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Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
E. Marchetti
3
CONCETTI di BASE della MACROECONOMIA
Metodo: come nell’economia politica in generale, si fonda su quattro pilastri:
I) Razionalità dei soggetti II) Efficienza
III) Equilibrio
IV) Modelli formalizzati Nel corso ci focalizzeremo su III e IV, cioè Equilibrio e Modelli matematici
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Oggetto d’indagine: Agenti aggregati:
- Famiglie (consumatori e proprietari di fattori produttivi)
- Imprese (di proprietà delle famiglie)
- Settore pubblico
- Settore estero Variabili aggregate
- Prodotto e sue componenti (consumi, investimenti, export, import, ecc). - Livello medio dei prezzi (indice dei prezzi – IPC) - Indicatori aggregati del mercato del lavoro – soprattutto tasso di disoccupazione - Moneta e variabili finanziarie (tassi di interesse, debito pubblico, masse monetarie, ecc.)
La macroeconomia studia i fenomeni economici e il comportamento degli agenti
economici aggregati – la microeconomia studia invece fenomeni e agenti singoli.
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CONCETTI di BASE della MACROECONOMIA
Sviluppo storico: Le questioni macroeconomiche sono sempre state presenti nelle ricerche degli economisti, sin dall’inizio (Smith,
Ricardo, Marx…) La “rottura” avviene però con la Grande Depressione – Keynes e la “Teoria Generale”
Sviluppi successivi: la sintesi neoclassica anni ‘50 – ‘60 il monetarismo e la anni ’70 – ‘80 nuova macroeconomia classica la nuova economia keynesiana anni ’80 – oggi
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Temi di ricerca attuali:
- La presenza e il livello della disoccupazione - La relazione tra disoccupazione e prodotto aggregato (correlazione negativa) - Crescita generalizzata dei prezzi (inflazione) – o diminuzione (deflazione) - L’andamento dinamico (comovimento) di tutte queste (più altre) variabili aggregate – cioè il ciclo economico. - La persistenza, in alcuni momenti, di bassa produzione e/o occupazione – depressione o stagnazione. - La crescita di lungo periodo, fenomeno molto marcato nei paesi sviluppati - La mancanza di questa stessa crescita di lungo termine in molti paesi in via di sviluppo
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CENNI di CONTABILITA’ NAZIONALE
Settori produttivi
sett. A sett. B Impieghi finali Quantità totali
Aa Ab AC AI A= AC+AI+Aa+ Ab Tipi di beni Ba Bb BC BI B= BC+BI+Ba+Bb
Lavoro Na Nb
Capitale Ka Kb
Prezzi beni Pa Pb
Definizioni: PIL: )]([)]([ babbaa BBBPAAAPY +−++−= val. totale: ][][ ICbICa BBPAAPY +++= val. aggiunto: )()( bbbababaaa BPAPBPBPAPAPY +−++−= = ∑
=Π+++=
baj
Tjj
Ejj DiKWNY
.][ = reddito naz. lordo
Da una realtà multisettoriale a una fotografia aggregata:
v.a. sett. A v.a. sett. B
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Se l’economia è chiusa e senza P.A.: RNL = PIL Se l’economia è aperta e senza P.A.: PNL = PIL + redditi netti dall’estero.
La Pubblica Amministrazione ⇒ Contributi e imposte sulla produzione:
RNL= PNL+ contributi alla prod. – imposte indirette
⇒ Reddito disponibile (YD): imposte dirette, trasferimenti, ecc.
YD = RNL – TΠ – imposte dirette + trasferimenti
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Il circuito economico:
famiglie
lavoro
Redditi non da lavoro
Beni di investimento
Beni di consumo
titoli
Stato
imprese
Settore estero
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Dal precedente schema del circuito si ottengono alcune relazioni: le
Identità fondamentali di contabilità nazionale
I) economia chiusa senza P. A.
Y = C + Sh + Sf Prima identità fondamentale: Y = C+S Seconda identità fondamentale: Y = C+I Dalle prime due abbiamo: C +S = C + I cioè: Terza identità fondamentale: S = I
Risparmio famiglie
Risparmio imprese
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II) economia chiusa con P. A. Il PIL non coincide più con il reddito netto alle famiglie:
YD =Y – TΠ – T + TR Memo: risparmio delle imprese (Sf) = profitti non distribuiti ( TΠ ) Quindi è: Y – Sf – T + TR = C + Sh cioè : Prima identità fondamentale: Y = C + S + T – TR Seconda identità fondamentale: Y = C + I + G Dalle prime due abbiamo: C+S+T–TR = C+I+G, cioè: Terza identità fondamentale: S = I + (G + TR – T) Disavanzo
pubblico
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III) economia aperta con P. A.
YD è lo stesso di II) se i redditi netti dall’estero sono nulli. Quindi la prima identità è invariata. Prima identità fondamentale: Y = C + S + T – TR La seconda, invece tiene conto degli impieghi dei beni prodotti; ora ci sono importazioni Z e esportazioni X: Z+Y = C + I + G+X, cioè: Seconda identità fondamentale: Y = C + I + G +(X – Z) Dalle due precedenti, abbiamo:
Terza identità fondamentale: S = I + (G+TR – T)+ (X – Z) Disavanzo
con l’estero (se < 0)
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ALCUNE DEFINIZIONI IMPORTANTI
1) MEMO: Differenza tra stock e flussi. 2) PIL reale il PIL è: ∑
==
1,,
jtjtjt YPY Il PIL reale è: ∑
==
1,0,
jtjj
Rt YPY
3) Tasso di crescita del PIL reale è dato da: Rt
Rt
Rt
YYY
1
1
−
−−
4) Tasso di disoccupazione: è dato da: t
ttt FL
NFLu −=
con i prezzi a un certo periodo di riferimento t = 0
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5) Deflatore implicito del PIL è dato da: ∑
∑
===
===
= =
106,95,
106,06,
06
jtjtj
jtjtj
t YP
YPDeF con anno base 1995.
6) IPC (indice prezzi la consumo) è dato da: ∑
∑
===
===
= =
195,95,
195,06,
06
jtjtj
jtjtj
t YP
YPIPC con anno base 1995
7) Tasso di inflazione è dato da: 1
1
−
−−=
t
ttt IPC
IPCIPCπ oppure: 1
1
−
−−
t
tt
DeFDeFDeF
è simile al deflatore – differenti valori di Y…
è il tasso di variazione di un indice dei prezzi tra due periodi
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Alcuni dati storici dell’economia italiana:
Le componenti (nominali) del Prodotto interno:
PIL, Consumi e investimenti a prezzi correnti (milioni di Eurolire)
-
200.000
400.000
600.000
800.000
1.000.000
1.200.000
1.400.000
1970
1971
1972
1973
1974
1975
1976
1977
1978
1979
1980
1981
1982
1983
1984
1985
1986
1987
1988
1989
1990
1991
1992
1993
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
PIL
Consumi
Investimenti
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La crescita reale dell’economia italiana in un trentennio…
PIL, consumi e investimenti - Italia (prezzi 1995)
-
200.000
400.000
600.000
800.000
1.000.000
1.200.000
1970
1971
1972
1973
1974
1975
1976
1977
1978
1979
1980
1981
1982
1983
1984
1985
1986
1987
1988
1989
1990
1991
1992
1993
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
PIL realeConsumi realiInvestimenti reali
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Fluttuazioni cicliche dell’economia italiana 1970-2003:
Tassi di variazione di PIL, Inflazione e occupazione
-5
0
5
10
15
20
25
1970
1971
1972
1973
1974
1975
1976
1977
1978
1979
1980
1981
1982
1983
1984
1985
1986
1987
1988
1989
1990
1991
1992
1993
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
Anni
Tass
i di v
aria
zion
e
InflazioneOccupazionePIL
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DALLA CONTABILITA’ NAZIONALE ALLA TEORIA ECONOMICA
Prima tappa: Il modello AD – AS ci arriveremo per gradi, costruendo vari modelli con le seguenti
Ipotesi: - investimenti esogenamente fissati - Struttura monetaria data - economia chiusa - i prezzi e salari monetari sono dati, o rigidi (breve periodo)
per poi rimuoverle una ad una…
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IL PRINCIPIO della DOMANDA EFFETTIVA
Dalla spesa aggregata alla domanda aggregata Grandezze ex post: ciò che effettivamente si realizza Grandezze ex ante ciò che gli agenti decidono di produrre (o acquistare) o programmate:
Ex ante
Ex post
Domanda aggregata
Spesa aggregata
C, I
C, Iex post
AD = C+I
C + Iex post
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• Se le imprese prevedono correttamente la produzione da piazzare: Y = AD = C + I
• Se le imprese NON prevedono correttamente la produzione da piazzare: ADY ≠
Nel caso in cui ADY ≠ si può avere:
• Se Y > AD allora Y > C+I e quindi Iex post > I
• - Se Y < AD allora Y < C+I e quindi Iex post < I
Y > AD Y < AD
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Dalle relazioni di contabilità nazionale (S = Y – C), si ha anche che:
• Se Y > AD allora S > I
• - Se Y < AD allora S < I
Vale però sempre la relazione ex post: S = Iex post Se facciamo la seguente Vale il principio fondamentale dell’economia keynesiana:
Ipotesi fondamentale: gli aggiustamenti sulle grandezze ex ante riguardano principalmente le quantità
Principio della domanda effettiva: Il livello della domanda aggregata AD determina il livello della produzione Y
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Il principio della domanda effettiva vale almeno finché non si raggiunge il livello Yp = reddito potenziale.
