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A A A A A A A A A A A A A A A A A A A A A A A A A A A A 10_14_12_09 generato 11/12/2009 16:22 Lunedì 14 Dicembre 2009 - Pagina 10 Diritto di cittadinanza per il pae di GIUSEPPE COCCO* *FOTOGRAFO TERRITORIALE AMBIENTALE Una Convenzione Europea “panoramica” PENISOLA ITALIANA esiderosi di pervenire ad uno sviluppo sostenibile fondato su un rapporto equilibrato tra i bisogni sociali, l’attività e- conomica e l’ambiente; consta- tando che il paesaggio svolge im- portanti funzioni di interesse ge- nerale, sul piano culturale, eco- logico, ambientale e sociale e costituisce una risorsa favorevole all’attività economica. Consape- voli del fatto che il paesaggio co- opera all’elaborazione delle cul- ture locali e rappresenta una componente fondamentale del patrimonio culturale e naturale dell’Europa, contribuendo così al benessere e alla soddisfazione de- gli esseri umani e al consolida- mento dell’identità europea; ri- conoscendo che il paesaggio è in ogni luogo un elemento impor- tante della qualità della vita delle popolazioni: nelle aree urbane e nelle campagne, nei territori de- gradati, come in quelli di grande qualità, nelle zone considerate eccezionali, come in quelle della vita quotidiana; osservando che le evoluzioni delle tecniche di pro- duzione agricola, forestale, indu- striale e pianificazione mineraria e delle prassi in materia di piani- ficazione territoriale, urbanistica, trasporti, reti, turismo e svaghi e, più generalmente, i cambiamenti economici mondiali continuano, in molti casi, ad accelerare le tra- sformazioni dei paesaggi; deside- rando soddisfare gli auspici delle popolazioni di godere di un pae- saggio di qualità e di svolgere un ruolo attivo nella sua trasforma- zione...” questo l’incipit della Convenzione Europea del Paesag- gio (testo completo http://www.penisolabella.it/con- venzione.pdf), adottata dal Co- mitato dei Ministri della Cultura e dell’Ambiente del Consiglio d’Eu- ropa il 19 luglio 2000, sottoscritta il 20 ottobre 2000, nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze, firmata nel 2006, da 27 Stati della Comunità Europea e ratificata da 10, tra cui l’Italia che, il 22 ottobre 2004, stilò un dise- gno di legge in vista della ratifica, approvato dalla Camera dei depu- tati il 17 maggio e dal Senato il 14 dicembre 2005, a seguito del quale, promulgò la Legge n. 14 del 9 Gennaio 2006 “Ratifica ed esecuzione della Convenzione europea del paesaggio ()” cata sulla G.U. n.16 del 20.01.06. “D dispetto di tutte le recrimina- zioni sulla validità della no- stra Costituzione, con lungimiran- za, i nostri padri costituzionali, prevenendo e prevedendo le future speculazioni e i vandalismi pae- saggistici, furono i primi a colle- gare organicamente la tutela del patrimonio artistico, storico e ar- cheologico alla tutela dell’am- biente. La normativa italiana in materia di paesaggio, infatti, ha una storia istituzionale e civile che trova la sua origine negli Stati preunitari, pur caratterizzandosi, nel corso del tempo per la sua frammentarietà. Sebbene le prime leggi in materia di tutela paesistica vengano ema- nate ai primi del ’900, il primo intervento sistematico del legisla- tore si ha solo nel 1939 con la Legge n. 1497 del 1939. Ma il concetto di paesaggio, trovò il suo spazio definitivamente delineato, con tutela specifica, nella prima parte della Costituzione Repubbli- cana dedicata ai “Principi Fonda- mentali”, all’art. 9: “la Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione” collegato strettamente, non a caso, ad un altro principio: “La Repub- blica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e te- cnica”. Perfino il Ministro per gli Affari Regionali Enrico La Loggia, legislatore autore della rivisitazione del Titolo V della Costituzione, non ha potuto fare a meno di richiamare A ulteriormente, ai fini della riparti- zione della competenza legislativa in materia tra Stato e Regioni, si- gnificativi ed innovativi elementi di tutela dell’ambiente, nel nuovo art. 117 - “La potestà legislativa è e- sercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dal- l’ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali...”