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ANNO X N. 4/5/6 - Apr/Mag/Giu 2003 - Sped. A. P. comma 20 art. 2 L.23.12.96 n. 662 Roma/Romanina (o ferrovia) Estero: Taxe percue - Rome - Italy Tipolitografia - Lavori offset Stampa editoriale e commerciale Pieghevoli, opuscoli, riviste e giornali - Fotocomposizione computerizzata Macintosh Rilievo a secco - Termorilievo Partecipazioni Lungotevere Prati, 16 - Roma Tel./Fax 06/6879867 Tipolitografia - Lavori offset Stampa editoriale e commerciale Pieghevoli, opuscoli, riviste e giornali - Fotocomposizione computerizzata Macintosh Rilievo a secco - Termorilievo Partecipazioni Lungotevere Prati, 16 - Roma Tel./Fax 06/6879867 MENSILE MOLISANO DI INFORMAZIONE FONDATO DAL GRUPPO “INSIEME PER DURONIA” la vianova entra nel suo x° anno di vita AUGURI Il primo numero del Maggio 1994 Tipolitografia - Lavori offset Stampa editoriale e commerciale Pieghevoli, opuscoli, riviste e giornali - Fotocomposizione computerizzata Macintosh Rilievo a secco - Termorilievo Partecipazioni Lungotevere Prati, 16 - Roma Tel./Fax 06/6879867 Tipolitografia - Lavori offset Stampa editoriale e commerciale Pieghevoli, opuscoli, riviste e giornali - Fotocomposizione computerizzata Macintosh Rilievo a secco - Termorilievo Partecipazioni Lungotevere Prati, 16 - Roma Tel./Fax 06/6879867 MENSILE MOLISANO DI INFORMAZIONE FONDATO DAL GRUPPO “INSIEME PER DURONIA”

computerizzata Macintosh Partecipazioni Lungotevere Prati ... · rumore di tuono via via crescente, ha martoria-to i nostri poveri muri. La polvere dei primi crolli ha riempito l’a-ria

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ANNO X N. 4/5/6 - Apr/Mag/Giu 2003 - Sped. A. P. comma 20 art. 2 L.23.12.96 n. 662 Roma/Romanina (o ferrovia) Estero: Taxe percue - Rome - Italy

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Rilievo a secco - TermorilievoPartecipazioni

Lungotevere Prati, 16 - RomaTel./Fax 06/6879867

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Rilievo a secco - TermorilievoPartecipazioni

Lungotevere Prati, 16 - RomaTel./Fax 06/6879867MENSILE MOLISANO DI INFORMAZIONE FONDATO DAL GRUPPO “INSIEME PER DURONIA”

la vianova entra nel suo x° anno di vita

AUGURIIl primo numero del Maggio 1994

Tipolitografia - Lavori offsetStampa editoriale e commerciale

Pieghevoli, opuscoli, riviste egiornali - Fotocomposizionecomputerizzata Macintosh

Rilievo a secco - TermorilievoPartecipazioni

Lungotevere Prati, 16 - RomaTel./Fax 06/6879867

Tipolitografia - Lavori offsetStampa editoriale e commerciale

Pieghevoli, opuscoli, riviste egiornali - Fotocomposizionecomputerizzata Macintosh

Rilievo a secco - TermorilievoPartecipazioni

Lungotevere Prati, 16 - RomaTel./Fax 06/6879867

MENSILE MOLISANO DI INFORMAZIONE FONDATO DAL GRUPPO “INSIEME PER DURONIA”

Dalla memoria di chiè, ora, affinché altri...non dimentichino:

Alle ore 11.30 laterra ha tremato.L’ottavo grado dellascala Mercalli ha uneffetto tremendo.

Sono stati 40 secon-di lunghi, lunghissimi,interminabili. I primisobbalzi della terrahanno tentato di farcicadere dalle sedie. IlMovimento prima sus-sultorio e poi ondulato-rio, preceduto da unrumore di tuono via viacrescente, ha martoria-to i nostri poveri muri.La polvere dei primicrolli ha riempito l’a-ria...

La corsa affannosaper vedere, per sapere,per incontrare la fami-glia, gli amici, persapere se a scuola cifossero danni. Il sospiroalla vista dei bambini,tutti raggruppati sulprato con le maestre, gliinsegnanti, il gesto:tutto OK!

Ripartire, correreverso il fumo dei crolli,tendere gli orecchi,altro sospiro di sollie-vo: “Nessun grido!”.Nessuno ci è rimastosotto.

Correre, rientrare inufficio, tentare di con-tattare gli uffici supe-riori.

Scoprire che itelefoni non funzionano.Ritornare in strada,assicurare la gente.- Cosa è successo????- Il terremoto!- Pericolo!!!!!

Questi sono stati iprimi attimi, frenetici,intensi, lunghissimi, intutto dieci minuti, forsequindici.

L’arrivo precipitosodel sindaco (sorpresodal terremoto aCasacalenda, nella sededella ComunitàMontana), le prime riu-nioni per decidere il dafarsi. Il rendersi contoche la leggenda chediceva di Ripabottoniprotetta dai terremotiera appunto una leg-genda, la dura realtà daaffrontare.

Dura, durissima: il59,5% delle case hasubito lesioni più o menogravi comunque tali darenderle inagibili.

Il 5% del patrimonioedilizio andato irrime-diabilmente distrutto.

Queste cifre diventa-no nella terra vecchia:100% di case lesionate e

10% di crolli.Il paese inagibile per

la minaccia di crolli:La casa di

Fioravanti - minaccia ilcrollo.

La casa delGenerale Cappuccilli -minaccia di aprirsi inquattro, alcuni solai giàcrollati.

La Chiesa di SantaMaria - parzialmentecrollata la parte poste-riore, fratture gravi, lafacciata inclinata inavanti.

Il palazzo di DonnaLidia - Crollati alcunisolai.

Il palazzo dellesorelle Vannelli -minaccia il crollo.

Il Campanile - effet-to cavatappi - ha subito

due torsioni in sensoinverso, ben visibilidalla strada.

La Chiesa madre -tutte le colonne hannosubito la doppia torsio-ne per cui hanno frattu-re longitudinali cheminacciano di aprirlesotto il peso. La faccia-ta distaccata di buon 30centimetri.

La fontana in piazza- parzialmente diruta.

Il palazzo baronale- è crollato il tetto,alcuni solai. La facciatasu C.so Garibaldi hasubito un distacco dibuoni 50 centimetri.

Il Comune - soloqualche frattura.

La casa di DonMario Cappuccilli - unafenditura la divide in duedal basso all’alto.

La casa di DamasoDe Julio - Crollo par-ziale del tetto.

Il palazzo di DonFerdinandino -Crollato!

La terra vecchia -tutti i soffitti fatti conmattoni a volte: crollati.

La casa diFrancesco del Bar -crollata.

La casa di TartagliaFrancesco - crollata

Dietro la casa diAlfredo - crollata

La casa di PaoloGamba - crollata.

Tutte le case dellaTerra Vecchia - se nonsono crollate sono lesio-nate: Tutte inagibili.

Per fortuna nessunferito e nessuna vittima.

Per fortuna arriva-no i primi volontari, leprime tende vengonoalzate.

tratto dal sitowww.ripamici.com

RIFLESSIONI SUL TERREMOTO

ANNO X N° 4-5-6 PAGINA

2APR-MAG-GIU 2003

RIPABOTTONIIL 21 GIUGNO È STATO INAGURATO

IL NUOVO VILLAGGIO PREFABBRICATOConsegnato alla storia il 21 giugno 2003il nuovo Villaggio prefabbricato *Resterà memorabile per Ripabottoni il 21 giugno del 2003.L’inaugurazione e la benedizione del Villaggio prefabbricato ha visto la presenza dei rappresen-

tanti delle Istituzioni a tutti i livelli: Vescovo, Prefetto-Commissario di Governo, Presidente dellaGiunta Regionale, Deputati al Parlamento, Consiglieri Regionali, Sindaci, Generale dei Carabinieri,Colonnello della Guardia di Finanza, Guardia Forestale, Amministratore delegato della Bosch,Volontari della Colonna Mobile della Lombardia, Responsabili delle Pubbliche relazioni dellaTelecom e dell’ AEM, oltre trecento invitati, hanno creato una novità unica e, forse, irrepetibile, perla nostra cittadina.

Il Sindaco Michele Frenza, con voce ferma, convinta e motivata, ha tracciato un quadro sinteticoma efficace dei sette mesi dell’ emergenza, e ha detto che se con questa inaugurazione si chiude uffi-cialmente la prima fase, un’altra più impegnativa ci attende: quella della ricostruzione, soprattuttoper creare occasioni che fermino l’ulteriore esodo di chi ha bisogno di cercare lavoro altrove. Dopogli altri discorsi ufficiali tenuti dal Presidente della Giunta regionale lorio, dal Deputato DiGiandomenico, dal Presidente della Provincia Massa, il Vescovo Valentinetti ha proceduto alla bene-dizione dei moduli abitativi, della caldaia offerta dalla Bosch alla costruenda Chiesa e alla posa dellaprima pietra del Centro della Comunità della Caritas Italiana. Con convinzione, il Vescovo, ha affer-mato che la Chiesa di S. Maria Assunta di Ripabottoni è la più bella della Diocesi e pertanto, si éappellato alle Autorità competenti chiedendo interventi prioritari nel restauro.

L’intitolazione di Viale Lombardia, la strada principale del nuovo villaggio, di Via Robert Bosch,di Via del Gruppo Volontari di Protezione Civile AEM Milano, ha costituito un doveroso riconosci-mento a chi ha portato aiuto e solidarietà ai nostri concittadini nella fase più acuta dell’emergenza.

Un pranzo offerto ad oltre 250 ospiti ha preceduto il momento culturale che nel pomeriggio havisto avvicendarsi nel salone dell’Albergo la Professoressa Castelli e il Professor Sbattella, psicologidell’Università Cattolica di Milano, che hanno seguito i nostri ragazzi sin dai primi giorni dopo ilterremoto, i geologi Giuseppe Di Capua e Silvia Peppaloni che ci hanno illustrato i primi risultatidelle indagini geologiche in atto, l’Architetto Carlo Melfi che ha esposto le linee guida del program-ma di ricostruzione del paese. Ha chiuso gli interventi Luigi Bossi, capo indiscusso dei volontari diAEM, che ha illustrato il progetto di rifacimento della pubblica illuminazione di Ripabottoni.

Un interessante concerto della Filarmonica della “Terra di S. Benedetto”, con musiche di variogenere ha concluso la se rata nel modo più piacevole. Assai gradito è stato il buffet offerto a tutti ipresenti nella serata.

* tratto da “Riabbottoni notizie”

• DISTRUZIONE E MORTE pag. 2di Enza Santoro

• ILNUOVO VILLAGGIOA RIPABOTTONI pag. 2

• I TERREMOTI NEL MOLISEdi Renato Lalli pag. 3

• CANDELE E TURBO GASdi Piergiorgio Acquistapace pag. 4

• VITA DA SCOIATTOLIdi Alessia Malerba pag. 4

• VALORIZZARE I TRATTURIdi Enza Santoro Reale pag. 5

• TURISTA IN CASAdi Pasqualina Ciocca pag. 5

• UN VIAGGIO LUNGO…di Enza Santoro Reale pag. 6

• LA VALLE DEL BIFERNOdi Enza Santoro Reale pag. 7

• IL LIBRO SU LE CROCI VIARIE autore Michele Cianciullo pag. 7

• PROGRAMMA pag. 8• PERCORSO pag. 9

• RIVIVE LA TRADIZIONE CONTADINA A FOSSALTOdi Agnese Genova pag. 10

• IN RICORDO DI UNA PERSONA CARAdi Nicola Cornacchione pag. 10

• UNA RICERCASU TORELLAdi M. e A. D’Alessandro pag. 10

• LO SPORTIN EVOLUZIONE NEL SUDdi Domenico Ciarmela pag. 11

• MOLISE CONTRO MOLISEdi Agnese Genova pag. 11

• LA VOCE DELL’AMMINISTRAZIONEdi Franco Adducchio pag. 12

• CANNAVINE: RIAPRE LO STABILIMENTO!di Michelino Manzo pag. 13

• M’AR’CORDdi ADDO pag. 14

• UN RICORDO DI TRE MAMME!di Pietro Berardo pag. 14

• L’AMERICA, CHI ERA COSTEI!? di Savino Tartaglia pag. 15

• I RICORDI DEL MISSIONARIO!di Padre Antonio Germano pag. 15

• AUGURI A “LA VIANOVA”di Giovanni Germano pag. 16

ULTIMA

EMIGRANE, AMICO MIO!

PER NON DIMENTICARE

DURONIA IN PIAZZA

I PAESI DEL “MEDIO SANNIO”

CAMMINA, MOLISE!2003

SPAZIO ALLE ASSOCIAZIONI

TURISMO POSSIBILE

AMBIENTE

TERREMOTO

UNA RACCOLTA DEI FATTIE DEGLI AVVENIMENTICHE HANNO SEGNATO

L’INTERMINABILE “TEMPO”DI DUE E PIÙ SCOSSE

DI TERREMOTO VISSUTEA RIPABOTTONNI

dalla memoria di chi è ora,affinche altri... non dimentichino

Per non dimenticare Domenica 3 novem-bre 2002.

Un’atmosfera cupaavvolge Campobasso: uncielo tetro, un silenzioangosciante, uno sguar-do su immagini luttuosefisse nella mente, unvano interrogarsi sulmale che, impietoso,incombe sull’umanità.

Un istante impercet-tibile annienta giovanivite, polverizza l’operaincauta, scompagina lecomunità, dando il sensodella sua pochezza ad unuomo che nel miraggiodi un benessere illimita-to, nell’illusoria parven-za di dominio ripone ilfine della sua vita. Sonoin questi momenti tangi-bili di impotenza, di fra-gilità che la volontà disopravvivere si assolu-tizza e vanifica l’affan-nosa ricerca dell’effime-ro. Il sentirsi vivo dàun’insolita sensazione dipiacere e l’egoismofinalmente si stemperanella compenetrazionedell’altrui dolore, nelloslancio di solidarietà.

È la consapevolezzadel rischio, del dolore,della morte evitata chefa riconquistare il sensopiù alto della vita, resti-tuendo l’uomo alla suaumanità, rendendolodisponibile ad aprirsialla compartecipazionevera e non retorica del-l’altrui disgrazie.

Agghiaccianti il cor-teo delle bianche bare el’ammanto di fiori, fotoe giocattoli che le rico-prono una volta colloca-te su un’area incredibil-mente ampia. Esemplarela compostezza dei geni-tori e dei parenti muti inun dolore che è tanto piùstraziante, quanto menoè gridato: il volto impie-trito, l’anelito a ridar vitaad un corpo assurdamen-

te annientato, lo sguardoteso a recuperare imma-gini gioiose di volti sor-ridenti, a ripercorreretappe di una vita vivace-mente proiettata nelmondo. Una dignità cheincute rispetto ed ammi-razione che pretendediscrezione e sollecita lariflessione su un drammache, forse, poteva essereevitato.

Commovente nellasua essenzialità il ritofunebre. Confortevoli leparole di una religioneche dà la speranza disopravvivenza ed assicu-ra un legame indissolu-bile tra terra e cielo,unico conforto per il cre-dente, unico argine alladisperazione. “SonoAngeli che vivono nellaluminosità dei cieli chevegliano sul dolore ine-narrabile dei propri cari”

Nonostante lo strap-po lacerante, inguaribile,

la vita riprenderà con lesue disarmonie, con isuoi contrasti gioia/dolo-re, amore/odio, vita/morte, ineliminabili, per-ché sostanza del vivere.

Il dramma vivràcome costante struggen-te in chi l’ha vissutodirettamente, comericordo triste in chi vi hapartecipato e, si spera,vivrà come monito pertutti ed in particolare percoloro che hanno ilgrave compito di ammi-nistrare, tutelare i citta-dini nel severo rispettodelle leggi.

Il popolo di SanGiuliano, come quello ditanti paesi molisani,rimarrà nella propriaterra e, dopo l’ennesimadisfatta, si rialzerà pergarantirsi il diritto allavita ed alla terra.

Ho avuto modo diincontrare il popolo diSan Giuliano nel “cam-

mina, Molise! 2001” e neho ammirato la coralità,la generosa prodigalità.Principali attori nell’or-ganizzazione della festo-sa accoglienza erano iGiovani in sintonia conl ’ A m m i n i s t r a z i o n eComunale ed i Bambininella loro incontenibilevivacità. Gli anziani ama-vano raccontare,mostrando l’orgoglio diun’imprenditoria agricolaed alimentare che acco-munava la nuova conl’antica generazione: conle rimesse di un lavoro daemigrati erano riusciti ademanciparsi dal lavorodipendente e diventaregestori dei loro campi,organizzatori di un lavoroproficuo tanto da legare ipropri figli alla terra pro-spera e generosa.

Ed è questo legame,questo orgoglio dell’ap-partenenza che lasciaben sperare nel futuro; ilpopolo di San Giulianorimarrà nella sua terra,madre e tomba di figliprematuramente stronca-ti da una Natura malevo-la, da un Destino incle-mente, o forse dall’erro-re e tracotanza umana.

Che sia la ricostruzio-ne post-terremoto esem-plare nella rapidità, nel-l’efficienza, nel correttoutilizzo delle risorse.

Che sia questo unmomento qualificanteperché il cittadino moli-sano diventi protagonistadel sistema di vita dellasua Regione, perché laPolitica si riappropri delsuo significato primarioe sostanziale ed eserciti,con responsabilità edabnegazione, l’alto com-pito di governare loStato come un benecomune, nel rispetto deldiritto di tutti e nellapiena applicazione delleLeggi.

DISTRUZIONE E MORTELA DIGNITÀ DEL POPOLO

DI SAN GIULIANO DIPUGLIA È SPERANZA DI

RISCATTO E DI RINASCITAdi ENZA SANTORO REALE

Per non dimenticare

VERSA IL TUOABBONAMENTO

salva la vianova

SOMMARIO

RIFLESSIONI SUL TERREMOTO3

APR-MAG-GIU 2003

ANNO X N° 4-5-6 PAGINA

RISTORANTE - PIZZERIA - BARLLLLAAAA TTTTAAAANNNNAAAA DDDDEEEELLLLLLLL’’’’OOOORRRRSSSSOOOO

F.lli Di Maria

CUCINA CASARECCIA MOLISANA

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I terremoti si susseguono nel Molise con ritmo incessante nelcorso dei secoli, e colpiscono diverse parti del Molise. Isernia ades. è stata, scrive Pacicchelli, “tre volte maltrattata in sommo,dagli scuotimenti più fieri della terra. Di tutt’i fenomeni dellaNatura non evenne alcuno”, scrive l’isernino Fortinini” di cuieffetti siano più terribili e più estesi di quelli de’ Tremusti. Permezzo di essi la superficie della nostra Terra pruava li cangia-menti, i più notabili, e le rivoluzioni le più funeste”.

Del terremoto dell’847 si trova notizia in molte opere, anchenel Chronicon Vulurnense per i danni subiti dal Monastero diSan Vincenzo. Ne parla pure lo storico fiorentino ScipioneAmmirato che a proposito di Isernia scrive: “E acciocché pares-se manifestamente haver quel paese non meno nemici li uomini,che il Cielo, l’anno 847, pe’ grandi terremoti succeduti, quasitutte l’habitationi d’Isernia caddero a terra, con morte di moltiCittadini, e del proprio Vescovo senza li altri luoghi, che restaro-no in gran parte abbattuti”.

Si ripercuotono su parti del Molise i terremoti che nel 988,nel 1117, nel 1120, nel 1125 infieriscono su Benevento.

In quest’ultimo colpì in particolare la zona di Riccia, le scos-se in quell’anno si ripeterono per più giorni.

Altra città più volte colpita dal terremoto è Bojano che perdela sua antica fisionomia. Nel 1294, per i gravi danni subiti, acausa del terremoto, vengono presi provvedimenti di riduzionidelle tasse. Per gli stessi motivi anche Isernia ed altri paesi godo-no degli stessi benefici.

Grave, per gli effetti distruttivi, è il terremoto del 1349 che èpreceduto dai terremoti del 1300 e del 1309.

Quello del 1349 fu un terremoto “terribilissimo che sentir sifece non nell’Italia solo, ma anche in Germania e nell’Ungaria,riferito da molti Autori”, scrive Ciarlanti “e, specialmente da S.Antonino”. “Operò”, continua Ciarlanti, “danni inestimabili, maquel che più ammirano gl’Historichi, è, ch’abbia ciò perato inuno stesso tempo, in si lontanissime, e vastissime Province”.

Cadono chiese e campanili, danni gravi registra il patrimonioartistico. Danni gravi subiscono le badie benedettine, che, attra-verso l’opera attiva e laboriosa dei monaci, hanno dato impulsoal rifiorire della vita locale e sono state sicuro punto di riferi-mento per quanti cercavano di sfuggire all’oppressione feudaleche si andava facendo più dura.

Danni gravi subiscono la badia di S. Maria de Fora diCampobasso, ricordata ancora nel nome da una piccola chiesa, ilMonastero di S. Vincenzo al Volturno insieme con i paesi daesso dipendenti, quelli di Montecassino insieme con l’abitato diCassino che allora si chiamava San Germano. Moltissimi i mortitra i monaci. Anche Venafro subisce distruzioni e conta settecen-to morti . Scompaiono villaggi; quelli di Montecalvo in agro diSan Giuliano di Puglia vede la sua popolazione ridursi ad appena15 fuochi. Le acque che prima scorrevano limpide, diventano,dopo il terremoto, torbide ed assumono il colore del sangue . Sene trova notizia in un documento dell’Archivio della Cattedraledi Isernia , riportato da Ciarlanti.

Un terremoto di pari intensità scuote tutto il Molise nel 1456.Il terremoto “ingentissimus et potentissimus”, accade nel mesedi dicembre, nel giorno di Santa Barbara. Rimangono ,”disfatte”,scrivono gli storici, Brindisi, Aquila, Isernia , Bojano”. Si conta-no quarantamila morti. Ne scrivono Pio II papa e S: Antonino,arcivescovo di Firenze che riporta il numero dei morti di moltiluoghi. Lo fa anche Ciarlanti. “A Vinchiaturo i morti sono 120,ad Isernia 1200, a Bojano, che in questa rovina fu sommersa danuovi sorgivi d’acqua 1300, a Macchiagodena , che cascò pari-mente tutta, 350 a Frosolone, che fu scossa nella maggior parte.317 a Riccia.” e l’elenco continua e comprende quasi tutti i paesidel Molise.

A Termoli rimane danneggiata la Cattedrale, a Casacalendadanni subisce la chiesa di Santa Maria, danni gravi subisce laparrocchiale di San Giuliano di Puglia.

Si parla in questa occasione di fenomeni strani, di funestipresagi, di una stella fiammeggiante tra Oriente e Settentrione .C’è chi nel tentativo di ritrovare le cause del terremoto parla di“spiriti sotterranei, i quali per le viscere della Terra, trascorren-do”, scrive Ciarlanti, “si’ terribilmente la scotessero, e rovinas-sero tante Città , e luoghi con la morte di tante migliaia di per-sone”. Ma per Ciarlanti la causa va ritrovata nel Signore “chepermette simili flagelli per suo secreto giodicio in pena dell’in-numerabili, e gravissime iniquità dei mortali”. Dello stesso pare-re è De Sanctis, l’autore di una storia di Ferrazzano per il qualeterremoti e guerre si avevano perché “si andava mancando delservizio di Dio”.

La gente, indifesa di fronte agli scotimenti che porta la

ribile flagello, Anche Colletta parla di presagi, parla di “ straor-dinaria lassezza “ che prese gli abitanti e di “ puzzi di zolfonoioso all’odorato e al respiro”.

Pepe dà poca importanza a queste voci, ritiene che le causevadano ricercate nella natura prevalentemente montuosa del ter-ritorio italiano.

Nel registro parrocchiale di Jelsi si legge : “Ai 26 di lugliodel 1805 alle ore 2 e mezza della notte, avvenne un fortissimoterremoto, avendo mandato a terra buona parte degli edifici,case, chiese, campanili ed il monastero per cui tutta la gente fucostretta ad uscire fuori dall’abitato e dormire al ciel sereno persei giorni, non potendosi celebrare messe per mancanza di chie-se”. Perrella nelle Effemeridi alla data del 26 luglio 1805 scrive:“Un terribile terremoto verso le due di notte sconquassa moltis-simi paesi della Provincia. Il terreno è sconvolto da Isernia aJelsi”. Altre testimonianze si ritrovano nei libri delle chiese. Inquello dei battesimi a Frosolone ad es. è scritto: “l’orribile terre-moto accaduto a due ore e mezza adeguò al suolo l’intero Paese,inabissò le tre chiese parrocchiali vi trovò la morte l’arciprete”.

