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14 primo piano Domenica 15 Aprile 2012 Viterbo & AltoLazio I vani tentativi dell’architetto Crova di ostacolare l’Operazione Trasparenza Si chiude l’inchiesta del dottor De Santis impegnato ad ottenere alcuni atti della Riserva Naturale del Lago di Vico S i conclude oggi la lunga ed articolata inchiesta del dottor Roberto De Santis sugli osta- coli che lo stesso ha trovato nell’ac- cedere ad alcuni atti della riserva Naturale del Lago di Vico. “Carissimi amici, siamo arri- vati dunque all’epilogo di questa rocambolesca vicenda, saldamente determinati a ristabilire dei principi e lanciare un messaggio che speria- mo venga colto. Ci siamo resi conto che la nostra classe politica può permettersi il libero arbitrio anche a causa della nostra scarsa attitudine ad interessarci della cosa pubblica, e della nostra facilità a nascondere, come gli struzzi, la testa sotto la sabbia. E’ evidente da come avete potuto comprendere che il nostro accesso agli atti è stato osteggiato in tutti i modi. Ci scusiamo altresì con i lettori, ma riteniamo doveroso rimarcare come sia importante approvare quanto prima una legge sulla trasparenza che dia ai cittadini piena titolarità. Per questo abbandoneremo con oggi questo �lone più di inchiesta, che culturalmente non ci appartiene, per riporlo ed af�darlo agli organi istituzionalmente deputati a rappresentarlo, sicuramente con minor visibilità della nostra, ma di certo con più ef�cienza. Per tornare alla nostra vicenda, è utile a questo punto presentarvi un attore che ha avuto un ruolo non secondario in tutta la vicenda, intervenuto sempre da quella cabina di regia occulta, per disinnescare il nostro accesso, l’Arch. Cesare Crova, Presidente di Italia Nostra Lazio. Questo signore ha posto in atto tutta una serie di azioni, certamente illuminanti, che devono indurci a ri�ettere ed evitare di considerare tutto per scontato, ma diversamente adoperarsi in ogni ambito con un approccio empirico, almeno per quanto riguarda le vicende umane. Non è certo nostra intenzione fare di “tutta l’erba un fascio”, perché non possiamo e non dobbiamo accomunare questi comportamenti soggettivi ed estenderli ad una associazione con una sua nobile storia, anche se riteniamo opportuno, in tema La lettera priva di intestazione con cui si disconosceva la prima richiesta di accesso agli atti di associazioni, estendere la Trasparenza non ai soli partiti. Per vicende personali, sono da anni distante da ogni forma associativa, in quanto come coordinatore nazionale di una storica associazione ambientalista, Kronos 1991, ho assistito personalmente alla sua svendita, che permise a metà degli anni novanta, un passaggio di consegne daunpresidente ad un altro, provocando di fatto le nostre dimissioni. Vicenda che ebbi modo di trattare con una delle poche persone dotata per sua natura di sensibilità politica, l’On Tatarella. Purtroppo un male che covava già da tempo, non gli permise di intervenire, per ostacolare, come avrebbe voluto, la conquista di una associazione per scopi meramente feudali. Proprio in questi giorni parliamo di trasparenza dei bilanci dei partiti, per analogia, sarebbe opportuno trattare tale questione a 360 gradi estendendo tali principi anche alle associazioni ambientaliste. Associazioni che oggi più che mai, hanno perso quella originale spontaneità ed autonomia sino a diventare parte integrante del sistema di potere. Oggi le associazioni ri�ettono e sono lo specchio di quel potere partitico contro il quale sarebbe necessario mantenere una reale autonomia per garantire una concreta politica di governo dell’ambiente. Sono un esempio i numerosi Presidenti di associazioni ambientaliste che in cerca di ruoli, hanno ceduto alle lusinghe dei partiti ottenendo uno scranno nei luoghi del potere. Tra gli antesignani di tali alchimie, ricordiamo il Presidente Fulco Pratesi, eletto in Parlamento, nei lontani anni ottanta subito dopo il passaggio di consegne della presidenza del Wwf a Grazia Francescato, proprio in quell’anno candidata della Federazione dei Verdi a Napoli, di cui assunse la carica di Presidente alla �ne degli anni novanta. Sarebbe opportuno, volendo, riprendere una linea già tracciata con onestà intellettuale dall’on. Bassanini, promotore di un decreto che prevedeva lo scioglimento del Si parla tanto di trasparenza dei bilanci dei partiti. Tali principi dovrebbero essere estesi alle associazioni ambientaliste erroneamente