. Nel 1998, il D.Lgs. 112, ha innestato il lungo cammino della elaborazione del Nuovo Codice dei Beni Cultu- rali che ha offerto la premessa ai D.Lgs. 156 e 157 che, il 24 marzo 2006, hanno introdotto nel Codice, nuove ed importanti modifiche e integrazioni. Fino ad arrivare al- l’importante momento di sintesi, rappresentato dal D.Lgs del 29 ot- tobre 1999 n. 490, Testo Unico, che raccoglie e coordina gran parte della normativa del settore. Solo in occasione di disastri annunciati da Piani Casa, ecc. assistiamo di quando in quando, a dibattiti ac- cademici sull’ambiente, polemiche d’ufficio, prese di posizione, di- chiarazioni i principio, confronti politici roventi e inconsistenti. Di contro, importante non perdere di vista i danni che un frainteso con- cetto di sviluppo e l’assenza com- pleta di iniziative per mettere ma- no al degrado, hanno creato nel paesaggio del nostro Paese. Sempre alla ricerca di primati e paragoni che ci vedano vincenti, questa volta possiamo ben affermare di essere al primo posto in Europa, per la pro- duzione e il consumo del cemen- to: negli ultimi quindici anni, ce- mentificazione e asfaltatura del suolo italiano hanno, infatti, occu- pato oltre tre milioni e mezzo di ettari, un’area più grande di A- bruzzo e Lazio messi insieme. Un patrimonio immenso e irriproduci- bile è stato eroso sconsiderata- mente, distruggendo identità ter- ritoriali millenarie, identità e bio- diversità dell’unicità italiana nel mondo, con conseguenze che pe- seranno sulle generazioni future. Un atteggiamento folle che, oltre a provocare l’imbruttimento del- l’ambiente e il peggioramento della qualità della vita individuale e collettiva, indebolisce e dissipa il nostro patrimonio nazionale, im- poverendoci della più formidabile attrattiva culturale e turistica che abbiamo a disposizione. Il paesag- gio è infatti uno dei pilastri della nostra storia e della nostra identità che si identifica, non solo con una delle maggiori attrattive dell’Italia, ma ne determina l’anima più pro- fonda, caratterizzandoci come i- taliani, davanti a noi stessi, agli immigrati e agli stranieri che ci vengono a visitare. Così, se l’Italia è fatta, ancora una volta, bisogna fare gli italiani. Non ci nascondia- mo dietro presunti o reali scolla- menti tra politica e società, ma dichiariamo a gran voce la neces- sità di fare sistema, come ha di- chiarato anche ultimamente il Presidente della Repubblica Gior- gio Napolitano; creiamo una cul- tura dell’identità territoriale, una coscienza ambientale e il senso di appartenenza, superando l’atteg- giamento di popolo suddito per diventare finalmente cittadini, at- tuando la democrazia partecipata. Proprio dalle premesse e buone intenzioni legislative, nasce l’esi- genza di realizzare un’opinione pubblica, che faccia scaturire a- zioni concrete e costanti, nei con- fronti dell’aggressione al nostro patrimonio irrecuperabile, bene primario, economico, sociale ed estetico. Per interventi, indicazioni e suggerimenti su temi, ambienti, luoghi e territori da approfondire e documentare [email protected] Il paesaggio svolge funzioni sul piano culturale, ecologico, ambientale e sociale e costituisce una risorsa favorevole all’attività economica del nostro Paese

