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Costruzione di concetti fisici eCostruzione di concetti fisici e didattica laboratoriale: risultati di alcune sperimentazioni svolte in S l P i i d ll’I f iScuola Primaria e dell’Infanzia
Durisi E Allasia D Rinaudo GDurisi E., Allasia D., Rinaudo G.
[email protected] [email protected] [email protected]@ @ @
SIF 26‐30 Settembre 2011, L’Aquila 1
Le sperimentazioni sono state condotte nell’ambito di tesi di laurea discusse presso la Facoltà di
Progettazione del percorso
di tesi di laurea discusse presso la Facoltà di Scienze della Formazione di Torino
Progettazione del percorso‐ scelta del tema e scansione degli argomenti, ‐ ricerca bibliografica,‐ approfondimento a livello adulto in termini di contenuti, metodologie, trasposizione a livello bambinom
enti
‐ trasposizione a livello bambino, ‐ preparazione di materiali didattici.
mom
Racconto documentato ‐ dialoghi, disegni, brainstorming, schede di lavoro, …
Tre m
Riflessione a posteriori sull’intervento didattico‐ autovalutazione: riflessione sul linguaggio utilizzato, sulla
T
E. Durisi, D. Allasia, G. Rinaudo SIF 26‐30 Settembre 2011, L’Aquila
modalità di formulazione delle domande e sulla conduzione delle discussioni collettive. 2
Principio guida delle sperimentazioni:“la centralità del bambino”“la centralità del bambino”
Rilevazione delle preconoscenzep‐ pensiero spontaneo,
‐ modelli descrittivi,
‐ ricordo di esperienze vissute.
Costruzione di conoscenzaCostruzione di conoscenza‐ modificare o completare i modelli descrittivi,
‐ acquisire un linguaggio “scientifico” appropriato.q g gg pp p
Costruzione di competenzaProgettare piccoli esperimenti usare in modo appropriato il‐ Progettare piccoli esperimenti, usare in modo appropriato il
disegno scientifico il racconto verbale o scritto, utilizzare le
conoscenze acquisite in situazioni diverse
E. Durisi, D. Allasia, G. Rinaudo SIF 26‐30 Settembre 2011, L’Aquila
conoscenze acquisite in situazioni diverse.
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Metodologie didattiche
‐ brainstorming,
d ll‐ discussione collettiva,
‐ cooperative learning o tutoring,
‐ narrazione,
‐ drammatizzazione,
‐ laboratorio di scoperta e‐ laboratorio di scoperta e laboratorio strutturato,
disegno “scientifico”‐ disegno scientifico (usato anche per la verifica degli apprendimenti)
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g pp )
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Metodologie didattiche
‐ brainstorming,
d ll‐ discussione collettiva,
‐ cooperative learning o tutoring,
‐ narrazione,
‐ drammatizzazione,
‐ laboratorio di scoperta e‐ laboratorio di scoperta e laboratorio strutturato,
disegno “scientifico”‐ disegno scientifico (usato anche per la verifica degli apprendimenti)
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Metodologie didattiche
‐ brainstorming,
d ll‐ discussione collettiva,
‐ cooperative learning o tutoring,
‐ narrazione,
‐ drammatizzazione,
‐ laboratorio di scoperta e‐ laboratorio di scoperta e laboratorio strutturato,
disegno “scientifico”‐ disegno scientifico (usato anche per la verifica degli apprendimenti)
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g pp )
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Metodologie didattiche
‐ brainstorming,
d ll‐ discussione collettiva,
‐ cooperative learning o tutoring,
‐ narrazione,
‐ drammatizzazione,
‐ laboratorio di scoperta e‐ laboratorio di scoperta e laboratorio strutturato,
disegno “scientifico”‐ disegno scientifico (usato anche per la verifica degli apprendimenti)
“La girandola gira perché il radiatore sviluppa calore, il calore riscalda l’aria, l’aria calda sale verso l’alto e spinge
le alette della girandola”
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g pp )
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le alette della girandola
Attività con bambini di 4‐7 anni Attività con bambini di 8‐11 anni
‐ Esplorazione multisensoriale‐ Approccio alla misura di
‐ Approccio alla misura di lunghezza con metodologie diverse
lunghezze con unità arbitrarie condivise
‐ Gioco euristico con ruote e
(Montessori, cooperative learning, interdisciplinarietà in pluriclasse)
‐ Fenomeni elettriciGioco euristico con ruote e ingranaggi
‐ Il vento e i suoi effetti
Fenomeni elettrici‐ Fenomeni luminosi
Il rapporto scuola extrascuola L’esperienza francese di La main à la pâte
‐ Luce visione e camera oscura‐ AstronomiaG lil l d d i i
la pâte‐Approccio all’energia
‐ Galileo e la caduta dei gravi L’esperienza francese in una realtà italianaApproccio all’energia
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‐ Approccio all energia
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Un percorso interdisciplinare sulla misura di lunghezza in una realtà pluriclassep
Alice: qualcuno di noi ha disegnato la cattedra l’armadio i cartelloni la lavagnacattedra, l armadio i cartelloni, la lavagna visti di fronte.Michele: Altri hanno disegnato alcuni elementi visti dall’altoelementi visti dall alto.…Tesista: Qual è il punto di vista più adatto a
i d hi lrappresentare in modo chiaro e completola nostra aula?
