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Roberta Bruzzone

con la collaborazione diGiuseppe Centonze e Filomena Cavallaro

Segreti di famiglia. Il delitto di Sarah Scazzi

Le prove, i depistaggi e le lacrime di plastica

Copyright © MMXIIIARACNE editrice S.r.l.

[email protected]

via Raffaele Garofalo, /A–B Roma()

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I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,di riproduzione e di adattamento anche parziale,

con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Non sono assolutamente consentite le fotocopiesenza il permesso scritto dell’Editore.

I edizione: luglio

A mia madre Virginia, anche se tutti la chiamano Marisa, e a mio padre Domenico peravermi cresciuta nel rispetto della verità, ad ogni costo. . .

ma in particolare un grazie a mio padre, perché non me l’ha mai fatta passare liscia

Roberta B

Ai miei genitori, a mia nonna e a mia moglie per tutto l’amore che mi hanno donato

Giuseppe C

Ai miei nipoti affinché crescano nei valori sani della famiglia, gli stessi che mi hannotrasmesso i miei meravigliosi genitori, che hanno vigilato sulla mia educazione. . .

a loro dico: grazie per il vostro amore

Filomena C

« Ai vivi si devono dei riguardi,ai morti si deve soltanto la verità »

Vdalla Prima lettera a M.me de Genonville sull’Edipo,

Indice

Prefazione

Capitolo IPrologo. Le famiglie Serrano e Misseri

Capitolo IISarah è scomparsa. . .

Capitolo IIIEntra in scena “Dio Ivano”

Capitolo IVGli ultimi giorni di vita di Sarah Scazzi a San Pancrazio Salentino(BR)

Capitolo VCominciano le indagini

Capitolo VIIl “gioco degli specchi”. Le principali testimonianze

Capitolo VIILa prima svolta. Il ritrovamento del telefonino di Sarah

Capitolo VIIIMichele crolla. Sarah è morta, l’ha uccisa lui

Capitolo IXCome è morta Sarah? La parola passa al medico legale

Segreti di famiglia. Il delitto di Sarah Scazzi

Capitolo XMichele cambia versione. Un delitto a mani? L’arresto di SabrinaMisseri

Capitolo XIMichele cambia ancora versione. È stata solo Sabrina, lui si èoccupato dell’occultamento del cadavere

Capitolo XIIEnnesimo cambio di rotta. Le lettere di Michele Misseri

Capitolo XIIIL’arresto di Carmine Misseri e Cosimo Cosma

Capitolo XIVColpo di scena: indagati gli avvocati di Sabrina Misseri

Capitolo XV« Sogno o son desto? »

Capitolo XVISecondo la Corte Suprema di Cassazione Michele Misseri non èattendibile

Capitolo XVIICosima Serrano viene arrestata

Capitolo XVIIILe indagini tecnico–scientifiche: entra in scena il RIS dei carabi-nieri

Capitolo XIXLa chiusura delle indagini preliminari: la richiesta di rinvio agiudizio

Capitolo XXI magistrati tarantini sono “inquinati”? La richiesta di rimessionedel processo

Indice

Capitolo XXILa parola passa al

Capitolo XXIITutti davanti alla Corte d’Assise di Taranto

Capitolo XXIIIIl lato “oscuro” del caso Scazzi sbarca su Internet

Capitolo XXIVDifese “stellari”, costi elevati. . . ma chi paga?

Conclusioni

Indice dei nomi

Prefazione

Il agosto Sarah Scazzi, quindicenne di Avetrana, scompare nelnulla. Si cerca nelle campagne, tra i casolari. Si spera si sia allontanatavolontariamente, magari fuggita dalla desolazione del suo piccolopaese per inseguire le passioni di adolescente o per vivere appieno unamore acerbo.

Il ottobre, dopo quarantadue giorni di angosciante attesa e pre-occupazione, il suo corpo vene trovato privo di vita all’interno di unpozzo artesiano nelle campagne tra Avetrana e Nardò.

Sarah è andata incontro a un destino crudele. Uccisa per manodi alcune delle persone alle quali voleva più bene. È questa la tesidella Procura accolta dai giudici della Corte d’assise di Taranto cheha condannato Sabrina Misseri e Cosima Serrano, rispettivamentecugina e zia della vittima, alla pena dell’ergastolo e Michele Misseri,lo zio — il « becchino di Avetrana » come lo ha definito uno dei legalidi parte civile durante il processo di primo grado — a anni direclusione per concorso in soppressione di cadavere. Quest’ultimo,sempre secondo la Corte, durante la fase omicidiaria non era presente,ma ha partecipato attivamente alla fase in cui il corpo della nipote èstato gettato nel buio del pozzo più profondo che conosceva. Ma lalista dei condannati è ben più ampia.