indicato un indirizzo diverso? In una successiva email inviata al sottoscritto, il signor Crova, come se volesse mettere le mani avanti, si premuniva osservando che qualora il secondo accesso fosse stato respinto, ogni eventuale azione presso i competenti tribunali amministrativi sarebbe stata totalmente a nostro carico. Cornuti e mazziati, è proprio il caso di dirlo! Invero, come da aspettativa, nessuna risposta è mai giunta sinora, né dal Comune di Caprarola né dalla Riserva. La nostra posizione, sin dal primo momento inequivocabile, fu di ri�utare questo secondo accesso, ma pur avendo subodorato il disegno, con un cambio di strategia, si cercò di provocare l’arch. Crova, sperando in un suo passo falso, che non tardò ad arrivare. La risposta ad una nostra piccata replica nella quale lo informavamo di essere a conoscenza che nessuna sezione di Italia Nostra fosse presente in provincia di Viterbo, fu la seguente: “La prof.ssa Stocchi ha fatto esattamente quello che doveva fare nella sua veste di Presidente di Sezione. Anche perché il dott. Rutigliano, per darle risposte, avrebbe dovuto seguire lo stesso percorso. Lo stesso sig. Di Bartolomeo, quando ha scritto che lei non risultava iscritto per l’anno 2011, di fatto faceva riferimento ai riscontri oggettivi con l’anagra�ca degli iscritti che a lui risultava in quel momento. Molti cittadini sensibili alle problematiche presenti sul territorio, hanno sentito il desiderio di farsi parte attiva, iscrivendosi ad Italia Nostra e alla sezione di Viterbo, in particolare. Per un mero errore formale sono stati assegnati ad altra sezione”. Per un mero errore formale, questa dunque l’assurda pretesa e strenua difesa di questo signore. Tutto è possibile per uno che dimentica persino dove è ubicata una sua sezione! Ma c’è di più. In una altra email inviata dalla Vicepresidente di Italia Nostra al signor Crova, ed intercettata fortuitamente, ed è proprio il caso di ri�ettere su un celebre motto latino, “audaces fortuna iuvat”, la fortuna aiuta gli audaci, a sorpresa come uno “tsunami” che fuga certamente ogni più piccolo dubbio, vi proponiamo le testuali parole: “Per quanto riguarda il Lago di Vico non ho ricevuto invece per conoscenza la lettera con i delegati all’accesso agli atti. In più questa mattina mi ha telefonato Oreste dicendo che anche De Santis non ha ricevuto niente. Cosa succede? Se, per tuoi motivi che sicuramente saranno validissimi, non te la senti di dare questa delega, �rmo io tutto e la facciamo �nita. E’ la prima volta che, andare a vedere le carte diventa un problema. Per Piansano ho �rmato in più occasioni l’accesso agli Atti e ora lo farò anche per la Tirrenica. Il problema potrebbe invece nascere se la documentazione viene fatta sparire o alterata nei contenuti...e,più passa il tempo, più questa probabilità ha buone possibilità di concretizzarsi. Per altro la Stocchi è, come dicevi giustamente tu, irraggiungibile e Mauro conferma che non è iscritta nel 2010-2011 (nè lei nè nessuno)”. Bingo, tombola, colpo grosso altre esclamazioni non mi vengono in mente. Un documento importantissimo che attesta inequivocabilmente come tutti fossero al corrente che la sezione di Viterbo di Italia Nostra non poteva essere regolarmente costituita in quanto da anni priva di iscritti! Per questo Crova fu costretto a scrivere di suo pugno il secondo accesso, in quanto la Stocchi, la famosa arte�ce del pizzino, si era volatilizzata, sicuramente spaventata dai contorni che stavaassumendo l’intera vicenda. Per questo motivo l’arch. Crova, pressato dalla Vice Presidente di Italia Nostra, Ebe Giacometti, e dal sottoscritto, sempre più con le spalle al muro, tentò un ultimo colpo di mano. In un’ulteriore missiva l’architetto ci informava che aveva spedito, a mezzo raccomandata, la seconda richiesta di accesso, scusandosi di aver inserito per errore, così almeno dichiarato, come delegato all’accesso agli atti, il cognome errato di De Angelis e non il nostro. Poche settimane dopo, ci furono �nalmente inviate le copie delle richieste di accesso. Ma come è noto, il diavolo fa A sinistra una foto da Google Earth del 2003 della villetta “sospetta”. A destra un’immagine del 2011 le pentole, ma non i coperchi, prova ne è che erroneamente, un adepto del signor Crova, qualche settimana dopo, consegnò, nello stesso giorno, con protocolli in successione, due richieste, una con il cognome errato di De Angelis, l’altra �nalmente riveduta e corretta. Questo particolare