Nel registro parrocchiale di Pietracatella il parroco annotava:“Il 26 luglio 1805, venerdì alle ore due e un quarto di notte,avvenne un fortissimo terremoto, simile a quello della Calabria,con aver sepolto molti abitanti ed aver devastato molti paesi, tracui la Terra di Toro con 1200 abitanti di perdite, Campobasso,Bagnoli, Jelsi”.

Il terremoto aggravò le già difficili comunicazioni ad es.“rese il suolo” scrive Del Re, “ove più ove meno disuguale daSalcito a Trivento”.

Gabriele Pepe diventa autore in un momento drammatico per“la sua patria”, scrive la sua prima opera per fare chiarezza sulterremoto. Non si accontenta delle numerose voci che circolava-no, polemizza con quanti avevano parlato del terremoto, comePoli chiusi nelle loro case; secondo un metodo che era stato giàdi Galanti e di Longano e che sarà di Cuoco, vuol verificare davicino quanto è accaduto, scrive il Ragguaglio storico-fisico deltremuoto accaduto nel Regno di Napoli la sera de’26 luglio1805. Va in giro per i luoghi nei quali più c’erano stati danni e sitrova di fronte a situazioni drammatiche. “L’aspetto di Frosoloneera quello che più d’ogni altro colpiva ed abbatteva lo spirito.Non altro si osservava che un informe e confuso ammucchia-mento di rottami, di fabbriche, travi, embrici, tavole, mobilidomestici ed altro”. Ed assiste a situazioni che si sono ripetute aSan Giuliano: “la gente che il Governo inviò in sollievo degl’infelici era intenta a scavare i cadaveri” Ieri come oggi.

Ad Isernia che “non ha che una sola strada ed una serie diedifici lateralmente, il terremoto rovinò una metà della Città sola-mente e propriamente quella che si eleva verso l’Oriente, ossia lapiù prossima agli Appennini. Verso il ponente dell’istessa Città inun muro del giardino del barone di Sessano la scossa non altrodanno fece che aprire un buco di figura ellittica il cui asse mag-giore è di circa 18 in 20 palmi. Il resto della muraglia è rimastonel suo intero, non manifestando alcuna lesione notabile. Il casinoall’opposto esistente vicino al muro suddetto è intieramente crol-lato vi perì il Barone con due figlie, e qualche domestico”.

Bagnoli del Trigno è colpita per metà da “un sasso si enorme”che lo divide in due “facendone restar una porzione ferma edimmobile, e disfacendo mirabilmente l’altra corrispondente”.

Non mancò anche allora una gara di solidarietà tra i supersti-ti. “I rottami delle fabbriche e del materiale piombato tra le stra-de e le abitazioni furon incominciati a scavare con un’attivitàstraordinaria, ed una tale generosa azione che in molti luoghi fuportata all’eroismo e veniva premiata dal soave sentimento chesi gustava nel liberar molti infelici dalla mano della morte”. Iericome oggi.

Pepe non dà rilievo ai presagi funesti. Vivendo in un secolopiù illuminato che ha reso l’umanità più calcolatrice vuole ren-dersi conto delle cause del terremoto, sottolinea che quelleappenniniche sono zone sismiche, ritrova nella statistica cheallora cominciava a suscitare interesse e ad avere sviluppo, lafrequenza dei terremoti nel Molise e lungo gli Appennini.

Terremoti continuano a scuotere il Molise. Nel Novecentodanni gravi subirono nel 1913 Jelsi, Baranello e Vinchiaturo.Danni ci furono a Campobasso, Pietravalle sollecitò il governo astanziare somme per le riparazioni più urgenti e per dare ricove-ro alle famiglie rimaste senza tetto.

Più recentemente si sono sentiti gli effetti di terremoti chehanno colpito le regioni vicine. Ma per terremoti di grande inten-sità bisogna tornare al terremoto dei mesi scorsi che ha sconvoltopaesi interi ed ha infierito su tanti scolari di una suola elementare.

Natura, si rifugia nel sentimento religioso. Alcuni paesi che nonsi sono sentiti protetti dal loro Patrono, lo cambiano in SanRocco.

D’Amico, lo storico di Jelsi, ricorda che un terremoto nel1627 “funestò Jelsi e comuni limitrofi.”. Qualche anno prima erastato colpito il Basso Molise. Danni subisce in particolareCampomarino. Ma il terremoto che nel Seicento ha più graviconseguenze è quello del 1688. Scrive Rossi, lo storico diCampodipietra: “Benevento rimase distrutta e nel nostro paesefece crollare la chiesa di San Bonavetura, rimanendone queipochi avanzi testè demoliti”. “Monsignor Magnati”, scriveAmorosa, “affermò che la Riccia è rimasta inabitabile per lagrande concussione patita in questo eccidio”.

“L’anno 1688 ci fu un terribile terremoto per tutto il Regnodi Napoli, giorno di Sabato, vigilia della Pentecoste. ad hora 20incirca”, ricorda Domenico Sedati, in una sua Memoria. EdAmorosa aggiunge: “molte abitazioni si ridussero ad un mucchioinforme di macerie, e i conventi e le chiese furono molto danneg-giati”. Ancora una volta è danneggiata gravemente Bojano. “Questa città”, scrive Magnati, “fu toccata e sconquassata neisuoi edifici cosi pubblici come privati”

Si riflettono su zone del Molise, producendo danni, i terre-moti che nel corso del Settecento devastano le città abruzzesil’Aquila, Sulmona ,Chieti, Teramo. Si sviluppa in questo periodoil culto di S. Emidio. Molti centri si associano ad Ascoli Picenodella quale S Emidio era patrono. “La Contea di Molise “, scriveGabriele Pepe, “fu travagliata da varie scosse, la più veementedelle quali fu quella della sera 28 marzo 1794”. Ma qualcheanno dopo, nel 1805, un terremoto che per la forte intensitàricorda quello del 1456, ha come epicentro il Molise. “Giornodella sventura il 26 di luglio, alle ore due e undici minuti dellanotte”, scrive Gabriele Pepe che cosi continua: “centro del motoFrosolone, monte degli Appennini fra la Terra di Lavoro e laContea di Molise : il terreno sconvolto da Isernia ad Jelsi,miglia quaranta, e per largo da Monteroduni a Cerreto, migliaquindici, per ciò seicento miglia quadre, designando, un latodella figura, la catena lunga dei monti del Matese”.

Numerosi i morti, circa 6.000 per Pepe.Il 26 luglio, il giorno del terremoto, scrive Capozzi, sacerdo-

te di Morcone che allora faceva parte del Contado di Molise, ilcielo tornato azzurro era interrotto da “qualche nubecolaisolata”, ma fenomeni strani facevano presentire l’imminentesventura. Due fontane a Morcone, è sempre Capozzi a dirlo,divennero “torbide e limacciose”; “lo stesso fu notato in Bojanogeneralmente in tutte le sue molte sorgive, che verso la sera.siresero sporchissime ed impotabili”. Qualche oscuro rimbombodella sua montagna anche presagì a quella popolazione l’immi-nente disgrazia, anzi mugghiò orribilmente allo scoppio dell’or-

Nel Corso dei secoli i terremotidevastanti si susseguono

nel Molise con ritmo incessante.Tutta la regione ne è interessata.

I TERREMOTI NEL MOLISEdi RENATO LALLI

COME FARE PER ABBONARSIVERSARE UNA CIFRA MINIMA DI € 15,00

SUL C/C POSTALE N° 20459004 INTESTATO A:

la vianova - Lungotevere Prati, 1600193 Roma

AMBIENTE

ANNO X N° 4-5-6 PAGINA

4APR-MAG-GIU 2003

Una intensa cam-pagna allarmistica peruna crisi energeticanel Molise, a favoredelle centrali elettri-che a turbogas e dicritica generalizzata egenerica all’ambienta-lismo è in atto daparte di un quotidianomolisano a distribu-zione gratuita. In suoaiuto sono arrivati: 1)il gran caldo; 2) ilvero o presuntoaumento dei consumielettrici (grazie allapubblicità dei condi-zionatori e al cinicoinvito a consumare);3) il toccasana deiblack out; 4) l’imme-diata proposta dirilancio nazionale del-l’imbroglio nucleareda parte di alcuniministri. Non sonol’unico a pensare chesia un piano preordi-nato, e spesso a mali-gnare ci si indovina.

Questa campagnaavviene senza argo-menti reali, mamediante titoli adeffetto e locandineche i passanti leggonofacilmente (un esem-pio: “Tutti al buio epastori di pecore. È ilfuturo”). Per questoho creduto necessarioprovare a risponderesul piano culturale escientifico (non sulpiano partitico poichésulla questione ener-getica nessuno dei dueschieramenti ha sapu-to o voluto effettuarescelte corrette). Atutt’oggi (1° luglio2003) il quotidianogratuito molisano nonha ancora pubblicatoil mio intervento. Loripropongo ai lettoride la vianova perricordare alcuni saniprincìpi e concetti checi accompagnarononelle vittoriose lotte diciviltà contro ilnucleare, che sonoancora d’attualità eche vanno divulgati.

Innanzitutto, i luo-ghi comuni come ilritorno alle candele eil Molise come riservaper pecore e pastori.Argomenti di 30 annifa ampiamente smen-titi dai fatti: il popoloitaliano ha respinto lecentrali nucleari el’Italia non è finita albuio; ha avuto sì crisieconomiche (nonenergetiche) ma pertutt’altri motivi, sonoemersi drammatica-mente numerosi pro-blemi e disastriambientali, è cresciutala “domanda” di par-chi e riserve naturali ela rivalutazione delmondo agro-pastoralee dei suoi gustosi pro-dotti (che a quantopare certi giornalistidisprezzano, e nonsanno cosa perdono).

La migliore rispo-sta che io ricordi, allospauracchio del ritornoalla candela, è laseguente: meglio tor-nare al lume di cande-la che maledire il buioper l’eternità. Si riferi-va ovviamente alla

catastrofe nucleare,pericolo tragicamenteconcreto come poi si èd i m o s t r a t o .All’esagerazione del-l’improbabile ritornoal lume di candela gliambientalisti rispondo-no con una oppostaesagerazione che peròesprime un valore: sedovessimo sceglieretra i due estremi,meglio sopravvivere allume di candela. È unascelta morale abba-stanza diffusa: la vitavale più di qualsiasiprofitto o sviluppo.

Ma non dobbia-mo scegliere tra queidue estremi.Sappiamo bene cheesistono innumerevolivie di mezzo tra lacentrale nucleare e ilniente, come pure tral’attuale spreco incon-trollato di energia,materia, risorse natu-rali e la vita al lume dicandela. Si tratta diverificare in che modostiamo vivendo e inche misura le centralia turbogas contribui-scano al processo didistruzione del piane-ta, oppure ad unmiglioramento dellaqualità della vita, ecomunque se siano lasoluzione più idoneaal problema.

La centrale a tur-bogas inquina senzadubbio meno dellecentrali nucleari o acarbone o a petrolio,ma più degli impiantisolari ed eolici. Il tur-bogas non è l’unicaalternativa al petrolio,come sbrigativamenteafferma il granDirettore del quotidia-no gratuito, e non cilibera dalle importa-zioni di metano daaree geopoliticheinstabili qualil’Algeria e la Russia,menzionate da un suocollaboratore.

Ma in tempi dicrisi energetica eambientale il ragiona-mento principale è:siamo proprio sicuriche sia necessariatutta questa energia oforse la stiamo spre-cando? E poi chi l’hadetto che il livello dibenessere si misuracon il consumo dibeni, risorse ed ener-gia? Il raffronto tra idati economici e iconsumi energeticidegli ultimi trent’annidimostra che la produ-zione e il livello eco-nomico sono aumen-tati molto di più deiconsumi energetici.

Non c’è bisogno diessere esperti per veri-ficare che a parità dicilindrata un’auto dioggi rende molto dipiù e consuma moltodi meno di una di 30anni fa; o che con lenuove lampadinesiamo riusciti a consu-mare quasi l’80% inmeno producendo lastessa luce.

Il giornale riportai dati forniti da unasocietà privata di con-sulenza sulla produ-zione e sui consumi dienergia elettrica rela-tivi al 2000, da cuirisulta un deficit per ilMolise di circa 210GWh, cioè 210 milio-ni di chilowattora (èbene ricordare chequella elettrica è solouna piccola parte ditutta l’energia checonsumiamo: nonarriva al 15% del tota-le). Ma i dati nondicono nulla sullaqualità di questi con-sumi: se sono consu-mi elettrici obbligati ose potrebbero esseresostituiti da altre fontio da una organizza-zione più razionaledel lavoro, della pro-duzione, ecc. In Italiasi è sempre puntatosolo sull’offerta dienergia elettrica, figu-riamoci ora con le pri-vatizzazioni: è orainvece di intraprende-re una politica diorientamento delladomanda di energia,di seria e sistematicaincentivazione dell’u-so delle fonti rinnova-bili, ad esempio i duetipi di impianti solari(per acqua calda e perproduzione diretta dienergia elettrica) e difavorire il risparmiodi energia, che nonsignifica tornare allecandele o spegnereper qualche ora il tele-visore, ma fare le stes-se cose con menospreco di energia. Anessuno verrebbe inmente di tagliare ilburro con una motose-ga: eppure è stato cal-colato che in molticasi il rapporto tra l’e-nergia utile nell’usofinale (tagliare ilburro, farsi la doccia,ecc.) e quella consu-mata all’inizio delprocesso (il combusti-bile della motosega,quello della centraleelettrica, ecc.) è menodel 5-10%: ciò signifi-ca che abbiamodisperso in calore 90parti per utilizzarne10. Questo concetto di

fisica si chiama rendi-mento o efficienzadelle trasformazionienergetiche e si studianelle scuole medie omedie-superiori.

Nel caso dell’elet-tricità è noto che perogni chilowattora chearriva ad un apparec-chio se ne disperdonoaltri due in calore peril trasporto, che vannoa surriscaldare l’atmo-sfera, aggravando glieffetti sul clima chevediamo in questigiorni.

All’inquinamentoelettromagnetico deglielettrodotti si aggiun-ge dunque quello ter-mico. Al quale l’indu-stria interessatarisponde con i condi-zionatori d’aria enuovi consumi elettri-ci, e dunque nuovosu r r i s ca ldamen to .Insomma, è come sein un luogo chiusoaccendessimo stufe,fuochi e quant’altro epoi, avendo caldo,anziché spegnere iriscaldamenti accen-dessimo i condiziona-tori! Chi è pazzo? Gliambientalisti o chigoverna la politica el’economia?

Con questo non sinega il progresso, sitiene conto però chel’energia elettrica èuna forma pregiata dienergia, da usare conparsimonia solo làdove è tecnicamenteinsostituibile. Al con-trario si favorisce ilprogresso delle solu-zioni tecniche innova-tive e del superamentodei gravissimi proble-mi generati dalladisattenzione del pas-sato: se la Terra è sur-riscaldata spegniamole stufe, le combustio-ni inutili, cioè elimi-niamo le cause; i con-dizionatori si limitanoad attenuare (poco) glieffetti.

Ma il giornaleincalza gli ambientali-sti: ci vogliono rispo-ste concrete! le nuoveaziende! lo sviluppo!C’è il buco energeticoda colmare! Dite noalle pale eoliche e allestrade perché deturpa-no il paesaggio! Avetepreferito le discaricheal digestore di rifiutiche avrebbe prodottoenergia elettrica!

Ecco le risposte. Ilbuco energetico nelMolise si colma e lenuove aziende si favo-riscono nei modiseguenti:

controllando la

quantità e la qualitàdei consumi energeticidelle aziende in rap-porto alla qualità equantità di produzio-ne, e dunque stimandorealisticamente ladomanda di usi finalidi energia;

incentivando pres-so queste aziende,quelle preesistenti etutte le altre utenze,private e soprattuttopubbliche, l’uso razio-nale dell’energia el’uso di fonti rinnova-bili (sole, vento,acqua, ecc.) localizza-to dove serve e pro-dotto dal numero diimpianti strettamentenecessario.

Non dunque palieolici a volontà masolo quelli necessari(non è il caso didiscutere qui delleopinioni diverse sul-l’eolico, comunquedettate da una comunee seria preoccupazio-ne generale). In parti-colare non c’è piùragione valida perritardare lo sviluppodei tetti solari fotovol-taici e termici; inGermania ne installa-no dieci volte più dinoi; aumentando ladomanda, la produzio-ne aumenta e il prezzocala. Nel Molise è invia di emissione unterzo bando per con-tributi pubblici afondo perduto fino al75% per promuoveregli impianti fotovol-taici.

Ho risposto anchesulle importazioni dipetrolio e sul digesto-re dei rifiuti.

Se vogliamo real-mente affrontare ilproblema del petrolio,che è costato già treguerre in 13 anni,allora le centrali a tur-bogas o, meglio, lefonti rinnovabili nondovrebbero aggiun-gersi, ma sostituirealtre centrali a petro-lio. E questo non èprevisto. Ma soprat-tutto, occorre cambia-re radicalmente lapolitica dei trasportiper ridurre drastica-mente quell’80% ditrasporto merci e pas-seggeri su strada eprivato e incrementareil pubblico su ferroviae via mare, più econo-mico, più ecologico,energeticamente piùvantaggioso. Eccoperché gli ambientali-sti più attenti sioppongono a nuovestrade, autostrade,trafori e ponti di

Messina: oltre ai gra-vissimi danni ambien-tali, che vanno benoltre gli aspetti esteti-ci, queste nuove operenon fanno che incenti-vare l’uso e l’abusodell’automobile e delTIR privato, aumen-tando a dismisura iconsumi petroliferi,gli inquinamenti chi-mici e termici dell’a-ria, delle acque e delsuolo, le congestionidi città e autostrade, lemalattie e le morti pertraffico, le guerrenelle aree petrolifere.

La questione deldigestore anaerobicodei rifiuti, che gliambientalisti e icomuni di Bojano edintorni hanno respin-to, è molto simile.Nessuno, tanto menole ditte interessate, ciha mai chiarito i bilan-ci energetici ed econo-mici complessivi, per icomuni e per gli uten-ti, di tutto il processodi raccolta dei rifiuti,di trasporto fino allapiana di Bojano, di“digestione” dei rifiu-ti, di produzioneenergetica e di utiliz-zazione: insomma chipaga e chi guadagna,quanto si paga e quan-to si guadagna. Inoltrenel Molise hanno pre-valso i nemici dellaraccolta differenziatadei rifiuti; né destre nésinistre hanno maivoluto una organizza-zione seria, razionale ecompleta di tale rac-colta. E dunque aldigestore sarebberoarrivati tutti i rifiutiindifferenziati, e nonsolo la parte organica,che è quella che l’im-pianto può digerire,con conseguentenecessità di nuovediscariche. Le nostrevalutazioni sono stateche il digestore nonavrebbe risolto il pro-blema delle discarichee la spesa di energiasarebbe stata maggio-re dei ricavi, e quelche è peggio le spese acarico dei cittadini, iricavi per i gestori del-l’impianto. Andrebbebenissimo un digesto-re (magari ubicato inzona più adatta) chericevesse solo rifiutiorganici ben differen-ziati, ma nel Molisesiamo ben lontani daquesto obiettivo. InOlanda (che èl’Olanda) un simileimpianto si ferma ognivolta che arriva unapartita di rifiuti orga-nici “contaminata” daaltri materiali.

Dunque anche ilproblema rifiuti faparte della “civiltà”dello spreco di mate-riali ed energia, è frut-to di un modo di fareche non chiamereiaffatto “progresso”perché è un costante eripetuto attacco allasalute e alla vita stessadi intere popolazioni.

VITA DA SCOIATTOLIA CARPINONEdi ALESSIA MALERBA

È ormai noto che alcuni animali seguano esi adattino all’evoluzione dell’uomo: ci sonocasi in cui gli uccelli si sono evoluti in abilicostruttori postmoderni sfidando gli spazi e losmog di grandi città in cui costruire nidi conmateriale di recupero, metalli o plastici, deltutto originali abbandonando i tradizionaliramoscelli ed erbe essiccate.

La nostra storia ci porta nel piccolo edincontaminato centro di Carpinone dove, le altefronde di verdi e profumati tigli della stazioneferroviaria, costituiscono l’habitat naturale persimpatici e brillanti scoiattoli che scorrazzanoliberamente sui rami, non curanti di quegli stra-ni esseri animati che, dal basso, scrutano il cieloincuriositi dalla presenza di quel fiabesco ani-maletto dei boschi.

Sguardo vispo e allegro, musetto dolce eirrequieto, la famosa coda arcuata e lunga svol-ge un'importante funzione di contrappeso nel-l’acrobatica sequenza di salti e arrampicate utiliagli spostamenti. I colori del suo pelo ben siadattano alle nostre mode autunnali e il suomodo di nutrirsi, con le zampette anteriori comeprensili, si avvicina molto a quello umano. Nelprocacciare il cibo compi talora vistosi sposta-menti, ma questo non è sufficiente a determina-re il suo trasferimento dai boschi ad un centroabitato. Cosa, può, dunque, averlo indotto a tra-sferirsi da noi?

Gli animali, si sa, hanno ben pochi hobbyese molte necessità, tra queste l’inevitabile esi-genza di nutrirsi e procurarsi cibo per momentidi ristrettezze alimentari: è forse questo il moti-vo che ha spinto i piccoli abitanti extraurbani avivere con noi. Le abitudini alimentari di questoarboricolo roditore lo portano procacciare ilcibo anche nelle giornate più fredde.L’alimentazione è varia: nocciole, ghiande,semi di conifere, scorze d’albero, noci, uova diuccello e piccoli animali.

La stazione ferroviaria, però, rappresenta unimportante punto di passaggio e di consumo dialimenti tutt’altro che naturali e lo scoiattolo haadattato il gusto ai conservanti per soddisfare leproprie esigenze nutrizionali; inoltre, in questomodo potrà variare la propria dieta scegliendo ilmenù quotidiano tra gelati a vari gusti, patatinee cioccolate dissetandosi con succhi di frutta ebevande gassate. Un ulteriore vantaggio dellaconvenienza con l’uomo è la possibilità di libe-rarsi di un suo predatore specializzato, la marto-ra che riesce a seguirlo sulle più alte cime deglialberi.

L’abilità di adattamento ha reso lo scoiattololibero di manifestarsi all’uomo tanto da poterpermettersi di attendere spensierato lungo i binaril’arrivo di un treno! Una volta superata la pauradell’uomo, si diverte ad accompagnarlo lungo imarciapiedi, tra un binario e l’altro, intrattenendoi viaggiatori che transitano con gli allegri disegniacrobatici. L’insolita partecipazione alla quoti-dianità umana è motivo di curiosità e distrazioneper chi, reduce da un lungo viaggio, giunge adestinazione stanco e annoiato.

La presenza di questo provetto acrobata nonè, però, soltanto motivo di divertimento, masoprattutto un importante spunto di riflessione:abbiamo invaso i loro territori, devastato i loroboschi, in tutta risposta, gli scoiattoli assecon-dano le nostre scelte mostrandoci l’estremaintelligenza animale nella capacità di adatta-mento per la sopravvivenza.

Il passato ci ha insegnato come sia facileportare piante ed animali all’estinzione, ma nonè saggio abusare delle nostre possibilità umanecontro di chi ha meno opportunità di noi, perquesto non dovremmo mai invadere il loro habi-tat e cercare sempre di preservare qualche purpiccolo spazio per la loro sopravvivenza. Cosaancor più importante, possiamo apprendere daloro che si può convivere pur soddisfacendoognuno le proprie esigenze di sviluppo tecnolo-gico e conservazione di una natura incontami-nata. Non dimentichiamo che gli animali c’inse-gnano a vivere e la loro presenza diversifica,rallegra e arricchisce la nostra quotidianità è,inoltre, forte indice di naturale convivenza egenuino rispetto tra il mondo razionale e quelloistintivo.

CANDELE E TURBO GASdi PIERGIORGIO ACQUISTAPACE

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IL TURISMO POSSIBILE5

APR-MAG-GIU 2003

ANNO X N° 4-5-6 PAGINA

L’eredità che riceviamo attraverso il territorio è unimmenso patrimonio. Nei luoghi che l’uomo abita e cheda innumerevoli generazioni plasma e modella secondole proprie esigenze e capacità si esprime il frutto di unincontro primario: quello tra il carattere profondo e ance-strale di una terra, da una parte, e l’intelligenza e il lavo-ro dell’uomo, dall’altra. Chiunque voglia accostarsi a un’attività turistica che sia anche comprensione reale deimotivi che stanno dietro al “panorama”, dietro a ciò chesi vede, non può prescindere da tale considerazione. Ed èquesto lo spirito che mi ha spinta e che mi auguro miaccompagni nel continuare a frequentare il corso di Bed& Breakfast indetto dalla Regione Molise.

