263
Gli Archi………………………. 7 Violino……………………………… 9 Viola………………………………… 50 Violoncello…………………………. 58 Contrabbasso……………………….. 71 I Legni………………………….. 82 Strumenti ad imboccatura naturale 83 Flauto traverso………………………. 83 Ottavino…………………………….. 98 Flauto contralto…………………….. 99 Flauto basso………………………… 100 Strumenti ad ancia semplice……… 101 Clarinetto in si …………………….. 102 Clarinetto piccolo in mi …………… 113 Clarinetto in la……………………… 114 Corno di bassetto…………………… 115 Clarinetto basso……………………. 116 Clarinetto contrabbasso……………. 118 Sassofoni…………………………… 119 Strumenti ad ancia doppia……….. 127 Oboe………………………………… 129 Oboe d’amore………………………. 136 Corno inglese……………………….. 137 Hekelphon…………………………... 139 Fagotto……………………………… 140 Controfagotto……………………….. 149 Gli Ottoni…………………….. 151 Corno francese………………………. 154 Tromba……………………………… 167 Tromba contralto……………………. 173 Trombe piccole……………………… 175 Tromba bassa in si ………………… 179 Trombone…………………………… 182 Tuba contrabbassa………………….. 191 Altri Ottoni........................................ 194 Oficleide…………………………….. 194 Cornette a pistoni……………………. 195 I Flicorni ……………………………. 196 Flicorno sopracuto…………………… 197 Flicorno sopranino…………………… 197 Flicorno soprano…………………… 198 Flicorno contralto……………………. 199 Flicorno tenore (baritono) in si ……... 200 Flicorno (Tuba) basso in si …………. 201 Flicorno (Tuba) contrabbasso in mi …. 202 Flicorno contrabbasso in si …………. 203 Tube wagneriane. ……………………... 204 Arpa………………………………… 207 Le Percussioni…………….. 221 Strumenti in metallo a suono indeterminato…………….. 223 Campanacci…………………………. 223 Campanelli cinesi…………………… 224 Gong………………………………… 225 Piatti………………………………… 228 Piatto sospeso………………………. 230 Sonagli……………………………… 232 Tamtam…………………………….. 233 Triangolo…………………………… 235 Strumenti in metallo a suono determinato………………. 236 Campane tubolari…………………... 236 Celesta……………………………… 239 Glockenspiel……………………….. 241 Incudine……………………………. 243 Vibrafono………………………….. 244 Strumenti in legno a suono indeterminato……………. 246 Castagnette…………………………. 246 Claves………………………………. 247 Frusta……………………………….. 247 Guiro……………………………….. 248 Maracas…………………………….. 248 Raganella…………………………… 249 Temple blocks……………………… 249 Wood blocks……………………….. 250 Strumenti in legno a suono determinato………………. 251 Marimba……………………………. 251 Xilofono……………………………. 253 Strumenti in membrana a suono indeterminato……………. 254 Cassa chiara………………………… 254 Cassa rullante………………………. 256 Grancassa…………………………... 257 Tamburello basco…………………... 258 Tamburo militare…………………… 259 Tom toms…………………………… 260 Strumenti in membrana a suono determinato………………. 261 Rototoms…………………………… 261 Timpani…………………………….. 262 Indice

Cusatelli-Trattato Strumentazione Nuova Edizione

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  • Gli Archi. 7 Violino 9

    Viola 50

    Violoncello. 58

    Contrabbasso.. 71

    I Legni.. 82 Strumenti ad imboccatura naturale 83

    Flauto traverso. 83

    Ottavino.. 98

    Flauto contralto.. 99

    Flauto basso 100

    Strumenti ad ancia semplice 101

    Clarinetto in si .. 102

    Clarinetto piccolo in mi 113

    Clarinetto in la 114

    Corno di bassetto 115

    Clarinetto basso. 116

    Clarinetto contrabbasso. 118

    Sassofoni 119

    Strumenti ad ancia doppia.. 127

    Oboe 129

    Oboe damore. 136

    Corno inglese.. 137

    Hekelphon... 139

    Fagotto 140

    Controfagotto.. 149

    Gli Ottoni.. 151 Corno francese. 154

    Tromba 167

    Tromba contralto. 173

    Trombe piccole 175

    Tromba bassa in si 179

    Trombone 182

    Tuba contrabbassa.. 191

    Altri Ottoni........................................ 194

    Oficleide.. 194

    Cornette a pistoni. 195

    I Flicorni . 196

    Flicorno sopracuto 197

    Flicorno sopranino 197

    Flicorno soprano 198

    Flicorno contralto. 199

    Flicorno tenore (baritono) in si ... 200

    Flicorno (Tuba) basso in si . 201

    Flicorno (Tuba) contrabbasso in mi . 202

    Flicorno contrabbasso in si . 203

    Tube wagneriane. ... 204

    Arpa 207

    Le Percussioni.. 221 Strumenti in metallo

    a suono indeterminato.. 223

    Campanacci. 223

    Campanelli cinesi 224

    Gong 225

    Piatti 228

    Piatto sospeso. 230

    Sonagli 232

    Tamtam.. 233

    Triangolo 235

    Strumenti in metallo

    a suono determinato. 236

    Campane tubolari... 236

    Celesta 239

    Glockenspiel.. 241

    Incudine. 243

    Vibrafono.. 244

    Strumenti in legno

    a suono indeterminato. 246

    Castagnette. 246

    Claves. 247

    Frusta.. 247

    Guiro.. 248

    Maracas.. 248

    Raganella 249

    Temple blocks 249

    Wood blocks.. 250

    Strumenti in legno

    a suono determinato. 251

    Marimba. 251

    Xilofono. 253

    Strumenti in membrana

    a suono indeterminato. 254

    Cassa chiara 254

    Cassa rullante. 256

    Grancassa... 257

    Tamburello basco... 258

    Tamburo militare 259

    Tom toms 260

    Strumenti in membrana

    a suono determinato. 261

    Rototoms 261

    Timpani.. 262

    Indice

  • Introduzione

    Lo studio della strumentazione prelude alla pratica di orchestrazione fornendo le possibilit

    tecniche, la logica esecutiva, le caratteristiche e i limiti di ogni strumento dellorchestra. Visti nel

    dettaglio, gli strumenti mostrano le prerogative e i criteri per farne un giusto uso nellambito

    solistico, cameristico e sinfonico. Solo con un accurato bagaglio di queste conoscenze possibile

    affrontare le difficolt di una prassi orchestrale, disciplina questa che richiede a sua volta anni di

    applicazione e tentativi, e che necessita di un buon Maestro, sullesperienza del quale sciogliere

    gran parte degli innumerevoli dubbi cui uno studioso si trover a far fronte.

    Per esperienza diretta rilevo assai lacunosa la preparazione in merito fornita agli studenti dei

    Conservatori e dei Licei musicali ed sempre pi frequente, nei diplomi di Composizione e

    nellallestimento delle nuove opere di giovani compositori, trovarsi di fronte a situazioni grottesche

    di richieste esecutive del tutto impossibili o, nei casi migliori, di esasperazioni estreme delle

    difficolt tecniche tali da rendere in pratica il brano ineseguibile.

    Anche escludendo seppur tanti casi limite, purtroppo sempre pi diffuso tra gli studenti il

    pressappochismo e la mancanza di volont nellapprofondire uno studio che solo nella conoscenza

    dei suoi dettagli pi reconditi si rivela utile e svela il suo fascino maggiore. Complici e cause

    primarie di questo decadimento didattico sono due. La diffusione dilagante di software di

    elaborazione musicale, che offrono banche dati di suoni campionati e non, che naturalmente

    affascinano chi opera nel settore musicale, ma che nulla hanno a che fare con il reale equilibrio dei

    pesi e delle fusioni timbriche dei veri strumenti sinfonici: un flauto pu benissimo suonare nel

    registro grave del fagotto, ed avere una sonorit prioritaria sul resto dellorchestra, bastano poche e

    semplici impostazioni e limpossibile si realizza. Altra e pi dolorosa responsabile del problema

    lindifferenza e caparbiet con la quale chi a capo delle nostre strutture sociali ha da tempo liquidato

    ogni impegno sulla cultura musicale, tagliando fondi e chiudendo le orchestre, col risultato, fra gli

    altri, di sradicare la fiducia dei giovani musicisti di poter realisticamente vedere premiati i propri

    sforzi in un futuro. Questa piccola opera si prefigge di riportare lattenzione degli studenti

    sullimportanza di detta disciplina, convinto che alcune argomentazioni promuovino stimoli di

    approfondimenti sempre maggiori. Opera questa che vuol essere il pi possibile pratica e utile, non

    quindi orientata alle cognizioni storiche, se non mirate a tali obbiettivi, e orientata a fornire una

    logica nella quale cimentarsi sulle varie argomentazioni: pertanto, quando possibile, si cercato di

    evitare riferimenti precostituiti come tabelle riassuntive di trilli o tremoli e via dicendo, basandosi

    invece sul confronto diretto con le posizioni dei vari strumenti.

    Proprio per questa impostazione di autocontrollo si evitato o quasi largomento dei suoni multipli

    degli strumenti a fiato, i quali sfuggendo a logiche esplicabili da chi non abbia prassi esecutiva, solo

    in una tabella codificata troverebbero uno spazio, comunque limitato a quanto fin ora sperimentato

    dalla ricerca degli strumentisti: personalmente nutro seri dubbi che su tali improbabili effetti possa

    essere basata una seria ricerca di linguaggio o possa raffinarsi lesperienza orchestrale di un autore.

    Infine mi sembrato, nel fornire immagini e dettagli morfologici degli strumenti, di colmare un

    vuoto presente nelle passate pubblicazioni e di indirizzare tramite loro ad un ulteriore percorso

    logico e di conoscenza. Con i migliori auguri ai giovani (e coraggiosi) attuali e futuri compositori.

    A.C.

  • 7

    GGllii AArrcchhii

    La sezione degli archi costituisce la pi numerosa componente dellorchestra sinfonica: allincirca i

    due terzi dellintero organico. Un rapporto, questo, che seppur non rigidamente, verr mantenuto

    nei vari formati , dalla grande orchestra, a quella da camera.

    In una orchestra sinfonica tradizionale,a tre, gli archi saranno: 16 primi violini; 14 secondi violini;

    12 viole; 10 violoncelli; 8 contrabbassi: 60 strumenti ad arco per un totale complessivo di 85, 88

    elementi orchestrali. Il numero scende, pi o meno proporzionalmente, per organici a due o per

    orchestre cameristiche pi ridotte: non comunque un riferimento preciso, quanto un orientamento

    indicativo. Inoltre, il rapporto percentuale tra gli stessi archi, tende ovviamente a modificarsi, per

    tagli ridotti: cos che, un ensemble di soli archi, con il quale si esegue normalmente il repertorio

    barocco, composto solitamente di 12 elementi, cos divisi: 3 o 4 primi violini, 3 secondi violini, 3

    o 2 viole, 2 violoncelli, un contrabbasso.