Per riprodurre in scala la classe è necessario:
‐ individuare il punto di vista più adatto p pper rappresentare l’aula
‐ scegliere l’unità di misura (piastrelle, biro…)
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biro…)‐ misurare gli oggetti presenti nell’aula per rappresentarli in scala. 9
La misura al tempo degli Egizi
Alice: però non sono divisi tutti allo stessomodo, quello di Michele è il più grande; èquello che occupa più spazio di tutti.q p p pMartina: Non è giusto, lui è il più alto ditutti e quindi il suo cubito è il più lungo.
…Michele: potrei usare il mio cubito così tutti i campi sono uguali;i campi sono uguali;
Tesista: hai ragione, …, però c’è un modo f i h i i i di lper far si che tutti i campi di tutta la
popolazione egizia siano conformi?
Martina: si potrebbe prendere un bastone di legno come questo, tutti i contadini vengono da noi, prendono la misura e poi
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g p pse ne vanno a misurare i loro campi.
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Tutti al mercato!
Tesista: Perché non avete ancora comprato la stoffa?Enrico (III): Ma non so non riesco a capire perché tanto costa sempre 5 euro e quindi èla stessa cosa;;Andrea (III): Però secondo me c’è qualcosa di diverso, altrimenti ci sarebbe solo unabancarella.Tesista: Qual è l’unità di misura? Cioè che cosa viene utilizzato per misurare la stoffa?Tesista: Qual è l unità di misura? Cioè che cosa viene utilizzato per misurare la stoffa?Lorenzo (III): La tesa.Tesista: Perché secondo voi la maggior parte ha acquistato la stoffa da Amedeo?Enrico (III): Ah Adesso forse ho capito la tesa di Amedeo è più larga perché si vedeEnrico (III): Ah… Adesso forse ho capito… la tesa di Amedeo è più larga perché si vedead occhio;Lorenzo (V): è vero… quindi se misura la stoffa con la tesa ne compriamo di più perchéh l b i iù l h
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ha le braccia più lunghe;Sara (IV): invece Giosuè la le braccia corte perché è più piccolo, quindi Martino eAgostino hanno comprato la stoffa meno conveniente…
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Potenziale elettrico ed energia elettrica – classe V
Si parte da un brainstorming sulla parola dislivello per
Tesista: Praticando quali sport si trova un dislivello?Parapendio; trekking in montagna; sci; tuffi…
sulla parola dislivello per introdurre il concetto di differenza di potenziale
Tesista: Dove trovate un dislivello nella vita quotidiana?Quando si prende l’ascensore; facendo le scale;Quando si prende l ascensore; facendo le scale; percorrendo una salita a piedi.
T i D di li ll d i ?Tesista: Dove trovate un dislivello quando giocate?Lo scivolo; l’altalena; l’ottovolante / tornado blu; lemontagne russe.….Tesista: Cosa provate fisicamente e mentalmentequando andate in salita? E in discesa?qIn salita il nostro corpo fa fatica, suda e si stanca;siamo preoccupati di arrivare in cimaIn discesa siamo più distesi.
