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Corso di laurea in Disegno Industriale corso di: “Cultura e tecnica nella produzione industriale” a.a. 2006-2007 (prof. F. La Rocca)

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Corso di laurea in Disegno Industrialecorso di:

“Cultura e tecnica nella produzione industriale” a.a. 2006-2007

(prof. F. La Rocca)

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Lo sguardo vuotoil mito dell’ottimizzazione del prodotto

Lo sguardo miopela nuova vicinanza dell’oggetto post-industriale

La qualità compiutaforme evolutive del design contemporaneo

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Il design tra tecnica e arte

• Fin dalla sua nascita il design si è definito come insieme di tecnica e arte, ma ha rappresentato in realtà un crocevia complesso ed esplosivo dei due termini.

• Tecnica e arte sono stati messi in correlazione nella storia del design nei modi più vari, a seconda dei momenti storici, e questo dibattito ha finito per coinvolgere temi cruciali dell’epoca moderna.

• Storicamente nato nelle scintille dell’opposizione moderna di tecnica e cultura, il design si è nutrito anche della ricchezza vivificante di questo conflitto, sfuggendo sia all’ambito dell’arte che a quello della tecnologia e nello stesso tempo servendosi di entrambe.

• Questa ambiguità strategica è servita al design a definire un territorio riservato in cui operare e sperimentare, riuscendo a salvaguardare aspetti altrimenti rifiutati dalla modernità.

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Il “grimaldello” della modernità

• Benché vicinissimo all’industria e alle sue logiche, il design non ha mai rispecchiato fedelmente l’ottimizzazione tecnicista, riducendosi a semplice mezzo della ragione economica, né ha aderito in pieno ai paradigmi scientifici del riduzionismo.

• Il design ha spesso agito, invece, come una sorta di grimaldello della modernità: più indisturbato nello sperimentare rispetto all’architettura, legato alla quotidianità e alla dimensione privata dell’abitare, ha fatto della vicinanza all’utente la sua forza persuasiva.

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Peculiarità del design

• Il design è più libero e indisturbato nello sperimentare rispetto all’architettura, in primo luogo per una questione di scala dimensionale;

• È esonerato dal ruolo primario di rappresentazione civile della società, di cui sono investiti architettura e progettazione urbana;

• In quanto “oggetto” il prodotto di design è materialmente più vicino all’utente, entra nella quotidianità, nella dimensione del privato;

• L’oggetto di design è spesso frutto di una scelta diretta dell’utente;

• una volta entrato nella vita quotidiana, l’oggetto manifesta una sua propria capacità di persuasione: ha una sua autonoma capacità di trasformare il mondo attraverso la relazione con gli utilizzatori, anche al di là delle intenzioni e delle idee del progettista.

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Design e ottimizzazione tecnica

• Il design, nonostante sia vicinissimo all’industria e alle sue logiche, è riuscito nel complesso a mantenere una propria autonomia rispetto alle visioni economiche e ai modelli produttivi imperanti. Sfogliando una qualsiasi storia del disegno industriale ci accorgiamo che il significato più profondo del design non risiede nell’ottimizzazione tecnologica. La cultura del design dimostra, in un campo significativo proprio perché attiguo all’industria, la tesi di Heidegger sulla tecnica: l’essenza più profonda della tecnica non è nulla di tecnico.

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Il design tra tecnica e cultura

• Nella modernità la superficie dell’oggetto ne prosciuga la profondità, l’oggetto non possiede quindi segreti né una sua specificità interiore.

• La diffusione universale di prodotti neutri, grigi, freddi, razionali è esito ed espressione della volontà di rendere accessibile una qualità codificata.

• L’oggetto post-industriale rivendica attraverso i caratteri dell’indistinzione, dello sfumato, dell’opaco il diritto a custodire quella dimensione di interiorità e intimità dell’anima negata dall’ottimizzazione tecnica.

