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PERCORSO 1: MEMORIE, LUOGHI, TERRITORI IL CALENDARIO CONTADINO Corso di Antropologi a Culturale GIOVEDI 17 OTTOBRE 2013 QuickTime™ e un decompressore sono necessari per visualizzare quest'immagine.

Corso di Antropologia Culturale

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Corso di Antropologia Culturale. PERCORSO 1: MEMORIE, LUOGHI, TERRITORI IL CALENDARIO CONTADINO. GIOVEDI 17 OTTOBRE 2013. Il rito: considerazioni iniziali. - PowerPoint PPT Presentation

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Page 1: Corso di Antropologia Culturale

PERCORSO 1:

MEMORIE, LUOGHI, TERRITORI

IL CALENDARIO CONTADINO

Corso di Antropologia

Culturale

GIOVEDI 17 OTTOBRE 2013

QuickTime™ e undecompressore

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Page 2: Corso di Antropologia Culturale

Il rito: considerazioni iniziali

Impiego diffuso dei

termini rito e rituale: rischio di vedere tutto come un rito: lavarsi i denti

è un rito?

Rito difficile da definire (come ogni componente della cultura)

Diverse teorie sull’origine del termine: ritus,

ordine prescritto.

Associato al greco artus

(ordinariamente), ararisko

(armonizzare, adattare), arthmos (legame,

congiunzione)

Page 3: Corso di Antropologia Culturale

Alcune interpretazioni del rito

Rito come elemento di

coesione sociale (E. Durkhéim)

Rito come forma di

comportamento che

comprendono trasmissione di informazioni in

un codice di comunicazione

codificato (e condiviso) (E.

Leach)

Rito come mezzo per provare

efficacia di un sistema di simboli

che acquistano significato per una

collettività (M. Mauss, M. Douglas)

Page 4: Corso di Antropologia Culturale

Perché è così importante il calendario contadino?

Tempo contadino

= ciclico.

Corrisponde alla periodicità dei riti e delle

feste

Tempo contadino =

esprime ritmo della

vita collettiva,

ne garantisce

la regolarità

Ciclo di morte e rinascita

Page 5: Corso di Antropologia Culturale

I riti di passaggio

Riti di passaggio: titolo dell’opera di A. Van Gennep.

Schema interpretativo su manifestazioni sia individuali sia collettive dalla nascita alla morte

Idea centrale di Van Gennep:

Ogni periodo della vita (umana o ciclo annuale) passa attraverso diverse fasi (di passaggio) ricche di avvenimenti.

3 stadi dei riti di passaggio

Secondo Van Gennep un rito deve essere indagato nel suo contesto culturale; non ha inoltre un valore definito ma cambia a seconda del tempo

Page 6: Corso di Antropologia Culturale

Da equinozio di primavera a equinozio

autunnale

Da equinozio autunnale a equinozio di primavera

Si intensificano i ritmi lavorativi nei campi

I ritmi produttivi rallentano, ripresa dei

legami sociali

ATTIVITA’ ANNUALE DEL CONTADINO

Page 7: Corso di Antropologia Culturale

ciclo dell’anno nelle aree alpine

Due momenti fondamentali

Estate e inverno

“Otto mesi d’inverno e quattro d’inferno”,

proverbio che scandisce e organizza il ciclo dell’anno sulle Alpi

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Page 8: Corso di Antropologia Culturale

AGROSILVOPASTORALISMO

Coltivazione

Allevamento

+

Campi e prati vicino al villaggio

Pascoli d’alta quota (alpeggi)

Page 9: Corso di Antropologia Culturale

I marcatori del tempo contadino: il giorno

1 Unità di misura della società contadina (giorno = aratura dei campi)

2 Importanza del buio e della luce, chiaro e scuro

3 Osservazione dei comportamenti animali

4 Rintocchi delle campane, religione popolare

Page 10: Corso di Antropologia Culturale

La settimana

Scorrere della settimana = tempo intercorso tra due mercati

Page 11: Corso di Antropologia Culturale

Il mese

Dura all’incirca una lunazione e

ad essa è associato (non coincidenza tra

fasi lunari e mese)

Suddivisione nella società contadina dei mesi fasti e nefasti:

31 giorni = positivi

30 giorni= negativi

29 giorni= nefasti

Kalendae romane (scadenzario dei

prestiti concessi dai banchieri, dove gli

interessi erano pagati il 1° giorno

del mese)

Importanza dei mesi nei cicli dei 12 giorni

Page 12: Corso di Antropologia Culturale

L’anno

Importanza della ciclicità del tempo

Cerimonie religiose = sovrapposizioni di credenze e aspetti rituali differenti

Page 13: Corso di Antropologia Culturale

Il ritmo della luna

Luna = vero e più importante regolatore dei ritmi tradizionali

Rapporto uomo-luna = riconoscimento di

influssi positivi e negativi

Osservazione luna = codificazione di norme e comportamenti di natura

orale del calendario contadino

Page 14: Corso di Antropologia Culturale

Cosa determina le feste mobili?

Luna di Pasqua : il

primo plenilunio che cade

dal 21 marzo in poi = Pasqua la domenica

successiva

Concilio di Nicea, 325:

Pasqua mobile su modello

Pasqua giudaica

Luna di Pasqua interessa vasta parte del tempo che la precede e segue

Page 15: Corso di Antropologia Culturale

Date lunari

2 febbraioPrevisioni sulla primavera

Osservazione astro lunare

Proverbi e modi di dire per facilitare il

ricordo e orientarsi

nell’associazione tra lune e mesi:

“è inutile aspettarsi bel

tempo da questo marzo, la luna è in

ritardo”

Animale mitico: orso

Animali mitici: cane, lumaca,

marmotta

Simboli e presenze della luna per la loro forma o il loro

modo di essere

Page 16: Corso di Antropologia Culturale

gennaio febbraio marzo

Pronostici “dei dodici giorni”

Epifania (inizio carnevali)

Iniziavano i lavori di potatura secca delle

viti

Carnevali, passaggio al

periodo quaresimale

Lavori di concimazione della vite

Riti della “chiamata di marzo”

Trattamenti antiparassitari

della vigna

Sarchiatura del terreno del grano

Inizio concimazione

campi di granturco

Aratura e sarchiatura del terreno dell’orto

INVERNO-PRIMAVERA

Divieto di cominciare i lavori produttivi nei primi 8 giorni di luna nuova: effetti nefasti per le colture e l’allevamento

Page 17: Corso di Antropologia Culturale

aprile maggio Giugno-agosto

Questua delle uova

25 aprile (San Marco) = ciclo della

bachicoltura

Calendimaggio

Sarchiatura del terreno nei campi di granturco

Festa di San Giovanni

Festa di San Pietro e Paolo

Lavori nei campi

Sarchiatura del terreno delle viti

San Pietro: mietitura del grano

Sfoglio del granturcoPRIMAVERA-ESTATE

Page 18: Corso di Antropologia Culturale

Settembre-ottobre

novembre-dicembre

Settembre: Tempo della vendemmia

Aratura ed erpicatura del campo di grano

Raccolta delle pannocchie e

spannocchiaturax

Ottobre : concimazione

della terra delle vigne

Semina ed erpicatura del

grano

30 Novembre: inizio dell’inverno

Feste dei morti

Dicembre: messa a dimora dei nuovi

vigneti, interruzione

lavorazione viti

Concimazione terreno dell’orto

Dicembre: uccisione maiale

Festa di Santa Lucia

NataleAUTUNNO-INVERNO

Page 19: Corso di Antropologia Culturale

progressivo decadimento delle condizioni economiche, sociali, culturali degli

ambiti montani e rurali

rapido sviluppo industriale e abbandono della campagna da parte dei giovani

a

Situazione italiana negli anni ’50 e ‘60

Industria = riscatto alla condizione contadina

Page 20: Corso di Antropologia Culturale

“rustico, allegro, beone,

furbastro e bonaccione, ben

pasciuto e festaiolo”

selvaggio, poco adatto alla vita

urbana

estraneo alla modernizzazione

in corso

L’immagine del contadino

Page 21: Corso di Antropologia Culturale

bInterruzione processo di inculturazione basato su

apprendimento orale e gestuale

I contadini che rimangono in montagna

rifiutano il modello

tradizionale e mutuano i modelli

culturali urbani

Page 22: Corso di Antropologia Culturale

Lo sci diventa uno sport di massa,

crescono le stazioni sciistiche.