Come si determina il reddito potenziale Yp? Funzione di produzione: ),( KNFY = nel breve periodo: )( pp NFY =
Y=F(N)
Np
Yp
Y
N
Y=FS(N)
Y=F(N)
Y
Yp
Y*
N* Np N
Il livello potenziale La disoccupazione strutturale
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w
ND
NS
wp
Np N
Mercato del lavoro a livello macro – analisi pre-keynesiana
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IL MODELLO REDDITO – SPESA
Ipotesi semplificatrici: - livello di capitale fisico dato (analisi di breve periodo) - i prezzi e salari monetari sono dati, o rigidi, almeno nel breve periodo - investimenti esogenamente fissati - economia chiusa
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La funzione del consumo: Esempio: dai dati recenti dell’economia italiana si ottiene una funzione (lineare) del consumo stimata: YDC ⋅+≅ 7.08.2
Relazione C - YD Italia 1980-2003
200000
250000
300000
350000
400000
450000
500000
550000
600000
650000
700000
500000 550000 600000 650000 700000 750000 800000 850000 900000
Reddito disponibile (mln €)
Con
sum
i (m
ln €
)
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In generale avremo la seguente funzione del consumo: cYDCC +=
c = propensione marginale al consumo C = consumo autonomo
C/YD
cYDCC +=
YD
C
c
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Il modello completo senza settore pubblico risulta cYCC +=
Il modello in Graficamente: forma strutturale:
45°
cYICAD ++=
Y
Y*
AD*
AD
IC +
ADY =
O
⎪⎪⎩
⎪⎪⎨
⎧
=
+=
+≡=
IIcYCC
ICADADY
Soluzione del modello: )(1
1* ICc
Y +−
=
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Effetto di una variazione degli investimenti autonomi (cioè di I):
equilibrio al tempo 0 )(1
1000 IC
cY +
−=
equilibrio al tempo 1 )(1
1101 IC
cY +
−=
la variazione tra i periodi 0 e 1: Ic
IIc
YYY Δ−
=−−
=−=Δ1
1)(1
10101
Effetti di una variazione delle componenti autonome: Ac
Y Δ−
=Δ1
1
c−11 = moltiplicatore
componenti autonome
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Il processo dinamico sottostante il moltiplicatore
Incremento di domanda Incremento di reddito-produzione
I fase AΔ
AY Δ=Δ1
II fase: YcC 11 Δ=Δ AcYcCY Δ=Δ=Δ=Δ 112
III fase:
YcC 22 Δ=Δ AcAccYCY Δ=Δ⋅=Δ=Δ=Δ 2223
…. …. ….
successione degli incrementi di domanda: L,,,, 32 AcAcAcA ΔΔΔΔ
e l’incremento totale di Y è dato dalla somma di tutte queste variazioni:
∑∑∞
=
∞
=Δ=Δ=Δ+Δ+Δ+Δ=Δ
00
32 ,i
i
i
i cAAcAcAcAcAY L
dalle note proprietà delle serie geometriche: cAcAY
i
i
−Δ=Δ=Δ ∑
∞
= 11
0
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Graficamente:
45°
AD
Y
Y*
AD
ICA +=
ADY =
O
AA Δ+
'AD
Y**
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La funzione del risparmio Ricordate che: CYS −= quindi: YDcCS )1( −+−= Questa è la funzione del risparmio; in assenza di P.A.: YcCS )1( −+−= Vogliamo mostrare che:
l’equilibrio reddito – domanda aggregata: Y = AD
equilibrio risparmi – investimenti: S = I
cioè il reddito di equilibrio Y* è lo stesso nei due casi
è equivalente all’
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32
Graficamente:
cYDCC +=
YD
S,C
cC
C− s = 1 – c
YDcCS )1( −+−=
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33
Equilibrio nel mercato risparmi – investimenti.
Graficamente:
soluzione: IYcC =−+− )1( ( )IC
cY +
−=
11*
Y
sYCS +−=
C−
I
Y*
S,I
Il sistema è: ⎪⎩
⎪⎨
⎧
=
−+−=
=
IIYcCS
IS)1(
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34
Il paradosso della parsimonia Che succede se aumenta la propensione marginale al risparmio (cioè s )?
Y
sYCS +−=
C−
I
Y*
S,I
YsCS '+−=
Y**
con: s’ > s la pendenza della funzione del risparmio aumenta.
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35
Il modello reddito-spesa con lo stato Aggiungiamo imposte e trasferimenti autonomi
il modello diventa:
⎪⎪⎪⎪⎪
⎩
⎪⎪⎪⎪⎪
⎨
⎧
==
=
=
+−=+=
++≡=
IIGGTRTR
TTTRTYYD
cYDCCGICAD
ADY
La nuova funzione del consumo: cYTTRcCC +−+= )(
Il nuovo equilibrio: ])([1
1 IGTTRcCc
Y ++−+−
=
moltiplicatori fiscali:
⎪⎪⎪
⎩
⎪⎪⎪
⎨
⎧
Δ−
=Δ
Δ−
=Δ
Δ−
−=Δ
Gc
Y
TRc
cY
Tc
cY
11
1
1
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Il teorema di Haavelmo (moltiplicatore del bilancio in pareggio) Una variazione contemporanea di tasse e spesa pubblica:
Tc
cGc
Y Δ−
−Δ−
=Δ11
1
Se TG Δ=Δ (bilancio in pareggio), il risultato finale è:
GGccY Δ=Δ
−−
=Δ11
e quindi il moltiplicatore della spesa pubblica è pari a 1.
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Caso più generale: imposte e trasferimenti dipendenti dal reddito un aggiunta di realismo: tYTT += e YtTRTR r−= Funzione del consumo: YttcTTRcCC r )1()]([ −−+−+=
Equilibrio: ])([)1(1
1 IGTTRcCttc
Yr
++−+−−−
=
La tassazione proporzionale al reddito modifica la pendenza della AD, riducendo il moltiplicatore; essa agisce come uno stabilizzatore automatico rispetto a fluttuazioni della componente autonoma A della domanda aggregata.
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38
LA SCHEDA IS E GLI INVESTIMENTI Analizziamo i comportamenti dietro l’altra principale componente della AD: gli INVESTIMENTI I
endogenizzazione delle:
Le decisioni di investimento che vengono effettuate dalle imprese Gli investimenti dipendono (tra l’altro) da una variabile (aggregata) fondamentale dell’economia: il tasso di interesse In quale modo le imprese decidono (nell’aggregato) il livello di investimenti da effettuare?
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39
Partiamo da un’impresa singola.
Costo di acquisto dell’impianto (cioè costo iniziale dell’investimento)
Flusso dei ricavi attesi futuri (al netto di costi correnti)
KP
nRRR ,,, 21 L
Come confrontare KP con gli iR , che riguardano somme a date future? Dalla matematica finanziaria, usiamo la formula: MiS =+ )1( tra due anni: MiS =+ 2)1( M tra n anni: MiS n =+ )1(
Dunque il valore attuale del flusso dei profitti è: nn
iR
iR
iR
iRVA
)1()1()1(1 33
221
+++
++
++
+= L
Quindi in generale è: niMS
)1( +=
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40
La regola generale è: Consideriamo per semplicità un anno solo di vita dell’investimento.
Se: i
RPVAP KK +<⇒<
11 cioè:
Se: i
RPVAP KK +>⇒>
11 cioè:
L’investimento è conveniente se:
VAPK <
L’investimento non è conveniente se:
VAPK >
1)1( RiPK <+ è meglio effettuare l’investimento che prestare i fondi
1)1( RiPK <+ è meglio prestare i fondi che effettuare l’investimento
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41
Alternativamente:
Qual è il tasso di rendimento che eguaglia il costo dell’investimento al flusso dei profitti attesi? Cioè: qual è il particolare tasso – chiamiamolo ρ – per cui vale: ?
nn
KRRRRP
)1()1()1(1 33
221
ρρρρ +++
++
++
+= L
il valore di ρ che risolve questa equazione è detto: saggio di rendimento interno dell’investimento Nel caso di un solo anno: 1)1( RPK =+ ρ
VAPK =
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42
Esprimiamo ora il criterio di scelta dell’impresa in termini di tassi di rendimento ρ e di interesse i.
l’investimento conveniente se: VAPK <
definizione di valore attuale dell’investimento: nn
iR
iRVA
)1(11
+++
+= L
definizione di saggio di rendimento interno: nn
KRRP
)1(11
ρρ +++
+= L
Unendo le tre relazioni:
Dunque se: l’impresa effettuerà l’investimento.