Gli autori di quest’opera si sono cimentati nel faticoso compitodi ricostruire, passo dopo passo, tessera dopo tessera, attraverso ilrigoroso esame di tutti gli atti dell’inchiesta, il mosaico della complessaindagine che ha portato a individuare chi ha ucciso e perché.

Per giungere a tale scopo, gli elementi raccolti in questa complessaindagine meritano di essere affrontati, raccontati e approfonditi attra-verso una ricostruzione meticolosa e precisa, senza sconti per nessunoe senza esitazioni.

Questa “storiaccia” (e tutti i suoi vari risvolti) sarà raccontata sino infondo, atti alla mano, in maniera tale che chiunque potrà conoscerlasenza manipolazioni e, soprattutto, senza strumentalizzazioni.

Segreti di famiglia. Il delitto di Sarah Scazzi

Ora consentiteci qualche breve cenno relativo alla rotta che siintende seguire in questo viaggio.

La storia di Sarah inizia con una misteriosa scomparsa. Nel nostropaese scompaiono circa nove mila persone ogni anno. In alcuni casisono vittime di reati violenti. Vittime, troppe volte, che non fannopiù ritorno a casa. Si tratta di una vera e propria piaga sociale: i delittiin famiglia. In questo tragico ambito il nostro “bel paese” detienesaldamente il record europeo da molti anni.

Entreremo a pieno titolo nel merito dell’indagine sulla scomparsa(prima) e l’omicidio (poi) di Sarah Scazzi. Nel corso delle pagine che se-guiranno cercheremo di effettuare un’autopsia psicologica della vittima,per consentirle ancora una volta di raccontare la sua verità nonostantela sua vita sia stata spezzata per sempre quel agosto. Perché Sarah haancora molte cose da dirci ma dobbiamo saperle ascoltare.

Lo studio delle vittime, delle loro caratteristiche personologiche,dell’ambiente in cui vivevano, può rivelarsi di grande utilità per spie-gare alcuni passaggi salienti dell’evento delittuoso e per arrivare adelineare il profilo dell’offender, l’autore del reato. Tale studio puòfornire importanti informazioni su ciò che è accaduto prima dell’attocriminoso. L’analisi vittimologica rappresenta sicuramente una fasedi straordinaria importanza per indirizzare correttamente il prosieguodell’indagine. Lo raccomandano da molti anni anche i migliori profilersin ambito internazionale. E noi abbiamo deciso di partire proprio dalei, da Sarah.

Ricostruiremo con precisione anche la criminodinamica del delittoattingendo copiosamente dalle informazioni presenti negli atti. Appro-fondiremo il groviglio letale delle dinamiche psicologiche che, attimodopo attimo, si sono trasformate nel movente di uno dei più atrocidelitti italiani dal dopoguerra a oggi.

Parallelamente, seguiremo l’evoluzione della vicenda, dal punto divista investigativo e giudiziario, che, tra reticenze, menzogne, depistaggi,favoreggiamenti attivi o passivi, “visioni oniriche”, ha portato i membridi un intero nucleo familiare (e non solo), ad andare incontro a una seriedi condanne pesantissime dinnanzi alla Corte d’assise di Taranto.

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Capitolo I

Prologo

Le famiglie Serrano e Misseri

Avetrana è un tranquillo paese in provincia di Taranto, circa settemila abitanti, confinante con le province di Lecce e Brindisi, a pochichilometri da Porto Cesareo (LE) e da San Pietro in Bevagna (TA),meta di turismo estivo per via del mare meraviglioso, circondatoda numerosi uliveti e vigneti. È qui che la storia è ambientata, dovetutto ha inizio.

In questo capitolo ripercorreremo le storie familiari dei protago-nisti di questa vicenda.

La famiglia Serrano

Famiglia di ex pescatori. Agli inizi degli anni ’ Antonio Serranoe Oronza Saracino con i cinque figli, Emma, Cosima, Giuseppe,Concetta (mamma di Sarah) e Salvatora, detta Dora vivono una vitacontadina non certo semplice, in un basso, una piccola abitazione sitaal livello della strada, in via Martiri d’Ungheria in Avetrana. « Si pativala fame », come spesso Cosima Serrano ha affermato nel descriverecome viveva la sua famiglia d’origine. Manca anche l’affetto in fami-glia, i sentimenti non sono esternati, anzi pare che mamma Oronzasia una donna dura e fredda. Non doveva certo essere semplice ester-nare i propri sentimenti affettuosi stravolti dalla fatica quotidiana neicampi per sfamare la famiglia numerosa.