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In discesa siamo più distesi.
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I bambini analizzano cosa succede quando si fa i l bi li l i l di lscivolare una biglia lungo uno scivolo di legno.
Concludono che tutte le volte che si parla di dislivello si può individuare sempre un punto più alto (+) e un punto meno alto (‐)
Raccogliamo le pile
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Analogie tra il dislivello di quota e il dislivello di potenziale elettrico
Il dislivello di quota: è rappresentato da un numero accompagnato dall’unità di misura di lunghezza; le due posizioni estreme del dislivello possono essere rappresentate con un + (punto più alto) e un – (punto meno alto)rappresentate con un + (punto più alto) e un – (punto meno alto).
Il dislivello di potenziale elettrico è espresso da un valore numerico, t d ll itt lt l ibil i ilaccompagnato dalla scritta volt, leggibile su ogni pila.
In ogni pila si può sempre individuare una parte identificata con + ed una identificata con ‐.
Il dislivello di quota permette di ottenere risultati utili e produrreottenere risultati utili e produrre trasformazioni di energia
Quali sono gli effetti utili e le trasformazioni di energia legati ad un di li ll di t i l l tt i ?
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dislivello di potenziale elettrico?
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Dall’energia elettrica all’energia sonora‐ la pila da 9 V produce un suono acuto, chiaro e udibile;chiaro e udibile;
‐ la pila da 4,5 V produce un suono percepibile, ma molto meno intenso;
‐ la pila da 3 V ricavata mettendo due pile‐ la pila da 3 V, ricavata mettendo due pile da 1,5 V in serie, produce un suono lieve, appena percepibile;l il d 1 5 V d l‐ la pila da 1,5 V non produce alcun suono; tuttavia è visibile, all’interno del campanello aperto, che la lastra metallica vibrante si muove, ma non ha forza sufficiente per produrre un suono.Il cicalino sonoro
I bambini sperimentanosperimentano l’additività dei
potenziali elettrici
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Luce, visione e camera oscura: dal museo alla sperimentazione in classe – classe Vp
“Come facciamo a vedere tutte le cose che ci circondano?”
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L’attività al museo
… il ritorno in classe
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ConclusioniFondamentale l’analisi dei dialoghi dei bambini per valutare l’efficacia g p
dell’intervento‐ Le attività manipolative e la narrazione si sono rivelate particolarmente
ffi i ll l d ll’i f iefficaci nella scuola dell’infanzia;‐ le attività laboratoriali hanno stimolato la curiosità e l’interesse dei ragazzi della scuola primaria;p ;
‐ affrontare gli argomenti con un taglio interdisciplinare aiuta il bambino a superare la divisione tra le discipline;l’utilizzo delle risorse del territorio piemontese (musei interattivi) ha‐ l’utilizzo delle risorse del territorio piemontese (musei interattivi) ha permesso ai bambini di migliorare la qualità degli apprendimenti solo se le attività si inseriscono nell’ambito di una stretta collaborazione scuola‐museo.
‐ la verifica di competenza può essere realizzata in modi diversi: gioco, racconto, disegno scientifico.
Criticità‐ formulare in modo appropriato le domande in modo da non condizionare le risposte dei bambini
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risposte dei bambini, ‐ rispettare i tempi dei bambini, ‐ indagare eventuali modelli spontanei apparentemente non corretti.
Coordinamento esperienze didattiche: Elisabetta Durisi, Daniela Allasia e Giuseppina RinaudoRinaudo
Redazione e assemblaggio testi: Elisabetta Durisi, Daniela Allasia e Giuseppina Rinaudo
Contributi al testo: Tiziano Pera, Rosarina Carpignano
Progetto grafico ed editoriale : Il Baobab”, GRDS-UNITO
Disegni originali: a cura dei bambini delle scuole coinvolte
Copertina: Elisabetta Trimboli
Si ringraziano i Dirigenti dei Circoli Didattici ed i docenti tutor che hanno favorito e sostenuto le
sperimentazioni di cui qui si riportano le esperienze.
Si ringraziano le tesiste che, con qualità e grande impegno, hanno collaborato
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alla ricerca.
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