• il ruolo svolto dal design in questo passaggio dalla fase moderna alla postmoderna, dal “progetto trasparente” al “progetto opaco” è molto rilevante

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Trasparenza / opacità• La categoria della opacità in opposizione alla trasparenza

del progetto moderno emerge e si pone all’attenzione con l’avvento della fase storica post-industriale.

• Il termine opacità si presta ad esprimere un carattere fondamentale del progetto contemporaneo

• il design in particolare ha avuto un ruolo fondamentale nel passaggio dal “progetto trasparente” al “progetto opaco”, dallo sguardo vuoto e dall’anonimato del progetto moderno a nuovi valori di vicinanza all’utente del progetto post-industriale .

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Trasparenza / opacità

• Credo che ogni problema contenga e suggerisca per natura la sua soluzione (L. Sullivan, 1880)

• Contro le peggiori aberrazioni nel senso dell’addobbo irrazionale e delle simulazioni di ogni genere la produzione industriale deve mirare ad una nuova trasparenza dell’oggetto (H. Muthesius, 19…)

• Il concetto di standard significa “separazione di ciò che è essenziale e sovrapersonale da ciò che è singolare e particolare” (W. Gropius)

• L’idea di progettazione basata sul metodo scientifico classico di risoluzione dei problemi e sul concetto di ottimizzazione tecnica ed economica comincia ad entrare in crisi già negli anni ’70 (…) il progettista non è quindi colui che analizza una realtà e dal processo di analisi trae automaticamente la soluzione

• (F. La Rocca, 2006)

• L’ambiguità degli oggetti deriva dal fatto che la natura concettuale del design produce sempre segni metaforici, che creano attorno agli oggetti una sorta di nebbia, prodotta dalla sostanziale imprecisione che circonda la loro interpretazione (A. Branzi, 2005)

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Corso di laurea in Disegno Industrialecorso di:

“Il sistema sociologico degli oggetti” a.a. 2006-2007

(prof. F. La Rocca)

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Evoluzione dell’oggetto tecnicoed esperienza d’uso

• scrivere

• ascoltare

• pulire

• preparare il cibo

• igiene e cura del corpo

• produrre/vedere immagini

• fare luce

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Due visioni dell’oggetto tecnico

• LA SCUOLA DI ULM

• IL DESIGN ITALIANO

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La scissione tra tecnica e culturanell’epoca della modernità

“La nostra epoca (che prende il nome, dal punto di vista

economico, di età capitalistica, dal punto di vista tecnico di età

delle macchine e dal punto di vista di storia della civiltà di età

della tecnica) è caratterizzata proprio dalla misura e dal

grado che ha raggiunto l’estraniazione reciproca dei due

mondi del lavoro economico e di quello spirituale, che è

pervenuta quasi all’ostilità di un conflitto culturale”

(E.

Zschimmer, 1920)

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La ricerca del Bauhaus per una nuova alleanza tra tecnica e cultura

• La casa come “macchina per abitare”• La forma come prodotto della “funzione”: la bellezza

scaturisce dal rigore teorico del progetto• La creazione di tipi “standard”: la soddisfazione di esigenze

uguali con mezzi uguali• Semplicità nella varietà: impiego strettamente economico di

spazio, materiale, tempo e denaro• Progettazione scientifica, basata sull’analisi di esigenze

“obiettive” dell’uomo

Note: L’obiettivo della scuola del Bauhaus è di ricomporre il divario tra tecnica e cultura, portando valori di “qualità” nella produzione quantitativa dell’industria

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L’influsso del paradigma scientifico meccanicista sulla cultura progettuale

Il mito della macchina

• La macchina come modello dell’universo: la fisica di Newton• La macchina come metafora del progetto (inteso come prodotto

della progettazione)• La macchina come metafora della progettazione (inteso come

processo intellettuale di ideazione)• La macchina come mezzo attuativo del progetto (strumento

produttivo dell’industria)• La macchina come ideale estetico

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Tecnica e risorse naturaliHeidegger e il mulino, Xenakis e il petrolio

• Il mulino ad acqua utilizza una risorsa ma rimane strettamente dipendente dalla sua disponibilità in quel particolare luogo. L’uso limitato è presupposto per la futura disponibilità di quella risorsa. Architetture dell’energia idraulica.