Antonio Serrano emigra in Germania per lavoro e le ultime duefiglie nate crescono unicamente con la madre.

Concetta conosce il padre solo attraverso una foto che lo ritraein uniforme durante il servizio militare e vedendo lo zio Cosimo

Segreti di famiglia. Il delitto di Sarah Scazzi

spesso in divisa collega quell’uniforme alla foto del padre e cominciaa chiamare “papà” lo zio acquisito. Cosimo Spagnolo aveva sposatoFilomena Serrano, detta Nena “la Pescatora”, sorella di Antonio. Inpaese Cosimo era visto da molti quasi come un privilegiato, « uno chestava bene », vista la sua condizione economica e considerati i tempie la profonda miseria che attraversava l’intera nazione all’epoca.Possedeva una cava ed era una Guardia forestale.

Quando Antonio Serrano ritorna dalla Germania, Concetta conti-nua ad attribuire allo zio il ruolo di figura paterna principale. I coniugiSpagnolo, che si erano molto affezionati a Concetta, dal momentoche non potevano avere figli naturali, chiedono allora ad Antonio diadottare la terzogenita di casa Serrano in modo tale da poterla cresce-re come figlia propria. Del resto, come affermerà la stessa Concettain un’intervista, non c’era pane per tutti nella sua famiglia naturale,per cui la richiesta degli zii viene subito presa in seria considerazione.E infatti di lì a poco Antonio Serrano accetta la proposta ponendouna sola condizione: alla figlia deve essere data la possibilità di stu-diare fino al conseguimento del diploma di terza media (all’epocatraguardo soddisfacente, oggi equiparabile al diploma di maturitàsuperiore). Cosimo e Filomena Spagnolo accettano di buon gradola richiesta. Così, mentre gli altri fratelli rimangono a vivere nelledifficoltà e negli stenti all’interno del basso di via Martiri d’Unghe-ria, a pochi metri di distanza, in vico II Verdi, a seguito del decretodella Corte d’Appello di Lecce, sezione minorenni, del aprile ,inizia la nuova vita “agiata” di Concetta che aggiunge al cognomepaterno anche quello dei genitori adottivi, Spagnolo. Il rapporto con igenitori adottivi, nonostante la sua condizione sociale ed economicasia nettamente migliorata rispetto a quella dei suoi fratelli, non èidilliaco. La giovane Concetta comincia presto a sentire la mancanzadella famiglia d’origine.

Sono anni di solitudine e sofferenza. Concetta, con grande im-pegno raggiunge gli obiettivi scolastici auspicati dai genitori, cre-scendo però solitaria e triste, “lontana” dai suoi fratelli che frequentararamente, quasi fossero degli estranei.

Dora, l’ultima nata delle sorelle Serrano, dichiara in un’intervistaparlando della loro infanzia: « Io vedevo Concetta da mia zia Nena enon sapevo che fosse mia sorella ».

La difficoltà di Concetta ad adattarsi all’interno della famiglia

. Prologo. Le famiglie Serrano e Misseri

adottiva aumentano negli anni. La situazione peggiora poi duranteil periodo adolescenziale al punto da spingere la ragazza, all’età di anni, a lasciare i genitori adottivi per tornare a vivere nel basso divia Martiri d’Ungheria. Ritrova i suoi fratelli ma anche le difficoltàche aveva lasciato al momento della sua adozione, la situazioneeconomica della famiglia Serrano non era migliorata col tempo.

Purtroppo per Concetta il ritorno alla casa paterna non coincidecon un miglioramento della sua condizione. Anche lì sente di essereun’estranea. I molti anni passati a casa degli zii l’hanno allontanatadavvero molto dai suoi fratelli. Il suo destino di solitudine non sem-bra avere termine fino a che conosce un giovane manovale di SanPancrazio Salentino (BR), un paese vicino ad Avetrana, GiacomoScazzi. Concetta se ne innamora e fugge con lui.

La famiglia Serrano prende molto male la decisione della figlia.La fuitina era considerata un’umiliazione insanabile. I due giovanisono costretti quindi a sposarsi in fretta e furia. Ma anche stavolta,in un giorno tanto importante per Concetta, l’affetto dei familiarinon è manifestato, anzi, la stessa Dora dichiara: « Il matrimonio [. . . ]sembrò un funerale, nostro padre Antonio era umiliato ».

Inizialmente i novelli sposi si stabiliscono a San Pancrazio Salenti-no, presso l’abitazione dei genitori di Giacomo. Dopo qualche annolasciano la Puglia e si trasferiscono a Castellanza, in provincia diVarese, dove Giacomo trova lavoro prima come operaio elettricista epoi come muratore.