nn
nn
iR
iR
iRRRR
)1()1(1)1()1(1 221
221
++
++
+<
++
++
+LL
ρρρ
i>ρ
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43
Nell’aggregato, ordiniamo tutti gli investimenti in base ai loro ρ:
K
K
>>>> 4321
4321
ρρρρKKKK
Se: investimenti convenienti
1ρ>i
nessuno
21 ρρ >> i 1K
32 ρρ >> i 21 KK +
43 ρρ >> i 321 KKK ++
M M
Dalla tabella emerge una: Relazione inversa tra i e la quantità di investimenti
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44
I singoli progetti di investimento saranno piccoli rispetto al totale,
In tal caso il saggio ρ del progetto conveniente al margine viene detto: efficienza marginale del capitale
I
i
ρ
I0
i0
I1
i1
dunque la successione precedente può essere approssimata da una funzione continua: )(iII = con 0<
didI
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45
La funzione IS
⎪⎪⎪⎪⎪
⎩
⎪⎪⎪⎪⎪
⎨
⎧
==
−=
+=+−=
+=
++≡=
)(iIIGG
YtTRTRtYTT
TRTYYDcYDCC
GICADADY
r
Se: ↑i ⇒ ( )↓iI ⇒ ↓*Y dunque emerge:
una relazione tra Y* e i che prende il nome di funzione IS
Lo schema reddito spesa integrato dalla funzione degli investimenti:
)]([)1(1
1* iIAttc
Yr
+−−−
=
livello di equilibrio del reddito:
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46
biII −=
In tal caso la funzione IS è data da: ])([)1(1
1 biIGTTRcCttc
Yr
−++−+−−−
=
i
IS
mb
Y mE
Per comodità, approssimiamo la funzione degli investimenti con una equazione lineare:
in modo più compatto: mbimEY −=
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Punti al fuori della IS denotano situazioni di disequilibrio nel mercato dei beni:
i
IS
Y>AD
Y’’ Y0 Y’
Y<AD
Y
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LA SCHEDA LM E IL MERCATO DELLA MONETA
Come si determina il tasso di interesse? nei mercati finanziari, in cui si trattano e si scambiano: - azioni - obbligazioni - titoli del debito pubblico - alcune forme di credito bancario - derivati Considereremo, per semplicità, un unico titolo aggregato che rappresenta l’insieme delle attività finanziarie:
un’obbligazione irredimibile a reddito fisso; cioè:
un titolo che frutta un flusso di interessi costante in ogni periodo e che non
viene mai rimborsato; cioè:
una rendita perpetua.
le attività finanziarie
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49
Caratteristiche di una rendita perpetua:
L’obbligazione non viene mai restituita; quindi il suo valore attuale è: L++
++
++
= 32 )1()1(1 icp
icp
icpPB
Il secondo membro è una serie geometrica: i
cpPB =
Dunque esiste una relazione inversa tra il prezzo di una rendita perpetua e il tasso di interesse; tale relazione è valida (seppur in forme diverse) per qualunque titolo.
PB = prezzo del titolo (il suo valore di mercato) cp = cedola (pagamento a cui il titolo da diritto) i = tasso di interesse.
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50
Tra le attività finanziarie ve ne è una assai speciale: la moneta Studieremo la struttura finanziaria dell’economia semplificando: esistono solo due attività finanziarie: 1) il titolo di cui sopra 2) la moneta Il tasso di interesse si determina nel mercato dei titoli, ma noi vedremo come invece esso viene influenzato da ciò che accade nel mercato della moneta, perché esiste una stretta relazione tra i due mercati
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51
La legge di Walras (nel settore finanziario) Deriva dal vincolo di bilancio aggregato per la ricchezza finanziaria, detto vincolo di bilancio patrimoniale:
Ricchezza reale complessiva: Domanda di attività finanziarie:
Vincolo della ricchezza finanziaria: RDF ≤ cioè: PPB
PM
PPBL BB
d ⋅+=
⋅+
una conseguenza è che:
eccesso di domanda
sul mercato della moneta
eccesso di domanda sul mercato dei titoli
PPB
PMR B⋅
+≡ P
PBLD Bd
F ⋅+≡
0=⎟⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛ ⋅−
⋅+⎟
⎠⎞
⎜⎝⎛ −
PPB
PPB
PML BB
d
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52
La moneta è un oggetto economico speciale; essa è contemporaneamente:
mezzo con cui si effettuano i pagamenti
unità di conto del sistema (misura del valore)
riserva di valore nel tempo (attività finanziaria) Rispetto alle altre att. Finanziarie, la moneta offre un servizio particolare: la liquidità:
i titoli (in genere) non possono acquistare direttamente beni materiali; la moneta sì;
i titoli fruttano interessi positivi; la moneta è in genere infruttifera. Vari tipi di moneta: i) legale (detta base monetaria) ii) consuetudinaria iii) bancaria
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53
L’offerta di moneta È creata dal sistema bancario: Banca Centrale (BC) + istituti di credito Consiste in: M = CU + DE I comportamenti dei soggetti economici determinano l’offerta di moneta.
1. La banca centrale controlla la base monetaria: H = CU + RE (RE = riserve obbligatorie)
2. Le banche determinano l’ammontare di crediti concessi al pubblico
3. Il pubblico determina quanto depositare nelle banche, cioè sceglie il rapporto DECUcu =
Circolante Depositi presso le banche
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54
La banca centrale immette base monetaria H nell’economia attraverso:
- canale economia: rifinanziando gli istituti di credito
- canale Stato: acquistando titoli del debito pubblico
- canale estero: la BC fornisce o ritira valuta estera
dunque la BC fissa: il livello di H e il rapporto DEREre = (coefficiente di riserva)
Base monetaria: RECUH += da cui: DErecuH ⋅+= )( Inoltre: DECUM += cioè: DEcuM ⋅+= )1( Facendo il rapporto tra M e H: quindi:
mmrecu
cuHM
=++
=1
Hrecu
cuM++
=1
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55
Il meccanismo del moltiplicatore monetario: si basa sul credito. Es. 1000=ΔH e 5=mm avremo: 5000=ΔM L’aumento di offerta di moneta è maggiore dell’aumento di base monetaria Perché? - una parte dell’incremento di mezzi di pagamenti viene depositata dai privati nelle banche (in base a cu) - le banche vedono aumentare i depositi; a questo punto aumentano il credito, dando a prestito parte dei depositi; - questo credito genera altri pagamenti e scambi, che vanno quindi ad aumentare i depositi un’altra volta, ecc.
…….
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56
Offerta di moneta in termini reali: PH
recucu
PM
⎟⎠⎞
⎜⎝⎛
++
=1
M/P
PHm
PM m= i
La BC controlla H tramite: - regolazione diretta - regolazione indiretta - cambiando mm (cioè re)
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57
La domanda di moneta Si forma per tre motivi: Motivo delle transazioni: scarto temporale tra incassi e pagamenti
- transazioni: LT - speculazione: LS - precauzione: LP
t
NmY
Y = 1.000 €
500 €
1° mese 2° mese
Esempio 1 lavoratore-consumatore
Se la struttura dei pagamenti è così uniforme, il livello medio della moneta detenuta per transazioni sarà pari a: 500 € (al mese: linea tratteggiata orizzontale).
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58
Nell’aggregato la moneta per transazioni sarà pari a una quota costante k (nell’esempio è k = ½) del reddito nominale aggregato:
PYkLNT ⋅= in termini reali:
t
NmY
Y = 1.000 €
500 €
1° mese 2° mese
Esempio 2 impresa
il livello medio della moneta detenuta per transazioni è ancora: 500 €.
YkLT ⋅=
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59
Motivo precauzionale:
Domanda di moneta precauzionale: ),(−+
= iYLL PP Motivo speculativo: Scelta tra titoli e moneta: l’agente scommette sulla variazione dei prezzi dei titoli.
LS
i
R1
ei
- Più alto il reddito, maggiore la moneta che si può tenere per precauzione
- Costo opportunità di detenere titoli
- se: eii < , l’agente detiene tutta la ricchezza in forma di moneta - se: eii > , l’agente detiene tutta la ricchezza in forma di titoli
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60
Se gli investitori formulano aspettative differenziate, vi saranno diversi tassi attesi ei , alcuni più alti e altri più bassi: Cosi da avere diverse domande di moneta speculativa:
ie(1)
R1
ie(2)
R2
ie(3)
R3
- se )1(eii > SL (totale) = 0 - se )2()1( ee iii >> SL (totale) = R1
- se )3()2( ee iii >> SL (totale) = R1 + R2
- se iie >)3( SL (totale) = R1 + R2 + R3
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61
Sommando tutte le domande Approssimando nel continuo: speculative di moneta:
i = tasso di trappola della liquidità. Domanda speculativa di moneta:
LS
i i
LS
i
hiLLS −=
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62
La domanda totale di moneta è la somma delle diverse tipologie di domanda:
Mercato della moneta:
L, M/P
i
hiLkYL −+=
M/P
i
LkY +
i*
hiLkYLLLL SPT −+=++=
Graficamente: Analiticamente:
⎪⎩
⎪⎨⎧
=
−+=
LPM
hiLkYL
Tasso di interesse di equilibrio: Y
hk
hPMLi +
−=
)/(*
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63
Statica comparata nel mercato della moneta: Un aumento dell’offerta di moneta M/P:
i
L
M/P
i
(M/P)’
i*
i**
L, M/P
Al vecchio equilibrio i* c’è ora eccesso di offerta di moneta; legge di Walras: si registra un eccesso di domanda di titoli; il prezzo dei titoli ↑BP sale ⇒ il tasso di interesse ↓i scende; la discesa di i riporta in equilibrio il mercato della moneta (in i**)
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64
Un aumento del livello del reddito reale Y:
L, M/P
i
L
M/P
i L’
LkY +
i*
i**
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65
La scheda LM Analogamente alla IS la LM è una relazione tra tutti i valori di i e di Y per cui il mercato della moneta è in equilibrio. Se facciamo aumentare Y parametricamente, nel mercato della moneta il livello del tasso d’equilibrio di i aumenta:
Y
i
LM
hpML )/(−
k/h
i
emerge una relazione crescente tra Y e i.