• Il tratto distintivo della tecnologia moderna è il modello accumulativo: le risorse, l’energia vanno accumulate e rese disponibili in qualunque momento e luogo. Il petrolio e l’International Style.

Il tratto che distingue la tecnica tradizionale rispetto alla tecnologia moderna è il rapporto con le risorse utilizzate (materia o energia):

Rapporto tra materia e manufatti umani:risorse rinnovabili e non rinnovabili

(es: la città di tufo: Napoli) ( es: I. Xenakis e la città cosmica)

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Paul Valery, La conquista dell’ubiquità (1934) Tecnologia e diffusione dell’informazione

• “Come l’acqua, il gas o la corrente elettrica, entrano grazie a uno sforzo quasi nullo, provenendo da lontano, nelle nostre abitazioni per rispondere ai nostri bisogni, così saremo approvvigionati di immagini e di sequenze di suoni, che si manifestano a un piccolo gesto, quasi un segno e poi subito ci lasciano”

Note: La tecnologia moderna permette non solo l’accumulo e la distribuzione delle risorse materiali, ma si configura come società della comunicazione in cui una fornitura immateriale, l’informazione, permea il nostro modo di abitare.L’odierno affermarsi della telematica segna un passaggio ulteriore e connota la società post-industriale, fondata sull’espandersi del settore del terziario dei servizi, rispetto a settori primari come l’agricoltura o secondari come l’industria manifatturiera e il commercio dei beni. Con le tecnologie telematiche l’informazione non è più unilaterale, ma diventa comunicazione interattiva tra soggetti FLR

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La progettazione come rigorosa razionalità delle forme, intese come deduzioni logiche da esigenze obiettive

• L’idea di incorporare determinate discipline scientifiche o modi di pensare nel lavoro di progettazione fu già realizzata alla fine degli anni ’20 da Hannes Meyer alla Bauhaus.

• Già nel 1910, l’architetto Lethaby scrisse: “Siamo entrati nell’era scientifica e le vecchie arti pratiche che lavorano con l’istinto appartengono ad un’epoca completamente diversa. Bisogna incrementare la parte scientifica dei nostri studi e decrementare la parte archeologica” (G. Bonsiepe 1967).

• Per Meyer la progettazione consiste in un’analisi scientifica del programma dei requisiti, da cui la forma, i materiali e addirittura i tessuti e i colori da usare scaturirebbero automaticamente.

Note: La qualità dell’oggetto dipende, secondo questa concezione, dal rigore con cui il metodo progettuale è applicato. La progettazione tecnica comprende tre parti: 1) un sistema coerente di principi, 2) una disciplina operativa che guida l’azione, 3) un apparato critico di retroazione che misura vantaggi e difetti per un’ulteriore ottimizzazione del processo progettuale.

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Limiti della progettazione come processo scientifico di determinazione della qualità

• “L’idea corrente di progettazione è basata sul metodo scientifico di risoluzione dei problemi, sul concetto di ottimizzazione tecnica ed economica. È questo l’ambito di azione del progettista, salvo poi lo scontro e il compromesso su altri tipi di soluzioni progettuali che comunque non lo riguardano come tecnico. Ma questa è solo una comoda illusione: l’equazione progettuale così impostata in realtà non ha soluzione e sta al progettista tentare di accogliere una serie di istanze progettuali, oppure relegarle all’esterno in quanto non di sua competenza alla ricerca di un’ideale soluzione tecnicamente ottima” (M. Abis, C. Ciborra, L’ingegneria dell’invisibile, 1998)

Note: Scriveva L: Sullivan nel 1880: “Credo che ogni problema contenga e suggerisca per sua natura la propria soluzione”. Ciò è vero solo se riconosciamo che il punto di vista da cui osserviamo un problema implica già un’insieme di soluzioni e ne esclude invece altre. La qualità non è un valore fisso: non si può decontesualizzare né dai luoghj né dai tempi e non può quindi dar luogo ad un criterio di determinazione unico. C’è bisogno però in molti campi di regole comuni per assicurare la qualità.