A San Pietro Vernotico (BR) il giugno del nasce Claudio,il primogenito. Nel frattempo gli zii di Concetta, Cosimo e Filo-mena Spagnolo che l’avevano adottata da piccola, iniziano ad avereproblemi di salute e così Concetta dovrà prendersi cura di loro.

Sono anni molto pesanti sia sotto il profilo psicologico che fisi-co. Concetta inizia a viaggiare tra Milano e Avetrana per prestareassistenza agli zii. Non è certo facile seguire due famiglie contem-poraneamente. Ed è proprio in quegli anni di continui trasferimentiche il aprile in un ospedale di Busto Arsizio (MI) nasce Sarah,la secondogenita di casa Scazzi. Claudio all’epoca ha quasi anni.

Le condizioni di salute di Filomena Serrano peggiorano note-volmente di anno in anno mentre Cosimo Spagnolo già invalidoe sofferente è costretto a sottoporsi a dialisi. Concetta decide di ri-tornare ad Avetrana portando con sé la piccola Sarah, che all’epoca

Segreti di famiglia. Il delitto di Sarah Scazzi

ha anni. Il resto della famiglia Scazzi, gli uomini di casa, resta nelmilanese. Durante il viaggio verso il paesino natale Sarah chiede allamadre che cosa vi sia di bello ad Avetrana e Concetta risponde: « Ilmare ». Proprio quello stesso mare dove Sarah era diretta il agosto ma a cui non arriverà mai.

La zia Nena viene a mancare il maggio . Lo zio Cosimomorirà il settembre , giorni dopo la scomparsa di Sarah,senza mai più riabbracciare la nipotina.

Una volta venuta a mancare “mamma” Filomena, Concetta si im-pegna con dedizione ad accudire il padre adottivo. Sarah trascorrele sue giornate per metà a scuola e per metà a casa degli zii materni,Michele e Cosima Misseri, nella villetta di via Grazia Deledda . Cisono anche le cugine Valentina e Sabrina che si prendono cura di lei,la accompagnano a scuola, la vanno a riprendere, permettendo così aConcetta di aver più tempo da dedicare allo zio Cosimo. La famigliaMisseri diventa per Sarah un vero e proprio punto di riferimento inquegli anni. E certo non deve essere stato facile neppure per Sarahaver dovuto lasciare la sua vita di bimba e i suoi amichetti per tornareal paese natale della madre, dove, di fatto, non conosceva nessuno,o quasi. La presenza di Sarah non riesce comunque a produrre ef-fetti favorevoli nel rapporto tra Concetta e la sua famiglia d’origine.Arriva poi un altro duro colpo a incrinare definitivamente il fragileequilibrio familiare: in seguito alla morte degli zii adottivi Concettaeredita una cospicua somma di denaro, oltre duecento mila euro,e la casa di vico II Verdi. Non divide nulla con i suoi fratelli e nonrinuncia neppure a partecipare all’asse ereditario quando a moriresaranno i suoi genitori naturali. A lei toccano venticinque milionidi lire più una parte dei buoni postali intestati alla madre Oronza,mentre agli altri fratelli vanno, oltre a una parte dei buoni postali,alcuni terreni e delle abitazioni. I suoi fratelli non le perdonerannomai tale scelta. Cosima Serrano in particolare si lamenta del fattoche la sorella Concetta abbia partecipato alla divisione ereditaria deigenitori naturali, pur non avendo mai accudito l’anziana madre gra-vemente malata da tempo. Cosima si lamenta anche della sorellaDora che, a suo dire, avrebbe ricevuto più del meritato effettivamen-te. La divisione ereditaria fa calare ulteriore gelo nei rapporti traConcetta e i suoi fratelli. Il ricordo della fame e della miseria patitein gioventù contribuisce a inasprire ancora più gli animi. In questo

. Prologo. Le famiglie Serrano e Misseri

tipo di scenari anche i centesimi possono fare un’enorme differenzae scatenare rancori inestinguibili, anche se covano silenti sotto lacenere per anni. La famiglia Serrano non si riunisce neanche in occa-sione di ricorrenze o festività, anche perché Concetta durante la suapermanenza a Milano si allontana dal cattolicesimo per abbracciare(senza esitazione) il credo dei Testimoni di Geova, che non ammettefesteggiamenti per ricorrenze e festività. Anche Sarah deve farseneuna ragione ben presto. L’unica festa di compleanno, quella per isuoi anni festeggiati il aprile , ironia della sorte, sarà anchel’ultima.

