomo isolato non caratterizza il quadro, e possono anche essere associati ad

altre diagnosi. Di seguito sono riportati alcuni di questi segnali.

Page 12: DISLESSIA EVOLUTIVA

8/4/2019 DISLESSIA EVOLUTIVA

http://slidepdf.com/reader/full/dislessia-evolutiva 12/18

11 

 Alcuni segnali indicativi della Dislessia Evolutiva

LINGUAGGIO

  Ritardo della parola;

  Trascorso familiare di ritardo nella parola e difficoltà di lettura;

  Scambio di suoni nel discorso;

  Molto tempo per apprendere nuove parole;

  Difficoltà per ricordare nomi e simboli;

  Difficoltà per imparare rime.

LETTURA

  Difficoltà per distinguere le lettere dell'alfabeto;

  Difficoltà nell'apprendimento della lettura, nella scrittura e ortografia;

  Difficoltà per separare e sequenziare suoni;

  Difficoltà per discriminare fonema-grafema (suono-lettera);

  Presenta inversioni di sillabe o le parole;

  Presenta aggiunte/omissioni di fonemi o sillabe;

  Presenta lettura sillabata, lenta e con molti errori;

  Uso eccessivo di parole sostituite (quella cosa, affare) per la denominazione

di oggetti;

  Livello di lettura minore per la fascia etaria e il livello di istruzione;

  Difficoltà per raccontare una storia;

  Difficoltà per comprendere le espressioni dei problemi matematici;

  Difficoltà nella comprensione dei testi.

SCRITTA

  Lettere con caratteristiche disgrafiche;

  Difficoltà nella pianificazione motoria dello scritto e per fare lettere in

corsivo;

Page 13: DISLESSIA EVOLUTIVA

8/4/2019 DISLESSIA EVOLUTIVA

http://slidepdf.com/reader/full/dislessia-evolutiva 13/18

12 

  Difficoltà nella presa della matita;

  Difficoltà per copiare la lezione dalla lavagna;

  Difficoltà per esprimersi attraverso la scrittura, elaborazione di testi scritti/ pianeggiamento e realizzare redazioni;

  Scrivere con errori significativi: omissioni, modifiche, aggiunte / omissionifonemiche e sillabiche, e macchie.

Così come la diagnosi, l'intervento nella Dislessia deve avvenire in modo

multidisciplinare, coinvolgendo principalmente professionali della Logopedia,

psicologia/neuropsicologia e della pedagogia. Dobbiamo anche sottolineare l'importanza di

orientamento ai genitori e agli insegnanti e alla scuola. Oltre a questi interventi, il bambino

può beneficiarsi con la realizzazione di diverse attività sportive e artistiche come mezzo per

migliorare le abilità psicomotorie, percettive e di socialità. Osserviamo inoltre che

l'intervento comporta una triade formata dagli assi: bambino, famiglia e scuola, giacchè le

caratteristiche e lo sviluppo del quadro sono costituiti dalla reciproca influenza individuo-

l'ambiente.

Esistono diversi programmi di intervento, anche conosciuti come programmi di

rimedio che hanno come obiettivo principale massimizzare le abilità alterate di questi

bambini, principalmente le abilità fonologiche. Ciò che è stato osservato è che questi

bambini mostrano un significativo miglioramento nel rendimento scolastico in un breve

spazio di tempo (Salgado e Capellini, 2008). Le attività e le strategie possono essere

utilizzati anche in classe dall'insegnante, il che dimostra l'importanza del lavoro

multidisciplinare nei bambini con diagnosi di dislessia.

Alcuni aspetti che possono essere evidenziati in relazione alla gestione delle

difficoltà e nell'orientamento agli insegnanti possono essere visti nella tabella che segue.

Page 14: DISLESSIA EVOLUTIVA

8/4/2019 DISLESSIA EVOLUTIVA

http://slidepdf.com/reader/full/dislessia-evolutiva 14/18

13 

Suggerimenti per la gestione in classe

  Il bambino deve sedere vicino al docente per facilitare gli orientamenti;

  Non si deve dire che il bambino è lento o che non è intelligente;

  Nonostante presenti ancora molte difficoltà, si deve evitare di chiederglidi leggere ad alta voce di fronte ai colleghi;

  Rispettare il suo ritmo di apprendimento;

  Le tematiche dei lavori devono essere costantemente verificate;

  Si considerino maggiormente le risposte orali che quelle per iscritto;

  Evitare di dare varie regole scritte nella stessa settimana;

  Ove possibile, chiedere al bambino di ripetere con parole sue le

istruzioni dell'attività;

  Incentivare che racconti storie o relazioni su ciò che è stato visto o letto;

  Organizzare i contenuti dei lavori in schemi visivi;

  Incentivare la fiducia in sé e mostrare le abilità che possiede;

  Lavorare nelle attività di sensibilizzazione fonologica in classe,

indipendentemente dal contenuto.