    Lo scopo di queste quantificazioni, di mantenere un equilibrato rapporto di forze con gli altri

    strumenti interlocutori, riferendosi allorchestra sinfonica, e allinterno della sezione stessa.

    Ovviamente, si tratta di un rapporto basato anche e soprattutto sulle funzioni che gli strumenti

    dovranno espletare: i violini, i primi soprattutto, ma spesso anche con lunione dei secondi, creano

    una formazione in grado di elevare un forte impatto sonoro, anche in considerazione della loro

    posizione emergente rispetto alle trame di un discorso musicale, in quanto si troveranno spesso a

    sostenere elementi tematici prioritari, che debbano risaltare anche in condizioni di un fortissimo

    dellintera orchestra.

    Rispetto agli altri strumenti, gli archi, se non diversamente prescritto, suonano per file, ossia con

    lintervento di tutti gli strumenti che sul rigo della partitura vengono definiti con un nome: violini

    primi, violini secondi, viole , violoncelli, contrabbassi.

    Ma spesso pu capitare di volerli utilizzare frammentati, ossia divisi, con ampia possibilit di scelta:

    una fila, ad esempio le viole, pu contenere 2 linee melodiche sul suo pentagramma, e trovare la

    dicitura div. (divise): il che corrisponde alla divisione dei leggii della sezione, in modo che le due

    linee siano equamente divise; in qualsiasi momento si voglia ritornare allunione di tutti gli

    strumenti della fila si scriver sul rigo in questione un. (unite). A proposito dei leggii: gli archi ne

    usano 1 ogni 2 strumentisti; quindi, 16 violini primi saranno supportati da 8 leggii, e via di seguito.

    Altre divisioni sono possibili: ad esempio possiamo trovare div. a 3 intendendo che le tre linee

    melodiche espresse sullo stesso pentagramma siano distribuite equamente tra i componenti della

    stessa fila. Va detto a proposito, specie per alcuni strumenti, il cui numero non sia compatibile, che

    tale divisione non di grande comodit, e pu arrecare alcuni problemi in fase di concertazione:

    specialmente scomodo, e da evitare, il repentino alternarsi per la stessa fila di divisioni a2 e

    a3: quando proprio necessario, sarebbe bene specificare quali leggii debbano sostenere suddetti

    interventi. Infatti, nella gestione delle file , possibile anche maggiore frammentazione: si possono

    accorpare 2 0 3 leggii, o gestirli uno per uno, o utilizzare un leggio (o pi) in contrapposizione ai

    restanti elementi della stessa fila; si potr assottigliare il suono di una fila, facendo suonare solo

    parte dei leggii, e tacere i restanti. Si potr, infine, dividere lo stesso leggio, in modo che ogni

    strumentista possa eseguire una linea diversa: paradossalmente, e in modo diametralmente opposto

    al criterio con cui vengono solitamente trattati, dalla sezione archi di unorchestra sinfonica si

    potrebbero levare ben una sessantina circa di linee melodiche differenti!

  • 8

    Esempio di divisioni della sezione degli archi

    Un errore molto diffuso quello di intendere i violini primi e secondi come un unica fila

    perennemente divisa: in realt non affatto cos, e ogni fila di violini primi o secondi che siano

    possono nel caso dividersi come le viole, o i violoncelli, in assoluta autonomia.

    A questo proposito, bene tener presente che le quattro parti primarie di unorchestra darchi,

    rispecchiano quelle di un quartetto, il quale composto da violino primo, violino secondo, viola e

    violoncello: cos che si proietta in orchestra una costruzione per archi; ai violoncelli affidato il

    vero basso armonico della formazione, non ai contrabbassi, il cui ruolo semmai di marcare i

    violoncelli allottava inferiore, per conferire una maggiore profondit. I contrabbassi avranno

    invece il ruolo di vero e proprio basso armonico, qualora i violoncelli fossero impegnati in

    situazioni diverse, cantabili ed espressive, cosa che avviene assai frequentemente.

    E importante capire che il ruolo dei contrabbassi fondamentale: insostituibili quando devono

    essere utilizzati come sostegno armonico, o per il raggiungimento delle note pi gravi in assoluto,la

    loro presenza non dovr essere pedissequa (come anticamente accadeva, tanto da scrivere in un sol

    rigo violoncelli e contrabbassi) ma alleggerita; marcando solo in alcuni momenti il basso dei

    violoncelli mediante un pi discreto pizzicato, piuttosto che con larco, ed escludendoli in fasi del

    discorso musicale, quando il loro impiego risulterebbe pesante. Capire questo equilibrio il primo

    indispensabile passo per concepire una raffinata e moderna scrittura orchestrale.

    N.B.: quanto verr asserito in seguito, circa le tecniche strumentali del violino, posizioni, colpi

    darco, sonorit ecc., varr genericamente per tutti gli altri strumenti ad arco, dei quali le specifiche

    considerazioni e differenze verranno trattate strumento per strumento.

  • 9

    IIll VViioolliinnoo

    Il violino il pi acuto strumento della sezione degli Archi. Sulla sua tastiera sono sospese quattro

    corde, accordate per quinte progressive: considerando di avere lo strumento di fronte alla nostra

    vista, sulla sinistra avremo la quarta corda, producente la nota Sol posta una quarta sotto il do

    centrale, e, di seguito, la terza, Re, la seconda, La, e la prima, Mi:

    Consideriamo ora la posizione con la quale lo strumento viene tenuto dallo strumentista, e vedremo

    posizionata la quarta corda allesterno, e la prima allinterno.

    Questa premessa essenziale per capire il sistema delle posizioni, e dellazione dellarchetto sullo

    strumento.

    Sol

    Re

    La

    Mi

  • 10

    Posizioni

    La tecnica principale che consente la creazione dei suoni sulla tastiera basata sulle posizioni.

    Supponendo di utilizzare larco, sostenuto dalla mano destra, senza toccare con le dita della mano

    sinistra le varie corde, potremo ottenere solo quattro suoni, il Sol, il Re, il La, il Mi, delle corde

    vuote; ci accorgeremmo inoltre di poter avere anche due di questi suoni sovrapposti, sfiorando

    contemporaneamente due corde con larco, ma potremo ottenere solo i bicordi causati da due corde

    vicine, ossia Sol-Re, Re-La, La-Mi. Questo perch il ponticello che sostiene le corde alla fine della

    tastiera, sagomato in tal modo da rendere possibile una linea retta, tracciata dallarco solo in

    relazione a due corde adiacenti.

    Se cos non fosse, mettiamo conto se le corde fossero sullo stesso piano sulla tastiera, come ad

    esempio avviene per la chitarra, potremmo, utilizzando larco, rendere indipendenti e monodiche

    solo le corde estreme, la quarta e la prima, mentre dovendo utilizzare le corde centrali saremmo

    costretti a far suonare tutte e quattro le corde dello strumento, rendendolo inutilizzabile per gli usi

    che gli competono. Osservando la struttura del ponticello sulla tastiera, entreremo meglio in questa

    logica :

    Ora proviamo a posizionare le dita sulla tastiera, cominciando col dire che le dita utilizzate dal

    violinista (e dal violista) sono quattro: indice (primo), medio (secondo), anulare (terzo), mignolo

    (quarto). Nel rapporto con la tastiera del violino, le dita poste in successione su una corda, creano

    una sequenza basata sulla scala naturale ovverosia creeranno i suoni in successione, come li

    troveremmo nella tastiera diatonica del pianoforte.

    Si osserver che il rapporto di distanza tra un dito e laltro atto a realizzare un tono, non potr essere

    lo stesso di quello per ottenere un semitono; nella prima sequenza di note sulla quarta corda,

    otterremo infatti le note: La-Si-Do-Re; ebbene, tra secondo e terzo dito, dovendosi sviluppare la

    distanza di un semitono, le dita risulteranno un minimo pi ravvicinate.

    In questo modo, definito mezza posizione si otterranno tutte le alterazioni e i semitoni cromatici e

    diatonici ascendenti e discendenti, senza pertanto modificare la logica del sistema delle posizioni.

    Ritornando alla nostra prima sequenza La-Si-Do-Re, ottenuta sulla quarta corda, avremo in effetti

    creato una prima posizione. Ora, senza far avanzare il polso in avanti, ma utilizzandone la stessa

    posizione, passiamo alla corda adiacente, la terza: con la stessa sequenza, indice, medio, anulare e

    mignolo otterranno le note Mi-Fa-Sol-La .

  • 11

    A questo punto possiamo osservare che se ritorniamo alla sequenza precedente, sulla quarta corda,

    man mano che procediamo in senso ascendente, dallindice verso il mignolo, liberiamo le dita gi

    utilizzate; pertanto, arrivati al Re, sulla quarta corda, con il quarto dito, potremo continuare la

    sequenza ascendente e senza cambiare la posizione del polso sulla terza corda :

    otterremo quindi cos la scala La-Si-Do-Re- Mi-Fa-Sol-La (volendola rendere maggiore, o alterarne

    cromaticamente alcune componenti, si gi detto, si user la tecnica delle mezze posizioni).

    Completiamo ora la prima posizione, proseguendo le sequenze sulle corde seconda e prima ma,

    beninteso, senza mai far avanzare la posizione del polso: avremo quindi La-Si-Do-Re Mi-Fa-Sol-

    La-Si-Do-Re-Mi-Fa-Sol-La-Si. Quindi, una posizione estesa su tutto lo strumento, equivale a due

    ottave, pi unaltra nota, ossia ad una 16esima. Ovviamente il percorso pu essere inteso in senso

    inverso, discendendo dalla pi acuta delle note in prima posizione sulla prima corda, alla pi grave

    della stessa posizione posta sulla quarta.

    Ecco dunque chiarito il motivo essenziale dellaccordatura per quinte, senza la quale qualsiasi

    discorso fin qui fatto, non sarebbe sensato.

    Si ottiene la seconda posizione facendo avanzare il polso della mano sinistra in modo tale che il

    primo dito sia in relazione con il secondo tasto (N.B.: negli strumenti ad arco, i tasti sono ipotetici, e

    non contrassegnati come nella chitarra): di conseguenza, la successione delle quattro dita impegnate

    nella seconda posizione , ad esempio sulla quarta corda, produrr la sequenza Si-Do- Re- Mi.

    Con analogo procedimento di quello visto prima, le dita potranno proseguire la sequenza per tutte le

    corde dello strumento, fino a coprire la distanza di 16esima, prevista per ogni posizione: la seconda,

    quindi, coprir questa distanza dalla nota Si, sotto il do centrale, alla nota Do con due tagli.

  • 12

    La tecnica del violino si basa su sette posizioni principali, cui se ne aggiungono altre cinque,

    destinate alle corde acute, per raggiungere i limiti dellestensione dello strumento, che la seguente:

    Ed ecco una tabella dove sono riportate tutte le posizioni dello strumento: per tradizionale

    convenzione, le posizioni del violino (e della viola), di corda in corda seguono la logica della scala

    naturale (quindi senza alterazioni), pertanto il primo dito della prima posizione sulla corda del Mi,

    ad esempio, essendo Fa e non Fa diesis, risulter di mezza posizione indietreggiato rispetto alle altre

    corde. Naturalmente, nellambito di ogni posizione sar possibile ottenere oltre ai suoni naturali,

    anche tutte le loro alterazioni, mediante piccoli adattamenti delle distanze sulla tastiera, le

    cosiddette mezze posizioni.

