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Creazione e diffusione dell’innovazione: un modello di simulazione fondato su agenti Marco Lamieri [email protected] Daniele Ietri [email protected] 15-10-2004

Creazione e diffusione dell’innovazione: un modello di simulazione fondato su agenti

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15-10-2004. Creazione e diffusione dell’innovazione: un modello di simulazione fondato su agenti. Marco Lamieri [email protected] Daniele Ietri [email protected]. L’innovazione nel pensiero economico. Tra gli altri, hanno affrontato il tema dell’innovazione... - PowerPoint PPT Presentation

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Creazione e diffusione dell’innovazione:

un modello di simulazione fondato su agenti

Marco Lamieri [email protected] Daniele Ietri [email protected]

15-10-2004

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L’innovazione nel pensiero economico

Tra gli altri, hanno affrontato il tema dell’innovazione...

• 1859 Marx, “Per una critica all’economia politica”

• 1934, Schumpeter, “The Theory of Economic Development: An Inquiry into Profits, Capital, Credit, Interest and the Business Cycle”

• Figura dell’imprenditore – innovatore• Fasi dell’invenzione, innovazione, imitazione

• 1937 Hayek, “Economics and Knowledge”

• Ogni soggetto è depositario di conoscenze specifiche, difficili da trasmettere, ma essenziali per l’efficienza del sistema economico

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La conoscenza

Rapporto dialettico tra

• conoscenza codificata: facile da trasferire e accessibile a chiunque ne conosca il codice

• può essere venduta e può essere oggetto di appropriazione (brevetti)

• conoscenza tacita: è incorporata in una comunità o in un’organizzazione può essere trasferita attraverso le relazioni personali

(cfr. M. Polanyi, The Tacit Dimension. Garden City, N.Y.: Doubleday & Co., 1966)

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La conoscenza

Assumendo che almeno una parte della conoscenza impiegata nelle attività produttive, si può affermare che:

• l’innovazione ha una natura relazionale, perché i rapporti personali sono necessari per il trasferimento della conoscenza (socializzazione, cfr. I. Nonaka e H. Takeuchi, The Knowledge-Creating Company, Oxford University Press, 1995);

• le relazioni sono necessarie affinché la conoscenza prodotta all’esterno dell’impresa possa essere utilizzata all’interno (internalizzazione, ibid.);

• l’imitazione è possibile, ma sono necessarie relazioni stabili e ripetute; il trasferimento tecnologico è facilitato se esistono rapporti di fiducia;

• la produzione di conoscenza ha carattere ‘localizzato’: la prossimità conta, in termini spaziali e relazionali.

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La mamma: “Dobbiamo tenere le zanzariere chiuse, così non entrano le mosche. Le mosche portano i microbi in casa.”

Il bambino (quando gli viene poi chiesto cosa siano i microbi): “I microbi sono qualcosa con cui le mosche giocano”

• la conoscenza non è scontata;• la conoscenza ha una specificità storica (prima dell’800

non si conoscevano i ‘microbi’ come agenti patogeni);• la conoscenza ha una specificità geografica (la nozione di

‘microbo’ non è diffusa in tutti i luoghi).

e altro ancora su… N. Thrift (1996), Spatial formations, Sage

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Gli individui sono rappresentati come nodi di reti; i legami rappresentano le relazioni.

Ci interessano perché consentono di studiare:

• le strutture relazionali ‘locali’ (ad esempio i cluster)

• le strutture relazionali ‘globali’ e le relazioni tra soggetti operanti a scale diverse

Sul rapporto tra reti locali e reti globali: G. Dematteis (1985), “Le metafore della terra”, FeltrinelliM. Granovetter (1973), “The strenght of weak ties”, American journal of

Sociology, 78, pp. 1360-1380Sul concetto di transcalarità:N. Brenner (2001), “The limits to scale? Methodological reflections on

scalar structuration”, Progress in Human Geography 25, 4 (2001), pp. 591-614

Un lavoro ‘pionieristico’ sulla diffusione dell’innovazione:T. Hagerstrand, Innovation diffusion as a spatial process, nella versione

University of Chicago Press del 1967 (traduzione di A. Pred dall’originale del 1953)

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I piccoli mondi

Struttura reticolare ad anello (continuo):• grafo regolare (a sinistra): legami determinati con criterio di prossimità;• grafo casuale (a destra): legami determinati casualmente;• grafo “Small World” (al centro): alcuni legami determinati casualmente con probabilità tra 0.01 e 0.1 sono sufficienti per ridurre il cammino medio ed aumentare la coesione

Un elevato livello di coesione consente una rapida diffusione dell’informazione a livello ‘locale’;un basso cammino medio consente un efficace trasferimento dell’informazione a livello ‘globale’.