Tale relazione è la scheda LM
Equazione della LM: Yhk
hPMLi +
−=
)/(
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66
0>ΔL 0>ΔM
0>Δk 0>Δh
k/h
Y Y
Y Y
i i
i i
Effetti sulla LM di variazioni delle esogene:
• 0>ΔL ⇒ *i↑ ; ( Y∀ ) • 0>ΔM ⇒ *i↓ ; ( Y∀ ) • 0>Δk ⇒ *i↑ ; ( Y∀ ) • 0>Δh ⇒ *i↓ ; ( Y∀ ).
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67
Punti fuori della LM: situazioni di disequilibrio nel mercato monetario:
Y
i0
LM
Y0
i’’
i’ (M/P) > L
(M/P) < L
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68
IL MODELLO IS – LM
o la IS: mostra come i influenza Y di equilibrio (mercato beni) o la LM: mostra come Y influenza i di equilibrio (mercato moneta)
L’analisi congiunta della IS e della LM consente di determinare il livello di equilibrio di entrambe le variabili (i e Y) in entrambi i mercati: beni e moneta. Questa analisi congiunta prende il nome di
modello IS–LM
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69
Analisi grafica:
i*
LM
Y*
IS
i
Y
i
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70
Soluzione analitica:
⎪⎪⎪
⎩
⎪⎪⎪
⎨
⎧
+⎟⎠⎞
⎜⎝⎛ −=
−+−
=
Yhk
PML
hiLM
biICc
YIS
1:
][1
1:
poniamo: c
m−
=1
1
I valori di equilibrio IS – LM per reddito e tasso di interesse:
⎪⎪⎩
⎪⎪⎨
⎧
⎟⎠⎞
⎜⎝⎛ −
+−+
+=
⎟⎠⎞
⎜⎝⎛ −
+++
+=
LPM
mbkhIC
mbkhmki
LPM
mbkhmbIC
mbkhmhY
1)(*
)(*
Forma ridotta del modello
e risolviamo il sistema lineare in due equazioni e due incognite (Y e i):
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71
Aggiustamento verso l’equilibrio:
i*
LM
Y*
IS
A
B
C
Y
i
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72
L’instabilità dell’economia secondo la visione keynesiana (della sintesi): Le variabili I e L incorporano le aspettative degli agenti; Effetti di variazioni in I e L sull’equilibrio IS – LM:
Y
i
LM
IS
IS’
E
E’
Riduzione di I ( 0<ΔI )
i LM’
E
E’
Aumento di L ( 0>ΔL )
Y
IS
LM Analiticamente:
Imbkh
mhY Δ+
=Δ
Lmbkh
mbY Δ+
−=Δ
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73
Miglioramento delle aspettative sui profitti attesi ( 0>ΔI ); retroazione sul mercato monetario:
LM
Imbkh
mhΔ
+
IS IS’
ImΔ
i
Y
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74
Politica macroeconomica nel modello IS – LM Il modello IS – LM “completo” (con settore pubblico):
⎪⎪⎩
⎪⎪⎨
⎧
+⎟⎠⎞
⎜⎝⎛ −=
−+−++−−−
=
Yhk
PML
hi
biGTTRcICttc
YR
1
])([)1(1
1
con: )1(1
1R
S ttcm
−−−= Soluzione:
⎪⎪⎩
⎪⎪⎨
⎧
⎟⎠⎞
⎜⎝⎛ −
+−+−++
+=
⎟⎠⎞
⎜⎝⎛ −
+++−++
+=
LPM
bkmhGTTRcIC
bkmhkmi
LPM
bkmhbmGTTRcIC
bkmhhmY
SS
S
S
S
S
S
1])([*
])([*
Moltiplicatori della spesa pubblica e dell’offerta di moneta:
Gbkmh
hmYS
S Δ+
=Δ
⎟⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛Δ
+=Δ
PM
bkmhbmYS
S
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75
Effetti della politica fiscale o monetaria espansiva:
Si ha in tal caso il fenomeno dello spiazzamento degli investimenti (crowding out) privati.
Y
i
LM
IS’
IS
E’
E
Aumento di G ( 0>ΔG )
i LM
E’
E
Aumento di M ( 0>ΔM )
LM’
Y
Nel caso di un aumento di G¸ il reddito è aumentato meno di quanto avrebbe potuto, a seguito dell’incremento del tasso di interesse.
L’ampiezza dello spiazzamento è data da: Gbkmh
kmbIS
S Δ+
−=Δ
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76
“Accomodamento” di un espansione fiscale tramite la politica monetaria:
LM IS
IS’
GmSΔ
i*
Y*
LM’
Y**
E’ E
i
Y
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77
Le politiche fiscali e monetarie hanno effetti non solo sul livello del reddito finale, ma anche sulla sua composizione.
Quale strumento di policy scegliere? Politica monetaria espansiva: ⇒ Ii ↑⇒↓ ; stimola la crescita del prodotto potenziale nei periodi successivi.
Politica fiscale espansiva (diverse possibilità):
– aumento di G (consumi pubblici): ⇒ Y↑ ; ma anche: Ii ↓⇒↑ ; – aumento di G (investimenti pubblici) ⇒ effetti positivi anche sul lungo periodo che compensano lo
spiazzamento; – riduzione dell’aliquota t: ⇒ Y↑ ; ma anche: Ii ↓⇒↑ ; – sussidio (trasferimento) alle imprese per investimenti ⇒ effetti positivi sulla crescita.
Combinazione di politica fiscale e monetaria entrambe espansive: ⇒ Y↑ ed evita lo piazzamento.
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78
Un caso di inefficacia della politica monetaria Uno shock recessivo (peggioramento delle aspettative) porta la IS al livello IS’:
IS IS’
i
E
E’
i*
LM
Y Y* Y**
i**=i
In E’ la trappola della liquidità entra in azione…
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79
L’EQUILIBRIO MACROECONOMICO IN ECONOMIA APERTA Aggiungiamo all’analisi un quarto settore (o operatore aggregato): i non residenti
- operatore economico residente: chi svolge nel paese considerato la sua attività economica principale (immigrati, imprese estere in che producono in Italia, ecc.)
- operatore economico non residente: tutti gli altri.
I rapporti economici – gli scambi – tra residenti (l’”interno”) e i non residenti (l’”estero”) vengono registrati in un sistema contabile detto
BILANCIA DEI PAGAMENTI
In quale modo i rapporti economici con l’estero
modificano l’equilibrio macroeconomico?
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80
Struttura della Bilancia dei pagamenti
ENTRATE
USCITE
SALDO
1) Bilancia commerciale
Vendite di merci nazionali all’estero: esportazioni
Acquisti interni di merci estere: importazioni = export. – import.
2) Bilancia dei servizi
Vendite di servizi nazionali ad esteri:
- trasporti e ass. - viaggi in Italia
- redditi (lav. e cap.)
Acquisti di servizi esteri da parte di residenti:
- trasporti e ass.
- viaggi all’estrero - redditi (lav. e cap
= vend. – acquisti
A) P
artir
e co
rren
ti
3) Trasferimenti unilaterali
Trasferimenti di denaro senza contropartita (emigranti, ecc.)
Trasferimenti di denaro senza contropartita (emigranti, ecc.) = entr. – uscite
= ∑= 3,2,1
)(i
isaldo =
= saldo partite correnti
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81
B) M
ovim
enti
di
capi
tale
Vendita di attività finanziarie (es. titoli) o di capitale (es. impianti) interne a non
residenti
Importazioni di capitali
Acquisto di attività finanziare (es. titoli) o di capitale (es. impianti) estere da
parte di residenti
Esportazioni di capitali
= import capitali – export capitali
(Entrate – Uscite)
= Saldo Bilancia dei
pagamenti = = Saldo A) + Saldo B)
Per l’economia del paese nel complesso:
=
Perché?
Saldo della Bilancia dei Pagamenti
Variazione delle riserve ufficiali di valuta della Banca Centrale
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82
ENTRATE della B.P.: un residente ottiene (riceve) un pagamento da un estero; dunque: incamera valuta estera in € (valuta interna)
USCITE della B.P.: un residente effettua (eroga) un pagamento a un estero; dunque: cede € (valuta interna) in valuta estera
converte (cambia)
convertendola (cambiandola)
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83
Per il cambio, i residenti si rivolgono in ultima istanza alla Banca Centrale del paese; quindi un saldo B. P. > 0 incassi > pagamenti un saldo B. P. < 0 incassi < pagamenti
NOTA:
se: B. P. > 0 cioè se affluisce valuta nelle riserve, si ha creazione di base monetaria (la Banca centrale acquista valuta emettendo €);
se: B. P. < 0 cioè se defluisce valuta nelle riserve, si ha distruzione di base monetaria (la Banca centrale ritira € cedendoli in cambio di valuta);
creazione e distruzione della base monetaria tramite il canale estero
afflusso di valuta estera nelle riserve della Banca centrale
deflusso di valuta estera dalle riserve della Banca centrale
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84
Tasso di cambio Lo scambio di valute visto sopra alimenta il mercato dei cambi dove si forma il tasso di cambio
tasso di cambio Euro/Dollaro )77.0($€
$/€ oggie == ci dice quanti Euro servono per acquistare un dollaro.
- se ↑$/€e si ha un deprezzamento dell’Euro
- se ↓$/€e si ha un apprezzamento dell’Euro Regime del tasso di cambio: può essere flessibile o fisso.