    Una considerazione importante deve essere fatta a proposito della natura fisica dello strumento:

    man mano salendo verso le posizioni pi acute, le distanze tra un tasto e laltro, diminuiscono.

    Questo fa si che, ad esempio, sia possibile coprire un maggiore intervallo tra due corde vicine, o

    nellambito della stessa corda, e questo indubbiamente un vantaggio. Ma la condizione diventa

    invece svantaggiosa se ci riferiamo alle piccole distanze, ai semitoni ottenuti con le mezze

    posizioni: specie se in sequenze reiterate e discendenti, le scale cromatiche, o figurazioni comunque

    in cui abbondino cromatismi, sono sconsigliabili nel contesto di posizioni acute, in quanto

    estremamente scomode. Ad ogni modo, considerare con prudenza, anche in altre zone dello

    strumento gli andamenti cromatici, specie se discendenti.

    Le note tra parentesi, che portano

    lestensione acuta del violino fino

    allultimo La della tastiera del

    pianoforte, si ottengono mediante

    l estensione dellultima posizione,

    ossia allargando le distanze tra le dita

    della mano, procedimento , questo, di

    cui si parler in seguito.

  • 13

    Prima di proseguire con altri argomenti, approfondiamo ancora il discorso delle posizioni.

    Se pu sembrare superfluo, per chi non debba esercitare la pratica dello strumento, addentrarsi un

    poco negli aspetti della diteggiatura, in realt questi argomenti racchiudono logiche di

    notevolissima importanza, specie per i compositori. Lunit fraseggistica immaginata dallautore

    non potr avere riscontro se a quellidea non corrisponde una giusta diteggiatura; e spesso, quando

    il risultato esecutivo delude in tal senso le aspettative, pi in relazione a questo argomento, che

    non alle responsabilit attribuibili allesecutore.

    In linea generale, si mantenga questo principio: laddove sia possibile, mantenere un concetto da

    esprimere, ad esempio configurabile in un inciso, nellambito della stessa corda; dove questo non

    fosse praticabile, per la natura stessa degli intervalli di detto inciso, o per la maggior ampiezza del

    concetto che si vuole lasciare unitario, far corrispondere il passaggio da una corda allaltra nei

    momenti in cui la logica della frase ne risenta di meno.

    Ecco due essenziali esempi, a chiarimento di quanto detto:

    La logica pi musicale sta sicuramente nel affidare alla terza posizione della sola quarta corda

    lintero passaggio:

    Il risultato sarebbe ben altro, se dividessimo la figurazione tra quarta e terza corda:

    Nessun paragone pu essere sostenuto, circa la fluidit e la cantabilit del primo esempio, rispetto al

    secondo.

  • 14

    Si obietter che nessun violinista adotterebbe spontaneamente la seconda diteggiatura, rispetto alla

    prima, il che vero; ma se le esigenze del compositore inducessero a non poter fare altra scelta,

    come nel caso:

    Il compositore dovr rinunciare allunitariet del suo inciso, che sarebbe in contraddizione con le

    possibilit dello strumento: in poche parole, pensare astrattamente, immaginandosi leffetto, non

    volendo avvalersi di una pi approfondita ricerca sulla gestione tecnica, non affatto un buon

    sistema per ottenere i risultati prefissi: anche a causa di una diretta esperienza nella prassi esecutiva,

    gli antichi autori non cadevano mai in questo errore di superficialit.

    Abbiamo sinora visto degli esempi in cui il passaggio da una corda allaltra fosse effettuato

    nellambito della stessa posizione, ma in molti casi pu avvenire cambiandola, stringendo il

    rapporto naturale delle dita:

  • 15

    Cambiamenti di posizione nellambito della stessa corda

    Analogamente al caso visto nellesempio precedente, un cambiamento di posizione pu avvenire

    nellambito di una stessa corda, semplicemente restringendo il rapporto tra le dita sulla tastiera:

    Supponendo di volere invece formare un unica scala per tutta lestensione dello strumento, o

    semplicemente una scala di tre ottave, ci accorgeremmo di aver coperto, con il quarto dito sulla

    prima corda, solo la distanza di una sedicesima, ossia, appena superiore alle due ottave.

    Per coordinare il proseguimento dellestensione voluta, indispensabile lutilizzo di una tecnica che

    renda possibile il cambiamento di posizione nellambito di una stessa corda che, analogamente al

    passaggio del pollice per gli strumenti a tastiera preveda lo scavalco delle dita: tale passaggio

    avviene di preferenza, in senso ascendente tra secondo e primo dito o terzo e primo, viceversa, in

    senso discendente.

    La pulizia del passaggio affidata alla manualit dello strumentista ad arco, per quanto un seppur

    fisiologico portamento fra un suono e laltro, in questi casi inevitabile: altro motivo di interesse,

    per il compositore, nel preoccuparsi che tale sbavatura avvenga dove espressivamente

    compatibile, e non affidandola al caso o alle ragioni di abitudinaria prassi esecutiva.

    N.B.: la diteggiatura mostrata nellesempio semplicemente indicativa della logica da seguire: le

    normali prassi esecutive possono dare casi molto differenti; ad esempio le scale ascendenti vengono

    principalmente cominciate dal secondo dito, che da maggiore fluidit e slancio alla diteggiatura

    seguente, rispetto al primo. Altrettanto, la nota pi acuta di una scala spesso viene attribuita

    allestensione del quarto dito, se necessario, pur di evitare troppi passaggi 3-1 o 2-1.

  • 16

    Le corde vuote, solitamente del tutto da evitare nella normale tecnica delle scale, vengono tuttavia

    utilizzate per agevolare passaggi molto veloci, come nel caso seguente:

    Come principio generale, i passaggi di posizione 3-1 o 2-1, riescono migliori in relazione

    allintervallo di semitono piuttosto che di tono: maggiore la distanza in cui questi scavalchi di dita

    avvengono, pi sar difficile farli risultare ineccepibili; secondo questo principio, anche un

    cambiamento 2-1 sarebbe da preferire la 3-1, ma spesso la situazione nel suo complesso che andr

    valutata: il caso, questo, di lasciare allesperienza dello strumentista la giusta risoluzione del

    problema, il compositore si preoccupi invece che, sia pure per ragioni tecniche, non venga frainteso

    il suo intento espressivo.

    Un ultimo riguardo allargomento delle diteggiature volto allesecuzione di scale cromatiche;

    lesempio riportato mostra come principi esecutivi dati per scontati per lungo tempo, siano

    soppiantati da nuove intuizioni esecutive, che si rileveranno via via pi efficaci:

    Notiamo come la scala cromatica seguente sarebbe stata diteggiata, senza eccezione, fino allinizio

    del secolo scorso:

    come si nota, il principio della mezza posizione era risolto dai glissandi con lo stesso dito, tecnica

    che, pur adottata con esperienza, non consentiva la pulizia del passaggio.

    Dai primi anni del novecento si pass a questa nuova, e del tutto impensabile pochi anni prima,

    tecnica di diteggiatura, che evita appunto i glissandi, e migliora notevolmente il risultato:

  • 17

    A questo punto pu venire legittima una domanda: il cambiamento da una corda allaltra, deve

    sempre avvenire tra corde vicine? La risposta variabile: si, se si considerano casi di melodie legate

    e conseguenti, no, se si in presenza di staccato o pause:

    Diversit di timbro fra le varie corde

    Gli strumenti ad arco sono il gruppo orchestrale pi omogeneo, in quanto a unitariet timbrica, e

    ogni singolo strumento lo ancor pi, in relazione a se stesso.

    Tuttavia, qualche distinzione pu essere fatta, prendendo spunto dal violino, per estendere il

    concetto agli altri strumenti della famiglia.

    Le corde estreme, la quarta e la prima, sono quelle dalla maggiore personalit: intensa, vibrante e

    passionale la quarta, brillante e sonora la prima (in metallo), che permette nel forte ai violini di

    uscire dalla massa orchestrale. Meno caratteristiche sono le corde centrali, che non offrono

    particolarit di rilievo dal punto di vista timbrico.

    A volte, per sfruttare le peculiarit della quarta corda, le si affida una frase che potrebbe, per

    estensione, appartenere con pi naturalezza alla terza; questo avviene per ottenere un suono caldo

    ed espressivo, portando la corda sulle sue posizioni pi tese e acute: esempio di questa scelta

    laria sulla quarta corda di J. S. Bach .

    Al contrario, preferibile sempre evitare che una frase melodica intima e delicata come la seguente

    possa vedere affidata la sua nota darrivo alla prima corda, seguendo solo una logica di estensione,

    in quanto la sua squillante sonorit contrasterebbe, compromettendola, con la poeticit della

    struttura:

    Notare anche luso del terzo dito anzich il quarto sulla nota finale: sempre preferibile affidare ad

    esso, anzich al quarto, la nota culminante di una melodia, per le sue assolutamente maggiori

    propriet di controllo della resa espressiva.

  • 18

    Corde doppie

    Come si gi accennato, per leffetto del ponticello larco non pu sostenere pi di due suoni,

    prodotti da corde adiacenti.

    La gamma dei bicordi ottenibili spazia dalla seconda allottava, utilizzando le posizioni naturali,

    arrivando allunisono e alla nona (nonch alla decima e oltre, nelle posizioni acute) mediante il

    istema dell estensione che consiste, come accennato precedentemente, nellallargamento del

    rapporto tra le dita sulla tastiera, rispetto la loro posizione naturale.

    Supponendo di avere un dito su un qualsiasi punto della tastiera, la nota della corda adiacente che si

    trova sullo stesso tasto la quinta giusta del suono che stiamo producendo.

    Per ottenere il bicordo di quinta, non potremo quindi utilizzare due dita, ma dovremo affidare ad un

    dito solo il compito di premere due corde sullo stesso tasto:

    Questa pratica, di norma corrente nella tecnica violinistica, rende si possibile lintervallo di quinta,

    ma per il condizionamento del dito impegnato a coprire due corde, e quindi privato di molte altre

    potenzialit, non consente di avere un suono morbido, espressivo e vibrato; pertanto, oltre che per le

    strappate che vedremo in seguito, lintervallo armonico di quinta sar meglio impiegato in

    funzione percussiva, in atmosfere rudi e ritmiche, evitandone i momenti espressivi.

    Proseguendo dallesempio precedente nella combinazione di corde doppie, mantenendo il primo

    dito sulla corda pi grave avremo, via via la sesta, la settima e lottava, fino alla nona, con

    lestensione del quarto dito (le alterazioni di detti intervalli saranno ottenibili con le mezze

    posizioni) .