Diritto di Cittadinanza per il paesaggio

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Nel 2009 Inizio a curare della pagina-rubrica “Fotografia & Ambiente” – per un impegno politico sociale ed ambientale della fotografia – sullo “Speciale Ambiente” quindicinale del quotidiano nazionale l’Opinione

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Page 1: Diritto di Cittadinanza per il paesaggio

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Lunedì 14 Dicembre 2009 - Pagina 10

Diritto di cittadinanza per il paesaggio

di GIUSEPPE COCCO*

*FOTOGRAFOTERRITORIALEAMBIENTALE

Una ConvenzioneEuropea“panoramica”

PENISOLA ITALIANA

esiderosi di pervenire aduno sviluppo sostenibile

fondato su un rapporto equilibratotra i bisogni sociali, l’attività e-conomica e l’ambiente; consta-tando che il paesaggio svolge im-portanti funzioni di interesse ge-nerale, sul piano culturale, eco-logico, ambientale e sociale ecostituisce una risorsa favorevoleall’attività economica. Consape-voli del fatto che il paesaggio co-opera all’elaborazione delle cul-ture locali e rappresenta unacomponente fondamentale delpatrimonio culturale e naturaledell’Europa, contribuendo così albenessere e alla soddisfazione de-gli esseri umani e al consolida-mento dell’identità europea; ri-conoscendo che il paesaggio è inogni luogo un elemento impor-tante della qualità della vita dellepopolazioni: nelle aree urbane enelle campagne, nei territori de-gradati, come in quelli di grandequalità, nelle zone considerateeccezionali, come in quelle dellavita quotidiana; osservando che leevoluzioni delle tecniche di pro-duzione agricola, forestale, indu-striale e pianificazione minerariae delle prassi in materia di piani-ficazione territoriale, urbanistica,trasporti, reti, turismo e svaghi e,più generalmente, i cambiamentieconomici mondiali continuano, inmolti casi, ad accelerare le tra-sformazioni dei paesaggi; deside-rando soddisfare gli auspici dellepopolazioni di godere di un pae-saggio di qualità e di svolgere unruolo attivo nella sua trasforma-zione...” questo l’incipit dellaConvenzione Europea del Paesag-gio (testo completo http://www.penisolabella.it/con-venzione.pdf), adottata dal Co-mitato dei Ministri della Cultura edell’Ambiente del Consiglio d’Eu-ropa il 19 luglio 2000, sottoscrittail 20 ottobre 2000, nel Salone deiCinquecento di Palazzo Vecchio aFirenze, firmata nel 2006, da 27Stati della Comunità Europea eratificata da 10, tra cui l’Italia che,il 22 ottobre 2004, stilò un dise-gno di legge in vista della ratifica,approvato dalla Camera dei depu-tati il 17 maggio e dal Senato il 14dicembre 2005, a seguito delquale, promulgò la Legge n. 14del 9 Gennaio 2006 “Ratifica edesecuzione della Convenzioneeuropea del paesaggio (…)”cata sulla G.U. n.16 del 20.01.06.

“D

dispetto di tutte le recrimina-zioni sulla validità della no-

stra Costituzione, con lungimiran-za, i nostri padri costituzionali,prevenendo e prevedendo le futurespeculazioni e i vandalismi pae-saggistici, furono i primi a colle-gare organicamente la tutela delpatrimonio artistico, storico e ar-cheologico alla tutela dell’am-biente. La normativa italiana inmateria di paesaggio, infatti, ha unastoria istituzionale e civile che trovala sua origine negli Stati preunitari,pur caratterizzandosi, nel corso deltempo per la sua frammentarietà.Sebbene le prime leggi in materiadi tutela paesistica vengano ema-nate ai primi del ’900, il primointervento sistematico del legisla-

tore si ha solo nel 1939 con laLegge n. 1497 del 1939. Ma ilconcetto di paesaggio, trovò il suospazio definitivamente delineato,con tutela specifica, nella primaparte della Costituzione Repubbli-cana dedicata ai “Principi Fonda-mentali”, all’art. 9: “la Repubblicatutela il paesaggio e il patrimoniostorico e artistico della Nazione”collegato strettamente, non a caso,ad un altro principio: “La Repub-blica promuove lo sviluppo dellacultura e la ricerca scientifica e te-cnica”. Perfino il Ministro per gliAffari Regionali Enrico La Loggia,legislatore autore della rivisitazionedel Titolo V della Costituzione, nonha potuto fare a meno di richiamare