La relazione tra tasso di cambio e B.P. dipende dal regime di cambio:
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85
in cambi flessibili: Se B.P. (UME) > 0 domanda di € > offerta di € ↓$/€e apprezzamento € Se B.P. (UME) < 0 domanda di € < offerta di € ↑$/€e deprezzamento € in cambi fissi: Se B.P. (UME) > 0 domanda di € > offerta di € Se B.P. (UME) < 0 domanda di € < offerta di € Se la situazione in cambi fissi è troppo onerosa, in termini di variazione delle riserve, la BCE può decidere di svalutare il cambio ( ↑$/€e ) o di rivalutare il cambio ( ↓$/€e )
iniezione di base monetaria in € (aumento riserve BCE)
distruzione di base monetaria in € (riduzione riserve BCE)
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86
Il modello reddito – spesa in economia aperta Assumiamo cambi fissi, e partiamo dalla definizione di domanda aggregata: )( ZXGICY −+++=
Esportazioni X; dipendono da FY e da PPe F⋅ (tasso di cambio reale)
⎟⎟⎟
⎠
⎞
⎜⎜⎜
⎝
⎛⋅=
++
PPeYXX F
F ,
se ↑⋅PPe F le merci interne sono più competitive
Importazioni Z; dipendono da Y e da PPe F⋅
⎟⎟⎟
⎠
⎞
⎜⎜⎜
⎝
⎛⋅=
−+
PPeYZZ F,
cambi fissi (come i prezzi); quindi consideriamo solo l’effetto di Y: XX = e zYZZ +=
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87
Il modello con
le sue equazioni: Soluzione: ][1
1 ZXICzc
Yv
−+++−
=
moltiplicatore domanda aggregata: zc +−1
1 (minore di quello in economia chiusa) Perché?
Consideriamo una variazione autonoma AΔ ; genera un incremento di produzione AY Δ=Δ1 . In mercato aperto: i consumi aumentano di YcC 11 Δ=Δ
ma le importazioni aumentano di YzZ 11 Δ=Δ
dunque: YzcZCY 1112 )( Δ−=Δ−Δ=Δ …
a scapito dei prodotti interni.
⎪⎪⎪⎪
⎩
⎪⎪⎪⎪
⎨
⎧
=+=
=
+=
−+++≡=
IIzYZZ
XXcYCC
ZXGICADADY
)(
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88
Moltiplicatori di X e I: Xzc
Y Δ+−
=Δ1
1 Izc
Y Δ+−
=Δ1
1
Saldo di partite correnti BP: ZepPXBP F−= con 1== FePP : ZXBP −= Effetti di variazioni di X: YzXZXBP Δ−Δ=Δ−Δ=Δ
Poiché è: Xzc
Y Δ+−
=Δ1
1 , avremo:
01
11
>Δ+−
−=Δ
+−−Δ=Δ X
zccX
zczXBP
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89
Obiettivo interno e vincolo estero Obiettivo interno: reddito di pieno impiego: PY Vincolo estero: pareggio di BP: BP = 0 (assenza di mov. di capitali)
Esiste un solo livello di Y che assicura il vincolo estero: 0=−−= zYZXBP )(1 ZXz
YXZ −=
Se XZYY > BP < 0 (troppe import.) Se XZYY < BP > 0 (poche import.) Problema per la politica economica: Se XZP YY = non ci sono problemi; ma se XZP YY ≠ ? E In particolare, se: XZP YY > ?
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90
Accrescere il reddito interno potrebbe portare a persistenti squilibri di BP. Nel lungo periodo: si può ovviare a tale problema con diverse politiche strutturali, che riducano Z , z e aumentino X (ricerca e sviluppo, miglioramento competitività…) Nel breve periodo? Agire su: P oppure sul tasso di cambio e Attuare cioè una: Svalutazione: a parità di Y, essa: ↑X e ↓zZ , Controindicazioni:
- aumento dei prezzi interni (inflazione) - aumento dei costi delle imprese - peggioramento nei mercati di sbocco
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91
E se invece è XZP YY < ? Sembrerebbe un bene: i) si può raggiungere il livello di pieno impiego; ii) una volta ottenutolo, si accumulano riserve (BP > 0) Quindi la Banca centrale espande la base monetaria costantemente. Ciò può risultare indesiderabile. In tal caso si potrebbe riequilibrare BP tramite rivalutazione del cambio (abbassamento della competitività), in modo da far sì che
↓X e ↑zZ , inoltre:
- la svalutazione ha effetti inflazionistici
- la rivalutazione ha effetti di riduzione dell’inflazione In generale: maggiore stabilità internaz. maggiore commercio internaz. minor vincolo estero
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92
EQUILIBRIO IS–LM IN ECONOMIA APERTA
La LM rimane invariata: Yhk
PML
hiLM +⎟
⎠⎞
⎜⎝⎛ −=
1:
La IS cambia; si introducono nuove componenti della domanda aggregata: Occorre una relazione che rappresenti l’equilibrio con l’estero: BP = 0 0=+−= CFZXBP
Fi = tasso di interesse internazionale
0>ϕ : se Fii > ⇒ afflusso di capitali (saldo attivo di CF)
IS: ][1
1 ZXbiICzc
Y −+−++−
=
Saldo dei movimenti di capitali
Ipotesi:
a): 1== FePP
b): XX =
c): zYZZ +=
d): )( FiiCF −= ϕ
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93
Dunque BP = 0 implica: 0)( =−+−− FiizYZX ϕ Curva BB:
Riscrivendo la BB: )(1 zYZXii F −−−=ϕ
Pendenza della BB: tanto più piatta quanto più alto è ϕ
YzXZii F ϕϕ+−+= )(1
BB
Y
i
XZY
Fi
(BP < 0)
(BP > 0)
- se XZYY = (partite correnti in equilibrio) ⇒ Fii = - se XZYY > (saldo p.c. negativo) ⇒ Fii > - se XZYY < (saldo p.c. positivo) ⇒ Fii <
• assenza di movimenti: 0=ϕ BB verticale • perfetta mobilità dei capitali: ∞→ϕ BB orizzontale
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94
IS – LM – BB con perfetta mobilità dei capitali e tassi di cambio fissi (i = iF): modello di Mundell – Fleming equilibrio simultaneo:
Memo: un saldo non nullo di BP implica una variazioni di riserve valutarie
Fi
LM
Y*
IS
i
BB E
Tre equazioni:
⎪⎪⎪
⎩
⎪⎪⎪
⎨
⎧
=
+⎟⎠⎞
⎜⎝⎛ −=
−+−+−
=
FiiBB
Yhk
PML
hiLM
ZXbiICc
YIS
:
1:
][1
1:
- variazioni delle riserve implicano cambiamenti della base monetaria;
- variazioni della base monetaria
implicano spostamenti di LM
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95
Se ci si trova in disequilibrio di BP dovrà dunque spostarsi la LM
Fi
LM’
Y*
IS
i
BB E’
LM
E BP < 0
BP > 0
⎪⎪⎪
⎩
⎪⎪⎪
⎨
⎧
=
+⎟⎠⎞
⎜⎝⎛ −=
−+−+−
=
FiiBB
Yhk
PML
hiLM
ZXbiICc
YIS
:
1:
][1
1:
Dunque nel sistema:
le incognite sono Y e M, poiché in base all’ultima equazione i è fissato dai mercati internazionali. Cioè: i = iF
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96
Obiettivo interno e vincolo estero:
La politica fiscale – spostando la IS – consente di raggiungere ),( FP iY .
Fi
LM**
YP
IS**
i
BB E**
LM*
IS*
E*
A
Y*
Problema:
le partite correnti sono peggiorate:
perché *YYP > ; sono bilanciate da afflussi di capitali, ma questo crea indebitamento nei confronti dell’estero.
Per rimediare occorre attuare politiche strutturali di lungo periodo che migliorino la competitività
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97
IS – LM – BB con perfetta mobilità dei capitali e tassi di cambio flessibili L’aggiustamento ad uno squilibrio in BP avviene tramite variazioni di e: Se BP < 0
⇒ ↑e ⇒ ⇒ ↓↑ ZX
Fi
LM**
YP
IS**
i
BB E**
LM*
IS*
E*
A
Y*
eccesso di offerta di € (di domanda di valuta ex.) (deprezzamento)
miglioramento della competitività
riequilibrio di BP
Effetti di una politica monetaria espansiva:
Ora è la IS a spostarsi –
tramite il deprezzamento del cambio che accresce il saldo corrente X – Z.
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Effetti di una politica fiscale espansiva: da IS a IS’
- In regime di cambi fissi: politica monetaria inefficace - In regime di cambi flessibili: politica fiscale inefficace
Fi
LM
YP
IS’
i
BB E
IS B
Y*
Nel punto B è BP > 0 ;
- il cambio si apprezza ( ↓e ) ,
- si perde competitività,
- peggiora il saldo ZX −
- e la IS ritorna al punto di partenza E
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99
Quale regime del cambio scegliere? Cambi fissi e cambi flessibili hanno ognuno svantaggi e vantaggi.
Certezza del cambio – favorisce gli scambi
Vantaggi
Facilitano i confronti internazionali di produttività
Riduzione dell’impatto della speculazione valutaria
Perdita di autonomia della politica monetaria
Necessità di mantenere elevati livelli di riserve
Asimmetria nei vincoli esteri tra i diversi paesi.