    1 LA 1 LA - MI

    1 LA

    2 FA

    1 LA

    3 SOL

  • 19

    Invertendo la posizione delle dita, con il primo dito sulla terza corda e il secondo sulla quarta,

    avremo lintervallo armonico di quarta, con primo dito e terzo quello di terza, con primo dito e

    quarto quello di seconda, e con estensione, lunisono:

    1 LA

    4 LA

    1 LA

    estensione

    4

    SI

    1 MI

    2 SI 1 MI 3 DO

    1 MI

    4 RE

    1 MI

    estensione

    4

    MI (unisono)

  • 20

    Corde triple e quadruple

    Avendo gi parlato della morfologia del violino e degli altri strumenti ad arco, saremo gi in grado

    di capire che, per leffetto del ponticello non sar possibile avere pi di due suoni sostenuti da due

    corde adiacenti. E comunque prerogativa dello strumento quella di fornire una pi congrua

    rappresentanza della polifonia e dellarmonia, mediante il sistema delle strappate: le dita si

    posizionano su tre o quattro corde, componendo laccordo, che verr arpeggiato, per effetto

    dellarco, che partendo dalla corda pi grave si attester per il valore richiesto sulla corda pi acuta

    (o sulle due pi acute, se si desidera sostenere un bicordo).

    Per una logica estetica ovvia, dovendo dare il senso di un accordo, le corde o la corda sostenute

    saranno le pi acute, non potendo, in caso inverso, avere nelle corde gravi la risultanza di un

    accordo che, risaputamene, si immagina dal basso verso lalto. Pertanto, secondo la posizione con

    cui si suona lo strumento, ossia con le corde gravi allesterno, larco dovr effettuare un movimento

    discendente, dal tallone alla punta, ossia in gi, atteggiamento che, come si vedr, gli conferisce

    un risultato energico e determinato: praticamente si otterr uno sforzato che, appoggiandosi sulle

    corde gravi, si attester su quelle acute.

    Ecco largomento di unulteriore riflessione su quanto importante sia che risultato e progetto

    debbano trovarsi in condizione di esercitare una sinergia: le corde multiple, sia doppie che triple o

    quadruple, sono sempre causa di un ispessimento e di un minor controllo del suono, e mai vengono

    utilizzate per alleviare, bens spesso per ottenere leffetto contrario.

    A questo punto, se sommiamo queste tre condizioni: le strappate hanno senso armonico compiuto

    solo se in senso ascendente; per la posizione in cui il violino viene suonato, per avere leffetto

    precedente si deve necessariamente utilizzare unarcata in gi, che provoca un effetto sforzato;

    le corde multiple rappresentano sempre una scelta di ispessimento del suono: le tre condizioni

    concordano fra loro, e leffetto sar il felice frutto di una sinergia. Se cos non fosse, la pratica delle

    strappate non sarebbe entrata nella letteratura violinistica.

    Quindi, le strappate appartengono pienamente al retaggio dellespressione violinistica (e per effetto

    demulazione influenzano altri strumenti ad arco per cui questa pratica non sar altrettanto naturale

    e sinergica, come si vedr): un impennata di fierezza, anche gestuale!

    Per comprendere le possibilit delle strappate eseguibili, si faccia riferimento alla tabella delle

    posizioni: nellambito della stessa posizione, il coordinamento delle dita offre una vasta gamma di

    accordi realizzabili. Ovviamente, utilizzando un dito su una corda, le altre potranno avvalersi solo

    delle dita restanti. Nel caso di intervalli armonici di quinta giusta, come si detto, provveder un

    solo dito per le due corde adiacenti: sarebbe ben pi comodo se in tal caso ci si avvalesse del primo

    o secondo dito, evitando le altre.

    Combinazioni di accordi ulteriori saranno possibili utilizzando una o pi corde vuote:

    n.b. Nel secondo caso, una strana combinazione, in cui

    le corde vuote terza e prima, solitamente pi acute, si

    trovano in posizione pi grave, rispettivamente alla

    quarta e alla seconda.

    ( Con il numero zero viene indicata

    una corda vuota )

  • 21

    Pu essere necessario (e non il massimo della comodit) restringere il rapporto tra due tasti vicini,

    implicando due dita non conseguenti (ad esempio, il secondo e il quarto, anzich il secondo e il

    terzo) nel caso di accordi cui una componente sia ottenibile mediante una mezza posizione, e si

    trovi in un contesto in cui non si possa fare diversamente:

    Condotta delle voci nelle corde multiple

    Ancora una volta, soffermarsi sullargomento della diteggiatura non esuler dallinteresse del

    compositore. Abbiamo gi accennato di quanto contribuisca allesito espressivo lunitariet di

    timbro e fraseggio determinati dalluso della stessa corda; trovandosi in un contesto di corde

    multiple, tale concetto pu essere facilmente frainteso, specie per quelle musiche che non trovino

    riscontro negli esempi esecutivi gi di repertorio .

    Osserviamo lesempio seguente, tratto dalla pi nota produzione Beethoveniana:

    In casi analoghi, sempre opportuno studiarsi la diteggiatura del passaggio, assicurandosi che lidea

    del giusto fraseggio sia possibile, mostrandone una indicazione sulla partitura, affinch non

    prevalga una scelta esecutiva dettata dalla maggiore comodit.

    3

    2

  • 22

    Le corde vuote

    Quando una corda viene sfiorata dallarchetto senza alcuna diteggiatura, il suono che si ottiene

    ovviamente quello dellaccordatura: sol, per la quarta corda, e via di seguito, in successione di

    quinte per le altre.

    La corda vuota un insieme di fattori contraddittori: inespressiva, in quanto non pu essere vibrata

    dalleffetto del dito sul tasto, di incerta intonazione, poich nel corso dellesecuzione tende a

    rilassarsi; essenziale per la produzione dei suoni armonici naturali, e agli effetti ad essi collegati,

    ottima per i pizzicati con la mano sinistra, nonch, come visto per le possibilit fornite alle corde

    multiple.

    Come per ogni altro aspetto, anche in questo caso le potenzialit, pur genericamente negative,

    possono essere utilizzate utilmente, se indirizzate ad un giusto fine espressivo.

    Circa la durezza di un suono un po pesante e inespressivo, questa pu essere convogliata verso

    un effetto voluto: un ritmo frenetico di quinte vuote ripercosse pu ad esempio essere la scelta

    ottimale per unatmosfera dalle tinte forti.

    Abbiamo gi accennato allutilit delle corde vuote nella diteggiatura di passi difficili.

    Inoltre, il suono di per se ottuso della corda vuota pu persino contenere delle vene di espressivit

    lirica, un bordone dagli effetti quasi nostalgici, che, unito alla maggiore libert concessa alla

    diteggiatura della corda attigua, pu creare situazioni intense:

    A. Cusatelli: Concerto per violino e orchestra (Ed.Ricordi) primo tempo (cadenza)

  • 23

    A parte gli esempi citati, lutilizzo delle corde vuote non mai consigliabile, nella norma, nel corso

    di unespressiva frase melodica; anche dove possa divenire una consuetudine orchestrale, dettata

    pi da pigrizia che da altro, rifiutare che, come nellesempio seguente, la conclusione di una frase

    musicale possa avvenire su una di esse:

    Trilli e batterie

    Su qualsiasi strumento ad arco, il trillo, di semitono come di tono, si ottiene mediante un capotasto,

    ossia un dito premente il punto della corda relativo alla nota da cui il trillo ha origine, e la veloce

    ripercussione del tasto successivo ad opera del dito seguente (e non, come per le tastiere, mediante

    la ripercussione alternata di due dita). Per quanto concernente alla grafia, essa rimane invariata

    rispetto agli altri strumenti:

    Quando, mediante lo stesso principio, lintervallo supera la seconda maggiore, il trillo prende il

    nome di batteria e si modifica la grafia: le due note alternate devono comparire entrambe con il

    valore complessivo della durata della batteria, ed essere unite mediante dei tagli del valore di

    semicrome, se la batteria in realt la scrittura abbreviata di una figurazione ritmica rigorosa:

  • 24

    mentre, nel caso di una batteria molto fitta e non misurata (lautentica batteria) i tagli dovranno

    corrispondere al valore di trentaduesimi:

    Trilli e batterie nel contesto di doppie corde

    Avendo dato ampio spazio, nei paragrafi precedenti, allargomento delle posizioni e delle corde

    multiple, non sar difficile aggiornare ad esso quanto detto a proposito di trilli e batterie: per questi

    effetti, si visto, vengono implicate due dita su una stessa corda, quindi le possibilit di

    associazione con una corda attigua sono relative alle restanti dita, nelle posizioni realizzabili.

    Sebbene teoricamente valide, non tutte le combinazioni ottenibili sono comode e consentono lesito

    medesimo: per avere idea di ci, come per ogni altro aspetto tecnico, il compositore dovrebbe

    atteggiare la mano in modo tale da ottenere la postura richiesta dalleffetto prefisso, valutandone

    egli stesso i margini esecutivi.

  • 25

    Le arcate

    Se la mano sinistra , per lo strumentista ad arco, la responsabile di ci che avviene sulla tastiera

    dello strumento, dallagilit, al coordinamento, allespressivit e agli effetti, alla destra, e quindi

    allarco, sono relegate altre innumerevoli funzioni, primarie e distinte. Ad esso, infatti, sono

    destinati compiti, sia dal punto di vista tecnico che espressivo, cui la mano sinistra non potrebbe

    mai provvedere.

    La tecnica violinistica (e degli altri strumenti della famiglia) basata sul concorso essenziale di due

    funzioni distinte e mai interscambiabili: la gestione della tastiera e quella dellarco. Esso

    rappresenta, in primo luogo, ci che per un cantante o uno strumentista a fiato costituito dal

    respiro: in questo caso polso, avambraccio e braccio vengono a costituire i polmoni di questo

    meccanismo, il cui esito terminale il suono scaturito dallo sfregamento dellarco sulla corda.

    Come il respiro, anche larco non inesauribile, e deve essere ripreso, coordinando tale esigenza

    con il giusto fraseggio; come esso avr vita pi o meno lunga a seconda dellintensit del volume

    delle note che esprime (e non in relazione alla loro quantit).

    Prendere fiato diventa per larco cambiare direzione: scorrendo trasversalmente sulla tastiera, il

    cambiamento costituito dal procedere verso destra (in gi) piuttosto che verso sinistra (in su);

    le analogie con il respiro per, a questo punto cessano, in quanto leffetto dellarco in gi o in su, ha

    dei caratteri distinti e indirizzabili a scopi differenti.

    Consideriamone alcuni aspetti morfologici e fisici: in primo luogo distinguendone i due estremi: la

    punta e il tallone:

    In prossimit del tallone avremo limpugnatura, pertanto, ragionando secondo il principio fisico

    della leva, il tallone costituir il fulcro di essa, ossia la massima concentrazione di energia.

    Quando larco scorre verso destra quindi, dal tallone alla punta (in gi), la massima forza

    lavremo allinizio, e la perderemo man mano; viceversa, andando in direzione opposta, dalla punta

    al tallone (in su).

    In base a questi due principi, la direzione data allarco sar idonea a precise prerogative: se

    dovessimo ad esempio realizzare un crescendo, utilizzeremo larco in su, convogliando verso una

    crescente fonte di energia; per uno sforzato, invece, sfrutteremo larco al tallone, utilizzando subito

    la massima energia disponibile.