Curiosare tra ville, castelli, cappelle rurali, repertiarcheologici e vedere come il territorio si è modificato, ècambiato nel corso degli anni, lasciando però sempre letracce del proprio passato, è stata un’occasione in più perinnescare in me quel processo che fonde tra loro la cono-scenza, l’amore e l’impegno per la salvaguardia dellebellezze della propria terra.

Conoscere sempre meglio la propria terra aiuta adamarla di più. Il rapporto con quanto ci sta intorno, con iluoghi della nostra esperienza quotidiana, non dovrebbecessare di essere stimolante e capace di suscitare in noisempre nuova curiosità e considerazione. Troppo spesso,invece, accade che la lunga consuetudine e la familiaritàcon l’ambiente in cui viviamo congiurino a renderceloquasi invisibile.

Si smette allora di vedere quello che si ha costante-mente sotto gli occhi, tanto esso rientra nella routine.Smettiamo di fare esperienza autentica dei luoghi e cilimitiamo a fame l’abitudine. Anche per questo sognia-mo la vacanza come momento di evasione e scoperta dinuovi orizzonti.

Eppure molto si può scoprire proprio a due passi dacasa. Non solo; questo genere di scoperta risulta partico-larmente appagante perché in fondo ci offre qualcosa checi appartiene intimamente, e quasi ci riconcilia con unaparte di noi stessi. Ma per rendersene conto occorrerivolgere uno sguardo “innamorato” alla propria terra.Soltanto l’innamorato sincero, infatti, sa guardare ognigiorno con occhi nuovi all’oggetto del suo amore, sco-prendovi sempre nuovi motivi con cui alimentare il suosentimento.

Le terre del Molise non possono che destare la piùgrande ammirazione in chi ne consideri le numerosetestimonianze di profondissimo valore artistico e in chisappia cogliere l’insospettabile bellezza che la naturaqua e là ancora conserva.

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TURISTA IN CASAA proposito del corso regionale di

“Bed & Breakfast”di PASQUALINA CIOCCA

Studentesse del corso in visita al castello dei D’Alessandro a Pescolanciano

Un’iniziativa encomiabile quella pro-mossa dall’Amministrazione Comunale edalla Pro Loco di S. Giacomo degliSchiavoni, un paesino ridente del Molise,che si fa apprezzare nella freschezza dellecase e delle strade, nella vivace armonia difiori e piante.

Un’iniziativa semplice, ma ricca disignificati e di sviluppo per il futuro quelladi promuovere una passeggiata per un per-corso di tre chilometri sull’antico tratturol’Aquila-Foggia, degustare i prodotti locali,ripensare all’antico sistema economico eproporre soluzioni per valorizzare la fittarete viaria della transumanza.

Si è sul tratturo L’Aquila - Foggia: lasegnaletica lo conferma, ma, per quanto siguardi, non si intravede il tappeto verdelargo 111 metri; mancano i cippi delle rein-tegre, le siepi di delimitazione, mentre coltu-re di grano e di girasole si estendono ai latidi una stradina polverosa che si snoda tra ilgiallo delle ginestre, il viola dei cardi, ilbianco della rosa canina.

Non è certo il paesaggio della transu-manza, tuttavia è un privilegio poter passareattraverso il demanio pubblico, visto che inaltri Comuni lo sbarramento impedisce ilpassaggio su buona parte dei tratturi, dive-nuti lecitamente o illecitamente proprietà“gestita” da privati.

Ridare ai tratturi l’antica valenza econo-mica sarebbe antistorico, salvaguardarli è undovere dell’ Amministrazione comunale eregionale; aprire le vie della transumanza alturista come museo del paesaggio e dellastoria è un modo per tener viva la memoriadi una società, in cui la ricchezza di pochiera prodotta dall’ operosa sopportazione dimolti, e per trasformare la risorsa ereditatadai padri in bene che produce lavoro ebenessere.

Vivere la Natura, respirando aria incon-taminata, gustando prodotti sani, sentirsileggeri, liberandosi dalla cappa di mugugnie di malinconia è questo che il Molisepotrebbe ancora offrire a quanti cercano uncontatto semplice e rasserenante con laNatura.

Purtroppo per ignavia, per incompetenzaed ancor peggio per spartizione di potere econflittualità tra “i Campanili”, tra Enti edAssociazioni, il Molise resta uno scrignochiuso le cui potenzialità, pur se riconosciu-te ed esaltate, non riescono a produrre imeritati effetti.

In tale contesto di deludente passività, diuna stasi che mette in fuga i giovani, privan-do la regione delle energie migliori, l’azionedel Comune di San Giacomo diventa merito-ria perché ha come fine Il coinvolgimento dialtri comuni, la formazione dei più giovani,la promozione dei prodotti locali.

Un consistente gruppo di partecipanti, enon solo locali, ben disposti a condividereidee e progetti, cammina insieme, osserva,discute.

Degno di nota il progetto di educazioneambientale per la scuola elementare articola-to in tre fasi: 1) lasciare spazio alla creati-vità, disegnando l’ambiente immaginato - sifanno ammirare i disegni dei piccoli espostinegli spazi dell’agriturismo “Terra Nostra”ognuno col segno distintivo del propriogusto, della propria inventiva - ; 2) far vive-re l’esperienza della conoscenza in mododiretto ed attraverso le spiegazioni concretedel Prof. Cirino - visibili nel volto dei bam-bini l’attenzione nell’ascoltare e la gioia nelcamminare, nel prendere dimestichezza coicavalli - ; 3) ridisegnare e descrivere l’am-biente, dopo l’esperienza vissuta. Un percor-

so apprezzabile, che, probabilmente, faràcrescere nei Bambini la consapevolezza deibeni ambientali, il senso dell’appartenenza,la responsabilità di tutelare un patrimonioche appartiene a tutti.

La degustazione dei prodotti locali, nellaprima sosta presso l’agriturismo “TerraNostra” ed al termine della passeggiata nelpreto di Monte Antico è indice di generosaaccoglienza, ma anche di promozione digusti e sapori antichi, indubbiamente vincen-ti rispetto ai sapori omologati di prodotti,ossessivamente riproposti attraverso le allet-tanti ed ingannevoli immagini pubblicitarie.

Un piacere vero che lascia a lungo ilsegno nei sensi quello di gustare cose buoneall’aria aperta e soprattutto quello di vedereun numero consistente di bambini correreliberi negli ampi spazi di Monte Antico, untempo luogo di sosta del bestiame e deipastori, luogo di commercio e di scambio edoggi, ripulito per l’occasione dall’intrico disterpaglie, come orgogliosamente sottolineail Sindaco, offre gradita ospitalità a chi saapprezzare i beni naturali.

C’è da sperare che l’azione di oggi nonresti isolata e, quindi, destinata a finire, maentri in un circuito di promozione turisticadelle vie della transumanza, un beneambientale ricco di interesse storico, archi-tettonico, paesaggistico, che dovrebbe starea cuore al semplice cittadino ed a chi ha laresponsabilità di governare.

Comitati di coordinamento, Centri dimonitoraggio, Comunità montane richiama-no, nel loro significato intrinseco, la culturadella collaborazione, dell’azione di rete, tut-tavia, sembra, almeno a giudicare daglieffetti, che lavorino in direzione opposta.

È ormai indispensabile, se si vuole tenta-re l’ultimo salvataggio del Molise, restituiresignificato alle parole, evitando una verbo-sità fallace che mortifica l’intelligenza e svi-lisce il cittadino.

Giacomo Di Cecco vive a San Giacomodegli Schiavoni ed opera nella “Pro loco”della cittadina molisana.

L’amore per la Natura e il desiderio dinon far morire “la cultura del passato” losollecitano ad un impegno teso a valorizzarele risorse paesaggistiche e culturali del terri-torio, tra le quali “il tratturo” potrebbe essereun segno vincente a favore di uno sviluppoturistico sostenibile.

Significativa la poesia in vernacolo“Jève na vote” da lui scritta nel “Marzo1995”

Jève na voteJève na vote nu lèmbe de tèrreche da la mundagne arruvève a lu mère.I vìccheje decèvene ca jève larghe ses-

sanda passee ammizze ce stèvene libbre,vulepe e

pure i tasse.Jève a fonde de scagne de culture e

ceveltè deverse,che senza quella strède forse ce jèssene

pèrse.

Quande sciucchève a la mundagne ipasture ce passèvene pa tranumanze.

Pecchè i pèquere senza jèrve nge putève-ne arrenghì a panze.

Giuvene de mò ne le sapète? Ghè u trat-ture......

che ghè stète quesce tutte scandète da imuture.

Pe quillu ccone d’indegrazionesème capèce pure a garè u vallone,ma ngiaccurgème ca che tutte st’arija

nguinètee senza nuccone de verde stème tutte

ammalète.....Ma sti catastrefe,st’alluviune nge fanne

capìca a nature ha dette ca mò l’ema propria

fenì?C’era una voltaC’era una volta una striscia di terra Che dalla montagna arrivava al mare.Gli anziani dicevano che era larga ses-

santa passi (111m.)Ed in mezzo c’erano lepri, volpi ed

anche tassi.Era la fonte di scambio di culture e

civiltà diverseChe senza quelle strade forse sarebbero

andate perdute.Quando nevicava sulla montagna i

pastori ci passavano per la transumanza.Perché le pecore senza erba non poteva-

no saziarsi.Giovani di oggi non lo sapete? È il trat-

turo...che è stato quasi completamente arato

dai motori .per quel poco di integrazione / contributisiamo capaci di seminare pure il vallone,ma non ci accorgiamo che con tutta que-

st’aria inquinatae senza un pò di verde siamo tutti amma-

lati...Ma queste catastrofi, queste alluvioni

non ci fanno capireChe la natura ha detto che adesso è pro-

prio ora di finirla!La poesia di Giacomo di Cecco ha la

magia delle cose semplici che racchiudono laprofondità dei sentimenti, la sincerità delpensiero; ha il fascino del vernacolo che sfio-ra le cose, svelandone il senso più nascosto;ha la cadenza di una narrazione lenta, medi-tata, la scansione ritmata di una saggia sen-tenziosità che vibra e sfuma nel malinconicoarrendersi all’inarrestabile passar del tutto,ad un progresso che rema contro Natura.

Lapidari nella loro essenzialità scorronoi pensieri, dall’incipit fiabesco del “c’erauna volta” al richiamo ad un presente frene-tico, dissacrante per avidità di danaro, allaconclusiva immagine plastica di una Naturasconvolta che, con tono imperioso, richiamaal senso della misura.

Protagonista il tratturo, un’ardita via dicomunicazione e di transito dai monti almare, che consentiva, un tempo, vivacescambio di beni e di culture, bonaria convi-venza tra uomo, animali, natura, reciprocorispetto e fedeltà,

Oggi è un ambiente snaturato e i Giovaninon lo riconoscono. Si ara coi trattori dap-pertutto, anche nei dirupi, per il miraggio diun frugale guadagno. L’ammanto verde vascomparendo, l’aria è inquinata ed i nuovimali del benessere trionfano sulla debolezzaumana. Catastrofi ed alluvioni non riesconoa frenare la spregiudicatezza dell’uomosordo ad ogni richiamo. Vana la voce dellaNatura che inutilmente tenta di richiamarealla Saggezza.

VALORIZZARE LE VIE DELLA

TRANSUMANZAL’esperienza

di San Giacomo degli Schiavoni

di ENZA SANTORO REALE

VERSA IL TUOABBONAMENTO

salva la vianova

SPAZIO ALLE ASSOCIAZIONI

ANNO X N° 4-5-6 PAGINA

6APR-MAG-GIU 2003

A.I.I.G. Molise e scuola elementare di Matrice“UN VIAGGIO LUNGO 95 MILIONI DI ANNI”

“Un viaggio lungo95.000.000 di anni” èil titolo ambizioso diun progetto realizzatoquest’anno dagliAlunni della 3° classedella scuola elementa-re di Matrice con laguida delle InsegnantiMena Palladino, RitaM a s t r o c o l a ,Domenica Padovano,Giuseppina Santone.

Animatore delprogetto il Prof.Rocco Cirino, analistaterritoriale che guida iBambini e gli Adultinella lettura del terri-torio, per apprezzarnele risorse e conferma-re ipotesi suggestivesull’evoluzione dellaterra attraverso laricerca e l’interpreta-zione di reperti signi-ficativi.

La domanda“c’era il mare aMatrice?” ha avutodagli Alunni diMatrice le risposte piùdisparate, aprendo,così, il problema eprospettando ipotesi,per la cui soluzione iBambini, ognuno colmetaforico mezzo dicomunicazione pre-scelto, hanno iniziatoil viaggio d’immagi-nazione attraverso leere geologiche, fer-mandosi al periodocretacico dell’eramesozoica, quando ilmare si estendeva làdove oggi vive l’agrodi Matrice, le cuirocce calcaree conser-vano testimonianze difossili come rudiste,nummuliti, ammoniti,per alcune delle qualila datazione è statafatta risalire dagli stu-diosi a 95 milioni dianni fa.L’esplorazione del

territorio e la ricercadei fossili ha poiimpegnato i giovaniricercatori ed ha avutocome risultato l’alle-stimento di unamostra di grande inte-resse, per la scientifi-cità del metodo diapproccio alla realtà eper la ricchezza deireperti esposti, inparte ritrovati e scava-ti dagli stessi alunni,in parte messi adisposizione del prof.Cirino.

All’inaugurazionedella Mostra iBambini hanno pre-sentato il loro lavoroin lingua italiana ed inlingua inglese, hannoguidato nella visita,fornendo puntualispiegazioni sui lorodisegni, sulle tavolet-te realizzate con latecnica del “decoupa-ge” e sul significatodei reperti.

È motivo di mera-viglia un lavoro sìbene organizzato, aconferma delle straor-dinarie potenzialità diapprendimento, diconcretezza e dimanualità deiBambini, della lorocapacità ricettiva equindi delle responsa-bilità degli Insegnantinell’immettere in unterreno fertile i semipiù giusti nel modopiù corretto.

Incond iz iona toquindi l’apprezza-mento per il progettoespresso dal Dirigentescolastico, Prof.Vincenza Testa e daipartecipanti al conve-gno, la Prof. EnzaSantoro, il Prof.Rocco Cirino ed ilDirettore TommasoPasquale, i quali

hanno focalizzatol’attenzione sul tema“La valenza formativadella lezione sul terri-torio”

La lezione fuoriclasse sta diventandouna prassi che si vaaffermando, vincendopregiudizi, resistenzeanche di ordine buro-cratico ed i cui risul-tati sono evidenti nelprogetto realizzatodalla scuola diMatrice.

La cattedra itine-rante dovrebbe essereparte integrante dellaprogrammazione ditutte le scuole edovrebbe costituireun’esperienza/studionon episodica, macontinua che accom-pagna l’evoluzionedell’uomo dalla scuo-la dell’infanzia all’u-niversità, allo scopodi assecondarne losviluppo, in un iterformativo fatto ditappe che promuovo-no un gradualeapproccio all’ambien-te: dal vicino al lonta-no, dal semplice alcomplesso, dal con-creto all’astrazione,alla generalizzazione.

La valenza forma-tiva della lezione sulterritorio è pluridire-zionale: la scientifi-cità della ricerca incampo è presuppostodi un metodo di stu-dio efficace; le capa-cità che si acquisisco-no, quella di osserva-re, interpretare, rap-presentare secondo ilproprio punto di vista,il confronto di idee edil riscontro alle pro-prie ipotesi, quella diorientarsi nel tempo enello spazio e quelladi selezionare le

informazioni garanti-scono la formazionedi una personalità chesarà in grado di orien-tarsi nella societàcomplessa, di con-frontarsi, di reagirecon senso critico e inpiena consapevolezza.

Imparare a leggereil territorio significaacquisire molte com-petenze e conoscenze,fare molteplici espe-rienze disciplinari,assimilare il concettodi interrelazione deisaperi. Il contatto/stu-dio dell’ambiente pro-muove la veraE d u c a z i o n eAmbientale.

C’è fiducia chel’esperienza iniziatain terza elementarecol progetto “Unviaggio lungo95.000.000 di anni”,continui fino allaterza media, ancheper sperimentare seuna tale prassi didatti-ca favorisca effettiva-mente la formazionedi un atteggiamentomentale e comporta-mentale fondato su unrapporto di amore peril bene/natura e dirispetto per un patri-monio che appartieneall’Umanità.

La “Montini” diCampobasso, di cui lascuola elementare diMatrice fa parte, neha la possibilità,essendo un IstitutoComprensivo; laDirigente VincenzaTesta ne vede i van-taggi e ne garantiscela continuità.

Agli Alunni edalle Maestre l’auguriodi perseverare conimmutato entusiasmoed impegno.

Il progetto della Classe terza elementare di Matrice si chiude con una Mostra e col Convegno sul tema “La valenza formativa della lezione sul territorio”

di ENZA SANTORO REALE

Volevo segnalare ai lettori de“la vianova” una iniziativaalla quale partecipa anche ilgruppo degli Scacciapensieri.Nella locandina allegata sicapisce bene l'eventocomunque si tratta di un folkfestival di tre giorni aPescocostanzo. Per ulterioriinformazioni si può navigaresul nostro sito:www.pescocostanzo.it/pescoinfolk.Ad organizzarlo è il ComitatoMusica per la Vita i cuimembri sono gli stessi delgruppo Emergency dell'AltoSangro.Abbiamo interessi vari, inagosto apriremo, in viasperimentale e gestita davolontari, anche una bottegadel commercio Equo eSolidale.Chiaramente anche Pesco infolk non ha scopo di lucro,anzi stiamo ancora cercandogli sponsor (si accettanoindicazioni in merito).Quello che ci muove èl'interesse per le cultureantiche, in particolare per ilballo ed il canto cherappresentavano dei momentiparticolari di comunicazionesemplice, leggera espontanea, cose che forse nonconosciamo più. Grazie.

Dantina GrossoPescocostanzo (AQ)

UNA LETTERADAL COMITATO MUSICA PER LA VITA

DI PESCOCOSTANZO (AQ)

Cooperativa Gaia di TorinoUNA PROPOSTA SU:

LA MONTAGNA, LE PIETRE,LA GENTE, GLI INTERVENTI D’ARTE...

AGOSTOPer conoscere la bella regione del Molise, la sua cultu-ra e la sue tradizioni, un piacevole percorso attraversovarie località molisane. “Cammina, Molise!”Rivolgersi Fernando Bernabei 06/2418650cell. 328/9271871Gianfranco Zerbesi 06/4050419 cell. 338/8792653

SETTEMBRE07 domenicaESCURSIONISMO M. Fontecellese m. 1623 E.Da villa romana, itinerario godibile per la sua panorami-cità con vista sulla Piana del Cavaliere, il M. Velino e ilGran Sasso. Dislivello di 800 m. e 5 ore circa di percor-renza. App.to ore 7.30 S. Maria del Soccorso.Accompagnatore Luciano Palaia Paola Papisicell. 329/1523566 Tel. 37351711

14 domenicaBATTELLO ELETTRICOGita sul Tevere da Salviano Baschi, con visita delmuseo di civiltà contadina del Palazzo Alcaiani. Max35 persone. Costo 20 Euro Prenotazioni entro il 5 set-tembre.Accompagnatore Stefania BottiniRivolgersi a Paola Papini cell. 329/1523566

12/14 ven. dom.ESCURSIONISMO Gita sul Tevere da SalvianoBaschi, con visita del museo di civiltà contadina alPalazzo Alcaini. Max 35 persone. Costo 20 Euro pre-notazioni entro il cinque settembre.Accompagnatore Stefania BottiniRivolgersi a Paola Papini cell. 329/1523566

12/14 ven. dom.ESCURSIONISMO località Scanno EEAlloggio nell’Agriturismo Liborio. Programma a parte.Rivolgersi a Maurizio Tiborri Tel. 06/87180308

27 sabatoESCURSIONISMO M. Terminillo m. 2216 EEClassico giro la Fossa - Passatelli - Terminillo condiscesa per la Valle degli Angeli. App.to sulla viaSalaria altezza BMW ore 7.30.Rivolgersi a Mario Taborri Tel. 06/87180308

27/04 SETTIMANA IN SICILIAPercorsi nelle riserve naturali della Baia dello Zingaroe del Monte Cofano.Programma dettaglio a parte.Rivolgersi a Palola Papini cell. 329/1523566

Dalle Alpi Cozie all’appennino Sannita,scrittori molisani e piemontesi insieme, lungo itratturi del Sannio per dar vita alla “prima” diquanto ci auguriamo divenga nel corso del tempoun importante iniziativa degna di accoglieretestimonianze d’arte e di vita di alcuni fra iterritori del Piemonte e del Molise insieme, loromontagne, pietre e gente.

Faciliteranno l’impresa la collaborazione daparte del Comune di Colle d’Anchise, dei suoiscrittori, della sua gente, il Cai di Campobasso,l’Associazione “La Terra”, promotrice ormai daqualche anno dell’importante manifestazioneculturale - escursionistica “cammina, Molise!”.

La proposta vorrebbe evidenziare comesottolineerà Manaresi sulla rivista del Cai, quantola montagna favorisca l’incontro fra il bisogno difisicità ed il desiderio di spiritualità tipicodell’individuo, fino a favorire il superamento delladoppia antitesi costituita da una parte dall’uomo distudio, dall’altro dell’uomo sportivo… sano e untempo montanaro (forse..)

Intanto intorno - l’odore della pietra, dellaterra, delle carte ingiallite, dei luoghi in apparenzasenza forma né risonanza - luoghi piccoli esconosciuti, dove l’emozione affida al segno delgesto, della parola … memoria e frenesia

contemporanea sconosciuta ai più.Alla radice il ritorno alla terra, alla gente, ai

suoi poeti per celebrare insieme antichi rituali,attraverso forme d’arte che non rappresentano solopuro gusto estetico.

La manifestazione prevede letture,performance, poesia, musica e brevisperimentazioni di poeti ed artisti locali molisani,fra questi:

Fiorata Spina, scultrice di Colle d’Anchise(CB)

e per quanto riguarda l’area piemontese:Katia Di Stella, artista e direttore artistico(TO)Paolo Castagno, artista performer di

Carignano (TO)Enrico Lazzarin poeta, artista di Settimo

torineseEmidio Zarro, scrittore umbro-marchigianoGianni Donaud, poeta e scrittore ligureEleonora Dalla Gassa, presidente della

cooperativa Gaia La manifestazione si svolgerà in date e spazi

in via di definizione, verosimilmente intorno allafine di luglio e i primi di agosto a Colle d’Anchisee dintorni. Inoltre, con ogni probabilità verràospitata dal “cammina, Molise!” nelle prime duetappe della manifestazione.

PROGRAMMI ESTIVI DI GRESALP

COME FARE PER ABBONARSIVERSARE UNA CIFRA MINIMA DI € 15,00

SUL C/C POSTALE N° 20459004 INTESTATO A:

la vianova - Lungotevere Prati, 1600193 Roma

SPAZIO ALLE ASSOCIAZIONI7

APR-MAG-GIU 2003

ANNO X N° 4-5-6 PAGINA

EDITO DA ITALIA NOSTRA“LE CROCI VIARIE NEL MOLISE”

(autore MICHELE CIANCIULLO)

Il Convegno prevedeva lapartecipazione delle autoritàpolitiche dei comuni collocatinel bacino del Biferno per unconfronto di esperienze e performulare ipotesi di soluzionedei problemi endemici nelMolise, la cui mancata risolu-zione sarà causa di difficoltàpiù gravi e di un destino diinvivibilità e di fuga.

Qualificata, anche se dav-vero esigua la presenza degliAmministratori, più consi-stente lo presenza di docenti edi cittadini interessati allaproblematica territoriale.

I lavori sono stati coordi-nati dalla Prof. Paola diGiannantonio e preceduti dalsaluto dell’Assessore DiGuglielmo, in rappresentanzadel Sindaco e del Prof.Zeffiro, in rappresentanza delPreside.

Gli interventi hanno avutoil pregio della concretezza edella sintesi, nonché la capa-cità di interessare il pubblico,che ha mostrato di apprezzaree condividere le tesi dei rela-tori non tutti molisani, maaccomunati dall’amore per laterra Molise e dall’obiettivodi valorizzarne le risorse.

Incisivo nella sua essen-zialità di analisi e di riflessio-ni l’intervento della Prof.Emilia Sarno, docente nonmolisana che tuttavia impe-gna la sua azione di ricercatri-ce nello studio del territoriomolisano, di cui apprezza ilvalore man mano che neconosce la qualità e la storia.

La relazione sul tema “IlBiferno documento per lageografia storica” è statoincentrata su una circostanzia-ta analisi morfologica e stori-ca del bacino del Biferno perdare risposte all’ interrogativo“perché un bacino ricco diacque non diventa fertile epopolato, perché un fiume,benedizione per la vita, rima-ne un problema e non si risol-ve in risorsa”.