non è trascurabile in quanto dimostrava inequivocabilmente che nessuna raccomandata fosse stata inviata, ne tanto meno con un cognome errato. Probabilmente il signor Crova, per non destare sospetti, congegnò di presentare lo stesso giorno due atti conseguenti, uno con il nostro cognome errato, l’altro riveduto e corretto. Senza parole. Come sempre sospettato, in tutta questa vicenda risultava fondamentale prendere tempo, per permettere a chi di dovere probabilmente di intervenire su documenti scottanti, come aveva altresì captato la Vice presidente di Italia Nostra, la dott.ssa Ebe Giacometti. I codici “auto info” delle email ricevute e menzionate nel seguente articolo saranno presentate già nella prossima settimana agli organi competenti, in quanto costituiscono piena prova di tutta questa vicenda. Sono molte le domande che ci poniamo, ma le risposte potranno ora essere fornite solo dalle autorità preposte. Questa vicenda, oltre alla profonda amarezza, ci lascia sperare che possa essere fonte di ispirazione per comprendere come sia importante difendere le nostre istituzioni, ed inutile scagliarsi contro singoli casi. Siamo tutti consapevoli che l’occasione fa l’uomo ladro, e che sostituti gli attori principali di questa o di altre vicende, altri prenderanno il loro posto, se non comprenderemo appieno che solo una legge sulla trasparenza potrà garantire ai cittadini la veri�ca di singoli atti della pubblica amministrazione, unica soluzione per evitare profonde ingiustizie che minano la convivenza civile e la democrazia. L’intera vicenda deve ora essere risolta dalle autorità competenti Consiglio Nazionale del Ministero dell’Ambiente, trasformato in luogo e centro di potere delle associazioni ambientaliste. Un decreto che non a caso fu osteggiato da un’opposizione accanita rappresentata da quel mondo �nto-verde, che ha ridotto la nobile istanza ambientalista, ai minimi termini elettorali. Non ultimo, sarebbe opportuno rivedere la legislazione relativa al riconoscimento delle associazioni che non possono operare per �ni di parte con denaro pubblico, in una situazione che ne privilegia alcune e ne esclude altre. Chiedendovi venia per la breve parentesi, riteniamo doveroso tornare sulla questione, “sbobinando” su queste pagine gli ultimi accadimenti, al �ne di fare chiarezza su alcuni espedienti messi in atto dall’Arch. Crova, Presidente di Itali a Nostra Lazio, per ostacolare il nostro accesso. Appurato �nalmente che la nostra delega fosse di provenienza autentica, e sgombrato il campo dalle nebbie, l’Arch. Crova, con un escamotage macchiavellico, si fece carico di presentare un secondo accesso, delegando sempre il sottoscritto. Un secondo accesso non condiviso dal sottoscritto, convinti che il primo presentato fosse del tutto regolare. La scusa banale e pretestuosa fu motivata sostenendo che il nostro primo accesso, poiché non autorizzato dalla sede di Viterbo, alla quale il sottoscritto avrebbe dovuto rivolgersi per competenza, doveva essere necessariamente ripresentato. Decisioni incomprensibili altresì alla luce del regolamento di Italia Nostra, che diversamente regola e dispone la collaborazione tra le sezioni. Perché, inoltre, sin dal primo momento non indicarono come sede competente la sezione di Viterbo, evitando lunghe ed estenuanti tra�le di cui avremmo fatto volentieri a meno? Perché nella provincia della Tuscia ogni attività era gestita sempre e solo dal dr. Rutigliano, come si evince dai numerosi quotidiani locali? Per tornare ai fatti, il secondo accesso, stranamente, fu redatto direttamente dal Presidente di Italia Nostra, ma non dalla sezione di Viterbo, come avrebbe dovuto essere o meglio come avevano inizialmente sostenuto. Un accesso che si discostava totalmente sia nella forma che nei contenuti dal primo presentato, assolutamente generico e non circostanziato, quasi certamente confezionato ad hoc per permettere al Comune di Caprarola ed alla Riserva Naturale del Lago di Vico di rispettare le indicazioni della legge che regolamenta tali atti, e nel caso di indicazioni generiche, respingerli del tutto per costringerci ad intraprendere dispendiosi ricorsi amministrativi. Altro particolare non di seconda importanza, fu constatare che questo secondo documento venne inviato, ma solo per conoscenza alla sezione di Viterbo, presso Via Gramsci a Ronciglione. Poiché nessuna sede di Italia Nostra è mai stata presente in tale luogo, come accertato, possibile che il signor Crova abbia