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L’obiettivo del progetto: il raggiungimento di una “qualità” dell’oggetto

• Qualità: L’insieme delle caratteristiche di un’entità che conferiscono ad essa la capacità di soddisfare esigenze espresse ed implicite

• Entità: Ciò che può essere descritto o considerato individualmente

(Definizioni sancite dalla norma tecnica ISO/DIS 8402)

• È Klee che avverte come la “qualità” non sia un valore costante, o una “forma” perfetta, ma un valore che cresce e matura nel tempo dell’umana esistenza: il prodotto di una lunga meditazione sull’avventura interiore, il frutto della più personale, singolare ed irripetibile delle esperienze umane (G. C. Argan, Walter Gropius e la Bauhaus, 1951)

Definizione “tecnica” e definizione “umanistica di qualità

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Adolf LoosOrnamento e delitto (1908)

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Adolf Loos, Ornamento e delitto (1908) Purismo radicale e rigore del progetto

• Evoluzione della cultura come eliminazione della decorazione• La superiorità della civiltà occidentale moderna: il papua e il bambino• La grandezza dell’epoca moderna è che essa è incapace di creare un

nuovo ornamento• L’ornamento non è più organicamente connesso alla cultura industriale

e non ne è quindi l’espressione• L’ornamento è un delitto contro l’economia politica: applicato a cose

che si sono sottratte al destino della decorazione è solo forza-lavoro e materiale sprecati.

• “Ammetto gli ornamenti del cafro, del persiano, (…) del mio calzolaio, perché tutti costoro non hanno altro mezzo per giungere al culmine della loro esistenza. Noi abbiamo l’arte che ha eliminato la decorazione”

• “L’uomo moderno usa gli ornamenti delle culture passate e straniere come più gli piace. La sua capacità inventiva la concentra su altre cose”

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Walter Benjamin , L’opera d’arte nell’epoca della sua

riproducibilità tecnica (1936)

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La perdita dell’ “aura”

• Teoricamente è riproducibile qualsiasi manufatto, ma l’arte tradizionale è caratterizzata

dalla sua esistenza unica e irripetibile nel luogo in cui si trova

• L’ hic et nunc dell’opera d’arte viene svalutato nell’epoca della sua riproducibilità tecnica:

l’oggetto perde la sua “aura”, la sua autorità come cosa

• La tecnica della riproduzione sottrae ciò che riproduce all’ambito della tradizione: essa

pone al posto di un evento unico una serie quantitativa di eventi. Permettendo alla

riproduzione di esistere come originale attualizza ogni volta il riprodotto

• La riproducibilità dell’oggetto rende possibile la sua diffusione sociale: da un valore

cultuale e rituale l’arte assume un valore espositivo e comunicativo

Note: Ha un significato diverso riprodurre fedelmente un mobile del XV secolo, oppure oggetti d’arredo del Movimento Moderno? Nel primo caso si tratta di un falso, nel secondo caso noi riattualizziamo un oggetto che ha il suo originale nell’idea e nel progetto. La poltrona in tubo metallico cromato “Wasily” di M. Breuer prodotta oggi ha la stessa autenticità del pezzo del 1926.

FLR

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L’ “aura” dell’oggetto: storia e natura

• Il concetto di aura a proposito degli oggetti storici è illustrato da Benjamin facendo riferimento agli oggetti naturali:

“Noi definiamo questi ultimi apparizioni uniche di una lontananza, per quanto questa possa essere vicina. Seguire, in un pomeriggio d’estate, una catena di monti all’orizzonte oppure un ramo che getta la sua ombra sopra colui che si riposa – ciò significa respirare l’aura di quelle montagne, di quel ramo. Sulla base di questa descrizione è facile comprendere il condizionamento sociale dell’attuale decadenza dell’aura”

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La decadenza dell’aura:dal carattere cultuale

al carattere espositivo dell’arte

Per Benjamin la fine dell’aura si fonda su due circostanze:

• La prima è quella di rendere le cose “spazialmente e umanamente più vicine”.