    Ovviamente queste sono le prerogative distinte dellarco nelle due direzioni: ma non affatto

    necessario essere in presenza di un crescendo, per avere larco in su, o di uno sforzato, per averlo in

    gi; primariamente, come si detto, la funzione dellarco, ancora prima che espressiva, vitale, nel

    fornire una fonte continua e alternata di suono. Ogni cambiamento della direzione dellarco

    costituisce unarcata.

  • 26

    In una singola arcata possono esservi contenute pi o meno note, in base a fattori pratici o

    espressivi. A caratterizzare le due direzioni di arco, esistono due simboli:

    Queste indicazioni non andranno, beninteso, utilizzate per ogni cambiamento darco, ma solo in

    presenza di un cambiamento non previsto di esso, o in altre situazioni particolari.

    Di norma, un attacco in battere reca larcata in gi, mentre un inizio in levare quella in su; le arcate

    successive, se non si prevedono modifiche, seguono la logica sottintesa dellavvicendarsi della

    direzione dellarco, pertanto non necessita che vengano indicate.

    Qualora entro unarcata siano comprese pi note, esse verranno racchiuse con un segno di legatura:

    tutte le note comprese in essa, recheranno quindi la stessa direzione darco. Una nota singola, senza

    legatura, implicher un cambio darco sulla nota seguente:

    ma lesempio citato verr scritto senza alcun simbolo relativo alle arcate, in quanto sottinteso:

    Se volessimo invece realizzare un crescendo sul primo movimento, e uno sforzato in quello

    successivo, scriveremmo:

    Arco in gi Arco in su

  • 27

    questo in quanto l'arcata in su pi favorevole al crescendo, mentre l'arcata in gi pi utile per lo

    sforzato.

    Supponiamo di voler alternare due note staccate con due note legate:

    In questo caso si alternano una quartina con l'attacco normale a una quartina con l'attacco contro

    arco, il che legittimo.

    Ma supponiamo di voler avere tutti gli attacchi simili. Allora scriveremo:

    Oppure:

    In questi due modi la seconda quartina comincia con l'arco in gi.

    Qualora volessimo pi arcate nella stessa direzione, per i pi vari motivi, sia espressivi che tecnici,

    dovremmo sempre specificarlo con il simbolo adeguato:

  • 28

    E necessario indicare il simbolo dellarcata quando si di fronte a situazioni ritmiche

    imprescindibili: nellesempio sottostante, le biscrome non potendo recuperare che una minima

    porzione di arco, se esso dovesse cambiare, non renderebbero possibile la nota lunga che segue; in

    tal caso, necessario che la divisione sia gestita in questo modo:

    per evitare i segni darcata, potremo anche usare le legature:

    Il numero di note eseguibili in una stessa arcata in rapporto a due fattori: velocit ed intensit. I

    rapporti sono, rispettivamente, diretto ed inverso. E' chiaro che pi rapide sono le note, maggiore

    il numero di note eseguibili; pi forti sono, e meno se ne possono eseguire.

  • 29

    Colpi darco

    Il violino, come gli altri strumenti della famiglia, possiede una vastissima gamma di espressioni,

    ottenibili con il diverso modo di utilizzare larco, specie negli staccati.

    Per averne una qualche idea, pur non esaurendo largomento, ecco in seguito riportati alcuni

    esempi, tratti dal repertorio:

    Sciolto (o dtach): Ogni nota prevede il cambiamento darco; il suono non staccato, la sonorit risulta piuttosto energica

    Legato: Tutte le note comprese nella legatura si eseguono in ununica arcata

  • 30

    Ondulato : La mano destra si alza e si riabbassa leggermente durante larcata, senza mai fermare larco, ma consentendo ai suoni, che non risulteranno staccati, di risultare lievemente

    separati tra loro

    Martellato: Una sola nota, staccatissima, per arcata; larco non viene sollevato dalla corda

    Picchettato: Serie di suoni staccati in una stessa arcata

  • 31

    Picchettato volante: Pi note staccate nella stessa arcata con sollevamento volontario dellarco

    Spiccato: Tutti i colpi darco che si producono con piccoli movimenti del polso e delle dita, siano essi appoggiati o di rimbalzo, prendono il nome di spiccato; a seconda del carattere e

    dello stile del repertorio da eseguire, leffetto sar pi leggero e netto, come

    nellesempio seguente o pi marcato, prendendo in questi casi altri nomi, come

    saltellato, balzato, ecc.

    Spiccato volante: Effetto di suoni decisamente staccati, prima del sollevamento volontario dellarco, in passi di velocit moderata

  • 32

    Saltellato: Larco si solleva spontaneamente per lelasticit dei crini, cambiando ad ogni nota

    Balzato: Arco sollevato volontariamente ma che sfrutta un iniziale rimbalzo naturale; effetto piuttosto marcato

    Ricochet: Effetto, a met strada tra il picchettato volante e lo jete che sfrutta la naturale elasticit dellarco, lasciato cadere sulle corde ma con un controllo ritmico esercitato dal polso;

    pu essere utilizzato in gi o in su, indifferentemente.

  • 33

    Jete: Effetto che, come il precedente sfrutta il rimbalzo spontaneo dellarco sulla corda, ma senza alcun controllo ritmico, pertanto adatto alluso solistico e non a pi strumenti insieme. Si

    prescrive prevalentemente con larco in gi.

    Come si noter, molti colpi darco avranno la medesima grafia: ad esempio picchettato, picchettato

    volante, ricochet e jete si raffigurano con una legatura e dei segni di staccato sopra ogni nota,

    balzato e saltellato non hanno alcun segno grafico che li contraddistingua, ecc.

    Difatti, solo in fase di esecuzione che si proceder alla selezione della tecnica adeguata al

    passaggio, in base alle caratteristiche del brano e del periodo in cui stato scritto, mentre nulla

    andr specificamente indicato sulla partitura (ad eccezione dello jete , le cui caratteristiche di

    spontaneit devono necessariamente essere sottolineate).

    Analogamente ad un brano per pianoforte, in cui lautore, prescrivendo uno staccato non

    sottolineer se debba essere di polso o di braccio, a determinare leffetto voluto saranno le

    indicazioni circostanti, e generiche, dal ritmo, alla dinamica, allaccentuazione, al carattere

    espressivo.

    Essenziale rimane tuttavia avere lorecchio allenato a distinguere i vari effetti espressi dal colpo

    darco, per poter dare le indicazioni generiche rivolte ad ottenere quanto immaginato: un ottimo

    esercizio potrebbe essere prefiggersi un determinato colpo darco, scrivere un esempio e, in base

    alle indicazioni generali, verificare con uno strumentista se corrisponda allo stesso.

  • 34

    Sonorit diverse: tastiera e ponticello

    La posizione naturale dellarco, rispetto al violino, si trova allincirca verso la met della distanza

    esistente tra il ponticello e la fine della tastiera (un po pi vicino a questultima):

    :

    In questo modo, lo strumento avr la sua sonorit naturale, ovviamente nella molteplicit degli

    effetti espressivi precedentemente conosciuti.

    Ma posizioni differenti dellarco possono a loro volta creare nuove e importanti sonorit; si potr

    infatti prescrivere lo spostamento dellarco alla tastiera, ossia, in prossimit di essa, come

    nellimmagine seguente:

    Si otterr cos una sonorit enfatica, adattissima alle intensit espressive dei momenti pi lirici:

    timbricamente il suono perde la sua naturale rotondit e diventa un po opaco

  • 35

    Al contrario, se prescrivessimo la posizione dellarco al ponticello otterremmo una sonorit

    vitrea, sottile ed afona, tendente a spezzarsi nel corso di frequenti oscillazioni di sonorit; utilizzata

    infatti nel normale contesto espressivo, in frasi cantabili, con larco che scorre normalmente,

    produrremmo in sostanza una pessima sonorit (pur utilizzabile utilmente se leffetto che si prefigge

    grottesco), per quanto ampiamente sperimentata dagli autori della seconda met del novecento.

    Per avere solo i vantaggi di questa sonorit particolare, si dovr evitare che larco scorra per lunghe

    porzioni, in pratica cambiandone la direzione prima che la sonorit si spezzi.

    Condizione ottimale quindi luso del tremolo, in cui lalternarsi velocissimo di una minima

    porzione dellarco, prescritto al ponticello, crea una sonorit tutta particolare, nasale, misteriosa,

    adatta ai momenti di suspense .

    Altro modo di utilizzare senza inconvenienti questa sonorit particolare nello staccato, per lo

    stesso motivo della breve sosta dellarco sulla corda; gi Beethoven, nello scherzo del quartetto

    op.131 prescrive al ponticello un passaggio staccato, cui la particolare sonorit serve a rendere un

    clima allegro e frenetico:

  • 36

    Quando poi, esaurito il contesto in cui si adotta questa particolare sonorit, cos come quando si

    prescritto il suono alla tastiera, si indicher con posizione naturale (o nat.) il ripristino

    dellarco nella sua sede normale.

    Vibrato

    Tranne quando, ovviamente, si usano le corde vuote, nella norma il violinista tende a migliorare la

    qualit del suono mediante minime e rapide oscillazioni avanti e indietro del dito premuto sul tasto;

    tale effetto, detto vibrato da ritenersi fisiologico, e non va indicato.

    Pu essere opportuno indicare il vibrato o il molto vibrato, in passi dove questo effetto voglia

    essere accentuato, ad esempio in un contesto di frase molto lirica e passionale (quarta corda, alla

    tastiera, molto vibrato: linsieme di queste indicazioni produce lapice di una sonorit struggente).

    Al contrario, per esprimere un suono immobile e volutamente inespressivo, si potrebbe adottare

    lindicazione non vibrato o senza vibrare, che corrisponderebbe allintento di privare il suono

    anche del vibrato fisiologico, di cui si detto.

    A volte, alcune indicazioni generiche sono sufficienti al violinista per metterlo in condizione di

    adottare i giusti provvedimenti per il risultato sonoro richiesto: molto espressivo; intenso;

    appassionato ecc., o al contrario: freddo; inespressivo.

    E preferibile, comunque, a queste scritte generiche, dal carattere pi grande, aggiungere, pi in

    piccolo, o tra parentesi, i termini tecnici di riferimento:

    Flautato

    Il volume sonoro degli strumenti ad arco dato da due fattori concomitanti: velocit dello

    scorrimento dellarco e pressione dello stesso sulla corda.

    Se la pressione diventa minima, ma larco scorre velocemente, si ottiene un suono ventilato non

    di forte sonorit, ma suggestivo e fluido, quasi ad imitare il suono del flauto.

    Si indicher con flautato (o flautando).

  • 37

    Tremolo

    Il tremolo un effetto ottenuto mediante il rapidissimo alternarsi di una minima porzione dellarco

    sulla corda.