Sottolineiamo la necessità di una diagnosi precisa, che deve occorrere dopo che il

bambino abbia ricevuto un'adeguata istruzione educazionale, una volta che determinate

difficoltà tornino comuni nel processo di sviluppo della lettura e della scrittura, dato che il

bambino sta costruendo ipotesi attraverso l'utilizzo del metalinguaggio. In genere, questa

diagnosi è confermata alla fine del 3° anno di Scuola Elementare, il che non esclude

l'importanza di ottenere segnali dalla Scuola Infantile.

La dislessia è una condizione cronica, pertanto con una diagnosi ed un intervento

precoce è possibile che il bambino acquisisca le capacità scolastiche ed impari a far fronte

adeguatamente alle proprie difficoltà, oltre che prevenirne lo sviluppo di disturbi emotivi.

Page 15: DISLESSIA EVOLUTIVA

8/4/2019 DISLESSIA EVOLUTIVA

http://slidepdf.com/reader/full/dislessia-evolutiva 15/18

14 

Pertanto, riteniamo che il raggiungimento di una diagnosi adeguata è un passo importante

per garantire la qualità della vita del bambino con dislessia. Dovremmo evitare "etichette"

semplicemente perché il bambino ha difficoltà nella lettura/scrittura e senza che sia passato

per una valutazione realizzata da professionisti specializzati nell'assunto, perché, come

abbiamo visto le difficoltà possono essere causate da vari fattori.

Page 16: DISLESSIA EVOLUTIVA

8/4/2019 DISLESSIA EVOLUTIVA

http://slidepdf.com/reader/full/dislessia-evolutiva 16/18

15 

BIBLIOGRAFIA

  Arduini RG, Capellini SA, Ciasca SM (2006). Comparative Study of the Neuropsychological and

Neuroimaging Evaluations in Children with Dyslexia. Arq Neuropsiquiatr , 64, 369-75.

  Boder E (1973). Development dyslexia: a diagnostic approach based on three atypical reading-

spelling patterns. Develop. Med. Child Neurol, 15, 663-87.

  Ciasca SM (2005). Correlação da avaliação neuropsicológica com exames complementares no

diagnóstico dos distúrbios específicos de leitura e escrita – dislexia. Tese de Livre Docência.

Universidade Estadual de Campinas - Brasil.

  Grunling C, Ligges M, Huonker R, Klingert M, Mentzel HJ, Rzanny R, et al. (2004). Dyslexia: the

possible benefit of multimodal integration of fMR- and EEG-data. J Neural Transm, 111, 951-69.

  Hammill DD (1991). On defining learning disabilities: an emerging consensus.   Journal of 

 Learning Disabilities, 23, 74-84.

 Heim S, Keil A (2004). Large-scale neural correlates of developmental dyslexia.

 Eur Child Adolesc

Psychiatry,13,125-40.

  International Dyslexia Association – IDA (1999). Dyslexia: Saumel T. Orton and his legacy. The

International Dyslexia Association: Baltimore, Maryland.

  Lima RF, Mello RJL, Massoni I, Ciasca, CM (2006). Learning disabilities: school-related complaints

and diagnoses in a Service of Child Neurology. Revista Neurociências , 14,185-90.

  Lima RF, Salgado CA, Ciasca SM (2008). Neuropsychological and phonoaudiological performance

in childrens with developmental dyslexia. Revista Psicopedagogia,25, 235-40.

  Lozano A, Ramírez M, Ostrosky-Solís F (2003). Neurobiología de La dislexia Del desarrollo: uma

revisión. Rev Neurol, 36,1077-82.

  Lyon GR, Shaywitz SE, Shaywitz BA (2003). Defining Dyslexia, comorbidity, teachers' knowledge

of language and reading: A definition of dyslexia. Annals of Dyslexia, 53,1-14.  Organização Mundial da Saúde – OMS. (2008). CID-10: Classificação de Transtornos mentais e de

Comportamento: descrições clínicas e diretrizes diagnósticas. Coord. Organiz. Mundial de Saúde.

Décima Revisão. Porto Alegre. Artes Médicas.

  Richian F, Kronbichler M, Wimmer H (2009). Functional abnormalities in the dyslexic brain: A

quantitative meta-analysis of neuroimaging studies. Hum Brain Mapp, 30, 3299-308.