• La seconda è la tendenza al superamento della unicità di qualunque dato mediante la ricezione della sua riproduzione.

La distruzione dell’aura segue all’esigenza di impossessarsi dell’oggetto da una distanza il più possibile ravvicinata nell’immagine, nell’effige dello stesso.

L’oggetto integrato nella tradizione è caratterizzato da unicità e durata;

L’oggetto senza aura è caratterizzato invece dalla ripetibilità e labilità

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teatro / cinemaproduzione artigianale /industriale

• L’attore teatrale vive l’ hic et nunc della rappresentazione, la sua prestazione è unitaria; il punto di vista è dato dal pubblico.

• L’attore cinematografico svolge una prestazione scomposta in numerose singole prestazioni - effettuate in momenti e luoghi disparati - ricomposte poi nel montaggio; la macchina da presa sostituisce il pubblico

NB: Il cinema secondo Benjamin offre una possibilità di indagare la realtà sinora sconosciuta, penetrando al suo interno attraverso la scomposizione dei luoghi, dei gesti, dei tempi, ingrandendo o riducendo le cose; nel far ciò riesce a cogliere realtà altrimenti nascoste, un inconscio ottico, paragonabile all’inconscio istintivo indagato dalla psicanalisi

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La riproducibilità della realtà nel film:realismo e immaginazione

• A bloccare al cinema l’accesso al regno dell’arte è il

concepirlo come sterile copia del mondo esterno:

“il film non ha ancora percepito il suo vero senso” (…), che

consiste nella “possibilità che gli è peculiare di portare

all’espressione con mezzi naturali e con una capacità di

convincimento assolutamente incomparabile ciò che è

magico, meraviglioso, sovrannaturale”

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Arte e livello tecnico

• “Uno dei compiti principali dell’arte è stato da sempre quello di generare esigenze che non è in grado di soddisfare attualmente.

La storia di ogni forma d’arte conosce periodi critici in cui questa determinata forma mira a certi risultati, i quali potranno essere ottenuti soltanto ad un livello tecnico diverso, cioè attraverso una diversa forma d’arte. Le stravaganze e le prevaricazioni che da ciò conseguono, specie nelle cosiddette epoche di decadenza, procedono in realtà dal loro centro di forza storicamente più ricco (…) Ogni formulazione nuova, rivoluzionaria di determinate esigenze è destinata a colpire al di là del suo bersaglio”

Esempi: Il Gruppo Archigram (Walking-City e Plug-in City) rispetto alle attuali tecnologie telematiche; il Gruppo dei Metabolisti giapponesi (Studio dei cicli metabolici di Tokio: la città come organismo) rispetto alle attuali tecnologie per il riciclaggio e la gestione del ciclo di vita dei manufatti

FLR

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Una transizione di scenario: dalla Modernità alla Post-modernità

• Paradigma scientifico meccanicista• Riduzionismo • Produzione in serie

• Tempo lineare progressivo• Tecnologia meccanica• La produzione come processo lineare

aperto

• Il “nuovo” come valore• Prevalenza dell’hardware• Controllo sulla macchina

• Unità progettuale: il prodotto

• Simbolo della tecnologia: la macchina, le grandi dimensioni

• Progetto “trasparente”

• Paradigma scientifico neo-organicista• Scienze della complessità • De-standardizzazione del prodotto

industriale•• Fine del mito del progresso• Tecnologia elettronica e dell’informazione • La produzione come processo ciclico chiuso

• Il “riuso” come valore• Prevalenza del software• Autoregolazione delle macchine

• Unità progettuale: il prodotto-nel-suo-ambiente

• Simbolo della tecnologia: la smaterializzazione, dimensioni minime

• Progetto opaco