    Pertanto, la mano sinistra sulla tastiera non affatto vincolata in questo contesto, e pu procedere

    liberamente (senza confondere leffetto del tremolo con i trilli o le batterie, di cui abbiamo gi

    parlato). Si possono ottenere sfumature differenti, se si utilizza la parte centrale dellarco, pi adatta

    alle sonorit forti : si ha in questo caso un effetto drammatico, di tensione emotiva.

    Pi sottile invece leffetto che si produce alla punta dellarco, adattissimo per i pianissimi e i climi

    surreali, di attesa e mistero: ottimo leffetto del tremolo alla punta, in prossimit del ponticello.

    Il tremolo pu riguardare anche la simultaneit di due corde adiacenti, in tutti i casi di bicordi

    possibili.

    La grafia indicante il tremolo data da un simbolo e non da una espressione testuale: tre o quattro

    tagli sul gambo (o sopra o sotto la testa della nota, qualora fosse un intero) delle note interessate:

    Leffetto libero, non misurato.

    La prima indicazione del tremolo si ebbe nel Combattimento di Tancredi e Clorinda di Claudio

    Monteverdi.

  • 38

    Arco usato dalla parte del legno

    Un effetto particolare dato dallutilizzo sulle corde della parte lignea dellarco, e non dei crini

    (col legno).

    Naturalmente inadatto a sostenere il suono, che in tal caso assumerebbe una tale precariet da

    renderlo inutilizzabile, per quanto utopicamente presente in diverse partiture del novecento.

    Ma utilizzato per degli staccati di carattere percussivo, colpi isolati o ribattuti, acquista un carattere

    proprio e degno di interesse: il legno rende pi determinato e rotondo al tempo stesso il suono

    ottenuto. Bench destinati alla parte dei crini, alcuni colpi darco possono adattarsi alluso del

    legno: il picchettato, il balzato, possono caratterizzare ulteriormente questa prescrizione.

    Gli strumentisti sono riottosi ad un uso prolungato di questa indicazione, a causa dei danni

    riportabili alla lunga dallo stesso arco, e spesso, in uso orchestrale, preferiscono rendere leffetto del

    legno percuotendo le corde con la parte iniziale dei crini, quella vicino al tallone.

    Glissandi e portamenti

    Si ottengono facendo slittare una o due corde premute (e non sfiorate) sulla tastiera, da un punto di

    partenza ad un qualsiasi intervallo raggiungibile sulla stessa corda ; per quanto riguarda i glissandi,

    solitamente di maggiori dimensioni rispetto ai portamenti, si tratta in pratica di un rapido cambio di

    posizione tra due punti della tastiera, creando un effetto di slittamento tra un suono e laltro:

    leffetto deve sempre essere indicato dallespressione gliss. e accompagnato da una linea di

    congiunzione (o da una serpentina) sulla testa delle note interessate. Pu essere ascendente o

    discendente:

    I portamenti sono di solito affidati alla sensibilit e al buon gusto dellesecutore, che allo scopo di

    accentuare lintensit di un passaggio, provveder a congiungere due suoni, solitamente non grandi

    distanze, mediante analogo processo di slittamento, ma con fini espressivi, quindi sottolineandone

    levidenza. A seconda del repertorio, e dellepoca interpretativa, questo libero arbitrio esecutivo

    molto variabile e suscettibile di revisioni.

    Alle volte lo stesso autore pu prescrivere un effetto di portamento: in tal caso sar sufficiente

    sovrastare le due note in questione con una linea semplice, senza aggiungere alcuna dicitura.

  • 39

    Sordina

    E una sorta di pettine inserito in prossimit del ponticello, avente la funzione di smorzare la

    sonorit delle corde.

    Non viene utilizzata, tuttavia, per diminuirne il volume, in quanto a tutti gli strumenti ad arco

    possibile portare ad estremi livelli un pianissimo (oltretutto, potendosi prescrivere divisioni

    infinitesimali delle file), quanto per le caratteristiche timbriche ad essa attribuibili.

    Nel piano, produce leffetto di un clima remoto, opaco, inespressivo ma non privo di dolcezza; nel

    forte (uso per nulla contraddittorio) rende una sonorit soffocata, piena di angoscia.

    La sordina (con sordina) pu essere inserita prima dellinizio di un movimento, o nel mezzo, a

    condizione che ci siano pause sufficienti per permettere questa evenienza; altrettanto dicasi per

    quando andr tolta.

    Prevederne sempre luso per lunghe sezioni, o per interi movimenti, e non per apparizioni

    sporadiche: evitare anche di usarla, toglierla e riutilizzarla nello stesso movimento.

    Pizzicato

    Questo importantissimo effetto prevede lutilizzo delle dita della mano destra che, sollevando larco

    dalla tastiera, provvedono a pizzicarne le corde. Il risultato quello ben noto, di un suono dalla

    nitida emissione e di breve durata, del tutto contrastante con quello provocato dalluso dellarco.

    Nel violino produce un effetto brillante, specie se usato nelle zone acute e con figurazioni vivaci.

    Circa lagilit risulta notevolmente ridimensionata, a causa della minore scorrevolezza della mano

    destra nellatto di pizzicare le corde, rispetto a quella dellarco: per figurazioni reiterate di quartine

    di semicrome, ad esempio, non oltrepassare mai i cento battiti al minuto per semiminima (= 100). Un ottimo esempio musicale delleffetto e dellagilit del pizzicato lo si trova nello Scherzo della

    Quarta Sinfonia di P. J. Tchaikowsky, dove lintera sezione degli Archi esegue il lungo episodio

    iniziale con questa tecnica.

  • 40

    E naturalmente possibile pizzicare due o tre corde simultaneamente, (riducendo ovviamente i limiti

    dagilit): in questi casi preferibilmente coinvolgere la corda interna, (la prima) pi comoda

    nellessere trattata rispetto la quarta, per la posizione della mano destra sulla tastiera.

    Si pu ottenere anche un accordo di quattro suoni, col risultato di un effetto arpeggiato

    Lindicazione per il pizzicato testuale (pizz.) e va inserita sopra il rigo in relazione alla prima nota da pizzicare; tutte le note seguenti saranno intese pizzicate. Per tornare al normale uso dellarco,

    indispensabile specificarlo con la relativa indicazione (arco).

    Un osservazione importante riguarda la rapidit con la quale poter passare dallarco al pizzicato e

    viceversa: questa sar variabile, a seconda che larcata precedente, o seguente al pizzicato sia in gi

    o in su. Maggiore sar le rapidit nel passaggio dallarco al pizzicato se si proviene da unarcata in

    su, viceversa, dal pizzicato allarco sar ottimale la ripresa dellarco in gi; per i casi opposti,

    prevedere pause adeguate.

    Come esempi limite, riferirsi ai casi seguenti:

  • Pizzicato con la mano sinistra

    Anche con la mano sinistra si possono pizzicare le corde: questo permette che larco possa essere

    simultaneamente adoperato. Leffetto, destinato soprattutto alle corde vuote, che danno in questo

    caso una pi consistente vibrazione, pu anche essere utilizzato con corde diteggiate, con minor

    rendimento; tuttavia, in entrambi i casi leffetto e lagilit non sono paragonabili al vero pizzicato,

    ma potremo avere combinazioni di note suonate con larco e contemporaneamente note pizzicate.

    Inoltre, in situazioni accordali, potremmo avere un bicordo sostenuto dallarco e una o due note

    pizzicate con le restanti dita, senza utilizzare leffetto della strappata

    Adibire, per quanto possibile, solo il terzo e il quarto dito, o entrambi, a questa pratica, perch

    leffetto sar migliore, specie in combinazioni accordali.

    Lindicazione relativa a questo tipo di staccato affidata al simbolo + posto sulla testa di ognuna

    delle note da pizzicare: quindi non si useranno n lindicazione testuale di pizz. n quella di arco

    quando leffetto dovr terminare.

    Armonici naturali

    Ogni suono emesso da un corpo vibrante in realt una serie di suoni sovrapposti al suono

    fondamentale, ossia quello che percepiamo (suono 1). Da questo, infatti si propaga una sequenza di

    risonanze, dette armoniche che, pur non udendosi esplicitamente, gli conferiscono corpo e

    pienezza. Le prime cinque armoniche producono rispetto al suono base la triade perfetta maggiore,

    seguendo avremo la settima minore, di difficile realizzazione, e poi una ulteriore ottava; seguono

    combinazioni di armoniche pi fitte e dissonanti. Vediamo ora, sulla quarta corda del violino, a quali

    distanze intervallari si produce la serie di armoniche naturali, limitata alle prime sette; stesso

    rapporto logicamente da mantenere qualsiasi sia il suono fondamentale a cui si faccia riferimento:

  • 42

    Applicando una tecnica specifica, diversa per ogni famiglia di strumenti, si riesce ad estrapolare

    ognuno di questi suoni nascosti, e renderlo perfettamente udibile e isolato: i suoni cos ottenuti

    prendono il nome di armonici naturali .

    Se per gli strumenti a fiato questa tecnica indispensabile per il proseguimento stesso

    dellestensione dello strumento, rispetto allottava di base, e quindi imprescindibile, per gli archi ,

    capaci di produrre lintera gamma dei suoni che costituiscono la sua estensione in modo naturale,

    diventa una scelta timbrica ed espressiva.

    Infatti, il suono armonico facilmente individuabile allascolto, rispetto un suono fondamentale: la

    sua sonorit trasparente, esile, la mancanza di vibrazione sulla corda conferisce al suono una fissit

    inespressiva, ma nel complesso attribuisce ad esso un fascino poetico particolare e caratteristico.

    Naturalmente, il diverso modo di interagire che larco avr rispetto ad un suono armonico ne metter

    in rilievo una o altra caratteristica: un arco flautato accentuer il carattere diafano e lesilit del

    suono; il tremolo o i vari colpi darco dello staccato daranno effetti diversi; lo scorrimento e la

    pressione dellarco conferiranno maggiore volume, pur nella sostanziale esilit.

    La tecnica per ottenere questi suoni particolari consiste negli archi lo sfioramento anzich la

    pressione di determinati punti sensibili della tastiera.

    Affrontiamo ora un discorso basato sulle leggi dellacustica, per risalire alle origini del percorso

    logico sul quale fondato l argomento.

    Un suono fondamentale (suono 1) ha origine da una corda posta in vibrazione tra capotasto e

    ponticello:

    Sfiorando alla met esatta fra capotasto e ponticello, otterremo il secondo armonico, corrispondente

    all ottava del suono fondamentale, che si suddivider in due segmenti ognuno dei quali producente

    il doppio delle vibrazioni del suono 1:

  • 43

    Il terzo armonico produce la quinta dellottava della fondamentale; la corda deve essere sfiorata ad

    un terzo preciso della sua lunghezza, indifferentemente dalla parte del capotasto o del ponticello.

    La vibrazione del fondamentale si suddivide in tre parti uguali, ognuna avente il triplo delle

    vibrazioni del suono 1:

    Il quarto armonico produce la doppia ottava del suono fondamentale; la corda deve essere sfiorata ad

    un quarto della sua lunghezza.