Crova Presidente di Italia Nostra e l'accesso agli atti negato

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La prova di come l'arch Cesare Crova attuale presidente di Italia Nostra ha rappresentato il falso per ostacolare un nostro accesso

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14 primo piano Domenica 15 Aprile 2012Viterbo & AltoLazio

I vani tentativi dell’architetto Crovadi ostacolare l’Operazione Trasparenza

Si chiude l’inchiesta del dottor De Santis impegnato ad ottenere alcuni atti della Riserva Naturale del Lago di Vico

Si conclude oggi la lunga ed articolata inchiesta del dottor Roberto De Santis sugli osta-

coli che lo stesso ha trovato nell’ac-cedere ad alcuni atti della riserva Naturale del Lago di Vico.

“Carissimi amici, siamo arri-vati dunque all’epilogo di questa rocambolesca vicenda, saldamente determinati a ristabilire dei principi e lanciare un messaggio che speria-mo venga colto.

Ci siamo resi conto che la nostra classe politica può permettersi il libero arbitrio anche a causa della nostra scarsa attitudine ad interessarci della cosa pubblica, e della nostra facilità a nascondere, come gli struzzi, la testa sotto la sabbia. E’ evidente da come avete potuto comprendere che il nostro accesso agli atti è stato osteggiato in tutti i modi. Ci scusiamo altresì con i lettori, ma riteniamo doveroso rimarcare come sia importante approvare quanto prima una legge sulla trasparenza che dia ai cittadini piena titolarità. Per questo abbandoneremo con oggi questo �lone più di inchiesta, che culturalmente non ci appartiene, per riporlo ed af�darlo agli organi istituzionalmente deputati a rappresentarlo, sicuramente con minor visibilità della nostra, ma di certo con più ef�cienza.