Svantaggi
Difficoltà con l’obiettivo interno, se diverso dal vincolo estero
Vantaggi Svantaggi
Aggiustamento automatico dei cambi (no grandi riserve)
Il peggioramento del cambio (in BP <0) lascia inalterata la competitività relativa
I cambi flessibili isolano meglio i prezzi interni dalle variazioni di quelli esteri (varia solo il tasso e)
Incertezza del cambio – ostacola gli scambi
Oscurano i confronti internazionali di produttività
Maggiori possibilità per la speculazione valutaria
Vincoli sulla politica fiscale
Cambi Fissi Cambi Flessibili
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100
IL MODELLO AD–AS Rimuoviamo l’ipotesi di prezzi fissi Il livello dei prezzi P è ora una endogena. Nel modello IS – LM, il reddito di equilibrio era quello che soddisfaceva la domanda aggregata. Dunque: Considerando P come variabile endogena nell’IS–LM, otterremo una funzione di domanda aggregata (o macroeconomica) di beni
Yhk
PML
hiLM +⎟
⎠⎞
⎜⎝⎛ −=
1: che effetto ha un aumento di P? ↑P ⇒ ↓PM ⇒ ↑i (∀ Y)
La LM si sposta verso l’alto.
*LMISY − = quantità complessiva domandata di beni
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101
Y
i
i IS
LM0
i*
Y
LM1 LM2
P
Y0 Y1 Y2
P0
P1
P2
AD
Tre livelli crescenti:
210 PPP <<
Dall’equilibrio IS-LM:
⎪⎪⎪
⎩
⎪⎪⎪
⎨
⎧
+⎟⎠⎞
⎜⎝⎛ −=
−+−
=
Yhk
PML
hiLM
biICc
YIS
1:
][1
1:
Si ottiene una relazione tra Y e P: la funzione AD:
⎟⎠⎞
⎜⎝⎛ −
+++
+= L
PM
mbkhmbIC
mbkhmhY )(
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102
Y
AD
AD’
aumento di I , C aumento di L
AD’
AD’ AD
aumento di M
P
Y
AD
P
P Y
Effetti di variazioni di alcune esogene,
fermi restando i prezzi P:
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103
Come determinare i livelli di equilibrio di Y e di P? Manca una relazione: Offerta aggregata (AS) deriva dal comportamento delle imprese: massimizzazione del profitto Vediamo il comportamento di un impresa rappresentativa nel caso I)
I) concorrenza perfetta
II) oligopolio (concorrenza imperfetta) Due possibili configurazioni di mercato:
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104
I) Concorrenza perfetta Funzione di produzione: )(NfY = Un fattore variabile – lavoro, il cui costo è: WN
max. profitto: CMaP = dYdNW
dYWNd
dYdCCMa ===
)(
dYdN =
la produttività marginale dNdY è decrescente rispetto al fattore (N)
quindi il costo marginale dNdY
WCMa/
= è crescente rispetto a Y.
inverso della produttività marginale
dNdYWP/
=
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105
Offerta AS: )(PYY S= con: 0>dPdY
Y
P, CMa CMa
Y1 Y0
P1
P0
curva costi marginali (CMa) = curva di offerta (AS)
Dunque:
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106
II) Oligopolio Per un impresa oligopolista: la produttività media e marginale sono costanti fino a un certo tratto, poi decrescono
fissazione del prezzo tramite mark – up (π ) sui costi medi variabili: q
WY
WNP )1()1( ππ +=+=
Y
P, CMa
Y1 Y0
Tratto di produttività media/marg. costante
Tratto di produttività media/marg. decrescente
AS Produttività madia del lavoro
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107
Equilibrio di offerta e domanda aggregata
Y
P AS
Y*
P*
AD
⎪⎪⎪⎪
⎩
⎪⎪⎪⎪
⎨
⎧
=
⋅+
+−+
=
)(:
))/((:
pYYAS
PM
bkmhbmLhbE
bkmhhmYAD
S
S
S
S
S
Con: )( TRTcGICE −+++=
Analiticamente, la soluzione del sistema:
determina i valori Y* e P* di equilibrio
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108
Statica comparata sull’ AS – AD: instabilità delle aspettative sugli investimenti ( I ):
Y
AD’
AD
Y*
E*
AS
B
Y**
E**
AD’ AD
Y*
P*
P**
Y**
E* C
E**
Riduzione di I ( 0<ΔI )
Aumento di I ( 0>ΔI )
P*
P**
AS P
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109
Y e N di equilibrio dipendono da domanda e offerta aggregata; possono entrambi essere inferiori al pieno impiego. Es. la domanda aggregata AD può essere troppo bassa:
Y
P
AS
Y*
P*
AD
YP
E*
Corrisponde a disoccupazione involontaria (NP – N* ) > 0
Si può agire con la politica macro per stimolare la AD.
NOTA: la disoccupazione involontaria dovuta a *YYP − è in genere associata a qualche frizione sul mercato del lavoro.
Potrebbero essere dunque i salari monetari W, ipotizzati rigidi, a creare la disoccupazione.
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110
Effetti di una caduta dei salari nominali Secondo gli economisti pre–keynesiani:
Secondo Keynes, l’effetto positivo di ↓W può essere controbilanciato:
• i salariati riducono i consumi; la propensione media al consumo si abbassa, e si riduce la AD (a causa di uno spostamento della IS)
• la caduta dei prezzi può indurre aspettative di ulteriori riduzioni, facendo rinviare degli acquisti.
Oltre a ciò, ci possono essere dei limiti all’aumento di reddito legato alla diminuzione dei prezzi; in altri termini, la AD può avere un tratto verticale
Spostamento verso il basso della AS
Eccesso di offerta (fermi i prezzi)
calano i prezzi
aumenta M/P e si riduce il tasso di i
aumentano gli investimenti
aumentano reddito e prodotto (lungo la AD) - “effetto Keynes” -
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111
Y
i
i IS
LM0
Y
LM1 LM2
P
Y0 Y1 Y2
P0
P1
P2
AD
Ciò è dovuto alla trappola della liquidità:
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112
Possono esservi casi in cui l’equilibrio si ottiene in corrispondenza del tratto verticale della AD:
AS
AS’
AS’’
Y
P
YP Y0
AD
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113
LA MACROECONOMIA DAGLI ANNI 70 AD OGGI
Il dibattito si concentra, fino agli anni 90, su: inflazione e disoccupazione Sono i due principali indicatori di malessere macroeconomico
Y
P
Yp
P*
AD*
AD’
AS’
AS*
- spostamenti della AD - spostamenti della AS
Dall’AD – AS:
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114
L’inflazione però è il tasso di crescita dei prezzi nel tempo. Cosa muove costantemente le due curve AD e AS?
Y
P AS’’
Yp
P*
AD*
AD’
AD’’
AS’
AS*
Y’
P’
P’’
i) Inflazione da costi (sposta la AS)
ii) Inflazione da domanda
(sposta la AD)
Inflazione da domanda ⇒ incrementi della AD:
PM
bkmhbmLhbE
bkmhhmY
S
S
S
S ⋅+
+−+
= ))/((
derivanti da aumenti di E o di M quando l’economia parte da un livello superiore al pieno impiego YP
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115
Inflazione da costi: ⇒ incrementi della AS: ),,( CWPYY S=
derivanti da aumenti di W (salari) o di C (altri costi per le imprese) può insorgere anche se l’economia parte da un livello inferiore al pieno impiego YP
Y
P AS’’
Yp
P*
AD*
AD’
AD’’
AS’
AS*
Y’
P’ P’’
P’’’
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116
Come si può analizzare il tasso di variazione dei prezzi (inflazione)? Curva di Phillips:
Relazione tra tW~ e tu : con: 0~<
t
t
duWd
1
1~−
−−=
t
ttt W
WWW t
ttt LF
NLFu −=
perché esiste questa relazione negativa tra tW~ e tu ?
)(~tt uwW =
Meccanismo di disciplina dei lavoratori la disoccupazione riduce il potere contrattuale dei lavoratori o dei sindacati:
↑tu minor forza contrattuale ↓tW~ meno rivendicazioni ricorda l’esercito industriale di riserva di Marx.
Squilibrio domanda–offerta di lavoro - se domanda N > offerta N 0~ >tW - se domanda N < offerta N 0~ <tW - se domanda N = offerta N 0~ =tW tanto più grande è il divario tra domanda e offerta, tanto più intensamente varieranno i salari.
tu può includere sia i disoccupati involontari che quelli volontari
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Dai salari nominali ai prezzi. Assumiamo un AS orizzontale (oligopolio): q
WY
WNP )1()1( ππ +=+=
con q e π costanti: tt
tt
t
tt
t
ttt W
WWW
qW
qW
qW
PPPP ~
)1(
)1()1(~
1
1
1
1
1
1 =−
=+
+−+=
−=
−
−
−
−
−
−
π
ππ )(~
tt upP = con: 0~<
t
t
duPd
L’inflazione tP~ sarebbe prociclica: Curva di Phillips in Italia (1959-1969)
-2,0
-1,0
0,0
1,0
2,0
3,0
4,0
5,0
6,0
7,0
8,0
9,0
2,0 2,5 3,0 3,5 4,0 4,5 5,0 5,5 6,0
Tasso di disoccupazione
Tass
o di
infla
zion
e
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118
Curva di Phillips nel tasso di inflazione:
E’ stata interpretata come un menù per la politica economica. u era considerato come il tasso al quale (in assenza di inflazione) i sindacati non avanzavano rivendicazioni – ma poteva comportare disoccupazione involontaria.