    La vibrazione del fondamentale si suddivide in quattro parti uguali, ognuna avente il quadruplo delle

    vibrazioni del suono 1:

    N. B.: le note tra parentesi corrispondono alleffetto in comune con altre combinazioni gi

    viste, sfiorando analoga posizione sulla corda.

    Il quinto armonico produce la terza maggiore della doppia ottava del suono fondamentale.

    La corda deve essere sfiorata ad un quinto della sua lunghezza.

    La vibrazione del fondamentale si suddivide in cinque parti uguali, ognuna avente il quintuplo delle

    vibrazioni del suono 1 ; si pu ottenere questo armonico sfiorando quattro posizioni differenti:

  • 44

    Il sesto armonico produce la quinta della doppia ottava del suono fondamentale; la corda deve essere

    sfiorata ad un sesto della sua lunghezza.

    La vibrazione del fondamentale si suddivide in sei parti uguali, ognuna avente il sestuplo delle

    vibrazioni del suono 1:

    Il settimo e lottavo armonico possono essere ottenuti nella pratica solo sfiorando direttamente le

    note risultanti:

  • 45

    Quanto alla grafia, un armonico naturale sindicher con tondino, se la nota da sfiorare

    corrispondente alla nota deffetto, mentre si indicher con un rombo quando il punto da sfiorare sia

    diverso da tale nota:

    Nel secondo caso, oltre il rombo, andr specificata la nota deffetto con il suo valore.

    Ovviamente, se una nota contrassegnata dal rombo fosse premuta, anzich sfiorata, si produrrebbe la

    stessa, e non l armonico corrispondente.

    Su ogni corda vuota di uno strumento ad arco, mantenendo gli stessi rapporti dintervallo, sar

    possibile creare i relativi suoni armonici della nota fondamentale.

    Glissando di armonici naturali

    Fra gli effetti utilizzati nella letteratura musicale del novecento, sul principio degli armonici naturali,

    vi quello del glissando: il dito sfiora la corda rapidamente avanti e indietro, mentre larco

    procede normalmente. Sulle zone sensibili della tastiera si produrranno la serie dei suoni armonici

    naturali, in rapidissima sequenza tra loro, mentre le parti non attive della tastiera non produrranno

    alcun effetto:

    Non potranno in tal caso ovviamente essere esclusi nessuno dei suoni della sequenza, tranne che

    eventualmente quelli estremi; ma non una grande prerogativa, in quanto leffetto dato dalla

    rapidit e dal pi ampio numero di armonici ottenibili: circa la validit delleffetto stesso da

    intendere come un leggerissimo e frenetico brusio, dove le note in sequenza appaiono stentate e

    opache; inoltre, non essendo un effetto misurato ritmicamente, nel caso di una fila di archi i suoni

    cos ottenuti si amalgamano tra loro in combinazioni casuali.

  • 46

    Osservazione: dallargomento degli armonici si evince, parallelamente, una logica importantissima:

    la tastiera, divisa in pi segmenti di uguale lunghezza, fa corrispondere ad essi ben diversa capacit

    intervallare, a seconda che si producano verso il ponticello o verso il capotasto:

    Su una corda, divisa ad esempio in sei parti uguali, si pu utilizzare la medesima diteggiatura per

    coprire intervalli sempre crescenti, man mano che si procede verso il ponticello: secondo e quarto

    dito, che in prima posizione coprono una terza maggiore, in quarta posizione corrispondono ad una

    quarta, in settima posizione ad una quinta, in undicesima ad unottava.

    Armonici naturali su doppie corde

    Sono possibili anche bicordi di armonici naturali, ottenibili su due corde adiacenti sfiorate nei punti

    sensibili; per la loro buona riuscita, si dovranno evitare sfioramenti delle corde in zone della tastiera

    troppo in prossimit del capotasto: non scendere pertanto sotto la terza maggiore, rispetto alla corda

    vuota. La tabella sottostante, relativa alle possibilit tra quarta e terza corda, sintetizza analoghe

    combinazioni trasportabili per tutte le corde adiacenti; con lasterisco le combinazioni pi difficili:

    * * * * *

  • 47

    Armonici artificiali

    I suoni armonici artificiali, sfruttano lo stesso principio, ma anzich usare alla base una corda vuota,

    creano un capotasto dal quale si generer la serie degli armonici.

    Questi ultimi si indicheranno mediante il solito tondino sulla nota di risultanza, e, fra parentesi,

    con una nota nera il capotasto e con il rombo bianco il punto da sfiorare.

    Rispetto a qualsiasi capotasto utilizzato, sar possibile sfiorare al massimo la sua quinta giusta, nelle

    prime posizioni, nonch la sua quarta giusta, per ottenere rispettivamente il terzo e quarto armonico,

    mentre con prudenza affideremo allo sfioramento della terza maggiore lottenimento del quinto

    armonico: dalla quarta posizione in su, questultimo certamente pi sicuro sfiorando la sesta

    maggiore dal capotasto. Altre combinazioni di armonici artificiali sono utopiche, e sconsigliabili.

    Esistono due possibili grafie dei suoni armonici artificiali:

    la prima (esempio seguente) consiste nello scrivere tra parentesi le note da sfiorare

    (rombo) e il capotasto ( nota nera ), mentre la nota di risultanza scritta nei valori

    della sua durata

    nellesempio seguente di minore praticit di lettura la nota di risultanza omessa,

    mentre il capotasto esprime la durata:

    *

  • 48

    Si 2 Si 2

    Mi 3

    Si 3

    Si 4

    Sol 3

    Re 3

    Re 4

    Do 3

    Sol 4

    Re 5

    Lu

    ng

    hez

    za c

    ord

    a v

    ibra

    nte

    =

    32

    cm

    cir

    ca

    TAVOLA MORFOLOGICA RIASSUNTIVA DEL VIOLINO

  • 49

    VIOLINO: Rapporto delle posizioni sui vari punti della tastiera

    Su una corda

    Su due corde adiacenti

    (1 dito sulla corda pi grave)

    Su due corde adiacenti

    (1 dito sulla corda pi acuta)

    Prima posizione

    4a giusta

    8a giusta

    2a magg.

    Terza posizione

    5a giusta

    9a magg.

    unisono

    Quarta posizione

    6a minore

    10a minore

    2a min.(inf.)

    (la corda pi grave dar il suono pi acuto)

    Quinta posizione

    6a magg.

    10a magg.

    2a magg.(inf.)

    (la corda pi grave dar il suono pi acuto)

    Sesta posizione

    7a minore

    11a

    3a min.(inf.)

    (la corda pi grave dar il suono pi acuto)

    Settima posizione

    8a giusta

    12a

    4a giusta(inf.)

    (la corda pi grave dar il suono pi acuto)

    N.B.: gli esempi si riferiscono alla quarta corda

    Nel v io l ino poss ib i le es tendere f ino ad una quin ta gius ta i l rappor to del la

    pr ima posiz ione: per tan to r i t enere la t abel la indicat iva e suscet t ibi le di

    es tens ione.

  • 50

    LLaa VViioollaa

    In tutto simile al violino, la viola ne differisce per dimensioni e accordatura, e per via di queste in

    alcuni ulteriori particolari.

    Laccordatura dello strumento, una quinta sotto quella del violino, la seguente:

    Grafia

    La viola utilizza principalmente la chiave di contralto, sostituita da quella di violino per le zone

    acute; in pratica, evitare di utilizzare la chiave di contralto oltre i due tagli addizionali, e comunque

    evitare per quanto possibile di effettuare un cambiamento di chiave per una o due note soltanto:

    meglio in tal caso un minimo di forzatura sulla medesima chiave.

    Rispettivamente, le dimensioni della viola e del violino raffrontate

  • 51

    Posizioni

    Sostanzialmente restano le stesse che nel violino, tuttavia essendo la mano pi allargata per via delle

    maggiori dimensioni della tastiera, si esclude, almeno per le prime posizioni, la possibilit di

    estensione: per cui entro la stessa corda, il limite sar la quarta giusta, tra due corde vicine,

    dallottava alla seconda. Per maggiore chiarezza circa le opportunit di scarto della mano sinistra in

    posizioni pi avanzate, consultare la tabella alla fine del capitolo.

    Per quanto il rapporto con il violino sia di una quinta sotto, si eviti di salire oltre la quinta posizione

    per utilizzare al meglio le sonorit dello strumento, inoltre, le maggiori dimensioni rispetto al violino

    renderebbero problematiche le posizioni ulteriori; comunque non si superi la settima, e solo sulla

    prima corda, anche volendo spingere lo strumento sino alla sua regione pi acuta: oltre il Mi 5 il

    suono si assottiglia e perde di caratteristica, tanto da sconsigliarne luso. Nel registro grave e medio,

    la sonorit piena, seppure un po opaca rispetto sia al violino che al violoncello; nel registro acuto

    il suono risulta teso ma non brillante: proprio a queste dubbie caratteristiche lo strumento deve la sua

    personalit che, fra il nostalgico e lesistenziale lo ha reso portavoce privilegiato della letteratura

    concertistica dellultimo secolo.

  • 52

    Armonici

    Di ottimo rendimento, sia i naturali che gli artificiali, di poco pi sonori di quelli del violino:

    Per ci che concerne la produzione degli armonici naturali, vedere al proposito quanto detto per il

    violino, adeguandosi alle maggiori distanze presenti nella viola: pertanto il suono 3 (la quinta oltre

    lottava) sar possibile solo dalla terza posizione.

  • 53

    Agilit

    Inferiore a quella del violino, tuttavia notevole, e la letteratura del novecento ha contribuito molto

    al suo sviluppo, per via dei numerosi ed importanti concerti per viola solista e orchestra, e per gli

    innumerevoli impieghi cameristici

    G.M. Danese: Expecting, quattro variazioni per viola e orchestra (2002)

  • 54

    Colpi darco

    Tutte le opportunit viste a proposito del violino sono utilizzabili, limitandone un poco la velocit.

    Pizzicato

    Nel registro grave e medio, sia il pizzicato, che il pizzicato con la mano sinistra hanno un ottima

    resa, leggermente superiore al violino, per via delle dimensioni della cassa armonica.

    VIOLA: Rapporto delle posizioni sui vari punti della tastiera

    Su una corda

    Su due corde adiacenti

    (1 dito sulla corda pi grave)

    Su due corde adiacenti

    (1 dito sulla corda pi acuta)

    Prima posizione

    4a giusta

    8a giusta

    2a magg.

    Terza posizione

    5a giusta

    9a magg.

    unisono

    Quarta

    posizione

    6a minore

    10a minore

    2a min.(inf.)

    (la corda pi grave dar il suono pi acuto)

    Quinta

    posizione

    6a magg.

    10a magg.

    2a magg.(inf.)