Le cause del mancato svi-luppo sono da ricercareindubbiamente nella naturadel terreno, ma soprattutto inpolitiche mirate più allo sfrut-tamento che al potenziamentodelle risorse. I governi che sisono succeduti hanno consi-derato il Molise terra di tran-sito e di conquista, per cuihanno sfruttato senza rinno-varle le risorse umane edambientali, hanno favorito

l’insediamento urbano nellezone più vicine alle grandi viedi transito ed alle città piùvitali senza provvedere adopere di bonifica e ad unmiglioramento strutturale edeconomico dell’intero territo-rio, Inoltre l’organizzazionefeudale, perpetuatasi nei seco-li, ha contribuito a determina-re la frammentazione territo-riale, l’isolamento ed unacondizione di subalternità cheancora persistono e sono d’o-stacolo ad una saggia gestionedel territorio, attenta alla tute-la del patrimonio, aperta alleinnovazioni positive, che ne

garantiscano uno svilupposostenibile.

La speranza è che cittadinie politici cooperino per realiz-zare interventi migliorativiche durino nel tempo e tra-sformino le risorse potenzialiin beni produttivi. È questo undono che la vallata del Bifernoed il Molise nella sua globalitàaspettano e meritano.

Schietto, fermo l’interven-to dell’arch. Silvana Reale, laquale ha fatto una sceltacoraggiosa, abbandonandoRoma e le buone prospettivedi affermazione professionale,per vivere in Molise, la terra

che ama e che vuole contri-buire a rendere vivibile e frui-bile nelle sue peculiarità cul-turali e nelle sue amenitànaturali.

Lucida l’analisi dellasituazione di inquinamentodelle acque, di degrado delleinfrastrutture, di dissesto idro-geologico.

Amara la ricognizionedelle cause: Isolamento, indi-vidualismo, frammentazionedegli interventi e dei finanzia-menti, mancanza di coopera-zione tra le realtà politiche,assenza di una pianificazioneglobale con interventi integra-ti e mirati alla concreta risolu-zione dei problemi, smarri-mento del cittadino e perditadel suo ruolo.

Entusiasta l’apprezzamen-to delle risorse, salubrità,genuinità dei prodotti, paesag-gio, emergenze artistiche,architettoniche, archeologi-che, ricchezze che, se valoriz-zate, “potrebbero fare delMolise un unicum, una perlache spicca nell’omologato efrenetico panorama dell’o-dierna società”

Quali le prospettive? Tantese c’è la volontà politica diattuarle: realizzare i progettigià finanziati relativi al risana-mento di vaste aree dellavalle, restituire la purezza alleacque, ridare il manto verde aipendii, rivitalizzare l’agricol-tura, evitare la dispersione,creare circuiti turistici inmodo da valorizzare le emer-genze sparse sul territorio,

La speranza è nelMolisano che si riappropriadella cittadinanza, la speranzaè nei giovani se la scuola, aldi là delle competenze profes-sionali, si porrà l’obiettivo diformare la persona consape-vole della sua identità e dellasua responsabilità di cittadino.

Appassionato l’interventodel Prof. Rocco Cirino, unMolisano che, dopo l’espe-rienza di vita milanese, è tor-nato nella sua terra d’origine,determinato a sviluppare neigiovani il legame con il terri-torio ed il senso civico dellaconservazione e valorizzazio-ne delle risorse antropiche edambientali Il tema “ ilC.E.D.A. uno strumento peramare il territorio” è elo-quente espressione delle espe-rienze realizzate coi suoialunni nel laboratorio dellaNatura.

IL TERRITORIO COME ECOMUSEO DELLA RELIGIOSITÀ

Viene presentata da Michele Cianciullo un’indagine chepotremmo definire quasi esaustiva che ha per oggetto una testi-monianza non solo della religiosità delle popolazioni transumantie locali con l’individuazione delle croci viarie presenti nel terri-torio dell’intera regione.

Un patrimonio che va visto anche come una potenzialità disviluppo che il territorio offre e che sinora non era stato oggettodi attenzione, di studio e di ricerca ad ampio raggio e che proprioper questo dà la possibilità di confrontare i vari elementi.

È una potenzialità, nell’ottica di una visione integrata dell’utiliz-zo di tutte le risorse del territorio come ad esempio con la creazionedi itinerari tematici a carattere storico-architettonico che si sviluppafra campagne, centri antichi, ai margini delle piste tratturali.

Le croci viarie, elemento essenziale che ha rivestito importan-za per la vita sociale del- le popolazioni che in esse vedeva il sim-bolo religioso e Michele è solito dire che sono state e possonoancora essere il punto di ritrovo in casi eccezionali, il luogo in cuisi suggellavano i contratti con lo stesso valore di un atto fatto dalnotaio, contratti in- dissolubili con una semplice stretta di mano...

Ma anche elemento architettonico finemente lavorato e pregnodi significati religiosi sin dalla base a tre gradini, il fusto, la zonadel capitello, la forma della croce ed i ri- lievi scolpiti su di essa.

Forme varie che hanno in parte seguito il gusto dell’epoca incui sono state fatte: antichissime alcune come quella diGambatesa tozza perchè ricavata direttamente da una sola roccialì presente, delicata e leggera come quella in stile barocco diRipalimosani, ma tutte con lo stesso valore e lo stesso significatoper le popolazioni.

Oltre che dai grandi monumenti, la storia delle popolazioni èfatta anche da questi piccoli monumenti che evidenziano il veroed intimo carattere delle pop0lazioni e la loro cultura.

L’autore ha effettuato un censimento, svolto con impegno cer-tosino, indispensabile per la conoscenza del nostro patrimoniosparso e spesso sottovalutato nella importanza e nel significatostorico e non considerato nelle potenzialità in esso nascoste.

Ha ricostruito attraverso un’attenta analisi morfologica, for-male, dei materiali, una precisa catalogazione suddivisa per la“forma” della croce viaria.

L’importanza del volume è nello stessa veste di catalogo nelquale le semplici note servono a far riflettere sulla storia e sullediversità realizzative, ed è da intendere come elemento integrato,sia storico-conoscitivo che come strumento per la tutela e la sal-vaguardia, nonché come mezzo per la loro valorizzazione.

Molte sono le croci viarie riscoperte nei muri di abitazioni,chiuse all’interno di edifici pubblici e quindi avulse dall’ambien-te in cui erano state collocate, spostate dalla posizione originariaper cui hanno perso anche in questo caso il loro significato socia-le. Un elemento importante, dunque, per contribuire alla realizza-zione di un ecomuseo del territorio, in cui gli elementi che locompongono devono costituire un sistema da visitare con itinera-ri che permettano contemporaneamente di apprezzare anche ilpaesaggio in cui sono inseriti.

Il presidente della sezione di Isernia di Italia Nostra Arch. Claudio Di Cerbo

La presenza di idrocarburinella nostra regione, sia liqui-di che gassosi, è accertataormai da decenni. Numerosi ipozzi perforati nel corso deglianni, alcuni dei quali produtti-vi, sia in mare che in terrafer-ma. Nulla esclude che altripotranno esserlo in futuro. Maperché la probabilità di trova-re giacimenti di idrocarburinel Molise è così elevata?

Per rispondere alladomanda occorre ricordareche essi (gli idrocarburi) deri-vano, per lo più, dalle sostan-ze organiche che costituivanoun tempo gli organismi mari-ni, che, come accade oggi,alla loro morte cadevano sulfondo e si mescolavano aglialtri sedimenti che pure si sta-vano depositando. Il processoavveniva ed avviene inambienti tranquilli, con limi-tata circolazione di acquemarine e in depositi sottiliquali fanghi argillosi o calca-rei, che prendono il nome diroccia madre. Da qui per le

mutate condizioni fisiche del-l’ambiente e per le sue stessecaratteristiche fisico - chimi-che il petrolio è costretto amigrare verso rocce dotate dimaggiore porosità dette rocceserbatoio.

La migrazione proseguefino a quando il petrolio nonraggiunge un luogo dove èimpossibile un ulteriore spo-stamento; quando ha raggiun-to, cioè, quella che viene detta“trappola”, in cui il petrolio,per la sua minore densità,tende ad occupare gli spazipiù elevati possibili.

Le “trappole”, che sonofondamentalmente di due tipi,strutturali e stratigrafiche, sisono formate, anche nelMolise, durante l’Orogenesiappenninica. La spinta che hadato luogo alla formazionedelle nostre montagne e che è

tuttora in atto (vedi terremoti),andando da sud ovest a nordest, nello scombussolare lesituazioni favorevoli all’accu-mulo, createsi sul versante tir-renico, ha permesso, compliceil Matese, la conservazione digran parte di quelle del ver-sante adriatico.

Per assistere, però, allospettacolo del petrolio chesgorga dalle viscere dellaterra, è necessario passare allesuccessive fasi operative, aquelle cioè che sottopongonoil sottosuolo ad una sorta diindagini ai “Raggi X” o piùprecisamente ad una vera epropria TAC, che nel casospecifico sono detteProspezioni Geofisiche e chein questo settore sono preva-lentemente Sismiche. Quelle,per intenderci, che si realizza-no provocando un piccolo ter-

remoto artificiale (facendoesplodere nel sottosuolo unacarica esplosiva) e registrandoil comportamento delle ondesismiche generatesi. Lo scopoè quello di verificare e misu-rare quanto evidenziato daglistudi circa il rilevamento el’interpretazione delle diversefasi che hanno portato, nelnostro caso, all’attuale assettogeologico dell’Appenninomolisano. L’attenta lettura el’esatta interpretazione deisismogrammi ottenuti, daparte degli specialisti geologie geofisici, permettono diindividuare le eventuali “trap-pole” e, conseguentemente,fissare i punti dove posiziona-re i pozzi da perforare.

E’ ovvio che la messa inatto di quest’ultima attività,essendo la più impegnativa,dipende da diversi fattori, nonultimo quello economico, maanche politico e strategicoche, anche e soprattutto unPaese come il nostro non puònon perseguire.

PERCHÈ NEL MOLISE C’È IL PETROLIO?

di ANGELO SANZO (referente SIGEA)

LA VALLE DEL BIFERNODA PROBLEMA A RISORSA

UN TEMA DI ATTUALITÀ NEL CONVEGNODELL’AIIG PRESSO IL BOCCARDI DI

TERMOLIdi ENZA SANTORO REALE

“La valle del Biferno: da problema a risorsa”,è il tema del convegno organizzato presso il Liceo

tecnico-economico “G. Boccardi”dall’Associazione Insegnati di Geografia, in col-

laborazione con L’IRRE Molise, il C.E.D.A. -Centro di Educazione e Documentazione

Ambientale - e con il patrocinio del Comune diTermoli. Un tema in sintonia con l “anno interna-

zionale delle acque” e di indubbia attualità, daquando il Biferno, dopo anni di innocua convi-venza, è tornato a mostrare la vis dirompente di

un tempo, ed il suo bacino è tormentato da frane,smottamenti e danni incalcolabili, una situazionedrammatica che sembra aver destato dal lungotorpore l’opinione pubblica e dovrebbe unire leforze politiche in un progetto di pianificazione

radicale.

Il Nibbio Reale, un tempo diffuso in Italia, oggi è presente in poche aree,tra queste la valle del Biferno

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CAMMINA, MOLISE! 2003

ANNO X N° 4-5-6 PAGINA

8APR-MAG-GIU 2003

“cammina, Molise!” 2003PER NON

DIMENTICAREdi ENZA SANTORO REALE

E riparte l’organizzazione di “cammi-na, Molise!”di cui la forza persistente diGiovanni Germano è il motore ed i collabo-ratori dell’Associazione “La Terra” sono gliingranaggi.

Anche quest’anno “cammina, Molise!”accompagnerà circa 200 amanti dellaNatura, per i quali il contatto con una terraancora intatta nella sua naturalezza sarà laricompensa gradita a faticose marce, alsudore grondante, ad un corpo stremato, icui sensi, tuttavia, avranno gustato l’aspettosmagliante, i colori, i suoni, l’odore, i sapo-ri di un Molise che ha ancora oggi molto daoffrire.

Sarà questo un “cammina Molise” spe-ciale “Per non dimenticare”

Si visitano i luoghi del cratere, iComuni che l’ultimo sconvolgimentosismico ha tragicamente violentato, privan-doli di Vite umane e di beni.

Si torna in luoghi, in parte già percorsinell’edizione di due anni fa; Casacalenda,Montorio dei Frentani, San Giuliano diPuglia sono cari al ricordo dei Marciatori,Comunità esemplari che hanno gareggiatonell’accoglienza, offrendo con generosità iprodotti migliori che la saggezza contadinae la caparbietà di chi vuole, nonostantetutto, tornare a vivere nella Madre-Terra,era riuscita a ricavare da un terreno avaro etroppo frammentato.

Quest’anno lo spirito dell’accoglienza edell’incontro sarà diverso.

Alla fruizione di un paesaggio affasci-nante ed alla vivacità contagiosa del gruppocanoro e saltellante si aggiungerà la visionediretta di una realtà fisica ed umana dram-maticamente mutilata che, forse, è in gradodi ridimensionare ogni velleità e ridareall’uomo la saggezza, la consapevolezzadella sua fragilità.

Si torna per non dimenticare momenti diallegra convivenza contrappuntati oggi dauna sofferenza inestinguibile e dalla neces-sità di sopravvivere.

Per non dimenticare la precarietà del-l’essere, la responsabilità dell’uomo impre-viggente, volutamente ignaro di ciò che laclemente ed inoffensiva natura nascondenel suo magmatico seno.

Per non dimenticare e per convincersiche la superficialità, l’interesse economico,la ricchezza sono un niente rispetto al valo-re di vite umane, di beni faticosamentecostruiti e imprevedibilmente annientati.

Per non dimenticare che l’uomo è unapedina nel contesto ampio, infinito di unsistema in cui ogni squilibrio, benché mini-mo, causa guasti.

Per non dimenticare che i mezzi tecno-logici e le conoscenze faticosamente rag-giunte devono costruire gli strumenti utili ache l’uomo continui a sentirsi parte di untutto con cui convivere in sicurezza, nellaconsapevolezza di essere parte e non domi-natore di un universo regolato da leggi chenon possono essere ignorate.

Si torna per esprimere Solidarietà, comesenso del comune soffrire e del comunegioire, un identificarsi nell’altro per trarredall’altrui sofferenza la saggezza, la lungi-miranza e per riconquistare insieme il sensodella comune debolezza nel percorso acci-dentato di una vita spesso tortuosa, permeditare sugli errori ed accogliere il monitoche si eleva dal comune dolore dell’ oggi,per riacquistare il coraggio necessario arisalire la china, a guardare lontano consperanza.

Tutti a “cammina, Molise!” con l’entu-siasmo di sempre, con la gioia di stareinsieme, per riappropriarsi del senso del-l’uomo e riprendere fiducia in una rigenera-zione umana e sociale.

COLLABORAZIONI IN ITINEREA cavallo. Il cammina, Molise! 2003 sarà scortato dai “Cavalieri Triventini”. Chi è interessato apartecipare alla marcia con il cavallo proprio si metterà in contatto con Enzo Mastroiacovo - Tel0874\871582 - 348/5264071La “cattedra itinerante”, per una lettura più attenta del territorio, sarà curata dai socidell’”A.I.I.G”. sezione Molise. I soci, Insegnanti di Geografia, che volessero partecipare alla mar-cia e collaborare alla “cattedra itinerante” devono contattare il Prof. Rocco Cirino (Presidente):Tel. O874\453007 Sentieristica. Chi è interessato a contribuire a dare indicazioni sui “sentieri possibili” si metteràin contatto con l’Arch. Claudio Di Cerbo, Presidente di “Italia Nostra” Sezione di IS: Tel.0865\411386 o il Geom. Michele Cianciullo: Tel. 0874\61639Feste popolari. I comuni e le associazioni, intenzionati ad organizzare le accoglienze nei propripaesi devono prendere contatti con Giovanni Mascioli, socio dell’”A.G. Punto e Accapo” diFossalto: Tel. 0874\768177Folclore. Durante la manifestazione, i marciatori ed i paesi attraversati saranno allietati daorganetti ‘Du-bott’, capitanati da Achille Renato, e dal gruppo di ricerca di danze popolari degli“Scacciapensieri”. Gli artisti folclorici intenzionati a partecipare alla marcia si metteranno incontatto con il Dr. Silvio Adducchio: Tel. 06\5370723 Stampa. I contatti con la stampa ed i media locali sono affidati alla prof.ssa Enza Santoro Reale.Tel. 0874/92055 - 347/5510800 Il coordinamento generale è affidato all’Arch. Giovanni Germano dell’A.C. LA TERRA: Tel.338/3063300

IL PROGRAMMAGiovedì 7 AgostoPrima tappa: PETRELLA TIFERNINA

RIPABOTTONIOre 07:00 Concentramento in piazza davan-

ti al municipio di PetrellaTifernina.

Ore 08:30 Partenza e visita al centro storicodi Petrella Tifernina

Ore 18.00 Arrivo a RipabottoniTrasferimento a Ripabottoni per pernotta-mentoLocalità e centri interessati all’attraversamento:PETRELLA TIFERNINA - Colle S. Andrea -CASTELLINO DEL BIFERNO - TrattoTratturo Celano-Foggia - RIPABOTTONIÈ previsto:Petrella Tifernina: accoglienza, colazionecon prodotti tipici, visita al centro storico ecattedra di riflessioneCastellino del Biferno: accoglienza, visita alcentro storico, al Parco Giochi ed al Colle diToro, cattedra di riflessione e sosta pranzoRipabottoni: accoglienza, visita al centrostorico, cattedra di riflessione, cena e festapopolare

Venerdì 8 AgostoSeconda tappa:RIPABOTTONI - MONTORIO NEIFRENTANIOre 08:00 Partenza dal Camposanto (agro

di Morrone del Sannio)Ore 18:00 Arrivo a Montorio nei FrentaniTrasferimento a Ripabottoni per pernotta-mentoLocalità e centri interessati all’attraversamento:PROVVIDENTI - CASACALENDA - Parcodel “Castello di Gerione” - Colle Calvario -MONTORIO DEI FRENTANI È previsto:Provvidenti: accoglienza, colazione con pro-dotti tipici, visita al c. storico e cattedra diriflessioneCasacalenda: accoglienza, pranzo, visita alcentro storico e cattedra di riflessioneMontorio dei Frentani: accoglienza, visitaalla “collezione ornitologica Carfagnini”,visita al centro storico e cattedra di riflessio-ne, cena e festa popolare.

Sabato 9 AgostoTerza tappa:MONTORIO NEI FRENTANI -ROTELLOOre 08:30 Partenza da Creta Bianca (SS480

in prossimità agro di Montorionei Frentani)

Ore 18:00 Arrivo a RotelloTrasferimento in pullman a Ripabottoni perpernottamentoLocalità e centri interessati all’attraversamento:Creta Bianca - URURI - Ponte Rotto (tratturoS.Andrea-Biferno) - ROTELLO È previsto:Ururi: accoglienza, informazioni sulla mani-festazione nazionale “Le carresi”, visita al c.storico, pranzo con prodotti tipici e cattedradi riflessioneRotello: accoglienza, visita al centro storico,cattedra di riflessione e cena con prodottitipici locali e festa popolare.

Domenica 10 AgostoQuarta tappa:ROTELLO - SAN GIULIANO DIPUGLIAOre 08:00 Partenza da RotelloOre 17:00 Arrivo a S. Giuliano di PugliaLocalità e centri interessati all’attraversamento:ROTELLO - Colle S. Pietro - MasseriaJantomasi - SANTA CROCE DI MAGLIA-NO - Capp.la S. Elena - SAN GIULIANO DIPUGLIAÈ previsto:Rotello: visita alla centrale ENELSanta Croce di Magliano: accoglienza, visitaal c. storico, cattedra di riflessione e pranzoSan Giuliano di Puglia: messa da campo,visita silente al c. storico, incontro con la cit-tadinanza.

CAMMINA,MOLISE!

2003VERSA IL TUO

ABBONAMENTOsalva la vianova

CAMMINA, MOLISE! 20039

APR-MAG-GIU 2003

ANNO X N° 4-5-6 PAGINACAMMINA,MOLISE!

2003

L’associazione cul-turale La Terra si pre-figge di perseguire sem-pre con maggiore vigoregli obiettivi e gli scopiper i quali Essa è nata.Forte è stato l’impegnodei Soci Fondatori, cheora sentono l’esigenzadi accelerare il cammi-no dell’Associazioneravvisando in Essa unaforte opportunità diintervento sul territorio.

Per coloro a cuil’Associazione si rivol-ge attraverso le Sue ini-ziative è necessario inprimo luogo chiarire cheEssa è nata in continuitàcon la tradizione delleproprie origini molisa-ne, per assumere inizia-tive atte a promuovere ilprogresso, lo sviluppo ele qualità della vita dellapropria terra.In particolare:1 Essa è espressione

del territorio, dellasua realtà socio-cul-turale e del suo valo-re paesaggistico.

2. Essa supera i confinimicrolocalistici e siidentifica in unarealtà provinciale eregionale.

3. Essa ricerca le possi-bili connessioni conquanti, singoli o riu-niti in altreAssociazioni, opera-no sullo stesso terri-torio con identichefinalità.

Val la pena anche pre-cisare chel’Associazione è natadalla comune intuizio-ne dei suoi SociFondatori che hannovisto nelle terre del-l’entroterra Molisanola possibilità di rico-struire ancora unaqualità della vita ade-guata alle esigenzedell’Uomo.

A tal fine è statomesso a punto unProgetto di massimaper lo sviluppo dellearee interne molisane,per il quale si chiedel’impegno della classepolitica e che é struttu-rato nei seguenti 10punti.1) riappropriarsi della

politica partecipata,cercando di dare aicittadini gli strumen-ti necessari per ilconfronto democrati-co e per il controllodella trasparenza dichi è delegato a rap-presentarli; metterein atto una strategianuova che sviluppil’impegno politicoattivo, collegandoloa concrete iniziativeprogettuali chemobilitino energie,mettendo insiemeimpresa, solidarietàe cittadinanza attiva;

2) difendere, recupera-re e rivalutare lerisorse territorialicome la difesa delsuolo e delle acque,il rimboschimentodelle aree montane,la creazione di par-chi naturali, la valo-rizzazione dei sitiarcheologici, religio-si e paesaggistici, ilrinnovamento dell’a-gricoltura, dell’alle-vamento e dell’arti-gianato, la nascita diaziende di trasfor-mazione dei prodottiagricoli e zootecnici;

3) potenziare i servizisociali fondamentaliquali la sanità, lascuola, l’assistenzaagli anziani, garan-tendone la presenzasul territorio inmodo efficiente ecapillare;

4) predisporre piani direcupero dei centristorici, non solo perfini museali ma conl’esplicito intento diricreare la vita socia-le a dimensioneumana, favorendo leattività artigianalilegate alla pietra, alferro ed al legno ed atutte le mansionicommerciali e di ser-vizio, capaci digarantire un adegua-to sviluppo cheincentivi la volontàdi “abitare il paese”;

5) riorganizzare i tra-sporti locali, renden-doli più snelli edaderenti alle neces-sità dei cittadini;

garantire, con unaadeguata manuten-zione, la percorribi-lità della rete strada-le locale ed evitarela costruzione diulteriori strade inter-poderali, che negliultimi decenni hannoprodotto seri guastiidro-geologici al ter-ritorio; migliorare itracciati delle stradedi collegamento tra ipaesi, i centri pro-vinciali e le fondo-valli per ridurre itempi di percorren-za;

6) monitorare i proble-mi del mondo dellascuola e costruire unrazionale progetto disviluppo dell’educa-zione permanente,per favorire ogniopportunità che battala cultura dell’abban-dono e favorisca unaformazione in lineacon il possibile svi-luppo della regione.

7) sostenere le organiz-zazioni e le associa-zioni culturali edambientaliste, radi-cate sul territorio,per quanto attienealle attività relazio-nate agli studi stori-ci, al recupero deidialetti e delle tradi-zioni locali, alla sal-vaguardia ed allavalorizzazione deibeni paesaggistici edalla promozione dimanifestazioni pub-bliche;

8) riorganizzare lestrutture istituzionalilocali (Comuni,Comunità montane,Unione dei Comuni)per avvicinarle aicittadini ed offrireloro in maniera piùrazionale ed effi-ciente i servizisocio-assistenziali;

9) valorizzazione deimomenti di socializ-zazione culturale esportiva, incentivan-do la creazione diattrezzature e servizisportivi, socio-cultu-rali e ricreativi perragazzi, adolescentie giovani, ed a tal

fine promuoverel’associazionismo dipromozione sociale;

10) promuovere le areeinterne in un pianodi sviluppo eco-sostenibile, al finedi incentivare leattività legate all’a-griturismo edall’artigianato.Da tutto ciò oggi

discende una sceltas t r a t e g i c adell’Associazione chemira a rivalutare la Suainiziativa puntandodirettamente sui giova-ni ed alla formazione diuna Loro coscienza cherifugga dalla culturadell’abbandono delleLoro origini e delleLoro terre.