P~
u u
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119
Il monetarismo
Milton Friedman e la scuola di Chicago ripropongono la teoria quantitativa della moneta: PYMV = Il problema principale era il ruolo della politica monetaria: la stagflazione degli anni 70:
Inflazione e disoccupazione in Italia (1970-1980)
0,0
5,0
10,0
15,0
20,0
25,0
3,5 4 4,5 5 5,5 6 6,5
Tasso di disoccupazione
Tass
o di
infla
zion
e
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120
Mercati concorrenziali: u = tasso di disocc. con 0~ =tP ; è chiamato: tasso naturale di disoccupazione ( Nu ) Curva di Phillips: )(~
tNt uuW −=η • Equilibrio del mercato del lavoro: Nt uu = ; • se si parte da Nt uu = , i salari non dovrebbero variare ( 0~ =tW ); • questo però vale per i salari reali; non per quelli monetari; infatti:
• domanda e offerta di lavoro sono funzioni del salario reale PW
• se ↑P del 5% ↑W del 5% per mantenere inalterato PW
• se ciò non accadesse, i lavoratori soffrirebbero di illusione monetaria
in contrasto con l’ipotesi di comportamento razionale
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121
Occorre modificare la relazione )(~
tNt uuW −=η per evitare la possibilità di illusione monetaria Per Friedman, il salario contrattato è influenzato dalle attese sui prezzi futuri: e
tP Se vi è equilibrio nel mercato del lavoro Nt uu = : • se e
tt PW ~~ > eccesso di domanda di lavoro: Nt uu < • se e
tt PW ~~ < eccesso di offerta di lavoro: Nt uu > Dunque la relazione tra tW~ e tu sarà:
ettNt PuuW ~)(~ +−=η
↑↑= ett PW cioè: e
tt PW ~~ =
Curva di Phillips aumentata con le aspettative
ettNt PuuP ~)(~ +−=η
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122
I due elementi monetaristi:
- interpretazione di Nu come tasso naturale di disoccupazione; - introduzione delle aspettative nella curva di Phillips: e
ttNt PuuP ~)(~ +−=η potevano spiegare l’assenza di relazione tra inflazione e disoccupazione nel lungo periodo:
Inflazione e disoccupazione in USA 1954 – 1994
Periodo:
Tasso di disoccupazione
Tasso di inflazione
1954 – 1963
5,7
1,6
1964 – 1972 5,6 3,4
1973 – 1978 6,1 9
1979 – 1987 6,2 4,4
1988 – 1994 6,1 2,7
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123
Alla base di questa spiegazione vi sono i possibili spostamenti della curva di Phillips: e
ttNt PuuP ~)(~ +−=η , cioè variazioni di e
tP~ :
uN
0~ =eP
%5~ =eP
%10~ =eP
0
5%
u
10%
tP~
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124
Se e
tt PP ~~ > Nt uu < se: ett PP ~~ < Nt uu >
Partiamo dal pieno impiego: NP uY ⇒ ; l’inflazione attesa per il tempo t sale al 5% : %5~ =e
tP nel caso in cui i salari contrattati aumentino anch’essi del 5% ( %5~ =tW ), W/P rimane invariato, la AS si è spostata verso l’alto a t. • se anche la AD si sposta verso l’alto del 5% (perché aumenta in tal misura l’offerta di M), il prodotto rimane
NP uY ⇒ . • se la AD si sposta verso l’alto di più del 5% (l’offerta di M aumenta in misura maggiore), in t ci sarà un aumento
maggiore dei prezzi: ett PP ~~ > ; quindi NtPt uuYY <⇒> .
• se la AD si sposta verso l’alto di meno del 5% (l’offerta di M aumenta in misura minore), in t ci sarà un aumento
minore dei prezzi: ett PP ~~ < ; quindi NtPt uuYY >⇒< .
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125
Friedman specifica il modello di formazione delle aspettative: Aspettative adattive: )~~(~~
111 −−− −+= te
ttee
t PPPP β 10 ≤< β In forma semplificata: 1
~~−= t
et PP 1=β : aspettative statiche
Curva di Phillips: )(~~
1 tNtt uuPP −+= − η Tre principali risultati monetaristi:
1. trade-off inflazione – disoccupazione solo nel breve periodo.
2. se l’inflazione è mantenuta costante, ⇒ tN uu = 3. ipotesi accelerazionista: politiche volte a mantenere Nt uu < pagano questo risultato con una continua crescita
del tasso di inflazione: infatti 0>− tN uu ⇒ 0~~1 >− −tt PP .
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126
I risultati 1. e 2. :
breve periodo: )~(~
1−≠≠ te
tt PPP lungo periodo: )~(~
1−== te
tt PPP
uN A: 0~ =eP
B: 1~~ PPe =
C: 2~~ PPe =
0
1~P
2~P
3~P
u’
PCL
u
Diversa definizione di lungo periodo:
- nel breve periodo le previsioni sull’inflazione vengono riviste;
- nel lungo esse coincidono con i valori effettivi.
tP~
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127
Overshooting delle politiche monetarie di rientro dall’inflazione:
Prescrizione di politica monetaria:
uN 0
1~P
2~P
3~P
u’’
PCL tP~
u
Mantenere costante nel tempo il tasso di variazione della moneta: la regola del k%
Si parte da 3~P : le autorità vogliono raggiungere 1
~P
Le aspettative si aggiustano lentamente e spostano la curva di Phillips
Ciò sposta momentaneamente la disoccupazione ad un livello u’’ maggiore di uN
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128
La Nuova Macroeconomia Classica (’70 – ‘80)
- Fondare i modelli macro rigorosamente su ipotesi di comportamento razionale degli agenti e sull’equilibrio economico generale (microfondazioni)
- ipotesi di aspettative adattive poco coerente con l’ipotesi di razionalità; ⇒ aspettative razionali.
Rafforzamento dei risultati monetaristi:
- le politiche macroeconomiche sono efficaci sulle variabili reali solo se “sorprendono” gli altri agenti economici – inducono errori nelle aspettative.
- se sono correttamente previste – e ciò accade in media – esse non hanno effetto sulle variabili reali, ma solo su
quelle nominali. Critiche alla NMC:
robustezza dei risultati;
scarsa capacità di spiegare alcuni fatti stilizzati del ciclo economico;
scarsa capacità di spiegare l’isteresi del tasso di disoccupazione.
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129
La Nuova Economia Keynesiana (’90 – …)
• Si cerca di elaborare modelli macro coerenti con le microfondazioni (comportamenti razionali e equilibrio
generale) • Tali micorfondazioni cercano però di includere e spiegare anche imperfezioni nel meccanismo di mercato Un modello macro con concorrenza monopolistica sul mercato dei beni:
Equilibrio del price – maker: CMaRMa = dNdY
WYdYdPP
/=+
elasticità della domanda dei beni al prezzo: EPY
dYdP
YP
dPdYE −=⇒−=
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130
La condizione di primo ordine del monopolista è: dNdY
WE
P/
11 =⎟⎠⎞
⎜⎝⎛ − ⇒ CMa
EP
/111
−=
dNdY
PRW
N
PW
Le imprese prendono W come un dato e fissano P; con simmetria (agenti tutti uguali):
PRW: dNdY
EPW
⎟⎠⎞
⎜⎝⎛ −=
11
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131
Aggiungiamo concorrenza imperfetta nel mercato del lavoro: lavoratori (sindacati) fissano i salari nominali Diversi modelli di contrattazione: i salari nominali sono superiori al livello di concorrenza (potere di contrattazione):
BRW: ⇒ 0)/(>
dNPWd B
il salario contrattato cresce con l’aumentare dell’occupazione ⇒ minor rischio di
disoccupazione
BRW
N
PW
NS
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132
Competing claims equilibrium cioè equilibrio delle rivendicazioni contrapposte sulla distribuzione del reddito; assumiamo aspettative statiche:
(FL – N*) / FL = NAIRU (non-accelerating inflation rate of unemployment)
BRW
N
PW
NS
PRW
dNdY
N*
(W/P)* (W/P)p
Np
disoccupazione involontaria
Se N > N* ⇒ BRW > PRW I sindacati chiedono maggiori aumenti salariali che le imprese scaricano sui prezzi ⇒ l’inflazione cresce
Se N < N* ⇒ BRW < PRW I sindacati chiedono minori aumenti salariali; le imprese aumentano di meno i prezzi ⇒ l’inflazione cala
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133
Inflazione da conflitto distributivo: il meccanismo del competing claims equilibrium
PRW con produttività del lavoro costante: q
WP )1( π+= e π
π+
=1
m
PW
PRW
BRW
q
(W/P)*
mq
(1-m)q
N N*
( )qmPW
−= 1 La PRW è orizzontale
Nota: PWmqq +=
quota della produttività che và alle imprese
quota della produttività che và ai lavoratori (= 1 – m)
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134
Curva di Phillips con NAIRU: )*(~~t
ett uuPP −+= η
In base a questa interpretazione l’inflazione può essere causata anche dal conflitto distributivo: Il NAIRU si può spostare nel tempo a seguito di spostamenti della BRW e/o della PRW. Ridurre il NAIRU:
BRW e PRW dipendono anche dalla domanda aggregata: Politiche della domanda aggregata possono influire sul NAIRU
- Aumento del potere di contrattazione dei lavoratori La BRW si sposta verso l’alto
- Aumento del potere di fissazione del prezzo delle imprese La PRW si sposta verso il basso
- politiche dei redditi - politiche della concorrenza
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135
TEORIA DELLA CRESCITA Differenza tra sviluppo economico e crescita economica Crescita:
PIL reale - Italia 1970-2003
13
13,1
13,2
13,3
13,4
13,5
13,6
13,7
13,819
70
1972
1974
1976
1978
1980
1982
1984
1986
1988
1990
1992
1994
1996
1998
2000
2002
Anni
PIL
real
e (lo
garitm
i)
PIL reale
Trend di lungo periodo
Obiettivo: spiegare il trend
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136
La teoria della crescita fino agli anni 50: Harrod - Domar Integra la teoria keynesiana della domanda aggregata con l’analisi di lungo periodo:
- un solo bene omogeneo (approccio macro) - economia chiusa – assenza di P.A.