Per tornare alla nostra vicenda, è utile a questo punto presentarvi un attore che ha avuto un ruolo non secondario in tutta la vicenda, intervenuto sempre da quella cabina di regia occulta, per disinnescare il nostro accesso, l’Arch. Cesare Crova, Presidente di Italia Nostra Lazio. Questo signore ha posto in atto tutta una serie di azioni, certamente illuminanti, che devono indurci a ri�ettere ed evitare di considerare tutto per scontato, ma diversamente adoperarsi in ogni ambito con un approccio empirico, almeno per quanto riguarda le vicende umane. Non è certo nostra intenzione fare di “tutta l’erba un fascio”, perché non possiamo e non dobbiamo accomunare questi comportamenti soggettivi ed estenderli ad una associazione con una sua nobile storia, anche se riteniamo opportuno, in tema

La lettera priva di intestazione con cui si disconoscevala prima richiesta di accesso agli atti

di associazioni, estendere la Trasparenza non ai soli partiti.

Per vicende personali, sono da anni distante da ogni forma associativa, in quanto come coordinatore nazionale di una storica associazione ambientalista, Kronos 1991, ho assistito personalmente alla sua svendita, che permise a metà degli anni novanta, un passaggio di consegne

da un presidente ad un altro, provocando di fatto le nostre d im i s s ion i . Vicenda che ebbi modo di trattare con una delle poche persone dotata per sua natura di sensibilità

politica, l’On Tatarella. Purtroppo un male che covava già da tempo, non gli permise di intervenire, per ostacolare, come avrebbe voluto, la conquista di una associazione per scopi meramente feudali.

Proprio in questi giorni parliamo di trasparenza dei bilanci dei partiti, per analogia, sarebbe opportuno trattare tale questione a 360 gradi estendendo tali principi anche alle associazioni ambientaliste. Associazioni che oggi più che mai, hanno perso quella originale spontaneità ed autonomia sino a diventare parte integrante del sistema di potere. Oggi le associazioni ri�ettono e sono lo specchio di quel potere partitico contro il quale sarebbe necessario mantenere una reale autonomia per garantire una concreta politica di governo dell’ambiente. Sono un esempio i numerosi Presidenti di associazioni ambientaliste che in cerca di ruoli, hanno ceduto alle lusinghe dei partiti ottenendo uno scranno nei luoghi del potere. Tra gli antesignani di tali alchimie, ricordiamo il Presidente Fulco Pratesi, eletto in Parlamento, nei lontani anni ottanta subito dopo il passaggio di consegne della presidenza del Wwf a Grazia Francescato, proprio in quell’anno candidata della Federazione dei Verdi a Napoli, di cui assunse la carica di Presidente alla �ne degli anni novanta.

Sarebbe opportuno, volendo, riprendere una linea già tracciata con onestà intellettuale dall’on. Bassanini, promotore di un decreto che prevedeva lo scioglimento del

Si parla tanto di trasparenzadei bilanci dei partiti. Tali principi

dovrebbero essere estesialle associazioni ambientaliste

erroneamente indicato un indirizzo diverso? In una successiva email inviata al sottoscritto, il signor Crova, come se volesse mettere le mani avanti, si premuniva osservando che qualora il secondo accesso fosse stato respinto, ogni eventuale azione presso i competenti tribunali amministrativi sarebbe stata totalmente a nostro carico. Cornuti e mazziati, è proprio il caso di dirlo! Invero, come da aspettativa, nessuna risposta è mai giunta sinora, né dal Comune di Caprarola né dalla Riserva.

La nostra posizione, sin dal primo momento inequivocabile, fu di ri�utare questo secondo accesso, ma pur avendo subodorato il disegno, con un cambio di strategia, si cercò di provocare l’arch. Crova, sperando in un suo passo falso, che non tardò ad arrivare. La risposta ad una nostra piccata replica nella quale lo informavamo di essere a conoscenza che nessuna sezione di Italia Nostra fosse presente in provincia di Viterbo, fu la seguente: “La prof.ssa Stocchi ha fatto esattamente quello che doveva fare nella sua veste di Presidente di Sezione. Anche perché il dott. Rutigliano, per darle risposte, avrebbe dovuto seguire lo stesso percorso. Lo stesso sig. Di Bartolomeo, quando ha scritto che lei non risultava iscritto per l’anno 2011, di fatto faceva riferimento ai riscontri oggettivi con l’anagra�ca degli iscritti che a lui risultava in quel momento. Molti cittadini sensibili alle problematiche presenti sul territorio, hanno sentito il desiderio di farsi parte attiva, iscrivendosi ad Italia Nostra e alla sezione di Viterbo, in particolare. Per un mero errore formale sono stati assegnati ad altra sezione”.