Con questa scelta laprossima manifestazio-ne della Associazione,il cammina, Molise!2003, giunta alla suanona edizione, si arric-chirà di una nuovaesperienza.

Fin qui questamanifestazione, che haportato a percorrere apiedi i luoghi dellaregione un numerosempre crescente dipartecipanti, ha volutorappresentare diversecose.

Una testimonianzadi attaccamento alleproprie origini, unatestimonianza di vita-lità e capacità proposi-tiva nella realtà territo-riale, un modo diversodi soddisfare un turi-smo alla ricerca di tra-dizioni e dei valori cul-turali ad esse legati edinfine un modo diversodi riscoprire un territo-rio con i suoi valoripaesaggistici.

La manifestazionepoi ha registrato sem-pre più la presenza dipartecipanti provenientida ogni parte d’Italia.Questo ha fatto assu-mere ad Essa una pecu-liarità nuova. Anche sei suoi percorsi ed il suospazio geografico sonolocali la sua esperienzae ciò che Essa proponeoggi hanno un’acco-glienza ed una risonan-za nazionale.I tragici eventi seguitial sisma del 31 ottobredello scorso anno, cheha colpito una vastazona del Molise centra-le, richiamano all’at-tenzione locale e nazio-nale tutte le problema-tiche legate allo svilup-po delle aree interne, alloro recupero ed allaloro valorizzazione. Ilnostro giornale, la via-nova, si è proposto sindalla nascita come stru-mento di confronto diidee per contribuire aduna giusta valorizza-zione dell’entroterramolisano. Il terremoto,con le sue tragedie,pone oggi più che maiall’attenzione dell’opi-nione pubblica le que-stioni strutturali, socialied economiche cheattanagliano i nostripiccoli centri. Nella edizione del 2003il cammina, Molise!vuole proporsi comemomento di riflessionesu questi tragici eventie sulle problematicheche inevitabilmente ilpost-terremoto haimplicato ed impli-cherà; la manifestazio-ne, con i tanti marciato-ri provenienti da ogniparte d’Italia, porterà il

proprio segno dellasolidarietà , identificatocon le specificità pro-prie della manifestazio-ne (cattedra itinerante,valorizzazione del ter-ritorio, animazione,socialità, etc.) edanche, ove possibile,con l’organizzazionedell’accoglienza, chenormalmente è gestitadalle amministrazioni odalle Pro Loco deicomuni attraversati.

La manifestazionevuol essere anche l’oc-casione per una catte-dra itinerante sul terri-torio a disposizione deigiovani.

Con l’aiutod e l l ’ A s s o c i a z i o n eItaliana degliInsegnanti di Geografiaed in collaborazionecon le Amministrazionidei Comuni attraversa-ti, la marcia accoglieràogni giorno un gruppodi scolari dei territoriattraversati e Li guideràalla scoperta di attivitàpresenti sul Loro terri-torio, di siti archeologi-ci ed artistici, di testi-monianze delle tradi-zioni e Li condurrà afruire dei Loro valoripaesaggistici e naturali.

Questa nuova espe-rienza è premessa per unimpegno propositivoverso il mondo dellascuola che troverà nellamanifestazione dellamarcia il momento con-clusivo di attività propo-ste nel corso dell’annoed un’opportunità perveicolare informazioni econoscenze sulle pecu-liarità del territorio.

Questa attività tro-verà eco nelle paginedel giornale la vianovache l’Associazionepubblica già da diversianni. Sulle pagine delmensile verrà apertouno spazio per i giova-ni e giovanissimi che,sia da soli e sia insiemeai Loro Insegnanti,vogliano proporre leLoro esperienze e leLoro esigenze.

Nelle intenzionidell’Associazione lepagine del giornale

devono costituire unacassa di risonanza permonitorare i problemidel mondo della scuolae per favorire quindiogni opportunità chebatta la cultura dell’ab-bandono e favoriscauna formazione in lineacon il possibile svilup-po della regione.

L’ A s s o c i a z i o n epropone quindi a latodell’edizione cammi-na, Molise! 2003 unpremio in due sezioni.Una per i ragazzi di etàinferiore ai 14 anni eduno per i giovani dai 14ai 20 anni. Il premioverrà assegnato inoccasione della giorna-ta conclusiva dellamarcia (a S.Giuliano diPuglia il 10 agosto,giorno del convegno) achi saprà meglio rac-contare un suo pensierosu questa traccia: incammino sulla miaterra riflettendo suidisastri causati dalterremoto.

Le modalità di par-tecipazione a questopremio saranno inviatealle scuole della regio-ne attraverso la colla-borazione delProvveditorato agliStudi di Campobasso ei migliori lavori ovvia-mente troveranno spa-zio sulle pagine di lavianova.L’Associazione intendeanche cogliere altreopportunità a lato dellamanifestazione, in par-ticolare propone unconvegno nazionale sultema “Riflessioni sulterremoto che hasconvolto il cuore delMolise”.

Questo convegno,che è previsto in unodei paesi interessati allamanifestazione, tenteràdi mettere a confrontosulla sua proposta ilmondo della scuola, ilmondo del lavoro ed ilmondo politico conpersonalità che inambito nazionale eregionale rappresenta-no queste realtà.

L’ A s s o c i a z i o n etestimonierà poi al con-

vegno la propria espe-rienza che, facendoleva esclusivamente suiniziative e contributivolontari, ha permessodi concepire un proget-to formativo in connes-sione con il tessutosocio-economico e coni valori della tradizio-ne. Questo nellaprofonda convinzioneche molto può essereancora fatto in questocontesto.

L’Associazione cul-turale La Terra coglietutta la peculiarità delmondo associazionisti-co ed il momento parti-colare della Scuola.Questa è in trasforma-zione verso l’autono-mia che le impone diriprogettare i suoimodelli formativi e lesue metodologie in fun-zione delle realtà socia-li ed economiche in cuiEssa stessa opera.L’Associazione ritienedi poter sperimentare inambito regionale e poiriproporre in ambitonazionale una metodo-logia che assegni alleAssociazioni il ruolo direferente della Scuolasul territorio con l’o-biettivo di veicolareverso di Essa tutte leesigenze della societàdi cui esse sono espres-sione.

L’ A s s o c i a z i o n ecoglie l’importanza diquesto progetto di spe-rimentazione e per que-sto oltre ad organizzaree coordinare il conve-gno ne curerà anche lapubblicazione dei lavo-ri e delle esperienzeche da esse nasceranno.Su questo impegnol’Associazione sollecital’attenzione delMinistro della PubblicaIstruzione, del Ministrodella Cultura eSpettacolo, delM i n i s t r odell’Ambiente, delleUniversità, deiProvveditori agli Studi,dell’Assessorato allaCultura della RegioneMolise e delle forzeproduttive.

IL PROGETTOIl “Cammina, Molise!” in questa

edizione vuole proporsi comemomento di riflessione sui tragici

eventi seguiti al sisma dello scorsoanno e sulle problematiche che ilpost-terremoto inevitabilmente

implicherà

Il percorso si snoderà, attraverso la parte centrale ebassa del Molise, percorrendo i sentieri recuperati dalleassociazioni ambientaliste locali, tratti del tratturo Celano-Foggia e del Cortile-Centocelle, le vie dell’olio e delpetrolio e poi le vie dei pellegrini per andare a conoscerealcune tra le più importanti presenze dell’arte religiosa ebarocca e visitando centri importanti come Rpabottoni,Casacalenda e Ururi

La marcia, partendo da Petrella Tifernina per finire aSan Giuliano di Puglia, si pone come obiettivo primarioquello della lettura di un territorio, in larga parte pococonosciuto fuori dai confini regionali, che comprende pae-saggi incantevoli, emergenze naturalistiche e storico-cul-turali che solo camminando si riescono ad apprezzare.

Paesaggi, boschi, attraversamento dei paesi, l’ospitalitàdella gente molisana, e…tante curiosità. Tanti gli elementiinteressanti ed accattivanti di un itinerario turistico e cul-turale unico.

Queste le caratteristiche principali:• Attraversamento ed accoglienza solidale, con feste popo-

lari, nei paesi di Petrella Tifernina, Castellino delBiferno, Ripabottoni, Provvidenti, Casacalenda,Montorio nei Frentani, Ururi, Rotello, Santa Croce diMagliano e San Giuliano di Puglia

• I percorsi tratturali del Ponte Rotto sul S.Andrea-Biferno• L’arte romanica di Petrella Tifernina, Ripabottoni e S.

Croce di Magliano. • La manifestazione delle “Carresi” ad Ururi

• La visita al “Parco del Paesaggio Storico e NaturaleCASTELLO GERIONE”

• La visita al Parco Giochi ed all’Area ‘Colle di Toro’ di

Castellino sul Biferno, classici esempi del recupero a verdeattrezzato di parte del territorio del “Paese che si muove” .

• Le incantevoli vallate dei versanti sul Biferno e sulCigno.

• L’itinerario dell’arte sacra e barocca: Chiesa di S. Mariadella Concezione di Ripabottoni, Chiesa parrocchiale diMontorio nei Frentani, Chiesa di S.M. Maggiore e diS.Onofrio a Casacalenda.

La lunghezza del percorso, stimabile approssimativa-mente in 124 chilometri, permette di affrontare la marciacon maggiori tempi a disposizione, sfruttabili sia per levisite guidate sia per gli incontri con le varie cittadinanze.Di certo, tempi più elastici e, in alcuni casi, l’uso del busgarantiranno una certa precisione nel rispetto degli orari,condizione, questa, essenziale in previsione del maggiornumero di partecipanti rispetto alle edizioni precedenti.

Le tappe sono state pensate per offrire una buona sud-divisione degli sforzi. Nella edizione di quest’anno non èstato possibile garantire la continuità della percorribilità apiedi degli itinerari, tappa dopo tappa, per le distanze e perla natura del territorio: perciò, ad ogni tappa, al paese dipartenza i marciatori verranno accompagnati dal bus.

Ogni paese attraversato preparerà la propria accoglien-za ai marciatori, nello spirito genuino della tradizionaleospitalità della gente molisana. Durante la manifestazionevisite mirate, mostre, incontri ed altre manifestazioni cul-turali coglieranno gli aspetti più significanti della cono-scenza e delle problematiche del territorio attraversato.

IL PERCORSO

Il percorso del cammina, Molise! 2003 saràcontraddistinto dall’attraversamento delle terredanneggiate dal sisma dello scorso anno, con

l’intento di portare una solidarietà itinerante allepopolazioni colpite e di proporre la conoscenza di

un territorio ricco di storia e caratterizzato dalla viadell’olio, dalla via della lana e dalla via del petrolio.

COME FARE PER ABBONARSIVERSARE UNA CIFRA MINIMA DI € 15,00

SUL C/C POSTALE N° 20459004 INTESTATO A:

la vianova - Lungotevere Prati, 1600193 Roma

NEI PAESI DEL “MEDIO SANNIO”10

APR-MAG-GIU 2003

ANNO X N° 4-5-6 PAGINA

TORELLA DEL SANNIO E LE SUE EMERGENZE

Da una ricerca di Mariarosaria e Angela D’Alessandro

Delle origini di Torella, della sua denominazione e delle sua anti-che vicende storiche non si sa molto. Secondo le poche, incerte egeneriche notizie, il primo nucleo di Torella sarebbe sorto intornoall’800 ad opera di un gruppo di profughi provenienti dalle pianuredel Biferno stabilitisi su Collalto, vista la struttura morfologica delterreno che permetteva una migliore visione del territorio circostante.

Probabilmente, con la successiva instaurazione del sistemafeudale, questo gruppo di individui si spostò sulle pendici del“Ciglione” (uno dei due colli del paese) dando così vita, intornoalla metà del XII secolo, alla formazione di quello che oggi è ilcentro storico di Torella. Il primo documento che attesta l’esisten-za del feudo denominato “Turellam” risale all’anno 1266.

Questa denominazione è rimasta invariata fino al 1863, quan-do ad essa fu fatta aggiungere la specificazione “del Sannio”, datala presenza dei Sanniti sul territorio.

Si sono dati appuntamento allesette del mattino per preparare gliattrezzi del lavoro, hanno affilatocon cura le lame delle falci fienaiee animati di tanta buona volontà sisono recati al campo. Poi tuttiinsieme hanno iniziato a mietere amano il foraggio, proprio comefacevano i contadini tanto tempofa. Dopo circa un’ora di lavorosotto un sole che si annunciavarovente, sono arrivate le donne incostume tipico con una cesta invimini sul capo. Una breve pausaper consumare la colazione del-l’alba, come veniva definita, abase di aglio, cipolla, formaggio ezuppa di vino e poi di nuovo alavoro con rinnovata grinta. Piùtardi, al fresco dell’ombra, un’altrasosta per mangiare uno spuntinopiù sostanzioso, la tradizionalembrênna.

È stato un tuffo nella vita con-tadina d’altri tempi quello ripropo-sto lunedì 19 maggio presso un’a-zienda agricola in contradaCostacalda a Fossalto dal CentroDiurno e Sociale per gli anziani incollaborazione con l’Associazionegiovanile “Punto e Accapo”.Protagonisti proprio gli arzilli non-nini che entusiasti si sono impe-gnati per mostrare una falciaturada tempo scomparsa e quindidimenticata, rivivendo nostalgica-mente i tempi andati. Circa unaquarantina di anziani ha datodimostrazione di come una volta sisvolgevano le operazioni di mieti-tura, sotto gli occhi interessatidegli alunni di tutte le classi dellaScuola elementare fossaltese. Unascena alquanto suggestiva e dalforte richiamo, che molti nonhanno mai vissuto, quella che si èpresentata anche agli occhi deitanti curiosi e visitatori che si sonoincontrati in campagna. Appenascesi dagli scuolabus gli alunni sisono messi alla ricerca dei nonni,mentre gli anziani, con la stessavoglia di abbracciare i nipotini,

cercavano di individuarli in quel-l’allegra compagnia di scatenatispettatori. A distanza di una setti-mana gli anziani si sono ritrovartiper la “giratura” del fieno, un’ope-razione effettuata rigorosamente amano con grandi forche che haconsentito di spostare il foraggioper farlo stagionare in egual misu-ra su entrambi i lati. La conserva-zione temporanea del foraggioavveniva in passato costruendoattorno ad un alto palo un grossocumulo di fieno compresso aforma di cono chiamato stìgljë,riprodotto per l’occasione.

È giunto così di nuovo lunedì26 maggio e con immutato entu-siasmo i nonnini si sono ritrovati ilmattino presto nello stesso campoper comporre dei mucchi di fienobagnato dalla rugiada fresca. La

giornata anche stavolta non harisparmiato cocenti raggi di soleche hanno scaldato l’impegnativaopera di stigliatura. Stabilito ilposto più adatto, è stato issato ungrande palo, la pertica, intorno alquale ha preso forma lo stìgljë.Tralci di vite hanno costituito labase del grande cono che manmano, grazie all’abile maestriadegli anziani più esperti, ha presoforma. I mucchi di fieno piùdistanti, collocati su un ramo diquercia sono stati trainati da unasino. Il singolare cono si è innal-zato velocemente e sulla sommitàè stato posto una specie di serpen-tone fatto di fieno inumidito eattorcigliato per conservare ilforaggio ed impedire alle intempe-rie di rovinarlo.

Ogni dettaglio è stato filmato

per produrre una videocassetta dausare a scopo didattico e turisticoche sarà anche inviata alle comu-nità di fossaltesi residenti nelleAmeriche e sarà in vendita perquanti volessero far rivivere a casapropria uno spaccato di vita cam-pestre d’altri tempi. Sembranoessersi divertiti come veri attorisul set di un film gli anziani, sottola regia attenta del giornalistaNino Bagnoli, autore tra l’altrodella pubblicazione “Ipotesi di les-sico fossaltese”, che si è meravi-gliato per l’ottima riuscita dell’ini-ziativa. L’ultima fase di questa tra-dizionale lavorazione si svolgeràin luglio con il trasporto di unarazione di foraggio in fienile e lanecessaria tranciatura prima diessere consumato dagli animali,un’operazione che permetteva disminuzzare l’erba essiccata perevitare sprechi nella mangiatoia.

Umili e semplici momenti divita paesana hanno dato vita ad uncoinvolgente spazio aggregativo edi socializzazione, di scambio econfronto tra diverse generazioniacquisendo notevole valenza cultu-rale. “Sono davvero soddisfattodella riuscita dell’iniziativa, è statoun momento di partecipazione egioia collettiva intensamente vissu-to ed apprezzato che ha superatoogni più rosea previsione. Bastavaosservare gli occhi degli anzianiper cogliere l’emozione ed il coin-volgimento che li ha rapiti. Il tuttoè nato da una semplicissima idea edha dimostrato quanto poco basti perrendere partecipe la gente, in que-sto caso usando la rievocazione.

Il segreto per la buona riuscitadi una manifestazione è proprioquello di avvicinarsi leggermentedi più alle persone, dedicandoglipiù attenzione. I risultati sonosotto gli occhi di tutti” ha com-mentato compiaciuto GiovanniMascioli della “Punto e Accapo”.

RIVIVE A FOSSALTOLA TRADIZIONALE

MIETITURA DEL FIENOdi AGNESE GENOVA

Riuscita la Manifestazione del 19 Maggioproposta dall’A. G. Punto e Accapo, che con la

rievocazione delle tradizioni della culturacontadina si ripropone di riavvicinare la gente

Era un amico sincero e schietto, una persona con la qualeragionare e divertirsi, un uomo dal cuore grande capace didiventare un confidente, un compagno del quale potersi fidare econ il quale trascorrere momenti allegri e spensierati. Rispettatoe benvoluto da tutti Peppino, come confidenzialmente venivachiamato, ci ha lasciati improvvisamente, senza alcuna avvisa-glia. La sua scomparsa è arriva-ta come un fulmine a ciel sere-no, rattristando l’intera comu-nità fossaltese che unita si èstretta intorno alla famiglia percondividerne la tristezza.

Peppino e la sua immancabi-le scopa lo si poteva incontrarenel cuore della notte intento apulire vicoli e piazze diFossalto, sempre pronto a sorri-dere a quanti trovava sulla suastrada. Giuseppe Perna è statoun personaggio caratteristico diFossalto, che ha lavorato peroltre trent’anni per il Comune.Faceva l’operatore ecologico,per usare un termine moderno, espesso si trovava ad essereinvolontario spettatore di sceneche vedevano protagonisti colo-ro che vivevano la notte. Ma lasua coerenza gli impediva diraccontare particolari inediti oscomodi che riguardano i suoipaesani, si limitava a narrare ifatti curiosi e divertenti che sisvolgevano quando tutti como-damente avvolti nel tepore dellecoperte dormivano e ai qualilui, un gran lavoratore, assistevaquasi in disparte. Gioviale e

allegro Peppino ha vissuto momenti difficili, che hanno segnatoil suo spirito ed il suo fisico, senza mai farsi però sopraffare.

Motivo di enorme dispiacere è stata la notizia dell’accusa diuna figlia per appropriazione indebita di capi di abbigliamento.Evento che lo ha rattristato oltremodo, facendolo soffrire moltoin silenzio. Evento che si è dimostrato però infondato, Paola

Perna è stata scagionata per nonaver commesso il fatto cosìcome riportato dalla sentenzaemessa dal Tribunale di Romafirmata dal Giudice per le inda-gini preliminari dott. OrlandoVilloni. Tale notizia è arrivatapurtroppo quando lui non c’erapiù e quest’assoluzione, nesiamo certi, avrebbe fatto piace-re al povero Peppino, ripagan-dolo di tutti i tormenti e le ango-sce che hanno accompagnatoquesta brutta vicenda. Coloroche lo hanno conosciuto nonpossono negare il vuoto che halasciato in ognuno di noi, e solola gioia e il piacere di aver con-diviso molti momenti insieme alui leniscono l’amarezza per undistacco definitivo. Si potrebbero aggiungere milio-ni di parole, esprimere milleemozioni e sentimenti comuni,ma preferiamo ricordarlo sem-plicemente per l’umiltà e laspontaneità che lo contraddistin-gueva. Ed aggiungere solo:“Grazie Peppino, per averciregalato un pò della tua grandegioia di vivere”.

A SEI MESI DALLA SCOMPARSA, IL SINDACO DI FOSSALTO NICOLA CORNACCHIONE HA VOLUTO RICORDARE GIUSEPPE PERNA,

VENUTO A MANCARE IMPROVVISAMENTE

UN PENSIERO PER PEPPINOC’è un tempo per ridere e uno per piangere,c’è un tempo per vivere e uno per morire.Vogliamo ricordarti così,con il tuo sorriso e la tua gioia contagiosa.Presente nei momenti importanti della nostra vita acondividere,così come nei momenti semplici.Accanto a noi, nel bello a gioire e nel triste a consolare.Capace in modo speciale di entrare in relazione ed insintonia con le persone,le più diverse, libero come eri da schemi e condizionamenti.Capace di far sentire unico chi aveva un’amicizia con te.Hai amato tanto, hai vissuto con intensità e passione.Hai saputo spartire te stesso.Le crudeltà della vita avevano intaccato il tuo corpo,ma non il tuo spirito fiducioso, forte, coraggioso fino allafine.Hai lottato contro le difficoltà della vita prendendo le coseun po’ alla volta,nella consapevolezza che sono gli autentici rapporti con lepersonead essere la cosa più importante.Te ne vai con i tuoi sogni.Abbiamo messo le radici profonde, noi in te e tu in noi.Con te se ne va un pezzo di noi, ma ci rimane un pezzo di te.E tu, che ora ci guardi, stacci vicino e aiutaci a raccontartiai nostri figli.

Nicola Cornacchione

Non conosciamo l’epocadella fondazione della nostrachiesa parrocchiale, né la suafunzione nel passato, né la suastruttura architettonica origina-ria. Probabilmente nacque comecappella gentilizia12 o comecentro di raccolta di frumentodella popolazione torellese.

Lo scritto più antico risaleal 1663 e da esso si deduce chela chiesa era dedicata a SanNicolai o a San Nicolò di Bari,e che possedeva un discretopatrimonio.

Nel 1743, visto l’aumentodella popolazione e le piccoledimensioni della chiesa, venneabbattuta e ricostruita intera-mente. I lavori durarono per 16anni, ma solo il 7 ottobre 1763,venne riaperta. Nel 1805 subìgravi lesioni in seguito al terre-moto di “S. Anna” che colpì edanneggiò l’intero paese; daallora seguirono numeroseristrutturazioni, l’ultima dellequali dal 1994 al 1998.

Dal 1800 al 1994 la chiesa,a due navate13, presentava unostile tardo - barocco. Oggi,invece, dopo l’ultima restaura-zione (1994\1998) si presentacon colori più intonati allostile: il bianco, il rosa pallido, ilgrigio perla; gli stucchi dorati

evidenziano i capitelli14, levolte15 e i fregi16.

Lo scultore RenatoChicchio di Oratino, ha realiz-zato l’altare, l’ambone, la sedee la fonte battesimale.

In conclusione elenchiamoi nomi dei parroci che hannoprestato servizio a Torella delSannio:1843-1856 Comingio Evangelista 1856-1870 D’Onofrio Michele(Bagnoli del Trigno)1870-1893 Ciamarra Floriano(Torella del Sannio)1893-1911 Ciamarra Baldovino(Torella del Sannio)1911-1913 Lucente Giovanni(Castelguidone)1913-1920 Notte Giovanni(Frosolone)1920-1925 Maselli Gioacchino(Pescolanciano)1926 Bertrando Gianico(Roccavivara)1926-1960 De Simone Filippo(Frosolone)1960-1976 Cerrone Antonio(Agnone)1976-1981 Mascia Antonio(Chiauci)1981-1984 Di Tella Orlando(Capracotta)1984-1991 Sceppacerqua AngeloDomenico (Trivento)1991-2000 Di Nunzio Vincenzo(Frosolone)2000 D’Ovidio Gino (Trivento)

Le origini del castello risal-gono con certezza all’epocamedioevale dai documenti dellacancelleria Angioina, infatti,risulta che nel 1266, il feudochiamato “Turellam”, compren-deva il castello a tre torri conpoche case intorno.Probabilmente esso fu costruitosulle rovine di un insediamentomonastico: l’attuale forma dellacantina, infatti, mostra una chia-ra somiglianza ad un refettorio,inoltre, gli scavi effettuati hannodimostrato la presenza di ossanei sotterranei della torre.