Ripresa del turismo estivo

Urbanizzazione in espansione

Turismo invernale si apre a presenze

straniere

c Sviluppo del turismo

Page 23: Corso di Antropologia Culturale

l’esodo da aree rurali a urbane dà vita ad agglomerati e poli di industrializzazione

sviluppo metropoli = nascita di problematiche alla base della futura

crisi del modello urbano (carenza di servizi,

disoccupazione, inquinamento)

a

Città e campagna negli anni ’70 e ’80

Page 24: Corso di Antropologia Culturale

rapida ed inaspettata ripresa di interessi culturali ed economici verso contesti

rurali. Interesse non al lavoro nei campi, ma ai valori e stili di vita tradizionali

b

Page 25: Corso di Antropologia Culturale

perdita delle garanzie che anni prima avevano spinto l’individuo a lasciare le campagne e le montagne: posto di lavoro,

assistenza sanitaria, pensioni ecc…

contesto urbano e tempo urbano = percepiti come

negativi

a

Gli anni ’90: la crisi

Page 26: Corso di Antropologia Culturale

di fronte al profondo malessere che mette in discussione certezze e valori = nuovo

interesse verso la tradizione

recupero di pratiche e credenze della

dimensione rituale popolare

attraverso forme diverse

b

Page 27: Corso di Antropologia Culturale

Pendolari Società complesse: sistema societario

formato da più formazioni sociali, culture, modi di produzione, organizzazione politica

che interagiscono tra loro

(L. Gallino).

Pendolari = si muovono regolarmente tra formazioni sociali differenti, es.

insegnanti, studenti

Pendolarità determina attenzione a cultura locale e riproposta di feste e cerimonie

Page 28: Corso di Antropologia Culturale

Alcuni esempi di rivitalizzazione di beni culturali da parte dei “pendolari”

Il gruppo spontaneo di Magliano Alfieri (CN) nasce nel 1968.

Tra i beni DEA rivitalizzati rientrano: la questua delle uova, il cantarmaggio, il carnevale e la creazione di un museo dei soffitti in gesso piemontesi

Page 29: Corso di Antropologia Culturale

Video: Il Faber Teater presenta lo spettacolo “Donne e Patriarchi”

Video: la complessità della tradizione

Page 30: Corso di Antropologia Culturale

Cosa sono i beni DemoEtnoAntropologici (DEA)

Sottoinsieme della cultura

Tutte le conoscenze, credenze, modelli di comportamento e prodotti di un gruppo

umano

Fanno riferimento alla nostra società e alle

differenze nella struttura sociale (di classe, di

reddito, di accesso alle risorse ecc)

Studio delle culture delle

classi popolari o subalterne

Page 31: Corso di Antropologia Culturale

La natura dei beni DEA

BENI MATERIALI

Manufatti e altri beni “tangibili”

BENI IMMATERIALI

Patrimonio orale =canti, racconti, feste, immaginario

Divisione tra beni materiali e immateriali non sempre netta

I beni DEA sono parte del nostro patrimonio culturale

Page 32: Corso di Antropologia Culturale

Dove si trovano i beni DEA?

1

Musei etnografici ed

ecomusei (beni materiali)

Sistema di raccolta e

catalogazione dei vari reperti (schede BDM)

2

Territorio (beni

materiali e immateriali)

Raccolta con mezzi audiovisivi e

catalogazione (schede BDI)

Page 33: Corso di Antropologia Culturale

Da cosa nasce l’interesse per i beni DEA?

Patrimonio culturale/paesaggistico

Patrimonio culturale = appartenente alle classi agiate

Page 34: Corso di Antropologia Culturale

1800. Grandi Esposizioni Universa:li

spostamento di interesse dai beni

“aulici” a quelli popolari

Timore della crescente industrializzazione

Maggiore interesse verso testimonianze materiali inserite nel

paesaggio: nascono i siti culturali

Page 35: Corso di Antropologia Culturale

Il punto di vista legislativo

1 Beni DEA = attenzione da parte del Ministero per i Beni culturali nel 1939. Legge n. 1098 “Tutela delle

cose di interesse artistico e storico”

22004: giro di boa nei confronti dei beni DEA:

Ministero per i Beni Culturali emana il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio: patrimonio

culturale e paesaggistico hanno uguale importanza

Page 36: Corso di Antropologia Culturale