Per un mero errore formale, questa dunque l’assurda pretesa e strenua difesa di questo signore. Tutto è possibile per uno che dimentica persino dove è ubicata una sua sezione! Ma c’è di più. In una altra email inviata dalla Vicepresidente di Italia Nostra al signor Crova, ed intercettata fortuitamente, ed è proprio il caso di ri�ettere su un celebre motto latino, “audaces fortuna iuvat”, la fortuna aiuta gli audaci, a sorpresa come uno “tsunami” che fuga certamente ogni più piccolo dubbio, vi proponiamo le testuali parole: “Per quanto riguarda il Lago di

Vico non ho ricevuto invece per conoscenza la lettera con i delegati all’accesso agli atti. In più questa mattina mi ha telefonato Oreste dicendo che anche De Santis non ha ricevuto niente. Cosa succede? Se, per tuoi motivi che sicuramente saranno validissimi, non te la senti di dare questa delega, �rmo io tutto e la facciamo �nita. E’ la prima volta che, andare a vedere le carte diventa un problema. Per Piansano ho �rmato in più occasioni l’accesso agli Atti e ora lo farò anche per la Tirrenica. Il problema potrebbe invece nascere se la documentazione viene fatta sparire o alterata nei contenuti... e, più passa il tempo, più questa probabilità ha buone possibilità di concretizzarsi. Per altro la Stocchi è, come dicevi giustamente tu, irraggiungibile e Mauro conferma che non è iscritta nel 2010-2011 (nè lei nè nessuno)”. Bingo, tombola, colpo grosso altre esclamazioni non mi vengono in mente. Un documento importantissimo che attesta inequivocabilmente come tutti fossero al corrente che la sezione di Viterbo di Italia Nostra non poteva essere regolarmente costituita in quanto da anni priva di iscritti! Per questo Crova fu costretto a scrivere di suo pugno il secondo accesso, in quanto la Stocchi, la famosa arte�ce del pizzino, si era volatilizzata, s icuramente spaventata dai contorni che stava assumendo l’intera vicenda.

Per questo motivo l’arch. Crova, pressato dalla Vice Presidente di Italia Nostra, Ebe Giacometti, e dal sottoscritto, sempre più con le spalle al muro, tentò un ultimo colpo di mano. In un’ulteriore missiva l’architetto ci informava che aveva spedito, a mezzo raccomandata, la seconda richiesta di accesso, scusandosi di aver inserito per errore, così almeno dichiarato, come delegato all’accesso agli atti, il cognome errato di De Angelis e non il nostro.

Poche settimane dopo, ci furono �nalmente inviate le copie delle richieste di accesso. Ma come è noto, il diavolo fa

A sinistra una foto da Google Earth del 2003 della villetta “sospetta”. A destra un’immagine del 2011

le pentole, ma non i coperchi, prova ne è che erroneamente, un adepto del signor Crova, qualche settimana dopo, consegnò, nello stesso giorno, con protocolli in successione, due richieste, una con il cognome errato di De Angelis, l’altra �nalmente riveduta e corretta. Questo particolare non è trascurabile in quanto dimostrava inequivocabilmente che nessuna raccomandata fosse stata inviata, ne tanto meno con un cognome errato. Probabilmente il signor Crova, per non destare sospetti, congegnò di presentare lo stesso giorno due atti conseguenti, uno con il nostro cognome errato, l’altro riveduto e corretto. Senza parole. Come sempre sospettato, in tutta questa vicenda risultava fondamentale prendere tempo, per permettere a chi di dovere probabilmente di intervenire su documenti scottanti, come aveva altresì captato la Vice presidente di Italia Nostra, la dott.ssa Ebe Giacometti. I codici “auto info” delle email ricevute e menzionate nel seguente articolo saranno presentate già nella prossima settimana agli organi competenti, in quanto costituiscono piena prova di tutta questa vicenda.