Il castello è stato per secoliil simbolo del potere temporaledel feudo di Torella , cioè dellapotenza dei signori che lo pos-sedevano.

È situato su uno dei duecolli del paese, precisamente il“Ciglione” da dove era più sem-plice avvistare nemici e correreai ripari per difendere il feudo,chiudendo le tre porte ancoraesistenti che delimitano la partevecchia del paese.

I primi proprietari delfeudo, dal 1266 al 1467, furonola famiglia dei Sanframondo aiquali si susseguirono quella deiCapuano, dei De Capua, deiGreco e fino all’eversione feu-dataria del 1806 dei Francone.

Successivamente il castellofu ereditato dai Caracciolo diTorchiarolo e intorno al 1915 fuacquistato da Don GennaroCiamarra (l’unico non nobileche ha abitato il castello).

EMERGENZA STORICO - ARTISTICA:“IL CASTELLO CIAMARRA”

EMERGENZA ARTISTICA:CHIESA MADRE S. NICOLA DI BARI

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NEI PAESI DEL “MEDIO SANNIO”11

APR-MAG-GIU 2003

ANNO X N° 4-5-6 PAGINA

Indossati magliette, pantaloncini e scarpette sono entrati in campo alle20.30 gli atleti delle due formazioni d’eccezione che giovedì sera a Molise,accompagnati dal complesso bandistico “Civitas” di Duronia, si sono incon-trati per disputare una partita di calcetto.

L’inaugurazione ufficiale del nuovo impianto sportivo resterà un avveni-mento memorabile per l’intera comunità di Molise che ha accolto una rap-presentativa della Regione Molise la quale, accettando l’invito del sindacoNicola Messere, si è prestata a scendere in campo contro gli amministratoridel piccolo centro montano.

Il primo tempo è stato caratterizzato dall’emozione di un goal inizialesegnato da Nicola Persichillo del comune ospitante, anche se è stato il secon-do tempo quello più intenso e coinvolgente. È arrivato ad opera diPiergiorgio Marinelli il pareggio, seguito da un goal siglato da ToniIncollingo. Molise comune ha pareggiato con una rete messa a segno daRoberto Ruta. Buono il livello agonistico dell’incontro, una partita correttaed equilibrata in cui entrambi gli avversari hanno lottato tenacemente perun’ora per la vittoria. Sono stati infatti i rigori finali a decretare la vincita delpaese guidato dal primo cittadino Messere, un tiro sbagliato di AntonioD’Ambrosio ha permesso al comune di Molise di aggiudicarsi la gara.

A consegnare il trofeo a Messere la presidente del consiglio regionaleAngela Fusco Perrella che ha dichiarato: “Questa iniziativa va letta sotto formadi aggregazione sociale e momento di incontro, una manifestazione che coniu-ga allo sport la presenza di enti sul territorio che intendono far prevalere ilprincipio di collaborazione attiva che può e deve essere riattivato in manieraforte, accorciando le distanze che negli ultimi anni si sono determinate”.

Tra i rappresentanti della Regione che maggiormente si sono distintiRosario De Matteis, con importanti trascorsi calcistici, Marinelli, anch’egliin buona forma, il fantasioso Incollingo, l’agile Pierpaolo Nagni e il bravoportiere Italo Di Sabato che ha difeso con impegno la sua porta. Per la squa-dra di Molise comune, buone le prestazioni di Roberto Ruta, scattante sulrettangolo di gioco, Antonio Lombardi, sindaco di Torella, che ha dimostratodestrezza e rapidità, bravo Gregorio Ricciuto e particolarmente apprezzato ilgiovane e promettente portiere Marco Perrino.

L’incontro ha richiamato l’intera piccola comunità di Molise e molti sin-daci dei comuni limitrofi che al termine della partita si sono ritrovati insiemeai politici per consumare un buffet e scambiare battute. Soddisfatto della riu-scita dell’iniziativa il sindaco Messere che ha commentato: “L’obiettivo èstato quello di porre l’attenzione delle istituzioni sui piccoli comuni interni,il calcetto ha fornito un pretesto, un modo per avvicinare la classe dirigenteai problemi e alle esigenze di piccole comunità che rischiano di scomparire”.Ma come hanno vissuto quest’incontro i regionali? Piergiorgio Marinelli:“Un modo simpatico per stringere rapporti umani prescindendo dall’apparte-nenza politica”. Italo Di Sabato: “Ho accettato volentieri per la possibilità dicontatto diretto e fraterno con la gente fuori dalle beghe politiche e perchéun’ora di sano sport e divertimento non può che fare bene”. AntonioD’Alete: “Tutto il paese si è stretto intorno al campo di gioco, un’accoglien-za calorosa. Noi tecnicamente preparati ma più su con l’età, gli avversaviveloci e giovani”. Rosario De Matteis: “Un modo per stare in mezzo allagente e ricordare l’importanza che i piccoli comuni, ricchi di storia, tradizio-ni e cultura, rivestono per l’intero territorio regionale”. Interessante la letturadell’evento offerta da Pierpaolo Nagni: “Senza dimenticare il compito serioche le nostre cariche richiedono, ritengo questa sia una forma, tra le tante,per avvicinare le istituzioni alle persone. Esistono mille modi per parlare econfrontarsi con un territorio, questo è un esempio”.

MOLISE REGIONEAllenatore ANTONIO D’ALETE

Portiere ITALO DI SABATOPIERPAOLO NAGNI, ROSARIO DE MATTEIS, DOMENICO PORFIDO, TONI INCOL-LINGO, ANTONIO D’AMBROSIO, ANTONINO SOZIO, PIERGIORGIO MARINELLI,

DOMENICO DI LISAMOLISE COMUNE

Allenatore FELICE COLANTUONOPortiere MARCO PERRINO

NICOLA MESSERE, ROBERTO RUTA, ANTONIO LOMABARDI, ANTONIO CIRELLI,NICOLA PERSICHILLO, GREGORIO RICCIUTO, ANGELO PERRINO, DOMENICOLA PORTA, MASSIMO TOMBA, GIANLUCA DI NEZZA, NICOLINO E GIUSEPPE

LIBERANOMEArbitro DONATO DI NEZZA

MOLISE CONTRO MOLISE…VINCE L’AMICIZIA

di AGNESE GENOVA

La Musica prima di tutto.È un bambino che gioca con il mondo; un cucciolo che dormestretto alla madre; è un uragano dalla potenza devastante; è il cielo che si rasserena dopogiornidi pioggia.Teneracome lo sono due innamorati, magelosacome il marito di una donnatroppo bella,

crudelecome un' amante respinta.Profumata come un fiore appenacolto,non si inorgoglisce, non si vanta, non disprezza.In un giorno lontanoprivilegio per pochi ma, finalmente scesa fra gliuomini,non ha mai cessato di donare se stessa: infatti amacon la generosità infinita di unamadre.

Una bella poesia da TorellaECO RIFLESSO

di CARMELA D'ALESSANDRO

La nobile arte dellapratica sportiva che hasempre affascinato ipopoli di tutto il mondovede nelle Olimpiadil’espressione piùautentica.

La sua maggiorediffusione avvenutasoprattutto nellesocietà più ricche e piùevolute non semprecomunque ha visto l’in-teresse dei governantia distribuire risorseeconomiche adeguateper le relative strutturein ugual misura nellevarie regioni delmondo o di uno stessostato.

L’Italia è uno diquesti paesi dove inmateria sportiva e nonsolo, il sud è stato sem-pre bistrattato, siamoforse il fanalino dicoda per la carenza diimpianti adeguati adeccezione dei campi dicalcio anche se non deltutto idonei ma che nonmancano anche neipiccoli centri internidove i giovani possonodar sfogo alla propriapassione almeno inquesto osannato sport.I nostri padri nonhanno sicuramentepotuto vivere e traman-darci una cultura piut-tosto nuova per leregioni meridionali piùsottosviluppate come ilMolise.

Ma le passioni nonsono sempre ereditariee le nuove generazionistanno oggi prendendosempre più coscienzadell’importanza delleattività motorie, mentrei genitori prendonocoscienza della diffusaobesità dei propri figlie della pericolosità perla salute.

La maggiore sensi-bilità acquisita porta aiscriverli a palestre ocentri sportivi di variogenere di quelle disci-pline più diffuse nellecittà più grandi dovesono prevalentementeubicati, andandoincontro a molti sacri-fici sia di carattereeconomico che ditempo disponibile, dalmomento che i mezzi ditrasporto tra città ecomuni lascianoanch’essi molto a desi-

derare. Lo stato, leregioni, le province e icomuni, anziché eroga-re risorse economicheper la costruzioned’impianti tramandanoinvece l’arte di arran-giarsi.

Per fortuna ci sonodelle persone nellacomunità che si rim-boccano le maniche tramille difficoltà, anima-te dalla passione, dal-l’entusiasmo e da spiri-to di sacrificio, perpoter togliere dall’oziodella strada e tirar susportivamente e nonsolo i nostri adolescen-ti.

È il caso del comu-ne di Fossalto dove dal1995 è stata fondata laPolisportiva Fossaltesecon sito webwww.polfossaltese.itche annovera fino adoggi ben 130 giovanisportivi tra le variecategorie, dal calciomaschile al calcio epallavolo femminile.

Una realtà sportivaunica per un piccolocomune, di un signifi-cato e una funzionesociale enorme, nonsolo per la comunitàFossaltese ma punto diriferimento anche per icomuni limitrofi.Questi giovani sportivipossono dar sfogo allapropria passione vicinoo nel luogo di residen-za, unendo anche gliadulti sempre più divisidalla politica. Essi, seben guidati e ben edu-cati in famiglia sono ingrado di dimostraretutta la loro creatività,intelligenza ed energia,in un ambiente piùsano, più libero e conmeno rischi delle cittàpiù grandi. In armoniacon la natura del pro-prio territorio, con lesue forme, i suoi colorie i suoi sapori è unnutrimento dello spiritoche tempera il caratte-re e la formazione nonsolo sportiva.

Direi che la pratica

sportiva ha bisognodell’amore per il pro-prio territorio, delleproprie radici e dellapropria storia, perpoter essere protagoni-sti sin dalla tenera età.Gli adulti hanno ilcompito di rievocare lenostre origini, costumie tradizioni delle gene-razioni che ci hannopreceduto, senza spartiacque e senza rinnega-re il bagaglio di espe-rienze, di sofferenze edi miseria che essehanno vissuto per esse-re oggi quello chesiamo. La propriaidentità non deve esse-re dispersa nella nul-lità del materialismosfrenato e la mancanzadi valori.

Valori quindi anchesportivi che sicuramen-te il sodalizio dellaP o l i s p o r t i v aFossaltese, dal diretti-vo allo staff tecnico, hasaputo in questi anni diattività inculcare aigiovani atleti soprattut-to con la disciplina e ilrapporto umano.

All’assemblea ordi-naria annuale degli 80soci del 12 luglio 2003il presidente uscenteAntonio D’Alessandroche con molto impegnoed entusiasmo si èdedicato alla societànei suoi tre anni di pre-sidenza ma direi piutto-sto a tutto il calciolocale in cui ha milita-to per molti anni, nelringraziare i membridel consiglio e dellostaff tecnico per il buonlavoro svolto, ha volutomettere in risalto latrasparenza e l’onestàamministrativa, illu-strando il migliora-mento di tutte le squa-dre. Il non preoccupar-si tanto dei risultati oporsi dei traguardi,puntando soprattuttosul divertimento comemiglior sistema per lacrescita delle giovanileve dello sport amato-riale, chissà se fra i

talenti che non manca-no un giorno potrànascere altri campion-cini che si aggiunge-ranno a VittorioCiarlariello eGiovannantonio Russo,già volati nelle catego-rie superiori di eccel-lenza.

È ormai diventataconsuetudine nellafesta di fine stagionesportiva dell’ultimosabato di giugno allaquale è invitata tutta lacittadinanza, premiarecon la “Coppa discipli-na” della società iragazzi e le ragazze piùmeritevoli scelti dailoro istruttori.

Quest’anno nellaprima categoria è statopremiatoNicola Vergalito.

Fra gli allievi dioltre 16 anni che termi-nano la loro esperienzanel settore giovanilescolastico per passarenei dilettanti e quindinella rosa dei giocatoriche disputeranno laprima categoria sonostati risultati premiati:Antonio Colangelo,Saverio Nonno,GiovannantuonoRusso, Andrea Florio, Ivan Coperchione,Diego Bagnoli.Nella categoriaGiovanissimi premiatoDario Ciccarella.EsordientiManlio Tavaniello.PulciniFilippo Milano.Primi CalciPierpaolo Vergalito.Calcio femminilepremiataAntonella GalloPallavolo femminileGiovanna Colangelo.

Nella sua redazioneil presidente uscenteauspicando uno spiritodi continuo rinnova-mento per dare semprepiù smalto all’operatodella PolisportivaFossaltese percorrendoquella strada maestradei soci fondatori che

ha generato tanti suc-cessi, ha esposto inol-tre il bilancio attivo dioltre 10.000 Euro dellasocietà che si troverà agestire il nuovo presi-dente eletto RobertoTavaniello e il nuovoconsiglio direttivo aquanto sembra nonancora definitivo cheprenderà le redini diquello uscente formatoda:Domenico Meo,Domenico Durante,Giovanni Bagnoli,Nicola Fratantuono,Attilo Ludovico,Domenico AntonioCornacchione.Supplenti:Santino Russo,Costantino Tullo,Antonio Marcone,Gino Bagnoli.Collegio dei probiviri:Giuseppe Morcone,Claudio Buzzelli,Nicola Fierro.Revisori dei conti:Antonietta Piedimonte,Michela Colangelo,Filomena Vergalito.Staff tecnico stagione2002/03:Domenico Ciarlariello1a squadra maschileGiovanni FierroallieviGiovanni FierrogiovanissimiMaurizio Russo esordientiMaurizio RussopulciniEmilio De Cesaresquadra calciofemminileAgata Grzankapallavolo femminile

L’unica nota sto-nante a mio avviso diquesta bella vicendasportiva direi che è ilcampo di calcio situatotroppo lontano dal cen-tro urbano che giustifi-ca in parte la scarsatifoseria, inclusa quelladei familiari.

Sicuramente uncampo vicino al paeseagevolerebbe di più ifamiliari degli sportivie i cittadini, soprattuttogli anziani e i più pic-cini i quali potrebberoanch’essi unirsi e gioi-re delle glorie e avven-ture sportive dei lorogiovani conterranei.

LO SPORTIN EVOLUZIONE NEL SUD

Il caso della Polisportiva di Fossaltodi DOMENICO CIARMELA

IL TEAM DELLA POLISPORTIVA FOSSALTESE STAGIONE SPORIVA 2000/2001

VERSA IL TUOABBONAMENTO

salva la vianova

DURONIA IN PIAZZA12

APR-MAG-GIU 2003

ANNO X N° 4-5-6 PAGINA

I primi numeri sull’attività sono confortan-ti. Siamo solo all’inizio ed è troppo prestoper avere certezze. La cautela è d’obbligoperò le cose viste ci permettono di sognare.

Le prime valutazioni sono comunquetali che in qualche modo ci inducono adalzare il nostro orizzonte. L’obbiettivo eraquello di salvare lo stabilimento, tenerlolontano dagli speculatori, accantonare lerisorse necessarie all’adeguamento degliimpianti e quindi garantire una continuitàoccupazionale.

Oggi abbiamo l’impressione di essere difronte ad un’opportunità di sviluppo per ilPaese. Per questo dobbiamo però impararealcune cose.

In primo luogo dobbiamo imparare adutilizzare il territorio con più accortezza.Mai più collocare una discarica sull’area diuna sorgente. Che cecità !

Occorre difendere le nostre insorgenzed’acqua preservandole dalle cause di inqui-namento. Esse sono la nostra ricchezza.

Per cominciare occorre saperne di piùsulla situazione delle falde. Per questo stia-mo perfezionando con l’Università diIsernia una convenzione per monitorare lafonte Cannavine. Non appena avremodisponibili le risorse necessarie dovremmofarlo anche per le altre fonti.

Altra cosa che dobbiamo imparare èquella di utilizzare le risorse umane delPaese in modo produttivo. Le attività d’im-presa devono essere efficienti. Dobbiamoimpiegare in primo luogo chi appare prontoad entrare nel processo produttivo in modoredditivo. Occorre abbandonare una logicadistorta che asseconda esigenze clientelari ecriteri premianti. Con questo si rischia dicompromettere solo le opportunità di svi-luppo. Ultimamente mi è stata spesso pero-rata la richiesta di occupazione di qualcunocon la sola motivazione della necessità e delbisogno sociale. Sono certo che se si rimettein moto lo sviluppo economico ci sarà occu-pazione per tutti anche per chi oggi non èancora pronto ad entrare nell’attività pro-duttiva.

Una economia in moto automaticamen-te, con il tempo, è in grado di assorbiretutte le risorse occupazionali. Non possiamooggi mettere a repentaglio l’occasione disviluppo che ci viene offerta occupandomaestranze non ancora pronte e impiegan-do solo chi ha bisogno o chi ci fa piacere.

Per altro prevedere la reale efficienzadelle maestranze non è cosa sempre agevolee l’errore è dietro l’angolo. Però l’obbietti-vo deve essere quello di proseguire nellagiusta direzione.

Da qualche tempo ho maturato il con-vincimento che per i piccoli Comuni leAmministrazioni devono fare qualcosa dipiù dell’essere di stimolo ai fatti economici.

Devono imparare ad essere parte attivanei processi produttivi. Devono imparare asaper coniugare le esigenze sociali con unacultura d’impresa che sappia cogliere leopportunità economiche.

Questo è tanto più necessario quantopiù l’iniziativa privata è carente.Rimettendo in moto i fatti economici si puòistaurare un effetto moltiplicativo delleopportunità. Un esempio di tutto questo èper noi già evidente.

Siamo partiti, lo ripeto, con il solo obiet-tivo di salvare lo stabilimento. Oggi, siapure con molta cautela, possiamo e dobbia-mo guardare più in alto. La nostra impresadell’acqua può darci di più.

Stiamo già provvedendo ad ampliarel’attività della nuova società Cannavines.r.l. con un ramo d’azienda che provvedaanche a distribuire il prodotto agli utilizza-tori finali per tutta la regione Molise dove ilmercato è ancora poco sfruttato. Questosignificherà altre opportunità di lavoro.Nuove iniziative sono allo stato di progettoed è ancora prematuro parlarne. Però unacosa è certa. Da una opportunità puònascerne un’altra. Abbiamo solo la neces-sità di poter lavorare con calma e chiedia-mo di poterlo fare.

Prima di uscire dal tema devo ancheprecisare alcune cose su cui in molti hannomostrato interesse. Ora che l’attività dellostabilimento è ripartita in modo soddisfa-

cente possiamo pensare all’aumento dicapitale per la società Cannavine s.r.l chedeve permetterci di far entrare i capitaliprivati e poter così completare la sua natu-ra si società mista a prevalente capitalepubblico.

Preciso poi che l’aumento di capitalesotto il profilo finanziario non è necessario,ma rispecchia una esigenza amministrativa.Ovviamente non era opportuno offrire lequote dell’aumento di capitale ai privati

quanto l’attività era ferma. Le vicende pre-gresse del Paese ed il triste ricordo che essehanno lasciato ci hanno consigliato di atten-dere il momento opportuno. Per le stesseragioni non era consigliabile pensare all’in-gresso del capitale privato nella fase inizialedi costituzione della società. Se avessimoscelto questa strada probabilmente oggi sta-remmo ancora in attesa di poter iniziarel’attività. Lo stato degli impianti ci haobbligato a partire con le sole forze del

Comune. E’ stata una scelta obbligata.Anticipo che l’aumento di capitale, per

una quota minoritaria, sarà offerto in parteai cittadini di Duronia ed a tutti coloro chevi sono nati e conservano la propria abita-zione ed in parte agli operatori commercialiche, nelle varie regioni, propongono lanostra acqua al mercato.

L’operazione è già in fase di realizzazio-ne è sarà completata probabilmente primadella fine dell’anno. In ottobre formalizze-remo l’offerta pubblica dandone ampiacomunicazione. Se qualcuno comunquevuole delle anticipazioni l’Amministrazioneè disponibile a chiarire tutta l’operazione.

In tema di acqua devo poi precisareanche un’altra situazione. Agli amici de “lavianova” ricordo il problema della capta-zione dell’acqua della fonte degli asini. Laprecedente Amministrazione aveva fattorealizzare la captazione dell’acqua dellafonte degli asini, affidandone i fondi regio-nali e l’intervento stesso ad una SocietàSemplice. Sull’area della fonte per altro giàsi era costruito il depuratore.

Immediatamente prima delle ultime ele-zioni la stessa Amministrazione aveva fattoimmettere tale acqua captata nella rete peruso domestico di alcune borgate. Questononostante che l’opera realizzata non fossestata ancora collaudata.

Appena insediata, la miaAmministrazione ha diffidato i soggetti cheavevano realizzato l’intervento bloccandol’immissione di tale acqua nella rete.

Ora la ASL a cui ho sottoposto il proble-ma, ha formalizzato in modo inequivocabileche l’acqua della fonte, visto l’assetto deiluoghi con le relative strutture, non puòessere utilizzata per fini domestici. E cosìsia. Va in fumo in tal modo un investimentodi circa 100.000,00 euro. E bravi !

Non mi meraviglia il fare della prece-dente Amministrazione che ci ha abituato aben altro. Non mi meraviglia che essa abbiacreduto di poter affidare in modo legittimoad una Società Semplice la realizzazione diun’opera che implica necessariamente l’in-tervento su alcuni beni di proprietà pubbli-ca (la fonte - la rete idrica). Nè mi meravi-glia che essa abbia potuto approvare unprogetto che non doveva essere neppurepreso in considerazione a norma dellaLegge che regola la materia. Non mi mera-viglia poi che essa nel corso dei lavori abbiatrattato con arroganza i cittadini delle bor-gate che hanno osato protestare per il modoin cui i lavori stessi sono stati fatti e per ilmodo di procedere alla sostituzione dei con-tatori .

Quello che mi chiedo con stupore è se ilTecnico, Progettista e Direttore dei Lavori,abbia dato un’occhiata alla Legge che rego-la la materia e dove avesse la testa quandoha letto le condizioni che impediscono lacaptazione per uso domestico delle acque difonte. Da qualche giorno mi domando poise sulla vicenda possa essere presa una ini-ziativa che non sia la semplice denunciaall’opinione pubblica.

Per il momento passiamo oltre. Moltihanno a cuore la situazione del cimitero edaspettano da decenni un interventodell’Amministrazione. Il problema è acuore anche alla mia Amministrazione. Lescorse settimane abbiamo fatto, con qual-che ritardo, i primi passi. Gli amici civogliano perdonare questo ritardo.L’urgenza della situazione richiedeva forseuna iniziativa più veloce, ma l’impegno perriattivare lo stabilimento ha assorbito moltenostre forze.

Ora siamo in attesa del progetto esecuti-vo per poter eseguire l’esproprio dei terre-ni, l’accensione di un mutuo e la realizza-zione del primo intervento per allargare ilmuro di cinta. Nei prossimi mesi parleremopiù in dettaglio di questo intervento.

Ho voluto comunque darne l’annuncioper permettere a chi è in attesa di potersiregolare. Il progetto esecutivo sarà prontosubito dopo il periodo estivo e ci auguriamodi compiere i successivi passi amministrati-vi entro il corrente anno.

LA VOCE DELL’AMMINISTRAZIONEa cura di FRANCO ADDUCCHIO

(Sindaco di Duronia)

Un brindisi con l’acqua che rallegra il cuore…. e tre. L’impresa dell’acqua è ripartita. Nonostante i molti problemi, nono-stante le frane, nonostante coloro che per ostacolarci hanno fatto di tutto e dipiù (chi era che remava contro l’attività e l’occupazione !!!!), nonostante i timo-ri per le poche risorse disponibili, abbiamo trattenuto il fiato e ci siamo tuffati.Mai bagno fu più salutare.