Tra reti locali e reti globali, tra ordine e caos... D. Watts (1998), Small Worlds. The dynamics of networks between order and randomness. Princeton Studies in Complexity

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Introduzione: perché un modello AB

• La differenza fondamentale tra un sistema complicato ed un sistema complesso e l’importanza delle relazioni tra le parti dove il sistema non è spigato dalla semplice somma delle parti che lo compongono;

• I sistemi complessi possono essere studiati con tecniche di simulazione e seguendo un approccio "bottom-up";

• I modelli di simulazione con Parisi sono una terza via tra la rigidezza dei modelli matematico-statistici e la non computabilità di quelli letterari.

• La simulazione è una sorta di laboratorio virtuale all’interno del quale lo scienziato puo verificare le sue ipotesi, manipolare le variabili del modello ed osservare I risultati degli esperimenti.

Gilbert, N., & Terna, P. (2000). How to build and use agent-based models in social science. Mind & Society, 1, 57-72.

Tesfatsion, L. (2002). Agent-based computational economics: Growing economies from the bottom up. ISU Economics Working Paper (1).

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Obiettivi del modello

• Da una prospettiva micro economica intendiamo studiare:

1. le cause che spingono l’impresa ad innovare;

2. come il processo innovativo influenza l’attività d’impresa;

3. come si diffonde l’innovazione attraverso l’imitazione.

• Da una prospettiva aggregata cerchiamo fenomeni emergenti e studiamo:

1. la dinamica dei cicli economici all’interno dell’economia simulata;

2. la dinamica del progresso tecnologico a livello macro (mostra salti, innovazioni radicali seguite da piccole innovazioni?)

3. riferimenti al concetto di Total Factor Productivity per spiegare la crescita economica.

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Il modello in sintesi

• Il processo innovativo:(modello di Lancaster)

• Popolazioni di agenti:– imprese (potenziali innovatori)– consumatori (definiscono l’ambiente competitivo)

• Per la definizione di innovazione facciamo riferimento alle teorie di Schumpeter.

Schumpeter, J. (1934). The theory of economic development: An inquiry into profits, capital, credit, interest and the business cycle. HarvardUniversity Press, Cambridge Mass.

Innovazione di prodotto;Innovazione di processo.

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La domanda: i consumatori

• I consumatori definiscono l’ambiente competitivo per le imprese ma non sono oggetto di analisi.

• I consumatori hanno preferenze eterogenee:

[ 11 ; 0 ; 3 ]

• I consumatori hanno razionalità limitata

• Non esiste un vincolo di budget per I consumatori

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L’offerta: descrizione delle imprese

• La tecnologia è racchiusa all’interno dei prodotti

• Viene considerato un unico fattore produttivo

• I prodotti hanno un prezzo fisso (P)

• I prodotti hanno caratteristiche eterogenee

Esempio: Prodotto 1 [ 1 ; 11 ; 0 ; 3 ]

• Una semplice contabilità per l’impresa:– costi fissi– costi per ricerca interna– costi per imitazione– ricavi dalle vendite

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Dinamica del modello

• Le imprese sono collegate tra loro usando un grafico beta come definito da Watts (98) and e I loro legami sono statici.

• Le connessioni tra imprese e consumatori formalizzano la conoscenza dei consumatori e sono dinamiche. Vengono generate con un processo random.

• Ogni consumatore, ad ogni tick della simulazione, sceglie tra le imprese che conosce il prodotto che meglio si adatta alle sue preferenze.

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La decisione di innovare

La decisione di innovare può seguire diverse strategie:

1. nessuna vendita nel passato: se l’azienda non ha venduto è probabile che il suo prodotto non soddisfi le caratteristiche dei consumatori.

2. confronto con il vicinato (bassa quota di mercato): un azienda innova se il suo patrimonio è minore del 70% della media delle imprese con cui è collegata;

3. la propensione all’innovazione è in relazione al patrimonio dell’impresa:

20 40 60 80 100

500

1000

1500

2000

2500

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L’Innoavzione

• Ricerca interna– La ricerca è imprevedibile processo stocastico– Se la ricerca ha successo viene aggiunta una nuova

caratteristica al prodotto

[ 4 ; 5 ;7 ; 6 ]

• Spillover: processodi imitazione

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Risultati agregati

• La crescita economica scaturisce dalle imprese innovative

• Il progresso è costante manon uguale tra le diverse imprese

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Produttività dei fattori

• La crescita non è spigata dall’aumento degli input

Per misurare la produttività dei fattori è stato usato il residuo di Solow.

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Le imprese innovative aumentano di dimensione

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I cicli economici