    (la corda pi grave dar il suono pi acuto)

  • 55

    Mi 2 Mi 2

    La 2

    Mi 3

    Mi 4

    Do 3

    Sol 2

    Sol 3

    Fa 2

    Do 4

    Sol 4 L

    un

    gh

    ezza

    co

    rda

    vib

    ran

    te =

    36

    cm

    cir

    ca

    TAVOLA MORFOLOGICA RIASSUNTIVA DELLA VIOLA

  • 56

    AAllttrree VViioollee

    Fra le tante antenate della viola, ovviamente non presenti nellorchestra sinfonica moderna, vanno

    citate almeno due componenti, per via del loro utilizzo, seppure sporadico ma significativo, nella

    musica dellultimo secolo : la viola damore e la viola pomposa

    VViioollaa ddaammoorree

    Strumento presente nel XVII secolo, possiede sei o sette corde di budello, e altrettante o anche pi

    (fino a quattordici) corde di metallo posizionate sotto la tastiera e il ponticello aventi la funzione di

    vibrare per simpatia.

    Difficile, se non impossibile definirne laccordatura e la precisa estensione, cambiando essa a

    seconda dellimpiego e dellepoca; come esempio mostriamo laccordatura prevista per due

    strumenti impiegati nei concerti vivaldiani:

    Nel XIX secolo si costru, ad opera del violinista e compositore Ch. Urban una viola damore di sette

    corde, accordata come mostrato nella pagina seguente: tale accordatura veniva trasportata nelle varie

    tonalit in cui doveva servire.

    MI 2

    LA 2

  • 57

    Dotata di una sonorit particolarmente dolce, deve essere impiegata in episodi melodici e di limitata

    velocit, affinch possano entrare in vibrazione le corde simpatiche.

    Nei tempi a noi pi recenti, ne troviamo lutilizzo in Puccini (Madame Butterfly), R. Strauss

    (Sinfonia domestica), e, inoltre in opere di Ghedini e Hindemith.

    VViioollaa ppoommppoossaa

    Originaria del XVIII secolo, dotata di cinque corde, racchiudendo in se laccordatura della viola e

    del violino:

    Spesso la viola pomposa viene scambiata per un altro strumento antico: il violoncello piccolo,

    strumento dalle maggiori dimensioni, tanto da essere sostenuto dal braccio anzich dal mento; ebbe

    un impiego non esteso oltre il secolo della sua nascita; in tempi a noi pi vicini, un significativo

    ruolo di questo strumento lo abbiamo nella Francesca da Rimini di R. Zandonai (che equivoca sul

    nome, chiamandolo, appunto, viola pomposa).

  • 58

    IIll VViioolloonncceelllloo

    Strumento dalle dimensioni di gran lunga maggiori dei precedenti, il violoncello rappresenta nella

    famiglia degli archi il principale antagonista del violino; dotato di grande variet timbrica, nei suoi

    registri grave, medio e acuto, e di una notevolissima capacit tecnica che, dai tempi in cui i suoi

    limitati impieghi erano affidati alla viola da gamba, suo diretto antenato, allo sviluppo successivo,

    specie dopo lavvento del puntale e delluso del capotasto nella tecnica delle posizioni, lo eleva fra i

    principali strumenti dellorchestra sinfonica, e di uso cameristico.

    Laccordatura dello strumento, esattamente unottava sotto rispetto alla viola, la seguente:

  • 59

    Grafia

    Il violoncello utilizza tre chiavi: la principale quella di Basso; per i registri medio alto e acuto,

    user rispettivamente la chiave di tenore e quella di violino: anticamente, se limpiego di

    questultima derivava direttamente dalla chiave di basso, la notazione doveva risultare allottava

    superiore.

    Oggi, fortunatamente, questa pratica in disuso.

    Nel registro grave, la sonorit piena e profonda; in quello medio, calda e lirica ; nel registro acuto,

    vibrante e passionale; oltre il Do4, man mano sempre pi tesa, tende ad assottigliarsi e a farsi

    inespressiva.

    Posizioni

    Utilizzando le stesse dita del violino e della viola, date le dimensioni della tastiera, le posizioni sono

    di semitono; quindi escludendo la corda vuota, la normale posizione coprirebbe un intervallo di terza

    minore. Tuttavia, anche nelle prime posizioni possibile e normalmente praticata lestensione tra

    primo e secondo dito (indice e medio) che consente la distanza di un tono: in questo modo

    lintervallo compreso in una posizione di una terza maggiore. Altri allargamenti sono previsti,

    sopratutto a partire dalla sesta posizione, tra secondo e terzo dito (medio e anulare) e terzo e quarto

    (anulare e mignolo), per cui la diteggiatura di scale soggetta a diverse interpretazioni.

    Una scala quindi eseguibile nella stessa posizione solo con il contributo delle corde vuote,ma

    questo quindi accade solo per la prima posizione:

    Prima posizione

  • 60

    Per le scale che non possono utilizzare le corde vuote sono previste diverse posizioni, come ad

    esempio:

    Le scale cromatiche sono generalmente eseguite con la seguente diteggiatura:

    Dalla settima posizione in su previsto luso del capotasto ossia del pollice, che consente una

    agevole sequenza di posizioni diatoniche (come nel violino e nella viola): inoltre essendo in tal caso

    in posizione avanzata della tastiera, come si sa, le distanze diminuiscono progressivamente (vedi al

    proposito la tabella finale). Usando il capotasto di solito viene escluso dalle diteggiature il dito pi

    corto, ossia il quarto (mignolo).

    La settima posizione e le seguenti, sono principalmente destinate alla sola prima corda.

    Capotasto e eccezioni a parte, nella diteggiatura normalmente utilizzata per effettuare una scala,

    considerare che laddove prevista la distanza di un tono, questa vedr impegnati o il 1 e il 2 dito

    con estensione, o il 2 e il 4.

    Il cambiamento di posizione nellambito della stessa corda, in una sequenza ascendente o

    discendente ininterrotta e congiunta, avviene assai pi frequentemente che non nel violino o nella

    viola, dove il passaggio tra una corda e laltra ne rende solitamente naturale il proseguimento.

    Tutto il seguente passaggio

    sulla terza corda:

  • 61

    Quando si effettua questa tecnica di scivolamento sulla stessa corda, sempre giusto preferire che

    avvenga in relazione alla distanza di semitono, anzich di tono, in quanto meno evidente;

    daltronde, come gi considerato nel capitolo dedicato al violino, spesso in questi casi sono

    prevalenti motivi espressivi, e non tecnici, anche qualora non vi fossero le condizioni ottimali e

    fosse possibile un agevole cambio di corda:

    Tecnica del capotasto

    Come gi accennato, il pollice in funzione di capotasto viene considerato in particolare dalla settima

    posizione in su: questo per via dellassetto della mano, che, potendo muoversi sulla tastiera senza

    lingombro della cassa armonica (appunto, in pratica fino alla settima posizione) preferisce la

    normale disposizione delle dita per avere un migliore controllo della tastiera, in quanto a espressivit

    e manualit; lingombro della cassa armonica nelle posizioni acute costringe invece ad un assetto in

    cui il pollice non possa trovarsi sotto alla tastiera, come normalmente avviene per fornire uno stabile

    riferimento nei confronti delle altre dita. E da questo punto che quindi viene utilizzato per la

    funzione di capotasto, con le conseguenti agevolazioni per ci che riguarda distanze e diteggiature.

    Naturalmente si pu ravvisare una contraddizione in questuso: si rende possibile, infatti, una

    allargata capacit intervallare laddove lavanzata posizione sulla tastiera gi la consente, anzich

    nelle prime posizioni dove ve ne sarebbe pi bisogno. Ma limpiego del pollice costringe il resto

    della mano in posizione innaturale, e comunque lo stesso dito risulta meno capace di espressivit

    rispetto alle dita normalmente usate, per cui si preferisce evitarlo se non per gli usi descritti. Ma non

    sempre questo accade: ad esempio, nelle situazioni di accordi con lutilizzo di tre o quattro corde, o

    nelle batterie su una corda, spesso si rende necessario il suo impiego anche nelle prime posizioni. Il

    segno grafico che indica il capotasto :

  • 62

    Tabella delle posizioni del violoncello

    Il criterio tradizionalmente diatonico delle posizioni, gi visto a proposito di violino e viola, qui

    assumerebbe forti incongruenze logiche, dovute al fatto che la tastiera prevede un susseguirsi

    cromatico e non diatonico delle dita nellambito di una posizione, causando frequenti malintesi.

    Pertanto, opportuno riferirsi alla tabella seguente, osservando che, riferendosi alla corda vuota, il

    primo dito nelle sette posizioni crea una scala maggiore riferita ad essa:

  • 63

    Corde multiple

    Se ci poniamo di fronte ad un violoncello, avremo, come per il violino e la viola, lo stesso ordine di

    accordatura: la quarta, la pi grave sulla sinistra, e verso destra le altre.

    Essendo per lo strumento posto fra le gambe dellesecutore, lordine delle corde risulter invertito:

    sulla sinistra avremo quindi la corda pi acuta , e sulla destra quella pi grave.

    Nelle strappate su tre o quattro corde, larco andando in gi si trover a concludere sulle corde gravi

    anzich su quelle acute, compromettendo il risultato prefisso (guardare, al proposito, quanto

    specificato nel capitolo del violino): nessuna utilit pratica avrebbe infatti una strappata verso il

    grave, dal momento che il senso armonico si definisce nellopposta direzione.

    Per sopperire a tale incongruenza, lesecutore utilizza un espediente tecnico: sforza sulle due corde

    pi gravi (alla destra dello strumento) larco al tallone, e, nellambito della stessa direzione darco lo

    ruota verso le corde acute, finendo su di esse verso la punta. Leffetto pur caratteristico, riscontrabile

    in molte pagine di repertorio, non tuttavia paragonabile ad una vera e propria strappata, dove il

    punto di massima forza prontamente raggiunto nella sinergia del movimento previsto; avremo

    quindi uno sforzato, sulle prime note, e un pi debole arrivo su quelle pi acute.

    Altro escamotage per risolvere il problema delle strappate costituito dallarcata in su: partendo

    dalle corde gravi, andando in direzione sinistra, verso le acute, ci si attester su di esse nel corso di

    una sorta di crescendo. Leffetto pi vicino a quello delle vere strappate, ma anche meno

    violoncellistico, e comunque imparagonabile a quello autentico.

    Per quanto concerne le possibilit di accordi su tre o quattro corde, riferirsi alla tabella sottostante:

    Cominciando dalla mezza posizione fino a proseguire alla dodicesima, ogni gruppo di note racchiuse

    in un ambito di una terza maggiore fornisce un esempio delle combinazioni di corde triple e

    quadruple che possiamo utilizzare con il normale assetto della mano sulla tastiera, cio senza luso

    del capotasto, ovviamente integrando ad esse anche le possibilit date dalluso delle corde vuote.

  • 64

    Utilizzando un dito su una corda lo stesso verr ovviamente escluso per le altre; ma riferendosi allo

    stesso punto della tastiera, un solo dito posto trasversalmente pu impegnare due tre o quattro corde,

    per intervalli progressivi di quinta: anche questa tecnica viene definita del capotasto anche se non

    riguarda necessariamente luso del pollice. Il dito pi indicato per questa funzione il primo, ma

    anche il secondo e terzo (medio e anulare) vengono utilmente usati; solo il quarto dito in pratica

    escluso o limitato a sole due corde.

    Per quello che riguarda luso del pollice in tale situazione, considerarne