Sono molte le domande che ci poniamo, ma le risposte potranno

ora essere fornite solo dalle autorità p r e p o s t e . Q u e s t a vicenda, oltre alla profonda amarezza, ci lascia sperare che possa essere fonte di ispirazione per

comprendere come sia importante difendere le nostre istituzioni, ed inutile scagliarsi contro singoli casi. Siamo tutti consapevoli che l’occasione fa l’uomo ladro, e che sostituti gli attori principali di questa o di altre vicende, altri prenderanno il loro posto, se non comprenderemo appieno che solo una legge sulla trasparenza potrà garantire ai cittadini la veri�ca di singoli atti della pubblica amministrazione, unica soluzione per evitare profonde ingiustizie che minano la convivenza civile e la democrazia.

L’intera vicendadeve ora essere

risolta dalle autorità competenti

Consiglio Nazionale del Ministero dell’Ambiente, trasformato in luogo e centro di potere delle associazioni ambientaliste. Un decreto che non a caso fu osteggiato da un’opposizione accanita rappresentata da quel mondo �nto-verde, che ha ridotto la nobile istanza ambientalista, ai minimi termini elettorali. Non ultimo, sarebbe opportuno rivedere la legislazione relativa al riconoscimento delle associazioni che non possono operare per �ni di parte con denaro pubblico, in una situazione che ne privilegia alcune e ne esclude altre.

Chiedendovi venia per la breve parentesi, riteniamo doveroso tornare sulla questione, “sbobinando” su queste pagine gli ultimi accadimenti, al �ne di fare chiarezza su alcuni espedienti messi in atto dall’Arch. Crova, Presidente di Italia Nostra Lazio, per ostacolare il nostro accesso. Appurato �nalmente che la nostra delega fosse di provenienza autentica, e sgombrato il campo dalle nebbie, l’Arch. Crova, con un escamotage macchiavellico, si fece carico di presentare un secondo accesso, delegando sempre il sottoscritto. Un secondo accesso non condiviso dal sottoscritto, convinti che il primo presentato fosse del tutto regolare. La scusa banale e pretestuosa fu motivata sostenendo che il nostro primo accesso, poiché non autorizzato dalla sede di Viterbo, alla quale il sottoscritto avrebbe dovuto rivolgersi per competenza, doveva essere necessariamente ripresentato. Decisioni incomprensibili altresì alla luce del regolamento di Italia Nostra, che diversamente regola e dispone la collaborazione tra le sezioni. Perché, inoltre, sin dal primo momento non indicarono come sede competente la sezione di Viterbo, evitando lunghe ed estenuanti tra�le di cui avremmo fatto volentieri a meno? Perché nella provincia della Tuscia ogni attività era gestita sempre e solo dal dr. Rutigliano, come si evince dai numerosi quotidiani locali?

Per tornare ai fatti, il secondo accesso, stranamente, fu redatto direttamente dal Presidente di Italia Nostra, ma non dalla sezione di Viterbo, come avrebbe dovuto essere o meglio come avevano inizialmente sostenuto. Un accesso che si discostava totalmente sia nella forma che nei contenuti dal primo presentato, assolutamente generico e non circostanziato, quasi certamente confezionato ad hoc per permettere al Comune di Caprarola ed alla Riserva Naturale del Lago di Vico di rispettare le indicazioni della legge che regolamenta tali atti, e nel caso di indicazioni generiche, respingerli del tutto per costringerci ad intraprendere dispendiosi ricorsi amministrativi. Altro particolare non di seconda importanza, fu constatare che questo secondo documento venne inviato, ma solo per conoscenza alla sezione di Viterbo, presso Via Gramsci a Ronciglione. Poiché nessuna sede di Italia Nostra è mai stata presente in tale luogo, come accertato, possibile che il signor Crova abbia