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L’AmministrazioneComunale ha creato laCannavine S.r.L. di cuidetiene, almeno in que-sta prima fase, la totalitàdel pacchetto azionarioche ammonta a 98.000€uro, vi ha insediato unConsiglio diAmministrazione e le hafornito gli strumentiamministrativi (conces-sioni, autorizzazioni,etc) per la gestione dellostabilimento e per l’im-bottigliamento dell’ac-qua sorgente. I cognomidei componenti delCDA sono eloquente-mente Duroniesi (Auciello, D’Amico, DeV i n c e n z o ,Iacovantuono, Manzo eSaltarelli) e testimonia-no l’intenzione da partedell’Amministrazione disviluppare l’iniziativacon le forze messe adisposizione dal paese eche lavorano nell’esclu-sivo interesse del paesestesso. Contestualmentel ’ A m m i n i s t r a z i o n eComunale, a fronte dellaverifica di una serie dipossibili ipotesi di colla-borazione con esperi delsettore, ha anche indivi-duato un Direttore distabilimento che damolti anni opera nel-l’ambiente ed ha conso-lidato una ricca espe-rienza in termini gestio-nali e commerciali. Lacollaborazione con que-sto signore, che rispon-de al nome di EgidioCiovacco, è iniziatacome una qualsiasi rela-zione di lavoro; da unaparte unaA m m i n i s t r a z i o n ePubblica che vuol valo-rizzare un proprio bene,dall’altra un imprendito-re che vuol fare i propriprofitti. Con il passaredel tempo, le continuedifficoltà in cui ci si èimbattuti (minacce com-prese) e che avrebberopotuto dissuadere dalproseguire una delle dueparti - se non ci fossestata una ferrea volontàdi raggiungere l’obietti-vo, ha consolidato larelazione e creato unasinergia rappresentatadal prodotto delle com-ponenti.

Per l’assunzione deitecnici/amministrativinecessari all’operativitàdello stabilimento si èproceduto all’emissionedi un bando che preve-deva che gli interessatiinviassero una domanda

di assunzione con relati-vo curriculum vitae.Nell’analisi delledomande si è tenutoconto soprattutto delleesperienze pregresse e,ovviamente, i candidatiche avevano lavoratoprecedentemente nellostabilimento sono risul-tati i più adatti. Questisono stati pertanto invi-tati singolarmente ad unincontro per definire idettagli dell’assunzione,ma nessuno di loro - conuna unica eccezione - haaccettato la propostafatta dalla Società. Anzi,la maggior parte di loroha rifiutato l’incontrodicendo di avere già tro-vato lavoro o di esserein attesa di un altro piùimportante. E’ stato untentativo di boicottaggioo semplicemente ilvaglio di più occasionidi lavoro presentatesicontemporaneamente ?Ciascuno lo interpreticome meglio crede,fatto sta che ad oggirisulta che molti di lorosono ancora in attesache le promesse ricevutesi tramutino in lavoro.Un in bocca al lupo dicuore.

Si è proceduto per-tanto all’analisi dellealtre domande pervenutee, nel novero di queste,si sono selezionati gliattuali operatori(Berardo, Colaneri,D’Amico, Grieco eManzo). Lo stesso feno-meno di aggregazione e

di consolidamento dirapporti precedentemen-te descritto perl ’ A m m i n i s t r a z i o n eComunale e il Direttoresi è esteso al CDA ed aitecnici/amministrativiche hanno preso serviziopresso lo stabilimento.Anche in questo caso, le

difficoltà operativedovute all’avvio dellaproduzione e i numerosiostacoli predisposti daalcuni elementi contrarialla ripartenza dello sta-bilimento, hanno costi-tuito il collante dell’ini-ziativa e moltiplicatol’impegno e la tenacia di

tutti nell’intento di rag-giungere gli obiettivip r e f i s s a t i .A m m i n i s t r a z i o n eComunale, Consigliod’Amminis t raz ione ,Direttore e Tecnici; quel-li che inizialmente eranodei semplici componentidi una iniziativa sono

diventati una squadra. Eche squadra!!! Coloroche hanno messo e stan-no ancora mettendo ibastoni fra le ruote all’i-niziativa ne prendanoatto, poiché ciò è avve-nuto anche merito loro.

Nell’attivazione del-l’iniziativa va tenuta inparticolare evidenza l’at-tenzione chel ’ A m m i n i s t r a z i o n eComunale ha richiestoalla Società Cannavinenel monitoraggio e con-trollo della bontà del-l’acqua. Detto monito-raggio viene fattocostantemente attraversoun laboratorio di analisiinstallato all’internodello stabilimento eattraverso prelievi effet-tuati da laboratori esterniprivati e dalla USL. Daquando lo stabilimento èripartito ai cittadini diDuronia non è certamen-te sfuggito che almenoin un paio di occasionila sorgente è stata chiusaper pulizie di ordinariaamministrazione. Laprocedura di sanificazio-ne (di tanto in tantonecessaria per una sor-gente naturale) vieneeffettuata direttamentealla sorgente, poiché inquesto modo salvaguar-da sia i consumatori del-l’acqua imbottigliata chela popolazione che siapprovvigiona diretta-mente alla fonte. Detteprocedure di pulizia allasorgente non venivano

quasi mai applicate dalleprecedenti gestioni, per-ché il loro interesse erarivolto esclusivamente aiconsumatori dell’acquai m b o t t i g l i a t a .Quest’ultimi a loro voltavenivano ingannati inmodo continuativo poi-ché nello stabilimento -come noto - erano statiinstallati dei filtri a raggiultravioletti vietati tassa-tivamente dalla legge(anche su questo aspetto- su nostra segnalazione- c’è stato un interventodella Magistratura), chealteravano la qualità del-l’acqua. Ora quei filtrisono stati eliminati equindi, per salvaguarda-re la salute sia dei con-sumatori dell’acquaimbottigliata che degliavventori alla fonte, ditanto in tanto sarà neces-sario ripetere le puliziedi ordinaria amministra-zione. Le eventuali chiu-sure della sorgente devo-no pertanto essere consi-derate una garanzia dellacontinuità di controllo emonitoraggio a cui l’ac-qua Cannavine vienesottoposta..

Sotto il profilo squi-sitamente economico,nonostante i costi inizia-li dovuti al ripristino dimacchinari a lungo ino-perativi e non manute-nuti quando era necessa-rio, le cose procedono inmodo confortevole esoprattutto con delleaspettative di crescita adir poco interessanti.Diversi operatori delsettore chiedono l’esclu-siva della fornitura del-l’acqua a livello regio-nale (Abruzzo, Puglia,Calabria, Campania eSicilia) e risulta ormaiinderogabile estenderele capacità della Soc.Cannavine alla distribu-zione diretta nell’ambitodella Regione Molise.Nel breve periodo cisarà certamente bisognodi inserire altri tecnici epersonale da destinarealle attività di distribu-zione diretta e le risorsesaranno individuate, perquanto possibile, aDuronia. Nel momentoin cui nel paese si rin-corrono le voci su fattu-rati e business fantastici(spesso a sproposito) ènecessario rimanere coni piedi per terra e conti-nuare a rimboccarsi lemaniche così come èstato fatto fino ad oggi. Iprogrammi della Societàsono ambiziosi e si rag-giungeranno man manoche la squadra si allar-gherà ad altri elementicon capacità e voglia difare almeno pari a quelliche già ci operano.

Avanti tutta!

DURONIA IN PIAZZA

ANNO X N° 4-5-6 PAGINA

13APR-MAG-GIU 2003

ANNI PESANTIdi FRANCESCO PETITTI

(paziente del C.R.P. di Faito)Ammazzo gli anni dicendo l'umana vita alla genteIn questo mondo bruciato già da troppi millenni.Che il mondo conduce ad un sistema che nuoceMa non è invano qualcosa di dar vita ad una luce.Una matrice che passa la gente teme i passiÈ una sommossa che gira non sbaglia la rima,vede l'uomo soffrire e non vuole capiresadismo profondo che determina il mondoma si riesce a capire come cambiare.La gente è confusa e il potere è contentoOrgoglioso e ignorante del tutto arroganteMani con guantiSi mostra ridente e distrugge la gente.In questo mondo a coloriDi bombe droghe e cannoniÈ un sistema galera che fa prigionieriMa un giorno al potere gli tocca tacereChe l'uomo è in riscossa per l'umano valore.

LA PRO LOCOIN COLLABORAZIONE CONIL COMUNE DI DURONIA

IL CONSIGLIO PARROCCHIALELA SOCIETA’ SPORTIVA DUROBAGNOLESE

EL’A. C. “LA TERRA”

Presentae…STATE A DURONIA!per imparare a stare insieme

e a vivere meglio il paese

PROGRAMMAGiovedì 14 AgostoFESTA DELL’EMIGRANTE ed INIZIOUFFICIALE DEI TORNEI SPORTIVI E DATAVOLOOre 09,00 Iscrizione ai tornei da tavoloOre 10.00 Cerimonia al Cimitero in ricordo degliemigranti caduti sul lavoro Ore 16,00 Inizio torneo di calcioOre 21.00 Piazza S.Rocco: Esibizione del gruppomusicale locale “Il XX Secolo” con balli in piazza Venerdì 15 AgostoFESTA RELIGIOSA IN ONOREDELL’ASSUNTA E INIZIO UFFICIALE DEIGIOCHI POPOLARIOre 09.00 Tornei sportivi e da tavoloOre 11.00 SS messa e processione con la BandacittadinaOre 16.00 Torneo di calcioOre 18.00 Iscrizione delle squadre partecipanti edinizio sfilataOre 21.00 Giochi popolari in Piazza S. RoccoSabato 16 AgostoFESTA RELIGIOSA IN ONORE DI S.ROCCOOre 09.00 Tornei sportivi e da tavoloOre 11.00 SS messa e processione con la BandacittadinaOre 16.00 Torneo di calcioOre 21.00 Piazza S.Rocco: Esibizione di unaorchestra e ballo in piazzaDomenica 17 AgostoOre 09.00 Tornei sportivi e da tavoloOre 16.00 Finale Torneo di calcio e giochipopolari in borgata(Festa in contrada Santa Maria)

Lunedì 18 AgostoOre 09.00 Tornei sportivi e da tavoloOre 16.00 Giochi popolari in borgata(Festa in contrada Santa Maria)Martedì 19 AgostoOre 10.00 Torneo di bocceOre 16.00 Giochi popolari in borgataOre 21.00 Giochi popolari in Piazza S. Rocco(Festa in contrada Casale)Mercoledì 20 AgostoOre 10.00 Torneo di bocceOre 16.00 Giochi popolari sul campo sportivoOre 21.00 Giochi popolari in piazza S. RoccoGiovedì 21 AgostoOre 10.00 Torneo di bocceOre 16.00 Giochi popolari entro il paeseOre 21.00 Chiusura dei Giochi popolari in piazzaS. Rocco con ballo in piazzaVenerdì 22 AgostoRADUNO BANDISTICOOre 10.00 Finale Torneo di bocceOre 16.00 Finale Tornei sportivi da tavoloOre 18.00 Esibizione dei concerti bandistici per lestrade del PaeseOre 21.00 Raduno Bandistico in Piazza S. RoccoSabato 23 AgostoINAUGURAZIONE DELLO STABILIMENTODELLE “CANNAVINE” E SFILATA DELLADODDA IN COSTUMEOre 10.00 Cerimonia di inaugurazione dellagestione pubblica dello stabilimento perl’imbottigliamento dell’acqua di sorgente“Cannavine” Ore 16.00 Iscrizioni alla sfilata della “Dodda”(piazza Monumento)Ore 18.00 Inizio della sfilata della “Dodda” sulColle del TratturoOre 20.00 Piazza S.Rocco: conclusione dellasfilata e festa popolare in piazza, con musica,balli, canti e squattone e sagne per tutti.Ore 23.00 Estrazione della Lotteria di beneficenzaorganizzata dalla Pro locoIn concomitanza con le programmazioni ufficialiè previsto:Allestimento di Mostre di arte e cultura Cineforum: “San Tommaso sotto le stelle”Guardiamo le stelle dalla “Terra” con iltelescopio “cammina, Duronia!”: trekkink alla scopertadella campagna e della cultura duroniese

CONFRATERNITADEL PURGATORIO

AVVISO ALGI ISCRITTISONO IN RISCOSSIONE

LE QUOTE ASSOCIATIVEPER IL 2003.

SI RICORDA CHE SIA LE QUOTEASSOCIATIVE CHE LE QUOTE

PER LE LAMPADE VOTIVE SONORIMASTE INVARIATE RISPETTO AQUELLE DELLO SCORSO ANNO.

Il Priore: Rocco Iacovantuono

LO STABILIMENTO CANNAVINE È STATO RIATTIVATO E RICONSEGNATO AI CITTADINI DI DURONIA

di MICHELINO MANZONonostante le difficoltà naturali (frane e smottamenti) e quelle di ordine amministrativo (anch’esse naturali

per chi vuol far partire una qualsiasi impresa), nonostante i boicottaggi, lettere anonime, avvertimenti e minacce,nonostante gli atti delinquenziali e i furti nello stabilimento, nonostante tutto, lo stabilimento Cannavine è statoriattivato ed è stato restituito a Duronia ed ai suoi Cittadini. Quella che fino a due anni fa era stata una iniziati-va interamente gestita da persone e imprese venute a Duronia esclusivamente per fare i propri interessi, facilitatidalle gestioni allegre delle precedenti Amministrazioni Comunali - ma su queste è stato ampiamente scritto neinumeri precedenti e sulle stesse sono da tempo puntati gli occhi della Magistratura Ordinaria e di quellaContabile (Corte dei Conti) - ora è finalmente nelle mani del Comune di Duronia e dei Duroniesi.

Comincia a navigare con noiwww.laterra.org

Il sito ha raggiunto quasii 2000 contatti

Il nuovo logo di “Cannavine”

DURONIA: PER NON DIMENTICARE

ANNO X N° 4-5-6 PAGINA

14APR-MAG-GIU 2003

M’AR’CORD’di ADDO

Ho ritrovato, con gioia, il mio amatoangolino duroniese. Ma, più passano glianni e più é difficile reinquadrarsi specie,tra sconosciute schiere di ragazzi e gio-vani, che si muovono e si raggruppano inpiazza Monumento, campo sportivo elungo la Via nova.

Sono a metà luglio e il rientro dimolti duroniesi dalle varie zone di emi-grazione è già notevole, anche perchémolti fuggono dalle elevate temperatureche il 2003 ci ha riservato.

Nei campi di bocce, mia meta preferi-ta, nel tardo pomeriggio, rivedo amici eanche persone che non riconosco, macon tutti mi cimento, impegnandomi ingare spettacolari.

Tra compagni ed avversari di rangomi piace sottolineare qualche nome:Ferruccio, Benito, Liberato, Romano,Papone, Enrico Morsella, fratello dlAsciola e principalmente il bocciatoreameriKano Enrico Ricciuto.

Ma, lasciamo stare le minutaglie scar-se di paese e guardando un pò più in là,devo notare alcune piacevoli novità.Leggo, per esempio, oggi su la cronacamolisana di un quotidiano nazionale,l’annunzio di “Ciclolonga”, gara ciclisti-ca per domenica 20 Luglio, partenza daCapracotta e traguardo finale sul Matesea Prato Gentile con passaggio per biviodi Bagnoli, Duronia e Frosolone.

Segnalo altresì l’avvenuta sfilata aCastropignano di alpini in festa.

Non mi sento di trascurare e nonmenzionare il piacevole incontro aCasale per festeggiare l’inizio della pen-sione di D’amico Pasquale, meglio cono-sciuto e da me sempre chiamato “Tulì”.Auguri Tulì anche da la Vianova.

E’ notizia da prima pagina l’interro-gazione presentata dalla senatrice CinziaDato sulla questione dello storico pastifi-cio “La Molisana”.

Altra novità di notevole interesse é laII edizione del concorso di poesia e nar-rativa Eugenio Cirese e della gara di pit-tura a cura dell’Unione dei comuni“Medio Sannio”. Potrei menzionareanche altra fruttuosa realtà, ma non sonomai entrato in temi prettamente politicinella mia consueta chiacchierata di “M’rc’ Cord’” e non lo farò, certo ora. Altroobiettivo al quale mi piace guardare é ilprossimo “Cammina, Molise!”. Mi augu-ro che sia particolarmente felice conlarga partecipazione di camminatori,anche perché nell’itinerario c’é SanGiuliano. Tutti qui nel Molise ed in Italiaricordano il disastroso terremoto che hacausato la tragedia della morte di tantipiccoli bambini.

Altra piccola finestra mi piacerebbeaprire sullo Sport e in specie sul“Calcio”. Tutti, sappiamo, a livellonazionale, cosa rappresenta per l’Italia ilCalcio. Ma per Duronia? Ho saputo conpiacere che esiste ancora la società Duro-Bagnolese di cui mi vanto di essernestato il fondatore negli ormai lontani annicinquanta. Ma desidererei che fosse piùreclamizzata, aiutata e incoraggiata perriportare i ragazzi duroniesi a livello disport vivamente praticato con competi-zioni anche di tipo regionale.

Diamoci tutti una mossa, superiamobanali ed odiose barricate, per unirci nel-l’interesse dei ragazzi duroniesi chedevono essere sostenuti, in maniera con-vinta, anche in questo campo.

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TULÌ È ANDATO IN PENSIONE!? Auguri affettuosi per i suoi primi 90 anni a ROSINA BERARDO

A Pasqualino (Tulì) D’Amico gli auguri de “la vianova” edun grazie per il lavoro svolto come applicato nel municipiodi Duronia con abnegazione solerzia e spirito di sacrificio e

con dedizione totale ai bisogni della cittadinanza.

UN RICORDO DI TRE MAMME DELLA BORGATA VALLONI

Manzo Angela Berardo Anronietta Berardo Maria Nicola

Tre mamme ci hanno lasciato in pocopiù di un mese. Una di loro è la miamamma, zia Angelella come la chiamava-no a chìss d’ r Vriard.

Così si è chiusa una generazione dialtri tempi. Chiss d’ r Vriard è una piccolafrazione che si incontra scendendo perValloni.

Le storie di queste tre mamme sonotre storie parallele, a raccontare la lorovita non basterebbe un edizione de la via-nova, tre storie molto simili e quasiincredibili.

Zia Antonietta è venuta a mancare il28/12/2002, mamma il 07/01/2003 e ziaMarianicola, cognata di mamma, il07/02/2003, giusto un mese dopo.

Queste tre mamme accumulavanoquasi tre secoli di vita: zia Antoniettaaveva 89 anni, mamma ne aveva 90 e ziaMarianicola ne aveva 98 per un totale di277 anni.

Una storia molto simile per tutte e tre.Tutte hanno avuto una famiglia numero-sa, forse zia Antonietta un pò meno conquattro figli, ma mamma ne aveva 9 e zia

Marianicola ne aveva 11; purtroppo tuttee tre hanno perso dei figli prima di met-terne al mondo altri.

Ognuna di esse aveva seguito i figliemigrati a Roma. Ci hanno lasciato comefossero d’accordo, una dopo l’altra, alladistanza di un mese l’una dall’altra.

Esse sono state i tre pilastri di quellacontrada, dove avevano combattuto lavita contro la fame e la guerra.Nonostante le mille difficoltà sono riusci-te a far crescere e a educare, a modo loro,noi figli. Un’educazione sana che adessonon si considera più, però quella era uneducazione che aveva le basi per affronta-re la vita.

Grazie! E grazie a te, mamma! Durante la tua

vecchiaia abbiamo cercato di non fartimancare nulla, ma non si fa mai abba-stanza per una mamma.

Voglio fare un appello a coloro chehanno la fortuna di avere la propriamamma ancora in vita: non dimenticatein fretta! Qualche sera rinunciate ad usci-re con il ragazzo o la ragazza e andate a

trovare vostra madre, passerete una serataspeciale.

Mia madre aveva 90 anni e ventiquat-tro giorni, perché era nata il 17 dicembredel 1912: il suo compleanno lo abbiamofesteggiato il giorno di Natale. Per i suoi90 anni aveva voluto intorno a sé tutti ifigli e tutti i nipoti; per l’occasione io,come fanno i bambini a Natale, ho scrittola mia letterina che, in ricordo di mamma,qui trascrivo, dedicandola a tutte lemamme del mio paese: Buon Natale, mamma,a vedere la tua vita è un incanto, piano piano sei arrivata a novanta. Mamma che parola importante, chiami mamma dappertutto per cose belle o cose brutte.Tu di figli ne hai avuti tanti,ma noi di mamma sola una,e per noi sarai sempre sole e luna.

Pietro Berardo

La più anziana abbonata de “la vianova”. Grazie!

VERSA IL TUOABBONAMENTO

salva la vianova

EMIGRANTE, AMICO MIO!

ANNO X N° 4-5-6 PAGINA

15APR-MAG-GIU 2003

L’AMERICA CHI ERA COSTEI?!?di SAVINO TARTAGLIA

Le nazioni della vecchia Europa hanno fatto un lungo cammino, un cam-mino di lunghi, lunghissimi secoli, soffrendo profondamente ogni progressosociale e, quindi, maturandosi e migliorandosi gradualmente, guidate dalgenio di tanti loro figli che si sono distinti mirabilmente in tutti i campi delloscibile umano, gettando le basi alla formazione delle società moderne, di cuiquella Nord-Americana, che si è impossessata caparbiamente delle redini delpotere, issandosi a nazione-guida del globo terrestre, nonostante le sue evi-denti deficienze di maturità psico-mentale di società troppo giovane.

Eh, sì, per il nord-americano d’origine e d’adozione, quale io sono, ivalori morali ed intellettuali contano pure, certamente, ma sempre dopo e digran lunga dietro i valori materiali.

La ricchezza: ma… chi era costei?!?Ebbene analizziamola un pò per conoscerla meglio e guardiamola in fac-

cia, a viso aperto, per “sdrammatizzarla”.La ricchezza passa innanzitutto attraverso l’analisi profonda di tre occhi -

si occhi! - Di capitale importanza, prima di sconfinare nel campo della materia.Esistono altri occhi a parte gli occhi anatomici?Certamente, e molto più importanti di quest’ultimi.L’occhio della coscienza od occhio morale. Assolutamente il più importante!L’amore - il vero amore, l’amore che fa capo all’assoluto - ne è la pupil-

la: gli altri sentimenti - amicizia, rispetto, eccetera, - ne sono l’iride.La ricchezza morale è la ricchezza vitale dell’essere umano, perché è la

sola ricchezza che lo pone a contatto con l’assoluto, di cui il Cristo è stato ilMessia.

L’occhio mentale: l’intuizione - la famosa “ragion pura” -, creatrice del-l’idea ne è la pupilla: la logica - la famosa “ragion pratica” -, la fantasia, lamaturità culturale, eccetera, ne sono l’iride.

La ricchezza mentale, che cavalca sulle vie dorate dello scibile umano, èseconda sola alla ricchezza morale.

L’occhio fisico: il terzo occhio, visibile e toccabile, anche lui importan-tissimo. La salute fisica ne è la pupilla; la bellezza, la robustezza, eccetera,ne sono l’iride.

La ricchezza fisica - comunemente chiamata “la salute” - è la terza la ric-chezza in assoluto.

E finalmente… “R’ QUASCION’”!R’ QUASCION’ - oh che bello! - od il conto in banca od il portafoglio,

che-dir-si -voglia, rappresenta la ricchezza materiale, in quarta posizionenella classifica delle ricchezze dell’essere umano, è, quindi, molto importan-te, anche se responsabile di tanti crimini commessi da gran parte di quelli chel’hanno conquistata.

La ricchezza materiale, che si compendia nel capitale, può procurare lagioia di vivere: comperando un castello, una Ferrari, vacanze da mille e unanotte, abbigliamenti lussureggianti, ori ed oretti, il capitale si offre ed offre lagioia di vivere, non certo la felicità.

Le tre ricchezze “occhialute” - e soprattutto la ricchezza morale e la ricchez-za mentale, di cui si compendia la dignità umana - sono la vera ricchezza, per-ché solo loro procurano all’essere umano il bene per eccellenza: la felicità.

La gioia non è la felicità: verità assoluta!La gioia è solamente un surrogato della felicità.Duroniesi del mondo, battiamoci gagliardamente e dignitosamente per la

conquista del Capitale, certamente, ma soprattutto della ricchezza morale,della ricchezza mentale, della ricchezza fisica.

“Fatti non foste a viver come bruti.Ma per seguir virtute e canoscenza.”Due versi del grande vate che trattano chiaramente, senza equivoco, dei

valori umani fondamentali: i valori morali ed i valori mentali.Il “grande duroniese nel mondo” - Chi era costui?- è l’esempio più fulgi-

do della ricchezza morale, che egli è riuscito a conquistare e che sta vivendoin piena felicità al servizio del Cristo, il Bene assoluto, in mezzo alla gentepiù povera - mi riferisco alla povertà materiale, naturalmente- del globo ter-restre.

L’essere umano, se non conquista i valori morali, vive la sua vita branco-lando nel buio, alla ricerca disperata del famoso “Eldorado” - la felicità - chenon troverà mai, se non nell’illusione, quando riesce a riempire d’oro… R’QUASCION’.

La Terra dello Zio Sam, nonché la sua appendice nordica, è la Terra dello“Show-off”, che altro non è che la mania di mostrare le conquiste materiali,che rappresentano la ricchezza per eccellenza, al confronto della quale glialtri valori - e soprattutto quelli morali - sono ben poca cosa: “Ahi, America,vituperio delle genti!”, grida il sommo vate dall’oltretomba.