Gli anni passano in fretta. Sarah frequenta sempre più assidua-mente la casa di zia Cosima e zio Michele e instaura con la cuginaSabrina, in particolare, di pochi anni più grande, un legame che neltempo si consolida e si rafforza. In diverse occasioni la zia Cosima,rientrando a casa, redarguisce la nipote: « Ma insomma, tu non haicasa dico io? Sempre qua stai? ».

Sarah non si cura dei rimproveri e delle lamentele della zia ma-terna, né dei problemi di famiglia, così come non manifesta alcuninteresse verso la fede in Geova della madre. Sono altri i pensieri, leaspettative e le preoccupazioni che affollano la sua mente di ragazzinaadolescente.

La famiglia Misseri

I Misseri, nove fratelli in tutto vivono in una masseria: l’abitazione,un recinto per le pecore e un grande albero di fico. Intorno a questaproprietà si diramano sentieri e stradine che portano ai terreni dellazona gremiti di pozzi/cisterne che, all’epoca, servivano ad attingerel’acqua piovana e garantirsi così un buon raccolto. Anche qui miseria,fame, di quelle vere, non mancano: i nove fratelli crescono allo statobrado e sono impiegati nei campi già in tenerissima età; una vitadurissima sin dalla prima infanzia contrassegnata da continui sacrificiper garantirsi un pasto caldo.

Il padre di Michele, Cosimo Misseri era un contadino–pastore cre-sciuto nella miseria e forgiato dal lavoro nei campi. Per arrotondare ilmagro salario andava anche sulle montagne a scavare carbone pur diportare qualcosa in più a casa. Proprio per questa sua attività gli era

Segreti di famiglia. Il delitto di Sarah Scazzi

stato attribuito il nomignolo “lu craunaro” (il carbonaro). Michele,già da bambino, conosce il lavoro duro dei campi. Si racconta che ilpapà lo avesse “affittato” a un padrone che lo impiegava come ma-novale nelle campagne di Manduria (TA). Come molti suoi coetaneinon frequenta la scuola, vede l’istituto solo dall’esterno mentre passaper la strada con il carretto del padrone nelle sue dure giornate dilavoro che iniziano alle sei del mattino per finire nel tardo pomerig-gio. All’epoca Michele aveva appena anni. Solo moltissimi anni piùtardi, ormai adulto, riuscirà a frequentare la scuola, quella serale im-parando a scrivere e a leggere seppur in maniera elementare (il livellodi scolarizzazione raggiunto equivale alla seconda elementare).

Le vite di Cosima Serrano e Michele, accomunate sin dall’ini-zio dalle stesse difficoltà e dai morsi della fame, a un certo puntosi uniscono. I due si conoscono in campagna, si innamorano e sisposano. Inizialmente vanno ad abitare presso la famiglia Serrano,in un appartamento ubicato al piano superiore dell’abitazione invia Martiri d’Ungheria ad Avetrana. Dalla loro unione nascono duefiglie, Valentina e Sabrina. Anche Michele e Cosima, come Concettae Giacomo, lasciano Avetrana. In cerca di lavoro e si trasferisconoad Amburgo in Germania, dove lui trova lavoro come muratorepresso un cimitero, mentre Cosima lavora prima in una fabbricadi gelati e poi in una di cioccolato. I due rimangono lontani dallaPuglia per circa un ventennio. Nel frattempo Valentina e Sabrina(tranne per i primi anni che trascorrono in Germania) crescono acasa dei nonni materni, accudite prevalentemente dalla zia Emma,sorella di Cosima e Concetta. Anche loro da piccole vivono il distaccodai genitori per ragioni economiche e lavorative. Intanto, Cosima eMichele con i risparmi del loro lavoro in Germania, una volta tornatiad Avetrana, costruiscono mattone dopo mattone una villetta in viaGrazia Deledda dove si trasferiranno con le figlie definitivamentenel .

Una volta tornati in Puglia i due trovano lavoro come bracciantiagricoli. La loro resta una vita contrassegnata dal faticoso lavoro neicampi, proprio come quando erano bambini. Cosima gestisce lefinanze di famiglia e, poco alla volta, dopo anni di duro lavoro (comeracconta Michele), acquistano un uliveto di circa cinquecento piantee un vigneto di Primitivo di Manduria, a cui entrambi dedicano granparte del loro tempo.

. Prologo. Le famiglie Serrano e Misseri

Michele è conosciutissimo e richiestissimo in zona proprio per lesue capacità, soprattutto nella potatura. Si racconta che per avere unsuo intervento bisognasse mettersi in fila e prendere appuntamento.