  Salgado CA, Capellini SA (2008). Phonological remediation program in students with

developmental dyslexia. Pró-Fono, 20,31-37.

  Sauer L, Pereira LD, Ciasca SM, Pestun M, Guerreiro MM (2006). Dichotic listening and spect in

dyslexic children. Arq Neuropsiquiatr , 64, 108-11.

  Shaywitz SE (2005). Dyslexia (specific reading disability). Biol Psychiatry, 57, 1301-9.

  Shaywitz SE, Shaywitz BA, Pugh KR, Fulbright RK, Constable RT, Mencl WE, et al. (1998)Functional disruption in the organization of the brain for reading in dyslexia. Proc Natl Acad Sci

USA, 95, 2636-41.

  Willcutt EG, Pennington BF (2000). Psychiatric comorbity in children and adolescent with reading

disability. J Child Psychol Psychiatr , 41, 1039-48.

Page 17: DISLESSIA EVOLUTIVA

8/4/2019 DISLESSIA EVOLUTIVA

http://slidepdf.com/reader/full/dislessia-evolutiva 17/18

Come pubblicare su Neuroscienze.net

Neuroscienze è una rivista on-line di informazione scientifica che tratta tematiche di

Neuroscienze, Psicologia e Scienze Cognitive.

Chi può collaborare? 

Se sei un medico, un neurologo, uno psichiatra, uno psicologo, o se hai conoscenze

specifiche di neuroscienze, psicologia o scienze cognitive in genere, Neuroscienze ti offre

la possibilità di collaborare inviando i tuoi lavori.

Che percorso farà il tuo articolo?

Gli articoli ricevuti verranno considerati per la pubblicazione dall’Editorial Board e

successivamente inviati ai referee per la valutazione.Come de vono esser e gli articoli?

Per poter essere pubblicato su Neuroscienze, il tuo lavoro deve rispettare le prescrizioni

contenute nella pagina “LINEE GUIDA PER GLI AUTORI“.

Come inviar e il tuo articolo?

Per inviare il tuo articolo a Neuroscienze devi essere registrato al portale ed aver

effettuato l’accesso con username e password forniti al momento dell’iscrizione. A quel

punto potrai accedere direttamente alla zona riservata ed inserire autonomamente il tuo

articolo.

Linee Guida per gli Autori

Tutti i manoscritti sono soggetti a revisione redazionale. La presentazione di un articolo

per la pubblicazione NON implica il trasferimento del diritto d’autore da parte dell’autore

all’editore. Tutti i documenti sono pubblicati sotto Licenza Creative Commmons. E’

responsabilià dell’autore ottenere il permesso di riprodurre immagini, tabelle, ecc da altre

pubblicazioni.

Requisiti

Titolo, Autore e sottottotitolo: titolo, nome dell’autore e un sottotitolo sono necessari.

Parole chiave (keywords): per motivi di indicizzazione, un elenco di 3-10 parole chiave è essenziale.

 Abstract: Ogni articolo deve essere accompagnato da un Abstract di un massimo di 10 righe.

Page 18: DISLESSIA EVOLUTIVA

8/4/2019 DISLESSIA EVOLUTIVA

http://slidepdf.com/reader/full/dislessia-evolutiva 18/18

Note: Evitare le note a piè di pagina. Quando necessario, numerarle consecutivamente e riportare le diciture

appropriate a piè di pagina.

Bibliografia: nel testo segnalare i riferimenti degli autori (cognomi ed anno di pubblicazione) tra parentesi.

L’elenco dei riferimenti deve essere in ordine alfabetico secondo il cognome del primo autore di ogni

riferimento. Il cognome di ogni autore è seguito dalle iniziali del nome. Si prega di citare tutti gli autori: ‘etal.’ non è sufficiente. A questi devono seguire: l’anno tra parentesi, titolo, rivista, volume e numero delle

pagine.

Esempi: 

 Articoli pubblicati su Gior nale : Gillberg, C. (1990). Autism and pervasive developmental

disorders. Journal of Child Psychology and Psychiatry , 31, 99–119.

Libri: Atkinson, J. (2000). The developing visual brain. Oxford: Oxford University Press Oxford Psychology 

Series.

Contributi a Libri: Rojahn, J, e Sisson, L. A. (1990). Stereotyped behavior. In J. L. Matson

(Ed.), Handbook of behavior modification with the mentally retarded (2nd ed.). New York: PlenumPress.

Pubblica un Articolo

Dopo esserti registrato al portale, invia il tuo articolo dalla pagina:

http://www.neuroscienze.net/?page_id=1054