A te, Duroniese del mondo, la preghiera di non gridare allo scandalo,commentando i miei “OCCHI” negativamente e, magari, ironicamente - eh,professo’! - , ma piuttosto di coglierne il monito come un atto di grande ami-cizia da parte di chi ti vuole un mondo di bene, essendo stato, tu, parte inte-grante della mia vita al tempo meraviglioso della mia infanzia e della miagiovinezza: la Pineta, la Civita, r’ str’ pparon, la Sammuca, l’Amm’cupa,l’Cannavin’, r ’M’rcun’ d’ Laura, R’ Quart’ d’ la massaria,Chill’d’z’ngarella, Chill’ d’ M’ngrist’, Chill’ d’ Sett’ P’rchitt’, M’ngh’ccill’ d’Uramb’tiell’, ‘D’l’rata d’ Frang’schiell’, R’ figl’ d’ m’ngucc’ d’ la Br’siccia,R’strol’ch’ d’ Sand’iann’,G’uann’ d’Ciaw’ Lon’, Pascal’d’Pap’ raciann’,M’ch’lin’ d’ r’ P’ lasciun’, Piezz’, Mezz’, Laina, Asciola, G’nucc’ d’Trapp’tar’, P’cciutt’,

Quarb’ner’, ciccognac (la piccola storia in un salotto molisano: “SignorCarosela, preferisce un cognac?”, la domanda;”Ci, ..cognac!”, la rispo-sta),…: Oh, che meraviglia l’idioma della nostra montagna!

Ed ora in…breve!Il “Grande Figaro” ha deciso di non trascorrere l’estate 2003 nella “sua”

Duronia: oh, che notizia!P’trin’, il presidente del più potente clan duroniese in terra nord-america-

na, d’altronde, è in arrivo, ahimè!Duronia “Fuori-le-mura” nord-americana ha messo all’ostracismo Savino

Tartaglia: ”Dura lex, sed lex!”, ha sentenziato P’trin’, il presidente.A padre Antonio si domanda se nel suo Bangladesch ha ricevuto tre lette-

re di zia Addolorata di Francischiello ed una lettera, dai colori sgargianti, diSavino Tartaglia nella ricorrenza del Natale 2002.

All’Amministrazione Comunale di Duronia un “Bravissimo” per l’impe-gno profuso nel tentativo di colmare il male fatto alla nostra Duronia dalleprecedenti amministrazioni: sono sicuro che le mie Cannavine ritornerannoall’antico splendore, allorquando furono al servizio devoto di tutti iDuroniesi…indistintamente.

Alla mia terzogenita, Elisabetta, che da qualche anno risiede a Firenze,l’abbraccio più affettuoso del suo paparuccio che le vuole tanto, tanto bene.

A voi tutti, Duroniesi “entro e fuori-le-mura”, il mio saluto più cordialeattraverso ciascuno dei miei tre “OCCHI”.

Ripercorro velo-cemente gli anni dellamia missione per ten-tare un bilancio eripormi in atteggia-mento di ascoltoverso questa realtàper una risposta difede adeguata almomento storico chesto vivendo. Trovo inquesta avventura difede una costante chelega insieme tutti gliavvenimenti: l’entu-siasmo per la missio-ne, che si presenta peraltro sempre connuovi risvolti, nuovesfide ed esige quindiuna novità di vitasempre attuale. Il ter-reno privilegiato dellamia missione è statoquello degli ultimi,degli esclusi e, in par-ticolare, quelli che,con termine legatoalla tradizione mille-naria di questa cultu-ra, sono chiamatiMuci, per il mestieredei loro antenati, cheera quello di scuoiarecarogne di animali(mucche, capre, ecc.,ricavando magarianche un buon bocco-ne dalle carni in via diputrefazione), con-ciarne le pelli e poivenderle a coloro che,senza sporcarsi lemani, ne ricavavanopoi lauti guadagni.Questo mestiere,insieme a tanti altri,era ed è consideratoancora impuro per chilo esercita e imprimeperciò come un mar-chio indelebile.Anche se inBangladesh la popola-zione è in stragrandemaggioranza musul-mana, questa stratifi-cazione culturale dicasta, sotto-casta efuori-casta segnaancora profondamen-te la società. Persinola distribuzione logi-stica della popolazio-ne rispecchia questastruttura mentale. Alivello di villaggio, ilfenomeno è ancoraben marcato e visibi-le. Così, per esempio,in ogni villaggio lapara (=raggruppa-mento di case) Mucioccupa sempre lazona più malsana evulnerabile (specie inoccasione di cicloni),dove, molte volte,manca anche la stradadi accesso. In questocontesto di memoriemi fermo qui, perchéil discorso, appenaaccennato, è moltoampio e meriterebbeulteriore approfondi-mento in altra sede.

La scelta dei Muciha caratterizzato findall’inizio la mia atti-vità in Bangladesh e,salvo qualche breveparentesi, è rimastauna costante neglianni successivi fino alpunto da venir identi-ficato come MuciderFather (il Padre deiMuci). Tutto comin-ciò con quei 12 annidi immersione nella

realtà di Borodol sullariva del Kopotokko,diventato un po’ ilfiume della mia vita:12 anni senza elettri-cità, al lume dellalampada a petrolio,senza telefono, comecatapultato in unmondo fuori delladimensione storica.Dai miei appunti didiario, in data30.9.1979, leggopoche righe di assag-gio: “Questo fine set-tembre se ne va e siporta via il mio 40mocompleanno: coscien-za di debolezza inquesto punto di guar-dia al limite delcoraggio e dellaumana possibilità.Può Dio colmaresempre questa solaresolitudine? Mio Diotu sei tutto per me e ilmio timore è soltantoper la mia debolezza enon certo per te”.Nella parabola dellamissione, amo defini-re la presenza e l’atti-vità tra i fuori-casta diBorodol come la prei-storia della mia mis-sione. Dopo un annodal mio arrivo inBangladesh, termina-to il corso di linguabengalese, mi fu chie-sto di andare aBorodol a riaprirequella missione cheera rimasta chiusa percirca otto anni perchénon si trovava alcunpadre disposto aripercorrere quellaavventura rivelatasifallimentare nel pas-sato. Bisogna dire checi fu un po’ di inco-scienza a quell’epocasia da parte dell’alloraSuperiore P.Sebastiano Tedesco(morto qualche annofa proprio qui inBangladesh per un

incidente di moto),che mi faceva la pro-posta sia da parte mia,che accettavo pursapendo che sareirimasto a lungo dasolo, senza la possibi-lità di essere introdot-to nell’ambiente daun veterano esperto divita bengalese e quin-di senza la possibilitàdi un confronto. Matant’è, la missioneavvolte, si nutreanche di un pizzico diincoscienza. Vi arrivaila prima volta su unabarca a remi, sullaquale avevo caricatotutte le mie masseri-zie, partendo dalla piùvicina missione, quel-la di Satkhira, conuna traversata durata11 ore. Avrei imparatoa mie spese i trucchidei fiumi bengalesi(ovviamente quellidel sud Bengala): siparte con la correntefavorevole e poi, peril ricorrente fenomenodell’alta e bassamarea, ti trovi con lacorrente che ti sospin-ge indietro.

La missione diBorodol era stataaperta dai PadriGesuiti di Calcuttaintorno al 1937. Icontatti naturalmenteerano incominciati unpo’ prima,verso il1920. I Gesuiti, (ini-zialmente uno o duepadri ), partendo daCalcutta e seguendola via dei fumi, veni-vano in zona, prende-vano contatto con ivari villaggi Muci epoi rientravano aCalcutta. Nel 1952, inseguito alla indipen-denza dell’Indiad a l l ’ I m p e r oBritannico, avvenutanel 1947 e alla suc-cessiva divisione in

India e Pakisthan (neidue tronconi diPakisthan Occidentalee Pakisthan Orientale,diventato quest’ulti-mo l’attualeBangladesh nel1971), questa missio-ne venne affidata anoi MissionariSaveriani, perché iGesuiti preferironorimanere in India.

Le prime impres-sioni sono quelle cheti rimangono dentro eriemergono con pre-potenza appena siapre la stura dei ricor-di. Arrivavo aBorodol con lo slan-cio missionario di chiha atteso a lungo ilmomento per realiz-zare il sogno di pro-clamare il Regno diDio e di annunciare laParola di salvezza aquanti non la cono-scevano ancora. Mitrovavo finalmentesul campo e tuttisarebbero stati lìpronti ad ascoltarmi.Grande illusione eprimo grande impattocon una realtà scon-certante, che d’allorain avanti avrebbecostituito la vera sfidaalla mia pretesa dimissione. Lo spetta-colo che mi si presen-tava era quello di unammasso di capanne(la cosiddetta paracristiana), addossatele une alle atre, piùsimili a tane di anima-li cha ad abitazioniumane. Dentro e fuorile capanne la gente,quella che sarebbediventata la miagente, i miei Muci,che pur diventati cri-stiani non eranocomunque riusciti adaffiorare ad uno sta-dio di vita più umano.Anche se le situazioni

di miserie si rivelanoidentiche in tutte lelatitudini, quella chesi presentava aBorodol a me appari-va unica e m’interpel-lava con prepotenza.

Quale missione?Quella della Parola oquella del Pane? Nonc’era tempo per moltediscussioni e le sceltes’imponevano conurgenza. Mi viene inmente il suggestivomonito di Bonhoeffer,il teologo tedescoassassinato dai nazistinel 1945: “Noi cri-stiani non potremomai pronunciare leparole ultime dellafede, se prima nonavremo pronunciate leparole penultimedella giustizia, delprogresso e dellaciviltà”. All’epocanon conoscevo ancorail personaggio, ma lasostanza del messag-gio è antica quanto ilVangelo. Non mi civolle molto per indi-viduare alcune diret-trici di marcia, sullequali mi sarei mosso.Occorreva innanzitut-to creare uno spaziovitale e permettereperciò alla gente didiradare le lorocapanne e costruirlein ambiente più sano.Per la realizzazione diquesto sogno ci venneincontro il fiume, chesi rivelò una verabenedizione. Ognianno infatti il fiume sitrascina dietro unagrande quantità didetriti alluvionali e laforte corrente corrodeda una parte e accu-mula dall’altra. Noi citrovavamo sulla spon-da favorevole e que-sto ci permise distrappare al fiume unalunga fetta di terra.Con una formalerichiesta al governo,attraverso una proce-dura lunga e snervan-te, ne ottenemmo ilpossesso. Lungo lasponda del fiumecostruimmo un arginelungo circa 500 metri,che ci permise di sal-vare ed utilizzare ilterreno. Lo spazioricavato fu opportuna-mente riempito e rial-zato con terreno allu-vionale prelevato dalletto del fiume,lasciando liberi alcunitratti, trasformati inpiccoli laghetti, icosiddetti pukur, chesi riveleranno poi utiliper la pesca e offri-ranno alla gente lapossibilità di fare ilbagno in acque pulite(nel fiume non ci sibagna per la presenzadi squali). Chi vaadesso a Borodol nonpuò rendersi contodelle trasformazioniesterne avvenute. Lascuola ed il centro delcucito, per esempio,sorgono là dove unavolta c’era il letto delfiume. (Nella speran-za di continuare...,peradesso, basta così!).

RIEVOCANDO I 26 ANNIDI MISSIONE IN BANGLADESH

di PADRE ANTONIO GERMANO

Lo scorso aprile si sono conclusi per me 26 anni di pre-senza in Bangladesh: un canto di lode al Signore per ilbene che si è degnato operare attraverso di me ed una invo-cazione di misericordia per i miei tanti limiti che hannoimpedito alla sua grazia di operare pienamente. Alle soglieormai della terza età, pensieri di eternità si affacciano sem-pre più frequenti alla mente: vivere intensamente il presentediventa gioiosa attesa per l’incontro con l’Amen!

Una delle prime immagini di Padre Antonio Germano a Borodol in sieme ai bambini “Muci”

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Non voglio qui incensareil nostro giornale ricorrendo ilsuo decimo anniversario,voglio più modestamente pro-vare a capire a che punto delpercorso siamo arrivati e se èil caso di proseguire il cammi-no e come.

La vianova non è statacerto una intrapresa editorialevolta ad acquisire lettori perfini commerciali, ma di lettorice ne sono stati e tanti, abbia-mo stampato sempre2.000/2.500 copie per nume-ro, tante, tantissime per ungiornale nato in un paese contrecento persone che abitual-mente lo abitano. Se è veroquello che dicono le statisti-che, ogni numero de la viano-va , essendo un periodico,viene letto da un numerominimo di cinque persone chemoltiplicate per 2.500 fanno10.000. Quindi diecimila per-sone, qualche centinaio in piùo in meno, che leggono ilnostro giornale, numero doponumero, a Duronia come intanti altri paesi molisani, aRoma come in tante altre cittàitaliane o straniere.

E questi sono numeri, ehsì! sono numeri. I numeri perònon sempre fanno quadrare ilcerchio.

Progetti come quelli de lavianova nascono e si realizza-no quando c’è passione, moti-vazione, entusiasmo sia daparte di coloro che danno vitaall’iniziativa sia da parte dicoloro poi che dell’iniziativasono fruitori; ma se la passio-ne, la motivazione e l’entusia-smo si affievoliscono, inevita-bilmente anche l’iniziativa nerisente ed essa finirà quandopassione, motivazione edentusiasmo verranno meno.

Il binomio che ha costitui-to le fondamenta su cui hapoggiato l’iniziativa struttura-le de la vianova è stato ilforte impegno di chi ha porta-to avanti il progetto ed ilsostegno finanziario dei letto-ri. Se si affievolisce la passio-ne, la motivazione e l’entusia-smo viene a scemare quindianche l’impegno ed il soste-gno finanziario. In questomodo le fondamenta rischianodi corrodersi facendo traballa-re la struttura.

Non c’è dubbio, ancoraguardandomi alle spalle edintorno, è inesorabilmentescemata la passione nutritadentro fino al profondo delcuore, con le motivazionieccelse di far rinascere i nostripiccoli paesi nel rispetto dellaloro cultura e della loro storia,salvaguardando il loro territo-rio e recuperando “le pietre”delle loro case, educando aduna nuova coscienza politica ecivile e prospettando progettilegati a tutto questo; ed è sce-

mato l’entusiasmo del dire edel fare.

Perché?Si potrebbe banalizzare,

dicendo che questo tipo diesperienze storicamente fini-scono tutte allo stesso modo,non essendoci il risvolto delprofitto economico ed essen-doci, per contro, rimessa insoldi e tempo tolto alla fami-glia, al lavoro, allo svago. Perla vianova l’analisi è anchequesta, spicciola quanto sivuole, ma realistica, solo chela nostra esperienza presentaalcune caratteristiche peculiariche qui val bene ricordare, perinterpretare meglio le impron-te del nostro cammino.

Le motivazioni sopra ricor-date sono caratterizzate per lopiù dall’esplosione su di unascala più vasta di un accora-mento particolare di individuio di gruppi legato alla microrealtà dei paesi, da una parte, edall’altra dal difficile compitodelle associazioni di base dioperare nelle realtà dell’entro-terra. Questa corrispondenza dimotivazioni ha dato corpo espirito al giornale.

Detto questo, è opportunofare una sottolineatura. La via-nova è nata a Duronia, uno deipaesi più piccoli e più “interni”del Molise, per reazione ad unasconfitta alle elezioni ammini-strative locali con l’intento dinon disperdere le energie chesi erano raccolte intorno alGruppo politico “Insieme perDuronia”. Una micro realtà,Duronia, è vero, ma che presto,attraverso lo strumento delgiornale, è diventato il fulcrodi un attivismo culturale,sociale e politico, che ha coin-volto dapprima il Capoluogoed i paesi più vicini, Torella,Castropignano, Fossalto,Salcito ed anche Civitanova,Frosolone, Molise, ed ancoraaltri più lontani comePortocannone, Roccapipirozzi,Casacalenda, Matrice, Schiavid’Abruzzo, etc e poi è entratain sinergia, con alti e bassi, conesperienze ambientaliste divarie Associazioni come “laFarfalla” di Larino-Termoli (siricorderà l’esperienza dell’in-serto “Il Mediterraneo”), ed inseguito, in maniera più costrut-tiva, l’AIIG Molise, ItaliaNostra di Isernia, i Verdi diCastropignano, I Cavalieri delTratturo di Agnone, I CavalieriTriventini, l’A.G. Punto eAccapo di Fossalto e tantealtre.

Nella piccola realtà duro-niese, quindi, energie soffoca-te rinascono attraverso l’espe-rienza del giornale e riesconoa coinvolgere altre energie dialtre realtà sociali e culturali,sopite esse stesse, per risve-gliarle e mettersi in camminoinsieme.

Il progetto all’inizio fun-ziona e molto bene anche.

Si dà voce a quanti altri-menti non sarebbero stati maiascoltati.

Si fa politica nelle paginedei paesi, Duronia in testa: illinguaggio spesso è duro, mac’è la consapevolezza che sista sperimentando un nuovomodo di confrontarsi chespesso però cede agli eccessi,ma che comunque esplora edenuncia i fatti, di frequenteanche gravi, commessi aidanni dei cittadini. La paginadegli emigranti diventa unpunto di riferimento per quan-ti all’estero vogliono raccon-tare la loro vita di sacrifici oritrovare i collegamenti con laterra abbandonata. Scriveredei ricordi ed indagarli, pub-blicare foto d’epoca, espri-mersi in dialetto dedicandospazio ai nostri poeti vernaco-lari, piccoli e grandi, facendorivivere una lingua parlata emai scritta, raccontare delletradizioni contadine e artigia-nali dei nostri padri per ilgiornale diventa un modo perriproporre la cultura di chi havissuto per secoli nelle nostreterre, per non dimenticare edessendo consapevoli che lariflessione sul passato ed ilsapersi rapportare alle proprieradici sono le basi per potersiimpegnare nel costruire ildomani. Il giornale si occupadi storia e di archeologia,mantenendo il riferimentosempre alle piccole realtà

dove gli avvenimenti o i ritro-vamenti risultavano ai piùsconosciuti. Le rubriche dicultura scovano energie inso-spettabili nei nostri paesi nellamusica come nella poesia enella scrittura, nel teatro comenella fotografia e nella scultu-ra e pittura. Le associazionidi base, presenti nel territorioed operanti per lo pìù nellatutela dell’ambiente, hannofruito del nostro strumento perelaborare studi, confronti,riflessioni, proposte sullevarie tematiche legate al terri-torio: turismo eco-compatibi-le, energie alternative e moni-toraggio del territorio, tratturi,recupero edilizio, culturale esociale dei nostri piccoli cen-tri e così via fino alle ultimetragiche riflessioni sul terre-moto che ha sconvolto lenostre terre lo scorso anno.

La vianova, orgogliosa-mente, è stato tutto questo.Una testimonianza che lasceràil segno, perché espressionelibera venuta dal basso, unavolta tanto, a raccontare larealtà senza i condizionamentidei potenti manovratori dicoscienza locali. Spesso, tornoa sottolineare, attraverso ilgiornale sono state condottebattaglie dure, con la luciditàdei pazzi che hanno al postogiusto la loro testa. E’ servitoanche questo per tentare dirompere il muro dell’omertà edel servilismo, affinché lacoscienza dei tanti si prepa-rasse ad un nuovo modo di

pensare: all’interno del gior-nale tutti hanno assunto leloro responsabilità, consape-voli dell’atto di demolizioneche si voleva creare.

Nonostante le asperitàabbiamo quindi camminatobene su la vianova in tuttiquesti anni, ma ora non è piùcosì, purtroppo.

La disaffezione dei lettorisi fa sentire in maniera marca-ta, tant’è che il numero degliabbonati è drasticamentediminuito del 50%, rispettoallo scorso anno. Ed è unalinea che scende a picco versoil basso, anno dopo anno. E’pur vero che durante gli ultimianni le pubblicazioni si sonoridotte fino ad arrivare a quat-tro, solo quattro, nell’annoappena passato e questo disin-centiva in modo tangibile egiustificato chi è intenzionatoa rinnovare l’abbonamento.Non è sufficiente ripetere“non ci sono soldi e quindi ilgiornale non può essere pub-blicato”, è senz’altro veroanche questo ma per la viano-va non è affatto giustificato.Se fosse marcata la volontà diandare avanti i soldi si trove-rebbero, come del resto liabbiamo trovati all’inizio, lamancata rimessa da parte deilettori quindi è solo uno deiproblemi.

Credo invece, e la convin-zione aumenta di mese inmese, che è molto probabileche si stia esaurendo, comesuol dirsi, la “spinta propulsi-va” che ha caratterizzato ilgiornale in tutti questi anni.

Nell’analisi del successodel giornale abbiamo rilevatoche le motivazioni legate allepiccole realtà locali e al lavo-ro delle associazioni di basecostituivano l’ossatura dell’i-niziativa. Se osserviamo conocchio attento quello che èsuccesso in alcune delle reda-zioni di paesi che hanno colla-borato dall’inizio, ci accor-giamo che il sostegno al gior-nale è venuto a mancare nonappena, ad esempio, alcunicollaboratori de la vianovarisultano vincitori di elezioniamministrative locali, avendoper tale obiettivo usato a pienemani, e giustamente, il nostrogiornale: questo lungi dall’es-sere un biasimo costituiscecomunque un dato di fatto,vuol dire che o è venuta amancare la motivazione prin-cipale per andare avanti o,cosa più verosimile, non si hapiù il tempo materiale peroccuparsi anche del giornale.

Le associazioni poi, permotivi diametralmente oppo-sti, hanno constatato che lebattaglie condotte, anche sulnostro giornale, apparivanosempre più dei classici com-battimenti contro i mulini a

vento, dato il par terre cultu-rale e politico molisano. Unaper tutte: pensiamo alla mani-festazione, il cammina,Molise! proposta dal nostrogiornale. Ma da quanti anniandiamo promuovendo lenostre terre in sinergia con lealtre associazioni e tanteamministrazioni locali.Ebbene in dieci anni, nono-stante che ogni anno puntual-mente venga depositato rego-lare progetto e richiesta d’aiu-to agli organi competenti,mai, e dico mai, nessun presi-dente di Giunta, nessun asses-sore regionale, alla cultura edal turismo in particolare per-ché preposti, hanno avutol’accortezza di rispondere,almeno rispondere, alle nostreistanze. Il Patrocinio si, quellol’hanno sempre dato, unafirma, un fax …e via.

Il giornale, è vero, conti-nua ad essere stampato in2500 copie e viene speditogratuitamente a scuole, par-rocchie, sindaci, enti provin-ciali e regionali, partiti,media: da questi, che pure silamentano quando il giornalenon arriva, le sottoscrizioniche pervengono si possonocontare sulle dita di unamano. Una vergogna mi ver-rebbe da dire, ben sapendoquanti rivoli prendono i soldipubblici, ma non lo dico per-ché l’elemosina la vianovanon l’ha mai chiesta.

Tutto questo non mi mera-viglia, ma traccia dentro di meun solco profondo che incide inmaniera sanguinolenta unaesperienza eccezionale. Comeper i tanti altri che in questaimpresa sono stati in varie cir-costanze coinvolti, anche perme incomincia a marcarsi lalinea della disaffezione. Chi miconosce sa che sto usando ter-mini che non si addicono almio modo di pensare e di fareed ha ragione. Però il silenziodella solitudine incombe ed illavoro è tanto, troppo. Sonopronto a ripartire solo se cisaranno le condizioni giuste:dovranno rinascere passione,motivazioni e impegno, ma inun assetto completamentediverso. Sono necessarie garan-zie di obiettivi chiari, di percor-renze comuni, di referenze giu-ste e di solidità economica.

E allora se c’è ancora qual-cuno disposto a riconoscersinel vianovismo si metta dasubito a disposizione perché inqueste nostre terre c’è ancoratanto da fare, ed uno strumentocome la vianova può ancorarivelarsi indispensabile.

Intanto auguri a la viano-va e grazie a tutti coloro chein questi dieci lunghi annihanno avuto il coraggio dicollaborare con essa o sempli-cemente di leggerla!

AUGURIdi GIOVANNI GERMANO

Roma maggio 1994 - Giovanni Germano, Alfredo Ciamarra ed il tipografoFiore Manzo mostrano orgogliosi il primo numero de “la vianova”

E’ importante questo numero de “la vianova”,perché ci porta dritto nel decimo anno di vita.Eh, sì! Il tempo passa per tutti e per tutto, edanche la via_nova sta diventando vecchia. Chil’avrebbe mai detto in quell’ormai lontano mag-gio del 1994 che saremmo durati dieci anni. Cheavventura! Mi chiedo, guardandomi alle spalle,ma come abbiamo fatto!? Ed ancora mi chiedose è servito a qualcosa tutto questo lavoro.