A ulteriormente, ai fini della riparti-zione della competenza legislativain materia tra Stato e Regioni, si-gnificativi ed innovativi elementi ditutela dell’ambiente, nel nuovo art.117 - “La potestà legislativa è e-sercitata dallo Stato e dalle Regioninel rispetto della Costituzione,nonché dei vincoli derivanti dal-l’ordinamento comunitario e dagliobblighi internazionali...”. Nel1998, il D.Lgs. 112, ha innestato illungo cammino della elaborazionedel Nuovo Codice dei Beni Cultu-rali che ha offerto la premessa aiD.Lgs. 156 e 157 che, il 24 marzo2006, hanno introdotto nel Codice,nuove ed importanti modifiche eintegrazioni. Fino ad arrivare al-l’importante momento di sintesi,

rappresentato dal D.Lgs del 29 ot-tobre 1999 n. 490, Testo Unico,che raccoglie e coordina gran partedella normativa del settore. Solo inoccasione di disastri annunciati daPiani Casa, ecc. assistiamo diquando in quando, a dibattiti ac-cademici sull’ambiente, polemiched’ufficio, prese di posizione, di-chiarazioni i principio, confrontipolitici roventi e inconsistenti. Dicontro, importante non perdere divista i danni che un frainteso con-cetto di sviluppo e l’assenza com-pleta di iniziative per mettere ma-no al degrado, hanno creato nelpaesaggio del nostro Paese. Semprealla ricerca di primati e paragoniche ci vedano vincenti, questa volta

possiamo ben affermare di essere alprimo posto in Europa, per la pro-duzione e il consumo del cemen-to: negli ultimi quindici anni, ce-mentificazione e asfaltatura delsuolo italiano hanno, infatti, occu-pato oltre tre milioni e mezzo diettari, un’area più grande di A-bruzzo e Lazio messi insieme. Unpatrimonio immenso e irriproduci-bile è stato eroso sconsiderata-mente, distruggendo identità ter-ritoriali millenarie, identità e bio-diversità dell’unicità italiana nelmondo, con conseguenze che pe-seranno sulle generazioni future.Un atteggiamento folle che, oltre aprovocare l’imbruttimento del-l’ambiente e il peggioramentodella qualità della vita individualee collettiva, indebolisce e dissipa ilnostro patrimonio nazionale, im-poverendoci della più formidabileattrattiva culturale e turistica cheabbiamo a disposizione. Il paesag-gio è infatti uno dei pilastri dellanostra storia e della nostra identitàche si identifica, non solo con unadelle maggiori attrattive dell’Italia,ma ne determina l’anima più pro-fonda, caratterizzandoci come i-taliani, davanti a noi stessi, agliimmigrati e agli stranieri che civengono a visitare. Così, se l’Italiaè fatta, ancora una volta, bisognafare gli italiani. Non ci nascondia-mo dietro presunti o reali scolla-menti tra politica e società, madichiariamo a gran voce la neces-sità di fare sistema, come ha di-chiarato anche ultimamente ilPresidente della Repubblica Gior-gio Napolitano; creiamo una cul-tura dell’identità territoriale, unacoscienza ambientale e il senso diappartenenza, superando l’atteg-giamento di popolo suddito perdiventare finalmente cittadini, at-tuando la democrazia partecipata.Proprio dalle premesse e buoneintenzioni legislative, nasce l’esi-genza di realizzare un’opinionepubblica, che faccia scaturire a-zioni concrete e costanti, nei con-fronti dell’aggressione al nostropatrimonio irrecuperabile, beneprimario, economico, sociale edestetico.

Per interventi, indicazioni e suggerimentisu temi, ambienti, luoghi e territori

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Il paesaggiosvolge funzioni

sul piano culturale,ecologico,

ambientale e socialee costituisce

una risorsa favorevoleall’attività economica

del nostro Paese