Funzione di produzione: ),( KNEfY ⋅=
1
1
−
−−=
t
tt
EEEλ
Rendimenti costanti di scala: )),(( KNEfY ααα ⋅=
Rapporto capitale/prodotto: YK
=ν
Assenza di ammortamento: investimento netto = investimento lordo
Tasso di crescita del progresso tecnico (“neutrale secondo Harrod”):
- un solo bene omogeneo (approccio macro)
- economia chiusa – assenza di P.A.
E = efficienza tecnica del lavoro (progresso tecnologico)
EN = lavoro in unità di efficienza
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137
Il rapporto NE
K⋅
è un dato: salario e saggio di rendimento del capitale costanti
Se: ↑E ⇒ aumenta Y ma non cambia YKv =
Rendimenti di scala costanti
ktY =
vKY tk
t =
PIL effettivamente prodotto al tempo t: ttttt IcYICY +=+= ⇒ ADY = ⇒ ttt Is
Ic
Y 11
1=
−=
Vincolo di accumulazione del capitale: ttt IKK +=+1
Il prodotto Y varia nella stessa proporzione in cui varia NE
K⋅
capacità produttiva (il prodotto ottenibile impiegando tutto K e tutto EN al tempo t, cioè per un dato v)
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138
L’incremento di capacità produttiva è data dall’accumulazione di capitale: tttk
tk
t Iv
KKv
YY 1)(111 =−=− ++
Assumiamo che al tempo t: k
tt YY = ma: ↑I ⇒ ↑kY e anche : ↑I ⇒ ↑Y
- al tempo t gli investimenti assicuravano un reddito pari alla capacità produttiva: ktt sYI =
- affinché ciò sia vero anche a t+1 dovrà valere: k
tt sYI 11 ++ = Variazione degli I che garantisce un aumento di domanda aggregata pari all’aumento di capacità produttiva:
)( 11k
tk
ttt YYsII −=− ++
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139
Dunque abbiamo: ► )( 11
kt
kttt YYsII −=− ++
► tk
tk
t Iv
YY 11 =−+
Sostituendo la seconda nella prima: Tasso di variazione degli investimenti che garantisce che la crescita della capacità produttiva sia sempre assorbita dalla crescita della AD:
Se tI crescono al saggio wg ⇒ tY cresce allo stesso saggio wg : t
tt
t
tt
t
tt
III
Is
Is
Is
YYY −
=−
=− +
++ 1
11
1
11
Crescita investimenti che garantisce equilibrio Y = AD e coerenza con lo sviluppo della capacità produttiva.
Regola di variazione della capacità produttiva
wt
tt gvs
III
==−+1
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140
↓v ⇒ aumenta la produttività del capitale ⇒ vsgw =↑
↑s ⇒ aumenta la quota che può essere investita ⇒ vsgw =↑
- Però non è detto che un aumento di s (risparmi) generi per forza un aumento degli investimenti:
- occorre che il maggior risparmio sia assorbito dalla AD
- altrimenti si avrà sottoutilizzo della capacità produttiva (non vale più la relazione ktt sYI = t∀ ).
Ruolo di lungo periodo per la politica di sostegno alla domanda.
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141
A quale saggio deve crescere Y per assicurare il pieno impiego stabilmente?
tq = produttività del lavoro. tLF = forze di lavoro se c’è pieno impiego al tempo t: ttttt LFqNqY ⋅=⋅=
tasso di crescita della popolazione: tt
tt nLF
LFLF=
−+1 tasso di progresso tecnico: t
tt
t
tt
qqq
EEE −
=−
= +
−
− 1
1
1λ
Definizione: ng = tasso a cui deve crescere Y per avere sempre il pieno impiego:
tnt YgY )1(1 +=+ ⇒ )1()1(111 nLFqNqY ttttt +⋅+=⋅= +++ λ Sottraendo ambo i membri tY : )()(1 ttttttttt LFqYLFqLFqnnYY =−+++=−+ λλ
)( nngn λλ ++=
tttt LFqLFqnn +++ )( λλ
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142
saggio naturale di crescita: ngn += λ
può essere uguale o diverso dal saggio garantito vsgw =
se nw gg = ⇒ crescita di equilibrio senza disoccupazione se nw gg < ⇒ se nw gg > ⇒
crescita di equilibrio della AD con disoccupazione strutturale
crescita dell’occupazione maggiore di quella delle forze lavoro
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143
La teoria della crescita neoclassica: Solow
nw gg ≠ ⇒ ⇒ ⇒ ⇒ nw gg ≅ Rendimenti costanti di scala: )),(( xKNExfxY ⋅=
poniamo: NE
x⋅
=1 ⇒ ⎟
⎠⎞
⎜⎝⎛
⋅=
⋅ NEKf
NEY ,1
Funzione di produzione in forma intensiva: con: NE
Yy⋅
= ; NE
Kk⋅
= ⇒
meccanismo di riequilibrio di mercato
variazioni in NE
K⋅
variazioni in YKv =
)(ky φ=
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144
La funzione di produzione in forma intensiva conserva le proprietà della produttività marginale dei fattori:
0>dkdy 02
2<
dkyd
)(ky φ=
k
y
va 1tan =
vKY
ENKENY
kya 1
//tan ====
man mano che k aumenta, aumenta anche YKv =
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Assumiamo che il sistema si sviluppi al tasso garantito wg :
)(kφ = y
k
y, i
wgvs
kys
==⋅
=βtan
)(ks φ⋅
gli investimenti e la AD assorbono il risparmio corrispondente alla capacità produttiva.
il risparmio ys ⋅ è assorbito dagli investimenti NE
Ii⋅
=
ed è coerente con la capacità produttiva:
)(ky φ=
)(ksi φ⋅=
Definiamo: NE
Ii⋅
=
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146
y varia a causa di due forze: se *kk = le due forze si bilanciano ⇒ k è costante ⇒ y è costante Inoltre:
)(kφ
k
y, i
)(ks φ⋅
kn )( λ+
k* ng→
- investimento (aumento cap. prod.), ↑k
- sviluppo di E e di N: λ+n ( ↓k )
- se *kk = ⇒ nw gg = (= λ+n ) - se *kk > ⇒ nw gg < - se *kk < ⇒ nw gg >
Quando *kk = si raggiunge lo stato stazionario (o stato uniforme)
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147
meccanismo di riequilibrio nel mercato dei fattori Ipotesi: i mercati dei fattori sono in concorrenza perfetta (lungo periodo) Se *kk > ⇒ nw gg < ⇒ ⇒ ⇒ ⇒ Quando *kk = ⇒ nw gg = non c’è più disoccupazione, i salari reali restano stabili e il rapporto k non varia. In stato uniforme ( *kk = ), tutte le variabili endogene (Y, K, I, N, ecc.) crescono allo stesso tasso: Inoltre:
- i salari reali (in unità di efficienza) sono costanti; quelli assoluti crescono al tasso λ (produttività del lavoro)
- le quote di reddito che vanno ai fattori (capitale e lavoro) restano costanti
i salari reali scendono
le imprese assumono più lavoro
NEKk⋅
= diminuisce
λ+= ngn
si forma disoccupazione
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Effetti di un aumento della propensione marginale al risparmio s: nuovo stato stazionario: k**
)(kφ
k
y, i
)(ks φ⋅
k* k**
)(' ks φ⋅ in k* c’è ora eccesso di impiego di lavoro ( nw gg > )
i salari aumentano
si riduce l’utilizzo di lavoro
k aumenta portandosi verso k**
Una volta raggiunto k** il tasso di crescita di equilibrio del reddito sarà però sempre uguale a λ+n
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Sviluppi successivi della teoria della crescita Uno dei principali problemi dei modelli precedenti è la difficoltà di spiegare le esperienze storiche di sviluppo assai differenziati di molti paesi e aree del mondo.
- modelli multisettoriali
- sviluppi del modello di Solow (modelli con vintage di capitale)
- modelli di crescita endogena Sviluppi a partire da Solow ⇒ progresso tecnico “neutrale secondo Harrod”: ),( KNEfY ⋅= “neutrale secondo Hicks”: ),( KNfEY ⋅=
il progresso tecnico E si “spande” sui fattori di produzione in modo uniforme.
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Modelli con diverse “annate” (vintage) di beni capitali: ogni tK ha il suo specifico livello di efficienza tecnologica. tanto maggiore è il tasso di ammortamento del capitale ⇒ tanto più lato è il tasso di crescita del reddito. Modelli di crescita endogena nei modelli neoclassici a là Solow il tasso di crescita di equilibrio λ+n è “esogeno” – non è influenzato dalle decisioni di risparmio degli agenti economici e quindi dalle loro preferenze intertemporali. Nei modelli di crescita endogena tali preferenze hanno invece un ruolo; ciò è dovuto a:
esternalità di produzione; es. learning by doing (P. Roemer)
accumulazione di capitale umano (R. Lucas).